FISICA DEL PLASMA E CONFINAMENTO - people.unica.it · 2017. 12. 5. · M. Usai...

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  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK

    (ultima modifica 01/12/2017)

    FISICA DEL PLASMA E CONFINAMENTO

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  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Premessa

    La Fissione e Fusione sono le due reazioni nucleari che possono essere utilizzate

    per produrre energia per scopi civili o per scopi bellici.

    La fissione, o scissione, nucleare è un processo che può avvenire anche in modo

    spontaneo raramente in natura. La reazione della fissione avviene quando il nucleo

    di un elemento chimico pesante (ad esempio Uranio-235 Plutonio-239) viene

    bombardato da un neutrone e si scinde in frammenti di minori dimensioni,

    ovvero in nuclei di atomi a numero atomico inferiore, con emissione di una grande

    quantità di energia e radioattività.

    La fusione nucleare è il processo attraverso il quale i nuclei di due o più atomi

    vengono avvicinati o compressi a tal punto da superare la repulsione

    elettromagnetica e unirsi tra loro generando il nucleo di un elemento di massa

    minore, o maggiore, della somma delle masse dei nuclei reagenti, generando in

    alcune reazioni, uno o più neutroni liberi.

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    La Fissione e Fusione sono le due reazioni nucleari che si possono utilizzare per

    produrre energia per scopi civili o per scopi bellici. Sebbene siano due fenomeni

    diametralmente opposti, il principio fisico sul quale si basa il loro utilizzo è

    contenuto nella:

    Teoria della Relatività di Einstein In una trasformazione nucleare si verifica una riduzione della massa Δm che

    libera un’energia proporzionale alla riduzione di massa Δm e al quadrato della

    velocità della luce c2:

    E= Δm c2

    essendo c un numero elevato pari a :

    c = 3 108 [m/s] → c2 = 9 1016 [m2/s2]

    ne consegue che anche

    piccole variazioni della massa → possono comportare la generazione di una quantità apprezzabile di energia.

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    Stati della materia in funzione della temperatura

    • La materia esiste in quattro forme:

    Lo stato della materia più comune nell’universo è il gas

    ionizzato o plasma.

    Microscopicamente, i diversi stati della materia

    dipendono dal bilanciamento tra :

    •l’energia associata alle forze coulombiane che tendono

    a legare tra loro le particelle e

    •l’energia cinetica delle particele stesse (energia di

    agitazione termica che aumenta con la temperatura).

    Molto caldo

    PLASMA

    Freddo

    solido = GHIACCIO Tiepido

    liquido = ACQUA Caldo

    gas = VAPORE

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    Particelle neutre Particelle cariche

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    Differenza tra gas e plasma

    Gas: materia aeriforme che tende ad espandersi, riempiendo

    completamente il recipiente che lo contiene. Esso è composto quasi

    esclusivamente da particelle neutre poco sensibili all’applicazione di

    campi elettromagnetici. I gas sono caratterizzati da una temperatura critica

    (al di sotto della quale avviene la liquefazione).

    Plasma: è ritenuto il quarto stato della materia, ossia la materia costituita

    da molecole dissociate in atomi in massima parte ionizzati, ovvero i nuclei

    sono separati dagli elettroni.

    Il plasma è quindi una miscela di ioni, di elettroni ( molecole o atomi

    separati dagli elettroni. A differenza dei gas (composti quasi solamente di

    particelle neutre), il plasma è estremamente sensibile all’applicazione di

    campi elettrici e magnetici.

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    Il mondo per la teoria medioevale è costituito

    essenzialmente da: aria, acqua, terra e fuoco.

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    Lo stato di plasma per i materiali è l’ultima progressione di stato e si verifica

    all’aumentare della temperatura e rarefazione.

    Il fuoco è classificato come un plasma freddo ( T ≤ 1400°C).

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    Plasmi esistenti

    Esistono innumerevoli tipi di plasma con densità e temperatura estremamente differenti.

    K= temperature tipiche in [K°] necessarie per raggiungere la fusione di vari plasmi

    n= Densità dei nuclei, espressa come numero di nuclei presenti in un cm3

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    Esempi di manifestazioni naturali dei plasmi:

    il sole, la ionosfera, i fulmini, le aurore boreali, nebulose.

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    Nelle stelle e nel sole la fusione di

    ottiene grazie alla pressione legata

    alla forza di gravita. Infatti la loro

    massa esercita una forte

    compressione nella parte centrale.

    La materia risulta così densa e così

    calda (milioni di gradi centigradi)

    che i nuclei non possono più

    respingersi (la forza di gravità

    supera le forze coulombiane).

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    Il sole è una centrale a fusione nucleare naturale che fornisce l’energia

    vitale alla terra da 5 miliardi di anni.

    Nel sole come nelle stelle e il plasma dovuto alla fusione non ha

    contenitori; esso rimane “confinato” naturalmente per la legge di gravità o

    di attrazione reciproca della materia:

    essendo:

    G = 6.672·10-11 Nm2 kg-2= costante gravitazionale di Cavendish;

    M1, M2 = masse gravitazionali in kg;

    d = distanza fra i corpi in m.

    221

    d

    M MGF

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    In natura esistono

    • 3 isotopi dell’idrogeno (H) stabili :

    • 1H (Prozio) con emivita stabile ,

    • 2H con emivita stabile (Deuterio) e

    • 3H (Trizio) con emivita di 12,32 anni, mentre

    • gli altri isotopi possibili : 4H, 5H, 6H e7H hanno un nucleo fortemente instabile

    che impedisce un’emivita superiore anche solo 1 ms.

    Quando la densità aumenta per le forze gravitazionali, provoca un forte incremento

    della temperatura del nucleo. Il processo va avanti fino a quando il nucleo

    raggiunge densità e temperature tali da innescare le reazioni di fusione

    termonucleare.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 12

    Premessa

    Il Protone è una particella subatomica composta dotata di carica elettrica positiva,

    costituisce il nucleo assieme al neutrone

    Il Positrone e+ presenta una carica positiva uguale in valore assoluto a quella

    dell’elettrone , il suo simbolo fisico è “e+”. Quando un positrone viene in contatto

    con un elettrone si ha un processo di annichilazione e la loro massa viene

    convertita in energia, nella maggior parte dei casi sotto forma di due fotoni ad

    altissima energia nella banda dei raggi gamma, secondo il seguente processo:

    e + + e − ⟶ 2 fotoni γ .

    Un Neutrino ν è una particella di cui si conosce poco, esso è neutro e circa 100000

    volte più piccolo dell’elettrone, si muove a velocità relativistiche prossime a quelle

    della luce.

    Un raggio gamma è una radiazione di tipo elettromagnetico molto energetica il

    cui simbolo fisico è “γ”.

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    Le 3 fasi del processo di Fusione nel Sole

    Da questo momento in poi la stella vive convertendo ogni secondo centinaia di

    milioni di tonnellate di Idrogeno in Elio secondo la reazione di fusione nucleare

    attraverso 3 fasi:

    1) Nella prima fase 2 atomi di Idrogeno si fondono generando → 1 atomo di

    Deuterio e liberando un Positrone, un Neutrino ed Energia ( raggi gamma).

    1H + 1H -> 2H + e+ ν + γ

    2) Nella seconda fase l’atomo di Deuterio appena formatosi si combina con

    un nuovo atomo di Idrogeno generando un atomo di Elio-3 (isotopo dell’elio) e

    Energia sotto forma di raggio gamma “γ”.

    3) La terza fase porta infine alla formazione dell’Elio-4 ossia particelle

    alpha α che costituiscono una forma di radiazione corpuscolare ad alto potere

    ionizzante.

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    Il sole produce continuamente energia con una potenza di 3.7 1017 GW e quindi

    converte al secondo

    600 milioni di tonnellate di Idrogeno (H) → in 596 milioni di tonnellate di Elio (He).

    Il flusso di potenza che arriva sulla terra, valutato al di sotto della atmosfera senza

    assorbimento, è di 1.4 kW/m2.

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    Nei reattori invece l’energia equivalente a quella gravitazionale

    per ottenere la fusione, è ottenuta fornendo a un gas rarefatto,

    energia termica, che aumenta considerevolmente le temperature di

    esercizio per consentire la fusione.

    Anche nel campo industriale esistono tante applicazioni del

    plasma e vengono classificati in plasmi caldi e freddi.

    I plasmi caldi, ovvero intorno al migliaio di gradi (10.000 °C) ,

    sono oggi utilizzati nel settore metallurgico e in quello della

    ceramica.

    I plasmi freddi, che lavorano a temperature più basse (500-

    800°C), sono utili per le lavorazioni di materiali molto delicati

    come, appunto, i circuiti integrati, la plastica fino alla carta.

    M. Usai 15

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    Esempi di applicazioni di plasmi:

    • lampade al neon

    • scariche (archi) per le saldature industriali

    • la sferoidizzazione della polvere

    • la sintesi di polveri nanometriche

    • il plasma ad induzione a spruzzo

    • il trattamento dei rifiuti

    • le applicazioni industriali come il trattamento delle superfici, il taglio al

    plasma (torce al plasma per il taglio di acciaio e altri metalli)

    • display al plasma, corpi illuminanti al plasma

    • Impianti di conversione MHD.

    • physical vapour deposition

    • chemical vapour deposition

    • plasma enhanced vapour deposition

    • magnetron sputtering

    • sterilizzazione al plasma

    • Processi al plasma nella tecnologia dei semiconduttori: plasma etching

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    I processi di lavorazione mediante plasma utilizzano un gas ionizzato come

    mezzo per trasferire energia termica da una sorgente di potenza elettrica

    alla superficie del materiale in lavorazione.

    Le lavorazioni tecnologiche al plasma possono essere divise in due macro

    classi: lavorazioni con plasmi caldi e plasmi freddi. Tale suddivisione è

    effettuata in funzione della temperatura (e di conseguenza della densità di

    ionizzazione), che le specie pesanti raggiungono.

    Nei plasmi caldi le specie pesanti hanno mediamente la stessa temperatura

    delle particelle leggere (10.000 °C) ed il plasma può considerarsi in

    equilibrio termico.

    Nei plasmi freddi invece il gas non è in equilibrio termico, ovvero le

    particelle pesanti hanno temperature anche notevolmente inferiori (attorno

    ai 500-800°C) relativamente alla temperatura elettronica.

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    E energia[eV]; T temperatura[K] e kb=8.61733 10-5 [eV/K] costante di Boltzmann

    E=kb T → 1 elettronvolt [eV] = 11604,5250061657 kelvin [K]

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    Plasmi freddo e Plasma caldo

    Le diverse temperature e condizioni raggiunte dalle due classi di plasma,

    condizionano la tipologia di applicazioni a cui sono destinate.

    Le principali applicazioni di plasma freddo riguardano quei processi termici,

    che richiedono una trasformazione selettiva e limitata dei materiali

    (fusione selettiva, trattamenti termici, trasformazioni strutturali, etc.) e

    l'attivazione di reazioni e trasformazioni fisiche e chimiche.

    Le principali applicazioni nel settore del plasma caldo sono la saldatura, il

    thermal spray ed il taglio di materiali metallici. Il plasma caldo infatti si

    ottiene realizzando una scarica ad arco in gas sottoposto a campi elettrici

    di varia frequenza. Il fascio di gas ionizzato ad altissima temperatura così

    ottenuto è in grado di rimuovere, fondere o modificare termicamente un

    materiale. Il fascio plasma può essere paragonato ad un utensile,

    facilmente controllabile, non direttamente in contatto con la superficie in

    lavorazione e non usurabile.

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    A partire dalle prime installazioni, che risalgono in Italia agli anni '80, il

    taglio al plasma ( o taglio plasma) convenzionale si è connotato non solo

    per l’elevata efficienza dell'operazione (in termini di tempi e costi di

    operazione) ma anche per la scarsa qualità del taglio, che comporta molto

    spesso la successiva lavorazione dei bordi. Il bordo di taglio infatti si

    presenta arrotondato, ricoperto da solchi e striature e con una pessima

    finitura superficiale. Il solco di taglio inoltre è ampio e svasato mentre il

    bordo in uscita si presenta spesso intaccato da bave causate dalla rapida

    risolidificazione del metallo fuso. La zona termicamente alterata inoltre ha

    un'estensione non trascurabile ed è soggetta a tensioni residue, distorsioni

    e variazioni strutturali e metallurgiche. La qualità del taglio plasma è

    migliorata notevolmente in seguito all’introduzione del plasma ad alta

    definizione (High Tolerance Plasma Arc Cutting, HTPAC) avvenuta agli

    inizi degli anni novanta. Il taglio plasma ad alta definizione è nato come

    improvement di una tecnologia preesistente e quindi in parte ha sostituito,

    soprattutto nelle lavorazioni di piccoli spessori, il taglio plasma

    tradizionale.

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    Tuttavia, dati i significativi miglioramenti, (contorni netti, bordi che non

    presentano bave, estensione della zona termicamente alterata contenuta e

    bordo sufficientemente squadrato), è stato utilizzato non solo con lo scopo

    di separare semplicemente due parti (per permetterne la successiva

    lavorazione) ma per ottenere buone qualità superficiali e

    macrogeometriche nel taglio dei metalli.

    Il processo HTPAC quindi si è esteso anche al settore affine del taglio in

    lastra near net shape (vicino alla forma, ovvero che non necessita di

    successive lavorazioni), al punto da divenire concorrenziale con le altre

    tecnologie non convenzionali di taglio di qualità, tra le quali

    principalmente il laser ed il getto idroabrasivo.

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    La cattiva fama maturata del plasma convenzionale e la relativa novità del

    processo HTPAC rappresentano le cause principali della disattenzione al

    processo HTPAC da parte della ricerca, che solo recentemente si è

    dedicata all’analisi di questo processo, che offre ampie possibilità di

    indagine.

    I futuri argomenti di ricerca in alcune sotto aree di questo processo:

    • modelli fisici dei meccanismi elementari nel processo del plasma ad alta

    definizione (legami con le variabili di processo,

    • soluzioni delle equazioni formulate con metodi analitici e tecniche

    numeriche;

    • qualità del solco di taglio;

    • ottimizzazione dei parametri di processo;

    • confronto tecnico-economico con tecnologie affini;

    • lavorazione di nuovi materiali (leghe di titanio, rame e compositi a

    matrice e fibre metalliche).

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    La Torcia al Plasma

    La torcia al plasma è una tecnologia affidabile ed usata in tutto il mondo, da

    decenni, per diverse applicazioni industriali, tra cui la più nota è il taglio delle

    lamiere in acciaio fino a 1,5 centimetri.

    L’Istituto Nazionale di Fisica descrive tante altre applicazioni industriali del

    plasma, ad esempio:

    •Film barriera per diminuire la migrazione di additivi da polimero a cibo –

    •Film barriera per preservare beni culturali

    •Sterilizzazione a plasma per distruggere micro-organismi (funghi, batteri, ecc. )

    •Film con proprietà di idrorepellenza su metalli, vetro, ceramica, carta, tessuti, ecc.

    •Processi di pulizia e di attivazione di superfici

    •Attivazione a plasma per regolare il grado di tingibilità di tessuti

    •Attivazione a plasma per aumentare l’adesione tra polimero e metallo

    •Attivazione a plasma per aumentare l’adesione tra polimeri per termosaldatura.

    • Trattamento dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati.

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    IMPIANTI AL PLASMA

    Gli impianti al plasma sono classificati in

    • impianti a bassa pressione,

    • impianti a pressione atmosferica,

    • impianti ad alta pressione.

    A parità di temperatura, aumentando la pressione diminuisce l’aliquota di gas che non è trasformata in plasma.

    a) Impianti al Plasma a bassa pressione

    Ad oggi il plasma a bassa pressione viene impiegato nei più svariati settori che

    hanno l'esigenza di combinare materiali o di modificare le caratteristiche

    superficiali in modo mirato.

    Il plasma a bassa pressione offre un'ampia varietà di trattamenti superficiali. La

    micropulizia di materiale contaminato, l'attivazione in plasma di materie plastiche,

    l'etching del PTFE politetrafluoroetilene. (Teflon) e del silicio e il rivestimento di

    materie plastiche con rivestimenti simili al PTFE, sono solo alcune applicazioni.

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    b) Impianti al Plasma Atmosferico

    Il processo al plasma atmosferico Plasma Beam viene utilizzato

    principalmente per il pretrattamento locale (pulizia, attivazione) di diverse

    superfici: polimeri, metallo, ceramica, vetro, materiali ibridi.

    Il Plasma Beam è idoneo alla robotizzazione e può essere integrato a costi

    contenuti in linee di produzione automatiche preesistenti.

    Si presta ad applicazione nei seguenti settori: produzione on-line, produzione

    piccole serie, tecnica medica, sterilizzazione, ricerca e sviluppo, archeologia,

    tecnica tessile, tecnica dei semiconduttori, tecnica delle materie plastiche.

    c) Impianti al Plasma ad alta pressione

    Metodi e apparati industriali utilizzati per minimizzare gli effetti deleteri di

    imperfezioni strutturali in celle in silicio policristallino, utilizzano un sistema di

    plasma ad alta pressione.

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    http://www.fondazionemirror.it/?p=121

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Caratteristiche del plasma

    Il plasma è particolarmente sensibile all’azione dei campi elettrici e

    magnetici esterni, per cui particolari configurazioni di campi

    magnetici possono essere usate per mantenerlo confinato in una

    zona limitata dello spazio.

    Onde elettromagnetiche convogliate sul plasma dall’esterno,

    possono in condizioni adeguate, penetrare nel plasma e cedere ad

    esso la loro energia.

    Quindi è possibile controllare la temperatura del plasma senza

    contatto tra la sorgente di energia termica e il plasma.

    Inoltre il moto delle particelle cariche all’interno del plasma è esso

    stesso sorgente di campi elettro-magnetici, che a loro volta

    interagiscono sul comportamento globale del sistema.

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    Primi Plasmi ottenuti in laboratorio

    La scoperta dei primi plasmi in laboratorio è legata all’applicazione

    delle prime pompe da vuoto, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900.

    27

    I primi esperimenti sui plasmi

    hanno utilizzato i tubi di

    Crookes. Essi sono costituiti

    da tubi di vetro o quarzo, nei

    quali viene creato il vuoto e

    chiusi alle estremità con due

    elettrodi, collegati a un

    generatore di tensione variabile

    in grado di fornire tensioni

    dell’ordine dei kV. In essi

    viene immesso un gas rarefatto

    con una pressione p ≈ 10-5 bar. Colonna luminescente di un plasma di Argon.

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Generazione del Plasma nei tubi di Crookes

    Immettendo nel tubo una piccola quantità di gas (qualche

    milligrammo) e applicando una tensione via via crescente e

    sufficientemente elevata ( ordine dei kV), ai due elettrodi sino a

    quando il gas subisce una improvvisa transizione allo stato di

    plasma diventando luminoso, come riportato nella figura della

    slide precedente.

    Questo fenomeno, chiamato “scarica”, è simile alla scarica

    elettrica che avviene naturalmente nei fulmini, e rappresenta il

    passaggio, riprodotto in laboratorio, dallo stato gassoso allo

    stato di plasma.

    Una applicazione ancora attuale di questo fenomeno sono le

    scariche prodotte nelle lampade a neon, utilizzate ancora oggi

    per le lampade delle insegne luminose o per l’illuminazione

    interna di ambienti.

    28

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 29

    Con una camera di contenimento cilindrica è difficile preservare lo stato

    di plasma.

    Le particelle che compongono il plasma non vengono disperse radialmente,

    ma vanno comunque a bombardare le due estremità del contenitore,

    perdendo così la loro energia con conseguente raffreddamento e

    dacadimento della ionizzazione del plasma. A tale problema si è cercato di

    ovviare creando un effetto di "specchio magnetico" tramite intensificazione

    del campo alle estremità del contenitore, ma senza risultati apprezzabili.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 30

    Effetti dello Specchio Magnetico alle estremità del contenitore

    ↓ Riduzione della superficie di riflessione e delle perdite di energia

    Mediante lo specchio

    magnetico viene creata una

    strozzatura delle

    linee di campo mediante le

    bobine poste alle estremità

    del tubo, come mostrato.

    Il plasma che tenderebbe a

    sfuggire, viene respinto

    indietro per l’effetto specchio,

    che si crea a causa

    dell’intenso gradiente di

    campo magnetico presente

    alle due estremità.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 31

    Confinamento Magnetico Per ovviare agli inconvenienti presenti alle estremità del contenitore cilindrico si è

    pensato di richiudere il contenitore su se stesso, utilizzando contenitori toroidali, e

    creando il campo magnetico mediante solenoidi disposti concentricamente al toro ed

    egualmente inter-spaziati.

    In questo modo sono state eliminate le interfacce trasversali e quindi il

    raffreddamento e dacadimento della ionizzazione del plasma. La scelta di questa

    struttura anulare ha la finalità di far si che le particelle possano muoversi, seguendo

    traiettorie elicoidali guidate nella direzione del campo B.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Il campo magnetico limita il numero di gradi di libertà del moto delle particelle

    ad un solo grado nella direzione delle linee di forza del campo.

    M. Usai 32

    Confinamento Magnetico

    Metodi di confinamento assiale

    1) Confinamento in geometria cilindrica,

    ottenuto aumentando il valore del campo

    magnetico alle estremità della zona di

    confinamento mediante uno specchio

    magnetico.

    2) Confinamento magnetico toroidale, ottenuto

    chiudendo su se stesse le linee di campo

    In realtà il solo campo toroidale non può confinare il plasma.

    Per il confinamento è richiesto anche un campo verticale a

    quello toroidale; campo poloidale .

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 33

    Confinamento Magnetico

    Plasma confinato con camera di

    contenimento cilindrica Traiettorie delle particelle parallele e rettilinee

    Plasma confinato con camera di

    contenimento toroidale Traiettorie del campo parallele e toroidali

    Da cui il nome di Tokamak acronimo russo

    TOKAMAK="TOroidal - KAmara - MAgnit - Katushka“

    Camera Toroidale con Bobine Magnetiche.

    Gas Traiettorie delle particelle casuali

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 34

    Confinamento Magnetico

    Con i solenoidi toroidali egualmente inter-spaziati le traiettorie non saranno

    perfettamente toroidali. Il plasma risulterà più compresso in corrispondenza delle

    sezioni relative alle bobine toroidali e tenderà ad espandersi tra una bobina e

    l’altra.

    Nel caso teorico di un numero infinito

    di magneti le linee di flusso magnetico

    sarebbero delle circonferenze il cui

    centro è nell’asse di simmetria del toro

    Nel caso reale il numero finito di

    magneti produce una ondulazione delle

    linee di Campo Magnetico con un

    addensamento delle linee in

    corrispondenza delle sezioni in cui

    sono disposti i magneti.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 35

    Confinamento Magnetico

    Sfortunatamente, quando si collegano le estremità di un cilindro ottenendo un toro,

    la condizioni della MHD ***di equilibrio non è più soddisfatta. Infatti il plasma ha

    la tendenza ad espandersi verso la superficie più esterna del toro (nella direzione

    del raggio maggiore) fondamentalmente per i seguenti 2 motivi:

    ***La MHD (MagnetoHydroDynamics) studia la dinamica

    dei fluidi elettricamente conduttori

    Il primo motivo è legato al fatto che le forze

    dovute alla pressione cinetica (p = nkT

    pressione per unità di volume, con N Numero

    molecole di gas e K= 1,3807 · 10-23 J/K

    costante di Boltzmann) all'interno di un plasma

    cilindrico, sono in prima approssimazione

    equamente distribuite sul contorno della

    sezione del plasma in una geometria cilindrica,

    mentre in una geometria toroidale, sulla

    superficie più esterna del toro le forze di

    pressione sono maggiori rispetto a quelle della

    superficie più interna e questo comporta la

    forza risultante è verso l'esterno.

    Fp Fp

    Fpesterna Fpinterna

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 36

    Confinamento Magnetico

    Il secondo motivo è dovuto al fatto che stiamo considerando un toro in cui scorre

    una corrente nella direzione descritta dai baricentri delle sezioni toroidali e dove le

    cariche positive (ioni) e negative(elettroni) vengono sollecitati da forze di campo

    con una forza netta di campo che tende ad espandere l'anello del plasma in

    direzione radiale. Pertanto, un toro di plasma toroidale non è in equilibrio anche a

    causa dell'effetto del campo magnetico creato dalla corrente all'interno.

    F netta di campo

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico Esistono diverse possibili reazioni di fusione. La più conveniente è Deuterio-Trizio.

    La reazione di fusione tra i nuclei di atomi leggeri di Deuterio e Trizio avviene

    quando si fornisce l’energia necessaria per superare la barriera di Coulomb, ossia

    le forze di repulsione elettromagnetica tra i nuclei.

    Perché ciò si verifichi le distanze tra i nuclei devono essere molto piccole, ossia

    dell'ordine di qualche femtometro (10−15 m= 1fm)

    M. Usai 37

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico Se un nucleo di D (Deuterio) fonde con un nucleo di T (Tritio), viene prodotta una

    particella α (elio-4 carica positiva di un nucleo di He (Elio), costituita da due protoni

    e due neutroni) e rilasciato un neutrone.

    Dalla fusione si ottiene quindi un nuovo nucleo con

    una riduzione della massa totale e una conseguente → emissione di energia sotto

    forma di energia cinetica dei prodotti della reazione.

    38

    Reazione di fusione

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Fisica del plasma Allo stato di plasma è legato alla distanza minima tra elettroni e ioni necessaria

    perché :

    • si verifichi una separazione completa tra di loro e contemporaneamente

    • non si abbia la neutralizzazione delle cariche come nei gas.

    Questa distanza, chiamata lunghezza di Debye λD è pari a:

    M. Usai 39

    C 10 × 1,602e elettronedell' caricae

    volumedi unitàper elettroni ed ioni din numero ilcon espressa

    10n elettroni ed ioni degli densitàn

    keVin plasma del atemperaturT

    F/m10 62 817 187 8,854 = ε vuotonel adielettric costanteε

    mm 1010λ Tokamac dei plasmi iper mne

    Tελ

    19-

    320

    12-00

    12D

    1/2

    20

    D

    m

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico Deuterio

    Il Deuterio D o idrogeno pesante, è abbondante nell' acqua di mare (30 g /m3),

    il nucleo del deuterio consiste di un protone e un neurone e il suo peso è circa

    pari a 2 (2,01309 nelle unità standard per i pesi atomici), ossia circa il doppio del

    peso dell'atomo d'idrogeno H comunemente conosciuto, ha un nucleo composto

    unicamente di un protone

    Litio

    il Litio Li naturale abbonda nelle rocce della crosta terrestre (30 parti su un

    milione per unità di peso) ed è presente, in concentrazione minore, anche negli

    oceani. Il Litio è presente in quantità elevata e si estrae prevalentemente dai

    laghi salati, ma anche da rocce ignee (rocce formate dal raffreddamento e dalla

    cristallizzazione di un magma fuso). Il litio, nella sua forma pura, è un metallo

    soffice color argento, che si ossida rapidamente a contatto con l’aria o l’acqua. È

    il più leggero degli elementi solidi ed è usato principalmente

    nelle leghe conduttrici di calore, nelle batterie e come componente in alcuni

    medicinali (farmaci antipsicotici).

    M. Usai 40

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico

    Trizio

    Il Litio viene utilizzato per ottenere il Trizio . Esso è trasformato in Trizio ed

    Elio utilizzando l’energia contenuta nei neutroni generati dalla reazione di

    fusione.

    Il Trizio è necessario per la reazione di fusione con il Deuterio.

    Il trizio è l'isotopo dell'idrogeno pesante 3H costituito da un protone e due

    neutroni.

    A differenza degli isotopi più leggeri (protio e deuterio), il trizio è radioattivo.

    La radiazione beta β a bassa energia emessa dal decadimento del trizio non

    può penetrare la pelle umana e quindi il trizio è dannoso solo se ingerito od

    inalato.

    Il tempo di decadimento di 12,3 anni. Il trizio è di interesse per la ricerca

    sull'energia di fusione in quanto la reazione di fusione deuterio-trizio presenta

    la velocità di reazione più alta alla densità e temperatura del plasma

    attualmente realizzabili.

    M. Usai 41

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico

    Elio

    L’isotopo elio-4 (4He) prodotto dai processi di fusione è un isotopo dell’elio

    leggero e non radiativo. È l'isotopo dell'elio più abbondante, costituendo il

    99,99986% di tutto l'elio sulla terra. Il suo nucleo che ha due protoni e due

    neutroni. è simile a una particella α . Se inalato in concentrazioni elevate può

    portare all’asfissia, esso inoltre, se non è contenuto, evapora istantaneamente

    provocando ustioni.

    M. Usai 42

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    FUSIONE: principio fisico

    L’energia rilasciata dalla fusione di due nuclei D-T è elevata: essa è pari a

    17,6 MeV per reazione:

    I nuclei di Elio, prodotti dalla fusione 4He, rimangono confinati all’interno del

    plasma, essendo essenzialmente cariche elettriche positive, sensibili al campo

    magnetico per il confinamento del Tokamak.

    Quasi l’80% dell’energia prodotta è ottenuta dai neutroni, che non sono

    elettricamente carichi e perciò → non subiscono gli effetti del campo

    magnetico di confinamento.

    I neutroni, non subendo gli effetti del campo magnetico di confinamento,

    abbandonano il plasma sono assorbiti dalla parete del Tokamak e

    trasferiscono la loro energia, convertita in calore. Questo calore sarà usato

    per la produzione di vapore che entra in un ciclo di turbina e alternatore, per

    produrre elettricità.

    43

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 44

    Nel reattori a fusione, i neutroni, che trasportano l' 80% dell'energia prodotta,

    saranno assorbiti nel "mantello’’ o Blanket, posto intorno al nucleo del

    reattore stesso, contenente Li ( Litio ), che si trasforma in Trizio ed Elio

    secondo le reazioni:

    Li4 +n=He4+T+n*-2.5 MeV

    Li6+n=He4+T+4.86 MeV (con n* si indica neutrone lento, con energia inferiore a un ordine di grandezza

    di pochi elettronvolt o qualche frazione di un elettronvolt.)

    Il "mantello" o " Blanket " di Litio contribuisce insieme ad altri materiali a

    moderare gli effetti energetici legati alla grande energia posseduta dai

    neutroni all’interno del reattore e a produrre il Trizio necessario per

    autoalimentare la reazione di fusione all’interno dell’impianto.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 45

    • Pressioni più basse del plasma , a parità di densità di potenza e di β, richiedono

    campi magnetici di intensità inferiore per contenere il plasma, rispetto ad altre

    reazioni.

    • Il principale svantaggio della reazione D-T è legato alla necessità di ottenere il

    Trizio, elemento non presente in natura e radioattivo, per cui sono richieste soluzioni

    progettuali particolarmente sofisticate per preservare l’integrità delle strutture di

    contenimento, considerato l’effetto del flusso neutronico e la necessità di utilizzare

    tecniche remottizate.

    Come rilevabile dalla tabella in figura,

    la reazione D-T è la più vantaggiosa

    perché la temperatura di ignizione

    (4keV) della reazione D-T è

    sensibilmente più bassa rispetto a

    quella richiesta per le altre reazioni di

    fusione possibili e quindi, essendo

    la pressione: p=2nKT

    proporzionale alla temperatuta T

    risulta minore anche la pressione da

    contrastare per contenere il plasma .

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 46

    La reazione possibile di fusione, tra nuclei di Deuterio e di Elio , pur fornendo una

    energia superiore ( 18,3 keV contro 17,6 keV per la reazione tra Deuterio e Trizio) ,

    richiede condizioni più spinte per il plasma (temperature T molto più elevate e quindi

    → pressioni più elevate P→ campi magnetici più intensi B per il contenimento del

    plasma), che quindi comporterebbe un impianto più difficili da realizzare.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 47

    Probabilità di reazione

    Sulla base di dati empirici, è stata

    definita sperimentalmente la

    "probabilità di reazione" in funzione

    della temperatura di ignizione.

    Per le diverse possibili reazioni di

    fusione indicate nei grafici, se si

    moltiplica

    • il valore della "probabilità di

    reazione" per

    • le densità dei nuclei interagenti [N°

    nuclei interagenti/m3],

    si ottiene il

    N° di reazioni di fusione per unità di

    tempo e unità di volume, per una

    temperatura data.

  • Xavier LITAUDON | JET General Planning Meeting | Culham (UK)| 11-13 Oct. 2017 | Page 48

    • Start of D-D campaign early April: rigid shift of the campaign

    maintaining the number of sessions

    JET programme on 2020 time schedule: preparation for D-T

    Nel programma di campagne di prove del JET sotto riportato, si può vedere

    come attualmente le prove le prove nel JET vengono eseguite usando i

    combustibili H , TT e H in previsione della campagna di prove che saranno

    eseguite successivamente con il Deuterio e il Trizio e che sono previste

    per il 2020.

    • 2018/2019: Last D-D campaigns for T-T and D-T prep. and use of SPI system (2018)

    [ c.f. L. Horton’s presentation]

    j f m a m j j a s o n d j f m a m j j a s o n d j f m a m j j a s o n d j f m a m j j a s o n d

    DT

    -com

    m

    pre DT shutdown R Safe statePause DTE2 DTT H DRestart Deuterium H

    20202017 20192018

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 49

    Per realizzare

    ↓ le condizioni di fusione → il plasma deve essere “confinato”

    SISTEMI DI CONTROLLO DEL PLASMA

    Il plasma è uno stato della materia che rappresenta uno dei fenomeni della natura

    più imprevedibili.

    Per tale motivo nei plasmi di laboratorio devono essere realizzati tipi di

    confinamento efficaci. Attualmente si stanno studiando:

    a - il Confinamento Inerziale (alta densità e pressione) prevalentemente usato in

    campo militare, ma attualmente sono stati attivati centri di ricerca per

    applicazioni anche in campo civile ;

    b - il Confinamento Magnetico (alta densità e alta temperatura) per applicazioni

    in campo civile.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 50

    a - il Confinamento Inerziale

    Una piccola quantità di combustibile congelato in pasticcche ‘pellet’ viene

    scaldato è compresso attraverso radiazioni ad alta potenza

    Vedere i siti

    http://fusione.altervista.org/fusione_nucleare_inerziale.htm

    https://www.youtube.com/embed/9DLo_zImHpg?autoplay=1&modestbranding=1&rel=0&autohide=1

    b - il Confinamento Magnetico

    il plasma è confinato per mezzo di campi magnetici e scaldato ad alte

    temperature.

    Per la sperimentazione del confinamento inerziale

    in Europa è stato attivato il progetto

    HiPER (European High Power Laser Energy Reaserch)

    vedi sito: www.hiper.org

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 51

    a - il Confinamento Inerziale : progetto Europeo HiPER

    In Europa è in corso il progetto di HiPER (High Power Laser for Energy

    Research), per la ricerca su schemi di ignizione avanzati, che mira a costi più

    contenuti per le strutture e a una maggiore flessibilità per l’impiego in studi di

    fisica di base e applicata.

    A differenza degli altri grandi progetti NIF e LMJ, che sviluppano in prevalenza

    programmi militari,

    il progetto dell’Unione Europea avrà unicamente finalità civili

    e affiancherà lo studio della materia in condizioni di temperatura e pressione

    estreme, d’interesse in astrofisica e altro, a esperimenti d’interesse energetico.

    Il progetto concettuale e la fase preparatoria di HiPER sono stati completati nel

    2011. È prevista una fase di definizione della durata di 2 anni ed una fase di

    costruzione con una previsione di completamento nell’ anno 2020.

    Partecipano al progetto HiPER 10 Paesi europei, cui si aggiunge la

    collaborazione di USA, Canada, Corea del Sud, Giappone e Cina.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 52

    a - Confinamento Inerziale

    I plasmi a Confinamento Inerziale sono ottenuti impiegando

    • fasci di particelle o

    • particolari fasci di luce, i Laser.

    I plasmi a Confinamento Inerziale danno luogo a una fusione che genera una

    enorme potenza. Sono stati già sviluppati per scopi militari e i procedimenti

    avanzati sono coperti da segreto militare.

    Le ricerche sulla fusione inerziale, anche se molto interessanti

    e promettenti, sono fortemente intrecciate con le ricerche di interesse militare e

    perciò l’Unione Europea ha fin dall’inizio privilegiato l’altra linea di ricerca,

    che si basa sul confinamento magnetico, perché si riteneva che il vincolo del

    segreto militare non avrebbe consentito il necessario scambio di informazioni

    scientifiche sui risultati della ricerche. Attualmente si sta sviluppando la

    ricerca per utilizzarlo anche in campo civile

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 53

    a-Confinamento inerziale

    Per produrre plasmi a Confinamento Inerziale si usano piccole sferette, con

    diametro di circa 2 mm.

    Esse sono capsule tipicamente costituite da un contenitore di materiale plastico,

    detto Ablator (p.es. CH + Br + O2), contenente una sferetta cava di miscela

    di D-T solida, che contiene meno di 0.1 mg di miscela di D-T gassosa.

    Più fasci di un medesimo Laser di grande potenza, con contemporaneità assoluta,

    colpiscono la sferetta da più direzioni producendo un’evaporazione delle

    calotte del contenitore di plastica (detto Ablator): con conseguente

    compressione della sferetta cava solida di miscela di D-T .

    La miscela gassosa D-T, sottoposta ai fasci Laser, viene spinta verso il centro

    geometrico della sferetta, raggiunge, nel centro della sfera, le densità

    elevatissime necessarie perché si verifichi la fusione della miscela gassosa.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 54

    a-Confinamento inerziale

    Il D-T, spinto verso il centro geometrico della sferetta, raggiunge nel centro della sfera, densità

    elevatissime.

    (Ablator)

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 55

    a-Confinamento inerziale

    Immagine relativa a esperimenti di confinamento inerziale che riproducono la fusione che si

    verifica all’interno delle stelle o nella esplosione delle bombe ad idrogeno.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 56

    a-Confinamento inerziale

    Immagine dell’esterno e dell’interno della camera di fusione o di scarica con

    confinamento inerziale Lawrence Livermore Laboratory USA

    La National Ignition Facility (o NIF, in italiano Struttura Nazionale di Ignizione ) è una

    installazione di ricerca americana sulla fusione a confinamento inerziale basata

    su laser presso il Lawrence Livermore National Laboratory a Livermore negli Stati Uniti.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 57

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 58

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    b-Confinamento magnetico

    Il metodo più promettente per fornire l’energia necessaria per la fusione

    nucleare è quello di scaldare il combustibile Deuterio-Trizio a una

    temperatura sufficientemente alta tale che le velocità dei nuclei

    aumentino considerevolmente, da consentire l’avvicinamento tra i nuclei

    necessario affinchè avvenga la fusione. Il plasma così ottenuto deve

    essere confinato con campi magnetici per evitare il contatto con le

    pareti del contenitore, che altrimenti sarebbe danneggiato.

    La fusione realizzata con il confinamento magnetico è chiamata:

    FUSIONE TERMONUCLEARE

    L'energia prodotta dalle reazioni di fusione si esplica sotto forma di

    energia cinetica (calore) dei prodotti della reazione:

    i neutroni e i nuclei di Elio.

    M. Usai 59

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 60

    b-Confinamento magnetico

    Condizioni per la realizzazione del reattore a fusione

    Il cammino per arrivare alla realizzazione del reattore a fusione prevede il

    raggiungimento dei seguenti obbiettivi fondamentali:

    1. il breakeven, condizione per la quale l'energia generata dalla fusione

    eguaglia quella immessa dall'esterno per mantenere il plasma a temperatura

    termonucleare. Il raggiungimento della condizione di breakeven dimostra la

    fattibilità scientifica del reattore a fusione;

    2. l' ignizione condizione per la quale si ha l'autosostentamento della reazione

    di fusione, ad opera dei nuclei di Elio prodotti;

    3. la fattibilità tecnologica e sostenibilità ambientale quando, il rendimento

    netto di tutto l' impianto è positivo e sono garantite condizioni di sicurezza

    per gli impianti, l’ambiente e le persone.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 61

    b-Confinamento magnetico

    Breakeven

    Esistono diverse definizioni per plasmi di fusione:

    - Breakeven commerciale si verifica quando l'energia di fusione può essere

    convertito in energia elettrica e risulta sufficiente a coprire i costi della centrale

    elettrica a fusione a prezzi economicamente competitivi;

    - Breakeven ingegneristico si ha quando una l'alimentazione elettrica generata

    dalla potenza di fusione può essere sufficiente ad alimentare il reattore al

    plasma più un surplus netto senza considerazioni economiche;

    - Breakeven scientifico è quando l'energia prodotta dalla fusione è pari alla

    potenza in ingresso, cioè Q = 1. (Criterio di Lawson a cui faremo riferimento);

    - Breakeven estrapolato si ha quando il breakeven scientifico è previsto per

    combustibile del reattore reale (ad esempio, deuterio e trizio) attraverso una

    valutazione dei risultati sperimentali che utilizzano un combustibile alternativo

    (ad esempio, solo deuterio), riportando in scala la velocità di reazione per i due

    carburanti.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 62

    b-Confinamento magnetico

    Ignizione

    Nella fusione, come in un normale (chimica) fuoco, l’ignizione è il punto in cui

    la temperatura e il confinamento del calore nel combustibile (plasma nel caso

    della fusione) sono tali che l'energia rilasciata dalle reazioni in corso è

    sufficiente a mantenere la temperatura del sistema, e non necessita di ulteriore

    riscaldamento dall’esterno (potenza fornita dall’esterno nulla).

    In tali condizioni un plasma di fusione (acceso) produce così tanta energia dalla

    reazioni di fusione, che il plasma è completamente riscaldato dai prodotti di

    reazione di fusione (particelle alfa nel caso di fusione D-T), e non ha più

    bisogno di alcuna fonte di energia esterna per mantenere la sua temperatura

    costante.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 63

    Nel futuro reattore a fusione ITER la reazione dovrà autosostenersi: si prevede che

    le particelle alfa α (carica positiva dei nuclei di elio -4), intrappolate nel volume di

    plasma cedano ad esso la loro energia così da mantenerlo sufficientemente caldo,

    dopo l'iniziale riscaldamento ottenuto con mezzi esterni.

    I nuclei di Elio, infatti essendo più pesanti e sensibili al campo magnetico,

    rimangono intrappolati nel plasma e trasferiscono ad esso la loro energia, ottenendo

    così l'autosostentamento della reazione senza ulteriore riscaldamento dall' esterno.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 64

    Parallelamente i neutroni, che non sono elettricamente carichi e quindi

    insensibili ai campi magnetici, trasportano 80% dell’energia prodotta,

    abbandonano il plasma e si trasferiscono la loro energia al mantello modulare

    del reattore Blanket (che riveste il contenitore del vuoto Vacuum Vessel), dove

    con il Litio presente nelle sue pareti interne si genera il Trizio, e

    contemporaneamente cede energia termica utilizzabile per produrre energia

    elettrica ( essendo flusso termico stazionario 10MW/m2).

    Il mantello di litio deve essere sufficientemente spesso (circa 1 m) per assorbire i

    neutroni di fusione ( con una energia di 14 MeV).

    Infine l’energia assorbita dal mantello di Litio, attraverso uno scambiatore di

    calore, riscalda un fluido e l’energia termica trasmessa al fluido, sarà utilizzata

    per produrre energia elettrica con un sistema tradizionale turbina idraulica –

    generatore elettrico.

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 65

    Questo schema prefigura il futuro reattore termonucleare in cui la potenza

    liberata nella reazione (energia per unità di tempo) sarà proporzionale:

    • alla densità dei nuclei reagenti n [N° nuclei interagenti/m3]

    • alla probabilità che ha la reazione di verificarsi e

    • alla temperatura del plasma T [K] o [°C].

    Scambiatore di calore Turbina idraulica Generatore elettrico

    Attualmente per le prove

    eseguite nel JET Il

    Trizio viene prodotto

    con costi elevati e

    immesso direttamente

    all’interno del toro per

    mezzo di opportune

    valvole.

    Allo stesso modo viene

    immesso il Deuterio.

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Tokamak: innesco del processo auto-sostenibile.

    La ricerca attuale è finalizzata a ottenere l’ignizione come con i conbustibili

    fossili, nei quali il processo di conbustione e quindi della fusione nei reattori,

    diventi auto-sostenuto senza applicare ulteriore calore.

    Affinché il processo di fusione diventi auto-sostenibile senza dover fornire

    ulteriore energia termica, occorre fornire inizialmente ai nuclei un enorme

    quantità di energia termica per raggiungere temperature nel campo di valori

    compresi tra le decine e le centinaia di milioni di gradi centigradi.

    Nel campo di questi valori della temperatura diventa possibile realizzare la

    fusione nucleare auto-sostenibile se si riesce a confinare questa energia

    prodotta dalla fusione per un tempo sufficiente.

    66

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Premessa: definizioni di Pressione e Tensione magnetica

    Nella equazione della MHD Magnetoidrodinamica che studia la dinamica dei fluidi

    elettricamente conduttori, l’equilibrio delle forze in gioco è espresso come:

    •Nella espressione della forza di Lorenz, il primo termine a secondo membro descrive una

    forza di pressione (infatti, ha la stessa forma del termine −grad p, che esprime la

    forza di pressione termica p=2nKT, che agisce sull’unità di volume di fluido).

    Per analogia si definisce pertanto pressione magnetica il termine : B 2 /2μ, che ha sul

    fluido effetti del tutto analoghi a quelli della pressione termica.

    •Il secondo termine descrive, invece, una forza di tensione, chiamata così perché ha una

    espressione analoga a quella che agisce in una corda elastica tesa.

    M. Usai 67

    zB

    yB

    xBB

    BB

    B

    zyx

    ) ( gradiente operatorecon

    ) (2

    BJ

    :come espressa

    essere può fluido, di volumedi unità sulla agisce che ,BJ Lorenz di forza la -

    pressione di gradiente al dovuta forza la p essendo

    p BJt

    2

    2

    2B

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Premessa: definizioni di Pressione e Tensione magnetica

    M. Usai 68

    p BJ essere deve 0t

    :é plasma del equilibrio di condizione la cuiper costante sia velocitàla ossia

    0t

    u0

    nulla sia agenti forze delle somma

    la che comportano dinamico equilibrio di condizioni Le

    p BJ t

    iF

    La densità di corrente J e il campo B devono anche soddisfare le equazioni di Maxwell:

    Il campo magnetico risultante produce una regione di superfici magnetiche toroidali

    annidate (allo scopo di confinare il plasma).

    L'equazione di equilibrio per un sistema assialsimmetrico può essere scritta, partendo da

    queste relazioni e condizioni come una equazione differenziale (Grad-Shafranov Equation,

    GSE) per la funzione del flusso poloidale.

    Il GSE può essere risolto analiticamente. Per casi pratici, il GSE è risolto numericamente.

    0 B ,B J0

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Confinamento magnetico

    L’obiettivo del confinamento del plasma in un campo magnetico può essere

    raggiunto in varie geometrie: cilindrica o toroidale, anche se la configurazione

    cilindrica è stata abbandonata perché comporta forti perdite di energia alle

    estremità.

    La qualità del confinamento geometrico è caratterizzata da differenti criteri.

    Per la fusione nucleare sono molto importanti le seguenti grandezze che devono

    essere definite per un funzionamento ottimale dell’impianto:

    a) Il rapporto β, tra

    • la pressione cinetica media nel plasma : p

    • e

    • la pressione magnetica : B2/(2μ0).

    Esso è definito imponendo le condizioni di

    stabilità attraverso le equazioni della MHD

    magnetoidrodinamica,

    b) Il tempo di confinamento della energia τe τe = Wpl / Pheat [s]

    M. Usai 69

    2

    B

    p

    0

    2

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    a) Il rapporto β tra pressione cinetica media nel plasma p e la pressione magnetica B2/(2μ0) :

    < p > = valore medio della pressione nel volume del plasma

    β è una misura della efficienza economica del confinamento, infatti :

    • la potenza in uscita del processo di fusione Pu, dipende approssimativamente

    da p2 → Pu = f(p2)

    e

    • B è il campo magnetico che deve essere generato da una fonte di energia esterna,

    legata alla potenza fornita in ingresso) → Pi = f(B)

    Generalmente β è limitato dalle condizioni per le quali possono verificarsi

    instabilità MHD.

    M. Usai 70

    2

    B

    p

    0

    2

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    b) Il tempo di confinamento τe è l’intervallo di tempo nel quale tutta l’energia

    termica posseduta dal plasma viene dispersa all’ambiente esterno, dal momento

    in cui è cessato l’apporto di energia al plasma dall’esterno.

    τe dipende dalla temperatura T e dalla densità σ della miscela dei reagenti e si

    esprime con il seguente rapporto :

    τe = Wpl / Pheat [s]

    Wpl = energia termica posseduta dal plasma una volta che tutti i sistemi di

    riscaldamento esterni sono stati spenti [J] o[W/s]

    Pheat = potenza termica dispersa [W]

    71

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    b) Il tempo di confinamento della energia τe è definito come il tempo impiegato dal sistema per raffreddarsi, una volta che tutti i sistemi di riscaldamento esterni

    sono stati spenti e dunque il tempo impiegato dal sistema per disperdere l’energia

    termica per conduzione, convezione, emissione di radiazione, ecc. dopo aver

    disattivato le fonti di calore.

    Il tempo di confinamento è funzione delle seguenti grandezze:

    M. Usai 72

    esterna atemperaturT

    interna atemperaturT

    ra temperatudi differenza )(

    plasmi nei elettrone ed ione tradistanza d

    supeficie di unitàper carichen

    input di totalepotenza la è P

    dove;

    ),,,(

    e

    i

    i

    ei

    iE

    TT

    PdTnf

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 73

    Per ottenere reazioni di fusione che producono un output energetico netto,

    ossia una Potenza netta*** dalla fusione

    ↓ ci sono tre fattori primari che dobbiamo prendere in considerazione per

    questo plasma.

    Il primo è la densità del plasma n, che deve essere al di sopra di un certo

    numero di particelle per volume per assicurare una ragionevole possibilità di

    collisione tra i nuclei.

    La seconda è la temperatura T del plasma, dalla quale dipende la velocità

    con cui i singoli nuclei si muovono. Più veloce è il loro movimento, maggiore

    è la possibilità che i nuclei si avvicinino abbastanza da fondere prima che la

    repulsione elettrostatica possa allontanarli.

    Infine il τE tempo di confinamento.

    ***(Potenza netta = Potenza generata dalla fusione - Potenza fornita per attivare il processo di fusione).

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento M. Usai 74

    Moltiplicando questi 3 fattori:

    • n densità ionica del plasma

    • τE tempo di confinamento del plasma

    • T temperatura ionica del plasma

    si ottiene ciò che è noto come il triplo prodotto della fusione e per

    il criterio di Lawson :

    nτE T ≥ f(T)

    che caratterizza la qualità dell’isolamento del calore, cioè le proprietà di

    trasporto della configurazione del plasma.

    Il criterio di Lawson

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Il criterio di Lawson

    Nella progettazione di un reattore a fusione nucleare, affinché il processo fisico di

    produzione di energia risulti conveniente, il sistema deve soddisfare due

    condizioni:

    • deve produrre più energia di quella spesa per vincere la repulsione coulombiana

    (Barriera di Colulomb ≈ 280 keV ), ma

    • deve anche mantenere attiva la reazione, trattenendo l’energia termica in un

    tempo di confinamento adeguato prima di disperderla .

    Il criterio di Lawson nasce dagli studi fatti per verificare che tali condizioni fossero

    ottenute. Esattamente nel 1957 l’ingegnere John D. Lawson, dei laboratori di

    Harwell (UK) calcolò le condizioni da soddisfare affinché con un plasma di

    Deuterio e Trizio fosse ottenuta una Potenza netta*** dalla fusione.

    ***(Potenza netta = Potenza generata dalla fusione - Potenza fornita per attivare il processo di fusione).

    75

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Per un reattore a fusione in regime stazionario, le condizioni di

    funzionamento ottimale comportano che il plasma di fusione sia mantenuto a

    temperatura costante → T=cost.

    In tali condizioni la potenza termica persa Pheat deve essere uguale alla somma

    delle potenze fornite, ossia:

    • potenza termica fornita dall’esterno PL e della

    • la potenza fornita dalle particelle α (ossia dagli isotopi di elio-4 ; 4H

    prodotti dalla fusione che rimangono confinati nel plasma), Pα.

    PL+ Pα. = Pheat

    Questa condizione che garantisce una temperatura del plasma costante T=cost,

    perché non si verifichi un accumulo di energia termica Wacc e conseguente

    aumento della temperatura, risulta verificata se si fornisce al sistema energia

    termica con la stessa velocità con la quale il plasma perde energia.

    In termini di potenza, indicando con Pacc la potenza accumulata:

    (PL+ Pα. ) = Pacc.+ Pheat se T=cost → PL+ Pα. = Pheat

    76

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Per il principio di Lawson, la dipendenza del fenomeno della fusione dalla

    energia termica necessaria perché il fenomeno si autoalimenti, consente di

    esprimere approssimativamente il requisito minimo (valore di picco)

    necessario per l'accensione :

    nTτE ≥ 3×1021 [m-3 keV s]

    essendo i valori ottimali per i 3 parametri :

    •n picco di densità ionica ≈1020 m-3

    •τE tempo di confinamento dell’Energia ( a densità di laboratorio con pressione

    di 10-6 bar è ≈ 2 s). Esso è il tempo impiegato dal sistema per raffreddarsi una

    volta che tutti i sistemi di riscaldamento esterni sono stati spenti

    •T temperatura ionica ≈ 10 keV ≈ 100 milioni di gradi centigradi.

    temperatura alla quale il combustibile è completamente ionizzato.

    77

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    I parametri caratteristici di un plasma si esprimono in funzione del fattore di

    fusione Q:

    In termini di “fattore di guadagno Q” della fusione, il criterio di Lawson

    equivale a Q ≥ 3

    Attualmente uno degli obiettivi principali per l’ITER è produrre energia con

    il processo della fusione tale che la potenza prodotta sia pari a 10 volte la

    potenza fornita dall’esterno:

    per un input power 50 MW → ouput power > 500MW

    78

    10esternodall' fornita potenza

    fusione dalla prodotta potenzaQ

    3esternodall' fornita potenza

    fusione dalla prodotta potenzaQ

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Quindi per il criterio di Lawson il parametro critico ossia il prodotto nτE,

    affinchè si verifichi la fusione nucleare auto-sostenuta , deve essere

    sufficientemente grande.

    La condizione, meno restrittiva di Lawson, è→ nτE ≥ 0.6 ×1020 [m-3s]

    Il principio di Lawson può essere espresso anche con un grafico dove:

    • in ascissa è riportata la temperatura T (in keV***) e

    • in ordinata il prodotto nτE .

    Il minimo di questa curva si verifica per una temperatura di ≈ 20 keV.

    Proprio con riferimento alla condizioni di picco o di minimo di questa curva, la

    relazione di Lawson può essere espressa in modo sintetico in termini del

    cosiddetto prodotto triplo:

    n T τE ≥ 3 ×1021 [m-3 keV s]

    ***(1keV corrisponde a circa 11 milioni di gradi Kelvin)

    79

  • M. Usai 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Criterio di Lawson: condizioni affinché una plasma di Deuterio e Trizio fornisca energia netta.

    In termini di “fattore di guadagno Q” della fusione, il criterio di Lawson equivale a Q ≥ 3

    • La condizione per la quale il plasma si autosostiene, senza la necessità di immettere potenza

    dall’esterno, è detta di ignizione, e corrisponde a Q= ∞ (potenza fornita dall’esterno nulla → curva

    rossa in figura)

    • In termini di Q, la condizione di Lawson corrisponde a un valore intermedio Q=3.

    • La condizione di pareggio, o di breakeven (curva azzurra in figura), per la quale

    la potenza immessa nel plasma = alla potenza prodotta da reazioni di fusione, corrisponde a Q=1

    ***(1eV = 11604,5250061657 Kelvin)

    80

    20[keV]

    Q=∞

    Q=3

    Q=1

    0.6 1020[m3/s]

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    Malgrado i progressi nella ricerca, non è stato ancora raggiunto l’obiettivo di

    produrre una potenza termonucleare convenientemente superiore alla potenza

    in ingresso.

    Nei plasmi ottenuti nei laboratori l'enorme quantità di energia necessaria ad ogni

    singolo nucleo della materia per raggiungere le condizioni di fusione ha imposto

    due condizioni fondamentali di lavoro:

    1 - fornire l'energia soltanto a piccole quantità di materia;

    2 - realizzare un sufficiente isolamento termico tra la materia energizzata e il suo

    contenitore (spessore vuoto sufficiente) per:

    • non disperdere immediatamente sul contenitore l'energia termica affinchè la

    fusione nucleare ottenuta sia auto-sostenibile, ma contemporaneamente

    • non danneggiare il contenitore che sarebbe sottoposto a elevate densità di

    energia e temperatura.

    M. Usai 81

  • 7b_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_Fisica del Plasma e Confinamento

    M. Usai 82

    Stato dell’arte della ricerca sulla fusione

    • Attualmente i tokamak sono prossimi

    alla condizione di breakeven.

    • Il passo successivo (ITER) sarà l’ignizione

    o almeno operare a Q alto ~10

    • e quindi provare la flessibilità scientifica e

    tecnologica della energia di fusione