Fiori. Natura e sentimento dal 1600 ad oggi

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Ogni pianta t'annunzia eterne leggi, ogni fiore con te parla più chiaro. J.W. Goethe

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Catalogo della mostra di dipinti antichi a soggetto floreale curato da Isabella Danesini Giovanella e Vera Canevazzi.

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Ogni pianta t'annunzia eterne leggi,

ogni fiore con te parla più chiaro. J.W. Goethe

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FIORINatura e Sentimento

dal 1600 ad oggi

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Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra Fiori. Natura e Sentimento dal 1600 a oggi, presso la galleria Ghilli Antichità, Milano, novembre 2012

TESTO STORICO

Dott. Vera CanevazziSCHEDE

Dott. Isabella DanesiniDESIGN

Sara SalviELABORAZIONE IMMAGINI

Graphic&Digital Project, MilanoCREDITI FOTOGRAFICI

Bruno Bani© 2012 Ghilli Antichità. Milano

finito di stampare nel mese di novembre 2012a cura di Graphic&Digital Project, Milano

via Ampere 55, MilanoTel. [email protected] – www.ghilli.it

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Quando un anno fa abbiamo deciso di organizzare una mostra di quadridi fiori, è stato un po’ per metterci in gioco e per creare un eventodove si recuperasse un rapporto più umano , più familiare con i nostriclienti, con i quali troppo spesso ci si relaziona per vie informatiche.

Volevamo fermare l’orologio, mossi dal desiderio e dal piacere di osservare,studiare, approfondire il “bello” che c’è nel nostro lavoro e in quello che cicirconda.Volevamo fermarci davanti ad un dipinto e capirlo nel profondo del suoanimo; volevamo mettere a confronto e relazionare l’aspetto umano, con lameraviglia della natura. Ed è per questo che abbiamo pensato ai fiori.Elemento che accompagna ogni momento della nostra vita: le nascite, le feste,i traguardi, le vittorie, gli amori e in fine la morte.Sono fiori, fiori dipinti, fiori raccolti in ghirlande, distribuiti in mazzi,conservati in ampolle di vetro o in cocci moderni, in panieri intrecciati, invassoi di rame o di ceramica.Sono fiori che vengono messi in condizione di mostrare il loro corpo e laloro vita interiore, come se realmente in loro ci fosse un’anima da portarealla luce.

L’entusiasmo che abbiamo provato in questa esperienza ha generatoun’energia veramente particolare e ha messo in evidenza degli aspetti nuovie inaspettati delle nostre potenzialità.Un pensiero di gratitudine per tutti coloro che hanno collaborato allarealizzazione di questa iniziativa.

Ghilli Antichità

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In tutte le civiltà i fiori sono sempre stati una fonte d’ispirazione primariaper la produzione artistica: l’infinita varietà di forme, colori e profumi lihanno resi uno dei soggetti privilegiati dell’arte, dalla pittura, alla scultura,

all’architettura, alle arti minori. La rappresentazione floreale ha risposto a esigenze decorative, natu-

ralistiche o simboliche. Il fiore, stilizzato o raccontato nelle sue sembianzereali, è stato, infatti, adottato nei secoli come elemento ornamentale basilareper pavimentazioni, pareti ed elementi strutturali, divenendo, in alcuni casied epoche, il fulcro della rappresentazione. Questo è avvenuto soprattutto instili caratterizzati da una maggiore libertà espressiva, da una ricerca formalearticolata o da un’attenzione coloristica preminente, così come avvenne conil Gotico internazionale, il Barocco, il Liberty o l’Impressionismo. In altrecorrenti artistiche, connotate da rigore formale, sintesi e razionalità – comeil Rinascimento fiorentino, il Neoclassicismo o il Modernismo – il fiore nonè stato invece utilizzato per le sue potenzialità espressive, ornamentali e co-loristiche, ma piuttosto come pretesto per lo studio del reale o per le sue con-notazioni allegoriche.

In pittura la rappresentazione floreale divenne un genere autonomodalla fine del Cinquecento, trovando pieno sviluppo nel Seicento, soprat-tutto nei Paesi Bassi. Questo può trovare spiegazione nei mutamenti socialied economici che interessarono quell’area. Dalla fine del XVI alla primametà del XVII secolo il fiore, e nello specifico il tulipano, divenne la puntadel commercio olandese: si generò una vera e propria gara fra gli esponentidelle classi medie nell’intento di avere i tulipani più rari e costosi. Neglianni Venti del Seicento un singolo bulbo poteva raggiungere un prezzo im-pensabile, anche più alto del reddito medio annuo di un cittadino del-l’epoca, essendo addirittura scambiato con beni immobili, come terreni ocase. Questo durò fino al 1637, quando ci fu un vero e proprio scoppiodella bolla speculativa. In ogni caso grazie al commercio dei bulbi la bor-ghesia si rafforzò notevolmente mentre, al contempo, s’indebolirono sia laclasse ecclesiastica sia quella aristocratica, le quali fino a quel momentoerano state le principali committenti d’opere d’arte. Cambiando la com-mittenza mutarono anche i soggetti richiesti. Con la diffusione della reli-gione protestante e di conseguenza con l’avversione nei confronti dellerappresentazioni sacre non vennero quasi più richiesti agli artisti quadricon scene bibliche o evangeliche. La borghesia si trovò dunque a essere ilprincipale committente e cominciò a richiedere soggetti non storici o figu-rativi ma decorativi, come i fiori, le nature morte o i paesaggi. Datal’enorme domanda, le botteghe locali si specializzarono sempre di più inquesto genere, il cui successo si estese immediatamente in tutta l’Europa,perdurando per secoli.

Per capire meglio questo processo può essere utile ripercorrere breve-mente e in maniera schematica alcune tappe rilevanti della storia della rappre-sentazione floreale in Occidente, dall’età classica a oggi.

La rappresentazione f loreale nel la s tor ia occidentaledi Vera Canevazzi

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In epoca romana la riproduzione artistica del mondo naturale rispon-deva prevalentemente a un’esigenza ornamentale. I fiori furono spesso inseritiin forma stilizzata nei mosaici pavimentali, sulle lesene o nei festoni decoratividipinti o scolpiti, composti da foglie, frutti e fiori intrecciati. Merita un’atten-zione particolare il genere del giardino dipinto, che si sviluppò soprattutto nelI secolo dopo Cristo: in alcune domus, come la casa del Bracciale d’oro diPompei, erano presenti ambienti ricoperti da dipinti murari con diverse spe-cie di piante, uccelli e fiori, tutti raffigurati con intenti naturalistici e illusioni-stici. In questa domus la natura è riprodotta con minuzia ed è stata studiata dalvero: si distinguono chiaramente le piante, rose, di cui sono tratteggiate anchele spine, margherite e numerosi altri fiori (fig. 1).

Dal VI al XIII secolo d. C. la flora fu utilizzata molto più raramentecon finalità naturalistiche, scomparendo quasi del tutto dalle rappresentazionipittoriche. Proseguì invece, trovando un nuovo sviluppo, il suo utilizzo nel-l’architettura, per adornare capitelli, lesene, volte o i soffitti a cassettoni, doveal centro di ogni riquadro vi era una rosetta in rilievo o dipinta. Nelle chieseromaniche e gotiche inoltre i grandi rosoni aperti nelle facciate trovarono laloro ispirazione formale nei fiori.

Nei dipinti si ebbe un ritorno alla raffigurazione floreale tra lo scaderedel XIII e il XIV secolo, anche se con un utilizzo quasi prettamente simbolico:nelle rappresentazioni della Vergine – soprattutto nelle scene dell’Annuncia-zione o in quella di Maria in trono – si trovano spesso rose e gigli, fiori che al-ludono alla sua purezza. I primi vasi di fiori si trovano proprio all’interno diqueste raffigurazioni, in forma progressivamente più compiuta e autonoma.Tra i primi esempi dobbiamo menzionare il polittico di Simone Martini del1333, in cui alti gigli recisi sono raffigurati al centro della composizione (fig.4). Questa tipologia di rappresentazione floreale, simbolica e collegata alla Ver-gine, divenne abituale nel XV secolo, sia in Italia sia nei Paesi Bassi, come si puòcostatare, tra i vari esemplari, nella Madonna con il Bambino di Carlo Cri-

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1. Affresco parietale, Pompei,Casa del Bracciale d’Oro, I sec.d.C.

3. Carlo Crivelli, Madonna con ilBambino, dettaglio con il vaso difiori, Milano, Pinacoteca di Brera,1488-1490 circa.

2. Jacopo Ligozzi, Iris Susiana eIris Xyphium, Firenze, Uffizi,gabinetto dei Disegni e delleStampe, 1577-1600 circa.

4. Simone Martini,Annunciazione, Firenze,Galleria degli Uffizi, 1333.

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velli del 1488-1490 circa, ove in primo piano è descritto con precisione calli-grafica un mazzo di rose rosse e gigli bianchi (fig. 3).

Contemporaneamente, tra il 1370 e la metà del Quattrocento, in tuttele principali corti europee si diffuse uno stile artistico omogeneo, il Gotico in-ternazionale o cortese, che privilegiò enormemente la ricchezza dei materiali,delle forme e dei colori. In numerosi manufatti di quell’epoca, come arazzi,miniature e gioielli, i fiori furono ampiamente utilizzati per le loro potenzia-lità decorative, tanto che l’estrema fase cronologica del Gotico in area boemae tedesca è definito stile fiorito o bello stile.

Dalla fine del Quattrocento e per tutto il Cinquecento prese avvio inol-tre uno studio metodico degli elementi naturali e dei fiori, i quali furono os-servati dal vero, classificati e riprodotti veridicamente in arte, come si costatanegli studi botanici di Jacopo Ligozzi (fig. 2).

Nel XV e nel XVI secolo in area fiamminga, dove perdurò un forte le-game stilistico con il Gotico internazionale, gli artisti affinarono una notevolecapacità di riprodurre in maniera veristica il reale, con un’attenzione partico-lare per gli effetti luministici e coloristici: essi trovarono dunque nella rappre-sentazione floreale un soggetto ideale per mettere a frutto questa ricerca. Inquest’area furono realizzati alcuni lavori che segnarono un fondamentale svi-luppo nel raggiungimento dell’autonomia del genere floreale, che, come ab-biamo visto, troverà pieno compimento nel Seicento. Tra questi vi sono i duevasi di fiori rappresentati nella scena dell’Adorazione del Bambino di Hugovan der Goes del 1475-1476 (fig. 5), di una delicatezza all’epoca senza con-fronto, dove sono raccolti gigli, iris, aquilegia e garofani. Un’altra tappa fon-damentale è segnata dalla brocca di fiori di Hans Memling del 1490 circa (fig.6), raffigurata sul retro di una tavola, in cui sul fronte è dipinto un committenteinginocchiato in preghiera: questa era probabilmente l’anta di un altarolo por-tatile a due sportelli, abbinata probabilmente a una Madonna con il Bambino,a cui si riferiscono l’iris, i gigli e l’aquilegia rappresentati.

Il più antico esempio di fiori presentati autonomamente, come soggettoprincipale e unico, risale al 1562, con i vasi di iris gialli e di gigli bianchi diLudger tom Ring (fig. 4), in cui appare in latino una scritta, traducibile in:“Nelle parole, nelle piante, nelle pietre è Dio”. Ai fiori si accompagna così unachiara valenza religiosa, in quanto oggetti in cui si è rivelata la presenza di Dioe simboli di salvezza.

Torniamo così al Seicento, il secolo aureo della natura morta floreale. Apartire da quest’epoca e fino al XIX secolo vi fu una vera e propria esplosionedel genere, con una declinazione talmente ampia e variegata che risulterebbedifficile riassumerla in maniera esaustiva: un numero altissimo di artisti e dibotteghe vi si cimentarono e si vennero a creare vere e proprie “scuole” terri-toriali, come quella francese, olandese, spagnola o italiana. Senza entrare nellospecifico di tutti i nomi e dei sottogeneri che nacquero, possiamo affrontare al-cune tematiche più generali e notare alcuni mutamenti radicali nella rappre-sentazione floreale, di cui abbiamo già analizzato i movimenti sociali edeconomici che ne generarono il successo.

In primo luogo dal Seicento aumentarono enormemente le varietà deifiori, attraverso la coltivazione, l’importazione e le ibridazioni artificiali. Di-venne quindi molto più variegata anche la rappresentazione floreale, con bou-quet composti da un numero crescente di fiori, arrivando anche a centinaia ditipi, assemblati anche se fioriti in stagioni diverse e alcuni perfino immaginari.Si passò dunque dalle composizioni cinquecentesche, calibrate e composte dapochi fiori, a tripudi barocchi in cui si giungeva a una sproporzione evidente

5. Hugo van der Goes,Adorazione del Bambino,dettaglio con i vasi di fiori,Firenze, Galleria degli Uffizi,1475-1476.

6. Hans Memling, brocca conmonogramma di Cristo, con gigli,iris e aquilegia, Madrid, MuseoThyssen-Bornemisza, 1490 circa.

7. Ludger tom Ring, Vaso con iris,Vaso con gigli, Münster,Westfälisches Landesmuseum,1562.

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tra il contenuto e il contenitore, con vasi dalla dimensione contenuta e mazzimagniloquenti (fig. 8).

All’interno della pittura floreale si crearono dei sottogeneri e dei fi-loni divergenti a seconda dell’area di produzione. Alcuni pittori si specia-lizzarono, ad esempio, nella raffigurazione di fastose ghirlande di fioriornamentali che circondavano ritratti o soggetti religiosi, realizzazioni incui il figurativo finiva per essere relegato a un ruolo secondario e subordi-nato rispetto al floreale. Spesso le due parti erano inoltre eseguite da dueartisti diversi, come nel caso della Madonna con il Bambino e angeli entrouna ghirlanda di fiori (fig. 9), ove i fiori furono realizzati da Jan Brueghelil Vecchio, uno dei primi e maggiori specialisti del genere, e le figure daGiulio Cesare Procaccini. Nel XVII e XVIII secolo la rappresentazionefloreale rispecchiò nuove valenze morali e sociali. La bellezza del fiore, de-stinata a scomparire in pochi giorni, divenne occasione per una riflessionesulla natura effimera della vita umana e in generali dei beni terreni. Neiquadri il fiore fu dunque associato con frequenza ad altri simboli di tran-sitorietà come il teschio o la clessidra, oppure di vanità, come lo specchioo i gioielli.

Mentre nel Seicento, come abbiamo visto, si riscontra una grande varietàgeografica, stilistica e iconografica nelle rappresentazioni floreali, nel Sette-cento e nella prima metà metà dell’Ottocento le esperienze artistiche non fu-rono invece così variegate, ma seguirono piuttosto la scia della tradizioneprecedente. In ogni caso, la tipologia che venne maggiormente adottata fuquella del vaso fiorito, spesso associato a rappresentazioni di cacciagione, og-getti di uso quotidiano o cesti di frutta.

Intorno agli anni Settanta dell’Ottocento la rappresentazione floreale,esplorata in paesaggi all’aperto o nelle nature morte, divenne una delle princi-pali fonti d’ispirazione per i pittori, in primo luogo per gli Impressionisti, chetrovarono nei fiori il genere ideale per mettere a punto il loro programma ar-tistico, incentrato sulla ricerca della percezione ottica dei colori e della luce.Claude Monet, ad esempio, negli ultimi anni della sua vita si dedicò quasi

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8. Jan Brueghel il Vecchio, Vasodi fiori con monete, conchiglie eun gioiello, Milano, PinacotecaAbrosiana, 1606.

9. Jan Brueghel il Vecchio, GiulioCesare Procaccini, Madonna conil Bambino e angeli entro unaghirlanda di fiori, Madrid, Museodel Prado, 1618-1620.

11. Claude Monet,Ninfee, Parigi,Musée Marmottan,1916-1919.

10. Vincent van Gogh, Girasoli,Amsterdam, Van Gogh Museum,1889.

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esclusivamente alla rappresentazione delle ninfee, raffigurate in quasi trecentoesemplari: egli le studiò nelle diverse ore della giornata, con l’intento di fermaresulla tela i cambiamenti coloristici e formali che i fiori subivano a seconda delladiversa incidenza o intensità della luce, giungendo, nelle sue realizzazioni piùtarde, ad esiti quasi astratti (fig. 11). Allo scadere del XIX secolo alla ricerca co-loristica si unì quella emotiva e individuale, secondo una tendenza che nel No-vecento prenderà sempre più il sopravvento. Tra i primi fu Vincent van Gogha caricare i fiori di una forte passionalità, rendendoli un tramite per esprimereil proprio disagio: così i suoi Girasoli, condotti con pennellate pastose e cari-che di colore, sembrano prendere vita e contorcersi (fig. 10).

Per il Novecento e la contemporaneità, contraddistinti da un’impres-sionante varietà di esperienze e di sperimentazioni artistiche, risulta moltocomplicato tracciare un filo conduttore tematico legato alla pittura floreale.Nella prima metà del XX secolo il vaso di fiori, anche se considerato tradi-zionale e accademico, venne tuttavia affrontato da molteplici artisti, tra cui Fi-lippo de Pisis e Giorgio Morandi, ed è ancora oggi un genere con cui siconfrontano vari pittori contemporanei, essendo uno dei soggetti potenzial-mente più decorativi ed esteticamente godibili.

Possiamo tuttavia notare come, con l’avvento della fotografia, il cinemae infine internet, gli artisti abbiano sentito sempre meno la necessità di rap-presentare mimeticamente la realtà, già perfettamente riprodotta da altri media.Alcuni artisti hanno così agito sui fiori, mutandone radicalmente le sembianzeabituali: ingigantendoli oltremisura, come Claes Oldenburg in Dropped flo-wer (fig. 12), oppure astrattizzandoli, come Andy Warhol (fig. 13) nei suoifiori resi con campiture di colore piatte e fluorescenti.

Anche nella contemporaneità, così come era stato per le epoche prece-denti, la rappresentazione dei fiori è stata spesso associata a significati simbo-lici: Salvador Dalì, ad esempio, vide nella rosa la metafora della sessualitàfemminile (fig. 14) e anche Marc Quinn diede ai suoi fiori esotici iperrealistici,inquadrati con un punto di vista molto ravvicinato, una valenza per certi versisimile a quella del noto surrealista (fig. 15).

12. Claes Oldenburg e Coosjevan Bruggen, Dropped Flower,Castello di Rivoli, 2006.

13. Andy Warhol, Flower,collezione privata, 1964.

14. Salvador Dalì, Rosameditativa, New York, ArnoldGrant Collection, 1958.

15. Marc Quinn, Cala Bona,collezione privata, 2010.

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O P E R E

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Composizione floreale con tuberose e ciliegeDipinto ad olio su tela60 ✕ 80 cmArticolo 3054

La composizione floreale ci appare realizzata con estrema libertà ed esuberanza, con toccopittorico rapido e brillante, rivelando le capacità di un’ artista che ci permettono di pensare ad unaattribuzione della “fiorante” rodigiana ElisabettaMarchioni. L’elaborata stratificazione dell’invenzioneè segno di una genuina abiltà compositiva;assemblando i fiori con naturalezza e disinvoltura si alternano garofani con un rosso denso, a rose delicate bianche e dalle mille sfumature di rosa, ai tulipani striati con colori caldi

quali il bellissimo giallo antico, per arrivare alleciliegie appetitose e carnose. Utilizzati più piani d’appoggio per dare maggioreprofondità all’opera: in primo piano distese sulproscenio le ciliegie con le tuberose (elementopeculiare della Marchioni), in secondo la gloriosacomposizione che non fa’ intravedere nessun vaso omeglio nessun ben indefinito appoggio.La tavolozza è liquorosa, ricca di colori brillanti doveè evidente che il disegno degli elementi naturali ètrascurato a favore dell’immediatezza del tocco.

Elisabetta Marchioni (attribuito a) attiva a Rovigo tra XVII e XVIII secolo

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Cesta di vimini con composizione di vari fioriDipinto ad olio su tela64 ✕ 81 cmArticolo 3057

Opera di un maestro attivo nel XVII secolo, disposta e contraddistinta da una tipica composizionedi gusto spagnolo con tendenza al naturalismo, dove è implicita una natura speculativa, una “pittura mentale” attenta a scoprire e rappresentarele ragioni delle cose.I singoli fiori sono studiati attentamente, sì che il pittore riesce a renderne la materia attraversol’uso del colore. La composizione non ha un semplicescopo decorativo, ma tende in qualche modo alla riproduzione del vero.Appaiono come elencate le varie specie di fiori: dallerose, ai gigli di S.Antonio, agli anemoni, ai narcisi,

per intravedere (sulla sinistra) un fiore particolarmente raro, caro alla tradizione popolarefrancese e spagnola, la fritillaria tenella. Infatti lamoda dei tempi rappresentava e ornava i vestiti conquesto fiore. Da sottolineare la colorazioneassolutamente singolare dei suoi petali, picchiettati di quadratini bianchi e neri e per questo motivoil nome latino fritillaria, che significa scacchiera.Particolare è il piano, di un rosso cangiante su cuipoggia una cesta anch’essa piena di fiori sulla qualesorge la gloriosa composizione, cui fa’ dacontrappunto il tendaggio verde nell’area destra dello sfondo.

Area spagnola prima metà secolo XVII

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Fantasia florealeDipinto ad olio su tela 46 ✕ 36 cmArticolo 3056

L’opera di grande equilibrio compositivo secondo unoschema piramidale alterna fiori di vario genere: datulipani a garofani, a zagare, a fiori di pura fantasia.Caratteristica dell’epoca seicentesca era appunto,nell’ambito della natura morta di fiori, lo studio e la rappresentazione di piante e fiori di ogni specie a tal punto da inventarne di nuovi, di pura fantasia.Le tonalità sono calde tutte sfumature di rossi e bianchi senza esagerazione nei contrasti, tuttol’insieme risulta estremamente delicato e morbido.Osservando le quantità di specie di tulipani utilizzati

dall’artista è forse chiaro il messaggio che ci vuolecomunicare: ogni colore dà un proprio significatosimbolico. Troviamo tulipani rossi screziati di biancoche esprimono un complimento sulla bellezza degliocchi di chi li riceve, così come quelli screziati digialli e rosso messaggio di dignità e perdono.Così inseriti in una composizione in cui il fiore è in primo piano e tutto il resto è svelato e di sfondo(come il basamento o contenitore) appare evidente un messaggio che trasmette un senso di confortevoledelizie e intimità.

Area Italia centrale, secolo XVII

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Bouquet di fantasia florealeDipinto ad olio su tavola centinata27 ✕ 25 cmArticolo 3055

Deliziosa, seppur di piccole dimensioni, tavolettacentinata con un bouquet di fiori aerei, non soloperché privi di un contenitore. Tavolozza dai colorivibranti e dai forti contrasti: i rossi accesi dei garofanie tulipani, agli anemoni blu, a rose e fiori di fantasiabianchi e rosa. L’area di interesse è romana intornoagli allievi di Mario de’ Fiori, tra i quali in particolareLaura Bernasconi (1622-1675).

Mi piace pensare che qui si possa intravederequalcosa di autobiografico, chissà, un ideale omaggioalla femminilità dell’autrice, un gioco dicorteggiamento delicato ed umanissimo nel quale lapittrice abbia immaginato di ricevere un bellissimocadeau floreale. Un quadro non privo di ironia eintelligenza sottile tutta barocca, magari pensato nellapenombra sospirosa e solitaria della propria stanza.

Laura Bernasconi (attribuito a) attiva a Roma 1622-1675

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Fiori, frutta e verdura con pappagalli e coniglioDipinto ad olio su tela90 ✕ 110 cmArticolo 3052

Composizione d’intonazione arcaica, dal grandeeffetto scenografico e decorativo, in cui vari elementi, fiori, frutta, verdura e animali si intreccianotra arte e natura.La fruttiera ovalizzata in primo piano contenente uvae pere, funge, nella struttura compositiva, daproscenio alla esplosiva rappresentazione floreale cheappare subito dietro. Il tutto viene coronato da varielementi che appaiono in ogni angolo dell’opera: in

alto una mensola dove in modo spontaneo sono dipinti ogni genere di fiore, frutta, vetri e pappagalli, quasi sporgessero verso l’osservatore in procinto di cadere.Il tutto prende corpo con una pittura sensuale ed espressiva in un gioco contrastante tra vero e il verosimile, tesa a incuriosire e meravigliarel’osservatore con l’infinita molteplicità delle cose del mondo.

Area romana XVII secolo

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Rose, garofanelle, tulipani, narcisi e fiori di fantasiaQuattro dipinti ad olio su tavola e olio su telaincollata su tavola26 ✕ 38 cmArticolo 3059

Le quattro tavolette sapientemente dipinte sono unelogio alla pittura decorativa accademica seicentesca.I riferimenti alle origini della natura morta inLombardia (Figino, Fede Galizia) sono espliciti: unacomposizione centrale, un basamento architettonicosu cui poggia un cestino intrecciato di vimini, doveemergono, da uno sfondo notturno, fiori luminosi ericchi di movimento.

Il cromatismo si basa su tinte chiare e freddeaccostate a vari toni di rosso, porta ad avere uninsieme delicato.In questo periodo storico-artistico la contemplazionedella natura morta introduce ad una percezione dellarealtà naturale selezionata e immutabile, dove il temadella caducità della bellezza della natura è vinta dalladurata dell’arte.

Provenienza lombarda, secolo XVII

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AutunnoDipinto ad olio su tela 55 ✕ 78 cmArticolo 3053

Unico quadro non in tema con la mostra (nonostantecompaiano dei fiori in secondo piano nel cestino), main tema con la stagione. Di grande equilibriocompositivo e cromatico, dove il fiore non èprotagonista, ma parte di una composizione.La grazia e la delicatezza della rappresentazionepittorica, mette in risalto l’equilibrio delladisposizione della frutta e verdura. In primo pianoquasi sull’orlo del tavolo d’appoggio ben evidenti un grosso limone e una lunga zucca, ai lati

quasi nascosti una melanzana e dell’aglio.Il cestino di vimini, quasi un rimando e un elogio alla canestra caravaggesca, con la tracotanza della verdura (si noti la meraviglia del baccello di piselli che fuoriesce), potrebbe essere unosplendido omaggio alla limpida tradizione dellanatura morta lombarda.La materia si fa’ pastosa, di tocco e di conseguenzameno descrittiva, tesa a descrivere con una sintassi limpida, i volumi.

Area lombarda secolo XVII

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Vaso con tulipani e passifloraDipinto ad olio su tavola Diametro 25 cmArticolo 3060

Tipica composizione del seicento toscano dovericorre spesso questo modello di vaso.La struttura appare semplice ed infantile, dove iltulipano e la passiflora fanno da protagonisti. Iltulipano attira l’immaginazione seicentesca dei pittoriper la varietà incredibile di colori che in lui la naturapuò produrre e per la fragilità con cui il fiore segue ilmutare dell’atmosfera.

La passiflora, fiore spesso ignorato dai pittori è piùdescritto dai letterati dal momento in cui i suoi primidescrittori ritrovano in lei concentrati tutti gli oggettidel martirio di Cristo: chiodi, colonna, corona dispine, lancia e piaghe. Il piccolo tondo appare quindi ben equilibrato e delicato nell’insiene.

Area toscana, secolo XVII

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Vaso con fiori di passifloraDipinto ad olio su tavolaDiametro 26 cmArticolo 3058

Il piccolo tondo dipinto sapientemente su legno,rappresenta con pochi tocchi, veloci e sfuggenti unbasamento appena accennato, su cui poggia un vasodi vetro trasparente da dove diparte un fascio dirigogliosi steli di passiflora.I fiori risultano quasi sproporzionati rispetto al basamento, da dove fuoriescono con

prepotenza ed esuberanza quasi volessero dire all’osservatore che loro sono i protagonisti e non tutto il contorno.La composizione floreale, del tutto centralizzata,realizza un contrasto acceso con l’esigua porzione disfondo scuro che ci lascia intravedere uno spazionotturno in cui si accendono i colori.

Area Italia centrale secolo XVIII

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Composizione fantasiosa di rose, peonie, gelsomini,tulipani e fiori variDipinto ad olio su tela98 ✕ 73 cmArticolo 3051

In questa splendida tela ovale la struttura compositivaè aerea e fantasiosa, in cui tutto sembra aleggiaresenza alcun punto di riferimento. I fiori sono non piùdefiniti dallo studio quasi scientifico della copia dalvero, ma privi di materia, sfatti, dalle pennellate velocie dai tocchi sapientemente dati, di luce.Le tonalità cromatiche sono nella gamma dei bianchi

e dei gialli ocra, che rendono il tutto estremamentedelicato e danno corpo e anima ai protagonisti: i fiori.Disposti secondo una diagonale ascendente che guida lo sguardo verso l’alto, siamo condotti a godere di trasparenze leggere e densità di petalifragranti, entro uno spazio,lo sfondo dai toni bruni, indefinito e evanescente.

Area veneta secolo XVIII

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Composizione di fiori con conchiglia e farfallaSecolo XIXDipinto ad olio su tela81,5 ✕ 64 cmArticolo 2875

Spesso questi mazzi dipinti, ricchissimi nella varietà e perfetti nell’apparente casualità della composizione,sono accompagnati da elementi che ne aumentano il significato intrinseco.Così appare in questo quadro equilibrato,una piccola farfalla volteggiare, dai colori tenui a tal punto da non catturare l’attenzionedell’osservatore. La farfalla è spesso metafora

di cambiamento, rinascita, leggerezza e libertà.Al contrario, ben evidente, la conchiglia,simmetricamente opposta alla farfalla appoggiata su un tavolo, simbolo di femminilità.Il tutto ci appare ancorato al gusto classico, come se l’artista Roosmalen non volesse aderire al grandecambiamento artistico in corso, di cui è partecipe,come traspare simbolicamente nella sua opera.

Roosmalen, 1864, dipinto firmato e datato

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Crisantemi e passifloraPrima metà del secolo XIXDipinto ad olio su tela109 ✕ 80 cmArticolo 3002

Di grande effetto scenografico, questa composizione fiamminga si colloca proprio a cavallo tra ciò che è ancora neoclassico, come l’impostazione e l’uso del davanzale tagliente e sporgente verso l’osservatore, ed il desideriodell’artista di rompere certe regole per giungere ad una libertà romantica.I crisantemi sono nella composizione di maggior numero e appaiono senza nessun supporto, alcuni recisi appoggiati, altri liberi senza contenitore. Protendono in alto ed in avanti quasi volessero uscire dalla tela, ricordandoci il loro significato di fiori della vita e della speranza.

Al contrario le corolle di passiflora sono piegate verso il basso, senza nerbo.Queste sono “i fiori della passione” significato chenasce da una leggenda che narra come la passifloraraccolse una goccia di sangue del Cristo flagellato.Ecco perché il calice del fiore conserva tutti i simbolidella passione di Gesù ( i viticci ricordano la frustacon cui venne flagellato, i tre stili ricordano i chiodi,gli stami ricordano il martello, la raggera corollinaricorda la corona di spine).Questi due elementi contrastanti, la vita, la felicità e il dolore e la passione di Cristo risultano uniti in una opera di fine neoclassicismo, ma non ancoratotalmente romantica.

Jehin Henri Joseph (Liegi 1812 - Spa 1880), dipinto firmato

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Garofani, vaso di vetro e piano di marmoDisegno ad acquerello e matite su carta incollata su legno59,5 ✕ 45,5 cmArticolo 3078

E’ questa un’opera deliziosa e poetica, estremamentedelicata dove i fiori mostrano sia il loro corpomisterioso che la loro vita interiore, come se ci fosserealmente in loro un’anima da portare alla luce.Garofani con corolle aperte, steli erti, boccioli chiusie gonfi, dai colori fantasiosi: bianchi, rosa, gialli,arancio tenue, blu.

Il contenitore trasparente messo in evidenza sul pianod’appoggio in marmo, dove lo spigolo, sapientementedisegnato, ci evoca esempi classici ben noti. Le gocce d’acqua che cadono dall’alto dei fiori sinoad arrivare allo spigolo del marmo solo nella partecentrale del disegno, ci evocano il limite dellacaducità di un oggetto misterioso e affascinante.

Elisa Scarampi, 1839, dipinto firmato e datato

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Vaso con composizione di dalieDipinto ad olio su tela65 ✕ 50 cmArticolo 3018

Artista prettamente di gusto classico che diverge dallasua linea artistica in questa opera vaporosa eromantica. Sono evidenti gli influssi pre-impressionistinell’assoluta libertà compositiva del mazzo di dalieraccolte nel vaso e appoggiate sul tavolo.Il vaso di vetro trasparente, la tovaglia volutamentestropicciata, come il bouquet di fiori che sporge, sonotutti elementi che portano a dare profondità allascena, ma secondo una nuova visione. Il linguaggio

dei fiori inizia a mutare (ed è proprio il significatodella dalia, la mutevolezza): prende corpo illinguaggio delle passioni, delle allusioni, dove il fioresi unisce in un profondo legame con lo spaziodell’anima.La tavolozza del dipinto contrappone in un contrastomorbido i colori vivaci dei fiori, agli elementiinanimat: la tovaglia, il piano d’appoggio e lo sfondo,a sottolineare il loro assoluto protagonismo.

Louis Justin Maurice Perrey (1856-?)

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Fiori RomanticiDipinto ad olio su tela80 ✕ 60 cmArticolo 3003

Siamo in pieno romanticismo, quando i fiori parlandoil linguaggio delle passioni, tornano a sbocciare conuna nuova carica di sottintesi simbolici e allusivi. Il significato del lillà viola è appunto innamoramentoe palpiti d’amore. Si tratta dunque di un codicegalante che permette di formulare appuntamenti,allusioni, incontri, di ammiccare a tresche segrete. E’ così esplicita la lettera chiusa con ceralacca sul tavolo che porta ad immaginare l’inizio di unamore “E’ sufficiente dare un’anima ai fiori perché illoro linguaggio, passando di bocca in bocca, diventiun giorno un linguaggio universale”.

Il panneggio morbido e sensuale che avvolge ecirconda i lillà, appare sapientemente dipinto dandorilievo e luce. E’ proprio in questo periodo, in cui nascel’impressionismo, dove i fiori stessi sono luce che sifa’ colore: “La luce diventa pianta; questa estrae dallaluce i colori; la luce matura in essa nettare e profumo.Tutto nella piante fermenta e ribolle sotto l’azionedella luce.”

Citazioni: Ch. De Latour, Il linguaggio dei fiori

M. Ta…. (firma illeggibile), datato 1859

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Composizione di fiori Dipinto ad olio su tela60 ✕ 50 cmArticolo 2876

Osservando le opere di questo artista è ben evidente come ci sia un passaggio epocale tra una imbrigliatura tradizionale ed una sfaldatura della pittura. Proprio in questa opera avviene un trapasso verso un tocco ed una pittura veloce dove il fiore diviene un pretesto per un legame con l’interiorità.

Così lontani dalla perfetta botanica fiamminga, si traformano in grumi di materia luminosa per esserescorporati da ogni legame col mondo degli uomini.I fiori non sono più distinguibili, divengonosemplicemente un insieme, dove, osservando sulpiano i petali caduti, rimane l’intenzione profondache ci porta al rapporto tra bellezza e caducità.

Jules Félix Ragot (1835-1912), dipinto firmato

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Vaso e cesta con garofani, mimose e violetteSeconda metà del secolo XIXDipinto ad olio su tela60 ✕ 73 cmArticolo 3030

Caratteristica di questa particolare composizione è la messa a fuoco.Appare tutto sfuocato come se la visione appartenessead un sogno o al mondo dell’immaginazione.La pittura fatta di tocchi, ha una consistenzavaporosa e luminosa.La luce che circonda ed avvolge l’osservatore porta a legare sempre più i fiori all’uomo.E’ un dipinto che si pone tra sogno e realtà, comeattimo di perdimento fantastico dello sguardo in unmomento della quotidianità.

Anonimo

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Composizione di peonieDipinto ad olio su tela100 ✕ 78 cmArticolo 3079

La composizione appariscente e lussureggiante, dove la peonia è la protagonista.Fiore elegante e antico che incarna amore, affetto, prosperità e nobiltà d’animo. Definita la “rosa senza spine” simbolo delle romantiche storied’amore, ma anche di buon auspicio, per questotroviamo spesso, dipinti con peonie, appesi nelle case come portafortuna.

B. Ajroldi 1924, dipinto firmato e datato

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Coppia di nature morte di rose e geraniDipinti ad olio su tavolette50,5 ✕ 39 cmArticolo 2077

Pendant di nature morte di rose e gerani dipinti su tavola, uno dei due firmato “Della Cara”, mentre l’altro è datato in basso a sinistra.Molto decorativi, dai toni delicati e dalle sfumature di verdi, rossi e rosa.Aerei senza alcun appoggio liberi, nella composizione,

dirompenti nella plasticità data dai giochi di luce.La composizione articola i fiori entro una curvamorbida che culmina nella rosa più alta, alla quale fa eco l’abbandono verso il basso, quasi a sfuggire dai limiti del quadro, della piccola rosadallo stelo verde-bruno.

Della Cara (firma di decifrazione incerta), dipinto firmato e datato 1933

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Tulipani e irisDatato 1934Dipinto ad olio su tela56 ✕ 45 cmArticolo 3004

Opera assolutamente inedita e strabiliante che incarna la conclusione dell’iter artistico di un pittore a cavallo tre XIX e XX secolo.Il suo stile evolve da una connotazione simbolistaverso una semplificazione formale, dove vengonosottolineati con acume e naturalezza effetti di luce.I fiori, tulipani e iris, insorgono violenti nella luce “si buttano nello spazio con una imminenza

ed una vicinanza quasi minacciosa.” Proprio in questo gioco, dato anche dal contrasto cromatico (si veda lo sfondo a righe o l’appoggioscuro), di vicinanza e distanza, si evidenzia una delle caratteristiche della moderenità di Vincenzo De Stefani.

Citazioni: G.T. Fechner, L’anime delle piante

Vincenzo De Stefani (Verona 1859-Venezia 1937)

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Anemoni con vaso di vetro e libriMetà del XX secoloDipinto ad olio su cartone60 ✕ 50 cmArticolo 3080

Anemone, divinità della corte Chlaris (dea dei fiori),catturò il cuore di Zefiro (il vento di primavera) e diBorea (la tramontana). Chlaris, ingelosita, trasformòAnemone in un fiore condannato a schiudersiprecocemente sotto le violente carezze dei venti. Così vuole la mitologia greca, che in effetti prende spunto dalla notoria caducità dei petali

dell’anemone: un fiore bellissimo, ma che dura poco. In modo sorprendente e vivo l’artista Riganti ci omaggia di questo semplice fiore, simbolo di sentimenti effimeri, di abbandono e amor tradito.Così il vaso, biansato, di un vetro lucente, risalta con il contrasto dei colori accesi dal verde smeraldo ai rossi e viola degli anemoni.

A. Riganti, dipinto firmato

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Vaso con zinniePrima metà del XX secoloDipinto ad olio su carta incollata su cartone44 ✕ 44 cmArticolo 3081

La pittura di Maceo Casadei non ha mai abbandonatole suggestioni dello spettacolo naturale; la formaombrosa del vaso, le spoglie delle zinnie appassite, le profonde corone e le striature dei fiori, ogni aspetto di questa indagine è resa con estremaattenzione visiva.Emerge dalla sua esperienza come ritoccatore

fotografico, la griglia che possiamo intravedere in alcuni punti non dipinti, una schematizzazione ed uno studio basato su reticoli per dare equilibrioalla sua composizione, dove non tutto è appunto,casuale. I tocchi di colore dati con sapienti e studiatigiochi di luce rendono ancora più affascinante e ariosa questa natura morta.

Maceo Casadei (Forlì 1899 – 1992), dipinto firmato

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Fleurs de printempsDipinto ad olio su tela73 ✕ 54 cmArticolo 3029

Pittura fresca, vivace e decorativa dove il mazzo è composto da fiori comuni: papaveri, viole, malve, margherite.Il tutto prende corpo in un insieme coinvolgente di cui ci si sente partecipi. I colori sono stesi a spatolao direttamente con il tubetto, dando alle immaginicorposità. Il colore si plasma come se fosse creta fino a trasformarsi in materia fiorita.

L’energia che l’insieme dei fiori esprime sembra estendersi a tutto lo spazio circostante,definito da pennellate vigorose, dilatandone gli echiluminosi. Di luce sono anche la base del pianod’appoggio ed il vaso, centri ove si concentrano i bianchi più accesi della composizione, cui sicorrelano e si contrappongono le tinte sature dellecorolle campestri.

Albert Vagh Weinmann(Montreil Sous Bois 1931 - Aix en Provence 1985)

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Ghilli Antichità

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