E a geli a E a geli a diac - OgliastraWeb · 19 Giuseppe Pilia. Se il genio torna a casa di Tonino...

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    Senza i migliori, quale futuro?

    Un ministeroche cambia la vita

    Evangelista Evangelista diacono

    Cervelli in fuga

    La voglia di andare oltre

    Ilbono

    attualità e cultura maggio 2016

    nella diocesi di lanusei numero 5

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  • 1 | sottovoce

    L’ora e il poiRiflessioni sul tempo di Tonino Loddo

    Tra i tanti temi che lacelebrazione dell’anno giubilaresegnala alla nostra attenzione,la riflessione sul significato del

    tempo non è certamente ultimo.L’esperienza immediata, la ricercasociologica, la riflessione filosoficasembrano concordi nel dirci che oggiviviamo un tempo spezzato, che apparesotto molti aspetti come un insieme diattimi isolati e a sé stanti, senza un primae un dopo, senza un filo che scorra e diaunità. Un’esperienza che è conseguenzaimmediata del processo di globalizzazioneche scaturisce dal rapido sviluppotecnologico e, in particolare, dallosviluppo della comunicazione, che ha resoogni rapporto, anche con chi è lontano,così simultaneo da cancellare distanze eattese. Così, il tempo è percepito come ipezzi di un puzzle, non necessariamentecoerenti tra loro, mentre il futuro èqualcosa che capita di per sé, senza che sudi esso si possa incidere con la propriaazione, e il passato è qualcosa che non hapiù influenza sul’oggi. Da qui laspasmodica concentrazione sul presente,da vivere in tutta la sua intensità perchénulla sfugga, che nel suo essere privo diradici e di prospettiva resta, perciò,sempre un attimo. E la vita è diventatasolo una grande fiera, una garagiornaliera nel consumare il propriotempo, con la classica idea che ogni cosalasciata, non sia altro che un’opportunitàperduta per sempre.Eppure, se vogliamo almeno provare a dareun senso alla nostra esistenza e ariannodare i fili perduti dei nostri attimi,dobbiamo interrogarci sul tempo e sul suovalore. Innanzitutto, riappropriandoci delnostro passato personale e collettivo, cosaancora più necessaria oggi, in un tempo incui - come diceva Gramsci - «la storia è fattadai giornali» e si insegue l’ultima notizia chefa dimenticare la penultima, figurarsi quelladi una settimana prima! E proprio con la dissoluzione della memoriainizia l’avventura dell’uomo-massa,facilmente manipolabile e preda dell’ultimo

    imbonitore che ripete le stesse cose cheaveva detto il penultimo imbonitore, ma dicui ci siamo presto dimenticati! Dimenticando il passato, però, ci priviamooltre che di identità anche di tutte quellerisorse di esperienza che ci potrebberorendere più semplice il presente; cioè,paradossalmente, senza memoria il nostropresente si fa più fragile e, convinti di nonperderne, finiamo per perdere proprio queltempo che vorremmo preservare. È lamemoria, infatti, a metterci a confronto conil senso stesso della nostra vita e ad aiutarcia reggere le complesse difficoltàdell’esistenza.E poi ci è ancora necessario saper guardareoltre. Sono i progetti, le speranze, i sogni, idesideri a dare un senso al nostro presentee a riempirlo di stimoli e di interesse.Pensare al futuro e vivere nel futurocostituiscono una necessità della naturaumana. E non solo nel senso di prepararci afuture necessità (mi costruisco un bunkercosì se arriva una guerra atomica possosopravvivere), ma nel senso più ampio esimbolizzante di avventurarci oltre ilpresente, di pensarci oltre la finitezza e illimite, edificatori di «un nuovo cielo e diuna nuova terra». Perché una storia costruita da cercatori diinfinito è una storia libera e magnifica. E sequalcuno ci dirà che afferriamo nuvole, chebattiamo l’aria, che non siamo pratici; chenon è così che funziona il mondo; che ciòche conta è la forma e l’immagine; che o tipieghi o ti piegano ..., consideriamolo comeun complimento. Profondamente e convintamente impegnatinel presente ed insaziabilmente immersinel suo stupore e nella pienezza delle suemeraviglie; ma anche consapevoli che ilpresente non esaurisce il nostro essere eperciò capaci di tirarcene fuori per meglioentrare in noi stessi, facendo spazio aquella realtà più profonda che rischia diessere poco guardata, presi dalle mille cosequotidiane. «Perché - come esclamavapieno di emozioni Agostino - ci hai fatti perTe, e il nostro cuore non ha posa finché nonriposa in Te».In copertina: foto di Pietro Basoccu

    La copertina

    Una volta versol’America o le altreterre promesse diturno fuggivano idisperati, quelli chenon avevano volutosentirne del pezzo dicarta. Se non studi -dicevano i babbi -neanche perspazzino tiprendono! Oggi, se tiazzardi a scriverenel tuo curriculumche sei laureato, nonti prendono neppurecome commesso.Troppo impegnativoper il padrone! Cosìoggi fuggono ilaureati, meglio secon un dottorato diricerca e un paio dimaster. Cervelli infuga, li chiamano.Ma se vanno via imigliori qualefuturo ci aspetta?

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  • Anno 36|maggio 2016 numero 5una copia 1,50 euroDirettore responsabileTonino [email protected]

    Progetto graficoAurelio Candido

    RedazioneFilippo CorriasClaudia CartaAugusta CabrasFabiana Carta

    AmministrazionePietrina ComidaSandra Micheli

    SegreteriaAlessandra CordaCarla Usai

    Redazione e Amministrazionevia Roma, 108 08045 Lanuseitel. 0782 482213 fax 0782 [email protected] corrente postale n. 10118081

    Abbonamento annuoordinario euro 15,00sostenitore euro 20,00benemerito euro 100,00estero (via aerea) euro 35,00

    Autorizz. Trib. Lanusein. 23 del 16/6/1982Editore e ProprietarioDiocesi di LanuseiVia Roma 10208045 LanuseiStampaGrafiche Pilia srlZona Industriale Baccasara 08048 Tortolì (OG) tel 0782 623475fax 0782 624538www.grafichepilia.it

    Editoriale

    1 L’ora e il poi. Riflessioni sul tempo di Tonino Loddo

    Ecclesia

    3 “La gioia dell’amore” più forte di ogni ferita di Antonello Mura

    4 Amoris Letitia. Come tutto cambia di Filippo Corrias

    45 Il Cenacolo del Rosario. Un’esperienza di preghiera di Isabella Murru

    La Parola e la vita

    8 Acab ed Elia. Due giganti a confrontoa di Giovanni Deiana

    10 “Lo Spirito intercede con insistenza per noi...” di Maurizio Picchedda

    11 Giubileo di Evangelista Tolu

    14 Se la preghiera è ragione di un’esistenza di Tonino Loddo

    Dossier | Cervelli in fuga

    16 Cervelli in fuga. Biglietto di sola andata. di Augusta Cabras

    18 Master and Back. Tra luci e ombre di Claudia Carta

    19 Giuseppe Pilia. Se il genio torna a casa di Tonino Loddo

    20 Marco Mustaro. Un Incanto che si fa canto di Augusta Cabras

    22 Olga Corrias. Quando il merito è opportunità di Fabiana Carta

    24 Camera oscura di Pietro Basoccu

    Attualità

    5 Politica e corruzione. Un legame da spezzare di Mirella Loi

    7La Caritas "entra" in carcere a LanuseiFalegnami e volontari oltre le sbarre

    di Claudia Carta

    12 Cagliari. Giubileo regionale delle famiglie

    13 Come la Chiesa si dimostra una Madre di Ernest Beroby

    26 Speciale 8x1000

    28 I quattro moschettieri della stampa di Augusta Cabras

    40 ACR in festa di Evangelista Tolu

    38 Non tutto ma di tutto

    41 Evangelista, diacono per la nostra Chiesadi Federico Murtase Daniel Deplano

    42 Le tre parole del Giubileo dei giovani di Tonino Loddo

    46 Il mondo in una fiaba di Angelo Sette

    47 Cavalli da amare di Claudia Carta

    48 L’agenda del vescovo e della Comunità

    Primo Piano |Ilbono

    30 La fine della pietà di Livio Loi

    33 Un territorio ricco di storia di Stefano Coda

    34 Il ritorno a casa di Giulia Usai

    36 La Madonna venuta dal maredi Luca Fadda

    37 Una comunità in cammino con il Vangelo

    Membro dellaFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

    Associatoall’Unione StampaPeriodica Italiana

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  • 3 | La paroLa deL vescovo

    L’Esortazione apostolica diPapa Francesco Amorislaetitia (la gioiadell’amore), che raccoglie

    i risultati dei due Sinodi sullafamiglia nel 2014 e nel 2015, stafacendo riflettere (e discutere), maprima di fare delle considerazione edi arrivare a delle conclusioni va lettaper bene. Da soli, in famiglia e(possibilmente) nelle comunitàparrocchiali. Suddivisa in novecapitoli e oltre 300 paragrafi, si aprecon sette passaggi introduttivi cherendono subito ragione dellacomplessità del tema edell’approfondimento che richiede.Si tratta di un’Esortazione che appareperfettamente in sintonia con i temipiù cari a papa Francesco, dove siparla di famiglia, di figli, disessualità, di anziani e di comerapportarsi alla morte. Sempre conl’ottica dell’amore, parlando diabbracci, di grazia, di misericordia, ditenerezza, e ricordando “che nontutte le discussioni dottrinali, moralio pastorali devono essere risolte con

    interventi del magistero.Naturalmente, nella Chiesa ènecessaria una unità di dottrina e diprassi, ma ciò non impedisce cheesistano diversi modi di interpretarealcuni aspetti della dottrina o alcuneconseguenze che da essa derivano...”.Accanto agli abbracci e alle carezze,non vengono dimenticati gliabbandoni, le fragilità, leemarginazioni, le divisioni e lesolitudini. Per tutti e per tutto c’èprofumo di grazia, di apertura almondo, di incontro con un Dio dolcee misericordioso. La dottrina sullafamiglia viene enunciata con ilracconto degli uomini e delle donnedel nostro tempo, senzanascondimenti e senza vergogna. El’amore sgorga in ogni pagina. “Permolto tempo - continua Francesco -abbiamo creduto che solamenteinsistendo su questioni dottrinali,bioetiche e morali, senza motivarel’apertura alla grazia, avessimo giàsostenuto a sufficienza le famiglie,consolidato il vincolo degli sposi eriempito di significato la loro vita

    “La gioia dell’amore” più forte di ogni ferita

    insieme. Abbiamo difficoltà apresentare il matrimonio più come uncammino dinamico di crescita erealizzazione che come un peso dasopportare per tutta la vita”.Ma la domanda che interessa a tuttiè: sui divorziati risposati ci sononovità? Il Papa conferma che idialoghi del cammino sinodale hannocondotto a prospettare la necessità disviluppare nuove vie pastorali.Saranno infatti le diverse comunità adover elaborare proposte più praticheed efficaci, che tengano conto siadegli insegnamenti della Chiesa siadei bisogni e delle sfide locali. Alpunto 242, c’è scritto: “I Padri hannoindicato che un particolarediscernimento è indispensabile peraccompagnare pastoralmente iseparati, i divorziati, gli abbandonati.Va accolta e valorizzata soprattutto lasofferenza di coloro che hanno subitoingiustamente la separazione, ildivorzio o l’abbandono, oppure sonostati costretti dai maltrattamenti delconiuge a rompere la convivenza. Ilperdono per l’ingiustizia subita non èfacile, ma è un cammino che la graziarende possibile. Di qui la necessità diuna pastorale della riconciliazione edella mediazione attraverso anchecentri di ascolto specializzati dastabilire nelle diocesi”. Ai divorziatiche vivono una nuova unione, papaFrancesco dice che è importante farsentire che sono parte della Chiesa,che “non sono scomunicati” e nonsono trattati come tali, perchéformano sempre la comunioneecclesiale. La parola d’ordine, accantoa “discernimento” e“accompagnamento” è “integrare”,che è il contrario di escludere: si deveaiutare ciascuno a trovare il propriomodo di partecipare alla comunitàecclesiale, perché si senta “oggetto diuna misericordia immeritata,incondizionata e gratuita”.

    � Antonello Mura

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  • L’8 aprile scorso è statapubblicata l’esortazioneapostolica post sinodaleAmoris laetitia elaborata

    dal Papa dopo i due Sinodi sullafamiglia. Nel raccomandarne lalettura, riteniamo utile proporne ailettori alcuni passaggi.«I dibattiti che si trovano nei mezzi dicomunicazione o nelle pubblicazionie perfino tra i ministri della Chiesavanno da un desiderio sfrenato dicambiare tutto senza sufficienteriflessione o fondamento,all’atteggiamento che pretende dirisolvere tutto applicando normativegenerali o traendo conclusioni

    eccessive da alcune riflessioniteologiche (§2 ).[A volte] abbiamo presentato unideale teologico del matrimoniotroppo astratto, quasiartificiosamente costruito, lontanodalla situazione concreta e dalleeffettive possibilità delle famiglie cosìcome sono (§ 36).[…]Non tutte le discussionidottrinali, morali o pastorali devonoessere risolte con interventi delmagistero. Naturalmente, nellaChiesa è necessaria un’ unità didottrina e di prassi, ma ciò nonimpedisce che esistano diversi modidi interpretare alcuni aspetti delladottrina o alcune conseguenze che daessa derivano (§3).Un’altra sfida emerge da varie formedi un’ideologia, genericamentechiamata gender, che «nega ladifferenza e la reciprocità naturale diuomo e donna. Essa prospetta unasocietà senza differenze di sesso, esvuota la base antropologica dellafamiglia. Questa ideologia induce

    progetti educativi e orientamentilegislativi che promuovonoun’identità personale e un’intimitàaffettiva radicalmente svincolatedalla diversità biologica fra maschio efemmina. (§56).Davanti alle famiglie e in mezzo adesse deve sempre nuovamenterisuonare il primo annuncio, ciò che è“più bello, più grande, più attraente eallo stesso tempo più necessario”(§58).Occorre sempre ricordare unprincipio generale: “Sappiano ipastori che, per amore della verità,sono obbligati a ben discernere lesituazioni”  […]. Perciò, mentre vaespressa con chiarezza la dottrina,sono da evitare giudizi che nontengono conto della complessità dellediverse situazioni, ed è necessarioessere attenti al modo in cui lepersone vivono e soffrono a motivodella loro condizione» (§79).[…] In nessun modo la Chiesa deverinunciare a proporre l’ideale pienodel matrimonio, il progetto di Dio intutta la sua grandezza: “I giovanibattezzati vanno incoraggiati a nonesitare dinanzi alla ricchezza che ailoro progetti di amore procura ilsacramento del matrimonio, forti delsostegno che ricevono dalla grazia diCristo e dalla possibilità dipartecipare pienamente alla vita dellaChiesa”. La tiepidezza, qualsiasiforma di relativismo, o un eccessivorispetto al momento di proporlo,sarebbero una mancanza di fedeltà alVangelo e anche una mancanza diamore della Chiesa verso i giovanistessi. Comprendere le situazionieccezionali non implica mainascondere la luce dell’ideale piùpieno né proporre meno di quantoGesù offre all’essere umano. Oggi,più importante di una pastorale deifallimenti è lo sforzo pastorale perconsolidare i matrimoni e cosìprevenire le rotture» (§307).

    Amoris laetitia, un’Esortazione per la famiglia di Filippo Corrias

    4 | La paroLa deL papa

    L’Esortazione apostolica post-sinodale, è un documento cheil Papa elabora a partiredalle Proposizioni che il Sinodo deivescovi produce come frutto dei suoilavori. Esistono anche esortazioniapostoliche che non sono frutto deilavori di un sinodo.

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  • Politica e corruzione vanno a braccetto dasempre. In modi diversi forse ma tra lorol’intesa non è mai svanita. Soprattutto inItalia. In fatto di corruzione è

    decisamente tra i Paesi non virtuosi tanto dapiazzarsi al 61° posto su 168 Paesi nel Mondo, conun voto di 44 su 100. Unica consolazione laconstatazione che rispetto all’anno scorso abbiarecuperato qualche posizione. Il dato emerge dalnuovo Indice di percezione della corruzione (CPI) diTransparency International, presentato a Roma unpo’ di tempo fa. Pur migliorando a livello globalerispetto agli anni precedenti, la posizione dell’Italiarimane purtroppo in fondo alla classifica europea,seguita solamente dalla Bulgaria e dietro altri Paesigeneralmente considerati molto corrotti comeRomania e Grecia. Al vertice e in coda alla classificala situazione rimane pressoché invariata: Somalia eCorea del Nord si confermano anche quest’annocome i due Paesi più corrotti, mentre la Danimarcaha nuovamente il primato in trasparenza. La povertà, lo scarso potere d’acquisto, il bassolivello di istruzione, la scarsa innovazione el’inefficienza amministrativacostituiscono l’altra faccia dellacorruzione, in alcuni casi ne sonola causa, in altri l’effetto. Si calcola che i costi dellacorruzione siano altissimi.Risorse importantissime chepotrebbero essere destinate ai servizi fondamentali per i cittadini prendono vietraverse e scarsamentetrasparenti. E l’effetto dellacorruzione non è lontano daicittadini. Lo si trova nellestrade costruite a metà ocostruite con materialiscadenti e poi crollate sotto ipiedi; è nel personale chemanca negli Ospedali, nelservizio sociale che non c’è più,nella presenza del funzionario furboma per niente competente. Al di là dell’aspetto economico, certamente danon sottovalutare, c’è quello morale. La tantosbandierata questione morale! Urlataalternativamente dalla destra e dalla sinistra, aseconda del momento o dello scandalo in corso ma

    Politica e corruzioneUn legame da spezzare di Mirella Loi

    5 | iL fatto deL mese

    U n politico corrotto non sarà maiuna garanzia per cittadini:perennemente sotto ricatto e altempo stesso forte della protezione deicriminali, si sottrae facilmente al processodemocratico e lo contamina. D’altra, chicorrompe un politico può facilmenteaccedere al mercato legale (appalti per operepubbliche, forniture e servizi, operazioniimmobiliari e speculazioni urbanistiche,gestione dei rifiuti, inserimento di personenei processi lavorativi...). Tutto ciò è resopossibile dallo scambio elettorale politico-affarista senza che sia necessario ricorreread alcuna forma di violenza.Rompere il patto tra corruzione e politica èil primo indispensabile passo da compiereper ricostruire il patto sociale e pensare un

    futuro migliore. Un impegno che valesoprattutto per i credenti.

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  • ugualmente sottovalutata e messa atacere quando diventa ingombrantee fastidiosa. Una questione moraleche paradossalmente non dovrebbeneppure porsi. Dovrebbe esserescontato e acquisito che chi ricoprecariche pubbliche, istituzionali epolitiche abbia una condottamoralmente corretta e che il propriooperato sia orientato al benecomune e non al bene personale. Questo modo di essere e di agirepresuppone una formazione umanae morale solida, in un soggettoincline al rispetto delle regole e della legge, capace di non perdersie di non farsi abbindolare dal richiamo del prestigio e del potere fine a se stesso. Il politico ha il potere enorme di cambiare lo stato attuale dellecose. Ha il potere e il dovere ditrovare soluzioni, di delineare ilfuturo, di offrire speranza, di aprire

    spiragli dove tutto appare chiuso,statico, fisso, immobile. Ha unpotere e una responsabilità enormi.Nel bene e nel male. Ma il politico non serve se non c’è il cittadino. Ad ognuno di noi il compito di non assuefarciad un sistema che premia il piùfurbo, che punisce con pene piùsevere chi ruba in un supermercatoper fame e non colui che l’hacostruito rubando. Perché ognuno di noi ha il dovere morale discegliere il bene sempre. Da politico o da cittadino. Ha il dovere di collaborare ecooperare alla costruzione di unpresente e di un futuro equo egiusto. Papa Francesco a più riprese, indiverse occasioni e in diversi Paesidel mondo ammonisce corrotti ecorruttori: «La corruzione èdiventata naturale, al punto daarrivare a costituire uno statopersonale e sociale legato alcostume, una pratica abituale nelle

    transazioni commerciali efinanziarie, negli appalti pubblici, inogni negoziazione che coinvolgaagenti dello Stato. È la vittoria delleapparenze sulla realtà e dellasfacciataggine impudica sulladiscrezione onorevole. Lacorruzione è un furto ai poveri,ferisce chi è più vulnerabile,danneggia l’intera comunità,distrugge la nostra fiducia». E, ancora, dice il Papa, «la comunità cristiana è chiamata aessere coerente con la suatestimonianza delle virtù dell’onestàe dell’integrità, affinché possiamostare dinanzi al Signore e al nostro prossimo con mani pulitee cuore puro come lievito delVangelo nella vita della società».Questo è l’impegno di ogni cristianoe di ogni buon politico che dichiaradi essere tale.

    6 | iL fatto deL mese

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  • Come far entrare lamisericordia oltre il pesanteportone del carcere? È aquesta domanda che il

    vescovo e la Caritas diocesana hannotentato di dare risposta nell’intento diproporre oltre le sbarre del SanDaniele di Lanusei dei percorsi che,passando attraverso il lavoro,potessero aiutare i detenuti a nonsentirsi inutili e programmando unaqualche forma di reinserimentosociale. Lo strumento finanziario èstato quello dell’8xmille, i fondi messia disposizione dalla CEI per leesigenze pastorali e caritative.Dopo aver indagato sulle possibilitàche la struttura poteva offrire, ildirettore diocesano della Caritas, donGiorgio Cabras, ha deciso di optareper il ripristino di un piccololaboratorio di falegnameria esistentenella casa circondariale ma ormaidismesso da molti anni. Si trattava,quindi, di individuare un artigiano

    legno, obiettivoche verràperseguitoseguendo unprogrammadidattico idoneoa coprire lediverse fasitecniche in cui siarticola unprogetto direalizzazione e/orestauro,ponendoparticolareattenzione nellamanutenzionedelle stessesuppellettili delcarcere. Quantoal metodo chesarà seguito, èquello delLearning bydoing, ossia

    dell’apprendimento attraverso il fare,attraverso l’operare; pertanto, gliobiettivi di apprendimento siconfigurano sotto forma di «saperecome fare a», piuttosto che di«conoscere che», spiega don Giorgio,nelle intenzioni del quale questo è soloun primo step per giungere adun’offerta che duri nel tempo e chepossa anche produrre quellespecializzazioni che questo momentoiniziale non può consentire. Accanto all’artigiano docente è ancheprevista la presenza di volontariprovenienti dal gruppo Caritasdiocesano che hanno già avviato unpercorso di formazione, il cui compitosarà quello di farsi carico oltre chedella nostalgia degli affetti e del paeselontano, anche dell’aiuto concretonelle quotidiane difficoltà della vitacarceraria per soggetti spessocompletamente soli, perchéabbandonati al proprio destino perfinodalle famiglie di origine.

    7 | iL fatto deL mese

    formatore esperto e dotato dellenecessarie competenze per svolgerel’attività di docenza, cosa cui si èprovveduto mediante un bando. Così,completate le operazioni di tipoorganizzativo e d’intesa con ladirigenza del carcere, si è potutoprocedere all’organizzazione di uncorso vero e proprio che, in questaprima fase, avrà la durata di 100 orecon blocchi di lezioni di 3 oreciascuno, che vede coinvolti i detenuti.I numeri sono certamente piccoli macessano di essere tali se rapportati alnumero di detenuti stabilmentepresenti nella struttura (40 unitàcirca) e all’esiguità dello spazio dadestinare all’attività. Individuati, acura della direzione del carcere, idetenuti da avviare all’esperienzalavorativa, il corso è stato attivato afine aprile. Lo scopo del corso è quellodi fornire gli strumenti conoscitivi etecnico-operativi, necessari per larealizzazione di piccoli manufatti in

    La Caritas “entra” in carcere a LanuseiFalegnami e volontari oltre le sbarre di Claudia Carta

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  • Acab ed Elia Due giganti a confronto di Giovanni Deiana

    Iniziamo con Elia che, senzadubbio, dei due è il piùconosciuto; compareall’improvviso in 1 Re 17,1 per

    comunicare al re Acab che sta perabbattersi sul paese una lunga siccitàche ridurrà alla fame tutto il popolo. Equesto non per una imperscrutabiledecisione divina, ma soltanto perchécosì ha deciso il nostro profeta.Probabilmente, il re non diede moltaimportanza a quella minaccia, maquando le piogge primaverili e quelleautunnali non caddero al ritmo solito,rendendo impossibile ogni tipo dicoltivazione, Acab si allarmò ecominciò a ricercare Elia perconvincerlo, con le buone o con lecattive, a far cessare la siccità. Matutto fu vano: quando arrivavano isoldati per catturare il profeta, questosi era volatilizzato.

    La sfida sul CarmeloDopo tre anni, Elia si presentò adAcab per annunciargli la fine delcastigo. L’incontro, come eraprevedibile, fu burrascoso: ciascunoaccusava l’altro di essere la rovina delpaese (1 Re 18,17-18). Alla fine ilprofeta propose di radunare sulmonte Carmelo tutto il popoloinsieme al personale addetto al cultodelle varie divinità: 450 sacerdoti diBaal e 400 di Ashera, una dea di cuila regina Gezabele eraparticolarmente devota. Di fronte aquesta massa di fanatici, Elia, perniente intimorito dalla folla, lanciauna sfida: i sacerdoti di Baalpreparino una vittima e la ponganosull’altare, poi invochino la divinitàperché dal cielo intervenga adappiccare il fuoco e a bruciarel’offerta, senza l’intervento umano. I

    8 | La paroLa e La vita

    sacerdoti di Baal sono i primi a tentare la prova. Ma nonostante le accorate invocazioni rivolte al loro dio, la vittima restò intattasull’altare. A quel punto è il turno di Elia, dal quale prorompe una preghiera accorata:“37Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio” (1Re 18,36). Il Signore ascoltò la preghiera e“cadde il fuoco del Signore econsumò l’olocausto, la legna, lepietre e la cenere” (1Re 18,36-38). Di fronte a un tale miracolo tutto ilpopolo si schierò dalla parte di Eliariconoscendo la forza del suo Dio. Ma al profeta non bastava, perciòordinò ai suoi seguaci di afferrare i sacerdoti di Baal e di condurlipresso un vicino fiume e lì Elia li uccise tutti (1 Re 18,36-40).

    Da un lato Acab, un re scellerato

    ed idolatra che avevasposato una donnapagana. Dall’altro,

    Elia, il profetarimasto fedele

    a Dio che salva il popolo d’Israele

    dalla sciagura. Una storia terribile

    e sorprendente.

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  • Un racconto sorprendenteIl lettore, per un verso, restaimpressionato dalla forza di questouomo di Dio che non ha paura dimettersi in discussione e di prenderesul serio le esigenze della propriafede. Per un altro, rimane confusoper la conclusione di questoconfronto: l’uccisione di coloro cheprofessano un’ altra fede è distantedalla nostra sensibilità. Si tratta,tuttavia, di un racconto che glistudiosi definiscono“deuteronomistico”; secondo questoschema teologico il popolo ebraicoavrebbe dovuto “sterminare” (Dt 7,1-2), cioè passare a fil di spada (Gs6,21) tutti i nemici. Naturalmentequesta forma di religiosità violenta eintollerante sarà superata da Gesùche ai suoi seguaci impone diperdonare anche ai nemici (Mt 5,43)e di vincere il male con il bene (Rm12,21). Ma andare semprecontrocorrente è logorante per tutti,anche per un profeta della statura diElia, e alla fine, sconsolato, supplicaDio di farlo morire: «Basta! Prendi lamia vita, o Signore, poiché io nonvalgo più dei miei padri!», (1 Re19,4). Ma Dio aveva ancora bisognodi Elia: gli fornirà un cibo miracolosoche gli darà energia per camminareper quaranta giorni, fino ad arrivareal monte Sinai, dove Elia potràpercepire fisicamente la presenza diDio. E’ un anticipo del raro privilegioche il Signore riserva a questostraordinario personaggio: saràrapito in cielo sopra un carro difuoco (2 Re 2,11).

    L’antagonista di EliaAcab aveva ricevuto dal padre Omriun regno di modeste proporzioniterritoriali e con un’economia di purasopravvivenza: ogni famiglia vivevadelle risorse scarse che gliappezzamenti di terrenoproducevano. Acab era ambizioso e

    non voleva essere a capo di un regnodi poveracci. In questo contestodifficile emerge l’Acab politico.Cominciò intanto a tessere una vastarete di rapporti amichevoli con glistati vicini tra cui i Fenici (Tiro,Sidone, Biblo), che possedevano unarete commerciale di straordinariaefficienza: le loro navi distribuivanole merci in tutto il Mediterraneo. IFenici avevano bisogno di derratealimentari in quanto, essendo deditial commercio, non potevano perdertempo a coltivare la terra! Acab perstringere rapporti amichevoli conloro non esitò a sposare la figlia delre di Sidone, Gezabele, che il testobiblico dipinge a fosche tinte. Il reincoraggiò i contadini ad ampliare lasuperficie coltivata ad ulivi e vitimediante il terrazzamento delterritorio e così la produzione di olioe di vino subì un forte incremento.Questo sviluppo commerciale gestitoda personale che faceva capo al re permetteva di accumulare

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    consistenti margini di profittoche Acab investiva nell’attivitàedilizia: Samaria divenne uncentro amministrativo chepoteva competere con le altrecapitali. La disponibilitàeconomica, inoltre, permise didotare il regno di unformidabile esercito:specialmente la cavalleria e icarri da guerra divennero ilsuo punto di forza.

    La battaglia di Qarqar Le informazioni in propositoci vengono dalladocumentazione assira.Salamanassar III nell’ 853dovette affrontare unabattaglia presso la città diQarqar contro una coalizionecomposta da dodici re dellazona siro-palestinese.L’esercito di Acab vi partecipò

    con 2000 carri da guerra e 10.000soldati. Per capire il significato diquesti numeri, basti pensare cheDamasco, ritenuto il regno più forte,partecipava con 1200 carri. Sembrache Acab avesse organizzato unimponente traffico di cavallidall’Egitto e li addestrasse nelle stalleche aveva allestito sia a Megiddo chea Izreel. In tale modo forniva i cavallianche ai re dei paesi vicini.Insomma, quel piccolo regnopoliticamente insignificante divennecon Acab la potenza più importantedell’area siro-palestinese. Peccato che il suo successo sia statopagato non solo col sacrificio dei valori religiosi tradizionali ma anche con la sopraffazione sui diritti dei semplici cittadini. Per fortuna profeti del livello di Eliaed Eliseo, sia pure con ledeformazioni legate al contestopolemico in cui operarono,mantennero vivo il patrimonioreligioso tradizionale.

    Israele al tempo di Acab (da I. Finkelstein, The forgotten kingdom, Atlanta 2013, p. 79). Daniele da Volterra,Il profeta Elia, 1550-60

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  • Spirito Santo nelle sue lettere.In questo brano egli ci parla diciò che lo Spirito fa nella nostravita. Prima di tutto viene inaiuto alla nostra debolezza. LoSpirito agisce dal di dentro. Nelnostro cuore. Al centro dellanostra coscienza. Ci abitadentro. Noi siamo nella

    completa incapacitàpersino adomandare. Nonsappiamo cosadomandare. LoSpirito intercedecon insistenza pernoi, con gemitiinesprimibili. Non è facile capirecosa volesse diresan Paolo conqueste espressioni,ma certamente ilfatto che lo Spiritoabitando dentro dinoi ci guida inmaniera misteriosacon gemiti e anelitidel cuore. Ci muoveinteriormente. Cisuggerisce inmaniera silenziosa.Questi gemitiinesprimibili che noiin fondo noncapiamo, il Padre licapisce e viene in

    nostro aiuto. Queste espressionidi san Paolo ci sono di grandeconsolazione. Dio non è lontanoda noi. Non si disinteressa dellanostra vita. Non siamo soli.Dobbiamo allora essere coscientidi questa presenza dello Spiritoin noi e affinare le orecchie delnostro cuore per percepirne lapresenza e assecondare le suemozioni interiori. Lasciamocidunque guidare. La Pentecoste conclude il tempodi Pasqua ma non vuol dire cheè l’appendice della Pasqua, anzivuole dire che la porta acompimento. Lo Spirito ci guidinei sentieri della fede.Ripetiamo ogni giorno: VieniSpirito Creatore, visita le nostrementi, illumina con la tua graziai cuori che hai creato ...

    “Lo Spirito intercede con insistenza per noi...” di Maurizio Picchedda

    parroco del Santuario Madonna d’Ogliastra - Lanusei

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    Siamo a Pentecoste.Tempo dello SpiritoSanto. Alcuni cristianisi ricordano dello

    Spirito Santo solo in questotempo. Un vero peccato.Qualcuno ha detto che lo SpiritoSanto è il grande sconosciuto. Èvero che delle tre persone dellaSantissima Trinità lo SpiritoSanto è il più enigmatico edifficile da capire. Quandoparliamo di Dio Padre ci è facilecapire cosa vuol dire, tutticapiamo la figura del padre,ancora di più quando diciamoDio Figlio, ci immaginiamoGesù, il Figlio unigenito. Ma quando parliamo di DioSpirito Santo non sappiamobene a cosa associarlo. A volte si pensa allo SpiritoSanto come ad una forzagenerica. Nel Credo diciamo dilui che “è Signore e dà la vita eprocede dal Padre e dal Figlio econ il Padre e il Figlio èglorificato e ha parlato permezzo dei profeti”. A me piace ciò che dicesant’Agostino: Il Padre èl’amante, il Figlio è l’amato e loSpirito Santo è l’amore. Gesù ciparla dello Spirito Santodicendo che è il Paraclito, cioèl’avvocato, il consolatore.Possiamo dire che lo SpiritoSanto è la persona della Trinitàche è protagonista in questotempo, che è il tempo dellaChiesa. È l’anima della Chiesa:ci guida, come ha detto Gesù,verso la verità intera. Tra i libridel Nuovo Testamento cheparlano dello Spirito Santo nonpossiamo non ricordare gli Attidegli Apostoli definito a buonaragione come il vangelo delloSpirito Santo. Ma anche sanPaolo ci parla spesso dello

    Lo Spirito viene in aiuto allanostra debolezza, perchénemmeno sappiamo che cosasia conveniente domandare,ma lo Spirito stesso intercedecon insistenza per noi, congemiti inesprimibili; e colui chescruta i cuori sa quali sono idesideri dello Spirito, poichéegli intercede per i credentisecondo i disegni di Dio”.

    (Rom. 8, 26-27)

    Maestrodell’Altare diHeisterbach,Pentecoste,XV secolo,Monaco di Baviera

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  • Nella tradizione cattolica ilGiubileo è un grandeevento religioso. È l’annodella remissione dei

    peccati e delle pene per i peccati, èl’anno della riconciliazione tra icontendenti, della conversione e dellapenitenza sacramentale e, diconseguenza, della solidarietà, dellasperanza, della giustizia, dell’impegnoal servizio di Dio nella gioia e nellapace con i fratelli. Ma l’anno giubilareè soprattutto l’anno di Cristo, portatoredi vita e di grazia all’umanità.Le sue origini si ricollegano all’AnticoTestamento. La legge di Mosè avevafissato per il popolo ebraico un annoparticolare: “Dichiarerete santo ilcinquantesimo anno e proclamerete laliberazione nel Paese per tutti i suoiabitanti. Sarà per voi un giubileo;ognuno di voi tornerà nella suaproprietà e nella sua famiglia...” (Lv25,10-13). La celebrazione diquest’anno comportava, tra l’altro, larestituzione delle terre agli antichiproprietari, la remissione dei debiti, laliberazione degli schiavi e il riposodella terra.La parola “giubileo” deriva da treparole ebraiche Jobel (il corno d’arieteche veniva suonato per annunciarlo),Jobil (richiamo) e Jobal (remissione).Nel capitolo XXV del Levitico, infatti, ilpopolo ebraico viene incoraggiato a farsuonare il corno (Jobel) ogniquarantanove anni per richiamare(Jobil) la gente di tutto il paese,dichiarando santo il cinquantesimoanno e proclamando la remissione(Jobal) di tutti gli abitanti. Nellalettura che ne fa la Chiesa, l’annogiubilare è trasposto in una grandeprospettiva ideale, in cuil’emancipazione, il perdono e l’inizio diun anno di grazia assumono unsignificato nuovo. Il primo Giubileo fuindetto nel 1300 da Papa BonifacioVIII, e da allora i Giubilei si sonosucceduti inizialmente (XIV sec.) ogni

    50 anni e poi ogni 25 anni, anche senon sono mancate le eccezionisoprattutto nel XX secolo con lacelebrazione di diversi Giubileistraordinari. L’ultimo Giubileoordinario risale al 2000 e fu indetto dasan Giovanni Paolo II, al qualedobbiamo anche un’importanteriflessione sul suo significato con laLettera apostolica Tertio Millennioadveniente (1994) indirizzataall’Episcopato, al clero, ai religiosi e aifedeli circa la preparazione al Giubileodel 2000. l rito più conosciuto delGiubileo è l’apertura della Porta Santa:si tratta di una porta che viene apertasolo durante l’Anno santo, mentrenegli altri anni rimane murata, che sitrovava nelle quattro basiliche

    11 | vocaboLario eccLesiaLe

    Giubileodi Evangelista Tolu

    giubileo/giu·bi·lè·o/

    s. m. Annodichiaratosanto,durante il quale vieneconcessal’indulgenzaplenaria ai fedeli cheeffettuanoparticolaripratiche di pietà(indulgenzagiubilare).

    maggiori di Roma: san Pietro, sanGiovanni in Laterano, san Paolo fuorile mura e santa Maria Maggiore. Il ritodella porta santa esprimesimbolicamente il concetto che,durante il Giubileo, è offerto ai fedeliun “percorso straordinario” verso lasalvezza. Papa Francesco ha introdottoun’importante novità per il Giubileodella Misericordia che stiamo vivendo:per la prima volta viene celebrato ilrito di apertura della Porta Santaanche nelle singole diocesi, inparticolare nella Cattedrale o in unaChiesa particolarmente significativa oin un Santuario e, soprattutto, neiluoghi della sofferenza (carceri, centriCaritas, ospedali ...), laddove lamisericordia di Dio si sperimentaquotidianamente.

    L’apertura della Porta Santa a Lanusei (13 dicembre 2015)

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  • Si terrà domenica 19 giugno2016 a Cagliari, negli spazidella Fiera Campionariadella Sardegna e nella

    Basilica di N. S. di Bonaria, il Giubileoregionale della famiglia, in occasionedell’Anno santo della Misericordia.Seguendo le indicazioni di papaFrancesco, non solo come semplicifedeli, ma proprio come famiglie icristiani sono chiamati alpellegrinaggio giubilare perché ancheall’interno di questa fondamentalestruttura di chiesa e di umanità sianovissuti, nella vita di tutti i giorni,amore e perdono, momenti di gioia edifficoltà. Queste le parole con cuiPapa Francesco sembra chiarire la suaidea di famiglia: “Nell’Anno dellaMisericordia, ogni famiglia cristiana

    Cagliari Giubileo regionale delle famiglie

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    presente. Partendo da Elkana e Annache portano il figlio Samuele altempio di Silo e lo consacrano alSignore fino a Giuseppe e Maria che,per la festa di pasqua, si fannopellegrini a Gerusalemme insieme conGesù, l’elenco è lungo. Ed è ancora ilPapa a sottolineare che “spessoabbiamo sotto gli occhi i pellegriniche si recano ai santuari e ai luoghicari della pietà popolare [...]. Ma èbello vedere papà, mamma e figli che,insieme, si recano alla casa delSignore per santificare la festa con lapreghiera. È un insegnamentoimportante che viene offerto anchealle nostre famiglie”. Tutte le famiglie sono invitate perciò a partecipare all’evento giubilare. È attivo anche un sistema on lineper le iscrizioni all’indirizzowww.giubileofamiglie.chiesasarda. org. Ma è anche sufficiente informarsipresso il proprio parroco o presso iresponsabili dell’Ufficio diocesano perla pastorale familiare. Questo è ilprogramma della giornata. Aperturaalla Fiera alle 9,00 con l’accoglienzadelle famiglie e la loro sistemazionenei padiglioni. Quindi, dopo il salutodi mons. Mosè Marcia, vescovodelegato per la famiglia e la preghieracomunitaria anche con i bambini e iragazzi, alle ore 10,30 seguirà laLectio divina proposta da mons.Mauro M. Morfino sul tema «Famiglia,luogo di Misericordia», con letestimonianze dei coniugi Gabriella ePierluigi Proietti, Antonella e NicolaLops. Al termine, sarà possibileeffettuare interventi liberi. Nelpomeriggio, dopo la pausa pranzo, apartire dalla ore 14.30 sarà attivatoun momento di festa con un concertodel gruppo “Black soul”. Alle 16.30 sidarà inizio al Pellegrinaggio verso labasilica della Madonna di Bonaria conl’ingresso dalla Porta Santa cui seguiràla solenne concelebrazione eucaristicacon i vescovi della Sardegna.

    possa diventare luogo privilegiato incui si sperimenta la gioia del perdono.È all’interno della famiglia che ci sieduca al perdono, perché si ha lacertezza di essere capiti e sostenutinonostante gli sbagli che si possonocompiere”. Da qui l’appello chiaro eforte del Papa che spiega: “Nonperdiamo la fiducia nella famiglia! Èbello aprire sempre il cuore gli uniagli altri, senza nascondere nulla [...].Dove c’ amore, lì c’è anchecomprensione e perdono. Affido atutte voi, care famiglie questamissione così importante, di cui ilmondo e la Chiesa hanno più che maibisogno”.Nella Bibbia l’immagine delle famiglieche compiono il loro pellegrinaggioverso la casa di Dio è più volte

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  • “La gioia dell’amore che sivive nelle famiglie èanche il giubilo dellaChiesa”. Con queste

    parole si apre l’Esortazione Apostolicadi Papa Francesco sulla famiglia,Amoris Laetitia (La gioia dell’amore). È un documento che pone uno “sguardo positivo” e “originale” sullabellezza dell’amore coniugale e sullafamiglia, e raccoglie il frutto dei dueSinodi dei vescovi (ottobre 2014 eottobre 2015) dedicati alle sfide dellafamiglia oggi nel mondo. Esso, come sivede nel suo insieme, è in pienacontinuità con l’EsortazioneApostolica Evangelii gaudium, cioèdalla gioia del Vangelo alla gioiadell’amore nella famiglia.Lo spazio dedicato all’amore e allasua fecondità rappresenta uncontributo originale, sia per ilcontenuto generale sia per il modo diesporlo. Ogni espressione dell’amorediventa una meditazione spirituale edesistenziale per la vita degli sposi,tratteggiata con sapienteintrospezione, propria di un’espertaguida spirituale, che conduce alla

    13 | sintonie eccLesiaLi

    difficoltà,aprendosi semprea un “di più” diimpegnoresponsabile perconsolidare,salvaguardare efar crescerel’unità e lacomunione pienedei coniugi e deifigli.Nessuno èdunque escluso aquesto Amoreche Dio desideraoffrire ad ognicoppia e famigliamediante il suosostegno e la suamisericordia, di

    cui la Chiesa, in quanto madre, èchiamata a farsi carico.Per questo motivo, il documento esortai pastori ad integrare e non escludere ibattezzati che vivono in situazioniirregolari. Guardando in faccia una peruna queste situazioni, i pastori hannoil compito di “accompagnare lepersone interessate sulla via deldiscernimento secondo l’insegnamentodella Chiesa e gli orientamenti delVescovo”.Il discernimento avviene attraverso il“colloquio col sacerdote, in forointerno, [che] concorre allaformazione di un giudizio corretto suciò che ostacola la possibilità di unapiù piena partecipazione alla vita dellaChiesa e sui passi che possonofavorirla e farla crescere”. Poi alvescovo, attraverso il suo serviziopastorale e anche con l’esercizio delpotere giudiziale, come provvede ilMotu Proprio Mitis iudex DominusIesus, è affidato il compito di condurreil Popolo di Dio e di disporre i serviziappropriati per coloro che sono incondizioni di disagio familiare, di crisie di fallimento.

    Come la Chiesa si dimostra una Madre di Ernest Beroby

    parroco di Villagrande

    crescita nella carità coniugale.Perciò, l’Esortazione, presentando labellezza della famiglia in cui l’amoreappare come il collante di ognirelazione umana (perché Dio è amoretra Persone, è Trinità e non solitudine),vuole essere una proposta per lefamiglie cristiane, che stimola astimare i doni del matrimonio e dellafamiglia, e a mantenere un amoreforte e pieno di valori quali lagenerosità, l’impegno, la fedeltà e lapazienza”, in modo da “incoraggiaretutti ad essere segni di misericordia edi vicinanza lì dove la vita familiarenon si realizza perfettamente o non sisvolge con pace e gioia”.Così ogni famiglia, secondo ildocumento del Papa, è portatrice di unpatrimonio di bene che, vissuto nellaverità e nella carità, promuove esostiene una vita buona secondo ilVangelo, profondamente umanaperché radicata in Gesù Cristo enell’Amore di Dio. Un Amore che va oltre misura epermette alla famiglia di radicare inesso il proprio progetto di vita e diaffrontare le eventuali prove e

    Non cambia niente,ma cambia tutto.Qui è il paradosso,profondamente cri-stiano, della nuovaEsortazione di PapaFrancesco. Perchécon l’Amoris laetitiatutto può effettiva-mente cambiare.Niente cambia in ter-mini di dottrina,tutto cambia e puòcambiare se di que-sta dottrina, per gra-zia, si assumono gliocchi e il cuore chesono quelli di Cristoin carne e ossa.

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  • forza dellapreghiera stanella comunione,e l’Associazionefornisce allapreghieral’efficacia che lapreghiera isolatadi una singolapersona non

    potrebbe avere. E lei di questaAssociazione è stata un vero motore!«No!, si schermisce. L’unico motoredell’Associazione è Gesù. Non ci sonoaltri motori...!». Ovvero, quando lateologia parla un linguaggio umano. Nel 1965 il direttore diocesanodell’epoca, mons. Beniamino Corgiolu,la chiama nel direttivo nominandolavicepresidente diocesana. Ma lei non èfatta per gli incarichi: è fatta perlavorare. Sono i primi anni Cinquantaquando, con il giovane parroco donGiuseppe Cabiddu, mette insieme uncomitato che prima si occupa

    Se la preghiera è ragione di un’esistenza di Tonino Loddo

    Lei voleva studiare, fare lamaestra. Aveva questochiodo in testa fin dabambina. E quella volta Pia

    c’era quasi riuscita. Erano venuti atrovare la sua famiglia a Loceri certisuoi zii originari di Jerzu. Gente checontava. Angela Melis e suo fratelloAntonio, all’epoca fresco direttore perconcorso della stazione dientomologia agraria di Firenze e poidocente della stessa materia nellalocale Università. A sentirla cosìdeterminata, avevano deciso diportarsela dietro. In città. Ciavrebbero pensato loro a far studiarela ragazzina (Pia era nata nel 1927).«Ma mia madre negò il permesso»,racconta ancora oggi con una vena didolce rammarico. «Mio padre eramorto che avevo appena dieci mesi ea casa servivano braccia per lavorarela terra. Altro che maestra!». Ma ilsogno Pia lo costruisce ugualmente.Appena ne ha l’età e le competenzeessenziali comincia a lavorare inparrocchia: sarà catechista di interegenerazioni di ragazzi. «Ancora oggi,sa’, seguo i ragazzi della Cresima!»,racconta con il tono compiaciuto di èconsapevole di aver comunquerealizzato la propria vita.Ci provano persino le suore di Lanuseia portarsela via, quella figliola che hatanto amore per la Chiesa e per leattività ecclesiali. Ma la mammasempre no. «Ti veniamo a prenderecon la macchina la mattina presto, evia...!», le propongono le suoremonelline. No, non si può iniziare unpercorso così importante con unsotterfugio. E rimane a casa. Dall’albafino al pomeriggio in vigna o all’orto.Ma la zappa la sa usare? Ride. «L’housata ogni giorno fino a pochi anni fae, se capita, la uso ancora!». Neidecenni, con il fratello e la sorella hatenuto su un’importante aziendaagricola di famiglia di cui va ancoramolto fiera.

    Poi, oltre la campagna, la Chiesa. Almattino, prestissimo, come si usavauna volta, per partecipare alla Messa epoi al pomeriggio, anche se nonproprio riposatissima ma nonimporta!, le attività parrocchiali.Chiesa e campagna, i poli inseparabilidella sua esistenza. Ha solo diciassetteanni e la guerra non è ancora finita,quando il parroco le propone dioccuparsi dell’Apostolato dellaPreghiera. Accetta senza riserve,ricevendo dal mitico predi Melisl’imposizione dello scapolare rosso. Eormai sono settant’anni suonati cheogni fine mese, puntuale, distribuisce

    alle socie i biglietti mensili checontengono le intenzioni di preghieraconsegnate dal Papa. Nel 1950 diventaresponsabile parrocchiale diun’associazione che giunge ad averefino a 300 socie. Una cifraspropositata, per un piccolo paesecome Loceri. Perché pregare?, lechiedo. La risposta è semplice e perniente scontata: «La preghiera è lostrumento grazie al quale possiamodare il nostro contributo perché sicompia nel mondo la volontà di Dio,che è la salvezza di tutti gli uomini». Econtinua riflettendo sul fatto che la

    14 | Le opere di misericordia

    VII - Pregare Dio per i vivi e per i mortiSembra paradossale, ma solo quest’ultima opera, laquattordicesima, sottintende una fede religiosa.Tutte le altre indicano un atteggiamento eticorealistico e perfino laico di fronte a un corpo e a unavita che soffre. Ma alla fine dell’elenco, quand’anchefossimo così bravi, attenti e sensibili da riuscire apresidiare tutte le innumerevoli situazioni dipovertà e di disagio, dobbiamo riconoscere il nostrolimite e renderci capaci di avvolgere i tanti gesti dimisericordia in una relazione stabile con Dio. Lastoria di Pia Garau, 89 anni, da oltre settant’anniresponsabile parrocchiale dell’Apostolato dellaPreghiera.

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  • seppe in giro e finìper essere seguita daicarabinieri quandoandava a votare,perché i due - malfidandosivicendevolmente - levolevano impedire diesercitare il suodiritto. «Io ho semprevotato secondo quanto mi diceva lamia coscienza!», ribadisce con fierezza. Ma il suo amore più grande, quello cuiè rimasta soprattutto fedele, è semprel’Apostolato della Preghiera, di cuiancora oggi distribuisce puntualmentei biglietti mensili alle circa 150 socie.Lo considera senza esitazioni «ilservizio più grande che si può fare allaChiesa», anche per il suo esserecompatibile con tutti i tipi diassociazioni e movimenti, che leicontinua ad insegnare a vivere - comepianamente spiega - nei suoi treimpegni fondamentali e progressivi:

    dell’acquisto di una statua e poi diedificare una chiesetta campestrededicata a Sacro Cuore di Gesù in cuionore, con tutte le socie, organizzauna festa che, fin da subito, sitrasforma in una vera e propria sagrapaesana, con i carri a buoi addobbati afesta, le launeddas, gli inni sacri e laprocessione solenne. Naturalmente, si occupa anche diAzione Cattolica, del Seminario (di cuiè stata ed è zelatrice), dei gruppi dipreghiera di Padre Pio, del catechismoai ragazzi della Prima Comunione edella Cresima. Una vita in prima fila. Efa parte perfino del Consiglio Pastoraleparrocchiale come vicepresidente. Mainessun inconveniente? «Mai», rispondedecisa. Per poi subito correggersi,sorridendo. E ricorda le elezioni liberedei primi tempi della Repubblica,quando la tirava da un lato il fiero eirriducibile socialismo del fratello edall’altra il costante collateralismodemocristiano del parroco. La cosa si

    l’offerta quotidiana delle proprie«gioie, speranze e (quando ci sono)anche tristezze», la consacrazione dellapropria vita e la riparazione delleoffese che vengono ogni giorno fatte alCuore di Cristo. E le secca anchesentire parlare di organigrammi, comese si trattasse di qualcosa distrutturato: per Pia l’Apostolato dellaPreghiera non è un’Associazione, ma èun «servizio per la Chiesa, poiché tuttii fedeli sono invitati a pregare per leintenzioni del Santo Padre e dellaChiesa». Un servizio che dura ancora,alla veneranda età di quasinovant’anni.

    Le opere di Misericordia spiritualeÈ possibile acquistare l’indulgenza del Giubileofacendo un cammino diverso dalla visita a unachiesa giubilare, e che sia alla portata di tutti?Sì, certamente, compiendo le Opere dimisericordia spirituale, senza trascurare laconfessione, la comunione e la preghiera per ilPapa, che permangono necessarie. In sostanzadobbiamo impegnarci a fare una veraconversione. Esse sono sette: consigliare idubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire ipeccatori; consolare gli afflitti; perdonare leoffese; sopportare pazientemente le personemoleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.

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  • Gli uomini hanno migrato dasempre, per volere o necessità,per scoprire o per scappare.Da soli, in piccoli o grandi

    gruppi, alla ricerca di condizioni chepotessero migliorare la qualità dellapropria vita. Ed è certamente questol’elemento che caratterizza ognimigrazione e il motivo che ancora oggispinge numerose persone ad abbandonarela propria terra. Si scappa da guerra efame. Si parte per trovare un lavoromigliore. O, semplicemente, per trovarneuno. La nostra Diocesi, in questo, non faeccezione. Anche da qui si continua a partire. Lofanno soprattutto i giovani e in alcuni casiinteri nuclei familiari. Per studio e perlavoro. Se nel 2011 si contano 291persone che hanno lasciato questa terrarimanendo comunque in Italia, nel 2014queste sono 1121. Per l’estero invece,hanno fatto la valigia, nel 2011 36persone, nel 2014 115. Numeri chepesano in un momento in cui anche leculle rimangono vuote e i dati sullospopolamento presentano un quadrodesolante. Tra coloro che decidono di andare via daqui ci sono quelli che fanno questa sceltacon enorme sofferenza, con tanti dubbi eschiacciati dalle incognite. Ci sono poiquelli che non ne sentono particolarmenteil peso perché quello che guadagnano intermini di serenità, di possibilità dicrescita personale e professionale, diobiettivi raggiunti e nuove possibilità è ilgiusto contrappeso alla nostalgia e allalontananza dalla famiglia e dagli amici.Ma questo è un movimento che davveronon si può arrestare? Per molti giovani emolte famiglie delle nostre comunità nonci sono alternative alla fuga?Quanti talenti, quante competenze,quante persone interessanti vanno via,che invece con la loro presenza e il lorolavoro avrebbero potuto contribuire allacrescita del territorio? Cosa manca qui cheinvece c’è altrove? L’elenco delle cose chedeterminano la volontà di partire è forse

    Cervelli in fugaBiglietto di sola andata? di Augusta Cabras

    16 | in evidenza | cerveLLi in fuga

    breve ma gli elementi che la compongonosono dei macigni che pesano e arrestanolo sviluppo. In cima c’è il lavoro che non sitrova o il lavoro che quando c’è èsottopagato, stagionale, così precario danon riuscire a garantire un minimo disicurezza economica. Segue la scarsaformazione e propensioneall’autoimprenditorialità che, laddoveinvece si manifesta, soffre per la troppaburocrazia che nel tempo spegne vogliaed entusiasmi. Un altro elemento cherallenta azioni di sviluppo e nuoviinvestimenti è rappresentato dal forteritardo con cui le risorse pubblichearrivano al privato per la gestione deiservizi (pensiamo ad esempio al terzosettore). Non possiamo certo nonconsiderare poi anche un sistemalavorativo, non solo locale, (ma che hamolto dello stile italiano), che non semprepremia il più meritevole ma quello che hapiù legami con gli uomini di potere. E’triste, forse anche un po’ retorico mapurtroppo è così. Non vale certamente pertutti, ma capita. Abbiamo una terra straordinaria, conenormi potenzialità ma troppo spessoinespresse. Manca la capacità dei cittadinie della politica di farle emergere, di farnestrumento di sviluppo. Qualcosa, rispettoal passato, si sta muovendo nelriconoscimento del valore di questa terrama la strada per la crescita è lunga.Seppur possibile. È questione di volontà edi metodo. Di visione e costruzione delfuturo, dove le azioni siano pensate alungo termine, dove lo sviluppoterritoriale non sia affidato a risorse eprogetti spot, limitati nel tempo e di cortorespiro, interventi che giovanonell’immediato ma che non lasciano nulladi costruito per il futuro. E nel futuro cipossono essere i nostri figli con la valigiain mano e un biglietto di sola andata. Cipiacerebbe vederli andare, istruirsi,formarsi, crescere ma ci piacerebbe anchevederli tornare. Ad abitare i loro paesi diorigine, a mettere a frutto qui i lorotalenti. Per il bene comune.

    L'O5 maggio 016def_Layout 1 09/05/16 11.21 Pagina 16

  • 17 | in evidenza | cerveLLi in fuga

    2011COMUNI CANCELLATI PER ALTRI COMUNI CANCELLATI PER L’ESTERO ALTRI CANCELLATI

    MASCHI FEMM. TOTALE MASCHI FEMM. TOTALE MASCHI FEMM. TOTALE

    ARZANA 6 12 18 0 0 0 3 3 6BARI SARDO 6 11 17 4 3 7 2 0 2BAUNEI 2 2 4 0 0 0 1 0 1CARDEDU 0 7 7 3 2 5 0 0 0ELINI 0 1 1 0 0 0 1 0 1ESCALAPLANO 8 8 16 1 0 1 0 0 0ESTERZILI 5 1 6 0 0 0 0 0 0GAIRO 1 2 3 0 0 0 0 2 2GIRASOLE 2 2 4 0 0 0 0 1 1ILBONO 7 4 11 0 0 0 0 0 0JERZU 2 4 6 0 0 0 4 7 11LANUSEI 13 12 25 1 0 1 6 7 13LOCERI 2 3 5 0 0 0 7 4 11LOTZORAI 3 9 12 3 0 3 0 0 0OSINI 0 0 0 0 0 0 0 0 0PERDASDEFOGU 11 8 19 0 0 0 6 0 6SADALI 1 1 2 0 0 0 2 1 3SEUI 2 1 3 0 0 0 1 0 1SEULO 3 2 5 1 2 3 0 0 0TALANA 0 1 1 0 0 0 1 0 1TERTENIA 2 3 5 5 5 10 0 0 0TORTOLÌ 41 49 90 2 1 3 1 0 1TRIEI 0 0 0 0 0 0 0 0 0ULASSAI 2 1 3 0 0 0 4 3 7URZULEI 2 7 9 0 0 0 0 2 2USSASSAI 1 0 1 0 0 0 0 0 0VILLAGRANDE STR. 1 0 1 1 0 1 0 3 3VILLAPUTZU 7 10 17 0 2 2 0 4 4TOTALE 291 36

    2014COMUNI CANCELLATI PER ALTRI COMUNI CANCELLATI PER L’ESTERO ALTRI CANCELLATI

    MASCHI FEMM. TOTALE MASCHI FEMM. TOTALE MASCHI FEMM. TOTALE

    ARZANA 12 18 30 0 2 2 0 1 1BARI SARDO 27 27 54 3 3 6 0 0 0BAUNEI 17 23 40 1 3 4 0 0 0CARDEDU 15 16 31 1 0 1 0 0 0ELINI 3 8 11 3 2 5 0 0 0ESCALAPLANO 22 14 36 3 1 4 0 0 0ESTERZILI 8 6 14 0 1 1 0 0 0GAIRO 11 16 27 2 4 6 1 0 1GIRASOLE 17 17 34 0 5 5 0 0 0ILBONO 8 17 25 0 1 1 0 0 0JERZU 23 28 51 2 2 4 0 0 0LANUSEI 71 43 114 5 6 11 2 0 2LOCERI 9 9 18 1 2 3 0 0 0LOTZORAI 31 26 57 1 3 4 0 0 0OSINI 8 4 12 1 0 1 1 0 1PERDASDEFOGU 35 24 59 0 0 0 0 1 1SADALI 14 15 29 1 1 2 0 0 0SEUI 8 9 17 0 0 0 0 0 0SEULO 11 11 22 0 0 0 0 0 0TALANA 4 7 11 2 0 2 0 0 0TERTENIA 20 17 37 6 5 11 0 0 0TORTOLÌ 119 94 213 17 7 24 0 4 4TRIEI 4 2 6 1 0 1 0 0 0ULASSAI 9 15 24 1 2 3 0 1 1URZULEI 3 6 9 0 0 0 0 0 0USSASSAI 13 12 25 1 0 1 0 0 0VILLAGRANDE STR.14 19 33 0 1 1 0 0 0VILLAPUTZU 43 39 82 8 4 12 0 0 0TOTALE 1121 115

    «Partire è un po’ morire», recitava il poeta francese Edmond  Haracourt.Quanta verità c’è in questo verso?! Laureati, 20-40enni, con master,

    in fuga dall’Ogliastra e, più in generale, dall’Italia, perché nella Penisolamancano prospettive di crescita professionale. A emigrare sono

    sempre meno i disoccupati: la clamorosa rivelazione arriva da una ricercache quattro università europee hanno lanciato sul fenomeno dell’espatrio

    dei cervelli. A fuggire sono laureati e diplomati...

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  • Master and Back Tra luci e ombre di Claudia Carta

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    in Sardegna e il relativo datooccupazionale. Se è vero, infatti che – come si leggenel Report di valutazione del 2015 –“il Programma ha prodotto effettiindiretti sull’occupabilità deibeneficiari: ha aperto i loroorizzonti culturali (89,7%), hacontribuito alla crescita del lorosenso di autonomia e diresponsabilità (82,7%), ha definitonuovi orizzonti professionali(73,8%) e addensato le reti sociali,sia amicali (72,9%) cheprofessionali (66,8%), creandoopportunità di crescita per i giovanisardi e spesso aumentandone lecapacità”, dall’altro ha forsecontribuito alla fuga dei cervelli, ilcosiddetto fenomeno del braindrain: “A sei mesi dalla conclusionedel percorso, viveva fuori dallaSardegna il 59,3% dei beneficiari;un anno dopo la fine del percorso,la quota di residenti fuori dall’Isolacorrispondeva al 63,4% (+10,1%),

    Il Master and Back è unostrumento della RegioneSardegna che si proponel’obiettivo di ampliare le

    competenze dei giovani laureatisardi, accrescendone il potenzialeprofessionale e occupazionale colfine di  valorizzarne il percorso distudi e sostenerne ilperfezionamento presso universitàdi eccellenza operanti al di fuoridella regione. Attraverso talepercorso, i giovani dovrebberoriuscire a mettere a disposizionedell’Isola le competenze e leprofessionalità acquisite. Tuttomolto bello. Eppure, dall’indagine dicontrollo sullo stato di attuazionedel Por Fse 2007-2013, presentataad aprile in adunanza pubblica dallasezione regionale di controllodella Corte dei Conti, sono emersediverse criticità in merito ai risultatidello strumento attuato dallaRegione, soprattutto per ciò cheriguarda il “Back”, ovvero il rientro

    mentre al marzo del 2015 la quotadi emigrati si è assestata al 62,9%dei beneficiari. Un numerodecisamente consistente, ma inlinea con i risultati 2014”.Una prima risposta sembra arrivaredalla qualità del mercato presentefuori dall’Isola, definito dai valutatori“più dinamico”: a un anno dallaconclusione del percorso, il 34,2%dei giovani che vivevano fuori dallaSardegna aveva, infatti, ricevutoun’offerta di lavoro, mentre nel36,1% dei casi, pur non avendoricevuto un’offerta di lavoro, i giovanipreferivano cercare lavoro fuori dellaSardegna piuttosto che accettare leopportunità offerte dal percorso dirientro, risultate economicamentepoco allettanti, contrattualmenteinsicure o scarsamente coerenti con ilprofilo professionale. Un programma che, come inpassato, “non riesce a camminarecon entrambe le sue gambe,risultando deficitario specialmentenella capacità di riportare a casa icervelli in fuga”. Una difficoltà difunzionamento, quella del rientro interra sarda, imputabile da un latoalla presenza di imprese piccole,“poco specializzate in altatecnologia, indebolite in largamisura dalla crisi economica, allequali si aggiungono enti locali chenel tempo hanno dovuto risponderea un rigoroso blocco del turn-over euniversità sempre meno capaci diassorbire le competenze finanziatedal Master and Back”. Come dire che il programma sembramanifestare qualche segnale dilogoramento, come sembraemergere dal rapporto divalutazione (2015), che conferma irisultati della valutazione 2014,dove leggiamo che gli avvisi recentihanno dato segnali di usura suiquali è opportuno intervenirequanto prima.

    Il Programma di altaspecializzazione regionalesembrerebbe favorire la “fuga dei cervelli”.

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  • Tra gli ogliastrini che hannolasciato la propria terra perfar fortuna ve n’è almenouno che è doveroso

    ricordare, anche perché è uno diquelli che vi è tornato ed ha fattofruttare le sue competenze proprionella terra di origine. Giuseppe Pilia,che è di lui che stiamo parlando,nasce a Lanusei il 4 marzo 1962 e,conseguita all’Università di Cagliari lalaurea in medicina, vi inizia la suacarriera di ricercatore collaborandocon Antonio Cao per poi trasferirsi aNapoli dove lavora con MicheleD’Urso. Lascia, quindi, l’Italia perrecarsi negli States, dove si trattiene(Università di St. Luis) per cinqueanni, approfondendo le sueconoscenze di genetica molecolaresotto la guida di David Schlessinger,docente a Washington e uno deimassimi esperti mondiali di studi sugenoma umano.È qui che Giuseppe affina i suoi studinel campo della genetica molecolaree partecipa alla costruzione dellamappa fisica del cromosoma Xindividuando, tra l’altro, il generesponsabile di una sindromemalformativa multipla: laSindrome di Simpson-Golabi-Behmel. Ritornato a Cagliariorganizza un modernissimoed efficiente laboratorio digenetica molecolare che,sotto la sua direzione, scoprel’origine della Sindromeblefarofimosi-ptosi-epicanto

    inverso (BPES). Nel 2003 Pilia vince ilconcorso di professore associato aCagliari e comincia ad interessarsianche di malattie poligeniche(dipendenti dall’effetto di diversi genie fattori ambientali) eparticolarmente dell’asma allergicaraccogliendo dati relativi a un vastonumero di famiglie, sufficienti perintraprendere la ricerca dei geniimplicati, traendo vantaggidall’omogeneità della popolazionesarda.Agendo sulla stessa linea di indirizzo,iniziò quindi una collaborazione conil Dipartimento Nazionale diMedicina degli USA (NIH) edorganizzò a Lanusei (2001) unlaboratorio per il mappaggio dei trattigenetici legati all’invecchiamentonell’uomo, basandosi soprattuttosulla rigidità e sulla elasticitàarteriosa e sul profilo dellapersonalità.

    Per questa ricerca, che ha assunto ilsignificativo nome di ProgeNIA e cheha coinvolto oltre 6000 volontariprovenienti da quattro paesidell’Ogliastra (Lanusei, Ilbono, Elini eArzana), è stato attivato un grandecentro che include sale mediche perle visite e importanti laboratori chepossono ospitare grandistrumentazioni, oltre a 14 postazionidi lavoro. Recentemente, il centro ha avviato lafase 4 dello studio aprendo due nuovicampi di indagine: la misurazionedella frequenza ed intensità sonoramediante esame audiometrico el’analisi della vascolarizzazionemediante la scansione della retina. Larilevanza internazionale dellericerche condotte è ampiamentedimostrata dal fatto che il NIHstatunitense le finanzia ormai daoltre un decennio e si stannodiscutendo in ambito scientificointernazionale le prime rivoluzionarieconclusioni che sembrano aprireprospettive enormi non solo perquanto riguarda l’invecchiamento,

    ma anche per quel che concerneictus e arteriosclerosi. Purtroppo, Giuseppe Pilia è stato stroncato da una gravemalattia nel 2005, ma il suotalento, intuito e curiosità ele sue capacità organizzativesono stati tali da tenere in piedi la sua ideanonostante la sua scomparsa.Quando si dice un genio...

    Giuseppe PiliaSe il genio torna a casa di Tonino Loddo

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  • Marco Mustaro inOgliastra ha passato iprimi 19 anni della suavita. Il tempo

    dell’infanzia, dell’adolescenza, deglianni della scuola superiore doveinizia a maturare qualche progettoper il futuro. L’idea di andare via daquesta terra si fa strada nel tempo.L’Ogliastra esercita su di luiun’influenza forte, un fascino quasimisterioso da cui sente però didoversi allontanare. La distanza fisicada un mondo che lo ha cresciuto e

    Metodo sperimentale di Galileo vienepiù o meno consapevolmente assuntocome criterio unico di indagine eanche le discipline umanistichevengono esanimate nei loro principiispiratori. Marco si rende conto chequesto razionalismo così spinto èinsufficiente a spiegare molte cose.Sente che la sua vita, gli studi, lerelazioni si stanno inaridendo e iniziaun cammino di ricerca che gli fasuperare questo modo di vivere sestesso, gli altri, il mondo. Ricerca einizia a comprendere. Durante il

    formato diventa necessaria percapirne meglio l’origine e il futuro. Subito dopo il diploma, conseguito alLiceo Classico di Tortolì, Marco parteper la Toscana. Sceglie di iscriversi all’Università diPisa, Facoltà di Lettere. Il suo futuroè dietro la cattedra come insegnantedi greco e latino. La sua formazioneumana e scolastica è di stamporazionalistico e quando arriva a Pisacontinua a respirare in un ambientechiaramente e dichiaratamenteorientato verso il materialismo: il

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    Marco MustaroUn incanto che si fa canto di Augusta Cabras

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  • 21 | in evidenza |cerveLLi in fuga

    secondo anno di Università,seguendo la grande passione per ilcanto, si presenta all’audizione peraccedere al Conservatorio di Luccadove studierà per 5 anni canto lirico.Durante questi anni, studia,apprende, scopre, conosce. Inizia a comprendere anche perché iltempo e le cose vissute in Ogliastra

    sono per lui così importanti. Ricordo che durante i festeggiamenti inonore di San Pietro a Golgo, giàemozionato e colpito per la bellezza ela profondità di quei riti, la cosa chemi affascinava di più era il canto dellecicale. Era un’emozione forte,incredibile. Ho scoperto nel tempo chenella letteratura, nella musica e nellavita spirituale quel suono, con i suoi5000 hertz, riveste un’importanza diprimo piano. Ora con gli strumenti cheho a disposizione comprendo il perchédi quell’emozione, non ne vengotravolto e il solo ricordo fiorisce increatività. Molte cose che ho vissuto inquei luoghi, come ad esempio il ballosardo, i riti religiosi e, in genere, laritualità della vita comunitaria sarda,hanno avuto e hanno per me unsignificato profondo, vivo.Marco negli anni di studio alConservatorio fa incontri importanti.Come avviene al quarto anno quandoconosce il docente di Letteraturapoetica e drammatica, CarmeloMezzasalma, fondatore dellaComunità di San Leolino, comunitàreligiosa dedita all’evangelizzazionedella cultura in cui Marco vive per un

    anno e mezzo tra il 2002 e il 2004. È un incontro decisivo, di quelli checambiano il corso della vita e chepermettono di cambiare prospettiva.Per Marco le cose di prima come lostudio, il canto, le relazioni, se stesso,gli altri sono ricapitolate in Cristo, inCarità. Tutto ora si presenta in unaluce nuova, diversa. E il canto, la vocediventano per lui gli strumenti cheraccontano una nuova coscienza e unanuova libertà. Marco è un tenore e unmaestro di canto che insegna a tutti gliallievi che incontra, adulti e bambini, aliberare la voce, a costruire un pontetra la dimensione vocale e ladimensione interiore in un attocreativo che è inevitabilmentepreceduto dalla meditazione guida allacontemplazione e alla lode. Insegnoquanto sia importante imparare adincantarsi almeno una volta al giorno.Per questo servono l’ascolto e ilsilenzio. Serve chiudere gli occhi,immaginare e ricevere l’ispirazione daun altrove che non si conosce. Il cantoha a che fare con l’invisibile – mi diceMarco. E l’arte per Marco può esseresolo l’incarnarsi dell’invisibile,altrimenti non sarebbe arte.

    CHI É | MARCO MUSTAROMarco Mustaro 41 anni, laurea in Lettere e Filosofia indirizzo Classico, e Diploma di Canto, Tenore e Maestro. Interprete del repertorio madrigalistico e belcantisticosacro e profano sei-settecentesco. Dedica grande attenzione anche allo studiodel repertorio liederistico ottocentesco.Arteterapeuta, conduce un’intensa attivitàdidattica presso l’Istituto MusicaleDiocesano “R. Baralli” di Lucca e l’Istituto“T. Mabellini” di Pistoia. Alla formazione e all’attività musicale unisce unappassionato interesse per l’antichitàclassica e la mistica cristianaHa curato la traduzione dell’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam (edita dalle Edizioni Paoline nel 2005).

    A sinistra: MarcoMustaro nelle vesti del Conte d'Almavivanel Barbiere di Siviglia. A destradocente a Lucca.

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  • 22 | in evidenza | cerveLLi in fuga

    Olga Corrias è una di quellelaureate che sono partite.Ogliastrina di nascita, oggila separano circa sette

    mila chilometri dalla sua famiglia chevive a Triei. Questa è la storia di uncervello in fuga un po’diversa dalsolito. Una storia in cui si mescolanoimpegno, coraggio, un grande amore ebravura: scelte e coincidenze chehanno portato Olga a trovare unlavoro in una delle più prestigioseUniversità del mondo, la PrincetonUniversity (New Jersey, USA), dove sidedica a qualcosa che in Italiapotrebbe sembrare fantascienza.Gestisce una squadra che si occupadelle relazioni con i datori di lavoro e ilaureati, che ha come obiettivo quellodi creare percorsi per l’occupazionedegli studenti dell’università. E il suoprimo giorno di lavoro ha coinciso conil primo giorno dell’ottavo mese digravidanza (altra fantascienza).«Probabilmente in Italia non sarebbemai successo e chiunque mi avrebbesconsigliato di farlo», aggiunge.La scelta di andare via dalla Sardegnarisale al 1997. «Sono cresciuta in unpiccolo paese come Triei, da padreprima operaio in Germania poipastore, e da mamma casalinga. Holasciato l’isola con giusto i soldiguadagnati durante la stagione estiva,per trasferirmi a Bologna e studiare

    Qualche tempo fa il nostro Presidentedel Consiglio, di ritorno dal viaggionegli Stati Uniti, ha rilasciato delle dichiarazioni sul tema deicervelli in fuga, definendolo “unaretorica trita e ritrita” dalla quale “è importante uscire”. Non ha fatto,però, nessun riferimento ai 66 milaricercatori precari dell’universitàitaliana e ai 13 mila laureati che hanno lasciato l’Italia perché non trovano il modo di valorizzare il loro percorso professionale.

    Olga Corrias. Quando il merito è opportunità di Fabiana Carta

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  • propone subito facendo domanda dilavoro presso il College di Architetturae delle Arti, nella stessa Università delcorso. «Era un lavoro part-timenell’ufficio del preside e, con miogrande stupore, mi hanno assuntasubito». Una ragazza appena arrivatadall’Italia, con una laurea; certo, macon una conoscenza dell’inglese moltobasilare, che viene assunta senzaspintarelle o sotterfugi vari?Fantascienza numero tre. «A quelpunto avevo fatto la domanda per laGreen Card (un’autorizzazione checonsente ad uno straniero di risiederenel suolo americano per un periodo ditempo illimitato), e per legge nonpotevo più essere pagata per lavorare.Così ho deciso di propormi alla LoyolaUniversity, la più grande universitàgesuita degli USA, per unapprendistato durato tutta la stagioneestiva, in un ufficio nel quale venivanogestite le relazioni con i laureati».Gettato l’amo, secondo un concettomolto americano che si chiamameritocrazia (Ah, questa sconosciuta!),Olga viene assunta a tempoindeterminato, facendo letteralmentecarriera. «Durante i primi sei anni holavorato in diversi ruoli grazie a dellepromozioni interne, gestendo in primapersona uffici e Dipartimentidell’università e cammin facendo hoanche conseguito un Master». All’iniziodel 2015 suo marito Matt, che gestivauna scuola superiore a Chicago, ha

    accettato una proposta di lavoro aPhildelphia. Fa parte dello stile di vitaamericano spostarsi spesso perinseguire la carriera, così ecco un altrotrasferimento per la famiglia: nuovacittà, nuova casa, nuovo lavoro ancheper Olga, alla Princeton University.«Poi... chi lo sa!», aggiunge; la stabilitànon è un’idea che amano. Riflettendosulla sua esperienza di vita Olga miconfessa che non sa se avrebbe lasciatol’Italia se non avesse incontratol’amore, quella forza che governa lenostre scelte, ma ammette che ora nonsarebbe in grado di tornare indietro.«Sarei mai in grado di accettare ledifferenze di trattamento tra giovani eanziani? In quanti non riescono adinserirsi in certi settori (avvocati,farmacisti, etc.) per via della presenzanel mercato di professionisti in etàpensionabile che limitano le possibilitàdei giovani? E’davvero cambiato ilmodo in cui la collega donna vienetrattata dai colleghi maschi? Sareidisposta a tornare a livelli più formalidi assunzione?». In Italia è tutto piùcomplicato e i tempi sono lunghissimi,però c’è qualcosa che le manca. «Lepersone, il rapporto caloroso. E il cibo!Ma da noi sarebbe stato difficile se nonimpossibile, sia da un punto di vistadella tempistica della crescita che peril tipo di opportunità che ho trovato,avere questo tipo di carriera». Concludendo? «Ho capito cosa trovachi viene negli USA: opportunità».

    Scienze Statistiche». Primo grandepasso: lasciare il porto sicuro mollandogli ormeggi, la piccola realtàrassicurante, per andare a vivere inquella che era una delle città piùcostose d’Italia.A onor del vero Olga non aveva ilsogno americano e subito dopo lalaurea è anche riuscita ad ottenere unlavoro, a tempo determinato, nonilludiamoci. Ma un bel lavoro. «LaSanpaolo Imi mi ha assunta per dueanni. Stavano cercando dei laureaticon un certo tipo di profilo ed io sonostata fortunata ad essere nel postogiusto al momento giusto». Ecco che aquesto punto, se la storia di Olga fosseun romanzo, avviene il colpo di scena,l’incontro che non ti aspetti, la storiad’amore che sconvolge la vita e iprogrammi. «In quel periodo hoincontrato quello che sarebbediventato mio marito, Matt,americano. Lui era arrivato a Bolognaper iniziare un Master. Al termine delmio lavoro, quando la Sanpaolo erapronta a darmi un contratto a tempoindeterminato, mio marito ha ricevutoun’offerta da parte diun’organizzazione non-profit negliStati Uniti, dal suo vecchio datore dilavoro. Considerando che in Italia nonavrebbe mai avuto un’opportunitàsimile e che io un lavoro in un istitutofinanziario lo avrei sempre potutotrovare, abbiamo deciso di trasferirci aChicago». Era il 2005, fine dicembre.Olga si ritrova nella città del vento,com’è soprannominata, ad affrontare ilrigido inverno del clima tipicamentecontinentale e a pensare che la primacosa da fare è iscriversiimmediatamente ad un corsod’inglese. «M’iscrivo ad un corso di tremesi alla University of Illinois atChicago senza neppure dirlo a miomarito, mi vergognavo troppo a queitempi dei miei rudimenti d’inglesescolastico!». Senza perdere tempo esenza temere il problema lingua si

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  • 24 | camera oscura

    C apitale del mondo, città smisurata,cosmopolita, New York “è la città che non dorme mai”. Dinamica, veloce è sede di alcunidei più importanti esempi dell’artee della cultura mondiali.Qui nascono nuove idee, nuovetendenze, nuove mode che poi si diffondono in tutto il mondo.È una delle tante mete preferite dai circa tremila ricercatori italianiche prendono la via dell’esterodove trovano un ambiente piùstimolante per proseguire gli studie vedere gratificati i propri sforzicon giusti riconoscimenti.

    “The city that never sleeps...” testo e foto di Pietro Basoccu

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  • 25

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  • ESIGENZE DI CULTO E PASTORALELa somma erogata è stata di euro 474.529,20 ed è stata così distribuita:

    Conservazione e restauro edifici € 115.387,05Loceri: € 59.190,33; San Giuseppe (Tortolì): € 22.943,37; Lotzorai: €12.988,20; Triei: € 10.535,15; Sant’Andrea (Tortolì): € 4.130,00; Tribunale diocesano: € 1.600,00

    Sussidi e pubblicazioni varie € 8.633,00Formazione di operatori pastorali € 5.825,00Attività pastorali straordinarie € 6.000,00Curia diocesana e Uffici diocesani € 16.000,00Tribunale ecclesiastico diocesano € 1.500,00Mezzi di comunicazione sociale € 20.000,00Alla Facoltà Teologica di Cagliari € 13.000,00Archivio, museo e biblioteca € 22.000,00Manutenzioni straordinarie € 131.437,69

    Parrocchie in condizione di particolare necessitàVillagrande Strisaili € 15.000,00Alle parrocchie che hanno avvicendato il parroco

    Villaputzu: € 2.000,00; Ulassai: € 2.000,00; Tertenia: € 2.000,00; Seulo: € 2.000,00; Villanova Strisaili: € 2.000,00; Esterzili: € 2.000,00;Baunei: € 2.000,00; Arbatax: € 2.000,00; Villagrande Strisaili: € 2.000,00;Loceri: € 2.000,00; Sant’Andrea (Tortolì): € 2.000,00.

    Istituti di vita consacrata € 36.000,00Seminario regionale € 22.905,57Seminario diocesano € 7.500,00Tasse seminaristi € 1.800,00Formazione presbiteri e diaconi € 10.500,00Pastorale vocazionale € 4.500,00Volontari missionari laici € 1.000,00Cura pastorale immigrati presenti in diocesi € 2.000,00Iniziative di cultura religiosa € 12.000,00Al servizio diocesano per la promozione del sostegno economico della diocesi € 0.500,00

    Interessi bancari € 1.224,44

    Saldo al 31 marzo 2016 € 1.816,45

    INTERVENTI CARITATIVILa somma erogata è stata di euro 399.442,08 ed è stata così distribuita:

    Distribuzione persone bisognoseDa parte della diocesi € 51.000,00

    Opere caritative diocesaneIn favore di extracomunitari € 5.000,00In favore di anziani € 9.000,00In favore di portatori di handicap € 5.000,00In favore di altri bisognosi € 16.000,00

    Altre assegnazioni/erogazioniAlla Caritas diocesana € 146.000,00Centro di ascolto di Lanusei e Tortolì € 30.000,00Laboratori per Carcere di Lanusei € 6.340,94

    Scuole materne cattoliche in diocesiLanusei:€ 40.000,00; Tortolì: € 20.000,00; Villagrande Strisaili: € 10.000,00; Villaputzu: € 10.000,00

    Per aiuto a studenti € 9.600,00Interventi per sostegno educativo € 11.500,00Interventi per sostegno lavorativo € 27.147,30Interessi bancari € 0.681,45

    Saldo conto corrente al 31.03.2016 € 2.172,39

    Lanusei 31.03.2016

    L’economo diocesano Il Vescovo diocesanoDott. Alessio Loi Mons. Antonio Mura

    26 | diocesi di Lanusei

    Rendiconto 8xmille per l’anno 2015Relativo all’erogazione delle somme attribuite alla Diocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana - Ex art. 47 della Legge 222/1985

    L'O5 maggio 016def_Layout 1 09/05/16 11.22 Pagina 26

  • 27 | attuaLità

    Come la diocesi contribuisce al lavoro delle imprese

    Dal 2014 al 2015, e in prospettiva con pro-getti per il 2016-2017, la diocesi - grazie aifondi dell’8xmille - è intervenuta e inter-verrà con progetti per costruire e ristruttu-rare diversi locali e ambienti, molti dei quali sonoattualmente adibiti a opere sociali, pastorali e caritative.E’ necessario ricordarlo, anche per sottolineare l’ap-porto che questi progetti stanno dando al lavoro diprofessionisti, imprese e dipendenti, e alle loro fami-glie, in un tempo non facile e chiaramente soggettoa una crisi che non sembra attenuarsi.Facendo un elenco sintetico dei lavori eseguiti, essihanno finora interessato, sia nella ristrutturazione chenegli arredi, a Lanusei: l’Episcopio, il Seminario, ilMuseo (nuovi locali di prossima apertura), la sede Ca-ritas (ex scuola materna), mentre a Tortolì hanno ri-guardato la Caritas nei locali dell’ex tabacchificio(nascita della mensa e degli uffici, appartamentosuore, spazi esterni) con ristrutturazione e arredi, oltrealla colonia di Arbatax e la chiesa di San Giuseppe aTortolì, e portando a termine il progetto del salonedella chiesa di Sant’Andrea. Questi interventi hannocomportato lavoro per 13 imprese diverse, oltre aiprogettisti, per un totale investito che supera il milionedi euro. A questi impegni bisogna aggiungere i lavorieffettuati nelle case parrocchiali, secondo l’elencoriportato nel rendiconto.Per il futuro sono in progetto diversi altri interventi,che riguardano l’edilizia di culto e i beni culturali, inparticolare le chiese parrocchiali. La prima pratica adessere avviata come edilizia di culto è quella della de-molizione e ricostruzione della Casa catechistica dellaCattedrale di Santa Maria Maddalena a Lanusei, conannesso l’appartamento per il parroco (finanziamentodi € 945.000,00 di cui € 236.250,00 a carico della dio-cesi/parrocchia), seguirà la ristrutturazione dell’area

    esterna della sede Caritas di Tortoli (progetto acqui-sito con un concorso di idee) con un importo previstoè di circa € 300.000,00. E’ in via di definizione anche il progetto esecutivo perla realizzazione del salone parrocchiale, delle aule edella casa parrocchiale di Sadali (finanziamento dicirca € 900.000,00 di cui circa € 225.000,00 a caricodella diocesi/parrocchia). E’ stato anche approvatodalla Commissione diocesana l’avvio della pratica perla realizzazione del salone parrocchiale, delle aule edella casa parrocchiale di Girasole, progetto an-ch’esso di circa € 900.000,00 di cui circa € 225.000,00a carico della diocesi/parrocchia.Per quanto riguarda le chiese parrocchiali sarannopresto in appalto i progetti relativi alle seguenti chiese(domande del 2014), secondo accordi che prevedonofondi provenienti dall’8xmille, dalla Regione e dai Co-muni: chiesa di Urzulei (importo previsto è di €360.000 di cui € 150.000 CEI, € 150.000 Regione e €36.000 Comune); chiesa di Ussassai (importo €220.000 di cui € 100.000 CEI, € 100.000 Regione e €20.000 Comune); chiesa di Seui (importo previsto €50.000 di cui € 25.000 CEI ed € 25.000 comune); chiesadi Seulo (importo previsto € 100.000 di cui € 50.000CEI ed € 25.000 Comune e € 25.000 parrocchia); chiesadi Baunei (importo previsto € 50.000 di cui € 25.000CEI ed € 18.000 Comune e € 7.000 diocesi).Sono state infine presentate nel 2015 domande perle seguenti chiese parrocchiali: Loceri (importo €60.000 di cui € 30.000 CEI e € 30.000 Comune/parroc-chia); Ilbono (importo € 150.000 di cui € 75.000 CEI e€ 75.000 Comune); Elini (importo € 50.000 di cui €25.000 CEI e € 25.000 Comune); a queste si aggiungela domanda per la casa parrocchiale e il salone diUr-zulei (importo previsto € 80.000 di cui € 40.000 CEI e€ 40.000 Comune).

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  • Un nome, un marchio, unagaranzia. Grafiche Pilia èuna storia da raccontare.Una di quelle che hanno il

    sapore del sacrificio e dell’amore peril lavoro, che sanno di sogni realizzatie progetti mossi da quella giusta dosed’incoscienza che rende tutto piùinteressante. Siamo nei primi anniSettanta quando Battista Pilia, fino aquel momento impegnato nellagestione e manutenzione dellemacchine da caffè all’interno dellaCartiera di Arbatax, inizia a pensaredi poter avviare a Tortolì unatipografia artigiana. Consigliato daun amico, parte per Milano con unavaligia piena di coraggio ed’inconsapevolezza. Visiona e ordina imacchinari che, puntuali, arrivanonella bottega di Via Cagliari ed iniziacosì a lavorare. Tutto è nuovo ecomplesso. Battista non è formato perfare il tipografo ma non si perded’animo e trova il tempo e il modoper imparare un nuovo mestiere.Insieme ai macchinari arrivano itecnici e gli installatori che gliinsegnano il funzionamento. L’inizioè fatto di caratteri tipografici mobilidi legno e piombo. Ogni manifesto èda comporre lettera per lettera, amano. Con precisione e attenzione. Iprimi lavori sono quelli realizzati peralcune manifestazioni sportive. Poiarrivano le prime commesse daglienti pubblici, i primi manifestielettorali e quelli che promuovonoeventi legati al turismo. Battistalavora con serietà. Non puòpermettersi di sbagliare. Al suofianco, a sostenerlo ed aiutarlo, c’èsempre sua moglie Anna TeresaTodde. Lui è il braccio operativo dellatipografia, lei si occupa giornalmentedella parte amministrativa, deicontatti con i fornitori e con i clientiche col tempo diventano sempre piùnumerosi. Si lavora sodo in viaCagliari! Tutti i giorni, mattina e sera.

    Spesso anche la domenica. Perchésolo nella tipografia Pilia si stampanoi manifesti funebri e spesso capita che la morte arrivi anche nei giorni di festa. Quella bottega di circa 200mq, è frequentata, via via chearrivano, dai quattro figli di Battista e Anna Teresa. Anche loro respiranoda subito l’odore della carta e dell’inchiostro, nei pomeriggi dopo la scuola.Marco, Claudio, Giovanni e Carla.Con loro l’avventura iniziataufficialmente nel 1973 continuaancora oggi. Il primo ad entrare inazienda è Marco, che oggi ha 46anni. Allora ne aveva 19, un diplomadi ragioniere fresco in tasca, nuoveidee e tanta voglia di fare. In quegli

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    • Zona Industriale, Via Baccasara, 08048 Tortolìhttp://www.grafichepilia.it

    I quattro moschettieri della stampadi Augusta Cabras

    È il 1973 quandoBattista Pilia e Anna TeresaTodde con grandeimpegno e fortedeterminazione,danno vita allaTipografiaArtigiana. La struttura è piccola, ma con gli annicresce, grazie ad ampliamenti e investimentimirati alleesigenze di un mercato in continuaevoluzione. Poi sono arrivati i ragazzi...

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  • anni il sistema di lavorazione stainiziando ad automatizzarsi. Fannoingresso i primi computer e si profilauna nuova figura professionale legataalla grafica. Da lì in poi l’evoluzionedella stampa è velocissima.Computer, macchine, sistemi distampa all’avanguardia permettonoall’azienda/famiglia Pilia di potercrescere ancora. A Marco e aigenitori, alcuni anni dopo, siaggiunge Claudio. Anche lui,raggiunta la maturità all’IstitutoIndustriale di Tortolì, sa che puòimpiegare le sue conoscenze e le sueenergie nell’azienda di famiglia. È luiche ha l’intuizione che in zona siabbia la necessità di qualcuno chestampi l’abbigliamento. Dall’idea

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    all’azione. Dalla teoria alla pratica.Alcuni anni dopo anche Giovanni,dopo essere diventato geometra,inizia a lavorare stabilmente intipografia. Il lavoro aumenta in mododirettamente proporzionaleall’entusiasmo, all’energia e alsacrificio di tutta la famiglia. Lospazio di via Cagliari ormai èdiventato troppo piccolo. Ci sononuovi ambiti da esplorare esviluppare. Servono investimenti espazi più grandi. L’anno della svolta èil 2003. Grafiche Pilia si trasferiscenella zona industriale di Tortolì in