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RION, XXII (2016), 1 373 La collaborazione di «RION» con l’Uni- versità di Baia Mare. Grazie al protocollo d’intesa siglato dalla «Rivista Italiana di Onomastica» con l’Uni- versità Tecnica di Cluj-Napoca, Centro Uni- versitario Nord di Baia Mare, Facoltà di Let- tere, Centro d’Onomastica diretto da Oliviu Felecan, come già nel 2013 anche per la 3ª e- dizione del convegno internazionale “Nome e denominazione” (ICONN 3), dedicato al- l’antroponomastica, alla toponomastica e al- la crematonomastica non convenzionali, il comitato scentifico della «RION» ha selezio- nato alcuni studi presentati nell’incontro ro- meno per essere pubblicati in queste pagine. Sono dunque presenti, nel sommario di «RION», XXII (2016), 1, i seguenti articoli che figurano anche negli Atti ufficiali della con- ferenza: DAIANA FELECAN, Defining Aspects and Taxonomy in the Case of Brand Names; ZSUZSANNA FÁBIÁN, Convenzionale e non con- venzionale nell’antroponimia: un confronto nelle usanze dell’imposizione del nome tra ita- liano e ungherese; ARTUR GALKOWSKI, La cre- matonimia come classe “non convenzionale” dell’onimia; ERZSÉBET GYőRFFY, The role of the mental map in socio-onomastics; ELENA PAPA, Lo stile Olivetti, dalla macchina al lo- gos; MICHAEL A. RATEAU / WILLY VAN LAN- GENDONCK, Les noms d’agglomérations en France: Dénominations d’origine “conven- tionnelle” ou non “conventionnelles”. In alcuni casi i titoli e i contenuti sono leg- germente o ampiamente divergenti nelle due edizioni e in un caso (Daiana Felecan) è di- versa anche la lingua usata (romeno negli At- ti e inglese nella «RION»). La prossima edi- zione del congresso internazionale ICONN è annunciata per il settembre 2017. Prof. Oliviu Felecan, Universitatea din Baia Mare, Facultatea de Litere, str. Victoriei nr. 76, RO-430094 Baia Mare – T. +40.26. 2219660 – E-mail: [email protected]; [email protected] – Web: www.ubm.ro. Prof. Enzo Caffarelli, via Tigrè 37, I-00199 Roma – T. 06.86219883 – Fax 06. 8600736 – E-mail: [email protected]. Presentato alla “Sapienza” il Quader- no per i 20 anni della «Rivista Ita- liana di Onomastica». La Biblioteca “Angelo Monteverdi” del Cen- tro interdipartimentale di servizi per gli stu- di filologici, linguistici e letterari della “Sa- pienza” Università di Roma ha organizzato e ospitato il 20 novembre 2015 la presentazio- ne del “Quaderno Internazionale di RIONpubblicato in occasione del 20º anniversario della «RION» e intitolato Nomi italiani nel mondo. Studi internazionali per i 20 anni del- la «Rivista Italiana di Onomastica» - Italian Names in the World. International Studies for the 20 Years of «Rivista Italiana di Onomasti- ca», a cura di ENZO CAFFARELLI (vedi qui la recensione di Maria Silvia Rati e di Emiliano Picchiorri alle pp. 208-13). L’incontro si è tenuto nello stesso luogo a vent’anni di distanza dalla presentazione del primo numero (novembre 1995), presenti numerosi membri del comitato scientifico della «RION». La storia della rivista e delle pubblicazioni ad essa collegate e lo sviluppo Attività Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national and international research projects; studies being prepared by single researchers; associations’ and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

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RION, XXII (2016), 1373

La collaborazione di «RION»con l’Uni-versità di Baia Mare.

Grazie al protocollo d’intesa siglato dalla«Rivista Italiana di Onomastica» con l’Uni-versità Tecnica di Cluj-Napoca, Centro Uni-versitario Nord di Baia Mare, Facoltà di Let-tere, Centro d’Onomastica diretto da OliviuFelecan, come già nel 2013 anche per la 3ª e-dizione del convegno internazionale “Nomee denominazione” (ICONN 3), dedicato al-l’antroponomastica, alla toponomastica e al-la crematonomastica non convenzionali, ilcomitato scentifico della «RION» ha selezio-nato alcuni studi presentati nell’incontro ro-meno per essere pubblicati in queste pagine.

Sono dunque presenti, nel sommario di«RION», XXII (2016), 1, i seguenti articoli chefigurano anche negli Atti ufficiali della con-ferenza: DAIANA FELECAN, Defining Aspectsand Taxonomy in the Case of Brand Names;ZSUZSANNAFÁBIÁN,Convenzionale e non con-venzionale nell’antroponimia: un confrontonelle usanze dell’imposizione del nome tra ita-liano e ungherese;ARTURGAŁKOWSKI, La cre-matonimia come classe “non convenzionale”dell’onimia; ERZSÉBET GYőRFFY, The role ofthe mental map in socio-onomastics; ELENAPAPA, Lo stile Olivetti, dalla macchina al lo-gos;MICHAEL A. RATEAU / WILLY VAN LAN-GENDONCK, Les noms d’agglomérations enFrance: Dénominations d’origine “conven-tionnelle” ou non “conventionnelles”.

In alcuni casi i titoli e i contenuti sono leg-germente o ampiamente divergenti nelle dueedizioni e in un caso (Daiana Felecan) è di-versa anche la lingua usata (romeno negli At-ti e inglese nella «RION»). La prossima edi-

zione del congresso internazionale ICONN èannunciata per il settembre 2017.

’Prof. Oliviu Felecan, Universitatea dinBaia Mare, Facultatea de Litere, str. Victorieinr. 76, RO-430094 Baia Mare – T. +40.26.2219660 – E-mail: [email protected];[email protected] – Web: www.ubm.ro.

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Presentato alla “Sapienza” il Quader-no per i 20 anni della «Rivista Ita-liana di Onomastica».

La Biblioteca “Angelo Monteverdi” del Cen-tro interdipartimentale di servizi per gli stu-di filologici, linguistici e letterari della “Sa-pienza” Università di Roma ha organizzato eospitato il 20 novembre 2015 la presentazio-ne del “Quaderno Internazionale di RION”pubblicato in occasione del 20º anniversariodella «RION» e intitolato Nomi italiani nelmondo. Studi internazionali per i 20 anni del-la «Rivista Italiana di Onomastica» - ItalianNames in the World. International Studies forthe 20 Years of «Rivista Italiana di Onomasti-ca», a cura di ENZO CAFFARELLI (vedi qui larecensione di Maria Silvia Rati e di EmilianoPicchiorri alle pp. 208-13).

L’incontro si è tenuto nello stesso luogo avent’anni di distanza dalla presentazione delprimo numero (novembre 1995), presentinumerosi membri del comitato scientificodella «RION». La storia della rivista e dellepubblicazioni ad essa collegate e lo sviluppo

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Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national andinternational research projects; studies being prepared by single researchers; associations’and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

degli studi onomastici in Italia e in Europadegli anni ultimi ven’anni sono stati riassuntida Luca Serianni (Roma). Alda Rossebastia-no (Torino) ha presentato nel dettaglio il vo-lume celebrativo. Paolo Poccetti (Roma) haevidenziato gli studi di onomastica in àmbitoantichistico, presenti anche nella «RION», ela collaborazione tra la rivista e il Laboratoriointernazionale di Onomastica dell’Univer-sità di Roma Tor Vergata (iniziativa avviatanel 2007 e che ora ha cessato la sua attività).Maria Silvia Rati (Reggio Calabria) ha infinepresentato una nuova iniziativa di onomasti-ca, promossa dalla stessa casa editrice della«RION» e diretta da Enzo Caffarelli, la colla-na “L’arte del nome” (vedi qui di seguito).

Il volume che celebra i 20 anni della rivi-sta comprende 14 saggi di studiosi italiani,francesi, spagnoli, catalani, romeni, inglesi,maltesi, croati, polacchi, ungheresi e brasi-liani; un’ampia appendice intitolata “Migra-zioni nel mondo di uomini e nomi italiani.Repertori e commenti / Migrations in theworld of Italian people and names. Reperto-ries and commentaries”, nonché gli indiciper autori e per argomenti della «Rivista Ita-liana di Onomastica» 1995-2014.

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Avviata con sette titoli la collana “L’ar-te del nome”.

Tra il dicembre 2015 e il marzo 2016 sono u-sciti i primi 7 volumi della collana “L’arte delnome”, curata e diretta da Enzo Caffarelli,che è anche autore dei testi di questo primogruppo di libri. Si tratta di una collana scien-tifica e divulgativa nello stesso tempo, che

comprende dizionari, storie di singoli nomipropri, saggi onomastici in àmbito letterarioe cinematografico, ecc.

Il numero 1 della collana s’intitola Hu,Chen, Mohamed, Singh eWarnakulasuriya.Dizionario dei cognomi dei “nuovi italiani” eraccoglie e mette a lemma circa 700 cognomistranieri – cinesi, marocchini, tunisini, egi-ziani, romeni, moldavi, ucraini, albanesi, bo-sniaci, serbi, senegalesi, ghanesi, indiani,pakistani, bengalesi, singalesi, filippini, ecc.– tra i più diffusi nelle città e nei paesi italiani.Com’è noto, gli stranieri residenti in Italia nel2014 hanno superato i 5 milioni; più di 8 cit-tadini su 100 che vivono in Italia non sono (onon sono ancora) italiani. Negli ultimi annila seconda città d’Italia, Milano, la 9ª citta perpopolazione del Nord, Brescia, e la 3ª delCentro, Prato, hanno registrato in testa allaclassifica dei cognomi una forma straniera: ri-spettivamente il cinese Hu, l’indopakistanoSingh e il cinese Chen. Il volume, dopo unaricca introduzione, presenta il vero e propriodizionario e in chiusura tre appendici, relati-ve alle classifiche dei cognomi stranieri piùfrequenti nei capoluoghi di provincia italia-ne; alle statistiche demografiche su distribu-zione territoriale, rapporto maschi/femmi-ne, primati regionali e comunali delle variecomunità nazionali; e, infine, ai nomi perso-nali assegnati ai bambini stranieri in Italia. Lapresentazione è di Maria Silvia Rati (Unive-rità per stranieri “Dante Alighieri” di ReggioCalabria) (vedi qui alle pp. 223-25).

Il secondo titolo della nuova collana è lastoria del nome Paparazzo,dall’incontro del-lo scrittore George Gissing nel 1897 con ilgestore dell’Albergo “Centrale” di Catanza-ro, don Coriolano Paparazzo, alla presenta-zione nel 2015 in rete nel sito turistico TripAdvisor del ristorante “Paparazzi” di Ho ChiMin City, in Vietnam. In una settantina dipagine viene ricostruita una curiosa e com-plessa vicenda, che riguarda nomi propri enomi comuni, letteratura di viaggio, cine-ma, onomaturgia, italianismi nel mondo,ecc. La presentazione è di Emiliano Pic-

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chiorri (Università degli Studi di Chieti e Pe-scara) (vedi qui alle pp. 251-52).

Il numero 3 dell’“Arte del nome” è dedi-cato alla Onomastica mariana. Dizionariodei nomi personali ispirati alla Madonna:quasi 400 voci per più di mille nomi citati,per ciascuno dei quali è spiegata storia, eti-mologia, presenza nella Scrittura e nella li-turgia (preghiere, antifone, litanie, ecc.). Lavoce più ampia dell’opera riguarda ovvia-mente il nome Maria, il più studiato e forse ilpiù complesso da decifrare nella storia dell’o-nomastica. Anche in questo caso il diziona-rio vero e proprio è corredato da una serie diappendici, che si occupano di statistiche eclassifiche dei nomi mariani in Italia, dellapresenza di Marianella toponimia, nell’odo-nimia e nell’antroponimia cognominale, de-gli istituti e ordini religiosi intitolati alla Bea-ta Vergine, dei nomi dei quadri dedicati allaMadonna, dei patronati geografici marianiin Italia e nel mondo e del ricchissimo calen-dario mariano con le feste e le memorie cheogni giorni riguardano vari titoli e icone del-la Madonna. La presentazione è di don Re-mo Bracchi (Pontificia Università Salesianadi Roma) (vedi qui alle pp. 226-28).

Il quarto volumetto della serie diretta daEnzo Caffarelli s’intitola Si può scrivere un li-bro sul cognome Rossi? Si tratta, com’è noto,del primo nome di famiglia per diffusione inItalia: ma in quale misura, con quale distri-buzione territoriale? Quali le motivazioni al-la base della sua formazione e del suo... suc-cesso? Ed è destinato a mantenere il primatoancora per lungo tempo? Sono domande cheil signor Rossi forse non si è mai posto, o forselo ha fatto senza trovare le risposte. E per si-gnor Rossi s’intende non solo l’effettivo por-tatore di questo nome di famiglia, ma anchel’italiano-tipo, l’italiano-medio, l’italiano-qualunque, che da una sessantina d’anni vie-ne generalmente battezzato proprio signorRossi.Ma quando si è avuta la percezione ditale primato e, poi, battezzato da chi e come?A questi temi si aggiungono quelli riguar-danti Rossi nelle insegne stradali, nella topo-

nomastica, nei marchi commerciali e altroancora. Peraltro il “rosso” è presente in centi-naia di cognomi italiani, non solo in Rossi eRusso, o in Rossini e Rossetti, ecc. La prima ap-pendice del volume è una sorta di dizionarioche riporta quasi 500 voci, dove tutti questinomi di famiglia sono analizzati nella loroformazione e distribuzione territoriale. Laseconda appendice si occupa di statistiche edi classifiche a livello nazionale, regionale,provinciale e comunale, con vari riferimentialla diffusione di Rossi all’estero. La presenta-zione è di Francesco Rossi (Dipartimento diFilologia, Letteratura e Linguistica dell’Uni-versità di Pisa).

Il numero 5 dell’“Arte del nome” si occu-pa di personaggi del mondo del calcio: L’ono-mastica nel pallone. Quello che non sapete suinomi e i cognomi dei calciatori. I cognomi deigiocatori sono i più ascoltati, pronunciati,scritti e letti. Bambini, giovani, adulti, anzia-ni, uomini e donne ripetono quei cognomi...talmente popolari che chi si chiami allo stes-so modo di un campione, ma anche di ungiocatore di secondo piano, viene inevitabil-mente associato a quel personaggio. Tra unaspiegazione e l’altra, anche di nomi di batte-simo e di soprannomi, e inoltre di ex calcia-tori, allenatori e arbitri, il libro si occupa dipronunce corrette e propone varie spigolatu-re, senza dimenticare antroponimi e toponi-mi entrati nel vocabolario, come “la zonaCesarini”, “clamoroso al Cibali”, “cassana-ta”, con qualche puntura di vespa nei con-fronti di certi vezzi linguistici dei telecroni-sti. La presentazione è di Francesca Dragottodell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Tornando all’onomastica nel cinema (enel teatro), il numero 6 della collana è dedi-cato all’onomastica di Totò («Questo nomenon mi è nuovo». Quisquilie e pinzillacchereonomastiche nella lingua del sommo Totò).Unattore che seppe giocare con i nomi e i co-gnomi e provocando grandi risate fu Anto-nio Maria Giuseppe Gagliardi de CurtisGriffo Focas Angelo Flavio Ducas ComnenoPorfirogenito di Bisanzio in arte semplice-

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mente Totò. Il libro è una collezione, guida-ta e commentata, delle scene di teatro e ci-nema in cui l’attore napoletano si diverte astorpiare e a reinterpretare a modo suo no-mi, cognomi e toponimi: un repertoriopressoché completo degli usi e abusi ono-mastici rimasti quadretti indimenticabilidella sua recitazione.

Ha fatto seguito il nº 7 dell’“Arte del no-me”, Come ha detto che si chiama?Dizionariodei cognomi più curiosi e imbarazzanti, biz-zarri e infamanti, dove sono messi a lemmaoltre 500 nomi di famiglia con le etimologiee ove possibili le motivazioni che hanno por-tato alla loro origine; in alcuni casi si tratta divoci imbarazzanti e infamanti solo in appa-renza, perché vogliono dire altro rispetto aciò che sembra. Accanto a questi cognomi“ingannevoli” e agli altri bizzarri e curiosi, ilvolumetto propone un dizionario per la pro-nuncia corretta di cognomi – non pochi –nei quali l’accento tonico è venuto a spostar-si in seguito a pressioni analogiche o influen-ze di altre lingue o per banale ignoranza.

La collana proseguirà nel 2016 con altrititoli, tra i quali i primi in ordine di tempo sa-ranno Si può scrivere un libro sul nome Fran-cesco?, autore Francesco Sestito, e Dove haidetto che abiti? Repertorio dei nomi più curio-si e bizzarri di strade e piazze, altro dizionariodedicato ad alcune centinaia di odonimibuffi e singolari scovati nei comuni italiani, acominciare dal primo in ordine alfabetico,Via Abbi Pazienza nel centro storico di Pi-stoia e passando per Via delle Sedie volanti aPalermo, Via dei Cessati Spiriti, Affogalasino,Scorticabove e Meglio di Niente a Roma, ViaSenzanome, Centotrecento o Broccaindosso aBologna, Via Pericolosa e Via Piacevole a Pe-rugia, Piazza delle Pallottole a Firenze, StradaSoffritto a Napoli, Via Ammazzalamorte aCerveteri, Via Bloc-notes di un regista a Rimi-ni, ecc.

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Il Dizionario dei cognomi piemontesi.

È in preparazione a Torino, per le cure di Al-da Rossebastiano, Daniela Cacia ed ElenaPapa, un Dizionario dei cognomi piemontesi,anticipato da una serie di schede pubblicatein «Studi piemontesi», rivista semestrale delCentro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Pie-montèis. Le schede sono ampliate rispettoalle dimensioni che assumeranno nel dizio-nario e dedicate ai cognomi più caratteristicio più diffusi del Piemonte, che mostrino epi-centro nella regione e presentino forme coe-renti, o quanto meno non contraddittorie,con le caratteristiche linguistiche delle parla-te piemontesi; inoltre sono esaminate formeoggi non più frequenti o sparite, ma che han-no ampiamente circolato nella regione nelMedioevo.

Seguendo il sistema adottato per i Nomi dipersona in Italia. Dizionario storico ed etimolo-gico curato da ALDA ROSSEBASTIANO ed ELE-NAPAPA (Torino, UTET 2005, 2 voll.), per cia-scun nome di famiglia si presenta la docu-mentazione odierna della presenza nella re-gione, accompagnata dalle occorrenze nellesei province anteriori alla riforma del 1992(Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara eVercelli); vengono segnalati, con le relative oc-correnze, anche i cognomi doppi. Ciascunavariante morfologica costituisce una scheda asé; in alcuni casi anche le varianti dialettali so-no trattate come unità onimiche a sé stanti.

Le voci a lemma sono illustrate da graficirelativi ai valori assoluti nelle diverse subareedel territorio piemontese e in molti casi da u-na carta del frazionamento provinciale conl’indicazione delle densità rapportata al nu-mero dei residenti. Per i cognomi a più altorango si indica la posizione a livello regiona-le e provinciale. La scheda presenta, oltre al-

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l’etimologia, anche la tipologia e la storia delcognome, concludendosi ove possibile conla citazione di celebri portatori del nome no-me di famiglia. Grafici e carte sono a cura diElena Papa; le schede sono di Alda Rosseba-stiano, Daniela Cacia, Elena Papa e altri col-laboratori.

Le numerose fonti consultate si sono re-centemente arricchite con il recupero dellecarte di un grande studioso piemontese, Pie-tro Massia (1898-1945), e con il lascito di te-si, ricerche e materiali vari raccolti da Giulia-no Gasca Queirazza (1922-2009), alla cuimemoria l’opera è dedicata. Le prime schedesono apparse in «Studi Piemontesi», XLIV(giugno 2015), 1, pp. 47-68 e riguardano itipi Barbero, Bergero e Cravero con relativevarianti (vedi qui alle pp. 255-56).

’ «Studi Piemontesi», c/o Centro StudiPiemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, via Ot-tavio Revel 15, I-10121 Torino – T. 011.537486 – E-mail: [email protected]– Web: www.studipiemontesi.it.

’ Prof. Alda Rossebastiano, Prof. ElenaPapa, Dr. Daniela Cacia, Università degliStudi di Torino, Dipartimento di Lingue eLetterature straniere e Culture moderne, viaSant’Ottavio 20, I-10126 Torino – E-mail:alda.rossebastiano@unito; [email protected]; [email protected].

L’ambivalenza, l’ambiguità e l’ironiadel nome letterario.

Ambivalenza, ambiguità e ironia onomasti-ca quale fenomeno di ricezione della lettera-tura sono al centro di uno studio di VolkerKohlheim, già collaboratore delle Universitàdi Madrid e di Bayreuth in Germania, auto-re di numerosi saggi, alcuni con la moglieRosa Kohlheim, specie su antroponimi, o-donimi, onomastica letteraria e aspetti teori-ci dei nomi propri. In particolare lo studiosoevidenzia i tratti che distinguono ambiguitàe ambivalenza, spesso considerati sinonimi.

Il concetto di ambivalenza è stato intro-dotto nel 1911 dallo psichiatra svizzero Eu-gen Bleuler, con riferimento alla comparsasimultanea in un singolo individuo di emo-zioni e cognizioni fra loro opposte; la formapiù semplice di ambivalenza onomastica siorigina quando un nome proprio è omoni-mo di un nome comune; così gioca per es.Ulisse quando, alla richiesta di Polifemo diindicargli il suo nome, risponde “Nessuno” oOscar Wilde nell’opera teatrale The Impor-tance of Being Earnest. Di ambivalenza si puòparlare anche quando non si è certi si se trat-ti di un nome di battesimo o di un cognome;un’ulteriore confusione può sorgere nei casiin cui il nome non indichi con chiarezza ilsesso di chi li porta, come accade con Frankienel romanzo The Member of the Wedding diCarson McCullers.

Quando il lettore s’imbatte in un nomeambivalente, deve orientarsi scegliendo unadelle possibili letture. Quando invece si trovadi fronte a un nome ambiguo, si aprono piùpossibilità di interpretazione, tali da non e-scludersi, bensì integrabili tra loro. In questosenso i “nomi parlanti” sono in prima battutasempre ambigui dal momento che il lettorenon è in grado di valutare, a inizio lettura, seil personaggio rispecchi o no il significato delnome che l’autore gli ha assegnato. Nomiambigui sono Squire Allworthy in Tom Jonesdi Henry Fielding, l’Angelo in Measure forMeasure di Shakespeare o l’Angiolina di Seni-lità di Italo Svevo. Ma i nomi possono allude-re anche a portatori precedenti attinti dallarealtà o dalla letteratura, e con ciò produrreambiguità: per es. l’Eduard delle Affinità elet-tive di Goethe. Possibilità quasi illimitate diprodurre un’aura di ambiguità vengono of-ferte dall’abbinamento fra nome e cognome;le sfruttano Thomas Mann nella novella To-nio Kröger e Theodor Fontane con AlonzoGieshübler: in entrambi i casi il nome roman-zo contrasta col cognome tedesco, riflettendoil carattere ambiguo del protagonista.

L’ironia, a sua volta, solitamente è mani-festata attraverso segnali e indicazioni e non

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conosce ambivalenza. In tutti i casi menzio-nati da Volker Kohlheim, che ha presentatola ricerca al XX Convegno internazionale diOnomastica & Letteratura (Pisa, 12-14 no-vembre 2015), l’autore è legato all’attività ri-cettiva del suo lettore, ossia dipende da quel-la che Wolfgang Iser chiama “l’interazionetra testo e lettore”.

’ Prof. Volker Kohlheim, SchloßhofBirken 11, D-95477 Bayreuth – T. +49.9921.63605 – E-mail: [email protected].

In preparazione il CIRDAMT con i Co-muni italiani che hanno cambiatonome dal 1861 al 2014.

Emidio De Albentiis, docente all’Accade-mia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Peru-gia, è l’ideatore e l’autore di una ricerca chetroverà spazio in un ponderoso volume pre-visto entro la primavera 2016 per i tipi dellaSER ItaliAteneo, nella collana dei QUIRION

“Quaderni Italiani di RION” (nº 7). Si trat-ta del volume I cambi di nome dei Comuni i-taliani (1861-2014). Documentazione glo-bale e analisi storico-interpretativa, parte del-la ricerca battezzata in acronimo CIRDAMT

(Comuni Italiani. Repertorio De Albentiisdelle “Modifiche Toponomastiche”) e cheriguarda 2.426 unità municipali, compren-dendo in tale cifra anche 431 comuni cessa-ti. Tali cambiamenti hanno interessato 524unità municipali in Lombardia (sommandoi comuni esistenti e quelli cessati), 334 inPiemonte, 206 in Veneto, 179 in Campa-nia, 123 in Friuli Venezia Giulia, 102 inTrentino Alto Adige e via via fino ai soli 38della Sardegna, 31 della Basilicata e 27 del-l’Umbria.

L’opera si compone di un ampio saggiointroduttivo sul fenomeno del cambiamen-to dei toponimi in oltre un secolo e mezzo, eprende in considerazione le tipologie dicambiamento esemplificando con ap-

profonditi commenti su alcuni casi singoli odi gruppi di municipi che presentano un in-teresse linguistico-onomastico o storico-politico-amministrativo particolare.

Seguono le quasi 2.500 schede che dannoconto dei cambiamenti toponimici oltre chedelle cessioni e acquisizioni di territorio, del-le fusioni e degli scorpori di territorio con ledate dei decreti legislativi o degli altri atti chehanno ratificato il mutamento. I cambia-menti sono tutti rigorosamente motivati eaccompagnati, nel caso di omonimia, dall’e-lenco dettagliato dei Comuni dai quali eranecessario differenziarsi; tra le motivazioniricorrono le seguenti: appartenenza a regio-ne o sub-regione, contiguità geografica, i-dronimo, limnonimo, talassonimo, oroni-mo, geonimo, posizione geografica, ricono-sciuta autonomia da centro circonvicino, ac-corpamento tra insediamenti, inserimentofrazioni, acquisita maggiore importanza exfrazione, appartenenza ad antica etnia, eli-minazione toponimo giudicato ridicolo, ita-lianizzazione forzata, ripristino toponoma-stica preunitaria o prefascista, recupero to-ponimo classico, riferimento a storia religio-sa o politica, omaggio a persona illustre o afamiglia nobiliare, laicizzazione, contiguità amonumento storico o naturale, valorizzazio-ne vocazione termale, maggiore sintesi defi-nitoria, inversione ordine d’importanza intoponimi composti, connotazione latineg-giante o medievaleggiante, ecc.

Per esempio la scheda nº 1, relativa all’at-tuale comume valdostano di Allein, informasu: data di costituzione del Comune comeAllain, cambio di provincia (Torino > Ao-sta), cambio di nome Allain > Alleno, nuovonome della provincia (Aosta > Valle d’Aosta),variazione del toponimo in Allain e infine inAllein; segue il paragrafo con le motivazioni.La scheda nº 451, Santo Stefano di Magra,oltre al cambio di toponimo e a quello – so-stanziale e nominale – di provincia (Genova> Spezia > La Spezia), elenca tutti gli omoni-mi agionimici dai quali si è differenziato, conl’indicazione per ciascuno del numero di

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scheda; e infine con la motivazione: idroni-mo (il fiume Magra).

Emerge in modo significativo il numerodegli errori, anche banali e ridicoli, contenu-ti nelle assegnazioni di nuovi nomi con lesuccessive rettifiche: per es. MonasteroloCassoto > M. Casotto (Cuneo), Cazzano Be-fana > C. Besana (cessato), Palazzo Pugnano> P. Pignano (Cremona), Concordia Sagita-ria > C. Sagittaria (Venezia), Marano Lacu-nare > M. Lagunare (Udine), Belforte delChiento > B. del Chienti (Macerata), Capra-montana > Cupramontana (Ancona), CastelTrentano > C. Frentano (Chieti), Celenzasul Frigno > C. sul Trigno (Chieti), Aiello delSebeto > A. del Sabato (Avellino), Santa Lu-cia di Larino > S. L. di Serino (Avellino), O-levano sul Fusciano > O. sul Tusciano (Saler-no), Rionero in Volture > R. in Vulture (Po-tenza), Montalto Affugo > M. Uffugo (Co-senza), San Marco d’Alfonsio > S. M. d’A-lunzio (Messina), Scaletta Zanglea > S. Zan-clea (Messina), Centurupi > Centuripe (En-na), ecc.

Gli indici faciliteranno la consultazionedel volume ma non saranno tutti stampati;nella gran parte, infatti, gli indici per ordinealfabetico, regioni, numero di scheda, topo-nimi esistenti, toponimi cessati, ecc. sarannodisponibili nel CD allegato alla pubblicazio-ne cartacea.’ Prof. Emidio De Albentiis, Accade-

mia di Belle Arti (ABA) di Perugia “PietroVannucci”, p.zza San Francesco al Prato 5, I-06123 Perugia – T. 075.5730631 – Fax 075.5730632 – E-mail: [email protected] – Web: http://abaperugia.academia.edu/EmidioDeAlbentiis.

“Sapienza” di Roma: laurea ad hono-rem a Wolfgang Schweickard.

A Wolfgang Schweickard, l’italianista tede-sco apprezzato autore di numerosi studi an-che in campo onomastico, ideatore e realiz-

zatore del Deonomasticon Italicum, di cui so-no stati pubblicati i primi quattro volumi re-lativi a deonimici detoponimici, attualmen-te docente dell’Università di Saarbrückendove condirige il LEI (Lessico Etimologico Ita-liano) al fianco di Max Pfister, presente allacerimonia, è stata conferita il 13 ottobre2015 la Laurea ad honorem in Filologia mo-derna dalla “Sapienza” Università di Roma.Wolfgang Schweickard è anche membro delComitato scientifico e assiduo collaboratoredella «Rivista Italiana di Onomastica».

Dopo la prolusione del Rettore dell’ate-neo Eugenio Gaudio e l’allocuzione del Presi-de della Facoltà di Lettere e Filosofia RobertoNicolai, è toccato a un altro membro del Co-mitato scientifico della «RION», Luca Se-rianni, l’elogio dello studioso tedesco, delquale lo storico della lingua italiana ha sotto-lineato «l’altezza e l’originalità intellettuale,l’assiduità nel percorso di lavoro, la capacitàdi convogliare le ricerche altrui in un proget-to comune e infine la lungimiranza di realiz-zare opere di straordinaria portata, a cui altriforse avrebbero solo pensato senza avere l’ar-dire e la lena di porvi mano». L’allusione eraovviamente al Deonomasticon Italicum (DI) ealla mole di testi convocati per ricostruire levicende dei lemmi censiti (il Supplemento bi-bliografico conta circa 3 mila entrate). Serian-ni ha anche ricordato il LEI, con cui il DI con-divide le premesse di metodo e l’impostazio-ne del lemmario e il varo nel 2008 del Dic-tionnaire étymologique roman (DÉRom), diret-to insieme a Éva Buchi, che si propone di rin-novare, su basi completamente differenti, lostorico monumento all’etimologia romanzaeretto un secolo fa da Wilhelm Meyer-Lübke, il REW, un’impresa che coinvolge stu-diosi provenienti da 18 Paesi europei e no.L’interlinguistica è stata messa in luce tra glialtri interessi scientifici di Schweickard, ilquale «ha mostrato quanto sia rilevante lamediazione, anche involontaria, dei viaggia-tori e dei loro resoconti di viaggio nel feno-meno del prestito»; e le false etimologie, co-me ben evidenziato in un articolo del 2008 in

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Attività

cui lo studioso richiama alcuni esempi classi-ci e ne aggiunge diversi nuovi, per esempioquello relativo al caso di Ludovico il Moro,che un parlante non specialista accosterebbepiuttosto a moro ‘bruno’ anziché a moro ‘gel-so’; in realtà il soprannome che Ludovico eb-be dal padre Francesco I Sforza allude allaprudenza, virtù della quale il gelso è simbolo(WOLFGANG SCHWEICKARD, Le Sirene deglietimologi nel mare onomastico: le reinterpreta-zioni paretimologiche, in PAOLOD’ACHILLE /ENZO CAFFARELLI [a cura di], Lessicografia eOnomastica 2,Atti delle Giornate internazio-nali di Studio, Università degli Studi RomaTre – 14-16 febbraio 2008, Roma, SER[“Quaderni Internazionali di RION”, 3]2008, pp. 83-95, a p. 85).

Luca Serianni ha concluso il suo Elogioindicando in Schweickard anche un grandemaestro: «Ne danno ampia testimonianza igiovani ricercatori italiani che hanno avuto ehanno la fortuna di soggiornare per motivi distudio a Saarbrücken sotto la sua guida».

Nella lectio magistralis preparata per l’oc-casione (A finibus Italiae usque ad Germaniaeterminos: la dimensione europea della lingui-stica italiana e gli studi italianistici in Germa-nia), il festeggiato ha presentato tra l’altro u-na sintesi dello sviluppo e dei temi centralidelle ricerche di linguistica italiana nei Paesigermanofoni. Del suo DI ha ricordato gli o-biettivi: la documentazione storica e l’inter-pretazione etimologica dei lessemi che deri-vano da antroponimi e toponimi, confer-mando che dal quinto volume l’opera si oc-cupa dei deonimici deantroponimici e an-nunciando che dal 2016 sarà condiretta daFrancesco Crifò.

In conclusione Wolfgang Schweickard hadichiarato che il conferimento della dignitàdi dottore ad honorem della “Sapienza” «se-gna il culmine della mia carriera di italiani-sta. Questo onore è uno stimolo per le mieattività future alle quali mi dedicherò contutta la mia forza».

’Prof. Dr. Wolfgang Schweickard, Uni-versität des Saarlandes, Fachrichtung 4.2,

Institut für Romanistik, Postfach 15 11 50,D-66123 Saarbrücken – E-mail: [email protected].

’ Prof. Luca Serianni, “Sapienza” Uni-versità di Roma, Facoltà di Lettere e Filoso-fia, Dipartimento di studi greco-latini, ita-liani e scenico-musicali, p.le Aldo Moro 5,I-00185 Roma – T. 06.49913790 – Fax 06.49913575 – E-mail: [email protected]– Web: https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Serianni.

Onomastica e didattica negli ateneiitaliani.

Presso la Scuola di Lettere e Beni culturalidell’Alma Mater Studiorum – Università diBologna, dal febbraio al maggio 2016 si tie-ne il corso di Topografia dell’Italia antica,docente Pier Luigi Dall’Aglio, articolato indue parti: la prima di carattere generale e di-retta a illustrare gli strumenti di lavoro per laricostruzione dell’assetto del territorio e glielementi geomorfologici più direttamentelegati alla popolazione; la seconda dedicataad alcuni approfondimenti; nella prima so-no comprese l’archeologia, la fotografia ae-rea e la toponomastica.

Anche a Palermo il corso di Topografiaantica, presso il Dipartimento di Scienze u-manistiche della Scuola delle Scienze umanee del Patrimonio culturale, prevede, nella suaparte generale: «Problemi specifici di topo-grafia del mondo antico: i fattori storici delpopolamento, [...], cenni di urbanistica, lefonti antiche e medievali per la topografia, iproblemi di divisione del suolo e della centu-riazione, la toponomastica e la demografiaantica». Il docente è Oscar Belvedere.

La sede di Alghero dell’Università degliStudi di Sassari, con il Dipartimento di Archi-tettura, Design, Urbanistica presenta anch’es-sa il corso di Topografia antica, condotto daGiovanni Azzena; si propone di porre le basi,anche pratiche, per avviare corrette procedure

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Rivista Italiana di Onomastica

di valutazione e interpretazione dei paesaggiattuali, segnalando appropriati sistemi di ese-gesi, connessi in particolare all’utilizzazione:delle fonti letterarie, iconografiche e archeo-logiche, degli strumenti bibliografici e archi-vistici; della toponomastica fossile, della lettu-ra comparata della cartografia storica.

All’Università di Pisa, il corso di Glotto-logia del secondo semestre 2015-2016, te-nuto da Franco Fanciullo, prevede due mo-duli: “Introduzione minima alle tematichedi base di fonetica, fonologia e morfologia,partendo dai dati dell’italiano e di altre lin-gue vicine” e “Introduzione minima alle te-matiche di base della linguistica storica, conparticolare riguardo alla ricostruzione”. Nelsecondo modulo avrà spazio l’onomastica;fra i testi d’esame figurano: CARLA MARCA-TO, La toponomastica, in MANLIO CORTE-LAZZO et alii. I dialetti italiani. Storia struttu-ra uso (Torino, UTET 2002, pp. 104-18); e daENZO CAFFARELLI / PAOLO POCCETTI (a cu-ra di), L’onomastica di Roma. Ventotto secolidi nomi,Atti del Convegno, Roma, 19-21 a-prile 2007, Roma, SER (“Quaderni Italiani diRION”, 2) 2009, i saggi di CARLODE SIMO-NE (Ancora sul nome di Romolo: etrusco *ru-mele > latino Romulus, pp. 3-16), GIORGIO

FERRI (Il nome segreto di Roma, pp. 45-60) ePAOLO POCCETTI (La toponomastica di Ro-ma antica e l’Italia: specularità, convergenze edivergenze, pp. 85-108).

Guido Borghi, presso il Dipartimento diLingue e Culture moderne dell’Universitàdegli Studi di Genova, descrive il corso di Fi-lologia slava del 2015-2016 come «Sinteticaesposizione e discussione della geografia sto-rica, delle vicende sociolinguistiche e dellacomparazione-ricostruzione glottologica etoponomastica delle lingue e dei popoli slavidalla Preistoria a oggi».

Presso il Dipartimento di Scienze del Pa-trimonio culturale dell’Università degli Studidi Salerno, Silvia Siniscalchi tiene nel secondosemestre dell’anno accademico 2015-2016 ilcorso di Geografica storica; tra i contenuti sisegnalano: concetti, metodi e fonti della geo-

grafia storica e della storia del territorio; pae-saggio e beni culturali, cartografia corrente estorica, cartografie regionale e tematica, inda-gine diretta sul terreno e toponomastica.

Infine, il Dipartimento di Lingue e Lette-rature straniere e Culture moderne (DLLSCM),erede della Facoltà di Lingue e Letteraturestraniere dell’Università di Torino e direttoda Francesco Panero, nel suo piano triennale2015-2017 promuove attività di ricerca invarie macro-aree, tra cui “Ricerche di antro-ponimia e toponomastica in prospettiva sto-rico-linguistica condotte con approcciomultidisciplinare”.

’ Prof. Pier Luigi Dall’Aglio, Alma Ma-ter Studiorum-Università di Bologna, Scuo-la di Lettere e Beni culturali, Dipartimentodi Storia Culture Civiltà, p.zza San Giovanniin Monte 2, I-40124 Bologna – T. 051.2097723 – E-mail: [email protected] – Web: www.letterebeniculturali.unibo.it/corsi/insegnamenti/insegnamento/2015/392535; www.unibo.it/sitoweb/pierluigi.dallaglio/.

’Prof. Oscar Belvedere, Università degliStudi di Palermo, Scuola delle Scienze uma-ne e del patrimonio culturale, Dipartimentodi Scienze umanistiche, v.le delle Scienze ed.12, I-90128 Palermo – T. 091.23899229 –E-mail: [email protected]; [email protected] – Web: www.unipa.it/beniculturali/lab_topografia_ant.html.

’ Prof. Giovanni Azzena, Università de-gli Studi di Sassari, Dipartimento di Archi-tettura, Design, Urbanistica, Palazzo del PouSalit, p.zza Duomo 6, I-07041 Alghero (Sas-sari) – T. 079.9720404 – E-mail: [email protected] – Web: www.architettura.uniss.it/ita/Persone/Docenti/Giovanni_Azzena; www.architettura.uniss.it/Didattica/Insegnamenti-2015-2016/Urbanistica/Topografia-antica.

’ Prof. Franco Fanciullo, Università diPisa, Dipartimento di Filologia, Letteraturae Linguistica, p.zza Torricelli 2, I-56126 Pisa– T. 050.2215634 – Fax 050.2215645 –E-mail: [email protected] – Web:

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Attività

http://polo4.elearning.unipi.it/extra/index.php?c=H15_8051; http://unimap.unipi.it/cercapersone/dettaglio.php?ri=4351.

’ Prof. Guido Borghi, Università degliStudi di Genova, Dipartimento di lingue eculture moderne, sezione Scienze del Lin-guaggio, via Balbi 4, I-16126 Genova –T. 010.2099714 – Fax 010.2095965 – E-mail:[email protected] – Web:www.lingue.unige.it/?op=people&user=293.

’ Prof. Silvia Siniscalchi, Università de-gli Studi di Salerno, Dipartimento di StudiUmanistici, via Giovanni Paolo II 132,I-84084 Fisciano (Salerno) – T. e fax 089.962039 – E-mail: [email protected] – Web:www.unisa.it/docenti/silviasiniscalchi/index.

’ Prof. Francesco Panero, Università de-gli Studi di Torino, Dipartimento di Linguee Letterature straniere e Culture moderne,via Verdi 8, I-10124 Torino – T. 011.6702000– E-mail: [email protected] – Web:www.dipartimentolingue.unito.it/.

Nuovo studio sul nome del Partenonedi Atene.

Il Partenone di Atene è uno degli edifici sacripiù noti del mondo classico. Trasformato inchiesa cristiana durante il Medioevo e cometale descritto nei resoconti dei pellegrini chetransitavano in Grecia sulla via della TerraSanta; danneggiato dai bombardamenti ve-neziani, privato delle sue sculture da Lord El-gin, è stato oggetto di innumerevoli indaginiche lo hanno esaminato sotto molteplicipunti di vista. Nonostante l’enorme interessedi cui soprattutto negli ultimi decenni è statocircondato, e a dispetto degli studi molto det-tagliati che ne hanno affrontato vari aspettistorici, archeologici, artistici ed epigrafici,numerosi interrogativi sussistono a proposi-to del significato del suo nome e circa la suareale destinazione sull’Acropoli di Atene.

Il problema del nome Partenone è ora og-getto di una ricerca di Anna Ferrari, archeo-

loga e storica dell’arte greca e romana, colla-boratrice delle Università di Torino e del Pie-monte Orientale (Vercelli) e autrice in mate-ria di mitologia classica e dei suoi rapporticon l’arte e la letteratura di numerosi saggi edi tre ampi repertori: il Dizionario di mitolo-gia greca e latina (Torino, UTET 1999), il Di-zionario dei luoghi letterari immaginari (ivi,2006) e il Dizionario dei luoghi del mito. Geo-grafia reale e immaginaria del mondo classico(Milano, Rizzoli BUR 2011). Nella comuni-cazione presentata al XX Convegno interna-zionale di Onomastica & Letteratura (Pisa,12-14 novembre 2015), la studiosa torineseha fatto il punto, con una sintesi dei dati ri-cavabili dalle fonti letterarie ed epigrafiche eun riepilogo delle opinioni fin qui espressedagli studiosi che a più riprese si sono occu-pati del problema, sul nome del Partenone.

Un confronto tra la denominazione dell’e-dificio e quella di altre costruzioni sacre dellagrecità, in particolare santuari di grande ri-chiamo e di carattere panellenico, indizia chePartenone, inteso come ‘(stanza) delle Vergi-ni’, presenta sensibili differenze che nasconoda esigenze specifiche. Nome e funzione, daquesta indagine, appaiono strettamente con-nessi. Il nome, in particolare, contribuisce acapire la destinazione dell’edificio, pensatoper sostituire il precedente santuario della deaAtena protettrice della città, distrutto durantele guerre persiane, ma destinato a svolgere unruolo più ampio e complesso di quello che tra-dizionalmente si assegnava ai templi.

’Prof. Anna Ferrari, via Pietro Giuria 31,I-10126 Torino – T. 011.657008 – E-mail:[email protected].

Strategie dantesche nella denomina-zione dei poeti.

Annamaria Carrega, docente nei licei e stu-diosa di letteratura medievale, ha realizzatouno studio teso a dimostrare come la deno-minazione dei poeti in Dante rappresenti

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Rivista Italiana di Onomastica

delle “spie” per un canone letterario. Altri re-centi saggi hanno evidenziato la rilevanzadella componente onomastica all’internodella Commediadantesca e, con esiti partico-larmente fecondi, sono state analizzate lemodalità di impiego del nome proprio, la suafunzione, le tecniche e le finalità strategichedella sua formulazione. All’attenzione dellacritica non si è sottratta l’alta frequenza dinomi propri di poeti, appartenenti alle lette-rature classiche come a quelle volgari, e nonè sfuggita la pertinenza della designazione o-nomastica all’interno del percorso interte-stuale e metaletterario sapientemente dise-gnato nel poema, con particolare densità diaccenti all’interno del Purgatorio.

Da tali considerazioni ha tratto ispirazioneAnnamaria Carrega, che si è dedicata ai testipoetici e in prosa italiani e di area romanza deisecoli XIII e XIV e ha curato le edizioni criti-che del Bestiario moralizzato di Gubbio, delDetto del gatto lupesco e del Mare amoroso, perfocalizzare nella sua ricerca il ruolo del nomeproprio nell’identificazione di personaggi ap-partenenti al panorama letterario all’internodella Commedia, e in particolare il rapportofra la rilevanza attribuita a determinate figuredi poeti e i modi della loro designazione oni-mica, per verificare l’esistenza di un canoneletterario e di meccanismi che, non senza vo-lute ambiguità, determinano inclusioni ed e-sclusioni, riabilitazioni e ripensamenti. Difronte all’elevata ricorrenza di sollecitazionitestuali e alla fittissima rete di implicazioni e dirimandi che esse comportano, il campo è sta-to circoscritto a un numero limitato di esem-pi in grado, tuttavia, di far luce su risvolti nonscontati e su nodi non del tutto risolti del per-corso dantesco sul piano della prassi poeticacome su quello dottrinale e teorico.

I principali casi studiati sono quelli in cuifra modalità di nominazione e personaggiosembra aprirsi un attrito, un’incongruenza,un inatteso effetto di decontestualizzazione:dalla mancata nominatio di Pier delle Vigne(Inferno XIII, 58-61), alla straniante autopro-clamazione onomastica di Bertrand dal Bor-

nio (Inferno XXVIII, 133-35), fino alle due di-stanzianti ricorrenze del nome Guido, a indi-care l’amico Cavalcanti (InfernoXI, 63 e Pur-gatorio XI, 97), Dante sembra proporre al let-tore scelte strategiche la cui portata può esse-re colta soltanto attraverso l’individuazionedei percorsi tematici cui queste danno luogoall’interno del testo e attraverso il dialogo chequest’ultimo ancora intrattiene con la VitaNuova, il Convivio e il De vulgari eloquentia.

’ Prof. Annamaria Carrega, Liceo scien-tifico “Enrico Fermi”, via Ulanowski 56, I-16151 Genova – T. 010.6459928 – E-mail:[email protected].

Una ricerca sull’evoluzione dei nomidi luogo in Friuli.

L’Università degli Studi di Udine, Diparti-mento di Scienze giuridiche (DISG), ha affi-dato a Franco Finco, uno dei più noti e attivistudiosi di toponomastica friulana, la realiz-zazione di un progetto di ricerca che ha comeobiettivo la produzione di documentazionee lo studio dell’evoluzione dei nomi di luogonei testi manoscritti e a stampa – dal XV se-colo all’Unità d’Italia – e dei processi chehanno portato alla fissazione delle attuali de-nominazioni ufficiali dei comuni e delle fra-zioni del Friuli.

Franco Finco ha collaborato sul pianodidattico e della ricerca con le Università diFiume in Croazia, di Klagenfurt in Austria,di Plezzo/Bovec in Slovenia e soprattutto diUdine, in particolare presso il CIRF, CentroInterdipartimentale per la Ricerca sullaCultura e Lingua del Friuli dell’ateneo friu-lano, nell’àmbito dei progetti “Ricerca sul-le strutture morfo-sintattiche della linguafriulana”, “Predisposizione del testo di unagrammatica della lingua friulana normaliz-zata”, “Studio sperimentale sulla strutturafonetica-fonematica della lingua friulana”,“Redazione di una grammatica di base del-la lingua friulana comune” e “Bibliografia

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Attività

linguistica sul friulano in contesti migrato-ri”; ha tenuto numerosi corsi accademici elezioni seminariali sulla lingua friulana, sutematiche linguistiche comprendenti an-che l’antroponomastica e la toponomasti-ca. Ha inoltre collaborato con l’ARLeF (A-genzia regionale per la lingua friulana dellaRegione Autonoma Friuli Venezia Giulia),con varie Amministrazioni comunali e pro-vinciali per la realizzazione di ricerche ingran parte dedicate ai toponimi e con la So-cietà Filologica Friulana per l’Atlante Topo-nomastico del Friuli Venezia Giulia (ATFVG)e per la quale dirige, presso il Centro diToponomastica, la collana editoriale QTF(“Quaderni di Toponomastica Friulana”, 8volumi tra il 2003 e il 2014) e ha pubblica-to come autore, curatore o co-curatore 9volumi in materia onomastica (oltre a nu-merosi articoli e recensioni).

Partendo dal presupposto che la toponi-mia friulana odierna è il prodotto di un pro-cesso linguistico e socio-culturale durato se-coli e che solo con la legge regionale nº 29 del2007 si è pervenuti a stabilire una denomi-nazione ufficiale dei nomi di luogo anche inlingua friulana, nell’àmbito del nuovo pro-getto a Franco Finco sono stati affidati i se-guenti incarichi: realizzare una banca datiinformatica contenente i dati raccolti (fonti,date, località, tipologie toponimiche); com-pilare tabelle con le forme trascritte, ripartiteper fonte, località ed epoca; elaborare un sag-gio contenente lo studio dei dati raccolti, l’a-nalisi dei fenomeni riscontrati e i risultatidella ricerca, condotta nel 2015.

’ Prof. Marina Brollo, Università degliStudi di Udine, Dipartimento di Scienzegiuridiche, via Treppo 18, I-33100 Udine –T. 0432.249537 – Fax 0432.249549 – E-mail:[email protected] – Web: www.uniud.it/dipartimenti/disg.

’ Dr. Franco Finco, Società FilologicaFriulana, Centro di Toponomastica, PalazzoMantica, via Manin 18, I-33100 Udine –T. 0432.501598 – E-mail: [email protected] – Web: www.filologicafriulana.it.

Ipponimi italiani e cultura.

Carlo Titomanlio, ricercatore di Storia delTeatro presso l’Università di Pisa, Diparti-mento di Civiltà e Forme del Sapere, ha pre-sentato al Convegno internazionale di Ono-mastica & Letteratura (12-14 novembre2015), il frutto di uno studio di due anni suinomi dei purosangue in Italia, rafforzando ilfilone in Italia ancora assai debole dedicatoagli zoonimi individuali.

Per la sua ricerca, Carlo Titomanlio ha pre-so spunto da un saggio classico dell’etnologia,Il pensiero selvaggiodi Claude Lévi-Strauss, chededica alcune pagine alle specie animali cuil’uomo è solito imporre un nome proprio: uc-celli, cani, bovini, cavalli, ecc. L’antropologofrancese giunge a conclusioni interessanti checollegano la tipologia dei nomi attribuiti allaqualità del rapporto che le singole specie in-trattengono con l’uomo. A partire dal ragiona-mento di Lévi-Strauss, lo studio si è sofferma-to in particolare su una delle sottoclassi analiz-zate, quella dei cavalli da corsa; per la peculiareposizione che essi occupano all’interno dellacomunità umana, tali cavalli ricevono un trat-tamento onomastico differente rispetto alleconsuetudini prevalenti negli altri casi.

Titomanlio ha sostenuto che nell’attribu-zione di un nome a un cavallo possono con-fluire motivi e spinte diverse, come l’aspira-zione all’unicità e all’irripetibilità, il desideriodi trasferire negli animali posseduti tracce delproprio vissuto, la volontà di esprimere sim-patie o gusti personali. In questo senso è e-semplare il caso di Federico Tesio (1869-1954), oltre che allevatore e imprenditore, an-che letterato e uomo di scienza, studioso di ge-netica e fisiognomica: i nomi di pittori, scul-tori e condottieri che assegnava ai propri ca-valli – Bellini, Tenerani, Ribot, Nearco, ecc. –costituiscono la prova di una cultura ecletticae raffinata. Il repertorio di qualsiasi onoma-turgo può rifletterne la biografia, l’erudizio-ne, i luoghi visitati, la geografia degli affetti.

Peraltro l’ipponimia è divenuta semprepiù ricercata con il passare del tempo e con il

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Rivista Italiana di Onomastica

diminuire dei nomi a disposizione; pur sot-tomessa ad alcune linee guida e a regole dif-ferenti per i purosangue e i mezzosangue, simostra particolarmente fantasiosa e signifi-cativamente riconducibile alla storia indivi-duale di chi sceglie il nome. Una tassonomiaproposta da Titomanlio comprende gli ip-ponimi desunti dalla geografia e dalla topo-nomastica, dove spiccano i luoghi di vacanzae gli esotismi; quelli di carattere mitologico eletterario; i nomi di scrittori, artisti, scienzia-ti; i sintagmi originali; ecc. inoltre l’ipponi-mo deve essere ovviamente di buon auspicio,per incoraggiare gli scommettitori.

Tra i molti esempi possibili, alcuni sonodesunti dalla storia dell’arte (Zurbaran,Sophie Tauber, Goldin’s ballad, Tramonto aIvry, ecc.), altri dalla letteratura (Donna Pras-sede,Don Abbondio, Don Rodrigo, Renzo e Lu-cia,Addio alle armi, Laudes Romae, Nebbia dilatte, ecc.), altri ancora dalla musica lirica eleggera (Lodoiska, Vissi d’amore, Gelida Ma-nina, Seinellanima, Maglietta fina, Luci a Ca-pannelle come richiamo di Luci a San Siro,ecc.) e dalla narrazione cinematografica (Alcuore Ramon, Voldemort, Omaticaya, ecc.).Ciascun nome ha la propria storia e la propriamotivazione; Ribot, uno dei galoppatori piùforti di tutti i tempi, portava il cognome di unmodesto pittore francese dell’Ottocento,Théodule, ed è possibile che Federico Tesio loavesse scelto per punire un puledro poco av-venente e di scarse speranze.

’ Dr. Carlo Titomanlio, Università diPisa, Dipartimento di Civiltà e Forme delSapere, via Pasquale Paoli 15, I-56126 Pisa –T. 050.2216029 – E-mail: [email protected] – Web: http://unimap.unipi.it/cercapersone/dettaglio.php?ri=104335.

Messina: programma triennale perl’odonimia cittadina.

L’amministrazione comunale di Messina hamesso a punto il progetto “Mille nomi per

mille vie” (2015-2017) per raggiungere unacompleta razionalizzazione della toponimiacittadina. La delibera approvata pone nume-rosi obiettivi specifici che possono così sinte-tizzarsi: verifica, correzione e integrazionedei toponimi delle aree di circolazione, al fi-ne di rappresentare correttamente la situa-zione di fatto esistente; tutela della storia to-ponomastica di Messina, curando che lenuove denominazioni rispettino l’identitàculturale e civile della città, nonché i toponi-mi tradizionali, storici, il genere femminile ei nomi di luogo formatisi spontaneamentenella tradizione orale; coinvolgimento dellacittadinanza e di soggetti particolarmente e-sperti e qualificati in storia e cultura locale,in materie scientifiche, letterarie, storiche eurbanistiche; certificazione del censimentodelle strade; creazione di un archivio infor-matico, mediante l’acquisizione digitalizzatadei fascicoli inerenti i nuovi toponimi e diquelli relativi alle precedenti intitolazioni;realizzazione di un sito web e di un’appositaapplicazione digitale che consenta di gestirela toponimia, la numerazione civica comu-nale e il catasto delle strade.

In concreto si intendono conseguire nu-merosi risultati attravero sei temi fondamen-tali: a) “Toponomastica partecipata”: ha na-tura metodologica, in quanto le propostevanno concertate con le Circoscrizioni e ingenerale devono essere approvate con forteradicamento nelle espressioni del territorio,comprese le associazioni e i soggetti portato-ri di interessi; per questo specifico aspetto so-no coinvolti anche l’Assessorato all’Ambien-te e Beni Comuni, l’Assessorato al Decentra-mento e il Laboratorio per i beni comuni e gliistituti partecipativi; b) “Toponomastica alfemminile”: riguarda il noto divario tra le in-titolazioni a donne (circa 80 attualmente aMessina, specie figure di sante e di nobildon-ne) e le altre: il progetto potrebbe, se non col-mare, almeno invertire la tendenza; c) “To-ponomasica pacifista”: prevede l’intestazio-ne di vie e piazze a personaggi universalmen-te noti quali testimoni dei princìpi della pa-

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Attività

ce; d) “Toponomastica dei messinesi illu-stri”: prevede di recuperare il lavoro effettua-to negli anni per indicare i personaggi messi-nesi di ogni epoca meritevoli di essere ricor-dati con apposita intitolazione (ai quali si ag-giungono i non messinesi meritoriamente o-peranti nel tempo nella città siciliana); e)“Toponomastica storica, culturale e identi-taria”: finalizzata a far riemergere un mondoantico e spesso dimenticato ove si possanorecuperare toponimi storici originali, rispet-tando l’identità culturale e civile della città;f ) “A scuola di toponomastica”: si prevede ilcoinvolgimento delle istituzioni scolasticheoperanti sul territorio comunale. Le scuolepotranno essere interessate nella componen-te docente e discente, contribuendo al pro-getto, attraverso un’apposita campagna to-ponomastica.

’Comune di Messina, p.zza Unione Eu-ropea, Palazzo Zanca, I-98121 Messina –T. 090.7722119 – Fax 090.663347 – E-mail:[email protected] – Web:www.comune.messina.it/ufficio-stampa/.

Un contributo alla toponomastica an-dalusa: l’area di Lepe.

Dall’Università di Siviglia, Dipartimento diLingua, Linguistica e Teoria della Letteratu-ra, giunge uno studio toponomastico pro-gettato e realizzato per contribuire alla nor-malizzazione dei nomi di luogo in Andalusiain particolare e in Spagna in generale, nel-l’àmbito di un progetto che aspira a tradursiin un dizionario toponomastico andaluso (e,in un secondo tempo, nazionale). Il progettoè diretto da María Dolores Gordón Peral.

Lo studio di Alberto García Mendozaconsiste in un’analisi della toponimia minoredel municipio di Lepe, nella provincia diHuelva, e concerne toponimi sia attuali sia u-sciti dall’uso, di cui si forniscono la colloca-zione cartografica, la documentazione in testirecenti e storici e le origini linguistiche. Inol-

tre l’autore propone una classificazione deitoponimi e analizza i fenomeni linguistici piùsignificativi presenti nel corpus, formato daoltre 500 toponimi documentati grosso mododal XVI secolo fino a quelli di recentissimoconio. Il repertorio comprende anche voci ri-guardanti gli aspetti geomorfologici del terri-torio lepero, un certo numero di odonimi e ledenominazioni di alcune costruzioni.

In epoca di continui rinvii tra globalizza-zione e localismo, la tesi di García Mendozaindica, da un lato, come il particolare – ossiala ristretta area territoriale prescelta o il sin-golo esito fonetico o morfologico – possa di-venire generale, e cioè applicabile in diacro-nia e in diatopia ad altri repertori; dall’altro,come le norme dell’evoluzione, i processi de-rivazionali, le motivazioni seguite da coloroche hanno imposto i nomi ai luoghi, di cui lacomunità scientifica spagnola e internazio-nale è a conoscenza, possono rinvenirsi an-che nella grande maggioranza del corpus to-ponimico dell’area di Lepe.

Lo studio può essere consultato con scopidiversi. «Por un lado – si legge nella presenta-zione dell’opera – permite ubicar en la carto-grafía de la zona los muy variados nombresde lugar, algunos conocidos por los propioshabitantes de la zona y otros completamentenovedodos incluso para los más expertos enel terreno. Por otro lado, el análisis topo-nomástico arroja luz sobre el origen de di-chos topónimos, de forma que, tanto los en-tendidos en la materia como los ajenos a ella,pueden averiguar el porqué de las heterogé-neas denominaciones que se hallan en la geo-grafía lepera».

Non mancano casi di etimologia incertao di doppia (e tripla) tradizione. Nel corpusrelativo a Lepe spicca l’influenza della linguaportoghese, dovuta alla presenza storica inloco di una minoranza lusofona, mentre i to-ponimi prelatini o arabi sono pochi a frontedella grande maggioranza castigliana; in ge-nerale può dirsi che il corpus rispecchi in pie-no le caratteristiche dei toponimi dell’Anda-lusia occidentale.

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Rivista Italiana di Onomastica

’ Prof. María Dolores Gordón Peral,Universidad de Sevilla, Facultad de Filología,Departamento de Lengua Española, Lin-güística y Teoría de la Literatura, c/. Palos de laFrontera s/n, E-41004 Sevilla – T. +34.954.556971 – E-mail: [email protected] – Web:www.us.es/acerca/directorio/ppdi/personal_4194.

“Toponimia y Onomástica Hispáni-ca” ad Alcalá de Henares.

Il consueto corso annuale proposto dal De-partamento de Filología, Comunicación yDocumentación dell’Università di Alcalá,condotto da Jairo Javier García Sánchez, sot-tolinea l’importanza dei nomi propri nellavita quotidiana e la trasversalità interdisci-plinare del loro studio, legato a campi appa-rentemente lontani tra loro come linguisti-ca, storia, geografia, turismo, patrimonioculturale, ambiente, archeologia, sociologia,comunicazione, politica, ecc.

Le competenze specifiche che il corso offresono: “Conocer los principios básicos del fun-cionamiento de la onomástica”, “Reconocerla vinculación de la toponimia y la onomásti-ca con otras disciplinas y adquirir nocionesbásicas de ellas”, “Valorar el patrimonio cul-tural inmaterial que los nombres de lugar re-presentan”, “Comprender el proceso de apa-rición, evolución y fijación de los nombrespropios, dentro de cada territorio y fuera deél”, “Analizar el panorama de la toponimiaespañola y reconocer la diversidad lingüísticade España”, “Sintetizar las ventajas e incon-venientes del plurilingüismo aplicado a losnombres propios”.

Il corso si struttura in tre temi: a) Intro-ducción a la toponimía y a la onomástica; b)El origen y la historia de los nombres. Eti-mología y motivación; c) Toponimia hispá-nica. El cómo y el porqué de nuestros nom-bres”. È stimato in 150 ore, di cui i due terzi

di lavoro autonomo, così specificati: “Reali-zación de actividades, ejercicios, ejemplifica-ciones”, “Lecturas, búsqueda de informa-ción y preparación de exposiciones orales enseminarios”, “Preparación y redacción de u-na monografía sobre uno de los temas plan-teados en la asignatura”.

Nella bibliografia del corso si segnalanotesti di Josep María Albaigès, Roberto Faure,Xosé Lluís García Arias, Consuelo GarcíaGallarín, Luis Michelena, Emilio Nieto Bal-lester e del docente del corso Jairo JavierGarcía Sánchez, tra gli altri.

Una curiosità: ogni anno è tradizione sce-gliere, da parte degli studenti, il “toponimodell’anno”, che il docente considera unabuona presa di contatto con ciò che il nomedi luogo può evocare e una significativa sin-tesi di ciò che il toponimo giunge a rappre-sentare per il suo interesse linguistico ed ex-tralinguistico. Nel 2014, per esempio, il to-ponimo prescelto è stato Alcuneza, cheGarcía Sánchez così commenta: «nombre deuna pedanía de Sigüenza, en Guadalajara,que, a parte de su sonoridad, muestra me-diante su étimo árabe y su motivación (‘laiglesia [cristiana]’) el hibridismo cultural denuestra historia».

’ Prof. Jairo Javier García Sánchez, Uni-versidad de Alcalá, Facultad de Filosofía yLetras, Departamento de Filología, Comu-nicación y Documentación/Área de Filo-logía Románica, 40 Edificio de San José deCaracciolos, pza. San Diego s/n, E-28801Alcalá de Henares (Madrid) – T. +34.91.8855273 – E-mail: [email protected] –Web: https://portal.uah.es/portal/page/portal/epd2_profesores/prof121375.

Corso di Onomastica romanza a San-tiago de Compostela.

L’Università di Santiago de Compostela haproposto per l’anno accademico 2015-2016

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Attività

un corso di “Onomástica Románica” tenutoda Antón Luis Santamarina Fernández,membro della Real Academia Galega, fon-datore con Ramón Lorenzo dell’Instituto daLingua Galega.

L’obiettivo del corso è annunciato (si ri-prende il testo castigliano pubblicato in Re-te) come “Iniciación en el conocimiento bá-sico de la onomástica románica. Los sistemasantroponímico y toponínico desde el latín alas lenguas románicas modernas”; questi so-no i contenuti: “Antroponimia románica:Fórmula antroponímica y su evolución en elmundo latino-románico – Clases funciona-les y su tipología formal y semántica en dia-cronía”, “Toponimía románica: Tipologíaformal y semántica – Estratificación toponí-mica: elementos de substrato, toponímia la-tino-románica, superstrato toponímico”,“Nombres propios en obras de ficción”. Lecompetenze da acquisire sono così sintetiz-zate: “Conocer el origen de los más impor-tantes nombres propios de las lenguas romá-nicas (nombres y apellidos, nombres de paí-ses, regiones, ciudades, ríos y montañas)”,“Conocer las correspondencias en otras len-guas románicas de los más importantesnombres gallegos y españoles”.

Nella bibliografia di base e complemen-tare figurano opere di Monique Bourin e Pa-scal Chareille, Albert Dauzat, Emidio De Fe-lice, Xesús Ferro Ruibal, Pascual MartínesSopena e José Leite de Vasconcellos. Per lavalutazione finale sono previste, opzionali,anche due tesine, l’una di carattere teorico el’altra di carattere pratico].

’ Prof. Dr. Antón Luis SantamarinaFernández, Universidade de Santiago deCompostela, Faculdade de Filologia, Depar-tamento de Filologia Galega, avda. Castelaos/n, Campus norte, E-15782 Santiago deCompostela – T. +34.981.563100 – Fax+34.981.811818 – E-mail: [email protected]– Web: www.wikiwand.com/pt/Antón_Santamarina.

Il significato linguistico dei nomipropri: innocenti o colpevoli?

Uno studio di Richard Brütting dedicato allaquestione del significato dei nomi propri e al-la loro valenza etica e politica oltre che lingui-stica e onomastica (Nell’inferno dei prenomi:da Adolphe/Adolf a Reine-Claude), presen-tato al XX Convegno internazionale di Ono-mastica & Letteratura (Pisa, 12-14 novem-bre 2015), parte dalla questione della presun-ta “innocenza” di un nome, esemplificandocon Siegharda (‘vittoria salda’), prenome at-tribuito a una bambina tedesca nata alcunesettimane prima del collasso del Terzo Reich,e soprattutto con la vicenda narrata dell’ope-ra teatrale francese Le Prénom (2010) diAlexandre de La Patellière e Matthieu Dela-porte, portato dagli stessi autori sugli schemicinematografici (in Italia intitolato Cena traamici, 2012), e poi adattato alla realtà italiananella versione diretta da Francesca Archibugi(Il nome del figlio, 2014).

La trama: durante una cena presso i co-niugi Elisabeth e Pierre i convitati discutonosul nome da dare al bambino che Anna met-terà fra breve al mondo. Vincent, il padre delnascituro, maliziosamente propone il preno-me Adolphe e Pierre si ribella violentemente.Non accetta il riferimento al protagonistadel romanzo Adolphe di Benjamin Constant,ma ritiene che Vincent sia intenzionato aconferire al figlio l’omofono Adolf, quellodel Führer nazista. Inizia in seguito un asprodibattito sull’innocenza di numerosi preno-mi, e la serata sfocia in un cataclisma di ag-gressioni personali (nella versione italianal’aspra disputa riguarda Benito).

In altre opere letterarie, come emerge dal-la ricerca di Brütting, la scelta del prenomeper un(a) neonato/a causa conflitti tra paren-ti e amici. Madame Bovary (1856-57) di Gus-tave Flaubert presenta una disputa sul nomeda dare alla figlia di Emma e Charles Bovary.Il romanzo Montgomery (2003) di SibylleLewitscharoff si basa sul prenome Montgo-mery di un ragazzo nato a Stoccarda, la città

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Rivista Italiana di Onomastica

dell’intoccabile Wüstenfuchs (Volpe del de-serto) Erich Rommel, sconfitto nel 1942 dalgenerale inglese Bernard Montgomery.

Tra le ferite subite nel passato, che all’im-provviso vengono a galla, e le difficoltà dellaconvivenza con altre persone, Le Prénom il-lustra bene alcuni problemi fondamentalidell’onomastica, cioè la controversia fra teo-rie che considerano un nome proprio comeelemento linguistico senza significato, conla sola funzione d’identificare un individuo,e altre concezioni secondo le quali, invece,un nome proprio possiede almeno parzial-mente un significato, diverso comunque daquello descritto da Saussure. Per quanto ri-guarda l’onomastica letteraria, la problema-tica è ancora più palese: i nomi propri servo-no a identificare le figure letterarie, ma la ca-rica connotativa, dovuta alla storia del no-me, spesso sopravanza la funzione d’identi-ficazione.

’ Prof. Richard Brütting, Zum Wacht-gipfel 11, D-35745 Herborn – T. +49.2772.54528 – E-mail: [email protected] – Web: www.richard-online.net/it/.

La scomparsa di Doreen Waugh(1944-2015).

La toponomastica è stata la disciplina chepiù ha appassionato la vita professionale diDoreen Waugh, stimata studiosa della Scott-ish Society for Northern Studies e della Scott-ish Place-Name Society, ricercatrice onora-ria del Center for Nordic Studies dellaUniversity of the Highlands and Islands-Oilthigh na Gàidhealtachd agus nan Eilean,e membro onorario della School of Litera-tures Languages and Cultures dell’Univer-sità di Edimburgo.

Particolarmente legata alle Isole Shet-land, dove aveva trascorso lunghi periodidella sua vita, si è occupata del dialetto e deinomi di luogo di quei territori, con ricerche,pubblicazioni e conferenze. Aveva insegnato

anche altrove nel Regno Unito e in Svezia.Dal 1985 al 1989 aveva diretto la rivista«Northern Studies», diventando poi segreta-ria e dal 1990 al 1993 presidente della Scott-ish Society of Northern Studies. Nel 1996aveva curato con Brian Smith la miscellaneaShetland’s Northern Links, Language andHistory (Edinburgh, Scottish Society forNorthern Studies), contenente inoltre il suosaggio Sand, Innersand and Garderhouse:Place-names in use (pp. 242-54). Nel 2011 e-ra stata tra i promotori e i curatori, con altristudiosi della Scottish Place-Name Society,dell’antologia di scritti di Wilhelm F. H. Ni-colaisen In the Beginning was the Name.

Tra i suoi saggi più recenti possono ricor-darsi Neglected topographic names: Ness-names in Orkney and Shetland, «New OrkneyAntiquarian Journal», 4 (2009), pp. 17-28;On Ei∂-names in Orkney and Other NorthAtlantic Islands, in JOHN SHEEHAN / DONN-CHADH O’CORRAIN (a cura di), The VikingAge: Ireland and the East. Proceedings of theXVth Viking Congress, Cork, 2005, Dublin,Four Courts Press 2010, pp. 545-54;Drongs, hjogelbens, pobis and skoreks:Jakobsen recorded them all, in TURI∂ SI-GUR∂ARDÓTTIR / BRIAN SMITH (a cura di),Jakob Jakobsen in Shetland and the Faroes,Lerwick, Shetland Amenity Trust – Univer-sity of the Faroe Islands 2010, pp. 14-34.

Ammalata dal 2008, Doreen Waugh èdeceduta il 23 settembre 2015 all’età di 70anni. Il suo nome è legato anche alla promo-zione dell’onomastica – attraverso l’organiz-zazione di incontri e convegni e il continuostimolo fornito alle iniziative delle associa-zioni cui era attivamente legata – presso glistudiosi e presso un più vasto pubblico.

Un altro lutto nel mondo tedesco del-l’onomastica.

Rainer Petzold (1941-2015) era nato aPlauen il 30 settembre 1941, non lontano da

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Attività

Tanna, cittadina di circa 4 mila abitanti nelcircondario Saale-Orla-Kreis (Turingia o-rientale), dove aveva trascorso gran partedella sua vita, studiandone a fondo la lingua,la storia, la toponimia e le tradizioni. A Tan-na di cui era cittadino onorario stimatissimodai concittadini, Petzold è stato onorato conil rito funebre il 30 maggio 2015. La suascomparsa si aggiunge, nel 2015, a quelle diHans Walther e di Horst Naumann (per i ri-cordi dei due grandi studiosi vedi qui alle pp.421-24).

Rainer Petzold aveva studiato Germani-stica e Anglistica a Jena, dove aveva poi colla-borato alla stesura dei sei volumi del Thürin-gischen Wörterbuch, e dove si era addottoratonel 1986 con una tesi innovativa dal punto divista socionomastico sulla microtoponimiadella circoscrizione di Schleiz. Il supplemen-to al nº 12 di «Namenkundliche Informatio-nen» (1988) aveva ospitato una sua ricercasulla comunicazione orale dei parlanti duran-te la prima fase della cooperazione di tipo so-cialista della Repubblica Democratica Tede-sca (DDR), indagata dal punto di vista dellosviluppo dei microtoponimi (Die sprachlich-kommunikative Funktion von Mikrotopony-men im Kreis Schleiz).Negli ultimi anni si eradedicato in particolare allo studio della storiadi Tanna e dei territori circostanti.

Valéria Tóth dottore dell’Accademiadelle Scienze Ungherese.

Per la vasta attività di alto livello scientificonel campo dell’onomastica ungherese, suf-fragata ulteriormente da una ricca tesi suirapporti sistemici di antroponimi e di to-ponimi nell’antico ungherese, il 15 gennaio2016 è stata conferita al professore associatoValéria Tóth dell’Università di Debrecenl’onorificienza di “dottore dell’Accademiadelle Scienze Ungherese”. Delle opere diValéria Tóth si ricordano qui alcuni articoli

apparsi in lingua inglese: The Changes of theHungarian Settlement Names, in SettlementNames in the Uralian Languages. Onomasti-ca Uralica 3, Debrecen/Helsinki 2005, pp.135-53; Settlement name strata in the multi-lingual Carpathian Basin, in WOLFGANG

AHRENS / SHEILA EMBLETON / ANDRÉLAPIERRE (a cura di) Names in Multi-Lin-gual, Multi-Cultural and Multi-Ethnic Con-tact. Proceedings of the 23rd InternationalCongress of Onomastic Sciences. Toronto,2008,Toronto, 2009, pp. 989-95; Strata ofEthnics, Languages and Settlement Names inthe Carpathian Basin, «NamenkundlicheInformationen», 98 (2010), pp. 135-46; Pa-trociny Settlement Names in the CarpathianBasin, in VALÉRIATÓTH(a cura di), PatrocinySettlement Names in Europe. Onomastica U-ralica 8, Debrecen/Helsinki, 2011, pp. 175-206; Viewpoints on the Cognitive-PragmaticDescription of Personal names (con ISTVÁNHOFFMANN), «Word», 2014.

La tesi sottoposta all’attenzione dei tre re-latori e della commissione esaminatricecomposta da altri otto linguisti di chiara fa-ma, Személynevek és helynevek rendszerkapc-solatai a régi magyar nyelvben, si basa su spo-gli di materiali linguistici di diversa estrazio-ne del periodo dell’antico ungherese (sec. X:“conquista della patria” – 1526: la rotta diMohács, cioè l’inizio dell’occupazione del-l’Ungheria da parte del Turco) ed esplora leconnessioni sistemiche tra toponimi e antro-ponimi, partendo da questi ultimi. L’indagi-ne è stata svolta in una cornice cognitivo-pragmatica definita da István Hoffmann“funzionale”, al cui centro si colloca il trian-golo formato dal nome, dal portatore del no-me e da chi ne fa uso. L’opera (assieme al giu-dizio dei relatori e alla discussione) è dispo-nibile sul sito dell’Accademia in lingua un-gherese (<http://real-d.mtak.hu/783/>).

Valéria Tóth coordina il comitato orga-nizzatore del XXVI Congresso internazionaledi Scienze onomastiche ICOS, che si terràpresso l’Università di Debrecen nell’agosto-settembre 2017 (vedi qui a p. 372)].

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Rivista Italiana di Onomastica

’ Dr. Valéria Tóth, Università di Debre-cen, Istituto di Linguistica Ungherese, H-4032Debrecen, Egyetem tér 1 – T. +36.52.512-923– E-mail: [email protected].

La nuova Commissione IGU-ICA sullatoponomastica.

Nel corso della 27ª Conferenza internazio-nale dell’ICA (International CartographicConference) tenuta a Rio de Janeiro dal 23al 28 agosto 2015, l’assemblea generale haapprovato su proposta del Brasile la crea-zione di una nuova Commissione di Topo-nomastica, che prende il posto del prece-dente Gruppo di lavoro, con la presidenzadi Paulo Márcio Leal de Menezes (Rio deJaneiro) e Peter Jordan (Wien) vicepresi-dente, che collaborerà strettamente con l’a-nalogo gruppo per la toponomastica del-l’IGU (International Geographic Union),presieduto da Cosimo Palagiano (Roma).La denominazione ufficiale del nuovo or-ganismo è “Joint IGU/ICA Commission onToponymy”; del comitato direttivo fannoparte inoltre il coreano Sungjae Choo, il ca-nadese Yaïves Ferland, l’olandese FerjanOrmeling, il sudafricano Peter Raper e ilgiapponese Kohei Watanabe.

I compiti affidati alla Commissione sonoi seguenti: “To act jointly with IGU fosteringthe geographic and cartographic research onall fields involving toponymy”; “to dissemi-nate the scientific knowledge on processingand use of toponyms within geography andcartography; to verify the use of other sciences’toponymy concepts, such as anthropology,linguistics and others, in favour of carto-graphy and geography”; “to maintain con-tacts and scientific exchange with UNGEGNand ICOS, such as by organizing jointevents”; “to support and encourage the elabo-ration and publication of gazetteers, topony-

mic data files and toponymic reference sys-tems (such as EuroGeoNames)”; “to orga-nize regional joint IGU/ICA events (workshops,symposia and others) with IGU and ICAmembers”; “to participate in IGU and ICARe-gional and Main Conferences”; “to organizeand maintain a website to facilitate contactbetween researchers in the field of toponymyand disseminate source material and litera-ture available to the community and the ge-neral public alike”; “to organize and publishbooks, chapters and encourage paper publish-ing in specialized journals and the «Inter-national Journal of Cartography»”.

La nuova Commissione intende promuo-vere almeno due simposi nel periodo 2016-2019, di cui il primo sarà organizzato a Rio deJaneiro, con il sostegno dell’IBGE (IstitutoBrasiliano per la Geografia e la Statistica) pro-babilmente già entro il 2016 e il secondo siterrà in un altro continente in data e luogo dadefinire. La Commissione IGU-ICA parteci-perà inoltre alla 29ª Sessione dell’UNGEGN-GENUNG di Bangkok (vedi qui alle pp. 361-62) nell’aprile 2016; al Congresso IGU di Pe-chino dell’agosto 2016 (vedi qui alle pp. 365-66), alla Conferenza dell’ICC di Washington(2-7 luglio 2017), alla Conferenza regionaledell’UGI a Québec (6-10 agosto 2018) e al-l’ICC 2019 di Tokyo (1º-5 luglio 2019).

La Commissione ex Gruppo di lavoro nelcorso del 2015 ha organizzato una sessionecon dieci relazioni alla Conferenza regionaleIGU di Mosca (17-22 agosto), presentate daCosimo Palagiano, Rurh Agheyeva, RiemerReinsma, Peter Raper, Natalia Alexeenko eSvetlana Mikaheeva, Tatiana Sokolova, Do-minique Badoriotti, Jack Keilo, Tomas Wi-tes e Andrey Herzen.

Al simposio di Rio de Janiero, che ha pre-ceduto la Conferenza internazionale ICA diRio de Janeiro, ha partecipato con le comu-nicazioni di Paulo de Menezes, Ana Resenceet al. e Yaïves Ferland e nel corso della Confe-renza con sette relazioni (vedi qui a p. 327).

All’incontro EuGeo di Budapest (30 ago-sto-2 settembre), la sessione sull’educazione

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Attività

al ruolo dei toponimi nella geografia, orga-nizzata da Peter Jordan, ha previsto 12 inter-venti (vedi qui alle pp. 327-28). Il simposio“Place names, diversity and heritage” a Cla-rens in Sud Africa (17-18 settembre 2015) siè inserito nel solco tracciato dalle precedentiesperienze del Gruppo di lavoro ICA/IGU con26 partecipanti (vedi qui a p. 391)]

’ Prof. Dr. Paulo Márcio Leal de Mene-zes, ICA Chair of the Joint ICA/IGU Commis-sion on Toponymy, Laboratório de Carto-grafia-GeoCart, Dep. de Geografia, Univer-sidade Federal do Rio de Janeiro-UFRJ, Cen-tro de Ciências Matemáticas e da Natureza-CCMN, av. Athos da Silveira Ramos, 274, Ci-dade Universitária, Rio de Janeiro (RJ) –T. +55.21.941916 – Fax 55.21.22707773 –E-mail: [email protected].

’Prof. Dr. Peter Jordan, ÖsterreichischeAkademie der Wissenschaften (ÖAW), Insti-tut für Stadt- und Regionalforschung, Post-fach 7/4/2, A-1010 Wien – T. +43.1.515813538 – Fax +43.1.515813533 – E-mail:[email protected] – Web: www.oeaw.ac.at/ist.

’ Prof. Cosimo Palagiano, Dipartimen-to delle Scienze dei Segni, degli Spazi e delleCulture (AGEMUS), Sezione di Geografia,“Sapienza” Università di Roma, p.le AldoMoro 5, I-00186 Roma – T. 06.49913912 –Fax 06.49913874 – E-mail: [email protected].

Antropolinguistica del Náhuatl: iti-nerario toponimico in Messico.

Dall’agosto al dicembre 2015 il Centro deInvestigación y Docencia en Humanidadesdel Estado de Morelos, Seminario perma-nente de la Cátedra Intercultural “CarlosMontemayor”, spazio accademico autóno-mo di ricerca e didattica nello Stato di More-los, nel Messico centrale, ha proposto il se-minario “Antropolingüística del Náhuatl:

Itinerario toponímico de México”, guidatoda Laura Bensasson.

L’iniziativa didattica è così descritta dagliorganizzatori: «Conocer el náhuatl clásiconos lleva a la reflexión sobre nuestra culturaancestral y nos introduce al conocimiento delas variantes habladas por una buena parte denuestros connacionales. Fungió como lin-gua franca en el imperio mexica y fue reto-mada con carácter administrativo en la Nue-va España, donde fue postulada como se-gunda lengua oficial. La mayoría de las de-nominaciones geográficas y los documentoshistóricos relativos a la época prehispánica yrecopilados en alfabeto latino por los misio-neros del siglo XVI y XVII, atestiguan la granimportancia cultural de esta lengua para losestudios humanísticos en nuestro país e in-cluso para el estudio de la variante del caste-llano que aquí se habla».

Oltre a studiare gli elementi morfosintat-tici fondamentali per la comprensione delnahuatl classico, è previsto lo studio della to-ponomastica anche in testi di autori interna-zionale. L’obiettivo è costituire un gruppo diricercatori di questa lingua che gli evangeliz-zatori dei secoli passati consideravano “másperfecta que el latín”.

Le sessioni dedicate specificamente ai no-mi di luogo erano intitolate: “Introducción alos topónimos”, “Los estudios toponímicosde Guzmán Betancourt”, “Dificultad de lalectura de los topónimos”, “Toponimia delEstado de Morelos”.

Fra i testi di riferimento, si segnalano CE-CILIO ROBELO, Nombres geográficos mexica-nos del Edo de Morelos (México, Summa Mo-relense 1982); ELISEO ARAGÓN, Toponimiasen lengua náhuatl del Edo de Morelos (Méxi-co, Herrera 1969).

’ Dr. Laura Bensasson, Cátedra Inter-cultural “Carlos Montemayor”, Cuernavaca– E-mail: [email protected] – Web: http://catedracarlosmontemayor.org/actividades/seminarios/interculturalidad/.

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Rivista Italiana di Onomastica

In breve...

Presentato il DEMIM all’Ambasciata Italia-na presso la Santa Sede. Il Dizionario Enci-clopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo(DEMIM), pubblicato nel 2014 da SER ItaliA-teneo con la collaborazione della Fondazio-ne Migrantes della CEI, diretto da TizianaGrassi, è stato presentato il 22 settembre2015 all’Ambasciata Italiana presso la SantaSede (Palazzo Borromeo a Roma). Hannopresenziato all’evento numerosi ambasciato-ri e autorità civili e religiose. Il direttore edi-toriale del DEMIM Enzo Caffarelli si è soffer-mato in particolare sulle appendici linguisti-ca e onomastica del Dizionario, spiegandostoria e significato del cognome di PapaFrancesco, Bergoglio, basandosi sullo studiodi Alda Rossebastiano pubblicato nella«RION» (Bergoglio, XIX [2013], 1, pp. 184-88) e nel DEMIM ([email protected];<www.editriceromana.net>).

Nascono le guide di toponomastica fem-minile. Dall’esperienza del gruppo di “To-ponomastica Femminile” ha preso il via nel2015 una collana editoriale che raccoglie ipercorsi di genere creati dal gruppo di ricerca.La prima guida, firmata da Mary Nocentini,è dedicata al territorio di Albano Laziale (Ro-ma). Il progetto vuole favorire l’impostazionee la pubblicizzazione di ricerche, rendere notidati e fare pressioni sulle amministrazioni esulla pubblica opinione affinché strade, piaz-ze, giardini e altri luoghi urbani siano dedica-ti a donne, per compensare l’evidente ma-schilismo che caratterizza l’attuale odonimia(<www.toponomasticafemminile.com/>).

Per ricordare Sergio Raffaelli. Volano(Trento), paese natale dello storico della lin-gua italiana e del cinema Sergio Raffaelli(1934-2010), membro fondatore e compo-nente del comitato scientifico della «RivistaItaliana di Onomastica», ha ospitato unaconferenza sulla figura dello studioso, il 6 di-

cembre 2015. All’incontro hanno partecipa-to la presidente onoraria dell’Accademia del-la Crusca Nicoletta Maraschio e il presiden-te dell’Accademia degli Agiati Fabrizio Rase-ra. Il Comune di Volano, al quale Sergio Raf-faelli dedicò tra l’altro il libro Volano pietracon pietra, ha in progetto di intitolare al suoillustre figlio se non un’area di circolazione(la legge prevede che il dedicatario sia scom-parso da dieci anni), almeno la Bibliotecacomunale. In precedenza, il 13 novembre,all’Università di Roma Tor Vergata, dove a-veva insegnato per molti anni, era stato pre-sentato il volume antologico di Raffaelli Pa-role di film, a cura di MASSIMO FANFANI (Fi-renze, Franco Cesati 2015) (<www.sergioraffaelli.it>).

A Savona seminario introduttivo alla ri-cerca toponomastica. Nel quadro del pro-getto “Toponomastica storica” avviato dallaSocietà savonese di Storia patria, che ha finqui coinvolto come ricercatori e informatoriquasi 500 persone e pubblicato 32 fascicolisu base comunale per 50 mila nomi di luogoschedati, si è organizzato un seminario diformazione articolato in tre giornate (12marzo, 9 aprile e autunno 2016). I moduli:“Toponomastica: cenni sui principali aspettistorici, geografici e linguistici”, “Topono-mastica storica in Liguria. Ricerche in corsonell’Italia settentrionale”, “Progetto Topo-nomnastica Storica-PTS”, “Le fonti per la to-ponomastica storica: notai, statuti, processi,catasti, mappe, testimonianze orali”, ecc,([email protected]).

Una ricerca su nomi e cognomi dei trova-telli spalatini nel XIX secolo. Andrea Ro-gošić ([email protected]) e Antonia LuketinAlfirević, linguiste della Facoltà di Filosofiadell’Università di Spalato, hanno realizzatouna ricerca sulle formule onimiche imposteai trovatelli del brefotrofio spalatino nel XIXsecolo. Il corpus dei nomi è stato estratto dalregistro dei trovatelli che si conserva nell’Ar-

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Attività

chivio di Stato di Spalato. Nomi e cognomisono stati considerati come formule integra-li e sottoposti ad analisi per descrivere i pro-cessi di formazione dei tipi d’invenzione. Trai nomi di famiglia attribuiti prevalgonoquelli asemantici, motivati dalla catena foni-ca e da ragioni extralinguistiche. Un saggiosul tema (Nomi e cognomi dei trovatelli spala-tini nell’Ottocento) è apparso in croato nellarivista «Folia Onomastica Croatica», 23(2014 [ma 2015]) ed è scaricabile gratuita-mente dalla Rete (<http://hrcak.srce.hr/index.php?show=toc&id_broj=11403>).

Parigi: ciclo di conferenze sulla semanticadei nomi propri. Stefano Predelli, docentepresso il Dipartimento di Filosofia dell’Uni-versità di Nottingham ([email protected]) e direttore di studi asso-ciato all’École des hautes études en sciencessociales (EHESS) di Parigi, tiene presso l’Écolenormale supérieur della capitale francese leseguenti conferenze: Proper Names: TheirSemantics and Presemantics (24 marzo2016); Proper Names: Semantics and Ono-mastics (31 marzo); Names Articulated:Arguments and Evidence (7 aprile): MerelyFictional Names: Words and Stories (14 apri-le). Predelli è specialista di Filosofia del lin-guaggio e di Estetica; nel 2015 ha pubblica-to il saggio Who’s Afraid of the PredicateTheory of Names? nel periodico «Linguisticsand Philosophy».

I nomi celtici di Xavier Delamarre. Il lin-guista francese Xavier Delamarre, specializ-zato in lessicografia del dominio indoeuro-peo e celtico in particolare, sta completandouna ricerca sul tema “La formation des nomsen vieux celtique. Index des thèmes et des ra-cines de l’onomastique celtique ancienne é-tablie d’après les noms de personnes, dedieux, de peuples, de lieux et de rivières”.Delamarre collabora da tempo con le riviste«Historische Sprachforschung», «Zeitschriftfür celtische Philologie», «Études Celti-

ques», «Keltische Forschungen», «Veleia» econdirige con Romain Garnier la rivista distudi indoeuropei «Wékwos». I suoi volumipiù noti, per le edizioni Errance, sono il Dic-tionnaire de la langue gauloise (2001, giuntonel 2008 alla 3ª edizione rivista e accresciu-ta), i Noms de personne celtiques dans l’épi-graphie classique (2007) e i Noms de lieux cel-tiques de l’Europe ancienne (-500/+500).Dictionnaire (2012).

Uno spazio web dedicato alla toponoma-stica catalana. La Commissió de Toponi-mia, organo di consultazione e proposta inmateria di fissazione ufficiale dei toponimidella Catalogna, attiva dal 2012 presso il De-partament de Cultura della Generalitat deCatalunya, dispone di un nuovo sito web perraccogliere informazioni sui nomi di luogo ediffonderle specie tra le amministrazioni lo-cali che, insieme al governo centrale, hannocompetenza per la determinazione dei nomidi luogo, in accordo con le regole generalidella lingua stabilita dall’Institut d’EstudisCatalans. Il sito presenta la normativa ri-guardante i toponimi, il Nomenclátor oficialde toponimia major de Catalunya, le relativepubblicazioni, ecc. (<http://llengua.gencat.cat/ca/direccio_general_politica_linguistica/02_organismes_vinculats/comissio-de-toponimia/>).

“Limiar”, collezione dell’Instituto daLingua Galega. L’Instituto da Lingua Gale-ga di Santiago de Compostela ha promossonel 2015 l’edizione da parte del Servizo dePublicacións da Universidade de Santiago deCompostela del primo volume di una nuovacollana di linguistica e filologia galiziane, de-dicato all’onomastica: CAROLINA PÉREZCA-PELO, Toponimia e variación dialectal en gale-go. Os topónimos rematados en -oa, -oà, -úa,-uá. La collana, diretta da Ernesto GonzálezSeoane ([email protected]), pub-blicherà monografie originali in versione di-gitale e intende favorire la divulgazione di ri-

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cerche realizzate in particolare da studiosi e-sordienti o comunque giovani. Per questomotivo il nome della serie è “Limiar”, ossia‘prologo, introduzione’. I testi sono sottopo-sti alla valutazione anonima di esperti ester-ni. Le lingue di pubblicazione sono galego,portoghese, catalano, spagnolo, francese,italiano e inglese.

Ricerca in progress in un comune dellaCantabria. Il Municipio di Campoo de Yusoin Cantabria ha promosso la raccolta e regi-strazione di circa 1.100 toponimi, grazie alleinterviste realizzate con 30 informatori delle14 località comprese nel territorio comunale.Particolarmente numerosi sono risultati i no-mi i luogo di Lancheres, La Población e Villa-suso. I materiali sono consultabili in Rete(<www.campoodeyuso.com>) e i cittadinipossono contribuire ad arricchirli o emendar-li con opportune segnalazioni. Il lavoro delMunicipio è stato sostenuto dal Centro deEstudios Montañeses, Institución Consultivapara la Historia y el Patrimonio de Cantabria,oltre al «Cronista Oficial de Cantabria», cheha divulgato la ricerca toponomastica per va-lorizzare la cultura locale e regionale.

Il master su toponomastica e storia dellalingua spagnola. Prosegue nel 2015-2016 ilMaster universitario di Studi ispanici supe-riori intitolato “Toponimia e Historia de laLengua Española”, diretto all’Università diSiviglia da María Dolores Gordón Peral. Icontenuti del corso sono sintetizzati in setteparti: “El problema del nombre propio”, “LaOnomástica como ciencia”, “Toponomásti-ca y Lingüística”, “El valor de la toponimiapara otras disciplinas”, “Metodología en lainvestigación toponomástica”, “Proyectostoponímicos”, “La normalización de la to-ponimia hispánica”. Il Master è strutturatoin “clases teóricas”, “exposiciones y semina-rios” e “trabajo de investigación” ([email protected]; <www.us.es/estudios/master/master_M076/asignatura_50760027>).

Onomastica dei musulmani e degli ebrei. Il«Journal of Muslims and Jews» ha lanciato unappello per la realizzazione di un numero mo-nografico dedicato all’onomastica nel mondoislamico e nel mondo ebraico in una prospet-tiva interdisciplinare e diacronica. La miscel-lanea sarà coordinata da Jean-Pierre Moléna-te, direttore di ricerca emerito del CNRS inFrancia, e da Ricardo Muñoz Solla dell’Uni-versità di Salamanca. I contributi possono esse-re proposti entro il 15 ottobre 2016 ([email protected]; [email protected]).

Tradotta in portoghese la guida dell’UNGEGN.Accanto alle sei lingue ufficiali delle NazioniUnite – inglese, francese, spagnolo, russo, a-rabo e cinese – una versione in portoghese delManuale per la standardizzazione nazionaledei nomi geografici e dei materiali collegatimessa a punto dall’UNGEGN-GENUNG(Grup-po di esperti per i nomi geografici delleNazioni Unite) è stata tradotta per conto del-l’IBGE, Istituto Brasiliano di Geografia e Sta-tistica ([email protected]). Il pron-tuario terminologico e il concetto diesonimo/endonimo, due delle questioni piùdibattute negli ultimi anni da parte del-l’UNGEGN-GENUNG, saranno tuttavia con e-levata probabilità ripensati dopo la prossimasessione del gruppo (Bangkok, maggio 2016)e la Conferenza delle Nazioni Unite per lastandardizzazione dei nomi geografici (NewYork, maggio 2017).

Corso avanzato di Onomastica a Uppsala.Anche nell’anno accademico 2015-2016 sitiene all’Università di Uppsala, Dipartimen-to di Lingue scandinave (Institutionen förnordiska språk), il corso avanzato di Ono-mastica (“Namnforskning fördjupnings-kurs”). La sezione di Onomastica del Dipar-timento ([email protected]) è di-retta da Staffan Nyström e vi insegnano tragli altri Thorsten Andersson, Lennart Elme-vik, Lena Peterson, Maj Reinhammar, Svan-te Strandberg e Per-Axel Wiktorsson.

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Attività

Prosegue il progetto sui toponimi cometracce dell’antico inglese in Scozia. Finan-ziato dal Leverhulme Found, il progetto “Re-covering the earliest English language in Scot-land: evidence from place-names” entra in u-na nuova fase con una ricerca sui nomi di luo-go della contea storica del Berwickshire, rea-lizzata con la supervisione di Carole Hough edi Simon Taylor. Il progetto utilizza i toponi-mi per individuare in particolare le tracce e iriflessi del dialetto della Northumbria (unodei sette Regni anglo-sassoni) dell’antico in-glese sopravvissuti nel Berwickshire, cuoredell’insediamento anglo-sassone in Scozia([email protected]).

La battaglia per proteggere la toponimiagallese dalle ingerenze turistiche. Il Gallesè teatro di un contenzioso tra chi vorrebbetradurre i nomi di luogo gallesi in lingua in-glese, anche per rendere il Paese più accessi-bile ai turisti, e i sostenitori della campagnaMynyddoedd Pawb (in inglese: Everyone’sMountains) che hanno a cuore la conserva-zione della lingua e della cultura locale. Lacampagna chiede al governo di legiferare infavore della protezione dei nomi tradiziona-li. Dettagli sulla battaglia toponomastica so-no disponibili sul sito <www.bbc.co-uk/news/uk-wales-33163744>.

Toponomastica insulare nel «Journal ofLiterary Onomastics». Il nº 5 cinque dellarivista americana di Onomastica letterariaha lanciato un appello per confezionare unnumero dedicato ai luoghi e ai toponimi delmondo insulare: «The deeply rooted impor-tance of landscape, place, and place-names isa shared characteristic throughout the Insu-lar cultures of the early Middle Ages, rangingfrom the material to the literary. From exa-minations of the early Irish dindshenchas tra-dition to recent archaeological investiga-tions into the role of landscape in socio-poli-tical structures, the study of place has begunto receive more critical attention. We seek

papers that treat the issue of landscape in theearly Insular world from a variety of metho-dologies and approaches» (<http://digital-commons.brockport.edu/jlo/>).

Chicago: un corso sui cognomi d’origineeuropea. La Newberry Library di Chicagoha ospitato nell’autunno 2015 le conferenzedello storico della lingua Jack Shreve ([email protected]) su “WesternEuropean Surnames”, aperte al pubblico chenegli Stati Uniti mostra crescente interesseper la genealogia, l’onomastica e in partico-lare la storia di famiglia. Tre seminari sonostati dedicati ai cognomi provenienti rispet-tivamente dall’Europa settentrionale, meri-dionale e centrale.

Offerta speciale per i volumi della BAAR-Ver-lag. L’editrice BAARdi Amburgo, diretta da Sil-vio Brendler, offre con uno sconto dal 40 al66% la sua produzione specializzata in ono-mastica. Tra i volumi si segnalano, in ordinecronologico: ANDREA BRENDLER / SILVIOBRENDLER (a cura di), Europäische Personen-namensysteme, 2007; SILVIO BRENDLER, No-mematik, 2008; CHRISTIAN RIESE, Orts-namen Thüringens, 2010; VOLKMAR HELL-FRITZSCH, (Ostmittel-)Deutsche Namenkunde,2010; HORST NAUMANN, Namen in Spracheund Gesellschaft, 2011; ROSA KOHLHEIM /VOLKER KOHLHEIM, Eigennamen, 2011;HORST NAUMANN, Fluramen, 2011; BARBA-RA AENLICH, Flurnamen Thüringens, 2012;JÜRGEN UDOLPH, Europa Vasconica – EuropaSemitica?,2013 (<www.baar-verlag.com>).

Guida all’onomastica indigena delChihuahua. In Messico l’Instituto Chi-huahuense de la Cultura, attraverso il Progra-ma de Atención a las Lenguas y las LiteraturasIndígenas (T. +52.614.2144800), ha pubbli-cato la prima Guía onomástica de los idiomasindígenas de Chihuahua. Nel periodo di me-scidazione tra idiomi locali e lo spagnolo deiconquistatori, gran parte della toponimia in-

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digena fu preservata dall’amministrazionedei viceré, sebbene i nomi furono sovente ar-ricchiti con agionimi di ogni tipo, mentre inantroponimia il repertorio locale fu in granparte sostituito da quello spagnolo, con signi-ficative eccezioni come nella penisola delloYucatán, dove sono sopravvissuti vari nomidi famiglia maya. La guida presenta, dopol’introduzione, quattro elenchi lessicali, cor-rispondenti alle lingue tarahumar, guarojío,tepehuán e pima, nonché brevi spiegazionidel significato di alcune parole. Il Chihuahuaè uno degli Stati settentrionali del Messico econta circa 3,5 milioni di abitanti.

Nuova Zelanda: il centenario della 1ºGuerra mondiale attraverso i toponimi. Unprogetto del New Zealand Geographic Boardha raccolto storie di luoghi e personaggi legatialla partecipazione dello Stato oceanico allaPrima guerra mondiale. L’esperienza bellicaha lasciato una traccia indelebile nella co-scienza collettiva del Paese, influenzando losviluppo della sua identità nazionale. Per assi-curare che nomi e luoghi non siano in futurodimenticati, sono state pubblicate le vicendelegate a 30 località e approvati ufficialmente16 toponimi perché siano utilizzati in NuovaZelanda con valore celebrativo e commemo-

rativo. All’iniziativa è stata invitata a parteci-pare tutta la popolazione (<http://ww100.govt-nz/world-war-i-trough-place-names>).

Nuova organizzazione e nuove ricercheper la toponomastica in Indonesia. La Ko-munitas Toponimi Indonesia (KOTISIA) è sta-ta fondata nel 2015 chiamando studiosi dilinguistica, letteratura, filologia, storia, ar-cheologia, psicologia e geografia, per contri-buire allo sviluppo degli studi toponomasticiin Indonesia. Mentre sono previsti seminaribiennali a partire dal 2016, le ricerche saran-no indirizzate il primo anno sul territorio del-l’isola di Giava, il secondo su Sumatra, il ter-zo su Kalimantan e Sulawesi, il quarto sulleMolucche e su Papua, il quinto su Bali eNusa Tenggara. Le indagini si avvarrano dicinque tipi di dati: i documenti storici cinesidal I sec. a.C.; le iscrizioni su pietra che risal-gono all’XI sec. e descrivono le aree portuali;i manoscritti del XIV sec., in antico giavane-se e antico balinese sulle attività portuali; iracconti di viaggio dei portoghesi in Indone-si; i registri di bordo settecenteschi dei mer-cantili olandesi durante l’occupazione colo-niale dell’arcipelago (<http://jurnalmaritim.com/2015/09/bangun-kemaritiman-melalui-sejarah-dan-budaya/>).

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Attività

Maria Giovanna Arcamone (Pisa)Marino Bonifacio (Trieste) Ana Isabel BoullónAgrelo (Santiago de

Compostela)Donatella Bremer (Pisa)Luisa Caiazzo (Napoli)Emili Casanova i Herrero (València) Furio Ciciliot (Savona)Paolo D’Achille (Roma)Emidio De Albentiis (Perugia)Zsuzsanna Fábián (Budapest)Oliviu Felecan (Baia Mare)ArturGałkowski (Łódź)María Dolores Gordón Peral (Sevilla)Peter Jordan (Wien)

Dieter Kremer (Leipzig/Trier)Edwin D. Lawson (Freedonia, NY)Sylvie Lejeune (Bouliac)Alberto Manco (Napoli)Cosimo Palagiano (Roma)RobertoRandaccio (Cagliari)Maria Silvia Rati (Reggio Calabria)Stella Retali-Medori (Corte)Alda Rossebastiano (Torino)Laura Rota (Pisa)Luca Serianni (Roma)Francesco Sestito (Roma)Gérard Taverdet (Fontaine-lès-Dijon)Joan Tort i Donada (Barcelona)Silvia Verdiani (Torino)

The Editorial Staff of «RION» expresses thanks for the valuable cooperation in the following sections:“Materiali bibliografici”, “Incontri” and “Attività” especially to: