Forme Elementari Di Interazione
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Forme elementari di interazione
• Vocabolario essenziale e grammatica dell’analisi sociologica
• Definizione di alcuni concetti fondamentali della disciplina– Azione, relazione, interazione sociale– I gruppi e le loro proprietà– Potere e conflitto– Il comportamento collettivo– Alcuni ulteriori elementi primari delle strutture
complesse della società (es. reti, capitale sociale)
Forme elementari di interazione • È possibile osservare forme e proprietà
elementari delle relazioni sociali, che sussistono indipendentemente dal loro contenuto (es. organizzazioni di diversa natura)
• Queste proprietà elementari rappresentano utili strumenti di analisi, cogliendo spesso aspetti solo apparentemente scontati del tessuto sociale, ma non sono sufficienti a spiegare fino in fondo i comportamenti degli attori, abbiamo infatti bisogno di teorie specifiche (es. della famiglia, dell’economia, ecc.)
Azione, relazione, interazione sociale
• Azione sociale: «si deve […] intendere un agire che sia riferito – secondo il suo senso, intenzionato dall’agente o dagli agenti – al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo» (Max Weber 1922)
• Gli individui orientano le proprie azioni rispetto agli altri, e vengono a loro volta influenzati dalle azioni altrui
• È importante il significato che l’individuo attribuisce alle proprie azioni, e l’intenzionalità di queste (sociologia comprendente)
• Per poterlo interpretare è necessario tener conto della definizione della situazione da parte degli attori sociali (es. la profezia che si autoadempie di Thomas)
Azione, relazione, interazione sociale
• Relazione sociale: si stabilisce quando due o più attori orientano reciprocamente il proprio comportamento
• Possono essere stabili e profonde oppure transitorie e superficiali, cooperative o conflittuali
• Interazione sociale: il processo che si dispiega quando due o più individui in relazione fra di loro agiscono in reazione alle azioni degli altri
• L’interazione riproduce e può cambiare nel tempo la natura e il contenuto delle relazioni, rappresenta infatti l’osservatorio microsociologico della struttura sociale e delle sue evoluzioni (azione e struttura)
I gruppi sociali
• Gruppo sociale: un insieme di persone che interagiscono con continuità secondo schemi relativamente stabili, le quali si definiscono membri del gruppo e sono riconosciute come tali da coloro che non ne fanno parte (Merton 1949)
• I modelli di interazione devono essere prevalentemente di tipo cooperativo
• Le categorie sociali (es. gli anziani, gli immigrati) o le classi sociali non sono gruppi
I gruppi sociali• Proprietà relative alla dimensione– Interazione diretta (faccia a faccia) o indiretta– La diade (fragilità strutturale e forte personalizzazione)– La triade (configurazione del mediatore, del tertius
gaudens e del divide et impera)– I piccoli gruppi
• Proprietà relative ai confini– Gruppi formali e informali– La definizione dei confini dipende sempre dal contesto– Grado di completezza del gruppo (rapporto tra numero dei
membri e potenziali tali, es. rappresentatività sindacale)– Il gruppo di riferimento, il non membro antagonista e la
minaccia del non membro autonomo (impedisce la completezza)
I gruppi sociali• Proprietà strutturali
– I ruoli permettono di osservare la struttura di un gruppo, cioè schemi stabili di interazione, perché rappresentano sistemi di aspettative condivise rispetto al comportamento degli individui (norme)
– Una elevata densità sociale favorisce l’aumento della differenziazione dei ruoli
– Durkheim: • ruoli omogenei → società segmentali• ruoli differenziati → società a divisione del lavoro
– Ruolo specifico (es. shampista) e ruolo diffuso (es. genitore)– Gruppi totalitari e gruppi segmentali (gli individui hanno più ruoli)– Gruppi primari (piccoli, ruoli diffusi, implicazioni affettive,
personalizzazione)e gruppi secondari (grandi, ruoli specifici, neutralità affettiva, spersonalizzazione)
• I ruoli non sono mai esaustivi per la comprensione dell’interazione, perché sono interpretati dagli attori, e lasciano sempre spazio a comportamenti non previsti (es. controllo dei margini di incertezza, Crozier e Friedberg 1977)
Potere e conflitto• Potere: il fenomeno relazionale per il quale un attore
detiene la capacità di condizionare l’azione di un altro, generalmente in particolari situazioni e ambiti di comportamento (ruoli)
• Weber: – Potere: la possibilità di trovare obbedienza a un comando;
è importante anche il ruolo attivo di chi lo subisce– Macht (potenza): condizionamento indiretto, senza
comandi, es. controllo di risorse strategiche o dei margini d’incertezza
– Autorità: potere legittimo, regola relazioni che prevedono posizioni diseguali riconosciute e accettate (es. il rapporto genitori-figli oppure l’ordinamento giuridico); può accadere però che gli attori sociali aprano un conflitto per cambiare i criteri di legittimazione
Potere e conflitto• Conflitto: azioni che hanno l’obiettivo di affermare la
propria volontà contro quella degli altri; è tanto connaturato alle relazioni cooperative quanto potenzialmente distruttivo– Il conflitto con l’esterno aumenta la consapevolezza
dell’identità di un gruppo, cioè rimarca e mantiene i confini– Il conflitto attiva la coesione interna (le divisioni interne
scendono in secondo piano); se il nemico è inventato → capro espiatorio
– Un conflitto iniziale può evolvere in relazioni di natura cooperativa, infatti la repressione continuata del conflitto pregiudica la capacità di adattamento (es. le regole per l’espressione del conflitto permettono di cambiare gradualmente la struttura dell’interazione); (Hirschman 1970)
– I gruppi primari e/o totalitari sono in grado di controllare il conflitto, ma paradossalmente implicano un maggiore rischio che si esprima con elevata intensità (es. la famiglia)
Il comportamento collettivo• Il fenomeno sociale per il quale un insieme di individui
reagisce allo stesso stimolo in maniera non necessariamente continua e strutturata, e senza stabili aspettative di ruolo (es. le mode, le manifestazioni di protesta); spontaneità e fluidità in situazioni non ordinarie che sospendono le regole della personalità sociale
• Il panico– Incertezza, paura di un pericolo imminente (reale o immaginario),
fuga, comportamento irrazionale e asociale (individualista)• La folla
– Un insieme numeroso di individui riuniti nello stesso luogo che condividendo uno stato emotivo può dare seguito ad azioni collettive: atteggiamenti e comportamenti solidaristici
• Il pubblico– Un insieme di soggetti che si confrontano su uno stesso problema
a partire da opinioni e punti di vista diversi: non produce azioni ma opinioni collettive (es. l’opinione pubblica in regimi democratici)
La microsociologia• Analizzare le interazioni dirette e situate degli attori sociali è come
utilizzare un microscopio per osservare la società → tre ambiti di ricerca microsociologica
• Reti – la network analysis studia con tecniche specifiche le caratteristiche delle
reti di relazioni, la loro influenza sugli individui e le strategie con cui questi le utilizzano
– A maglia larga (bassa densità) o stretta (alta densità), a seconda di quanto si conoscono fra di loro le persone che un soggetto conosce, es. piccoli villaggi o grandi città
• Carriere morali– Le esperienze di interazione che nel tempo permettono agli individui di
costruire e mantenere integrità (riconoscimento) sociale ed autostima; processo di definizione attraverso strategie di adattamento; sequenze tipiche (es. conquista o perdita di status)
• Rappresentazioni del sé e relazioni in pubblico– Sociologia della vita quotidiana (Goffman 1967), lo studio delle regole non
scritte dell’interazione faccia a faccia; ribalta e retroscena; rituali sociali e disattenzione civile (es. la complessità insospettata della comunicazione non verbale fra due sconosciuti che si incontrano, pur continuando apparentemente ad ignorarsi)
Il capitale sociale
• Il patrimonio di relazioni di cui dispone un individuo e che questi può usare per raggiungere degli scopi
• La condivisione di informazioni, la reciprocità e le azioni cooperative hanno come presupposto la fiducia diffusa
• Il capitale sociale può essere considerato una sorta di bene pubblico al quale si ha accesso entrando a far parte di un gruppo o di una comunità (natura, dimensioni, meccanismi e regole di inclusione)
• Filoni di ricerca: il ruolo del capitale sociale nelle grandi organizzazioni formali e nelle politiche di sviluppo economico nei territori svantaggiati