Format Rieti Maggio 2011

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ilmensiledelcentrod’italiaREG. TRIBUNALEDIRIETIN.1/98del2Febbraio1998

NessunapartediFORMATpuòessereriprodotta

Oggi, 17 marzo 2061, l’Italia festeggia i suoi200anni. Tu, caro Leonardo, nehai invece54,di anni. Quasi 55. Non so se io potrò esserci;tecnicamente è possibile. Ma sarei un ultrano-vantenne. Francamente mi auguro di no, pernon esserti di peso a quell’età.2061. E’ strano, e difficile, rivolgersi ad unfiglio che ha più anni dime. Così come è statosempre strano parlare ad un nonno più giova-ne: un nonno morto in guerra a neanchetrent’anni. E così, ecco già abbracciati 100anni di storia d’Italia. Quale Italia vedrai, da lì,dalla finestra di un secolo già in discesa? Sareitentato di fare delle previsioni (sono o nonsono un mago?), ma so che ti apparirebberoridicole. Sai, verso la fine dell’800 gli studiosipiù stimati affermavano che con il “frenetico”(?) ritmo di crescita di allora, nel giro di cin-quanta anni Londra sarebbe stata ricoperta dauno strato di cinquanta centimetri di stabbiodi cavalli, a causa dell’esplosione demograficaedella crescita esponenzialedel trafficodi car-rozze … con conseguenti catastrofi nell’am-biente e per l’igiene.Come sia andata realmente lo sappiamobenissimo! Dunque, non posso fare previsio-ni. Ma non posso neanche darti consigli: sareiin verità tentato, ora che ti vedo così indifesosul letto accanto a me, giocare con la bandie-rina tricolore e canterellare l’inno di Mameli.Vorrei riempirti di consigli e raccomandazioni… ma ora ai quattro anni, nel 2061 ne avraicinquanta in più. No, non avrebbe senso.Posso invecerivolgertidegli auguri, lemiespe-ranze. Spero che questi ultimi cinquanta anniti abbiano regalato un altro Giovanni Paolo eun altro Steve Jobs: veri “visionari”, quelli cheil futuro lo creano e lo reinventano. Se cosìfosse, quello in cui sarai non sarà un cattivomondo, in fondo.Ma l’Italia, l’Italia come sarà?Con questi ritmi, mezzo secolo sembra un’in-finità: quanti rimescolamenti, quali stravolgi-

menti avrai affrontato?Come potevano, tuo padre e tua madre, pre-pararti a tutto ciò a cui sarai andato incontro?Quanto saremo stati bravi a scrivere il tuoessere Uomo su quella pagina bianca che eri,cinquant’anni prima? E che italiano sarai?Mi auguro (ma nel dire questomi appaio solocome un vecchio proveniente da un’altra era)che non perdiate il significato profondo del-l’essere “italiano”, che non lasciate scivolarenell’oblio la nostra storia.Quella storia dalla quale anche tu vieni: unbisnonnomorto in guerra, un altro emigrantedieci anni negli Stati Uniti, gli altri protagonistidel boom economico del dopoguerra e testi-moni della cristianità e della fratellanza.Ovunque tu sarai, non dimenticare tutto que-sto. Così come non dimenticare ilRisorgimento. E il Rinascimento. Solo così laparola “Italia” potrà avere ancora un senso.Solo così non finirete per appiattirvi in unmondo senza più identità (“identità” al plura-le).Mi piacerebbe vederti portare con onore eorgoglio, ovunque ti troverai, gli insegnamen-ti di tuo padre e tua madre, sperando di averfatto il massimo per te. E’ difficile trovare leparole, e allora consentimi di prenderle in pre-stito da Roberto Vecchioni, un cantautore cheproprio nel 2011 vinse il Festival di Sanremo(già, hai ragione: Sanremo era un Festivalmolto famoso, quando avevi quattro anni):“Figlio, chi ti insegnerà le stelle se da questanave nonpotrai vederle. Chi ti indicherà le lucidalla riva, figlio quante volte non si arriva. Chiti insegnerà a guardare il cielo fino a rimane-re senza respiro, a guardare un quadro perore e ore fino ad avere i brividi dentro il cuore.Ché al di là del torto e la ragione contano solole persone, ché non basta premere un bottoneper un’emozione”.Buona strada, Leonardo.

diRino Panetti

2061,17Marzo:200anniBuoncompleannoItalia!

EditorePubblicittà S.r.l.

DirettoreResponsabileMaurizio Festuccia

CapoRedattoreStefania Santoprete

DirezioneGraficaAlessandroVellucci

Un ringraziamentoa:

Ileana TozziAjmoneFilibertoMilliLucio BoldrinMassimoPalozziManuelaMarinelliPaoloDi LorenzoFrancesco InchesLuigi RicciRiccardoDiGenovaAntonioMartellucciAlvaroGalassoRoberto LorenzettiMassimiliano LucandriGiorgia CascianiLeonida Forgini

Redazionee Segreteria:02100 Rieti - Via Calcagnadoro, 22Tel. 0746.200300 - Fax: 0746.496755www.formatweb.itE-mail:[email protected]

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Stampa:Tipolitografia PetruzziCittà di Castello (PG)mandatoinstampail19Aprile2011

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&14_GRAZIEMILLI

15_LUCIEDOMBRE

18_REATENOSTRA19_ILPROF.ARISTIDE21_POLVERISOTTILI22_ILSASSOLINONELLASCARPA

27_CARATTERIORIGINALI28_LAPULCENELL’ORECCHIO

28_ARCHI_MADE

29_L’ANGOLOAZZURRO

30_ARREDANDO

30_INPUNTADIPIEDI

31_CEOLAIMMOBILIARE

32_BOTTEGADELL’ARTE

32_MAGICAMENTE

33_LASCHEGGIAIMPAZZITA

34_REPARTOORTOPEDIA

35_OROSCOPO&LUNARIO36_SANTABARBARA41_NAVIG@NDO/INTERNETTAGENDO42_ALBUMDIFAMIGLIA

44_LOSPORT

Maggio2011

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05 |RietitraMassoneriaeUnitàL’Archiviodi Stato racconta

07 |L’elettoFinaledelPremioLetterario “CittàdiRieti”

09 |E’accadutomentredormivo…LetteradiPasqualeG.

11 |Appuntamentoprestigioso2°FestivalDomBedosRoubo

13 |UncittadinocontrotuttiL’esempiodell’indignazione

17 |Corsigratuitidi italianoNelprocessodi integrazioneper l’immigrazione

20 |LeOrmediritornoaRieti“Esordirono” incittànel ‘69al “FestivaldeiComplessi”

20 |TempodiRevival?La “ParatadiPrimavera”era troppoavantiperRieti

23 |MaglianoSabina,terradiconfine1860-1870DalRisorgimentoaGuidoPoeta

23 |L’ultimaschiacciataVinicioTruini ciha lasciatoper sempre

20 |RietiDanzaFestival2011Torna ilConcorsodell’eccellenza reatina

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RietitraMassoneriaeUnitàL’ArchiviodiStatoraccontaDiverse le iniziativedell’ArchiviodiStatoperi 150 anni dell’unificazione nazionale.“Sapevamoche i riflettori si sarebbero acce-si su tutti gli Archivi d’Italia ed abbiamo ini-ziato a lavorare dal 2010 - spiega il diretto-re dr. Roberto Lorenzetti - Le mostre rea-lizzate sviluppano il percorso che ha porta-to all’unificazione nel nostro territorio.“Comincia l’Italia” ha illustrato cosa è acca-duto a Rieti nel primo anno dell’Unità dallecose più curiose come il non avere cartaintestata ed essere costretti a cancellare ladicitura “Governo Pontificio” per sostituirlocon un “Regno d’Italia”, a come spostarerepentinamente le postazioni della doganaa Passo Corese, Scandriglia, nel territorioromano,aiprimi fenomenidelbrigantaggiocon presenza significative nella Valle delTurano. In questa occasione i reatini hannoscoperto come la nostra città non sia entra-ta nel Regno d’Italia il 17 marzo 1861, maaddirittura un anno prima: Rieti, città papa-lina per eccellenza attraverso un plebiscitoaderì con soli 3 voti contro l’annessione. Siè poi chiusa da poco, nei locali ampi dellaFondazione Varrone che ci ha ospitato, lagrandemostra,quellaufficialedelComitatoCommemorativo, che sintetizza quanto giàfatto ed offre anticipazioni, mentre è stataappena inaugurata la mostra storico-docu-mentaria sulla Massoneria a Rieti nel perio-do risorgimentale, intitolata “La Loggiamassonica ‘Sabina Oriente di Rieti’,Lodovico Petrini e il Risorgimento reatino”che rimarrà aperta a lungo.”Massoneria è un termine che ha per noiun’accezione negativa, trattandosi disocietàsegretaconfortespiritoanticleri-calehainveceavutounruolocentralenelRisorgimento con ruoli certamente piùnobili nel passato di quelli che attribuia-mo alla P2. Erano massoni Mazzini,Cavour, lo stesso Garibaldi.“Siamo i fortunatissimi possessori, proba-bilmentegliunici in Italia, adavere l’archiviodella Loggia massonica reatina - prosegueLorenzetti - con tutto il campionario dellasimbologia, lettere cifrate, adepti e docu-menti, verbali delle sedute e riti.”MachifacevapartedellaMassoneriarea-tina?“Un po’ tutta la città che contava, non acat-tolicamaanticlericale, come tutti i liberali diquel tempo. Dobbiamo collocare quantoaffermiamo nel momento storico in cui ilpotere temporale era in mano ai Papi conRoma che resisteva, ultima parte da libera-re. Sopra la storica Farmacia di Via Roma siritrovavano Gennaro Pennesi, Vincentini,Antonio Picarelli, Domenico Petrini,Cristoforo Colarieti, Pietro OdoardoVincentini, Pietro Maffei, BartolomeoVecchiarelli ed anche il sottoprefettoMastricola.”

Come visse la città l’arrivo di Garibaldi?“Pochi si rendono veramente conto di cosarappresentasse Garibaldi in quel momentosoprattutto per i giovani. Voglio ripetere ciòche ha raccontato molto bene Benignidurante una puntata dello scorso Sanremo:se noi oggi pensiamo a queste figure stori-che del Risorgimento ci torna un’immaginastanca, retorica, lontanissima dalla realtà.Garibaldi era un mito più di Che Guevara,più di ciò che rappresentarono i Beatles perun’altra generazione, e Rieti ne fu testimo-ne. Siamo stati fortunati anche in questo:l’eroe dei due mondi ha dormito in ognipiccoloborgod’Italiamanellanostracittàsiè fermato per molti mesi con tutta la sualegione di circa 700 militari, ciò che rima-neva dei 1.500 partiti. Migliaia di giovaniscappavano di casa per seguirlo, abbiamole carte che testimoniano come molti fos-sero rifiutati a causa della giovane età, ave-vano13/14anni, tutti figli dellaborghesiaedell’aristocrazia. E’ vero quando si dice chelemasse popolari piegate dal lavoro e dalledifficoltà economiche non ebbero tempoper la Rivoluzione, anzi furono utilizzatesoprattutto al Sud per ostacolarla. Il feno-meno del Brigantaggio ad esempio, anchenel Cicolano, nasceva rispetto ad uno Statoche non si conosceva. Si facevano azioniche prima dell’Unità erano giudicate legali,come i diritti d’uso civico, il legnatico, tra-sformate in seguito alla privatizzazione inatti fuori legge che costringevano questepersone a darsi alla macchia per non cade-re nelle mani dei gendarmi.”Contrabbando ed incetta di derrate ali-mentari, furtivamente introdotte nelregno di Napoli, videro coinvolti la mag-gior parte dei ‘Signori’ del Cicolano chespesso si erano serviti, per imporre leloro condizioni, di bande armate com-poste da contadini e braccianti, i quali,dopoaverpartecipatoalleconsuetescor-rerie, rientravano tranquillamente neiloro villaggi come fosse una normaleprassi all’interno di un equilibrio cheentrambe le parti sorreggevano.“Tra i nomi importanti della nostra zona -puntualizza Lorenzetti - Berardino Violanonnodi quel BerardoViola personaggiodiFontamara di Silone.”“Oggi si discute sulla bellezza o meno delnostro inno - continua tornando ai festeg-giamenti per l’Unità d’Italia il direttoredell’Archivio -unadellepolemiche idiotedelnostro tempo. ‘Fratelli d’Italia’ èquello: èuninno. ‘Va pensiero’ è sicuramente più bello,mailnostro innoèstatoscrittodaunragaz-zo di venti anni che èmorto per fare l’Italia.Hograndeconsiderazioneper il lavorofattodal nostro Presidente della Repubblica perresuscitare questo spirito patriottico.Ringrazio il signorPrefettoperché inqueste

manifestazioniabbiamocollocato la ristam-pa della nostra Costituzione con un’intro-duzione, letta durante i festeggiamenti alTeatro Flavio Vespasiano da Paolo Fosso,tratta dalla lezione agli studenti milanesi diPiero Calamandrei del 1955. A significarecome questi 150 anni partano da allora eabbiano questo secondo momento: il cul-mine è la Lotta di Liberazione e la nostraCostituzione. Di tutto questo dobbiamoessereorgogliosi. Eppure la sinistra sembranon amare molto il termine ‘patriottismo’chissà perché!”Le iniziative si intrecciano e si accavalla-no con quelle della Settimana dellaCultura. E’ così che l’Archivio di Stato si ètrovato ad ospitare un lavoro realizzatodall’Istituto Tecnico Commerciale.“Si intitolava ‘Sorelle d’Italia’, bellissimolavoro realizzato anche grazie ai documen-tidell’Archivio.Tra le figuredominantiquel-la di Margaret Fuller che la nostra città hafinalmente degnamente celebrato.Affascinante lastoriadiquestadonnanotis-sima in America in cui ancor oggi si vendo-no libri e poster a lei dedicati. Consideratauna delle madri del femminismo, primainviatadi guerradonna,mette almondounfiglio con uno degli esponenti dell’aristo-crazia nera romana, conte Ossoli. Amoredifficile da vivere con lui che combatte tra iliberali e lei che ad un certo punto si dedicaalla cura dei malati all’OspedaleFatebenefratelli, primo esempio alla GinoStrada di Emergency, in quanto in quell’oc-casione si curano tutti i feriti, anche i fran-cesi che combattevano la RepubblicaRomana. Storia finita tragicamentenel viag-gio di ritorno in America in cui Margaret edil suo uomo perdono la vita in seguito anaufragio e di cui rimane solo un corpicinosepolto a Boston sulla cui lapide è scritto‘natoaRieti’.Unapaginabelladiunadonnastraordinaria raccontata nel film ‘In nomedel popolo sovrano’.

Stefania Santoprete 5

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L’elettoNellacasadiAngeloFinaledelPremioLetterarioPer laprimavolta

Sprint d’arrivo per ilPremio LetterarioCittà di Rieti Centrod’Italia che vuoleconsacrare ognianno un testo lette-rario edito partico-larmente significati-vo nell’ambito dellaletteratura italianacontemporaneascelto tra cinquefinalisti. Le cinqueopere sono stateaffidate anche que-st’anno ad una giu-ria di 150 lettori,scelti in un campio-ne rappresentativodellapopolazione reatina tra le centinaiadi richieste inoltrate rendendocosìpossibile un ricambio netto dei lettori-giurati rispetto alle precedenti edi-zioni. La premiazione avverrà nel pomeriggio di domenica 22 maggio2011 presso il Teatro Flavio Vespasiano. Durante lo spoglio delle schede èprevista la lettura di alcune pagine dei libri finalisti. Quest’anno in gara l’in-segnante e traduttore Franco Stelzer con “Matematici nel sole”, l’esordien-te Alessandro D’Avenia con “Bianca come il latte rossa come il sangue”, ilgiornalistaFlavioSorigacon “Il cuoredeibriganti”, la vincitricedelCampiello2010 Michela Murgia con “Accabadora” ed il critico letterario EmanueleTrevi con “Il libro della gioia perpetua”. Comeogni anno i giurati hanno riti-rato la copia di ogni libro unmese prima dell’incontro con l’autore che si èresodisponibile,dopo lapresentazione,perdomandeechiarimenti. Lagiu-ria era compostada114donnee36uomini, così distribuiti per fasciad’età:16-30: giurati 22, 31-45: giurati 43, 46-60: giurati 54, > 60: giurati 31.

Si è svolta una visita guidata, organizzata dal Centro diPromozione Sociale “Porta d’Arci”, nello storico monasterodelle suore clarisse di Santa Chiara, con annessa casa diAngelo Tancredi da Rieti e nella chiesa omonima. “SanFrancesco passando per Rieti incontrò un nobile cavalieri dinome Angelo Tancredi, al quale, sebbene sconosciuto, rivol-se il Santo questo parlare: “Signor Angelo, da troppo tempoporti la cintura, la spadaed i calzari; oraperò ti convienecam-biare la cintura con una rozza fune, la spada con la croce diCristo, i calzari con la polvere e il fango delle piazze. Seguimidunque, poiché ti farò cavaliere di Cristo”. Ed Angelo imme-diatamente lo seguì.” Un anonimo scrittore reatino del XIVsecolo in Actus Beati Francisci in Valle Reatina fa riferimentopiù volte ad Angelo Tancredi. Le fonti biografiche francesca-ne si limitano a dire solo che “fu il primo cavaliere entratonell’Ordine dei Minori, lodato davanti agli altri, più volte dalbeatopadre, per la sua cortesia e gentilezza”. Tra lemuradelconvento di Santa Chiara, si osservano i resti della casa diAngelo che Papa Nicolò IV aveva donato nel 1289 a 4 nobilisorelle reatine: suor Maria, suor Atonia, suor Clara e suorGiulia. La tradizioneche il nucleopiùanticodelmonasterosiacostituito dall’antica casa dei Tancredi, è riferita dagli scrittoridel ‘600, come padre Angelo daNaro, confessore delmona-stero e dal Da Modena. Della chiesa si ha notizia dal 1440quandolesuoreottennerodalPapal’autorizzazioneacostrui-re unmonastero dentro Rieti. Di fianco il campanile formatoda due ordini di bifore. L’interno ha quattro altari. L’altaremaggiorepresentaunapala raffigurante laResurrezione, SanFrancesco e Santa Chiara. L’organizzazione della visita, con-cessaper laprimavoltaadungruppodivisitatori, èstatapos-sibile grazie alla disponibilità dell’abbadessa Maria LuisaPrincipessa e delle sue consorelle. La visita è stata guidatadalla professoressa Rita Giovannelli.

Carla Todero, Franco Stelzer e l’ass. Formichetti

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E’accadutomentredormivo...Giunge nella nostra Redazione questalettera. E’ una riflessione che ha destatoimmediatamente la nostra curiosità ed ilnostro interesse. Vogliamo pubblicarlacosì, senza tagli, integralmente: la nostraCittà viene vista e “interpretata” anchecosìdachi vi si affacciaper laprimavolta.

Mi chiamo Pasquale G.Tre anni fa ottenni il trasferimento inquesta città, proveniente da una provin-cia del sud delle più tristemente famoseper la cronaca giudiziaria legata allagrande criminalità.L’arrivo aRieti è stato entusiasmante permee lamia famiglia.Qui infatti abbiamoincontrato lo Stato che non conosceva-mo: le rassicuranti presenze di un gran-de Questura, una Stazione di Carabinierigrande e moderna, poi una Casermadella Guardia di Finanza imponente, eduna Prefettura elegante emonumentale.Città ordinata. Il Paradiso.L’unica cosa che somiglia al mio paese èl’ex nucleo industriale, pieno di capanno-ni adibiti a grandi superfici commercialisufficienti per una città di 150.000 abi-tanti.Ho sentito parlare di una crisi economicache all’inizio non ho capita: bella gente,belle case, belle macchine, bei negozi.Poi ho iniziato a leggere settimanalmen-te di problemi di fabbriche in chiusura, diattività commerciali in fallimento, di pro-gressivo impoverimento del territorio edaumento delle assistenze della Caritas edella mensa dei poveri.Ed è vero, i negozi chiudono, e ne chiudo-no tanti!ViaCintia, viaTerenzioVarrone,viaRoma: SI VENDE; SI VENDE; SI VENDE.Ma ho l’impressione che pochi vendano,nellamaggior parte dei casi rimangono icartelli.Quando qualcuno vende, pochi mesidopo riaprono strane piccole attivitàcommerciali, con i neon al soffitto, gliscaffali in alluminio, mai un cliente den-tro. Strano, somigliano proprio a queinegozietti che aprivano e chiudevano nelpaesotto dal quale provengo, ma quellenon erano attività commerciali, erano inegozi che servivano da paravento adaltre attività… e qui, non credo sia così.Però sono iniziate ad accadere altre coseinspiegabili, una soprattutto. Una abnor-me crescita dell’edilizia.Decine e decine di edifici nuovi, centinaiadiappartamenti costruiti o in costruzionein due anni.Ho immaginato che finalmente ci fosseuna buona notizia: la prevista aperturadi qualche fabbrica che garantirà unmigliaio di posti di lavoro e molta genteverrà anche da fuori per lavorare e vive-

re a Rieti.Chiedo notizie, ma nessuno sa di un’im-minente apertura di fabbriche… “Apre ilcarcere!” mi hanno detto.Chiedo allora la ragione del perché ditanti nuovi appartamenti (900, dicono).Nessuno conosce la risposta, ma la cosapiù strana è che nessuno se n’era accor-to!!! E la mia domanda genera sorpresa,non per le tante case vuote, genera sor-presa il fatto che io mi ponga unadomanda così stupida.Scopro anche che la popolazione reatinaè praticamente numericamente ferma.Non è possibile! Ma allora per chi sono lecase? E’ aquestopunto che scoproun’al-tra anomalia: la città è GIA’ piena diappartamenti vuoti in edifici vecchi instrade del centro storico e della periferia.Ma, allora, i conti non tornano proprio.Qualcuno mi risponde che gli apparta-menti li comperano i ricchi per investire,ma, mi chiedo “Saranno ricchi e scemi,perché chi mai investirebbe denaro inappartamenti inunpostodovegli appar-tamenti avanzano a migliaia e quindiconseguentemente si svalutano?” Miguardano come se fossi unmarziano.Ma allora le cose sono due:o i costruttori costruiscono per il piaceredi farlo e poi non vendono gli apparta-menti e se li tengono lì, belli vuoti, perorgoglio professionale, ed allora immagi-no che la Guardia di Finanza stia inda-gando su questo strano “hobby”;o li comperaqualcunoper tenerseli vuoti,ma allora la Guardia di Finanza avrebbeindagato sui compratori che hanno que-st’altro strano “hobby”.E immagino proprio che stia indagando,

perché poi ho scoperto un’altra stranacaratteristica di questa città: le banche.Una volta da ragazzo sono stato aLugano, perché volevo emigrare inSvizzera. Solo lì ho visto tante banchecomeaRieti. E vedobanchedi tutta Italia!Ce n’è anche una spagnola! Ma con lacrisi chec’èqui, chi sacomefannoatene-re in piedi tante banche… ma in questocasonondev’essercinessunmistero,per-ché sono tutte lì in bella vista, e poi nonc’è più il segreto bancario, quindi le auto-rità sanno bene di chi sono i soldi neiconti correnti e quindi dev’essere tutto aposto. Questo mi rassicura.Poi però è avvenuto un episodio che miha preoccupato, e molto. Ho incontratonel bar sotto casamia (vivo in periferia),Don Nicola. No , non un sacerdote, DonNicola del paese vicino almio. Lui nonmiconosce, sono un povero anonimo,ma iosi che lo conosco! E chi non lo conosce aDon Nicola! E’ ricco, è potente, ha duecave di breccia vicino al mare, gli stabili-menti balneari, è il genero dell’ex sinda-co di lì, ha un’impresa di costruzioni. EDon Nicola era accompagnato da dueragazzi che parlavano il mio dialetto. Mala cosapiù strana è che il barista lo cono-sceva benissimo a Don Nicola, a giudica-re dalla confidenza delle battute, però lochiamava Luigi, non Nicola. “Comevanno le cose Luigi! Sempre in forma?Quanto ti fermi stavolta?” “Solo pochigiorni, solo pochi giorni, finché non hofinito di arredare la casa, allora il caffèdate, tutte lemattineme lovengoapren-dere!”. Questa frasemi ha scatenato unospaventoso flusso di ricordi…ma, non sarà che… !?

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Appuntamentoprestigioso2°FestivalDomBedosRouboDal 19 al 22 maggio nella Chiesa di SanDomenico verrà data voce per la secondaedizione del Festival d’Organo Dom BedosRoubo, allo straordinario strumentoPontificio, un gioiello dell arte organariainaugurato a Rieti nel 2009 e costruitocome copia di organo classico francese,uno dei più imponenti al mondo.Realizzato dall’organaro italo-franceseBarthelemy Formentelli secondo i trattati diDom Bedos per la parte fonica e sul tratta-todi falegnameria coevodiAndreasRouboper la cassa, lo strumento è un omaggioall’organaro-esperto francese Dom Bedos,inaugurato nel tricentenario della morte(1709-2009). Misura 14 metri e si basa suunprincipaledi32piedi,ha5 tastieree tor-nerà a suonare per un ciclo di 5 concertid’Organo, e per la messa solenne delladomenica pomeriggio con organo e coro.Giovedì 19 maggio alle ore 21 inaugura-zione ad opera del M° Carolyn Shuster-Fournier (Inno d‘Italia di G.Mameli,A.Valente, Boyce, Clérambault, Balbastre,Bach, De Grigny) organista e musicologafranco-americana presso la Cattedraleamericana di Parigi, nominata titolare delcoro organo Aristide Cavaillé-Coll a LaTrinité Chiesa. Si è esibita in Europa e negliStati Uniti, collaborando con compositoriprestigiosi.Venerdì 20maggio ore 21 concerto del M°Paolo Bottini (Giuseppe Verdi - Brani in tra-scrizione organistica dello stesso Bottinitratti dalle opere) Musicista cremonese

diplomato in organo pianoforte e clavi-cembalo, è il segretario nazionale della“Associazione Italiana Organisti di Chiesa”e organista supplente al prestigioso orga-no “Mascioni” (1985) della cattedrale diCremona.Sabato 21 maggio alle 18,30 concerto delM° Francesco Tasini (George Bohm - 350°anniversario della nascita, - JohannSebastian Bach). Tasini ha studiato presso iConservatori di Bologna e Milano, diplo-mandosi «cum laude» in Organo eComposizione organistica (con W. Van dePol), Clavicembalo (con S. Vartolo) eComposizione (con G. Manzoni). Ha con-seguito a pieni voti la laurea al DAMS conuna tesi sull’opera XVdelmusicista seicen-tesco Maurizio Cazzati. Numerose sono lepubblicazioni e le revisioni critichedi operetastieristiche italiane dei secoli XVII e XVIIIda lui edite.Sabato21maggio alle ore 21Concerto delM° Marc Pinardel (Attaignant, Titelouze,Buxtheude, Homilius, Krebs, Pinardel).Professore incaricato alla Sorbona, delcorso di accompagnamento e di improvvi-sazione per i professori candidati all’inse-gnamento secondario, organizza stage diformazione all’improvvisazione destinati aiprofessori di strumenti dei conservatori edai musicisti professionali Ha accompagna-to alcuni film storici: ‘Jeanne’ di CarlTheodor Dreyer, ‘La Passione secondo SanMatteo’ di Pier PaoloPasolini, l’integraledei‘Fantomas’ di Louis Feuillade, con improv-

visazione in diretta all’organo, al clavicem-balo ed al piano. Durante il FestivalInternazionale “Tolosa gli Organi” 2006,entra a far partedella squadradella Franciadi improvvisazione, vittoriosa sul Canada.Domenica22maggio alle ore 18,30MessaSolenne con Organo e CoroCoraleAuroraSalutis, direttadalM°DanieleRossi (chiusura del Festival con musichedel Risorgimento di Morandi, Provesi,Petrali, Moretti, Sperati, Botti, Verdi - corodel Nabucco) . Con l’Orchestra di S. Ceciliaper la Deutsche Grammophon Rossi haincisounaseriedi cddimusicasacra,di cuiuno dedicato ai Requiem di G. Fauré e M.Duruflé che in Francia ha ottenuto il presti-gioso riconoscimento “Diapason d’Or”.Titolare di cattedra dal 1978, è attualmen-te in servizio presso il Conservatorio diMusica “A. Casella” di L’Aquila.

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UncittadinocontrotuttiL’esempiodell’indignazionedi Stefania Santoprete

“Ajmone FilibertoMilli nel corso di una tra-smissione disse Questa è una città zozza,lurida e cozzosa” esordisce così BenitoRosati ambientalista per vocazione natura-le e volontario per forza.Non è difficile capire di chi stiamo parlan-do anche con conoscendolo per nome: èl’unico uomo-sandwich che abbiamo, coluiche troviamo ai bordi delle strade munitodi ramazza, che pianta fiori in aiuoleabbandonate o fotografa ciò che gli altrinon hanno il coraggio di denunciare. E’colui che sostituisce le istituzioni quandoquest’ultime latitano.Non ama le parolema i fatti, esempio coe-rente e scomodo per chi inutilmente hatentato di imbrigliarlo all’interno di asso-ciazioni o partiti. Benito è un battitore libe-ro ed in quanto tale riesce facilmente adaggregare persone con i suoi stessi idealisenzacheci siabisognodiun logoodiunabandiera per riconoscersi.Come nasce Benito ecologista?“Nasce da quel lontano bimbetto di 5 anniche, al fianco del papà, si inginocchiava abere l’acqua del fosso imitando gli anima-li. Crescendomi sono reso conto di ciò chestava avvenendo intorno a me, del mondoche stavamo consegnando ai nostri figli enipoti edhodecisodinon rimanereaguar-dare”.Come tante diapositive proiettatesequenzialmente sparge lo sguardointorno alla nostra città ricordandomomenti ed avvenimenti.“Io vi invito ad osservare ciò che esce daldepuratore dietro la Viscosa. Non esistedivisione tra acque chiare e scure e finiscetutto nel fiume: è pazzesco! Le fogne delTerminillo? Nell’agosto dell’89 c’eranomigliaia di presenze sulMonteTerminillo ele fogne andavano a finire quasi tutte nelbosco… L’anno dopo effettuammo la puli-zia di Pian de Roche 35/40 sacchi diimmondizia stracolmi raccolti da 60/70persone di ogni età...”.Quand’è che scatta l’esigenza dimetter-si all’opera?“Quando non ne posso più. Io ho fattoparte di molte associazioni ma nel lungoperiodo nonmi ritrovo in esse. L’ambientenon ha bisogno di parole ma di fatti! Sonoindicato come colui che raccoglie l’immon-dizia, ma sono orgoglioso di andarla atogliere pur tra mille critiche.Tre volte sono andato a bonificare l’areadal parcheggio grande all’edicola dell’o-spedale, qualche volta al mio fianco c’eraqualche amico dell’associazione ‘La loco-motiva’. Accadonocose strane in tal senso:

mentre ero al supermercato e stavo intrat-tenendomi con dei conoscenti, osservavol’insistente presenza di un signore. Noncapivo il perché e stavo infastidendomi.Rimasto solo ho capito che voleva sempli-cemente darmi il suo numero telefonicoper essere chiamatoper la prossima inizia-tiva. Era insomma qualcuno che si ricono-sceva nel mio ‘voler fare’. Ad esempioanche 6 persone della Protezione CivileComunale di cui faccio parte hanno accol-to con entusiasmo la proposta di ripulire lastrada adiacente i Cubi: risultato? 13 sacchidi immondizia in circa 200metri”.Di chi è la responsabilità?“Nostra, nostra… dei cittadini. Non bastaperò andare a pulire, occorre stimolare lagente alla raccolta differenziata.Basterebbe chiamare l’Asm che intervienegratuitamente per lo smaltimento dei rifiu-ti ingombranti, evitando di gettare beni diogni tipo ovunque, tra il verde. Un tempoero responsabile di Legambiente, Agenda21, andai ad una riunione nella sala comu-nale, rimasi sconcertato dalle dichiarazionidi chi affermò senza ritegno “Se l’azienda(Asm) non fa la raccolta differenziata ciguadagna”.Sconcertante! Sempre con Legambienteabbiamo messo in atto una raccolta/cam-pione della differenziata. Era condotta conmezzi di fortuna ed ovviamente su piccolinumeri: andavamo nei condomini con lanostra bilancetta e valutavamo i risultati.Arrivammo alla conclusione che solo conl’umido sarebbe stato garantito un 48% didifferenziataPerché poi non seguire l’esempio dellaperiferia romana? Stabilire determinatedomeniche in cui autorità e Asm, si rechi-no in certe zone in cui possano confluirecome azione dimostrativa e stimolante, irifiuti ingombranti. Occorre mettere i citta-dini in condizionedi poter effettuare la rac-colta differenziata: non si possono nonsvuotare i cassonetti e poi lamentarci dellacortina di immondizia che vi orbita”.“Non appartengo allo stesso colore politicodell’assessore Boncompagni - puntualizzaRosati - ma debbo dire che sta facendo unbuon lavoro. Purtroppo anche lui incontrala malafede di chi vuole ostacolarlo.D’altronde la legge afferma che in caso dimancati risultati saremmo sanzionabili.Dov’è l’intelligenza dell’uomo? La gente hafame e noi buttiamo il cibo, la gente hasete e noi inquiniamo l’acqua: è questa lavera tragedia”.I depuratori da sempre sono tra i tuoiobiettivi.“Quello di Amatrice, di Cantalice, di SantaMargherita, di Leonessa, parliamo di quel-

lo di Via Tancia: la legge consente 5milacolibatteri fecali daldepuratoreal fiume,danoi sono stati tre milioni e mezzo per dueanni! Vogliamo parlare di ciò che andavadentro la Riserva dei Laghi Lungo eRipasottile? Del fiume Turano in cui afflui-va acqua bianca/azzurra e, chiamata laForestale, rispondevano ‘non abbiamodipendenti da poterle mandare’?”Qualcuno ha provato a fermarti duranteil corso di dimostrazioni eclatanti?“Comunico sempre ciò che intendo farealla Questura, è obbligatorio. L’avevo fattoanche durante la protesta per Casapenta:30/40 metri di altezza di rifiuti, ho passa-to lì giorni, ferragosto compreso. Nonpotendone più ho occupato un giorno lamezzeria della Cicolana rimanendo quasicontrastato tra due camion in transito, congrande spavento.Dopo cinque minuti a sirene spiegate hovisto arrivare degli agenti che minacciava-nodi arrestarmi,portavanoviamema l’im-mondizia sarebbe rimasta, non mi sem-brava giusto eppure avrei accettato anchela galera per i miei princìpi. Dopo 15 gior-ni però Casapenta era sgombra.”Ciò che suscita ammirazione è la capa-cità dell’indignazione che, nonostante iltrascorreredegli anni, BenitoRosati con-serva ancora e che la vita ha invece toltoamolti dinoi. Cosaconsiglierebbeaduncittadino come via di ribellione?“Non posso consigliare di seguire il mioesempio perché so che non è giusto: ionon vado più a votare. Non è una sceltafacile, so che molte vite sono state sacrifi-cate per garantirci questa libertà, ma nonriesco a votare coloro che intendono fare ipropri interessi a discapito del cittadino:non mi vedo rappresentato da alcuno diloro. Anche il singolo esponente di partito,seppure positivo, non ha, secondo me,possibilità di sottrarsi all’essere fagocitatodal sistema.E’ importante, invece, che ognuno di noi sisenta estremamente responsabile delmondo che lascerà ai propri figli”.

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to dai suoi amici “camerati” ma dalla cittàche lo ebbe protagonista di permanentibattaglie politiche ed istituzionali.

Un’anomalìa, si diceva. Perché, in tempidove imperversa ciò che ormai generica-mente e generalmente viene definito “turi-smo ideologico o partitico” con le conse-guenti genuflessioni dinanzi all’altare diSan Gettone, santo adèspota il quale com-pensa la sua assenza nelMartirologio dellaChiesa con laicisticapresenzanelle agendeprivate dei cascami della politica locale, intempi di una parossistica gettonotropìa un“tipo” comeGiacomoPassarani nonpotevache disturbare i “turisti” della politica.Dopo Salò dove, combattendo con le armiche uccidevano, fu ferito e non si sa comescampasse alla morte, Passarani ha conti-nuato la sua battaglia senza mai venir

Se il tempo cancella, il tempo (a volte) saanche mantenere. Ed infila il passato nelpresente anche se, di questo, sembra unacerta anomalìa che tende ad squilibrare gliequilibrati equilibri dell’oggi. GiacomoPassarani rappresentava tale disquilibriochedisturbavagliopportunisticimodid’es-sere dell’oggi politico. Una storia, la sua,che, nella infezione di massa della politica,si colloca come una incurabile patologia.Prima dell’Ottosettembre GiacomoPassarani non esisteva, confuso in quell’a-rea tipologica del Borgo che ha sempresegnato una “reatinità” diversa. Fascista?Non fascista? Afascista? Antifascista? Nonsi sa. Si sa soltanto che la Sua famiglia face-va parte del flusso medio cittadino deltempo che amministrava gli orgogli nazio-nali ed imperiali come un po’ tutti. Il puntoche segna tale “anonimato di massa” èstato l’Ottosettembre perché alloraGiacomo divenne uno dei tanti “ragazzi diSalò” rimanendo tale per tutta la vita di poi.Giacomo Passarani è stato questo: il com-battente della Fasciorepubblica il quale,mai dismettendo o sbiadendo la divisafasciorepubblicana, continuò idealmenteed ideologicamente ad indossarla per tuttala sua esistenza.Così infatti è stato ricordato. E non soltan-

meno ai propri doveri ideologici che scat-tarono in quell’Ottosettembre che, viril-mente, non ammetteva deroghe alle scelteanche se, magari, assai poco virilmente, lamaggioranzasi collocavadietroallepersia-ne dell’attendismo arruolandosi in quella“molecolarità” diffusa che in parte facevafinta di stare “dalla parte” della Resistenza,in parte della Fasciorepubblica.Giacomo scelse subito e quando fu l’ora dipartire, partì per il nord con lo zaino vuotodi speranze. Ma egualmente partì e tenneil punto fino a quel 25 aprile del ’45 quan-do tutto crollò nel tripùdio della Libertà.E quando ritornò la divisa con il gladioromano da panno pesante diventò “divisaideologica” partecipando alla formazionedi quel Msi che intendeva riallacciarsi nontanto al fascismo del regìme quanto alfascismo sociale della Fasciorepubblica.La “personalità” politica ed umana diPassarani ha avuto la corale manifestazio-ne di trasversalità politica durante le ese-quie: c’era laRieti “di tutti” chedaSalò tran-sitava nel presente attraverso laResistenza: questa Rieti della “molecolaritàdiffusa” ha reso il giusto e sentito omaggioche si deve al Combattente, pedagogicoesempio di fermezza.“Il resto è silenzio”, direbbe Amleto.

GiacomoPassarani, ragazzodi Salò

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“Le donne non civogliono più beneperché portiamo lacamicia nera”

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Cosa vuol dire “BuonaPasqua”?vostra vacanza pasquale? Augurarsi BuonaPasqua è dire: “ciò che noi abbiamo udito,ciò che noi abbiamo veduto, ciò che lenostre mani hanno toccato, ossia il Verbodella vita, quello che abbiamo veduto eudito, noi lo annunziamo anche a voi, per-ché anche voi siate in comunione con noi.La nostra comunione è col Padre e colFiglio suo Gesù Cristo” . Cosa hanno vistoMaria, Pietro e Giovanni? Cosa hanno cre-duto? LaMaddalena va al sepolcro, vede la

pietra rotolata via, ilsepolcro vuoto! Pensa altrafugamento del corpodi Cristo! Allora decidedi avvertire gli apostoli.Pietro e Giovanni corro-no al sepolcro, Giovannivede le bende per terra.Pietro vedendo le bendeper terra e il sudario pie-gato a parte, forse restaperplesso, riflette, medi-ta, contempla, si chiede,si domanda. Ma

Giovanni vede e crede! Come vede, cosacrede? Giovanni conserva nel suo cuoretutta l’esperienza di sequela del Signore;conserva le gesta e le parole del Maestro,ha nella memoria il ricordo vivo del Suoamore rivelato nell’ultima cena, nella pas-sione e nella morte in croce. Giovanni haimparato a vedere con gli occhi della fedeche sa interpretare i segni della realtà (pie-tra rotolata, bende per terra, sudario aparte, sepolcro vuoto) come segni rivelato-ri del compimento della missione e dellepromesse del Messia. Lui aveva annuncia-to loro che il Figlio dell’uomo avrebbedovuto molto soffrire, sarebbe stato ripro-vato dagli anziani del tempio, sarebbemorto e poi sarebbe risorto. Lui disse nel-l’ultima cena che avrebbe donato il suo

Cosa significa scambiarci gli auguri dibuona pasqua, oggi? Spesso vedo personeche si augurano buona Pasqua, e pensoche a volte quel augurio sia solo di faccia-ta, di buon costume, di “vecchia” tradizio-ne. Dire “buona pasqua” a qualcuno ècomunicargli la gioia di aver incontratoil Cristo Risorto e nel contempo signifi-ca invitarlo ad accogliere questa gioia; èannunciargli il vangelo!Diciamodi amarela sincerità, la verità, la lealtà; allora primadi fare gli auguri pasquali aqualcuno, pensiamo: inquesta notte di Pasqua hoincontrato il Cristo Risorto?Per le strade e i viali dellenostre città assisteremo atanti scambi di auguri, diabbracci, di baci eprobabil-mente alcuni di essi saran-no sinceri nella forma, mafalsi, bugiardi, privi di signi-ficato nella sostanza. Tantigiovani nello scambiarsi gliauguri si domanderanno:Come stai trascorrendo queste festepasquali? Con chi hai passato la notte?Forse risponderanno: benissimo; abbiamoballato tutta la notte, poi siamo andati afare colazione al bar... poi...., o altre frasidel genere. Ma se la notte dell’ week-endpasquale fosse stata identica alle altrenotti, o se aveste cercato un divertimentonuovo, alternativo, diverso dal solito e nonaveste incontrato il Risorto, quale sensoavrebbe farsi tale augurio? Inoltre c’è chista vivendo questa pasqua come unavacanza, casomai all’estero, o ne approfit-ta per fare un viaggio, per andare al mareo in montagna. Certo, tutto questo puòessere bello, ma se in tutto questo fare,non aveste riservato uno spazio per incon-trare il Risorto, quale senso avrebbe la

corpo e il suo sangue in remissione deipeccati. Lui è stato di parola! Il venerdì haveramentedonato il suo corpoe il suo san-gue! Lui è il Signore, tutto quello cheGiovanni ora vede, non è altro che l’avve-rarsi nella storia, di quantoGesùhadetto eha fatto. Giovanni vede e crede alla Paroladi Gesù, al Verbo, coeterno al Padre, incar-nato per la nostra salvezza. Non ci sonodubbi, anche la ragione di Giovanni si illu-mina di fronte all’evento pasquale.Giovanni sa anche che incontrerà il Risorto,perché lui glielo ha promesso! Cosìavverrà. La sera stessa il Risorto incontreràlui e tutti gli altri nel cenacolo edonerà lorola pace e il Consolatore. Che meraviglia!Vedere e credere! Anche noi siamo chia-mati a vedere e credere. Perché la Chiesachiama tutti a vivere gli eventi del triduopasquale nella liturgia? Perché è lì cheanche per noi avviene l’incontro con ilRisorto. Ciò che abbiamo udito; cioè ciòche abbiamo ascoltato e accolto nell’an-nuncio della Parola di Dio: il Risorto. Ciòche abbiamo visto; cioè ciò che abbiamovisto nei segni (lavanda dei piedi, banchet-to eucaristico, via crucis, adorazione dellacroce, benedizione del fuoco, benedizionedell’acqua, il battesimo.., l’assemblea difedeli che vive nella preghiera la comunio-ne tra loro e con la Trinità): il Risorto. Ciòcheabbiamotoccato,anzi ciòcheciha toc-cato, la grazia del perdono sacramentale eildonodel suocorpoedel suosangue,nel-l’eucaristia: il Risorto. Allora se ci siamolasciati coinvolgere nella pasqua di Cristo,se il Risorto lo abbiamo incontrato, la Suagioia è entrata in noi, e possiamo converità, lealtà, sincerità annunciarla con ilnostro augurio. Dicendo a tutti BuonaPasqua, noi gli vogliamo comunicare lanostra fede nel Risorto! Allora BuonaPasqua a tutti voi!!!.

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CorsigratuitidiitalianoIl tema dell’immigrazione sta occu-pando le pagine di interi giornaliormai da giorni, nello sforzo di rac-contare i tentativi di risoluzione diquella che viene definita “un’emer-genza” che vede il nostro paesenuovamente impreparato.Il tema che però nessuno tratta èquellodell’integrazione.Quali politi-che sono state realizzate finora nelnostro paese dove vivono ormai piùdi 5 milioni di cittadini stranieri?Cosa è stato fatto nella nostra cittàper agevolare la convivenza e assi-curare la parità dei diritti e dei dove-ri tra reatini e migranti?LaRegioneLazioha falcidiato i fondiper le politiche di integrazione,come del resto ha fatto su tutto il

sistema del welfare,mettendo in secondo piano il benessere dei cittadini che comun-que continuano a pagare quanto dovuto all’erario.Nel tentativo di dare risposta ai bisogni dei migranti presenti in città, affinché attra-verso la linguapossanoesprimerebisogni, rivendicarediritti, assolvereaidoveri anchequest’anno l’Arci di Rieti sta organizzando dei corsi gratuiti di italiano per stranieri.Le lezioni saranno tenute nella sede dell’ARCI in Via Centuroni 39, grazie alla colla-borazione e all’ormai acquisita competenza dei volontari in servizio civile, che affian-cheranno un’insegnate esperta. I corsi hanno avuto inizio il 19 e il 20 Aprile e termi-neranno il 24 Giugno.Per offrire una più ampia scelta ai migranti e per dare modo anche a coloro i qualiavessero già una buona conoscenza della nostra lingua, la possibilità di migliorare, icorsi sono stati strutturati in due livelli. Il primo livello si svolgerà ilmartedì e il giovedìdalle ore 10,00 alle ore 12,00. Il secondo livello si terrà il mercoledì e il venerdì dalleore 18,00 alle ore 20,00.E’ già possibile effettuare le iscrizioni formalizzandole presso la sede di Arci Rieti.Per info: 0746.202510

Nazionali

Sandro e Renato Ceccarelli hannovinto il CampionatoRegionale di cop-pia disputato presso il nuovissimoimpianto federale FIB di Roma, bat-tendo in sequenza le provincie diLatina, Frosinone e in finale i fortissi-mi atleti della federazione romana.La prova dei cugini Ceccarelli ha delclamoroso viste le qualità degli avver-sari e il clima di alto tenore tecnico eagonistico in cui si è svolta la garaseguita da una foltissima presenza dispettatori. Alla fase finale il Circolobocciofilo di Stimigliano ha schieratoanche una terna formata daGiuseppe Antonini, Dino Angiolanie Mario Giuliani in quanto vincitoridella fase provinciale.Il Circolo ha confermato ancora unavolta la grande crescita tecnica eorganizzativa dei suoi atleti che conle loro vittorie (numerosissime anchenel 2010) stanno contribuendoanche alla valorizzazione sportiva ead una maggiore conoscenza dellaCittà di Stimigliano.Il prossimoeattesissimoappuntamen-to, a breve, sarà il campionato nazio-nale a cui Renato e Sandro Ceccarelli,grazie alla vittoria regionale di Roma,saranno sicuri protagonisti.

perStimigliano

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La Graffiti Art School è nata da un’iniziativadi Raoul Bova e suamoglie Chiara Giordanoche, sostenendo da sempre valori di giusti-zia e solidarietà hannodecisodi dare vita aduna scuola che diventi non solo il centrod’arte e dei graffiti a lavello nazionale, mache partecipi attivamente ai progetti ed agliscopi perseguiti dalla fondazione ad essacorrelata, la onlus “Coloriamo i sogni”. La

Scuola è stata inaugurata lo scorso 9 maggio in via dei Crispolti20, nella nostra città alla presenza dell’attore di “casa” dalle nostreparti, di sua moglie, del presidente e direttore della FondazioneVarrone (che ne ha permesso la realizzazione e ne ospita la sedepresso ipropri locali nel PalazzoPotenziani) edelladirettriceepro-duttrice artistica Santina Eleuteri.I Graffiti sono ormai unamanifestazione sociale, culturale ed arti-stica diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della pro-pria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano“Abbiamo deciso di contribuire alla realizzazione della Graffiti ArtSchool - hadetto il presidente InnocenzoDeSanctis -perchéattra-verso questa scuola si vuole lanciare il messaggio che il fenomenodei graffiti, che ricorda la pitturamurale, associato spesso ad attidi vandalismo, può diventare invece una forma di espressionelegale che contribuisce a valorizzare molte zone della città”.8

Tra la zolla e la fabbricadella tutela dei Santi.Intanto, le istanze della Sinistra locale,meglio recepite dalla borghesia delle pro-fessioni liberali,venivano rappre-sentate inParlamento dall’o-norevole LuigiSolidati Tiburzi,avvocato a Romaintorno alla metàdel secolo, sindacodi Contigliano,deputato per settelegislature, per duesenatore del Regno.Nato nel 1825,aveva preso parteattiva all’epopearisorgimentale sperimentando il carcerenegli ultimi anni del potere temporale dellaChiesa. Dopo l’Unità, si adoperò per la cre-scita economica e socialedella nuova Italia,fin dal nucleo primario della sua piccolapatriadi cuibencomprendeva i caratteri edi bisogni. Il senatore Luigi Solidati Tiburzimorì a neppure sessantaquattro anni dietà, nell’estate 1889 ” figlio buono, con-giunto tenero, amico raro, cittadino eccel-lente, la cui vita fu tuttanel fare il suodove-re e che nel fare il suo doveremise tutta la

Maggio si annuncia caldo e profumato,anticipato da un aprile dagli inusuali teporiche fanno presagire l’estate ormai vicina. Ilbizzoso calendario del 2011 sottrae almeritato riposo dei lavoratori la festa cheinaugura il mese. Il calendimaggio dellecorporazioni medievali, depositarie orgo-gliose dei segreti di arti e mestieri chegarantivano prestigio sociale ed economi-co ai membri sagaci di una borghesiaemergente, nell’Ottocento si colorò dirosso coagulando intorno a questa data lelegittime rivendicazioni della classe ope-raia, che si organizzava in leghe e sindaca-ti impegnati in aspre battaglie per la con-quista di sacrosanti diritti. La lenta trasfor-mazione del tessuto sociale ed economicoreatino e sabino, dopo l’unità d’Italia, inve-stì in particolare il ceto bracciantile dellapiana. Fra questi umili contadini, avvezzi alavorare da stelle a stelle per un fattore esi-gente al servizio di un padrone che nonammetteva contrattazione, vennero reclu-tati i primi operai, forza-lavoro al serviziodellemacchinenegliopificidellaprimafab-bricadelloZuccherificio. Leansiedel riscat-to sociale che nutrirono il movimento ope-raio internazionale tardarono a formularsicome ideecondivisedagente induritadallafatica, ad una sopportazione rassegnata acui continuò a dare conforto l’invocazione

sua compiacenza e la sua gloria [...] stima-to dai colleghi, rispettato dagli avversari,da tutti desiderato; dalla natia Sabina,

quale benefattore, venerato epianto”, come affermò ilPresidente del Regio SenatoOn.DomenicoFarini nella com-memorazione pubblica tenutaalParlamento il26novembrediquell’anno.Il popolo contadino tardò anco-ra a riconoscersi classeoperaia.Poco a poco Sant’Isidoro patro-no dei contadini, titolare di unaconfraternita che aveva sedepresso la chiesetta dellaMadonna del Cuore, fu sop-piantato da San Giuseppe arti-giano, proclamato nel 1859,

patrono della Chiesa. A incoraggiarne ladevozione, il vescovo monsignor GaetanoCarletti intitolò una cappella della cattedra-le, la terza a cornu Epistulae, al Santo pro-tettore del lavoro che riscatta l’uomo dallemende del peccato mortale, affidando alpittore romano PietroGagliardi l’incarico direalizzare la tela dell’altare. Ma sarebbedovuto scoccare il nuovo secolo per viverecon diversa consapevolezza la fase dell’in-dustrializzazione, nel quartiere operaiosorto ai margini della piana.

Lacaricattura

Chi si celerà sotto queste “caricate” spoglie, stavolta?

GRAFFITIARTSCHOOLInaugurata lasede

CaricatturadiAprile2011:GianfrancoFORMICHETTI

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“Nonest, credemihi, sapientis dicere ‘Vivam’. Sera nimis vita est crastina; vivehodie”(Credimi, non è da savio il dire “Vivrò”. Domani è già troppo tardi: vivi oggi) - Marziale - Epigrammi, lib. I, ep. 16, v. 11-12

del sonno… ma non finisce qui: a partiredai 90 si comincia a tornare indietro “Hoappena 92 anni!”, quindi accade qualcosadi strano: se si superano i 100 si tornabambini ediciamo “Ho100anni emezzo!”Auguro a tutti di poter arrivare in pienasalute a dire “Ho 100 anni e mezzo!”, nelfrattempo ricordiamo che, per restare gio-vani, è bene seguire questo semplice, maefficace decalogo.Evitate di preoccuparvi di tutti i numeriinutili che riguardano età, peso e altezza;lasciate che siano i medici a pensarci, delresto è per questo che sono pagati!Frequentate soltanto amici allegri e pienidi vita. Le persone tristi e negative fannomale all’umore e quindi alla salute.Continuate ad imparare; imparate ancheuna sola cosa nuova al giorno e aggiorna-tevi sull’uso del computer, sul giardinag-gio, insomma, qualsiasi aspetto del nostrovivere quotidiano. Non lasciate mai inatti-vo il cervello perché una mente passiva è“l’habitat ideale del diavolo”… e questodiavolo si chiama Alzheimer!Godete delle piccole e semplici cose.Ridete spesso e a lungo. Ridere a crepa-pelle favorisce la circolazione e fa beneallo spirito.Anche i dolori e le lacrime fanno parte

Vi rendete conto che l’unica volta in cuidesideriamo crescere (e quindi invecchia-re) è quando siamo bambini? Al di sottodei 10 anni si è talmente entusiasti dell’etàche se ne parla utilizzando le frazioni: “Quanti anni hai?” “Quattro e mezzo!”.Nessuno dice mai “trentasei e mezzo”; nehai quattro e mezzo e vai per i cinque… èquesto il punto. Poi arriva l’adolescenza eil tempo comincia a passare inesorabile; sipassa velocemente a 13, 16, fino alla fati-ca soglia dei 18! Anche le parole assumo-no un tono di solennità: “compi 18 anni…diventi maggiorenne”! Ma neanche iltempo di rendersene conto che arrivano i30 e ti avvii velocemente verso i 40. Ehi...frena! Il tempo vola davvero e scivola tuttovia in un battibaleno; prima che te nerenda conto, arrivi ai 50 e i tuoi sogni sonodi colpo svaniti!Ma aspetta… eccoti a 60; non avresti maicreduto di arrivarci da bambino ed ora cisei! Insomma, diventi maggiorenne e tiritrovi improvvisamente a 60 anni, in unarco di tempo così rapido che arrivanoanche i 70 e gli 80! A questo punto, lasituazionecambiae si trasforma inunper-corso basato sul “giorno per giorno”: siarriva la soglia del…mercoledì, all’ora dipranzo, alla pennichella, alla cena e all’ora

della vita. Sopportate, rattristatevi quantobasta e poi andate avanti. L’unica personache ci accompagna per tutta la vita siamoproprio noi stessi. Siate vivimentre siete invita!Circondatevi di tutto ciò che amate di più,che sia la famiglia, gli animali, lamusica, lepiante, gli hobby… qualsiasi cosa vi piac-cia davvero, insomma. Il vostro “essere”ricco e intenso è il vostro rifugio.Curate il vostro corpo e tenete in giustoconto la salute: se è già buona fate inmodo di conservarla il più a lungo possi-bile e se avete qualche problema, cercatedi migliorarla.Muovetevi e viaggiate, quanto più potete,fate due passi nel parco, visitate la regionevicina, un paese straniero, insomma…aprite la mente, ma evitate di avventurarvie “viaggiare” dove regna il male.Dite a tutte le persone che amate , chia-ramente e in ogni momento, che gli vole-te bene e ricordate sempre che “la vita nonsi misura dal numero dei respiri che fac-ciamo, ma da quanti momenti ci lascianosenza fiato!”Postilla: L’occasionemi sembra opportunaper consigliare anche il famoso ed altret-tanto efficacissimo 11° comandamento:“Fatevi gli affari vostri!”

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LeOrmeaRieti“Esordirono” incittànel1969al“FestivaldeiComplessi”

Il gruppo musicale storico Le Orme è tor-nato a cantare dal vivo per ritrovare il pub-blico affezionatissimo al loro classicorepertorio ma per presentare anche ilnuovo cd “La via della seta“, uscito dapochi giorni con testi di Maurizio Monti,musiche diMichi Dei Rossi eMichele Bon ela direzione artistica di Guido Bellachioma:12brani di cui sei strumentali per un totaledi 41 minuti di musica. Questa la tracklistcompleta del disco: L’alba di Eurasia, IlRomanzo di Alessandro, Verso Sud, Mondiche si Cercano, Verso Sud (ripresa), UnaDonna, 29457, l’Asteroide di Marco Polo,Serinde, Incontro dei Popoli, La PrimaMelodia, Xi’an - Venezia - Roma, La Viadella seta. Le Orme, con PFM e Banco delMutuoSoccorso,sonouniversalmentecon-

siderati come uno dei migliori gruppi delmovimento progressive italiano, che neglianni ‘70 ha imposto lamusica provenientedal nostro paese in tutto il mondo, conacclamati tour in America, Gran Bretagna eGiappone. E’ quindi con particolare orgo-glio che abbiamo accolto al FlavioVespasiano, lo scorso11aprile, ladata rea-tina del loro tour teatrale dove è stata pre-sentato in anteprima l’ultimo loro lavorouscito lo scorsomarzo. Con questo albumdal titolo vagamente evocativo, Le Ormearricchiscono il loro straordinario percorsocreativo con l’ennesima opera che prose-gue, inarrestabile, il cammino lungo lestra-de del rock sinfonico, romantico e pro-gressivo; questo percorso che, in 45 annidi attività, ha partorito album capolavorocome Collage, Uomo di pezza, Felona eSorona, Contrappunti, Florian... oggi è piùvivo, attuale, chemai. LeOrmesi sonopre-sentate a Rieti con la formazione a 6 ele-menti già presentata nel tour 2010: MichiDei Rossi (batteria, ed unico superstitedella storica formazione), Michele Bon(tastiere, voce), Fabio Trentini (basso, chi-tarra acustica, voce) e con la partecipazio-nedi JimmySpitaleri (voce, edex leaderdeiMetamorfosi), William Dotto (chitarra elet-trica e acustica), Federico Gava (pianoforte,tastiere). In scaletta, oltre al nuovoCD, i piùgrandi classici di questa band senza

tempo: Gioco di bimba, Collage, Sguardoverso il cielo, Cemento armato, Felona eSorona... Il gruppo nasce nel 1966 aMarghera, ma è nel 1968 che arriva alprimosuccessodiscografico (“Senti l’estateche torna”), dopo l’ingresso di Michi DeiRossi e successivamente di Tony Pagliuca,provenienti dal disciolto gruppo degliHopopi. La metamorfosi dei componenti èlunga e tribolata ma la più famosa, primadell’ennesimo “scioglimento e ricostituzio-ne”, vede anche Tony Tagliapietra a com-pletare lo storico trio, quello delle croci inmano, tutti dipinti di bianco, con lo sfondodi un cimitero, nella copertina del vinile“Collage”. Della loro lunga eprolifica carrie-ra segnaliamo:duedischi d’oro, unpremiodella critica discografica, un Tour inInghilterra, la collaborazione con PeterHammill, le registrazioni nelle sale di inci-sione di Londra, Parigi e Los Angeles e larealizzazione del primo disco live italiano.La lorodiscografia si componedi16dischi,diversi singoli più una serie infinita di com-pilation rimanendo così, nelle vette delleclassifiche per molti anni. Rieti ha accoltocon calore, e buona risposta di presenze ateatro, la “neo-band” prog riconoscendoall’assessore provinciale AlessandroMezzetti il merito di essere attento ancheai gusti di un’elite di fans difficile da accon-tentare sotto il profilo della qualità e dellaparticolarità di un eventomusicale.Dopo il “Dalla-De Gregori” dell’autunnoscorso, avremo ancora un grande appun-tamento nella nostra città: FrancescoGuccini, sempre al PalaSojourner, versofine anno.

TempodiRevival?LaParatadiPrimaveraeratroppoavantiper lanostracittà

Eravamo pocopiù che barda-sciacci, quasiinfanti ancora,quando a Rietiscoppiava unodei più grandiconcentramentidi volti e vocinote (almenoperquei tempi)d’Italia. Si parladella fine anni’60, del 1969,per la precisione,

quando Elio Palumbo organizzò la 4° Paratadi Primavera: una kermesse musicale, contanto di vincitore finale, che si tenne nelfastoso Teatro Moderno. Rieti venne invasada centinaia di artisti, più omeno conosciu-ti, più omeno celebri, che girovagavanoperla città, ognuno con un nugolo di ragazzinie ragazzine al seguito alla caccia di un auto-

grafo. C’era, in concomitanza, a latere dellaParata, il “Festival dei Complessi” che pro-poneva nomi e sigle la cui eco ancor ogginon s’è spenta del tuttoma che, addirittura,ogni tanto rimbalza da un programma tele-visivo “deja-vu” all’altro. Gruppi “storici”come Le Orme (fresco di recente tappa alFlavio giorni fa), I Bisonti, I Giganti, I Rokes,I Nomadi, I Dik Dik, l’Equipe 84, I Ribelli, IGens e poi emeriti sconosciuti in cerca digloria come “The Rogers”, “Gli Scooters”, “IRokketti, “I Pelati” (in controtendenza aicapelloni dell’epoca) o gli stravaganti “Quellidai capelli verdi”.Mai così sulla ribaltanazio-nale in quel tempo la nostra città! Un faropotente, multicolore, era puntato su di noigrazie ad un evento che riuscì a coinvolgereanche un “certo” Lucio Battisti (con “BallaLinda”), agli albori dellapropria carriera, nel-l’anno in cui vinseMinoReitano con il brano“Avevo un cuore che t’amava tanto”. Forsequalcuno ricorderà passeggiare per piazzatale Dino, Patty Pravo, Alberto Anelli, Silvie

Vartan, Patrick Samson, Little Tony, IvaZanicchi, Wilson Picket, Mario Tessuto,Fausto Leali, Wilma Goich, Carmen Villani,Maurizio (dei “New Dada), Herbert Pagani.Eranoquesti soloalcunideigrandinomidel-l’epoca che potevamo incontrare tranquilla-mente, tra unaprova e l’altra, a prendereuncaffè da Gengarelli o a rimirar il panoramadalbalconcinodelVignolamentredalle can-tinenei i vicoli del centro storicoera tuttounpullular di ugole al vento, chitarre distorte,rullanti impazziti e watt a go-go: anche leband reatine iniziavano a… farsi sentire!.Vogliamo ricordare quest’evento perchéproprio tra l’8ed il10maggiodel ’69si con-sumò un’altra debacle reatina: da quell’an-no Elio Palumbo riprese “baracca e buratti-ni” e se li portò altrove perché, mi confidò,… lì non si trovarono i soldi per portareavanti la manifestazione. Né più né meno,qualche e qualche anno prima, la stessasorte toccò al “Festival dei due Mondi”,approdatoaltrove, com’ènoto, sicuramentelontano (mica tanto, poi) da qui. Sigh!CosahaconsegnatonellemanidiRieti quel-la gloriosa “Parata”? un “reduce”, Tito Cheli:allora giovane addetto stampa, oggi (menogiovane) inviato del TG3.

Maurizio Festuccia

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treedidisperdereper ilmondoquellimag-giormente qualificati. Eppure, di tutto que-sto non c’è quasi traccia nell’inconcluden-tedibattitopolitico locale, semprepiùauto-referenziale e concentrato su questioncelledi minima rilevanza.

Piove sulle tamerici e dentro le gallerieAnche ai più benevolenti il perdurare dellostato di abbandono della galleria ColleGiardino a San Giovanni Reatino, sullaSalaria in direzione Roma, ha fatto esaurirela pazienza. Da mesi la canna in uscita daRieti è percorribile sulla sola corsia di sini-stra per ben tre dei quattro chilometri emezzo della sua lunghezza, e ciò a causadelle forti infiltrazioni d’acqua che la rendo-no parzialmente impraticabile.Pensare che l’acqua infiltri le volte fino adepositarsi sull’asfalto è tutt’altro che tran-quillizzante, quindi due domande sorgonospontanee: com’èpossibile cheunagalleriainaugurata solo qualche anno fa faccia già(e non in senso metaforico) acqua da tuttele parti? E ancora, posto che il danno si èverificato, è normale che in tantimesi, oltreapiazzareuna fila di birilli e qualche segna-le provvisorio, non sia stato aperto un solocantiere per lamessa in sicurezza e il recu-pero della piena funzionalità del tunnel?

Primum vivereSecondo il recente Rapporto sulla sanità

Interessa a qualcuno?Dall’ultima analisi sull’economia regionalecondotta dal Centro Studi di ConfindustriaLazio, risulta che il numero dei disoccupa-ti ha raggiunto a fine 2010 la quota recorddi 232mila unità. A Rieti l’aumentodell’1,8% della forza lavoro ha coinciso conla crescita del 2,5% di persone in cerca diprimo impiego, così fissando il tasso gene-rale di disoccupazione all’8%, con quellagiovanile (minori di 24 anni) pari al 29,9%.Sono numeri da brivido, ma non del tuttospiegabili con la sola crisi economica.Questi dati mostrano infatti come il tessu-to socio-economico vada impoverendosianche per la mancanza di ricambi genera-zionali, bloccati dagli esiti perversi di unconcorso di fattori. Ad esempio, i giovanireatini scontano come tutti i loro coetaneigli effetti di quell’inedito fenomenoper cui,per la prima volta dal dopoguerra, allenuove generazioni si aprono prospettivepeggiori rispetto aquelle che le hannopre-cedute. Ma per sovrappiù essi sonocostretti ad andare fuori per studiare,men-tre chi resta non trova lavoro e quello chetrova è spesso precario, temporaneo,incerto e provvisorio. Nessuna società puòragionevolmente permettersi il lusso diavere tra i suoi ragazzi un disoccupato su

del Lazio realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, oltre il60% delle prestazioni erogate non è pre-notato. Addirittura, al Policlinico UmbertoI di Roma si tocca la soglia dell’85,8%,mentre i valori più contenuti si registranoproprio a Rieti, con “appena” il 49,5%. Dalche si ricava (in maniera paradossale malogicamente ineccepibile) che i tempi d’at-tesa per le prestazioni sanitarie sono inrealtà assai più contenuti di quanto dicanole statistiche ufficiali.Se, infatti, la maggioranza dei cittadini rie-sce ad ottenere in tempi brevi una visita oun esame grazie a qualche scorciatoia,vuol dire che, nel complesso, il sistemafunziona, con buona pace di quella mino-ranza di sprovveduti che devono aspetta-re mesi per una mammografia o un con-trollo specialistico.L’insegnamento che la Asl reatina dovreb-be trarne è quindi che è meglio smetterladi essere i più virtuosi della regione, lavo-rando invece per promuovere il fai da te.Paradosso per paradosso, quello checonta alla fine è il risultato.

Via della SporciziaE’ un titolo cheaRieti si contendonoparec-chie strade. Tanto per citarne due, via diMezzo, in pieno centro storico, e vialeMatteucci.Comedicevaquello,provarepercredere.

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2Il “personaggio” che “fa” la storia diMagliano Sabina è il muto e solida-mente strutturato Ponte Felice cheemerge in tutta la sua possanza dalle

pagine del bel libro che Guido Poeta,seriale ricercatore il quale mette in fila,cucendoli con il filo di una inappellabi-le documentazione, documenti e fattioccorsi in quell’area tiberina dove ilPonte Felice segnava non tanto una via-bilità che scavalcava il Tevere, quantoaddirittura il confine di Stato anche sela costruzione di quel ponte derubricòMagliano da “potenza economica” (ilporto fluviale che sparì per la deviazio-ne del fiume) a fatto di comune ammi-nistrazione. Ma il libro di Poeta(Magliano Sabina, terra di confine.1860-1870), nonostante la sua dichia-rata funzione di contribuire memorial-mente al 150° compleanno dell’Unitànazionale, dice qualcosa di più e cheemerge, qua e là, dalle intercapedinidelle pagine: l’inciampo che lo Statopontificio portava al processo unitario.E, senza iattanza né con velature pro-pagandistiche a sfondo laicistico,Poeta, da distaccato strumento di sto-

riografia, ritira fuori dai cassetti deltempo non soltanto la funzione “unita-ria” che ebbe quel paese e la sua imme-diata contiguità, ma persone e funzio-ni collettive di cui la comunità maglia-nese fu direttamente protagonista noncomprimaria.Ma il libro di Poeta (edito dall’Archiviostorico del Comune e che lo stessoautore dirige) pone un quesito: in chemisura questa didattica ordinazione dimemorie “oggettive” viene usata nellescuole locali? O viene ignorata? E cosìtutti i libri con cui Poeta ha saputo ren-dere giustizia alla “memorialità” dellastoriografia maglianese? O la Scuola cipassa sopra usando la spugna dell’in-differenza? Ma esiste una “Sezionelocale” di Storia maglianese nelle scuo-le? No? E perché? Sì? Ed in che misura isuoi contenuti fanno parte della “didat-tica formativa”?

Ajmone Filiberto Milli

MaglianoSabina:dalRisorgimentoaGuidoPoeta

Industria, ilcoraggiodivoltarepagina

possibilemadobbiamoesserebravi adise-gnare inostridestini, ad influenzare inostripercorsi. Dobbiamo avere il coraggio dipretendere. E di sbattere le nostre pretese,legittime, sul tavolo di chi ci governa.Il Consorzio Industriale ha capito che è ilmomento di osare e sta preparando il ter-reno ad una rivoluzione. Il 28-29-30 set-tembre 2011 ci sarà “Rieti Innova”, vetrinainternazionale dedicata alle aziende impe-gnate nell’innovazione dei loro processiproduttivi. Si tratta della seconda edizione

Mi sento umanamente vicino ai dipendentidella Ritel. Da almeno un decennio sonocostretti a convivere con gli isterismi di unsistema globalizzato che fa leva solo sulmaggior profitto agganciato all’avarizia diminori costi.Telettra, Alcatel, Ritel. Domani chissà cosa.Ma in questi giorni nel panorama in chia-roscurodellanostra imprenditoriaèsuben-trato un elemento di novità. Anzi due.Il primo riguarda lo “Stato di crisi”, che laRegione Lazio si appresta a riconoscere,con conseguenti sgravi fiscali, agevolazio-ni e contributi per il nostro sistema. Ilsecondo è la richiesta con forza, indirizza-ta alla Polverini, di attribuzione della quali-fica di “Cittadella dell’Innovazione” per ilnostro Nucleo Industriale. Insomma, dopoanni chehannovistoRieti ingoiarepassiva-mente le perdite del comparto, si potreb-bero aprire finalmente nuovi scenari.L’evoluzione di questi sviluppi dipendeanche da noi. Ancor più da chi ci rappre-senta. Nei prossimi giorni dobbiamo riba-dire alla presidente Polverini che Rieti habisogno di aiuti e subito. Non regali o ele-mosine. Ma formule finanziarie complesselegate a progetti di sviluppo. Nuove impre-se da incardinare, interinali da stabilizzare,aziende da riconvertire. Tutto questo è

eper quest’annogli organizzatori puntanoad alzare sia il numero degli espositori chequello dei visitatori.La location, ancora una volta, sarà ricavatatra la Sala Congressi e i padiglioni attiguidel Consorzio Industriale di viadell’Elettronica e la “cabina di regia” dell’e-vento vede come attori protagonisti, oltreal Consorzio per lo Sviluppo industrialedella Provincia di Rieti diretto dal presiden-te Andrea Ferroni, la Camera diCommercio, la Federlazio e UnindustriaLazio.Si è già insediato il comitato ristretto degliorganizzatori per formalizzare le date del-l’evento e per individuare i punti di forzadell’iniziativa. Sarà un’occasione nellaquale si presenteranno tutte le realtà indu-striali della provincia di Rieti che lavoranoin ogni settore e segmento dell’innovazio-ne. Il posto in prima fila è per i nostriimprenditori locali ma Rieti Innova apreanche alle eccellenze che vengono da altriterritori, a partire dai parchi scientifici vici-ni. Non sarà soltanto un’occasione peraddetti ai lavorima il luogo di incontro e diconfronto tra il fare impresa, ilmondodellascuolae il semplicecittadinochenoncono-sce ancora la qualità di talune aziende cherisiedono nel nostro comprensorio.

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L’ultimaschiacciataVinicioTruinicihalasciatopersemprePiù di un cliente in cerca di un parere lega-le si sarà certo stupito, varcando la sogliadell’elegante studio del giovane avvocatoCostanzo Truini in via Cintia, al pianterre-no di palazzo Vincentini, sentendo risuo-nare le note ritmate di Tom Dooley, unaballata country assai in voga negli anniCinquanta del secolo scorso, quando ilsogno americano nutriva lementi e forgia-va i gusti di tutti i ragazzi, figli del dopo-guerra. Ma chi ha partecipato al lutto dellafamiglia Truini nella dolorosa circostanzadel funerale di Vinicio, sabato 12 febbraioa Regina Pacis, sa bene quanto sia piena disenso e significato quella musica ormaifuori moda: il rito funebre, celebrato nellachiesa parrocchiale così vicina alla casa deiTruini, ha infatti avuto una cornice certoinusuale, ma pure rispettosa della sobria emesta liturgia che consegna la fragilitàdella persona alla dimensione dellamiseri-cordia e della pace eterna. Nell’accoglienteatrio della chiesa, avevano trovato spazio iricordi di una vita bruscamente conclusa, iritratti giovanili, le foto, le coppe ed i trofeidi un giovane talento atletico coltivatosidopo il liceo negli spazi attrezzati dellaFarnesina fino a diventare un valente alle-natore, un apprezzato insegnante di edu-cazione fisica. E risuonavano da un regi-stratore le suggestioni di una colonna

sonora imbastita dal desolato amore di chinon avrebbe voluto arrendersi all’evidenzadella sorte nel tentativo estremo di strap-pare a un sonno sempre più profondo unmarito amato, un padre affettuoso, un fra-tello diletto. E tanti sono stati a stringersicon sincero sgomento, con autentico rim-pianto intorno ai familiari, già affranti dallarecente perdita del dottor Emilio Palomba.Sono stati gli amici di gioventù, i colleghi discuola, i soci del Panathlon, i tanti studenticresciuti in palestra, avviati alla praticasportiva che aiuta a crescere in manierasana, misurandosi con sé stessi primaancora che con gli altri, ormai uomini edonne maturi, eppure non dimentichi delloro professore di un tempo, quello forsemeno temuto, certo più rispettato edamato, capace di ascoltare confidenze, dicogliere con uno sguardo, in palestra o sulpistinodel caposcuola, gli indizi di unbiso-gno o di un disagio altrimenti inconfessa-bile di fronte ad una cattedra.Ormai distante dalle palestre e dai campisportivi, pensionato da qualche tempo,Vinicio Truini aveva però saputo mantenervivo il tratto aperto e cordiale, l’attivismoconcreto, la capacità comunicativa propriadi chi ha dedicato la propria vita alla cresci-ta sana delle nuove generazioni, nel fisicoe nello spirito.

Alle soglie dei settant’anni, tradito da unfisico solo apparentemente ancora integro,quest’uomo generoso ci ha dunque lascia-to, ma questo lutto è accompagnato dalsincero rimpianto di chi lo ha conosciutoed apprezzato. Sia questo un motivo diconforto per la moglie Gabriella, per i gio-vani figli Vivienne e Costanzo, la sorellaMaria Giuseppina, gli affezionati nipoti acui la redazione di Format rivolge sincerecondoglianze.

Ileana Tozzi

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“Sono veramen-te orgoglioso diquesto festival,che anchequest’anno ilComune di Rieti -Assessorato allacultura, pur tramille difficoltà èriuscito a realiz-zare con grandesuccesso. Vorreisegnalare che

questa 21° edizione propone una ghiotta novità.Infatti nell’ottica di promuovere sempre di più ilnostro evento tersicoreo abbiamo previsto per ilgiorno 27 Maggio nello storico Teatro Ghione diRoma (a 200 metri dal Vaticano), un Gran Galàche vedrà la partecipazione dei vincitori di tutte lecategorie del nostro concorso e alcuni vincitoridelle più importanti competizioni coreutiche ita-liane quali il Premio Internazionale di DanzaClassica Maria Antonietta Berlusconi per i giovani(Premio M.A.B.), della “Settimana Internazionaledella Danza Città di Spoleto”, del Concorso “DanzaSì” e ospiti di livello nazionale. La madrina dellapredetta serata è la nota attrice Milena Vukotic”.

DirezionegeneralePIEROFASCIOLO

AssessoreallaCulturaGIANFRANCOFORMICHETTI

DirezioneArtisticaWALTERZAPPOLINI

1 - 8 M

Solo l’eccellenza!Sboccia la Primavera e torna, puntuale come una stagione che si rinnova dianno in anno, “Rieti Danza Festival”, il concorso internazionale di danza fioreall’occhiello della programmazione culturale della nostra amministrazionecomunale.Non è un appuntamento solo per noi reatini, ma per centinaia e centinaia digiovani ballerini che si danno appuntamento a Rieti laddove esiste, e resistealla grande, uno dei vertici più alti della danza internazionale. Mancare a Rietiè un po’ fallire un traguardo importante per chi si cimenta in questa discipli-na. Il nome della nostra città è legato indissolubilmente a questo evento comepochi nelmondo intero. Convergono tra le nostremura amiche partecipanti daogni parte del globo e spesso chi esce vincitore da questa selezione, severa,competitiva, drastica per certi versi, può vantare un distintivo talmente altiso-nante, come una sorta di passepartout, per competere ovunque a testa alta esenza timori reverenziali. La giuria del “Rieti Danza Festival”, ogni anno, sicompone di elementi sempre più qualificati e competenti: è questa la veraforza del nostro concorso, il minimo comun denominatore da sbaragliare, con-vincere, sbalordire, e chi ci riesce avrà vita facile o, quantomeno, si porterà invaligia nel mondo un attestato di immenso valore, di eccellenza pura. Si chie-da pure a chi già avuto a che fare con la competizione reatina nelle scorse edi-zioni: “E’ dura vincere a Rieti”, sarà la risposta, ma una volta passato questoscoglio, il mare aperto consegnerà nelle mani dell’eletto le chiavi del successosenza riserve. Da qui esce solo il talento puro, il più raffinato, dove la caraturaè senz’altro la più alta.Ed è con questa consapevolezza di rispetto verso il lavoro di molti, che Rieti siaccinge ad accogliere ancora una volta, la tribù che vien ballando e che, sep-pur per pochi minuti, si sentirà non solo al centro dell’Italia ma del mondoquando salirà a volteggiare sulle tavole del teatro Flavio Vespasiano.

PROGRASPETTACOLI

1MAGGIO-oreTeatroFlavioV«NOZZEDIDANconlapartecipegruppiospiti

7MAGGIO-oreTeatroFlavioVGranGaladi chcon iballerini fKLEDIKADIUeRITAROSSIeJOPresentano:Va

27MAGGIO-orTeatroGhioneGranGala Intecon ivincitoridMariaAntonietdella“Settimaneospitidi livellMadrinadellasIdeazioneeDirCoordinamentPresentano:Va

INIZIATIVE

30Aprile -7MASalaMostrePaMostrapittoricacuradell’Asso

4MAGGIO -oreTeatroFlavioVConferenza«CIacuradiCARM

7-8MaggioCentroCulturaTeatroFlavioVSTAGEdidanza

IlCOMUNEdiRIETI-ASSESSORATOALLACULTURAIncollaborazioneconlaFONDAZIONEFLAVIOVESPASIANOpresenta:

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MAGGIO Teatro Flavio VespasianoENTI PATROCINATORI

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALIREGIONE LAZIO - Assessorato alla Cultura, Spettacolo e SportCAMERA DI COMMERCIO di RIETI - Industria, Artigianato e AgricolturaAMM.NE PROVINCIALE DI RIETI - Assessorati alla Cultura e alle Politiche Turistiche

HANNO COLLABORATO

FONDAZIONE VARRONEA.T.C.L. (Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio)ASCOM Confcommercio RietiUNINDUSTRIA - Confindustria RietiFOCOS IANNELLO srlBALLET DANCE GALLERY di Nicoletta ScarpinoSÓ DANÇA - Pubbliche Relazioni in Italia CLAUDIA ZACCARI

GIURIA

WALTER ZAPPOLINI (Presidente)MAURO ASTOLFIANDRÈ DE LA ROCHEVLADIMIR DEREVIANKOROBERTO FASCILLARAFFAELE PAGANINIMONICA RATTIELISABETTA TERABUST

STAFF ARTISTICO E TECNICO

Direttore di scena: CARLA WERTENSTEINIspettore generale: FRANCO CONCILIOInsegnante di tecnica accademica: NICOLETTA PIZZARIELLOInsegnante di tecnica contemporanea:MAURO ASTOLFIAccompagnatore al pianoforte: GIANCARLO CAPPELLOFotografo ufficiale del Festival: CRISTIANO CASTALDIPromozione: LA RATTI srl - SIMONE LOLLIComunicazione: EUROWORK sc arlPubbliche relazione: ANDREA DI NICOLAGestione Programma Segreteria: GUGLIEMO CAPPONIConsulenza Tecnico-Amministrativa: ASSOCIAZIONE CULTURALE ROMA SINFONIETTASettore Informatica - Gestione Web: NEXINE sncGrafico - Vignettista: DONATO SAMMARTINOService Audio/Video e allestimento: ELPI SPETTACOLI

SEGRETERIA

LUCIANA SCAPPAALESSANDRA MURRUANNA SEVERONI

COORDINAMENTO AMMINISTRATIVO-CONTABILE

ANNARITA DIONISI

AMMA ARTISTICO

e21:00VespasianoNZA»acuradiMONICARATTIpazionedelleScuoledidanzadel territoriodi livellonazionale

e21:00Vespasianohiusuradella21°edizionedelConcorsodiDanzafinalistieospitidi livello internazionale:EMANUELABIANCHINIORGECARREÑO(PrimiBallerinidelBalletNacionalChileno,ElBanch)alentinaMariniePaoloDiLorenzo

re21:00diRomaernazionaledidanza«STELLEDOMANI»del“RietiDanzaFestival”,delPremio InternazionalediDanzaClassicattaBerlusconiper igiovani,na InternazionaledellaDanzaCittàdiSpoleto”,delConcorso“DanzaSì”lonazionale.serata:MILENAVUKOTICrezioneartistica:PieroFasciolotoGenerale:SimoneLollialentinaMariniePaoloDiLorenzo

AGGIOalazzoComunaleca«Passi tra i colori» -10°edizioneociazioneInternazionaled’Arte«Punto9»

e18:00VespasianoINEMA,DANZA,TELEVISIONE.LASTELLADIKLEDIKADIU»MELAPICCIONEeKLEDIKADIU

le“Cygni”eVespasianoacontemporaneaconGigiGeorgheCaciuleanu

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Tra le tante iniziative organizzate dallanostra città, delle quali molte sono pur-troppo destinate a passare nell’indifferen-za più assoluta, la musica con il suo lin-guaggio universale, è senza dubbio quellache più di ogni altra sa scuotere gli animi,aggregare i giovani ed aprire una breccianei loro cuori.Proprio per dare alla musica lo spazionecessario per evolversi e crescere, que-st’anno si terrà laseconda edizionedel “MareateRockfest.Dalsubli-minale al sublime”:si tratta di una ras-segna musicalesotto il patrocinioComunale, forte-mente voluta edinfine concretamen-te realizzata, dalProfessor FulvioIampieri -che ormaida anni insieme allasua associazione“Segnali di fumo”, sioccupa di iniziativedel genere- a cui spet-ta la direzione artisti-ca; l’attuazione finaledell’idea, è inoltre stata resa possibile gra-zie al contributo della Polizia Municipale diRieti ed in particolare alla volontà del

comandante Enrico Aragona e allafiducia che ha subito riposto nell’ini-ziativa.Anche per quest’anno, è stato ricon-fermato il parcheggio sotterraneo diPiazza Mazzini come luogo deputatoad ospitare la manifestazione.La scelta del posto non è casualeovviamente: per accedere al livellosotterraneo del parcheggio, è possi-bile usufruire di un ascensore.L’ascensore non è altro che un sim-bolo, una metafora significativa:tutti possono servirsene e dunque,avere in questo modo, accesso allamusica, che è e deve rima-nere di tutti.Il concerto tuttavia, non siterrà solo a “colpi di rock”,ma sarà anche caratterizza-to da un forte impegnosociale nell’affrontare una

seriediproblematichepurtroppopre-senti sul territorio ;alla disabilità edall’abbattimento delle barriere archi-tettoniche ad esempio (non solo quel-le fisiche, ma soprattutto quelle psi-chiche, dettare dai pregiudizi di tutticoloro che ritengono i diversamenteabili un “peso” a carico della società), siè guardato quando è stata scelta unasede “underground” per il concerto. Ilparcheggio di PiazzaMazzini, come già

detto, è sotterra-neo, propriocome è purtropposotterranea la pro-blematicadell’han-dicap, con la sualunga storia disegregazione edesclusione dallasocietà.Ancheperquestomotivo, sullelocandine dellamanifestazioneche a brevesaranno affissein tutta Rieti,sarà riportata lasignificativafrase “dal subli-minale al subli-

me”, che è poi lo slogan del MareateRockfest: subliminale, ad indicare tutto ciòche rimane sotto, e non affiora in superfi-cie; sublime, come solo la musica sa esse-

re.Lamanifestazionesi terrà indata30Aprile,proponendosi pertanto come una sorta dianteprima al tradizionale concerto del 1Maggio, che si tiene ogni anno a Roma.Nel suo piccolo dunque,anche Rieti ha ten-tato di ricreare qualcosa di simile, graziealla collaborazione di Confartigianato,Saba, Camera di Commercio,Confcooperative, Centro Giovanile, Segnalidi fumo, Sfumature di Viaggio, Aic(Associazione Italiana Coltivatori),ProtezioneCivile, e leassociazionidi volon-tariato legate al mondo della disabilità,quali “Luna blu”,

“Fiaba” e “Special Olympics”.Possiamo inoltre anticipare i nomi di alcu-ni gruppi ormai noti del panorama reatino,che hanno già confermato la loro presen-za, tra questi: gli Sweet Delirium, iTransalcolico, gli Hike, i Brooks ofSheffield, i Dies Irae e i Mirror’s illusion.Sullo sfondo delle esibizioni musicali, saràinoltre presente un gruppo di writers reati-ni, che disegnerà live alcuni graffiti, daesporsi successivamente su dei grandipannelli, contribuendo con una forma dilinguaggio del tutto affine alla musica, adarricchire un’atmosfera già magica.Per tutti coloro che preferiranno non scen-dere nel parcheggio sotterraneo,in “super-ficie”, a Piazza Mazzini, verranno poi alle-stiti degli stand informativi, ed organizzatidei dibattiti su problematiche attuali legateal territorio reatino.L’appuntamento è dunque al 30 Aprile,nella speranza che la musica e l’handicapinsieme, possano portare il germe dellaguarigione in questa società malata.

ComunediRieti

MareateRockFestDalsubliminalealsublimetramusicaeimpegnosociale

InfoPoliziaMunicipaleR

ieti

Marco Graziosi

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Distribuzionedeimanufattiemorfologiadeisitivilla Battistini. Attraversata la val Canera,sul lato opposto a Collebaccaro, inizia ilsistema collinare su cui sono i centri diPoggio Fidoni e Castel S. Benedetto.Proprio in questa zona troviamo un altropiccolo nucleo: villa Dupré, nei pressi delconvento di Fonte Colombo, villa Ponam,villa Ferroni e villa Cappuccina. Tornandoin direzione di Rieti incontriamo villaFiordeponti, una delle poche poste in pia-nura.AllontanandocidaRieti versoSudtro-viamo: villa Focaroli, villa Salvi e villaCattani, tutte in località Maglianello Basso.In direzione Nord - Est sul colle S. Maurotroviamo villa Potenziani. Alla base delcolle incontriamo villa Anita, posta all’im-bocco di Valle Oracola, mentre di fronte acolle S. Mauro, appena all’esterno dellacittà, troviamo villa Marcucci. Prendendo ladirezione di Cittaducale, andando dunqueverso Est, incontriamo villa Stoli, a villaReatina e più distante, dalla parte oppostadel monte di Lesta, troviamo villa Roselli.Andando invece da Rieti verso Terminillo,lasciata alle spalle villa Potenziani, incon-triamo villa Colantoni posta all’inizio dellagrande spianata di Campoloniano dovetroviamo anche villa Mari e villa Majorana.Dall’alto delle colline che dominano

Tutte le ville del territorio reatino analizza-te in questa ricerca hanno come area gra-vitazionale la piana reatina intorno allaquale si dispongono o sono in qualchemodo in relazione anche solo dal punto divista percettivo. Il gruppo di ville più nutri-to si trova in località La Foresta. Qui trovia-movilladell’Annunziata, villaMarinelli, villaFerrari, villa Ceci, villa Stoppani Maraini,villa Matricardi, villa Porfiri, villa Piselli, villaRossi. Spostandoci verso Nord, in direzio-ne Poggio Bustone - Cantalice, troviamoville non riunite in un sistema paesaggisti-co come le precedenti: Villa Cabrini, villa diMontegambaro, villa Malatesta, villaProvaroni che dominano dall’alto la pianu-ra reatina. Continuando in questo idealepercorso intorno alla piana reatina non tro-viamo più altre ville fino a Morro doveincontriamo villa Fausti e villa Tosoni.Portandoci in direzione Nord-Ovest incon-triamo poi la villa Vitelleschi di Reopasto.Proseguendo in direzione Sud, superatol’abitatodiGreccio, arriviamoaContiglianodove incontriamo un altro piccolo gruppo:villa S. Isidoro, villa Riccardi e villaFranceschini. Sempre in prossimità diContigliano, ma continuando in direzioneSud, nei pressi di Collebaccaro, troviamo

Campoloniano si ergono villa RosatiColarieti e villa Vecchiarelli. A Vazia trovia-mo villa Faraglia e villa Matteocci.Tornando verso Rieti e andando verso illimite meridionale della piana, troviamovilla Maraini. Infine, quasi al centro dellaparte meridionale della piana, troviamovilla Vecchiarelli di Monticchio, posta sullasommitàdel colledacuidomina l’agro rea-tino circostante.

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a cura del geom. Antonio Martellucci

RIETI -ViaP.Borsellino,[email protected]

Difesa Automobilistica Sinistri S.p.A.Difesa Legale e Organizzazione Internazionali

Ormai sono quasi rassegnato e sicuro di non essere il solo ad avvertirequesta sgradevole sensazione. Che vergogna dover annotare che unessere pensante come quello umano, debba invidiare il regno animale,dove chi vi appartiene, non è ancora riuscito ad imparare il gioco delletre carte. Purtroppo, ma io dico fortunatamente, in quel “mondo” gliesseri che vi appartengono, si relazionano tra loro secondo le leggi dellanatura, dovenonostante le apparenze, niente è improvvisazione, perchétutto si muove e interagisce con ritmi e regole straordinariamente effi-cienti, non modificabili. Chi per imperizia o negligenza segue un per-corso diverso, mette a repentaglio la propria sopravvivenza e, se è for-tunato,non faràpiù lostessoerrore,poteteessernecerti.Danoi “umani”èdiverso,noiabbiamoildonodell’intellettoequindiperquestodovrem-moutilizzare la “materiagrigia”affinché tutti, gli umaniappunto,nepos-sano trarre beneficio. Ma non è così, assistiamo allora a episodi cheormai fannopartepurtroppodellaquotidianità e con iquali ci siamoabi-tuati a convivere, anche se per la loro gravità meriterebbero maggioreattenzione, pubblica denuncia, sanzioni certe e immediate. Invece no,amici miei, tutto si risolve alla fine a “tarallucci e vino” in barba ai citta-dini onesti che ahimè, pigliano schiaffi ogni giorno da tutte le parti, cosìimparano… a diventare furbi! Mi auguro vogliate scusarmi amici miei,ma io sono veramente a pezzi e, soprattutto stanco di dover rilevare,nella quotidianità di tutti i giorni episodi e problematiche ormai stantiecheper la lorogravità eurgenzaavrebberodovuto trovare soluzionemache invece, restano ritualmente all’ordine del giorno. Cercherò di limita-re l’attenzione al settore riguardante la mia attività, anche se forte è latentazione di aggredire anche sfere diverse, laddove sempre più spessosono evidenti anomalie e incongruenze paradossali. Anche se non rap-presenta il massimo della soddisfazione dal punto di vista professiona-le, noi agenti di assicurazione dobbiamo fare quotidianamente i conticon il ramo RCA (Responsabilità Civile Auto), dove dalla data di libera-lizzazione delle tariffe siamo costretti ad operare in una giungla di nor-mative e condizioni che, di fatto, sembrano studiate apposta per diso-rientare l’utente, rendendo di fatto difficile e talvolta impossibile la com-parazione delle tante offerte disponibili. Ma è normale direte voi, è inlinea con l’andamento generale della nostra attuale società vi confermoio, dove le regole sembrano studiate apposta per essere violate, ancheperché saranno poi le molteplici possibili interpretazioni legali a con-sentire ai furbi di farla franca, sempre e comunque. Proverò, auguran-domi di riuscire nell’intento, ad esaminare nelmodo più analitico possi-bile le incongruenze di questo specifico settore, dove tante sono lecause e gli effetti che concorrono alla formazione del risultato finale, ilpremio da pagare appunto.

...il caneche si morde la coda Questionedistile

acuradell’Arch.LorenzoFranceschini

Perché parlare di Stile? Esiste oggi lo stile? e soprattutto che cos’è lo stile?una definizione possibile è: “la forma costante dell’arte di un individuo odi un gruppo di artisti”, è un insieme di tratti formali che caratterizza il lin-guaggio di un autore, di un’opera, di un genere e che risulta da una scel-ta consapevole che si allontanadall’usoodallanormacorrenti. Lo stile, l’e-laborazione e ripetizione di un “modus operandi”, di una “cifra” estetica,hanno caratterizzato l’evoluzione del fare e del progettare Architetture neltempo sino ai giorni nostri. Dall’analisi di quanto sopra descritto nasconole domande iniziali, osservando le opere di Architettura contemporanea,esse si discostano o meno dalla caratterizzazione o cristallizzazione dellinguaggio progettuale in uno “stile”? potremmo dire che oggi lo stile simanifesta sotto le diverse forme emateriali dell’Architettura? e/o attraver-so le nuove forme di comunicazione del significato dell’Architettura? Lecorrenti architettoniche di tutto il mondo hanno espresso il proprio lin-guaggio attraverso la creazione di uno stile peculiare, pensando alle piùinfluenti degli ultimi decenni come il Post Modern , inaugurato da RobertVenturi, secondo cui la cultura contemporanea ha ormai accettato la con-traddizione come condizione esistenziale, per ciò in ogni settore si mani-festa l’impossibilità di giungere ad una sintesi omnicomprensiva e perfet-ta della realtà. Secondo questo ragionamento il cambiamento è certa-mente il fenomeno sociale più affascinante ed elusivo: “se è facile rendereconto di quanto abbiamo alle spalle, emozionantema difficile è cercare diintravedere ciò che ci aspetta. Che le cose cambinoèperfinobanale osser-varlo, ma è sul disegno che le lega che l’esercizio diventa difficile, soprat-tutto quando vecchio e nuovo trasmutano l’uno nell’altro, fondendosi contempi e ritmi diversi a seconda delle sfere di azione sociale coinvolte, percui passato e futuro si trovano spesso a convivere nelmedesimo tempo espazio”. All’opposto il movimento De Costruttivista inaugurato nellamostra “De-constructivist Architecture” da Philip Johnson e capofilaF.O.Ghery, in questa esposizione veniva estrapolata un’architettura “senzageometria” (la geometria euclidea), piani ed assi, con lamancanza di quel-le strutture e particolari architettonici, che sono sempre stati visti comeparte integrante di quest’arte. Una non architettura, quindi, che si avvol-geva e svolgeva su sé stessa con l’evidenza e la plasticità dei suoi volumi.La sintesi di ciò è una nuova visione dell’ambiente costruito e dello spazioarchitettonico, dove è il caos, se così si può dire, l’elemento ordinatore. Leopere decostruttiviste sono caratterizzate da una geometria instabile conforme pure e disarticolate e decomposte, costituite da frammenti, volumideformati, tagli, asimmetrie e un’assenza di canoni estetici tradizionali. Imetodi del decostruttivismo sono indirizzati a “decostruire” ciò che ècostruito, unadestrutturazionedelle lineedritte che si inclinanosenzaunaprecisa necessità. Siamo davanti a un’architettura dove ordine e disordineconvivono. Il perché di questo discorso sullo stile? citando R. Nicolini: ”Selo stile è inteso (formalisticamente) come una cifra comunicativa, comeunasortadigriffe chepreesisteall’operaedacuiquestadevesubordinarsie adeguarsi, il risultato nonpuò che essere negativo. Lo stile, il linguaggio,deveessere la conquistadiogni singoloprogetto,nonpuòpreesistere ide-alisticamente ad esso”. Volete approfondire l’argomento con noi?Contattateci o venite a trovarci nei nostri nuovi uffici in via L. Cattani.

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acuradiLidiaNobili

LeDonne:eroineinvisibilidelRisorgimento

L’Italia è donna, si dice, alludendoal fattoche, nell’iconografia ufficiale, laRepubblica Italiana è rappresentata dauna statuaria figura femminile col capocinto da una corona, nonostante solo nel1946 il suffragio vengaesteso alle donneitaliane e per la prima volta sarà consen-tito loro di votare ed esprimere le propriescelte. E’ un traguardo importante, con-quistato con fatica e caparbietà in unabattaglia dolorosa durata decenni.Per secoli le donne sono esclusedalla politica perché considerate“inadatte” e subordinate all’operatomaschile. Eppure le donne, nelleimprese che hanno portatoall’Unità d’Italia, hanno compiutoazioni di grande coraggio e intra-prendenza, forse non ancora cono-sciute quantomeriterebbero.Conquestoscopo,nellacelebrazio-ne del 150° anno dell’Unità d’Italia,la Consulta Pari Opportunitàdell’UPI, presieduta da Lidia Nobiliha organizzato, presso la SalaZuccari di Palazzo Giustiniani,Senato della Repubblica, il Convegno su“Le Province e le Donne delRisorgimento”, a cui ha preso parte unafolta rappresentanza reatina tra cui laPresidente Lions Flavia Gens, MariaAgnese Grillotti, il notaio GiuseppinaCasazza, la Vice Preside dell’ITC LiviaMoretti ed altre amiche a dimostrare chela scarsa presenza al femminile nella vitaeconomica e politica italiana e l’assenzaquasi totaledaogni ruolo apicale sia sen-tita anche nella nostra città. La rievoca-zione storica, che ha evidenziato quantole donne abbiano contribuito alla costru-

zione di una coscienza civica unitaria,soprattutto attraverso l’istruzione, la for-mazione, l’emancipazione del loro ruolo,ha lasciato spazio a un dibattito sull’e-mergenza dellamancata parità di generein Italia.Tale incontro non si è limitato a ricorda-re come il Risorgimento abbia ricevutoun contributo rilevante dalle donne,(donnechesi vestivanodauomoperpar-

tecipare all’impresa dei Mille, scendeva-no inpazzadurante leCinquegiornatediMilano, aprivano le porte dei loro salottiper accogliere i pensatori e permettere aipatrioti di organizzare piani di liberazio-ne, rischiavano la vita passando il confineper portare inmezzo alle loro capigliatu-remessaggi cifrati) ma soprattutto comeingenerale le donne contribuiscanoquo-tidianamente, in sordina, senza troppoclamore, allo sviluppo della società.La Presidente Lidia Nobili, aprendo ilavori, ha sottolineato come “celebrarele donne che hanno fatto l’Unità d’Italia

non è solo un modo per ricordare figu-re decisive, eroine troppo spesso trascu-rate nei libri di storia, piuttosto unmodoperdare seguito alle loroazioni, di rilan-ciare un dibattito sulla necessità di ren-dere sempre più incisivo il ruolo delledonne nella vita del nostro Paese.Partire dalla storia deve dare la forzanecessaria per costruire un futuro direale parità”.Attraverso il nomee il ricordodi EleonoraPlimentel, Cecchina Menotti, Cristina diBelgioioso, Enrichetta Pisacane, RosaMontmasson Crisp, Colomba Antoniettie delle innumerevoli altre figure che illu-minarono il nostro Risorgimento, il temadella piena e compiuta applicazione delprincipio costituzionale dell’uguaglianzadi genere trova oggi un decisivo e rinno-vato impulso, per eliminare definitiva-mente pregiudizi che frenano il processodimodernizzazioneedi crescitaciviledelNostro Paese.Il problema della scarsa rappresentanzafemminile, infatti, risulta ormai da annievidente. La presenza di donne nelleAssemblee elettive a tutti i livelli ponel’Italia agli ultimi posti dell’Europa. Se siconsidera che nel nostro Paese le donne

rappresentano oltre il 52% dellapopolazione, il loro numero inParlamento, nei Consigli regionali,provinciali e comunali è decisamenteminoritario.Seppure lepercentuali sullapresenzafemminile nelle istituzioni siano lie-vemente in aumento, il quadro com-plessivo presenta una forte debolez-za, registrandosi di fatto l’inapplica-zione del principio sancito dall’art.51 della Costituzione: “Tutti i cittadi-ni dell’uno edell’altro sessopossonoaccedere agli uffici pubblici e allecariche elettive in condizioni di egua-glianza, secondo i requisiti stabiliti

dalla legge. A tal fine la Repubblica pro-muoveconappositiprovvedimenti lepariopportunità tra donne e uomini”.Occorre attuare politiche di genere inogni settore perché grazie al lavoro delledonne si può riemergere dalla crisi eco-nomico-finanziaria che ha colpito tuttiindistintamente.“C’è bisogno quindi - ha concluso LidiaNobili - di un “Nuovo Risorgimento” chevalorizzi il ruolo delle donne nell’interes-se del Paese e quale segno di civiltà. InEuropa e in Italia le donne invisibili nondevono più esistere”.

Prof.RobertoBalzani,Sen.EmmaBonico,Pres.Consulta PariOpportunitàLidiaNobili

VicePres.ConsultaPariOpportunità,On.BeatriceLorenzin,Pres.LidiaNobili

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acuradell’Arch.LorenzoFranceschini

OnicomicosiacuradelDr.EugenioFovi

Un’altra onicopatia presente soprattutto tra la popolazione adulta èl’onicomicosi. Nel caso specifico delle unghie dei piedi, tematica que-sta di interesse podologico, l’onicomicosi risulta avere una prevalenzainferiore allo 0.5% in età infantile, del 3-14% negli adulti e del 15-29%nei soggetti oltre i 60 anni. Queste percentuali la collocano tra le oni-copatie più diffuse che spesso ci troviamo ad affrontare nel nostrolavoro. Da studi condotti l’onicomicosi risulta essere molto più fre-quente in soggetti affetti da altre patologie: diabetici, pazienti condisturbi vascolari, psioriasici o immunodepressi. Gli agenti patogenicoinvolti in questa alterazione della lamina possono essere diversi:dermatofiti (come il Trichophyton rubrum e Trichophyton interdigita-le) miceti (Scytalidium sp., Scopulariopsis, Hendersonula, Aspergillus)e lieviti (Candida). La diagnosi risulta essere fondamentale per la riso-luzione di questa patologia. Prima di iniziare qualsiasi trattamento, alfine di evitare terapie non necessarie, è opportuno effettuare degliappositi esami di laboratorio prelevando con strumenti adatti una pic-cola porzione dell’unghia con relativo tessuto subungueale in prossi-mità della zona ove la eventuale micosi è attiva. A volte può rendersinecessario ripetere l’esame di campionamento anche a distanza dialcuni mesi per arrivare ad una diagnosi precisa. Gli esami di labora-torio hanno lo scopo di escludere, nella diagnosi differenziale, altrepatologie spesso confuse con l’onicomicosi come ad esempio la pso-riasiungueale, l’unghia traumatica, l’onicogrifosi ed inalcuni casi, sep-pur rari, da melanomi. Il ruolo del PODOLOGO, risulta essere fonda-mentale nella prevenzione dell’insorgenza di onicopatie. Spesso, è lafigura professionale a cui si rivolgono per primo i pazienti che chie-dono preoccupati quale siano le conseguenze di unamicosi. Il PODO-LOGOdopounesameobbiettivo laddovesospetti lapresenzadimico-si, ha il compito di inviare i pazienti dal dermatologo che provvederàa sua discrezione a fornirgli una terapia appropriata. Le regole di baseda osservare sono poche e semplici ma utili per evitare l’instaurarsi didette patologie. Esse prevedono :- Una perfetta igiene e cura del piede soprattutto per chi frequentaposti pubblici (docce, piscine, saune…) evitando quindi di camminarescalzi ed indossando calzature appropriate (sandali);- Asciugare accuratamente lo spazio tra le dita dei piedi, sede elettadella Tina pedis (formazione micotica tipica della pianta dei piedi edegli spazi interdigitali);- Cambiare spesso scarpe (meglio calzature e solette diverse tutti igiorni, per consentire all’umidità della scarpa di asciugarsi del tutto);.- Utilizzare prodotti a Ph fisiologico e lozioni idratanti lenitive, chegarantiscono l’integrità della pelle e la sua funzione di barriera versogli agenti esterni;- Gli sportivi dovrebbero controllare di frequente il proprio guardaro-ba e eliminare, o almeno limitare, l’utilizzo di indumenti o calzatureche impediscono la normale traspirazione e causano il ristagno delsudore. Inoltre, dovrebbero sempre scegliere indumenti di cotone olino; limitare l’uso delle scarpe da ginnastica (da portare sempre conle calze, che devono essere ogni volta pulite) e lavare spesso le solet-te plantari.

Si è appena conclusa la settimana più frizzante, glamour e internazionalediMilano che damartedì 12 a domenica 17 aprile, ha portato in città ordedi stranieri, architetti, studenti,modaioli, trend setter. Per quello che rima-ne l’appuntamento più bello e più made in Italy della produzione indu-striale e artistica del nostro paese. Sto parlando, ovviamente, del SaloneInternazionale delMobile diMilano. E la città è stata tutto unparty, un ver-nissage e un aperitivo in occasione del Fuori Salone 2011, che altro non èche l’insieme di tutta una serie di eventi che si svolgono al di fuori dellospazio fieristico di Rho. E’ questa, sicuramente, la parte più stimolantedella kermessemilanese, dove i designers e gli artisti che collaborano conle varie aziende, sono liberi di esprimersi al di fuori delle leggi del merca-to, unpo’ comeavvienenelle sfilatedi altamoda. Edèqui che si può intra-vedere il futuro. Quello che diventerà tendenza nei prossimi anni.Siamo stati invitati all’Evento Kartell, presso lo showroom in via Turatiangolo Porta. Una delle aziende italiane leader nell’arredamento ha decisodi festeggiare i 50 anni del Salone del Mobile conKartell lovesMilano. Amoltepersonalitàdeipiùdiversi ambiti (personaggidellospettacolo,musi-ca, cucina, letteratura) è stato chiesto di rendere un tributo alla città a cuierano legate per l’origine o per motivi professionali. L’obiettivo era rein-terpretare un oggetto Kartell imprimendo il proprio personalemarchio. Leopere di (tra i tanti) Linus, Antonio Marras, Etro, Fabio Volo, GianniCanova, i charity, Dolce&Gabbana, Dsquared2, Missoni,Moschino, Aspesi sono state in mostra al flagstore e più avanti sarannomesse all’asta per una giusta causa (il ricavato verrà devoluto allaFondazione Umberto Veronesi). E proprio l’oncologo UmbertoVeronesi, ha firmato la lampada “Dna Revolution Lamp”, con all’internol’elica colorata dell’acido desossiribonucleico, ovvero la mappa dei cro-mosomi del corredo genetico umano.L’impressione che ne abbiamo ricevuto è che la plastica si sia definitiva-mente sdoganata. Ormai è considerata, a titolo definitivo, uno dei mate-riali migliori per costruire mobili e soprattutto complementi d’arredo. Lasuamalleabilità, i suoi colori, uniti alle caratteristiche tecniche, la rendonoideale per chi vuole cimentarsi in delle vere e proprie creazioni. E questa èla seconda tendenza che abbiamo potuto rilevare. Dopo anni di semplifi-cazioni e di minimalismo, oggi si è tornati a creare. Ogni azienda ha cer-cato di proporre qualcosa di unico, utilizzando al meglio il proprio baga-glio culturale. E quindi anche all’interno degli stands è stato un susseguir-si di oggetti mirabili, a volte anche difficili da decifrare. Quest’anno c’eradi che rimanere strabiliati soprattutto all’Euroluce. Questo spazio, che siripete ogni due anni, è stato il vero protagonista del salone. Infatti, con lamessa al bando di molti tipi di lampadine, abbiamo assistito alla presen-tazione di lumi con forme emateriali, prima improponibili.Abbiamopreparato un reportagedel salone chepotrete trovare sul nostrosito www.light-design.it, per mostrarvi in anteprima quello che verràmesso (forse) in produzionenei prossimimesi. Abbiamoaggiunto il forse,perché a volte capita che molti di questi oggetti rimangano delle piccoleprovocazioni senza futuro. Speriamo non sia il caso di quelli che abbiamoselezionato per voi.

a cura di Carlo Proietti

Tendenze Il salone di Milanocompie 50 anni ma non li dimostra

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Acquistarecasa:irischidel“faidate”

L’acquisto della “casa” costituisce, perla generalità delle famiglie, uno deimomenti più importanti della vita e

spesso rappresenta la realizzazione di un “sogno”. La“casa” infatti resta ancor oggi simbolo ancestrale di sicu-rezza, realizzazione sociale e, il possederla, grande moti-vo di soddisfazione. Quanti sacrifici, quanto duro lavoro alfine di procurarsi i capitali necessari per l’acquisto o per lacorresponsione della sola caparra e poi, quasi sempre, peril pagamentodelle gravose ratedelmutuo contratto con lebanche. Attenzione perciò! “il fai da te” o un approcciosuperficialeod inadeguatopossonovanificare inunattimoi sacrifici di anni. Perevitare “brutte sorprese”quindi, primadi compiere atti impegnativi, è opportuno acquisire indi-spensabili informazioni circa la personadel venditore oltreche, naturalmente, riguardo all’immobile da acquistare.Per prima cosa occorre accertarsi che la persona che vi haproposto la vendita sia realmente il proprietario e che,quindi,nonvi sianoaltri soggetti chepossanovantaredirit-ti reali sull’immobile (nuda proprietà, usufrutto, ecc.). A talfine bisogna richiedere al proprietario una copia dell’attodi acquisto o della dichiarazione di successione o di altrotitolo attestante il diritto di proprietà. Per maggiore caute-la è consigliabile effettuare una verifica presso laConservatoria dei registri immobiliari al fine di verificareche l’immobile sia, al momento, ancora di proprietà delpotenziale venditore.Rassicurati circa quanto sopra, è necessario appurare chesull’immobile non esistano iscrizioni ipotecarie o vincoli diqualsiasi natura che possano ostacolare il pacifico e com-pleto godimento del bene. L’acquisto di un immobile gra-vato ad esempio da ipoteca potrebbe anche farvelo per-dere, qualora il debito che aveva dato luogo all’iscrizionenon dovesse essere onorato. Presso la Conservatoria deiregistri immobiliari è possibile verificare oltre all’esistenzadi ipoteche, eventuali altre iscrizioni pregiudizievoli (adesempio una servitù). Tenuto conto che nei riguardi delnuovo acquirente possono essere fatti valere solo vincoliantecedenti alla trascrizione dell’atto di compravendita,l’assenzadi tali iscrizioni vi darà lamassimagaranziadi ungodimento pacifico ed esclusivo.Un’ulteriore precauzione è quella di controllare che sul-l’immobile siano state pagate le imposte (IRPEF) per l’annoin corso e per quello precedente. Ciò in quanto il fiscogode di un privilegio sullo stesso rispetto ad altri creditori.Necessita fare attenzione anche alle previsioni del regola-mento di condominio per venire a conoscenza di eventua-li divieti che possano essere influenti sull’ opportunità del-l’acquisto. È di estrema importanza, per immobili in corsodi costruzione, richiedere copia della concessione ediliziae, in caso di recente costruzione, anche il certificato di abi-tabilità e copia di un eventuale condono. Se si acquistadirettamente dal costruttore si segnala che, qualora lostessoversasse instatodi insolvenza,unsuoeventuale fal-limento potrebbe trascinare con sé il vostro immobile.Anche un’indagine in proposito è pertanto consigliata.Damartedì 29marzo c.a. è in vigore l’obbligo a carico delvenditoredi fornire le informazioni e ladocumentazione inordine alla classificazione energetica dell’edificio; è benequindipremunirsi sotto tale aspetto, poichénei contratti dicompravendita è necessario inserire un’apposita clausolaal riguardo. Nella breve disamina delle precauzioni daassumere prima di effettuare l’acquisto del vostro immo-bile, sonostatevolutamente tralasciate leproblematichedinatura tecnica concernenti l’edificio e i suoi impianti, alriguardo dei quali solo un buon tecnico del settore potràrassicurarvi.

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Autostrada, stazione di servizio di MichelinoOvest, provincia di Torino. Lunedì 18 aprile, ore

13,30. Il navigatore dice: “673 km a Rieti”. Sei ore e venti di viaggio anco-ra da fare.

Sul tavolo dell’Autogrill un hamburger e una Coca. E il mio PC: devo scri-vere l’articoloperFormat. Lamiamacchina, lì fuori,pienadibagagli evesti-ti. Ma soprattutto carica di Emozioni. Emozioni forti. Sto rientrando daSaint Vincent, l’eventomagico dell’anno (“Masters ofMagic” è il nomediquesto famosissimo evento). Negli occhi ancora le immagini di cinquegiorni unici: spalla a spalla con i più grandi artisti di tutto il mondo, unababele di lingue, gesti, pensieri, parole, confronti. ComedimenticareCyrilTakayama, il più grandemago giapponese (autentica Starmondiale) che,nel ricevere la Grolla d’Oro (ambitissimo premio di Saint Vincent, nel pas-sato dato a personaggi come Fellini,Mastroianni e la Loren), la dedica alsuo Paese, colpito dal terremoto un mese fa. Come dimenticare BrettDaniels, che in un fantasmagorico numero, viene risucchiato daunmoto-redi aeroplano (presentesulpalco!!!) perpoi ricompariredal fondodel tea-tro? E come dimenticare le due ore passate insieme al campione delmondo di mentalismo, Banacheck, di cui potete vedere la foto in questoarticolo? Ma, soprattutto, come dimenticare l’evento delle premiazioni,tenutosi domenica 17 aprile? Tra i diversi Concorsi di Masters of Magic cene è uno, considerato tra i più ambiti: il premio alla migliore creazionemagica dell’anno. Sul palco il Presidente diMasters ofMagic, Walter Rolfo,e la hostess per la consegna del premio. Sul palco, Walter chiama il vinci-tore: “Signore e signori, Rino Panetti!”. Che emozione. L’applauso partequando ancora devo raggiungere il palco: pochi secondi ancora ed ecco-mi passaredal buiodei posti in teatro alle luci intense e caldissimedel tea-tro. Lamusica sale. Waltermi saluta et… voilà la consegna della prestigio-sa pergamena. Solo pochi secondi flash di fotografi e di nuovo torno asedermi pronto ad applaudire il vincitore del Concorso successivo. Tuttociò è accaduto solamente ieri. Ancora non ho le foto ufficiali (quelle fattedai fotografi di Masters of Magic); ma intanto voglio condividere con voiquesta foto scattatami da unmio collega.Il cammino continua…

A cura del Mago Jensen

Vuoiospitare lamagiadiRinoPanetti?Convention, Serate di Gala, Eventi aziendali, Rievocazioni medieva-li, Serate a tema, Feste private, ecc.: puoi farlo anche ora e, come permagia... la tua serata diventerà fantastica!info: 328.8635881

SAINT VINCENT 2011And the winner is...

a cura di M. Antonietta Dionisi

Ci voleva un’americana...Nonmi sbagliavo quando, poco tempo fa, parlavo delle potenzialità deigiovani e ho detto che quest’anno mi sarei dedicata a loro in particola-re... Edeccoli infattipronti ad imparare, con l’effervescenzadei loropochianni, a volte con la loro intemperanza, ma bisogna anche assecondarliun po’, anzi direi che per entrare in sintonia bisogna comunicare inmodo che ci capiscano (non è facile parlare a ciascuno secondo le sueesigenze, ma ci provo) ed è bellissimo quando ci troviamo a ridere,scherzare, provare, sbagliare insiemee ricominciare un lavoro. Nellamiavita non guardo mai indietro con nostalgia, anzi, ma mi piace pensareche forse ero così anche io.Quando ieri due ragazze, che vedevo solo per la seconda volta, sonoandatevia finitouncorsodicendo “Ci vediamopresto, siamostatebene!”mi sono sentita piccola piccola. Non era la soddisfazione professionaleche contava in quel momento, ma quel “siamo state bene” che scandivail fatto che bastano piccole cose ad appagarci, che sottolineava che inquel momento non c’era differenza di età né di formazione, eravamotutte uguali e quei sorrisi mi hanno commosso. Finché vivrò di questimomenti non ci sarà crisi che mi scoraggerà!Unaltrogrande insegnamento l’ho ricevutoquando, insiemeadunacaracliente, sonoandata a fare il corsodi tessitura conLauraMc.Cabe’sdi cuivi avevo anticipato. Dunque siamo arrivate un po’ intimorite (sai quandonon si conosce bene una cosa). Tante erano già intorno ai tavoli, imbril-loccate come nonmai con i gioielli da esse stesse realizzati, tutte inten-te a cianciare: “Ah io ho fatto questo, io sono andata di qua e di là…”;qualcunaera insegnante, chi negoziante, chi soloappassionata,ma tuttecon tanta presunzione, qualcuno addirittura non voleva essere fotogra-fato perché non si dicesse che era andato ad imparare da una rivale.Mi veniva da ridere, ma in tutto ciò non vedevo quella che sarebbe statala nostramaestra. Poi dietro dimeho sentito una voce cheparlava ingle-se, mi sono voltata e... sono rimasta a bocca aperta: poco più di unaragazzetta, acqua e sapone, graziosa d’aspetto, semplice neimodi... eraLaura Mc.Cabe’s... grande creatrice le cui pubblicazioni compaiono intutto il mondo. Possibile? Con pazienza, aiutata da un interprete, ha ini-ziato a darci istruzioni e mi sono sentita a casa mia. Il linguaggio tecni-co faceva sì che a volte non serviva nemmeno che il ragazzo traducesse;con garbo faceva il giro dei tavoli a controllare i nostri lavori.Le sue creazioni erano sparse sui vari tavoli e devo dire che anche semolto appariscenti, complesse di tecniche ed elementi, non erano maipacchiane.Ecco, dall’America la lezione che la semplicità non compromette l’esse-re artisti, mentre noi tendiamo ad essere gelosi di quello che sappiamofare.Anche se lavoravo con strumenti a cui non sono abituata, le perline miscorrevano tra le dita come i pensieri nellamiamente; non abbiamo fini-to tutto il lavoro che è lunghissimo, neporto avanti unpo’ ogni volta cheho un ritaglio di tempo la sera, però ho imparato molto!

il momento della premiazione Rino Panetti conWalter Rolfo, presidente dell’eventoe assieme al Campione del Mondo di mentalismo, Banacheck

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TizianoContiestasiamo, perché ci infonde unasensazione immaginifica. Quasimai ci viene alla mente però, ilpoeta, la sua figura, il suo tormen-to, ma soltanto la sua estasi: que-sto prendiamo, del resto non ce nefrega niente! E quando incontria-mo una persona così “speciale”,prendiamo senza dare nulla.Questo nulla forse è stata la soffe-renza più intima di Tiziano. Hadato tutto agli altri, senza chiederenulla in cambio ed il mondo, egoi-sta per antonomasia, si è dimenti-cato di contraccambiare! Cosi ungiorno, questo figlietto, ha pensa-to che era fuori posto, fuori luogoe fuori tempo. Ha preso un bigliet-to di sola andata e ci ha lasciatocon le nostre “miserie quotidiane”!Lui era fatto per ben’altra vita.Però c’ha donato un ricordo inde-lebile di ragazzo eccelso: dolce ebuono come ce ne sono pochi.“Tiziano, ormai c’ho quasi 60 annie quando il buon Dio mi chiameràa fare l’ottico anche li da voi, staipur certo che gli occhiali te li con-tinuerò a fare sempre io. Te lo pro-metto!” CIAO!

Il tuo ottico, Alvaro Galasso.

l’aspetto, ma molto sensibile edintelligente. E come tutte le perso-ne con queste caratteristiche, vive-va in un mondo piuttosto lontanodal materiale. Amava la natura, glianimali, le cose belle e le persone,con le quali era anche molto gene-roso. Adorava leggere e la suamente spaziava ben oltre il visibile.Era “molto più avanti dei suoi coe-tani”, ma questo non lo faceva sen-tire diverso. Non era assolutamen-te presuntuoso, anzi, ma solo piùsensibile ed intelligente. I genitoril’hanno sempre amato e curato,ma lui stava “troppo avanti”. Conquesto suo, diciamo “disagio”, haconvissuto sin da piccolo.L’infanzia, l’adolescenza, l’iniziodella maturità: qui qualcosa siincrinò. Lo scorrere della vita nonera più fluido. Era difficile, ruvido,lento, insostenibile! È complicatocapire queste menti elette, perchéparlano un linguaggio talmenteprofondo che noi abituati alla mac-china, alle vacanze, alla bella casa,a “magnà”, ai “sordi” (quelli con laO aperta) non potremo mai com-prendere! Quando leggiamo unapoesia di Giacomo Leopardi, ci

Di solito gli articoli pubblicati suFormat li scrivo la Domenicapomeriggio, perché chiaramenteho più tempo e più voglia. Permotivi di programmazione, oggiVenerdì 15 Aprile, mio malgrado,dovevo anticipare questa consue-tudine. Al dire il vero non avevo inmente nulla che valesse la penaraccontare e invece…! Alle 11:30di questa mattina è entrato innegozio un mio carissimo amicol’Ing. Galafro Conti. Ci conosciamoda più di 30 anni, perché tempo fa,pendolari di città diverse, stavamoa pranzo tutti i giorni in una notatrattoria di Rieti. Dopo essercisalutati mi ha detto: “C’è un ragaz-zo di Rieti che è un tuo “fan”, per-ché segue tutti gli articoli che scri-vi. Gli avrebbe fatto piacere rega-larti questo suo libro!” Titolo: “Ilguerriero della leggenda”. Autore:Tiziano Conti. Mi si è gelato il san-gue… l’autore è il figlio di Galafro,morto suicida! Voi non sapete, maquesto figlietto è cresciuto nel mionegozio. Sin da piccolo gli occhialida vista glieli facevo io, per cui l’hovisto crescere nel vero senso dellaparola. Era un bimbo dolce, di bel-

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IldirettoreAsl,GiananiinCommissioneconsiliareCriticità,problematichemaanchepuntidieccellenzaenuoveprogettualitàNei giorni scorsi la Commissione Consiliare Sanità, Cultura,Sicurezza e Tempo Libero presieduta dal Consigliere Fabio Nobiliha incontrato - unitamente al presidente del Consiglio GianniTurina e all’assessore Antonio Boncompagni - il Direttore genera-le dell’Asl di Rieti, Rodolfo Gianani e il Direttore amministrativo,

Adalberto Festucciaper l’illustrazione del-l’atto aziendale. Unincontro fattivo cheha dato spazio ad unampio e approfonditodibattito tra i consi-glieri comunali mem-bri di Commissione ei vertici dell’Asl di Rietinel corso del qualesono state messe inevidenza criticità eproblematiche maanche punti di eccel-lenza e nuove proget-tualità. Nel tempo, alfine di poter conosce-re emonitorare lo svi-luppo dell’atto azien-

dale, gli amministratori comunali incontreranno periodicamente ivertici dell’Asl reatina in sede di commissione. Tante le tematicheaffrontate: dal Pianodi rientro della sanità locale almancato accre-ditamento delle Rsa fino alle soluzioni possibili per l’abbattimentodei tempi delle liste di attesa anche attraverso la riconversione dipresidi ospedalieri e la volontà di realizzare in seno al nosocomioreatino De Lellis almeno quattro punti di eccellenza sanitaria.Inoltre è stata ampiamenteaffrontata laproblematicadei reparti diOrtopedia e Otorinolaringoiatria, attualmente senza nomina di unprimario con conseguente perdita economica a causa della mobi-lità passiva ed è stataesposta anche la piani-ficazione della prontareperibilità per i medicidi famiglia.Infine il dott. Giananiha illustrato il nuovoprogetto di“Telecardiologia”, stru-mento attraverso ilquale ogni farmaciapotrà diventare, intempo reale, un sito didiagnostica attraversoun monitor diretta-mente collegato con il personale sanitario dell’ospedale. Si trattadi un progetto pilota che vedrà Rieti tra i primi comuni capofila inItalia. Grazie poi alle unità provenienti dall’ospedale di MaglianoSabina verrà implementato il servizio ospedaliero del reparto diCardiologia, già tra i reparti di eccellenza del nosocomio, cosìcome quello di Emodinamica che conseguirà il doppio turno.Numerosi gli interventi dei consiglieri che hanno posto sul tavolole principali problematiche afferenti la gestione della sanità reati-na.

L’alluce valgo, volgarmente conosciuto con il nome di “patata” o“cipolla”, è senza dubbio la patologia più frequente del piede. Coltermine “patata” viene indicata infatti quella fastidiosa, dolente e avolte fonte di infezione,malattia rappresentata da una tumefazio-ne (“bozza”) sulla partemediale dell’avampiede. A dire il vero que-sto termine indica solounapartedel problema,oserei dire lapartepiù evidente di un ice-berg (lapatologiasotto-stante). Inambitomedi-co con il termine tecni-co di alluce valgo vieneintesa una complessaalterazione del piede incui la patata, rappre-senta solamente l’a-spetto più evidente,altre volte invece sono più evidenti e sintomatiche le altre altera-zioni. Oltre “la patata”, che è costituita da una esostosi della testadel 1° metatarso spesso sovrastata da una imponente reazioneinfiammatoria (borsite), sono presenti una deviazione laterale del-l’alluce (il vero valgismo), una deviazione mediale del 1° metatar-so, lo spostamento laterale dei sesamoidi a volte lussati nello spa-zio intermetatarsale, lo spostamento laterale dei tendini dell’e-stensore proprio e dei flessori dell’alluce. Frequentemente sonopresenti alterazioni alle altre dita del piede. Tutto ciò determinauno squilibrio strutturale di tutto l’avampiede con gravi ripercus-sioni sulla statica e sulla dinamica del passo. Naturalmente esisto-nodiversi gradi di alluce valgo, che vienemisurato con l’angolo trail metatarso e la falange nonché con l’angolo intermetatarsale. Lapatologia è per così dire ingravescente e caratterizzata da un pro-gressivo peggioramento del quadro clinico e della sintomatologiasoggettiva. Numerosi sono i possibili rimedi, che in un algoritmodi trattamento, vanno dall’applicazione di semplici rimedi ortope-dici, plantari o divaricatori, fino ad arrivare a interventi chirurgicicomplessi sull’avampiede e su tutto il piede. Naturalmente dipen-de dalla gravità delle deformazioni. Negli ultimi anni si è andatasempre più affermando una nuova tecnica di correzione dell’allu-ce valgo la cosiddetta “tecnica percutanea”, damolti erroneamen-te chiamata “correzione con laser” per l’assenza di cicatrici. Contale tecnica è possibile intervenire in anestesia locale eseguendosoli due o tre fori sulla pelle, spesso inDayHospital. Sorprendenteè poi l’assenza di forte dolore post operatorio e la precoce ripresadella deambulazione. Per avere un buon risultato clinico e nonaver amare sorprese, tale intervento minimamente invasivo deveperò essere praticato in casi selezionati, dopo un attento studiodella deformità senza estendere troppo l’indicazione; solo un chi-rurgo ortopedico esperto in tale tecnica e capace di applicareanche altre tecniche operatorie potrà dare la giusta indicazione.

acuradell’Arch.LorenzoFranceschini

Allucevalgo:èpossibileunacorrezioneindolore

acuradelDr.AntonioMariantoni

Dott. Antonio Mariantoni - Specialista in ortopediaResponsabile dell’ambulatorio di Patologia del Piede e della

Caviglia dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Rieti

Centro ITERVia Servilia PassoCorrese (Ri) - Tel. 0765.484043Rieti in via B.Riposati 16 (Campoloniano) - Tel 328.9237099

Reparto

Dott. Rodolfo Gianani

Cons. Fabio Nobili

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Ariete 21 Marzo - 20 AprileLa situazione economica è buona: vi permet-te di nonposticipare desideri e progetti. Anzi,vi offrirà l’opportunitàdi farequalchespesa inpiù! Si avvicina il primo maggio: organizzateun viaggio con la famiglia, anche verso metevicine.

Toro 21 Aprile - 20 MaggioRiuscirete ad instaurare rapporti spontanei eamichevoli conmolte persone.Questo non faaltro che aumentare la vostra sicurezza eautostima. Vi attende un mese luminoso, gliastri vi sorridono e voi raggiungerete alcunivostri obiettivi.

Gemelli 21 Maggio - 21 GiugnoSe in famiglia qualcuno criticherà qualchevostro comportamento, nonmettete il muso,ma ascoltate ciò che ha da dire, senza farepolemiche.Arriverannonotiziepositivedall’e-stero o da qualche conoscente che aveteperso di vista da un po’.

Cancro 22 Giugno - 22 LuglioSiete stanchi della routine quotidiana, maogni weekend è quello giusto per “evadere”:pensate ad uno svago diverso dal solito, chevi aiuti a staccare la spina. C’è chi non è sin-cero e approfitta della vostra buona fede perfarvi brutti tiri, fate attenzione.

Leone 23 Luglio - 23 AgostoSiate aperti a nuove esperienze: si presente-ranno grandi occasioni permettere a frutto lavostra esperienza. Curate le pubbliche rela-zioni. Riuscirete ad ottenere risultati concretiin progetti alquanto impegnativi. Vi sentiretepieni d’energia.

Vergine 24 Agosto - 22 SettembrePotrete perdere occasioni importanti e nonconsiderare aspetti interessanti, se dimenti-cherete che la fretta è sempre cattiva consi-gliera. Organizzate con calma tutti i vostriimpegni e lasciate quellimeno importanti perun altro momento.

Bilancia 23 Settembre - 22 OttobreSiate superiori a certi commenti altrui, noncedete alle provocazioni e siatemenoperma-losi. Talvolta, la gente parla con invidia e cat-tiveria. Nonbisogna dare ascolto allemalelin-gue, che hanno il potere di mettervi in agita-zione e di malumore.

Scorpione 23 Ottobre - 22 NovembreLa vita quotidiana vi annoia un po’,ma cerca-te di focalizzare la vostra attenzione sulle pic-cole gioie che non mancano mai. Positività.Essere troppo titubanti non vi giova, quindibando alle insicurezze: le occasioni vannoprese al volo.

Sagittario 23 Novembre - 21 DicembreSiete circondati dall’affetto e dalla solidarietàdella famiglia, che vi aiuterà ad ottenere ciòche più desiderate. Cercate di essere presen-ti. Ultimamente, vi siete un po’ allontanati daivecchi amici: perché non organizzare unabella rimpatriata?

Capricorno 22 Dicembre - 20 GennaioSiete sempre attenti e cauti: utilizzate questevostre doti per distinguere le proposte davve-ro interessanti, da quelle meramente aleato-rie. Sietesempredisponibili adaiutaregli altri,ma non aspettatevi da tutti lo stesso atteg-giamento.

Acquario 21 Gennaio - 19 FebbraioLa famigliaegli amici reclamano lavostrapre-senza, nonsolo fisica. Ricordate chepermoltidi loro siete un punto di riferimento. Nondeludete chi vi vuole bene: aiutare gli altri,anche solo con un consiglio, farà bene anchea voi.

Pesci 20 Febbraio - 20 MarzoIn questo periodo avvertite un senso d’insod-disfazione, chevi porta a chiudervi in voi stes-si. Cercate di comprendere cos’è che real-mente vi disturba. Il nervosismo, dovuto adunquadro astrale birichino, appesantisce l’at-mosfera familiare. Non siate insofferenti.

Oroscopo di Maggio Il LunarioLuna Piena 17maggio,Nuova 3maggio

I nostri Santi in Paradiso5 - San Gottardo - Monaco benedettino e vescovo diHildeshein in Baviera.6 - San Domenico Savio - I suoi resti mortali si venera-no nella Basilica di Maria Ausiliatrice. E’ patrono dei“Pueri cantores”.17 - San Pasquale Baylon - Nato il giorno diPentecoste, il 16maggio 1540, a Torre Hermosa,morto nei pressi di Valencia il 17maggio 1592, giornodi Pentecoste, quest’umile “frate laico” che non si sentìdegno di accedere all’ordine sacerdotale, fu davvero“pentecostale”, cioè favorito dagli straordinari doni delloSpirito Santo, tra cui il dono della sapienza infusa.20 - Beata Colomba di Rieti - Fin dalla fanciullezza inpratica fu considerata come una “santa vivente”. Nel1494 salvò Perugia dalla peste. Macerata dalle peniten-ze e dai digiuni morì a soli 34 anni. Sette anni primaaveva predetto la suamorte, durante tutta l’esistenzacompì l’esperienza di visioni estatiche, della precogni-zione, della bilocazione e della levitazione. Compìanche diversi miracoli.26 - San Filippo Neri - Prete e Confessore, Fondatoredella Congregazione dell’Oratorio, insigne per la vergi-nità, per il dono della profezia e pei miracoli

Zodiaco Il 21maggio il Sole entra nel segno dei Gemelli

Detti e ridetti•Maggio ortolano, tanta paglia e poco grano•Maggio asciutto gran per tutto.• Maggio giardinaio non empie il granaio.• Maggio soleggiato frutta a buonmercato.•Maggio molle lin per donne.•Maggio maggione non ti levare il cappottone.•Massaio con lo staio fa di maggio danaio.• Maggio ridente fa allegra la gente.

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Ho visto un PC chemoriva per spyware,ne ho visto un altro che più RAM non ha.Nessun wormmai ti può ferir di piùdi un grande virus che ti formatta l’hard disk.Dieci falle per me posson bastaredieci patch per me voglio dimenticaredialer truffaldini da eliminaree bollette Telecom sulle quali morire.Dieci falle per Windows... solo per Windows.Una la voglio perché... fa bene crashare.Una la voglio perché ancor non sa cosa vuol dir l’exploit.Una soltanto perché, ha fatto conoscere a tutti il mio PC.Dieci falle così, che dicon solo di sì.Vorrei sapere chi ha detto che non vivo più senza IE.Matto, quello è proprio matto perché, forse non sache posso avere un firewall per il giorno, un’antivirus per la seraperò quel matto mi conosce perché ha detto che non ne val la pena.Dieci falle per me posson bastaredieci patch per me, io voglio dimenticaredialer truffaldini da eliminaree bollette Telecom sulle quali morire.Dieci falle così, che dicon solo di sìVorrei sapere chi ha dettoDieci falle per me - dieci falle per me - dieci falle per meperò io formatto per te - però io formatto per te.

1) La vera felicità sta nelle piccole cose: una piccola villa, un piccolo yacht,una piccola fortuna.

2) Se cerchi unamanodisposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio.3) C’è unmondomigliore... però minchia... è carissimo!4) L’importante non è vincere. L’importante è competere, senza perderené pareggiare.

5) Avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.6) Colui che è capace di sorridere quando tutto va male, è perché già hapensato a chi dare la colpa.

7) Chi ride ultimo, pensa più lentamente.8) Alcune persone sono vive solo perché l’assassinio è illegale.9) Se non puoi convincerli, confondili.10) Il denaro non fa la felicità... figurati la miseria!11) L’amore eterno dura tre mesi.12) Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità che, crescendo, si sviluppino entrambe le condizioni.

13) Pesce che lotta contro la corrente muore fulminato.14) Quando il sole si alza iniziano i problemi.15) Non è la misura del trattore che conta, ma quanto tempo trascorri adarare il campo

16) La fine del giorno è vicina quando uomini bassi fanno lunghe ombre17) Se la montagna viene verso di te... cooorrriiiii!!! É’ una fraanaaaa!!!

aspassoinrete

Diecifalleperme

Regoleperesserefelici:

Questa mese vi presentiamo, in compagnia della NDESIGN, trepiattaforme sviluppate per conto di una notamultinazionale ope-rante nel settore delle pompe dosatrici e dei sistemi di dosaggio,nonché, di due studimedici di Roma e Frosinone operanti, rispet-tivamente,nell’areadell’odontoiatria ed inquelladellaginecologiae della diagnosi prenatale.

www.seko-group.comPortale ufficiale del gruppointernazionale SEKO.Suddiviso nelle aree “Home”,“Il Gruppo”, “Business Units”,“Prodotti”, “News”, “Offerte dilavoro” e “Contatti”, presentail Gruppo con estrema chia-rezza nella sua complessità ed efficienza organizzativa fornendoanche i link ai rispettivi siti nazionali di riferimento in lingua ingle-se, portoghese, cinese, tedesca, francese, russa e turca. Presentein tutte le pagine, infine, un utile form di ricerca per aiutare il rin-tracciamento di contenuti specifici tra la grande quantità di infor-mazioni presenti.

www.sorrisinfiniti.itSito dello Studio MedicoDesiato che presenta le atti-vità svolte focalizzandosisulla delicata tematica dellaDiagnosi prenatale ed, in par-ticolare, dell’Amniocentesi siadal punto di vista delle tecni-che che delle metodologie di analisi. Diviso nelle sezioni “Home”,“Lo studio”, “Diagnosi prenatale”, “Il laboratorio”, “Informazioniutili”, “Prenotazioni” e “Referti online”, fornisce un contributo dav-vero utile a tutti coloro che vogliano approfondire tali argomenticon completezza e grande chiarezza.

www.amniocentesi.bizSito dello Studio dentisticoAlonzo che presenta le diver-se attività esercitate attraver-so un interessante percorsoipertestuale composto dallearee “Home”, “Servizi”, “Dovesiamo”, Convenzioni”,“Modulistica” e “Contatti”. Di grande interesse, le pagine “Chisiamo”, “Il vostro studio” e “Casi clinici” accessibili direttamente dabox grafici dell’Home page che aprono una lente di ingrandimen-to sulla grande professionalità ed umanità delle persone che vioperano oltre amostrare una serie di casi clinici affrontati ed abil-mente risolti dallo studio.

avvisiainaviganti

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Dire ‘Forgini’ a Rieti vuol dire parlare di musica ed è quanto ci ripromettiamo di fare in uno dei nostri prossimi numeri di Format.Intanto ringraziamo Leonida per averci aperto i suoi album ed averci restituito un ponte tra il passato ed il presente:

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Il lancio della fisarmonica a Rieti avvenne nel 1939 permerito delmaestroAntonioForgini(quintodadestra)nellafotoconisuoiallie-vi. Era figlio d’arte: suo padre Giovanni era violinista, sua madreGiovannina Matricardi e sua nonna suonavano il pianoforte. Nel1939 formòuntriodi fisarmonicheconduecomponentidelgrup-po-nella foto: ilprimodasinistra, SergioFerraresi,e il terzoapartiredadestra,AmerigoScopigno. Inquell’annovinseroilprimopremioin un concorsonazionale per fisarmonicisti aMacerata; in quell’oc-casione la fabbrica di fisarmoniche Scandalli regalò al MaestroForgini la fisarmonica con cui è raffiguratonella foto. Il secondodadestra è il piccolo Lello Micheli, da molti conosciuto come bravofisarmonicista. Ilsignorealcentroeraildirettoredell'ENALdiRieti.LageneticafamiliarehapermessoadAntonioForginiditrasmettereaisuoi figliLeonidaeLucianoeasuonipoteAntonio,pianista figliodiLeonida,quelladisposizioneperlamusicachehaconsentitolorodidiventareprofessionistidiquestaarteinfinitamentebella insegnataadinteregenerazionidi reatini.

Vallechiaraanni '50(salonepostoaldisopradell’attualesuper-

mercatodiVialeMarroni)dasxfila,dietro:LeonidaForgini (batteria),

AntonioProietti (cantante),CesareFranceschini (contrabbasso)dasinistra,primafila:X (sassofono),

NataleMassacesi (sassofono),AntonioForgini (fisarmonica),

DarioSeri (tromba)

OrchestraForginiAnno1960dasx:ToniProietti -Bellepalle- (cantante),AmerigoScopigno(batteria),CesareFranceschini (contrabbasso),AntonioForgini (chitarra)LeonidaForgini (fisarmonica),unsignorediTerni (clarinettoesassofono)

Anni ’90LeonidaForginiconalcunisuoiallievidiRieti

dasx:FrancescoZanin,EzioFestuccia,LucaSebastiani,FedericoBianchetti

2001ConcertodiAntonioForgini

dasx:GiancarloCaporilli concertistadi fisarmonicadiRoma,VincenzoGalassetti,maestrodi fisarmonicadiRoma

AngelaStorsbergmogliediLeonidaForgini,WolmerBeltramiOscarMondialedellaFisarmonica

seduto:AntonioForgini

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a cura di Luigi Ricci

“Mebrusa el cù!»”

l’opportunità di evitarne le devastanti con-seguenze, applicando la legge del Volga, èstata affidata proprio a uno reputato delmestiere, anche perché, come suol dirsi, èpure uno di quelle parti! Insomma, inten-diamo il buon Antrops. Per cui il destino diRieti, cioè la salvezza, pareva affidato inbuonemani.E invece cosa ti combina Antrops? Ma nonti va a tirare da tre, sbagliando, invece dipuntare a canestro per tentare un facileappoggio e subire un fallo (...anche se stia-mo parlando di leggi del menga e delVolga, non è “quel” tipo di fallo...) e vincerela partita?Morale: legge del menga subita senzarimedio e lettone (come dicevamo? Quicasca l’asino?) rispedito in fretta e furia acasa. Invece il tirabusciò, che poteva servi-re per stappare una bottiglia di champa-gne, è rimastonel cassetto tra le recrimina-zioni degli sportivi.E se quel tiro di Antrops fosse entrato? Unevento affidato al caso. Però, come dicevail premio nobel Anatole France: «Caso è lopseudonimo di Dio quando non vuole fir-mare».Ma aquanto pare la firma sulla sal-vezza di Rieti non ce l’ha messa nessuno.Eppure a dicembre la squadra promettevaaltri risultati. Però, come dice AlbertoArbasino: «In Italia c’è unmomento strega-to in cui si passa dalla categoria di “brillan-te promessa” a quella di “solito stronzo”.Soltanto a pochi fortunati il tempo concededi accedere alla dignità di “venerato mae-stro”».Purtroppo, la Ircop è stata tuttomeno chemaestra. E qui il povero Antrops c’entrapoco perché Rieti, a dire la verità, oltre anon giocare da maestro, non ha neancheimitato Daniel Pasarella, il quale diceva: «Idifensori di oggi sono gente che picchiaperché è scarsa, mentre io picchiavo per ilpiacere di picchiare». Invece la Ircop introppe partite hamenato solo... il can perl’area.E così, mentre altri si trastullano conplayoff ed altre amenità del genere, dallenostre parti si deve già pensare al futuro,per tentaredi risalire la china. Anche se, inquestomomento la società sembraunpor-tiere disorientato che non sa dove andarea parare. Invece i tifosi vorrebbero dallasocietà una seria programmazione e unaferrea organizzazione: come i tedeschi, glisvizzeri, ilmovimento di Arrigo Sacchi, o ilPCI da Togliatti a Berlinguer. A propositosapete cosa disse Togliatti a un militanteche lo salutò con il tu?: «Compagno,dammi pure del lei».Se fosse ancora vivo, Gino Bartali esclame-rebbe: «Gli è tutto sbagliato, tutto da rifa-re». Invece a noi, restando in tema ciclisti-co e ripensando alla legge delmenga e allaretrocessione, viene in mente AlfredoBinda a cui, dopo aver vinto la Milano-Sanremo, un giornalista chiese: «Cosaprova in questo momento?».La risposta, storica: «Me brusa el cù!».

E poi uno parla di presentimenti. Cioè?Come sarebbe a dire? Ve lo spieghiamosubito. E’ vero che tra le deliranti elucubra-zionicontenute inquesta rubricabenpochiriescono a trovare un significato cestistico,un’indicazione, un pronostico. Eppure chisa leggere tra le righe può scovare questoe altro.Per farla breve: nel numero precedente,prendendo la disfida di Barletta comeesempio delle battaglie che attendevano laIrcop nel finale di stagione, furono elencatialcuni partecipanti a quell’epico duello.Ebbene, tra i coraggiosi cavalieri presenticitammo Bartolomeo Tito Alon, ben piùnoto come Fanfulla Da Lodi, il quale, piùche per le doti di combattente, è noto peruna canzone goliardicadi cui vi invitiamoarileggere il testo su internet, anche semoltiricordano le strofe finali che fanno riferi-mento alle famose leggi del menga e delVolga, alle dolorose conseguenze e agliempirici rimedi, rappresentati dal sapienteuso del tirabusciò.

Ciò premesso, come ormai tutti sanno, laIrcop, nella sfida per la salvezza conFerentino, si era trovata in svantaggio di 2punti a unamanciata di secondi dalla fine,e rischiava di subire la legge del menga.Però, come noto, per non subire gli effettidi tale legge si può provare a rimediarecon la legge del Volga. Ed è qui che cascal’asino! In tutti i sensi.Lo so, lo so: non ci state capendo unca...volo e state per mandarmi a... quelpaese. Però, vi prego, ancora un po’ dipazienza.Dunque, dicevamo: la legge del Volga.DicesiVolga: fiume dellaRussia europea lecui sorgenti sono nel Rialto del Valdaj, apoche centinaia di chilometri dallaLettonia. Che è pure la nazione di GintsAntrops, giocatore della Ircop. E allora achi, se non a lui, si doveva affidare il com-pito di porre in atto la legge del Volga?E sì perché, comegià accennato, nelmatchcon Ferentino, a pochi secondi dalla fine,Rieti stava per subire la legge del menga e

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a cura di Francesco Inches

imprenditoriale ed istituzionale locale. E’ risa-puto ormai che la società di via De Gasperigoda da tempo “solo” di unminimo contribu-to da parte del Comune,mentre la granpartedella gestione del club grava sulle capientitasche dell’attuale Presidente. Grazie all’enor-me potenziale economico del numero unoamarantoceleste e grazie soprattutto alla suaoculata amministrazione, il Fc Rieti versa inun’ottima condizione finanziaria, oggi requi-sito assai inconsueto nel mondo del calcio. Ilbilancio in positivo fa però da contraltare alpessimo titolo sportivo del club, relegato nelmodesto e assai poco stimolante campionatod’Eccellenza regionale. Mentre la stagionedella squadra allenata da mister Onesti vaverso i titoli di coda al termine di una annatatuttavia positiva, il discorso legato al futurodella società reatina è tornato prepotente-mente di gran moda negli ultimi mesi.Vivacchiare in Eccellenza senza grandi pro-grammi ed ambizioni non è di certo consonoper una realtà importante come Rieti, e tutto

La stagione agonistica, che lentamente si staconcludendo, ha ancora una volta messo inevidenza la condizione di grave difficoltà incui versa lo sport reatino. Tolte rare realtà feli-ci, come ilbasket incarrozzinae il calcioacin-que, le società del nostro territorio faticano ohanno faticato più del dovuto per imporsi, oquantomeno sopravvivere, nei rispettivi cam-pionati. Uno status di crisi a 360° che altronon è se non la proiezione esatta nelle disci-pline sportive dei mille problemi economici,politici e sociali che flagellano da anni lanostra Provincia. Al di là di questa doverosariflessione, ho trovato assai illuminante dedi-care questo numero di Format al caso parti-colare del Fc Rieti, un club legato da diversianni ormai ad un “papa straniero”, termineoggi tanto in voga nel linguaggio politico egiornalistico italiano. Tra mille peripezie erisultati spesso non proprio positivi, la presi-denza del Patron Stefano Palombi ha spentole sue prime otto candeline di permanenza inCittà nella consueta indifferenza del tessuto

questo sembra aver finalmente risvegliatol’interesse di qualche “pezzo da novanta” delnostro territorio. Negli ultimi giorni infatti, siè ripreso a parlare di una possibile, ma anco-ra tutta da verificare, apertura da parte del-l’ente Provincia verso l’universo Fc Rieti con ilchiaro intento di rilanciare in grande stile ilcalcio reatino.Quasi incontemporaneaaque-sto nuovo abboccamento istituzionale, èstata di nuovo ventilata l’ipotesi di concederela gestione di alcuni terreni di gioco (stadio,antistadio, ex Scia) al club amarantocelestesecondo un piano d’affitto pluriennale. Duemossequeste chepotrebberodiventare effet-tivamente decisive per il futuro del Fc Rietivisto che spingerebbero il Patron Palombi haindirizzare nuove e più cospicue energie eco-nomicheenonsolonel progetto calcio.Dopogli enormi danni d’immagini e soprattutto dititolo sportivo legati all’affaire-non affairedella cordata famosa/fumosa guidatadall’Assessore Marzio Leoncini nella scorsaestate, il Presidente reatino sta ora saggia-mente rimanendo alla finestra aspettandocon rinnovata fiducia iniziative veramenteconcrete. Le stesse buone nuove che tutti itifosi calciofili attendono con ansia da ormaitroppi anni. A differenza del recente passatoperò, il Fc Rieti ha oggi un estremo bisognodi risposte chiare e di proposte tangibili pernon esaurire definitivamente la spinta e l’en-tusiasmo del suo “papa straniero”.

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FCRieti: quale futuro adesso?

AruotaliberaSolsonicaCaririRietiinserieA!

La promozione al massimo campionato dibasket in carrozzina era un sognoper la gio-vane società del presidente Paolo Anibaldi.Un sogno che con lavoro, dedizione, impe-gno, passione di tutto lo staff societario etecnico e dei giocatori, si è concretizzato il 2aprile 2011 sul parquet del PalaCordoni diRieti. Vittoria sulla Delfini Vicenza nella garaplay off e un unico grido liberatorio per tutti:SERIE A! E’ una data indelebile che racchiudeemozioni, sacrificio, voglia di emergere diuna squadra che ha fatto scoprire alla cittàunadisciplina sportivadella quale si conoscee si parla troppo poco contribuendo anchealla crescita della sensibilità nei confrontidella disabilità. Il progetto di Aruotalibera ha

preso forma nel 2007 da un’idea del presi-dente-giocatore Paolo Anibaldi e di RobertoScagnoli. Due stagioni in serie B, la promo-zione in A2 nel 2009 fino ad arrivare alloscorso 2 aprile, data che ha sancito il salto inserie A con un ruolino di marcia impeccabi-le. La Solsonica Cariri Aruotalibera ha inoltreportato recentemente Rieti alla ribalta inter-nazionale.Scelta dall’IWBF-Europe (InternationalWheelchair Basketball Federation) ha orga-nizzato il gironediqualificazionedi Eurolega3 (11-13 marzo 2011) conquistando ilsecondo posto e ha curato l’organizzazionedella Final Four di Coppa Italia su mandatodella FIPIC, Federazione Italiana

Pallacanestro In Carrozzina (18-19 marzo2011). Giunti al termine di questa entusia-smante stagione è giusto ricordare i prota-gonisti sul campo che hanno avuto la fortu-na di condividere unmomento così emozio-nante come quello della promozione:Roberto Scagnoli, Paolo Anibaldi, RafalTyburowski, Massimo Fegatilli, AlessandroBoccacci, Jordan Jarrett-Bryan, Fabio Rasa,Mikael Persson,AlirezaAmhadi, BartNulens,Andrea Carpentieri (allenatore-giocatore).E’ euforico, felice ed orgoglioso il presidenteAnibaldi per aver raggiunto un così impor-tante traguardo solamente in quattro stagio-ni sportive. “Per noi èmotivo di grande orgo-glio - sottolinea Anibaldi -ma la cosa che cifa ancora più piacere è aver fatto conoscereai reatini il basket in carrozzina. Ora siamochiamati ad onorare il campionato che ciaspetta e continuare a lavorare sulla cresci-ta del progetto Aruotalibera”.I traguardi non finiscono mai e Aruotaliberanon si limita allo sport sul campo. Proprioattraverso lo sport intende portare avanti ini-ziativedi carattere formativoper favorire l’in-clusione sociale delle persone disabili. Traqueste, la presentazione nelle scuole delprogetto “SPORT = PER TUTTI” che ha parte-cipato ad un bando promosso dallaProvincia di Rieti e l’organizzazione di unconvegno, in collaborazione con la Cameradi Commercio, da tenere entro il 2011 sullaresponsabilità sociale delle imprese.

Emanuela Laurenzi

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NelSegno/SognodiRobertaUn vita coraggiosa

InfoPoliziaMunicipaleR

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Vi sono nel mondo centinaia di storie bel-lissime: storie di vita, di esistenze coraggio-se anche nella sofferenza più atroce, storiepurtroppo sconosciute ai più,mute, perchéancora non hanno chi presti loro una voceper essere gridate al mondo.La storia di Roberta è una di queste.Roberta è nata il 3 Ottobre 1994 con unararissima malformazione cardiaca (circal’1% di incidenza sulla popolazione mon-diale), conosciuta come “sindrome delcuore sinistro ipoplasico”.Tale malformazione compor-ta un non adeguato sviluppodelle strutture della parte sini-stra del cuore, e nello specifi-co, del ventricolo sinistro, fon-damentale alla sopravvivenzaperché ad esso spetta il com-pito di raccogliere il sangueproveniente dai polmoni e dipomparlo poi al resto delcorpo. In chi è affetto da que-sta sindrome, è il lato destrodel cuore (normalmente svi-luppato) a dover svolgeretutto il lavoro, pompando ilsangue direttamente nell’aor-ta attraverso il cosiddetto“dotto di Botallo”, che diventacosì, essenziale. Appena il dotto si chiude,ovvero pochi giorni dopo la nascita, nasco-no le prime complicazioni che segnerannoil lunghissimo calvario di chi, non rasse-gnandosi alla malattia, deciderà di combat-terla. Le vie da poter intraprendere sonoinfatti tre: lasciare che la natura faccia il suocorso ed evitare una serie di enormi soffe-renzeepatimenti siaalneonatocheaigeni-

tori; scegliere l’alternativa chirurgica e sot-toporre il bambino ad una interminabilecatena di interventi, che consiste in tre ope-razioni da effettuare a cuore aperto entro iprimi due anni di vita. Ad ogni modo, que-sta alternativa non assicura purtroppo lasopravvivenza del neonato: la mortalità altermine delle tre operazioni è comunquedicirca il 70%.C’è poi la terza alternativa, la più auspicabi-le senza dubbio: il trapianto cardiaco, che

tuttavia lamancanzadi donatori rendeun’i-potesi decisamente impraticabile.Al di là di qualsiasi diagnosi medica, c’èinvece la vita di Roberta, che dopo 16 annicontinua a scorrere imperturbabile, conuna forza ed una ostinazione propria solodi coloro che il mondo chiama ancora avivere. Si tratta tuttavia di una vita affattofacile: Roberta ha subìto il terzo intervento

prescritto dalle procedure che si adottanoin questi casi, il 21 Settembre del 2000 e,ad oggi, sono stati necessari ben 38 inter-venti per mantenerla in vita. Ad aggravarela difficoltà di combattere questa rarissimamalformazione, vi è inoltre un’altra compli-cazione: l’unico centro attualmente esisten-te, specializzato nello studio della sindro-me del cuore sinistro ipoplasico, si trovasolamente inAmerica, presso il “ Children’sHospital”di Boston. La storia di Roberta èdunque una storia di indicibili sofferenze,maanchedi grandissimocoraggioedenor-me dignità, seppur nel dolore; è la storia diuna ragazzina che ha ormai 16 anni e disua madre, la signora Franca, che dal gior-nodella suanascita ha scelto di lottare con-tro la malattia insieme a sua figlia e cheogni giorno si arma di nuovo vigore pertenere viva la speranza che àncora la suabambina alla vita. Tutto questo per Franca,ha naturalmente significato lasciare il lavo-ro, vendere la casa, disfarsi di tutti i beni difamiglia per recuperare le risorse economi-che necessarie alle curemediche di cui suafiglia costantemente necessita. Per questomotivo, il comandante della PoliziaMunicipale di Rieti, il dr. Enrico Aragona, alquale la storia di Roberta ha davvero aper-to una breccia nel cuore, si è fatto promo-tore di un’iniziativa encomiabile: una cenabenefica al fine di raccogliere il denaro

necessario per permettere aRoberta di continuare le curepresso il centro specializzatodi Boston, che hanno costiingentissimi.La cena, “ Nel segno/sogno diRoberta”, è ormai giunta allasua terza edizione, e vantauna madrina d’eccezione: laconduttrice televisiva PaolaZanoni, nonché la presenza dimolti altri ospiti, tra cuiGiuseppe Saletta (ex allievodella scuola di “ Amici”), lega-to a Roberta da una profondaamicizia, il cantante RaffaelloSimeoni, Monica Cherubini etanti altri.La serata quest’anno è previ-

sta per il giorno 29 Aprile, alle ore 21:00,presso il ristorante “ Mondo Antico”. Comeè accaduto al comandante Aragona, chiun-que si soffermerà a guardare gli occhiprofondi di Roberta, leggendovi dentrotanta sofferenza, ma anche tanta voglia disfidare una vita difficile, sarà mosso dallostesso desiderio: fare di tutto per poterlaaiutare a vivere una vita bellissima.

ComunediRieti

fotoM.V.Scucciari

Roberta con gli artisti ospiti

Roberta con il Com. Aragona e la madrina Paola Zanoni

Page 48: Format Rieti Maggio 2011