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Bollettino mensiledell’Opera Nazionaleper il Mezzogiorno d’Italiadiretta dalla Famigliadei Discepoli

Direttore Responsabile:

Don Michele Celiberti

Segretario di Amministrazione:

Michele Giovanni Leone

Collaboratori:BRACCIANI F.CAPUZZA V.CARLINI G.D’AMELIO S.DI STASIO F.ELEFANTE G.FAIAZZA C.FERRI C.LUONGO P.MASTROMARINO G.VERDONE L.VITALE A.

Direzione - Redazione

Amministrazione:

Via dei Pianellari, 7Tel. 06/68801409Fax 06/6861025c.c.p. 3387000700186 ROMAe-mail: [email protected]

Autorizz. Trib. RomaN. 185 del 27 aprile 1994Poste Italiane S.p.a.Sped. in abb. postale 70%D.C.B. Roma

Stampa:AGC Arti Grafiche Ciampinotel. 06/[email protected]

SOMMARIO

N. 10 Ottobre 2014

3 Famiglia, dove sei? Cosa cerchi?4 I nemici migliori ed i peggiori amici

della vita comunitaria5 Sulla famiglia6 Intervista di Don Minozzi

a Luigi Pietrobono sulla figura del Pascoli/27 La parola di Papa Francesco Gesù Maestro8 Esortazione Apostolica: Evangelii gaudium (10)

10 I Sacramenti dell'iniziazione Cristiana: L’ Eucaristia11 Splendore di grazia12 La terapia della parola13 Note a margine della causa di Beatificazione

Maria Pascoli14 Storie di vita: La mia povera grande famiglia (5)15 Da Amatrice Un cappellano militare sui generis18 Da Francavilla al Mare 60 anni di Sacerdozio20 Dalle Vigne Di Calascio-Ofena

25° di sacerdozio di Don CesareAd multos annos!

23 Da Goriano Valli Una piazza per Don Sabatino24 Perché Dio non interviene25 Perché il male26 Da Coldirodi Benvenute, Preziosine!28 Da Catanzaro Lido

Il nuovo anno scolastico comincia bene29 Da Santa Rufina

Insieme… Sulle orme di Don Minozzi30 Da Sparanise Grazie a tutti voi dell’Opera

Da San Giorgio a Liri Colori e sapori d’autunno31 Da Padula Primo concorso d’arte e poesia

dedicato a Don Minozzi33 Da Pizzoli Seminario di studio su

"La legislazione scolastica” 34 Da Chennai “I was in prision you visited Me”

“Ero in carcere e siete venuti a Trovarmi” 36 40° di matrimonio

Ci siamo anche noi!37 Addio Rosanna!38 Spizzicando

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FaMiGlia, dOVe Sei? COSa CerCHi?

Bollettino mensiledell’Opera Nazionaleper il Mezzogiorno d’Italiadiretta dalla Famigliadei Discepoli

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don Cesare Faiazza, DF

Per una buona metà di questo mese l’attenzione dei media e dell’opinionepubblica si è trovata catalizzata, direttamente o indirettamente, con accesi econtrastanti dibattiti, sul Sinodo sulla Famiglia, promosso e fortemente volutoda papa Francesco.

Dal 5 al 19 ottobre egli ha convocato in Vaticano i Vescovi, Presidenti ditutte le Conferenze episcopali del mondo, insieme a cardinali, esperti e tecnici

del settore, per ascoltarsi, confrontarsi, discutere e stilare piste di riflessione su quello cheresta uno dei temi più scottanti e più delicati di questo momento storico: la famiglia.

E quando parliamo di famiglia parliamo di matrimonio.Oggi c’è una grande pluralità di opinioni in materia che finiscono per generare confu-

sione e smarrimento.E’ proprio necessario fare chiarezza, invocando univocità.Si parla di matrimonio e di famiglia con accezioni molto diverse, quasi che bastasse

stare insieme per esserci il matrimonio.Poco da eccepire sulla volontà di due persone di mettersi insieme per idealità, fini, in-

teressi e affinità diverse, ma dobbiamo pur convenire che, quando parliamo di matrimonio,parliamo della comunione di amore e di vita che un uomo ed una donna intendono stabilire, conpubblico e indissolubile contratto (sui generis contratto, ma pur sempre contratto), in vistaanche della procreazione di figli. Tutte le altre realtà che non coincidono con questa tipologia,rispettiamole sì ma, per favore, non chiamiamole matrimonio: rischiamo solo di creare di-sastri!

Una volta chiarito questo, diciamo pure che la famiglia, che ne scaturisce, diventa de-positaria di diritti ma anche di doveri; diritti e doveri sia in relazione ai singoli soggetti co-stituenti, sia a tutti insieme i soggetti.

Quando mi sposo, la mia vita non è più solo mia ma, per le implicazioni che vengono acrearsi, coinvolge, condiziona e rifluisce su tutti i componenti la comunità familiare.

Non mi appartengo più: finisce il mio “Io” e comincia il “Noi”.Qui è uno dei punti decisivi, stantis aut cadentis la Famiglia.Alcuni, in modo semplicistico, stanno spostando la delicata riflessione sul problema

della comunione ai divorziati, quasi che l’accesso ai sacramenti per quanti hanno deciso diformarsi una nuova famiglia fosse la panacea e la soluzione dei problemi.

Pochi hanno il coraggio di guardare la realtà in faccia e rimettere i puntini sulle “i”.Fare famiglia non significa semplicemente imbastire un’avventura sentimentale con

un’altra persona e far consistere la convivenza sulla stabilità dei sentimenti, quasi che isentimenti possano da soli assicurare la plausibilità e la sussistenza di un rapporto.

Fare famiglia, invece, significa accogliere un progetto meraviglioso (ecco l’innamora-mento), che ci precede e ci sovrasta, e, avendolo valutato valido e condivisibile, lo si per-segue giorno dopo giorno, costi quel che costi.

Di qui, l’importanza del fidanzamento che deve tornare ad essere una stagione o unatappa del cammino di coppia che deve aiutare i nubendi a conoscersi in profondità perverificare se esiste unanimità di pensiero e di intenti nell’accogliere e perseguire il progettodi vita che scaturisce dal loro amore e se ci sono le condizioni per affrontare il lungo cam-mino della sua realizzazione mettendo a disposizione tutte le proprie risorse fisiche e spi-rituali, di mente e di cuore.

Di queste nostre famiglie fia salute!3

Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org

editOriale

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il PeNSierO del SUPeriOre GeNerale

Nella nostra vita siamo capaci di indi-viduare facilmente alcuni atteggiamentinegativi che influiscono non soltanto sunoi stessi ma condizionano pesantementeanche la vita degli altri, di tutta la comu-nità. Una riflessione attenta ci obbliga atrovare rimedi capaci di contrastarli perfar emergere i valori evangelici.

Facilmente scopriamo i demoni che sipresentano come demoni: l’individualismocome valore assoluto della vita, l’assenzaabituale dalla comunità, caratteri impossi-bili, l’egoismo assoluto o la ricerca del po-tere. Certamente sono difficoltànell’ambito della vita associata, ma tuttisappiamo riconoscerli e intervenire, com-batterli e cambiare atteggiamento conse-guendo anche buoni risultati.

Ma non sempre i demoni si presen-tano come demoni, molto spesso si pre-sentano come angeli della luce, portatoridi progetti innovativi, di santità, nuovastrada per fare il bene. Ma presto o tardici accorgiamo che diventano i peggiorinemici della vita comunitaria, lupi vestitida agnelli, novelli lucifero. Falsi amici, ne-mici che si presentano come portatori dibene. Ci presentano la vita comunitariacome la migliore, l’unica via possibile allasantità o comunque la più adeguata aitempi moderni. Quali migliore opportu-nità dall’uso dei mezzi moderni di comu-nicazione? Sono capaci di tenercicostantemente in contatto con tutti e intempo reale, il mondo intero è alla nostraportata. Possiamo costruire una vita co-munitaria in cui regna ordine e disciplina,responsabilità e lavoro. L’uso di questi po-tenti mezzi di comunicazione può miglio-rare il nostro rapporto con Dio, portarcialla santità. Una convivenza rispettosa ecordiale, in cui ciascuno si sente di casa,

ed ha con i confratelli un rapporto grati-ficante.

Ma talvolta entra in gioco l’uso smo-dato di questi mezzi di comunicazione so-ciale, televisione, internet, telefoni cellularinecessari per essere informati e per rela-zionarsi con gli altri ma che finiscono perimpedire un qualsiasi rapporto di vita in-terpersonale.

La trasmissione televisiva che fa igno-rare gli impegni, la preghiera se non c’è latelenovela. Internet per essere collegati almondo intero e ignorare il confratelloche ti sta accanto. Il cellulare con tutte lesue applicazioni, gratuite e non, che titiene sempre collegato con tutti ma nonti fa più rivolgere la parola al confratelloche vive con te.

Basta entrare in alcune comunità escoprire che nei momenti più importantidi vita comunitaria è la televisione che fada collante, mentre tutti sono impegnatia ciattare e a mala pena volgono losguardo al confratello che gli sta accanto.

Tutti sostengono che questi mezzi fa-voriscono le relazioni interpersonali e lavita comunitaria, ma solo tardi si scopreche usati male creano mediocrità. Le re-lazioni diventano superficiali, non favori-scono una comunicazione profonda e nonsollecitano una relazione interpersonaleprofonda, una reciproca accettazione sin-cera e tantomeno una amicizia vera. Ne-cessita invertire la tendenza. Non bastafare la stessa cosa alla medesima ora econ le stesse modalità per dirsi comunità.Anche in una caserma si eseguono lestesse cose alla medesima ora e con lestesse modalità. Nella vita religiosa lenorme devono essere espressione dellavolontà di Dio, la comunità espressionedella presenza operante di Cristo.

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don Antonio Giura, DF

il PeNSierO del SUPeriOreGeNerale

i NeMiCi MiGliOri ed i PeGGiOri aMiCidella Vita COMUNitaria

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[…] la Chiesa Madre vuole che il Sacer-dote ricordi agli Sposi, di cui ha benedetto ilgiuramento di amore ai piedi dell'altare di Dio,ricordi e imprima ben chiaro nelle anime loroil Sacramento grande che in loro s'è compiutonella luce del Cristo.

E io devo obbedire alla Chiesa: obbedienzalieve che m'è cara perché mi dà l'occasione diconversare con voi de l'eterne cose.

Vi ricorda la Chiesa Madre, miei cari, chel'amore ch'Ella ha accolto e benedetto sta-mane non è, non può, non deve essere fiammache divampa rapida nell'effimera fugacità deltempo; ma amore che germina dal cuoreprofondo, fonde le anime vostre, unifica le vo-stre giovinezze fiorenti e le trascolora per l'e-terno.

San Paolo dice grande il Matrimonio perquesto; perché raffigura esso, simboleggia l'u-nione intima profonda completa di Cristo edella Chiesa.

Il Sacramento compiuto tra voi poc'anzi èsimbolo di tale unione divina: possiate voi rea-lizzarla quanto è possibile a creature umanequaggiù. E sia così, dolce e caro amico, sia perte veramente uxor tua sicut vitis abundans inlateribus domus tuae (Ps. 127,3).

Sia la tua compagna diletta, per tanti annisognata e sospirata, la immagine dell'animatua stessa; diventi la mamma adorata dei tuoibimbi festosi che allietino la casa tua, comenella bella similitudine biblica, i grappoli turgidiattorno alla vite abbondante.

Mite e affettuoso, possa in lei trovare fre-sca e viva ognora la carezza che ristora e con-sola. Abbia ella in te la sua forza, tu la graziache riposa in lei. Velo mai scenda a turbare laserenità de' vostri sguardi, a far tacere il cantode' vostri cuori. Come nelle tradizioni antichis-sime di nostra gente.

Non così voi, o amici. Educati alla scuola

del Cristo, piamente fedeli alla benedizionedell'alto prima di intessere nel mondo il vostronido d'amore. Slargati i vostri cuori alle spe-ranze eterne, voi avete unito le anime vostrenel palpito caldo, nel raggio luminoso di Dio:avete gettato le radici della vostra vita nuovis-sima là dove scintilla perenne e canta la fontedella vita vera.

Oh!, mancare non potranno i frutti di bene,mancare mai potrà la gioia tra voi! Ché sem-pre, temprato nell'ardente fucina dell'amorepiù puro e più alto, lo spirito vostro e nellealme gioconde e nelle fiere battaglie saprà co-stantemente vincere e trionfare di se stesso edegli altri. Splenderà più viva la fiamma e di-vamperà più larga, se tenterà abbassarla laprova delle umane vicende. Gli anni passe-ranno lievi su voi: saranno per il vostro amoreprofondo come carezza materna.

lo non devo, io non posso dirvi altro che ri-petervi l'augurio e il saluto della Chiesa: augu-rio e saluto che vengono a Lei dal suo Sposodivino e dall'alta infiammata parola di Paolo.

Possiate voi sempre così teneramenteamarvi, così fortemente unirvi, cuore ed anima,tutto l'essere vostro, come Cristo e la Chiesa.

Non è senza intima commozione ch'io hobenedetto in nome di Dio questo Matrimoniolungamente atteso, lungamente desiderato.

Già sempre i fatti risolutivi della vita de-stano in noi profonda emozione, ci scuotonoalle radici stesse dell'anima, ci richiamano alleeterne leggi umane e divine. Il Matrimonio èuno di tali fatti: è una pietra miliare nel cam-mino dell'umanità, è il fondamento della so-cietà, perché è il fondamento della famiglia.

La Famiglia! sospiro e riposo e gioia de'pellegrini della terra, è l'oasi sacra ove sosta arinfrescarsi, a riprendere energie e lena, a riac-cendere la sua fede e il suo entusiasmo per illungo viaggio la povera creatura umana! ...

Lamanta (1987)Gli Sposi del Cantico dei Cantici

alle NOStre SOrGeNti

SUlla FaMiGliaSUlla FaMiGlia

Padre Minozzi

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Nell’articolo precedente abbiamo accen-nato alla figura di Luigi Pietrobono, critico let-terario dantesco, amico del poeta GiovanniPascoli, amico di Semeria e di Minozzi nonchéalla corrispondenza intercorsa tra il Pietro-bono e Minozzi.

In un memoriale denominato “Pascoliana”don Minozzi trascrive, come se fosse un’inter-vista, un’interessante conversazione con l’a-mico Luigi Pietrobono sul poeta Pascoli,avvenuta durante il soggiorno di Minozzi aFiuggi dal 6/8/39 al 12/8/39, dove si era recatoper curarsi dal solito malanno della uricemia.

Don Minozzi entra subito in argomento,chiedendo a Pietrobono quante lettere avessedel Pascoli; ne conservava 64, ma non leavrebbe pubblicate, perché il Pascoli, in inti-mità di scrittura, si lasciava andare a confi-denze che avrebbero potuto scatenare uncerto chiasso.

Come lavorava il Pascoli? – domanda Mi-nozzi. E Pietrobono: “A memoria: componevaa memoria le sue poesie, poi le buttava giù conquella bella calligrafia chiara, quasi senza cor-rezioni”.

Importante è la testimonianza sugli ultimimomenti di vita del Pascoli “quando si ammalòa morire, compose, gli ultimi giorni, le quasi ul-time ore, un inno alla Madonna e fatto chel’ebbe, chiamò Mariù per annunziarle: - hofatto un inno alla Madonna. Appena guarito lopubblico senza rispetto umano. E’ venutobene, sai, proprio bene!” E, quindi, il poetaschioccò la lingua, come soleva, quand’eramolto contento.

Alla domanda se il Pascoli fosse stato assi-stito da un sacerdote negli ultimi momenti, ilPietrobono gli conferma che il massone l’edi-tore Zanichelli non faceva avvicinare alcuno,ma se avesse saputo della malattia grave delpoeta, nessuno gli “avrebbe potuto impedirel’accesso”

Che cosa ne pensava Pascoli di Gesù?” –

chiede don Minozzi. Pietrobono risponde ri-ferendo ciò che il Pascoli pensava:”noi sen-tiamo il Cristianesimo insieme, ma tra me e tec’è il Dogma..”

Tuttavia per Pietrobono il Pascoli è moltovicino al Cristianesimo e anche al Cattolice-simo ed era convinto che “l’inno alla Madonnaera un inno alla Fede: sarebbe stato una rive-lazione” di una palingenesi interiore del poeta.

Pascoli, inoltre, stimava molto il Carduccicome maestro, ma “era lontanissimo da lui”, ilquale non aveva mai scritto o parlato di Pa-scoli, anzi il suo giudizio sui Poemi Convivialiera stato perentorio: “Questa non è poesia”e di tale giudizio si era fatto forte il Croce.

Pietrobono riteneva che BenedettoCroce, a proposito, fosse stato un testardo:“presa un’impuntatura, non vuol confessarel’errore. Troppo pieno di sé”. Il Pietrobono,inoltre, riteneva di poter dimostrare che ilCroce non aveva letto le opere del Pascoli, masolo sfiorate leggendo le prefazioni.

Certamente il Pascoli desiderava farsi unafamiglia, ma si chiuse nel suo solipsismo enell’ambito degli affetti familiari, dove era do-minante la figura di Mariù, troppo premurosa,ma anche possessiva e gelosa. Un giorno Pie-trobono disse al poeta: “Se non fossi prete,sposerei Maria” “E che? – disse il Pascoli. “Lasposerei” – replicò Pietrobono – “per liberarete”. Era talmente attaccata al fratello chequando insieme a lei e a Zanichelli erano statepredisposte già le prime bozze di un’Antologiadel poeta, Mariù non ne volle più sapere, per-ché “s’era messa in testa, pare soffiata da qual-che settimanale, che si diminuiva in tal modola fama del fratello”.

Indubbiamente la vicenda familiare influìsulla psicologia pascoliana, lo fece chiudere nelproprio io, in contrasto con una visione di unasocietà cattiva, ostile, odiosa; tuttavia il poetasi era creato, con l’amore per la campagna e ilrifugio nella solitudine, un mondo alternativo.

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attUalità delPeNSierO MiNOZZiaNO

Giuseppe Mastromarino

iNterViSta di dON MiNOZZi a lUiGiPietrOBONO SUlla FiGUra del PaSCOli/2

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a cura di Don Savino D’Amelio, DF

“ Vi è una sola vera miseria: non vivereda figli di Dio e da fratelli di Cristo”

“ La ricchezza di Dio non può passareattraverso la nostra ricchezza, ma sempree soltanto attraverso la nostra povertà,personale e comunitaria, animata dallospirito di Cristo”.

“ La fede in Gesù Cristo non è unoscherzo, è una cosa molto seria. E’ unoscandalo che Dio sia venuto a farsi unodi noi. E’ uno scandalo che sia morto suuna croce.

Per favore non “frullate la fede inGesù Cristo. C’è il frullato di arancia, c’èil frullato di mela, c’è il frullato di banana,ma per favore non bevete il frullato difede. La fede è intera, non si frulla”

“ Ad imitazione del nostro Maestro,noi cristiani siamo chiamati a guardare lemiserie dei nostri fratelli, a toccarle, a far-cene carico e operare concretamenteper alleviarle. La miseria non coincidecon la povertà; la miseria è la povertà

senza fiducia, senza solidarietà, senza spe-ranza”.

“ Senza la grammatica della semplicità,la Chiesa si priva delle condizioni cherendono possibile “pescare” Dio nelleacque profonde del suo mistero”.

“ Nulla è più alto dell’abbassamentodella Croce, poiché lì si raggiunge vera-mente l’altezza dell’amore. Siamo ancorain grado di mostrare questa verità a co-loro che pensano che la vera altezza dellavita sia altrove?”

“Il Cristo universale della pedagogiacristologica è Via, Verità e Vita. La dimen-sione della verità va a braccetto conquella della vita e del Cammino. Il cam-mino è Gesù stesso e il suo Insegna-mento.

E’ un cammino che si svolgenella storia e che ha la sua figuranella “strada”: la strada da Geru-salemme a Gerico (del buon Sama-ritano) e la strada daGerusalemme a Emmaus (dei dueDiscepoli che incontrano il Ri-sorto)…le due strade si sovrap-pongono spesso: il maestro si faaccanto per lenire…scaldare…perliberarci e farci, a nostra volta li-beratori.

Ciò implica uscire per strada per in-contrare il Maestro, presente nel povero.Il Vangelo ci invita sempre a correre il ri-schio dell’incontro con il volto dell’altro,con la sua presenza fisica…,con il suo do-lore…, con la sua gioia contagiosa…”

CHieSa e SOCietà La parola diPapa Francesco

GeSU’ MaeStrO

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Riprendiamo la nostra la riflessionedopo la pausa estiva che, ci auguriamo, siaservita anche per riflettere sul documentodi Papa Francesco e sulle sue indicazioniper la nostra vita di uomini e cristiani.

Ci eravamo fermati ad analizzare i NOche dovremmo dire e soprattutto attuarenella nostra vita. Per ricapitolare ricordia-moli: No a un’economia dell’e-

sclusione; No alla nuova idolatria del

denaro.Vediamo qual è l’altro NO di cui ab-

biamo bisogno:

No a un denaro che governainvece di servire

In questo paragrafo Papa Francescoanalizza la situazione attuale e si chiedeperché il DENARO è diventato tanto im-portante per una parte delle persone,specie per quelle che hanno compiti di go-verno delle nazioni e dei popoli.

La risposta che si dà e che ci gira è ab-bastanza semplice. Il Papa nota che lacolpa di fondo sta nel fatto che una certafilosofia del consumo e del modo di inten-dere la vita e tutto quello che la coinvolgeha perso di fatto ogni riferimento ETICO.Anzi, di più, c’è proprio un rifiuto dell’e-tica.

Ma sentiamo le sue parole che sonocertamente più dirette e più illuminanti:

Dietro questo atteggiamento si nascon-

dono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’e-tica si guarda di solito con un certo disprezzobeffardo. La si considera controproducente,troppo umana, perché relativizza ildenaro e il potere. La si avverte comeuna minaccia, poiché condanna la ma-nipolazione e la degradazione della persona.In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che at-tende una risposta impegnativa, che si poneal di fuori delle categorie del mercato.

Il MERCATO, che spesso sentiamo ci-tare nei discorsi dei politici e degli econo-misti, è diventato il nuovo faro ed il puntodi riferimento fondamentale. Non più i bi-sogni umani, la crescita della persona, l’or-dine sociale e l’equilibrio della natura, masolo le regole del mercato e del profittosono i riferimenti di gran parte delle per-sone che gover-nano e cheamministrano laricchezza chenon è certa-mente loro eche, comunque,inevitabilmenteprima o poi do-vranno lasciareagli altri.

Papa France-sco continua ilsuo discorso di-cendoci che perle categorie delmercato:

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eSOrtaZiONe aPOStOliCaeVaNGelii GaUdiUM (10) Michele Giovanni Leone

CHieSa e SOCietà

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CHieSa e SOCietà

se assolutizzate, Dio è incontrollabile, nonmanipolabile, persino pericoloso, in quantochiama l’essere umano alla sua piena realiz-zazione e all’indipendenza da qualunque tipodi schiavitù. L’etica – un’etica non ideologiz-zata – consente di creare un equilibrio e unordine sociale più umano. In tal senso, esortogli esperti finanziari e i governanti dei variPaesi a considerare le parole di un saggiodell’antichità: «Non condividere i pro-pri beni con i poveri significa deru-barli e privarli della vita. I beni chepossediamo non sono nostri, maloro» (San Giovanni Crisostomo, De LazaroConcio II, 6: PG 48,5)

A queste parole del Papa vanno ag-giunte alcune considerazioni semplici ediffuse di recente che riguardano propriola distribuzione della “ricchezza” nel no-stro Paese. Uno studio della Banca d’Italiaci dice infatti che “Sempre più concentrata

la ricchezza in Ita-lia. Il 10% delle fa-miglie più ricchepossiede il 46,6%della ricchezzanetta totale(45,7% nel2010)”.

Sono datip reoc cupan t iquelli appenaletti. Lo squilibrioe l’inequità cre-scono in modomarcato. Moltefamiglie fannosempre più fa-

tica. E’ un segnale pericoloso sul qualespecie i governanti, sia italiani sia mondiali,dovrebbero riflettere approfonditamente,prima che sia troppo tardi.

Il Papa dal suo lato fa la sua parte edinvita a cambiare atteggiamento:

Una riforma finanziaria che non ignori l’e-tica richiederebbe un vigoroso cambio di at-teggiamento da parte dei dirigenti politici, cheesorto ad affrontare questa sfida con deter-minazione e con lungimiranza, senza igno-rare, naturalmente, la specificità di ognicontesto. Il denaro deve servire e nongovernare! Il Papa ama tutti, ricchi e po-veri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ri-cordare che i ricchi devono aiutare i poveri,rispettarli e promuoverli. Vi esorto alla solida-rietà disinteressata e ad un ritorno dell’e-conomia e della finanza adun’etica in favore dell’essereumano.

In questi tempi difficili, in cui scorgiamosempre più e sempre più diffuso un grossomalcontento che genera guerre anche fra-tricide, sorge spontaneo riconoscere cheil Papa ha ragione e che URGE un cambiodi rotta per riportare in primo piano,come cosa più importante del creatol’ESSERE UMANO fatto ad IMMAGINE diDIO.

Tutti gli esseri umani sono figli di DIOe tutti, quindi, hanno diritto alle dovute at-tenzioni ed al rispetto, specie quelli menofortunati per nascita, per censo, per col-locazione, per situazioni sociali ed econo-miche.

L’impegno di tutti in tal senso potrà es-sere foriero di buone novità, diversa-mente le novità saranno brutte per tutti.

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CHieSa e SOCietà

i SaCraMeNtidell'iNiZiaZiONe CriStiaNa:l’eUCariStia Giancarlo Carlini

E' il Sacramento per eccellenza in quanto celebra il sacrificiodi Gesù sulla croce e la sua gloriosa risurrezione.

La Chiesa celebra questo sacramento quale ringraziamento elode al Padre per averci restituito, mediante il sacrificio del Figlio,tramite lo Spirito Santo la dignità dei figli di Dio. Infatti esso traeil suo nome dalla parola greca eucaristein che vuol dire ringrazia-mento.

Come diceva il papa Giovanni Paolo II L'Eucaristia è "fonte eculmine di tutta la vita cristiana" In essa è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioèlo stesso Cristo, nostra Pasqua. (De Eucaristia)

Nell'Eucaristia Gesù, sotto la forma del pane e del vino, è presente in corpo anima e divi-nità. Per questo si può capire quanto sia importante per tutti i cristiani l'accesso alla comu-nione in funzione della salvezza... Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno delSignore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione delFiglio suo Gesù Cristo, Signore nostro! (1Cor 1,8-9)

Fin dal principio la Chiesa ha celebrato l' Eucaristia perché, oltre che mettere in pratica ilcomandamento di Gesù, ne ha compreso il valore immenso nell'economia della salvezza...Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazionedel pane e nelle preghiere (At 1, 8-9)

La celebrazione Eucaristica, comunemente chiamata Messa, è sempre stata il centro dellavita cristiana infatti il Papa Giovanni Paolo II sosteneva che " La Chiesa fa l'Eucaristia e l'Euca-ristia fa la Chiesa" Questo legame ed interconnessione spiega come non ci può essere Chiesasenza celebrazione dell'Eucaristia. Questo Sacramento fu celebrato per la prima volta da Gesùstesso, il giovedì Santo quando istituì anche il Sacerdozio a cui è intimamente legato. Tutti i sa-cerdoti sono tenuti a celebrare questo sacramento giornalmente, mentre agli altri fedeli è ri-chiesta la partecipazione tutte le domeniche (giorno del Signore) ed in tutte quelle festestabilite nel calendario liturgico come "di precetto". In effetti come si potrebbe vivere la nostravita spirituale senza celebrazione Eucaristica? Come è importante nutrirsi ogni giorno, così èimportante partecipare alla Eucaristia almeno la domenica e nutrirsi del corpo di Cristo...Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non be-vete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha lavita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il miosangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangiadi me vivrà per me. (Gv 6,53-56) L'amore di Gesù è come quello di una madre nei confrontidel figlio e, come la madre si fa carne (allattamento) per il figlio, così Gesù si è fatto per noicibo di vita eterna. La frequenza ai sacramenti, e soprattutto all'Eucaristia è la garanzia per ot-tenere la salvezza. Un cristiano che non partecipa ai sacramenti non può dirsi cristiano, perchéla salvezza passa necessariamente per il mezzo dei sacramenti.

E' Gesù stesso che ce lo ricorda... Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui,fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (Gv 15,5). Ecco perché è importan-tissimo restare in comunione con Cristo ed il modo più importante è proprio la comunioneeucaristica, da cui discendono tutti gli altri sacramenti.

L'Eucaristia è il culmine delle celebrazioni ed è anche chiamata "La cena del Signore". NelVangelo spesso Gesù ci parla di un banchetto di nozze al quale tutti siamo invitati, dove losposo è Gesù stesso e la Chiesa è la sua sposa. E' a questa festa che Egli ci ha preparato unamensa nel Regno di Dio dove la gioia sarà piena ed eterna.

Il Discepolo Brasiliano, Padre Rodrigo

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Le nostre mamme sono belle e splen-dide, ricche di bontà e saggezza, traboc-canti di comprensione e di affetto. Essesono le catene che tengono unito ilmondo, il segreto troppo meraviglioso daconservare, il principio e la fine di tuttoquello che sta in mezzo. La mamma è comela pioggia di primavera, è il sole che ci ac-carezza e ci riscalda, un fiore di campo sull'aprirsi della nuova stagione.

Tutto questo vale per ogni mamma, masoprattutto deve essere affermato dellaVergine Santa, applicato e moltiplicato perlei, perché Maria è la creatura veramentebella, capolavoro di grazia.

Tutte le feste in suo onore ci portanoad ammirare questo capolavoro di Dio,perché in lei l'umanità tutta fa Una bella fi-gura una volta tanto, e anche perché noisiamo fatti per la bellezza, e quella di Mariaci incanta e rapisce.

Scrive Dostoevsky che la salvezza delmondo dipende dalla bellezza, e sì perchénon il male, non l'odio, o lo squallore o ilbuio ci possono mettere nel giusto cam-mino. Ecco perché Dio, volendo salvare ilmondo e tirarlo fuori dalla prostrazione incui si trovava, comincia ad abbellire Maria,ad adornarla di santità e di grazia, la rivestedi sole, di bontà e candore.

L'angelo Gabriele la saluta" piena di gra-zia", cioè ricolma di bellezza, di ogni grazia,di Dio. Il mistero dell'Immacolata Conce-zione ci dice che Maria neppure per unistante è stata sfiorata dal male, che è statapreservata nel concepimento dalla macchiaoriginale e ripiena di ogni bellezza.

Quando Dio concepisce un capolavoro,lo prepara da sempre con somma cura, findall'inizio lo fa sovranamente bello. Il Padreceleste cercava e preparava una dimoraper il Figlio che doveva assumere il corpoumano per la nostra salvezza e perciòtutto doveva essere limpido, puro, traspa-rente. Cristo, che veniva per sconfiggere ilmale, non poteva venire da fonte inquinata.

Anche Maria ha avuto necessità dellaredenzione, anzi ne ha avuto bisogno piùdi noi per l'alto e unico ruolo di Madre diDio da ricoprire e perciò fu preservata dalmale per i meriti di Cristo che a lei furonoapplicati in anticipo. Davanti a Dio non esi-ste che il presente e perciò il Cristo, futuroRedentore, già concede alla Vergine di Na-zaret i frutti della redenzione. Questi a noivengono donati in un secondo tempo conil Battesimo.

Quindi anche noi, come la Vergine,siamo stati da Dio amati e "scelti fin dallacreazione del mondo per essere santi eimmacolati al suo cospetto" (Ef 1,4).

La differenza tra noi e Maria è questa:lei è stata sempre adorna di grazia e santitàe sempre abbandonata al progetto divino,mentre noi, pur divinamente abbelliti in unsecondo momento, non siamo stati fedelial divino disegno e forse ancora ci smar-riamo nel peccato.

Sui monti di pietra potrà spuntare unfiore, così tra le fessure lasciate dall'asfaltosull'autostrada, anche in un cuore/forse nelpassato! intristito e avvilito potranno svi-lupparsi la vita di grazia e la bellezza dellafigliolanza di Dio.

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i SaCraMeNtidell'iNiZiaZiONe CriStiaNa:l’eUCariStia

CON Maria,diSCePOli di GeSù

don Fernando Di Stasio

Giulianova, Convento Santuario Madonna dello Splendore

SPleNdOre di GraZiaSPleNdOre di GraZia

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edUCare Si deVe, edUCare Si PUO’

Luciano Verdone

Il fenomeno è sempre più evidente. I nostri ragazzi sono ormai figli dell’immagine,della musica e dell’emozione. Il linguaggio verbale non è più il loro codice comunicativo.Fanno fatica a comprendere un testo o ad esprimersi con le parole. E’ stato osservatoche stanno tornando al mito, o, addirittura, a prima dell’invenzione della scrittura. Iprofessori continuano a parlare, sicuri di essere seguiti, come guide che avanzano im-perterrite nel deserto. Poi, al momento della verifica, si accorgono che, alla carenza dimotivazione ed all’incapacità di un studio organizzato, in molti, si aggiunge l’assenza del-l’attrezzatura lessicale. O, meglio, la loro struttura discorsiva è elementare, fatta di sot-tintesi non spiegati, secondo il modello sincopato del messaggio da cellulare. L’ondatadella trasformazione comunicativa tende ad aggravarsi. Arriva anche nei Licei. Di con-seguenza, la didattica abbassa gli obiettivi. Diventa essenziale, banale, conciliante. E i do-centi, sentendosi frustrati, spesso corrono al riparo nel modo sbagliato. Dimenticanoche la scuola è la principale agenzia educativa che possa contrastare le tendenze nega-tive della socializzazione e fanno un uso massiccio di film, spettacoli, creatività, nonsempre mediati dal dialogo formativo. E’ come curare un male con il male stesso. Oc-corre, invece, tornare alla pedagogia della parola attraverso la paziente costruzione dellessico e la discorsività problematica. Prendiamo esempio dagli americani che hannoavuto il coraggio di ridimensionare lo sperimentalismo disorientante che caratterizzavala loro scuola, mirando al modello di un sapere cognitivo e sistematico.

la teraPia della ParOla

ToRNIAMoA FARE SCuoLA

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La sorella del poeta Giovanni Pascoliscrive al Servo di Dio il 20 settembre1932 da Castelvecchio e lo informa diaver ritrovato i tre numeri del L’umileItalia in cui sono pubblicate le lettere delfratello “al grande Apostolo Padre Seme-ria”. Si impegna a cercare tra i pacchidella corrispondenza quelle di Padre Se-meria. Certamente, P. Minozzi aveva chie-sto alla Signora Maria di trovare quelladocumentazione, ben conoscendo l’at-

tenzione che P. Semeriaaveva riposto per l’animadel Pascoli, il quale nonpotè avere i conforti reli-giosi nel momento del tra-passo poiché fu negato a P.Semeria d’assisterlo sulletto di morte.

Maria Pascoli, nella let-tera, scrive ancora a DonGiovanni: “Intanto glienemando una che Giovanninoteneva in un piccolo“Dante” tascabile, forseper suo conforto”; l’annodella lettera di P. Semeria èprobabilmente e come sup-posto da Maria Pascoli, il1907.

La sensibilità di Don Mi-nozzi e l’intuizione dell’im-portanza di tale rapportospirituale che il barnabitaebbe con il poeta, si sonorivelate a distanza di ot-tant’anni dalla morte di P.Semeria: è pubblicata, nelmarzo 2011, la corrispon-

denza fra Giovanni Pascoli e il Padre Bar-nabita: 22 lettere conosciute diquest’ultimo e 9 di Pascoli a lui(1).

(1) M. Castoldi, Le ali novelle del cristianesimo. Notasui rapporti fra Pascoli e Semeria. Nel testo vengonorichiamate le lettere della sorella Maria Pascoli aDon Giovanni Minozzi, specialmente quella del 1932in cui viene ricordato il primo incontro del poetacon il Padre Semeria: era il giorno di Pasqua del1905.

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NOte a MarGiNe della CaUSadi BeatiFiCaZiONe

Vittorio CapuzzaMaria PaSCOli

Giovanni Pascoli con la sorella Maria

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StOrie di Vita

la Mia POVera GraNde FaMiGlia (5)

VitO SalVatOre Giancanio Elefante

Dopo tutto quanto sopra detto, l’essere rimasti soli come fratelli, oltre alla sorella Giuditta,che era ed è tuttora molto impegnata con la sua famiglia, Salvatore ed io, ambedue ormaipensionati, rimanemmo molto legati e il desiderio di riunirci e fare lavoretti insieme, oppurelunghe passeggiate nei boschi, fu un comune desiderio. Ogni volta che c’era una proposta diuno dei due, eravamo subito pronti. Stare insieme ci rendeva felici nel parlare e darci consigli,e, nello stesso tempo, ci faceva molto bene anche stare in silenzio. La meditazione e la bellezzadella natura erano splendide e molto care per ambedue.

Negli anni dal 2006 al 2008 il sacerdote Mons. Giuseppe Mannucci di San Miniato mi chie-deva di portarlo ad un istituto vicino al santuario francescano della Verna e lasciarlo lì peruna settimana, per gli esercizi spirituali. Naturalmente gli dicevo sempre di si, ma nello stessotempo invitavo Salvatore a venire con me; così non rimanevo solo nel tornare a casa. Erafelice Salvatore di venire sulla montagna della Verna, e anche lui apprezzava la conoscenza ela bellezza di San Francesco.

Il 4 Agosto 2008 ritornammo alla Verna, lasciammo Mons. Mannucci dove era diretto pergli esercizi spirituali, riandammo subito, come sempre, al Santuario di San Francesco e ci tro-vammo, come già il precedente anno, all’inizio di una messa celebrata da un vescovo, alle oreundici. Dissi a Salvatore che ci sarei stato volentieri; anche lui mi disse che ci sarebbe rimasto.La messa fu bellissima e durò un’ora e mezza. Mi preoccupai pensando che Salvatore si sarebbeannoiato. Invece quando uscimmo mi disse: “Non avevo mai sentita una messa così bella!” An-dammo poi a fare una bellissima passeggiata nel bosco e quando si stava ritornando a casa miridisse che quella messa lo aveva veramente commosso. Lo raccontò subito anche alla mogliee ad altri amici e parenti.

Io e mia moglie in quel mese lo salutammo per andare una settimana in vacanza ad Assisie dintorni e poi una settimana ad Amatrice, dove Padre Minozzi era nato e dove aveva lasciatoun bellissimo istituto, che ora è anche casa per vacanze. Mentre andavamo ad Amatrice, cifermammo a Norcia, pregammo nella chiesa di San Benedetto e ripartimmo per la montagna.Subito mi squillò il cellulare: era mio nipote Giovanni, figlio di Salvatore, che mi disse: “Papàquesta notte ha avuto un ictus ed ora è in ospedale in rianimazione”.

Subito ripartimmo per San Miniato; vi arrivammo nel pomeriggio e mia cognata Maria midisse che la sera precedente Salvatore era stato bene. Dopo cena avevano fatto una passeg-giata a San Miniato Basso con altri amici, ai quali egli aveva parlato anche delle bellezze dellaVerna. Ritornati a casa, sereno, recitò insieme a lei le “sue” tre Ave Maria e si addormentò.Alle tre di notte Maria fu svegliata da un forte e improvviso rantolo di lui. Chiamò i figli, cheabitano vicino, chiamarono il 118 e l’ambulanza. Salvatore fu subito portato all’ospedale diEmpoli e fu messo in rianimazione. Aveva avuto un ictus ed era grave. Era solo in una stanzadell’ospedale e non si riprese più. Io per oltre venti giorni andai sempre a trovarlo; preferivoandarci quando era solo, gli reggevo le mani, gli parlavo e pregavo. Sono certo che lui, in silenzio,ascoltava, pregava e ripeteva le tre Ave Maria, mentre offriva a Dio le sofferenze, che finironodefinitivamente il 19 Settembre 2008.

Avevo ben visto che Gesù mi aveva dato certezza che i miei familiari erano stati tutti presifra le sue braccia. Raccomandai anche me stesso a Lui e tutti i giorni per questo pregavo eprego ancora. In modo chiaro e speciale mi dette una risposta il 24 Ottobre 2012. Questoperò è un altro mio scritto: è un grande grazie a Dio ed è un bellissimo racconto per tuttivoi: “2012 – 24/10 – 2013 = UN ANNO VISSUTO PER GRAZIA RICEVUTA”-

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Nelle giornate del 18 e 19 ottobre adAmatrice, Casa Madre dell’Opera e terranatale del Servo di Dio Padre Giovanni Mi-nozzi, si è tenuta una solenne celebrazionedi commemorazione per ricordare in spe-cial modo la figura del Capitano Cap-pellano Militare don GiovanniMinozzi, che ideò e realizzò al frontetutta una serie di iniziative tese a sollevarel’animo dei soldati combattenti: le Case delSoldato, le bibliotechine da campo, oltrealle altre molteplici iniziative volte a “Pro-curare ai soldati di prima linea, nei brevi giornidi riposo fra un’azione e l’altra, un centro didivertimento che li sollevi e li animi dalle fati-che della trincea”.

Proprio per ri-cordare questabenefica e fonda-mentale azione diassistenza moralee materiale, pro-dromo delle altreazioni che segui-rono (leggi l’O-pera Nazionaleper il Mezzo-giorno d’Italia),fatta principal-mente per i fantidi prima linea,nella maggior

parte giovani meridionali, è stata organiz-zata questa manifestazione a cui hannopartecipato molte delegazioni provenientida tutte le regioni italiane.

La commemorazione del 55° anni-versario della morte del nostro veneratoFondatore è iniziata Sabato 18 con un so-lenne e applauditissimo concerto a curadel coro polifonico di Montagano (CB), di-retto dall'Ex Alunno Antonio Di Lauro,nella maestosa Chiesa dell'Istituto Maschiledi Amatrice. Nella serata il coro ha ese-guito numerosi brani di un bel repertorioreligioso intervallati da pezzi di musichepopolari. Gli intervenuti sono stati oltre uncentinaio, tra Amici ed Ex Alunni prove-

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Michele Giovanni Leone

il FattO del MeSe

Ricordo di PADRE GIoVANNI MINoZZI

Don F. Bracciani ricorda gli orfani dei caduti

Antonio Di Lauro con il Coro di Montagano

da Amatrice

UN

CAPPELLANO

MILITARE

SUI GENERIS

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nienti da Policoro, Gioia del Colle, Siponto,Potenza, Matera a cui si è aggiunta una nu-trita schiera di abitanti del posto chehanno dimostrato di gradire le musicheeseguite con numerose ovazioni.

Domenica 19 la manifestazione è pro-seguita con una taVOla rOtONdaavente per tema “l’apporto del Cap-pellano don Giovanni Minozzinella grande Guerra” e come finequello di far conoscere al grande pubblicol’attività svolta dal Capitano Cappellano alfronte e fino ad oggi patrimonio di pochiconoscitori e studiosi. Moderatore è statoil Prof. S. Galantino che oltre ad introdurree presentare gli altri interventi del Dott.Plini, di Mons. Vittorio Pignoloni Vice Pre-sidente dell’Associazione Cappellani Mili-tari d’Italia, del Prof. GiuseppeMastromarino, Ex-Alunno e studioso dellafigura di Padre Minozzi, ha messo in luce laproficua azione svolta al fronte da tutti iCappellani Militari, in special modo dal Ca-pitano Don Giovanni Minozzi che fondò edanimò la vasta area del conflitto fondandoe gestendo le numerosissime Case del Sol-dato.

Il Dott. Plini del CNR nell’illustrare unasua ricerca su questo fenomeno ha fatto

presente che, dai carteggi che èriuscito a consultare ad oggi, leCase fondate su tutto lo scena-rio di guerra sono state oltre300. La ricerca è ancora incorso e durante le manifesta-

zioni del “Centenario” sarà dif-fusa e resa nota anche al grande pubblico.Mons. Pignoloni oltre a portare il saluto disua Ecc.za Rev.ma l’Ordinario MilitareMons. Santo Marcianò, assente giustificatoperché impegnato nella stessa giornata inSan Pietro per la Beatificazione di PapaPaolo VI, ha tenuto a puntualizzare lagrande opera meritoria di tutti i CappellaniMilitari al fronte ed ha messo in risalto la“Speciale azione” del nostro beneamatofondatore. La tavola rotonda è stata con-clusa dal nostro amato Prof. Giuseppe Ma-stromarino che ogni volta che lo sentiamoci fa conoscere ed amare sempre più la fi-gura di Padre Giovanni Minozzi. I suoiscritti editisono già unaminiera ine-sauribile, iprossimi spe-cifici su que-sto temasaranno pernoi certa-mente ancoraalimento vivi-ficante e toni-ficante.

il FattO del MeSe

Il Superiore Generale presiede la S.Messa

Mons. V. Pignoloni

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E’ seguita la solenne Conce-lebrazione presieduta dal PadreGenerale Don Antonio Giura acui hanno partecipato numerosiSacerdoti Discepoli ed anche 4giovani Diaconi, di cui 2 appenagiunti dal Perù per un periodo diconoscenza e di formazione qui in Italia.

Il Consiglio di Amministrazione dell’O-pera per l’occasione è stato tutto “Pre-sente”: il Presidente Don MicheleCeliberti, il Consigliere delegato Don An-tonio Giura, il Segretario Generale DonCesare Faiazza ed i due membri LaiciFranco Corteggiani e Luigi D’Andrea.

L’agape fraterna che è seguita, consu-mata nello storico “Refettorio” dell’Isti-tuto, è stata affollatissima oltre ogni dire edha messo a dura prova l’ottima organizza-zione del nostro Ex-Alunno Luigi Bucci

che, però, come sempre sfodera la suaarma segreta e dirotta al suo vicino Casta-gneto gli ospiti che non trovano posto.Oltre 200 i partecipanti. Ottimo e vera-mente amatriciano il menù servito. Il no-stro sentito grazie va sia all’Amico Luigi siaa tutto il suo staff che con le spalle grosseche si ritrova riesce a far fronte alle nume-rose richieste di così vasta platea.

Naturalmente non possiamo tralasciaredi ringraziare l’organizzatore principe diquesta manifestazione: Don FrancescoBracciani che, come sempre, ci ha allietaticon la Fanfara dei Bersaglieri e l’ottima esincera accoglienza.

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il FattO del MeSe

Mappa sulladislocazione delleCase del Soldato

Don M. Celiberti, don A. Giura,

il Gen Elpini e alcuni Alpini

Dott. P. Plini Prof. S. Galantino Prof G. Mastromarino

i relatOri

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Il 3 ottobre nella nostra bella CasaMADONNA DELLA PACE è stato festeg-giato il Discepolo Padre Fortunato Cicia-relli in occasione dell’anniversario del suo60° di ordinazione Sacerdotale.

La partecipazione a questa fausta e lie-tissima ricorrenza ha visto tantissime pre-senze. Primi fra tutti i suoi familiari chesono accorsi quasi al completo; assentesolo Padre Luciano, missionario in Perù.Gli altri familiari si sono stretti con moltoaffetto e molta commozione al loro caroe lo hanno onorato ed allietato come nonmai.

Presente anche la Famiglia religiosa,quasi al completo. Tanti Discepoli interve-

nuti per la ricorrenza dalla maggior partedelle Case: da Policoro a Potenza, a Na-poli, a Siponto, ad Ofena, ad Amatrice, aRoma; tutti hanno pregato, lodato Dioper questo dono grandissimo e, poi, hannoanche ringraziato Don Fortunato per lasua lunga, indefessa e proficua attività intante Case dell’Opera durante questolungo e fecondo apostolato: da Amatricead Ofena, dove è stato Direttore del Se-minario negli anni 60 durante i quali haavuto come alunni la maggior parte degliattuali Discepoli; da San Martino delleScale a Cassino, a Potenza.

Presente anche una rappresentanzadegli Ex-Alunni, alcuni dei quali lo hanno

da Francavilla al Mare

60 ANNI

DI SACERDOZIO

Don F. Ciciarelli con familiari e amici

il FattO del MeSe

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Don F. Ciciarelli durante la celebrazione

avuto come Direttore negli anni 60. Laloro presenza è voluta essere un segnopreciso di ringraziamento per l’azione pa-ziente e paterna esercitata in quegli annie che certamente ha portato molto frutto.

Lunga è stata la sua laboriosa esistenzaed ancora oggi, alla soglia dei 90 anni, è at-tivissimo nella Casa di Francavilla, senza in-carichi formali ma con la mente, il cuore ele braccia sempre pronte per essere col-tivatore della terra e per dare una manoquando e dove serve.

Il “CUORE” della giornata è stata, ov-viamente, la Santa Messa di ringraziamentoe di supplica al Signore per tutti questianni di Sacerdozio: oltre 22.000 SanteMesse celebrate per la gloria del Signoree per implorare grazie per i vivi e suffragiper i defunti.

Il Segretario Generale, Don CesareFaiazza, nel suo intervento ha tenuto aprecisare come Don Fortunato è stato un

“UOMO di AZIONE” che ha sempre ope-rato con letizia e con spirito di abnega-zione totale a completo beneficio degliassistiti di tutti i generi, specie di quelli piùbisognosi e più soli: gli ORFANI, così comefece Padre Minozzi.

La giornata è stata allietata anche dal-l’agape fraterna, magistralmente preparatadal Direttore della Casa Padre Sebastiane dal suo staff di Suore, impiegate e volon-tarie.

La torta bellissima e coloratissima, as-sieme ad un ottimo spumante, ha con-cluso la mattinata che è stata allietata,durante tutto il pasto, dalla instancabile fi-sarmonica di Don Rocco che ha accom-pagnato anche lieti e spensierati balli deglianziani della Casa partecipi del pranzo edi alcuni ospiti.

Nel primo pomeriggio, dopo saluticaldi e sinceri, la riunione si è sciolta e tuttisiamo tornati alle consuete attività.

il FattO del MeSe

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Il 30 ottobre la Casa si è quasi d’improvvisoanimata. Si perché nella mattinata, convocati daLuciano Pacinelli, responsabile dell’areaAbruzzo-Molise degli ex alunni, sono venuti allaspicciolata tanti Ex-Alunni degli anni 80, unadozzina abbondante, con l’intento di FAREFESTA e di raccogliersi intorno al loro compa-gno di studi che, diversamente dalla maggiorparte di loro, fece una SCELTA DI CAMPO im-portante ed impegnativa: diventare DISCE-POLO e SACERDOTE.

Nell’incontro sono scaturiti ricordi belli, te-stimonianze vive e grate, di una stagione dellavita, quella adolescenziale in cui si prepara e siforgia il futuro dell’esistenza umana e del semi-nario, ambiente privilegiato della crescita edella maturazione vocazionale a tutto campo.

“Non siamo abituati a festeggiare com-pleanni e ricorrenze. Nelle case dell’Opera noneravamo usi a tali velleità…eravamo tanti e pernon far torto a nessuno si ti-rava salomonicamente unapacca sulla spalla del compa-gno e si continuava la giornatanell’istituto, dove la festa inrealtà era continua. Con tantiragazzi non ci si annoiava mai:ogni giorno c’era un motivoper stare allegri. Questa volta èstato diverso: don CesareFaiazza, il nostro compagno diclasse, di banco e di squadra,l’amico fraterno festeggiava il25 ° di sacerdozio. Fosse ancheper ridarci una pacca sullaspalla bisogna celebrare l’e-

vento. L’Istituto dell’Opera minozziana dive-nuto il mondo ci vede oggi sparsi in ogni an-golo d’Italia e anche in altre lontane nazioni.Siamo cresciuti, siamo uomini fatti, maturi e re-sponsabili con incarichi prestigiosi che non la-sciano quasi più tempo per noi e per gli amici.La concomitanza della presenza di Don Car-mine Mosca, di ritorno ogni due anni dal Bra-sile, ci sollecita e ci spinge a vincere, oltre ledistanze e gli impegni, anche la ritrosia di DonCesare, (frutto anche della proverbiale umiltàdei Discepolini, non educati a incensamenti e astare sul podio… piuttosto al servizio e all’o-pera fattiva).

Convinto facilmente don Cesare con ildover essere del sacerdote “un uomo per glialtri, un ponte tra Dio e gli uomini”, ci si è datiappuntamento per il 30 ottobre ad Ofena. Unsms, una scarna telefonata e tutto era giàpronto. Accolti da una giornata di sole e dall’o-

spitalità di Don Antonio Cu-rani ci ritroviamo nel nostroistituto rimasto identico nell’a-spetto ma totalmente rinno-vato all’interno e predispostoper l’accoglienza. Il pranzo inautogestione con piatti arrivatidalle varie parti è stato sem-plice ma insaporito soprat-tutto dai vari interventi diciascuno che ha voluto espri-mere la propria gioia, la grati-tudine per l’Opera e il comunesentire di ognuno… dopo 40anni! Nel pomeriggio si conti-nua senza sosta l’agape fino

Il Cronista

25° di SACERDOZIO

di DON CESARE

AD MULTOS

ANNOS!

il FattO del MeSe

dalle Vigne di Calascio-ofena

Sognaiil sogno più bello

del mondo.Era come filo d’aurora

tenuissimo.Lo vidi crescere,

lo cullai:divenne come un gomitolo

grande grande!Me ne tessei una veste.

Ora l’ho indossatae ne sento tutto il calore!

- TAGORE -

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il FattO del MeSe

alla vera e propria “apoteosi” della Messa cele-brata accanto alla tomba di Don Tito Pasquali,ricordando anche tutti i superiori e gli amicicon i quali ci sentiamo ancora e maggiormentelegati perché trasferiti in Cielo.

Il mondo ci richiama: bisogna partire. Unabbraccio e arrivederci a presto. Don Cesare:auguri e AD MULTOS ANNOS! “ (Luciano Pa-cinelli)

La lode ed il Ringraziamento al Signore per ildono del Sacerdozio e per la scelta di servire i Po-veri delle regioni più povere di questa nostra Italianella Famiglia dei Discepoli di P. Giovanni Minozzi,ha avuto il suo culmine venerdì 31 ottobre, alle

ore 17, nella Parrocchia di Montepagano, paesenatio di Don Cesare.

Il Sacerdote, e quello religioso in particolare,ha una caratteristica speciale: nasce e cresce peralcuni anni in un posto e poi vola via per andarea formarsi altrove, a lavorare in altri lidi, a servirei fratelli dove il Buon Dio, per mezzo del voto diobbedienza, lo invia.

Ci sono, però, per lui alcuni momenti specialiin cui le origini tornano prepotenti e si fanno sen-tire e questi sono certamente: la Prima Messa, il25°, il 50°… Così è stato anche per Don Cesareche a Montepagano si fa vivo ogni tanto, quasisempre di corsa, per un saluto ai suoi cari, per unaSanta Messa di ricordo per qualche Amico che ciha lasciati, e poi via a servire ancora, dove lo Spi-rito e gli impegni, anche umani, lo portano.

Per il suo 25° Don Cesare ha voluto essereproprio a Montepagano, per ringraziare prima ditutto il Signore per il dono ineffabile della voca-zione sacerdotale, e poi anche la sua famiglia chegli è stata vicina e lo ha assecondato, e tutti i pae-sani che in qualche modo lo hanno accompagnato

Il Cronista

da Montepagano(Roseto degli Abruzzi - TE)

Don Cesare coni genitori,Antonio e Maria,e il fratello Luciano

Ex Discepolini anni '80

I Celebranti e i giovani del Coro Parrocchiale

Le rime di Luciano Pacinelli accompagnate

dalla fisarmonica di don Rocco Grippo

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IL FATTO DEL MESE

fin da bambino con le preghiere e la vicinanza nel-l’ascesa al SACERDOZIO.

Festosa, composita e raccolta l’assemblea eu-caristica. Facevano corona sul presbiterio alcuniconfratelli sacerdoti, dal Superiore Generale donAntonio Giura al parroco locale don Roberto Bor-ghese, e poi don Bracciani, don Natalini, don D’A-melio, don Curani, don Grippo, don Sebastian, donSasi, don Mosca e due Sacerdoti compaesani: donEnnio Di Bonaventura e P. Daniele Pierangioli cp.Officianti anche i tre diaconi don Michelin, donCrispin e don Adolfo. Commossi i cari e vispi geni-tori, Antonio e Maria, con il fratello Luciano, chehanno desiderato condividere con il figliolo e conla comunità questo momento di grazia. Sfoggiavacon la sua rossa mantellina la confraternita delpaese guidata dal priore Casimiro Marini e da An-namaria Rapagnà. Non hanno voluto mancare leAncelle del Signore con la Madre Generale SuorPaola e la Vicaria Suor Cecilia. Molti i parenti chehanno fatto di tutto per essere presenti a così sug-gestiva ricorrenza,buona occasione perritrovarsi tutti in-sieme dalla disper-siva e disgregantefrenetica vita mo-derna. Si sono no-tate anche alcunedelegazioni delleCase dell’Opera: daGioia, Siponto e Bo-nefro, guidata daPino Colucci, e daFrancavilla al Marecon le Suore delSacro Cuore. E poi tanti paesani ed amici, com-mossi ed onorati di tanta presenza, ma soprat-tutto fieri di ricordare ancora la bella cerimoniadell’ordinazione di don Cesare a cui intervenneromassicci. Il coro giovanile parrocchiale, apprezza-tissimo per i bei canti svolti, ha garantito la pre-senza nonostante la giornata feriale ed ha fattofaville e scintille.

Il Padre Superiore nell’omelia ha ripercorso letappe del percorso vocazionale di don Cesareesaltando le virtù familiari e paesane che sonostate grembo favorevole alla sua maturazione spi-rituale: quanto è importante il ruolo e la presenzadella famiglia e dell’ambiente circostante nella for-mazione dei futuri sacerdoti se custodi semplici

ma gelosi del patrimonio di fede e di tradizionecristiana!

Don Cesare da parte sua ha inteso ringra-ziare tutti per la partecipazione affettuosa, gratodel sostegno di preghiera di cui sente il bisognoper lodare il Signore e per continuare la sua mis-sione. Ha ricordato altresì l’imprescindibilità delservizio sacerdotale all’interno del Popolo di Dio,esortando tutti a chiedere il dono di nuove voca-zioni per la Chiesa e per la Famiglia dei Discepoli.Ha infine considerato come il sacerdote non è maisolo e non può concepirsi da solo, seppure talorasi trova ad essere solo quando ci sono da rivendi-care i diritti e le esigenze di Dio che non semprecavalca l’onda della popolarità e del sentireumano.

La serata si è conclusa nel caldo rifugio del-l’Hotel Romantica dove è stato offerto dalla fami-glia di Don Cesare un ricco buffet allietato dallafisarmonica di Don Rocco che ha accompagnatole prelibatezze culinarie e le bevande eccellenti.

L’indomani 1°novembre, festa ditutti i Santi, una so-lenne Santa Messaha concluso questibellissimi momenti dilode e di ringrazia-mento al Signore. Ungruppo di Ex-Alunnivenuti da Roma ecapeggiati dal sem-pre presente AlvaroVitale ha partecipatoa questa SantaMessa durate la

quale hanno fanno sentire le loro voci, speciequella di Alvaro, ed hanno animato l’intera cele-brazione. Don Carmine Mosca, da parte sua,nell’omelia ha messo in luce il senso rivoluzionariodelle Beatitudini di cui il sacerdote è chiamato afarsi araldo, aiutando a scoprire il vero volto di Dioche ama gli uomini e, chiamandoli alla comunionevitale con Sé, intende ricolmarli della pienezzadella gioia cui il cuore umano anela.

Alla fine della Messa Alvaro ha rivolto a DonCesare, a nome anche di tutta la famiglia minoz-ziana, parole augurali e di ringraziamento per l’in-tensa azione che continuamente svolge a favoredi tutta l’organizzazione.

Don Cesare con il Parroco don Roberto Borghese

e il Superiore Generale, don Antonio

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il FattO del MeSe

da Goriano ValliuNA PIAZZA PER DoN SABATINo Michele Giovanni Leone

Il Sindaco Tullio Camilli

Sabato 4 ottobre a GORIANO VALLI, paesino facente parte del Comune di Tione degliAbruzzi, si è tenuta una CELEBRAZIONE suggestiva ed importante sia per il Paese tutto siaper la nostra Opera e per i Padri Discepoli.

Iniziamo col dire che questo piccolo paese collocato nel PARCO del SIRENTE, non moltodistante da ROCCA di MEZZO, tanti anni fa, nel 1911, diede i natali ad un bimbo di nomeSabatino Di Stefano. Il bimbo, purtroppo, rimase orfano per colpa della guerra e così all’etàdi 10 anni venne accolto da Padre Giovanni Minozzi nella casa delle Vigne di Calascio-Ofena,denominata Colonia Frasca, e che poi per tanti anni è stata il Seminario dei Discepoli.

Sabatino concluse tutti gli studi e nel 1938 venne ordinato Sacerdote e subito dopo fuimpiegato come “formatore dei giovani” presso varie Case dell’Opera. Passò tanti anni, circa23, nella Certosa di Padula, in Provincia di Salerno, dove erano accolti più di 400 Orfani.

La fatica e l’impegno profusi da Don Sabatino ancora oggi, dopo la sua scomparsa avvenutail 12 luglio 1983, all’età di 72 anni, hanno eco profondo tanto che da anni per opera dell’As-sociazione “NUOVE IDEE”, Presidente la Prof. Sorrentino, ogni anno viene organizzata “Lagiornata della memoria” in cui gli EX-Alunni della Certosa si incontrano, ricordano e ringra-ziano il buon Dio che, tramite l’opera paziente e generosa di Don Sabatino e dei suoi colla-boratori, hanno avuto un’educazione ed una formazione che li ha visti protagonisti nella VITA,uomini affermati, onesti padri di famiglia, buoni cristiani.

Proprio per tramandare ai posteri tutto il bene fatto da questo Sacerdote gorianese ilComune di Tione, con in testa il Sindaco Tullio Camilli, hanno ritenuto di intitolargli la Piazzadavanti la Chiesa di San Gaetano.

Alla manifestazione oltre all’intera popolazione del paese, al Sindaco, agli Assessori ed amolti Consiglieri Comunali, sono intervenuti il Segretario Generale dell’Opera Padre CesareFaiazza, il Consigliere dell’Opera Luigi D’Andrea, vari Discepoli e numerosi Ex Alunni, alcunidei quali allievi proprio di Don Sabatino, che con la loro presenza hanno voluto rendere te-stimonianza del tanto bene fatto da questo umile e sempre sorridente Sacerdote che haspeso la sua vita proprio per l’educazione dei fanciulli, senza nulla chiedere per la sua persona,per i suoi familiari, per il suo paese natio.

L’OPERA tutta ed i Padri Discepoli gioiscono grandemente per questa dedicazione aDon SABATINO che testimonia, senza ombradi dubbio, che il bene quando viene fatto inmodo disinteressato e veramente evangelicotrova riconoscimento anche in questa terra edanche molti anni dopo: il ricordo del bene ri-mane IMPERITURO.

Vogliamo approfittare di questa paginettaper ringraziare tutta l’Amministrazione diTione per questa bella iniziativa e garantiamola nostra presenza per le ricorrenze annualiche saranno celebrate, così come il Signor Sin-daco ha annunciato, per approfondire e far co-noscere questa nobile figura di Uomo, diSacerdote e di Apostolo.

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Abbiamo assistito nei giorni scorsi aqualcosa che tocca il massimo della malva-gità e dell’ingiustizia: una ragazza, ReyhanehJabbari, giustiziata in Iran per essersi difesadal suo stupratore, uccidendolo. Invano, insuo favore, sono intervenuti molti governi,papa compreso. E’ molto facile, in questocaso, marchiare di barbarie i costumi isla-mici. La realtà è che, anche in regioni cri-stiane, troppe cose terribili stannoaccadendo in questo periodo. Il succedersiesasperante di omicidi nell’ambito familiare,la divulgazione continua di notizie ed imma-gini di violenza crea la sensazione che ilmale sia ormai dominante anche danoi, causando, per conseguenza, sco-raggiamento e depressione. Psico-logi e sociologi si avvicendanonelle trasmissioni televisive incerca di spiegazioni. Ma raramentegli studiosi ammettono che ci tro-viamo di fronte ad uno straordina-rio oscuramento del quadro deivalori fondamentali. In partico-lare, quello assoluto dellapersona. E che senza valoridi base non è possibile nél’equilibrio soggettivo, né quello sociale. Percui se, nei paesi della mezzaluna, a favorireil crimine sono il fondamentalismo ed il fa-natismo (il pensiero forte), in quelli dellacroce sono, invece, il relativismo ed il nichi-lismo (il pensiero debole). L’uomo occiden-tale sembra aver perso, insieme al senso diDio, il sentimento del bene e del male. Omeglio, crede di esserne lui stesso il crite-rio. Per secoli, tale senso era ancorato allarealtà delle cose, all’Assoluto. GiovanniPaolo II affermava che, nella Genesi, conl'immagine dell’Albero della Conoscenzadel Bene e del Male ci viene insegnato che

il potere di stabilire ciò che è bene non ap-partiene all'uomo, ma a Dio solo. Resta ilfatto che di fronte alle efferatezze compiutesia in Oriente che in Occidente, noi ci chie-diamo perché Dio permetta tutto questo.Perché non interviene non solo per i grandicrimini ma di fronte a tutto ciò che creasofferenze personali e sociali: si pensi al di-sorientamento di un bambino quando i ge-nitori si separano. La risposta, a mio parere,è racchiusa nel triangolo intelligenza-li-bertà-amore. Dio ci ama rispettando la no-stra libertà. Infatti, se siamo intelligenti,

siamo necessariamente liberi di auto-determinarci. E la sofferenza delle

vittime? Agostino sostiene che Diopermette il male per due motivi:o perché il malvagio, alla fine, siconverta, o perché l’innocente, colsuo sacrificio, si santifichi e re-

dima il malvagio. Lo vediamonella parabola del Padre

misericordioso. Ilpadre della parabola(Dio, che in questocaso è la vittima)concede, col

pianto nel cuore, l’eredità al cosiddetto fi-gliol prodigo, rispettandone la libertà. Eglicomprende che suo figlio potrà conquistarela saggezza solo attraverso un percorso diconsapevolezza. Perché la cognizione delbene è sempre frutto di un processo diesperienza e superamento. Alla luce di que-sta tesi, la malvagità dei perversi ed il doloredelle vittime potrebbero avere un senso. Matroppo grandi ed oscuri restano il misterodel male e della salvezza. Per i credenti, ilCristo innocente e crocifisso rappresental’icona espressiva della sofferenza reden-trice.

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PerCHÉ diO NON iNterVieNe Luciano Verdone

riFleSSiONi

Reyhaneh Jabbari

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riFleSSiONi

PerCHÉ il MaleE adesso come raccontare alla mamma della piccola Fortuna Loffredo, la bambina

di sei anni, violentata e gettata da un balcone a Napoli, che l’universo è il riflesso dellaperfezione divina, secondo la tesi degli antichi Stoici. Che tutto ciò che esiste, per ciòstesso, è vero, buono e bello, come ha scritto san Tommaso. E come spiegare ai bambiniche hanno subito violenze sessuali che il male è il necessario presupposto del beneperché nulla esiste senza il suo opposto, come affermava Eraclito. Oppure, come farcapire a ragazzi che hanno fatto un’esperienza deludente delle figure genitoriali che ilDio di Gesù Cristo si presenta come l’Amore o che, secondo la raffinata teoria di S.Agostino, il male non è qualcosa, una sostanza, una realtà autonoma contrapposta albene, ma la mancanza di qualcosa: una privazione di Essere o di Bene, un “defectus es-sendi” o “defectus boni”. Per cui, chi è zoppo non ha qualcosa ma manca di qualcosa. Echi è malvagio è privo di bontà.

E’ stato sempre difficile conciliare l’esistenza di Dio con quella del male. Anche di-stinguendo il male fisico (terremoti, cataclismi …) da quello morale (malvagità, omicidi,guerre …), dovuto alla libertà umana, il problema non si risolve perché se ne ponesempre un altro: Dio non potrebbe impedire il male? E se lo può, perché non lo fa? E’impotente? E’ malvagio? Si disinteressa di noi? O, semplicemente, non esiste. AncheAgostino affermava: “Si Deus est, unde malum?” (Se Dio esiste, da dove proviene ilmale?). A tale problema si risponde, generalmente, in due modi. Primo. Il male è funzio-nale al bene. Per questo, Dio permette il male solo se può ricavarne un bene maggiore,come afferma la tradizione cattolica. Così, il padre della parabola concede, col piantonel cuore, l’eredità al cosiddetto figliol prodigo, rispettandone la libertà. E’ il triangolointelligenza-libertà-amore. Se siamo intelligenti, siamo anche liberi di autodeterminarci.Il padre sa che suo figlio potrà ormai conquistare la saggezza solo attraverso un per-corso che coinvolge una rete di persone. Perché la verità è quasi sempre frutto di unprocesso di superamento. Alla luce di questa tesi, il dolore degli innocenti, quello dellapiccola Fortuna e di sua madre, e d’infinite altre vittime, può avere un senso.

Ma, il secondo modo di rispondere al problema, oggi sembra più umile e polarizzamaggior consenso. E’ quello dell’inspiegabilità del male. Ad Elena, la bambina giapponesetraumatizzata dal terremoto, che gli chiedeva perché i bambini devono provare tantapaura, Benedetto XVI rispose: «Anche a me vengono le stesse domande … E non ab-biamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Diovero che si mostra in Gesù sta dalla vostra parte. Questo mi sembra molto importante,anche se non abbiamo risposte, se rimane la tristezza. Dio sta dalla vostra parte, e siatesicuri che questo vi aiuterà. E un giorno potremo capire anche perché era così».

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da Coldirodi

dalle NOStre CaSe

Venerdì 13 Ottobre l’IstitutoPadre Giovanni Semeria di Coldi-rodi di San Remo ha vissuto unaserata speciale in occasione delpassaggio di testimone che havisto l’arrivo dell’Ordine Reli-gioso del Preziosissimo Sangue,nelle Religiose Sr Mariuccia e SrFranca, succedersi all’Ordine dellaSacra Famiglia di Comonte (BG).

Era dal lontano 1927 che l’Ordine dellaSacra Famiglia aveva tenuto salda e vigile lagestione dell’Istituto facendolo divenire l’I-stituto di tutto rispetto che ad oggi è: quasiottantotto anni di ininterrotta gestionefino all’estate appena trascorsa, fino, cioè,al momento del decesso di Suor Elvira.

Lo scorso mese di Luglio ha visto, in-fatti, la scomparsa della compianta Supe-riora dell’Istituto a seguito di un lungoperiodo di malattia e di altrettanto lunghie consecutivi ricoveri ospedalieri tra la Li-guria e la Lombardia; una perdita che,dopo quindici anni di ottimale e rigorosagestione, ha lasciato una profonda e sin-cera amarezza tra tutti coloro che la co-noscevano, stimavano e supportavano.

Indiscussa era la profonda carica umanache, insieme allo spessore intellettuale edetico, ha caratterizzato il percorso reli-gioso ed umano di Suor Elvira; il tutto uni-tamente ad una sana e vigorosatestardaggine che ha fatto sì che la Supe-riora completasse la realizzazione di unambizioso progetto di ristrutturazione edampliamento dell’Istituto che, ad oggi in-fatti gode di spazi e luoghi pienamente vi-vibili, luminosi e funzionali.

A rendere la serata di Venerdì 10 Otto-bre davvero speciale, la presenza del Ve-scovo di San Remo, del Vice Sindaco di SanRemo, dell’Assessore ai Servizi Sociali,

dell’Ufficio Scuola Comune di San Remo edelle numerosissime amicizie e solide co-noscenze che, per anni, hanno accompa-gnato l’istituto. Presenti all’evento anche ilPersonale al completo della Protezione Ci-vile di San Remo, alcuni rappresentantidelle Forze dell’Ordine locali, inviati dellastampa locale, il Parroco di Coldirodi ed imembri dell’Associazione Amici PadreGiovanni Semeria.

A moderare gli Interventi dei Relatori,tra i quali Don Antonio Giura, Don Pa-squale Traetta (Parroco di Coldirodi), ilProf. Giovanni Pompei (Ex Assessore al Tu-rismo), Lisa Manuello (Psicologa ComunitàEducativa Semeria), la professionalità dellaGiornalista dell’emittente televisiva localeImperia Tv, Etta Barbarotto che, all’iniziodell’evento, non ha potuto nascondere lapropria commozione, avendo maturatonegli anni un legame personale di amiciziae rispetto con la compianta Suor Elvira.

Durante la serata, a rievocare i natali,l’infanzia, l’adolescenza e l’animo nobiledell’ex Superiora, era presente la Sig.ra PiaBerlucchi, amica del comune paese natio inFranciaCorta ed Amministratore Delegatodi Fratelli Berlucchi SPA, e venuta, nell’oc-casione, insieme alla Sig.ra Caterina, sorelladi Suor Elvira, entrambi ospiti della serata.

Al termine degli Interventi, il saluto sen-

BeNVeNUte, PreZiOSiNe!

Omaggio alla Preziosine

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dalle NOStre CaSe

tito del Vescovoalla platea insieme

al proprio personale e caloroso benvenutorivolto alle Suore del Preziosissimo Sangue(accompagnate nell’occasione dalla MadreVicaria), ed a seguire, l’illustrazione, daparte di Don A. Giura e dell’Architetto DeCarlo (Responsabile Tecnico del progettoedilizio) delle tempistiche e delle modalitàdi realizzazione della Palestra Polifunzio-nale dell’Istituto Semeria, progetto forte-mente e intensamente desiderato da SuorElvira e che vedrà il proprio compimentoe la propria ultimazione il prossimo mesedi Giugno 2015.

Un ricco Rinfresco a Buffet ha poi ac-compagnato e allietato i numerosi Ospitisino al termine della serata con anche lapartecipazione entusiasta di tutti i sediciragazzi/e ospiti della Struttura.

Inutile sottolineare che si sia trattato diun passaggio di testimone da ricordare edegno di nota questo tra le Religiose dellaSacra Famiglia che, con rara dedizione elodevole spirito di iniziativa hanno donatole loro interminabili ed operose giornatein favore dell’Istituto, e la Congregazionedelle Religiose del Preziosissimo Sangue.

Si tratta di un percorso intrapresotanto tempo fa da Religiose instancabili ecompletamente dedite all’altro che hannolasciato un segno marcato ed indelebile nelcuore e nelle menti di tantissimi. Si trattaquindi di un percorso da riprendere conl’umanità profonda, la dolcezza e l’espe-rienza che, fin da subito, traspaiono daivolti di Suor Mariuccia e Sr Franca: inpoche parole, di un compito arduo, impe-gnativo, a volte doloroso, ma che un sem-plice ed inatteso sorriso di uno solo deibambini ospiti dell’Istituto sa ben rinfran-care.

Ed è alle Religiose del PreziosissimoSangue che va il più caloroso benvenuto edil più sentito e profondo dei ringraziamentiper aver accettato di riprendere a tesserele fila di un cammino faticoso, ma denso ecarico di emotività, di sfide quotidiane con-tinue ed impegnative, di un substrato diumanità ricca, al tempo stesso dolente, chetanto richiede, in impegno, dedizione edenergie, ma che altrettanto restituisce.

Con il Vescovo e la Madre Vicaria Sr Gabriella

Il Superiore Generale con i relatori

S.E. Mons.

Antonio Suetta

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Quella del 16 settembre è una data chel’istituto Maria Immacolata di CatanzaroLido ricorderà con commozione per la vi-sita inaspettata e graditissima del Padre Su-periore della Famiglia dei Discepoli DonAntonio Giura, del Presidente dell‘OperaNazionale per il Mezzogiorno d’Italia DonMichele Celiberti e del Segretario Gene-rale dei due Enti don Cesare Faiazza.Grande l’emozione per gli operatori dellascuola nell’accogliere i Padri, instancabiliprosecutori dell’opera dei Fondatori PadreSemeria e Don Minozzi. Molto suggestivaè stata la concelebrazione Eucaristica inoccasione dell’inaugurazione del nuovoanno scolastico, tenutasi nella Cappella del-l’istituto, che per decenni ha visto l’alter-narsi di generazioni, insieme per pregare,raccogliersi ed essere membri della stessacomunità scolastica e spirituale, padri e figli,nonni e nipoti; piccola perla preziosa, checon cura e molto gelosamente viene custo-dita per essere luogo in cui poter coltivaretanti piccoli semini che saranno gli adulti didomani.

Don Michele durante l’omelia ha invi-tato i presenti a riflettere sul vissuto quo-tidiano e, sulla scia di Padre Semeria, a farsiricercatori del vero e del bello, a ritrovarein Gesù la Via, la Verità e la Vita. I bambini,che con vivacità e allegria rumorosa hannopartecipato alla S. Messa, hanno riflettutosull’importanza della vita scolastica, soprat-tutto per conoscere e imparare ad amaregli altri, impegnandosi a crescere in età, sa-pienza e grazia . Come ogni anno sono statiprotagonisti dell’animazione della S. Messa

con canti gioiosi, curando in modo partico-lare la processione offertoriale e prepa-rando la preghiera dei fedeli che li ha vistichiedere ardentemente la pace nel mondoin questo particolare momento storico. Allacelebrazione della Santa Messa è seguitauna festa d’accoglienza per i nuovi alunnidella prima sezione della scuola dell’infanziae della prima classe della scuola primaria,che presi per mano dai più grandi, hannovarcato le soglie di un nuovo ciclo scola-stico e di vita.

Un pensiero e un ricordo molto sentitoè andato anche alle care Suore della Caritàdell’Immacolata Concezione d’Ivrea che perdecenni hanno offerto il loro servizio allacomunità scolastica e all’intero quartierelido, ricchezza e sostegno culturale e spiri-tuale, da poco trasferite in altri istituti.

La Cooperativa PADRE GIOVANNI SE-MERIA porge un caloroso grazie alla Fami-glia dei Discepoli che, come ogni anno e inmolte circostanze ci ha fatto sentire la pun-tuale presenza e l’appoggio paterno attra-verso la figura dei Padri, a cui va il nostroringraziamento per il sostegno e l’affetto di-mostrato.

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il NUOVO aNNO SCOlaStiCOCOMiNCia BeNe

Anna Toto, Francesca Fiorentino

da Catanzaro LidoDon A. Giura, don M. Celiberti e don C. Faiazza

Inaugurazione del salone a S. Rufina

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Sabato 18 Ottobre, data un po’ postici-pata rispetto la riapertura delle scuole, lascuola per l’infanzia SANTA CHIARA donMINOZZI di Santa Rufina,ha inaugurato uf-ficialmente l’apertura dell’anno scolasticocon la Santa Messa celebrata da don Cesaree due confratelli della famiglia dei discepolifondata da Padre G. Minozzi. E animata dalcanto dei bambini. Vi è stata una folta pre-senza di genitori, parenti, bambini, ex allievied amici consolidati delle suore che gesti-scono la scuola con amore, pazienza e com-petenza da tantissimi anni. Fu proprio DonMinozzi, (di cui in questi giorni ricorrono i130 anni dalla nascita), il fondatore di tantiistituti per gli orfani di guerra, a scegliere disollevare la miseria di questo paese sper-duto inviando le Suore di Santa Chiara diFiuggi per fondarvi un asilo. Da allora, sonopassati quasi 70 anni, la missione delle suorefu quella di assistere istruendo i più poveri.Dopo aver educato tante generazioni, an-cora oggi le suore continuano a prestare illoro servizio con amore e dedizione in fa-vore dei bambini e le loro famiglie. Sceltaquanto mai innovativa e quasi rivoluziona-ria: il futuro di ognuno di noi comincia suibanchi, soprattutto nella scuola di base. Lascuola è il luogo della formazione, ma anchedell’integrazione e della costruzione dellapersona, della trasmissione del sapere estrumento di contrasto alle disuguaglianzesociali. È la cultura che più della legge rendeliberi e uguali. Diceva Don Lorenzo Milani,fondatore della scuola di Barbiana: l’operaioconosce 100 parole, il padrone 1000: perquesto lui è il padrone. Si parla, anche inquesti giorni, dei costi dell’istruzione, non è

l’istruzione ad essere costosa ma l’igno-ranza perché un bambino che legge, chestudia sarà domani un uomo che pensa, unuomo libero non uno strumento nelle manidi chi ha il potere economico e politico.Basta avere coraggio e mettere la scuola alprimo posto. Solo allora cenerentola potràdiventare Regina grazie alla guida di buonimaestri e di una società educante che nascedalla collaborazione tra la società civile equella religiosa. L’educazione religiosa, omeglio l’educazione alla fede, come ha sot-tolineato don Cesare, è il coronamentodella formazione umana, quella che ci fa vi-vere nel mondo senza essere del mondo.Partecipare alla vita della famiglia, del lavoro,delle relazioni senza esserne posseduti per-ché proiettati verso qualcosa che è “altro”.

Dopo la celebrazione della S. Messa coni canti dei bambini, la giornata ha avuto unaltro momento significativo: l’inaugurazione,con la benedizione, del nuovo locale final-mente ultimato sotto la direzione dell’Ing.De Marco Maurizio dall’Impresa Di MarcoAndrea, destinato ai giochi e alle attività deipiccoli nel nuovo anno scolastico. La gior-nata è stata di quelle memorabili e allorapossiamo concludere affermano: la scuolaè viva, viva la scuola.

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dalle NOStre CaSe

da Santa Rufina

iNSieMe…

SUlle OrMe di dON MiNOZZi

Maria Laura Nardecchia

In attesa della S. Messa

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da Sparanise

GraZie a tUtti VOidell’OPera

Finalmente, dopo una lunga malattia hopotuto iniziare il nuovo anno scolastico coni miei compagni e la mia maestra. Assiemea mamma e papà ringrazio tutte le personeche hanno pregato Padre Semeria per lamia guarigione. Ce l’abbiamo fatta!

Ora continuo a pregare con i miei com-pagni perché devo fare ancora alcuni con-trolli.

Grazie a tutti voi dell’Opera.Quando verrete a Sparanise mi vedrete

felice e contento.Raffaele De Biasio.

Raffaele con Sr Rita e i compagni

LA LETTERA DI RAFFAELE 

da San Giorgio a Liri

In un tripudio di colori, di canti e di stor-nelli i bambini della nostra Scuola dell’Infan-zia “Sacro Cuore” di San Giorgio a Liri (FR)hanno inteso iniziare ufficialmente l’annoscolastico, invitando genitori, autorità edamici al loro spettacolo sull’autunno.

Ne è risultata una serata affascinante edentusiasmante che ha finito per scaldare icuori e unire gli animi.

Sappiamo ormai che dal 4 settembre u.s.le Suore Piccole Ancelle del Sacro Cuorehanno consegnato la direzione scolasticaalla Cooperativa “I care. Don Minozzi” co-stituitasi con il concorso del Consorzio “IlPicchio” di Ascoli Piceno.

La manifestazione è stata occasione peril debutto della nuova realtà educante conun saggio sulla programmazione avviata esulle modalità operative che ci si propone.

Dobbiamo riconoscere che lo staff PinaCervello, Rosaria e Michela sta lavorandobene con impegno e dedicazione, gioia efantasia, mantenendosi nella linea tracciatae consolidata delle Suore, con grande sod-disfazione e serenità dei genitori che hannointeso confermare la loro fiducia alla nostraIstituzione scolastica.

A suggellare sostegno e sussidiarietà, lemassime figure istituzionali locali: il sindacoModesto La Rosa, il parroco don Pius, il ma-resciallo dei carabinieri Luca De Angelis.

Per l’Opera era presente il SegretarioGenerale don Cesare che ha avuto paroledi plauso per il riuscito musical, di incorag-giamento per il personale della cooperativa,di gratitudine per i genitori, di esortazionealle autorità locali ad affiancare la preziosaazione educativa dell’Opera col sostegnoalla nuova realtà formativa.

Un “GRAZIE” di cuore ai piccoli attoriche, riusciti a ben prepararsi in poche set-timane, ci hanno fatto gustare la bellezza edil valore di ogni stagione della vita, anche delbell’autunno che, mentre s’avvia al letargo,sa donare i suoi gustosi frutti rallegrando eaccendendo con i suoi variegati colori eprofumi la nostra vita. Parabola della vitache nel donarsi allieta il mondo.

COlOri e SaPOri d’aUtUNNO

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La poesia e l’arte in tutte le sue sfaccet-tature son state le protagoniste assolute inun nuovo evento realizzato dall’Associa-zione Nuove Idee a Padula. Il gradino piùalto del podio per quanto riguarda la poe-sia è stato conquistato da Corrado Luci-bello e Biagio Pepe, mentre per la sculturaè stato conquistato da Daniela Capuano,per la Grafica Giovanni Arpea e per la pit-tura Oleandro Zannini. Domenica 26 ot-tobre 2014 ha avuto luogo la cerimonia dipremiazione di un premio poetico ed arti-stico dedicato a Padre Minozzi nell’ambitodella Giornata del Ricordo, voluto e curatodall’Associazione Culturale Nuove Idee diPadula. E’ la Ia edizione del Concorso In-ternazionale di Poesia e Arte Padre Gio-vanni Minozzi, che rientra nell’ambito dellaIX Giornata del Ricordo che rammentaun’importante pagina della storia di Paduladello scorso secolo, in modo particolare dinumerosi orfani di guerra, figli dei soldaticaduti nel fronte, che furono accolti sottole ali protettive di Padre Giovanni Minozzie Padre Giovanni Semeria. I due Sacerdotihanno fondato numerosi orfanotrofi, traessi quello situato all’interno delle muradella Certosa di San Lorenzo. La cerimoniadi premiazione ha avuto luogo presso laSala Tiffany del Grand Hotel Certosa a par-

tire dalle ore 9.30. Molti gli ospiti chehanno preso parte all’evento e che sonointervenuti nel tavolo dei relatori, tra essiil Sindaco di Padula Paolo Imparato, il Pre-sidente della Comunità Montana Vallo diDiano Raffaele Accetta, il Consigliere Re-gionale della Campania Donato Pica, il Se-natore della Repubblica Alfonso Adria,l’Assessore alla Cultura, Turismo e Spetta-colo Tiziana Bove Ferrigno, il PresidenteEmerito dell’Associazione Ex Alunni dell’ONPMI Alvaro Vitale, il Responsabile Or-ganizzatore MPR Cono Federico, il Segre-tario Generale dell’ ONPMI e Famiglia deiDiscepoli Don Cesare Faiazza. Erano pre-senti al tavolo dei relatori anche due com-ponenti della Giuria che ha esaminato leopere in concorso, Angelo Sica e LucioMori. A moderare l’incontro Antonio Sica.Numerosi gli orfani che hanno vissutoparte della loro esistenza presso l’orfano-trofio della Certosa di San Lorenzo. Neglianni l’Associazione Nuove Idee è riuscitaa contattare più di 800 orfani fra quelli chesono stati formati presso la struttura. Gliultimi datiraccolti testimoniano la presenzadi circa 1164 giovani. La ricerca risultacomplicata poiché alcuni di essi si son tra-sferiti all’estero. Numerosi i premi e rico-noscimenti conferiti nella giornata di

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dalle NOStre CaSeda Padula

PRIMO

CONCORSO

D’ARTE E POESIA

DEDICATO

A DON MINOZZI

Il Senatore Andria rivolge il saluto

Patricia Luongo

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domenica scorsa. Due le categorie desti-nate alla poesia, tema libero e infanzia. Ilgradino più alto del podio, per il premio ri-servato alla poesia a tema libero, è statoconquistato da Corrado Lucibello; il se-condo gradino è stato conquistato da Te-resa Masullo; il terzo è stato conquistatoda Gerarda Pisaturo. Per quanto riguardala poesia dedicata all’infanzia il primo postoè stato di Biagio Pepe; il secondo di MarcoD’Alterio ed il terzo di Andrea Nosella.Due i premi speciali per la poesia, il primoè il Premio Speciale dedicato alla poesia invernacolo, premio che è stato conferito aMario De Bonis, mentre il Premio Specialededicato a Padre Minozzi è stato assegnatoad Adolfo Manzioni. Nell’ambito della pit-tura il gradino più alto è stato di OleandroZannini; il secondo gradino del podio è

stato di Mario Scazzariello; il terzo gradinoè stato di Michela Vitale. Per la Scultura ilprimo premio è stato di Daniela Capuano;il secondo di Michele Barone ed il terzoposto è stato aggiudicato a GiuseppeMacrì. Il premio dedicato alla grafica havisto al primo posto Giovanni Arpea; al se-condo Gladis Grieco ed al terzo FrancescaSpinelli. Una sezione di pittura juniores peri giovani talenti ha visto arrivare al gradinopiù alto del podio Francesca D’Anza, se-guita da Nicolas Apostolico e da Maria Ca-salnuovo. Per la sezione di disegno deditaa giovani ragazzi delle scuole medie di Pa-dula, abbiamo visto tre primi posti ex equoe 29 secondi posti ex equo. Due premispeciali per l’arte sono stati aggiudicati adAngelo Barone e Salvatore Ceglia. Durantela cerimonia sono stati conferiti altri premie menzioni d’onore ad altri artisti chehanno preso parte al concorso di Poesia eArte Padre Giovanni Minozzi. Dentro laSala Tiffany che ha ospitato tale cerimoniaè stata allestita una mostra di tutte leopere in gara, ed inoltre son state espostetele di altri pittori, tra essi due donne, sitratta di Assunta Spiotta, Gaetana Forte eLucio Mori. Vi è stata, infine, una sezionededicata alle Scuole Medie e alle Scuole Su-periori. Anche qui numerosi i riconosci-menti rivolti ai più giovani che giàpossiedono un talento artistico di gran ri-levo nonostante la loro giovane età. Nelpomeriggio si è celebrata anche la Santis-sima Messa presso la Cappella di San Gia-

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Prof.ssa Sorrentino, don Cesare, l'assessore Ferrigno ed Alvaro Vitale

Marco D'Alterio: uno dei premiati Alcune delle opere in concorso

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da PizzoliSeMiNariO di StUdiO SU "la

leGiSlaZiONe SCOlaStiCa”

Denise Ruggeri

dalle NOStre CaSe

L’evento, organizzato dalla Scuola dell’In-fanzia “Paolo Del Tosto” in collaborazionecon l’ANIEF, soggetto qualificato per la for-mazione del personale della Scuola, ha in-teso sensibilizzare e agevolare laconsultazione pubblica voluta dal Governosu “La buona scuola. Facciamo cre-scere il Paese” dal 15 settembre al 15novembre 2014.

Rivolto a DOCENTI, COLLABORA-TORI SCOLASTICI, ATA, DSGA, DIRI-GENTI, RSU, e finalizzato a dare seguito allacircolare MIUR prot. 3043 del 02.10.2014che invita tutti gli operatori della scuola edin particolare i DS alla più ampia diffusionedel documento programmatico governativo"La buona scuola", il seminario ha visto lapartecipazione di oltre 40 persone, fra lequali il Presidente della FISM di L’AquilaVeria Perez e lo stesso Presidente dell’A-NIEF Abruzzo Rodrigo Verticelli.

l’ANIEF - Associazione Nazionale Inse-gnanti E Formatori - non parte dal nulla madallo spirito e dall’esperienza politica, pro-fessionale e sindacale maturata dalla diri-genza dell’A.N.I.E.F. - Onlus che, nell’ultimoquinquennio, è riuscita a inserirsi con de-terminazione, con competenza e con suc-cesso nel dibattito culturale, parlamentaree giurisprudenziale del nostro sistema diIstruzione.

La Scuola dell’Infanzia “Paolo Del Tosto”e l’ANIEF si sono scoperte “complici” nelperseguire lo scopo comune di riscoprirela vocazione ad essere magistri vitae.

Ci è sembrato di essere in profonda sin-tonia con i magistrali principi educativi mi-nozziani, fieri di esserne espressione eincarnazione in uno snodo storico culturalealla ricerca di stabilità e affidabilità.

como, nei pressi del Convento di San Fran-cesco. A celebrare il rito religioso è statoDon Cesare Faiazza. Appuntamento con ladecima edizione de La Giornata del Ri-cordo e con la seconda edizione del pre-mio di arte e poesia dedicato a PadreGiovanni Minozzi è per il 2015.

Il saluto di Alvaro Vitale

Alcune delle opere in concorso

Alcuni dell'Associazione Nuove Idee, con il Prof. Angelo Sica

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dalle NOStre MiSSiONi

da Chennai

The more you learn, the more you share,the more you share, the rich you will be in mi-nistry, therefore try to learn as much as youcan because everything is useful in one or theother way .

There is a beautiful proverb in English,which goes like this, “Walls cannot make pri-son”. But the hearts can make prison. Yes, ourhearts really imprisoned by the sacred expe-riences that we had with prisoners. We are in-deed very happy to pen down our prisonministry experiences. Prison is a sacred placewhere a transformation of heart takes place tobring out a crime free society. We visited suchtwo prisons namely, Puzhal and Saidapet loca-ted in Tamilnadu, Chennai. Puzhal is the centralprison where the crime-convicted prisonerswere imprisoned. The life-sentenced criminalsare kept here. In Saidapet only the youth, boysbetween the ages 18 to 22 were imprisonedwhich is called “borstal school”. It is not a con-victed prison but a time of reformatory impri-sonment for young criminals. The boys are herefor few months until they realize their crimeand repent in their heart. The government willnot give any serious punishment to them. Inboth the prisons, all kinds of criminal werefound such as murderers, thieves, rapist, andthe ringleaders etc. In Puzhal, there were 615inmates and in Saidapet 120, young boys werethere in number.

“All men are born free but bound inchains” Albert Camus. This particular saying ofCamus seems to be a reality in the life of everyinmate in the prison. Either of their own faultsor due to momentary thoughtless action ordue to the false accusations of others they landup in no choice but moving towards a deadend. It is in frustration and pain people lose themeaning of their lives. But with this is

everything over? No, Prison is not the end.They have life beyond. It is in this backgroundwe boldly ventured into the noble act of instil-ling hope to the disheartened prisoners. PrisonMinistry India (PMI) Tamil nadu renders theservice to enter into the prison.

Hearing that, we are going for prison mini-stry, we had little fear of the new place, people,and different atmosphere especially with theprisoners. It looked strange to enter into pri-sons first time, which we never had before inour life. Entered with the imagination that peo-ple in the prison would be very dangerous, vi-gorous, and rough to handle, they would be inindividual cells, and we cannot meet them per-sonally and so on. Surprisingly we found so-mething stunning as soon as we enter into theprison that all the prisoners were busy withtheir work as like the officers. They were doingtheir given responsibility wonderfully withcheerful heart. High walls and gates completelyclosed the prisoners. Unable see the outsideworld once we enter inside, but still the inma-tes were happy. It is only because of realizingtheir fault, which they committed, and under-standing the value of their life. Moreover, theywanted to change and come out as a new per-son from the jail. The good first and best lessonthe inmates taught is ‘we can be happyeverywhere when we understand the real pur-pose of our life’.

Welcoming us happily with smiling facesthey took us everywhere in the prison andshowed all the places and introduced toeveryone in the prison. They were very muchhappy to take us in to their particular cells andrender their hospitality to us. We did never ex-pect that the inmates would give such respectand cooperation to move with them so friendlyand gently. Everyone was sharing their expe-riences and life stories and how they came to

“i WaS iN PriSiON YOU ViSited Me”“Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (MT 25:36)

Sathiyaraj, DF

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Un padre condannato con la sua bimbo

dalle NOStre MiSSiONi

prison and so on. Each man in prison has uni-que identity, experiences, feelings and desires.One-side tears were shedding their eyes whilesharing about their present family condition,education of their children and their future life.Another side the torturous from the victimside also makes them mentally depressed.Some had the tendency of suicide and specialconcentration gave to them. Calling personallyto talk with them made them to feel that thereis some body to take care of them. Many inma-tes have never had any one seriously listen tothem and really hear them. Perhaps the mostvaluable gift one can bring to an inmate is thequality of being a good listener. While listeningto them some of them were innocent and fal-sely accused. We have to be non-judgmentaland understanding. We should not be a judgethere.

Traduzione sintetica

Siamo felici di condividere con voi l’esperienzache abbiamo avuto nei carceri. Il carcere e’ unluogo dove si trasforma davvero il cuore a realiz-zare la verità nella propria vita passata. Vi sono duecarceri in questa zona di Chennai dove siamo nor-malmente andati a visitare i carcerati. Il primo sichiama “ Puzhal” dove stanno i 615 carcerati con-dannati per tutta la vita. Invece il secondo sichiama “Saidapet” dove stanno i 120 carcerati mi-nori.

“Tutti gli uomini nascono liberi ma si leganocon le catene”, dice Albert Camus. Questa paroladi Camus sembra inverarsi nella vita di ognuno loronel carcere. Abbiamo avuto l’opportunità di lavo-rare con un’associazione diocesana di Chennai: sichiama PRISON MINISTRY INDIA, e ci ha dato lapossibilità di entrare nel carcere. Eravamo spaven-tati ed anche meravigliati nel vedere il carcere den-tro per la prima volta nella nostra vita. Tanti

condannati prendono coscienza dei loro errori e vo-gliono uscire fuori dai carceri. Mentalmente sof-frono tanto perché la maggior parte sono innocentie condannati per caso. Essi evitano di parlare dellecose più intime. Dopo averli incontrati in carcere,noi andavamo a casa loro ad incontrare i loro fa-miliari perché essi non vogliono andare frequente-mente al carcere per incontrare i loro parenti.Perciò siamo stati mandati a casa loro per parlarnecon essi. Qualche volta essi fanno la festa o qual-cuno offre il pranzo per portare l’allegria in mezzoa loro. Una volta abbiamo visto che un carceratostava piangendo senza mangiare il BIRIYANI (untipico cibo speciale). Gli abbiamo chiesto: perché?.Egli ci ha risposto, piangendo continuamente: “ Iolo mangio qui in carcere ma non o so che fanno acasa o mia moglie e i miei bambini”. Coloro chestanno in carcere sono poveri come anche la lorofamiglia. Perciò stanno ancora là anche se sono in-nocenti. Alla fine, abbiamo imparato molte cose perla nostra vita: come dobbiamo accogliere le per-sone davvero bisognose, particolarmente in car-cere, e partecipare pienamente alla loro difficoltàe sofferenza. E se serve, aiutare a portare allaluce la verità.

I partecipanti carcerati con le alcune suore volontarie e con i poliziotti

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eVeNti

Ha concelebrato P. Teresio Giannuzzi (gesuita, a sin. della foto) che aveva concelebratoal matrimonio con don Pio Luigi Ciotti (Gruppo Abele).

Ai due sposi l’augurio di tutti noi per un cammino illuminato e sostenuto dalla fede, invista del prossimo appuntamento: il 50°.

40°

E’ stata prodiga la Cicogna, questa volta!Per la gioia di mamma Maria Rita e di papà Diego

ecco i due gemellini, Gaia e lUCa Zatelliintensamente attesi e fantasticamente vagheggiati

e apparsi lo scorso 15 ottobre.Con loro ne gioisce ammaliato nonno Giulio

Sgarra, nostro Ex alunno e con lui la moglie Elena.L’Opera, che nativamente ha avuto un affetto di

predilezione per i fanciulli, non può non allietarsi perla vita che sboccia e destinata a fiorire, speranza deldomani e di un domani migliore.

Se poi si tratta di figli o nipoti di ex alunni, la gioiasi fa più intensa, perché questi pargoli in qualchemodo ci apppartegono e costituiscono la grande fa-miglia dello spirito.

Se poi, crescendo, verranno fatti partecipi delleidealità minozziane della vita e della società, ancor

più ci sentiremo protagonisti di un umanesimo largo e costruttivo, perché fondato suglieterni valori del Vangelo.

Auguri copiosi, dunque, ai piccoli fratellini.Auguri anche all’amico Giulio, per una piena ripresa fisica e operativa.

Nella stessa chiesa di Cambiano (tO)nello stesso giorno – 14 settembre –

eliSa PiaNtelliNO e PietrO lOMBardi hanno festeggiato il 40° di anniversario di matrimonio.

Nella stessa chiesa di Cambiano (tO)nello stesso giorno – 14 settembre –

eliSa PiaNtelliNO e PietrO lOMBardi hanno festeggiato il 40° di anniversario di matrimonio.

Ci SiaMOaNCHe NOi!

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Ci sono persone che entrano a far partedella nostra vita per la loro celebrità e noto-rietà.

Altre per la capacità che hanno avuto diplasmare la nostra personalità.

Altre per la loro simpatia e bontà.Altre per la loro cattiveria e negatività.Altre per l’aiuto e il bene che ci hanno

manifestato.Altre… E ci sono persone la cui memoria rimarrà

indelebile nei nostri cuori per la loro sempli-cità ed amabilità.

Tra queste ci sentiamo di includere la no-stra compianta

rOSaNNa PieMONteSeche abbiamo iniziato a conoscere ed amare 18 anni fa quando ci fu presentata e noi

l’accogliemmo nella nostra Casa di Riposoper Anziani “Stella Maris” di Siponto; allora lastruttura era ancora diretta dai Padri Disce-poli, collaborati dalle Suore Discepole di S.Teresa di Gesù Bambino di Qualiano.

Immediatamente Rosanna è entrata nellesimpatia e nella benevolenza di tutti perquella sua disarmante semplicità, quasi infan-tile, che la rendeva accetta proprio per la suafragilità.

In questi anni si sono succedute gestionie impostazioni all’interno della struttura malei è rimasta in qualche modo la “mascotte”della Casa di Riposo, con il suo dolce sorriso.

Fragile nella mente, anche il suo fisico nonha retto all’aggressione del male che in an-cora giovane età l’ha erosa e consumata. Finoalla fine i suoi occhi lucidi e vividi hanno co-municato affetto e riverberato gioia di vivere.

Ci ha lasciato a metà settembre all’età di57 anni.

Ma come tanti altri umili ospiti delle no-stre Case resterà per noi un segno luminosodel passaggio di Gesù in mezzo a noi!

Requiescat in pace!

addiO, rOSaNNa!

CriSaNteMi

Ballo con il fidanzato storico

Passeggiata sulla spiaggia di Siponto

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SPiZZiCaNdO

Il clima politico di questo ultimo periodo ha risentito molto delle tensioni interneche covano nel partito del Presidente del Consiglio. Molte voci non concordi con la sualinea movimentista si sono levate per dare una brusca frenata alla macchina e per rallen-tare, come se ce ne fosse bisogno, le riforme che in teoria dovrebbero essere fatte inpoco tempo.

Oltre i partiti stanno levando le asce di guerra anche i sindacati che, in un certo senso,si vedono scavalcati e soprattutto esclusi dai riti della “concertazione” e della suddivisionedelle responsabilità.

Il giovane e battagliero Presidente del Consiglio probabilmente ha avuto poco a chefare con certe “filosofie” e certi “riti” e sembra allergico alle perdite di tempo ed alleinutili lungaggini. Essendo giovane non ricorda le tantissime settimane che molte voltesono state impiegate per prendere delle decisioni che, poi, alla fine della fiera si sono di-mostrate poco più che un topolino. Ma la nostra storia politica, parlamentare e sindacaleè costellata di fatti di questa specie ed è proprio questo uno dei motivi della poca “cre-scita” del Paese. Tempi troppo lunghi per la decisione fanno sì che il malato muore primache venga decisa la diagnosi e la terapia adeguata.

Per controprova di queste lungaggini proprio in questi giorni abbiamo assistito alleinnumerevoli votazioni per scegliere i togati laici del CSM e poi alla fine si è dovuto con-statare che, nonostante i tempi biblici, una delle scelte non aveva i dovuti requisiti. Peggiosta andando per la scelta dei candidati parlamentari per la Corte Costituzionale. Alla se-dicesima votazione continua un “imbarazzante stallo” politico.

Crediamo che la notizia si commenti da se e che non sia necessario aggiungere altro.Con questi ritmi e con questa celerità crediamo di far crescere il Paese? Il malcostume di questa classe politica è ormai intollerabile.Mentre il Paese, quello VERO, langue e si dimena in una crisi senza precedenti e men-

tre siamo in “deflazione”, vale a dire, consumiamo molto meno di quanto sarebbe ne-cessario per mantenere in equilibrio l’economia reale, i nostri cari politici (nel senso dicostosi) si permettono il lusso di perdere tempo sulla scelta dei Membri della CorteCostituzionale e così le RIFORME necessarie ed urgenti aspettano sine die.

Sarebbe, forse, necessario imporre dei tetti a queste procedure, superati i quali i Si-gnori Senatori e gli Onorevoli Deputati PAGANO di tasca loro lo STATO per il DANNOche stanno arrecando all’intero Paese. Questa soluzione può apparire stramba ma, cre-diamo, sia l’unica capace e valida per far “rinsavire” questi Signori che giocano con il lororuolo e mostrano palesemente la loro poca maturità e la loro nulla professionalità.

Auguriamoci che la “GENTE” riesca a mantenere i nervi saldi. Qualche segnale distanchezza inizia a serpeggiare, speriamo che sia solo dimostrativo e che non si torni aitempi cupi della tensione e delle stragi.

m.l.

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I PREMIATI DELLA

1° EDIZIONE DEL CONCORSODI ARTE E POESIADEDICATO

A PADRE GIOVANNI MINOZZI

PreMi Per la PittUra:1° Zannini Oleandro2° Scazzariello Mario3° Vitale Michela

PreMi di MeritO PittUra:Ceglia SalvatoreBarone AngeloOrlando GiovannaStanzione Mimi

PreMi POeSia (iNFaNZia)Pepe BiagioD'Alterio MarcoNosella Andrea

PreMi SPeCialePer la POeSia dialettaleManzione AdolfoDe Bonis Mario

PreMiO POeSia teMa liBerO1°Lucibello Corrado2°Masullo Teresa3°Pisaturo Gerarda

PreMiO di MeritO dediCatO a:Palumbo Giuseppe (ex-alunno)

Gli altri partecipanti hanno ricevuto una pergamena di partecipazione

SCUOla SeCONdaria 1° GradO

diSeGNi:

Cavella AndreaRomano GiovanniLambertino Valeria

SCUOla SUPeriOre

GraFiCa:

1° Francesca D'Anza2° Nicolas Apostolico3° Maria Casalnuovo

altre CateGOrie

SCUltUra:

1° Capuano Daniela2° Barone Michele3° Macri GiuseppeDi Brienza Maria Pia, Polito Maria,Merola Ilaria

PreMiO Per la GraFiCa:

1° Arpea Giuseppe2° Grieco Gladys3° Spinelli FrancescaLucibello Corrado

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