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In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni Marzo 2011 FILO DIRETTO - ANNO II - N. 12/2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio Per la Vostra pubblicità su Filo Diretto scrivete a [email protected] o contattateci al numero 347 6531973 N°13 Di Luigi Gullo ALL ’ INTERNO Federalismo municipale U no dei temi caldi al momento discussi dal Parlamento Nazionale, e che avrà pesanti e dirette ripercussioni sulla gestione finanziaria di ogni comune italiano e sulle tasche dei cittadini, è il federalismo municipale. Un decreto che cancella 11,3 miliardi di trasferimenti statali ai comuni, ma permette ai sindaci di rifarsi attribuendo loro il potere di tornare a usare la leva fiscale su vari fronti. E’ una riforma avviata nel 2001 dal governo di centro sinistra con la rifor- ma del titolo V della Costituzione, e sviluppata in seguito dal governo di centro destra. L’approvazione definitiva do- vrà pervenire entro il 21 maggio. Sappiamo come la Lega abbia puntato molto sul conseguimento di questo risultato. E’ stata presentata come quella riforma che garantirà una spesa più razionale, con meno sprechi e quindi meno tasse. Ma proprio su quest’ultimo aspetto i pareri sono discordanti. Regna un grande stato di incertezza sul risultato per i bilanci comunali e per le tasche dei cittadini. L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha mostrato molte perples- sità. Il rischio del decreto sarebbe quello di affidare ai Comuni una base di entrata troppo sottile, e di lasciare a loro il cerino degli aumenti fiscali. In pratica la leva fiscale non verrebbe usata per fare politiche autonome, sulla base di un patto con i cittadini, ma semplicemente per sopravvivere. In particolare il nuovo fisco immobiliare presenterebbe rischi maggiori per le municipalità in cui il mercato è meno vivace e il catasto è meno aggiornato. E’ prevista una clausola di salvaguardia che garantisca ai Comuni fino al 2013 un livello di entrate almeno pari a quello del 2010, prima dei tagli. Si potrà agire sull’addizionale IRPEF, cartuccia per Monreale al momento inutilizzabile, perché già al livello massimo, lo 0,4%. Con molta probabilità il nostro sindaco potrà invece applicare la tassa di scopo, ulteriore balzello nato per giustifi- care la ristrutturazione di infrastrutture, anche se mancano ancora i dettagli delle opere finanziabili. Continua a pag. 3 email : [email protected] blog: filodirettoblog.wordpress.com a.s.d. Real Società KARATE Via Fondo Cangemi 2/C MONREALE Intervista al deputato del PD Tonino Russo pag 2 Cosa Nostra non sconfitta. La paralisi delle istituzioni fa nascere grandi timori pag 4 Nasce il sindacato di base: Forestali uniti per la stabilizzazione pag 10 pag 9 Intervista alla consigliera provinciale Giusy Scafidi dell’IDV pag 3 17 MARZO 1861-17 MARZO 2011: 150 ANNI DA CELEBRARE

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In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioniMarzo 2011

FILO DIRETTO - ANNO II - N. 12/2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio

Per la Vostra pubblicità su Filo Diretto scrivete a

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o contattateci al numero

347 6531973

N°13

Di Luigi Gullo

ALL ’ INTERNO

Federalismo municipale

Uno dei temi caldi al momento discussi dal Parlamento Nazionale, e che avrà pesanti e dirette ripercussioni

sulla gestione finanziaria di ogni comune italiano e sulle tasche dei cittadini, è il federalismo municipale. Un decreto che cancella 11,3 miliardi di trasferimenti statali ai comuni, ma permette ai sindaci di rifarsi attribuendo loro il potere di tornare a usare la leva fiscale su vari fronti. E’ una riforma avviata nel 2001 dal governo di centro sinistra con la rifor-ma del titolo V della Costituzione, e sviluppata in seguito dal governo di centro destra. L’approvazione definitiva do-vrà pervenire entro il 21 maggio. Sappiamo come la Lega abbia puntato molto sul conseguimento di questo risultato. E’ stata presentata come quella riforma che garantirà una spesa più razionale, con meno sprechi e quindi meno tasse. Ma proprio su quest’ultimo aspetto i pareri sono discordanti. Regna un grande stato di incertezza sul risultato per i bilanci comunali e per le tasche dei cittadini. L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha mostrato molte perples-sità. Il rischio del decreto sarebbe quello di affidare ai Comuni una base di entrata troppo sottile, e di lasciare a loro il cerino degli aumenti fiscali. In pratica la leva fiscale non verrebbe usata per fare politiche autonome, sulla base di un patto con i cittadini, ma semplicemente per sopravvivere. In particolare il nuovo fisco immobiliare presenterebbe rischi maggiori per le municipalità in cui il mercato è meno vivace e il catasto è meno aggiornato. E’ prevista una clausola di salvaguardia che garantisca ai Comuni fino al 2013 un livello di entrate almeno pari a quello del 2010, prima dei tagli. Si potrà agire sull’addizionale IRPEF, cartuccia per Monreale al momento inutilizzabile, perché già al livello massimo, lo 0,4%. Con molta probabilità il nostro sindaco potrà invece applicare la tassa di scopo, ulteriore balzello nato per giustifi-care la ristrutturazione di infrastrutture, anche se mancano ancora i dettagli delle opere finanziabili. Continua a pag. 3

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a.s.d. Real Società

KARATEVia Fondo Cangemi 2/C

MONREALE

I n t e r v i s ta a l d e p u tat o d e l P D To n i n o R u s s o pag 2

Cosa Nostra non sconfitta. La paralisi delle istituzioni fa nascere grandi timori

pag 4

Nasce il s indacato di base: Forestali uniti per la stabil izzazione pag 10

pag 9

Intervista alla consigliera provinciale Giusy Scafidi dell’IDV

pag 3

17 MARZO 1861-17 MARZO 2011: 150 ANNI DA CELEBRARE

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Anno II - n.13

Oggi si parla tanto di federalismo, ed in particolare del federalismo muni-

cipale, una riforma dalla cui attuazione potrebbero derivare le sorti del governo nazionale. E’ la bandiera con cui la Lega ha costruito la sua forza politica, ma che in realtà fa riferimento alla riforma del tito-lo V della Costituzione, fatta nel 2001 dal governo di centro-sinistra, che introdusse il principio della proporzionalità diretta. Si vuole che le imposte vadano a beneficio dell’area in cui sono riscosse: se pago le tasse a Monreale, che almeno una parte di queste tasse vada direttamente a Monrea-le, e non tutte al governo centrale per una successiva redistribuzione. Ne parliamo con Tonino Russo, deputato PD al Parla-mento Nazionale.

La riforma federale si può definire di destra o di sinistra? Bisogna intanto precisare che non si tratta di riforma federale. Per riforma fe-derale si intende la modifica dell’assetto istituzionale dello stato nel suo complesso e non solo degli aspetti fiscali che oggi mi sembrano prevalenti nel federalismo mu-nicipale. Rispetto alla domanda, devo dire che non è proprio questo il tema sul quale si evincono più nettamente le differenze tra destra e sinistra. Diciamo che oggi è un tema trasversale aldilà di come nello specifico lo si intenda.

Il governo di centro-sinistra ne ha get-tato le basi. Il governo di centro destra e la Lega se ne assumono il merito. Ne condivide l’impianto finale? Sono giuste le ragioni che ne stanno alla base, ossia, la necessità di avvicinare il

Politica

Piazza Vittorio Emanuele, 33 90046 Monreale (PA) tel. 091 6408135

Autoscuola “Li Greci”

Federalismo municipale, intervista al deputato del PD Tonino RussoGrazie al governo Berlusconi i monrealesi pagheranno più tasse e avranno meno servizi

Maggiore responsabilizzazione degli amministratori e criteri più stringenti di trasparenza

Francesco VaglicaSu tutti i marchi effettuiamo

tagliandi certificati senza perdere la garanzia presso la casa madre

Via Pietro Novelli 184 - Monreale091 6404218

controllo sulla spesa pubblica il più possibi-le verso i cittadini. Ciò, almeno in via teori-ca dovrebbe determinare una maggiore re-sponsabilizzazione degli amministratori che sarebbero sottoposti a criteri più stringenti di moralità e trasparenza e quindi a giudizi dell’opinione pubblica più severi ed oggettivi. E sa quanti ne servirebbero in Sicilia e parti-colarmente a Monreale?

L’IMU al posto dell’ICI sulle seconde case porterà più o meno soldi alle casse comunali monrealesi? Il tetto dell’imposta è quasi doppio della vecchia Ici. Ed è verosimile che il comune, dissanguato finanziariamente dai tagli dei trasferimenti prevalentemente del governo nazionale, ne approfitti per intero raddop-piando l’imposta.

Ma il peso fiscale per i cittadini monrealesi sarà maggiore o minore rispetto ad ora? Sicuramente si ridurranno i trasferimenti ed inevitabilmente bisognerà trovare entrate sostitutive. Altrimenti credo che il comune dovrà ulteriormente ridurre e ridimensionare servizi già scarsi per qualità e quantità. Si. Purtroppo, i monrealesi per colpa del governo Berlusconi pagheranno più tasse e avranno meno servizi. Con una aggravante: si seppel-lisce il principio di solidarietà su cui si è retto il Paese in questi 150 anni. E le distanze tra area ricca ed area più povera e svantaggiata dell’Italia cresceranno. Con buona pace di chi ha votato per gli alleati della Lega e per il vecchio vizioso riccone che li avrebbe dovuti far ricchi. Che idiozia! Luigi Gullo

[email protected]

Discrasie costituzionali

Come popolo, ovvero come in-sieme di persone, siamo ciò

che abbiamo voluto fosse indicato nella nostra Costituzione. Abbiamo preteso che fosse chiarissimo a tut-ti, lo abbiamo fatto scrivere all’ini-zio, nelle prime righe, fin dal primo articolo: “la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro”. Non soddisfatti, e temendo fraintendimenti su que-sto principio fondante, lo abbiamo ribadito e rinforzato nel quarto ar-ticolo: “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che ren-dano effettivo questo diritto”. Più chiaro di così... Non abbiamo fatto come gli americani che hanno pre-ferito che la parola d’ordine fosse “la rappresentatività dei parlamentari”. O come i francesi che si sono ben preoccupati che la loro costituzione assicurasse “l’eguaglianza dinanzi alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di origine, di razza o di religione”. E neppure come gli Olandesi che hanno posto alla base della loro essenza costituzionale “la garanzia che tutte le persone che si trovino nei Paesi Bassi siano tratta-te ugualmente in uguali circostan-ze”. E neppure come i siciliani di qualche tempo fa, nella Costituzio-ne di Sicilia del 1812: “la religione dovrà essere unicamente, ad esclu-sione di qualunque altra, la cattoli-ca, apostolica, romana”. Nossignori, noi italiani dell’Italia unita ci rico-nosciamo nel lavoro e lo poniamo al di sopra di ogni nostra attività pubblica. Disoccupazione e preca-riato permettendo.

L.C.

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Marzo 2011 Politica ed Editoriale

C’era anche Monre-ale a Palermo il 13

marzo scorso in piazza. C’erano tante donne e uomini della nostra cit-tà che hanno manifesta-to per dire che l’Italia non è quella dei bunga bunga, di Ruby, del Cavaliere, della consiglie-ra regionale lombarda Nicole Minetti. In piazza Massimo ho incontrato famiglie di Monreale, giovani impegnati nell’associazionismo, mam-me e papà, donne e uomini della nostra città impegnati in politica ma anche pensionati. Un monrealese mi ha fermato e mi ha chiesto: “Io sono un timido. Qui non sarei mai venuto ma non potevo non esserci. Hai visto che piaz-za?”. Un’agorà senza bandiere, senza sessismo, femminismo. Senza “ismi”. Tra le 230 piazze italiane sicuramente quella di Palermo è stata tra le più ricche e variegate. Un risveglio? Una nuova epoca per la nostra Sicilia? Lo abbiamo chiesto a Franca Imbergamo, procuratore gene-rale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta e da pochi mesi consulente esterna della Com-missione Parlamentare Antimafia. Lei vive da anni blindata, sotto scorta. Da quando era alla Procura di Palermo e rivestì il ruolo di Pubbli-co Ministero nel processo a Tano Badalamenti facendolo condannare. Ma alla manifestazione ha scelto d’esserci e di dare la propria adesione ufficiale.

Perché hai scelto di scendere in piazza il 13 marzo? “Ho dato la mia adesione formale alla ma-nifestazione. Sono andata in piazza con mio marito perché era un problema di dignità. Di

dire basta ad uno stravolgimento dell’etica pubblica. Non è un problema di morale o di costumi privati. La questione è diversa: non posso accettare che la selezione delle classi dirigenti o perlomeno delle persone impegnate nelle istituzioni pubbliche avvenga attraver-so il meccanismo della prostituzione sia fisi-ca che morale. E’ un fenomeno che riguarda sia gli uomini che le donne. E’ un fenomeno molto antico, c’è sempre stato. Ma ai giorni nostri è venuto meno quel senso di disvalore che questo comportamento aveva. In passato sono convinta che questo sistema esisteva ma quando veniva scoperto ci si vergognava e si cercava di fare in modo che non accadesse più. Ora questo fenomeno viene pubblicizzato e in alcuni momenti viene posto con una tale spregiudicatezza per cui per esempio uno dei requisiti per essere eletti è la bella presenza”.

Siamo di fronte a una nuova primavera pa-lermitana? “Palermo ha grandi risorse. Nella nostra cit-tà la gente quando non ne può più scende in piazza. Ho visto le strade piene di questa città per le stragi e per il movimento antimafia. Era-no anni che non si vedeva la piazza piena così. Palermo è capace di grande indignazione. Le parole d’ordine della indignazione della voglia di pulizia possono prendere piede. Dall’altro canto noi abbiamo avuto anche la primavera di Orlando: con tutti i suoi lati oscuri e negativi, è stato però un momento in cui Palermo ha voluto riprendere in mano la sua storia. E’ un peccato che quell’esperienza si sia dispersa. A volte siamo talmente scoraggiati dal pensare che la gente non s’indigni più e invece non è così. Dobbiamo rivalutare, con un minimo d’e-

quilibrio anche il valore dei sentimenti e delle emozioni in politica perché non tutto è calcolo razionale, non tutto è cinismo nella vita quo-tidiana. Ci sono momenti in cui una persona dice: adesso basta, voglio provare a fare qual-cosa di diverso!”

Da magistrato registri in questo particolare momento di divisione istituzionale un pericolo per la democrazia? “Da magistrato penso che il pericolo in questo momento sia che Cosa Nostra senta l’instabi-lità delle istituzioni e voglia in qualche misu-ra approfittarne. Cosa Nostra non è un attore passivo dei mutamenti sociali. I momenti di grande cambiamento in questo Paese sono sta-ti scanditi dalle bombe e dagli attentati di Cosa Nostra. Io non penso ci sia un problema diver-so per la democrazia se non quello di essere fortemente condizionata da qualche evento che Cosa Nostra potrebbe pensare di mettere in cantiere per condizionare la situazione. Le stragi del 1992 hanno segnato l’entrata in cam-po plateale di Cosa Nostra in una strategia di cambiamento. Che poi sia andata a buon fine o meno ce lo dirà la storia e forse anche i pro-cessi. Ma Cosa Nostra non è mai passiva, non è sconfitta, non è finita. In questo senso la pa-ralisi delle istituzioni fa nascere grandi timori”.

Federalismo municipaleSegue da pag.1E’ incerto per le casse comunali il risultato della cedolare secca del 20% sulle rendite da affitto, oggi sogget-te ad aliquota irpef. I comuni se ne avvan-taggeranno nel caso di elevata presenza di case in affitto nel loro territorio. Questa nuova soluzione sarà a tut-to vantaggio dei redditi medio alti, che si ve-dranno dimezzare l’imposta. Altro introito per le casse municipali deriverebbe dalla lotta all’evasione fiscale condotta dallo stesso co-

mune che, in questo caso riceverà il 50 per cento dei soldi recuperati, anche se non ri-scossi a titolo definitivo. A questi soldi si va ad aggiungere il 75 per cento delle sanzioni per gli immobili fantasma non regolarizzati entro il 31 marzo. Il sindaco dovrà aspettare tre anni per potere applicare l’Imu. L’impo-sta municipale unica comprende e sostitui-sce l’Ici sulle seconde case e l’Irpef fondiaria. Avrà un’aliquota dello 0,76 per cento, ma i comuni potranno aumentarla o diminuirla dello 0,3 per cento, dello 0,2 se l’immobile è stato dato in affitto. Rimane l’incertezza che la nuova imposta possa garantire lo stesso gettito delle imposte che accorpa. Monreale inoltre rientra tra le città d’arte e turistiche che potranno decidere di applicare una tas-

sa di soggiorno ai turisti; i soldi ricavati po-tranno essere utilizzati per la conservazione di beni artistici, per il turismo o per finanzia-re opere pubbliche. Ma poiché la tassa potrà essere imposta in caso di pernottamento, considerando la ridotta capacità ricettiva del nostro comune nonostante l’elevato afflusso turistico, non si prevede un elevato introito. Trarre un giudizio sulla bontà della legge non è facile e forse prematuro. Tanto dipenderà dalle scelte politiche adottate dall’ammini-strazione. Non ci rimane che attendere un paio d’anni per raffrontare i bilanci comunali e …guardare dentro le tasche dei cittadini.

Luigi [email protected]

Di Alex Corlazzoli

Cosa Nostra non sconfitta. La paralisi delle istituzioni fa nascere grandi timoriFranca Imbergamo, procura tore gen era le presso la Cor te d ’Appe l lo d i Ca l t an i s se t t a

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Anno II - n.13Società

La giornata interna-zionale della donna,

comunemente definita festa della donna, ricor-re l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le con-quiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discrimi-nazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.Oggi purtroppo con i modelli mediatici di donna che ci vengono propinati quotidia-namente, stiamo assistendo ad un processo di involuzione culturale sempre crescente. Il rischio è quello di trasformare una giusta e umana acquisizione di pari diritti, voluta per anni, e per la quale tante donne hanno lot-tato rimettendoci anche la propria vita, con un traguardo che sembra ancora dover esser raggiunto e per il quale continuare a lotta-re. Oggi la stessa acquisizione viene spesso calpestata e oltraggiata, talvolta dalle stesse donne, che permettono ad una certa tipologia di uomini di considerarle oggetti da possede-re o da poter “comprare”.

Per meglio comprendere il valore storico e culturale di questa ricorrenza, ho cercato di sintetizzare le tappe fondamentali, tracciando un semplice excursus di date, degli eventi più significativi che hanno segnato una ri-voluzione epocale, del ruolo della donna nella società. Ricapitolando, questa festa passa per le se-guenti date:

- 8 MARZO 1908 New York - Le operaie di un’industria tessile scioperarono per protesta-re contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprie-tario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme.-- 8 MARZO 1917 San Pietroburgo - Le donne della capitale guidarono una grande manife-stazione che rivendicava la fine della guer-ra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta, incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell’appoggio delle forze armate, così che l’8 marzo 1917 è rima-sto nella storia a indicare l’inizio della «Rivo-

luzione russa di febbraio».- 8 MARZO 1944 Roma - Si costituì l’UDI, Unione Donne Italiane e si cominciò a pren-dere l’iniziativa di celebrare la giornata. L’8 marzo 1945, fu quindi la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera. Nel frattem-po a Londra veniva approvata e inviata all’ ONU una Carta della donna contenente ri-chieste di parità di diritti e di lavoro. - 8 MARZO 1946 - Con la fine della guerra, la giornata fu celebrata in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa. - 8 MARZO 2011- In Italia e nel mondo… - La donna deve ancora lottare per il raggiungi-mento di un pari trattamento, deve ancora manifestare in nome della propria dignità, per il rispetto di essa e contro ogni forma di so-pruso e di mercificazione. Molti uomini con-siderano ancora la donna un essere inferiore e subordinato. Dall’altro lato a molte donne però non è ancora ben chiara la differenza tra li-bertà e libertinaggio, tra diritti naturali e abu-so di diritto, non è ancora chiaro che non si

può raggiungere un pari livello di rispettoso tratta-mento se si ten-ta di raggiungere a tutti i costi e con ogni mezzo la parità, volen-do essere uguali all’uomo. Invece b i s ogne r ebbe valorizzare le differenze tenen-done alti i meriti

e il rendimento di lavoro, qualsiasi esso sia, considerando le caratteristiche che per natu-ra sono e saranno sempre diverse da quelle dell’uomo. Ho voluto chiedere testimonianza del ruolo che oggi la donna riveste anche in campo politico e a tal proposito ho intervista-to una delle consigliere provinciali di Italia dei Valori di Palermo la Sig.ra Giusy Scafidi.

Consigliere Scafidi, il 13 febbraio a Palermo così come in tutte le principali città d’Ita-lia, si sono svolte manifestazioni pacifiche, aperte a tutti e senza colore politico per ri-vendicare la dignità della donna, alla luce anche di quello che sta accadendo sul piano del governo nazionale. Qual è il messaggio intrinseco che si è voluto esprimere rivolto non solo alle donne ma anche agli uomini? Noi abbiamo voluto affermare che “Riven-

dicare la dignità della donna deve essere esplicito sotto qualunque forma e deve essere “trasversale”, cioè non ammantato da un qual-sivoglia colore politico”. Era da anni che nella nostra Città non si svolgevano manifestazioni così partecipate. Dalla casalinga all’insegnan-te, dall’impiegata alla commerciante, tutte accomunate da un unico sentimento: quel-lo dell’indignazione mista a rabbia e dolore per la mortificazione continuamente subita. E per fortuna tale messaggio è stato recepi-to e vissuto anche dagli uomini che hanno partecipato numerosi, segno evidente che il malessere è finalmente condiviso dall’“altra metà del cielo”. Dal 1907, data che segna l’ inizio di una cambiamento culturale e che prese avvio negli USA, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la donna riesce a rivestire ruoli lavorati-vi, politici e sociali, di grande spessore e re-sponsabilità, sono avvenuti vari movimenti culturali rivoluzionari, ma anche di tipo pra-tico, tradotti in termini di ribellione, scioperi e lotte per i diritti. Posto che molte conquiste sono state ottenute con grande successo, mi chiedo e Le chiedo, cosa è cambiato invece a livello culturale se esiste ancora la neces-sità di dover manifestare per qualcosa che invece dovrebbe essere nello stato naturale delle cose? Le conquiste del movimento femminista, a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, sono state tra le più importanti e dirompenti del secolo scorso. L’affrancamento dal bisogno dell’uomo, essenzialmente sul piano economi-co, ha messo in maggiore evidenza il ruolo femminile in tutti gli ambiti della vita del Pa-ese. Le donne hanno potuto dimostrare il loro valore attraverso una costante rivendicazione dei loro diritti, attraverso una lotta instanca-bile, quasi sempre faticosa e sofferta. In effet-ti, anche rispetto alle nostre madri, molto è cambiato, ma purtroppo gli ultimi eventi veri-ficatisi nel nostro paese hanno dato la misura di quanto certi atteggiamenti di ristrette fran-ge, radicate in una visione maschilista della gestione del potere, ha rischiato di vanificare oltre un secolo di lotte, ha minacciato di far precipitare l’immagine della donna nel bara-tro di una visione distorta e solo “corporea”.Questo ha reso indispensabile l’intervento di massa che si è avuto il 13 febbraio ed ha fatto anche capire che la “Festa della Don-na” è lungi dall’essere un evento superato. A condizione - però - che le donne stesse non

Per celebrare la festa della donna, bisogna proprio comportarsi come gli uomini?R i ve n d i c a r e l a d i g n i t à d e l l a d o n n a d eve e s s e r e e s p l i c i t o e d eve e s s e r e t r a s ve r s a l e

I n t e r v i s t a a l l a c o n s i g l i e r a p r ov i n c i a l e G i u s y S c a f i d i d e l l ’ I D V

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Marzo 2011 Società

ne sviliscano il significato, trasformandola da giornata di riflessione e di memoria in una vergognosa, orgiastica sarabanda di feste per sole donne. Per la sua personale esperienza di consi-gliere provinciale, ruolo che Le permette di conoscere da vicino le diverse realtà poli-tiche e sociali locali, ritiene che la donna, nell’elargire il proprio lavoro e le proprie competenze, abbia le stesse possibilità, op-portunità e offerte sia nella realtà cittadi-na che nei piccoli comuni? Oppure anche in questo caso interagisce un fattore culturale ancora in progress nei piccoli centri che può penalizzare la donna, e che si traduce poi in una scarsa partecipazione femminile alla cosa pubblica? Basti pensare per esempio al fatto che molti comuni non hanno mai avuto un sindaco donna, e il mio comune non fa eccezione. I numeri parlano chiaro: l’esigua presenza delle Donne in Politica nella Provincia di Pa-lermo è palese! In Consiglio Provinciale siamo appena TRE su 45; in Consiglio Comunale, solo QUATTRO su 50, in Consiglio Regiona-le solo 2 su 90! Questi numeri impediscono di far conoscere tutta quella ricchezza di cui ogni Donna è portatrice e che potrebbe es-sere messa a disposizione della Società tut-ta. La volontà di esserci, ci ha imposto di chiedere le quote rosa - sebbene sembras-se scontato che un Paese civile ed evoluto, quale l’Italia si picca di essere, non avesse bisogno di imposizioni di legge per attuare una politica egualitaria nella gestione della “res publica”. La differenza nella partecipa-zione delle Donne alla gestione della “cosa pubblica” non è valutabile in termini di rap-porto con la popolazione residente, ma in re-lazione alla condizione culturale ed evolutiva della singola realtà territoriale. In altri termini,

anche un piccolo Comune (e magari meglio di una Città) può chiamare alla sua gestione una componente femminile. L’elettorato è in prevalenza composto da donne (52% contro 48%) ma - evidentemente - molto di questo elettorato non nutre fiducia nelle capacità po-litiche e gestionali di esponenti del proprio sesso. Senza contare, diciamocelo in un orec-chio, le componenti emozionali ancora radi-cate nell’universo “al femminile”: diffidenza, invidia, gelosia, etc.

Con lo scenario nazionale che si è venu-to a delineare oggi si rischia di guardare alla donna impegnata in politica un po’ in

cagnesco e con diffidenza. Nell’immaginario collettivo si tende a pensare che una donna che ottiene successo nel suo lavoro, abbia percorso le famose scorciatoie. Cosa sente di dire sia alle donne che agli uomini per sfatare questo falso mito, e per riuscire a far capire agli altri che pochi esempi negati-vi non possono e non devono rappresentare una nazione intera?L’attuale scenario politico nazionale depone per questa tesi e cioè che se una donna ha fatto carriera - e non importa in quale ambito, sia ben chiaro! - ciò significa che ha elargito qualche “favore” preventivo e/o ha manifesta-to un”concreto senso di gratitudine”. Ciò è accaduto nel passato ed accade nel presente, non solo, ma in questo campo la domanda e l’offerta si vengono reciprocamente incontro… Non si vuol fare né moralismo, né perbeni-smo, così come non si vuole giudicare o con-dannare nessuno, ma mi preme far presente che - in primis - queste donne rappresentano solo una parte e non il tutto dell’universo al femminile impegnato in politica o nel lavoro in generale. Ed, in secundis, che occorrereb-be da parte di queste persone una maggio-re discrezione ed un maggiore rispetto di sé perché, in ogni caso, questa strada svilisce ed impoverisce le donne, TUTTE le donne. Noi in Sicilia purtroppo subiamo forse in maniera più profonda e congenita rispetto ad altre regioni, un sistema elettivo clien-telare e basato sulle logiche parentali e di appartenenza. Crede che se ci fossero state delle donne capaci e competenti a capo delle istituzioni locali, la nostra regione avrebbe

registrato lo stesso indice del fenomeno? Torniamo ad una domanda precedente: anche se la nostra Regione non sfugge alla logica clientelare che accomuna tutta l’Italia, tuttavia è verosimile che il fenomeno sia più presente da noi che in altre regioni. Anche se è dimostrabile che la situazione non è la peggiore in assoluto. Certo che se le nostre madri e magari le nostre nonne avessero avu-to la possibilità (e la volontà, e la capacità) di fare attivamente politica, molto probabilmen-te oggi saremmo in una condizione culturale migliore dal punto di vista della partecipa-zione delle Donne. Ed invece, si è radicata in esse la convinzione (tramandata caparbia-mente fino alla penultima generazione) di non essere adatte ad altro che a fare la “donna di casa”.

La città di Monreale vanta un valenza stori-ca e culturale non indifferente. Nel suo codi-ce genetico è contenuta l’integrazione di un intenso pluralismo etnico, politico e artistico che l’hanno portata ad essere ieri il centro strategico mediterraneo del regno di Re Gu-glielmo II, oggi il quinto comune d’Italia. A discapito però di questo substrato culturale e di un indice demografico notevole, a Monre-ale si assiste purtroppo ad un ritardo civico generale presente su più fronti, che non gli permettono di stare al passo con altri comu-ni, sebbene più piccoli, ma molto più moder-nizzati ed economicamente più forti. Se Lei, consigliere Scafidi, fosse il sindaco di questa bella cittadina arabo-normanna cosa cambie-rebbe o valorizzerebbe per meglio rendere giustizia alla sua storia? Il patrimonio di Monreale andrebbe inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNE-SCO, ma non basta: si dovrebbe potenziare la ricettività, con la creazione di importanti alberghi, e si dovrebbe curare la fruibilità del centro della Città. Si dovrebbe riprogettare il sistema della “conoscenza” mediante la crea-zione di percorsi ad “Accessibilità Universa-le”. Personalmente, ho partecipato a diversi Congressi Internazionali in Europa (l’ultimo a Valladolid, in Spagna, a novembre scorso) da cui è emersa l’attenzione viva della Comunità Europea verso il problema dell’Accessibilità, che in Italia è ancora molto lontano dall’esse-re preso in seria considerazione. Monreale ha nel Turismo il suo fiore all’occhiello: Monreale potrebbe vivere bene anche di solo Turismo. Basterebbe un’oculata gestione delle risorse - tesoro inestimabile racchiuso in uno scrigno prezioso - per ricevere flussi turistici mondiali e dare concreti sbocchi occupazionali.

Maria Rita Carrà[email protected]

Filo direttofilodirettomonreale@hotmail.itfilodirettoblog.wordpress.com

RedazioneDirettore Editoriale

Luigi Gullo

Direttore ResponsabileAlex Corlazzoli

RedattriciPiera Autovino, Maria Rita Carrà

Barbara La Barbera

VignettistaAntonino Carlotta

Impaginazione e GraficaDomenico Garlisi, Rosolino Bucceri

design e logo Rosanna Romano

FotografieLuciano Busicchia, Piera Autovino

Hanno CollaboratoValentina Lucchesi

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Anno II - n.13Società

Una rif lessione sul le donne

Se ci fermiamo a riflettere sui giorni incre-dibili che ci trSe ci fermiamo a riflettere

sui giorni incredibili che ci troviamo a vivere e sugli scossoni mortificanti che fanno in que-sto momento traballare le nostre istituzioni, è indubbio l’emergere di stereotipi che disegna-no la donna come abbrutita ed asservita ai desideri maschili, perfettamente adeguata ai modelli che uomini di potere le vogliono cucire addosso, dispensando benefici e privilegi.Le conseguenze più gravi sono quelle cultu-rali, la cultura di un mercato che invade la società ed impone le proprie regole, decretan-do che anche l’essere umano è in vendita, ed il modello culturale arcaico, quasi borbonico, che vede i potenti poter disporre di una cor-te (meglio se composta da donne giovani ed avvenenti) cui elargire il benessere ed i favori che il potere consente.Il problema non è che le donne in questio-ne siano più o meno consenzienti, questa è soltanto la pagliuzza che qualcuno cerca di trasformare in trave, per creare confusione e distorcere la realtà. Il problema più grave è quello delle donne, che non accettano com-promessi o relazioni di potere, come quelle che vedono indiscusso protagonista il nostro presidente del consiglio, donne che vogliono far valere le proprie capacità ed alle quali ven-gono negate delle opportunità.In questo scenario scompare il merito, si squa-lificano le istituzioni e soprattutto si impone un sistema squallido e perverso. Perverso per-ché perverte il libero funzionamento di una so-cietà, che i padri e le madri costituenti hanno voluto fondare sulle pari opportunità, non sulla gestione personalistica di un ceto maschile che vuole cancellare la dignità della donna.Penso che sia sempre più urgente mantenere un atteggiamento critico rispetto all’immagine della donna che viene veicolata nella scena pubblica e proteggere le nuove generazioni da modelli fuorvianti E’ necessario rifondare in senso democratico la cultura politica del pae-se, e’ un invito a progettare e promuovere in-contri e iniziative a breve e medio termine con le donne e gli uomini che condividono questo pensiero. È altresì un impegno a ripensare pa-role e linguaggi, ruoli e identità. La via femmi-nile della politica sembra rispondere a molte delle istanze di rinnovamento, che provengono da parte della società. Le donne propongono, in base alla loro esperienza, un metodo, basato sulla comunicazione, caratterizzato da un in-terscambio non verticistico con gli individui e con le istituzioni.Sulla base di quanto detto il Circolo Idv di Monreale, nel quale la presenza delle donne

è consistente e reale, non di facciata, ha promosso nel 2010 un Corso di formazione sul tema “Donne e politica” e si appresta ad organizzare una nuova edizione della pre-cedente e ben riuscita esperienza, anche se non abbiamo ancora deciso se realizzare tutti gli incontri a Monreale, o pensare a qualcosa di itinerante, per raggiungere le donne, là dove vivono, lavorano, si impe-gnano e quotidianamente si occupano del mantenimento, assistenza ed educazione dei propri familiari, anziani o figli, facendo-si carico di compiti sempre più gravosi alla luce della crisi del welfare state.Perché è stato realizzato un corso di forma-zione di questo tipo a Monreale? Perché a Monreale le donne dal punto di vista po-litico non esistono, semplicemente non ci sono, totalmente oscurate dal mondo della politica che le ha candidate, ma non ne ha adeguatamente sostenuto l’elezione. Il nostro Consiglio Comunale è composto da uomini, la nostra Giunta è composta da assessori uomini, anche se abbiamo avuto un paio di apparizioni femminili, della cui attività sconosciamo le tracce. Ad oggi, la delega alle pari opportunità è conferita ad un giovane, forse preparato, forse pieno di buona volontà. Ma viene da chiedersi: nel gioco della politica le donne non sono rite-nute in grado di rappresentare se stesse e le proprie esigenze? Non è paternalistico o patriarcale un sistema politico che le vuole rappresentate dagli uomini? O forse, nell’at-tuale maggioranza che governa Monreale, non si lascia abbastanza spazio a donne di valore, che vorrebbero spendersi e mettersi alla prova?Troppe domande e nessuna risposta, anche se qualcuno dovrebbe sentirsi interpellatoVoglio concludere questa riflessione con una notizia positiva. In Finlandia dopo il Pres. della Repubblica in carica da diversi anni, il 21 giugno 2010 è stata eletta una donna Primo Ministro: Mari Kiuniemi. Per la Finlandia il governo in rosa non è una novità, la tradizione continua dagli anni ’60, e da 70 anni le donne in parlamento continuano a rivestire ruoli prestigiosi. Se continueremo ad essere degni di stare den-tro le istituzioni europee, forse negli anni subiremo gli influssi positivi di esperienze maturate altrove. Ma la Finlandia in questo momento è troppo lontana Auguri a tutte le donne che vivono in questa piccola isola, troppo vicina al nord Africa

Maria Daniela MiceliPresidente Circolo Idv Monreale

Il nostro Professore di filosofia, il nostro amico, il nostro compagno di liceo, il nostro compa-

gno di università, il nostro collega al liceo Be-nedetto Croce, il nostro Compagno in politica, il nostro concittadino.NOSTRO, di tutti noi era Giuseppe, ma anche di ognuno, perché sapeva essere, ad ognuno, vi-cino, sempre, ed in qualsiasi modo, con empatia e condivisione, con discrezione e con passione, con le parole e con i fatti, corretto e coerente. “E in ognuno di noi c’è qualcosa di te che passerà, anche inconsapevolmente, oltre … nel tempo … nello spazio … nella storia e nella filosofia della nostra vita!”E’ con affetto che vogliamo ricordarlo, con il garbo, la cortesia e la discrezione che hanno contraddistinto la sua esistenza.E vogliamo ringraziarlo per l’impegno nella scuola pubblica, vissuta e difesa sempre con passione, e per la dedizione ai tanti studenti che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, ri-conoscendo in lui doti da “maestro”. Ed ancora per l’impegno politico e la capacità di spendersi sempre, in prima persona, come è accaduto in occasione delle ultime consultazioni provinciali.Queste le parole dei suoi studenti al suo fune-rale: “Ogni giorno a scuola incontriamo persone il cui mestiere è quello di insegnarci qualcosa. Qualcuno si ferma all’insegnamento della propria materia mantenendosi attentamente nei limiti dei rapporti di lavoro anche con noi ragazzi. Lei, professore, è stato per noi non solo un semplice insegnante, ma una persona presente, una gui-da, sempre pronto a darci consigli. Nonostante la sua cultura non ha mai ostentato nulla, ma metteva sempre tutto se stesso in ogni cosa che faceva e in questo modo noi andavamo via sempre un po’ più “ricchi” di storia, di filosofia ma anche e soprattutto di lezioni di vita. Si è sempre interessato a noi, anche inaspettata-mente in certi casi, con attenzione e premura. Si è sempre preso cura di noi e HA CREDUTO in noi, gioendo dei nostri cambiamenti e delle nostre conquiste! Ci ha fatti anche crescere... Tutti noi siamo ORGOGLIOSI di essere suoi alunni, professore. E se un giorno una voce do-vesse proporci di rivivere ogni istante della no-stra vita da capo, tutti noi risponderemmo: Sì! Perché della nostra vita fanno parte anche gli anni passati con lei, un grande uomo!”

Grazie per la raffinatezza, la gentilezza e l’onestà intellettuale, doti sempre più rare nel nostro confuso paese.

A nome di tut-ti coloro che si riconoscono in questi nostri pensieri.La redazione

Giuseppe Lo Coco

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Marzo 2011 Un po’ di storia …monrealese

Cronaca in classe III B/E Pietro Novelli Monreale

Siamo ormai prossimi alla giornata di festa per l’unificazione d’Italia

Perché è tanto importante non dimenticare tale data?

Già dallo scorso 5 Maggio il Presiden-

te della Repubblica ha intrapreso un itinerario della memoria teso a ri-percorrere tutte le tappe di quel viaggio che ha portato alla tanto de-siderata unità d’Italia, proclamata dopo tanta diplomazia, tante lotte e tanto sangue versato il 17 Marzo del 1861. Napolitano ha voluto ricordare tale evento con una serie di discorsi e iniziative in ognuna delle città da cui passarono i famosi Mille guidati da Garibaldi, iniziando proprio da Quarto, lo-calità da cui il 5 Maggio del 1860 prese avvio la spedizione dei Mille, fase finale del lungo percorso del movimento per l’unificazione del nostro Paese. Solo per questo anno al fine di celebrare degnamente i 150 anni del tricolore non si andrà a scuola, non si lavorerà e sarà dunque festa nazionale. Saranno ricordati i veri protagonisti dell’unità d’Italia: Cavour, Mazzini, Garibaldi e Vittorio Emanuele II, il primo Capo di Stato italiano e gli Italiani che hanno sacrifi-cato la loro vita per l’ideale di un Paese unito. Non è stato infatti facile né tantomeno breve il percorso che portò alla proclamazione dello stato unitario, basti pensare che generalmente si pongono come data di inizio i primi moti car-bonari, successivi al Congresso di Vienna del 1815, negli anni 1820-1821. La spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi ha poi una

grande importanza, non solo perché portò diret-tamente alla proclamazione dello stato italiano unito, ma perché trasformò il Risorgimento da movimento d’èlite a grande movimento popo-lare. Noi siciliani ovviamente, ricordiamo con particolare piacere e commozione questi eventi, perché proprio lo sbarco dei Mille in Sicilia rap-presentò il momento decisivo per l’unità d’Italia. Anche Monreale, e in particolare San Martino di Monreale, fu scenario di scontri, dove perse la vita combattendo valorosamente Rosolino Pilo, la cui statua è attualmente ubicata all’interno della villa municipale di Monreale.Perché celebrare i 150 anni dall’unità d’Italia as-sume un significato tanto importante in questo particolare e delicato momento della vita politi-ca del nostro Paese? Il ricordo della fatica, della determinazione, dei sacrifici fatti per raggiun-gere tale obiettivo deve essere d’ispirazione per tutti noi e per tutti i nostri esponenti politici a non desistere mai dal volere il meglio per il nostro Paese e a non cedere a quelle spinte che vogliono dividere un Paese che si è tanto fati-cosamente unito.Pertanto, come suggeriva il grande poeta Ugo Foscolo, uomo di lettere ma anche uomo di po-litica, prendiamo a modello i grandi uomini del passato e le loro azioni più importanti per essere noi stessi migliori. Buona festa dell’unità di Italia a tutti!!!

Barbara La [email protected]

17 MARZO 1861-17 MARZO 2011: 150 ANNI DA CELEBRARE

Con le nostre maestre abbiamo studiato quanto sia importante differenziare i ri-

fiuti/risorse per proteggere l’ambiente e quin-di anche la nostra salute e abbiamo comin-ciato a fare la raccolta differenziata in classe. Così il 27 gennaio abbiamo invitato a scuola il signor Santino Pellerito, responsabile dell’E-COCENTRO di Monreale perché potesse dar-ci altre notizie e potesse rispondere alle no-stre domande. L’ecocentro esiste nel nostro paese da novembre 2010, ma poche persone sanno della sua esistenza, infatti il signor Pel-lerito ci ha detto che solo 323 famiglie su 16 mila vi accedono. Ci ha anche detto tante cose che sapevamo già: i rifiuti sono una ri-sorsa e devono essere chiamati “materiali”; il centro è aperto tutti i giorni, anche la dome-nica mattina in via Venero 201; vengono as-segnati dei punti per avere in cambio pasta, lenticchie, vino, ecc., ma fino alla fine di feb-braio; l’ecocentro fa parte dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale); ci sono due impiegati che turnano per tenere aperto il centro che possiamo chiamare “bottega del riciclo”. Alla fine, noi bambini abbiamo fatto tante doman-de al signor Pellerito: perché nessuno è mai venuto a svuotare i contenitori di cartone che avete lasciato a scuola l’anno scorso? Perché la motoape che trasporta i materiali ricicla-bili dall’ecocentro alle piattaforme non passa dalla scuola? Perché non avete pubblicizzato bene questo progetto anche attraverso mani-festi per le strade? Abbiamo chiesto dei con-

tenitori adatti perché si possano facilmente svuotare i cestini a scuola. Dobbiamo dire che ancora le nostre richieste non sono state ascoltate, ma noi continuiamo a pensare che se tutti noi cittadini facessimo questa raccolta differenziata il nostro Paese sarebbe più pulito e meno inquinato.

25 febbraio 2011

Siamo sempre più vicini ai referendum e quin-di appare opportuno, come già nel numero

precedente, capire bene su quali temi saremo interpellati. Il primo tema, che ha infuocato il dibattito politico italiano, riguarda il cosiddetto “legittimo impedimento”. Ma cosa si intende in effetti con l’espressione “legittimo impedimen-to”? Il testo del disegno di legge si basa sul prin-cipio che per il Presidente del Consiglio e per i ministri eventualmente chiamati a comparire in un’ aula di tribunale nella veste di imputati, co-stituisca legittimo impedimento “l’esercizio con-comitante di una o più attribuzioni previste dalla legge dai regolamenti”. Il testo del disegno di legge prosegue con un dettagliatissimo elenco delle norme relative alle funzioni del Presidente del Consiglio e dei ministri e di tutte le attività, definite “coessenziali” alle funzioni di governo. Pertanto nel caso in cui il premier o i ministri fossero imputati in un processo, il giudice do-vrebbe, su richiesta degli stessi, rinviare il pro-

cesso ad un’altra udienza. Chi certificherà che esiste davvero tale impedimento? La Presidenza del Consiglio. Quindi il giudice, davanti a tale certificazione dovrà rinviare l’udienza ad una data che non può essere superiore ai sei mesi dalla prima data indicata. Il normale corso della prescrizione rimarrà sospeso per tutto il tempo del rinvio, che non potrà, ribadiamo, essere su-periore al sessantesimo giorno successivo alla presunta data di cessazione dell’impedimento. Quanto stabilito in questo provvedimento sarà applicato a tutti i processi in corso, indipen-dentemente dalla fase, stato o grado, alla data in cui entra in vigore la legge. La sua efficacia non potrà durare più di diciotto mesi dall’entrata in vigore del provvedimento. Quale motivazione viene addotta per spiegare le ragioni di questo disegno di legge? Sembra sia necessario per poter svolgere serenamente le funzioni di go-verno. Quindi, in breve, vogliamo che il premier, chiunque sia a rivestire tale carica, e i ministri,

non possano essere giudicati ed eventualmente condannati per eventuali imputazioni, durante il periodo della loro carica, per atti criminosi dagli stessi commessi o no? Agli Italiani l’ardua senten-za. Barbara La Barbera

[email protected]

Prosegue il nostro approfondimento in vista dei referendum

Saremo a breve chiamati a esprimerci in merito, ma non tutti abbiamo chiaro di cosa si tratti

PER SAPERNE DI PIU’: IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

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Anno II - n.13Lettere

Filo diretto … con il lettoreAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggeri-menti, e potrete raccontare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. Inviare e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

Condividere un percorso politi-co, nato con il distinguo fatto alla prima tornata elettorale, signifi-ca condividere idee, programmi e progetti insieme. Magari dibatten-do gli stessi ed evitando che ven-gano forzatamente approvati. Per-sonalmente non comprendo come mai questa delibera giunga a quasi tre mesi dalla scadenza dei con-tratti quando si poteva ascoltare le ragioni del dirigente del settore al personale e del settore alle finanze ed inoltrando opportuni pareri agli assessorati regionali del bilancio, del lavoro e della corte dei con-ti. Mi stupiscono gli interventi dei consiglieridel PDL che non essendo

presenti alla convocazione di giun-ta non conoscono nè le procedu-re con cui vengono convocate le giunte, nè le modalità, nè i metodi. Sarebbe stato opportuno, prima di rilasciare inopportune dichiarazio-ni a caldo, convocare una riunione di maggioranza e sentire le ragioni dell’astenzione, che non sono una bocciatura alla delibera che attiva la richiesta di proroga per i 127 contrattisti in forza al Comune, bensi un ragionevole modo di pro-cedere per avere oculate certezze ed approfondimenti accurati al fine di non incorrere in eventuali san-zioni e/o impedimenti. Se per vantaggi politici si intende

l’occupalzione di poltrone allora ritengo che chi abbia fatto queste dichiarazioni non conosca bene le ragioni della nostra presenza in giunta. Le responsabilità ammini-strative e di governo si assumono insieme non certo per fare pro-paganda politica ma per impedire che certe azioni, come la proroga del contratto per i 127 contratti-sti, possono arenarsi presso gli as-sessorati competenti mandando in aria la possibile proroga dei con-tratti.

Giuseppe Mortillaro consigliere provinciale PID

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato

Egregio direttore di “Filo Diretto”,avevamo scelto (anche non accet-tando le Sue richieste di intervista), la via del silenzioso rispetto delle sentenze per ribadire, in perfetta li-nea con l’atteggiamento dignitoso, prepotentemente umile e di valore pedagogico dell’interessato, che le sentenze vanno accettate e non strumentalizzate. Ma di fronte al di-leggio, alla totale assenza di quella “pietas” che dovrebbe essere prima che un valore cristiano un valore lai-co comunemente condiviso, di fron-te al tentativo maldestro di crimina-lizzare con il metodo giustizialista e forcaiolo del processo sommario di piazza un’intera classe dirigente, vo-gliamo significarLe che ci sentiamo profondamente disgustati per quelle vignette e per i contenuti del Suo articolo, purtroppo non raro esem-pio di becero moralismo. La tesi che Lei vorrebbe imporci, è quella che una sentenza individuale di condanna di un leader di un partito o di un mo-vimento, va estesa per gli effetti eti-ci a tutti i militanti che Lei in manie-ra insulsa e politicamente scorretta chiama “sodali”. Ci troviamo di fron-

te ad un sillogismo così palesemente illogico che si commenta da solo!!! Di fronte ad una storia politica che ha coinvolto migliaia di militanti (e non clientes), non possiamo accettare giudizi sommari ed una separazione manichea delle esperienze politiche, bensì una giusta e corretta analisi storica, politica e so-ciologica, su cui siamo disposti a confrontar-ci. Quest’ultima, per quanto ci riguarda, ci spinge ad andare avanti con responsa-bilità e coerenza nella direzione che la no-stra classe dirigente sceglierà ed indicherà ai militanti. Pertanto, i suoi speciosi ed inte-ressati suggerimenti li rivolga ai Suoi ami-ci. Di una cosa siamo comunque certi: Totò Cuffaro, militante del-la DC, del PPI, del CDU, dell’UDEUR, dell’UDC, del PID non è un mafioso.

Gli Assessori ed i Consiglieri comu-nali del PID di Monreale:Nino Dina, Giuseppe la Corte, Gian-franco Cardullo, Giovanni Abruzzo, Luigi D’Eliseo, Totò Grippi, Rosario Li Causi, Maurizio Manzella, Nino Pi-cone, Giovanni Vaglica

Lettera degli Assessori e dei Consiglieri comunali del PID di Monreale

Egregi consiglieri e assessori,nessun sillogismo né alcun dileggio sono stati fatti da parte mia. Non ritengo, né tantomeno ho scritto, che chi ha condiviso per anni il percorso politico di una persona coinvolta in gravi fatti giudiziari debba automaticamente essere colluso e ne debba rispon-dere. Sodale alle scelte politiche non implica sodale nel compimento di un reato. Se così fosse dovrebbe-ro essere soggetti ad indagine tutti i parlamentari di quasi tutti i partiti presenti nel parlamento nazio-nale. Travisare le mie argomentazioni non aiuta la comune crescita culturale e politica che dovrebbe essere un obiettivo comune da perseguire. Invece di sentirVi gridare al giudizio sommario, al moralismo, al giustizialismo, i Vostri elettori, ne conosco e ne stimo tanti, vorrebbero ascoltarVi ed essere rassicu-rati su come state affrontando la questione morale che ha coinvolto i Vostri vertici. Non sarà il Vostro silenzio ad infondere loro un’iniezione di fiducia. Un’altra occasione sprecata.

Risposta del direttore

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Marzo 2011 Lettere

Caro Ing. Giuseppe Mortillaro,La invito a rileggere con più attenzione il mio editoriale del numero di febbraio per verificare come nessun livore o astio abbiano mosso la mia penna. Lei mi ac-cusa di giustizialismo. Non vedo come possa essere giunto a questa considera-zione. Per caso ha trovato su Filo Diretto delle condanne o forme di accanimento espresse su Cuffaro durante la fase pre-giudiziale del processo? E’ la prima volta che mi occupo del caso Cuffaro, e lo sto facendo a sentenza avvenuta. O forse esi-ste un quarto grado di giudizio che dob-biamo ancora attendere? La Sua accusa forse serve a distogliere l’attenzione dal vero contenuto delle mie valutazioni? Non ho commentato né tantomeno giu-dicato la sentenza, come Lei ha appena fatto. La rispetto e basta. Non ho condi-viso i festeggiamenti a base di cannoli, da parte di alcuni avversari politici in seguito alla lettura della sentenza di Cas-sazione, ma non ho altrettanto condiviso le dichiarazioni espresse dal coordina-tore Saverio Romano sulla sicura tenuta dell’elettorato del partito. Mi sarei atteso una fase di forte riflessione e un acceso dibattito interno al partito, come è fisio-logico che avvenga in una forza demo-cratica dopo essere stata attraversata da uno tsunami di tale portata. La conside-razione di Romano risulta offensiva nei confronti dei Vostri elettori, della loro intelligenza e della loro maturità politi-ca. O è solo un tentativo di non perdere l’elettorato di Cuffaro? Ecco perché, con-trariamente a quanto vuole farmi dire, io non mi auguro il dissolvimento di nessun partito politico, tanto meno del Suo, del quale apprezzo il contributo culturale che può apportare al dibattito politico.E poi, come è possibile ed accettabile che si sminuisca la questione aggrappandosi ad un sentimento nobile come l’amicizia personale? In un paese normale la fiducia assegnata ad un rappresentante politico, se non in minime percentuali, non può né dovrebbe essere legata ad un rappor-to di amicizia personale con il politico;

questa tutt’al più dovrebbe essere consi-derata una stortura del consenso elettora-le. Quest’ultimo, infatti, dovrebbe essere fondato su un solido programma di azioni da intraprendere per il bene della collet-tività. Quindi, la questione va affrontata sul piano politico e non su quello privato come quello dell’amicizia. Gran parte dei circa 300.000 elettori dell’ex UDC sicilia-no, oggi PID, hanno sposato un progetto politico basato sulla legalità e sul sostegno ai valori cristiani, ed hanno riposto la pro-pria fiducia in un leader carismatico che li potesse al meglio rappresentare. Ad una condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia a carico dello stesso leader do-vrebbero seguire sentimenti di delusione, di sfiducia e di sconforto nei confronti di chi non ha incarnato quei valori di cui si sosteneva portatore. I Vostri elettori delle spiegazioni le meritano.Inoltre, consigliere, io rispetto tantissimo l’amicizia, è sacra. Ma è un sentimento intimo, privato. Darne pubblicità, per un personaggio politico, assume un significa-to diverso. Potrebbe essere interpretato come rifiuto di una sentenza, con il grave rischio di gettare discredito sulla magi-stratura.Con riferimento alla presunta preferenza che mi attribuisce verso l’attuale governa-tore “ribaltonista”, Le ricordo che è stato l’UDC siciliano, oggi PID, a contribuire alla sua elezione con 336.826 voti dei pro-pri elettori. E’ normale pensare che dietro una penna debba esserci necessariamente una lob-by politica? Se fosse stato un più attento lettore di Filo Diretto, avrebbe constata-to che la nostra redazione ha dato spazio ma contemporaneamente non ha lesinato critiche ad esponenti di tutte le correnti politiche, locali e regionali. Da parte Sua è ingeneroso considerato che a gennaio 2011, solo due mesi fa, abbiamo ospitato una Sua intervista, e adesso le riconfer-miamo spazio e visibilità, con la Sua repli-ca al mio editoriale. Cordialmente,

Luigi Gullo

Risposta del direttore

“Gent.mo Dr. Luigi Gullo,con riferimento al Suo editoriale dal titolo “Orfani politici” mi per-metta di affidare alla Sua attenzio-ne e a quella dei lettori alcune mie riflessioni. La informo innanzitutto che il coordinatore nazionale del PID non si chiama “Sergio” (quello è un editorialista del Corriere del-la Sera) bensì Saverio. Aggiungo poi che il livore e l’a-stio che traspare dalle sue righe farebbe pensare a qualche torto o disattenzione che Ella ha subi-to dal partito dell’UDC di Cuffaro e che oggi prende il nome di Po-polari per l’Italia di domani. Vede, il rispetto della sentenza emessa dalla magistratura Cuffaro lo ha di-mostrato con i fatti e non a paro-le. Circa le dimostrazioni di affetto che sono arrivate a Cuffaro, se ne faccia una ragione: dipendono dal-la generosità, dal rapporto diretto che l’ex Presidente della regione Cuffaro (ma sicuramente Lei preferirà l’attuale governato-re ribaltonista) aveva ed ha con chi gli ha dato consenso, affetto e fiducia. Il giustizialismo di cui lei sicuramente un epigono è, a mio avviso, è esso stesso un elemento di analfabetismo civico e politico. Del resto, confinare l’esperienza politica di Cuffaro e dei suoi tanti amici dirigenti politici ad una sen-tenza della Cassazione è ingiusto oltre che perbenista. Lei dimen-tica o finge di dimenticare che il partito dell’UDC di Casini, senza Cuffaro, Romano, Dina, Gianni e tanti altri, oggi non avrebbe alcuna rappresentanza in Parlamento, ma non una Sua parola è stata spesa sull’UDC. Forse che ne fa parte? Chi conosce Cuffaro sa che non è mai stato organico con la mafia e lo stesso Procuratore generale della Cassazione (la pubblica ac-cusa)ha ribadito, alla vigilia della sentenza, che non vi erano prove della mafiosità di Cuffaro. Questo per Lei è possibile in un Paese normale? Che l’accusa dica che un imputato non è colpevole e che i giudici non lo prendano in consi-derazione? L’augurio, interessato, che Lei si fa a proposito di una disgregazione dell’elettorato di Cuffaro, credo proprio che rimarrà fantasia: i valori politici e ideali di una classe dirigente e di tanti gio-vani che militavano nell’UDC di ieri, e oggi nei Popolari di Italia doma-ni, sopravvivono a tutto il resto, anche a Lei ed a me. I pellegrinag-gi a Rebibbia sono una dimostra-

zione di vera amicizia nei confronti di un amico cui si vuole bene. Gli amici si vedono nei momenti di difficoltà e chi semina amicizia raccoglie amicizia. Chi ha avuto la fortuna di conoscere Cuf-faro sa che non c’entra nullacon la mafia. PS: i giornali americani hanno l’abitudine di fare endorsement, ossia di dichiarare il proprio orienta-mento politico e la propria linea edito-

riale in fatto di politica. Le consiglio di fare altrettanto, per una questio-ne di rispetto nei confronti dei Suoi lettori, me compreso. Servirà a fu-gare il dubbio che Lei scriva su com-missione o per interesse di qualche lobby politica. Cordialmente”

Ing. Giuseppe Mortillaro, amico di Cuffaro

Lettera del consigliere provinciale PID Giuseppe Mortillaro

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Anno II - n.13Servizi e Territorio

Sono presenti Ales-sandro Troìa, Ange-

lo Barbagallo, Maurizio Grosso (gruppo dirigen-te del neonato sindaca-to), e numerosi lavora-tori e lavoratrici della forestale.Alessandro Troìa illustra il modello orga-nizzativo che propone il nuovo sindacato: “Il nostro è un sindacato di base il cui leader potrà essere sostituito dalla base stessa che ci indicherà sempre la strada da percorrere. La base sarà costituita dai lavoratori a cui si chiede una presenza assidua, continua e formale con l’iscrizio-ne al sindacato. La nuova sede sarà un punto d’incontro e di erogazione di ser-vizi e verrà gestita da Tonino Di Maria”Nel suo intervento, Angelo Barbagallo evidenzia il contatto già avuto con Raffa-ele Lombardo, il quale dice di dichiararsi disponibile ad incontrare i rappresentan-ti del sindacato per discutere su progetti riguardanti la produttività della forestale. Maurizio Grosso inaugura la nuova sede, dichiarando di voler interrare simbolica-mente una quercia in un paese come Pioppo in cui le lotte sindacali languo-no o sono destinate ad ottenere picco-le cose, spacciate per grandi conquiste: scarpe a norma, servizi igienici e arretra-ti. Dichiara di non voler fare battaglie per “tirare a campare” ma per andare oltre, per ottenere la stabilizzazione, con una rabbia che non sia ira, ma ragionamen-to, strategia, coinvolgimento. Guarda in due direzioni Maurizio Grosso, per indi-rizzare la lotta degli operai, una istitu-zionale e l’altra della presentazione della

proposta di Legge. Quella istituzionale permetterà di interloquire con gli enti con una attenzione particolare ad una buona programmazione, per l’inserimen-to di fondi “spendibili” nel bilancio. La presentazione della proposta di Legge permetterà di risolvere il problema del precariato, già discusso a livello euro-peo. La direttiva europea stabilisce, infatti, che un lavoratore non può ri-manere precario per più di 3 anni. Ma bisogna trovare la copertura finanziaria per adeguarsi alla direttiva. “Una strada trasversale da percorrere sarà quella di formalizzare le adesioni dei lavoratori al neo sindacato”, incalza Maurizio Grosso, poiché sembra che si debbano pagare almeno 12 legali che stanno lavorando per redigere una proposta di legge la cui stesura è al 90% circa. Bisogna an-che contribuire a sostenere la persona che terrà aperta la nuova sede che sarà il mezzo per ottenere il fine:, la stabiliz-zazione dei “forestali”.

Maurizio Grosso: Stiamo lavorando per redigere una proposta di LeggeNasce il sindacato di base: Forestali uniti per la stabilizzazione

Inaugurazione della nuova sede a Pioppo, in via Provinciale 195

Piera Autovino [email protected]

CGIL-CISL-UIL hanno accettato di fir-mare accordi che non sono stati rispet-tati. Ciò li ha esposti così alla rivolta di base. Sembra siano prevalsi gli inte-ressi “materiali” dell’apparato sindacale, la sua necessità di garantirsi i privile-gi concessi dallo Stato e dall’Azienda. Essi, d’altro canto, contano presumibil-mente di poter sopravvivere come grup-po privilegiato grazie al ruolo di potere che occupano e di poter continuare a “trattare” in nome di lavoratori resi pas-sivi dall’offensiva aziendale. I lavoratori infatti sono abituati da decenni ad un sindacalismo burocratico, istituzionale

e statalizzato. Ma la massa sta comin-ciando a guardare ai risultati di questa politica sindacale che spesso porta solo ad un peggioramento delle loro condi-zioni e, al meglio, allo stallo.L’aggravarsi del conflitto sociale, la crisi economica e quella del sistema dei partiti, l’irrigidi-mento autoritario dello Stato, pongono però i lavoratori dinanzi alla necessità di attrezzarsi per affrontare lotte dure e aspre. Al di là della passività, della con-testazione di piazza che si esaurisce in una giornata, della lotta sui posti di la-voro per risolvere problemi immediati, si va sviluppando la tendenza a creare as-sociazioni sindacali di base, alternative ed indipendenti. Molti lavoratori riten-gono che i sindacati di base tenderanno a divenire simili alle altre organizzazioni sindacali, una volta raggiunti gli obiet-tivi immediati, altri pensano che siano troppo deboli e sperano ancora in un rinnovamento delle vecchie strutture, altri ancora pensano che questi piccoli sindacati possano dare una spinta pro-pulsiva per il coinvolgimento e la par-tecipazione dei lavoratori, perché meno burocratizzati e più agili nei movimenti. Ben venga lo sviluppo di qualsiasi forma di associazione che sia capace di rac-cogliere il maggior numero possibile di lavoratori e lavoratrici che attraverso il sindacato possano divenire consapevoli della forza di cui dispongono e conqui-stare coscienza della propria dignità e libertà. Ben venga un sindacato di base che miri alla collaborazione, che non abbia l’obiettivo di garantire “blocchi” di voti al politico di turno, che indivi-dui chiaramente la controparte, che in questo caso è il governo regionale, per garantire, curare e difendere sia gli in-teressi immediati, economici e profes-sionali, la solidarietà a livello categoriale e intercategoriale, che la conduzione di lotte efficaci e vincenti.

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Marzo 2011 Servizi e Territorio

In città è diventato difficile onorare i morti, almeno nella forma tradizionale.

Non c’è da meravigliarsi, perché la città non onora più nemmeno i vivi! Le esi-genze della vita urbana non concedono di potersi fermare. In paese invece è un po’ diverso! Si crea ancora un contesto di relazione umana, di vicinanza e di con-forto. Nella maggior parte dei casi, il rito funebre comincia con la veglia a casa del defunto e non si conclude con la sepoltu-ra: il corteo al cimitero per accendere un lumino, la deposizione di un fiore, il pel-legrinaggio che diventa quotidiano e poi, col tempo, periodico. Nei casi migliori, il cimitero “ben curato” appare come un dor-mitorio, un luogo dove i defunti riposano e i vivi riflettono e tornano in“relazione” con i propri cari. Il cadavere rivela la pre-carietà della condizione umana, ricorda che la morte è di tutti e tutti accomuna: “Memento Mori “(Ricordati che devi mori-re), “Fummo come voi, sarete come noi”, possiamo leggere all’ingresso di qualche cimitero qui vicino.

Il culto dei morti, nel rito del “pel-legrinaggio” alle tombe dei defunti, è molto sen-tito in pae-se, special-mente da chi si sente più vicino

nuove disposizioni, chiede, attraverso una petizione, il ripristino degli orari di aper-tura al pubblico antecedenti all’ordinan-za del 12/06/2008, evidenziando i disagi causati, esaminando le motivazioni di or-dine sia economico che organizzativo e proponendo soluzioni che non comportino aggravi di spesa per il comune. I cittadini che sollevano il problema evi-denziano infatti, come la chiusura pome-ridiana estiva abbia causato solo disagi al pubblico e problemi igienici e sanitari, e non c’è stato alcun risparmio di denaro per la pubblica amministrazione che ha corrisposto i medesimi emolumenti agli addetti ai servizi cimiteriali. Il problema delle ferie del personale è solo un proble-ma di turnazione e organizzativo interno, dal momento che le unità lavorative sono circa dieci. Inoltre, poiché il cimitero nelle ore pomeridiane rimarrà comunque aperto per le ditte che vi lavorano e che almeno una unità lavorativa sarà impe-gnata in dette ore, non si capisce perché non si possa lasciare il libero accesso ai cittadini!

Piera [email protected]

Limiti per l’accesso al Cimitero: pronta una petizioneMEMENTO MORI, ma attenti all’orario!

alla morte, da chi l’ha avuta vicina per vi-cissitudini familiari e da coloro che vivo-no la propria vita nel rispetto della storia passata e cercano momenti di ricongiun-gimento e riflessione nel luogo in cui ciò, può risultare più tangibile: il cimitero! Sembra che queste esigenze non siano “sentite” dall’attuale amministrazione monrealese che, non solo ha aumentato le tariffe cimiteriali ma, non ha fatto cor-rispondere a questi aumenti, un migliora-mento del servizio.Abbiamo evidenziato le condizioni disa-strose in cui versa il cimitero di Mon-reale in precedenti numeri del nostro giornale:la sporcizia e l’incuria dominano. L’assegnazione dei nuovi loculi comuna-li sembrava stesse dando il via ad una nuova programmazione che si è rivelata a “Chiudere per non vedere”! Abbiamo potuto verificare, a detta degli addetti ai lavori, che non esiste un piano regolatore cimiteriale e questo permette al politico di turno di decidere come organizzare il ser-vizio senza motivazioni che possano risul-tare valide per il cittadino! L’amministra-zione precedente infatti aveva disposto, con ordinanza sindacale del 12/06/2008, la chiusura pomeridiana nel mese di agosto, creando situazioni di disagio al pubblico. Con l’ordinanza del 30/06/2009 la nuova amministrazione estende la chiusura po-meridiana anche al mese di luglio e da voci di corridoio apprendiamo che si sta lavorando ad un piano di chiusura pome-ridiana per l’intero anno. Un numeroso gruppo di cittadini, alla luce di queste

Molti antropologi considerano la sepoltura dei propri simili come la prima azione propriamente umana; l’uomo, infatti, è l’unico essere vivente che seppellisce i morti e ne pratica il culto.

Aggiornamenti:

Dall’incontro di giorno 15/02/2011 tra il sindacato “Forestali Uniti per la

Stabilizzazione” e i rappresentanti dell’Azienda Foreste Dema-niali, è venuto fuori un quadro drammatico. Nel bilancio di previsione è stata stanziata la somma di 173 milioni di euro che sarebbero sufficienti a garantire gli stessi livelli occupa-zionali dell’anno scorso. Ma l’Azienda ha debiti per 70 milioni di euro, pertanto, per garantire gli stessi livelli occupazionali dell’anno scorso, effettivamente sono necessari 240 milioni di euro. Per garantire la copertura finanziaria necessaria perché si rispetti l’accordo di maggio 2009, servirebbero invece 340

milioni di euro. Per quanto riguarda gli stipendi di novembre e dicembre 2010, nelle province più popolose, gli adempimenti necessari al pagamento si concluderanno in febbraio, perché si abilitino i pagamenti entro il 15 marzo. Il pagamento del 35% degli arretrati contrattuali slitterà a finanziaria approvata (aprile/maggio), se destineranno le somme. Infine gli avviamenti segui-ranno le modalità programmatiche previste dal ciclo colturale: a marzo si comincerà quindi con le manutenzioni ordinarie che interessano i 151isti e i 101isti.I lavoratori dell’antincendio inizieranno presumibilmente a mag-gio

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Anno II - n.13Cultura

Limoncello Artigianale

Preparazione: togliete la scorza dai limoni, tagliandola molto sottile e senza la pellicina bianca (altrimenti il limoncello risulterà amaro) e mettetela dentro un barattolo insieme all’alcol per una settimana, al buio. Al termine dei sette giorni, in una casseruola, a fuoco lento, sciogliete ½ kg di zucchero in ½ litro di acqua, unite l’alcol, le bucce di limone e fate riscaldare il tutto senza portare ad ebollizione; spegnete, filtrate e lasciate raffreddare. Versate il liquore in una bottiglia e servite freddo.

Ingredienti per un litro: ½ litro di alcol, 3 limoni non trattati, ½ kg di zucchero, ½ litro di acqua.

Ricetta

Chiesa di Maria SS. Odigitria

Obiettivo di Officine Ricerca, come dall’ar-ticolo pubblicato sullo scorso numero di

Filodiretto, è quello di stimolare l’interesse verso il proprio patrimonio storico-artistico, spesso poco conosciuto, al fine di incremen-tare la consapevolezza del proprio passato e della propria identità. In questo spazio sarà quindi fatto il punto sullo stato del patrimonio della città di Monreale; su quanto questo è conosciuto, su quanto è effettivamente fruito e fruibile e su quali sono le prospettive che lo attendono consideratene sia l’attuale degrado che la possibilità di un recupero.

Ubicata nell’antico quartiere detto “Il Giardi-no della Corte”, nei pressi del quartiere del

Carmine, e contigua ai locali dell’“O-spedale di Santa Cate-rina”, la pic-cola chiesa di Maria SS. O d i g i t r i a , c o m u n e -mente det-ta dell’Itria, si affaccia sul l ’omoni-ma piazza. Fondata dai

confrati della Compagnia di San Francesco prima del 1596, venne radicalmente

rinnovata dopo il 1668. Al 1643 risa-le invece la costruzione della annes-sa cappella di San Bernardo, oggi totalmente puntellata ed inagibile. L’edificio presenta una semplice facciata a capanna, fiancheggiata sulla destra da un lineare campa-nile.L’interno a navata unica è carat-terizzato da un piccolo presbiterio leggermente sopraelevato e coperto da una volta a botte. Al 1667 risale la sontuosa decorazione in stucco realizzata dal giovane Giacomo Serpotta e da Procopio De Geraci:essa costituisce la prima opera documentata del grande stuccatore pa-lermitano, qui ancora vicino alla tradizionale decorazione in stucco siciliana propria del XVII secolo. L’apparato decorativo della chie-sa è infatti impostato sul motivo della corni-ce mistilinea, che viene però arricchito con angeli, conchiglie, festoni e grottesche i quali contribuiscono alla resa morbida e pittorica dell’insieme. Entro le cornici della volta sovra-stante la navata spiccano affreschi con episodi biblici e allegorici che raccontano le gesta del profeta Geremia, mentre la pittura della vol-ta sovrastante l’altare rappresenta la gloria di San Francesco. Tali affreschi tradizionalmente attribuiti al pittore monrealese Pietro Novelli, potrebbero tuttavia ritenersi successivi e pres-soché contemporanei alla realizzazione degli stucchi. L’altare maggiore presenta un’im-ponente decorazione in stucco, caratterizza-ta da colonne tortili attraversate da racemi dorati e culminate da architrave e fastigio.

Tale apparato conteneva la pregevole tavola di Giuseppe Albina detto il Sozzo raffigurante la Madonna dell’Itria oggi conservata a Mon-reale presso il costituendo Museo Diocesano insieme ad altre importanti opere provenienti dalla stessa chiesa. Del tutto perduta invece l’originaria pavimentazione seicentesca in ma-ioliche, che ornava gli interni contribuendo all’eleganza di questo piccolo gioiello. Più volte abbiamo tentato di aprire al pubbli-co almeno le porte dell’edificio per mostrarne quella bellezza ancora viva nonostante tutto. Ciò non è stato possibile a causa delle precarie condizioni d’insieme che non solo impedisco-no la fruizione ma che soprattutto mettono a rischio la conservazione di un’opera unica e di straordinaria importanza.Ci auguriamo che qualcuno prima o poi si ac-corga di quale perdita sarebbe se un giorno la piccola chiesa crollasse riempiendo delle sue macerie la graziosa piazzetta antistante. Sicuramente Giacomo Serpotta si rotolerebbe nella tomba.

Officine Ricerca

Veduta della Chiesa dell’Odigitria con decorazioni in stucco di Giacomo Serpotta

e Procopio De Geraci

Particolare dell’affresco del soffitto attribuito a Pietro Novelli

“D&D - Marzo in rosa: donne e diritti” è il titolo dell’iniziativa dedicata alle donne promossa dal Circolo ARCI Controcampo di Monreale, per ricordare, in un momento di grave degrado

culturale, etico e sociale, il ruolo delle donne e la possibilità di riscatto civile e morale che possono ricoprire attraverso le loro battaglie, al di là degli

stereotipi rappresentati dai media. A partire dall’8 marzo e per 4 venerdì successivi, alle 21,00 presso la sede dell’associazione oratorio del-la Chiesa della Madonna dell’Orto Salita Croci n.48, rassegna cinematografica: 5 film di impegno civile; 5 storie di donne per riflettere su temi quali le lotte per i diritti, le violenze domestiche, le mutilazioni genitali, la sensibilità dell’universo femminile.

“Vogliamo anche le rose“ Italia 2007, ”Moolaadè” Se-negal 2004, “Ti dò I miei occhi” Spagna 2003, “Donne senza uomini” Iran 2009, “Lo spazio bianco” Italia 2009, i film in programmazzione. Giorno 8 Marzo “Festa della donna”, oltre la proiezione, aperitivo e mimose.Nello stesso mese sono previste anche 2 iniziative sugli stessi temi con mostra fotografica e dibattito.