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Fondazione Social Venture GDA – impact investing Valorizzare la cultura per generare impatto sociale: l’esperienza di Kalatà – Secondowelfare.it A Mind il primo Primo Social Innovation Campus sulla SharedCity – Askanews.it SocialFare, le nuove startup si presentano agli investitori - Vita.it

Finanza etica/sociale/sostenibile La sostenibilità come sfida del futuro – Repubblica.it Sostenibilità? Solo un terzo delle aziende italiane ha definito un piano – Corriere.it Energia: ora anche la finanza è sostenibile – Repubblica.it Nasce la nuova Rete Italiana per l’Economia Solidale: un’alternativa al modello che punta sulle relazioni – Altraeconomia.it Seize The Change: il futuro del business sostenibile italiano - Forbes.it Volkswagen amplia partnership con Microsoft sulla sostenibilità – Finanza.com “Poste investo sostenibile”, il fondo comune d’investimento di poste italiane – Tribunaeconomica.it Start-up e innovazione sociale

Il sensore che rileva la qualità dell'aria nelle scuole ha vinto Klimahouse 2020 – Agi.it Le 28 startup (2 italiane) in corsa per l’Open Innovation Contest di Tokyo – Forbes.it FightTheStroke diventa Fondazione: a che punto è la startup anti-ictus perinatale – Economyup.it Coronavirus, Startup scopre dove andrà a colpire l'epidemia prima che accada – Rainews.it Techstars dà casa a 12 startup alle Ogr – Corriere.it PatchAi, da startup italiana nasce ‘infermiere’ virtuale – Fortuneita.com 'Angels For Women', al via selezione 2020 delle migliori startup femminili – Adnkronos.it

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A tavola conElena CasolariNO A MORALISMIANTI PROFITTO,LA FINANZA SERVEAL TERZO SETTORE

di Paolo Bricco

—a pagina 7

Ex banchiera.Elena Casolarioggi lavora nelTerzo settore

A TAVOLA CON

Elena CasolariLa sfida della ex banchiera (Nikko Securities, Dresdner e Hsbc)per portare governance e mercato dei capitali nelle imprese sociali

«Niente moralismi contro il profitto,la finanza serve al Terzo Settore»di Paolo Bricco

sistono,anche nelTerzo Set-tore, l'ego ela vanità. Ilpotere e le

cooptazioni. I vecchi capi carisma-tici che non sanno quando è il tem-po di cedere il passo. Le governanceche non funzionano. Il denaro è an-cora un tabù: nelle fonti di finan-ziamento e nei livelli retributivi, co-sì bassi da allontanare i talenti. Mi-suriamoci con questi difetti. Cosìvalorizzeremo le qualità».

Elena Casolari dice, in manieragentile e senza toni impositivi, cosecontrarian in un ambiente finta-mente solare e popolare, in realtàovattato e in non pochi casi segnatoda una sorta di elitarismo moralisti-co. Elena, classe 1966, ha conosciutopiù mondi: la finanza e, ora, ilTerzoSettore. Sa bene che la realtà - ognirealtà- è un amalgama di buono e dicattivo, di umiltà e di vanità, di mor-bidezze e di durezze, di miseria e dinobiltà: «Il bene non è tutto da unaparte. E il male non è tutto dall'altra.Riconoscere iproblemi di un mondocome il nostro, che lavora per gli ul-

timi e che opera per costruire unasocietà migliore e più giusta, è es-senziale per migliorarlo».Siamo alla Brisa, uno dei risto-

ranti classici della borghesia mila-nese che fa della finanza e delle pro-fessioni uno dei suoi tratti identita-ri, di proprietà di Piero Maranghi, ilfiglio del Vincenzo delfino di EnricoCuccia in Mediobanca. Il ristoranteè pieno. Ci sediamo in una posizioneun poco sacrificata, nella rientranzaa fianco dell'ingresso. Di antipastolei sceglie acciughe del Cantabrico,con mugnoli selvatici, cedro, polve-re di cappero e salsa al tuorlo. Io, in-vece, prendo del culatello di zibellodel podere Cadassa.Lo scorso 17 dicembre la Banca

d'Italia ha dato l'autorizzazione aOpes Italia Spa, uno spin-off di Fon-dazione Opes-Lcef di cui lei è presi-dente esecutivo e amministratore de-legato, per operare come Sicaf. Il fon-dovarrà4o milioni di euro. È previstoentro la metà di febbraio il primo do-sing della raccolta fondi. Ventimilionisaranno versati per il 60% dal FondoEuropeo degli Investimenti e per il40% dalla Cassa Depositie Prestiti. Glialtri venti milioni arriveranno da fon-dazioni ex bancarie, fondazioni di fa-miglia e family office. Hanno manife-stato interesse a versare quote deglialtri 20 milioni di euro la FondazioneVismara, la Compagnia di San Paolo,

la Fondazione Sviluppo e CrescitaCRT e la Fondazione Social VentureGiordano Dell'Amore (Cariplo).

Casolari, che in questa atmosferaè tranquillamente a suo agio senzaavere la sicurezza ostentata di moltialtri commensali della Brisa, non ènata in una famiglia benestante. E,questo, quando si parla di bene e dimale, di ricchezza e povertà, non ècosa da poco. Non ha, infatti, il distac-co impositivo e il passo managerialeche possono esprimere gli esponentidei ceti affluenti del Nord quandovengono fulminati sulla via di Dama-sco del "bene": «Fino all'età di diecianni ho vissuto a Ligonchio, un paesedi 400 abitanti in provincia di ReggioEmilia. Mia madre Maria Luisa hasempre fatto la casalinga. Mio padreUmberto ha lavorato tutta la vita co-me vigile urbano. Le scuole eranolontane e, quando sull'Appenninonevicava, Ligonchio rimaneva isola-ta In prima media io ernia sorella Va-lentina siamo andate in collegio a SanSepolcro, vicino ad Arezzo. I miei ve-nivano a trovarmi una volta al mese.Io tornavo a casa tre volte all'anno».

Arriva il cameriere: «No, grazie,niente vino, nemmeno un rosso gio-vane», dice Elena che prosegue nelracconto standard di tanti ragazzi edi tante ragazze brillanti, di provinciae di origini non benestanti: universi-tà Bocconi, convitto e borse di studio.

Per sei mesi, nel 1989, è alla Interna-tional University of Japan di Urasa,dove si occupa di modelli organizza-tivi d'impresa. Dopo la laurea, tornain Giappone. È, per due anni, ricerca-trice in organizzazione aziendale allaHitotsubashi University di Tokyo:«Vivevo in diciotto metri quadrati.Fra il lavoro all'università e le lezioniper affinare il mio giapponese nonstaccavo mai. Nel 1994, ho iniziato alavorare a Milano alla Nikko Securi-ties. Seguivo l'apertura dei mercatiemergenti. Cina, Hong Kong e India.I miei clienti erano i fondi italiani.Poi, ne11998 sono passata alla Dresd-ner Bank, come managing directorsulle vendite Asia. Era la bolla deglianni Novanta. A un certo punto, ri-fiutai un bonus da un milione di euroall'anno garantito per tre anni perandare in Morgan Stanley. Dal 2002al 2004, passai in Hsbc».Come piatto principale, lei sceglie

una crema di porcini con orzo man-tecato alla nocciola, robiola di Rocca-verano e zucca all'agro: «Spesso amezzogiorno non mangio. In ufficiosiamo quasi tutte donne e lavoriamomolto, spesso tutto difilato». Io, inve-ce, prendo del maialino da latte croc-cante, con marasduoli, macco di favee mostarda di mele.

Il punto di rottura nel suo rappor-to emotivo e professionale con la fi-nanza («il mio inflection point», dice

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11Sripetutamente) si verifica quandoElena va in India alla Icici bank (In-dustrial Credit and Investment Cor-poration of India), la più grande ban-ca privata Indiana per asset e la se-conda per capitalizzazione: «La sedeera nell'area di Banra Kurla. Il gratta-cielo sorgeva in mezzo allo slum diDharavi, dove allora vivevano, e doveancora oggi vivono, 7oomila perso-ne. Neiviaggi dilavoro, era capitatospesso che prendessi un taxi e chie-dessi di visitare i quartieri più poveri.Ma, quella volta, fu sconvolgente».

Il problema della transizione daun mondo all'altro è complesso:«Ancora oggi, mio figlio Edoardo michiede: "Mamma, perché sei passatadalla finanza a un posto dove quasinon ti pagano?". Mio marito Giam-paolo proviene da una famiglia be-nestante, io in finanza ho guadagna-to bene, so che non è replicabile ilmodello anglosassone in cui gli sti-pendi sono oggettivamente alti, mai salari medie i compensi della diri-genza del Terzo Settore sono assur-damente bassi, basta pensare almeccanismo dei donatori che consi-derano un indicatore di efficienza lacompressione, nei costi di struttura,degli stipendi, una sorta dì perversaindicazione di bontà».

La transizione fra mondi diversimostra - in retrospettiva, avendofrequentati l'uno e l'altro per moltoanni - la differenza fra aspettative erealizzazioni: «Non ho mai lavoratonella finanza speculativa. Non misono mai occupata di derivati e diprodotti strutturati. Mi sono semprededicata all'economia reale, perchéle mie scelte di investimento riguar-davano imprese già quotate o chedovevano diventarlo. Ma, certo,quando ho iniziato a pensare di la-sciarla, ideai i7zavo il Terzo Settore».

Il primo approdo èAcra: «Ho pre-so l'elenco delle associazioni ricono-sciute dal ministero degli Esteri e hotelefonato al primo nome. Mi hannoassunto come responsabile della fi-nanza e dell'amministrazione. Dopoun anno sono diventata direttore ge-nerale e amministratore delegato.Occuparsi subito di numeri è statomolto utile: perché, a fronte di pro-getti bellissimi e di una grande caricae idealità umana, ho saggiato unastruttura finanziaria inefficiente.Una inefficienza che, anche se nonera il caso particolare diAcra, può as-sumere in generale nel settore alcunitratti patologici perla dipendenza daisussidi pubblici e per il rapporto ma-lato con la politica. InAcra, insieme aifondatori, abbiamo istituzionalizza-to ii Cda, introdotto i revisori e i sin-daci e stilato i bilanci per competenzae non per cassa».

Il tema della governane, che nelTerzo Settore è complesso, fa il paiocon quello della qualità degli inter-

venti. «L'altro punto di rottura nellamia esperienza è nel 2011. Con fondieuropei finanziamola costruzione dipozzi nella regione di Mayo Danai,nel nord del Camerun, al confine conil Ciad. Nel villaggio principale, ilgiorno dell'inaugurazione, è tuttauna grande festa. Gli anziani ci rega-lano i polli vivi per ringraziarci. A uncerto punto vedo una serie di donneche camminano in fila con delle tani-che. Chiedo che cosa stia succedendo.E mi spiegano che stanno andando aprendere l'acqua in un ruscello delfiume Mbere. Un pezzo delle pompedei pozzi si è rotto e non sí trova sulmercato locale. Ecco perché quelledonne sono in fila. Fino ad allora noiavevamo finanziato associazioni eorganismi simili a noi. In quel mo-mento ho capito che bisognava pun-tare sugli imprenditori. Imprenditorisociali, ma imprenditori. Occorre in-vestire in imprese per avere sosteni-bilità di medio e lungo periodo e perdare efficacia all'azione».

Dal 2013 al 2017 Opes ha compiutootto investimenti in Africa e in India.Nel 2017 si è fusa con Lcef, un trustinglese specializzato inbasso impat-to ambientale, assommando in tutto17 investimenti e un valore di librodelle partecipazioni di 4,5 milioni dieuro. «Abbiamo fatto una uscita par-ziale o totale da quattro società. I nu-meri sono piccoli. Come, rispetto allafinanza, sono piccoli i numeri dellanuova Sicaf per gli investimenti nelleimprese sociali. L'importante è con-taminare ì metodi. Anche rompendoi tabù. Il dibattito ideologico che c'è inItalia sul fare o non fare profitto nonesiste nel mondo anglosassone: gliutili vanno sempre ottenuti, semmaila questione è come reimpiegarli. E,questo dibattito, non esiste neppureinAfrica. Ilprofitto è per definizionebuono. Grazie al profitto puoi conti-nuare a investire in nuovi progetti. InUganda abbiamo il 18% di Afripadsche, con una fabbrica con 150 addettia Masaka, realizza assorbenti lavabili.La gestione del ciclo mestruale, conquelli tradizionali, costa a una donnaugandese 72 dollari all'anno. Là sonouna enormità. Con il prodotto diAfri-pads il costo è ridotto a 2,5 dollari emezzo. Se ti sembra poco...».No - intanto che arrivano i caffè,

decaffeinato macchiato caldo per leie normale per me, e i commensaliescono dalla Brisa, mentre fuori unaragazza africana vende un libro dipoesie in italiano e in inglese - annui-sco ad Elena Casolari, ora passata -senza conversioni retoriche - nelTerzo Settore: non mi sembra poco.

O@PaoloBricco

'_ RIPRODUZIONE RISERVATA

ééA METÀ FEBBRAIO

IL CLOSINGDELLA PRIMA SICAF

DA 40 MILIONICON RISORSE DI FEI,

CDP, FONDAZIONIE FAMILY OFFICE

Itilralliilallani

Il volume.È in edicolae anche In libreriail volume «Ritratti

italiani» cheraccoglie tutte le

rubriche

domenicali diPaolo Bricco «Atavola coro»

pubblicate negli

ultimi due anni.Bricco, inviato del

Sole 24 Ore, haricevuto il

Premiolino 2019peri suoi lavoridi inchiesta

e perle rubriche«A tavola con».

34i JitS

Guerra dei Jari.-Lruu,pcolpisce aciiai„ e allun,in

~

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missione. L'impegno per solidità, redditività, sostegno alle famigliee alle imprese. Ma anche una forte presenza nell'offerta culturaleGiovanni Bazoli

La via della sostenibilitàeconomica e sociale

o avuto più volte occa-sione di esprimere ap-

prezzamento per lemolteplici attività cheIntesa Sanpaolo pro-muove in quell'ambito

che è chiamato genericamente so-ciale. In tal modo la banca confermapiena fedeltà e coerenza a quei prin-cipi e valori che hanno sempre con-traddistinto le banche confluite nelGruppo, e che, possiamo dire defini-scono il suo Dna.

Intesa Sanpaolo, oltre a confer-mare il proprio primato sul pianodell'efficienza, della solidità e dellaredditività, nonché una funzione in-sostituibile nell'economia reale asostegno delle famiglie e delle im-prese, si sta imponendo sempre più,in Italia e in Europa, come modellodi riferimento in termini di respon-sabilità sociale. Un risultato rag-giunto grazie a interventi e iniziativenei vari settori.

Pochi giorni fa a Torino è statopresentato il progetto che trasfor-merà la prestigiosa sede sociale del-la banca di Piazza San Carlo nelquarto museo delle Gallerie d'Italia:il polo espositivo costruito dal 1999a oggi, che ha permesso di trasfor-mare luoghi di lavoro della banca incentri di fruizione e produzione cul-turale, e che vede attive da tempo lesedi di Milano, Napoli e Vicenza.Centri che sono ormai riconosciutia livello internazionale come un ele-mento importante dell'offerta cul-turale italiana.

Rob Kapito, il presidente di BlackRock, uno dei principali azionistidella banca, ha di recente sostenutocon convinzione la necessità di af-fiancare al profitto per gli azionistila creazione di valore per tutti glistakeholder e per la società nel suocomplesso. Egli ha riconosciuto chel'impegno sociale di Intesa Sanpao-lo è un esempio da additare all'inte-ro sistema.' Intesa Sanpaolo è stata inclusaper il nono anno consecutivo - unicabanca italiana - negli indici finan-ziari Dow Jones che riuniscono igruppi più attivi al mondo in terminidi sostenibilità economica, sociale eambientale.

La novità degli ultimi tempi con-siste nel fatto che un modello di im-presa come quello adottato da Intesa

Sanpaolo, è oggi presentato in auto-revoli ambienti americani come unobiettivo da perseguire sul pianoglobale. L'importanza cruciale deglistakeholder e della comunità per ilsuccesso di un'impresa è finalmenteaffermata anche da una grande asso-ciazione della Corporate America.

Confesso che io sono perfino pia-cevolmente sorpreso di leggere nelladichiarazione di principi dellaRound Table americana, sottoscrittada oltre 180 grandi imprese, parole eaffermazioni che riecheggiano allalettera ciò che noi sostenevamo alcu-ni decenni fa, ossia all'origine dellalunga avventura che ha portato oggiad avere il nostro Gruppo bancario.

Sono evidentemente lieto che intutto il mondo occidentale oggi si di-ca che la responsabilità sociale deveentrare a pieno titolo in un'azienda,affiancando il profitto, tra gli obietti-vi irrinunciabili di un'impresa. E chenel XXI secolo l'obiettivo delle im-prese, soprattutto quelle finanziarie,dovrà essere quello di generare valo-re di lungo termine.

Larry Fink chiude la sua letteradel 2020 agli investitori con un para-grafo che si intitola «Un capitalismopiù responsabile e trasparente». Pa-role importanti, che condivido ap-pieno, ma che richiedono coerenzadi comportamenti a tutti i livelli e daparte di tutti gli stakeholder, privati opubblici che siano. Le forze avversesono numerose e agguerrite.

Se siamo tutti soddisfatti e con-vinti che la sostenibilità e l'inclusio-ne siano scelte assimilate e i loro ri-sultati alla portata, credo peraltromio dovere - dato il ruolo che ricoprooggi, ma soprattutto l'esperienza chemi accompagna - di sottolineare, inuna riflessione più ampia, alcuniaspetti che non vanno sottovalutati,ammonendo che la crisi del 2008 èfrutto di una tendenza che sarebbeun grave errore ritenere definitiva-mente superata. La nuova concezio-ne di impresa - e in particolare di im-presa bancaria - finalmente conqui-stata potrebbe rivelarsi effimera.

Il fatto è che la libertà assoluta dimercato, in cui ci siamo abituati adoperare, non tutela affatto, come inpassato si è ritenuto, i Paesi e i siste-mi democratici.

Osservando ad esempio la rivolu-

zione digitale vorticosamente in cor-so e le conseguenze da essa generate,si deve arrivare a temere che dall'as-senza di adeguate regole di mercatosiano agevolati gli Stati totalitari.Questo è ancor più evidente se siguarda alla relazione tra l'Europa ele altre parti del mondo. Rischia in-fatti di crearsi uno squilibrio tra ilcrescente eccesso di regolamenta-zione e controlli in cui opera l'Euro-pa e la crescente deregulation deimercati di altre parti del mondo, conla nascita di monopoli globali checontinuano a indebolire e forse quasicompromettere il nostro sistemaeconomico.

Siamo tutti testimoni delle pro-fonde spaccature che sono interve-nute nella nostra società e in partico-lare di quelle che riguardano l'occi-dente, il mondo di cui noi facciamoparte: malcontento, ansia e rabbiaemergono in forme anche violentecome mai si era visto da decenni, la-cerando in primis il tessuto sociale,la coesione alla base di ogni convi-venza civile così come l'abbiamo co-nosciuta negli ultimi 6o-7o anni.

Le ragioni di questo fenomenosono complesse ma non misteriose:trovano soprattutto spiegazione nel-le disuguaglianze che a livello geo-grafico, educativo, morale si sonovenute formando e dimostrano chel'obiettivo di Stuart Mill - uguaglian-za dei punti di partenza - fatto pro-prio da ogni società del mondo occi-dentale, rischia di rivelarsi una merae vana utopia.

Le fratture interne che si sonoprodotte indeboliscono soprattuttoíl mondo occidentale. L'Europa ne èuna prova. E, come dicevo, giustifi-cano il timore che, senza una regola-mentazione del mercato, possanoprevalere modelli autoritari che nonhanno sistemi valoriali da sostenere.

Riconosciuto tutto questo, mi pa-re tuttavia che proprio l'esperienzadi Intesa Sanpaolo rappresenti unascintilla positiva che permette diconcludere confidando che il model-lo di impresa e di banca in cui credia-mo possa essere difeso.

Il numero e la qualità delle espe-rienze e delle iniziative della Bancasegnala, una volta di più, una dellepeculiarità positive della società ci-vile del nostro Paese: vitale, solidale,concreta e realmente "responsabile".

Sono valori che vengono da lontano,da culture - cattolica, socialista e li-berale - che rischiano di scompariree che hanno trovato nel sociale alcu-ne delle più stabili e positive manife-stazioni di quella "responsabilità re-ciproca" che è il fattore decisivo perassicurare la coesione di una società.

Tutto questo è parte di una storiache va difesa, di un patrimonio di va-lori da tutelare e rendere coerentecon le nuove contraddizioni a cuidobbiamo porre rimedio.

L'assunzione della responsabilitàsociale da parte della banca si confi-gura come una perfetta applicazionedel principio di sussidiarietà consa-crato dalla nostra Costituzione.Principio che Intesa Sanpaolo condi-vide con le Fondazioni sue azioniste,capaci di interpretare al meglio ilmandato che Carlo Azeglio Ciampi,Giuliano Amato e Beniamino Andre-atta proposero allorché avviaronoquella radicale trasformazione delsistema bancario italiano che noi ab-biamo assecondato.

Presidente emerito Intesa Sanpaolo

J RIPRODUZIONE RISERVATA

INNOVAZIONE

Il sostegno alla ricercaGli obiettivi di innovazionesono realizzati da IntesaSanpaolo con una societàdedicata - Intesa SanpaoloInnovation Center- che si

occupa di esplorare eapprendere nuovi modelli dibusiness e fungere da motoredella nuova economia, inparticolare circular economy edata driven economy. Molti gliambiti in cui si dispiegano iprogetti di ricerca sostenuti:

dall'intelligenza artificiale allarobotica umanoide, fino alleneuroscienze e allacybersecurity.

La forza delle start upNel 2019 sono state analizzatecirca 1.300 start up, di cui oltre12o sono state sostenute consei programmi di

accelerazione, per poi venirpresentate a 850 investitori,

Inoltre, il gruppo bancariosviluppa finanziamentidedicati alle realtà innovative efavorisce partnership con i

principali attori dell'economia.

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DELLE INIZIATIVE

Canova e Thorvaldsen. Lanascita della scultura moderna,che nei primi due mesi di aperturaaveva già totalizzato somi lavisitatori, prosegue fino al 15marzo alle Gallerie d'Italia inPiazza Scala a Milano. Curata daStefano Grandesso e FernandoMazzocca rievoca l'incontro tra idue massimi scultori delneoclassicismo, in una sfida traGrazie, Amore e Psiche.David e Caravaggio. La crudeltàdella natura, il profumodell'ideale è una mostra-dossierin corso fino al 19 aprile a Napoli,alle Gallerie d'Italia a PalazzoZevallos Stigliano. Curata daMazzocca, prende spunto da unacopia della Deposizione nelsepolcro del Caravaggio, eseguitanel 1824 dal pittore Tommaso DeVivo, per ricostruire la fortuna delcapolavoro, oggi ai MuseiVaticani, avviata nel periodonapoleonico con la Morte di Marat,dipinto nella vasca da bagnocome Cristo nel sepolcro dalfrancese Jacques-Louis David.Umberto Mariani. Frammenti daBisanzio (atto terzo). In dialogocon le icone russe si svolge alleGallerie d'Italia, in Piazza Scala diMilano fino al 1° marzo. Curata daFrancesco Tedeschi, la mostrapresenta i lavori dell'artistamilanese, classe 1936, che dopoRavenna, Roma e San Pietroburgoprosegue il confronto con latradizione culturale e figurativadell'Oriente bizantino.Le icone russe in dialogo conValery Koshlyakov alle Galleried'Italia a Palazzo Leoni Montanaridi Vicenza apre dal 12 marzo al 28febbraio 2021 in concomitanzacon il riallestimento dellacollezione di icone russe di IntesaSanpaolo. Curata da GiuseppeBarbieri con Silvia Burini, lamostra presenta una selezione dicinquanta icone russe della banca(in foto), affiancate dalle operedell'artista Valery Koshlyakov,classe 1962. Lo scopo è fareesperienza del sacro attraverso leimmagini del cristianesimo slavoe ortodosso, valorizzate da unosguardo contemporaneo.Napoli Liberty. N'aria 'eprimmavera si svolge alle Galleried'Italia a Palazzo ZevallosStigliano di Napoli, dal 28 maggioal 20 settembre. Curata da

Mazzocca e Luisa Martorelli, lamostra illustra il risveglio vissutoin città tra XIX e XX secolo conl'avvento del Liberty nelle artifigurative e industriali, nell'ediliziae nella moda. Fondamentale fu lapresenza di Felice Casorati, cheabitò a Napoli dal 1908 al 1911.Giambattista Tiepolo (1696-1no) Venezia, Milano, Dresda eMadrid. Dagli anni dellaformazione all'affermazioneinternazionale è in programmadal 29 ottobre al 21 marzo 2021 aMilano, in Piazza Scala. Ideata ecurata da Mazzocca e AlessandroMorandotti per i 250 anni dallamorte del pittore, la mostraricostruisce la vicenda di unartista amatissimo, che a Milanoconobbe i primi successi comepittore di allegorie mitologiche.

—M. Mai_

LE LINEEDEL GRUPPOESPRESSE

NEL CONVEGNOA MILANO

Il discorso.L'articolo

pubblicato qui

accanto raccoglie

in sintesi il

discorso

pronunciato da

Giovanni Bazoli

il 16 gennaioscorso a Milano

in occasione

del tradizionale

incontro di

rendicontazione

dei risultati e

presentazione dei

progetti di Intesa

Sanpaolo in

materia di

sostenibilità.

Da sempre

il Gruppo

si impegna

in filantropia,

cultura, accesso al

credito, ambiente,

ma con il loro

inserimento tra gli

obiettivi del Piano

di impresa, questi

temi stanno

permeando

sempre più il

modus operandi

della Banca in

modo

trasversale e a ogni

livello. Alla base la

convinzione, più

volte espressa dal

ceo Carlo Messina,

che la

crescita

economica del

Paese, e di

conseguenza della

sua principale

Banca, passi

attraverso la

riduzione delle

disuguaglianze e

uno «sviluppo

sostenibile

e inclusivo»

ECONOMIA CIRCOLARE

SostenibilitàambientaleIntesa Sanpaolo, che nel 2018ha inaugurato il CírcularEconomy Lab, è in prima lineanellasostenibilitàe i rankinginternazionali riconosconoquesto impegno. Sono statistanziati fino a 5 miliardi per ilperiodo 2018-2021, inpartnership con la FondazioneEllen MacArthur, persostenere progetti innovativiper le Pmi e le grandi aziendeispirati ai principidell'economia circolare.

Servizi finanziari greenIl gruppo ha varato azioni perridurre le emissioni di CO2grazie a un piano pluriennale diazione e all'offerta di prodottie servizi finanziari green, confinanziamenti pari a oltre 1,9miliardi di euro erogati nel2018. Molte le iniziative, fra lequali l'emissione di un GreenBond (2017), il lanciodell'Eurizon Fund AbsoluteGreen Bonds (2018), ilcollocamento del primoSustainability Bond (2019).

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Soieltd 0ISDO

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bellezza.

La mostra in

corso a Milano,

alle Gallerie

d'Italia di Piazza

Scala, rievoca

l'incontro tra

Canova e

Thorvaldsen

(nella foto, Le tre

Grazie) ha già

attratto più dì

somila visitatori

neí primi mesi di

apertura

La sia della sostembilit]economica e sociale

Museo nel cuore dl Torino

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