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news all NUMERO VENTICINQUE FORME E COLORI PER L’ EDILIZIA DICEMBRE 2006 questo numero 1 editoriale ed ed IL FUTURO DELL’ARCHITETTURA Nell’ambito della cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio Nardi 2006, sponsorizzato da Metra, la lecture dell’architetto Vittorio Gregotti ha stimolato un vivace dibattito. In una sala gremita di studenti e alla presenza dei giornalisti delle più importanti testate di architettura, si è svolta il 30 novembre scorso presso il Politecnico di Milano la cerimonia di premiazione del Premio Guido Nardi 2006 intitolato “Alluminio e…”. Al premio, istituito nel 2004 dal Dipartimento BEST del Politecnico di Milano per onorare la memoria del prof. Guido Nardi, sono pervenute 14 tesi di laurea e 2 tesi di dottorato da atenei di tutt’Italia: Politecnico di Milano, IUAV Venezia, Facoltà di Architettura di Firenze, Universi- tà La Sapienza di Roma, Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria di Roma. A testimonianza che il Premio ha forte risonanza e rappresenta un riconoscimento di valore. Un dibattito a più voci ha animato l’evento, grazie ai molti spunti lan- ciati dall’architetto Vittorio Gregotti nel corso della sua lecture “L’archi- tettura nell’epoca dell’incessante”. Si è parlato di architettura in quanto arte, e come tale portatrice di valori di eternità, ma contempo- raneamente anche della sua stessa negazione dovuta al suo “sciogliersi” oggi in attività collaterali quali il marketing urba- no e immobiliare. Architettura quindi condizionata dalle rego- le del mercato, condannata a diventare “prodotto”, ma anche portatrice di un ruolo strategico attraverso possibili coinvolgi- menti a più livelli, da quello politico a quello ambientale. Architettura alla quale si chiede infine un ruolo sociale, diven- tando “arte che serve uno scopo, che è quello dell’abitare”. E sul “fare” quotidiano, sul difficile lavoro in cantiere, sull’impegno di chi fornisce gli stru- menti a quanti si dedicano alla progettazione, si è inserito l’intervento del dottor Bruno Berto- li, Presidente Metra. Mentre sullo schermo sfilavano importanti lavori realizzati in collabora- zione con lo Studio Gregotti (dal Palazzo Siemens, al Centro Direzionale della Banca Lom- barda di Brescia, alla sede del Corriere della Sera, al Pirelli Headquarter e molti altri), Berto- li ha voluto sottolineare l’investimento che Metra da sempre finalizza alla ricerca, al rapido avanzamento tecnologico, all’ampliamento del parco macchine con l’introduzione di presse fino a 6050 t, in grado di estrudere profilati di alluminio di grandi dimensioni per risponde- re alle esigenze dell’architettura contemporanea. Senza mai perdere di vista un attento rigo- re sia sul fronte della qualità dei prodotti sia della competenza della rete commerciale. Ber- toli ha quindi citato la recente riorganizzazione logistica e in particolare il caso del Lazio, dove giovani laureati in architettura e ingegneria sono stati inseriti nella nuova rete commer- ciale: veri consulenti in grado di interagire con i progettisti per sostenerli con professionali- tà nella scelta delle soluzioni migliori. Su questo tema in particolare si sono trovati unanime- mente concordi tutti i relatori: ovvero l’individuazione del ruolo nuovo e strategico delle aziende leader, in grado di fungere da trait d’union con il mondo della progettazione. www.metra.it www.finestremetra.it Pag. 1 Editoriale Il futuro dell’architettura I vincitori del Premio Nardi 2006 Pag. 2/3 Primo Piano Realizzazione: Torre 7WTC a New York Pag. 4 News Mostra Tornquist, MERTRALib I vincitori del Premio Nardi 2006 Sulla base della qualità delle tesi presentate la giuria, presieduta dall’architetto Vittorio Gregotti, ha voluto assegnare, oltre ai tre premi previsti dal bando di concorso, anche due menzioni speciali. - 1° Premio alla tesi di: Diego Quadrelli, Giulio Sovran e Michele Spreafico – “Museo della grande guerra in Ortigara”. Relato- re: Prof. Emilia Costa; Correlatore: Prof. Marco Pellaio - Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura Civile; - 2° Premio alla tesi di: Fulvio Zorzi -“CDF+. Componente dinamico per facciate”. Relatore: Prof. Marco Sala; Correlatore: Ing. Andrea Mafezzoni - Università degli Studi di Firenze; - 3° Premio alla tesi di dottorato di: Annarita Cornaro: “Materia, tecnica e finzione nell’architettura giapponese. Percorsi di ri- cerca paralleli nella tradizione del legno e nella contemporaneità dell’alluminio”. Tutors: Prof. Arch. Luigi Gazzola, Prof. Arch. Lu- cio Valerio Barbera, Prof. Hiroyuki Suzuki - Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Prima Facoltà di Architettura di Roma “Ludovico Quaroni”; - Menzioni speciali alle tesi di: * Valentina Carli – “SFMR nell’area metropolitana veneta diffusa”. Relatore Prof. Angelo Villa – Correlatori: Arch. Luca Guoli e Arch. Ermes Martinelli – IUAV; * Stefano Diomelli - “Parentesi di luce”: proposta di un sistema schermante”. Relatore: Prof. Marco Sala; Correlatori: Arch. Lucia Busa e Ing. Antonino Latino - Università degli studi di Firenze - Dipartimento Pierluigi Spadolini. 1 L’intervento del Dott. Bruno Bertoli, Presidente Metra 2 da sinistra l’Arch. Vittorio Gregotti e il Dott. Bruno Bertoli 3 I vincitori del Premio con il Dott. Bruno Bertoli, il Dott. Cesare Muccio e la Prof. Anna Mangiarotti, del dipartimento B.E.S.T. 4 Il numeroso pubblico presente alla cerimonia di premiazione 5-6-7 alcuni momenti della premiazione 1 2 3 4 5 6 7

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IL FUTURO DELL’ARCHITETTURANell’ambito della cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio Nardi 2006, sponsorizzato da Metra, la lecture dell’architetto Vittorio Gregotti ha stimolato un vivace dibattito.

In una sala gremita di studenti e alla presenza dei giornalisti delle più importanti testate di architettura, si è svolta il 30 novembre scorso presso il Politecnico di Milano la cerimonia di premiazione del Premio Guido Nardi 2006 intitolato “Alluminio e…”.

Al premio, istituito nel 2004 dal Dipartimento BEST del Politecnico di Milano per onorare la memoria del prof. Guido Nardi, sono pervenute 14 tesi di laurea e 2 tesi di dottorato da atenei di tutt’Italia: Politecnico di Milano, IUAV Venezia, Facoltà di Architettura di Firenze, Universi-tà La Sapienza di Roma, Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria di Roma. A testimonianza che il Premio ha forte risonanza e rappresenta un riconoscimento di valore.

Un dibattito a più voci ha animato l’evento, grazie ai molti spunti lan-ciati dall’architetto Vittorio Gregotti nel corso della sua lecture “L’archi-tettura nell’epoca dell’incessante”. Si è parlato di architettura in quanto arte, e come tale portatrice di valori di eternità, ma contempo-raneamente anche della sua stessa negazione dovuta al suo “sciogliersi” oggi in attività collaterali quali il marketing urba-no e immobiliare. Architettura quindi condizionata dalle rego-le del mercato, condannata a diventare “prodotto”, ma anche portatrice di un ruolo strategico attraverso possibili coinvolgi-menti a più livelli, da quello politico a quello ambientale. Architettura alla quale si chiede infi ne un ruolo sociale, diven-

tando “arte che serve uno scopo, che è quello dell’abitare”. E sul “fare” quotidiano, sul diffi cile lavoro in cantiere, sull’impegno di chi fornisce gli stru-menti a quanti si dedicano alla progettazione, si è inserito l’intervento del dottor Bruno Berto-li, Presidente Metra. Mentre sullo schermo sfi lavano importanti lavori realizzati in collabora-zione con lo Studio Gregotti (dal Palazzo Siemens, al Centro Direzionale della Banca Lom-barda di Brescia, alla sede del Corriere della Sera, al Pirelli Headquarter e molti altri), Berto-li ha voluto sottolineare l’investimento che Metra da sempre fi nalizza alla ricerca, al rapido avanzamento tecnologico, all’ampliamento del parco macchine con l’introduzione di presse fi no a 6050 t, in grado di estrudere profi lati di alluminio di grandi dimensioni per risponde-re alle esigenze dell’architettura contemporanea. Senza mai perdere di vista un attento rigo-re sia sul fronte della qualità dei prodotti sia della competenza della rete commerciale. Ber-toli ha quindi citato la recente riorganizzazione logistica e in particolare il caso del Lazio, dove giovani laureati in architettura e ingegneria sono stati inseriti nella nuova rete commer-ciale: veri consulenti in grado di interagire con i progettisti per sostenerli con professionali-tà nella scelta delle soluzioni migliori. Su questo tema in particolare si sono trovati unanime-mente concordi tutti i relatori: ovvero l’individuazione del ruolo nuovo e strategico delle aziende leader, in grado di fungere da trait d’union con il mondo della progettazione.

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EditorialeIl futuro dell’architettura

I vincitori del Premio Nardi 2006

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Primo Piano Realizzazione:

Torre 7WTC a New York

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NewsMostra Tornquist,

MERTRALib

I vincitori del Premio Nardi 2006 Sulla base della qualità delle tesi presentate la giuria, presieduta dall’architetto Vittorio Gregotti, ha voluto assegnare, oltre ai tre premi previsti dal bando di concorso, anche due menzioni speciali.

- 1° Premio alla tesi di: Diego Quadrelli, Giulio Sovran e Michele Spreafi co – “Museo della grande guerra in Ortigara”. Relato-re: Prof. Emilia Costa; Correlatore: Prof. Marco Pellaio - Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura Civile; - 2° Premio alla tesi di: Fulvio Zorzi -“CDF+. Componente dinamico per facciate”. Relatore: Prof. Marco Sala; Correlatore: Ing. Andrea Mafezzoni - Università degli Studi di Firenze;- 3° Premio alla tesi di dottorato di: Annarita Cornaro: “Materia, tecnica e fi nzione nell’architettura giapponese. Percorsi di ri-cerca paralleli nella tradizione del legno e nella contemporaneità dell’alluminio”. Tutors: Prof. Arch. Luigi Gazzola, Prof. Arch. Lu-cio Valerio Barbera, Prof. Hiroyuki Suzuki - Università degli studi di Roma “La Sapienza” – Prima Facoltà di Architettura di Roma “Ludovico Quaroni”;- Menzioni speciali alle tesi di:* Valentina Carli – “SFMR nell’area metropolitana veneta diffusa”. Relatore Prof. Angelo Villa – Correlatori: Arch. Luca Guoli e Arch. Ermes Martinelli – IUAV; * Stefano Diomelli - “Parentesi di luce”: proposta di un sistema schermante”. Relatore: Prof. Marco Sala; Correlatori: Arch. Lucia Busa e Ing. Antonino Latino - Università degli studi di Firenze - Dipartimento Pierluigi Spadolini.

1 L’intervento del Dott. Bruno Bertoli, Presidente Metra 2 da sinistra l’Arch. Vittorio Gregotti e il Dott. Bruno Bertoli 3 I vincitori del Premio con il Dott. Bruno Bertoli, il Dott. Cesare Muccio e la Prof. Anna Mangiarotti, del dipartimento B.E.S.T. 4 Il numeroso pubblico presente alla cerimonia di premiazione 5-6-7 alcuni momenti della premiazione

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no Lo skyline di New York annovera un altro

grattacielo. È completamente vetrata la torre 7 WTC, la prima delle sette in costruzione nell’area devastata dall’attentato terroristico dell’11 settembre 2001. A cinque anni di distanza dal tragico in-cidente, che distrusse le Torri Gemelle del WTC e danneggiò irreparabilmente alcu-ni edifi ci adiacenti, Manhattan si sta riap-propriando dei suoi simboli urbani: i grat-tacieli. E’ stata infatti recentemente termina-ta la prima delle sette torri che verranno co-struite nell’area di Ground Zero, e che è stata progettata dallo studio di architettu-ra newyorkese Skidmore, Owings & Me-rill. La torre 7 WTC, se da una parte rap-presenta un simbolo di rinascita, dall’altra ha rivoluzionato positivamente lo standard edilizio di New York. Il nuovo grattacielo, di 52 piani e 158.000 metri quadrati di su-perfi cie complessiva, è stato realizzato con un metodo, che ha previsto la costruzione

della struttura in acciaio del-la torre prima del suo nucleo in calcestruzzo strutturale; ciò ha consentito di ridurre i tem-pi di esecuzione di oltre un mese grazie alla stretta colla-borazione fra tutti gli opera-tori coinvolti nella costruzio-ne che si è rivelata vincente tanto da essere adottata da Silverstein Properties Inc., la società immobiliare proprie-taria dell’area, dando il via libera all’impre-sa di costruzioni Tishman Construction Corp, anche per realizzare la Freedom Tower (541 metri di altezza) sulla Vesey Street, il cui pro-getto defi nitivo porta la fi rma dello statuniten-se David Childs. Alla base del successo di questa metodologia vi è una progettazione meticolosa, nonché grande coordinamento e interrelazione fra tutti i principali appalta-tori, nonché il buy-in da parte delle varie ca-tegorie edili, in particolare i carpentieri. Rea-lizzando per prima la struttura in acciaio, è possibile gettare il calcestruzzo all’interno di un’intelaiatura protettiva. E’ questa una tecni-ca sicura che riduce il più possibile l’esecu-zione dei lavori in quota. Posando l’acciaio per primo è possibile anche iniziare subito la tamponatura. Si tratta di un approccio più so-stenibile, perché le casseforme di ripresa au-tosollevanti utilizzate per il nucleo di cemen-to sono riutilizzabili. Sono proprio queste ad aver fatto la differenza nei confronti del si-stema manuale, in quanto hanno dimezza-to i tempi di completamento del singolo pia-no. Questa metodologia che è già stata uti-lizzata alla fi ne degli anni sessanta per la co-struzione di due torri è stata ripresa recente-mente per altre due. Ma per nessuno di que-sti edifi ci sono state utilizzate piattaforme au-tosollevanti. Solo la torre 7WTC “è stata pro-gettata letteralmente intorno a questo sistema di casseforme”.La torre (65x52 metri di base), che è adibi-ta a uffi ci (fra cui quelli della Silverstein Pro-

perties Inc.) ed è completamente rivestita in vetro, poggia su una sottostazione elettrica inserita nel calcestruzzo. Solo il nucleo della torre e il “corridoio” dell’atrio penetrano nel-

la sottostazione. I piani meccanici della torre iniziano 24 m sopra il livello del suolo, mentre il primo piano per uffi -ci è situato a un’altezza di 38 m. La sottostazione e la tor-re, progettate e gestite dalle stesse imprese, hanno le fon-dazioni in comune. I muri centrali della torre trasferiscono i carichi a cassoni dai 4,5 ai 6 m sotto la falda freatica. I la-vori alla torre per uffi ci non sono cominciati fi no a quando non è stata completata la sottostazione, nell’ottobre 2003, in quanto la posa dell’acciaio doveva seguire questa strut-tura. Dopo il completamento della sottostazione, le squadre di carpentieri hanno spostato le gru utilizzate in fondazio-ne ed eretto pilastri di acciaio incassati intorno al vuoto del nucleo della struttura. Quindi i lavori di carpenteria sono stati bloccati per circa un mese per consentire di appronta-re le casseforme autosollevanti.Una volta inserita la cassaforma, il ciclo per realizzare un piano in quattro giorni ha avuto inizio con l’installazio-ne della struttura in acciaio a cui sono seguiti: la copertu-ra metallica con rivestimento superfi ciale in calcestruzzo; il getto delle pareti di taglio del nucleo e delle solette; il trat-tamento antincendio dell’acciaio e quindi le tamponature, i lavori elettrici, meccanici e idraulici, gli ascensori e gli in-terni. L’esecuzione delle pareti di taglio è iniziata quando la struttura in acciaio era arrivata a quota dell’ottavo piano e il calcestruzzo era stato gettato sulla copertura metallica qualche piano più in alto. La torre 7WTC è il primo gratta-cielo di New York ad aver ottenuto la certifi cazione LEED Gold dall’U.S. Green Building Council, l’organizzazione di imprese edili che promuove la realizzazione di costruzio-ni ecosostenibili, ed è uno dei più ecologici degli Stati Uni-ti. Questi i parametri di valutazione che hanno consentito il conseguimento della certifi cazione: la realizzazione di un giardino pubblico di circa 1500 metri quadrati; la tecnolo-gia avanzata del vetro extrachiaro che cattura più energia solare e più luce naturale (90%); la qualità dell’aria indoor ottenuta attraverso l’installazione esterna di sistemi di venti-lazione con fi ltri ad alta effi cienza; il risparmio energetico

Torre 7 World Trade Center - New York (USA)

Ground Zero

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grazie all’apporto di nuove tecnologie fra cui un generato-re a turbine a vapore, ventilatori a velocità variabile e si-stemi di regolazione della luce naturale; risparmio dell’ac-qua, utilizzando quella piovana per il raffrescamento del-l’edifi cio e l’irrigazione del giardino pubblico; riduzione dello smaltimento dei rifi uti grazie all’utilizzo, per il 75% del totale, delle macerie da costruzione e di materiale di ri-ciclo, in particolare acciaio; ridotto inquinamento dell’aria per l’utilizzo di carburanti verdi e fi ltri particolari per i mac-chinari da cantiere.

Il sistema di facciataL’involucro vetrato del grattacielo 7 WTC è stato concepi-to per essere interattivo con l’ambiente circostante: di gior-no rifl ette le diverse sfumature luminose captate dal cielo e dagli edifi ci vicini, di notte invece diventa un faro grazie ai proiettori led posizionati al suo interno. La facciata con-tinua è stata appositamente progettata dalla divisione Bleu tech di Permasteelisa USA (Canada) con intelaiatura in al-luminio estruso, realizzata con profi lati su disegno Metra, verniciata color argento sia all’interno che all’esterno. Questo sistema di facciata continua modulare comprende una parte visiva e una parte cieca, realizzata con un pan-nello composito in acciaio inossidabile ondulato. La par-te visiva in vetro è sigillata con silicone strutturale sui 4 lati. Il pannello cieco è leggermente incurvato all’interno (con un raggio di 9 metri) ed è ricoperto al 60% dal vetro tra-sparente superiore in aggetto, che crea un effetto “scatola d’ombra”, con apertura sul fondo. L’ondulazione del pan-nello sottofi nestra, in acciaio inossidabile con fi nitura luci-da, è orizzontale, con una inclinazione negativa, e rifi nita alla base con un rifl ettore in acciaio inossidabile blu 316L fuso. I pannelli della facciata continua dell’angolo esterno sono ad angolo ottuso di 110 gradi o ad angolo acuto di 70 gradi, e il montante d’angolo è interrotto tra la soletta e il soffi tto per accentuare l’effetto incassato del pannello sot-tofi nestra. La facciata continua presenta le seguenti caratte-ristiche principali: - Il vetro trasparente si estende sul fondo e si sovrappone per 600 mm alla parte superiore del pannello cieco in ac-ciaio inossidabile che si trova sotto. Il vetro nella parte visi-va è disposto in confi gurazione dall’esterno all’interno sotto il livello della soletta quando si sovrappone al pannello sot-

tofi nestra. La transizione in corrispondenza del punto in cui il vetro va dall’interno all’esterno avviene tramite una guar-nizione compressa orizzontalmente applicata alla superfi -cie 4 del vetro (superfi cie interna). Questo pannello traspa-rente è supportato alla base da un angolo in acciaio inos-sidabile con fi nitura 4. In genere, per chiudere un piano, si sospende dalla soletta superiore un pannello modulare e gli elementi verticali (montanti) lavorano in tensione. Per il sistema del 7WTC, il montante lavora in compressione perché il pannello è ancorato alla soletta del piano dove il pannello chiude lo spazio. Il giunto tra i pannelli di faccia-ta è stato spostato sopra la parte visiva, di conseguenza si è reso necessario un dispositivo temporaneo per fi ssare la parte superiore del pannello della facciata continua fi no al-l’installazione del pannello sovrastante. L’elevato livello dei requisiti richiesti relativamente alle pre-stazioni termiche e di tenuta all’aria ha presentato non po-chi problemi in considerazione di queste particolarità. Il vetro trasparente ha le seguenti caratteristiche: - vetrocamera da 3/16” (30 mm) composto da una lastra esterna da 3/8” (10 mm) Extrachiara indurita con “coa-ting” selettivo e serigrafi a ceramica grigio opaca media in faccia 2, intercapedine da 2, 1/2” (13 mm) con canali-no in acciaio inox e lastra interna da 5/16” (8 mm) Extra-chiara indurita. Il sigillante secondario utilizzato è il silico-ne grigio. La densità della serigrafi a è dell’11,5% e si tro-va nella parte superiore del pannello. La serigrafi a è gra-duata uniformemente dal basso all’alto e presenta un dise-gno composto dal passaggio dalla forma circolare a quel-la quadrata.

riparte da sette

IL PROGETTO

Progettista: Studio Skidmore, Owings and Meril l l lp John Fasanella et Etienne Racicot – St. Laurent, CanadaSerramentista: Bleu tech division of Permasteelisa USA – St. Laurent, CanadaSistema Metra: Realizzazioni speciali con profi lati a progettoFinitura: PPG Duranar Exterior PPG Duracron – Liquid paint

Sezione assonometrica del sistema di facciata con le tipologie di vetri utilizzati

Fase di montaggio delle cellule vetrate ai primi piani della torre

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JORRIT TORNQUIST: LUCE E COLORE IN MOSTRA A BRESCIA

Dieci grandi tele (2x2 metri) in cui il colore libera tutta la propria forza espressiva e suggestiva. È l’impatto delle opere di Jorrit Tornquist su tutto quanto entra nel loro campo d’infl uenza: persone, ambiente circostante, spazi interni. Come è accaduto durante la mostra allestita dal 12 ottobre al 10 novembre nel maestoso Salone Vanvitelliano di Palazzo della Loggia a Brescia. Le opere espo-ste, che testimoniano l’intensa ricerca artistica compiuta dal maestro austriaco, si relazionano con uno spazio dalla struttura forte senza alcun imbarazzo e senza subirne l’incombenza storica, anche grazie alla struttura allestitiva realizzata da Metra con il sistema ModulSystem. È questa un’applica-zione fuori standard del sistema, nato per applicazioni industriali, che trova sempre più riscontro da parte di architetti e designer. La struttura portante, a cui sono appese tramite cavi le tele di Tornquist (2x2 metri), è composta da moduli quadrati di 4x4 metri realizzati tramite barre e giunti a sezione quadrata (80x80mm). I progetti cromatici di Jorrit Tornquist, attivo in Italia dal 1964, non si limita-no però solo alle tele, ma includono anche l’ambiente circostante, dalle pianifi cazioni cromatiche di contesti urbani agli spazi interni con diverse funzionalità. La sua produzione è fortemente caratteriz-zata da una commistione fra arte e scienza, tra spazi di diversa entità: quello intimo dell’opera d’ar-te e quello pubblico. L’impianto del Termoutilizzatore ASM di Brescia ne è la testimonianza più ecla-tante e ora conosciuta a livello internazionale in quanto vincitore del “Wtert 2006 Industry Award” per l’effi cienza energetica, il rispetto ambientale, ma anche per le soluzioni architettoniche. Esempio

del connubio professionale e artistico che lega da alcuni anni Torn-quist con Metra, che per l’impianto bresciano ha realizzato gli este-si nastri fi nestrati. A una diversa scala la mostra allestita nel Salone Vanvitelliano di Palazzo della Loggia, che è patrocinata dal Comu-ne e dalla Provincia di Brescia, nonché dalla Regione Lombardia, mette in evidenza lo scambio relazionale ed emozionale che le ope-re di Tornquist instaurano con spazi di diverse dimensioni. È il suo un lavoro creativo in cui l’impatto colore ha un valore scientifi co, ma anche emozionale, che viene espresso attraverso l’utilizzo di molte-plici tecniche, alcune estremamente personali. Così scrive di lui Gil-lo Dorfl es ”Ha ampliato la sua produzione dalla mera bidimensiona-lità alla conquista d’uno spazio colorato; e soprattutto ha sottolinea-to l’importanza d’una presa di coscienza del valore “animico” del colore; ossia del valore che assume ogni nostra percezione quando sia posta dinanzi a stimoli cromatici sottilmente calibrati, e impostati sull’uso di determinati colori usati a seconda della loro effi cacia psi-cologica e “morale”.La selezione delle opere esposte a Brescia, testimonia gran parte del percorso artistico di Tornquist (dal 1972 al 2006), impostato su continue sperimentazioni di materiali, tecniche e ricerche in grado di ricreare su diversi supporti la percezione dell’interazione tra luce e colore. L’anima della sua opera votata da sempre alla studio del-la natura.

La nuova versione METRALibLa libreria elettronica di supporto alla progettazione dei sistemi Metra in ambiente AutoCad ha raggiunto la versione 3.0. Gli aggiornamenti contenuti nella nuova versione riguardano software e contenuto.Relativamente al software, la libreria è compatibile con Autocad 2006 e Autocad 2007 ed è confi gurabile in lingua inglese e tedesca sia per quanto concerne l’interfaccia che per il database. Il contenuto riguarda i cataloghi e gli aggiornamenti sviluppati da Metra fi no a fi ne giugno 2006, nonché tutti i nuovi profi lati con le relative classi, accessori e guarnizioni. Grazie alla nuova versione è possibile, ad esempio, ottenere il gruppo dei telai fi ssi del sistema NC65STH, visualizzandone la descrizione con peso e classe di appartenenza.Facendo riferimento al servizio “MetraWebEdilizia” è possibile inoltre conoscere i cambiamenti relativi alle classi di appartenenza dei profi lati,

accessori e guarnizioni. La versione 3.0 è una vera e propria “banca di dettagli” con più di 7400 disegni in formato dwg tra cui 850 di accessori e guarnizioni, 2100 profi lati, 4450 tavole dei cataloghi tecnici, schede di aggiornamenti, soluzioni tecniche per ogni contesto architettonico, che viene ampiamente utilizzata da oltre 1100 utenti tra serramentisti (600) e studi di progettazione (500) che si sono registrati nel sito con password di accesso.