FOCUS BIOECONOMIA · dipendenza di alcuni Paesi dal petrolio e dalle risorse energetiche fossili, e...

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FOCUS BIOECONOMIA Bioeconomia e Scenario europeo Osservatorio sulla Bioeconomia Horizon 2020 Bioeconomia: Visione e Scenari Verso il 2030 Bridge 2020: Piano strategico Calls for proposal H2020-Sfide sociali “Sicurezza alimentare, agricoltura e silvicoltura sostenibili, ricerca marittima e marina, nonche’ bioeconomia”

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FOCUS

BIOECONOMIA

Bioeconomia e Scenario europeo

Osservatorio sulla Bioeconomia

Horizon 2020

Bioeconomia: Visione e Scenari Verso il 2030

Bridge 2020: Piano strategico

Calls for proposal H2020-Sfide sociali “Sicurezza alimentare,

agricoltura e silvicoltura sostenibili, ricerca marittima e marina,

nonche’ bioeconomia”

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Bioeconomia e Scenario europeo

Se si pensa alla popolazione del pianeta e alla necessità di sfamarla anche quando raggiungerà quota 9

miliardi, si coglie immediatamente la dimensione del problema. La crescita demografica porterebbe,

secondo alcune stime, ad un incremento del 70% della domanda alimentare, con un previsto raddoppio del

consumo di carne. In Europa questo implicherebbe la necessità di sfruttare in modo non sostenibile le

risorse naturali, con prevedibili effetti nefasti sul cambiamento climatico e sulla biodiversità. In gioco, a

livello complessivo, ci sono le risorse non infinite di un pianeta già molto sfruttato e le necessità primarie di

coloro che lo popoleranno in un futuro molto vicino.

La food security – garantire a ciascun individuo una dieta sufficiente in termini quali-quantitativi – è già oggi

un problema di dimensioni globali. Per provare a garantirla, bisogna agire in modo integrato su tre aspetti

cruciali: resilience (capacità di ripresa), sustainability (sostenibilità), productivity (produttività). D’altra

parte, la popolazione europea può anche essere indotta a cambiare (migliorandolo) il proprio stile di vita, a

modificare la domanda e al contempo a ridurre gli sprechi di alimenti. Questo ultimo aspetto ha due

declinazioni diverse se si pensa all’Europa, dove la maggior parte degli sprechi avviene nella fase di

distribuzione alimentare e nelle abitazioni, e ai Paesi poveri o emergenti. In questi ultimi le perdite

alimentari sono soprattutto riscontrabili lungo la filiera produttiva, a partire dai campi per proseguire nella

post-raccolta. In Europa, invece, lo spreco alimentare costa al contribuente tra 55 e 90 euro per tonnellata

da eliminare, e produce, al contempo, ben 170 milioni di tonnellate di CO2. Questi quantitativi di alimenti

non utilizzati potrebbero essere trasformati in bio-energia o altri prodotti, tra l’altro offrendo nuova

occupazione.

Un altro aspetto cruciale del problema è rappresentato dal ricorso eccessivo, nella dieta dei Paesi più ricchi,

alle proteine di origine animale con effetti di aumento dei costi delle commodities, incrementi che possono

essere messi in relazione in alcuni casi anche con il ricorso ai biocombustibili.

La natura orizzontale della bioeconomia è tale che può affrontare alcune delle sfide interconnesse

rappresentate dalla sicurezza alimentare, che si deve confrontare con la scarsità di risorse naturali e con la

dipendenza di alcuni Paesi dal petrolio e dalle risorse energetiche fossili, e che deve fare i conti con il

cambiamento climatico, tutto ciò garantendo al tempo stesso crescita e sviluppo.

La pervasività delle imprese bio-based è tale che in Europa esse rappresentano un settore economicamente

molto importante, essendo la bio-industria europea di dimensioni inferiori solo a quella US, del Giappone e

della Corea del Sud, ma ancora superiori rispetto ai cosiddetti Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina,

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Sudafrica). La bioeconomia europea presenta infatti un fatturato di circa 2.000 miliardi di euro e impiega

oltre 22 milioni di persone, che equivale al 9% dell’occupazione complessiva dell’UE. Comprende i settori

dell’agricoltura e della produzione alimentare, della silvicoltura, della pesca, della produzione di pasta di

carta e carta, nonché alcuni comparti dell’industria chimica, biotecnologica ed energetica. Si è calcolato

che, per ogni euro investito in ricerca e innovazione nella bioeconomia, la ricaduta in valore aggiunto nei

settori del comparto sarà pari a dieci euro entro il 2025.

Consapevole di questi e molti altri aspetti del problema, l’Europa ha deciso di investire su tale sfida 4,7

miliardi di euro per “Food security, sustainable agriculture, marine e maritime research and the

bioeconomy”. Ad integrazione di questi fondi, ne saranno impegnati altri per aumentare ricerca,

innovazione e competenze nel settore; ma l’Action plan europeo prevede anche un coordinamento delle

politiche europee e un maggior coinvolgimento degli stakeholder, mediante la creazione di un Bioeconomy

Panel, di un Osservatorio dedicato e di continui incontri/conferenze con i vari portatori di interesse.

La strategia europea “Innovare per la crescita sostenibile: una Bioeconomia per l’Europa” (istituita il 13

febbraio 2012), per la stessa natura della bioeconomia, può trovare sinergie e aspetti complementari con

altre politiche dell’Unione, altri strumenti finanziari come i Fondi di Coesione la Politica Comune

dell’Agricoltura e della Pesca e molte altre politiche legate all’ambiente, all’energia, alla salute ecc.

L’approccio economico improntato dall’Europa ha come obiettivo quello di affrontare in modo sostenibile

l’ambito energetico ed alimentare e l’utilizzo delle risorse naturali, concentrando sforzi comuni verso un

indirizzo economico che non escluda l’ambiente da qualsiasi valutazione. Una forte bioeconomia aiuterà

l’Europa a svilupparsi e crescere in modo sostenibile entro i suoi limiti attraverso lo sfruttamento di risorse

naturali, biologiche ed energetiche sostenibili consentendo di produrre di più con meno anche grazie ai

rifiuti. La strategia avrà l’obiettivo inoltre di contribuire a limitare al massimo gli impatti negativi

sull’ambiente, riducendo la pesante dipendenza dalle risorse fossili, mitigare il cambiamento climatico e

spostare l’Europa verso una società post-petrolifera.

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Osservatorio sulla bioeconomia

La Commissione europea ha istituito nel marzo 2013 un osservatorio per monitorare i progressi e valutare

l'impatto dello sviluppo della bioeconomia dell'UE. L'osservatorio, di durata triennale, ha la funzione di

raccogliere dati al fine di seguire l'evoluzione dei mercati e monitorare le politiche europee, nazionali e

regionali in materia di bioeconomia, le capacità nel campo della ricerca e dell'innovazione e l'entità degli

investimenti pubblici e privati in questo settore. L'osservatorio è coordinato dal Centro comune di ricerca,

servizio scientifico interno della Commissione. I dati raccolti vengono resi pubblici attraverso un portale

web dedicato. In questo modo l’osservatorio potrà sostenere le strategie regionali e nazionali che gli Stati

membri stanno elaborando nell'ambito della bioeconomia.

Oltre a fornire dati riguardanti l'entità della bioeconomia e dei relativi settori, l'osservatorio mira a

monitorare varie misure di prestazione, quali gli indicatori relativi all'economia, all'occupazione e

all'innovazione e le misure inerenti alla produttività, al benessere sociale e alla qualità ambientale.

Provvede inoltre al "monitoraggio tecnologico e politico", con l'obiettivo di seguire gli sviluppi della scienza

e della tecnologia, nonché delle politiche in materia di bioeconomia.

L’istituzione dell’Osservatorio rientra nei tre pilastri su cui si fonda la strategia dell'UE in materia di

bioeconomia, adottata il 13 febbraio 2012:

1) investimenti in ricerca, innovazione e competenze per la bioeconomia, che comprendano

finanziamenti unionali e nazionali, investimenti privati ed il rafforzamento delle sinergie con altre

iniziative politiche;

2) sviluppo dei mercati e della competitività nei settori della bioeconomia, attraverso

un’intensificazione sostenibile della produzione primaria, la conversione dei flussi di rifiuti in prodotti

con valore aggiunto, nonché meccanismi di apprendimento reciproco per una migliore efficienza

produttiva e delle risorse;

3) più stretto coordinamento delle politiche e maggior impegno delle parti interessate, ottenuti

attraverso la creazione di una piattaforma e di un osservatorio sulla bioeconomia e l’organizzazione, a

intervalli regolari, di conferenze destinate ai soggetti attivi in questo settore.

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Horizon 2020

Horizon 2020 è il più importante programma di investimento in ricerca e innovazione della UE che stanzia

finanziamenti per 79 miliardi di euro disponibili in 7 anni (2014-2020). Un finanziamento che ha come

obiettivo quello di affrontare le principali sfide sociali individuate nelle iniziative di Europe 2020. Il

finanziamento sarà focalizzato verso aree quali:

Agricoltura e silvicoltura

Agroalimentare, sicurezza alimentare e dieta sana

Industria a base biologica

La proposta della Commissione fa parte delle proposte operative nell’ambito di due iniziative faro della

strategia UE 2020: “L’Unione dell’innovazione” (Innovation Union) e “Un’Europa efficiente sotto il profilo

delle risorse”. La necessità di aumentare il finanziamento pubblico per la ricerca e l’innovazione in materia

di bioeconomia è stata riconosciuta nell’ambito del programma di ricerca “Orizzonte 2020″: sono stati

proposti investimenti per 4,7 miliardi di euro da destinare alla sfida “Sicurezza alimentare, agricoltura

sostenibile, ricerca marina e marittima nonché bioeconomia”, affiancati da ulteriori finanziamenti in altri

settori del programma Orizzonte 2020.

Bioeconomia: Visione e Scenari Verso il 2030

Un rapporto dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico) intitolato “The

Bioeconomy to 2030: designing a policy agenda” attribuisce alla bioeconomia la capacità di imprimere una

vera e propria spinta propulsiva verso una nuova "rivoluzione industriale", che, a partire dalla ricerca nel

campo delle materie prime rinnovabili, può permettere di innovare settori maturi come quelli delle

materie prime, della produzione di energia e intermedi, garantendo una sostenibilità ambientale,

economica e sociale nel lungo termine del sistema economico mondiale. Entro il 2030, l’OCSE stima che la

popolazione mondiale crescerà del 28%, dai 6,5 miliardi del 2005 a 8,3 miliardi, e il reddito medio annuo

globale procapite subirà un incremento del 57%, dai 5900 dollari del 2005 a 8600 dollari. Una popolazione

mondiale più numerosa e più ricca farà crescere la domanda globale di servizi sanitari che accrescano la

qualità e la durata della vita al pari della domanda di risorse naturali essenziali, come cibo, mangimi per

animali, fibre per abbigliamento e arredamento, acqua pulita ed energia. A ciò si aggiunga che molti degli

ecosistemi del mondo che sostengono le società umane sono già oggi sovrasfruttati e nel tempo non

saranno più sostenibili, anche perché i cambiamenti climatici non potranno che esacerbare le

problematiche di tipo ambientale, incidendo in modo negativo sull’offerta di acqua e sulla produttività

agricola. Le biotecnologie offrono le soluzioni tecnologiche per la maggior parte di queste sfide che il

mondo ha di fronte a sé relativamente al fabbisogno di salute e di risorse. Ma per massimizzare i benefici

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offerti dalle biotecnologie – sostiene l’OCSE – saranno necessarie politiche finalizzate e mirate che

instaurino le condizioni strutturali necessarie, come la promozione della cooperazione scientifica tra vari

paesi, la coerenza tra le diverse politiche pertinenti e la promozione della ricerca e dello sviluppo delle

applicazioni. In tale contesto risulta essenziale stimolare la competitività, il trasferimento delle conoscenze

e l'innovazione dalla scienza all'industria, essendo la ricerca condizione essenziale per il continuo sviluppo

delle biotecnologie.

Attualmente, nei paesi OCSE il contributo delle biotecnologie al Prodotto interno lordo (Pil) si attesta

all’1%, ma nel 2030 potrebbe crescere fino al 2,7%, con un adeguato contesto normativo e legislativo,

secondo lo scenario dipinto dalla stessa OCSE. Tale ipotesi considera che si arriverà nel 2030 ad usare

biotecnologie per il 35% delle produzioni chimiche, l’80% di produzioni nel settore farmaceutico e per il

50% nell’agricoltura. Da notare che tali proiezioni non considerano applicazioni al momento non ancora

esistenti o difficili da stimare monetariamente, come per esempio i biocarburanti.

Il rapporto mette in evidenza che ad oggi le imprese investono circa il 6% nella Ricerca e Sviluppo di

biotecnologie relativamente a processi industriali e agricoli, malgrado la biotecnologia potrebbe

contribuire per circa il 75% in queste aree. Circa l'85% delle spese per attività R&S di biotecnologie riguarda

il settore farmaceutico. Tali dati sottolineano l’importanza di incentivare maggiormente investimenti

pubblici e privati in altri settori dove l’applicazione delle biotecnologie potrebbe portare immediati

vantaggi, come nel settore industriale e agricolo. Secondo le stime dell’OCSE nel 2030 il contributo

economico delle biotecnologiche sarà potenzialmente più alto nelle applicazioni industriali con il 39%

dell’output totale delle biotecnologie, seguito dall’agricoltura con il 36% del totale e dalla salute con il 25%.

Anche gli studi più recenti delle maggiori società di consulenza internazionali, da McKinsey fino a Frost &

Sullivan, concordano nel rilevare che è già in atto una inversione di tendenza nella distribuzione dei settori

di maggiore applicazione delle biotecnologie, oggi dominata dall’applicazione nel settore della salute ma in

cui sono in crescita le applicazioni per l’agricoltura e per l’industria. Fondamentale per favorire l’uso

adeguato di biotecnologie, laddove i benefici economici e ambientali sono provati, sarà la creazione di un

ambiente normativo che faciliti la ricerca e l’applicazione, unitamente alla creazione di un sistema basato

su un continuo scambio della conoscenza tra istituti di ricerca, imprese, istituzioni, università. Come

sottolineato dalle conclusioni del rapporto dell’OCSE, per poter arrivare nel 2030 con un sistema

economico in grado di sostenere dal punto di vista sociale e ambientale le grandi sfide che ci attendono, le

istituzioni dovranno iniziare a lavorare sempre di più in una ottica di sistema per garantire coerenza tra le

varie politiche e favorire questa nuova rivoluzione industriale sostenibile.

L’Ue è convinta della necessità di imprimere una forte accelerazione, poiché la bioeconomia possiede tutte

le potenzialità necessarie ad affrontare molte delle sfide prioritarie per il futuro degli europei: dalla

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sicurezza alimentare al fabbisogno energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale proveniente da

agricoltura e industria, dalla fornitura di cibo sano a costi accessibili all’incentivazione dello sviluppo

costiero e rurale, fino alla riduzione e il riciclaggio dei rifiuti organici biodegradabili.

Qualunque sia la parte del mondo in cui si vive, alla bioeconomia necessitano più ricerca, come pure

infrastrutture, che ancora mancano sia per la produzione primaria che per la trasformazione industriale e,

ancora, più trasferimento di know-how agli utilizzatori finali. Essi possono essere non solo rappresentati da

grandi gruppi industriali, ma anche da PMI che utilizzino impianti di piccola taglia. I fondi di coesione

possono supportare la creazione di ciò che manca, a livello territoriale, per l’implementazione di una

specifica filiera dedicata ai biobased products, termine quasi intraducibile, ma di portata molto ampia.

Sintesi delle principali conclusioni del Report dell’OECD: “The Bioeconomy to 2030: Designing a Policy Agenda”

1. Preparare le fondamenta per uno sviluppo di lungo periodo della bioeconomia

Tra le policies fondamentali sono incluse:

- l’applicazione della biotecnologia resa possibile in agricoltura per dispiegare tutto il suo potenziale,

attraverso un numero incrementato di attori pubblici e privati e sostenendo il dibattito pubblico;

- nel settore salute lo sviluppo di sistemi in ambito regolamentare e altri a supporto del possibile

sfruttamento dei risultati della ricerca per la cura delle malattie e la prevenzione;

- per l’industria, incrementare l’adozione di standard internazionali per la LCA (life cycle analysis),

insieme ad altri incentivi per tecnologie ambientalmente sostenibili.

2.Contrastare la mancanza di impatto delle biotecnologie in agricoltura e nei settori industriali

Circa il 75% del futuro contributo economico del biotech verrà da questi due settori. Tuttavia più dell’80%

degli investimenti in ricerca sia privati che pubblici sono destinati alle applicazioni biomediche. Per questo

serve:

- incrementare la ricerca pubblica in agricoltura e per le biotecnologie industriali, ridurre i vincoli

regolamentari e incoraggiare le PPP (private-public partnership);

- aumentare l’impiego delle biotecnologie per affrontare le sfide globali (come cambiamento

climatico e riduzioni del pescato).

3.Preparare la prossima rivoluzione in medicina

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Costosa, ma dai potenziali enormi benefici, si pensi alla medicina rigenerativa, personalizzata e preventiva,

mediante:

- incentivi pubblici e privati più finalizzati e integrati;

- sistemi regolatori per consentire di sfruttare il potenziale della pharmacogenetics;

- ricerca a lungo temine e impiego di database medici della popolazione;

- analisi di impatto della medicina rigenerativa e personalizzata;

- esame delle diverse conseguenze dell’aumento dell’aspettativa di vita.

4.Trasformare il potenziale distruttivo (se non utilizzato appropriatamente) della biotecnologia in

vantaggio economico

Alcune applicazioni recano in sé il potenziale di distruggere modelli correnti di business e strutture

economiche affermate. Per evitare effetti negativi e potenziare quelli positivi occorrono:

- politiche flessibili, che possono supportare l’impiego di biotecnologie altrimenti potenzialmente

negativo;

- la foresight research, che può rendere possibile l’analisi e l’identificazione di eventuali soluzioni.

5.Ridurre le barriere all’innovazione biotech

ad esempio gli alti costi della ricerca, le barriere regolamentari ed economiche. È necessario:

- identificare le barriere per specifiche applicazioni;

- valutare le azioni che si possono opporre alle barriere, inclusa l’adozione di guidelines per l’IPR

(Intellectual Property Rights).

6.Promuovere le applicazioni commerciali della ricerca biotech

Gli effetti di ricaduta a partire dalle discipline scientifiche fino alle applicazioni commerciali possono essere

coordinate tra ministeri, inclusi quelli che si occupano di agricoltura, istruzione, ambiente, salute, industria

e ricerca.

7.Creare un costante dialogo tra governi, cittadini e imprese

Molte politiche a supporto della bioeconomia richiedono la partecipazione attiva dei soggetti citati. I

governi si devono far carico di chiarire i preconcetti e descrivere le differenti alternative per gestire la

sostenibilità. Fondamentale in questo quadro complesso appare il dialogo tra società e industria sulle

implicazioni socio-economiche ed etiche, i benefici e i costi delle biotecnologie.

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Bridge 2020: Biobased and renewable industries for Development and growth in Europe

Si tratta di un’iniziativa di partenariato pubblico-privato proposta dalla Commissione Europea nel contesto

H2020, specchio delle FP7 Joint Technology Initiatives. Sostiene la ricerca industriale e l’innovazione

attraverso una stretta collaborazione lungo la catena del valore di attori pubblici e privati. Bridge è

composta da un consorzio di 42 industrie europee biobased (BIC) e collabora attivamente con associazioni

europee, istituti di ricerca e università.

Gli obiettivi Bridge 2020 sono i seguenti:

- Creare nuove catene di valore basate su biomassa sostenibile e sistemi di approvvigionamento più

produttivi, e un migliore utilizzo delle materie prime, sviluppando allo stesso tempo un sistema di

impiego e valorizzazione dei rifiuti e delle biomasse lignocellulosiche;

- Migliorare e sviluppare le catene di valore esistenti attraverso l’utilizzo ottimizzato delle materie

prime e dei flussi secondari industriali, e offrire prodotti innovativi con un maggiore valore

aggiunto per il mercato, rafforzando così la competitività delle industrie collegate alla silvicoltura e

all’agricoltura europea;

- Sviluppare nuove ed esistenti tecnologie attraverso la ricerca e l’innovazione, e tramite

l’aggiornamento e la costruzione di bioraffinerie di dimostrazione nelle quali processare le

biomasse per la produzione di una nuova gamma di prodotti provenienti da fonti rinnovabili

innovative;

- Sviluppare sistemi che garantiscano l’approvvigionamento sostenibile sia per le applicazioni

alimentari che per quelle industriali;

- Ottimizzare l’utilizzo delle materie prime esistenti (biomasse di origine agricola e silvicola) e lo

sviluppo di nuove catene di approvvigionamento delle materie prime (residui silvicoli, residui

agricoli lignocellulosici o altre colture);

- Rafforzare le economie rurali e introdurre sul mercato bio-prodotti, contribuendo in tal modo al

raggiungimento di un’economia basata su di essi e agli obiettivi 2020.

Le catene di valore saranno quindi:

1. Dalla materia prima lignocellulosica ai biocarburanti avanzati, prodotti chimici provenienti da fonti

rinnovabili e biomateriali

2. Una nuova generazione di catene del valore basate sulle foreste: sfruttare il potenziale delle

biomasse silvicole per la realizzazione di nuovi sistemi e prodotti per il mercato biobased

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3. Una nuova generazione di catene del valore agro-based: raggiungere la massima sostenibilità e

valore per il miglioramento della produzione agricola e l’introduzione di nuovi prodotti agricoli con

valore aggiunto sul mercato

4. Nuove catene del valore per i (bio)rifiuti per trasformarli da problema a opportunità economiche

5. Bioraffinerie integrate per energia, cellulosa e prodotti chimici.

INVITI A PRESENTARE PROPOSTE “SICUREZZA ALIMENTARE, AGRICOLTURA E SILVICOLTURA SOSTENIBILI,

RICERCA MARITTIMA E MARINA, NONCHE’ BIOECONOMIA” H2020 2014-2020

ID CALL

BUDGET SCADENZA TEMI

H2020-ISIB-2014-2: Bioeconomia innovativa, sostenibile ed inclusiva

16.000.000 €

12 marzo 2014

26 giugno 2014

ISIB-01-2014: Fornitura di beni pubblici da parte dell'agricoltura e della silvicoltura europea: Mettere il concetto in pratica

ISIB-04a-2014: Migliorare i dati sulle foreste

ISIB-05-2014: Colture oleaginose rinnovabili come fonte di prodotti biologici

H2020-SFS-2014-2: Sicurezza alimentare sostenibile

128.000.000 €

12 marzo 2014

26 giugno 2014

SFS - 02a - 2014 : Immissione di nutrienti esterni

SFS -04- 2014: Qualità e funzione del suolo

SFS - 09-2014 : Verso una graduale eliminazione dei rigetti nella pesca europea

SFS - 11a -2014 : Ottimizzare la disponibilità di spazio per l'acquacoltura europea

SFS - 01a - 2014 : Genetica e nutrizione e fonti di alimentazione alternative per la produzione animale terrestre

SFS - 03A - 2014 : Parassiti nativi e alieni nel settore agricolo e forestale

SFS - 07a - 2014 : Le risorse tradizionali della diversità agricola e la catena alimentare

SFS - 10a -2014 : Basi scientifiche e strumenti per prevenire e mitigare le malattie parassitarie degli allevamenti di pesce europei

SFS -12- 2014: Valutazione dei rischi per la salute umana sull'esposizione combinata a molteplici sostanze tossiche legate al cibo

SFS - 14a -2014 : Autenticazione dell’ olio d'oliva

SFS - 17-2014: Soluzioni innovative per la lavorazione sostenibile del prodotto alimentare

SFS - 01b -2014 : Affrontare le perdite derivanti da malattie degli animali terrestri

SFS - 03B -2014 : Cooperazione UE-Cina in materia di Gestione Integrata dei Parassiti (IPM) in agricoltura

SFS -15- 2014: Proteine del futuro

SFS -19- 2014: Alimentazione sostenibile e sicurezza nutrizionale attraverso dimostrazioni basate su politiche agro- alimentari dell'UE

H2020-BG-2014-2-Crescita Blu: liberare il potenziale dei mari e degli oceani

82.000.000 €

12 marzo 2014

26 giugno 2014

BG-04-2014: Migliorare il potenziale di sfruttamento industriale di enzimi di origine marina

BG-06-2014: Fornire le tecnologie sottomarine per i nuovi servizi in mare

BG-09-2014: Tecnologie acustiche e di immagine

BG-10-2014: Consolidare sostenibilità economica e competitività dei settori europei della pesca e acquacoltura per trarre il potenziale dei mercati del pesce

BG-03-2014: Nuove biomolecole marine e biomateriali industriali

BG-08-2014: Sviluppare le Osservazioni Oceano Atlantiche in loco per una migliore gestione e sfruttamento sostenibile delle risorse marittime

ISIB-02-2014: Ridurre il divario della ricerca e dell'innovazione: il ruolo cruciale dei servizi a sostegno dell'innovazione e dello scambio di conoscenze

ISIB-07-2014: Reti per gli appalti pubblici sulla base di

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H2020-ISIB-2014-1: Bioeconomia innovativa, sostenibile ed inclusiva

24.500.000 €

26 giugno 2014

prodotti biologici innovativi

ISIB-08a-2014: Coinvolgere la società, raggiungere gli utenti finali e collegarli con i responsabili politici per una gestione partecipativa della bioeconomia

ISIB-09-2014:Sostenere i punti di contatto nazionali per le sfide sociali di Horizon 2020 su 'Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bioeconomia', e la tecnologia di abilitazione chiave (KET) "Biotecnologia"

ISIB-11-2014:Azioni di coordinamento a sostegno dell'attuazione, da parte degli Stati partecipanti, di un'iniziativa congiunta di programmazione per l'agricoltura, la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici

ISIB-08b-2014:Sforzi di ricerca ed innovazione per una Bioeconomia sostenibile

ISIB-12a-2014: Agricoltura resiliente e sostenibile per i sistemi alimentari e non

ISIB-10-2014: Reti sulla Bioeconomia rilevanti ERA-NET

H2020-SFS-2014-1 Sicurezza alimentare sostenibile

1.000.000 €

26 giugno 2014

SFS-06-2014: Percorsi di intensificazione sostenibile dei sistemi agro-alimentari in Africa

H2020-BG-2014-1-Crescita Blu: liberare il potenziale dei mari e degli oceani

15.000.000 €

26 giugno 2014

BG-11-2014: Monitoraggio, diffusione e adozione di ricerca marina e marittima

BG-14-2014: Sostenere iniziative di cooperazione internazionale: Alleanza di Ricerca per la Cooperazione Oceano Atlantico

BG-05-2014: Prepararsi per il futuro innovativo dell'economia off-shore

BG-13-2014: Cultura Oceano– Impegnarsi con la società – Innovazione sociale

BG-15-2014: Cooperazione europea per la ricerca polare

H 2020-ISIB-2015-1: Bioeconomia innovativa, sostenibile ed inclusiva

25.000.000 €

11 giugno 2015

ISIB-12e-2015: Produzione sostenibile di bestiame

ISIB-02-2015: Colmare il gap nella ricerca e innovazione: il ruolo cruciale dei servizi di sostegno all'innovazione e dello scambio di conoscenze

ISIB-12b-2015: Sviluppo rurale

ISIB-12c-2015: Monitorare e mitigare i gas serra agricoli e forestali (GHG)

ISIB-12d-2015: Produzione sostenibile dei raccolti

ISIB-12f-2015: Biomarcatori per la nutrizione e la salute

H 2020-ISIB-2015-2: Bioeconomia innovativa, sostenibile ed inclusiva

7.500.000 €

24 febbraio 2015 11 giugno 2015

ISIB-03-2015: Liberare il potenziale di crescita delle aree rurali attraverso una maggiore governance e l'innovazione sociale

ISIB-04b-2015: Modelli di gestione efficiente delle foreste

ISIB-06-2015: Convertire CO2 in sostanze chimiche

H2020-SFS-2015-2 Sicurezza alimentare sostenibile

93.000.000 €

24 febbraio 2015 11 giugno 2015

SFS-02b-2015: Valutazione dei sistemi di coltivazione per migliorare il suolo

SFS-05-2015: Strategie per la produttività delle colture, stabilità e qualità

SFS-10b-2015: Basi scientifiche e strumenti per prevenire e mitigare le malattie dei molluschi di allevamento

SFS-13-2015: Contaminazione biologica delle colture e la catena alimentare

SFS-16-2015: Affrontare la malnutrizione negli anziani

SFS-20-2015: Catene alimentari sostenibili attraverso politiche pubbliche: i casi della politica di qualità dell'UE e degli appalti alimentari nel settore pubblico

SFS-01C-2015: Valutazione della sostenibilità della produzione animale terrestre

SFS-07b-2015: Gestione e uso sostenibile delle risorse genetiche

SFS-11b-2015: Consolidamento della sostenibilità ambientale dell'acquacoltura europea

SFS-18-2015: Piccole fattorie mercati globali: il ruolo delle piccole fattorie nella sicurezza alimentare e nutrizionale.

H2020-BG-2015-2 Crescita Blu: liberare il potenziale dei mari e degli oceani

38.000.000 €

24 febbraio 2015 11 giugno 2015

BG-02-2015: Previsione e anticipazione degli effetti del cambiamento climatico sulla pesca e l'acquacoltura

BG-07-2015: Capacità di risposta alle fuoriuscite di petrolio e a inquinamenti marini

BG-01-2015: Miglioramento della conservazione e dello sfruttamento sostenibile degli ecosistemi