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Finanza extra-bancaria: stato dellarte, scenari futuri e opportunità per le PMI di Massimo Lazzari (*) e Davide Mondaini (**) Il fenomeno della finanza extra-bancaria è ormai diffuso e rilevante in tutto il mondo e, anche se in ritardo e con dimensioni inferiori rispetto ad altri Paesi, si sta affermando anche in Italia come una reale fonte di finanza integrativa rispetto al Sistema Bancario tradizionale per le imprese, anche per le PMI. Nel presente contributo si cercherà di approfondire lo stato dellarte e gli scenari futuri di evoluzione della finanza extra-bancaria, soffermandosi in particolare su due strumenti che più di altri presentano interessanti prospettive di sviluppo nel nostro Paese: le Fintech e il Private Debt. Si cercherà inoltre, e soprattutto, di evidenziare quali siano le principali opportunità che questa tendenza potrà fornire alle PMI italiane, e come queste debbano iniziare ad attrezzarsi per cogliere tali opportunità. Premesse In tutto il mondo è in atto ormai da diversi anni una nuova tendenza, che ha già profonda- mente rivoluzionato il settore del credito e della finanza per le imprese, e che è destinata ad accentuarsi nei prossimi anni. Tale tendenza ricade sotto il nome di Shadow Banking, o come più efficacemente tradotta nella nostra lingua, Sistema Bancario Collaterale. Tale definizione riguarda linsieme degli scambi che consentono forme di finanzia- mento (e, più in generale, di circolazione dei capitali) alternativi a quelle che si realizzano attraverso lintervento degli enti creditizi(1). Si tratta quindi, in estrema sintesi, di tutte le fonti di finanza per le imprese integrative rispetto al tradizionale canale bancario, tra cui, solo per citare le principali: fondi comuni, fondi pensione, hedge fund, fondi di private equity, fondi di venture capital, assicurazioni sui crediti, fondi monetari, acquisto di crediti, factoring, leasing, crowdfunding, con- fidi, obbligazioni, commercial paper, mini- bond, cartolarizzazioni, finanza pubblica, bandi statali/regionali, anticipi export. A livello mondiale il valore del Sistema Bancario Collaterale è passato dai circa 20 miliardi di dollari del 2002 agli oltre 75 miliardi di dollari del 2013 (si veda la Tavola 1 (2)), una crescita esponenziale che, come si vedrà nel seguito, assume però dimensioni e connotazioni diverse a livello dei singoli mercati locali. I fattori che hanno determinato e trainato lesplosione di questo fenomeno sono nume- rosi, e anche in questo caso differiscono pro- fondamente a seconda delle diverse aree geografiche. Vi sono tuttavia alcuni denomina- tori comuni, che possono essere identificati, da un lato, nella progressiva e generalizzata con- trazione del credito bancario al sistema econo- mico-produttivo, e dallaltro, nellinnovazione degli strumenti finanziari, legata anche e soprattutto, come si dirà, allinnovazione delle tecnologie informatiche. Il Sistema Bancario Collaterale è ormai diven- tato un fenomeno rilevante anche in Italia, seppur con dimensioni ancora decisamente inferiori rispetto a quelli di altri Paesi. Tutti i principali attori del sistema creditizio e finan- ziario sono comunque concordi nel prospet- tare scenari di incremento di tale rilevanza Note: (*) Partner Associato Mondaini Partners (**) Fondatore Mondaini Partners (1) The Shadow Banking System, Lemma, 2016. (2) Global Shadow Banking Monitoring Report 2014, Financial Stability Board. Amministrazione & Finanza n. 8-9/2016 61 Finanza Aziendale Forme di finanziamento

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Finanza extra-bancaria: statodell’arte, scenari futurie opportunità per le PMIdi Massimo Lazzari (*) e Davide Mondaini (**)

Il fenomeno della finanza extra-bancaria è ormai diffuso e rilevante in tutto il mondo e, anche se inritardo e con dimensioni inferiori rispetto ad altri Paesi, si sta affermando anche in Italia come unareale fontedi finanza integrativa rispetto al SistemaBancario tradizionaleper le imprese, ancheper lePMI. Nel presente contributo si cercherà di approfondire lo stato dell’arte e gli scenari futuri dievoluzionedella finanza extra-bancaria, soffermandosi in particolare sudue strumenti chepiùdi altripresentano interessanti prospettive di sviluppo nel nostro Paese: le Fintech e il Private Debt. Sicercherà inoltre, e soprattutto, di evidenziare quali siano le principali opportunità che questatendenzapotrà fornireallePMI italiane,ecomequestedebbano iniziareadattrezzarsipercogliere taliopportunità.

PremesseIn tutto ilmondo è in atto ormai dadiversi anniuna nuova tendenza, che ha già profonda-mente rivoluzionato il settore del credito edella finanza per le imprese, e che è destinataad accentuarsi nei prossimi anni.Tale tendenza ricade sotto il nome di “ShadowBanking”, o come più efficacemente tradottanella nostra lingua, “Sistema BancarioCollaterale”.Tale definizione riguarda “l’insieme degliscambi che consentono forme di finanzia-mento (e, più in generale, di circolazione deicapitali) alternativi a quelle che si realizzanoattraverso l’intervento degli enti creditizi” (1).Si tratta quindi, in estrema sintesi, di tutte lefonti di finanza per le imprese integrativerispetto al tradizionale canale bancario, tracui, solo per citare le principali: fondi comuni,fondi pensione, hedge fund, fondi di privateequity, fondi di venture capital, assicurazionisui crediti, fondi monetari, acquisto dicrediti, factoring, leasing, crowdfunding, con-fidi, obbligazioni, commercial paper, mini-bond, cartolarizzazioni, finanza pubblica,bandi statali/regionali, anticipi export.A livellomondiale il valoredelSistemaBancarioCollaterale è passato dai circa 20 miliardi didollari del 2002 agli oltre 75 miliardi di dollari

del 2013 (si veda la Tavola 1 (2)), una crescitaesponenziale che, come si vedrà nel seguito,assumeperò dimensioni e connotazioni diversea livello dei singoli mercati locali.I fattori che hanno determinato e trainatol’esplosione di questo fenomeno sono nume-rosi, e anche in questo caso differiscono pro-fondamente a seconda delle diverse areegeografiche.Vi sono tuttavia alcuni denomina-tori comuni, chepossonoessere identificati, daun lato, nella progressiva e generalizzata con-trazione del credito bancario al sistema econo-mico-produttivo, e dall’altro, nell’innovazionedegli strumenti finanziari, legata anche esoprattutto, come si dirà, all’innovazionedelle tecnologie informatiche.Il Sistema Bancario Collaterale è ormai diven-tato un fenomeno rilevante anche in Italia,seppur con dimensioni ancora decisamenteinferiori rispetto a quelli di altri Paesi. Tutti iprincipali attori del sistema creditizio e finan-ziario sono comunque concordi nel prospet-tare scenari di incremento di tale rilevanza

Note:(*) Partner Associato Mondaini Partners(**) Fondatore Mondaini Partners(1) The Shadow Banking System, Lemma, 2016.(2) “Global Shadow Banking Monitoring Report 2014”,Financial Stability Board.

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nel breve-medio periodo. Questo determineràinevitabilmente cambiamenti per le impreseitaliane, e in particolar modo per le PMI che,piùdellealtre tipologiedi imprese,neiprossimianni si troverannoprobabilmente adover fare iconti con un’ulteriore contrazione del creditoconcesso dal sistema bancario. Questi cambia-menti potranno tradursi naturalmente inopportunità importanti, che però sarannocolte soltanto dalle imprese che sapranno“attrezzarsi per tempo”. Per tutte le altreimprese, questa storica rivoluzione del settoredel credito e della finanza, rischia di configu-rarsi come l’ennesima “opportunità mancata”.E allora cosa significa per unaPMI “attrezzarsiper tempo”?Significa innanzitutto comprendere che cosasta succedendo in tal senso nel mondo e inItalia, qual è l’attuale stato dell’arte delSistema Bancario Collaterale, quali scenari siprospettano nei prossimi anni e come poterlisfruttare a proprio vantaggio.

La finanza extra-bancaria nelmondo ein ItaliaA livello globale il settore della finanzaextra-bancaria, come accennato, vale circa75 miliardi di dollari. Tuttavia vi sono aree incui tale fenomeno è più diffuso e consolidato, ealtre in cui si trova ancora in una fase disviluppo.Confrontando i dati degli USA e dell’UE(si veda la Tavola 2 (3)), ad esempio, si notache il Sistema Bancario Collaterale:

• negli USA rappresenta oltre il 50% del totaledei prestiti finanziari alle imprese, percentualeche è sostanzialmente rimasta invariatarispetto al 2002;• all’interno dell’area euro rappresentava afine 2014 meno del 25% del totale dei prestitifinanziari alle imprese, in netta crescitarispetto al 2002 (anno in cui pesava circa il15%), crescita accentuatasi in particolaredopo il 2007.In Italia questa percentuale scende al di sottodell’8%, come si vede chiaramente nellaTavola 3 (4), il peso del sistema bancariotradizionale è ancora predominante rispettoagli altri canali finanziari. A fine 2013 lebanche veicolavano oltre il 60% del totaledegli impieghi di risorse finanziarie, controil circa 40% della media nell’area euro e nelRegno Unito, e il 20% negli USA. Il dato piùsignificativo riguarda tuttavia l’andamentodi tale percentuale: in Italia il peso dellebanche nel 2003 raggiungeva quasi l’80%del totale!È evidente quindi che, anche nel nostro Paese,qualcosa sta cambiando nel settore del creditoe della finanza per le imprese, e sta cambiandoanche abbastanza velocemente. Diventaquindi fondamentale per le imprese italianecapire quali sono le peculiarità di tale cambia-mento, e soprattutto le ricadute che potrebbegenerare nei prossimi anni in termini di

Tavola 1 - Evoluzione della finanza extra-bancaria a livello mondiale

Note:(3) Ibidem.(4) Ibidem.

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Tavola 2 - La finanza extra-bancaria in UE e negli USA

Tavola 3 - La finanza extra-bancaria in Italia

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accesso alle risorse finanziarie, asset semprepiù imprescindibile per le decisioni strategichedell’impresa.

Le tendenze in atto e gli scenari inItaliaAnche in Italia, il settore del credito e dellafinanza sta attraversando in questi ultimianni un processo di profonda e rapidaevoluzione.Inparticolare, all’internodel sistemabancario,leprincipali tendenze inatto(siveda laTavola4)riguardano:• la riforma delle banche popolari e delleBCC, che sta spingendo verso processi diaggregazione e ulteriore concentrazione delsettore;• la diffusione del credito di filiera, ovvero dimeccanismidiagevolazionedell’accessoal cre-dito per imprese appartenenti ad alcune speci-fiche filiere industriali;• la riforma delle procedure di insolvenza e direcupero crediti, che, unitamente alle novità intermini di dismissione e cartolarizzazione deicrediti in sofferenza, ha l’obiettivo di agevolarei processi di rafforzamento patrimoniale dellebanche.Tali cambiamenti, come è evidente, sono fina-lizzati a supportare i processi di ristruttura-zione “interna” delle nostre banche, mentre

poco si sta facendo verso il mercato, e in parti-colar modo verso il mercato delle PMI. Anzi, èpresumibile che i processi di aggregazione inatto, l’adeguamento ai requisiti patrimonialiimposti da Basilea 3, l’andamento dei tassi diinteresse e tutte le principali tendenze in attospingeranno nei prossimi anni verso un’ulte-riore ridimensionamento degli impieghi ban-cari in tale mercato.Questa tendenza è confermata anche dallastessa CONSOB che, già qualche anno fa, siesprimeva in questi termini: “L’Italia si avvi-cina al possibile punto di svolta nel ciclomacroeconomico con un tessutoproduttivo largamente debilitato e un sistemabancario che, date le attuali dotazioni patrimo-niali, difficilmente potrà espandere significati-vamente gli impieghi a favore delle impreseitaliane.Ne consegue la necessità di adottare stru-menti di politica economica tesi, da unlato, a sviluppare fonti di finanziamentoalternative al credito bancario (quotazionein Borsa, venture capital, crowdfunding,mini-bond, etc.); dall’altro a rimuovere o alle-viare l’attuale saturazione dei canali di espan-sione degli attivi bancari. In questa ultimadirezione vanno le iniziative volte a poten-ziare gli strumenti di ampliamento del cre-dito a parità di dotazione patrimoniale delle

Tavola 4 - Le tendenze in atto all’interno del sistema bancario e del sistema dei confidi

In Italia si sta

assistendo a profondi

cambiamenti

Sistema Bancario

Sistema dei Confidi

riforma delle banche popolari e delle BCC

credito di filiera

riforma delle procedure di insolvenza e recupero crediti

dismissione e cartolarizzazione crediti in sofferenza delle banche

processi di aggregazione

Fondo Centrale di Garanzia

nuovi modelli

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banche (cartolarizzazione crediti e sistema digaranzie)” (5).I cambiamenti in atto riguardano anche ilsistema dei confidi nazionale. Come giàampiamente descritto in un contributo prece-dente (6), in questo settore si sta assistendo aunaveraepropria svolta epocale, che riguardain particolare:• il cambiamento della normativa del settore,che sta spingendo verso processi di aggrega-zione tra i confidi di maggiori dimensioni e digraduale diversificazione e specializzazione diquelli più piccoli;• l’affermazione del Fondo Centrale diGaranzia come strumento principale per l’age-volazionedell’accessoal creditobancarioper leimprese, che sta determinando una graduale egeneralizzata disintermediazione del sistemaconfidi da parte del sistema bancario;• l’innovazione dei modelli di business dialcuni confidi, finalizzati a riconfigurare inmisura anche significativa il ruolo e il posizio-namento di tali istituzioni nei confronti delmercato e delle imprese.

Anche dal fronte governo stanno arrivando,forse in misura maggiore rispetto al passato,delle importanti novità in termini di finanzaper le piccole e medie imprese. Quelle princi-pali riguardano (7):• i nuovi strumenti per il sostegno al finanzia-mento delle PMI, delle startup e dell’innova-zione tecnologica, e per incentivare lacrescita dimensionale delle imprese (si vedala Tavola 5) (8);• lenovitànormative inmeritoalleemissionidimini-bond, ai credit-fund, all’equity crowdfun-ding, e alla quotazione in Borsa;• la destinazione di oltre 1 miliardo di euro afavore di 20 mila PMI italiane nei prossimi 12

Tavola 5 - Le agevolazioni per PMI Innovative e startup innovative

Note:(5) “CONSOB - Audizione della Commissione Finanze allaCamera dei Deputati - ottobre 2013”.(6) Lazzari, Mondaini, Bonvicini, Guidetti, Mazzini, “Il nuovoruolo dei Consorzi Fidi: il caso Fidindustria Emilia Romagna”,in questa Rivista, n. 6/2016.(7) Documento di Economia e Finanza 8 aprile 2016.(8) Ibidem.

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mesi sotto forma di fondi da parte del FondoCentrale di Garanzia per le PMI (FCG) e delFondo Europeo per gli investimenti (FEI);• la costituzione di un fondo di venture capitalper le startup e le PMI innovative ad alto poten-ziale di crescita;• il credito d’imposta sulle spese in ricerca esviluppo.In estrema sintesi, sembra che il governo stiatentando di sopperire al ridimensionato sup-porto da parte del sistema bancario con nuovistrumenti e nuove opportunità di finanza pub-blica agevolata. Tentativo sicuramente apprez-zabile, e apprezzato dalle imprese che a taliopportunità possono accedere, ma probabil-mente da solo non sufficiente a garantire lacopertura dei fabbisogni finanziari che lePMI italiane dovranno reperire, nei prossimianni, anche al di fuori del tradizionale canalebancario.

Lo stato dell’arte degli strumenti difinanza extra-bancariaDa quanto detto finora è quindi evidente che leimprese italiane, e in particolar modo le PMI,nei prossimi anni dovranno attivarsi per repe-rire le risorse necessarie a finanziare i propriprocessi di crescita e sviluppo anche al di fuoridei canali tradizionali. Ma quali sono questicanali, e gli strumentidi finanza extra-bancariaoggi accessibili per le PMI?

I vari strumenti che si sono sviluppati negliultimi anni in questo settore, e che ormaisono diffusi (a diversi gradi) anche in Italia,possono essere riclassificati, per semplicitàespositiva, in due macro tipologie (Tavola 6):1) equity/capitalizzazione;2) finanza a debito.All’interno della prima tipologia, ovvero quellache riguarda il reperimento di finanza desti-nata all’equity, è possibile includere:• gli oramai noti e consolidati strumenti diraccolta di capitali privati, rappresentati daifondi di venture capital e di private equity;• la quotazione in Borsa, resa più accessi-bile negli ultimi anni anche a imprese dipiccole e medie dimensioni, grazie in parti-colare allo sviluppo di nuovi segmenti dimercato (AIM (9)) e di nuovi progetti/stru-menti dedicati, quali il progetto Elite (10) el’istituto delle Special Purpose AcquisitionCompany (SPAC) (11);• il crowdfunding, ovvero il micro-finanzia-mento collettivo di idee o imprese (prevalente-mente in fase di startup) da parte di un vastopubblico di finanziatori; in questo caso ilweb è

Tavola 6 - Gli strumenti di finanza extra-bancaria

Una mappa degli strumenti di finanza extra-bancaria

Equity Debt

Fintech

Non Fintech

Mini / micro-bond

Invoice trading

P2P lending

Private debt

Cambiali finanziarie

Microcredito

Crowdfunding

Private equity

Venture capital

Factoring

IPO

Finanza pubblica

Consorzi fidi

Assicurazioni

Finanziamenti soci

Note:(9) http://www.borsaitaliana.it/azioni/mercati/aim-italia/home/aim-italia.htm.(10) https://it.elite-growth.com.(11) http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/spac-163.htm.

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la piattaforma che permette l’incontro e la col-laborazione tra imprese in cerca di capitali esoggetti privati (o anche altre imprese) chedispongono di risorse finanziarie da investirein progetti dal loro punto di vista meritevoli.Per quanto concerne gli strumenti di capitali didebito, vale la pena citare senza dubbio:• imini/micro-bond (12), strumenti che offronola possibilità, anche per le aziende non quotate,di finanziarsi nel medio lungo termine attra-verso l’emissione obbligazionaria con tagliminimi sostenibili ancheper lePMI;questi stru-menti, dopo un’iniziale fase di timida introdu-zione, si stanno diffondendo sempre di piùanchegrazieallosviluppodinuovimercatidedi-cati alla collocazionedeibondpresso investitoriistituzionali (e a tendere anche privati), qualil’ExtraMOT PRO (13);• le cambiali finanziarie (14), ovvero strumentidi finanziamentodibreve-medio termine incuil’emittente è la PMI che ottiene finanza attra-verso l’emissione di un titolo di credito a red-dito fisso, che darà poi al possessore il dirittoincondizionato di farsi pagare una determi-nata somma alla scadenza indicata;• i classici strumentidi finanziamentodel capi-tale circolante, quali ad esempio l’assicura-zione dei crediti commerciali e il factoring;• i già citati strumenti di finanza pubblica atutti i livelli (regionale, nazionale, europea);• il sistema dei confidi che, nonostante la pro-fonda rivoluzione in atto di cui si è detto inprecedenza, rappresenta ancora un canaleimportante per il credito di firma, e in alcunicasi anche di cassa, alle PMI;• i finanziamenti soci, che rappresentano inrealtàunostrumentodi finanziamento ibrido edi “semi-equity”;• i fondi di Private Debt, ovvero società digestionedelrisparmiocherappresentanolacate-goria di investitori istituzionali maggiormenteinteressati a impiegare la propria liquidità instrumenti di finanziamento anziché di capitale;• il microcredito, ovvero prestiti offerti daintermediarinonbancari il cui tagliomassimoprevisto da normativa ammonta a 25.000euro;• il social-lending (opeer topeer lending/prestitotra privati), ovvero marketplace virtuali attra-verso i quali è possibile per le imprese ottenereprestiti di medio termine, attraverso l’utilizzodi capitali raccolti, spesso sulle stesse piatta-forme web, da parte di investitori privati oistituzionali;

• l’invoice trading, ovvero marketplace virtualiall’interno dei quali, attraverso il meccanismodell’asta, le PMI possono collocare a investitoriprivati e/o istituzionali (spesso fondi di PrivateDebt) le proprie fatture e ottenere finanza abreve termine, a tassi spesso competitivirispetto a quelli tradizionali dell’autoliqui-dante bancario o del factoring.Tra tutti questi strumenti se ne approfondi-ranno nel seguito due, che rappresentano, agiudizio degli scriventi, le principali novitàall’interno del settore della finanza extra-ban-caria: le Fintech e il Private Debt.

Le FintechCon il termine “Financial TechnologyCompanies”, abbreviato in “Fintech”, si inten-dono le società attive nella fornitura di servizie prodotti finanziari attraverso le più avanzatetecnologie dell’informazione.La crescita a livello globale di questo settoreè impressionante: dai 930 milioni di dollaridi valore del 2008, il settore è arrivato ai12 miliardi di dollari del 2014, e si contanooggi circa 4.000 imprese Fintech attive intutto il mondo. Si stima inoltre che entro il2019 il settore raggiunga un valore globale di40 miliardi di dollari (15)!In Italia il settore delle Fintech è ancora inuno stadio poco più che embrionale: oggi sicontano 28 società attive (si veda la Tavola 7(16)) e 115 startup, per un ammontare com-plessivo di fondi privati raccolti nel 2015pari a circa 33,6 milioni di euro (in nettacrescita rispetto ai 7,5 milioni di euro rac-colti nel 2014).Le Fintech italiane operano prevalentementenei settori del crowdfunding (il 45% deltotale) e dei servizi finanziari (prevalente-mente invoice trading e P2P lending, il 16%del totale). I capitali raccolti dalle Fintechprovengono principalmente da investitoriistituzionali (fondi, assicurazioni, privatebanking), ma anche dal sistema bancario

Note:(12) Si veda inmerito anche quanto già pubblicato in Lazzari,Mondaini, “Nuovi strumenti di finanziamento per le imprese:novità dal Decreto Sviluppo”, in questa Rivista, n. 9/2012.(13) http://www.borsaitaliana.it/obbligazioni/segmento-pro-fessionale/extramot-pro/extramot-pro.htm.(14) Vedi nota 12.(15) Gartner Group.(16) BeBeez.

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tradizionale e da imprenditori privati conliquidità in cerca di remunerazione. Il mer-cato principale di destinazione dei capitaliraccolti dalle Fintech è, già oggi, quellodelle PMI.In estrema sintesi, quello delle Fintech è unsettorechestacrescendoaritmiassolutamenteinteressanti anchenel nostroPaese, e chepotràrappresentare nel breve-medio periodo un’in-tegrazione reale rispetto al credito bancarioper la copertura di specifiche esigenze finan-ziarie, quali ad esempio lo smobilizzo del capi-tale circolante o il finanziamento di startupinnovative e di progetti di impatto sociale ecollettivo.

Il Private DebtAnche quello del Private Debt, ovvero dell’ero-gazionedi finanziamenti alle impreseconcapi-tali raccolti su canali privati extra-bancari, è unfenomeno in rapida espansione, sia a livello

globale, sia (con le dovute proporzioni) anchein Italia.Gli USA sono pionieri in questo settore: oggioltre il 90% dei prestiti alle imprese americaneproviene dal Private Debt (si tratta di oltre120miliardi di dollari raccolti nel 2015!),men-tre il sistema bancario pesameno del 5% (con-tro il 70% di 20 anni fa).InEuropa ilPrivateDebt si è diffuso solo recen-temente, con ritmi diversi nei vari Paesi. Sistima che nel 2016 almeno 38 miliardi di europotrebbero essere dirottati sui fondi di PrivateDebt attivi in Europa (di cui 33 miliardi didollari solo in UK).In Italia, anche in questo caso, si è agli alboridel fenomeno. I dati sono tuttavia già incorag-gianti: a inizio 2016 le risorse raccolte dai26 operatori attivi nel settore nazionale delPrivate Debt erano pari a circa 1,2 miliardi dieuro, con una previsione di arrivare a 5,5miliardi di euro entro il 2017. Gli investimenti

Tavola 7 - Le principali Fintech attive in Italia

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già fatti dal Private Debt nazionale ammon-tano oggi a circa 500 milioni di euro, preva-lentemente attraverso la sottoscrizione deimini-bond emessi dalle PMI tra il 2013 e l’ini-zio del 2016.La già citata previsione effettuata dallaCONSOB qualche anno fa (17) stimava incirca 50 miliardi di euro l’entità complessivadei fabbisogni finanziari che le impresedovranno coprire, entro il 2018, con fonti difinanziamento integrativerispettoaquellepro-venienti dal sistema bancario tradizionale(si veda la Tavola 8).È auspicabile che una parte significativa ditale fabbisogno venga colmata mediante ilrafforzamento patrimoniale delle imprese,e in particolare delle PMI, che scontanoun’an-nosa e significativa sottocapitalizzazionerispetto a quelle operanti negli altri Paesieuropei.È in ogni caso presumibile che una quotaimportante di tale mercato sarà copertadal Private Debt, che già oggi (e semprepiù nei prossimi anni) rappresenta unafonte di finanziamento accessibile ecompetitiva rispetto alla finanza bancaria,anche per le imprese di piccole e mediedimensioni.

Le nuove opportunità per le PMIPer poter accedere a questi strumenti difinanza extra-bancaria, le PMI dovrannoessere però in grado di dimostrare di posse-dere alcuni requisiti non sempre così diffusi(si veda la Tavola 9):

• business e settori attrattivi, e possibilmenteconunelevato livellodi internazionalizzazionee innovazione tecnologica;•modelli di business innovativi e sostenibili;• strategie chiare, definite e trasparenti;• capacità di pianificare, gestire e controllare iflussi di cassa prospettici.Questi sono i nuovi requisiti per l’accesso allafinanza (sia bancaria sia, soprattutto, extra-bancaria) da parte delle PMI, oggi sempre piùimportanti rispetto ai dati di bilancio e allegaranzie (reali e personali) che per annihanno rappresentato i principali, e spesso gliunici, elementi di valutazione del meritocreditizio.Ma come possono dotarsi di questi requisiti lePMI italiane, se oggi non li possiedono?I fronti di intervento, su cui dovranno ine-vitabilmente concentrarsi le imprese neiprossimi mesi e nei prossimi anni, per col-mare i gap di competenze sono fondamen-talmente tre:• strategia: formulazione, definizione chiara econdivisa, valorizzazione verso gli stakeholderesterni del “progetto azienda” di medioperiodo;

Tavola 8 - Il mercato potenziale per il credito e lafinanza extra-bancaria

200 150

50

2013 2018

mld

Indebitamento finanziario delle imprese

Sistema bancario Altro

Credito e finanza extra-bancaria

Tavola 9 - L’evoluzione dei requisiti per l’accessoalla finanza bancaria ed extra-bancaria

Ieri

patrimoniale Conoscenza

Risultati economici Fondi a garanzia

Oggi

finanziaria Business attrattivi Flussi di cassa Garanzie

Domani

Business attrattivi Modelli di business Strategie Flussi di cassa prospettici

Nota:(17) Nota 5.

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• comprensione dei fabbisogni: progetta-zione e implementazione dei processi edegli strumenti di diagnosi e pianificazionedei fabbisogni finanziari di breve e di medioperiodo;• differenziazione delle fonti finanziarie:conoscenza, comprensione e utilizzo di tuttigli strumenti finanziari (anche extra-bancari)disponibili alla coperturadei propri fabbisognispecifici.

ConclusioniLa finanza extra-bancaria è ormai un feno-meno diffuso e con dimensioni assolutamenterilevanti, anche in Italia dove, rispetto ad altriPaesi, ha impiegato tempistiche più lungheper“attecchire”.Dai dati e dagli scenari esposti nel presentecontributo è tuttavia evidente che tale feno-meno è destinato, anche nel nostro Paese, aincrementare significativamente la propriarilevanza nei prossimi anni, e a integrare inmisura anche significativa il supporto finan-ziario concesso alle imprese da parte delsistema bancario tradizionale.

I nuovi strumenti di finanza extra-bancariasono oggi assolutamente a portata anchedelle piccole e medie imprese, anzi ve ne sonoalcuni (quali ad esempio le Fintech e il PrivateDebt) che si rivolgono esplicitamente al seg-mento delle PMI.Tuttavia le logiche per l’accesso a talinuove fonti di finanziamento sono inparte diverse rispetto a quelle tradizionaliadottate dal sistema bancario, e premianoin particolare le imprese che, al di là deidati di bilancio e della capacità di produrregaranzie, siano in grado di dimostrare aimercati le loro capacità di formulare ecomunicare all’esterno strategie chiare,di innovare il loro modello di business, dipianificare e controllare i flussi di cassaprospettici.Sono quindi queste le aree su cui ci si dovràconcentrare nei prossimi anni, sia pergarantirsi l’accesso a risorse finanziarie inte-grative rispetto a quelle provenienti dalcanale bancario tradizionale, sia per coglierele importanti opportunità di crescita e svi-luppo manageriale che solo investimenti diquesto tipo possono consentire.

70 Amministrazione & Finanza n. 8-9/2016

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