Filosofia cristiana

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Le novità della Filosofia cristiana Prof. S. Curci Villa Sora Frascati

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Le novità della Filosofia cristiana

Prof. S. Curci

Villa Sora

Frascati

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Novità: Monoteismo

La visione dei Greci riguardava una pluralità di entità: Platone aveva considerati “divini” gli astri, Aristotele le sfere del sistema solare

“Non avrai altro Dio fuori di me”: è una novità anche per gli ebrei, che infatti tendono a ricadere nel politeismo

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Novità: creazionismo

I greci hanno escogitato soluzioni molto diverse per spiegare l’origine del mondo: i Pluralisti hanno combinato elementi diversi, Platone ha immaginato il Demiurgo, Aristotele parlava di un mondo eterno attratto da un Motore Immobile, gli Stoici di un monismo panteistico, Plotino di emanazione

Il Dio ebraico-cristiano crea attraverso la “parola”, non usa niente di preesistente (crea ex nihilo) per un atto di volontà (superato il dilemma di Parmenide)

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Novità: antropocentrismo

Il pensiero greco tende ad essere cosmocentrico (il cosmo è visto dotato di anima e vita come l’uomo)

Nella Bibbia si dice che l’uomo è “ad immagine e somiglianza” di Dio: ogni uomo, quindi incompatibilità con la schiavitù

Il Greco pensava che l’uomo potesse “assimilarsi a Dio” con l’intelletto

La Bibbia indica che “assimilarsi a Dio” è possibile con la volontà

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Novità: il Dio nomoteta

I greci pensano che la morale sia legata alla legge di natura, quindi pensano ad una morale legata all’uomo

Il concetto di Dio che dà la legge morale è una novità biblica: diventa virtù ubbidire alla Legge, peccato non obbedire

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Novità: la Provvidenza personale

In qualche autore greco (es. Stoici) sembra esserci riferimento alla Provvidenza, ma non è mai per il singolo, e per gli Stoici è più un destino, un aspetto necessario del Logos universale

La Provvidenza cristiana vale per singoli uomini, anzi più per chi è trascurato (l’orfano e la vedova AT; la pecorella smarrita, il figliol prodigo NT)

“gli uccelli del cielo, i gigli dei campi”

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Novità: il peccato originale

È il peccato di voler “conoscere il bene e il male” I greci parlavano di una colpa originaria, ma

pensavano si cancellasse col ciclo delle nascite (metempsicosi) e che gli uomini potessero liberarsi per conoscenza, quindi con mezzi umani

Il Cristianesimo introduce la dimensione della fede (che è aperta ai poveri, non elitaria come la sapienza)

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Novità: amore come agápe

L’eros di Platone è desiderio di perfezione, tensione verso il soprasensibile

Agápe è invece rivolta al mondo degli uomini, è amore gratuito, ridare agli altri l’amore che Dio ha dato: è carità

“qualora io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho l’amore, sono un bronzo risonante o un cembalo squillante…” (Paolo, I Cor.)

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Novità: rivoluzione dei valori

Il Cristianesimo rivoluziona il sistema dei valori dei greci (es. forza, vittoria, dominio, fierezza…)

“Beati i poveri in spirito…., i miti…, i pacifici…, i puri di cuore…

L’Ellenismo era arrivato all’ideale del saggio che aveva compreso la vanità del mondo, ma egli era comunque “autarchico”, capace di salvarsi da solo

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Novità: anima e resurrezione

I Greci hanno il concetto di anima: Socrate ne fa l’essenza dell’uomo, Platone ne dimostra razionalmente l’immortalità, Plotino la considera una delle tre ipostasi

Il Cristianesimo integra il concetto di anima con quello di resurrezione dai morti, e implica il ritorno alla vita del corpo

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Per i greci è un concetto difficile…

«Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui (Paolo), e alcuni dicevano: che cosa mai vorrà dire questo ciarlatano? (…) lo presero allora con sé, lo condussero all’Areopago e dissero: “possiamo sapere qual è questa nuova dottrina che annunci? (…) quando sentirono parlare di resurrezione dai morti alcuni lo deridevano, altri dicevano “su questo ti sentiremo un’altra volta”» (Atti 17, 18-32)

Plotino: «il risveglio verace consiste nella resurrezione, quella vera resurrezione che è dal corpo, non col corpo»

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Novità: il senso della storia

L’idea di progresso è poco centrale nei Greci. Gli stoici avevano una visione ciclica

Il Cristianesimo introduce una visione rettilinea: creazione, tempo storico, giudizio universale

Dopo la crisi della polis, il filosofo greco si rifugiò nell’individualismo

Il filosofo cristiano ha come riferimento la dimensione della Chiesa, che è universale e aperta al mondo

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La lettera a Diogneto

Risale al II secolo e tratta del rapporto tra cristiani e politica

I cristiani “abitano nella propria patria, ma come stranieri, partecipano a tutto come cittadini, e tutto sopportano come forestieri: ogni terra straniera è loro patria e ogni patria è per loro terra straniera… dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo”

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L’uso di categorie greche per interpretare la Bibbia: Origene (185-253)

Figlio di un martire e martire lui stesso sotto Decio. Seguì Ammonio Sacca (ambiente neoplatonico)

I suoi testi sono andati perduti dopo la condanna delle sue tesi sotto Giustiniano (colpa dei suoi seguaci). Alcune teorie (apocatastasi, ricostruzione di tutti gli esseri allo stato originario) giudicate non ortodosse

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L’uso di categorie greche per interpretare la Bibbia: Origene (185-253)

Gli stoici pensano l’essere come corpo: ma Dio non può essere corpo, deve essere “natura intellettuale semplice”

Dio è essere che dà l’essere alle cose Il Figlio è stato “generato e non creato” dal

Padre. Generato per attività spirituale, ma è “della stessa sostanza” (homoousios) del Padre

Lo Spirito è il terzo elemento della gerarchia (influsso neoplatonico)

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Dionigi areopagita

V-VI sec., erroneamente scambiato per un Dionigi convertito da Paolo nell’Areopago

Influenzato dal Neoplatonismo: teologia apofatica (o negativa): Dio si indica negando ogni attributo, in quanto è superiore ad ogni definizione, si esprime meglio col silenzio e la tenebra

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Tertulliano: fede contro ragione

Atene e Gerusalemme non hanno nulla in comune

Credo quia absurdum: fideismo: per arrivare a Dio basta l’animo semplice, la filosofia non aiuta

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Fonte bibliografica

G. Reale-D. Antiseri, La filosofia nel suo sviluppo storico, La Scuola, Brescia 1988, pp. 269-313.