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24 2.3 SIEPI E BOSCHI RIPARIALI, PIOPPETI, FASCE TAMPONE Nella gestione degli elementi arbustivi ed arborei che caratterizzano le zone umide e quelle immediatamente circostanti, occorre tenere presenti le seguenti prescrizioni generali. Nelle zone a riserva naturale generale la gestione della vegetazione deve attenersi possibilmente ai criteri di libera evoluzione naturale evitando gli interventi che ne modifichino il dinamismo. E’ vietato in tali aree, in particolare: 1. danneggiare il patrimonio naturale in genere; 2. asportare piante tutelate o parti di esse (bulbi, fiori, foglie, talee, rizomi, semi, ecc.); 3. eseguire tagli arborei se non per la migliore conservazione e sviluppo del patrimonio vegetazionale stesso e per il regolare esercizio degli impianti elettrici esistenti; 4. eliminare la vegetazione arborea ed arbustiva esistente; 5. sradicare le piante d’alto fusto e le ceppaie salvo che per le specie di pioppo ibrido a rapido accrescimento in coltura specializzata o di altra specie a coltura specializzata. Recupero e ripristino delle siepi La gestione di zone umide, come anche la creazione ex novo, dovrebbero prevedere, se l’area lo consente, un perimetro di formazioni arboree ed arbustive igrofile, se possibile da mettere a dimora su argini perimetrali a scopo protettivo. La ricostituzione delle siepi, qualsiasi sia la loro funzione prevalente, non pone particolari problemi per la scelta delle specie da impiegare: saranno infatti adottate le specie autoctone, scelte tra quelle di seguito elencate.

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Nella gestione degli elementi arbustivi ed arborei che caratterizzano le zone umide e quelleimmediatamente circostanti, occorre tenere presenti le seguenti prescrizioni generali.Nelle zone a riserva naturale generale la gestione della vegetazione deve attenersi possibilmente ai criteridi libera evoluzione naturale evitando gli interventi che ne modifichino il dinamismo.E’ vietato in tali aree, in particolare:1. danneggiare il patrimonio naturale in genere;2. asportare piante tutelate o parti di esse (bulbi, fiori, foglie, talee, rizomi, semi, ecc.);3. eseguire tagli arborei se non per la migliore conservazione e sviluppo del patrimonio vegetazionale

stesso e per il regolare esercizio degli impianti elettrici esistenti;4. eliminare la vegetazione arborea ed arbustiva esistente;5. sradicare le piante d’alto fusto e le ceppaie salvo che per le specie di pioppo ibrido a rapido

accrescimento in coltura specializzata o di altra specie a coltura specializzata.

Recupero e ripristino delle siepi

La gestione di zone umide, come anche la creazione ex novo, dovrebbero prevedere, se l’area lo consente,un perimetro di formazioni arboree ed arbustive igrofile, se possibile da mettere a dimora su arginiperimetrali a scopo protettivo.La ricostituzione delle siepi, qualsiasi sia la loro funzione prevalente, non pone particolari problemi per lascelta delle specie da impiegare: saranno infatti adottate le specie autoctone, scelte tra quelle di seguitoelencate.

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Tabella 3. Specie autoctone arbustive ed arboree impiegabili nel territorio del Parco.

NOME LATINO NOME ITALIANO NOME LATINO NOME ITALIANO

Acer campestre Oppio, acero campestre Populus alba Pioppo bianco

Acer platanoides Acero riccio Populus nigra Pioppo nero

Acer pseudoplatanus Acero di monte Prunus avium Ciliegio selvatico

Alnus glutinosa Ontano nero Prunus mahaleb Ciliegio canino

Amelanchier ovalis Pero corvino Prunus padus Pado

Berberis vulgaris Crespino Prunus spinosa Prugnolo

Carpinus betulus Carpino bianco Pyrus pyraster Perastro

Celtis australis Bagolaro Quercus petraea Rovere

Cercis siliquastrum Albero di Giuda Quercus pubescens Roverella

Cornus mas Corniolo Quercus robur Farnia

Cornus sanguinea Sanguinella Rhamnus cathartica Spincervino

Corylus avellana Nocciolo Rosa canina Rosa canina

Crataegus monogyna Biancospino Salix alba Salice bianco

Crataegus oxyacantha Biancospino selvatico Salix caprea Salicone

Eleagnus angustifolia Olivello di Boemia Salix cinerea Salice cinerino

Eleagnus umbellata Eleagno Salix daphnoides Salice barbuto

Evonymus europeus Fusaggine Salix eleagnos Salice ripaiolo

Frangula alnus Frangola Salix purpurea Salice rosso

Fraxinus angustifolia Frassino ossifillo Salix rosmarinifolia Salice rosmarinifolia

Fraxinus excelsior Frassino maggiore Salix triandra Salice da ceste

Hippophae rhamnoides Olivello spinoso Salix viminalis Vimine

Ilex aquifolium Agrifoglio Sambucus nigra Sambuco nero

Juglans nigra Noce nero Sambucus racemosa Sambuco rosso

Juglans regia Noce comune Sorbus torminalis Ciavardello

Ligustrum vulgare Ligustrello Tilia cordata Tiglio riccio

Malus sylvestris Melo selvatico Tilia platiphyllos Tiglio nostrale

Morus alba Gelso Ulmus minor Olmo campestre

Morus nigra Gelso nero Viburnum lantana Lantana

Ostrya carpinifolia Carpino nero Viburnum opulus Pallone di maggio

Platanus acerifolia Platano(fonte: Bando di concorso “Agricoltura e Ambiente” 2000)

Negli interventi riguardanti le siepi si cercherà di arricchire la composizione delle siepi esistenti e dieliminare le specie estranee della flora tipica del Parco, come il pioppo ibrido, che dovrebbe esseresostituito con il pioppo nero, e la robinia.L’impianto di nuove siepi e boschetti è consentito in tutto il territorio del Parco, nel rispetto delle normegenerali della gestione geomorfologica.

La progettazione, l’impianto e la gestione di nuove siepi e zone a boschetti dovrebbero seguire letipologie e le tecniche ampiamente collaudate in zone di pianura, con i seguenti criteri:• scelta preventiva delle finalità cui destinare l’impianto, con particolare riferimento alle funzioni di

protezione di un’area (barriere per rendere difficoltoso l’accesso), di miglioramento paesaggistico

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(corridoi visuali), di protezione dell’avifauna, di fruibilità da parte dei visitatori (impianti dimostrativi,impianti estesi con possibilità di accesso, ecc.);

• scelta di specie adatte, in particolare tendenzialmente igrofile e comunque compatibili con lecaratteristiche della stazione;

• adeguata preparazione del terreno, possibilmente preceduta da rippatura profonda;• utilizzo di concimi organici e/o minerali nel rispetto delle norme dell’area, in particolare la normativa

sui liquami;• utilizzo di materiale pacciamante (film plastico se consentito, altrimenti materiale biodegradabile tipo

cippato o segatura, oppure dischi in materiale biodegradabile, figura 6);• utilizzo di materiale vegetale di comprovata origine e di giovane età (piantine o semenzali di 1 o 2

anni, figura 5);• scelta di schemi di impianto che garantiscano piena funzionalità e facilità di messa a dimora e

successiva manutenzione.

La struttura delle cortine arboree da ripristinare può essere quindi scelta fra modelli diversi, cherispondano alle esigenze previste nel singolo intervento. Se si vuole ad esempio edificare una barriera aprincipale scopo protettivo, occorre favorire la presenza di arbusti spinosi.E’ consigliabile favorire una stratificazione a tre livelli (piano alto, intermedio e basso) e un profilotriangolare, che rende le siepi efficaci anche come frangivento. Una tipologia che preveda le scolineesterne, consente la formazione di una zona difficilmente accessibile ai visitatori, garantendo così unamaggiore protezione alla flora e alla fauna, che vi trovano rifugio; inoltre ha il vantaggio di occupare ilminor spazio possibile e di agevolare l'uso delle macchine agricole.

Disposizioni delle siepi

Nella disposizione delle cortine arboree, è necessario fare in modo di non porre barriere verdi continuelungo tutti i sentieri, altrimenti ridurrebbero la percezione degli specchi d’acqua. A tale scopo èipotizzabile le realizzazione, in alcuni tratti, di superfici a prato, disposte perpendicolarmente all'asse delpercorso, per aumentare, così, lo spazio visivo e creare delle aree ricreative.Per gli stessi motivi, alcuni tratti rettilinei dei corsi d'acqua è bene sistemarli secondo il medesimocriterio; d'altra parte, però, è utile non formare un eccesso di spazi ampi e di zone aperte, per evitaremonotonia e per far sì che la fauna selvatica non si trovi senza un'adeguata protezione dall'inevitabiledisturbo antropico. Inoltre sembra opportuno sistemare le colture in campi lunghi (lato maggiore tre voltequello minore), non solo per motivi panoramici, ma anche per ridurre eventuali intralci alle praticheagricole, da parte delle siepi.

Riforestazione a finalità naturalistiche e ricreative

La riforestazione è indirizzata a formare nuove aree boscate e ad ampliare ed eventualmente migliorare, lemacchie boschive ancora esistenti. Le aree in prossimità delle zone umide costituiscono spesso luoghiprivilegiati per la riforestazione, data la naturale ricchezza d’acqua e la vocazione all’interesse turistico.Lungo alcuni tratti del corso del Sile si possono progettare tratti fittamente boscati su un lato, mentre sullato opposto si può ipotizzare una cenosi arborea più rada che consenta l'accesso alla riva. Su questo latouna possibile successione spaziale, avvicinandosi alla riva, può prevedere:- un rado popolamento arboreo, con sottobosco percorribile, che lasci intravedere l'acqua;- in prossimità della riva, una zona aperta con vegetazione erbacea rustica, che consenta la sosta el'osservazione del fiume e della vegetazione acquatica; sul lato opposto, partendo dall'alveo versol'entroterra, vegetazioni igrofile semisommerse, che sfumano progressivamente in formazioni via via

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meno umide (arbusteti a frangola, salice e formazioni boschive). Per i motivi già esposti, sono da evitareimpianti ex novo arborei ed arbustivi in ambienti ad elevata valenza ecologica come praterie a Molinia eArrenatereti.Tali sistemazioni sono particolarmente efficaci nei tratti rettilinei del fiume, ma si possono ipotizzareanche sulle anse, mantenendo il bosco rado percorribile nella parte convessa e la vegetazione erbacea asfumare verso quella arborea nella parte concava.

Nella ricostituzione di cenosi vegetali potrà essere utile e a volte necessario, fare riferimento all'altezzadella falda, soprattutto laddove non ci siano vegetazioni relitte, che evidenziano i caratteri ambientalidell'area su cui si deve intervenire.Nella ricostruzione e ampliamento di tratti di bosco, per la composizione è possibile fare riferimento adiverse tipologie di moduli, con sesti di impianto molto vari. Nella piantagione non si adotteràpossibilmente un sesto regolare, per dare al bosco un aspetto più naturale; per la stessa ragione le speciedovranno essere mescolate per piede d'albero (figura 7).Per ridurre i danni da calpestio nelle zone rimboschite, se aperte al pubblico, è bene creare dei punti disosta e dei sentieri obbligati.

S: sabbia – F: film – T: terreno – C: colletto della piantina

Fig. 5. Corretta preparazione di giovani piantine da mettere a dimora (da Regione Veneto –ARF, 1990)

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Fig. 6. Corretta messa a dimora di piantine forestali (da Regione Veneto – ARF, 1990)

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Fig. 7: Schemi di rimboschimento naturalistico

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Manutenzione e gestione delle aree boscate

Le superfici boscate, anche se rimboschite con contributi comunitari, e con esclusione delle colturespecializzate da legno, devono essere gestite secondo la L.R. 52/78 e successive modifiche. Valgonoperciò o i Piani di Riordino forestale vigenti, o, in mancanza di questi, le norme regionali di settore(Prescrizioni di massima e di polizia forestale e norme di attuazione della L.R. 25/97). All’interno delParco non è comunque ammesso il taglio delle querce e delle specie arboree igrofile, fatto salvo permotivi di pubblica incolumità, sanitari o patologici.Quando il bosco raggiunge una sufficiente maturità, è necessario adottare delle forme di governo e ditrattamento capaci di assicurare una copertura arborea stabile ed esteticamente valida. I criteri di gestione(tagli), devono favorire la rinnovazione naturale di specie autoctone. Questo comporterà interventi ancheripetuti di controllo sulle infestanti (compresa la robinia), e agevolazione della rinnovazione. All'internodel bosco deve essere inoltre assicurata una buona distribuzione della luminosità, quindi è da prevedere amaturità una densità non eccessiva.I tagli non dovrebbero apportare cambiamenti sostanziali al paesaggio. Inoltre, dovrà essere favorita ladiffusione di specie arboree ed arbustive particolarmente decorative durante la fioritura e lafruttificazione, come ad esempio i sorbi, i ciliegi e i meli selvatici; queste specie garantiranno anchel'attrazione di molte specie dell'avifauna.Per soddisfare tali esigenze, la fustaia mista disetanea, se tecnicamente possibile, anche quella a gruppi, èla migliore alternativa.Per le fustaie sono applicabili il taglio saltuario o i tagli successivi a gruppi. Questi ultimi hanno ilvantaggio di essere un trattamento «elastico», particolarmente adatto nei boschi misti, formati da speciesia sciafile che eliofile; inoltre, essendo le aree in rinnovazione sempre circoscritte è possibile impedire,senza difficoltà, l'accesso al pubblico per evitare danni al novellame. Al contrario, col taglio saltuario,oltre a difficoltà di gestione tecnica, sono più probabili danni alla rinnovazione durante l'esbosco, o daparte dei turisti, dato che il novellame può essere presente su grandi porzioni di superficie. Leutilizzazioni vanno possibilmente effettuate d’inverno.Alcuni alberi secchi o marcescenti (ovviamente dove non costituiscano un pericolo per il pubblico)dovrebbero essere rilasciati per favorire le specie dell'avifauna che si nutrono di insetti xilofagi (Picidi)e/o nidificano nelle cavità del tronco (Paridi, Muscicapidi ecc.). Ancora, evitando l'abbattimento diqualche albero di grandi dimensioni in corrispondenza di una chiaria o di un corso d'acqua si contribuiràad aumentare la suggestione e il valore estetico del luogo.Nei punti dove esiste o è prevedibile un maggiore afflusso di visitatori, con conseguente costipamento delterreno, può essere necessario costruire delle staccionate, costituendo percorsi obbligati o proteggendoaree ben definite (alberi imponenti, zone appena rimoboschite, zone con notevole rinnovazione).I cedui presenti possono essere convertiti in fustaia selezionando dalla ceppaia il pollone migliore;analogamente, le vecchie siepi governate a ceduo, potrebbero essere convertite all'alto fusto, al fine diottenere una struttura più equilibrata e migliore dal punto di vista estetico.

Pioppeti

Le coltivazioni di pioppo nelle zone agricole sono considerate normali colture agrarie e,conseguentemente, non sono posti limiti al loro impianto ed al loro taglio fatto salva la riserva naturalegenerale. Nelle zone di riserva naturale generale l’impianto dei pioppeti sarà autorizzato dall’Ente Parco,con eccezione delle zone di pregio naturalistico. Non è comunque consentito l’impianto di pioppeti chealterino la percettibilità visiva di preesistenze di interesse culturale.Le operazioni colturali tra i filari vanno eseguite in modo da permettere per quanto possibile ilmantenimento di una certa “naturalità”.

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Fasce tampone

E’ ormai assodata la capacità di fasce di vegetazione arborea, arbustiva, erbacea stabile, come anche dipiante macrofite degli ambienti umidi, emergenti (canneti) o sommerse (idrofite), di rimuovereefficacemente nutrienti dilavati dalle aree coltivate verso la rete idrografica. La cura ed il ripristino di talifasce lungo fossi, canali, polle di risorgiva, e lungo tutta l’asta principale del Sile, contribuiscono secorrettamente impostate al controllo dell’eutrofizzazione delle acque.Condizione indispensabile affinché l’azione della fascia risulti efficace è che l’apparato radicale dellavegetazione sia a contatto con la falda, ovvero che le radici, almeno quando l’impianto è giunto amaturità, possano effettivamente interagire con lo strato di suolo saturo di acqua, connesso alle areecoltivate. E’ necessario pertanto stabilire in sede preventiva il livello della falda idrica, considerandoneanche le variazioni stagionali. Vanno inoltre evitati gli interventi che accelerano il deflusso delle acque,come una rete di drenaggio troppo fitta.La rete di fasce tampone va posta lungo l’effettiva connessione tra l’area coltivata e la rete idrografica.Vanno perciò valutati i reali flussi idrici dell'area di intervento, evitando la presenza di corridoi scopertiove i nutrienti non vengono a contatto con la fascia di vegetazione.La capacità depurativa delle fasce è in genere direttamente proporzionale alla loro larghezza, ed elementiarbustivi ed arborei assicurano un’azione depurativa maggiore di una fascia erbacea. In linea di massima,un effetto tampone significativo viene assicurato da una fascia larga almeno 10 metri, con unavegetazione distribuita su diversi piani (erbaceo, arbustivo basso, arbustivo alto, arboreo), per avere anchele radici a profondità diverse.La realizzazione e gestione di fasce tampone arbustive e/o arborate è assimilabile di fatto a quelle dellesiepi campestri, e le modalità operative sono simili. Per semplificare la gestione e la manutenzione di taliimpianti, soprattutto se di dimensioni cospicue, è necessario ricorrere a schemi lineari con moduli e sestidi impianto predefiniti. Nel caso di fasce plurifilari, e con sufficiente spazio a disposizione, è auspicabilela realizzazione di file sinusoidali, distanziate una dall’altra in modo da permettere il passaggio delle

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macchine. Nel caso di corsi d’acqua la cui manutenzione deve essere meccanizzata, è necessarioprevedere uno spazio adeguato tra fascia e sponda per il passaggio e la manovra dei macchinari.

Fig. 8. Schema di possibile fascia tampone arbustiva ed arborea (da RegioneVeneto – ARF, 1996.)

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2.4 SPONDE, FOSSI E SCOLINE

La rete idrografica minore è parte integrante delle zone umide, e la sua manutenzione e gestione èstrettamente collegata con gli ambiti ecologici precedentemente esaminati.Per il controllo della vegetazione spontanea è vietato l’uso del fuoco lungo le rive dei corsi d’acqua, lescarpate dei corsi d’acqua e nelle aree all’interno delle risorgive e delle riserve naturali orientate. In taliaree è vietato anche l’uso di erbicidi, l’estirpazione e la trinciatura.Il prodotto degli sfalci dovrà essere in ogni caso asportato e rimosso.Sono inoltre previste le seguenti disposizioni:• è vietata la trinciatura della vegetazione ripariale e di fondo alveo con “dischi rotanti” o similari;• è ammesso lo sfalcio della vegetazione spondale ed in alveo con mezzi meccanici a condizione che

venga allontanato il materiale di risulta;• al fine di mantenere la diversificazione della vegetazione ripariale, è opportuno conservare alcuni

tratti di sponda ad evoluzione naturale;• qualora non in contrasto con esigenze strettamente idrauliche, è favorita la presenza di specie

arbustive lungo le sponde del fiume, al fine di favorire l’ombreggiamento e contenere un eccessivosviluppo della vegetazione ripariale.

L’incremento della fauna minore lungo le sponde e lungo la rete idrografica minore è favorito da unosfalcio alternato sia in senso spaziale (sponde alternate), sia in senso temporale (anni alterni); inoltrevanno limitati gli interventi nella stagione riproduttiva (figura 9).Inoltre, sfalci non eccessivi contengono il dilavamento del terreno.Eventuali interventi di manutenzione e allargamento di fossi, scoline e canali, che comportano scavo deglistessi, vanno esclusi nella stagione primaverile.Al fine di favorire il controllo dei nutrienti provenienti dalle zone coltivate circostanti e per favorirel’incremento della fauna minore, sono da attuare i seguenti interventi:• creare fasce di rispetto di larghezza significativa (almeno 10 m) a prato stabile e/o con la presenza di

bande boscate arbustive o arboree (fasce tampone);• lasciare alla naturale evoluzione la vegetazione spontanea in alcuni tratti spondali (generalmente quelli

in cui l’intervento è oneroso ed economicamente poco conveniente);• non utilizzare letame per una fascia di almeno 20 m.• evitare l’impermeabilizzazione del fondo e delle sponde.

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2.5 ATTIVITA’ AGRICOLA E DISTURBO ANTROPICO

Attività agricola

L’attività agricola in prossimità delle aree umide, oltre a sottostare alle norme generali del PianoAmbientale, è regolata da alcune prescrizioni particolari.In particolare, nelle zone di riserva naturale, è vietata la riconduzione a coltura dei prati stabili e degliincolti e dei terreni boscati.Sono vietate le operazioni colturali entro una fascia di m. 3 dalla sponda o m. 4 dall’argine, aumentati am. 5 nel caso di fontanili.

Disturbo antropico

Sia nelle zone umide esistenti, sia in quelle di nuova creazione, la presenza dell’uomo va se possibileattentamente regolata, soprattutto nei mesi da marzo a luglio.Vanno particolarmente tutelate le aree di nidificazione, qualora sia prevedibile una presenza cospicua divisitatori o fruitori. Sono a tal scopo da prevedere barriere formate da canali, zone fangose o con acqueprofonde, siepi difficilmente attraversabili, oppure vanno previsti percorsi obbligati, possibilmenterecintati o delimitati da staccionate. Nelle zone a maggiore fragilità ecologica (ad es.: zona dellerisorgive), la presenza antropica deve essere ridotta al minimo e sempre contenuta entro sentieri obbligati,con eventuale chiusura durante i periodi di riproduzione dell’avifauna.

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Fig. 9: Schema cronologico degli interventi all’interno delle zone umide

Operazione Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Sfalcio delle praterie aMolinia

Piantagione dellavegetazione del cannetocon pane di terra o conculmi di canne

Piantagione di rizomi estoloni di canne, tife evegetali con strutturarizomatosa

Mantenimento del livelloidrico minimo perl’espansione del canneto

Vietato il taglio delleidrofite

Messa a dimora di pianteacquatiche sui fondali

Controllo del cannetotramite sommersione

Piantagione di nuovi gettidi canne e tife

Primo sfalcio nelle torbiere

Taglio delle idrofite nellasezione centrale dei corsid’acqua

Sfalci (1 o 2) dei canneti

Secondo sfalcio nelletorbiere

Taglio delle idrofite sututto l’alveo dei corsid’acqua

Vietato il taglio delleidrofite ad Ovest diTreviso

Epoca ottimale per gli interventi descritti

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2.6 INDICAZIONI PER INTERVENTI DI RIPRISTINO DI ZONE UMIDE

Si danno di seguito alcune indicazioni per la creazione ex novo o per il ripristino di zone umide, anchecome ampliamento di aree esistenti.

Operazioni preliminari

In sede preventiva di ogni intervento di ripristino occorre verificare le seguenti condizioni:• profondità della falda;• scarsa o nulla permeabilità del suolo per permettere il ristagno dell’acqua;• possibilità di immettere acqua da corpi idrici vicini;• possibilità di scaricare l’acqua sulla rete idrica vicina;• occorre valutare il regime delle acque in immissione, e la loro qualità, evitando acque con molto

materiale in sospensione per evitare rapidi interramenti.

Profondità delle aree umide, pendenza ed andamento delle rive

La profondità dell’area da creare dipende dal tipo di ambiente che si vuole ottenere e dalla possibilità diimmettervi e mantenervi, naturalmente o artificialmente, un sufficiente livello idrico. A tale scopo occorredeterminare preventivamente il livello della falda, e le possibilità di regolazione dell’altezza dell’acquaattraverso operazioni di scavo, creazione di piccoli canali e di argini, eventualmente utilizzo di piccolechiuse o semplici paratoie.Dall’argine e fino al fondo, le sponde devono essere dolcemente degradanti, con una pendenzageneralmente inferiore ai 10°. Il fondo dovrebbe presentare gradoni con livelli differenziati di profondità,con presenza costante di almeno qualche centimetro di acqua tutto l’anno. Occorre quindi fare riferimentoal livello minimo di falda, oppure creare le condizioni per immettere acqua tramite collegamento con areepiù elevate costantemente sommerse, o direttamente con canali o con il corso principale del Sile.

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Generalmente è opportuno non prevedere profondità massime superiori ai due metri, per consentire losviluppo di vegetazione fino al fondale. Le diverse profondità dei fondali favoriranno una successionespaziale della vegetazione, come di seguito indicata.Idrofite: sono presenti dai 50 –100 cm di profondità fino ai due metri, se non ostacolate da eccessivacorrente;Canneti: vegetano ottimamente fino ad una profondità di 70-80 cm, con acque tranquille;Paludi calcaree a Cladium e Carex: si trovano tipicamente a retroguardia dei canneti, dove il livellodell’acqua è generalmente compreso tra 30 e 60 cm;Torbiere (sceneti): si formano dove la falda è prossima al piano di campagna e quindi il terreno èpermanentemente, o quasi, saturo, con profondità massime dell’acqua di 20-30 cm;Praterie a Molinia: rappresentano la naturale evoluzione delle torbiere, qualora la falda si abbassi o glisceneti vengano abbandonati.Infine è necessario che le rive siano il più possibile sinuose, soprattutto in aree umide di ridottedimensioni, per incrementare la funzione ecotonale della vegetazione.

Dimensioni della zona

In caso di ripristino di zone umide è importante stabilire l’ampiezza delle stesse, in quanto superficiumide al di sotto di 5 ettari, comunque realizzabili, una dimensione non ottimale, almeno per gli uccellinidificanti e svernanti di grandi e medie dimensioni. Similmente vanno se possibile garantite vie di fugaparticolarmente lunghe (almeno 200 metri), prive di ostacoli rilevanti come argini o fasce boscate. Se siprevede la realizzazione di prati umidi, questi dovranno essere caratterizzati da uno strato d’acquacompreso tra qualche mm e 25-30 cm, su almeno il 50% della superficie per almeno 6 mesi l’anno.Almeno il 10% della superficie dovrebbe permettere lo sviluppo di specie palustri tipo Carex e Scirpus,tramite scavi più profondi.

Presenza di isole

Per quanto possibile, è sempre auspicabile la creazione di isole circondate da acque con una certaprofondità, con rive dolcemente degradanti e zone fangose semiaffioranti, adatte all’alimentazione, allasosta e alla riproduzione di numerose specie di anatidi e limicoli, ed anche rettili, proteggendoli daipredatori.Pertanto se l’intervento consiste nella risagomatura degli argini, o nella rinaturalizzazione di zone umideinterrate, vanno comunque garantite delle zone completamente circondate dall’acqua. Alcune di questedovrebbero essere tenute libere dalla vegetazione (ricoprendole ad esempio con inerti), per favorire lanidificazione di alcune specie. E’ necessario garantire un’elevata presenza di zone libere da vegetazioneemergente, soprattutto nei punti a maggiore profondità (dai 50 cm ai 2 metri).Le isole possono anche essere circondate da semplici fossati, di profondità tale da assicurare almenoqualche decina di cm di acqua tutto l’anno, anche per garantire un presenza minima di pesci ed anfibi.

Ripristino delle cenosi vegetali

Per ripristinare la vegetazione potenziale di un sito specifico, la scelta delle cenosi, considerate lecondizioni pedologiche ed idrologiche dei terreni, dovrà avvenire secondo le indicazioni precedentementeesposte, e nel rispetto dei seguenti criteri.a) Piante acquatiche.Se si vuole agevolare velocemente la reintroduzione della flora acquatica locale, occorrerà apportareradici, semi e frammenti di vegetazione. L’apporto di fanghi prelevati in altre zone umide con presenza

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delle specie desiderate ne favorirà la reintroduzione. Tuberi e radici di piante acquatiche (Potamogetonsp.pl., Lemna sp.pl.) possono essere piantate sul fondo, a profondità di 30-100 cm in tarda primavera.Andrà contemporaneamente controllata la vegetazione indesiderata che tenderà a colonizzare l’area.Le piante del canneto (Phragmites sp. pl., Typha sp.pl., Carex sp. pl.), possono essere introdotte con varimetodi di seguito illustrati.a. Pane di terra: dai popolamenti naturali, in periodo di riposo, si taglia la parte aerea e si scavanopani di terra di circa 30 cm di lato. Questi vanno introdotti in fosse predisposte ad hoc. Nella sistemazionedelle rive, i pani vanno posti appena al di sotto della linea di portata media, appena al di sopra nel caso diCarex. E’ anche possibile la messa a dimora di soggetti allevati in fitocella.b. Rizomi e stoloni: ricavati dai popolamenti naturali, in riposo vegetativo, risparmiando i germogli.Il trapianto avviene da metà febbraio ad aprile in buche o fosse strette con terreno umido o con 10 cm diacqua al massimo, facendo emergere solo le parti superiori. La distanza tra le piante sarà di 30-50 cm conpiù file, 20 cm con una sola fila. Si può intervallare la piantagione a sistemazioni con inerti (fascinate,palizzate, ecc.).c. Culmi di canne: in questo caso si usa materiale giovane e robusto, con 2-5 foglie, da estrarre inprimavera e da mettere subito a dimora. Il trapianto avviene conficcando circa metà fusto nel terreno, agruppi di 3-5 culmi, distanti sulla fila 25-30 cm, mentre le file disteranno 50-100 cm una dall’altra. Sepossibile, i culmi vanno disposti inclinati o suborizzontali, per favorire la radicazione.d. Nuovi getti: prelevati alla base della pianta, possono essere piantati in maggio-giugno, in unafessura profonda 10-20 cm e con le cime fuori dal pelo dell’acqua.e. E’ possibile, ma estremamente oneroso, l’uso di rotoli di canneto, su sponde precedentementeapprontate.Diverse esperienze indicano che una soddisfacente propagazione del canneto richiede almeno tre-quattroanni; tuttavia, se l’impianto é ben eseguito, già all'inizio del secondo anno il canneto può raggiungereun’estensione tale da contribuire in maniera rilevante all’efficienza dell’area umida.Nella ricomposizione del canneto, è in ogni caso fondamentale individuare la composizione specifica piùidonea nei vari ambienti.Per l’introduzione di specie arbustive e arboree igrofile si rimanda al relativo capitolo.L’introduzione di pesci deve essere ritardata il più possibile, e comunque fatta con specie autoctone.Pertanto, la colonizzazione da parte dei pesci dovrebbe avvenire per ultima, dopo la colonizzazione daparte di anfibi e specie vegetali.b) Superfici poste in prossimità dei corsi d’acqua.La vegetazione a “prateria” sarà costituita, principalmente da carici (carice tagliente, carice cespitosa,carice panicolata, ecc.).La vegetazione arbustiva sarà costituita da specie igrofile, come salice grigio, salice bianco, salice rosso,pioppo nero e ontano nero.c) Fascia di transizione tra le superfici più o meno sommerse stabilmente e quelle costantemente emerse.Le cenosi saranno arbustivo-arboree formate ad esempio da ontano nero e olmo campestre con stratoarbustivo costituito da salice grigio, viburno, luppolo e frangola. Di seguito a tali cenosi si svilupperà unavegetazione leggermente igrofila, caratterizzata da pioppo nero e salice bianco. Attigue alla vegetazionedi tale tipo si potranno formare praterie più o meno umide o caratteristiche del substrato torboso (prateriaa Molinia, sceneti). Nelle stazioni idonee, le cenosi saranno quelle del bosco planiziale caratterizzatonello strato arboreo da farnia, acero campestre, carpino bianco e frassino ossifillo, intervallato da pratimesofili (arrenatereti).

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2.7 POSSIBILITA’ DI FINANZIAMENTI

FINANZIAMENTI CON IL PIANO DI SVILUPPO RURALE (P.S.R. 2000-2006)

Alcuni degli interventi in precedenza descritti possono essere finanziati aderendo alle misure previste dalPiano di Sviluppo Rurale adottato dalla Regione Veneto. I conduttori di terreni ricadenti nel Parco delSile, possono accedere ai contributi, in qualità di imprenditori agricoli ai sensi dell'articolo 2135 delCodice civile (proprietari, usufruttuari, affittuari). Le domande sono inserite in una graduatoria regionalea punteggio, con assegnazione dei fondi fino ad esaurimento. Di seguito sono fornite le indicazioni perl’accesso ai finanziamenti previsti dalla misura 6 – agroambiente del P.S.R. del Veneto (bando anno2000). Va sottolineato che a tutte le azioni effettuate all’interno del Parco del Sile viene riconosciuta unapriorità, con assegnazione di un punteggio aggiuntivo di 4 punti. Le singole azioni finanziabili sonocontraddistinte da una sigla.

RIPRISTINO E CONSERVAZIONE BIOTOPI E ZONE UMIDE (BZU).

1. Interventi ammessi a contributo.

L’azione prevede il finanziamento di interventi di salvaguardia e manutenzione di:- risorgive e fontanili;- bacini di acqua stagnante di origine naturale o seminaturale;- colonie di nidificazione e dormitori per l’avifauna;- biotopi di rilevanza naturalistica: torbiere, prati umidi, paleoalvei, residui di antichi sistemi dunali edaltri.Le condizioni per accedere ai contributi sono:- la superficie massima ammissibile, comprensiva della fascia di rispetto, è pari ad ha 2;- sulla restante superficie aziendale è obbligatorio il rispetto della Normale Buona Pratica Agricola, comedefinita dal PSR;- divieto di immissione di inquinanti e rifiuti di qualsiasi genere;- esclusione dell’uso di concimi e/o di fitofarmaci nelle fasce di rispetto e nelle superfici oggetto diimpegno;- presentazione di un progetto aziendale redatto da un tecnico agrario o forestale abilitato;- durata dell’impegno: 10 anni.

2. Formazione delle graduatorie.

Per la formazione della graduatoria unica regionale valgono i seguenti punteggi :A) Indice di priorità dell’Azione: punti 8.B) Alle aree preferenziali è attribuito un indice di priorità di punti 4: il Parco Regionale Naturale delfiume Sile è area preferenziale.C) Combinazione con le azioni della stessa misura 6 del PSR: AI, AB, FT, MR, FS, PPS, PP, SB, PR,finalizzati secondo i criteri delle reti ecologiche nelle aree preferenziali; indice di priorità: punti 2.D) Indicatore di priorità "Giovani in agricoltura».A parità di punteggio dovuto alla somma degli altri indicatori di priorità applicabili, nella formazionedella graduatoria regionale unica della Misura 6 saranno preferite le nuove domande di aiuto prodotte dagiovani agricoltori.

3. Contributi previsti.

Il premio previsto è pari a 450 Euro/ha/anno per 5 anni.Il premio è limitato alla superficie del biotopo o della zona umida con relative fasce di rispetto, la cuilarghezza massima è pari a mt. 10.

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Il produttore che, oltre ad aderire alla presente azione, sottoscrive l’azione AI o l’azione AB beneficerà, inaggiunta al premio previsto per la stessa azione BZU, dell’incentivo del 10% del premio per gli altriimpegni, compatibilmente con i massimali previsti dall’art.24 del Reg. (CE) 1257/99.

4. Predisposizione delle domande.

La documentazione da allegare alla domanda è la seguente:- piano degli impegni agroambientali;- scheda anagrafe Ditte aggiornata;- nel caso di conduzione in affitto: dichiarazione di assenso del proprietario delle superfici interessateall'impianto;- progetto aziendale, redatto da un tecnico agrario o forestale abilitato, costituito da:- elaborati grafici (corografia su CTR in scala 1:10000, e estratti di mappa in scala 1: 2000) riportanti -l'individuazione delle superfici interessate;- compilazione delle schede progettuali allegate al bando; eventuale presentazione di relazione tecnica;- copia della domanda PAC seminativi eventualmente presentata per l’anno di adesione.

FASCE TAMPONE (FT).

1. Interventi ammessi a contributo.

E’ incentivata la realizzazione di fasce tampone di larghezza compresa tra i 5 ed i 30 m inerbite e/o conpresenza di siepe o di banda boscata.La durata dell’impegno è di 5 anni.Le fasce tampone dovranno avere una delle seguenti collocazioni:- lungo corsi d’acqua, fossi o scoline in diretta connessione idraulica con le aree coltivate;- lungo strade a traffico intenso: autostrade e strade statali;- nell’area limitrofa ad una fonte inquinante localizzata (es. zona industriale): in questo caso la fasciatampone dovrà essere una banda boscata.Altre condizioni:- la superficie interessata non può superare il 20% della SAU; sulla restante superficie aziendale èobbligatorio il rispetto della Normale Buona Pratica Agricola;- se nella stessa azienda si richiede il contributo per la misura Siepi e boschetti, la superficie interessatacomplessivamente dalle due Azioni, SB e FT, non può superare il 20% della SAU;- la superficie minima interessata non potrà essere inferiore a 0,25 ha;- la superficie inerbita dovrà essere seminata a prato polifita permanente, da trinciare almeno due volteall’anno;- le fasce tampone non potranno essere adibite al transito ordinario di mezzi agricoli;- i criteri per la realizzazione di siepi e bande boscate sono quelli definiti nell’Azione Siepi e Boschetti(SB);- le bande boscate sono costituite da minimo 2 e massimo 5 filari; la distanza minima tra i filari dovràessere di 3 metri.

2. Formazione delle graduatorie.

Per la formazione della graduatoria unica regionale valgono i seguenti punteggi :A) Indice di priorità dell’Azione: punti 2.B) Alle aree preferenziali è attribuito un indice di priorità di punti 4: il Parco Regionale Naturale delfiume Sile è area preferenziale.C) Combinazione con le Azioni della stessa Misura: AI, AB; indice di priorità: punti 2.D) Indicatore di priorità «Giovani in agricoltura».

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A parità di punteggio dovuto alla somma degli altri indicatori di priorità applicabili, nella formazionedella graduatoria regionale unica della Misura 6 saranno preferite le nuove domande di aiuto prodotte dagiovani agricoltori.

3. Contributi previsti.

I contributi variano a seconda del tipo di fascia tampone e sono differenziati a seconda se si tratta di nuoviimpianti o di fasce esistenti:

Azioni

Mancati redditi e

gestione prato

(euro/mq/anno)

Siepe

(euro/mq/anno)

Siepe

(euro/mq/anno)

Metodo di calcolo

(euro/mq/anno)

IMPIANTO CONSERVAZIONE

F.T. inerbita 0,13 0,13 x Sp

F.T. inerbita con

siepe (impianto)

0,13 1,5 0,13 x Sp

1,5 x L

F.T. inerbita con

siepe (conservazione)

0,13 0,5 0,13 x Sp

0,5 x L

F.T. inerbita con

banda boscata

0,13 1,5 0,5 0,13 x Sp

1,5x L x N (introduzione)

0,5x L x N (mantenimento)

Banda boscata

(impianto)

0,13 1,5 0,13 x Sp

1,5 x L x N

Banda boscata

(esistente)

0,13 0,5 0,13 x Sp

0,5 x L x N

Sp: Superficie a prato.L: lunghezza filare.N: numero dei filari.(1 metro di siepe = 1 mq).

4. Predisposizione delle domande.

La documentazione da allegare alla domanda è la seguente:- piano degli impegni agroambientali;- scheda anagrafe Ditte aggiornata;- progetto aziendale, redatto da un tecnico agrario o forestale abilitato, costituito dagli elaborati grafici(corografia su CTR in scala 1:10000, e estratti di mappa in scala 1: 2000) riportanti l'individuazione dellesuperfici interessate e compilazione delle schede progettuali allegate al bando;- copia della domanda PAC seminativi eventualmente presentata per l’anno di adesione.

INTRODUZIONE E CONSERVAZIONE SIEPI E BOSCHETTI (SB).

1. Interventi ammessi a contributo.

Il premio viene ammesso per la formazione di nuove siepi (comprese le fasce di rispetto, bande boscate eboschetti) o per la conservazione di quelle già esistenti.La superficie a premio deve essere pari ad almeno il 5% della SAU (superficie coltivabile dell’azienda); ilpremio viene corrisposto fino ad un massimo pari al 10 % della S.A.U..Se vengono realizzate nella stessa azienda anche fasce tampone, la superficie interessatacomplessivamente dalle due Azioni, SB e FT, non può superare il 20% della SAU.

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Per i boschetti la superficie minima è di 500 mq, quella massima 10.000 mq, non contigua ad altrasuperficie a bosco.Non saranno corrisposti premi per superfici complessive inferiori a 1000 mq.La durata dell’impegno è di 5 anni.Il beneficiario deve rispettare la Normale Buona Pratica Agricola sulla restante superficie aziendale.Per i nuovi impianti si dovranno impiegare le specie arboree o arbustive appartenenti alla lista della floraindigena o naturalizzata (riportata in allegato al bando).

CRITERI SPECIFICI:Siepi.

a. Costituzione di nuovi impianti.

Sono previste queste tipologie:- siepe bassa costituita da sole specie arbustive;- siepe media costituita da una alternanza di arbusti ed alberi a ceppaia, oppure da sole ceppaie (per siepischermanti, difensive, siepi da legna, siepi per riqualificazione paesaggistica;- siepe alta costituita dall’alternanza di arbusti, alberi a ceppaia ed alberi ad alto fusto;- banda boscata costituita da formazioni plurifilari formate da 2-3 file a siepe.Dovranno essere rispettate queste distanze d’impianto:- distanza tra due piante nella fila compresa tra 0,5 e 2 metri;- distanza tra due piante a ceppaia, nella fila non inferiore a 2 metri e non superiore a 4 metri;- distanza tra due piante nella fila compresa tra 4 e 8 metri;- distanza tra filari vicini, nelle bande boscate, compresa tra 3 e 6 metri.

La fascia di rispetto dovrà avere una larghezza minima di metri 2 e massima di metri 8, ad esclusionedella larghezza di metri 1, che si considera comunque occupata dalla siepe.La fascia di rispetto dovrà essere mantenuta non coltivata e dovrà ricadere all’interno dei confiniaziendali.b. Miglioramento e manutenzione di siepi esistenti.

Dovranno essere effettuati i seguenti interventi:- ripulitura delle infestanti; è consentito l'impiego di diserbanti a basso impatto ambientale lungo i filari;- riceppatura di soggetti invecchiati;- rinfoltimento di tratti lacunosi e di siepi rade con impianto di giovani soggetti arborei ed arbustivi.La siepe dovrà comunque avere «densità colma», cioè con le chiome delle piante a reciproco contatto.Le specie presenti dovranno essere quelle indicate nella lista allegata al bando, con un massimo del 5% disoggetti arborei diversi.Boschetti.

Si tratta di superfici coperte da vegetazione forestale appartenente alla flora indigena locale, di originenaturale o artificiale, con grado di copertura del terreno colmo. Almeno il 30% dei soggetti dovràappartenere a specie arboree.I boschetti di nuovo impianto sono considerati colture legnose specializzate.

REQUISITI SPECIFICI BOSCHETTIa. Realizzazione di nuovi impianti.

Dovranno essere poste a dimora non meno di 1000 piante ad ettaro, di cui almeno 300 di specie arboree; isesti d’impianto saranno irregolari.Dovranno essere effettuate adeguate cure colturali, quali lo sfalcio delle erbe infestanti.b. Ripristino e manutenzione di boschetti esistenti.

la densità dovrà risultare colma, cioè le chiome dello strato arboreo dovranno essere a contatto tra loro.

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Dovranno essere effettuate adeguate cure colturali, quali riceppatura di ceppaie invecchiate, rinfoltimento,abbattimento di soggetti arborei morti o deperienti.

2. Formazione delle graduatorie.

Per la formazione della graduatoria unica regionale valgono i seguenti punteggi :A) Indice di priorità dell’Azione: punti 5.B) Alle aree preferenziali è attribuito un indice di priorità di punti 4: il Parco Regionale Naturale delfiume Sile è area preferenziale.C) Combinazione con le Azioni della stessa Misura: AI, AB, FT, CE, BZU, MR, FS, PPS, PP, PR.; indicedi priorità: punti 2.D) Indicatore di priorità «Giovani in agricoltura».A parità di punteggio dovuto alla somma degli altri indicatori di priorità applicabili, nella formazionedella graduatoria regionale unica della Misura 6 saranno preferite le nuove domande di aiuto prodotte dagiovani agricoltori.

3. Contributi previsti.

La principale novità è la differenziazione del premio tra siepi e boschetti di nuovo impianto ed esistenti;inoltre il contributo viene calcolato separatamente per ciascun filare (considerando una larghezza standarddi un metro) e per le fasce di rispetto laterali al filare.Per i boschetti si considera la superficie occupata dalla vegetazione forestale.Per le siepi e i boschetti di recente impianto (età minore di 5 anni dimostrabile) sarà corrisposto il premioper introduzione fino al raggiungimento del 5° anno, quindi si passerà al compenso per la conservazione.

Azioni

Costi di gestione per la

fascia di rispetto

(euro/mq/anno)

Impianto e

manutenzione nei primi

5 anni (euro/mq/anno)

Manutenzione

dopo il 5°anno

(euro/mq/anno)

Modalità di

calcolo

(euro/mq/anno)

Conservazione siepi 0,1 0,5 0,5 x L x N

+ 0,1x f.r..

Introduzione siepi 0,1 1,5 1,5 x L x N

+ 0,1 x f.r.

Conservazione

boschetti

0,15 0,15 x S.b.

Introduzione boschetti 0,24 0,24 x S.b.

L: lunghezza siepe.N: numero di filari.f.r. fascia rispetto.n: numero di piante messe a dimora.S.b: superficie boschetto.

4. Predisposizione delle domande.

La documentazione da allegare alla domanda è la seguente:- piano degli impegni agroambientali;- scheda anagrafe Ditte aggiornata;- nel caso di conduzione in affitto: dichiarazione di assenso del proprietario delle superfici interessateall'impianto;- progetto aziendale, redatto da un tecnico agrario o forestale abilitato, costituito da:

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- elaborati grafici (corografia su CTR in scala 1:10000, e estratti di mappa in scala 1: 2000) riportantil'individuazione delle superfici interessate;- compilazione delle schede progettuali allegate al bando (Allegato n. 6/7); eventuale presentazione direlazione tecnica;- copia della domanda PAC seminativi eventualmente presentata per l’anno di adesione.

CONSERVAZIONE PRATI STABILI DI PIANURA E CONVERSIONE SEMINATIVI IN PRATISTABILI (PPS).

1. Interventi ammessi a contributo.

L’azione prevede i seguenti impegni:- conservazione delle superfici investite a prato permanente;- conversione dei seminativi in prati polifiti permanenti;- durata impegno: 5 anni.Conservazione:- rispetto della Normale Buona Pratica Agricola come definita dal PSR sulla restante superficie aziendale;- obbligo di adottare sistemi di lotta contro le infestanti;- divieto impiego di prodotti fitosanitari e diserbanti;- le operazioni di sfalcio dovranno procedere dal centro degli appezzamenti verso il perimetro esterno,dando così agli animali presenti la possibilità di una via di fuga;- obbligo conservazione di elementi di interesse paesaggistico ambientale;- obbligo bilancio dell’azoto sulla base del carico animale dell’azienda;- impiego di liquami secondo la vigente normativa;- divieto di concimazione lungo i corsi d’acqua in una fascia della larghezza di m 5;- tenuta di un registro aziendale dove annotare sistematicamente e cronologicamente le operazionicolturali, la quantità e il tipo di prodotti impiegati e le produzioni ottenute.Conversione:Oltre alle condizioni previste per la conservazione si aggiungono le seguenti:- i terreni debbono essere stati coltivati a seminativo nel triennio precedente a quello di impegno;- il beneficiario deve realizzare la riconversione entro il 30 giugno del primo anno d’impegno e mantenerela stessa destinazione d’uso per tutto l’impegno previsto (5 anni);- presentazione piano di ripristino;- semina miscuglio polifita;- obbligo conservazione di elementi di interesse paesaggistico ambientale.

2. Zone ammesse a contributo.

Possono fare domanda i conduttori di terreni agricoli ricadenti nei seguenti comuni all’interno del Parco:Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Morgano, Quinto di Treviso, Treviso, Silea, Casier.

3. Formazione delle graduatorie.

La graduatoria unica regionale sarà stilata sulla base dei seguenti punteggi:Indicatore di priorità dell’Azione. Indice di priorità: punti 11.Ai fini dell’applicazione dell’Azione PPS, si considerano le seguenti aree preferenziali; indice di priorità:punti 4: parchi nazionali, regionali o provinciali istituiti (Parco Regionale Naturale del fiume Sile).Combinazione con le Azioni della stessa Misura: BZU, FS, SB, PR: indice di priorità: punti 2.Adesione aggregata; indice di priorità: punti 2.

4. Contributi previsti.

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Azione

Importo premio

(euro/ha/anno)

Aiuto supplementare per la presenza di siepi

(art. 52 reg. 1257/99) (euro/ha/anno)

Conservazione prati 450 70

Conversione dei seminativi in prati 600

5. Predisposizione delle domande.

La documentazione da allegare alla domanda è la seguente:- piano degli impegni agroambientali (Allegato 6/1);- scheda anagrafe Ditte aggiornata;- piano di ripristino indicante le superfici interessate e l'impiego di varietà certificate secondo lanormativa CE.

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GLOSSARIO

Biodiversità: indica la varietà e la variabilità di organismi viventi e dei sistemi naturali in cui essi vivono.

Bioingegneria: interventi strutturali sull’ambiente che fanno uso di materiali e metodologie naturali (adesempio, uso di pali in legno anziché in cemento).

Biotopo : in ecologia, una unità dell’ambiente fisico in cui vive, si sviluppa e si riproduce una singolapopolazione di organismi viventi.

Bosco planiziale: popolamento forestale tipico delle zone di pianura.

Bosco ripariale: popolamento forestale tipico delle rive dei corsi d’acqua.

Ceduo: popolamento forestale, in cui le piante presenti sono di origine agamica, ossia sono polloni nati aseguito del taglio della ceppaia.

Cenosi: insieme di individui di diverse specie animali e vegetali che convivono in un ambiente dallecaratteristiche omogenee.

Ceppaia: indica la parte di tronco, in qualsiasi stadio di sviluppo, che resta nel terreno dopo il taglioeffettuato vicino a terra.

Coetaneo: indica la presenza, in un medesimo popolamento vegetale, di individui di età moltoravvicinate. Le differenze devono essere tali che il popolamento anche visivamente appare composto dasoggetti di dimensioni tra loro simili.

Composizione: in selvicoltura, indica quali specie sono significativamente presenti in un popolamento(bosco, siepe).

Conversione: in selvicoltura, le operazioni colturali che tendono a cambiare la forma di governo di unbosco. Ad esempio, si parla di conversione da ceduo all’alto fusto.

Disetaneo: indica la presenza, in un medesimo popolamento vegetale, di individui significativamentedifferenti quanto all’età. Le differenze devono essere tali che il popolamento anche visivamente apparecomposto da soggetti di dimensioni marcatamente diverse.

Ecocompatibile: intervento antropico che tiene conto dell’ambiente naturale in cui viene attuato e nerispetta le caratteristiche.

Ecosistema: l’insieme formato dalle caratteristiche di un determinato ambiente, dalle comunità viventiche lo abitano e dall’insieme dei rapporti che si instaurano tra gli esseri viventi e tra questi e l’ambientefisico che li ospita.

Eliofila: riferito a pianta che predilige ambienti molto illuminati dal sole.

Eutrofizzazione: fenomeno causato dall’eccessiva presenza di nutrienti nelle acque, che provocasviluppo abnorme di alcuni vegetali acquatici, con danni all’intero ecosistema per consumo eccessivodell’ossigeno disciolto nell’acqua.

Falda freatica: lo strato in cui l’acqua filtra liberamente, delimitato inferiormente da uno stratoimpermeabile. La falda freatica si trova in genere vicino alla superficie ed è facilmente raggiungibile conpozzi.

Fitocella: contenitore in cui viene coltivato e commercializzato un vegetale.

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Fitodepurazione: processo di depurazione delle acque superficiali e sotterranee che si basa sull’azionefisico-biologica di alcune piante.

Forestazione naturalistica: intervento di ripristino della copertura forestale, che tende a riprodurre lecaratteristiche dei boschi naturali. In particolare sono scelti composizione, sesto di impianto, numero disoggetti, tipo di mescolanza, forme di governo e trattamento tali da avvicinarsi il più possibile allanaturale evoluzione di un popolamento forestale.

Fustaia: popolamento forestale, in cui le piante presenti sono di origine gamica, ossia sono nate da seme.

Governo: in selvicoltura, indica il sistema di rinnovazione di un popolamento forestale. Se il bosco sirinnova in prevalenza per seme, si parla di governo a fustaia; si parla di governo a ceduo se larinnovazione avviene prevalentemente mediante la produzione di polloni.

Idrofite: piante che vivono nell’acqua, che si distinguono in :introdotte dall’uomo sono dette alloctone.specie emergenti dall’acqua;specie sommerse;specie totalmente o parzialmente galleggianti.

Mescolanza per piede d’albero : in un impianto forestale, mescolanza di soggetti di specie e/o di etàdiverse senza uno schema prefissato.

Mesofilo: nel regno vegetale, detto di organismi che vivono in ambienti con umidità media e pocovariabile.

Pollone: giovane germoglio che si sviluppa da un ramo, da una ceppaia o da un rizoma di una pianta.

Rippatura : operazione colturale che consente di rompere gli strati profondi del terreno senza rivoltarlo.

Rizoma: fusto orizzontale simile a radice, superficiale o sotterraneo, che serve come organo di riserva.

Sciafila: riferito a pianta che predilige o tollera ambienti scarsamente illuminati dal sole.

Semenzale: giovane piantina ottenuta da seme.

Sesto d’impianto: disposizione spaziale delle piante che vengono messe a dimora in una certa area.

Specie autoctona: specie vegetale o animale originaria dell’ambiente in cui vive. Le specie

Successione: in botanica, il naturale processo di colonizzazione di un biotopo da parte della vegetazione ei cambiamenti che la comunità subisce attraverso il tempo.

Tagli successivi a gruppi: in selvicoltura, il trattamento di una fustaia che favorisce la rinnovazionemediante il taglio di piccole superfici dove si insedia il nuovo popolamento. Si applica a fustaie coetanee,ma facilita il processo di disetaneizzazione del bosco.

Taglio saltuario: in selvicoltura, il trattamento di una fustaia disetanea che consiste nel taglio periodicodi un ridotto numero di alberi, scelti perché economicamente maturi, per favorire la rinnovazione, permotivi fitosanitari.

Trattamento: in selvicoltura, indica le modalità con cui viene tagliato un popolamento forestale, siaceduo che fustaia.

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BIBLIOGRAFIA

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Bernardoni A. e Casale F. (a cura di), 2000. Atti del convegno: Zone umide d’acqua dolce, tecniche estrategie di gestione della vegetazione palustre. Quaderni Riserva naturale paludi di Ostiglia – 1.

Bondesan A., Caniato G., Vallerani F., Zanetti M. (a cura di), 1998. Il Sile. Cierre Edizioni.

Carraro V., 1998. Vegetazione e flora del Parco del Sile. Canova.

Di Fidio M., 1995. I corsi d’acqua. Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio. Pirola.

Ente Parco Naturale Regionale del fiume Sile (a cura di), 1997. Guida del Parco naturale del fiume Sile.

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Regione Veneto – Azienda Regionale Foreste, 1990. Le foreste. Speciale siepi.

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Referenze fotograficheSpigariol Paolo, foto di copertina e di pag. 9, 18, 19, 21 ,24, 31, 34, 36.Marchi Nadia, foto di pag. 16.

Page 26: 2.3 SIEPI E BOSCHI RIPARIALI, PIOPPETI, FASCE TAMPONEcentrostudinatura.it/public2/documenti/280-16523.pdf · 24 2.3 SIEPI E BOSCHI RIPARIALI, PIOPPETI, FASCE TAMPONE Nella gestione

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Indice

INTRODUZIONE Pag. 1

A. IL PARCO DEL SILE E LE SUE FINALITÀ. IL PIANO AMBIENTALE Pag. 2

B. LE ZONE UMIDE: INTRODUZIONE Pag. 4

1. PARTE GENERALE Pag. 6

1.1 ZONIZZAZIONE DEL PARCO. I QUATTRO SITI DI IMPORTANZA

COMUNITARIA DEL PARCO Pag. 6

1.2 LINEE GENERALI DI INTERVENTO Pag. 8

1.3 VALENZE FAUNISTICHE E FLORISTICHE Pag. 11

2. PARTE SPECIALE Pag. 13

2.1 INTERVENTI DI GESTIONE E MANUTENZIONE DELLE ZONEUMIDE Pag. 13

2.2 TUTELA GEOMORFOLOGICA ED IDROGEOLOGICA Pag. 22

2.3 SIEPI E BOSCHI RIPARIALI, PIOPPETI, FASCE TAMPONE Pag. 24

2.4 SPONDE, FOSSI E SCOLINE Pag. 33

2.5 ATTIVITÀ AGRICOLA E DISTURBO ANTROPICO Pag. 34

2.6 INDICAZIONI PER INTERVENTI DI RIPRISTINO DI ZONE UMIDE Pag. 36

2.7 POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTI Pag. 39

GLOSSARIO Pag. 46

BIBLIOGRAFIA Pag. 48