Formazione docenti neo...

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Laboratorio «gestione della classe» Formatore Prof.ssa Barbara Caterini Dirigente Scolastico I.C. Darsena Viareggio Formazione docenti neo assunti URS Toscana Provincia di Lucca a.s. 2015 - 2016

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Laboratorio «gestione della classe»

Formatore

Prof.ssa Barbara Caterini

Dirigente Scolastico I.C. Darsena Viareggio

Formazione docenti neo assunti URS Toscana Provincia di Lucca

a.s. 2015 - 2016

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Le Classi possono essere viste come Sistemi complessi – Organisations compliquèes-

Il biologo austriaco Ludwig Von Bertalanffy viene considerato il padre delle teorie sistemiche- «Un sistema è un complesso di elementi che stanno in interazione»- e tende spontaneamente all’entropia

(DISORDINE)– «l’informazione, che porta ordine tra segni, segnali, relazioni (dunque) è un processo di entropia negativa ovvero negentropia (ORDINE) che porta i sistemi complessi ad uno stato di equilibrio dinamico o omeostasi»- QUESTO CONSUMA ENERGIA

- Il «sistema scuola» ha più livelli organizzativi: - INDIVIDUI- CLASSI- DIPARTIMAENTI- COLLEGIO- UFFICIO

Tutto è collegato da RELAZIONI

Il compito fondamentale di ogni responsabile di livello organizzativo è la gestione delle relazioni

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IL GRUPPOAffinché esista un gruppo devono esistere relazioni 1 a 1 tra i componenti e ci deve essere un obiettivo condivisoIn ogni nuova classe inizialmente è presente un aggregato casuale di individui che non condivide un obiettivo

FASI COSTITUTIVE DEL GRUPPO1) CAOS fase di comunicazione interpersonale. I singoli si muovono come individui ( c’è difesa del

proprio territorio) Non esiste un principio organizzatore. Ci sono individui che elaborano il caos in modo «serioso», altri in modo allegro… Nel momento in cui qualcuno dice «perché si è lì» viene posto l’obiettivo. ( vedi patto d’aula)

2) CULTURA fase in cui si sta formando un gruppo che elabora una propria modalità di essere e di vedere. Ci sono valori condivisi, alcuni talmente profondi che neanche vengono messi in discussione. Ci sono REGOLE di comportamento. La fase di cultura è in continua rielaborazione finché l’obiettivo non è condiviso. L’obiettivo condiviso, a volte, è diverso da quello posto da chi ha introdotto la modalità di lavoro. Il gruppo seguirà quello che ha individuato e non quello posto.

3) LAVORO ( compito) Se nessuno si propone o si impone si ritorna al caos. Se prende il sopravvento il leader socioaffettivo, ed è in posizione centrifuga, il gruppo si sfascia. Chi conduce il gruppo DEVE sapere che il CAOS è una fase necessaria, INEVITABILE!. Fino a che gli individui non si sono detti le cose tra loro non staranno attenti. Il caos va elaborato velocemente ( MA in modo APPAGANTE)

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Il docente:1) ARRIVA PRIMA e fa accoglienza. Nota Bene: MAI arrivare dopo gli alunni ( non solo per contratto ma

proprio dal punto di vista organizzativo! )2) FA ACCOGLIENZA: quando il clima è positivo si inizia3) COMUNICA cosa si farà nell’ora, nella mattina. Anche se ci sono i compiti assegnati, anche se lo dovrebbero

sapere non va dato per scontato : BISOGNA TORNARCI SOPRA per entrare nella fase di lavoro………. Altrimenti si rischia il CAOS

4) Se c’è da definire qualche regola, la propone, se lo fa qualcun altro la si fa approvare.5) USA la condivisione in forma scritta6) Assegna i compiti al gruppo o agli individui

Il numero di relazioni in un gruppo è dato dalla formula N° = n ( n−1)

𝟐dove n è il numero degli elementi presi a due

alla volta ( coppie). Es: se i bambini sono 6 più un docente 7 elementi le relazioni in classe saranno 14, se sono 20 più 2 docenti ( posto comune + sostegno ) le relazioni saranno 231…Ogni elemento del gruppo è individuato da un nodo.

Si entra nel regno della complessità nel quale basta un disturbo per far sì che si propaghino le onde d’urto.

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Ovviamente è difficile /impossibile controllare OGNI relazione ma è possibile controllarne la QUALITÀ ovvero ciò che emerge come risultato e nel sistema scolastico il comportamento emergente è la qualità degli apprendimenti.

METODI DI CONTROLLO qualitativo:

QUESTIONARIO: rileva il gradimento, ma non le difficoltà o le resistenze

INTERVISTA: lo studente/persona intervistata si sente all’interno di un colloquio

VERIFICA: prove di verifica ( compiti reali/ autentici) ovvero analisi di ciò che è stato appreso. Se l’apprendimento genera frustrazione non verrà applicato.

MONITORAGGIO quasi continuo: ciò che davvero esce come apprendimento non è il risultato atteso, conforme alla normativa, valutato con le prove invalsi,… esce quanto il risultato è allineato con il risultato atteso.

MAI INTRODURRE INSIEME PIÙ CAMBIAMENTI: è impossibile monitorare i risultati

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PIANIFICARE/ PROGETTARE per un determinato esito porta sempre più esiti

IL RISULTATO ( l’apprendimento) non deriva dal modo in cui sono legati i «nodi» del gruppo MA da come è strutturato l’insieme delle percezioni dell’assetto strutturale medesimo

L’AUTOEFFICACIA ( Albert Bandura ) è sia conseguenza che causa.Es: Pigmalione in classe di Robert Rosenthal…Profezia autoavverante

Ognuno ha, rispetto agli eventi e fatti cui si assiste o di cui si viene a conoscenza, un’IDEA che è la propria percezione della realtà

Conseguente è la risposta comportamentale nei confronti di ciò che ha generato l’idea:Prima o poi colui che ha generato l’idea ci manderà un segnale che avevamo indovinato….o così crediamo.

(DOCENTE preparato, colto, affascinante……. Attenzione , preparazione, coinvolgimentoDOCENTE insicuro, noioso, ingiustamente autoritario….. Distrazione, confusione, esiti insufficienti)

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Nelle percezioni siamo autoreferenziali ….

IL PREGIUDIZIO CONDIZIONA IL MODO DI LAVORARE

l’autoefficacia è sia conseguenza che causa

APPRENDIMENTO: TRATTENIMENTO DI INFORMAZIONI A LIVELLO CEREBRALE Il «collante» è prodotto dall’amigdala ovvero dal sistema limbico

Sono le EMOZIONI che fanno trattenere le informazioni

Nei bambini il PIACERE stimola l’acquisizione delle conoscenze, competenze… Jerome Bruner: «se non riesci a farti amare, fatti odiare»http://lascuola.it/nuovadidattica/it/home/contenuti/1382696226582/bruner

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Nei bambini : 1 Leva emozionale PIACERENegli adolescenti : 2 leve emozionali PIACERE E INTERESSENegli adulti: 3 leve emozionali UTILITÀ, INTERESSE E PIACERE

«- L’insegnamento non dipende da una retorica o, come si dice oggi, da una capacità o da una tecnica di comunicazione, ma dal carisma di chi parla, ovvero da come sa rendere vivi, far vibrare, gli enunciati che trasmette.

Dipende dalla forza enigmatica della sua enunciazione –»

Da: Massimo Recalcati «L’0ra di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento» Einaudi 2014.

I bisogni spingono alla motivazione e i desideri attirano verso la motivazione

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MONITORAGGIO

Nel ciclo del PDCA ( Plan Do Check Act) prevede di ritornare sulla progettazione. Si parla di ruota pdca nel ciclo di Deming.

E’ un momento di controllo che avviene mentre il processo evolve.In classe è possibile semplicemente chiedere :- come sta andando? O meglio aiutare a descrivere, nel momento, quello che sta avvenendo ( si favorisce anche la metacognizione)Il monitoraggio è anche su se stessi

I momenti di indagine sono: 1 )iniziale, 2) intermedio per ricalibrare le azioni, 3) finale che diventa verifica

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BENE e VOLENTIERI è il segreto dello stare a scuola motivati

Analisi dei risultati è il parametro che rende conto del processo

Teorie dei bisogni:

MASLOW piramide: Fisiologici, Sicurezza, Appartenenza, Stima

ALDERFER teoria ECR: Esistenziali, RELAZIONALI, Crescita

HERZBERG teoria dei fattori duali: Motivanti e Igienici

Per la motivazione occorre che chi «governa il gruppo» favorisca la realizzazione dei bisogni di chi sta «sotto»Il «leader Emotivo» di Goleman è tale se esercita il «governo» e non il «comando».Il docente facilita l’apprendimento di cui è proprietario lo studente facendo in modo che quest’ultimo trovi facile imparare.

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https://www.mat.unical.it/~daprile/materiali/Imparare.pdf

http://www.youreduaction.it/10-competenze-del-docente-moderno/

http://www.assodolab.it/Contributi_multimediali/Crea%20Maria%20Antonietta/La%20funzione%20docente.pdf

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http://www.miur.it/Documenti/universita/Offerta_formativa/Formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/DM_10_092010_n.249.pdf

D.M. 249/2010Art. 2. Obiettivi della formazione iniziale degli insegnanti 1. La formazione iniziale degli insegnanti di cui all’articolo 1 è finalizzata a qualificare e valorizzare la funzione docente attraverso l’acquisizione di competenze disciplinari, psico-pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzative e relazionali necessarie a far raggiungere agli allievi i risultati di apprendimento previsti dall’ordinamento vigente. 2. E’ parte integrante della formazione iniziale dei docenti l’acquisizione delle competenze necessarie allo sviluppo e al sostegno dell’autonomia delle istituzioni scolastiche secondo i principi definiti dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275.3. Le competenze di cui ai commi 1 e 2 costituiscono il fondamento dell’unitarietà della funzione docente.

COMUNICAZIONECompetenza trasversale necessaria/fondamentale

Per attivare sistemi ( classi) che ascoltino

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La comunicazione si basa inizialmente sull’ascolto ATTIVO che rappresenta un automatismo per generare motivazione.

Esiste tutta una vera teoria della comunicazione VERBALE…..cosa dicoNON VERBALE….con il corpo (mani, occhi, postura…)PARAVERBALE …..con la voce, ( tono, intercalare…..)

«la scuola e l’arte di ascoltare- gli ingredienti delle scuole felici – Marianella Sclavi e Gabriella Giornelli –Ed. Urra Feltrinelli – 2014»

«Arte di ascoltare e mondi possibili – come si esce dalle cornici di cui siamo parte- Marianella Sclavi – Ed. Bruno Mondadori 2003»

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AUTORE:

ELISA Aggiungi

NOTE

una persona brillante e solare, grazie a lei ho finito la quinta superiore, senza non so se lo avrei fatto...

IL GIUDIZIO

SEVERITÀ FORMALITÀ PUNTUALITÀ CHIAREZZA DISPONIBILITÀ

DOMANDE PIÙ FREQUENTIVulcaniPianetiMinerali

Recensione 1/2 scritta il 29-06-2007 13:31 per Scienze della terra

AUTORE:

ALESSANDRO Aggiungi

NOTE

IL GIUDIZIO

SEVERITÀ FORMALITÀ PUNTUALITÀ CHIAREZZA DISPONIBILITÀ

Bravissima persona, appassionata della propria materia, ascolta durante le interrogazioni. Una delle migliori docenti che io abbia mai conosciuto.

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Forma di comunicazione non verbale, oltre all’abbigliamento è anche l’ambiente in cui si «abita»

PROSSEMICA

http://www.linguaggiodelcorpo.it/2011/10/20/prossemica/

http://www.afcformazione.it/blog/tecniche-di-comunicazione/quinta-lezione-la-prossemica/

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Lo spazio come ambiente di apprendimento

• Il concetto di spazio può essere considerato da varie prospettive: fisica, filosofia, antropologia, etologia, psicologia, sociologia, architettura, ergonomia…..

• Spazio come dimensione del quotidiano: viviamo sempre in uno spazio che diviene contesto di relazioni, narrazioni, esperienze

MA

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• La consapevolezza della stretta connessione tra progetto educativo e organizzazione degli spazi è una conquista piuttosto recente

• Eccezioni teoriche sono Fröbel, Montessori, sorelle Agazzi, Dewey che sottolinearono l’importanza dell’ambiente e del suo allestimento.

• Oggi c’è ancora poco investimento progettuale su questa dimensione e gli spazi più curati sono quelli delle scuole dell’infanzia, poi delle primarie e si tende ad un progressivo abbandono crescente con il crescere dell’ordine di scuola

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Ma lo SPAZIO, in una scuola è determinante per le

esperienze che in esso si possono fare

Quindi elemento fondamentale dovrebbe essere la qualità dello spazio stesso

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Spazio educativo:

Dimensione in cui si sviluppa una relazione densa di significati e di sollecitazioni, si attuano una

trasmissione culturale ed una trasformazione esistenziale sulla base di un progetto educativo.

Allora

È possibile e doveroso costruire contesti valorizzanti che sollecitino aspettative: aule colorate, accoglienti, contestualizzate; atrii e corridoi vissuti ricchi di oggetti propriAl contrario di contesti inibenti e poveri: muri grigi, sporchi, spogli

L’aula deve proporsi come luogo di formazione, sviluppo e valorizzazione di competenze e potenzialità

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Intrecci tra pedagogia e architettura:«Quando un architetto progetta una nuova scuola deve chiedersi quale tipo di spazio aiuta gli esseri umani a crescere» (Bruner 1998)

• Se l’aula vuota è affidata solo ad un docente o al massimo a due i loro margini di scelta divengono importantissimi per trasformare uno spazio sterile in un ambiente d’apprendimento, in un luogo abitabile.

Spazio abitato = cucito addosso• L’etimologia del verbo «abitare» ci dice che lo spazio è abitato se è posseduto.(Habitus deriva dal latino habito, frequentativo di habeo (avere) che significa quindi soler avere, abitare, dimorare. La

matrice habeo contiene anch’essa l’idea del possesso, dello stare, dell’abitare).• In tal caso rassicura e protegge.

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Aula tradizionale

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Aula laboratorio da completare con elementi personalizzati

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Aula non personalizzata Aula di geografia

Non c’è bisogno di chissà quali finanziamenti ma basta un po’ di creatività

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Bibliografia:

«Teoria generale dei sistemi. Fondamenti, sviluppo, applicazioni» Ludwig von Bertalanffy Volume 767 di Oscar saggi - Mondadori, 2004

http://www.celivo.it/documentazione/conduzione_gruppo.pdf

La vita affettiva della classe:- il gruppo come risorsa - Franco Giori. http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:VsYhUvyVzikJ:minotauro.it/wp-content/uploads/2012/11/Franco-Giori_La-vita-affettiva-della-classe.-Il-gruppo-come-risorsa-.docx+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it

http://lnx.casagrande-cesi.it/testi/peertutoring/didatticaorient.pdf

https://www.mat.unical.it/~daprile/materiali/Imparare.pdf

http://www.youreduaction.it/10-competenze-del-docente-moderno/

http://www.assodolab.it/Contributi_multimediali/Crea%20Maria%20Antonietta/La%20funzione%20docente.pdf

http://www.miur.it/Documenti/universita/Offerta_formativa/Formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/DM_10_092010_n.249.pdfhttp://www.linguaggiodelcorpo.it/2011/10/20/prossemica/

http://www.afcformazione.it/blog/tecniche-di-comunicazione/quinta-lezione-la-prossemica/

«la scuola e l’arte di ascoltare- gli ingredienti delle scuole felici – Marianella Sclavi e Gabriella Giornelli – Ed. Urra Feltrinelli – 2014»

«Arte di ascoltare e mondi possibili – come si esce dalle cornici di cui siamo parte- Marianella Sclavi – Ed. Bruno Mondadori 2003»