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Figure retoriche Figure di contenuto o traslati iperbole , metafora , metonimia , perifrasi , personificazione , similitudine , sineddoche , sinestesia Figure di parola e di pensiero allitterazione , anadiplosi , anafora , anastrofe , asindeto , chiasmo , climax , enallage , endiadi , epanadiplosi , figura etimologica , ipallage , iperbato , onomatopea , paronomasia , poliptoto , polisindeto , raddoppiamento , ripetizione || antitesi , eufemismo , ironia , ossimoro Figure di sentimento apostrofe , epifonema , esclamazione , interrogazione , ipotiposi Figure di contenuto o traslati Servono ad esprimere in modo più calzante e suggestivo un’idea, utilizzando un’immagine che ha con essa una relazione di somiglianza. Tra le più usate dai poeti troviamo: similitudine , metafora , personificazione o prosopopea , metonimia , sineddoche , sinestesia , perifrasi , iperbole Similitudine Consiste nel paragonare persone, animali, cose, sentimenti per associazione di idee; è introdotta da come, sembra, pare, è simile, somiglia, ecc… Nella destra scotea la spaventosa peliaca trave; come viva fiamma, o come disco di nascente Sole balenava il suo scudo… (Omero, Iliade, Libro XXII, vv171-174; traduzione di V. Monti) Gli venne dunque incontro con la nutrice che aveva in braccio il bambino, il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella. (Omero, Iliade, Libro VI, vv343-345; S. Quasimodo) Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane: mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto dell’infanzia vissuta tra queste colline, tanto è giovane. E’ come il mattino. Mi accenna negli occhi tutti i cieli lontani di quei mattini remoti. (C. Pavese, Incontro, vv 14-18) Ed io pensavo: Di tante parvenze

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Figure retoricheFigure di contenuto o traslatiiperbole, metafora, metonimia, perifrasi, personificazione, similitudine, sineddoche, sinestesia

Figure di parola e di pensieroallitterazione, anadiplosi, anafora, anastrofe, asindeto, chiasmo, climax, enallage, endiadi, epanadiplosi, figura etimologica, ipallage, iperbato, onomatopea, paronomasia, poliptoto, polisindeto, raddoppiamento, ripetizione || antitesi, eufemismo, ironia, ossimoro

Figure di sentimentoapostrofe, epifonema, esclamazione, interrogazione, ipotiposi

Figure di contenuto o traslatiServono ad esprimere in modo più calzante e suggestivo un’idea, utilizzando un’immagine che ha con essa una relazione di somiglianza. Tra le più usate dai poeti troviamo: similitudine, metafora, personificazione o prosopopea, metonimia, sineddoche, sinestesia, perifrasi, iperbole

SimilitudineConsiste nel paragonare persone, animali, cose, sentimenti per associazione di idee; è introdotta da come, sembra, pare, è simile, somiglia, ecc…   Nella destra scotea la spaventosa peliaca trave; come viva fiamma, o come disco di nascente Sole balenava il suo scudo… (Omero, Iliade, Libro XXII, vv171-174; traduzione di V. Monti)   Gli venne dunque incontro con la nutrice che aveva in braccio il bambino, il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella. (Omero, Iliade, Libro VI, vv343-345; S. Quasimodo)   Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane: mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto dell’infanzia vissuta tra queste colline, tanto è giovane. E’ come il mattino. Mi accenna negli occhi tutti i cieli lontani di quei mattini remoti. (C. Pavese, Incontro, vv 14-18)   Ed io pensavo: Di tante parvenzeche s’ammirano al mondo, io ben so a qualiposso la mia bambina assomigliare. Certo alla schiuma, alla marina schiuma…(U. Saba, Ritratto della mia bambina, vv 5-8)   Un tappeto di smeraldo sotto al cielo il monte par. (G. Carducci, In Carnia, vv 3-4)

MetaforaConsiste nel trasferire a un termine il significato di un altro termine con cui ha un rapporto di somiglianza. In breve, è una similitudine senza il termine di paragone: tu sei (simile a) un dio.

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… e prego anch’io nel tuo porto quiete.                         (morte) (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v 11)   Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi in così verde etate! Ahi, per la via…                              (gioventù) (G. Leopardi, La sera del dì di festa, vv 23-24)   …tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere,                                                  (in disgrazia) due volte sull’altar.                                                         (in trionfo) (A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv 43-48)   Tu fior de la mia pianta                                                   (figlio) (padre) percossa e inaridita, tu de l’inutil vita estremo unico fior,… (G. Carducci, Pianto antico, vv 9-12)   Si devono aprire le stelle                                                 (sbocciare come i fiori) nel cielo sì tenero e vivo. (G. Pascoli, La mia sera, vv 9 -10)   Non ho vogliadi tuffarmiin un gomitolo                                                                 (moltissime vie che si intersecano)di strade (G. Ungaretti, Natale, vv 1-4)  Piove senza rumore sul prato del mare.               (la superficie del mare è liscia e verde scuro come un prato erboso)(C. Pavese, Tolleranza, v 1)

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Personificazione - ProsopopeaPersonificazione: consiste nell’attribuire a cose e ad animali azioni o sentimenti umani.Prosopopea: affine alla personificazione consiste nell’attribuire prerogative umane a cose o a concetti inanimati o astratti, facendoli parlare o rivolgendo loro la parola.

Personificazione D’Achille i cavalli intanto, vedutoil loro auriga dalla lancia di Ettorenella polvere abbattuto, lontanodalla battaglia erano là piangenti.(Omero, Iliade, Libro XVII, vv 540-543; trad. Lorenzo De Ninis)  … e da le aurate voltea lei impietosita eco rispose…(G. Parini, Il giorno, Il mezzogiorno, vv528-529)  Febbraio è sbarazzino.…Questo mese è un ragazzo fastidioso, irritante,che mette a soqquadro la casa,…(V. Cardarelli, Febbraio, v 1; vv8-11)  Oh quei fanali come s’inseguonoaccidiosi là dietro gli alberi,tra i rami stillanti di pioggiasbadigliando la luce su ‘l fango!(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d’autunno, vv3-4)  Là, presso le allegre ranelle,singhiozza monotono un rivo.(G. Pascoli, La mia sera, vv11-12)  Da un pezzo si tacquero i gridi:là sola una casa bisbiglia.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno, vv5-6)  Mentre il cipresso nella notte nerascagliasi al vento, piange alla bufera.(G. Pascoli, Fides, vv7-8)  Sul sentiero bruciatoho visto il buon lucertolone(goccia di coccodrillo)meditare.(F. Garcia Lorca, La lucertola vecchia, vv1-4)

E’ giù, nel cortile, la povera fontana malata;che spasimo! sentirla tossire.

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Tossisce, tossisce, un poco si tace…di nuovo tossisce.Mia povera fontana, il male che hai il cuore mi preme.(A. Palazzeschi, La fontana malata, vv 6-25)  Vanno a sera a dormire dietro i montile nuvolette stanche.(U. Saba, Favoletta, vv 6-7)  Dalla finestra apertaentran le voci calme del fiume,…(A. Bertolucci, Mattino, vv 1-3)

Prosopopea Forse perché della fatal quiete tu sei l’immago a me sì cara vieni o Sera!… (U. Foscolo, Alla sera, vv1-3)   Vaghe stelle dell’Orsa, io non credeatornare ancor per uso a contemplarvi…(G. Leopardi, Le ricordanze, vv1-2)  Bella Immortal! Benefica Fede ai trionfi avvezza!Scrivi ancor questo, allegrati…(A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv97-99)  - Bei cipressetti, cipressetti miei,fedeli amici d’un tempo migliore,oh di che cuor con voi mi resterei -(G. Carducci, Davanti San Guido, vv17-19)  Upupa, ilare uccello calunniatodai poeti, che roti la tua crestasopra l’aereo stollo del pollaioe come un finto gallo giri al vento;…(E. Montale, Upupa, ilare uccello calunniato, vv1-4)

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MetonimiaConsiste nella sostituzione di un termine con un altro, con cui è in rapporto: la causa per l’effetto, l’effetto per la causa, la materia per l’oggetto, il contenente per il contenuto, lo strumento al posto della persona, l’astratto per il concreto, il concreto per l’astratto, il simbolo per la cosa simbolizzata.… s’accendon le finestre ad una ad una   (le finestre sono illuminate)            la causa per l’effetto come tanti teatri.(V. Cardarelli, Sera di Liguria, vv 5-6)

 assursero in fretta dai blandi riposi,chiamati repente da squillo guerrier.                     (tromba)                           l’effetto per la causa (A. Manzoni, Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, Adelchi, vv 35-36)

 Mentre Rinaldo così parla, fendecon tanta fretta il suttil legno l’onde,                       (barca)                            la materia per l’oggetto (L. Ariosto, Orlando furioso, Canto XLIII, LXIII)

ma per le vie del borgodal ribollir de’ tini                                     (dal mosto che bolle nei tini)          il contenente per il contenutova l’aspro odor de i vinil’anime a rallegrar.(G. Carducci, San Martino, vv 5-8)

Lingua mortal non dice                                          (un uomo)                        lo strumento al posto della persona quel ch’io sentiva in seno.(G. Leopardi, A Silvia, vv 26-27)

Tutta vestita a festala gioventù del loco                                                (i giovani)                         l’astratto per il concreto lascia le case, e per le vie si spande;(G. Leopardi, Il passero solitario, vv 32-34)

… porgea gli orecchi al suon della tua voce,ed alla man veloceche percorrea la faticosa tela.                             (faticoso lavoro)                   il concreto per l’astratto (G. Leopardi, A Silvia, vv 20-22)

  … e intanto volail caro tempo giovanil; più caro

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che la fama e l’allor,…                                        (gloria poetica)                   il simbolo per la cosa simbolizzata (G. Leopardi, Le ricordanze, vv 43-45)

 Sineddoche

Affine alla metonimia (per molti studiosi non esiste differenza tra le due figure retoriche) consiste nello spostare il significato  che abbia col primo un rapporto di quantità. Si ha quando si usa: la parte per il tutto, il tutto per la parte, il genere per la specie, la specie per il genere, il singolare per il plurale, il plurale per il singolare.

E quando la fatal prora d’Enea                                      (nave)                                la parte per il tuttoper tanto mar la foce tua cercò,…(G. Carducci, Agli amici della Valle Tiberina, vv45-46)

Sotto l’ali dormono i nidi,                                          (gli uccellini)                            il tutto per la parte come gli occhi sotto le ciglia.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno, vv7-8)

- O animal grazioso e benigno                                      (persona)                             il genere per la specie che visitando vai per l’aer personoi che tignemmo il mondo di sanguigno:…(Dante, Inferno, Canto V, vv 88-90)

…E quando ti corteggian lietele nubi estive e i zeffiri sereni,…                                      (i venti)                              la specie per il genere (U. Foscolo, Alla sera, vv 3-4)

… onde non tacquele tue limpide nubi e le tue fronde            l’inclito verso di colui che l’acque…                                 (versi)                              il singolare per il plurale (U. Foscolo, A Zacinto, vv 6-8)

O sacrosante Vergini, se fami,                                          (fame)                              il plurale per il singolare freddi o vigilie mai per voi soffersi,                                  (freddo)                             il plurale per il singolare cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami.(Dante, Purgatorio, Canto XXIX, vv 37-39)

 

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SinestesiaConsiste nel creare un’immagine associando termini che appartengono a sfere sensoriali diverse.

Ma per le vie del borgodal ribollir de’ tiniva l’aspro odor de i vini                                 sfera gustativa (aspro) + sfera olfattiva (odore)l’anime a rallegrar.(G. Carducci, San Martino, vv 5-8)

  Dormi! bisbigliano, Dormi!là, voci di tenebra azzurra…                           sfera uditiva (voci) + sfera visiva (tenebra azzurra)(G. Pascoli, La mia sera, vv35-36)

  Dai calici aperti si esalal’odore di fragole rosse.                                  sfera olfattiva (odore) + sfera visiva (fragole rosse)(G. Pascoli, Il gelsomino, vv9-10)

  Per la fresca finestrascorre amaro un sentore di foglie.                    sfera gustativa (amaro) + sfera uditiva (sentore)(C. Pavese, Ulisse, vv14-15)

 Sepolto nella bruma il mare odora.                   sfera visiva (bruma) + sfera olfattiva (odora)(V. Cardarelli, Sera di Liguria, v7)

  Appisolarmi làsoloin un caffèremotocon una luce fievole                                          sfera visiva (luce) + sfera tattile (fievole)come questadi questa luna.(G. Ungaretti, C’era una volta, v9)

  E del grave occhio glauco entro l’austeradolcezza si rispecchia ampio e quietoil divino del pian silenzio verde.                         sfera uditiva (silenzio) + sfera visiva (verde)(G. Carducci, Il bove, vv 12-14)

  Naviga in un tepor di sole occiduo                    sfera tattile (tepore) + sfera visiva (ridente)ridente a le cerulee solitudini:…(G. Carducci, Fantasia, vv 5-6)

Or ch'a i silenzi di cerulea sera

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tra fresco mormorio d'alberi e fiori                    sfera tattile (fresco) + sfera uditiva (mormorio)ella siede,...(G. Carducci, Visione, vv 1-3)

 Perifrasi o circonlocuzione

Consiste nell'indicare una persona o una cosa con un giro di parole.

e quella parte onde prima è presonostro alimento, all'un di lor trafisse:                        (l'ombelico)(Dante, Inferno, XXV, vv 85-86)

...in corso velocissimo se 'n vannolà 've Cristo soffrì mortale affanno.                           (Gerusalemme)(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. I, vv 106-107)

Ma lasciamolo andar dove lo mandail nudo arcier che l'ha nel cor ferito.                           (l'amore)(L. Ariosto, Orlando furioso, C.IX, vv 739-740)

e l'arca di Colui che nuovo Olimpo                           (Michelangelo e la cupola di S. Pietro) alzò in Roma a' Celesti;...(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 159-160)

                                ... nuichiniam la fronte al MassimoFattor, che volle in lui...                                             (Dio)(A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv 32-34)

Tu pria che l'erbe inaridisse il verno                           (l'autunno)(G. Leopardi, A Silvia, v 40)

Amo te, vite, che tra bruni sassipampinea ridi, ed a me pia maturiil sapiente de la vita oblio.                                          (il vino)(G. Carducci, Colloqui con gli alberi, vv 9-11)

Giova guarire? Giova che si viva?O meglio giova l'Ospite furtiva                                    (la morte) che ci affranca dal Tempo e dallo Spazio?(G. Gozzano, La signorina Felicita, VII, vv 40-43)

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Questo che a notte baluginanella calotta del mio pensiero...                                    (la testa)(E. Montale, Piccolo testamento, vv 1-2)

IperboleConsiste nell'esagerare o ridurre, oltre i limiti normali, la qualità di una persona, animale, cosa o un'idea. - O frati, - dissi, - che per centomilaperigli siete giunti all'occidente;a questa tanto picciola vigiliade' nostri sensi ch'è del rimanente,non vogliate negar l'esperienza,diretro al sol, del mondo sanza gente... -(Dante, Inferno, C. XXVI, vv 112-117)

Erano i capei d'oro a l'aura sparsiche 'n mille dolci nodi gli avolgea,e 'l vago lume oltra misura ardeadi quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;...(F. Petrarca, Canzoniere, XC, vv 1-4)

Parve ch'a tal domanda si cangiassila maga in viso, e fe' degli occhi rivi,...(L. Ariosto, Orlando furioso, c. III, vv  485-486)

Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti)di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. XII, vv. 467-468)

Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo;...(G. Leopardi, L'infinito, vv  4-7)Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.(E. Montale, Xenia II, 5, vv. 1-2)

Come sei più lontana della luna,ora che sale il giornoe sulle pietre batte il piede dei cavalli!(S. Quasimodo, Ora che sale il giorno, vv 10-12)

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Figure di parola e di pensieroIl poeta ottiene speciali effetti o disponendo con una tecnica particolare le parole nel verso (Figure di parola) o arricchendo di sfumature personali le proprie idee (Figure di pensiero).

Figure di parolaallitterazione, anadiplosi, anafora, anastrofe, asindeto, chiasmo, climax, enallage, endiadi, epanadiplosi, figura etimologica, ipallage, iperbato, onomatopea, paronomasia, poliptoto, polisindeto, raddoppiamento, ripetizioneFigure di pensieroantitesi, eufemismo, ironia, ossimoro 

AllitterazioneConsiste nel ripetere le stesse lettere (vocale, consonante o sillaba) all’inizio, ma anche all’interno di due o più parole successive legate dal senso. e caddi come corpo morto cade.(Dante, Inferno, Canto V, v 142)

Sotto questi cipressi, ove non spero,ove non penso di posarmi più:…(G. Carducci, Davanti San Guido, vv 105-106)

tra fresco mormorio d'alberi e fiori(G. Carducci, Visione, v 2)

Lenta e rosata sale su dal marela sera di Liguria,…(V. Cardarelli, Sera di Liguria, vv 1-2)

Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d’orto,…(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv 1-2)

Viene il freddo. Giri per dirlotu, sgricciolo, intorno le siepi;e sentire fai nel tuo zirlolo strido di gelo che crepi.(G. Pascoli, L’uccellino del freddo, vv 1-4)

Col maremi sono fattouna baradi freschezza.(G. Ungaretti, Universo)

Di tutto quel cupo tumulto,di tutta quell’aspra bufera,

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non resta che un dolce singultonell’umida sera.(G. Pascoli, La mia sera, vv 13-16)

 Paronomasia

Consiste nell’accostare due parole che presentano suoni simili con un significato diverso, ma che a volte hanno anche un legame etimologico.  Ed egli a me: - La tua città ch’è pienad’invidia sì che già trabocca il sacco,seco mi tenne in la vita serena -(Dante, Inferno, Canto VI, vv 49-51)

I’ fui per ritornar più volte volto.(Dante, Inferno, Canto I, v 36)  

Quivi stando, il destrier ch'avea lasciatotra le più dense frasche alla fresca ombra,...(L. Ariosto, Orlando furioso, VI, 201-202)

Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi,…(G. Leopardi, L’infinito, vv 5-6)  

Tu, placido e pallido ulivo,non dare a noi nulla;…(G. Pascoli, La canzone dell’ulivo, vv 60-61)  

Scrisse musiche inedite, inaudite,oggi sepolte in un baule o andateal macero…(E. Montale, Xenia I, 13, vv4-6)  

Me ne vado per le stradestrette oscure e misteriose.(D. Campana, La petite promenade du poète, vv1-2)  

Trema un ricordo nel ricolmo secchio,nel puro cerchio un’immagine ride.(E. Montale, Cigola la carrucola del pozzo, vv3-4)  

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S’è rifatta la calmanell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.(E. Montale, Maestrale, vv1-2)    

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AnaforaConsiste nella ripetizione di una parola all’inizio di due o più versi.S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;s’i’ fosse vento, lo tempesterei;s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,ché tutti ’ cristiani embrigarei;s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei?a tutti mozzarei lo capo a tondo.S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:similemente faria da mi’ madre.S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,torrei le donne giovani e leggiadre:le vecchie e laide lasserei altrui.(Cecco Angiolieri, S’i’ fosse foco…)

I bimbi di Estremaduravanno scalzi.Chi gli ha rubato le scarpe? Li ferisce il caldo e il freddo.Chi gli ha strappato i vestiti? La pioggia gli bagna il letto e il sonno.Chi demolì la casa? Non sanno i nomi delle stelle.Chi gli chiuse la scuola? I bimbi di Estremadura sono serii.Chi fu il ladro dei loro giochi?(Rafael   Alberti , I bimbi di Estremadura;traduzione di V. Bodini) Le voci che parlano all’una di nottealla segreteria telefonica,quella un po’ alcolica dell’amico che chiama da una festa,quella dall’accento tedesco che evoca campi,quella di tanti che non conosci,…(R. Mussapi, Le voci che parlano all’una di notte, vv1-5)

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Onomatopea o armonia imitativaConsiste nell’imitare un suono, un rumore, la voce degli animali, un’azione. E le galline cantavano, Un cocco!ecco ecco un cocco un cocco per te! (G. Pascoli, Valentino, vv 15-16) A tutte l’ore gettate all’aria,chi di tra i solchi, chi di sui rami,la vostra voce stridula e varia,chi, che ripeta, chi, che richiami.(G. Pascoli, Primo canto, vv10-13) … squassavano le cavallettefinissimi sistri d’argento…(G. Pascoli, L’assiuolo, vv 19-20) Sciacqua, sciaborda,scroscia, schiocca, schianta,romba, ride, canta,…(G. D’Annunzio, Alcyone, L’onda, vv 63-65) …ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di serpi.(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv 3-4) Le vele le vele le veleche schioccano e frustano al vento(D. Campana, Barche amarrate, vv 1-2)

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Figura etimologica o annominazioneConsiste nel ripetere nello stesso verso due o più parole che hanno la stessa base etimologica.

Amor, che a nullo amato amar perdona...(Dante, Inferno, c. V, v. 103)

Morte m' ha morto, e sola po far Mortech' i' torni a riveder quel viso lieto.(F. Petrarca, Mia benigna fortuna è 'l viver lieto, vv. 43-44)

Misera Armida, allor dovevi, e degnoben era, in quel crudele incrudelire,che tu prigion l'avesti;...(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. XVI, vv. 513-515)

Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,in tutt'altre faccende affaccendato,a questa roba è morto e sotterrato.(G. Giusti, Sant'Ambrogio, vv. 24-26)

Tra i popoli dei nidi,io vi sentii la vocemia di fanciullo... E vidinel crocevia, la croce.(G. Pascoli, Mia madre, vv. 13-16)

Ed ecco una nave,ecco le vele etruschepartitesi dal litodi Luni lunatoe niveo di marmi.(G. D'Annunzio, Le madri, vv. 65-69)

Il suo amore, impassibile farebbenumerare le innumere sue spinespargendosi nelle ore, nei minuti.(G. Ungaretti, Cori descrittivi di stati d'animo di Didone, XIII, vv. 3-5)

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 Anastrofe

Consiste nell'invertire l'ordine naturale delle parole all'interno di un verso.

La donna il palafreno a dietro volta,e per la selva a tutta briglia il caccia;(L. Ariosto, Orlando furioso, C. I, vv 97-98)

Ali ha ciascuno al core ed ali al piede,né del suo ratto andar però s'accorge;(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. III, vv 17-18)

A egregie cose il forte animo accendonol'urne de' forti, o Pindemonte; e bella...(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 151-152)

PoliptotoConsiste nel ripetere un vocabolo in forme o funzioni grammaticali diverse.

Qual è colui che suo dannaggio sogna,che sognando desidera sognare...(Dante, Inferno, C. XXX, vv 136-137)

... tanto più che, per quel ch'apparea fuori,io credea e credo, e creder credo il vero,ch'amassi et ami me con cor sincero.(L. Ariosto, Orlando furioso, C. IX, vv 182-184)

... e quivi, deposta l'usata minaccia,le donne superbe, con pallida faccia,i figli pensosi pensose guatar.(A. Manzoni, Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, vv 22-24)

... e gli occhi fermi, l'iridi sincereazzurre d'un azzurro di stoviglia...(G. Gozzano, La signorina Felicita, III, vv 11-12)

I miei morti che prego perché preghinoper me, per i miei vivi com'io invece...(E. Montale, Proda di Versilia, vv 1-2)

Un sogno di bellezza un dì mi prese.Ero fra calda gente in un caldo paese.(S. Penna, Un sogno di bellezza un dì mi prese)

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Ed era letto agli egri corpi il gelo.(G. Leopardi, Sopra il monumento di Dante, v 145)

Corron tra 'l Celio fosche e l'Aventinole nubi: il vento dal pian tristo move...(G. Carducci, Dinanzi alle Terme di Caracalla, vv 1-2)

Mi scosse, e mi corsele vene il ribrezzo.Passata m'è forserasente, col rezzodell'ombra sua nera,la morte...(G. Pascoli, Il brivido, vv 1-6)

Odono i monti e le valli e le selvee i fonti e i fiumi e l'isole del mare.(G. D'Annunzio, L'oleandro, vv 374-375)

Cercavano il miglio gli uccellied erano subito di neve;(S. Quasimodo, Antico inverno, vv 5-6) 

 Iperbato

Consiste nel separare due parole che dovrebbero stare insieme, interponendovi altri elementi.

...io parlo de' begli occhi e del bel volto,che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto.(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 639-640)

...i ritrosi pareri e le non prontee in mezzo a l'eseguire opere impedite.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. I, vv 235-236)

...e tu gli ornavi del tuo riso i cantiche il lombardo pungean Sardanapalo,...(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 57-58)

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Talor m'assido in solitaria parte,sovra un rialto, al margine d'un lagodi taciturne piante incoronato.(G. Leopardi, La vita solitaria, vv 23-25)

...il divino del pian silenzio verde.(G. Carducci, Il bove, v 14)

O, tinta d'un lieve rossore,casina che sorridi al sole!(G. Pascoli, In viaggio, vv 31-32)

Anche avremo di miele e di frisellola focaccia che fu grata a Priapo...(G. D'Annunzio, Feria d'agosto, vv 45-46)

... me al largosospinge ancora il non domato spirito,e della vita il doloroso amore.(U. Saba, Ulisse, vv 11-13, Mediterranee)

Gloria del disteso mezzogiornoquand'ombra non rendono gli alberi,...(E. Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, vv 1-2)...un'eco di mature angoscerinverdiva a toccar segnialla carne oscuri di gioia.(S. Quasimodo, S'udivano stagioni aeree passare, vv 3-5)

 

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ChiasmoConsiste nel disporre in modo incrociato, secondo la forma della lettera greca(chi), due termini o due frasi.

Quell'uno e due e tre che sempre vivee regna sempre in tre e 'n due e 'n uno,(Dante, Paradiso, C. XIV, vv 28-29) ...indi traendo poi l'antico fiancoper l'estreme giornate di sua vitaquanto più po col buon voler s'aita,rotto dagli anni e dal cammino stanco.(F. Petrarca, Movesi il vecchierel canuto e bianco, vv 5-8)

Immota e come attonita ste' alquanto;poi sciolse al duol la lingua, e gli occhi al pianto.(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 311-312)

Fuggì tutta la notte e tutto il giornoerrò senza consiglio e senza guida,non udendo o vedendo altro d'intorno,che le lagrime sue, che le sue strida.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. VII, vv 17-20)

- Bei cipressetti, cipressetti miei,fedeli amici d'un tempo migliore,oh di che cuor con voi mi resterei -guardando io rispondeva - oh di che cuore!...(G. Carducci, Davanti San Guido, vv 17-20)

Oh! dormi col tremolio mutodell'esile cuna che avesti!non piangerlo tutto, il minutoche avesti, dell'esile vita!(G. Pascoli, Il sogno della vergine, vv 55-58)

O nere e bianche rondini, tra nottee alba, tra vespro e notte, o bianche e nereospiti lungo l'Affrico notturno!(G. D'Annunzio, Lungo l'Affrico, vv 21-23)

 Climax o gradazione

Consiste nell'ordinare i concetti in modo che dall'uno si passi all'altro come per gradi. Può essere

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ascendente o discendente.

O mia stella, o fortuna, o fato, o morte,o per me sempre dolce giorno e crudo,...(F. Petrarca, Canzoniere, CCXCVIII, 12-13)

Ecco sono agli oltraggi, al grido, all'ire,al trar de' brandi, al crudel suon de' ferri;(L. Ariosto, Orlando furioso, c. XXIV, 785-786)

Non cala il ferro mai, ch'a pien non colga,né coglie a pien, che piaga anco non faccia,né piaga fa, che l'alma altrui non tolga;(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. IX, 177-179)

Quando Orion dal cielodeclinando imperversa;e pioggia e nevi e gelosopra la terra ottenebrata versa, [...](G. Parini, La caduta, 1-4)

Vecchierel bianco, infermo,mezzo vestito e scalzo,con gravissimo fascio in su le spalle,per montagna e per valle,per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,al vento, alla tempesta, e quando avvampal'ora, e quando poi gela,corre via, corre, anela,varca torrenti e stagni,cade, risorge, e più e più s'affretta,senza posa o ristoro,lacero, sanguinoso, [...](G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, 21-32)

Un corriero è salito in arcioni;prende un foglio, il ripone, s'avvia,sferza, sprona, divora la via;ogni villa si desta al rumor.(A. Manzoni, Il Conte di Carmagnola, Atto II, Scena VI, Coro, 77-80)

Già il mostro, conscio di sua metallicaanima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammeiocchi sbarra;...(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d'autunno, 29-31)

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La terra ansante, livida, in sussulto;il cielo ingombro, tragico, disfatto:(G. Pascoli, Il lampo, 2-3)

Palpita, sale,si gonfia, s'incurva,s'alluma, propende.(G. D'Annunzio, L'onda, 30-32)

 Ripetizione

Consiste nel ripetere, ad intervalli, due o più volte una o più parole.

Sennuccio, i' vo' che sappi in qual maneratrattato sono e qual vita è la mia:ardomi e struggo ancor com'io solia,l'aura mi volve, e son pur quel ch'i' m'era.

Qui tutta umile e qui la vidi altera,or aspra or piana, or dispietata or pia;or vestirsi onestate or leggiadria,or mansueta or disdegnosa e fera.

Qui cantò dolcemente, e qui s'assise,qui si rivolse, e qui rattenne il passo,qui co' begli occhi mi trafisse il core;

qui disse una parola, e qui sorrise,qui cangiò il viso. In questi pensier, lasso,notte e dì tiemmi il signor nostro Amore.(F. Petrarca, Canzoniere, CXII)

Sia destin ciò ch'io voglio: altri dispersosen vada errando, altri rimanga ucciso,altri, in cure d'amor lascive immerso,idol si faccia un dolce sguardo e un riso;(T. Tasso, Gerusalemme liberata, IV, 129-132)

e corri, corri, corri! con la scurecorri e co' dardi, con la clava e l'asta;corri! minaccia gl'itali penatiAnnibal diro.(G. Carducci, Alle fonti del Clitumno, 65-68)

Non vogliamo ricordarevino e grano, monte e piano,la capanna, il focolare,mamma, bimbi... Fate piano!piano! piano! piano! piano!(G. Pascoli, L'or di notte, 21-25)

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Nulla tu offri al mio cuore che lo consoli un momento,sì ch'esso quasi sgomento non vede in te che un colore:

il colore della noia e dei fiori di bugia,il colore della mia giovinezza senza gioia;

il colore del passato che ritorna ben vestito,il color dell'infinito e di ciò che non è stato;

il color della mia vita, della mia scioperataggine,il color della piombaggine, il color della matita;

il colore di queste ore così lente a calar giùdai lor numeri, il colore che non è colore più.(M. Moretti, Ramo d'ulivo, 11-20)

a metà è la mia vita a metà il giornoa metà ormai la mia solitudine.(A. Bertolucci, Il frate, 13-14)

 

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Raddoppiamento (Geminatio o Epanalessi)Forma di ripetizione che consiste nel raddoppiare una o più parole, due o più volte, senza l'intervallo d'altre parole, all'inizio, alla fine o all'interno di un verso.

Dunque che è? Perché, perché ristai?(Dante, Inferno, II, 121)

[...]coll'altre schiere travagliate e 'nferme,gridan: O Signor nostro, aita, aita;(F. Petrarca, Spirto gentil che quelle membra reggi, 61-62)

Cangia, cangia consiglio,pazzarella che sei.(T. Tasso, Aminta, Atto I, Scena I, 165-166)

Amore, amore, assai lungi volastidal petto mio, che fu sì caldo un giorno...(G. Leopardi, La vita solitaria, 39-40)

[...]io voglio io voglio adagiarmiin un tedio che duri infinito.(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d'autunno, 59-60)

Ma non per me, non per me piango; io piangoper questa madre che, tra l'acqua spera,per questo padre che desìa, nel fango;(G. Pascoli, Il giorno dei Morti, 160-162)

Qual donna s'abbandona(se non tu, se non tu) sì dolcementecon questa placata correntìa?(G. D'Annunzio, Bocca d'Arno, 6-8)

Ha qualcosa di me, di me lontanonel tempo...(U. Saba, Il fanciullo appassionato, 3-4)

 Anadiplosi

Forma di ripetizione che consiste nel ripetere una o più parole di un verso all'inizio del successivo.

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Ma passavam la selva tuttavia.La selva, dico, di spiriti spessi.(Dante, Inferno, IV, 65-66)

Più volte Amor m'avea già detto: Scrivi,scrivi quel che vedesti in lettre d'oro, [...](F. Petrarca, Canzoniere, XCIII, 1-2)

La tua fronte non è più cielo,da quel mio cielo sole non cade,da quel sole luce non prendee colore il mio giorno.(Libero De Libero, Romanzo, V, 2-5)

Muore il ragazzo un pocoogni giorno per giuoco.Per giuoco morde invanoil cavo della mano.(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, VII, 1-4)

Ho risposto nel sonno: - E' il vento,il vento che fa musiche bizzarre -(V. Sereni, Diario d'Algeria, II, 8-9)

E se ne va. Tutto quello ch'essa sa dirmi lo dicea questo suo ramoscello che adornerà una cornice.

Adornerà la cornice dorata a capo del lettol'ulivo ch'è benedetto, l'ulivo che benedice.(M. Moretti, Ramo d'ulivo, 3-6)

C'è un fanciullo che incontro nelle miepasseggiate, un fanciullo un poco strano.(U. Saba, Il fanciullo appassionato, 1-2)

Oh il gocciolio che scende a rilentodalle casipole buie, il tempo fatto acqua,il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento,il vento che tarda, la mort e, la morte che vive!(E. Montale, Notizie dell'Amiata, 43-46)

 Epanadiplosi

Forma di ripetizione che consiste nell'iniziare e terminare un verso con la stessa parola o gruppo di

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parole.

Prendi partito accortamente, prendi(F. Petrarca, I' vo pensando, e nel penser m'assale, 23)

E' giunto il fin de' lunghi dubbi, è giunto,nobiluomini, il dì che statuitofu a risolver da voi. [...](A. Manzoni, Il Conte di Carmagnola, Atto I, Scena I, 1-3)

Presso il rudere un pezzentecena tra le due fontane:pane alterna egli col pane,volti gli occhi all'occidente.(G. Pascoli, Il mendico, 1-4)

Rimanete, vi prego, rimanetequi. Non vi alzate! Avete voi bisognodi luce? [...](G. D'Annunzio, La Sera, 1-3)

Salisci, mia Diana, salisci,salisci codesto scalino.(A. Palazzeschi, Le mie ore, Diana, 1-2)

C'era - una volta - qualche cosa. C'erala nostalgia d'una labile terra, [...](M. Moretti, Quel che c'era una volta, 1-2)

Non sente la montagna chi non sentequesta farfalla, simbolo dell'Alpi [...](G. Gozzano, Parnassus Apollo, 1-2)

Certo, si piacciono, certol'uno dell'altra ha gioia a giudicaredal cigolio del letto che si faritmo d'un brutto sogno oppuresussulto in dormiveglia, quasi vero.(V. Sereni, Un incubo, 1-5)

 Enallage

Consiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra (aggettivo per avverbio, aggettivo per nome, tempo presente per il futuro, ecc.)

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... perch'io sia giunto forse alquanto tardo,             >>> invece di tardinon t'incresca restare a parlar meco...(Dante, Inferno, XXVI, 22-23)

Scorre più sotto il re canuto a piededa l'una a l'altra porta e 'n su le muraciò che prima ordinò cauto rivede                          >>> invece di cautamentee i difensor conforta e rassecura:(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XI, 225-228)

... Al tardo onore                                                  >>> invece di giunto tardivamentenon sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno,l'ora estrema ti fu...(G. Leopardi, Ad Angelo Mai, 132-134)

Languido il tuon de l'ultimo cannone                        >>> invece di languidamentedietro la fuga austriaca moria:(G. Carducci, Piemonte, 73-74)

e stridere odo l'arcoforte e sibilare lo strale                                             >>> invece di fortemente(G. D'Annunzio, Il Gombo, 47-48)

... l'attacchinosposta dolce la scala lungo i muri                             >>> invece di dolcementein un fruscio di carta.(A. Gatto, Un'alba, 7-9)

 

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IpallageConsiste nell'attribuire ad un termine l'aggettivo che si riferisce ad un altro all'interno di uno o due versi.

...tal mi fec'io di mia virtute stanca                                >>> è il poeta abbattuto, non il suo coraggio(Dante, Inferno, II, 130)

... e spesso all'ore tarde, assisosul conscio letto, dolorosamente                                >>> è il poeta conscio, non il letto(G. Leopardi, Le ricordanze, 113-114)

O desiata verde solitudine                                          >>> è la campagna verde, non la solitudinelungi al rumor de gli uomini!(G. Carducci, Ruit hora, 1-2)

Qual è questa via senza fineche all'alba è sì tremula d'ali?                                      >>> sono le ali tremule, non la via(G. Pascoli, Le rane, 9-10)

O forse lungo l'Affrico che rigala pallida contrada                                                       >>> sono gli ulivi pallidi, non la contradaove i campi il cipresso han per confine?(G. D'Annunzio, Il fanciullo, 8-10)

E ora, in queste mattinecosì stanche                                                                 >>> è il poeta stanco, non le mattineche ho smesso di chiedere e di sperare,...(V. Cardarelli, Estiva, 23-25)

Il fanciullo preme sulla terrala sua mano vittoriosa                                                  >>> è il fanciullo vittorioso, non la mano(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, 12-13)

Deola passa il mattino seduta al caffèe nessuno la guarda. A quest'ora in città corron tuttisotto il sole ancor fresco dell'alba...                             >>> è l'alba fresca, non il sole(C. Pavese, Pensieri di Deola, 1-3)

 Asindeto

Consiste nell'accostare proposizioni o loro membri senza l'uso delle congiunzioni.

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Diverse lingue, orribili favelle,parole di dolore, accenti d'ira,voci alte e fioche, e suon di man con elle.(Dante, Inferno, III, 25-27)

Vegghio, penso, ardo, piango, e chi mi sface [...](Francesco Petrarca, Canzoniere, CLXIV, v 5)

Spesso in conviti, e sempre stanno in feste,in giostre, in lotte, in scene, in bagno, in danza:or presso ai fonti, all'ombre de' poggietti,leggon d'antiqui gli amorosi detti.(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, VII, st. 31)

Ma che non puote il tempo? e che non puote,servendo, meritando, supplicando,fare un fedele ed importuno amante?(Torquato Tasso, Aminta, Atto I, Scena I, 65-67)

Dagli atri muscosi, dai Fori cadenti,dai boschi, dall'arse fucine stridenti,dai solchi bagnati di servo sudor,un volgo disperso repente si desta;(Alessandro Manzoni, Dagli atrii muscosi..., Adelchi,Atto III, Coro, 1-4)

Già la corte, il ministero,il soldato, il birro, il clero,manda il morto al diavolo.(Giuseppe Giusti, Il dies ira e, 16-18)

Esili foglie, magri rami, cavotronco, distorte barbe, piccol frutto,ecco, e un nume ineffabile risplendenel suo pallore!(Gabriele D'Annunzio, L'ulivo, 9-12)

ella dolce ella grave ella pia,corregge conforta consiglia.(Giovanni Pascoli, Sorella, 3-4)

 Polisindeto

Consiste nel collegare varie proposizioni o loro membri con numerose e ripetute congiunzioni.

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Non altrimenti fan, di state, i canior col petto, or col piè, quando son morsio da pulci o da mosche o da tafani.(Dante, Inferno, XVII, 49-51)

[...]è l'aura mia vital da me partitae viva e bella e nuda al ciel salita:(Francesco Petrarca, Canzoniere, CCLXXVIII, 4-5)

Avea in ogni sua parte un laccio teso,o parli o rida o canti o passo muova:né maraviglia è se Ruggier n'è preso,poi che tanto benigna se la truova.(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, VII, st. 16)

Vinta da l'ira è la ragione e l'artee le forze il furor ministra e cresce.Sempre che scende il ferro o fora o parteo piastra o maglia, e colpo in van non esce.(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, VI, st. 47)

Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,ultima Dea, fugge i sepolcri; e involvetutte cose l'obblio nella sua notte;e una forza operosa le affaticadi moto in moto; e l'uomo e le sue tombee l'estreme sembianze e le reliquiedella terra e del ciel traveste il tempo.(Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, 16-22)

E ripensò le mobilitende, e i percossi valli,e il lampo de' manipoli,e l'onda dei cavalli,e il concitato imperioe il celere ubbidir.(Alessandro Manzoni, Il Cinque Maggio, 79-84) 

 Endiadi

Consiste nell’esprimere un concetto unico servendosi di due parole.

O delli altri poeti onore e lume

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(Dante, Inferno, I, 82)

Giaufrè Rudel, ch’usò la vela e il remoa cercar la sua morte...(Francesco Petrarca, Trionfo d’Amore, IV, 52-53)

e credo da le fasce e da la cullaal mio imperfetto, a la fortuna avversa,questo rimedio provedesse il cielo.(Francesco Petrarca, Gentil mia donna, i’ veggio..., 52-54)

Chi è fermato di menar sua vitasu per l’onde fallaci e per li scogli,(Francesco Petrarca, Canzoniere, LXXX, 1-2)

Deh! fate un corpo sol de’ membri amici;fate un capo che gli altri indrizzi e frene;date ad un sol lo scettro e la possanza,e sostenga di re vece e sembianza.(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, I, st. 31)

... e il grande imperodi quella Roma, e l’armi, e il fragorio...(Giacomo Leopardi, La sera del dì di festa, 35-36)

Candida, vereconda, austera lunache vapori e tepor per l’alta nottesaliano a te dagli erborati colli;(Giosuè Carducci, Notte di Maggio, 7-9)

[...]quando, stagliate dentro l’oro e il fuoco,le paranzelle in una riga lungadondolano sul mar liscio di lacca.(Giovanni Pascoli, I puffini dell’Adriatico, 12-14)

Nell’oro e nella porporaaperte palpitanole ali, le ali apollinee.(Gabriele D’Annunzio, Alcione, Ditirambo I, 452-454)

 Ossimoro

Consiste nell'accostare due termini che hanno significato opposto.

tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo,tutto tremar d'un amoroso gielo.(F. Petrarca, Non al suo amante più Diana piacque, vv. 7-8)

Ma il fanciullo Rinaldo e sovra questi

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e sovra quanti in mostra eran condutti,dolcemente feroce alzar vedrestila regal fronte, e in lui mirar sol tutti.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, c. I, vv. 457-460)

Silvia, rimembri ancoraquel tempo della tua vita mortale,quando beltà splendeanegli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,e tu, lieta e pensosa, il limitaredi gioventù salivi?(G. Leopardi, A Silvia, vv. 1-6)

Sentia nell'inno la dolcezza amarade' canti uditi da fanciullo;...(G. Giusti, Sant'Ambrogio, vv. 65-66)

O viso dolce di pallor roseo,o stillanti occhi di pace, o candidatra' floridi ricci inchinatapura fronte con atto soave!(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d'autunno, vv. 37-40)

Le pie lucerne brillano intorno,là nella casa, qua sulla siepe:sembra la terra, prima di giorno,un piccoletto grande presepe.(G. Pascoli, Le ciaramelle, vv. 13-16)

Figure di Neumi elle sonoin questa concordia discorde.(G. D'Annunzio, Undulna, vv. 41-42)

Cessate d'uccidere i morti...(G. Ungaretti, Non gridate più, v. 1)

Si scambiano motti superbie dolcissime ingiurie. La Sera...(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, vv. 5-6) 

 Eufemismo

Consiste nell'attenuare un'espressione troppo cruda o realistica o inopportuna.Quando rispuosi, cominciai: - Oh lasso,quanti dolci pensier, quanto disiomenò costoro al doloroso passo! -                (l'adulterio e quindi la perdizione eterna)(Dante, Inferno, V, vv.112-114)

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i' so' colei che ti die' tanta guerra,et compie' mia giornata inanzi sera                  (morii prematuramente)(F. Petrarca, Levommi il mio penser in parte ov'era, vv 7-8)

Ma il primo lustro a pena era varcatodal dì ch'ella spogliossi il mortal velo,              (corpo umano)(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. IV, vv 289-290)

Forse tu fra plebei tumuli guardivagolando, ove dorma il sacro capo                (sia seppellito)del tuo Parini?...(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 70-72)

Ei t'ode; oh ciel! tu manchi! ed io...                 (muori)in servitude a piangerti rimango.(A. Manzoni, Adelchi, Atto V, Scena VIII, vv 84-85)

... Ivi danzando; in frontela gioia ti splendea, splendea negli occhiquel confidente immaginar, quel lumedi gioventù, quando spegneali il fato,e giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna             (eri morta)l'antico amor...(G. Leopardi, Le ricordanze, vv 153-158)

E dimani cadrò. Ma di lontano                        (morirò)pace dicono al cuor le tue colline(G. Carducci, Traversando la Maremma toscana, vv 11-12)

 Antitesi

Consiste nell'accostare due parole o concetti di senso opposto.

- Vergine Madre, figlia del tuo figlio,umile e alta più che creatura,termine fisso d'etterno consiglio,...-(Dante, Paradiso, C. XXXIII, vv 1-3)Vano error vi lusinga:poco vedete, et parvi veder molto,ché 'n cor venale amor cercate o fede.(F. Petrarca, Italia mia, benché 'l parlar sia indarno, vv 23-25)

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Sommessi accenti e tacite parole,rotti singulti e flebili sospiride la gente ch'in un s'allegra e duole,...(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. III, vv 41-43)

... Al tardo onorenon sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno,l'ora estrema ti fu...(G. Leopardi, Ad Angelo Mai, vv 132-134)

strumenti ciechi d'occhiuta rapina,(G. Giusti, Sant'Ambrogio, v 83)

Breve e amplissimo carme, o lievementeco 'l pensier volto a mondi altri miglioril'Alighier ti profili o te co' fioricolga il Petrarca lungo un rio corrente;(G. Carducci, Al sonetto, vv 1-4)

dov'era, dietro siepi riquadredi biancospino, dietro un cancelloverde, ciò ch'era della mia madre,nostro, ma poco; poco, ma bello.(G. Pascoli, Il nido di "Farlotti", vv 9-12)

 Ironia

Consiste nel dire il contrario di ciò che si pensa.

Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande,che per mare e per terra batti l'ali,e per lo 'nferno tuo nome si spande!(Dante, Inferno, XXVI, 1-3)

Oh me dolente! Come mi riscossiquando mi prese dicendomi: - Forsetu non pensavi ch'io loico fossi! -(Dante, Inferno, XXVI, 121-123)

Vieni a veder la gente quanto s'ama!E se nulla di noi pietà ti move,a vergognarti vien della tua fama.(Dante, Purgatorio, VI, 115-117)

[...]talmente che le misere donzellech'abbino o aver si credono beltade(come affatto costui tutte le invole)

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non escon fuor sì che le veggia il sole.(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, IV, 45-48)

- Vienne in disparte pur tu, che omicidasei de' giganti solo e de gli eroi;l'uccisor de le femmine ti sfida -(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XIX, st. 5)

Ardirò ancor tra i desinari illustrisul meriggio innoltrarmi umil cantore,poiché troppa di te cura mi punge,signor, ch'io spero un dì veder maestroe dittator di graziosi modiall'alma gioventù che Italia onora.(Giuseppe Parini, Il giorno, Il Mezzogiorno, 1-6)

Pene tu spargi a larga mano; il duolospontaneo sorge: e di piacer, quel tantoche per mostro e miracolo talvoltanasce d'affanno è gran guadagno. Umanaprole cara agli eterni! [...](Giacomo Leopardi, La quiete dopo la tempesta, 47-51)

Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,in tutt'altre faccende affaccendato,a questa roba è morto e sotterrato.(Giuseppe Giusti, Sant'Ambrogio, 24-26)

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Figure di sentimentoIl poeta, modificando un suono o trasformando la struttura del verso, pone in rilievo, in modo più marcato, l’intensità del suo stato d’animo. Le principali sono: apostrofe, epifonema, esclamazione, interrogazione, ipotiposi

EsclamazioneConsiste nell’esprimere con enfasi uno stato d’animo in forma esclamativa. Ed ecco verso noi venir per naveun vecchio bianco per antico pelo, gridando: - Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo!..- (Dante, Inferno, Canto III, vv 82-85)  Ahi quanto egli era nell’aspetto fiero! E quanto mi parea nell’atto acerbo, con l’ali aperte e sopra i piè leggiero! (Dante, Inferno, Canto XXI, vv 31-33)  Allor fui preso, e non mi spiacque poi, sì dolce lume uscia dagli occhi suoi!(F. Petrarca, Nova angeletta sovra l’ale accorta, vv 7-8) Questo di tanta speme oggi mi resta!Straniere genti, l’ossa mie rendeteallora al petto della madre mesta.(U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v 12-14) Tornami a mente il dì che la battagliad’amor sentii la prima volta, e dissi:Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia!(G. Leopardi, Il primo amore, vv 1-3)

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InterrogazioneConsiste in una domanda in cui è insita la risposta: interrogazione fatta non per rivolgere una vera domanda, ma per esprimere ironia, meraviglia, sarcasmo, rimprovero o altri sentimenti.Lo savio mio inver lui gridò: - Forsetu credi che qui sia il duca d’Atene,che su nel mondo la morte ti porse?..-(Dante, Inferno, Canto XII, vv 16-18) - O Giacomo -, dicea, - da Sant’Andrea,che t’è giovato di me fare schermo?Che colpa ho io della tua vita rea? -(Dante, Inferno, Canto XIII, vv 133-135) Chi è più scellerato che coluiche al giudicio divin passion porta?(Dante, Inferno, Canto XX, vv 29-30) Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?(Dante, Purgatorio, Canto XVI, v 97) Qual ninfa in fonti, in selve mai qual deachiome d’oro sì fino a l’aura sciolse?quando un cor tante in sé vertuti accolse?(F. Petrarca, In qual parte del ciel, in quale idea, vv 5-7) Ma perché pria del tempo a sé il mortaleinvidierà l’illusion che spentopur lo sofferma al limitar di Dite?Non vive ei forse anche sotterra, quandogli sarà muta l’armonia del giorno,se può destarla con soavi curenella mente dei suoi?...(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 23-29) 

ApostrofeConsiste nel rivolgersi improvvisamente e con enfasi a persona o cosa personificata, anche lontana e immaginata come presente.

Ahi, Pistoia, Pistoia, ché non stanzi d’incenerarti, sì che più non duri,poi che in mal fare il seme tuo avanzi? (Dante, Inferno, Canto XXV, vv 10-12) Ahi, dura terra, perché non t’apristi?(Dante, Inferno, Canto XXXIII, v 66) Ahi Pisa, vituperio delle gentidel bel paese là dove il sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti,

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movasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la focesì ch’egli annieghi in te ogni persona! (Dante, Inferno, Canto XXXIII, vv 79-84) Ahi, serva Italia, di dolore ostello,nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di provincie, ma bordello!(Dante, Purgatorio, Canto VI, vv 76-78) O natura, o natura,perché non rendi poiquel che prometti allor? perché di tantoinganni i figli tuoi?(G. Leopardi, A Silvia, vv 36-39)

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IpotiposiConsiste nel rappresentare vivamente una persona, un animale, una cosa, un avvenimento.

Ed ei mi disse: - Volgiti; che fai?Vedi là Farinata, che s'è dritto:dalla cintola in su tutto il vedrai -I' aveva già 'l mio viso nel suo fitto;ed ei s'ergea col petto e con la fronte,com'avesse l'Inferno in gran dispitto:(Dante, Inferno, C. X, vv 31-36)

Infiamma d'ira il Principe le gote,e ne gli occhi di foco arde e sfavilla,e fuor de la visiera escono ardentigli sguardi e insieme lo stridor de' denti.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. VII, vv 333-336)

Senti raspar fra le macerie e i bronchila darelitta cagna ramingandosu le fosse e famelica ululando;e uscir del teschio, ove fuggia la luna,l'upupa, e svolazzar su per le crocisparse per la funerea campagna,(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv 78-83)

I cipressi che a Bolgheri alti e schiettivan da San Guido in duplice filar,quasi in corsa giganti giovinettimi balzarono incontro e mi guardar.(G. Carducci, Davanti San Guido, vv 1-4)

Tre casettinedai tetti aguzzi,un verde praticello,un esiguo ruscello: Rio Bo,un vigile cipresso.(A. Palazzeschi, Rio Bo, vv 1-5)

Il portiere caduto alla difesaultima vana, contro terra celala faccia, a non veder l'amara luce.Il compagno in ginocchio che l'induce,con parole e con mano, a rilevarsi,scopre pieni di lacrime i suoi occhi.(U. Saba, Goal, vv 1-6)

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EpifonemaConsiste nell'esprimere un motto sentenzioso che, solitamente, chiude con enfasi un discorso.

Noi andavam con li dieci demoni.Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesacoi Santi, e in taverna co' ghiottoni.(Dante, Inferno, XXII, 13-15)

[...]i dì miei fur sì chiari, or son sì foschi,come Morte che 'l fa: così nel mondosua ventura à ciascun dal dì che nasce!(Francesco Petrarca, Canzoniere, CCCIII, 12-14)

E pur la segue ancor il desir vano,e nel seguirla se stesso alosinga,dicendo: Il tempo alfine il tutto acquista.(Matteo Maria Boiardo, Amorum liber tertius, CXLI, 12-14)

Quant'è bella giovinezza,che si fugge tuttavia!Chi vuol esser lieto, sia:di doman non c'è certezza.(Lorenzo il Magnifico, Canzona di Bacco, 1-4)

Oh sommo Dio, come i giudici umanispesso offuscati son da un nembo oscuro!i modi di Bireno empii e profani,pietosi e santi riputati furo.(Ludovico Ariosto, Orlando furioso, X, XV)

Vede Tancredi in maggior copia il sanguedel suo nemico e sé non tanto offeso;ne gode e insuperbisce. Oh nostra follemente, ch'ogn'aura di fortuna estolle!(Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, XII, 461-464)

Oh figlia! ... Or, taci:non far, ch'io pianga. Vinto re non piange.Abner, salvala, va: ma, se pur maiella cadesse infra nemiche mani,deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;(Vittorio Alfieri, Saul, Scena IV, 204-208)

ESEMPI PRATICI

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il divino del pian silenzio verde(G. Carducci, Il bove, v 14)

A seconda di come si analizzi questo verso, vi si possono trovare varie figure retoriche:

Anastrofe: la posizione naturale delle parole, che dovrebbe essere "il divino silenzio del piano verde", viene sconvolta facendo precedere "del pian" a "silenzio";Iperbato: c'è un doppio iperbato: "del pian" viene interposto tra divino e silenzio; "silenzio" tra pian e verde;Ipallage: l'aggettivo "verde" viene attribuito a silenzio invece che a pian;Sìnchisi: "mescolanza come turbamento dell'ordine abituale delle parole, ed è prodotta dalle ripetute combinazioni di anastrofi e iperbati in uno o più enunciati complessi" (Bice Mortara Garavelli): divino silenzio / piano verde;Sinestesia: associando le sensazioni della sfera uditiva e quelle visive, il poeta crea una splendida immagine, ricca di luce, pace e silenzio in tono con tutto il sonetto.

Va l'Asia tutta e va l'Europa in guerra:(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XVI, st. 32, 2)

Ripetizione: va, vaPolisindeto: ... e ...Sineddoche: Asia, EuropaIperbole: tutta

(ahi! tanto amò la non amante amata)(T. Tasso, Gerusalemme liberata, II, 200)

Epifonema: tanto amò la non amante amataAntitesi: non amante/amataFigura etimologica: amante/amataPoliptoto: amò/amante/amataAllitterazione: a - n - m –t

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Tu fiore non retto da stelo,tu luce non nata da fuoco,tu simile a stella nel cielo;(G. Pascoli, Il sogno della vergine, 39-41)

Anafora: tu, tu, tuApostrofe: Tu fiore... Tu luce... Tu simile...Antitesi: fiore non retto da stelo - luce non nata da fuocoSimilitudine: tu simile a stellaMetafora: fiore (figlio) - luce

... Al tardo onorenon sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno,l'ora estrema ti fu...(G. Leopardi, Ad Angelo Mai, 132-134)FigureEnallage: tardoAntitesi: mercé, non dannoEufemismo: l'ora estrema

MetricaApocope: sorser -  mercé

Quand'io mi volgo indietro a mirar gli annich'ànno fuggendo i miei penseri sparsi,e spento 'l foco ove agghiacciando io arsi,e finito il riposo pien d'affanni, [...](F. Petrarca, Canzoniere, CCXCVIII, 1-4)FigureOssimoro: agghiacciando io arsiAntitesi:     riposo pien d'affanni MetricaApocope: mirar, pien

E, lusingato da speranza ardita,soffrii lunga stagion ciò che più spiace;ma, poi ch'insieme con l'età fioritamancò la speme e la baldanza audace,piansi i riposi di quest'umil vitae sospirai la mia perduta pacee dissi: O corte addio. Così, agli amiciboschi tornando, ho tratto i dì felici.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, VII, 13)

FigureIpallage: speranza ardita - baldanza audaceSineddoche: stagion - i riposiMetafora: età fiorita - boschi amiciApostrofe: O corte, addio.

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Esclamazione: O corte, addio.Paronomasia: piansi i riposi MetricaApocope: stagion - umilEnjambement: amici boschi

Vinta da l'ira è la ragione e l'artee le forze il furor ministra e cresce.Sempre che scende il ferro o fora o parteo piastra o maglia, e colpo in van non esce.Sparsa è d'arme la terra e l'arme spartedi sangue, e 'l sangue co 'l sudor si mesce.Lampo nel fiammeggiar, nel romor tuono,fulmini nel ferir le spade sono.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, VI, st. 48)

FigurePolisindeto: o ..., o ..., o ..., o ...Personificazione: il furorSineddoche: il ferroPoliptoto: sparsa... sparteChiasmo: Sparsa è d'arme la terra e l'arme sparteRipetizione: d'arme... e l'arme - di sangue, e'l sangue - nel..., nel..., nel...Climax: lampo, romor, fulminiMetafora: lampo - tuono - fulminiIperbato: Sparsa è d'arme la terraAnastrofe: fulmini nel ferir le spade sono

MetricaApocope: furor - van - sudor - fiammeggiar - romor - ferirEnjambement: l'arme sparte/di sangue

Resta Goffredo a i detti, a lo splendore,d'occhi abbagliato, attonito di core.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, I, st. 17, 7-8)FigureAsindeto: a i detti, a lo splendore / d'occhi abbagliato, attonito...Chiasmo: d'occhi - di coreAntitesi: abbagliato - attonitoAllitterazione: Goffredo a i detti, a lo splendoreParonomasia: abbagliato - attonito

Tu, magnanimo Alfonso, il qual ritoglial furor di fortuna e guidi in portome peregrino errante e fra gli scoglie fra l'onde agitato e quasi absorto,queste mie carte in lieta fronte accogli,che quasi in voto a te sacrata i' porto.Forse un dì fia che la presaga pennaosi scriver di te quel ch'or n'accenna.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, I, st. 4)

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FigureApostrofe: Tu, magnanimo Alfonso,...Allegoria: ritogli al furor di fortunaMetafora: guidi in portoSimilitudine: quasi in voto... portoSineddoche: mie carteMetonimia: lieta frontePolisindeto: e... e... e...Personificazione: presaga pennaIpallage: presaga pennaAllitterazione: furor di fortuna; peregrino errante

Quali cose tralascio, o quai ridico?s'offre per mio, mi fugge e m'abbandona.Quasi buon vincitor, di reo nemicooblia le offese e i falli aspri perdona.Odi come consiglia! Odi il pudicoSenocrate d'amor come ragiona!O cielo, o Dei, perché soffrir questi empi;fulminar poi le torri e i vostri tempi?(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XVI, st. 58)

FigureInterrogazione: Quali cose... ridico?Similitudine: Quasi buon...Esclamazione: Odi come consiglia!Ironia: Odi il pudico... come ragiona!Antonomasia: SenocrateImprecazione: O cielo, o Dei...Apostrofe: O cielo, o Dei...Ripetizione: Odi... Odi

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Esce allor de la selva un suon repenteche par rimbombo di terren che treme,e 'l mormorar de gli austri in lui si sentee 'l pianto d'onda che fra gli scogli geme.Come rugge il leon, fischia il serpente,come urla il lupo e come l'orso fremev'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuono:tanti e sì fatti suoni esprime un suono.(T. Tasso, Gerusalemme liberata, XIII, st. 21)

FigureArmonia imitativa: tutta la stanzaAllitterazione: Esce allor de la selva un suon repente - v'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuonoRipetizione: v'odi - v'odi - v'odiPolisindeto: e v'odi - e v'odiAnafora: e 'l mormorar - e 'l piantoPersonificazione: il pianto - gemeSimilitudine: che par rimbombo - come rugge il leon - come urla il lupo - come l'orso fremeSineddoche: gli austri

Nulla mi dai, non dai nullatu che mi ascolti, [...](S. Quasimodo, Dare e avere, 1 - 2)

FigureEpanadiplosi: Nulla... nullaChiasmo:       Nulla mi dai, non dai nullaAntitesi:         mi dai, non daiRipetizione:    nulla, dai

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Là dove più mi dolse, altri si dole,e dolendo adolcisce il mio dolore; [...](F. Petrarca, Canzoniere, CV, 57 - 58)

FigurePoliptoto:               dolse, dole, dolendoFigura etimologica: dolendo, doloreOssimoro:              dolendo adolcisce

O, tinta d'un lieve rossore,casina che sorridi al sole!(G. Pascoli, In viaggio, 31 - 32)

FigureApostrofe:          O casina...Iperbato:             tinta d'un lieve rossoreSinestesia:           lieve rossorePersonificazione:  sorridi al sole