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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO Anno 54 - Aprile/Giugno - “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 2/2010 Taxe perçue - Tassa riscossa - Torino CMPNord Maria, Madre mia, fiducia mia!

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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

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Anno 54 - Aprile/Giugno - “PosteItaliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1,comma 2, DCB Torino” nr 2/2010

Direttore responsabile: canonico Carlo VallaroEquipe di redazione

Questo bollettino si invia a tutti coloro che lo desi-derano: si sostiene con le libere offerte dei lettorisul c/c postale 00362103 specificando la causaledel versamento.Videoimpaginazione e stampa: Maja - Torino

Per testimonianze, relazioni di “grazie”,richieste di immagini, informazioni,biografie, abbonamenti a questobollettino, critiche, consigli, articolie qualsiasi tipo di corrispondenza

scrivere a:“Fiamma di Carità”“Fiamma di Carità”

pressoSuore Povere Figlie di San Gaetanovia Giaveno 2 - 10152 TorinoTel. - Fax 011.851.567

E-mail: [email protected] in allestimento:

www.suoresangaetano.it

San Gaetano Thiene

Fiamma di Carità

FVD - Perché ti sei fatto prete? pag. 3La nostra Madre scrive... « 5Questi uomini che amano i figli d’altri come figli loro « 7San Giuseppe Cafasso « 9I Beati Fratelli Boccardo e la Santa Sindone « 13Madre Gaetana Fontana, rosario e grembiule del servizio « 17Racconto - Le due anfore « 19Cronaca

- Animatrici di comunità - Incontri formativi « 21- Magnificat « 22- Da Montaldo Scarampi - ... in festa « 23- A Lagnasco per Fruttinfiore « 24

INSERTO:Alcuni momenti preziosi della vita del Beato Luigi Boccardo

- L’amore che risana « 25- Il più illustre e amato Pellegrino « 26- Da Porto San Giorgio (FM) - Oggi cucino io « 28

Missioni- Incontro Vocazionale a Fiatà - Togo - Africa « 30- Grande gioia nella nostra comunità di Fiatà « 31- Ecuador - Grazie alle suore ho incontrato Dio - Sono felice « 32- Alle care suore d’Italia daAzogues - Ecuador « 33- Dall’Ecuador -Azogues - 30-12-2009 « 34- Notizie dal Togo « 36- Dall’Argentina - Hogar in festa « 38

La Prima Comunione: occasione straordinaria per aiutare inostri bambini a condividere la loro gioia « 39Allarga i confini della tua carità « 40Accendi anche tu una fiamma di carità - Amici dei Beati Boccardo

- Il simpaticone Kangni « 43Ricordiamo nella preghiera « 45

Sommario

In copertina: Madonna delle Lacrime, statua della ParrocchiaSS. Crocifisso e Madonna delle Lacrime, Torino

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È la domanda che più volte mi hannofatto le mamme quando accompagna-vano i loro figlioli al catechismo per laprima Comunione.È la stessa domanda che io ho rivoltoa Gesù e che rivolgo tuttora.Gli dicevo: “Con tanti miei compa-gni, perché solo me, hai volutosacerdote?”.Non ero cattivo, ma un po' monello,sì.Una volta mi rispose: “Perché, nonsei contento?”.Posso dirvi sinceramente che in tutta

FIATVOLUNTAS DEI

la mia vita ho scoperto che era ilSignore ad aiutarmi, e senza che mene accorgessi, mi preparassi a dirgli sì.Nessuna rivelazione privata. Questo èfuor di dubbio, oggi si direbbe così.Ero molto timido. Così, trovai al cate-chismo una Suora di nazionalità fran-cese. Forse fu quello il primo segnale.Imparai da lei a rispettare tutti, anchequelli che sono più timidi.Non voglio annoiarvi. Quante volte,con i miei compagni, facevamo com-pagnia ad una vecchietta di nomeElena. Con noi, seduti sullo scalino

PERCHÉ TI SEI FATTO PRETE?

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di chi, nella bottega, face-va diventare nuove lescarpe, ascoltavamo iracconti di Elena.Erano sempre glistessi. Imparai che ivecchietti hannobisogno di parlare,ma soprattutto, diessere ascoltati.Dal mio parroco, monsi-gnor Giovanni Battista Pinardi, vidicome trattava le persone, ricchi epoveri.. Ma soprattutto dalla miaFamiglia ho capito che nei momentipiù tragici c'è sempre Dio, con la suaProvvidenza..Ma ora basta. Il resto è cronaca. Una

cosa posso dirvi, sono certohanno pregato per me i

miei morti, i mieiamici, le persone conle quali ho vissuto lamia vita sacerdotale.Una volta, in Semi-nario, il mio Rettore

mi disse: “Ragazzomonello, sacerdote mo-

dello”.Penso che si sarà sbagliato. Ma peri preti, è la grazia del buon Dio.Con me, se volete, continuate a pre-gare per tutti i preti.

Don Carlo Vallaro,direttore

"Il sacerdote è in Cristo, per Cristo e conCristo al servizio degli uomini. Proprio per-ché appartiene a Cristo, il presbitero è radi-calmente al servizio degli uomini, è ministrodella loro salvezza, della loro felicità, dellaloro autentica liberazione, maturando, in que-sta progressiva assunzione della volontà delCristo, nella preghiera, nello "stare cuore a

cuore con Lui". È questa allora la condi-zione imprescindibile di ogni annun-cio, che comporta la partecipazioneall'offerta sacramentale dell'Eucaristiae la docile obbedienza alla Chiesa".

Papa Benedetto XVI

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sarà capitato anchea voi, incontrando qualche bambino,di fare questa domanda: “Cosa vuoifare da grande?”. Le risposte sono lepiù impensate, ma a volte ci danno lapercezione di scoprire le attitudini e idesideri racchiusi nel cuore di unbambino.Questa stessa domanda mi è capitatodi farla a Matteo, un bambino dinove anni. Con la sua vivacità, congli occhi pieni di entusiasmo e condeterminazione, mi dispose: “Dagrande voglio fare il Papa!”. Nonmezzi termini: il Papa! Naturalmente

tutti noi intorno ci siamo messi aridere, quasi per dire: impossibile?,ma sicuramente Matteo sapeva beneperché diceva così.La figura del Papa lo affascina, quelsenso del mistero, quella serenità,quel proclamare la Parola di Dio,suscitano, nel cuore di Matteo,ammirazione, bellezza, incanto. Lasua risposta mi ha fatto rifletteremolto sulla figura del Papa, “il dolceCristo in terra”, diceva S. Caterina daSiena. In questo tempo, siamoimmersi dai giornali e dai media chetentano in tutti i modi di colpire il

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Carissimi lettori di “Fiamma di carità”, carissime Sorelle e Piccole Sorelle Gaetanine, carissimi Amici dei Beati Boccardo,

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Sommo Pontefice. Non si accorgonoche, in questo modo, rendono piùbella e più densa di significato lafigura del Papa. Egli difende non sestesso, ma Colui che gli ha conferitotale dignità e che ha posto nelle suemani la sua eredità: la Chiesa. Nessuno, come il Papa, difende lavita in tutti i suoi aspetti, e nessunopossiede il coraggio di proclamarel’altissima dignità dell’uomo.Quanto dovremmo pregare per ilPapa! Quanta riconoscenza dovrem-mo avere in cuore per quella respon-sabilità e per quella capacità di saperdirigere, con saggezza, la barca chegli è stata affidata, anche in mezzoalle tempeste.La nostra Madre Gaetana Fontanadiceva: “Signore, accetta l’offerta ditutta me stessa secondo l’intenzionedel Sommo Pontefice, per Lui la miavita e per la diffusione dello SpiritoEucaristico nei tuoi sacerdoti…”.Le nostre Sorelle Figlie di Gesù Re,suore non vedenti, hanno questoscopo: “offrono a Dio un perennesacrificio di lode con una vita nasco-sta con Cristo in Dio” e “completanonella loro carne quello che manca aipatimenti di Cristo a favore del suocorpo che è la Chiesa; in modo spe-ciale per il Santo Padre, per la santi-ficazione dei sacerdoti, per l’unitàdei cristiani”. (S. Regola n. 8).Non è grande tutto questo? Apriamogli occhi per contemplare le meravi-

glie che ci sono nella Chiesa.Sottolineiamo il positivo e il beneche avanza e non mettiamoci dallaparte di chi demolisce.Quanti santi sacerdoti hanno dato laloro vita e continuano a donarla nelsilenzio per il bene del popolo loroaffidato! Perché i giornali li ignorano?Carissimi amici, non lasciamoci tra-volgere da questa ondata negativache vuole schiacciare. Conserviamoun grande amore per il Papa e per isacerdoti, preghiamo per loro, offria-mo la nostra vicinanza, il nostroaffetto, la nostra comprensione, lapurezza del nostro amore verso que-sti fratelli che sono, come noi, figli diquesta umanità, ma che portano ibeni del cielo.“Il prete è vostro fratello! Egli conti-nua a condividere la sorte dell’uomo,anche dopo che la destra di Dio attra-verso la mano del Vescovo, si è posa-ta su di lui: la sorte dei deboli, lasorte di quelli che sono stanchi, sco-raggiati, inadeguati, peccatori! Beativoi che non vi siete scandalizzati del-l’uomo che è nel prete! Egli è unuomo, affinché voi crediate che lagrazia di Dio può essere concessaall’uomo, al pover’uomo,così com’è” (K. Raher).A tutti il mio saluto.Con stima.

Madre Teresa Ponsi

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QQuueessttii uuoommiinnii cchhee aammaannoo ii ffiiggllii dd’’aallttrrii ccoommee ffiiggllii lloorroo

Quasi ogni giorno dalla Germania arrivano noti-zie di casi di abusi pedofili addebitati a sacerdo-ti. Storie risalenti a cinquant’anni fa, come aRatisbona, e difficili da verificare. O nuove denun-ce, da vagliare con rigore, per fare piena luce, come

vuole il Papa, sul più intollerabile dei crimini. Per renderegiustizia alle vittime e, eventualmente, agli innocenti. Masembra che una gran ruota mediatica si sia messa in moto,quella ruota che giudica e condanna già nel pronunciare unnome; e all’infinito replica quei nomi, e quelle già decretatecondanne. Allora tra quanti si sentono appartenenti allaChiesa percepisci un’ombra di scoramento amaro: ma la nostraChiesa, i nostri preti, possibile che se ne parli solo per asso-ciarli alla colpa, di tutte, più terribile? Smarrimento, e ildubbio che questa onda mediatica, nel denunciare episodianche autentici, taccia di un’altra parte, molto più grande,della realtà. Che insegua con i riflettori colpevoli veri o pre-sunti, e ignori la silenziosa immensa moltitudine di sacerdo-ti fedeli. (Trecento, secondo il Vaticano, gli autentici casi dipedofilia imputabili a sacerdoti nell’ultimo mezzo secolo;quattrocentomila i sacerdoti cattolici nel mondo).No, non è riducibile a quelle accuse, al pure tragico falli-mento di alcuni, la testimonianza resa dai preti ai credenti.Che leggono i giornali, li chiudono sgomenti, ma vanno inve-ce con la memoria a un oratorio, a un’infanzia; alla facciadi un uomo. Al ricordo di uno che ti accoglieva, e voleva bene,quando magari attorno c’era solo la strada; che era certo cheanche nei peggiori ci fosse del buono; che era padre più delpadre vero, perché, a differenza di non pochi padri di oggi,era convinto che ognuno di noi ha un compito, e un destinobuono.Ci sono milioni di uomini e donne al mondo che nella loroinfanzia e adolescenza hanno questo ricordo. Magari centrale,magari solo in un angolo, voce poco ascoltata in distrattelezioni di catechismo. Tuttavia, da adulti, anche tanti deipiù lontani rimandano i loro figli al catechismo: come nel-

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l’eco di una parola ascoltata frettolosamente, nonben compresa, e però intuiscono ora, importante.Come nel ricordo della faccia di un uomo, checomunque perdonava, e che andresti a cercare, conuna strana urgenza nel cuore, il giorno in cuisapessi che il tempo ormai è breve.Fanno più rumore, certo, quegli alberi spezzati,schiantati dal male, che la grande foresta cheintorno silenziosamente cresce. La limpidezza voluta

da Benedetto XVI nell’anno sacerdotale si confronta con losguardo degli uomini, e con il volano vorace dei media. Conun accanimento che, ha notato il portavoce della Santa Sedepadre Lombardi, “a Ratisbona e a Monaco ha cercato elementiper coinvolgere personalmente il Papa nella questione degliabusi”. E addirittura, si direbbe, con un compiacimento nelcercare di disfare col fango l’immagine stessa del sacerdozio.Come se ci fossero, sotto, altri conti da saldare con questiuomini così cocciutamente diversi, così assurdamente celibi,così non disposti a conformarsi alla mentalità corrente.Benedetto XVI parlando venerdì scorso alla Congregazione peril Clero ha usato una espressione, per indicare il cuore delsacerdozio: “essere di un Altro”. (Incomprensibile al mondo:essere di un Altro, con la A maiuscola? Di un Altro, chi? Mase ogni uomo moderno sa bene, di appartenere soltanto a sestesso).E dunque la tempesta monta. Tradimenti veri, come colpi discure nella storia di bambini e adolescenti, oppure voci, eanche bugie. Tempesta: ma che non tocchi, questa giostra diverità mescolate a veleni, la memoria di quella faccia, diquell’uomo nel campo dell’oratorio, la domenica. Che giocava apallone, e portava in montagna, e poneva domande che gli altrinon fanno. Quell’uomo, così certo in una speranza incrollabi-le. Che – essendo di un Altro – poteva amare quei figli d’al-tri, come figli suoi.

14-3-2010

MMaarriinnaa CCoorrrraaddiiPer gentile concessione del Direttore dell’Avvenire

ddrr.. MMaarrccoo TTaarrqquuiinniioo

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Il 2010 è senz’altro caratterizzato,anche grazie all’indizione da partedel papa Benedetto XVI dell’annosacerdotale, dal centocinquantesimoanniversario della morte di sanGiovanni Maria Vianney, il santocurato d’Ars; ma questo è pure l’an-no di un altro centocinquantesimoanniversario di morte, quello del“nostro” (per noi della diocesi diTorino) san Giuseppe Cafasso.Questo secondo anniversario, legatoad un altro santo prete, ci invitaancora una volta a riflettere sulsacerdozio ministeriale.Don Giuseppe Cafasso era nato il 15gennaio 1811 a Castelnuovo d’Asti.Egli è spesso ricordato come “il

Santo della forca” per-ché dal 1838 svolse ilservizio pastorale dicappellano dellecarceri torinesi e inquesta veste accom-pagnò i condannati amorte al patibolo.Ben sessantotto ne seguì e tutti arri-varono al pentimento, per cui ilSanto li chiamava “i miei santiimpiccati”.Il più famoso fu senz’altro il genera-le Gerolamo Ramorino che vennegiustiziato il 22 maggio 1849 perchéaccusato di essere il responsabiledella disfatta di Novara.Ancora oggi, a Torino, al “rondòdella forca”, nel luogo cioè doveavvenivano le esecuzioni, un monu-mento ricorda il Cafasso che vennepoi dichiarato patrono di tutte le car-ceri d’Italia.Ma il motivo maggiore per cui ilCafasso ha qualcosa da dirci di gran-de attualità è un altro: il suo legamecon il Convitto Ecclesiastico.Questa era un’istituzione fondata dadon Guala che si proponeva di pre-parare concretamente alla pastorale igiovani preti.Il Cafasso fu allievo del Guala e poisuo vice (“ripetitore” in linguaggiouniversitario), infine dal 1849 alla

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SAN GIUSEPPE CAFASSO

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morte, avvenuta nel 1860, direttore eprefetto della Conferenza di teologiamorale pratica e rettore della chiesadi San Francesco nei cui locali ilConvitto si trovava.Punti di riferimento di questa scuolaerano san Francesco di Sales, assun-to come modello di pastore tuttodedito all’apostolato e sant’AlfonsoMaria dei Liguori patrono dell’inse-gnamento della morale, fondata suun equilibrio tra contemplazionedella misericordia di Dio e acutosenso del peccato.Importante è studiare questa scuolasacerdotale perché da essa vengonoquasi tutti i preti santi dell’Ottocentoche hanno reso la diocesi di Torinofamosa in tutto il mondo.San Giuseppe Cafasso con la parola,ma ancor più con l’esempio, trasmet-teva ai giovani preti allievi delConvitto un modello di prete moltodedito alla confessione e alla direzio-ne spirituale, e in effetti decine edecine di persone, di ogni estrazionesociale, cercavano, anche di notte,questo piccolo pretino esile e gobbo,per ricevere lumi e consolazione.Altro campo di lavoro del Cafassofurono le “missioni popolari”, comesi diceva a quel tempo, cioè predica-zioni fatte a tappeto nelle parrocchierivolte a tutte le età e a tutte le condi-zioni di vita dei parrocchiani.Grazie a lui ebbe nuovo impulso lacasa di spiritualità sita intorno al san-

tuario di Sant’Ignazio nelle valli diLanzo; in essa il Santo predicava d’e-state vari turni di esercizi spirituali.La casa conserva ancora oggi la suacamera e solitamente viene data alpredicatore di turno.La grandezza del Cafasso consistepure nell’attenzione che egli riservòai cambiamenti sociali che in queglianni stavano avvenendo: Torinoinfatti era invasa da migliaia di gio-vani attirati dalla possibilità di lavo-ro promessa dall’industrializzazione,ma poi, lontani dalle proprie fami-glie, venivano abbandonati a se stes-si e spesso cadevano nella malviven-za: erano i nuovi poveri e il cuorespirituale e quindi assai concreto delCafasso non poté rimanere semplicespettatore.Grazie ai suggerimenti e agli ingentiaiuti economici del Santo nacqueroin Città i vari “oratori” che si propo-nevano di dare ai ragazzi una dignitàe una possibilità di vita onesta.Quanti spunti di riflessione di scon-certante attualità per noi gente delduemila…!Il Santo morì, appena quarantano-venne, il 23 giugno del 1860,lasciando erede universale la“Piccola Casa della DivinaProvvidenza”, istituzione fondata daun altro grande della diocesi diTorino: san Giuseppe BenedettoCottolengo.Don Giuseppe Cafasso venne cano-

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nizzato nel 1947 e proposto dal Papacome modello e “perla del clero ita-liano”.Le sue reliquie riposano nel santua-rio della Consolata dove poi vennetrasferito il Convitto.

San Giuseppe Cafasso e il beato Luigi Boccardo

San Giuseppe Cafasso e il beatoLuigi Boccardo non si incontraronomai di persona perché il primo morìnel 1860 mentre il secondo nacquenel 1861, ma il secondo ebbe unaprofonda conoscenza del primo per-chè ne seguì il processo per laCanonizzazione e ne fu in qualchemodo il successore.

Ufficialmente rettore del ConvittoEccle siastico (trasferito allaConsolata) e postulatore della Causafu il beato Giuseppe Al lamano, nipo-te del Cafasso (figlio di sua sorella).L’Allamano però fu sempre moltooccupato per i lavori di restauro e diampliamento del santuario dellaConsolata e ancor di più lo fu nellafondazione del l’Istituto dei Missio -na ri e delle Missionarie dellaConsolata, per cui toccò al beatopadre Luigi occuparsi della gestioneordinaria delle due cose. Al Convittoinfatti, chiamato dallo stesso beatoAllamano di cui era stato alunno perdue anni, svolse la mansione di padrespirituale e di insegnate di ascetica emistica.Toccò ancora a padre Luigi quindi,seguire le varie tappe del Processodel Cafasso; tutto questo non è un’i-dea o un’impressione mia, ma vieneabbondantemente do cu menta to nellibro del l’abate Luigi Nicolis diRobilant “Vita del venerabileGiuseppe Cafasso”, specialmente nelsecondo volume.Dal Robilant veniamo così a sapereche padre Luigi fu incaricato dicustodire uno dei tre cilici usati dalSanto della forca.Nel 1911 padre Luigi venne chiama-to ad una sessione del Processo inqualità di testimone a tutte le varieesumazioni del corpo del Santo;durante una di queste venne pure

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come punto di riferimentosicuro per la gran parte del clero tori-nese in anni anche difficili e rischio-si; al punto che molti soprannomina-vano padre Luigi “Il Cafasso redivi-vo”.Dio, datore di ogni bene, a noi gentedel duemila, voglia donare preticome san Giovanni Maria Vainney,come san Giuseppe Cafasso o comeil beato Luigi Boccardo, preti di cuisentiamo tutti oggi più che mai ungran bisogno.

don Dario Bernardo M.oblato benedettino

incaricato di pulirne (“spazzolare”)le ossa.In camera di padre Luigi, tra le suecose più care, ho trovato un picco-la teca contenente alcune reliquiedi san Giuseppe Cafasso chepadre Luigi teneva sempreaddosso fissato alla talare con uncordoncino; smontando il retrodel reliquiario, ho trovato unbiglietto scritto da padre Luigiin cui si legge: “Dente del B. (aquel tempo infatti il Cafassoera “beato” e non ancorasanto) G. Cafasso dal Teol. L.Boccardo (il 2 ottobre 1892)estratto dal teschio dellasalma quando questa si por-tava dal Cimitero allaConsolata”. Entro la teca visono pure capelli presi al Beato inoccasione del decesso suo e altripresi dal feretro nel 1892. Inoltre c’èun pezzo di talare stata pure nel fere-tro.Nel libro del Robilant troviamo laconferma della presenza del beatopadre Luigi alla riesumazione del1892.A parte queste notizie riguardanti levarie riesumazioni del corpo delSanto, particolari dal gusto un po’macabro tipicamente ottocentesco,ritengo che il grande merito di padreLuigi sia stato, imitando fortementee continuando l’opera del Cafasso,quello di proporsi come “padre”,

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13Fiamma di Carità

I Beati Fratelli Boccardoe la Santa Sindone

I Santi e i Beati torinesi sono stati devo-tissimi della S. Sindone. Tutti o quasisono passati a venerare il S. Lenzuolo.Il Cristo crocifisso e risorto, come èdescritto nei Vangeli, ha lasciato la suaimmagine nel sacro telo, e tutto il popo-lo di Dio la può venerare e ringraziarlodel suo infinito amore per noi, che l’haportato a morire e a risorgere per lanostra salvezza. “Icona scritta col san-gue”, l’ha definita papa Benedetto XVI.

IL BEATO GIOVANNI MARIABOC CARDO, che visse dal 1848 al

1913, potè partecipare, dur ante la suavita, solo all’Ostensione del 1898.Come parroco di Pancalieri, così parlaai suoi parrocchiani in una sua predicain preparazione a quell’Ostensione, cuicertamente avrà preso parte viva eamante con la sua parrocchia: “Il piùgrande avvenimento che abbia luogoquest’anno a Torino è la solenneesposizione della S. Sindone, in cui fuavvolto il corpo di Gesù.... la suafigura, il suo ritratto fatto da luimedesimo... Quelli che vissero conGesù, lo videro, sentirono la sua

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voce, e noi, non potendolo sentire,possiamo vedere la sua immagine...con quanto amore e venerazione!(..)” (Pancalieri, 24 aprile 1898, Scritti, Vol. 39pp. 142 - 143).

IL BEATO LUIGIBOCCARDO, fratello del BeatoGiovanni Maria, risiedendo proprio inTorino, per 30 anni presso il Convitto eSantuario della Consolata, a due passidal Duomo (dove dalla fine del 1500 èconservata la S. Sindone), e poi trasfe-ritosi in Corso Napoli, non lontano dalDuomo, non potè fare a meno di recar-si a venerarla, alle Ostensioni del 1931,del 1933 e anche forse alla precedente.Nel 1933, infatti ne abbiamo testimo-nianza dal chierico Losero, divenutopoi sacerdote, che lo accompagnò alDuomo. E’ qui che ci viene riferita lastorica frase del nostro Beato, quando ilchierico Losero, desideroso di andare avenerare la S. Sindone, quasi non si fer-mava all’adorazione davanti al S.Tabernacolo. Padre Luigi, nel suo beldialetto piemontese, gli disse: “Sì, a jètut, là, a jè mac an figura” (Qui, nel SS.Sacramento, Gesù c’è tutto, là, nella S.Sindone, c’è solo in figura”).Anche il Servo di Dio e prestoVenerabile papa Giovanni Paolo II,prima di andare a venerare la S. Sindone,si soffermò molto a lungo davanti al SS.Sacramento, quando nel 1998 venne aTorino e proclamò Beato il fratello di P.Luigi, Giovanni Maria Boccardo.

C’è ancora da rilevare unparticolare che non è disecondaria importanza.Quando si trattò di prepara-re il bellissimo crocifisso-icona che ancora oggi tro-neggia nel Santuario diCristo Re, il Beato LuigiBoccardo volle cheavesse le dimensionidell’Uomo dellaSindone, e anche i par-ticolari del Volto, dol-cissimo e bellissimo,la Misericordia inpersona. E fu cosìche lo scultoreBarbieri lo pre-parò, rivestito deiparamenti sacer-dotali, con lacasula, la coronain capo e il Cuorefiammante nel petto.La S. Sindone è quindi una grandissimadevozione dei torinesi, e anche delBeato P. Luigi, come già molto tempoprima del Beato Sebastiano Valfré, checucì in ginocchio e piangendo dallacommozione, il rattoppo del S.Lenzuolo.Padre Luigi non mancò di parlarnenella sue prediche e qui, trascriviamoalcuni pensieri che ci possono aiutare acercare e trovare nel S. Lenzuolol’Uomo dei dolori, che ben conosce ilpatire, come afferma il profeta Isaia.

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SSccrriivvee iill BBeeaattoo LLuuiiggiiBBooccccaarrddoo::“La S. Sindone cichiama con tre manie-re diverse e mirabili, lequali costituiscono untriplice filo che è diffici-le rompere.La S. Sindone ci ricordala Consolata, la Passionedi Gesù e il miracolo delSS. Sacramento, tre vociche sono come tre fili deitorinesi.La S. Sindone ricorda laConsolata, perché, quando ilnobile Decurio e gli altri siassunsero l’incarico di depor-re Gesù dalla croce, consolaro-no la Madonna nel momentodel suo più grande dolore.Consolata, Maria SS. DiventòConsolatrice di Gesù componen-do la sua salma divina, il che leottenne di essere anche nostra

Consolatrice.La S. Sindone ricorda la Passione diGesù.La S. Sindone ricorda il miracolo delSS. Sacramento perché in essa fu invol-to lo stesso Gesù che noi adoriamo nelSS. Sacramento e nello stesso modoche la Sindone servì di velo al Corpo diGesù, così le Specie Sacramentali.(....)Altre e altre volte, quantunque in pro-porzioni molto ridotte, la nostra metro-

poli (Torino) è straordinariamentemovimentata da moltitudini di forestie-ri, ma il movente di tali affluenze è lanovità, la curiosità, l’ufficialità, tuttoun esteriore effimero, che non lasciatracce di miglioramenti spirituali.Quello invece che in questi santi giorni(anno 1933) ci commuove, è quel sensointerno, soprannaturale, quell’attrazio-ne divina, la quale, anche nella crisieconomica attuale (!) induce liberissi-mamente e soavemente a scomodarci, aspendere di propria borsa, per soddi-sfare un bisogno dell’anima immortale,davanti all’immagine del Dio umanatoRe dei cuori.(...) La preziosissima Reliquia cheaneliamo di contemplare fra pochigiorni nella nostra Metropolitana,colla sua grafica figura ci dirà, fusinella più bella armonia, gli eccessi del-l’ingratitudine umana e della divinamisericordia. Quella Figura è il ritrat-to parlante di Gesù Re dei cuori, diGesù Re sempre vittorioso, di Gesù chefa dei suoi sudditi fedeli, altrettanti re;di Gesù Re pacifico.Portiamoci tutti a fargli corte d’onore,ad adorarlo, a ringraziarlo, a chieder-gli perdono dei nostri torti, a giurarglieterna fedeltà, appoggiati alla graziache Egli non nega ad alcuno, al fine dicontemplarlo poi, estatici, nella suagloria, cortigiani e conregnanti conLui, per tutta l’eternità.

(Dagli Scritti del B. Luigi Boccardo,

Vol. 30, pp. 196. 198)

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Fiamma di Carità16

A Casalgrasso, il 18 ottobre 1903, ilnostro Beato Luigi Boccardo tieneun’omelia nel Santuario dellaMadonnina, la Vergine delleGrazie. È l’icona rappresentante laS. Sindone di Torino presentata aifedeli da Maria SS. avente a destraS. Giuseppe e a sinistra San CarloBorromeo.(...) E’ in forza di questa legge dell’a-more che i nostri antenati, dopo avergoduta la singolare ventura di vene-rare alla scoperta il S. Lino della S.Sindone in Torino, ne vollero aver fre-quentemente sotto gli occhi unaimmagine che loro la ricordasse... ese ne conservan di molte, nelle case diTorino, nell’interno e nelle pubblichevie.... Similmente si adoperò presso divoi, qui a Casalgrasso, il mastromuratore, di origini milanesi, Gio.Battista Gentina (...)Richiamate alla vostra memoria ilmaggio 1898. Vi ricorda quelle inter-minabili processioni di divoti pelle-grini che affluirono alla Città della S.Sindone da tutti i paesi circonvicinicon a capo il loro Clero, il loroParroco!La vasta Torino per oltre 8 giorni eratramutata in un gran Monastero, perle sue vie, sulle sue piazze, nei suoigiardini quasi più non si sentiva chepreghiere, che cantici di festa!(...) L’occhio non si saziava di rimira-re quel volto divinamente bello perquanto sfigurato e irriconoscibile allo

sguardo profetico di Isaia... com’era-no eloquenti quelle due pupille!... Chemaestà sovrana traspariva da quelvolto! Che strazio facevano al cuorequei buchi delle spine su quella fron-te, quelle lividure che solcavano laschiena, il petto, le braccia, le gambe,tutto il corpo del Divin Salvatore...Ma più di tutto, ciò che colpiva ad untempo e vista e cuore era l’aperturadel destro costato... non fu solo unaferita che praticò Longino nel SS.Corpo morto di Gesù, ma fu una verabreccia, una caverna che scavò collasua lanciata! (...)Oh, nessuno può contare la varietàdei sensi provati davanti a quel monu-mento della carità infinita di un Dioper noi miseri mortali!Quanti partirono dai piedi dellaSindone per andar a prostrarsi aipiedi di un confessore a deporvi ilpeso di tanti peccati in cui languivanoda chissà quanti anni!O Sindone, o Sindone del NostroSignor Gesù Cristo, quando avremodi nuovo la sorte di contemplarti, dipassar le ore davanti a te, a piangere,a pregare, a bere le onde delle tueineffabili effusioni d’amore!

(Dagli Scritti del B. Luigi Boccardo,

Vol. 30, pagg. 200. 205. 206)

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Iter della Causa

Fiamma di Carità 17

Nata a Pancalieri, giovanissima si consacra al Signore: la sua “mistica” è intrisa di preghiera, adorazione e servizio ai più poveri.

virtù eroiche della Serva di Dio.Poiché dal 2003 è allo studio a Roma ilprocesso per un asserito fatto miraco-loso ottenuto per intercessione dimadre Gaetana, speriamo fermamenteche, quando Dio vorrà, anche questaumile religiosa della nostra Diocesipossa essere annoverata tra i beati.Madre Fontana può definirsi “veramadre dei poveri e degli ultimi, deisofferenti e dei sacerdoti”, dalla “caritàardente di una mistica”, perché dall’a-dorazione di Gesù nel SS. Sacramentotraeva la forza e l’ardore per servire lostesso Gesù presente nei Suoi predilet-ti, i poveri, secondo il carisma delbeato Fondatore: “Nel volto del pove-ro il Volto di Cristo”. La sua interces-sione e il suo esempio siano benedizio-ne in particolare per tutta la nostraamata diocesi di Torino.Madre Gaetana del SS. Sacramento(Carlotta Fontana) nacque a Pancalieril’11 gennaio 1870. Ultima di novefigli, crebbe in una famiglia profonda-mente cristiana, dove apprese una fedetestimoniata a una carità vissuta.Nel 1882 entrava come nuovo pievanodon Giovanni Maria Boccardo.Carlotta ne seguiva la guida spirituale,

La causa di canonizzazione della servadi Dio Madre Gaetana Fontana, cofon-datrice col beato Giovanni M.Boccardo e prima Superiora dellesuore “Povere Figlie di San Gaetano”sta seguendo a Roma il suo “iter”, inattesa che la “Positio super vita, virtu-tibus et fama sanctitatis”, redatta sottola guida del relatore della Causa, P.

Cristoforo Bove, siaesaminata per

provare le

M a d r e G a e t a n a Fo n t a n a , r o s a r i o e g r e m b i u l e d e l s e r v i z i o

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18 Fiamma di Carità

e quando nel 1884 si abbatté suPancalieri una epidemia di colera, futra le prime ad assistere i contagiati,rischiando la vita. Il 6 novembre dellostesso anno il pievano Don Boccardo,per soccorrere i suoi parrocchianirimasti senza aiuto e abbandonati, apri-va un “Ospizio di Carità”. Carlotta,nonostante la sua giovanissima età,subito si prestò per servire Gesù neipoveri. Il 21 novembre 1884, con leprime giovani che si consacravano atempo pieno al servizio dei poveri,degli anziani, dei malati, don Boccardoiniziava la Congregazione delle suore“Povere Figlie di San Gaetano”, e il 2ottobre 1886 vi entrerà anche Carlotta.Il fondatore donò un nome nuovo allesue suore, e Carlotta venne chiamata“Suor M. Gaetana del SantissimoSacramento”. Giovanis sima, a soli 23anni è nominata superiora generale dalFondatore. Guiderà la Congregazioneper 35 anni, con oculata prudenza ecarità, dapprima accanto al fondatore,e alla morte di lui, continuerà la suamissione affiancando il fratello delBeato Giovanni Maria, il Beato LuigiBoccardo divenuto superiore ecclesia-stico della Congregazione.Numerose furono le case aperte daMadre Gaetana, col Fondatore e poicon Padre Luigi, in Piemonte e nelleMarche: case di riposo, scuole materne,ospedali, opere parrocchiali, laboratoriper giovani. Ebbe la gioia, il 2 febbraio1932, di iniziare, col Beato Luigi

Boccardo, il ramo contemplativo dellaCongre gazione gaetanina: le “Figlie diGesù Re”, suore non vedenti che offro-no la loro vita per il Papa, per i sacer-doti, per la diffusione della fede.Fu definita “Colei che portava il sole”,la madre di tutti. I suoi simboli: lacorona del rosario e… il grembiule diservizio.Gli ultimi anni della sua vita furonocontrassegnati dal dolore, da provemorali e fisiche. Ella si offriva al suoSignore, sicura che Lui avrebbe condot-to a compimento la sua opera. MadreGaetana si addormentava nel Signore aPancalieri, il 25 marzo 1935, il giornodel sì di Maria, di cui era devotissima.La sua fama di santità si diffuse subito,favorita da numerose grazie ottenuteper sua intercessione.Nel 1996 il card. Giovanni Saldariniiniziava in Torino il processo informa-tivo diocesano della Serva di Dio M.Gaetana Fontana che, terminato damons. Giovanni Luciano, delegatoarcivescovile per le Cause dei Santi diTorino, fu chiuso il 22 novembre 2000a Pancalieri dal card. Severino Poletto.Ora attendiamo che a Roma si proce-da nello studio della sopraddetta“Positio”, redatta dalla postulazionecon la collaborazione della signoraAngela Senesi Ambrosi, e consegnataalla Congregazione delle Cause deiSanti nel 2003.

Sr. Livia Piccinali, postulatrice

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19Fiamma di Carità

Ogni giorno un conta-dino portava l’acquadalla sorgente alvillaggio in duegrosse anforeche legava sullagroppa dell’asino,che gli trotterella-va accanto.Una delle anfore,vecchia e piena difessure, durante ilviaggio, perdeva acqua.L’altra, nuova e perfetta,conservava tutto il conte-nuto senza perderne nep-pure una goccia.L’anfora vecchia e screpo-lata si sentiva umiliata einutile, tanto più chel’anfora nuova non perdeval’occasione di far notare lasua perfezione: “Non perdoneanche una stilla d’acqua, io!”.Un mattino la vecchia anfora siconfidò con il padrone: “Lo sai,sono cosciente dei miei limiti.Sprechi tempo, fatica e soldi percolpa mia. Quando arriviamo alvillaggio io sono mezza vuota.Perdona la mia debolezza e le mieferite”.

Il giorno dopo, durante ilviaggio, il padrone si rivol-se all’anfora screpolata ele disse: “Guarda il bordodella strada”.“Ma è bellissimo! Tuttopieno di fiori!”, risposel’anfora.“Hai visto? E tutto questosolo grazie a te”, disse ilpadrone. “Sei tu che ogni

giorno innaffi ilbordo della strada.Io ho comprato unpacchetto di semidi fiori e li hoseminati lungo lastrada e, senzasaperlo e senzavolerlo, tu li innaf-fi ogni giorno”.La vecchia anforanon lo disse mai anessuno, ma quel gior-no si sentì morire di

gioia.

Siamo tutti pieni di ferite escrepolature, ma se lo vogliamo,possiamo fare meraviglie con lenostre imperfezioni…

Le due anforeRacconto

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Fiamma di Carità20

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Animatrici di ComunitàIncontri formativi

La casa generalizia di Torino, è illuogo ideale per offrire lo spazio el’occasione di incontri. Tutte sentia-mo la gioia di tornare e di sostare nel“cuore” della nostra famigliaReligiosa. Nel mese di marzo, cisiamo trovate in tante per affrontare eapprofondire la grande responsabilitàdi animare le piccole comunità che civengono affidate. Due giorni intensi,sostenute dal sorriso e dalla com-prensione della nostra Madre, e gui-

date dall’abilità di un esperto: DonSalvatore Vitiello che ci ha introdot-te nel delicato compito di “animare”,cioè, dare anima al gruppo, toccandoi punti fondamentali dell’animazio-ne. Tutto si basa su una fede autenti-ca, capace di “vedere oltre”. Senzaquesta cornice di fede, perdiamo lagiusta direzione e giudichiamosecondo un giudizio umano, troppofragile e soggetto a crisi e depressio-ni. La vita comunitaria è una palestra

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Fiamma di Carità 21

C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

per crescere, ma impegnaciascuna a curare in profondità lavita di fede e la propria formazioneumana.L’animatrice è chiamata ad un amoreoltre misura, capace di stare accanto,farsi vicina, accogliere incondiziona-tamente qualunque Sorella che leviene affidata. A volte, le viene chie-sta una disposizione tale da offriretutta se stessa per la vita dell’altra. Cisono degli ingredienti essenziali se sivuole ottenere efficacia: l’umiltà chesi fa accoglienza, la conoscenza dichi hai accanto, il rispetto, il crearespazio per il mistero dell’altra, l’a-scolto, la prudenza.L’animatrice è chiamata a presiedere,

a guidare nelnome delSignore, a custo-dire la comunitàche le è affidata.Ri chiede perso-nalità mature,riconciliate conse stesse, con-sapevoli deipropri limiti,coscienti diessere amatedal Signore.Solo chi sisente amata,

è capace di donare amo re. Perquesto, una animatrice ha bisogno disostare quotidianamente davanti alSignore per gustare la Sua Presenza eper donarlo alle sue Sorelle.Questa è una brevissima sintesi didue giornate passate troppo veloci,che ci danno energia, vitalità nuova,incoraggiamento, e che ci rischiara-no il cammino tanto bello, ma tantodelicato, di animare la Comunità.Ringraziamo tanto per il dono diqueste giornate, e ringraziamo DonSalvatore Vitiello che sa spezzarecosì bene la sua preparazione e la suacultura e che ci orienta in modo sicu-ro e deciso.

Una sorella animatrice

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

MagnificatCon Maria “magnifichiamo” il Signore per questo arco di vita trascorso dalle nostre carissime Sorelle nella fedeltà della

Consacrazione Religiosa.Auguriamo di cuore ogni bene.

1960 - 21 novembre - 201050° di Professione Religiosa di• Suor Maria Luigina Peroni

della Vergine Addolorata• Suor Maria Paolina Orecchioni

della Vergine Assunta• Suor Maria Beniamina Pizzini

del Cuore Immacolato di Maria• Suor Maria Vincenza Mattio

di Maria Mediatrice di tutte le Grazie• Suor Maria Clemenza Belà

della Madonna di Loreto

Auguri

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Il 14 febbraio 2010 si è svolta, nellasplendida cornice del Museo dellaFamiglia Contadina, la festa diCarnevale per i bambini di MontaldoScarampi.Come dimostra la foto, almeno unatrentina di bambini hanno animato lafesta e di questi almeno una ventinao forse più, sono residenti in paese.La popolazione negli ultimi anni èaumentata e molte sono le famigliegiovani che per la qualità della vita,hanno scelto la nostra Comunità perstabilire la loro dimora. Il pomerig-gio è stato caratterizzato dalla rotturadelle pignatte conclusasi con lamerenda a base di bugie semplici oripiene di ottima marmellata, pizzaed in ultimo con la cioccolata caldapreparata dalle mani esperte di

Marisa e Silvana: le cuoche della ProLoco. Grazie all’AmministrazioneComunale e alla Pro Loco per lasplendida iniziativa e che il successoottenuto sia uno stimolo per conti-nuare nell’opera di aggregazione, diintegrazione e di partecipazione ditutti i cittadini alla vita del paese.

Franco Galliano

DA MONTALDO SCARAMPI (AT)

. . . IN FESTA

23Fiamma di Carità

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Lagnasco (CN), nella primavera, sem-bra un paese da favola. Distese immen-se di peschi fioritiche sembranonuvole rosa, peri emeli che formanonuvole bianche.Anche agli occhidei più dubbiosi,nasce spontaneo ilgrido: “Che mera-viglia!”.È in questo perio-do che la ProLoco Lagnaschese, ha dato vita ad unasimpatica manifestazione intitolata“Fruttinfiore” che vede la partecipazio-ne di tanti produttori e di una moltitudi-ne di gente attenta, curiosa, interessata.Quest’anno, il Presidente della ProLoco Luigi Colombano ci ha dato l’op-

portunità di par-tecipare con unostand a favoredelle nostre mis-sioni. E’ stata unaesperienza bella:

ci sentivamo immersi nella folla nume-rosa, contenti di poter offrire un donoperché altri fratelli meno fortunatipotessero avere vita e sorriso.Un grazie da queste pagine, va a tutti iLagnaschesi che sono stati generosi ecomprensivi, a coloro che ci hanno per-messo di partecipare, a quanti hannolavorato per la realizzazione. Siamocerti che lo slogan “donando si riceve”,porterà i suoi frutti misteriosi a coloroche hanno dato il loro gesto d’amore.Questo farà fiorire la loro vita di bene,di gioia profonda, di condivisione, disolidarietà: frutti che provengono da chiè capace di donare agli altri un po’ dellaloro vita.

A Lagnasco per Fruttinfiore

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Il 10 aprile 2010 per Torinoè una data importante, si dàinizio alla SolenneOstensione della Sindone.Con la Madre Generale,Madre Teresa Ponsi, parte-cipo alla liturgia che aprequesto grande evento.La S. Messa presieduta da S. Em. Card.Severino Poletto e concelebrata da moltivescovi e sacerdoti dice tutta la solennitàdi questa giornata, nella quale è presenteil Sindaco di Torino, Sergio Chiamparinocon le autorità civili del Piemonte.Il clima che pervade la Celebrazione èdi grande solennità e di intensa parte-cipazione. Importante è la presenza divarie reti televisive che trasmettono indiretta la Celebrazione di aperturadell’Ostensione.Certamente, osservare e contemplare leimpronte della S. Sindone rappresenta unrimando diretto e immediato che aiuta acomprendere e meditare la drammaticarealtà della Passione di Gesù.Per questo il S. Padre Benedetto XVIl’ha definita “specchio del Vangelo”.Entrando nella Cattedrale semi-buia,

subito si è avvolti dal clima di raccogli-mento e di ascolto che caratterizza questoluogo di preghiera. L’ascolto della Paroladi Dio illumina la passione dell’uomo edona, a chi ha il cuore aperto, di saperscorgere nella passione di Cristo, laredenzione del dolore di ogni uomo.Contemplando il Volto del Signore nellasua Passione, si scorgono i tratti del Voltomisericordioso del Padre, ed il cuorespontaneamente ripete: “Dio ha tantoamato il mondo da dare il suo Figlioper salvare tutti noi!” (Gv 3,14-21).Ritornando infine alle nostre case sentia-mo in noi una forza nuova che ci spingea rinnovare il nostro amore a Dio ed aifratelli memori del suo comandamento: “Amatevi come io ho amato voi” (Gv.13,1-15).

Suor Rosanna A.

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L’amore che risana

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Il più illustre e amato PellegrinoDomenica 2 maggio 2010 tutta Torino è in festa per l’arrivo del più Illustre pel-legrino: papa Benedetto XVI° che viene tra noi per contemplare e venerare la

Sindone. È una giornata intensacaratterizzata da una forte espe-rienza spirituale.

Il S. Padreinizia que-sta indi-menticabilegiornata conla S. Messain Piazza S.Carlo con-cele brata daS. Em. Card.S e v e r i n o

Po let to, da molti Vescovi del Piemonte e damolti sacerdoti. La piazza è gremita di fede-li provenienti da tutte le Diocesi delPiemonte e da altre Diocesi.

Nel pomeriggio il papa incontra i giovani che, in Piazza S. Carlo lo attendonocon tanto entusiasmo, gioia ed allegria. Il S. Padre offre loro una preziosa rifles-sione che mette in risalto l’importanza delle scelte definitive della vita, checaratterizzano il cammino di chi vuol seguire gli insegnamenti di Gesù, sianella vita familiare che nella vita di spe-ciale Consacrazione. Il papa terminainvitando tutti i giovani alla XXVI°Giornata mondiale della gioventù:“La Gmg 2011” che sisvolgerà a Madrid dal 16al 21 [email protected]

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In preghiera dinanzi alla SindoneNel tardo pomeriggio il S. Padre si è recato in Duomo pervenerare la Sindone.A questo momento di intensa preghiera e meditazione hannopotuto partecipare alcuni Monasteri . Erano presenti mona-che di Clausura e Suore di Vita Contemplativa tra le quali vierano le nostre sorelle “ Figlie di Gesù Re” suore non veden-ti, le quali costituiscono la parte contemplativa della nostraCongregazione “ Povere Figlie di S. Gaetano” . Queste sorel-

le hanno avutola preziosaopportunità diessere presentiall’interno delDuomo esostare con il S. Padre dinanzi allaSindone contemplando le sofferenzedi Gesù e pregando per i bisogni ditutta l’umanità sofferente.

L’incontro con i malati“Voi siete frutto maturo della croce e della risurrezione di Cristo”Queste sono le parole rassicuranti e consolanti che il S. Padre, al termine di que-sta giornata, ha rivolto ai malati ed ai sofferenti, ospiti amati, della “Piccola Casadella Divina Provvidenza” fondata daS. Giuseppe Benedetto Cottolengo.Questo realtà ha permesso a tutti dicompletare la meditazione sulle soffe-renze di Cristo. Infatti “Passio Christi, Passio hominis” èun’unica realtà. Non c’è sofferenzaumana che sia priva di significato, eche non acquisti un valore redentivose unita alla Passione di Cristo.

Suor Rosanna A.

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Cari amici, abbiamo pensato di raccontarvi alcunenostre esperienze alla Scuola del -l’Infanzia San Gaetano di Porto SanGiorgio. In questo anno scolastico ilprogetto educativo che le nostre inse-gnanti hanno pensato per noi è incentra-to sull’alimentazione. Facile capire ilperché! Molti di noi non sono abituati amangiare in modo sano: spesso faccia-mo i capricci perché preferiamo alcunicibi e, invece, ne dovremmo mangiarealtri, più utili per la nostra sana crescita.Pian piano, però, ci stiamo abituando.Abbiamo imparato a riconoscere i ritmidella natura e i prodotti stagionali;abbiamo compreso che il nostro corpoha bisogno di tanti alimenti e che questicontengono sostanze indispensabili perla nostra vita. Ma la cosa più importanteè che stiamo sviluppando il piacere delmangiare e un buon rapporto con il cibo,che speriamo di mantenere negli anni. Noi però, non ci siamo limitati ad ascol-tare, colorare e giocare: ci siamo proprioimpegnati e, alla fine, siamo stati nomi-nati chef. Si! Dei veri e propri cuochi,con tanto di cappello personalizzato!Dopo una visita ad un pastificio diCampofilone, dove abbiamo visto comecon dei macchinari preparano la pasta

all’uovo, insieme alle nostre maestreabbiamo preparato le tagliatelle. Conuova e farina abbiamo impastato, stesola sfoglia con il matterello e con l’aiutodi macchinette manuali abbiamo taglia-to le nostre fettuccine. Le cuoche ce lehanno cotte per il pranzo: erano squisite! Ma non è finita. Dopo qualche giorno,

OGGI CUCINO IO!da Porto San Giorgio (FM)

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

avvicinandosi la festa del papà le inse-gnanti ci hanno proposto di fare qualco-sa di buono da regalare loro: cosa più diun dolcetto per far festa? Allora, prepa-rati burro, uova, farina, zucchero e lievi-to non ci restava che impastare la pastafrolla. L’ab biamo fatta riposare e, il gior-no dopo, armati di formine di diversitipi, tutti a fare i biscotti con le gocce dicioccolato! Poi, in cucina ce li hannocotti nel forno e quando si sono freddatili abbiamo imbustati, attaccato l’etichet-ta e chiusi con una molletta. Che fatica!Ma che bello dopo, a casa, ricevere icomplimenti dei papà, ma anche dellemamme che mangiavano felici! E ades-so? Hanno detto che siamo diventatibravissimi a cucinare, non possiamonon fare qualcosa anche per le mamme:di solito sono loro che preparano pernoi. Ed ecco l’idea! Per la festa dellamamma ritorniamo a fare qualcosa didolce, tanto siamo tutti un po’ golosi!Delle crostate ci sono sembrate l’idealee allora di nuovo a impastare la pastafrolla, farla riposare in frigorifero e poistenderla nei contenitori, mettere la mar-mellata e subito in forno. Tanto oramaisiamo diventati esperti!!!In attesa di invitarvi tutti a mangiare danoi, vi salutiamo e…buon appetito!

I bambini della Scuola dell’Infanzia “San Gaetano” di Porto San Giorgio

e le Insegnanti

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MISSIONIMISSIONI

Incontro Vocazionale a Fiatà - Togo - Africa

Così si concludeva l’invito all’incontroVocazionale organizzato da noi Suoredi San Gaetano di Fiata –TOGO, duran-te le vacanze pasquali nei giorni 29 e 30marzo 2010. Vi hanno partecipato ragazze e ragazzi,ma per problema di scuola è stata unasessione un po’ in movimento, in quan-to alcuni dovevano andare e altri veni-vano. Vi hanno partecipato anche inostri 3 Aspiranti a Fratelli delBoccardo, due dei quali venuti dallaCapitale LOME distante circa 70 Km.dove frequentano l’università. Il primo giorno un Sacerdote ha parla-to della castità, come deve essere vissu-ta dai giovani in preparazione a unaconsacrazione.Il secondo giorno un altro Sacerdote haparlato della vita comuni-taria nella Chiesa, a esem-pio della Vita Trinitaria; itemi sono stati richiestidai giovani stessi nellaprecedente sessione. In tutti i due giorni cisono stati lavori di grup-po con alcune domandee la condivisione.Anche se il tempo è

stato breve, si notava in tutti interesse eimpegno nel lavoro proposto.Anche la preghiera di Lodi, Vespro e S.Rosario è stata partecipata con devozio-ne. Gli Africani amano molto pregare, illoro è un pregare “senza tempo”, un’an-ticipazione di quello che sarà la nostraeternità: “senza tempo”... si loderà e sibenedirà Dio.L’Africano porta dentro di sè il divino;ascoltano e accolgono volentieri sentirparlare di Dio, di cose dello spirito.Vi é stata poi la S. Messa di con-clusione e al termine si è lorodato come ricordino il segnalibrocon l’immagine dei nostri dueBeati.Il Signore lavori in questi cuori evi trovi docilità e adesione allasua chiamata.

«Venez à la découverte de votre vocation et de ce que Dieu veut de vous»! (Venite alla scoperta della vostra Vocazione e di quello che Dio vuole da voi!)

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Fiamma di Carità 31

MISSIONIMISSIONI

Il giorno 25 marzo, solennità dell’An -nunciazione di Maria SS. La nostraAspirante Mireille inizia il postulandato edentra così a far parte della nostraCongregazione. «La gioia è grande! Che la VergineMaria l’accompagni nel cammino dellaSantità» risponde Suor Adolfa all’inter-vista che l’Aspirante Louise improvvisaa tutti i partecipanti all’uscita dalla cap-pella dopo la solenne celebrazione Euca -ristica durante la quale il celebrantebenedice la medaglia di S. Gaetano chela neo Postulante riceverà. La S. Messa ha avuto inizio molto pre-sto: alle ore 6. Mireille era raggiante di

gioia e con lei tuttenoi, felici di acco-gliere una giovane afar parte della nostrafamiglia religiosa ein particolare nellanostra piccola Co -mu nità di Fiatà -Togo. Preghiere, canti, l’ab-braccio di accoglienza

di noi Suore alla Postulante ha reso unclima di intimità famigliare. All’uscita dalla cappella la sorpresa…!Louise col piccolo registratore in manochiesto alla sera precedente si avvicina aciascuno: al Sacerdote, Suore, laici e pone

le domande. Sembra davverouna giornalista! Le rispostesono ovvie, contengono senti-menti di gioia, di gratitudine,per il dono della Vocazionedella giovane Postulante enostra, che ormai da molti anniabbiamo ricevuto e che rinno-viamo insieme a Mireille. Ogni occasione è buona peresprimere la nostra gioia e il nostro grazieper essere state scelte da Dio a vivere sola-mente per Lui.Sorpresa chiama sorpresa… Terminatal’intervista l’Aspirante Louise che si eraimprovvisata giornalista, ora si improvvisacantautrice. Con sorpresa di noi tutte dedi-ca alla Neo Postulante un canto compostoda lei per la circostanza probabilmente lasera o la notte precedente. Gli Africaniamano molto il canto ed hanno molta faci-lità di parola, oltre a tanta fantasia. La giornata del 25 marzo continua nellagioiosa fraternità di tutte noi. Nonmanca la preghiera confidente e fidu-ciosa: che il Signore continui a chiama-re giovani che sappiano generosamentedonare a Lui la propria esistenza al ser-vizio dei fratelli poveri. Il Signore Gesù come a un tempo guardiquesta messe che è abbondante e provve-da operai perchè essi sono pochi.Le Sorelle della Comunità di Fiatà - Togo

Grande gioia nella nostra Comunità di Fiatà

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Fiamma di Carità32

MISSIONIMISSIONI

Sono Nube Calderon,sono la maggiore di 3 fratelli, sonocresciuta in una casa molto umile enella piu grande povertà, il miomondo era solo la mia casetta, i mieiamici solo i miei fratelli, mio protetto-re solo mio papà. Con molto sacrificioi miei genitori mi hanno fatto studia-re, ho frequentato la scuola primaria,la secondaria e anche il catechismoperò non ho avuto una conoscenzaamorosa di Dio.All’età di 15 anni morì mio padre, conlui anch’io morivo ogni giorno, sem-brava che l’unica morta fossi io.Gridavo a Dio perché aveva tolto miopadre della mia vita, una parte del miosogno perché io avevo molti sogni darealizzare con lui. Chiaro! Senza ren-dermi conto che lui è stato chiamato

da Dio. A tre anni della morte dimio papà ho incontrato le suoreAngelina e Laura, mi hanno inse-gnato a conoscere Dio e Gesù.Ho appreso che senza Dio sononiente. Con frequenza vado nellacasa delle suore, mi recevono contanto amore, con loro mi sento acasa mia, la mia mente e il mio spi-rito si colmano di entusiasmo e ognivolta imparo cose nuove.In un ritiro spirituale organizzatodalle suore ho conosciuto molte cosesu Gesù, ho condiviso con altreragazze esperienze, sono diventatemie amiche molto care; Angelica,Carmita, Mayra, Augusta e altre.Sono molto grata alle suore cherischiarano il mio cammino e ora stobene.Comprendo che lo spirito di miopapà mi sta vicino come un angelocustode per guidarmi e proteggermi.Mentre mia mamma con l’aiuto diDio non si stanca di andare avanti, iostudio all’università, mia sorella fini-sce la secondaria e mio fratello fre-quenta il terzo anno della secondaria.Con Dio nel nostro cammino nulla èimpossibile, comprendo che sempresta al mio fianco.

Nube

Ecuador - Grazie alle suore ho incontrato DioSONO FELICE

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Fiamma di Carità 33

MISSIONIMISSIONI

Ciao, un cordiale saluto a tutte lesuore gaetanine, mi chiamo AngelicaSolis, ho 15 anni, sono la sesta di 8figli, i miei genitori sono separatiperò ugualmente vogliamo loromolto bene.Viviamo con la mamma la quale conla grazia di Dio ci vuole tanto bene.Sto nel 4 corso di collegio, ho laborsa di studio.Per me è stata una grande gioia lavenuta delle suore Angelina e Laura,sono come una luce per il mio cam-mino, sono persone che non si occu-pano di sè ma vivono per il prossi-mo, per questo le ammiro. Il piùbello è quando ci ascoltano, cicomprendono e ci dannoconsigli.La mia esperienza con lesuore è bellissima e unica, èun privilegio perché tuttisono chiamati ma pochi glieletti.Con loro ho imparato moltecose: aiutare il prossimo comegli anziani, gli infermi e cono-scere di più Gesù. Le suoresono umili, sono come le nostremadri, ci ospitano, ci danno con-sigli, ci aiutano spiritualmente, ilmeglio per noi.

Per parte mia seguendo i loro consi-gli sono migliorata molto in tutti gliambiti, familiare e sociale. Per que-sto rendo grazie a Dio che le hoconosciute e alla Madre Generaleche le ha mandate.La novizia Lorena che da poco è arri-vata è molto graziosa e se in seguitostaremo assieme spero di trovarmibene con tutte.Andate avanti, è una bella congrega-zione, Dio vi benedica.Saluto con tanto amore le suore gae-tanine.

Angelica

Alle care suore d’Italia da Azogues - Ecuador

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MISSIONIMISSIONI

Festa di commemorazione dei125 anni di fondazioneSiamo state circondate da affetto e damolta preghiera dalle persone dellacuria, della cattedrale e della popola-zione.Nella cattedrale per la novena si sonoesposte le gigantografie di SanGaetano e dei nostri Beati GiovanniMaria e Luigi Boccardo, unite allapreghiera. Ogni sera Suor Angelinadocumentava gli inizi della fondazio-ne e la sua espansione nel corso deglianni terminando con la preghiera perle vocazioni. Il giorno della festa unacelebrazione solenne presieduta daMonsignor Carlos Anibale Altamirano e

dai sacerdoti della cattedrale. I chie-richetti e i ragazzi del gruppo pregio-vanile ci hanno accompagnate conpreghiere d’intercessione vocaziona-le per la nostra congregazione.Si è chiusa la festa con una cioccola-ta e distribuzione del pane benedetto.

Avvento e NataleDurante il tempo di avvento si è pre-parato il cuore per la venuta di Gesùvisitando gli ammalati nelle casettesparse sul “sierro”. Suor Angelinacon i giovani e alcune persone sisono impegnate a portare sollievo eaiuto a vecchietti abbandonati nellapiù squallida povertà.

Dall’Ecuador - Azogues 30-12-2009

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Si sono fatti incontri, con i chie-richetti, un gruppo di 40 ragazzi,abbiamo fatto il ritiro a Chacapambain un grande salone della curia. Unagiornata memorabile. Suor Angelinaoltre alle conferenze ha preparatouna bella proiezione con le foto delleattività della cattedraledove i ragazzi si sono vistifelici in azione. Padre Jorgeha celebrato la Messa econfessato tutti i ragazzi. Ilritorno sulla camionetta allacattedrale dove Monsignoreci attendeva per la benedi-zione.

E il Natale ....La notte di Natale ricca difolclore. Un incanto. Un

coinvolgimento nellafede popolare indigenaespressa in danze incostumi, canti e suonidi bande. La cattedralegremita prostrata alCristo Gesù Bambinoadagiato nel presepe.Una grande gioiapervadeva l’atmo-sfera e una grandepace nei cuoi diciascuno.Dopo la cerimoniaMonsignore e i

parroci sono venuti nellanostra casa a visitare il presepe e peril tradizionale ristoro del panettone.Sempre il nostro anelito è la promo-zione vocazionale perché i giovanirispondano all’invito di Gesù natopovero ed umile: nel povero, nelbisognoso è il presepe, è Gesù.

Sr. Laura e Sr. Angelina

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MISSIONIMISSIONI

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MISSIONIMISSIONI

Grande avvenimento nel Noviziato dellanostra missione di Fiata – Togo. Il giorno26 ottobre 2009 si è tenuto il primo incon-tro di formazione degli Aspiranti ai fratel-li Gaetanini (ramo maschile a cui laCongregazione sta dando inizio).L’incontro è stato tenuto da Suor LucianaMaulo, Formatrice del noviziato eResponsabile della Comunità, che ha pre-sentato con molta chiarezza e competen-za le varie Vocazioni a cui una personapuò orientare la sua vita.La prima e la più grande: la chiamata allavita, senza la quale non vi possono sussi-stere le altre.Dio chiama all’esistenza la sua creatura, laricolma dei suoi doni e segue con amoreil suo cammino (Salmo 36, 23).Su ciascuna ha un progetto d’amore; eccole diverse chiamate, cioè, modalità di vita.- La chiamata al matrimonio, a cui la mag-gior parte delle persone sono chiamate.

Una chiamata di privilegio è quella al

Sacerdozio. Come i primi Apostoli Gesùsceglie alcuni, chi vuole, alla sua sequela,per annunciare il Regno di Dio e a conti-nuare la sua missione.- La chiamata alla vita Consacrata: la per-sona che si dona totalmente a Dio nella vitacontemplativa, o si consacra a Dio a servi-zio dei fratelli, vivendo in Comunità,oppure si consacra a Dio, ma vivendo nellapropria famiglia, come consacrata laica.La presentazione di Suor Luciana sull’ar-gomento ha suscitato negli Aspirantimolto interesse: hanno chiesto delucida-zioni e poste varie domande.Il pomeriggio si è concluso con la pre-ghiera del Vespro insieme alla Comunitàe una bella merenda consumata nell’alle-gria e nella speranza di un cammino sem-pre più verso Cristo.Nei giorni 28-29 dicembre i giovani e legiovani Aspiranti si riuniscono per viveredue intense giornate nella preghiera e nellariflessione. Un sacerdote ogni giorno guida

l’incontro.Si parla loro delle virtù umane ecristiane; vengono illuminati suquali possono essere i segni dellaVocazione alla vita di consacrazio-ne a Dio e ai fratelli.Infine vengono invitati a guardareGesù Cristo come il centro di ogniVocazione e di tutta la vita di un cri-stiano.

Notizie dal Togo

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Fiamma di Carità

Un bilancio generale conclude ledue giornate.La Rev.ma Madre e la ConsiglieraSuor Rosalia fanno visita allaComunità. In questa bellissima circo-stanza si invitano i 3 Aspiranti dandoloro la possibilità di salutare le Madrie per un incontro di conoscenza.Ciascuno si presenta e raccontanocome sono arrivati a conoscere Gesù ea ricevere il Battesimo. Tutti hannouna storia particolare, segnata dalla dif-ficoltà e dalla sofferenza per poter sceglie-re e seguire Gesù. Essendo le loro famigliela maggior parte pagane.La Madre si mostra contenta e un grazie aDio si eleva dal suo cuore.Affidiamo alla Vergine Maria questi gio-vani che sembrano interessati alla causadel Regno di Dio nello spirito dellafamiglia Gaetanina.La nostra preghiera piena di fiducia: cheDio porti a compimento l’opera che ha ini-ziato e realizzi su ciascuno e sulla nostraFamiglia Religiosa il suo disegno d’amore.

Visita della Nostra Madre e dellaConsigliera Suor Rosalia allanostra Comunità del TogoLa nostra Comunità di Fiata – Togo, èin grande festa: il giorno 20 gennaio2010 accoglie con immensa gioia lanostra Madre Teresa e Suor Rosalia,Consigliera (brasiliana) venute invisita alla nostra missione dove si fer-meranno fino al 4 febbraio.Come in tutte le grandi e straordinarie cir-

costanze, la creatività di Suor Anna si fainventiva e improvvisa una festosa acco-glienza all’arrivo delle Madri: addobbi,bandiera italiana e brasiliana, nastri, pal-loncini di tutti i colori e forme, di cuianche le giovani Aspiranti, esternando laloro gioia, si adornano all’arrivo delleMadri.La Madre Teresa, tutti ormai qui la cono-scono! Vogliono vederla, salutarla, parlar-le… la presenza di Suor Rosalia invecesuscita grande sorpresa nei nostri fratelliafricani, poiché la vedono di pelle scuracome loro e si mostrano contenti di vede-re una nostra Suora che somiglia a loro.Trascorriamo giorni di intensa fraternità.E’ sempre gioia grande quando la nostraMadre è in mezzo a noi! La sua presenzaespande gioia, calore, luce, speranza; ècome la mamma in una famiglia.Rendiamo grazie a Dio per tutto quanto dibello abbiamo vissuto e gioito in questigiorni di particolare grazia.

Le Sorelle del Togo, Suor Luciana, Suor Adolfa, Suor Anna, Suor M. Patrizia

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MISSIONIMISSIONI

Dall’Argentina i bambini dell’Hogarde dia ringraziano e salutano!

Hogar in FestaDall’Argentina

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Questa è la piccola Gloria Gilli di Ceva(CN), che ha pensato ai bambinidell’Argentina, devolvendo il valoredelle bomboniere per le necessità deln o s t r oHogar dedia, luogoche acco-glie circa150 bam-bini poveri.

“QUESTOBIGLIET-TO È UN DONO D’AMORE.Per ricordare la mia PrimaComunione ho deciso di devolvere ilvalore delle tradizionali bombonierea favore dell’opera missionaria dellePovere Figlie di San Gaetano diTorino. Affinché anche altri bimbipossano festeggiare un po’ con meho scelto, tra i mini progetti a favoredella vita, di sostenere la missione inArgentina che accoglie i bimbi pernutrirli, vestirli, curarli ed educarli amigliorare la loro vita”.

E questo è il piccolo Davide Tiri, diMontegrosso d’Asti, che, in occasionedella sua Prima Comunione, ha volutofare una adozione a distanza, “adot-tando una sorellina povera” della mis-sione in Africa – Togo dove lavoranole nostre suore. Ora, la piccolaTeresa, adottata da Davide, avrà chisi occupa della sua crescita, e soprat-tutto, sarà per Davide una occasioneper crescere e per maturare nella

condivisione.

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LA PRIMA COMUNIONE: occasione straordinariaper aiutare i nostri bambini a condividere la loro gioia.

Quanto è educativo e bello il gesto di questi bambini. In un momento cosìimportante della loro vita, i genitori sanno proporre ai loro figli gesti di solida-rietà: gesti che rimarranno nel loro cuore, ma che sanno sviluppare l’attenzio-ne alle necessità di chi ci vive accanto.

Un grazie a questi bambini e ai loro geni-tori da parte di tutta la nostra Comunità.Valga per tutti la certezza della Parola diGesù: “Ogni volta che avete fatto questecose a uno solo dei miei fratelli più picco-li, l’avete fatta a me” . ( Mt. 25,40 )

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A L L A R G AI CONFINI DELLA TUA CARITÀSostieni i PROGETTI delle Suore di San Gaetano

1° PROGETTO: ADOTTA UNSEMINARISTAdalla terra di Missione pregheràsempre per te e offrirà la sua vitaper il mondo

2° PROGETTO:ADOTTA UNA GIOVANE ASPIRANTEalla vita di Missione

Queste giovani vogliono con-sacrarsi al Signore e dedicarela loro vita alle opere di caritàverso i fratelli. Vuoi aiutarle arealizzare il loro sogno? Donala tua offerta

Vuoi dare il tuo contributo per i sacerdoti di domani?

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4° PROGETTO: BRASILE• alla Crêche aiutiamo bambini che hanno biso-gno di tutto, affidàti alle Suore, sicuri che conl’aiuto dei Benefattori avranno il necessario peruna crescita armoniosa;• gestiamo il cibo per 180 bambini: occorrono

recipienti adatti. Occorre dissetarsi al caloredel Brasile;• il riposo è sempre necessario;• la preghiera diventa il centro della giornata edella vita che cresce.

5° PROGETTO: BRASILE ANZIANI SOLI• ci occupiamo anche di assistere gli anzianibisognosi di aiuto e di cure.

3° PROGETTO: AFRICA - Togo• curiamo i malati nel nostro dispensario;• aiutiamo e curiamo con ogni sostegno i malati di AIDS e le loro fami-glie;• accogliamo i bambini denutriti;• accogliamo ragazzi handicappati e orfani ai quali offriamo ospitalità in

un clima di famiglia grazie al Progetto Casa Famiglia.

LE OPERE DI CARITÀ:progetti di solidarietà a favore dei più bisognosi

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Fiamma di Carità42

7° PROGETTO:INDIAMangalam Kerala

• accanto ai bambini che sof-frono;• casa di formazione..

6° PROGETTO: ARGENTINAHogardedia (Casadi giorno)• gestiamo 200 ragazzi che frequentano e trovano un costante aiuto per la loro crescita: ilcibo necessario, una casa, grandi spazi, la gioia di vivere insieme, TUTTOGRAZIE AI BENEFATTORI.

Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me.

(Mt. 25,40)

La tua of fer ta secondo le diverse modali tà :• personalmente alle suore di San Gaetano che conosci• per conto bancario o C/C postaleAttenzione! A chi desidera contribuire, chiediamo di specificare chiaramente, nellacausale del versamento, il progetto che si vuole sostenere.

Modali tà di versamento:CONTO CORRENTE POSTALE: PAESE IT - CHEK 55 - CIN I - ABI 07601 CAB 01000 - N.CONTO 000017159781 - CODICE BIC BPPIITRRXXX Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano - I.A.A.D. - Via Giaveno 2 - 10152 TORINOCONTO CORRENTE BANCARIO: CIN K - ABI 03069 - CAB 01007 N. CONTO 100000060027 -IBAN IT57 K0306901 00710000 0060 027 - SAN PAOLO IMI TORINO Ag. 7Intestato a: I.A.A.D. Istituto Povere Figlie di San Gaetano - Via Giaveno 210152 Torino.PPEERR IINNFFOORRMMAAZZIIOONNII,, CCHHIIEEDDEERREE DDII SUOR FEDERICA BATTISTELLATel. 011.851567 - E-mail: [email protected]

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il factotum della nostra missione.Qualunque lavoro gli si chieda luiriesce e lo fa molto bene e soprattut-to lo fa volentieri ed è molto creati-vo. Vuole bene alle Suore.Orfano di mamma da bambino, ilpadre non se ne prende cura.Kangni frequenta la nostra casa, perlui è come un’altra famiglia e quan-do si trova in qualche difficoltà, sa ditrovare soccorso, aiuto e compren-sione.Quando combina qualche grossamarachella, nasconde cioè le chiavi oaltro… quando non si sente più alcentro dell’attenzione, e noi lo

“richiamiamo”, cioè non lo

Vogliamo parlare ora un po’ diKangni (leggi Cagnì).Ma chi è Kangni?È un giovane sordomuto del nostrovillaggio di Fiata, il primo frutto delnostro lavoro con i disabili e che noisvolgiamo in collaborazione dellaFondazione Liliana, ne seguiamoben 150.La Fondazione Liliana è un’Associa -zione Olandese sorta per dare la pos-sibilità ai disabili di svolgere una vitanormale secondo le loro possibilità.All’inizio Kangni l’abbiamo affidatoa un centro per sordomuti per toglier-lo dalla famiglia dove era quasinascosto e viveva tra lavoro deicampi e casa, senza relazionisociali; ma Kangni, portato più allavoro che ad altro, lascia il cen-tro dopo un anno non riuscendo aseguire la scuola come gli altried egli ritorna quindi al suolavoro dei campi.Vedendo l’interesse nostro adaiutarlo, si prodiga nella nostramissione, accettando qualun-que lavoro, specialmente nelnostro piccolo appezzamentodi terra, piano, piano si ferma atempo pieno e diventa un po’

Dal Togo – Fiata

AAcccceennddii aanncchhee ttuu uunnaa ffiiaammmmaa ddii ccaarriittàà

Il simpaticone Kangni

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nonostante il suo gravehandicap. Davvero ilSignore non abbandona isuoi figli, ma supplisce conaltri doni a ciò che manca.

Come tutti, il nostro Kangni deside-rava sposarsi, lo diceva incrociandole due dita indice delle mani. Vincente alcuni Amici dei Beati Boccardo,che sono anche collaboratori delnostro dispensario hanno preso acuore questo suo legittimo desiderioe gli hanno trovata qualche ragazza elui ha scelto Giuseppina, una bravagiovane che ha accettato la proposta;la famiglia ne è stata contenta poichésanno che Kangni, anche se sordo-muto, è un ragazzo serio e laborioso.Ora hanno una bella bambina di unmese alla quale hanno messo il nomedi Teresa.Kangni ora è papà felice, abita in unabella casetta che le Suore gli hannofatto costruire alcuni anni fa con ilguadagno del suo lavoro e l’aiuto dibenefattori italiani.Lui esprimeva il desiderio di unacasa, poiché qui i ragazzi a una certaetà, anche se non sposati, si distacca-no dalla casa paterna e si costruisco-no la loro stanza. La casetta è statacostruita come Kangni stesso l’avevadisegnata e mostrata alle Suore.Rendiamo grazie a Dio che sempre sichina sulle sue creature specialmentele più povere e bisognose.

Suore e Amici di Fiatà

lasciamo venire a lavorareper una settimana, lui restaa casa e piange tutto il gior-no, finché la nonna viene achiedere che cosa è succes-so… e Kangni chiede perdono.Veramente Kangni è simpaticissimoed eccezionale, intelligentissimo edintuitivo. Con gesti si fa capire moltobene e capisce al volo chi gli parlasempre attraverso gesti; se a voltecapita che non riusciamo a capirlo,lui non si arrabbia, ma con calma epazienza ripete finché basta.Vincent, il Catechista del nostro vil-laggio è un po’ suo tutore, lo ha prepa-rato lui e qualche anno fa ha potutoricevere i sacramenti del Bat tesimo,Comunione e Cresima, prendendo ilnuovo nome cristiano di Jean Eudes.Kangni, anche se non sente, è assi-duo alle pratiche religiose, alleCelebrazioni, incontri, iniziative ecc.prende in mano il libro come gli altrie senza saper leggere muove le lab-bra e segue una pagina cercando ilnumero nei nostri libri… così pure fascorrere la corona del rosario quandosi prega il rosario.Durante la Louange, cioè rendimentodi grazie che qui si usa fare con ladanza prima del termine della S.Messa, lui danza così bene a ritmo chestupisce tutti coloro che lo vedono.Vuole fare tutto come gli altri ed èinformato di tutto.È una persona aperta, socievole

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45Fiamma di Carità

SUOR M. LORENZA DI NOSTRA SIGNORA DELSS. SACRAMENTO (Turani Adele). Nata a Villad’Adda (Bg) il 31 gennaio 1924, di anni 86 e 65 diPROFESSIONE RELIGIOSA. Deceduta a Pancalieriil giorno 12 aprile 2010. Sepolta a Moncalieri (TO).

La nostra carissima Suor Lorenza, Adele Turani, è cresciutain una famiglia profondamente cristiana, di Villa d’Adda(Bergamo) dove nacque da mamma Maria Vitalina Sottocornola e da papàLuigi il 31 gennaio 1924. Il Signore la chiamò nel fiore della sua giovinezza elei, subito, rispose “sì” alla sua chiamata a 19 anni.Entrata nella Congregazione delle “Povere Figlie di San Gaetano” il 27 feb-braio 1943, nel periodo triste della seconda guerra mondiale, si consacrò a Diocon la Prima Professione l’8 settembre 1945.Gli anziani e i malati delle nostre Case di Pancalieri, Pianezza, Castellamonte,Como, le Figlie di Gesù Re, Azeglio, la videro sollecita e delicata, premurosa,silenziosa e solerte per soccorrere ogni tipo di sofferenza, dello spirito e delcorpo.Il 17 marzo 1951 si consacrava per sempre a Dio nella nostra Congregazione,e nel 1963 frequentò il corso da infermiera professionale. All’ospedale di PortoSan Giorgio ancora oggi la ricordano per la sua pazienza e silenziosa squisitacarità coi malati.Il desiderio che le bruciava nel cuore, che Cristo sia conosciuto e amato da tuttele genti, la portò lontano, in Brasile: il 20 febbraio 1967 partiva, missionaria“ad gentes” per l’ospedale di Assis nello Stato di San Paulo. Fu poi a Vila Soniae in altre località del Brasile, dove si prodigò con grande impegno e vera fan-

Suor M. Lorenza di Nostra Signora del SS. Sacramento

“È tanto difficile entrare in Paradiso?Sii devoto di Maria che ne è la porta, e vi entrerai!”

(Beato Giovanni Maria Boccardo)

RICORDIAMO NELLA PREGHIERA

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tasia della carità, ancora al presente ricordata con affetto e riconoscenza. Nel1995 ricopriva anche l’incarico di Animatrice di Comunità.Ritornata in Patria per malattia, nel giugno del 2000, fu trasferita nell’inferme-ria delle Sorelle anziane a Moncalieri e poi a Pancalieri. Il giorno 8 aprile 2010si è aggravata improvvisamente, le fu amministrata l’Unzione degli infermi.Gesù Risorto la veniva a prendere il 12 aprile 2010, alle ore 13,45, dopo un cal-vario durato molti anni e sofferto e offerto in silenziosa e feconda donazione,per portarla nella sua Vita senza fine. Possiamo dire senza timore di esagerare che come Gesù, Suor Lorenza “passòfacendo del bene a tutti”; soprattutto ai più poveri: anziani, giovani ed adulti,perché in tutti vedeva ed amava il volto di Gesù sofferente e umiliato”.Secondo l’insegnamento del nostro beato Fondatore, di soccorrere i corpi persalvare le anime, era sollecita nel preparare i malati più gravi a ricevere i SantiSacramenti. Si occupò pure della favela di Marumbù, una località poverissima,e ogni volta che ritornava a casa, era per lei una sofferenza perché non aveva ilnecessario per condividere con tante necessità di quella povera gente.Invochiamo la Madre del Risorto, che l’accolga in Cielo per il bene compiutoin terra, in favore dei suoi figli poveri e sofferenti, immagine del suo DivinFiglio e Salvatore Gesù. E mentre preghiamo per lei, le chiediamo di interce-dere per la nostra Famiglia religiosa tante e sante vocazioni, generose come lei.

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Fiamma di Carità 47

Saremo grati a chi ci segnala i cambiamenti d’indirizzo, avendo sempre cura di indicare il vecchio recapito e disegnalare l’indirizzo completo di via, numero civico, codice postale. Avvertiamo i Lettori che il 7 di ogni meseviene celebrata una Messa per i Benefattori vivi e defunti.P. S.: Segnalare se necessario anche il cognome del coniuge per evitare disguidi postali

N.B.: I dati e gli indirizzi per l’invio del giornalino “Fiamma di carità” sono gestiti unicamente dall’équipe di reda-zione e spedizione della rivista e nel rispetto della legge 196/03 i dati personali dei nostri lettori non saranno ogget-to di comunicazione o diffusione a terzi se non per ciò che riguarda la spedizione del giornalino. In ogni momentopotranno essere richieste modifiche, aggiornamenti o cancellazioni.

Ricordiamo nella preghiera di suffragio:• la cugina di suor Valentina Dako (Bénin)

• Maria Grazia, la cognata di suor Laura Mascetti • Iris, la sorella di suor M. Domenica Morino (già defunta) • La nonna di Alessandro Zaio (Amici dei Beati Boccardo)

• Fortunato, il papà di don Salvatore Vitiello• Nazareno, il cognato di suor Anna Cuccioletta.

Vogliamo esprimerela più sentita riconoscenza a tutti

i nostri lettori che con le loro offerte,con la loro cordialità, con la loropreghiera sostengo-no questo nostrosemplice bollettino,che vuol portare a chilo accoglie un “piccoloseme di bene”.

I loro nomi sono scritti in Cielo!

Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

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2010

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“La via che conduce al cielo

è quella battuta da Gesù.

La via del calvario

illuminata dalla

resurrezione”.

Beato G. Maria Boccardo

Grazie!

Page 48: FIAMMA gen/feb/mar 2007 · Santo della forca” per - ché dal 1838 svolse il servizio pastorale di cappellano delle carceri torinesi e in questa veste accom - pagnò i condannati

ISTITUTO SUOREPOVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

Via Giaveno 2 - 10152 TORINOTel. 011.851.567 - C.C. Postale 00362103

ATTENZIONEIn caso di mancato recapito inviare allʼufficio di TORINO CMP Nordper la restituzione al mittente, che si impegna di pagare la tassa stabilita.

Con permissione eccles.direttore responsabilecanonico Carlo Vallaro

Registrato Cancelleria Tribunale diTorino n. 883 del 7-7-1953

Anno 54 - Aprile/Giugno - “Poste Italianes.p.a. - Spedizione in AbbonamentoPostale - D.L. 353/2003 (conv. in L.

27/02/2004 n° 46) art. 1,comma 2, DCB Torino” nr 2/2010 - Taxe

perçue - Tassa riscossa - Torino CMP Nord

Maria Santissima è Madre di tutti e come madre,sente più compassione dei suoi

figli più miseri e peccatori,perché più bisognosi.

Beato Giovanni Maria Boccardo