Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

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FESTIVAL BAROCCO 2008 17 agosto 17 ottobre Guida agli spettacoli XXXVIII edizione

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FESTIVALBAROCCO

200817 agosto17 ottobre

Guidaagli spettacoli

XXXVIII edizione

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CALENDARIO DEGLI SPETTACOLI

TUSCANIA - Basilica di S. PietroL’HOMME ARMÉ

Andrew Lawrence King, direttore

G.B. Lulli: Un fiorentino a Versailles

CANEPINA - Museo delle Tradizioni PopolariRICCARDO MINASI, violino

LUDOVICO MINASI, violoncello

GIULIA NUTI, clavicembalo

Händel, Le Sonate per violino e basso continuo

RONCIGLIONE - Chiesa di S. Maria della PaceLA STAGIONE ARMONICA

Sergio Balestracci, direttore

Musiche di Alessandro e Domenico Scarlatti

VITERBO - Chiesa di S. Maria della VeritàLA RISONANZA

Fabio Bonizzoni, direttore

Musiche di G. F. Händel

VITERBO - Chiesa di S. FrancescoENSEMBLE L’ARTE DELL’ARCO

Christopher Hogwood, clavicembalista e direttore

A. Vivaldi, L’Estro Armonico

VITERBO - Teatro dell’UnioneI SOLISTI VENETI

Claudio Scimone, direttore

Virtuosismo e melodia italiana dal Barocco alRomanticismo.Spettacolo a favore dell’AIRC

(fuori abbonamento - Euro 25.00)

VITERBO - Cattedrale di S. LorenzoAMSTERDAM BAROQUE ORCHESTRA

Ton Koopman, direttore

J.S. Bach, Cantate BWV 202, 82, 49

VITERBO - Cattedrale di S. LorenzoCLEMENCIC CONSORT

René Clemencic, direttore

In Dulci Jubilo

VITERBO –Teatro dell’UnioneTHE SWINGLE SINGERS

Jazz Sebastian Bach

CAPRAROLA - Palazzo FarneseJORDI SAVALL, viola da gamba

ROLF LISLEVAND, tiorba e chitarra

Folias y Romanescas

TARQUINIA - Chiesa di S. Maria in CastelloENSEMBLE ZEFIRO

Alfredo Bernardini, oboista e direttore

Musiche di Albinoni, Vivaldi, Galuppi, Bigaglia,

Marcello, Platti

CAPRANICA - Chiesa di S. FrancescoENSEMBLE BAROCCO DELLA TUSCIA

Susanne Kelling, soprano

Musiche di Quantz, Telemann, Degli Antonii, Händel

CASTEL S. ELIA - Basilica di S. EliaACCADEMIA DELLA LIBELLULA

Cinzia Pennesi, direttore

A. Scarlatti, Serenata a tre con stromenti(rev. di D. Carboni) Prima esecuzione moderna

DOMENICA 17 AGOSTO 2008 MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 12 SETTEMBRE 2008GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2008

VENERDÌ 22 AGOSTO 2008

LUNEDÌ 25 AGOSTO 2008

VENERDÌ 29 AGOSTO 2008

SABATO 30 AGOSTO 2008

SABATO 6 SETTEMBRE 2008

SABATO 13 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008

SABATO 20 SETTEMBRE 2008

VENERDÌ 17 OTTOBRE 2008

INIZIO SPETTACOLI ORE 21.00Biglietti: interi € 15,00 - ridotti € 10,00 (studenti)

Abbonamento a 12 concerti € 100,00 - ridotto € 65,00

5 concerti di Viterbo € 40,00 - ridotti € 28,00

Info e Prevendita: UNDERGROUND (lunedì - sabato)

Viterbo, Piazza della Rocca 24 -Tel. 0761 306340

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PROVINCIA DI VITERBO

Assessorato al TurismoREGIONE LAZIO

Assessorato alla CulturaMINISTERO PER I BENI

E LE ATTIVITÀ CULTURALI

FESTIVAL BAROCCO 2008

Guida agli spettacolia cura del Servizio Turismo della Provincia di Viterbo

Tel. 0761 313292 - http://www.provincia.vt.it/turismo - [email protected]

Direttore artistico: Riccardo Marini

Ufficio stampa: Annalisa Rinaldi

Tel. 328 8656366 - [email protected]

Sito internet: http://www.provincia.vt.it/barocco

Riduzione e adattamento testiClaudia Chiovelli, Graziano Cerica, Riccardo Marini, Daniela Stoppacciaro

Grafica e impaginazioneGraziano Cerica, Micaela Ugolini, Claudia Chiovelli, Roberta Evangelisti

RedazioneNovella Brizi, Claudia Chiovelli, Roberta Evangelisti, Mario Imbastoni

Fernando Nobili, Carlo Prugnoli, Daniela Stoppacciaro, Micaela Ugolini

FotografieArch. fot. Provincia - Arch. Artisti - Arch. fot. APT - Arch. fot. Comuni

Coordinamento editoriale: Graziano Cerica

Foto di copertinaBagnoregio, Chiesa di San Francesco. M. BENEFIAL, San Francesco consolato dall’angelo musicante (1723, part).

VITERBO - AGOSTO 2008

Stampa: Tipografia Agnesotti - Viterbo

COMUNI DI

VITERBO - TUSCANIA - CASTEL SANT’ELIA - CANEPINA

CAPRAROLA - TARQUINIA - CAPRANICA - RONCIGLIONE

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La musica incontra l’arte e si trasforma in spettacolo

straordinario. Anche quest’anno torna il Festival

Barocco, un evento che non ha bisogno di grandi pre-

sentazioni. La sua formula collaudata e sperimentata

ne rappresenta infatti il miglior biglietto da visita.

Dal 17 agosto al 17 ottobre: due mesi in cui la musica

barocca e le piazze, le chiese e i palazzi della Tuscia

ci faranno vivere momenti magici. Dove l’atmosfera

dell’arte di questa terra si mescola ai suoni degli archi.

I tredici concerti in cartellone si terranno a Viterbo, Tuscania, Canepina,

Castel Sant’Elia, Caprarola, Tarquinia, Capranica e Ronciglione, per dare vita

a un festival di musica itinerante davvero da non perdere.

La rassegna offre a tutti quelli che vi prenderanno parte la possibilità di essere

spettatori e turisti allo stesso tempo. Il carattere itinerante dell’iniziativa ha

quindi un’importanza cruciale anche sotto il profilo della promozione per un

territorio che merita davvero di essere valorizzato e apprezzato nel migliore dei

modi. E la formula del Festival Barocco, in questo senso, è musica per la

Tuscia.Alessandro Mazzoli

(Presidente Provincia di Viterbo)

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Provincia di Viterbo e Festival Barocco: una grandemanifestazione all’insegna di un felice binomio. Illuogo (la Tuscia) e l’ambito temporale (il Barocco)genialmente accostati per rinnovare ogni anno atmo-sfere ed emozioni, antiche ma sempre nuove, attra-verso la musica che, forse più di ogni altra formaartistica, riesce ad unificare spazio e tempo. Nelcorso dei secoli diciassettesimo e diciottesimo lamusica si trasforma: decade la polifonia vocale avantaggio dei generi strumentali e si afferma il teatro

in musica con l’aumento della produzione, dell’esecuzione e del numero deifruitori; per dirla in maniera estremamente sintetica si laicizza indossando ipanni della nascente borghesia. Il fatto che la musica di quel tempo abbiaancora oggi molti cultori e appassionati in tutto il mondo è di grande interesseper quel settore del movimento turistico che trae dagli eventi culturali la prin-cipale motivazione. Per dare più ampia e soddisfacente risposta all’esigenzadel “turista culturale” il programma del Festival si svolge in contesti vari chenon si pongono semplicemente come diversificazione scenografica. Viterbo,Tuscania, Tarquinia, Castel S. Elia, Canepina, Ronciglione, Caprarola eCapranica rappresentano quest’anno la Tuscia affiancando ai concerti le loroparticolarità archeologiche, storico-artistiche ed enogastronomiche. Ma c’è dipiù: dall’area dei Monti Cimini, che ospita questa edizione in quattro dei suoiComuni, provengono illustri personaggi che, dal tardo rinascimento ai nostrigiorni, sono stati protagonisti in ambito musicale: compositori, strumentisti,costruttori di organi, insegnanti…Mi limito per brevità a ricordare i più antichie il più moderno: i valleranesi fratelli Nanino e il ronciglionese, recentementescomparso, Sandro Verzari, tra l’altro virtuoso interprete di musica barocca.Nella mia veste di Assessore provinciale al Turismo, convinto che l’evento siaperfettamente in tono con il programma di sviluppo turistico che stiamo perse-guendo, auguro al Festival Barocco, al suo direttore artistico e ai concertistiun meritato successo e agli spettatori la migliore fruizione delle musiche edelle bellezze dei luoghi in cui vengono eseguite.

Angelo Cappelli(Assessore al Turismo Provincia di Viterbo)

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Abbiamo accolto la difficile sfida dell’organizzazione

di questa XXXVIII edizione, forti della consapevolezza

che accostare un’offerta di altissima qualità artistica

alla ben nota bellezza e accoglienza della nostra

incantevole terra fosse la scelta migliore per proporre

anche quest’anno il Festival Barocco nella Tuscia.

Grazie al lavoro svolto in sinergia con tutti i soggetti

interessati, mi sento di affermare che il risultato sia stato raggiunto.

Grazie, quindi, a tutti, e in particolar modo al gruppo di lavoro del Servizio

Turismo che, alla consueta competenza e professionalità, ha aggiunto l’entu-

siasmo in grado di trasformare un buon lavoro in un risultato eccellente.

Mara Ciambella(Dirigente Servizio Turismo - Provincia di Viterbo)

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Magìe del Festival

La programmazione del Festival Barocco anche quest’anno resta in

linea con quanto avviato nelle precedenti edizioni dando grande spa-

zio alle interpretazioni su strumenti originali, in pieno rispetto delle

esecuzioni “filologiche”, ma presentando anche esecuzioni su stru-

menti moderni e, come è ormai consueto, qualche “trasgressione”. La

grande novità per l’ edizione 2008 è rappresentata dalla partecipazio-

ne di Cristopher Hogwood che guiderà il complesso italiano L’Artedell’Arco nell’esecuzione di una serie di concerti vivaldiani tratti da

“L’Estro Armonico”. Altro complesso di rilievo che per la prima volta

prende parte al Festival è La Risonanza diretta da Fabio Bonizzoni: con un programma inte-

ramente dedicato ad Haendel, prosegue il tracciato, iniziato lo scorso anno, dedicato al com-

positore sassone in omaggio al triennio della sua presenza in Italia tra il 1707 e il 1709, omag-

gio completato dall’esecuzione integrale delle “Sonate per violino e basso continuo” a cura del

giovane Riccardo Minasi che si sta affermando come uno dei maggiori specialisti emergenti.

Tornano poi complessi quali l’Ensemble Zefiro condotto da Alfredo Bernardini per un pro-

gramma di rari e interessanti concerti per strumenti a fiato e archi, L’Homme Armé che sotto

la guida di Andrew Lawrence King propone, nel concerto inaugurale, un interessante pro-

gramma monografico con musiche di Lully, e il complesso vocale La Stagione Armonica con

un programma polifonico dei due Scarlatti (Alessandro e Domenico) a confronto. I grandi

interpreti del panorama internazionale mondiale sono presenti anche quest’anno: tornano Jordi

Savall, con la sua viola da gamba, e I Solisti Veneti che celebrano i 50 anni della loro attività.

Poi ancora René Clemencic, che compie quest’anno gli 80 anni, con un programma di rarità

cameristiche vocali e strumentali eseguito dal Clemencic Consort con la particolarissima voce

del celebre sopranista Radu Marian; Ton Koopman, ormai nostro illustre ospite abituale, che

dirigerà l’Amsterdam Baroque Orchestra in un programma dedicato alle Cantate di Bach. La

consueta “trasgressione” è presente anche quest’anno con un programma di musiche di Bach

e altri autori eseguito da The Swingle Singers, nei loro tradizionali adattamenti a metà strada

tra il classico ed il jazz, come è costume del celebre complesso vocale. Manteniamo vive inol-

tre alcune consuetudini che caratterizzano il Festival da alcuni anni: la dedica di uno spazio a

musicisti emergenti dell’ambito locale con l’Ensemble Barocco della Tuscia, che affianca la

voce eclettica e accattivante di Susanne Kelling in un programma di rarità cameristiche stru-

mentali e vocali, e la proposta di un lavoro inedito in prima esecuzione moderna: rivedranno

la luce quest’anno la “Missa Clementina II” (eseguita dalla Stagione Armonica nella revisio-

ne di Sergio Balestracci) e la “Serenata a tre con stromenti. Il genio di Partenope, la Gloria del

Sebeto, il Piacere di Mergellina” di Alessandro Scarlatti, nella revisione di Domenico

Carboni, affidato alla bacchetta di Cinzia Pennesi alla guida dell’Accademia della Libellula.

Come di consueto un grande elemento di forza del Festival è fornito dalle cornici di rara bel-

lezza che ospitano i concerti, con quell’inimitabile e magico connubio di Musica, Arte e Storia

che si crea al levarsi delle prime note di ogni serata.

Riccardo Marini

(Direttore Artistico del Festival)

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L’imponenza della struttura e la sua ubicazio-

ne all’estremità dell’omonimo colle, la magni-

ficenza dell’apparato decorativo e le torri che

la circondano, quasi a proteggerla, rendono la

chiesa di San Pietro un monumento di indub-

bia suggestione e bellezza. La facciata colpi-

sce per lo splendido rosone circondato da una

moltitudine di elementi decorativi e il portale

maggiore opera di un marmoraro romano di

scuola cosmatesca. Scandito da tre rincassi

con colonne, capitelli e archivolti, è decorato

da mosaici e bugne ornate da segni zodiacali e

figurazioni dei lavori stagionali. Sopra il por-

tale è una loggetta formata da colonnine con

capitelli ionici in marmo ai cui lati sono due

grifoni alati che tengono fra gli artigli una

preda. Sopra la loggetta il rosone cosmatesco,

formato da tre cerchi concentrici, mostra agli

angoli quattro sculture che richiamano gli

Evangelisti mentre ai lati due draghi che inse-

guono una preda. Ai lati di questi sono due

bifore: quella di destra è circondata da figure

fantastiche e demoniache, quella di sinistra

dall'Agnus Dei e da rappresentazioni di angeli

e Padri della Chiesa. All'interno, diviso in tre

navate, spicca un pavimento cosmatesco a

decorazioni geometriche e, vicino l'ingresso

principale alla cripta, un ciborio risalente al

XIII secolo. Il transetto rialzato ospita un pre-

sbiterio con ciborio di XI secolo, seggio

vescovile e ambone di epoca romanica

costruito utilizzando elementi alto medievali.

Il tetto è a capriate lignee. La maggior parte

della decorazione pittorica è andata purtroppo

perduta ma nella parte sommitale del presbite-

rio rimane, in minima parte, un ciclo di affre-

schi, che fanno riferimento alla vita di San

Pietro, la cui datazione potrebbe variare fra la

fine dell'XI secolo e la metà del XII.

Scendendo alla cripta si possono vedere parti

di murature romane in opus reticulatum. La

cripta è impreziosita da una selva di ventotto

colonne, l’una diversa dall’altra e quasi tutte di

reimpiego provenienti da edifici romani o

altomedieavali, ed è databile al XII secolo.

Sono giunti sino a noi una “Madonna in Trono

fra Angeli”, dipinto dell'absidiola d'altare, ed

un affresco risalente al XIV secolo che rappre-

senta i Santi Protettori di Tuscania, attribuito a

Gregorio d'Arezzo.Vista della Basilica di San Pietro(foto F. Biganzoli)

Basilica di San Pietro. Facciata (foto G. Cerica)

TUSCANIA - Basilica di San Pietro

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DOMENICA 17 AGOSTO 2008TUSCANIA – CHIESA DI SAN PIETRO

GIOVANNI BATTISTA LULLI: UN FIORENTINO A VERSAILLES

La Comédie, La Musique et Le Ballet

Overture [Amadis, 1684]

Récit: Unissons-nous tous trois [L’Amour Médecin, 1665]

Entrée Italienne [Le Bourgeois Gentilhomme: Ballet des Nations, 1670]

Entrée de la Nuit - Une Italienne: Di rigori armata il senoChaconne d'Arlequin - Un Italien & une Italienne: Bel tempo che vola

Entrée Espagnole

L'Espagne: Sommeil, qui chaque nuit - André Campra [L'Europe Galante, 1699]

Les Folies d'Espagne - Raoul Auger Feuillet [Chorégraphie, 1700]

La Contredance: Rondeau pour les basques - Lully [Xerses,1660 & Armide,1697]

Entrée des Avocats [Ballet de Chambord]

Entrée des Procureurs - Deux avocats musicians

Chaconne: La Comédie, La Musique et Le Ballet

Sans nous tous les hommes deviendraient malsains [L'Amour Médecin]

*****Le Combat d'Amour & Bacchus [Le Grand Divertissement Royal de Versailles, 1668]

Une Bergère: Ah, mortelles douleurs! Bacchus: Arretez, arretez, c'est trop! - Choeur de Bacchus: Nous suivons de Bacchus

Le Combat d'Amour et Bacchus: Bacchus est reveré..Et l'Amour est un Dieu

L'Opération

Entrée des Matassins – Les Médecins: Buon di! [Ballet de Chambord, 1669]

L' Opérateur: L'or de tous les climats [L'Amour Médecin]

Chaconne d'Amadis [Amadis]Fantasie de Chaconne - Francesco Corbetta La Guitare Royalle

Prélude - Une Héroine: Fideles coeurs, votre constanceLes Héros et Héroines: Chantons tous en ce jour la gloire de l'Amour

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L’Homme ArméAndrew Lawrence King direttore

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Fantasioso e virtuosistico arpista solista e

realizzatore di basso continuo estrema-

mente versatile, Andrew Lawrence King

viene riconosciuto oggi come uno dei mag-

giori artisti mondiali nel campo della musi-

ca antica. Ha diretto opere barocche e ora-

tori al Teatro alla Scala di Milano,

all’Opera House di Sidney, al Vienna

Konzerthaus e alla New York’s Carnegie

Hall. Iniziata la carriera musicale come

capo-corista presso la Cathedral and Parish

Church of St. Peter Port in Guernsey, ha in

seguito vinto una borsa di studio per orga-

no a Cambridge. Completati poi gli studi

presso il London Early Music Centre ha

iniziato a collaborare con i più importanti

gruppi di musica antica europei tra i quali

Hesperion XX di Jordi Savall e fu selezio-

nato per insegnare arpa e basso continuo

all’Akademie für Alte Musik di Brema.

Ha ricevuto il dottorato ad honoremdall’Università di Sheffield per il suo con-

tributo allo studio e alle esecuzioni di

musica barocca. Nel 1994 Andrew

Lawrence-King ha fondato il proprio

ensemble, The Harp Consort, con cui effet-

tua regolarmente concerti nei cinque conti-

nenti e con cui ha registrato una serie di

incisioni con la casa discografica Deutsche

Harmonia Mundi, ricevendo innumerevoli

riconoscimenti e premi della critica. Dal

2000 è direttore stabile dell'Homme Armé

con cui ha iniziato a collaborare nel 1995.

La sua direzione della prima opera di

Händel, “Almira”, ha vinto il premio 1996

della American Händel Society. Il suo

album in duo con Paul Hillier è stato scel-

to da Elvis Costello come "disco dell'an-

no" per la rivista Rolling Stone. Andrew

Lawrence King e The Harp Consort regi-

strano attualmente con la casa discografica

Harmonia Mundi USA. La loro più recen-

te incisione discografica si intitola “El

Arte de Fantasía: dances, tientos & chan-

son from Spanish Golden Age”. Il suo

primo lavoro discografico edito per

Harmonia Mundi Usa come solista si inti-

tola “Chorégraphie: Music for Louis

XIV’s Dancing Masters”. Andrew

Lawrence-King divide il suo tempo tra

recital solistici e tournèe con The Harp

Consort. E’ il principale direttore ospite

della più apprezzata orchestra barocca

scandinava, Concerto Copenaghen, e

attualmente insegna arpa antica e basso

continuo alla Escuela Superior de Música

de Catalunya a Barcellona. Ha inoltre rice-

vuto una fellowship di tre anni dall’UK

Arts and Humanities Research Council per

una ricerca sul teatro musicale barocco

spagnolo.

Appassionato velista, ottenuto l'ambìto

Yachtmaster Certificate della Royal

Yachting Association, Andrew Lawrence

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Andrew Lawrence King, arpa, cembalo e direzione

Elena Cecchi Fedi e Santina Tomasello soprani

Elena Cavini mezzosoprano

Roberto Casi tenore

Alfredo Grandini baritono

Luigi Cozzolino, Anna Noferini violini

Flavio Flaminio, Oliviero Ferri viole da braccio

Marco Pesci chitarra, tiorba

Francesca Chiocci viola da gamba

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King passa la maggior parte del tempo

libero sulla sua barca Continuo. Ha espres-

so tutta la sua passione per il mare nel-

l’opera di riscoperta della musica tradizio-

nale dell’isola di Guernsey, come testimo-

nia il suo cd “Les Traveilleurs de la Mer:

Ancient Songs from a Small Island”.

Fondato nel 1982, l'Insieme Vocale e

Strumentale L'Homme Armé ha svolto

un'intensa attività concertistica e di ricerca

volta alla valorizzazione del patrimonio

musicale dei secoli XIII-XVII, con parti-

colare attenzione al repertorio di ambito

fiorentino (Musica a Firenze al tempo di

Lorenzo il Magnifico, Regina Pretiosa:

una celebrazione trecentesca a Firenze,

Salve flos Tuscae gentis: musica in

Toscana tra Medioevo e Rinascimento).

Con la direzione di Fabio Lombardo - fon-

datore e direttore stabile del gruppo –

L’Homme Armé è oggi riconosciuto come

una delle realtà più interessanti nel campo

della musica antica. Nel corso degli anni

ha collaborato con i più apprezzati inter-

preti del panorama musicale internaziona-

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le come Frans Brüggen, Howard Arman,

Kees Boeke, Johanna Knauf e Andrew

Lawrence King, che è tornato più volte a

collaborare con L’Homme Armé nella

doppia veste di direttore e solista. Nel

2000, in occasione delle celebrazioni della

nascita del melodramma, L’Homme Armé

ha prodotto, con la direzione di Andrew

Lawrence King e la regia di Luciano

Alberti, gli “Intermedi per la Pellegrina”

(1589) di Girolamo Bargagli eseguiti al

Teatro della Pergola di Firenze. L’anno

successivo ha eseguito con successo il

“Vespro della Beata Vergine” di Claudio

Monteverdi, sempre con la direzione di

Andrew Lawrence King, in alcuni delle

più importanti rassegne concertistiche ita-

liane (Festival Anima Mundi di Pisa,

Festival Barocco di Viterbo, Sagra

Musicale Lucchese, stagione degli Amici

della Musica di Verona, Mestre, Belluno).

E’ stato inoltre invitato ad inaugurare la

stagione 2004-2005 dell’Orchestra della

Toscana con musiche di Purcell e Händel

dirette da Alan Curtis e nel 2006 è stato

invitato alla rassegna “Settembre Musica”,

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G.B. Lulli: un fiorentino a VersaillesMentre il Re Sole, Luigi XIV, regnava su

tutta la Francia, Jean-Baptiste Lully domi-

nava l’ambiente musicale del paese. Una

generazione più tardi, le composizioni di

Lully furono prese come modello della

raffinatezza francese nel dibattito tra i

sostenitori dello stile francese e di quello

italiano. Il compositore Georg Muffat pub-

blicò per i lettori tedeschi i segreti della

scuola ‘lullista’ nell’arte di suonare il vio-

lino; la musica per danza di Lully fu pub-

blicata in raccolte che portarono le coreo-

grafie francesi di Feuillet in Inghilterra,

Germania e Italia; le opere francesi di

Lully furono allestite a Parigi, Marsiglia,

Bruxelles e Anversa, così come in molte

città della Germania. Eppure colui che

appariva come il simbolo della Francia

musicale, il sovrintendente della musica

del Re, era un italiano, nato dalla famiglia

Lulli di Firenze (battezzato con il nome di

Giovanni Battista), che ricevette la sua

prima educazione musicale nel convento

francescano in Via Borgo Ognissanti.

Musica, danza e teatro in Francia erano

funzionali non solo all’intrattenimento di

corte, ma anche alla propaganda reale. Nel

1653, Lully danzò al fianco del giovane

Luigi XIV, di Jean-Baptiste Moliere e del

maestro di danza Pierre Beauchamps nel

Ballet de la Nuit. Nella scena finale, Luigi

XIV apparve come Apollo, il Dio del Sole:

“Ora io solo guido il carro della luce. Una

mano divina mi ha dato le redini e una

grande dea sostiene i miei diritti. Io sono la

Stella tra i Re!”. Il giovane Re fu così

favorevolmente impressionato dalla per-

formance di Lully che lo nominò “compo-

sitore della musica strumentale”.

Come ballerino, Lully era specializzato in

ruoli specifici, interpretando come barito-

realizzata dagli Amici della Musica di

Firenze.

Negli ultimi anni, L’Homme Armé ha

focalizzato il suo interesse sull’analisi

delle connessioni tra repertorio antico e

musica contemporanea, mettendo a fuoco

una serie di rimandi tra segni sonori e

musicali ‘storicamente distanti’ ma sor-

prendentemente vicini nello spazio del-

l’ascolto. Da questa ricerca sono nati alcu-

ni programmi musicali come Tempo-

Spazio-Memoria. Janequin, Vecchi, Berio

e ‘Grida e intonazioni’. Josquin Nono

Kurtag Pezzati con cui l’ensemble ha rice-

vuto un notevole successo di critica.

Proprio con ‘Grida e intonazioni’ – un

programma che affianca Cries of London

di Luciano Berio a pagine di Clement

Janequin e Orazio Vecchi legate insieme

dal concetto di “imitazione” sonora –

L’Insieme Vocale e Strumentale L’Homme

Armé è stato invitato nel 2007 alla rasse-

gna “Un mese di musica antica nel giardi-

no di Paolo II” che si è svolta a Palazzo

Venezia a Roma. Il concerto, diretto da

Fabio Lombardo, è stato trasmesso in

diretta su Rai Radio 3. Sempre con il pro-

gramma ‘Grida e intonazioni’ è stato ospi-

te del Festival di Radicondoli e della ras-

segna milanese “Musica e poesia a San

Maurizio”.

Come associazione culturale, L'Homme

Armé organizza e produce a Firenze e in

Toscana eventi musicali di grande rilievo.

Nel 2005 ha curato, in collaborazione con

l’Assessorato alla Cultura del Comune di

Firenze, la rassegna musicale Il Suono

dell’Anima, mentre nell’estate 2008 ha

ideato e realizzato, nell’ambito di Fi.esta

2008, la rassegna AntiCONtemporaneo

presso la Limonaia di Villa Strozzi a

Firenze.

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no personaggi comici. Perfino dopo che si

ritirò dalle scene, egli apparve ne “Il

Borghese Gentiluomo” di Molière sotto lo

pseudonimo de “Il Signor Chiacchiarone”.

Egli inoltre suonava la chitarra, il cembalo

e il violino, esibendosi alla chitarra in un

ensemble che eseguiva le musiche per

danza da lui composte per l’Ercole

Amante di Cavalli e ricoprendo il ruolo

solista di Orfeo suonatore di violino nel

Ballet des muses.

Sebbene Lully fosse sempre sostenuto dal

Re, dal Cardinal Mazarino e da altri italia-

ni molto influenti a corte, molti altri cerca-

rono di contrastare il suo successo, oppo-

nendo allo stile italiano uno stile tipica-

mente francese, come accadde quando fu

allestito un balletto per contrastare

L’Amour malade, per il quale Lully aveva

scritto una Entrée Italienne.

I primi lavori di Lully mettevano in musi-

ca testi in italiano, con scene comiche e

rappresentazioni di quello che era conside-

rato tipico del carattere italiano: la civette-

ria, la gelosia e la passione amorosa. Molte

commedie rappresentavano dottori intenti

a curare ipocondriaci da malattie immagi-

narie e amanti ammalati d’amore, o a rea-

lizzare grottesche operazioni chirurgiche e

avvocati che parlavano in maniera com-

pulsiva e ridicola nel tentativo di confon-

dere i loro clienti con incomprensibili ter-

mini legali.

Nei lavori della maturità, Lully mostra una

completa padronanza della lingua france-

se. Egli prende a modello il modo di decla-

mare di Marie Desmares, l’attrice della

Comédie, famosa per le sue interpretazio-

ni nei drammi di Racine. Fu talmente

grande il successo dei recitativi di Lully

che gli attori più tardi cominciarono a

rivolgersi a lui per imparare l’arte della

declamazione. Lully fu anche molto esi-

gente nel circondarsi di musicisti di altissi-

mo livello tra i quali il cembalista

D’Anglebert, i membri delle famiglie

Hotteterre e Philidor, specializzati nel suo-

nare strumenti a fiato, e il grande virtuoso

di viola da gamba Marin Marais.

Alle prime comédie-ballets di Lully fanno

seguito negli anni successivi i suoi grandi

capolavori che fissano un nuovo genere di

teatro musicale: la tragédie en musique.

Nei suoi ultimi lavori, Lully ritornò agli

stilemi dell’opera fiorentina dei primi anni

del Seicento unendo dramma, musica e

danza e conferendo una grande importan-

za alla comprensione del testo. Il composi-

tore controllava meticolosamente il lavoro

del suo librettista, disponendo tutti i detta-

gli richiesti dall’intreccio e fornendo gli

schemi dei testi usati per le arie danzate.

La danza dunque non era concepita solo

come un mero divertissement, ma occupa-

va un posto funzionale nell’intreccio,

aggiungendo suspense drammatica e spet-

tacolo visivo.

Seguendo lo schema delle opere di Lully,

questo concerto comincia con una

Ouverture e si conclude con una

Chaconne, entrambi tratti dall’Amadis.

L’eroe protagonista, l’antico guerriero di

Gaul, è una metafora di Luigi XIV e il

coro finale canta la Gloria e L’Amore, le

due ossessioni del suo regno. In questa tra-

gedie en musique, nelle scene tratte dalla

comédie-ballet L’Amour Médecin, perfino

nelle sue prime opere come danzatore

affianco a Molière e Beauchamps, Lully

riesce meravigliosamente a creare l’unione

delle tre arti performative francesi: opera,

balletto e musica.

13

Page 14: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

14

Museo delle Tradizioni Popolari (ex convento

dei Carmelitani). Santa Teresa attraversa ilfiume di notte guidata dagli angeli; in basso:

il Chiostro (foto F. Ceccarini)

Annesso alla Chiesa di San Michele

Arcangelo, l’antico convento dei frati

Carmelitani che ospita oggi il Museo delle

Tradizioni Popolari, è una seicentesca strut-

tura ornata di affreschi nel chiostro, nel

salone al piano terra e sulle pareti che fian-

cheggiano le scale che portano al primo

piano dell’edificio. L’intero ciclo di pitture

murali, che decorano le lunette e i pennac-

chi del chiostro, è databile tra il 1610 e il

1627 e sono visibilmente tre i maestri attivi

nei tre bracci del chiostro, tutti della scuola

di Giuseppe Sebastiani da Macerata, che

operava per conto del cardinale Odoardo

Farnese nell’omonimo Palazzo della vicina

Caprarola. L’espressione artistica e i conte-

nuti sono quelli dettati dal Concilio di

Trento: si dovevano adornare i chiostri dei

conventi e dei monasteri con le storie dei

santi più rappresentativi dei rispettivi

CANEPINA - Museo delle Tradizioni Popolari

Ordini; alcune didascalie illustravano l’epi-

sodio che, comunque, doveva essere di

facile lettura; le singole scene dipinte

mostravano il santo vicino alla gente comu-

ne, immerso nei fatti del quotidiano. Altri

dipinti emersi sono databili a metà del 1700

e sono del viterbese Domenico Corvi.

Page 15: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2008CANEPINA – CHIOSTRO DEL MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI

GEORG FRIEDRICH HÄNDEL

Le Sonate per violino e basso continuo

Sonata in sol minore HWV 364a

Larghetto – Allegro – Adagio – Allegro

Sonata in re minore HWV 359a

Grave – allegro – adagio – allegro

Sonata in fa maggiore HWV 370

Adagio - allegro - largo - allegro

Sonata in sol maggiore HWV 358

Allegro - adagio - allegro

*****

Sonata in la maggiore HWV 361

Andante – allegro – adagio – allegro

Sonata in re maggiore HWV 371

Affettuoso – allegro – larghetto – allegro

Sonata in mi minore (ms. Halle)

Adagio – allegro – largo – allegro

15

Musica Antiqua RomaRiccardo Minasi violino

Ludovico Minasi violoncello

Giulia Nuti clavicembalo

Page 16: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Riccardo Minasi, nato a Roma nel 1978, è

uno dei violinisti italiani maggiormente

attivi in campo concertistico sulla scena

internazionale. Il suo precoce talento fa sì

che ancor prima di compiere 23 anni aves-

se già suonato nelle sale più prestigiose di

tutto il mondo come Carnegie Hall e

Lincoln Center di New York, Konzerthaus

e Musikverein di Vienna, Barbicane a

Londra, Théâtre des Champs-Élysèes e

Châtelet a Parigi, Concertgebouw di

Amsterdam, Teatro Còlon di Buenos Aires,

S. Cecilia a Roma, Teatro S. Carlo di

Napoli e tanti altri, con un’attività che lo

ha portato a compiere tournées in tutta

Europa, Argentina, Uruguay, Brasile,

Messico, Turchia, Marocco, Australia,

Nuova Zelanda, Giappone. La sua partico-

lare conoscenza del repertorio rinascimen-

tale, barocco e classico lo rende uno dei

“konzertmeister” maggiormente richiesti

in Europa e lo fa chiamare sia come solista

che in qualità di primo violino concertato-

re da direttori quali Jordi Savall per “Le

Concert des Nations”, Giovanni Antonimi

per “Il Giardino Armonico”, Ottavio

Dantone per “Accademia Bizantina”,

Rinaldo Alessandrini per il suo “Concerto

Italiano”, José Lopez-Banzo per “Al Ayre

Español”. Ha affiancato, tra gli altri, artisti

del calibro di Viktoria Mullova, Cecilia

Bartoli, Christophe Coin, Giuliano

Carmignola, Sergio Azzolini e, sempre

come primo violino, con ensembles ed

orchestre come “Zefiro” (Alfredo

Bernardini), “La Risonanza” (Fabio

Bonizzoni), “Elyma” di Ginevra, “La

Sfera Armoniosa” di Amsterdam, “Musica

Aeterna” di Bratislava, “Collegium 1704”

di Praga, “Helsinki Baroque Orchestra”,

“L’Assemblée des Honnestes Curieux”,

“Ensemble Kapsberger” (Rolf Lislevand),

16

Page 17: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

l’Orchestra Sinfonica dell’Ente lirico di

Cagliari, l’Orchestra Sinfonica di

Sanremo, collaborando inoltre con il

“Concerto Vocale” di René Jacobs,

“Ensemble 415” di Chiara Banchini, Katia

e Marielle Labèque ed in duo con il liuti-

sta Luca Pianca. Attivo anche come diret-

tore d’orchestra, ha tenuto a battesimo la

“Camerata Strumentale Fiesolana”, ultima

realtà nata in seno alla Scuola di Musica di

Fiesole di Piero Farulli e dirige regolar-

mente la Helsinki Baroque Orchestra e la

Harmony of Nations Orchestra. A tutt’og-

gi è il più giovane musicista con una cari-

ca di docente di conservatorio in Italia.

Dal 2005 ha infatti ottenuto la cattedra di

musica d’insieme presso il conservatorio

V. Bellini di Palermo. Sempre dallo stesso

anno tiene regolarmente corsi presso la

Longy School of Music di Cambridge

(USA) e, dal 2004, presso la Sibelius

Academy di Helsinki. Nel mese di agosto

del 2006 è stato invitato a tenere un

master-class sulla produzione oratoriale di

Alessandro Scarlatti nella residenza di

Kuks (Praga). Ha tenuto inoltre seminari,

lezioni di violino, prassi esecutiva e orche-

stra barocca presso l’Universita di Cultura

Cinese di Taipei (Taiwan) e presso la

Scuola di Musica di Fiesole. Suona su pre-

ziosi violini del XVI, XVII e XVIII seco-

lo: Andrea Amati, 1564 “Il Portoghese”,

Antonius & Hieronymus Amati, 1627

“Ex-Rémenyi”, Antonio Gragnani,

Livorno 1750 ca.

Ludovico Takeshi Minasi, violoncellista,

è nato a Roma nel 1984. Ha intrapreso gli

studi musicali sotto la guida di Mario

Centurione, proseguendoli poi con

Francesco Strano presso il Conservatorio

di musica di “Santa Cecilia” e con Luigi

Piovano. Sin dai primi anni di studio ha

sviluppato un particolare interesse per il

repertorio antico frequentando numerosi

corsi tenuti da alcuni tra i più rinomati

esperti del settore ed in particolare presso

l’Accademia Internazionale della Musica

di Milano con Gaetano Nasillo e presso il

conservatorio di Latina con Paolo

Pandolfo.

Nel 2004 è stato premiato al “Van

Wassenaer Concours” (L’Aia). Suona con

i gruppi “Il Complesso Barocco” (A.

Curtis), “Ensemble Kapsberger” (Rolf

Lislevand), “Alessandro Stradella

Consort” (E. Velardi), il “Rossignolo” (O.

Tenerani), “Accademia Ottoboni”,

“Festina Lente”, “Elianto”, registrando per

Naive, Deca, Sony, Bongiovanni, Rai3,

Amadeus e collaborando inoltre con musi-

cisti quali Francesco Cera, Aapo

Hakkinen, Rolf Lislevand, D.L. Ragin.

17

Page 18: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

18

delle quattro serie che Händel dedica agli

strumenti melodici) la cui paternità hände-

liana sembra ormai essere stata accertata

in maniera definitiva.

Le sonate in questione, dal carattere ibrido

in quanto non ascrivibili in modo assoluto

al genere della sonata da camera o a quel-

lo della sonata da chiesa, sono debitrici

alla tradizione compositiva di Arcangelo

Corelli (l’autore a cui si rifanno anche le

sonate da chiesa dell'op. 2) e ci mostrano

un Händel che si muove tranquillamente a

suo agio nelle forme della musica di chia-

ro stampo italiano, seppur più ridotte ed

intime rispetto a quelle per grandi com-

plessi strumentali a cui è specialmente

legata la sua fama.

Le sonate H.W.V. 364a e 359a, nonostante

il chiaro attaccamento agli stilemi tipici

della scuola corelliana, portando la loro

datazione al periodo di permanenza a

Giulia Nuti, nata a Cambridge nel 1976,

ha cominciato a suonare il clavicembalo

all’età di dieci anni.

Ha intrapreso gli studi alla Scuola di

Musica di Fiesole, proseguendoli alla

Royal Academy of Music di Londra. Al

Royal College of Music ha studiato clavi-

cembalo, organo e fortepiano, laureandosi

col massimo dei voti e la lode. Al King’s

College di Cambridge ha svolto una ricer-

ca sul basso continuo nell'Italia del Sei-

Settecento, ottenendo un Master in musi-

cologia. È apparsa come solista e continui-

sta nei più prestigiosi festivals europei

(Théâtre des Champs-Élysées, Parigi;

Concertgebouw, Amsterdam; Printemps

Baroque, Bruxelles; Wroclaw Festival,

Polonia; Maggio Musicale Fiorentino;

Göttingen Händel Festival; Alderburgh

Festival; Festival de Ambronay, Francia;

Altstadtherbst kulturfestival, Düsseldorf).

Incide per Naïve, CPO, WDR, BBC e RAI.

E’ specializzata nella musica e trattatistica

italiana sul basso continuo; il suo libro

“The performance of Italian basso conti-

nuo” è stato pubblicato presso Ashgate nel

2007. Dal 2002 è docente di clavicembalo

e basso continuo alla Scuola di Musica di

Fiesole.

Le Sonate per violino e basso continuo diHändelL'immensa fortuna incontrata da Händel è

all'origine della diffusione di numerosi

falsi a lui attribuiti che hanno reso com-

plessa e faticosa l'opera di compilazione

dei cataloghi delle sue opere da parte di

storici e filologi.

Anche le sue composizioni cameristiche

pongono numerosi problemi di datazione e

persino di autenticità.

Il programma del concerto di quest'oggi

raccoglie quelle sonate dell'op. 1 (la prima

Page 19: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Roma di Händel, brillano per una estrema

libertà espressiva, tradotta con squisito

intuito teatrale in un continuo avvicendar-

si di episodi cantabili, fughe dal severo

carattere teutonico e gighe dal sapore

vagamente partenopeo. Le sonate H.W.V.

370 e 361 sembrano invece dover essere

datate in epoca successiva al 1711, anno in

cui Händel, a seguito del clamoroso suc-

cesso del suo “Rinaldo”, si trasferì a

Londra per fondarvi il teatro della Royal

Academy of Music.

Questa sera saranno eseguite, a completa-

mento del programma, la sonata in re

magg H.W.V. 371, che Händel stesso ese-

guì a Londra assieme a Francesco Saverio

Geminiani, la sonata di rara esecuzione

H.W.V. 358 composta verosimilmente

attorno al 1708 a Roma, caratterizzata da

una scrittura curiosamente “antiviolinisti-

ca” e da quattro note acutissime in prossi-

mità della conclusione dell’ultimo movi-

mento (forse una sorta di sberleffo e paro-

dia dello sfoggio di un virtuosismo fine a

se stesso proprio di alcuni virtuosi del-

l'epoca) e la sonata in mi min. originaria-

mente concepita per il flauto traverso,

composta ad Halle negli anni '30 del '700.

19

L’organista Fernando Germani in una delle prime edizioni del Festival (Arch. Fot. APT)

Dall’album del Festival

Page 20: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

20

La Basilica di Sant'Elia, in stile romanico

con elementi di origine lombarda, sorge su

un ripiano al centro della Valle Suppentonia,

probabilmente sulle rovine o nei pressi di

strutture romane, data la presenza di marmi

architettonici di riutilizzo.

Fondata tra l’VIII e il IX secolo e ricostruita

all’inizio dell’XI secolo, è caratterizzata da

una facciata affiancata da ali laterali e ador-

na di tre portali due dei quali realizzati con

frammenti di marmo, probabilmente appar-

tenenti alla primitiva Basilica.

L'impianto planimetrico è costituito da tre

navate ed un transetto, sopraelevato di tre

gradini. Nella navata centrale, le colonne,

provenienti dallo spoglio di ville e monu-

menti romani, sono ornate da capitelli corin-

zi. Il transetto e la navata centrale conserva-

no parti del pavimento cosmatesco; l'altare

maggiore è sormontato da un elegante cibo-

rio decorato da una croce e sorretto da quat-

tro pregevoli colonne.

Particolarmente interessante è la decorazio-

ne pittorica del transetto che comprende

scene tratte dall’Apocalisse di S. Giovanni,

la morte e i funerali dell'abate Anastasio e,

nell’abside, una teoria di vergini, mentre nel

catino domina la figura del Redentore.

Nella navata destra sono conservati dipinti

di artisti locali raffiguranti l'immagine della

Madonna.

La cripta, costituita da due ambienti, conser-

va le tombe di S. Nonnoso e di S. Anastasio.

CASTEL SANT’ELIA - Basilica di Sant’Elia

Ciborio ed abside (arch. fot. Provincia)

Interno (foto F. Biganzoli)Basilica di Sant’Elia. Facciata(foto F. Biganzoli)

Page 21: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

VENERDÌ 22 AGOSTO 2008CASTEL SANT’ELIA - BASILICA DI SANT’ELIA

D. SCARLATTI (1685 – 1757)

Sinfonia n. 1 in la magg. per archi

Allegro - Adagio - Minuetto (Allegro)

sinfonia n. 11 in do magg. per archi

Grave Presto - Adagio - Allegrissimo presto

A. SCARLATTI (1660 – 1725)

Genio di Partenope, La Gloria del Sebeto, Il Piacere di Mergellina

Serenata a 3 con stromenti (1696)

Rev. D. Carboni. Prima esecuzione moderna

Cecilia Marinelli Genio di Partenope

Elisabetta Lombardi Gloria del Sebeto

Camelia Kader Piacere di Mergellina

Gloria: Recitativo Venticelli soaviGloria: Aria Care spiagge

Gloria: Recitativo Ma sospendo gli accentiGloria Aria I fiati canori

Piacere: Recitativo Dal felice e beatoPiacere: Aria Zeffiretti vezzosettiGenio: Aria Augelletti garruletti

Glor.e Piac.: Rec Che a questo suoloGloria e Piacere Duetto È vero, è vero!

Genio: Recitativo Ma poi il labbro arditoGenio: Aria E’ meglio il tacere

Genio: Recitativo So che non è permessoGenio: Aria Bella non tacer

Piacere e Genio: Rec Dir potraiPiacere: Aria Nella bell’alma

Genio: Recitativo Che porta il marGloria: Aria Canterò - tacerò

Genio. Recitativo Taci, taciGenio: Aria ed echi Venticelli lenti lenti

Gloria: Recitativo Pria di tacereTutti Godi e spera

21

Accademia della LibellulaCinzia Pennesi direttore

Page 22: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Cinzia Pennesi è nata a Tolentino ( MC)

nel 1965. Si è diplomata con il massimo

dei voti in Pianoforte con R. Marini e in

Musica Corale e Direzione di Coro con G.

Agosti al Conservatorio “Morlacchi” di

Perugia.

Successivamente ha frequentato corsi e

masterclasses tenuti da G. Kuhn, B. Aprea

e F. Mannino per la Direzione d’Orchestra,

G. Acciai, P. Righele, per la Direzione di

Coro, G. Santorsola per la Composizione,

J. Demus, A. Lonquich, L. Passaglia e I.

Gage per il Pianoforte e S. Woodbury per

la Vocalità. Ha studiato inoltre Analisi e

Composizione con F. Dellipizzi; Direttore

d’Orchestra e di Coro, Pianista, Composi-

trice, svolge intensa attività concertistica

in Italia, Germania, Austria, Spagna,

Inghilterra, Grecia, Romania, Svizzera,

Yugoslavia, Malta, Russia, Marocco, Sud

America e New York.

Ha fondato ed è direttore stabile dell’Or-

22

Violini:

David Taglioni, Angela Benelli, Silvia Badaloni, Klodiana Babo, Alessandra Bottai,

Caterina Monterubbianesi, Martina Palmieri, Debora Piras, Annalisa Trizio

Viole: Laura Pennesi, Paola del Bianco, Romina Ferracuti

Violoncelli: Diego Roncalli, Galileo Di Ilio

Contrabbasso: Caterina Scarafile

Clavicembalo: Sauro Argalia

Page 23: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

chestra Accademia della Libellula, scelta

recentemente per le quattro puntate in

diretta su RAI UNO del programma con-

dotto da Massimo Ranieri.

Ha diretto l’Orchestra Sinfonica della

Radio-Televisione Serba (Belgrado-Sala

Kolarek), l’ Orchestra Sinfonica di Stato di

San Pietroburgo (San Pietroburgo - Teatro

di Corte residenza estiva degli Zar), I

Solisti Aquilani (Festival Visconti-Ischia),

Mozart Sinfonietta, l’Orchestra del Centro

Europeo della Musica, Orchestra

Pomeriggi musicali - Milano, Florilegio

Musicale Barocco, Orchestra di Solingen

(Germania), Orchestra Sinfonica della

Romagna, Orchestra Spontini…

E’ stata Assistente musicale di Franco

Mannino dal 2003 fino alla sua scomparsa.

Nel 2000, ha diretto per Arena Sferisterio

di Macerata, curandone la realizzazione

strumentale, “Rappresentatione di Anima

et di Corpo” di Emilio de’ Cavalieri in

occasione del quarto centenario della

prima esecuzione.

Nel gennaio 2001 ha partecipato al Work-

Shop tenuto da Neville Marriner a New

York culminato in un concerto alla presti-

giosa Carnegie Hall.

Ha realizzato e diretto prime assolute di

Opere di autori contemporanei e prime in

tempi moderni di opere barocche.

Si è esibita come direttore in vari Festival

tra cui Festival di Ravello, Festival

Barocco di Viterbo, Macerata Opera-Arena

Sferisterio, Festival di Todi, Cumbre

Mundial del Tango - Montevideo, Festival

Beethoven, Festival Pergolesi-Jesi,

Maggio dei Monumenti, alla Sala Sinopoli

del Parco della Musica di Roma e al Teatro

Piccolo di Milano. Ha registrato per Rai-

uno, Rai-due, Sky-TV, Rai-International,

Radio Vaticana e RadioTelevisione Serba e

inciso per la KHO.

Nel 1990 ha assunto la direzione della

Corale Polifonica “A. Antonelli” di

Matelica con la quale svolge intensa attivi-

tà concertistica e ha realizzato importanti

produzioni con orchestra.

Le sono state commissionate le Opere

Cinematografiche da Camera “Il Fantasma

dell’Opera” (Premio Cinematografico

Castello di Precicchie, 2002) e “Sinfonia

Visiva” (Sferisterio Macerata-Festival

Terra di Teatri, 2003).

Ha scritto le musiche per lo spettacolo tea-

trale “Il funerale del Poeta” regia di Ninni

Bruschetta. Ha presentato sue composizio-

ne alla Accademia di Ungheria a Roma.

Sue composizioni sono commissionate ed

eseguite da interpreti come Zampetti, Di

Rosa, Ottaviucci e, recentemente, la sua

commedia musicale “La sirenetta” è stata

messa in cartellone al Teatro Sistina di

Roma.

L’Opera Cinematografica da camera

“Peter Pan”, scritta a quattro mani con

Roberta Vacca, è stata recentemente pre-

sentata al Maggio dei Monumenti 2008 a

Castel dell’ Ovo a Napoli. Dal 2003 ha

ideato ed è Direttore Artistico di Opera

Aperta, che produce Opere del Novecento

storico e contemporaneo eseguite nei

Teatri della provincia di Macerata in co-

produzione con importanti Enti. Tiene

Seminari, Master e Conferenze in Italia e

all’estero.

Maria Cecilia Marinelli, soprano lirico,

nata a Fermo, ha compiuto gli studi musi-

cali presso il Conservatorio di Musica

“Giuseppe Nicolini” di Piacenza, dove si è

diplomata in Canto nel 2002 sotto la guida

del soprano Adelisa Tabiadon, ottenendo

anche un Diploma di Merito in Arte

Scenica con la Prof.ssa Sonia Grandis. Ha

studiato pianoforte col M° Loris Pezzani

23

Page 24: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

24

gendo autori come W.A.Mozart, F.

Schubert, Robert e Clara Schumann, C.

Debussy, F. Poulenc, E. Satie. Nel dicem-

bre 2005, nell’ambito del “Progetto

Palestina” della Provincia di Macerata, si è

esibita in concerto presso il Monastero

Salesiano “Ratisbonne” di Gerusalemme

(Israele). Nel luglio 2007 ha cantato al

Théâtre Royal de l’Opéra di Marrakech

(Marocco). Ha inoltre perfezionato lo stu-

dio del Lied tedesco con il M° Massimo

Cottica, Bruno Canino e dal 2001 al 2003

con il M° Konrad Richter della

Hochschule di Stuttgard (Germania). Nel

2003 è risultata vincitrice al Concorso

Nazionale di Musica da Camera “Città di

di Cremona. Sin dai primi anni di studio ha

interpretato ruoli in varie produzioni tea-

trali (“Suor Angelica” di G. Puccini,

“Carmina Burana” di C. Orff, “Don

Giovanni” di W.A. Mozart, “La Traviata”

di G. Verdi) e approfondito lo studio della

vocalità operistica con docenti di fama

internazionale. Attualmente sta perfezio-

nando lo studio del repertorio operistico

con il soprano francese Reneé Jeannel

Tofoni prediligendo i ruoli pucciniani

(Mimì in “Bohème”, “Suor Angelica”, Liù

in “Turandot”, “Madama Butterfly”,

“Manon Lescaut”) e veristi (Santuzza in

“Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni,

Margherita nel “Mefistofele” di A. Boito,

“Adriana Lecouvreur” di F. Cilea, “La

Wally” di A. Catalani). Nel 2003, a

Piacenza, ha debuttato come protagonista

in “West Side Story” di L. Bernstein, nel

ruolo di Maria, diretta dal M° Luciano

Caggiati. Nell’agosto 2006 ha interpretato

il ruolo di Cassandra nella prima esecuzio-

ne in tempi moderni dell’opera “L’uomo

femmina” di B. Galuppi al Festival

Barocco di Viterbo e nel novembre 2006 il

ruolo di Lisa nell’opera radiofonica “I due

timidi” di Nino Rota. Nell’ottobre 2007 è

stata protagonista dell’intermezzo “La

serva padrona” di G.B. Pergolesi, per

Opera Aperta nei teatri della provincia di

Macerata. Nel luglio 2007 ha partecipato

alla prima esecuzione assoluta dell’Opera

Cinematografica da camera “Peter Pan” di

Cinzia Pennesi e Roberta Vacca, presenta-

ta nel maggio 2008 al Maggio dei

Monumenti a Castel dell’Ovo a Napoli.

Nel luglio 2008 ha cantato il ruolo di

Santuzza in “Cavalleria Rusticana” di P.

Mascagni. Svolge intensa attività concerti-

stica come solista in Italia e all’estero nel

repertorio operistico e nel repertorio came-

ristico italiano, francese e tedesco, predili-

Page 25: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Conegliano” in duo con la pianista Donata

Maggi. Attiva anche nel repertorio sacro,

si è esibita in numerosi concerti per voce

ed organo con i M° Luigi Celeghin,

Riccardo Villani e Lorenzo Lucchini ed è

stata solista nelle esecuzioni dello “StabatMater” di L. Boccherini, del “Gloria” di

A. Vivaldi e dell’“Oratoire de Noël” di

C.C. Saint-Saëns. Nell’aprile 2007 ha par-

tecipato al concerto per l’inaugurazione

dell’organo “François Mader” nella St.

Peter Church a Gerusalemme (Israele) in

trio con l’organista Sauro Argalia e la vio-

lista Laura Pennesi. Laureanda in Scienze

letterarie presso la Facoltà di Musicologia

dell’Università degli Studi di Pavia, colla-

bora come musicologo con enti ed associa-

zioni musicali.

Elisabetta Lombardi, mezzosoprano, si è

diplomata in canto presso il Conservatorio

di Torino col massimo dei voti e la lode.

Ha continuato gli studi in Germania e in

Austria con i maestri Judith Beckmann,

Irwin Gage, Hartmut Höll e Graham

Johnson.

Vincitrice di un’edizione del concorso di

Musica vocale da camera di Conegliano e

del concorso “Gli strumenti e il ’900”,

dedicato alla musica contemporanea, ha

iniziato una brillante carriera di concerti-

sta, esibendosi come cantante da camera e

di oratorio in Italia, Germania, Austria,

USA, e Islanda. Ha collaborato con nume-

rose istituzioni concertistiche e festival tra

cui Ravenna Festival, Sagra Musicale

Umbra, Settembre Musica di Torino,

Festival Pianistico Internazionale di

Bergamo e Brescia, Festival Barocco di

Viterbo, Settimane musicali di Bologna, la

stagione concertistica della Sala Scarlatti

di Napoli e dell’Accademia di Spagna di

Roma, la stagione della Philarmonie di

Berlino e di Monaco di Baviera, l’Ars

Festival di Reikjavick (Islanda), i Tiroler

Festspiele di Erl (Tirolo) e i

Herrenchiemsee Festspiele (Baviera).

Recentemente ha preso parte all’esecuzio-

ne del “Gloria” di Vivaldi con l’Orchestra

Regionale Marchigiana, nei principali tea-

tri delle Marche.

Come cantante lirica, ha debuttato al

Teatro Regio di Torino cantando Hansel in

“Hansel e Gretel” di Humperdinck e ha in

seguito partecipato a produzioni nei teatri

di Napoli, Parma, Modena, Lucca,

Macerata, Jesi e nel circuito dei teatri mar-

chigiani di Opera Aperta, interpretando

ruoli del repertorio lirico italiano e tede-

sco.

Ha inciso il “Salve Regina” e la “Messa

Romana” di Pergolesi per la Fondazione

Pergolesi di Jesi, “Il mondo alla roversa”

di Galuppi per la Bongiovanni, “Le nozze

di Figaro” di Mozart per la Koch-Schwann

25

Page 26: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

e “Cantus Planus” di Niccolò Castiglioni

per la Col Legno.

Ha registrato per la Rai, la BBC e per la

Radio tedesca di Berlino.

Insegna Musica vocale da camera presso il

Conservatorio di Fermo.

Kamelia Kader, mezzosoprano, e’ nata a

Sofia, Bulgaria.

Diplomata a pieni voti in canto lirico alla

New Bulgarian University, si è perfeziona-

ta all’Accademia di Arte Lirica di Osimo,

sotto la guida dei maestri Sergio Segalini,

William Matteuzzi e Raina Kabaiwanska.

È vincitrice di concorsi di musica da came-

ra e musica contemporanea, tra cui il

Festival Internazionale della Bulgarian

National Radio.

Borsista dell’Accademia Chigiana di Siena

nella classe del baritono Renato Bruson, ha

partecipato a numerose master classes

tenute da artisti di spessore internazionale

tra cui Magda Oliviero, Montserrat

Caballé, Gustav Kuhn e Raina Kabaivan-

ska. Nel 2002 è stata scelta dal maestro

Gustav Kuhn come solista per la realizza-

zione della Petit Messa Solennelle di

Rossini al Tirolfestspiele di Gutersloh,

Austria.

Ha debuttato nel 1995 nel ruolo di

Marcellina nelle Nozze di Figaro di

Mozart al Teatro dell’Opera di Sofia e dal

1999 al 2000 è stata solista del teatro

nazionale di Stara Zagora, Bulgaria.

Successivamente ha cantato ruoli come

Suzuki in “Madama Butterfly” di Puccini,

Bahus in “La Belle Helene” di Offenbach,

Magdalena in “Rigoletto” di Verdi, Rosina

in “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini,

Fidalma in “Il Matrimonio Segreto” di

Cimarosa, Marianna in “Il Signor

Bruschino” di Rossini. Nel 2005 ha parte-

cipato alla produzione della Cavalleria

Rusticana al Teatro della Fortuna di Fano

nel ruolo di Mamma Lucia. Tra gli impe-

gni recenti lo Stabat Mater di Vivaldi e

Salve Regina di Hasse realizzati con

Ensemble Musica di Milano e il Requiemdi Mozart al Teatro delle Muse di Ancona.

Dal mese di maggio 2006 collabora con

Opera Aperta con la partecipazione all’

allestimento della prima assoluta de “Chi

Rapì la Topina Costanza”, commedia gio-

cosa ispirata a “Il ratto del Serraglio” di

Mozart, sotto la guida del maestro Cinzia

Pennesi.

Accademia della Libellula

Fondata a Tolentino, nelle Marche, nel

1998, da Laura e Cinzia Pennesi.

Ha tenuto concerti in Italia e all’Estero ed

inciso due CD prodotti dalla Fondazione

Pergolesi di Jesi. Si è esibita in vari

Festival (Festival di Ravello, Festival

Barocco di Viterbo, Festival Terra di

Teatri, Festival Beethoven) e in luoghi di

prestigio come la Sala Sinopoli-Parco

della Musica, di Roma e il Teatro Piccolo

26

Page 27: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

di Milano. Ha collaborato con musicisti

come l’oboista Francesco Di Rosa, il clari-

nettista Fabrizio Meloni, il violinista

Francesco De Angelis, solisti della Scala,

il clavicembalista Sauro Argalia, e con il

giornalista Riccardo Pazzaglia, Rosanna

Vaudetti, Maria Giovanna Elmi, gli attori

Elio Pandolfi, Alessandro Quasimodo e

Giovanni Moschella. Ha inciso brani della

compositrice Roberta Vacca.

Ha registrato per Radio Vaticana e Eur

Radio. E’ stata nell’orchestra stabile del

programma in quattro puntate andato in

onda in diretta su RaiUno in prima serata

nel gennaio 2007 “Tutte donne tranne me”

condotto da Massimo Ranieri. Ha fatto

parte dell’orchestra stabile di Opera

Aperta dei Teatri della Provincia di

Macerata.

Si è esibita nelle edizioni del 2007 e 2008

della prestigiosa manifestazione “Premio

Marisa Bellisario” ideata dall’On. Lella

Golfo, presidente dell’omonima Fondazio-

ne, andata in onda su RaiDue.

È diretta da Cinzia Pennesi.

Due brevi sinfonie di Domenico ScarlattiLa Biblioteca Nazionale di Parigi conserva

un manoscritto che comprende 17 sinfonie

di Domenico Scarlatti. Si tratta di brevi

sinfonie tripartite, alla maniera del padre

Alessandro. Si tratta certamente di compo-

sizioni giovanili considerate con molta

sufficienza dagli studiosi. Probabilmente

si tratta di una “provvista” di sinfonie

destinate a precedere opere o cantate.

L’autore delle celebri sonate appartiene a

quella schiera di compositori che hanno

dato il meglio di sé nelle composizioni

brevi, lapidarie, quasi degli aforismi. Nel

codice parigino molte delle sinfonie non

durano più di tre minuti con un adagio

centrale di poche battute, quasi un sospiro.

Gli organici sono variabili, per soli archi o

per uno o due oboi concertanti, talvolta

l’oboe è indicato ad libitum nella parte dei

violini primi. Alcune di esse, a mio parere

almeno sette, sono dei piccoli capolavori.

La Sinfonia n.1 in la maggiore è scritta per

tre gruppi di violini senza le viole, organi-

co certo inconsueto, quasi sperimentale.

La Sinfonia n.11 in do maggiore, contiene

un adagio con una sommessa melodia da

opera seria che può essere affidata ad un

oboe, o ad un violino solista. I veloci

tempi laterali ricordano Vivaldi.

Una serenata per la Viceregina di NapoliLa serenata, come composizione dramma-

tico-musicale fu un genere in voga a parti-

re dalla fine del ‘600 fino a tutto il ‘700.

Simile alla cantata a più voci, era rappre-

sentata con fini celebrativi nelle corti.

L’argomento era mitologico-pastorale o

storico, per lo più di tipo allegorico. A

Napoli presso la corte dei vicerè spagnoli

era il genere usato per solennizzare vittorie

o per dare rilievo particolare a festeggia-

menti genetliaci dei reali.

Nel periodo del viceregno di Luis

Francisco de la Cerda Duc di Medinaceli

(1696-1702) le manifestazioni musicali

erano particolarmente frequenti piacendo

al Duca atteggiarsi a mecenate con parti-

colare predilezione per i cantanti, anzi, le

cantanti (la famosa Giorgina, al secolo

Angela Voglia, assurse al ruolo di amante

ufficiale). Il maestro della real cappella

Alessandro Scarlatti aveva un gran daffare

a scrivere opere (due all’anno) e a produr-

re serenate, specie nel periodo estivo, da

rappresentarsi nel fresco della sera nelle

incantevoli riviere di Posillipo o

Mergellina a cui erano chiamati ad inter-

venire i nobili e i dignitari ma anche il

popolo festante.

27

Page 28: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

La sera del 5 agosto 1696 sullo scoglio di

Mergellina venne eseguita la Serenata a tre

con stromenti “Il Genio di Partenope, la

Gloria del Sebeto, il Piacere di

Mergellina”. L’occasione era data dalla

celebrazione del compleanno e dell’ono-

mastico della viceregina Maria de Giron y

Sandoval e per augurare, con l’occasione,

alla augusta coppia, la nascita di un erede.

Si spiegano così i riferimenti continui ad

una Maria davanti alla quale Genio, Gloria

e Piacere s’inchinano reverenti. Non c’è

stato tramandato l’autore dei non sublimi

versi allegorici ma si trattava sicuramente

dell’abate Francesco Maria Paglia autore

dei versi di altre due serenate musicate da

Scarlatti il mese precedente. Gli interpreti

erano “tre sceltissime voci” di grande spic-

co. La parte del Genio era affidata al

sopranista Matteo Sassano, detto

“Matteuccio”, il più famoso evirato napo-

letano “amatissimo da tutti specie dalle

donne”. Nato a San severo, Foggia, nel

1667 da una povera famiglia, all’età di

nove anni fu ammesso al Conservatorio

dei Poveri di Gesù Cristo di Napoli, non

prima però di essere stato accompagnato al

vicino negozio di barbiere per essere

“incomodato”. Da Napoli Matteuccio

cominciò una brillante carriera diventando

celebre in tutta Europa accumulando note-

voli ricchezze e onorificenze fra le quali il

titolo di marchese. La Gloria del Sebeto (il

mitico fiume che dal Vesuvio scendeva

fino al mare, ora ridotto ad un rigagnolo)

era interpretato dal soprano Vittoria

Tarquini, detta “Bombace”, anche lei

destinata ad una brillante carriera. Fra l’al-

tro contribuì alla fortuna del giovane

Händel, del quale fu amante, interpretan-

done le opere. Completava il trio, nella

parte del Piacere di Mergellina, Domenico

Melchiorri detto “l’Aquilano”, contraltista

a servizio di Medinaceli, anch’egli “inco-

modato”, proveniente dalla stessa scuola

di Matteuccio.

Di questa serenata è rimasto come unico

testimone un manoscritto conservato nella

Biblioteca del Conservatorio di

Montecassino. Grazie a questo è stato pos-

sibile ricostruire quella serata di agosto a

Mergellina di oltre tre secoli fa.

Nel frontespizio l’autore riferendosi evi-

dentemente all’organico strumentale, scri-

ve: “Concertino, Concerto grosso, Echi in

lontananza”. La Sinfonia iniziale segue

infatti la forma del Concerto grosso con il

consueto “concertino” di due violini e vio-

loncello contrapposto al “ripieno” degli

archi. Gli “Echi in lontananza” sono pre-

senti nell’“Aria ed echi” Venticelli lenti

lenti dove due coppie di violini ripetono

una frase musicale con un’“eco”, effetto,

caro ai polifonisti del madrigale cinque-

centesco praticato poi anche nella musica

strumentale del Barocco. Dopo la

Sinfonia, tripartita “scarlattiana” seguono

le arie inframmezzate da recitativi seguite

sempre da una breve “coda” strumentale.

L’accompagnamento delle arie è affidato

al cembalo o all’orchestra. Nelle arie

Uccelleti garruletti (Genio) e Zeffiretti

vezzosetti (Piacere) i cantanti gareggiano

con un violino solista e nell’aria É meglio

tacere (Genio) la voce dialoga col violon-

cello.

Domenico Carboni

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Page 29: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

SERENATA A 3 CON STROMENTI.

Interlocutori:

Genio di Partenope

Gloria del Sebeto

Piacere di Mergellina

Gloria

Venticelli soavi

che con ali amorose

in braccia del mio sole

dall’occaso venite,

respirate e poi dite

dove poteva il fato

dar riposo a voi

lido più grato.

Care, care spiagge

dove siede la bellezza e la virtù

quando a voi s’accosta il piede

il pensier non parte più.

Ma sospendo gli accenti

mentre veggio che viene,

col gradito Piacer

di Mergellina amata

di Partenope il Genio

a queste rene.

Genio

Del Sebeto famoso

bella gloria immortale

scuoti all’antica tromba

che l’orbe rimbomba

il cenere fatal di tanti eroi

e gli anni di Maria,

canta fra noi.

I fiati canori

deh sveglia e richiama

sul labbro sì lieto

sì dolce sì vago

che ride così.

Poi sfrondi gli allori

l’amico Sebeto

e il crin della fama

che splende sul Tago

s’adorni sì sì!

Piacere

Dal felice e beato

scoglio di Mergellina

delizia di ogni core,

ristoro dell’ardore

Gloria, Genio, il Piacere

a Voi s’inchina.

Zeffiretti vezzosetti

non partite mai da me

e d’un lido così fido

non tradite mai la fe’.

Genio

Augelletti garruletti

agitate sempre il vol.

Gli arboscelli verdi e belli

rinfacciate sempre al sol.

Gloria

Che a questo suolo ameno

sempre benigni influssi

piova il ciel dalle sfere

sia pur di gloria…

Genio

…sia genio

Piacere

…sia piacere.

Gloria

Ma temer non posso

quei che dan le vicende

immensi affanni

se porto in seno accolto

l’applauso di Maria

29

Page 30: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

col nome e gli anni.

Genio

Dell’ eroina parlo

ch’è stretta in nodo eterno

al gran consorte ibero.

È vero, è vero, o amici!

Genio e Gloria

Stian lungi gli affanni

e sol di quegli anni si canti

con lodi immortali

degli alti natali

si celebri il dì.

Genio

Ma poi chi il labbro ardito

ai festivi concenti,

chi ama il plettro agli accenti

che ti dirà che basti…

Gloria

… che non confonda

con eroico soggetto

la tromba un altro affetto.

Nel più chiuso del core

nasconderò l’alte memorie

e poi astratto il mio pensiero

si innalzerà devoto al Nome altero.

Genio

Non basta che la mente

concepisca invaghita

l’idea d’una gran cosa

ma convien che facondo

con Mercurio veloce

l’applauso che si dà

giunga alla voce.

È meglio, il tacere

se il labbro al dovere

mai giunger non può.

L’incenso ed il voto

d’un petto devoto

offrir gli saprò.

So che non è permesso

a noi talpe infelici

fissare il cieco sguardo

a sì grandi splendori.

Ma non devi in tal giorno

lasciar che dalla fama

non odan gli orbi intorno:

“nacque in tal dì

Lei che Maria si chiama!”

Bella, no, non tacer!

Benché non giungi al ver

dei pregi suoi,

che a Lei non spiacerà

almen la volontà

dei carmi tuoi.

Piacere

Dir potrai

che Maria comprende

ognun di noi

se dell’alme d’eroi

essa è il genio…

Genio

…è la gloria

Gloria

…è il piacere

Piacere

Nella bell’alma

regna la calma

figlia d’amor!

E col bel viso

ha il ciel diviso

il suo splendor.

Genio

Ché porta il mar nel nome,

ma lo fecer le stelle

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Page 31: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

un mar tutto pietà

senza procelle.

Gloria

Se così risolvete,

Genio, Piacer, io canto.

Canterò! Ma se veggio

che il mio petto

non resiste a tal soggetto

compatite, io tacerò.

Tacerò! Ma se giungo

al nobil vanto

con la forza del mio canto,

voi tacete, io canterò!

Genio

Taci! Poiché dall’urna

dei sonni più soavi

vedo Morfeo che estrae

quel di Maria,

lo corteggia e a lei s’inchina.

Venticelli lenti lenti

state attenti

respirate, sussurrate,

che Maria vuol riposar.

Aure chete, care e liete,

non volate, sospendete

dolce dolce il ventilar.

Gloria

Pria di tacere io voglio

che il mondo aspetta

dal bel sen un rampollo

della stirpe immortale del genitor

di sesso e di costumi

ai genitori egual.

Tutti

Godi e spera

donna altera

una prole

che del sole

porti in fronte

lo splendor:

un incanto

d’ogni sfera

un novello

dio d’amor!

31

Acquapendente,

Festival 2004.

Cinzia Pennesi diri-ge L’Accademiadella Libellula(Arch. fot. APT)

Page 32: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

32

Il Palazzo è uno dei più grandi capolavori

dell'architettura rinascimentale, creato per

celebrare i fasti della famiglia Farnese e di

papa Paolo III, il suo esponente di maggior

spicco. Intorno al 1520 venne affidata la pro-

gettazione della residenza caprolatta ad

Antonio da Sangallo il Giovane e la struttura,

a pianta pentagonale con bastioni angolari

difensivi ed un fossato perimetrale, ha

l’aspetto e la funzione di una vera fortezza. I

lavori vennero sospesi quando, nel 1534, il

cardinale salì al soglio pontificio con il nome

di Paolo III. Nel 1559, i lavori ripresero con

il nipote del papa, anch’egli di nome

Alessandro, che affidò l’incarico a Jacopo

Barozzi detto il Vignola che trasformò il

palazzo da fortezza a residenza di nobile rap-

presentanza. Venne modificato anche l’asset-

to urbano del borgo con la realizzazione della

cosiddetta Via Dritta che aveva una duplice

funzione, di raccordo e prospettica. Il Palazzo

può considerarsi terminato nel 1575.

CAPRAROLA - Palazzo Farnese

Il Piano Rialzato, detto dei Prelati, con

ambienti affrescati da Taddeo e Federico

Zuccari, permette di raggiungere lo straordi-

nario cortile progettato dal Vignola in forma

circolare, composto da due porticati sovrap-

posti le cui volte vennero magistralmente

affrescate da Antonio Tempesta, come pure le

pareti della scala elicoidale interna la cui ori-

ginale interpretazione usciva dalle regole del-

l'epoca tanto che venne chiamata Scala

Regia. Sopra è il Piano Nobile, diviso in due

appartamenti: quello estivo affrescato da

Taddeo e Federico Zuccari, e quello inverna-

le dipinto dal Bertoja, da Raffaellino da

Reggio e da Giovanni De Vecchi. Qui si trova

anche la Stanza dei Fasti Farnesiani, che

narra negli affreschi la storia della famiglia.

Nello stesso piano si trova l'Anticamera del

Concilio, dove l'attenzione è rivolta alla figu-

ra di Paolo III e al Concilio di Trento. Segue

la Sala di Ercole in cui i pregevoli affreschi si

rifanno alla leggenda di Ercole che diede ori-

gine al Lago di Vico.

Alla villa sono annessi gli "Orti farnesiani",

uno splendido esempio di giardino tardo-

rinascimentale realizzato con terrazzamenti

collegati alla residenza dal Vignola attraverso

dei ponti.

Palazzo Farnese (foto F. Biganzoli)

Palazzo Farnese. Giardino all’italiana(foto F. Biganzoli)

Page 33: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

LUNEDÌ 25 AGOSTO 2008CAPRAROLA – PALAZZO FARNESE

FOLIAS Y ROMANESCAS

Diego Ortiz (1510-1570 ca) Folias y Romanescas

Tobias Hume (1569-1645) Musicall Humors

A Souldiers MarchHarke, harkeGood againeA Souldiers Resolution

Gaspar Sanz (Sec. XVII) Piezas para la Guitarra

JácarasCanarios

Marin Marais (1656-1728) Pièces de Viole

PreludeMuzettesL’Arabesque

*****

Alfonso Ferrabosco (1578-1628) Lessons to the Lyra-Viol

CorantoWhy not hereLa Cloche

Robert de Vizée (Sec. XVII) Chaconne

Suite in Sol magg. Manoscritto Vaudry de Saizenay

Marin Marais Folies d’Espagne

33

Jordi Savallviola da gamba - Barak Noman, London 1697

Rolf Lislevand tiorba e chitarra

Page 34: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

34

Jordi Savall è una figura eccezionale nel

panorama musicale attuale. Per oltre 30

anni si è dedicato alla scoperta di tesori

musicali abbandonati: trent’anni di ricerca

e studio, sia come violista che come diret-

tore. A partire dal 1970 incide come solista

i capolavori del repertorio per viola da

gamba. Viene rapidamente riconosciuto

dalla critica internazionale come uno dei

più grandi interpreti di questo strumento.

Con i tre gruppi musicali Hesperion XXI,

La Capella Reial de Catalunya e Le

Concert des Nations, fondati insieme al

soprano Montserrat Figueras, Savall

esplora e crea un universo di emozioni e

bellezza, restituendolo a milioni di amanti

della musica, facendo conoscere al mondo

la viola da gamba e le musiche dimentica-

te di diversi paesi e accreditandosi così

come uno dei principali difensori della

musica antica.

Unanimemente riconosciuto come uno dei

maggiori interpreti di musica antica, Jordi

Savall è senza dubbio una delle personali-

tà musicali più eclettiche della sua genera-

zione: violista, direttore e creatore di uno

stile personale e inconfondibile, le sue atti-

vità di concertista, pedagogo e ricercatore

ne fanno uno dei principali protagonisti

dell'attuale rivalutazione della musica sto-

rica. Con la sua partecipazione al film di

Alain Corneau “Tutte le mattine del

mondo” (che ha ricevuto 7 César, tra cui

quello per la migliore colonna sonora), la

sua intensa attività concertistica (140 con-

certi l’anno) e discografica (sei ogni anno)

e, più recentemente, con la creazione della

sua etichetta Alia Vox, ha dimostrato che la

musica antica non è necessariamente elita-

ria o minoritaria e che può interessare

anche un pubblico sempre più giovane e

vasto.

Come molti altri musicisti, inizia gli studi

all'età di 6 anni facendo pratica in un coro

di bambini della sua città natale, Igualada

(Barcellona), e studiando il violoncello al

Conservatorio Superiore di Musica di

Barcellona dove si diploma nel 1964. Dal

1965 avverte rapidamente l'importanza

della musica antica (Ars Musicae) impa-

rando da solo a suonare la viola da gamba,

strumento praticamente dimenticato, così

come sconosciuto dal patrimonio musicale

della penisola iberica. Completa la sua for-

mazione presso la Schola CantorumBasiliensis (Svizzera 1968-1973) dove nel

1973 succede al suo maestro August

Wenzinger.

Jordi Savall ha registrato più di 170 CD e

ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Nel

1988 è stato nominato Officier de l'Ordre

des Arts et Lettres dal Ministero della

Cultura francese. Nel 1990 ha ricevuto la

Page 35: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

35

Croce di Sant Jordi dal Generalitat de

Catalogne. Nel 1992 è stato nominato

“Musicista dell'anno” da Le Monde de la

Musique e nel 1993 “Solista dell'anno”

nell’VIII edizione di Victoires de la

Musique. Nel 1998 ha ricevuto la

Medaglia d’Oro delle Belle Arti dal

Ministero della Cultura spagnolo e nel

1999 è stato nominato Membro Onorario

della Konzerthaus di Vienna. Ha ricevuto

la Laurea honoris causa dall’Università

Cattolica di Louvain in Belgio nel 2000 e

dall’Università di Barcellona nel 2006.

Nel 2002 Victoires de la Musique gli ha

riconosciuto il premio alla carriera. Nel

2003 ha ricevuto dal Parlamento di

Catalogna la medaglia d’oro e il “Preise

der Deutschen Schallplattenkritik” in

Germania. Ha ottenuto inoltre diversi

Premi “Midem Classical” nel 1999, 2000,

2003, 2004 e 2005.

Nel 2006 l’incisione “Don Quijote de la

Mancha: Romances y Músicas” non solo è

stato premiato nella categoria “musica

antica” ma è anche stato eletto “Disco del-

l’anno”. Lo stesso album è stato nominato

ai Grammy Awards a Los Angeles (USA)

sempre in quell’anno.

Il suo nuovo libro-disco “Cristoforo

Colombo: i paradisi perduti” (2006), in cui

Jordi Savall presenta una combinazione di

fonti storiche e musicali del XV secolo

spagnolo, è un ulteriore esempio di recu-

pero totale del patrimonio musicale e

testuale della penisola iberica e del Nuovo

Mondo.

Nell’ultimo lavoro che ha appena prodot-

to, “Lachrimae Caravaggio”, si uniscono

in forma nuova la letteratura, la musica e

la pittura in un CD dedicato a questo

geniale e sfortunato pittore. La musica

d’epoca di Savall fa da “colonna sonora

immaginaria” alla sua vita, mentre sette

ultimi dipinti di Caravaggio sono com-

mentati dallo scrittore Dominique

Fernandez (considerato uno degli

“Immortali” con la sua recente nomina

all’Accademia della Letteratura).

Nato nel 1961 a Oslo, Rolf Lislevand stu-

dia la chitarra classica all’Accademia di

Musica dello Stato Norvegese. Si esibisce

regolarmente in numerosi studi, club e

gruppi con la chitarra elettrica; ciò gli

apporterà un esperienza preziosa dell’im-

provvisazione che segnerà profondamente

il suo tocco nel linguaggio musicale e nel-

l’avvicinamento con la musica antica.

Entra nella Schola Cantorum Basiliensisdove prosegue i suoi studi con il maestro

Hopkinson Smith e il maestro Eugène

Dombois prima di essere invitato dal mae-

stro Jordi Savall per collaborare a creare

diverse formazioni: Hespèrion XX, La

Capella Reial de Catalunya e Le Concert

des Nations. Acquista una perfetta cono-

scenza della musica francese per viola da

gamba del XVII secolo con Monserrat

Page 36: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

36

Figueras che a sua volta gli farà scoprire la

musica vocale spagnola del XVI e XVII

secolo.

Nel 1987, si stabilisce a Verona e forma il

gruppo Ensemble Kapsberger; dal 1993, le

sue registrazioni sia con il gruppo che

come solista escono sotto il marchio

AUVIDIS/NAIVE. Lo stesso anno diventa

professore della Staatliche Hochscule fur

Musik a Trossingen (Germania).

Il suo primo disco, tratto dalla musica di

Hieronymus Kapsberger, si vede attribuito

non solo critiche calorose ma anche il

“Diapason d’Or dell’ anno 1994”; il

MIDEM, a Cannes, con la ricompensa di

un titolo per “Migliore Disco di musica

strumentale prima del 1650” lo stesso

anno. Nel 1995 Gramophone lo elegge

“Critic’s choice”. Con l’ensemble

Kapsberger, propone delle nuove conce-

zioni artistiche delle musica strumentale

del XVII secolo, come una revisione della

tradizione attuale della musica antica.

Contemporaneamente al suo lavoro con il

gruppo, realizza la visione per repertorio

da solista di liuto e chitarra con dei dischi

consacrati alla musica di J.S. Bach, Gaspar

Sanz e la scuola francese di liutisti del

XVII secolo e s’impone come uno dei liu-

tisti di referenza della nostra epoca, rico-

nosciuto da numerose critiche e premi

discografici: Diapason d’Or dell’anno, 10

de répertoire, Choc du Monde de le

Musique, Grammophone’s critic’s choice,

Spelemannsprisen etc.

Spinto dalla sua ispirazione e dalla curiosi-

tà, collabora con importanti interpreti dai

multipli orizzonti musicali. Le sue iniziati-

ve lo hanno portato a lavorare con orche-

stre barocche (in quanto direttore d’orche-

stra), musicisti di jazz, flamenco, musica

popolare di diverse origini, musica araba,

orientale e musica contemporanea.

Dal 2006 Lislevand collabora con la presti-

giosa casa editrice ECM in Germania.

Attualmente, si esibisce in diversi festival

in Europa, negli Stati Uniti e in Oriente,

come solista o direttore del suo gruppo e si

occupa attivamente della sua classe di

musica antica a Trossingen.

Page 37: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

37

Progrmma del Festival Barocco nel 1985

Page 38: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

38

La Chiesa di Santa Maria in Castello, l'edifi-

cio religioso più importante del borgo

medioevale, fu iniziata nel 1121 e consacrata

nel 1208. Nel 1566 venne affidata ai

Carmelitani ma già nel 1569 risulta sconsa-

crata. Nel 1875 il Reale Governo Italiano

riconobbe Santa Maria in Castello come

monumento nazionale.

La facciata a coronamento orizzontale, sor-

montata da un campaniletto a vela, è triparti-

ta in basso da lesene. Il portale centrale e la

grandiosa bifora sovrastante sono ornate da

decorazioni cosmatesche, opera di Pietro di

Ranuccio romano (1143).

Di schietta impronta romanica, l'interno è

suddiviso in tre navate, coperte da volte e

coronate da tre absidi. Degli otto altari di cui

si è a conoscenza è oggi sopravvissuto sola-

mente quello maggiore con ciborio sorretto

da quattro colonne e risalente al 1168 ad

opera dei romani Giovanni e Guittone figli di

Nicola Ranucci. Il pavimento della chiesa è

costituito da preziosi mosaici eseguiti da

maestri marmorari romani ed è ricco di iscri-

zioni pagane e cristiane incise su materiale di

TARQUINIA - Chiesa di Santa Maria in Castello

Museo archeologico

Santa Maria in Castello (foto E. Valerioti)

Museo Archeologico. Cavalli alati (arch. fot. APT)

Il Museo Archeologico Nazionale, tra i più

importanti d'Italia per la ricchezza e la varie-

tà dei reperti esposti, è ospitato nel Palazzo

Vitelleschi, autentico capolavoro architetto-

nico rinascimentale con elementi in stile

gotico e catalano. Conserva al suo interno un

repertorio vascolare unico per forme e deco-

razioni figurative, sarcofagi notevolissimi di

famiglie tra le più importanti d’Etruria, terre-

cotte architettoniche di finissima esecuzione

come l'elegante scultura fittile dei cavalli

alati, famosa in tutto il mondo.

reimpiego. La cupola, a pianta ellittica sor-

montata da un cupolino di influenza araba, è

oggi sostituita da un semplice tiburio. A metà

della quarta campata maggiore di sinistra è un

ambone del 1209 eseguito dalla mano di

Giovanni di Guittone. Nella terza campata

della navata destra è, infine, il fonte battesi-

male ad immersione di forma ottagonale,

rivestito di marmi policromi.

Page 39: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

VENERDÌ 29 AGOSTO 2008TARQUINIA – CHIESA DI SANTA MARIA IN CASTELLO

MUSICA SERENISSIMACONCERTI DI VIVALDI E DI ALTRI AUTORI VENEZIANI

T. Albinoni (1671-1750)

Concerto op. 9 n. 3 in Fa magg. per due oboi, archi e basso continuo

Allegro - Adagio - Allegro

A. Vivaldi (1678-1741)

Concerto in Sol magg. RV 545 per oboe, fagotto, archi e basso continuo

Andante molto - Largo - Allegro molto

B. Galuppi (1706-1785)

Concerto in Sol min. per archi e basso continuo

Grave e Adagio - Spiritoso - Allegro

D. Bigaglia (1676-1745)

Concerto in Si b magg. per oboe, archi e basso continuo

*****

A. Marcello (1669-1747)

Concerto n. 6 in Sol magg. da “La Cetra” per 2 oboi, archi e basso continuo

Allegro - Larghetto - Vivace

A.Vivaldi

Concerto in La magg. RV158 per archi e basso continuo

Allegro ma non troppo - Largo - Allegro

G. B. Platti (ca.1690-1763)

Concerto in Sol min. per oboe, archi e basso continuo

Allegro - Largo - Presto

T. Albinoni (1671-1750)

Concerto op. 9 n. 9 in Do magg. per 2 oboi, archi e basso continuo

Allegro - Adagio - Allegro

39

Ensemble ZefiroAlfredo Bernardini oboista e direttore

Page 40: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

40

Nel 1989 a Mantova, gli oboisti Alfredo

Bernardini e Paolo Grazzi ed il fagottista

Alberto Grazzi fondano Zefiro, un com-

plesso con organico variabile specializzato

in quel repertorio del Settecento in cui i

fiati hanno un ruolo di primo piano. In que-

sti anni Zefiro è diventato un punto di rife-

rimento, in ambito internazionale, per il

repertorio di musica da camera del '700 e

'800 con strumenti d'epoca.

I suoi fondatori, insegnanti presso i

Conservatori di Musica di Amsterdam,

Barcellona, Mantova, Verona e Milano,

sono considerati tra i più validi esecutori

nell'ambito della musica antica e apprezza-

ti solisti di famose orchestre; si avvalgono

della collaborazione dei migliori strumen-

tisti in campo europeo.

Zefiro è presente nei principali festival

europei di musica (Amsterdam,

Barcellona, Ginevra, Helsinki, Innsbruck,

Lione, Londra, Manchester, Milano,

Monaco di Baviera, Palma di Mallorca,

Parigi, Praga, Regensburg, Salisburgo,

Utrecht, Vienna, ecc.) e con tournée in

Israele, in Egitto, in Sud America (Cile,

Argentina, Uruguay e Brasile - estate

2004), in Giappone (gennaio 2005),

Canada (giugno 2006) e in Corea (settem-

bre 2006), riscuotendo ovunque un grande

successo di pubblico e di critica.

Zefiro è stato scelto dalla televisione belga

per un documentario su Vivaldi ed ha al

suo attivo la registrazione di 13 compact

disc, tra cui le sei sonate di J. D. Zelenka,

la musica per insieme di fiati di

W.A.Mozart, la Water Music di Händel e

Wassermusik di Telemann, gli arrangia-

menti per 13 strumenti a fiato di arie da

Opere di Mozart e la pubblicazione dei

“Concerti per vari strumenti” di A. Vivaldi

(Opus 111/Naïve). Le registrazioni più

recenti, pubblicate dalla Sony Classical,

hanno ricevuto diversi premi internaziona-

li e fanno di Zefiro un punto di riferimen-

to per questo repertorio nel mondo intero.

“Harmoniemusik” di Beethoven ha ottenu-

to 5 Diapason e “Divertimenti per archi e

fiati” di Mozart ha ricevuto il primo pre-

mio nella sezione musica da camera del

National Prize Classic Voice 2007, ‘Choc’

Le monde de la musique del 2007,

‘Miglior album del mese’ per ‘Amadeus’ a

marzo 2007, ‘CD del mese’ per ‘Suonare’

a gennaio 2007.

L'attività di Zefiro si divide in tre organici:

ensemble da camera, gruppo di fiati

[“Harmonie”] ed orchestra barocca propo-

nendo una grande varietà di programmi

dall'ampio repertorio del Settecento: dai

concerti a 5 e per strumenti solisti di

Vivaldi alle opere teatrali e musica festiva

di Händel, dalle cantate di Bach alle Messe

di Haydn, fino alla musica per fiati di

Mozart, Beethoven e Rossini.

Musica SerenissimaL'oboe e il fagotto subirono negli ultimi

decenni del Seicento importanti modifiche

Page 41: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

41

che li traghettarono definitivamente dal

mondo variopinto e ‘collettivo’ dello stru-

mentario rinascimentale a quello sempre

più orientato al solismo del periodo baroc-

co. La culla del lavorìo sui legni fu la

Francia di Luigi XIV, dove importanti

famiglie di costruttori-esecutori dettero un

contributo fondamentale allo sviluppo dei

modelli ‘moderni’ di questi strumenti.

Venezia si aprì rapidamente e con curiosi-

tà alla novità, e la prima metà del

Settecento assistette ad una fioritura impo-

nente di composizioni per oboe (che ritro-

vava nel fagotto il suo ‘basso naturale’), e

pure al rilancio del robusto e tuttavia dut-

tile e finanche dolce strumento grave, reso

protagonista di non pochi concerti e arie

d'opera con accompagnamento obbligato.

Tommaso Albinoni fu probabilmente il

primo ad adottare stabilmente la forma del

concerto in tre movimenti, così da dedica-

re all'oboe una raccolta organica di concer-

ti, l'op. 7 (1715), in cui lo strumento (usato

anche a coppie) viene chiamato a ‘cantare’

con un trattamento che lo assimila molto

alla voce. L'op. 9 uscì nel 1722 con una

dedica all'Elettore di Baviera; Albinoni era

al culmine della carriera, e la raccolta con-

ferma il suo interesse per l'oboe ma anche

lo straordinario talento per la scrittura con-

certistica.

Di Antonio Vivaldi è notissimo il ruolo

che ebbe nella definizione del concerto

solistico, così come il suo gusto per la spe-

rimentazione timbrica che, complice la

situazione ideale dell'orchestra della Pietà,

lo portò a scrivere per tutti, o quasi, gli

strumenti presenti nel panorama musicale

dell'epoca. All'oboe e al violino solista

Vivaldi dedicò il concerto in Si bem.

magg. sfruttando magistralmente sia la

vocazione al virtuosismo sia le potenziali-

tà liriche di questi due strumenti.

Baldassarre Galuppi, detto il Buranello,

nacque nell'isola di Burano - Venezia; era

molto famoso per le sue opere, sia buffe

che serie, per i suoi lavori sacri e per la

musica per tastiera. Il suo stile melodico,

elegante e flessibile s’incontrò con la poe-

tica del Goldoni: questa collaborazione

segnò la nascita e la diffusione in tutta

Europa (dopo il 1749) del dramma gioco-

so. Il concerto per archi in Sol minore è

un’opera di grande intensità e di fine con-

trappunto che ben evidenzia il suo stile

musicale.

Diogeno Bigaglia padre benedettino del

convento di S. Giorgio Maggiore a

Venezia, fu musicista versatile, dedito

soprattutto alla composizione di oratori.

Scrisse poche ma apprezzabili sonate per

flauto (o violino, com’era prassi all’epoca)

e quattro concerti in cui l'oboe è sempre

presente o come solista o comunque in

organico.

Giovanni Platti nato probabilmente a

Venezia o forse a Padova, polistrumentista

e virtuoso di oboe, si formò probabilmen-

te sotto i musicisti veneziani della genera-

zione dei Marcello, Vivaldi, Albinoni, ma

sviluppò poi la propria carriera a

Würzburg, dove si stabilì a partire dal

1722. Il concerto per oboe in Sol minore è

solidamente ancorato alla tradizione vene-

ziana e ‘barocca’, sia come struttura sia

come profilo melodico delle parti solisti-

che.

Page 42: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

42

La chiesa, romanica ma restaurata da

Antonio Munoz nel 1927, è caratterizzata

da una facciata a tre spioventi, di cui quelli

laterali più bassi ed è adorna di rosone cen-

trale. L’ingresso è preceduto da una doppia

scalinata che racchiude una cappella votiva.

Titolata inizialmente a S. Lorenzo martire,

fu poi dedicata a S. Francesco con l’arrivo

dei Francescani e custodisce al suo interno,

in uno splendido sepolcro marmoreo dalle

forme gotiche, le sepolture dei gemelli

Francesco e Nicola Anguillara, morti nel

1406 e 1408. Il sarcofago, sostenuto da

colonne tortili, ospita, giacenti su un piano

inclinato, le statue dei fratelli; due angeli

aprono le cortine mentre al di sopra è una

statua della Madonna col Bambino affian-

cata dalle statue dei due fratellini.

CAPRANICA - Chiesa di San Francesco

Chiesa di San Francesco.

Facciata (foto F. Biganzoli).

In basso: interno(Arch. fot. Comune di Capranica)

Page 43: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

SABATO 30 AGOSTO 2008CAPRANICA – CHIESA DI SAN FRANCESCO

Ensemble Barocco della Tusciadiretto da Riccardo Marini

SUSANNE KELLING soprano

G. Tartini (1692 - 1770)

Trio Sonata in re magg. per flauto, violino e basso continuo

Allegro assai, Andante cantabile, Presto

P. degli Antonii (ca 1645 - 1720) “Ad mensam celestem”

mottetto sacro op. 7 n. 4 per voce, violino, violoncello e basso continuo

Aria, Recitativo, Aria, Alleluia

A. Vivaldi (1678 - 1741)

Sonata n. 2 in do magg. dal “Pastor fido” per flauto e basso continuo

Preludio, Allegro assai, Sarabanda, Allegro

G. P. Telemann (1681 - 1767)

Am Ersten Heiliger Ostertag, cantata per soprano, flauto, violino e basso continuo

Aria, Recitativo, Andante

*****

George Friedrich Händel (1685 – 1759)

Concerto a quattro in re min., per flauto, violino, violoncello e basso continuoAdagio, Allegro, Largo, Allegro

G. P. Telemann (1697 - 1733)

Ihr Völker hört cantata per soprano, flauto e basso continuo

Aria, Recitativo, Vivace

George Friedrich Händel

Empio, dirò, tu sei. Aria dal I atto dell’opera “Giulio Cesare”

Roberto Cilona flauto

Paolo Marchi violino

Alessandra Vitali violoncello

Riccardo Marini clavicembalo

43

Page 44: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Susanne Kelling, nata a Friedrichshafen

(Germania), dopo la maturità studia vio-

loncello presso il Conservatorio di

Colonia, dove consegue il diploma di con-

certista. Comincia a studiare canto lirico

con il soprano Klesie Kelly (USA), docen-

te presso lo stesso istituto. Consegue il

diploma di canto col massimo dei voti. Ha

frequentato corsi di perfezionamento pres-

so la Sommerakademie del Mozarteum di

Salisburgo, la Hugo-Wolf-Akademie di

Stoccarda con Gérard Souzay e nel qua-

dro del festival Richard-Strauss-Festspiele

di Garmisch-Partenkirchen con Hermann

Prey. Dal 1995 ha approfondito gli studi

del repertorio operistico italiano con il

baritono S. Bruscantini presso l` Acca-

demia di Santa Cecilia a Roma, dove ha

cantato in qualità di protagonista la

“Cenerentola” di Rossini al teatro Valle in

occasione del 270° anniversario della sua

fondazione. Nello stesso anno ha debutta-

to nella parte di Dorabella al teatro

Mancinelli di Orvieto, dove l’anno

seguente ha cantato Rosina nel “Barbiere

di Siviglia”. In seguito ha proseguito il suo

perfezionamento col soprano Gabriella

Ravazzi a Genova. Vincitrice di una borsa

di studio della fondazione Richard-

Wagner-Stiftung, partecipa a vari festival

internazionali, come interprete solista,

quali ‘Settembre Musica’ - Torino,

‘Emilia-Romagna-Festival’, ‘Chants

sacrés en Méditéranée’ a Marsiglia, ‘Arts

baroques en Provence’ di Avignone,

‘Musikfestspiele Potsdam Sanssoucis’,

‘MusikTriennale 2000’ di Colonia collabo-

rando tra l`altro con l’ Ensemble modern di

Francoforte, l’orchestra dell’opera di Stato

di Monaco di Baviera, l’Orchestra della

radio BR di Monaco di Baviera,

l’Orchestra sinfonica di Amburgo,

l’Orchestra Filarmonica di Praga, l’

Orchestra della radio WDR di Colonia ecc.

Ha effettuato numerose incisioni per cd,

radio e televisione. Ha tenuto Recital lie-

deristici nelle più importanti città europee

(Parigi, Bruxelles, Monaco, Berlino,

Vienna, Roma, Milano etc.) riscuotendo

ovunque successi di critica e di pubblico.

Dalla stagione 1998/ 99 ha lavorato stabil-

mente all’opera di Stato di Monaco di

Baviera in qualità di solista, dove ha can-

tato tra gli altri sotto la direzione di Zubin

Mehta ed Ivor Bolton. Oltre a ciò ha

debuttato al teatro San Carlo di Napoli, al

teatro La Fenice di Venezia, al teatro Regio

di Torino, al teatro G. Verdi di Trieste, al

teatro lirico di Colonia e di Düsseldorf.

Attualmente è impegnata nei ruoli di

Mercedes in “Carmen”, Cesca in “Gianni

Schicchi”, il Furetto ne “Il tabarro” e la

44

Page 45: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Badessa in “Suor Angelica” presso lo

Staatstheater am Gärtnerplatz a Monaco di

Baviera.

L’Ensemble Barocco della Tuscia è stato

creato nel 2007 con l’intento di favorire la

diffusione di musica cameristica di rara

esecuzione attraverso la collaborazione di

musicisti locali emergenti e per esportare

tali produzioni anche all’estero onde favo-

rire la diffusione del prodotto culturale

della provincia di Viterbo attraverso i suoi

migliori giovani esponenti: il debutto

dell’Ensemble è avvenuto a Monaco di

Baviera durante un’importante manifesta-

zione di promozione turistica ed ha subito

riscosso unanimi apprezzamenti per l’alta

qualità delle esecuzioni. I programmi

comprendono il repertorio sonatistico del

Sei-Settecento e varie cantate da camera di

autori italiani e tedeschi per la realizzazio-

ne delle quali l’Ensemble collabora con

importanti voci del panorama musicale

internazionale. Hanno fatto finora parte

dell’Ensemble gli oboisti Marco Salvatori

(Primo oboe dell’Orchestra del Maggio

Musicale Fiorentino) e Giulio Costantino, i

violinisti Paolo Marchi e Alessandro

Marini, il violista Alessandro Marchi, la

violoncellista Alessandra Vitali con

Riccardo Marini, al cembalo, che ne cura

la Direzione Artistica.

Riccardo Marini, romano, si è diplomato

presso il Conservatorio “S. Cecilia” sotto

la guida di Umberto De Margheriti, laure-

andosi contemporaneamente in Mate-mati-

ca all’Università di Roma. Si è successiva-

mente perfezionato con Sergio Perticaroli

per il Pianoforte e con Antonio Bacchelli

per la Musica da Camera, avviando un’in-

tensa attività concertistica come solista,

con orchestra e nelle più diverse formazio-

ni da camera suonando in Italia ed all’este-

ro un vastissimo repertorio che va da Bach

al Novecento. Tra le opere eseguite in pub-

blico spiccano il “Concerto n.2 di

Brahms” eseguito con l’Orchestra

Sinfonica di Perugia, la “Sonata op. 106

Hammerklavier” di Beethoven, la Grande

“Sonata in Sol magg.” di Tchaikowsky,

integrali di “Preludi” ed “Images” di

Debussy. Particolarmente specializzato nel

repertorio cameristico, ha eseguito in par-

ticolare, nell’arco di oltre un trentennio di

attività, i Quintetti di Schumann e Brahms,

Trii di Mozart e Beethoven, le più impor-

tanti sonate per violoncello e pianoforte,

con il violoncellista Mike Shirvani e,

pressoché intero, il repertorio per piano-

forte a quattro mani in duo con la pianista

Laura Mattei. Ha al suo attivo registrazio-

ni discografiche, televisive e radiofoniche

per la RAI. Tiene conferenze e seminari

sui rapporti Musica - Matematica.

Importante la sua attività didattica dalla

quale scaturiscono diversi allievi spesso

premiati in Concorsi Nazionali ed

Internazionali: titolare di cattedra di piano-

forte principale al Conservatorio “S.

Cecilia” di Roma, ha tenuto per 27 anni la

45

Page 46: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

46

Ancillotti, Gazzelloni, Marion. Ha seguito

i Seminari di Alexander Tecnic

dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia ed

i corsi di Musica da Camera istituiti

dall’Accademia Chigiana di Siena tenuti

dai Maestri Brengola e Meunier. Intensa è

l’attività concertistica in Italia e all’estero

per prestigiosi Enti ed Associazioni

Musicali. Ha registrato per diverse radio e

reti televisive italiane e per Radio

Vaticana. Con l’Orchestra Sinfonica della

Rai di Roma ha effettuato incisioni e par-

tecipazioni a festival; in qualità di solista

ha tenuto un concerto alla presenza di sua

Santità Giovanni Paolo II e collabora atti-

vamente con le orchestre Ass. Organistica

Aquilana, Archomelos, l’Accademia

Romana e con l’Orchestra da camera della

scuola Comunale di Viterbo con cui ha

partecipato in più occasioni al Festival

Barocco nella stessa città. Dal 1987 è

docente di Flauto presso la Scuola del

Comune di Viterbo e dal 1977 è docente di

Flauto presso i corsi ad indirizzo musicale

nella Scuola media statale. Tiene corsi di

Perfezionamento di Flauto ed insieme di

flauti dal 1997 presso la Scuola Musicale

Comunale del Comune di Viterbo e per

l’A.Gi.Mus. di Rieti . E’ direttore Artistico

dell’Associazione Musicale “Euridice”,

Socio Onorario e Vice Presidente della

sede di Roma dell’Associazione Giovanile

Musicale A.Gi.Mus. che lo vede impegna-

to attivamente per la divulgazione della

Musica nelle scuole di ogni ordine e grado

e nella organizzazione di concerti, corsi,

concorsi nazionali ed internazionali. E’

chiamato a far parte di giurie in concorsi

nazionali ed internazionali.

Paolo Marchi, ha intrapreso lo studio del

violino presso la Scuola Musicale

Comunale di Viterbo sotto la guida, prima

stessa cattedra al Conservatorio di Musica

di Perugia e per undici anni corsi di

Pianoforte e didattica del Pianoforte ai

Corsi Internazionali di Norcia. E’ stato dal

1984 al 1997 Direttore della Scuola

Comunale di Musica di Celleno ove ha

tenuto dal 1987 al 1996 un corso annuale

di perfezionamento sui Concerti per piano-

forte e orchestra. Viene spesso invitato a

far parte di giurie di concorsi di esecuzio-

ne. Collaboratore artistico del Comune di

Viterbo dal 1979 al 1997, nel 1998 ha

vinto il Concorso di Coordinatore Artistico

della locale Scuola Musicale Comunale.

Dal 1999 è Direttore Artistico del Festival

Barocco nell’ambito del quale promuove,

tra l’altro, il recupero di musica strumenta-

le, opere e oratori inediti del repertorio ita-

liano del Sei-Settecento, realizzandone la

prima esecuzione moderna, e convegni tra

i maggiori studiosi di tutto il mondo. La

sua attività poliedrica lo ha portato ad

approfondire tutti gli aspetti tecnici ed

interpretativi del repertorio musicale a par-

tire dal Cinque-Seicento ad oggi. Ha fon-

dato l’Orchestra Sinfonica Giovanile di

Viterbo, attiva tra il 1999 ed il 2005. Con

il Complesso da Camera di tale Orchestra

ha curato, come maestro al cembalo,

diverse esecuzioni bachiane, tra cui spicca

quella integrale delle Quattro Suites orche-

strali presentate nel 2000 in Italia e

Germania per il 250° anniversario della

morte di Bach. Recentemente ha fondato e

dirige l’Ensemble Barocco della Tuscia

che ha debuttato nel febbraio 2007 a

Monaco di Baviera.

Roberto Cilona ha conseguito il diploma

di flauto presso il Conservatorio di “S.

Cecilia” di Roma. Successivamente ha

approfondito lo studio del flauto con i

Maestri Klemm, Graverini, Persichilli,

Page 47: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

di A.Katznelson, e poi di G. Cappone. Si è

diplomato in violino al Conservatorio

“A.Casella” de L'Aquila. Dal 1996 ha con-

tinuato gli studi con D. Bogdanovich e

successivamente con V. Brodsky. Con D.

Bogdanovich, nel 1996, ha partecipato al

corso estivo internazionale di perfeziona-

mento di Cava de Tirreni. Suonando in

varie formazioni ha partecipato a numero-

se manifestazioni tra cui il Festival

Barocco di Viterbo e quello di Musica

Sacra di Vetralla (VT). Nel 2000 ha suona-

to con l’Orchestra G.O.G. (Giovine

Orchestra Genovese). Nel 2002/03 si è

perfezionato in musica da camera con la

pianista Lya De Barberiis. Dal 2003 al

2006 ha frequentato il corso internaziona-

le di perfezionamento musicale tenuto dai

Maestri Pavel Vernicov, I. Volochine e A.

Semchuk, a Portogruaro (VE).

E’ violino solista dell’Orchestra Barocco

Italiano Guarnieri e primo violino del

Quartetto d'archi Etruria.

Alessandra Vitali ha studiato violoncello

con il M° Mike Shirvani diplomandosi

presso il Conservatorio “G. Rossini” di

Pesaro. Ha seguito i corsi internazionali di

perfezionamento di Cava dei Tirreni, Riva

del Garda e Pescara. Ha ottenuto il primo

premio in diversi concorsi nazionali di

esecuzione tra cui ‘Gargano’, ‘Polla’, ‘S.

Cecilia’ di Napoli, Genova, ‘ Riviera della

Versilia’ e il terzo premio al concorso

internazionale ‘Rovere d’oro’ di Imperia.

Ha preso parte al Festival Barocco di

Viterbo negli anni 1991, 1993 e 1995 suo-

nando come solista ed in orchestra. Svolge

attività concertistica come solista e in

complessi da camera, tra cui l’Ensemble

‘Consonus’ diretto da Mike Shirvani, con

il quale ha preso parte a tournée in Italia,

in Egitto e Grecia. Ha frequentato i corsi di

perfezionamento dell’Accademia di S.

Cecilia con il M° Bonucci. Titolare di cat-

tedra di violoncello presso la Scuola

Media ad indirizzo musicale di Soriano nel

Cimino.

47

Page 48: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

48

Di fronte al Palazzo Comunale si erge la

Fontana Grande o dei Cavalli Marini, un ele-

gante esempio di fontana da piazza attribuita

popolarmente al Vignola, l’architetto del

palazzo Farnese a Caprarola, in realtà com-

missionata dal cardinale Alessandro Farnese

ad Antonio Gentili da Faenza ed eretta nel

1566. Attorno alla fontana sono fiorite leg-

gende, come quella che voleva i cavalli mari-

ni interi con briglie d’oro rubate al tempo del-

l’incendio dei francesi (1799) ed altre fanta-

sticherie, come quella che ai lati della fontana

fossero collocate quattro vasche minori usate

come abbeveratoi.

La chiesa di S. Maria della Pace, fatta costrui-

re per i Padri Agostiniani dal cardinale Ales-

sandro Farnese dopo la metà del XVI secolo

ed attribuita al Vignola o al Rainaldi, ha sem-

plice facciata corsa da lesene.

L’interno, ad unica navata e tetto a capriate,

esibisce un altare barocco aggiunto nel 1618

e la Cantoria sopra l’ingresso realizzata dal

Vani in epoca successiva.

Notevoli i dipinti conservati nella chiesa:

vicino all’altare maggiore “Apparizione della

Madonna a S. Francesco di Sales” di

Sebastiano Conca, e “Madonna del Suffra-

gio” di anonimo del XVIII secolo. Presso il

primo altare è uno splendido Crocifisso

ligneo quattrocentesco e una “Madonna

Addolorata”, statua lignea pure del XVIII

secolo, mentre in fondo alla parete una tela

del Cavalier d’Arpino raffigura la

“Crocifissione” e di fronte, nella parete sini-

stra, “Gesù e S. Andrea”, copia seicentesca di

Francesco Giorgi da un quadro del Barocci

del 1583. In una cappella interna sono custo-

diti una tavola del tardo cinquecento e un

tabernacolo rinascimentale attribuito al

RONCIGLIONE - Chiesa di Santa Maria della Pace

Fontana Grande

Fontana Grande. Particolare (foto G. Cerica)

Chiesa di Santa Maria della Pace. Facciata(foto F.Biganzoli)

Sansovino. Notevolissimo anche un taberna-

colo eucaristico in marmo pario, originaria-

mente un’ara romana utilizzata anche come

mensa d’altare: due iscrizioni, una medioeva-

le del 1214 e una rinascimentale del 1483, si

riferiscono alle successive riutilizzazioni; la

decorazione è pure quattrocentesca.

In un piccolo giardino interno è un bell’arco

trionfale con fregio rinascimentale.

Page 49: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

SABATO 6 SETTEMBRE 2008RONCIGLIONE - CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PACE

La Stagione ArmonicaEnsemble vocale

Sergio Balestracci direttore

DUE GENERAZIONI A CONFRONTO

A. Scarlatti (1660–1757) Toccata per organo n. 15 in do maggiore

Missa Clementina II a 5Trascrizione e revisione di Sergio BalestracciPrima esecuzione in tempi moderni

D. Scarlatti (1685-1757) Fuga per organo K 58

Stabat Mater a 10 voci e bc

Gabriele Palomba, Franco Pavan tiorbe

Riccardo Coelati contrabbasso

Carlo Rossi organo

Il programma viene eseguito senza intervallo

49

Page 50: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

50

Sergio Balestracci dopo aver iniziato gli

studi di musica al Conservatorio di

Piacenza ha studiato flauto diritto con

Edgar Hunt diplomandosi successivamente

in questo strumento al Trinity College of

Music di Londra. Laureatosi in storia

moderna all'Università di Torino ha iniziato

molto presto un’intensa attività concertisti-

ca, nel campo della musica rinascimentale e

barocca, contribuendo, tra i primi in Italia,

alla riscoperta di quel repertorio. Ha tenuto

corsi di perfezionamento nei maggiori cen-

tri italiani per la musica antica (Urbino,

Mondovì, Scuola di Perfezionamento di

Saluzzo, ecc.). Nella duplice veste di diret-

tore e di flautista ha al suo attivo numerose

registrazioni: tra le ultime, si segnala la

“Missa Salisburgensis” a 54 voci con il

complesso vocale e strumentale ‘La

Stagione Armonica’ di Padova di cui è

direttore artistico, e la “Passione di Gesù

Cristo” di Naumann con l’Orchestra da

Camera di Padova e del Veneto. Ha diretto

le più importanti pagine di musica sacra (tra

cui la “Johannespassion” di J. S. Bach, il

“Requiem” di Mozart) e diverse opere anti-

che in forma di concerto e scenica, tra cui il

“Totila” di Legrenzi, “Orfeo” di

Monteverdi, il “Pygmalion” di Rousseau e

di Rameau, “La clemenza di Tito” di

Caldara per il Festival Barocco di Viterbo,

con grande successo di pubblico, senza pre-

clusioni nei confronti del repertorio roman-

tico o novecentesco.

La Stagione Armonica viene fondata nel

1991 dai madrigalisti del Centro di Musica

Antica di Padova, del quale hanno costitui-

to il nucleo fondamentale dal 1981.

L’ensemble, specializzato nel repertorio

rinascimentale e barocco, ha lavorato con

musicisti quali Andrea von Ramm,

Anthony Rooley, Nigel Rogers, Jordi

Savall, Peter Maag, Gianandrea

Gavazzeni, Gustav Leonhardt, Andrea

Marcon, Ottavio Dantone, Reinhard

Goebel, e con orchestre e gruppi strumen-

tali tra cui ‘Hesperion XX’, ‘Orchestra di

Padova e del Veneto’, ‘Il Giardino

Armonico’, ‘Accademia Bizantina’,

‘Orchestra Barocca di Venezia’.

Ha partecipato ai più importanti festival e

rassegne in Italia e all'estero (Musica e

Poesia a San Maurizio a Milano, Settembre

Musica a Torino, Festival Abbaye

d'Ambronnay, York Early Music Festival,

Festival delle Fiandre, Festival

Europäische Kirchenmusik, Festival

Monteverdi di Cremona). Ha tenuto con-

certi in Svizzera, Germania, Francia,

Portogallo, Austria, Spagna, Gran

Bretagna, Belgio e Olanda e collaborato

con enti ed associazioni quali il Teatro La

Fenice di Venezia, l’Ente Lirico Arena di

Verona, l’Unione Musicale di Torino, la

Schola Cantorum Basiliensis. Ha registrato

per la RAI e per le radio e televisioni tede-

sca, svizzera, francese, belga ed ha inciso

per Astrée, Rivo Alto, Tactus, Denon,

Page 51: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

51

Argo-Decca, Bongiovanni, Arabesque,

Symphonia, CPO, Deutsche Grammophon

e per la rivista Amadeus.

Negli ultimi due anni, tra l’altro, ha esegui-

to “Messa in Si minore” e ”Oratorio di

Natale” di J.S. Bach sotto la direzione di

Reinhard Goebel, “Missa Solemnis” di

Beethoven e la “Creazione” di Haydn in

collaborazione con l’Orchestra di Padova e

del Veneto diretta da Zolst Hamar, il

“Vespro della Beata Vergine” con

l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio

Dantone. Nel 2005, nella formazione

madrigalistica, l’ensemble è stato invitato

al Concorso Polifonico Internazionale di

Arezzo dove ha eseguito ”Amfiparnaso” di

Orazio Vecchi e, nel 2008, ha eseguito “Il

Combattimento di Tancredi e Clorinda” e i

“Madrigali dall’XIII” libro di Claudio

Monteverdi al Teatro Farnese di Parma

diretto da Sergio Balestracci.

Oltre che del proprio gruppo vocale e stru-

mentale, La Stagione Armonica si avvale

della collaborazione di cantanti solisti e

strumentisti tra i più rinomati specialisti del

repertorio barocco. Dal 1996, è diretta e

preparata da Sergio Balestracci che ne ha

assunto la direzione artistica.

Dal 1997 ha, inoltre, intrapreso lo studio e

la pratica del canto Gregoriano, fondando

la Schola Gregoriana de La Stagione

Armonica.

Due generazioni a confrontoTra la fine del Seicento e la metà del seco-

lo successivo la vasta produzione di

Alessandro e Domenico Scarlatti in tutti i

generi musicali costituì uno dei punti fon-

damentali di riferimento nello sviluppo

della musica italiana (in particolare napole-

tano) e nella conoscenza che dello stile ita-

liano si veniva diffondendo in molti paesi

europei. Tra i tempi del primo, e gli anni

più significativi del secondo compositore,

si colgono molti elementi di continuità

(Domenico iniziò i propri studi col padre),

ma anche molti segni di novità dovuti sia

alla forte individualità del figlio, sia a quel

Page 52: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

52

profondo mutamento del gusto musicale

che caratterizzò l’Europa della metà del

settecento. Questi aspetti si possono

cogliere appunto in tutti i generi musicali e

anche nel campo della musica sacra che

entrambi gli Scarlatti coltivarono, sia pure

in misura diversa e in tempi e circostanze

differenti. La Messa a 5 voci di Alessandro

Scarlatti, che qui riproponiamo (per quanto

ci consta) per la prima volta in tempi

moderni, è datata 1716 e risale ad un perio-

do di notevole attività di questo composito-

re nel campo della musica sacra: è scritta

per due soprani, contralto, tenore e basso e

può essere accompagnata dall’organo in

funzione di basso seguente. Dal 1707 al

1709 Alessandro tenne il posto di maestro

di cappella di Santa Maria Maggiore in

Roma e partecipò anche negli anni seguen-

ti, nonostante le frequenti assenze

dall’Urbe per i pressanti impegni teatrali, a

quel movimento di restaurazione di uno

stile antico che si rifaceva a Palestrina nel

campo della musica sacra, favorito e auspi-

cato dal cardinale Giovani Francesco

Albani, divenuto papa con il nome di

Clemente XI nell’anno 1700. A quest’ulti-

mo è dedicata questa messa, la seconda a

fregiarsi del nome pontificio (la prima

essendo datata 1705). In questa, come in

generale nelle altre messe pervenuteci, lo

‘stile osservato’ così confacente al genere

della messa si rifà alla rigorosa tradizione

del contrappunto, con una fortissima ade-

renza espressiva ai diversi momenti del-

l’ordinarium: l’uso delle dissonanze, l’al-

ternanza di passi omoritmici e imitativi si

ricollegano ad una ben consolidata consue-

tudine, mentre le modulazioni a toni lonta-

ni da quello di partenza e la conduzione

delle linee, con una cantabilità talora ina-

sprita da intervalli melodicamente più

insoliti, portano questa messa al limite

della tradizione palestriniana.

La sequenza di Jacopone da Todi ebbe sin-

golare fortuna agli inizi del Settecento: si

pensi allo Stabat Mater di Alessandro

Scarlatti e a quello di Pergolesi, circa con lo

stesso oganico, per non parlare di Antonio

Maria Bononcini, Steffani, D’Astorga,

Clari e Caldara. Tra questi quello di

Domenico si distingue non solo per l’origi-

nalità dell’organico (4 soprani, 2 contralti,

2 tenori e 2 bassi con il basso continuo per

l’organo), ma ancor più per la forte intensi-

tà espressiva che regge il confronto quasi

solo con quello forse più noto di Pergolesi.

La composizione risale probabilmente al

periodo romano (1712-1719): l’abilissima

conduzione contrappuntistica la collega

con la severa formazione dello ‘stile anti-

co’, ma la cantabilità delle linee e la loro

individualità, spesso quasi solistica, proiet-

tano questa pagina in un ambito del tutto

nuovo e moderno; certi punti denotano

addirittura una vera concezione teatrale,

fatta a volte di ripetizioni concitate, di

pause improvvise, di alternanza tra soli etutti, ancorchè non dichiarati per tali.

Difficile anche trovare una luminosità

come quella qui prodotta dalla presenza di

4 parti reali di soprano che spesso si scon-

trano tra loro determinando impressionati

dissonanze espressive, o che talora forma-

no accordi a trame strette con le altre voci.

La disseminazione delle copie oggi esisten-

ti, di cui purtroppo nessuna autografa,

dimostra che l’opera dovette godere anche

nel suo tempo di una meritata fama e che,

nonostante oggi associamo soprattutto il

nome di Domenico Scarlatti alla sua produ-

zione per strumento a tastiera, nel campo

della musica sacra la reputazione di questo

compositore dovette essere giustamente

riconosciuta.

Sergio Balestracci

Page 53: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

53

Severino Gazzelloni e Giuliano Silveri in una delle prime edizioni del Festival (Arch. fot. APT)

Festival 2003. Il soprano Emma Kirkby con alcuni ammiratori dopo ilconcerto dei “London Baroque” (Arch. fot. APT)

Page 54: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

54

La chiesa sorge sul colle del Duomo, già abi-

tato fin dal tempo degli Etruschi, dove sembra

fosse un tempio pagano dedicato ad Ercole il

cui ricordo è oggi emblematicamente presen-

te nel leone nemeo da lui ucciso che, insieme

alla palma (conquistata a Ferento nel 1172), è

lo stemma della città. I primi dati sulla chiesa

risalgono all’anno 805 in un documento del

Regesto di Farfa. Il 1192 è l’anno della consa-

crazione.

Di originario impianto romanico, ha pianta

basilicale divisa in tre navate da due file di

colonne che sostengono archi a tutto sesto;

nella navata centrale si conserva ancora l’ori-

ginale pavimento cosmatesco.

Alla seconda metà del XIV sec. si fa risalire la

ricostruzione del campanile in forme gotiche,

scandito da quattro livelli di bifore e vivaciz-

zato dalla bicromia bianca e grigia di ascen-

denza toscana. I lavori di ristrutturazione ese-

guiti nel XV-XVI sec. vedono il rifacimento

dell’antica facciata romanica mentre, nella

seconda metà del Seicento, verranno occulta-

te le ultime testimonianze della chiesa

medioevale. Danneggiata dalle incursioni

aeree del 1944, la cattedrale è stata restaurata

ripristinando le antiche forme romaniche, e

conserva numerose testimonianze artistiche

come un pregevole ciclo affrescato attribuibi-

le ad Antonio del Massaro detto “Il Pastura”;

la Cappella Bonaparte; il monumentale fonte

battesimale in marmo realizzato da Francesco

d’Ancona (1470); una tela con la raffigurazio-

ne della “Decollazione di S. Giovanni

Battista”, opera di Anton Angelo Bonifazi; la

“Sacra Famiglia e S. Bernardino” di Giovan

Francesco Romanelli (1612-1662); la cappel-

la dei SS. Ilario e Valentino, progettata nel

1696 dall’architetto Giovan Battista Contini e

decorata da Ludovico Mazzanti; una tela di

Marco Benefial raffigurante S. Lorenzo.

VITERBO - Cattedrale di San Lorenzo

Cattedrale di San Lorenzo. Esterno e interno(foto G. Cerica)

Page 55: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

MARTEDÌ 9 SETTEMBRE 2008VITERBO – CATTEDRALE DI S. LORENZO

Amsterdam Baroque OrchestraTon Koopman direttore

JOHANN SEBASTIAN BACH

Cantata “Weichet nur, betrübte Schatten” BWV 202 (1718)

Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Aria

Cantata “Ich habe genug” BWV 82 (1727)

Aria, Recitativo, Aria, Recitativo, Aria

*****

Concerto per oboe e violino in do minore BWV 1060

Allegro Adagio Allegro

Cantata “Ich geh und suche mit Verlangen” BWV 49 (1726)

Dialogus (Sinfonia, Aria), Recitativo, Aria, Recitativo, Aria, Corale

Johannette Zomer soprano

Klaus Mertens basso

Catherine Manson violino

Foskien Kooistra violino

David Rabinovich violino

Sabine Dziewior viola

Jonathan Manson violoncello

Michele Zeoli contrabbasso

Antoine Torunczyk oboe

55

Page 56: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

56

Ton Koopman è nato a Zwolle nel 1944.

Accanto agli studi classici si è dedicato

allo studio dell’organo, del clavicembalo e

della musicologia ad Amsterdam, riceven-

do il ‘Prix d’Excellence’ sia per l’organo

che per il clavicembalo. Fin dall’inizio la

prassi filologica e gli strumenti originali

hanno caratterizzato il suo stile esecutivo e

l’amore per la musica barocca lo ha porta-

to a fondare nel 1969, all’età di 25 anni, la

sua prima orchestra barocca. Nel 1979 ha

fondato l’Amsterdam Baroque Orchestra,

a cui ha fatto seguito l’Amsterdam

Baroque Choir nel 1992.

L’ampia attività come solista e direttore è

testimoniata da un gran numero di LP e

CD per numerose case discografiche tra

cui Erato, Teldec, Sony, Philips e DGG a

cui recentemente si è aggiunta Antoine

Marchand, una nuova etichetta discografi-

ca creata da Koopman stesso per la pubbli-

cazione delle sue prossime registrazioni.

Nei suoi 45 anni di carriera Ton Koopman

si è esibito nelle più importanti sale da

concerto e nei più prestigiosi festival dei

cinque continenti. Come organista ha suo-

nato sui più prestigiosi strumenti autentici

esistenti in Europa, mentre come clavi-

cembalista e direttore dell’Amsterdam

Baroque Orchestra & Choir ha suonato al

Concertgebouw di Amsterdam, al Théatre

des Champs-Elysées di Parigi, alla

Philharmonie di Monaco, alla Alte Oper di

Francoforte, al Lincoln Centre e Carnegie

Hall di New York, così come a Vienna,

Londra, Berlino, Bruxelles, Madrid,

Roma, Salisburgo, Tokyo e Osaka.

Tra il 1994 e il 2004 Ton Koopman è stato

impegnato in un progetto unico nel suo

genere registrando ed eseguendo tutte le

cantate di Bach esistenti. Un lavoro di stu-

dio e ricerca enorme per il quale ha ricevu-

to il Deutsche Schallplattenpreis Echo

Klassik 1997, il premio Hector Berlioz, e

la nomination sia per il Grammy Award

(USA) che per il Gramophone Award

(UK). Ton Koopman è stato recentemente

insignito della Laurea honoris causadall’Università di Utrecht per il suo studio

sulle Cantate e Passioni di Bach e gli è

stato assegnato il prestigioso premio Silver

Phonograph da parte dell’industria disco-

grafica olandese. Per la sua importante

attività di ambasciatore culturale ha rice-

vuto il Premio VSCD Classical Music

Award, un particolare riconoscimento

delle sale da concerto olandesi.

Ton Koopman è Presidente della

‘International D. Buxtehude Society’ e

coordinatore del Festival Buxtehude 2007.

Svolge un’intensa attività come direttore

ospite e ha lavorato con le principali

orchestre in Europa, Stati Uniti e

Page 57: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

57

Giappone. È stato direttore principale

della Radio Chamber Orchestra olandese e

ha lavorato con la Royal Concertgebouw

di Amsterdam, la DSO di Berlino, la

Tonhalle Orchestra di Zurigo, l’Orchestre

Philharmonique de Radio France, la

Bayerischen Rundfunks di Monaco, Santa

Cecilia di Roma, la Wiener Symphoniker,

la Deutsche Kammerphilharmonie e la

Danish Radio Orchestra. Tra le nuove col-

laborazioni nella stagione prossima figura-

no la New York Philharmonic, la

Cleveland Orchestra, la New World

Orchestra Miami e la Boston Symphony.

Ton Koopman pubblica regolarmente e per

molti anni ha lavorato all’edizione com-

pleta dei concerti per organo di Händel per

Breitkopf & Härtel.

Titolare della cattedra di clavicembalo al

Conservatorio dell’Aja, ha recentemente

accettato la posizione di Professore

all’Università di Leiden ed è Membro

Onorario della Royal Academy of Music

di Londra. Ton Koopman è direttore arti-

stico del “Festival Itinéraire Baroque en

Périgord vert”.

Il soprano olandese Johannette Zomer ha

intrapreso gli studi al Conservatorio di

Amsterdam nel 1990 con Charles van

Tassel, dopo aver lavorato come ricercatri-

ce di microbiologia per alcuni anni. Nel

1997 ha ricevuto il “Performance

Diploma”.

Il suo repertorio, come appare dalla disco-

grafia, spazia dalla musica medievale fino

all’epoca barocca e classica; include il

repertorio lirico, Lieder, il Romanticismo

francese e la musica contemporanea. La

rivista ‘Gramophone’ ha rilevato che

Johannette Zomer rappresenta “una nuova

voce da tenere d’occhio.”

Johannette Zomer è invitata dai più impor-

tanti direttori per produzioni all’interno di

Festival e stagioni di grande prestigio. Per

il repertorio barocco collabora regolar-

mente con Philippe Herreweghe, Ton

Koopman, Frans Brüggen, René Jacobs,

Reinard Goebel e Paul McCreesh, mentre

per il repertorio romantico-contemporaneo

con Kent Nagano, Ivan Fischer, Marcus

Creed e Valery Gergiev. La sua attività

cameristica la vede protagonista di recital

accompagnata da Arthur Schoonderwoerd,

fortepiano, e Fred Jacobs, tiorba.

Nel 1996 ha debuttato nell’ambito operi-

stico interpretando il paggio Tebaldo nel

“Don Carlos” di Verdi. Da allora è apparsa

regolarmente nei ruoli di Belinda, Pamina,

La Musica, Euridice, Dalinda e Ilia, al

pari di Amanda nell’ opera di Ligeti “Le

Grand Macabre” e di Mélisande nel

“Pelléas et Mélisande di Debussy”.

Ha partecipato a numerosi progetti disco-

grafici: tra i più recenti la “Messa in Si

minore” di Bach (Channel Classics),

Page 58: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

58

compositori contemporanei, compresi

alcuni testi che sono stati scritti apposita-

mente per lui. Svolge, inoltre, approfondi-

te ricerche musicologiche al fine di ripor-

tare alla luce opere inedite o di raro ascol-

to.

Klaus Mertens lavora regolarmente con

orchestre e direttori di grande prestigio in

tutto il mondo ed è tra gli ospiti principali

dei maggiori Festival nel mondo.

Una discografia di più di 140 tra CD e

DVD e molte trasmissioni radio-televisive

internazionali testimoniano la competenza

e la versatilità di un cantante tra i più

apprezzati.

Ton Koopman ha fondato l’Amsterdam

Baroque Orchestra nel 1979. Il gruppo è

formato da musicisti specializzati nell’am-

bito della musica barocca a livello interna-

zionale che si ritrovano insieme varie volte

Cantate e Oratori: Super Omnia di

Buxtehude con Ton Koopman (Antoine

Marchand). Ha inoltre registrato alcuni

recital con Fred Jacobs, tra cui “Le Nuove

Musiche” di Caccini (Channel Classics) e i

Lieder di Schubert con Arthur Schoon-der-

woerd (Kennst du das Land, Alpha).

I prossimi progetti includono ”Oratorio di

Natale” di Bach con il Gewandhausorche-

ster di Lipsia, “Il Barbiere di Siviglia” di

Rossini (Rosina) con il Dutch Wind

Ensemble e il “Flauto Magico” (Pamina)

alla Nazionale Reiseopera.

Nato a Kleve/Niederrhein, Klaus Mertens

ha iniziato lo studio del canto in giovane

età, proseguendo la sua formazione con

insegnanti del calibro di Else Bischof-

Bornes, Jakob Stämpfli e Peter Massmann

per diplomarsi con il massimo dei voti.

Appena conseguito il diploma, ha iniziato

una brillante carriera concertistica che lo

ha portato nelle più prestigiose sale del

mondo.

Klaus Mertens è attualmente tra i maggio-

ri e più richiesti interpreti di musica baroc-

ca e ha preso parte più volte e con diversi

direttori a incisioni di opere bachiane.

Nell’ottobre del 2003 ha terminato la regi-

strazione della serie completa delle

Cantate di Bach insieme all’Amsterdam

Baroque Orchestra sotto la direzione di

Ton Koopman. La partecipazione a questo

progetto, che è durato 10 anni e si è artico-

lato in numerose tournée in Europa,

America e Giappone, ha svolto un ruolo

fondamentale nella sua carriera: per la

prima volta infatti un cantante ha inciso

tutte le opere vocali di Bach e le ha inter-

pretate in concerto.

Klaus Mertens dedica molto tempo e pas-

sione alla letteratura liederistica. Il suo

repertorio include lavori da Monteverdi ai

Page 59: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

59

all’anno per preparare ed eseguire nuovi

programmi. Per i musicisti ogni concerto è

una grande esperienza e l’energia unita

all’entusiasmo di Koopman sono una

garanzia della migliore qualità di ogni sin-

gola rappresentazione. Il repertorio del-

l’orchestra comprende tutti i brani stru-

mentali e vocali composti tra il 1600 e il

1791. “Traccio il confine alla morte di

Mozart” afferma Ton Koopman.

L’Amsterdam Baroque Choir è stato fon-

dato nel 1992 ed è costituito principalmen-

te da giovani cantanti professionisti olan-

desi. Il suo debutto nel 1992 durante il

Festival di Musica Antica di Utrecht, con

l’esecuzione in prima mondiale del

“Requiem a 15 voci” e dei “Vespri a 32

voci” di Biber, ha avuto un enorme succes-

so. La successiva incisione di queste opere

è stata premiata con il ‘Cannes Classical

Award’ per la migliore interpretazione di

musica corale del XVII – XVIII secolo.

Per la rara combinazione di chiarezza e

flessibilità nell’interpretazione l’Amster-

dam Baroque Choir è considerato uno dei

cori più significativi presenti nel panorama

odierno.

Nel 1994 Ton Koopman, insieme

all’Amsterdam Baroque Orchestra &

Choir, ha intrapreso la realizzazione di uno

dei più ambiziosi progetti discografici

delle ultime decadi: l’esecuzione e la regi-

strazione del ciclo completo delle Cantate

di Bach, sia sacre che profane, eseguite

secondo le più recenti ricerche musicolo-

giche. Per i primi 4 volumi Ton Koopman

Page 60: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

60

e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir

hanno ricevuto il Deutsche

Schallplattenpreis Echo Klassik in

Germania. Del progetto fanno parte anche

tre pubblicazioni sulle Cantate scritte da

Christoph Wolff e Ton Koopman, e la tra-

smissione da parte della TV olandese di 6

documentari dedicati a questo straordina-

rio progetto.

L’Orchestra ha prodotto per diverse case

discografiche registrazioni delle maggiori

opere barocche e classiche. Tra i molti

premi ha ricevuto il Gramophone Award,

Diapason d’Or, 10-Repertoire, Stern des

Monats-Fono Forum, Prix Hector Berlioz

e due Edison Awards. Nel 2003 Ton

Koopman ha fondato la propria casa disco-

grafica ‘Antoine Marchand’, un’etichetta

affiliata a Challenge Classics, con la quale

ha proseguito la pubblicazione delle nuove

registrazioni. ‘Antoine Marchand’ ha fino-

ra pubblicato 22 cofanetti delle Cantate di

Bach, una nuova registrazione della

“Passione secondo Matteo”, sia in CD che

in DVD, un magnifico video della

“Passione secondo Marco”, registrata dal

vivo a Milano nel marzo 2000, e i primi

cinque volumi dell’opera omnia di

Buxtehude.

Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque

Orchestra & Choir sono regolarmente

ospiti delle principali sale da concerto in

Europa, Stati Uniti e Giappone. Nella sta-

gione 2007/08 compiranno numerose tour-

née, soprattutto in Europa, con concerti in

varie città tra cui Amsterdam, Parigi,

Londra, Vienna, Roma, Varsavia, Budapest

così come a Mosca.

WEICHET NUR, BETRÜBTE SCHATTEN

BWV 202

1. (Aria) S

Oboe, Violino I/II, Viola, ContinuoWeichet nur, betrübte Schatten,

Frost und Winde, geht zur Ruh!

Florens Lust

Will der Brust

Nichts als frohes Glück verstatten,

Denn sie träget Blumen zu.

2. Recitativo S

Continuo Die Welt wird wieder neu,

Auf Bergen und in Gründen

Will sich die Anmut doppelt schön verbin-

den,

Der Tag ist von der Kälte frei.

3. Aria S

Continuo Phoebus eilt mit schnellen Pferden

Durch die neugeborne Welt.

Ja, weil sie ihm wohlgefällt,

Will er selbst ein Buhler werden.

4. Recitativo S

ContinuoDrum sucht auch Amor sein Vergnügen,

Wenn Purpur in den Wiesen lacht,

Wenn Florens Pracht sich herrlich macht,

Und wenn in seinem Reich,

Den schönen Blumen gleich,

Auch Herzen feurig siegen.

5. Aria S

Violino solo, Continuo Wenn die Frühlingslüfte streichen

Und durch bunte Felder wehn,

Pflegt auch Amor auszuschleichen,

Um nach seinem Schmuck zu sehn,

Welcher, glaubt man, dieser ist,

Page 61: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

61

Dass ein Herz das andre küsst.

6. Recitativo S

Continuo Und dieses ist das Glücke,

Dass durch ein hohes Gunstgeschicke

Zwei Seelen einen Schmuck erlanget,

An dem viel Heil und Segen pranget.

7. Aria S

Oboe, Continuo Sich üben im Lieben,

In Scherzen sich herzen

Ist besser als Florens vergängliche Lust.

Hier quellen die Wellen,

Hier lachen und wachen

Die siegenden Palmen auf Lippen und

Brust.

8. Recitativo S

Continuo So sei das Band der keuschen Liebe,

Verlobte Zwei,

Vom Unbestand des Wechsels frei!

Kein jäher Fall

Noch Donnerknall

Erschrecke die verliebten Triebe!

9. Aria (Gavotte) S

Oboe, Violino I/II, Viola, Continuo Sehet in Zufriedenheit

Tausend helle Wohlfahrtstage,

Dass bald bei der Folgezeit

Eure Liebe Blumen trage!

ICH HABE GENUG BWV 82

1.Aria B

Oboe, Violino I/II, Viola, Continuo Ich habe genug,

Ich habe den Heiland, das Hoffen der

Frommen,

Auf meine begierigen Arme genommen;

Ich habe genug!

Ich hab ihn erblickt,

Mein Glaube hat Jesum ans Herze

gedrückt;

Nun wünsch ich, noch heute mit Freuden

Von hinnen zu scheiden.

2. Recitativo B

ContinuoIch habe genug.

Mein Trost ist nur allein,

Dass Jesus mein und ich sein eigen möchte

sein.

Im Glauben halt ich ihn,

Da seh ich auch mit Simeon

Die Freude jenes Lebens schon.

Laßt uns mit diesem Manne ziehn!

Ach! möchte mich von meines Leibes

Ketten

Der Herr erretten;

Ach! wäre doch mein Abschied hier,

Mit Freuden sagt ich, Welt, zu dir:

Ich habe genug.

3. Aria B

Violino I/II, Viola, Continuo Schlummert ein, ihr matten Augen,

Fallet sanft und selig zu!

Welt, ich bleibe nicht mehr hier,

Hab ich doch kein Teil an dir,

Das der Seele könnte taugen.

Hier muss ich das Elend bauen,

Aber dort, dort werd ich schauen

Süßen Friede, stille Ruh.

4. Recitativo B

Organo Mein Gott! wann kömmt das schöne: Nun!

Da ich im Friede fahren werde

Und in dem Sande kühler Erde

Und dort bei dir im Schoße ruhn?

Der Abschied ist gemacht,

Welt, gute Nacht!

Page 62: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

62

5. Aria B

Oboe, Violino I/II, Viola, ContinuoIch freue mich auf meinen Tod,

Ach, hätt er sich schon eingefunden.

Da entkomm ich aller Not,

Die mich noch auf der Welt gebunden.

ICH GEH UND SUCHE MIT VERLANGEN

BWV 49

Dialogus 1. Sinfonia

Oboe d'amore, Violino I/II, Viola, Organoobligato, Continuo

2. Aria B

Organo obligato, Continuo Ich geh und suche mit Verlangen

Dich, meine Taube, schönste Braut.

Sag an, wo bist du hingegangen,

Dass dich mein Auge nicht mehr schaut?

3. Recitativo S B

Violino I/II, Viola, Continuo Jesus (B),Seele (S)BassMein Mahl ist zubereit'

Und meine Hochzeittafel fertig,

Nur meine Braut ist noch nicht gegenwär-

tig.

SopranMein Jesus redt von mir;

O Stimme, welche mich erfreut!

BassIch geh und suche mit Verlangen

Dich, meine Taube, schönste Braut.

SopranMein Bräutigam, ich falle dir zu Füßen.

{Bass / Sopran}

Komm, {Schönste / Schönster}, komm

und lass dich küssen,

{Du sollst mein / Laß mich dein} fettes

Mahl genießen.

{Komm, liebe Braut, und / Mein

Bräutigam! ich} eile nun,

beideDie Hochzeitkleider anzutun.

4. Aria S

Oboe d'amore, Violoncello piccolo,Continuo Ich bin herrlich, ich bin schön,

Meinen Heiland zu entzünden.

Seines Heils Gerechtigkeit

Ist mein Schmuck und Ehrenkleid;

Und damit will ich bestehn,

Wenn ich werd im Himmel gehn.

5. Recitativo (Dialog) S B

Continuo Seele (S), Jesus (B)SopranMein Glaube hat mich selbst so angezo-

gen.

BassSo bleibt mein Herze dir gewogen,

So will ich mich mit dir

In Ewigkeit vertrauen und verloben.

SopranWie wohl ist mir!

Der Himmel ist mir aufgehoben:

Die Majestät ruft selbst und sendet ihre

Knechte,

Dass das gefallene Geschlechte

Im Himmelssaal

Bei dem Erlösungsmahl

Zu Gaste möge sein,

Hier komm ich, Jesu, lass mich ein!

BassSei bis in Tod getreu,

So leg ich dir die Lebenskrone bei.

6. Aria B S e Choral

Oboe d'amore e Violino I all' unisono,Violino II, Viola, Organo obligato,Continuo Jesus (B), Seele (S)Dich hab ich je und je geliebet,

Wie bin ich doch so herzlich froh,

Page 63: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

63

Dass mein Schatz ist das A und O,

Der Anfang und das Ende.

Und darum zieh ich dich zu mir.

Er wird mich doch zu seinem Preis

Aufnehmen in das Paradeis;

Des klopf ich in die Hände.

Ich komme bald,

Amen! Amen!

Ich stehe vor der Tür,

Komm, du schöne Freudenkrone, bleib

nicht lange!

Mach auf, mein Aufenthalt!

Deiner wart ich mit Verlangen.

Dich hab ich je und je geliebet,

Und darum zieh ich dich zu mir.

Festival Barocco 2001. Ton Koopman (Arch. fot. APT)

Page 64: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

64

VITERBO - Palazzo dei Papi

Il Palazzo è un complesso imponente caratte-

rizzato da massicci contrafforti che lo identifi-

cano più come una fortezza che non come una

residenza. Nella sobria facciata, coronata da

merli guelfi, si aprono sei finestre a feritoia e

sei finestre a bifore trilobate che danno luce

alla Sala del Conclave, di gran lunga la più

famosa di tutto il monumento. I due archetti

trilobati di ciascuna finestra poggiano sulla

colonnina di mezzo e sulle due mezze colon-

nine dei lati, adorne di capitelli a caulicoli, con

le basi unghiate ai quattro angoli. Sulla faccia-

ta si distinguono gli stemmi dei Gatti. La

Loggia fu fatta costruire, infatti, da Andrea di

Beraldo Gatti nipote di Raniero e a lui succe-

duto nella carica di Capitano del Popolo nel

1267. Fu aggiunta probabilmente per sopperi-

re alla mancanza di un verone da cui il ponte-

fice potesse affacciarsi per benedire le folle e

colpisce una certa differenza di stile con il

palazzo, sebbene la cornice che collega i due

prospetti crei una sintesi architettonica di non

comune genialità. In stile gotico, ha sette arca-

te con un doppio ordine di otto colonnine

sostenenti archi a tutto sesto che formano

archi a sesto acuto: suggestiva fusione della

forma ogivale con la romanica. Il colonnato è

sormontato da una trabeazione a metope in

cui sono raffigurati, in origine animati da una

vivace policromia, il leone di Viterbo con la

lancia trifida simulante la palma di Ferento, lo

stemma della famiglia Gatti (scudi con quat-

tro barre orizzontali), l’aquila ad ali spiegate

simbolo dell’Impero e le doppie infule insie-

me alle chiavi papali. Un identico disegno era

sull’altro lato raccordato al primo da un tetto:

l’eccessivo peso della trabeazione, sovrappo-

sta all’esile teoria delle colonnine, aumentato

dalla spinta dei due spioventi della copertura

gravò talmente su queste che già poco dopo il

1325 crollò il prospetto a valle ed il tetto.

L’altro prospetto fu salvato frapponendo agli

archi una solida muratura rimasta fino agli

inizi di questo secolo quando vennero effet-

tuati lavori di restauro all’intero edificio, eli-

minando anche l’avancorpo che nella seconda

metà del Cinquecento era stato costruito

lungo l’intera facciata del palazzo. La loggia

poggia su un grande arco con un sottostante

pilastro ottagonale al cui interno è la tromba

di una cisterna che conteneva l’acqua portata

fino al Palazzo Papale dalla sorgente della

Mazzetta. Parti di questo fons papalis, la tazza

a scannellature ornata da teste di animali e il

sostegno centrale, pare costituiscano la fonta-

na che si trova al centro della loggia compo-

sta nell’insieme da varie parti di epoche diver-

se. Ebbero come dimora il Palazzo di Viterbo

molti papi tra cui Giovanni XXI, eletto nel

1276 e morto nello stesso anno, il cui sepolcro

è nella Cattedrale; Martino IV eletto nel 1280

non senza pressioni lasciò la città scagliando

su di essa l’interdetto. Condannata a dirocca-

re una buona parte delle mura cittadine,

Viterbo vide cadere nell’abbandono il super-

bo palazzo che divenne infine la dimora dei

vescovi diocesani.

Palazzo dei Papi (foto F. Biganzoli)

Page 65: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

VENERDÌ 12 SETTEMBRE 2008VITERBO – CATTEDRALE DI S. LORENZO

Clemencic ConsortRené Clemencic direttore

IN DULCI JUBILO

Alessandro Piccinini (1566 - ca. 1628) Preludio: Aria primaChiara Maria Cozzolani (n. ca. 1653) Concerti Sacri: O dulcis Jesu

Claudio Monteverdi (1567 - 1643) Exulta filia Sion

Anonymus (ca. 1650) Jesu quam es laudabilis

Claudio Monteverdi Ego flos campi

Stefano Landi (1586/87 - 1639) Recitativo e Aria della Religione

Chiara Maria Cozzolani Concerti Sacri: Colligite pueri floresAngelo M. Bartolotti (ca. 1600–1669) Prelude–Courante–Passacaglia

Anonymus/Pratum Musicum (ca. 1600) Branle double

Giacomo Carissimi (1605-1674) Mortalis homo

Giovanni Felice Sances (ca. 1600 – 1679) Salvum me fac

Gaspar Sanz (ca. 1650 – ca. 1710) Follia

Santiago de Murcia (ca. 1685 – ca. 1740) La jotta

Anonymus ( XV sec.) Omnis mundus jucundetur nato Salvatore

François Couperin (1668 – 1733) Venite exultemus Domino

Georg Friedrich Händel (1685 – 1759) Sarabande Duetto, Tanti strali

Radu Marian Sopranista

Armin Gramer Controtenore

Pierre Pitzl Chitarra barocca

65

Page 66: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

René Clemencic, è compositore, direttore

d’orchestra, virtuoso di flauto, fondatore e

direttore del Clemencic Consort; musico-

logo e scrittore, dottore in filosofia, colle-

zionista di incunaboli, di libri emblematici

e di sculture. Dopo gli studi di filosofia,

matematica e musicologia a Vienna e

Parigi si laurea nel 1956 con la tesi ‘Essere

e coscienza in Luois Lavelle’ all’ Univer-

sità di Vienna. Studia il flauto dolce, il cla-

vicembalo e la prassi esecutiva della musi-

ca antica a Vienna, in Olanda e a Berlino.

Studia teoria della musica e composizione

con E. Ratz e J. Polnauer, allievi e amici di

Schoenberg, e la teoria dodecafonica di

J.M. Hauer da Johannes Schweiger. Ha

inciso più di 100 dischi e cd, da solista e

direttore del Clemencic Consort, e di

diverse orchestre di tutto il mondo.

Il Clemencic Consort costituito da quasi

cinquanta anni, si avvale di musicisti inter-

nazionali il cui numero può variare da tre

a quarantacinque secondo le esigenze del

programma. Mirata a ricreare un’interpre-

tazione storicamente autentica, l’intensa

attività del consort si realizza in un vastis-

simo repertorio che va dalla musica

medioevale a quella barocca, in un venta-

glio di proposte che testimoniano la straor-

dinaria apertura dei suoi elementi alle

varie forme di musica. Oltre ad un centina-

io di incisioni discografiche, ai concerti

tenuti in tutto il mondo, alle produzioni

radiotelevisive ed ai numerosi riconosci-

menti internazionali, sono da ricordare le

rappresentazioni di commedie medioevali,

di opere barocche e di oratori, a volte con

la partecipazione di attori e danzatori, per-

fino con la Commedia dell’Arte.

In Dulci JubiloUn concerto con musiche del primo e

tardo Barocco: Musica Jubilationis, un

giubilare musicale sui miracoli della

magnificenza celeste, e il miracolo della

nostra redenzione.

Come nessun’altra, la musica dell’età

barocca si presta ad esprimere questo giu-

bilo commovente, in una tempesta riso-

nante di gioia. Ciò malgrado, oppure pro-

prio per causa, dei tempi duri e spesso

crudeli di quel periodo.

Di Monteverdi ascoltiamo un “ExultaFilia Sion a voce sola” di altissimo virtuo-

sismo, poi un assolo sereno e meditativo

“Ego flos campi” dal Cantico dei Cantici

di Salomone. Val bene una riscoperta la

musica meravigliosa di Chiara Margareta

Cozzolani, nota come cantante a Milano

fino al 1620, che prese i voti presso le

Benedettine di Santa Radegonda a

Milano, dove morì intorno al 1653. Nel

66

Page 67: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

monastero compose un gran numero di

musiche sacre di primissimo ordine:

Salmi, un Magnificat, Concerti Sacri ed

altro. Dai Concerti Sacri presentiamo oggi

“O dulcis Jesu” e “Colligite pueri flores”.

Sopra un basso continuo si innalzano due

voci in un canto artisticamente intreccia-

to.

Dall’opera di chiesa “Il Sant’Alessio”, la

prima opera basata su fatti storici concre-

ti del romano Stefano Landi, sentiamo

l’aria della Religione. Il compositore

romano Giovanni Felice Sances che era

anche cantante e insegnante, era attivo

soprattutto in Austria al servizio dei due

Imperatori Ferdinand III e Leopold I, che

non solo amavano la musica ma erano

anche compositori. Il mottetto di Sances

“Salvum me fac” è costituito di tre voci.

Sopra un basso strumentale pacato si ele-

vano elegantemente le due voci. Si alter-

nano parti in stile di danza in tempo terna-

rio con brani declamanti e passi di altissi-

mo virtuosismo in tempo binario.

Il più grande maestro del Barocco france-

se, François Couperin le Grand, è presen-

te con il mottetto “Venite exultemusDomino”. Due alte voci si elevano, a volte

in duetto a volte assolo, sopra il basso

continuo. La conclusione è costituita da

un animato passo di danza serpeggiante in

tempo ternario.

Lo splendido duetto “Tanti strali” per

soprano, alto, e basso continuo ha origine

nel primo periodo italiano (ca 1710-1711)

di G.F. Händel. È diviso in tre parti: ad un

Allegro in forma da capo (A-B-A) segue

un Andante sereno in tempo a quattro

quarti. Il finale è un Allegro virtuosistico,

sempre a quattro quarti. Dato che nel

tardo Barocco l’amore celeste e l’amore

profano spesso non si distinguono, tanto

più è giusto che questo duetto d’amore

segni la conclusione di questa MusicaJubilationis.

René Clemencic

67

Page 68: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

68

ne di opere liriche che prevedevano grandi

scenografie, basti pensare che l'attuale uscita

di sicurezza sul fondo del palco veniva uti-

lizzata per introdurre carrozze e cavalli per

particolari rappresentazioni. Danneggiato

dai bombardamenti che colpirono la città nel

1943-44, l’edificio venne in seguito total-

mente ceduto dalla Società dei Palchettisti

all’Amministrazione Comunale. In un docu-

mento del 1950 l’ingegnere romano

Domenico Smargiassi lodò l’architettura in

muratura e non in legno del Vespignani, che

aveva permesso così di salvarne la struttura.

Ad oggi le uniche parti che si conservano

della struttura originaria sono i palchi e parti

della facciata.

Il soffitto è opera del pittore viterbese

Angelo Canevari, mentre a Felice Ludovisi

fu affidata la realizzazione delle tele del sof-

fitto dell'atrio e della biglietteria. I medaglio-

ni dell'atrio sono opera del pittore Badaloni.

I meccanismi scenici riproducono fedelmen-

te quelli originali. L’edificio ha una capienza

di 660 posti, dei quali 270 in platea ed i

restanti nei quattro ordini di palchi.

L’edificio, in stile neoclassico, esibisce

un’ampia facciata strutturata in due ordini,

dorico e ionico, con grandi finestre sormon-

tate da un "attico" e chiusa da un grande tim-

pano. La nascita del teatro fu determinata

dalla volontà della Società dei Palchettisti,

più tardi Società dell’Unione, costituita da

cittadini che desideravano uno spazio teatra-

le in alternativa al già esistente Teatro del

Genio. I progetti presentati in un primo

momento non convinsero i membri della

Società; si decise così di dare vita ad un vero

e proprio bando, in cui vennero inserite le

misure da dover rispettare nell’ideazione del

progetto. Vinse Virginio Vespignani, già

artefice del Teatro civico di Orvieto. I lavo-

ri, iniziati nel novembre del 1846, termina-

rono solo nel 1855. Il 4 novembre dello stes-

so anno il teatro venne inaugurato con la

rappresentazione di “Rigoletto”. Più tardi fu

perfezionata l’illuminazione a cera della

sala, sostituita nel 1855 da quella a gas, e

completata la decorazione del soffitto e dei

lacunari, grazie all’opera dei bolognesi

Samoggia e Dal Pane, e degli stucchi affida-

ti a Giuliano Corsini da Urbino. Il lam-

padario, su disegno dello stesso

Vespignani, fu realizzato dalla fabbrica

Boni e Guerrini di Ancona, con mate-

riale importato da Parigi. Il teatro pre-

senta una pianta rettangolare con sala

semicircolare a ferro di cavallo, pareti

ricurve e quattro ordini di palchi, il log-

gione, la galleria e il palcoscenico.

Daniele Ferretti fu l’autore del mecca-

nismo del palcoscenico, dotato di uno

splendido sipario dipinto da Pietro

Gagliardi con la raffigurazione di gran-

di poeti e musicisti italiani che ascendo-

no al tempio della Gloria. Le sue pro-

porzioni erano state studiate in funzio-

VITERBO - Teatro dell’Unione

Teatro dell’Unione (foto F. Biganzoli)

Page 69: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

SABATO 13 SETTEMBRE 2008VITERBO - TEATRO DELL’UNIONE

The Swingle SingersJAZZ SEBASTIAN BACH

H. Purcell (arr T. Bullard) - Dido and Aeneas Lamento di DidoneJ.S. Bach (arr J. Rathbone) - Preludio al corale BWV 608 In Dulci Jubilo

J.S. Bach (arr B. Parry) - Cantata “Wachet Auf” BWV 140 Sleepers WakeJ.S. Bach (arr W. Swingle) - Suite n. 2 in si minore Badinerie

W.A. Mozart (arr W. Swingle) - Eine Kleine Nachtmusik, I mov

W.A. Mozart (arr J. Rathbone) - Rondò alla Turca

J. Brahms (arr M. Williams) - Danza ungherese n. 5

Albinoni - Giazotto (arr T. Bullard) - Adagio in sol minore

M. Ravel (arr T. Bullard) - Bolero

*****

Murphy (arr. T. Hug) - A Fifth of Beethoven

Lennon/Mc Cartney (arr. C. Canning) - Lady Madonna

N. Drake, (arr. T. Bullard) - River Man

Jem/Green Day - Aria dalla Suite No.3 in Re magg.

J.S. Bach (arr. W. Swingle)

Preludio No.12 in Fa Minore BWV 881 (dal II libro del Clavicembalo ben temperato)

J.S. Bach (arr. W. Swingle) - Largo dal Concerto per clavicembalo e archi in fa minore

A. Piazzolla, (arr. k. Erez) - Libertango

C. Corea (arr. S. Stroman) - Spain

Q. Jones (arr. A. L'Estrange) - Soul Bossa Nova

J.S. Bach - Vivaldi (arr W. Swingle) - Concerto da “L'Estro Armonico” Op.3 No.11 III mov

J.S Bach (arr B. Parry) Fuga per Organo in sol minore

Julie Kench, Joanna Goldsmith soprani

Clare Wheeler, Johanna Marshall contralti

Christopher Jay, Richard Eteson tenori

Tobias Hug, Kevin Fox bassi

I costumi degli Swingle Singers sono stati offerti dalla Ditta APSLEYTailors Ltd. “The Bespoke Tailors”.

The Swingle Singers usano il Sistema WMS4000 microfoni senza filo di AKG.

69

Page 70: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

70

Dite a un trombettista che fa ‘cantare’ il suo

strumento: gli avrete fatto un grande elogio,

ma provate a dire a un cantante, che sembra

una tromba! La risposta non sarà gentile, a

meno che non abbiate a che fare con The

Swingle Singers. Cantare una musica ese-guendola come se fosse suonata: questo é, in

breve, il motto degli Swingle Singers e della

loro attività.

Il complesso, costituito da Ward Swingle agli

inizi degli anni ’60 a Parigi, poi ricomposto

in occasione del trasferimento di questi a

Londra, sulla base del doppio-quartetto con

otto vocalisti educati secondo i canoni della

tradizione corale inglese sulla quale Swingle

proseguí la sua ricerca stilistica - introducen-

do e definendo quell’ormai inconfondibile

sound che lo caratterizza - riscosse subito

l’approvazione del pubblico e della critica.

La tecnica vocale impeccabile, la notevole

armonia e fusione dei timbri musicali, per-

mette agli Swingle di avere un repertorio che

spazia da Bach al Jazz, dai madrigalisti fran-

cesi a Duke Ellington, da Mozart a Gershwin.

Sebbene Ward Swingle si sia trasferito nella

nativa America per attivitá didattiche, il com-

plesso continua ad avvalersi della sua consu-

lenza artistica, proseguendo sempre con

maggior successo il suo cammino che si

applica nei centri di produzione classica

come in quelli di jazz, del pop, musica con-

temporanea, oltre che nell’ormai tradizionale

concerto speciale della notte di Natale al

Canadian Brass di Toronto.

La storia di un successo imprevistoAll’inizio gli Swingle Singers erano solo

otto bravissimi cantanti del tutto indipenden-

ti tra loro. Di solito lavoravano come raffina-

ti coristi nelle sale d’incisione dei cantanti

francesi, tra cui alcuni grandi come Charles

Aznavour e Gilbert Becaud. Nel migliore dei

casi si trovavano a prestare le loro voci ai più

affascinanti progetti del compositore e diret-

Page 71: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

71

tore d’orchestra Michel Legrand, spesso in

chiave jazzistica, il quale poi si trasferì però

in America. Alcuni di loro, capitanati da

Ward Swingle, decisero di unirsi e costruire

un progetto proprio mettendo a punto, quasi

per gioco, quelli che erano i loro esercizi abi-

tuali per tenere in allenamento la voce.

Provarono ad esercitarsi in alcune partiture

classiche e soprattutto in quelle di Bach leg-

gendo le varie parti strumentali come se fos-

sero cantabili: ben conosciamo la ‘duttilità’ e

l’’universalità sonora e timbrica’ delle opere

di Bach che si prestano ad essere eseguite

con qualsivoglia strumento restando comun-

que integre nella loro bellezza assoluta. La

cosa dunque funzionò talmente bene che

Ward Swingle si apprestò a trascrivere le

partiture originali adattandole alla struttura

vocale del neonato complesso: su una base

strettamente vocale si innestava una lieve

cadenza jazz, con vocalizzi desunti dalle tec-

niche scat dei cantanti tradizionali, ma adat-

tate al tono e al timbro originario di quelle

composizioni. La trovata ebbe esiti clamoro-

si: nel 1962 realizzarono il loro primo disco

tutto dedicato a musiche di Bach soprattutto

allo scopo di documentare il lavoro che sta-

vano facendo, ma senza particolari intenzio-

ni commerciali, come appunto avvenne in

Francia dove fu diffuso tra estimatori e pochi

appassionati curiosi. La pubblicazione in

America avvenne l’anno successivo e alcuni

deejay radiofonici lo notarono e in pochi

mesi contribuirono al loro lancio facendolo

entrare perfino nelle classifiche di vendita

dove rimasero molti mesi. Vinsero premi di

ogni genere e furono perfino chiamati ad esi-

birsi alla Casa Bianca davanti al presidente

Kennedy, ricevendo poi elogi da grandi

come Gillespie e la Fitzgerald. Il successo

rimbalzò indietro in Europa in breve tempo

trattandosi di un genere che poteva essere

compreso da tutti, appassionati sia di musica

classica che di jazz; non c’erano parole che

impedissero la comprensione immediata del

testo e questa ‘contaminazione’ di mondi

Page 72: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

72

musicali così diversi ebbe un risultato di

pubblico inatteso. Iniziarono anche i concer-

ti: in pubblico apparivano vestiti di nero con

abiti di Yves Saint Laurent e Pierre Balmain,

in posa composta e sobria, interpretavano il

repertorio classico con simmetria e rigore

creando addirittura un diverso modo (tutto

europeo) di interpretare il jazz, accompagna-

ti da una piccola sezione ritmica composta

da basso e batteria. Dopo Bach anche

Telemann, Händel, Mozart e poi Beethoven

e Chopin furono sottoposti al ‘trattamento’di

rilettura da parte degli Swingle Singers: in

quel periodo il jazz aveva più volte dato

segnali di attrazione nei confronti della

musica classica e le similitudini tra il jazz e,

in particolare, la musica barocca per l’impor-

tanza del ritmo e le tecniche di contrappunto

che favoriscono spunti di improvvisazione.

Anche il mondo musicale contemporaneo

‘colto’ ebbe grande interesse per il comples-

so: Berio dedicò a loro la sua “Sinfonia per

otto voci e orchestra” che rimane una delle

opere più eseguite del grande musicista ita-

liano. Dopo circa dieci anni di attività il com-

plesso iniziò ad accusare i segni dell’usura e,

come accade spesso in simili casi, decisero

di sciogliersi anche per dedicarsi più intensa-

mente ai propri interessi individuali. Ma

Ward Swingle si trasferì in Inghilterra e

operò una nuova selezione attraverso test di

ogni genere facendo rinascere, in versione

inglese, una nuova edizione del complesso.

Anche il nuovo gruppo ebbe dieci anni di

attività gloriosa per poi vivere un nuovo

momento di pausa interrotto negli ultimi

anni in cui gli Swingle Singer conoscono

una nuova giovinezza.

Page 73: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

73

A fianco: Festival 2004.

Il clavicembalista TrevorPinnock (Viterbo, 28 Agosto

2004 - Arch. fot. APT)

In basso: Festival 2005.

Gustav Leonhardt durante il reci-tal al Palazzo dei Papi nell’edi-zione del Festival Barocco del2005 (Arch. fot. APT)

Page 74: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

74

L’edificio, unitamente all’adiacente comples-

so monastico, nasce agli inizi del XIII secolo

articolato su una icnografia a croce latina

coperta da un semplice tetto a capriate decora-

to da pianelle dipinte. La fondazione fu opera

dei monaci premostratensi, ma pochi decenni

dopo il complesso era occupato dall’ordine dei

Servi di Maria che imposero la nuova dedica-

zione alla Madonna con il titolo di S. Maria

della Verità. La facciata esterna, ricostruita nel

secondo dopoguerra, si propone in forme sem-

plici, con una cortina di lastre di peperino su

cui si apre un portale cinquecentesco, sormon-

tato da lunetta vuota tra due statue in pietra.

L’interno, di una grandiosità essenziale intona-

ta ai rifacimenti della seconda metà del

Quattrocento, mostra il transetto aperto da un

grande arco ogivale che poggia su esili colon-

nine pensili.

Gioiello della chiesa è la splendida cappella

Mazzatosta che, a pianta quadrata in forme

tardo-gotiche, conserva ancora l’originale can-

cellata in ferro battuto e parte del pavimento a

piastrelle di maiolica. La cappella, fatta edifi-

care nella metà del Quattrocento da Nardo

Mazzatosta, aristocratico viterbese, fu dipinta

da Lorenzo da Viterbo che terminò la sua

opera nel 1469. Le scene, di soggetto mariano,

distrutte dai bombardamenti aerei, vennero

VITERBO - Chiesa di Santa Maria della Verità

sottoposte ad un intervento di ricostruzione e

restauro innovativo e rivoluzionario: ventitre-

mila frammenti furono recuperati e ricollocati

in situ. Nella parete sinistra si articola il capo-

lavoro cui Lorenzo deve la sua fama: nella

lunetta superiore la “Presentazione di Maria al

Tempio”, nel fascione sottostante lo

“Sposalizio di Maria”. L’affresco ha anche un

grande valore documentaristico, “…sono

molti giovani cavati dal naturale” scriverà il

cronista viterbese Nicolò della Tuccia raffigu-

rato anch’egli tra la folla.

La chiesa di S. Maria della Verità ancora con-

serva, inoltre, frammenti della decorazione

pittorica che tra la fine del XIII e gli inizi del

XIV secolo ornavano le cappelle precedenti ai

rifacimenti rinascimentali

Cappella Mazzatosta. Particolare della volta(foto G. Cerica)

Cappella Mazzatosta. Lo sposalizio della Vergine (foto arch. fot. APT)

Page 75: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008VITERBO - CHIESA DI S. MARIA DELLA VERITÀ

La RisonanzaFabio Bonizzoni, direttore

GEORGE FRIEDRICH HÄNDEL

LA MUSICA SACRA ITALIANA

Ah! Che troppo ineguali, Cantata per soprano, archi e bc

Haec est Regina Virginum, Mottetto per soprano, archi e bc

Sonata a 5, Andante. Adagio, Allegro

Salve Regina, Mottetto per soprano, organo, archi e bc

*****

Il pianto di Maria (G.B.Ferrandini – attrib. Händel), Cantata per soprano, archi e bc

Yetzabel Arias Fernandez soprano

Nick Robinson violino

Silvia Colli violino

Rossella Borsoni violino

Claudia Combs violino

Gianni De Rosa viola

Caterina Dell’Agnello violoncello

Davide Nava violone

Fabio Bonizzoni clavicembalo, organo, direzione

75

Page 76: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Fondata nel 1995 da Fabio Bonizzoni come

un ensemble vocale e strumentale, La

Risonanza si è progressivamente trasfor-

mata in un’orchestra da camera su strumen-

ti originali. Ha un organico variabile a

seconda dei programmi proposti e collabora

talvolta con formazioni corali per program-

mi di particolare ampiezza. Il suo repertorio

è quello della musica italiana e, più in gene-

rale, della musica influenzata dallo stile ita-

liano scritta nel XVII e XVIII secolo; pre-

senta spesso programmi in cui partecipano

solisti vocali. Tra questi gli ospiti più fre-

quenti sono i soprani Roberta Invernizzi,

Emanuela Galli e Nuria Rial, i baritoni

Fulvio Bettini e Furio Zanasi, il mezzoso-

prano Marina De Liso.

Dopo aver registrato nel 1996 un CD dedi-

cato a Girolamo Frescobaldi per la rivista

Amadeus, La Risonanza ha inciso un CD

con la “Missa non sine quare” di Johann

Caspar Kerll per la casa discografica

Symphonia (disco che ha vinto lo “CHOC”

di “Le monde de la Musique”) ed un CD

dedicato alle cantate di Luigi Rossi pubbli-

cato da Stradivarius. Sempre per il mensile

Amadeus, è uscito un disco dedicato ai con-

certi per organo di Franz Joseph Haydn. Dal

2000 incide per la casa spagnola Glossa per

la quale sono stati pubblicati un disco dedi-

cato a Barbara Strozzi ed un altro con i con-

certi per organo di Giuseppe Sammartini.

Attualmente, sempre per Glossa ed in colla-

borazione con la Facoltà di Musicologia

dell'Università di Pavia e con l'Associazione

Händel di Milano, La Risonanza è impegna-

ta nel primo progetto di registrazione inte-

grale delle cantate italiane con strumenti di

76

Page 77: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

G.F. Händel. Il primo disco di questa ambi-

ziosa collana, dedicato alle cantate compo-

ste per il Cardinal Pamphili, è stato insigni-

to del prestigioso ‘Stanley Sadie Händel

Recording Prize 2007’, un premio interna-

zionale al miglior disco händeliano dell’an-

no. La Risonanza è ospite regolare dei più

importanti festival di musica antica quali il

Festival di Utrecht, di Brugge, il Festival di

Cuenca, di San Sebastian, di Santander, di

Saint Michel en Tiérache e di importanti

istituzioni quali il Bozar di Bruxelles, il

Rheingau Musik Festival di Wiesbaden,

Styriarte di Graz, l’Arsenal di Metz,

l’Accademia di Santa Cecilia di Roma e la

Società del Quartetto di Milano. Dal 2007,

La Risonanza è orchestra residente nel

dipartimento francese dell’Aisne e riceve il

sostegno del Ministero della Cultura e della

Comunicazione (‘DRAC Picardie’).

La musica sacra italiana di HändelIl soggiorno italiano del grande composito-

re fu relativamente breve (dalla fine del

1706 alla fine del 1709) ma fu senz’altro

uno dei periodi più importanti della sua vita

artistica. Giunto appena 21enne in uno

degli ambienti culturali ed artistici più ricchi

e fecondi che mai sia stato dato di concepi-

re – la Roma dei primi del Settecento racco-

glieva infatti i massimi artisti di tutte le arti

– Händel si trovò dunque a diretto contatto

con la musica più all’avanguardia del suo

tempo. Gli bastarono pochi mesi, poche set-

timane in realtà, per rendersi padrone dello

stile italiano e per iniziare a comporre capo-

lavori assoluti con un’energia ed una vitali-

tà che solo la gioventù, il genio e quella che

potremmo chiamare una ‘febbre della sco-

perta’ delle potenzialità espressive della

musica, possono spiegare.

Entrato al servizio e protetto dai maggiori

mecenati romani, ed in particolare dal

Marchese Ruspoli, Händel veniva chiamato

a fornire musica d’intrattenimento per le

occasioni pubbliche e private della capitale

e dei luoghi di villeggiatura dove le famiglie

nobili si recavano.

Se il corpus principale di questa produzione

è dato dalle cantate profane, non bisogna

tuttavia trascurare la sua produzione sacra: i

due oratori “Il trionfo del Tempo e del

Disinganno” e “La Resurrezione” e poi una

serie di composizioni di più modeste dimen-

sioni scritte per varie occasioni diverse. E’

tra questi piccoli capolavori che si è scelto il

programma odierno. Due sono le caratteri-

stiche che vogliamo sottolineare in queste

musiche – ed in realtà in tutta la produzione

italiana – e cioè la ricerca timbrica (ne è un

esempio il Salve Regina con organo e vio-

loncello concertanti) e la felice invenzione

melodica. Fu proprio questa una delle capa-

cità che Händel sviluppò in Italia e non è un

caso che molte delle pagine qui concepite

vennero poi riprese successivamente, negli

anni londinesi, e divennero immortali. Ce ne

fornisce un esempio il mottetto “Haec estRegina virginum” che molti riconosceranno

essere il predecessore di una famosa pagina

della più celebre “Musica sull'acqua”.

Nella seconda parte del concerto ascoltere-

mo invece una notevolissima composizione

di un autore praticamente sconosciuto: il

“Pianto di Maria” di Giovan Battista

Ferrandini.

Le prime fonti manoscritte venute alla luce

di questo brano lo attribuiscono ad Händel

stesso, tuttavia ragioni stilistiche fecero ben

presto dubitare di questa attribuzione. La

ricerca musicologica provò dunque l’erro-

nea attribuzione al Sassone e, al contrario, la

paternità di Ferrandini – compositore di area

veneta dei primi del 700 – per questo straor-

dinario brano.

Si tratta, in buona sostanza, di uno Stabat

77

Page 78: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Mater in italiano. Il libretto infatti ci descri-

ve Maria, ai piedi della croce, vedere lo stra-

zio del Figlio e la sua morte. Ferrandini

interpreta questo testo con una forza espres-

siva non comune ed alterna arie di carattere

molto diverso a recitativi, sia secchi sia

accompagnati, di grande drammaticità.

Le arie forse più impressionanti sono le

prime due: nella prima Maria canta sottovo-

ce su note lunghe e tenute un drammatico

testo in cui ricusa, difatto, la grazia fattale di

aver portato in grembo il Figlio di Dio: la

drammaticità del momento è esaltata dal

fatto che la melodia da lei intonata è quella

del Magnificat gregoriano, il canto cioè di

ringraziamento che, molti anni prima, aveva

accompagnato l'annuncio dell'Angelo.

A questo momento fa seguito una straordi-

naria aria a quattro violini obbligati – una

scrittura non comune e di rara efficacia

sonora – in cui, al contrario, morto Gesù,

Maria ‘grida’ tutto il suo dolore di madre

privata di quanto aveva di più caro.

L’ultima aria, più convenionale dal punto di

vista della tecnica compositiva, è comunque

intensissima e di rara bellezza melodica e

chiude degnamente questo capolavoro quasi

sconosciuto della musica barocca.

Fabio Bonizzoni

O qualis de coelo sonus

O qualis de coelo sonus

tamquam advenientis

spiritus vehementis

totam replet domum amore?

et suavis aure sibilus

mortalium corda dum per flat,

ad sanctos amoris

improvisus in vita?

Ad plausus, ad jubila

pellantur cordis nubila,

recedat culpae nox.

Lux micat coelo fulgida nox

aura spirat cordi turgida,

sancti amoris blanda est vox.

Eja ergo, mortalis,

ignarae caecitatis

procul pelle timores,

et tu, turba fidelis,

decantare divinos

summi regis amores.

Gaude, tellus benigna,

decora, sanctus amor,

sanctus amor descendit ad te.

Cordis laus sit plena, sonora,

mentes nostras invitet ad se.

Alleluja.

Salve Regina

Salve Regina,

Mater misericordiae,

vita dulcedo et spes nostra salve.

Ad te clamamus,

exules filii Eva,

ad te suspiramus

gementes et flentes

in hac lacrimarum valle.

Eia ergo avvocata nostra

illos tuos misericordes oculos

ad nos converte,

et Jesum benedictum,

fructum ventris tuis

nobis post hoc exilium ostende.

O clemesn, O pia,

O dulcis virgo Maria.

Haec est Regina Virginum

Haec est Regina Virginum

quae genuit Regem velut Rosa decora

Virgo Dei Genitrix per quam reperimus

Deus

et nomine alma virgo intercede pro nobis.

78

Page 79: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Il Pianto di Maria

Giunta l’ora fatal dal ciel prescritta,

che sul Calvario monte,

con tragico apparato,

cirne doveva del Creatore il Figlio

videsi anch’ella in luttuoso ammanto,

la sconsolata madre esser presente

alla tragedia atroce e starne, - ah cieli!

Immobil nel dolor; soltanto in vita

Quanto sentir potesse

L’immensa acerbità del suo tormento.

E, mentre tutta in pianto si sciogliea,

così fra suoi singhiozzi ella dicea:

“Se d’un Dio fui fatta madre

per vedere un Dio morire,

mi perdona, Eterno Padre,

la Tua grazie è un gran martire.

Ah me infelice! Ahi lassa!

Il mio Figlio divino,

da un discepol tradito,

da un altro ancor negato,

dai più fidi fuggito,

tra tribunali ingiusti,

come reo condannato,

da flagelli percosso,

trafitto dalle spine,

lacerato da chiodi,

crocifisso fra ladri,

dal fiele abbeverato,

dal mondo vilipeso,

dal Cielo abbandonato. E ancor non basta

Se da barbare squadre il suo bel nome

Fra le bestemmie ancor non deggio udire?

Ahimè ch’egli già esclama ad alta voce,

angeli non l’udite?

Padre l’abbandonasti? Almen Tu, Santo

Spirito,

soccorri quella divina fronte,

in cui desian specchiarsi

l’angeliche del ciel squadre, sì pure

già sparsa di mortal mesto pallore,

sopra il petto l’inchina, Ei muore!

Sventurati miei sospiri

Se quest’alma non sciogliete

Molto poco voi potete

Molto lieve è il mio dolore.

Atrocissimi martiri

Che in umor gli occhi stillate,

poco è il duol se non stemprate

tutto in lagrime, anche il core”.

Sì disse la Gran Madre

In vedendo spirare l’amato Figlio

Insensata per duol tosto divenne

E priva di ogni senso al suol poi svenne;

ma tosto al chiuder gli occhi

dell’eterno fattore,

udissi intorno un fragor di sassi,

un crollar della terra,

un vacillar del suolo,

sì del morto Signor l’agita il duolo.

Ha decretati Iddio

tre terremoti universali in terra:

un nel morir del Verbo,

nel suo risorger l’altro

e il terzo alfine, - ahi nel pensarlo io tremo,

a quel che fia -, nel gran giudizio estremo.

Pari all’Amore immenso

Fu immenso il suo patir.

E solo allora atroce

Gli fu la propria croce

Che di sue pene il senso

Gli tolse il suo morir.

Or se per grande orror tremò la terra,

morir vedendo un Dio tra tormenti sì rei,

uomo trema ancor tu che terra sei!

79

Page 80: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

80

L’attuale edificio, frutto

della ricostruzione del dopo-

guerra, è il risultato di una

fase costruttiva francescana

iniziata nel 1236 e di una

successiva di ampliamento

in pure forme gotiche realiz-

zato quando Viterbo era sede

della corte pontificia.

La facciata è caratterizzata

da un’apertura ad arco in

stile romanico con colonni-

ne tortili, tre monofore ed un

semplice oculo. Sull’angolo

destro è collocato un pulpito

eretto nel 1429, mentre die-

tro si scorge il campanile a

vela con due fornici.

La grandiosa navata unica è

chiusa da un’abside quadrata, nella quale si

apre una grande quadrifora gotica con roso-

ni. Le capriate del tetto, rimesse in luce dai

restauri che hanno eliminato le volte baroc-

che, sono sostenute da archi a sesto acuto;

VITERBO - Chiesa di San Francesco

l’abside ed il transetto sono

coperti da volte ogivali pro-

filate da costoloni che rica-

dono su pilastri compositi,

decorati con motivi floreali

di schietto stile gotico.

Nel transetto destro si con-

servano i resti del monu-

mento funebre di Pietro di

Vico, realizzato da Pietro di

Oderisio nel 1269, raffinata

creazione in stile gotico

impreziosita da stemmi e

mosaici.

Un arco a sesto acuto,

strombato e ornato da colon-

nine tortili immette nella

cappella del S.S. Sacra-

mento, eretta dalla famiglia

Gatti, potente famiglia di origine brettone

protagonista della vita civile e politica di

Viterbo. A fianco emerge in tutto il suo

splendore il Mausoleo di Adriano V attri-

buito ad Arnolfo di Cambio, monumento

gotico-cosmatesco, autentico gioiello d’ar-

te medievale; la statua coricata, vestita con

abiti pontificali, è posta su un duplice basa-

mento intarsiato con splendidi marmi poli-

cromi.

In simmetria, nel transetto sinistro, è il

Mausoleo di Clemente IV, di Pietro

Oderisio (1270), un tabernacolo in stile

gotico con la statua distesa su un sarcofago

romano con bassorilievo collocato su un

basamento marmoreo decorato con intarsi

di suggestiva policromia. Sempre nel tran-

setto sinistro è il portale d’accesso alla cap-

pella Botonti (sec. XVI), per la quale era

stata dipinta, tra il 1515 e il 1516, la celebre

“Pietà” di Sebastiano Del Piombo, attual-

mente conservata al Museo Civico.Chiesa di San Francesco. Esterno e monumen-to a Papa Adriano V (foto G. Cerica)

Page 81: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

SABATO 20 SETTEMBRE 2008VITERBO – CHIESA DI S. FRANCESCO

L’Arte dell’ArcoChristopher Hogwood, direttore

Federico Guglielmo, maestro di concerto al violino

A. VIVALDI, L’ESTRO ARMONICO, OP. IIIConcerto n. 1 in Re maggiore per 4 violini e violoncello, archi e continuo

Allegro - Largo e spiccato - Allegro

Concerto n. 2 in sol minore per 2 violini, archi e continuo

Adagio e spiccato - Allegro - Larghetto - Allegro

Concerto n. 4 in mi minore per 4 violini, archi e continuo

Andante – Allegro assai – Adagio - Allegro

Concerto n. 9 in Re maggiore per violino, archi e continuo

Allegro – Larghetto - Allegro

*****

Concerto n. 5 in La maggiore per 2 violini, archi e continuo

Allegro – Largo - Allegro

Concerto n. 10 in re minore per 2 violini, violoncello, archi e continuo

Allegro – Largo Larghetto Largo - Allegro

Concerto n. 12 in Mi maggiore per violino, archi e continuo

Allegro – Largo - Allegro

Concerto n. 11 in si minore per 4 violini, violoncello, archi e continuo

Allegro Adagio spiccato Allegro - Largo e spiccato - Allegro

Federico Guglielmo violino

Carlo Lazari violino

Stefano Zanchetta violino

Rossella Croce violino

Mario Paladin viola

Pasquale Lepore viola

Francesco Galligioni violoncello

Massimiliano mauthe von Degerfeld violone

Evangelina Mascardi tiorba e chitarra barocca

Christopher Hogwood cembalo

81

Page 82: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

82

Cristopher Hogwood ha studiato musica

e letteratura classica al Pembroke College

di Cambridge (Università di Cambridge)

e, successivamente direzione d’orchestra e

clavicembalo con Raymond Leppard e

Thurston Dart e quindi con Rafael Puyana

e Gustav Leonhardt. Una borsa di studio

gli consentì di frequentare uno stage di un

anno a Praga. Nel 1967 Hogwood fondò

l’Early Music Consort con David Munrow

e nel 1973 rifondò l’Academy of Ancient

Music, specializzata nell’esecuzione della

musica barocca con strumenti dell’epoca.

L’Early Music Consort venne sciolto nel

1976 dopo la morte di Munrow ma

Hogwood continuò la sua attività con

l’Academy of Ancient Music. Dal 1981,

essendo direttore artistico dell’Orchestra

Filarmonica di Boston e della Händel and

Haydn Society dal 1986 al 2001,

Hogwood ha diretto negli Stati Uniti. Dal

1983 al 1985 è stato direttore artistico del

Mostly Mozart Festival presso il Barbican

Centre di Londra. Dal 1987 al 1992 è stato

direttore musicale della Saint Paul

Chamber Orchestra in Minnesota, con l'in-

carico di direttore principale ospite.

Hogwood ha diretto molte opere. Egli fece

il suo debutto alla direzione di un’opera

nel 1983, dirigendo “Don Giovanni” a St.

Louis. Ha diretto nei teatri Berlin State

Opera, Teatro alla Scala, Royal Opera

Stockholm, Royal Opera House al Covent

Garden, Chorégies d’Orange e Houston

Grand Opera. Con l’Opera di Australia ha

diretto “Idomeneo” nel 1994 e “La cle-

menza di Tito” nel 1997. Nel settembre

2006, ha lasciato l'incarico di direttore

dell’Academy of Ancient Music al clavi-

cembalista Richard Egarr e venne nomina-

to direttore emerito. Continua a dirigere la

sua Academy nelle opere di Händel e,

nella commemorazione dell’anniversario

di Händel nel 2009, dirigerà la sua opera

“Amadigi”. Anche se Hogwood è meglio

conosciuto come esecutore di musica

barocca, egli ha diretto anche musica con-

temporanea ed in particolar modo musiche

scritte nello stile neo-barocco e neoclassi-

co compresi lavori di Stravinsky, Martinù

e Hindemith. La sue esecuzioni spaziano

da John Dowland a Felix Mendelssohn ed

è il direttore della nuova edizione Carl

Philipp Emanuel Bach: The Complete

Works, che si sta occupando del completa-

mento della pubblicazione dell’opera

omnia di C.P.E. Bach’s prevista in uscita

nel 2014. Alcune sue recenti incisioni

riguardano le opere di Purcell Ode on St

Cecilia’s Day 1692 e di Elgar Enigma

Variations. Egli è interprete, come solista,

di una vasta mole di musiche per clavi-

cembalo dei compositori Louis Couperin,

Page 83: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

83

J. S. Bach, Thomas Arne, William Byrd.

Dal 1992 Hogwood è stato professore di

esecuzione di musica antica alla Royal

Academy of Music. Egli è professore ono-

rario di musica all’Università di

Cambridge e professore associato al

King’s College London.

L’Arte dell’Arco sin dalla sua costituzio-

ne nel 1994 ha ottenuto il riconoscimento

internazionale per i suoi concerti e le sue

registrazioni. Fanno parte dell’ensemble

padovano alcuni dei migliori musicisti ita-

liani, specializzatisi nell’esecuzione su

strumenti antichi collaborando con le più

importanti orchestre barocche europee.

L’Arte dell’Arco ha un organico variabile

che, partendo da un piccolo ensemble di 3

musicisti fino a costituire un’orchestra

classica di 30 elementi, permette di affron-

tare un ampio repertorio, ricercando e

rivalutando anche lavori rari e dimenticati.

Una particolare attenzione viene posta alla

riscoperta del repertorio veneziano e del-

l’opera barocca italiana. L’Arte dell’Arco

è regolarmente presente nei più importanti

festival di musica antica. I suoi musicisti

appaiono oggi in tutte le maggiori sale

diconcerto europee, nel Nord e nel Sud

America, in Giappone ed in Estremo

Oriente. Il gruppo collabora con artisti

acclamati quali Christopher Hogwood

(direttore ospite sin dal 1997), Gustav

Leonhardt, PieterWispelwey, Cecilia

Gasdia, etc. Pur continuando ad invitare

ogni anno diversi direttori e solisti ospiti,

Federico Guglielmo (Primo Violino e

Direttore Artistico) ha dato al gruppo una

caratterizzazione ed un suono molto defi-

niti. L’Arte dell’Arco è stato particolar-

mente prolifico negli studi di incisione,

registrando più di 35 cd con Deutsche

Harmonia Mundi, BMG Classics,

Chandos, ASV, CPO, Stradivarius,

Dynamic e Musicaimmagine, tutti dedica-

ti al repertorio Barocco italiano. Fin dal-

l’apparizione della sua prima registrazione

L’Arte dell’Arco ha ricevuto premi quali il

Premio Internazionale del Disco Antonio

Vivaldi a Venezia (1995, 1996) e tutti i

maggiori riconoscimenti dei periodici spe-

cializzati (Diapason, Le Monde de La

Page 84: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

84

L’Estro Armonico

Concertoconsacratiall’Altezza RealediFerdinando IIIGran Principe di ToscaneDa D. Antonio VivaldiMusico di violino e Maestro de Concerti delPio Ospidale della Pietà di VeniziaOpera Terza.

Così è scritto sul Frontespizio della prima

edizione del 1711 dei due libri di sei con-

certi del trentatreenne Antonio Vivaldi che

fino ad allora aveva solo pubblicato due

raccolte di Sonate con i vecchi editori

veneziani e non perse quindi l’occasione

di far diffondere la sua opera da uno dei

più prestigiosi editori del tempo, Estienne

Roger di Amsterdam. Ormai nel pieno

possesso della sua capacità creativa, con

l’Estro Armonico Vivaldi realizza un vero

e proprio ‘colpo’ che scuote il mondo

musicale settecentesco grazie anche alla

grande circolazione europea consentita

dall’importanza dell’editore olandese: nel

ciclo di 12 concerti le forme di “Concerto

grosso”, di “Concerto a 5” o di “Concerto

da Camera” vengono superate facendoci

trovare di fronte ad un’opera che, pur

assorbendo i principi musicali delle com-

posizioni similari precedenti, segna una

svolta decisiva nell’evoluzione del

Concerto per archi aprendo confini timbri-

ci e virtuosistici fino ad allora sconosciuti.

Nel palinsesto troviamo quattro Concerti

per 4 violini solisti (n. 1, 4, 7, 10), quattro

Concerti per 2 violini solisti (n. 2, 5, 8, 11)

e quattro per un violino solista (n, 3, 6, 9,

12) distribuiti in un ordine successivo che

segue una logica simmetrica. In alcuni di

essi è presente anche un violoncello solista

Musique, Repertoire, Gramophone,

Classic Cd, BBC Music Magazine,

International Record Review, the Strad,

Fanfare, American Record Guide, Fono

Forum, Klassik Heute, Alte Musik

Aktuell, Luister, Scherzo, Ritmo, Record

Gejiutsu, etc) e della stampa internaziona-

le (the Times, the Daily Telegraph, the

Irish Times, etc). I periodici musicali ita-

liani Amadeus, Cd Classics, Orfeo e

Classic Voice hanno dedicato le loro

copertine a L’Arte dell’Arco, presentando

incisioni inedite ed interviste con Federico

Guglielmo. Nel 1997 L’Arte dell’Arco ha

avviato uno dei progetti di registrazione

più ambiziosi delle ultime decadi: l’inci-

sione completa di tutti i Concerti di

Tartini. I primi dodici volumi (per com-

plessivi 20 cd) nell’ambito di una pro-

grammazione decennale sono già stati

pubblicati da Dynamic ed hanno riscosso

un successo internazionale. Una nuova e

completa edizione a stampa ‘urtext’ di

questi Concerti sarà pubblicata a cura de

L’Arte dell’Arco. Da segnalare nelle sta-

gioni 2006-2007 i tour di concerti in

Giappone ed EstremoOriente e la presenza

in numerosi festival in Italia, Austria,

Germania ed Olanda. I progetti futuri

includono concerti e registrazioni con arti-

sti quali Michala Petri, Hidemi Suzuki,

Emma Kirkby, Vivica Genaux, Gemma

Bertagnolli, Christopher Hogwood,

Anthony Pay e Bob van Asperen. In questa

stagione L’Arte dell’Arco presenta anche

numerose nuove incisioni con CPO

(Vivaldi, “Concerti per Anna Maria”;

Händel, “Musica sull’Acqua” e “Musica

per i Reali Fuochi d’Artificio”; Vivaldi,

“La Stravaganza” e “Concerti per stru-

menti a pizzico”), Dynamic (Tartini,

Concertos vol.13 e 14) ed un progetto su

Veracini per Amadeus.

Page 85: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

85

obbligato.

L’ordine delle tonalità è vario e segue una

regolare logica di alternanza Maggiore-

Minore con l’unica inversione di ordine

degli ultimi due concerti.

La diffusione dell’ op. III, che vede la luce

dopo due cicli di Sonate per violino e

basso continuo op. I e op. II (composizio-

ni cameristiche e dunque indirizzate ad un

pubblico più ristretto) procura subito una

enorme fama al Prete rosso che varca i

confini di ogni paese europeo: vengono

prodotte nuove pubblicazioni con editori a

Londra (J. Walsh) e a Parigi (Le Clerc).

Gli estimatori illustri di Vivaldi diventano

numerosissimi, ma su tutti il grande J.S.

Bach che trascriverà ben sei concerti

dell’Estro Armonico sulla tastiera del cla-

vicembalo e dell’organo.

La dedica al Gran Principe di Toscana

Ferdinando, che probabilmente Vivaldi

incontrò a Venezia mentre questi era in

visita durante un Carnevale non risultando

una sua frequentazione assidua con questi,

è inusuale per un musicista veneziano che

fino ad allora avrebbe dedicato un’opera

così importante ad un illustre personaggio

locale: la dedica potrebbe avere però qual-

che relazione con l’insolita disposizione

delle parti orchestrali. Infatti vi sono otto

parti delle quali ben quattro sono dei violi-

ni (numerate da 1 a 4). In altre occasioni

Vivaldi, come altri veneziani, dividerà i

violini in tre parti (due orchestrali ed una

di violino principale). La divisione in

quattro parti è pratica frequente di Scuola

Romana e, più precisamente, Corelliana ed

inoltre Vivaldi pone due parti di accompa-

gnamento in unisono e sovente addirittura

tre, sicchè l’effetto non risulta diverso da

altri Concerti di stile veneziano. Nel

tempo lento del Sesto Concerto pone inve-

ce le parti in maniera indipendente una

dall’altra in modo da creare un effetto

sonoro di ‘avvolgimento’ dello strumento

principale. Altre due parti sono per le

viole: importanti precedenti di questa pras-

si troviamo nei Concerti op. 2 e op. 5 del

suo illustre e conterraneo predecessore

Albinoni: di fatto però le viole procedono

in unisono in sette Concerti dell’Estro

Armonico e in lunghi tratti dei rimanenti

cinque. Il continuo ed il violoncello hanno

parti separate: nei Concerti n. 1, 2, 7, 9, 12

il violoncello ha passaggi solistici di parti-

colare virtuosismo. Negli ultimi concerti

della sua produzione Vivaldi preferirà la

divisione tripartita del Concerto con la

successione di tempi Veloce-Lento-

Veloce: nell’op. III questo tipo di divisio-

ne è meno frequente: spesso troviamo

introduzioni lente, derivate dallo stile

sonatistico e dallo stile concertistico di

Corelli, ma, in particolare, vi sono esempi

di schema compositivo più originale quali

il Concerto n. 10 che possiede un secondo

movimento tripartito con un ‘Larghetto’

incorniciato tra due ‘Largo’, o il n. 11 che

si apre con un Allegro introduttivo in

forma di Cadenza per due violini soli e

violoncello solo, un Adagio che ha pura

funzione di transizione con ‘blocchi’ di

accordi ed una magnifica Fuga conclusiva

che valse a Vivaldi la stima di vari sosteni-

tori inglesi che vedevano in lui anche un

eccellente contrappuntista.

Page 86: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

86

San Pellegrino è un esempio di contrada due-

centesca perfettamente conservata, dall'elevato

valore urbanistico, con le torri, le case, i caval-

cavia, i profferli (scale esterne), le bifore roma-

niche. Le case che si affacciano sulla Via San

Pellegrino sono costruite direttamente sul tufo

con muri realizzati con blocchi di pietra squa-

drati, composte da uno o più piani. L’accesso

dalla strada al primo piano della casa era garan-

tito dal profferlo, mentre il locale a piano terra

era adibito a bottega; alcune abitazioni non si

affacciavano direttamente sulla strada, ma ave-

vano una corte, a volte in

comune con altre abitazioni,

che in dialetto viterbese

prende il nome di “richia-

stro”. Caratteristica di que-

sto quartiere è anche la

“casa a ponte” tipo di abita-

zione che unisce due fabbri-

cati, separati dalla strada,

all’altezza del primo o del

secondo piano, creando sug-

gestivi passaggi coperti.

Al centro del quartiere si

apre l'omonima piazza con il

Palazzo degli Alessandri e

sul retro l'imponente Torre

Scacciaricci e la Chiesa di S.

Pellegrino. Nel complesso

l'aspetto della piazza, nono-

stante i vari rifacimenti suc-

ceduti nel tempo, è unitario e ciò è dovuto

anche all'impiego, sia per gli edifici che per la

pavimentazione, di peperino e basaltina, pietre

locali di origine vulcanica di uniforme colore

grigio scuro. La chiesa di San Pellegrino, insie-

me al Palazzo, è la costruzione più importante

e antica della piazza omonima, menzionata nei

documenti di archivio già nel 1045. Il suo

aspetto dopo numerosi rimaneggiamenti si pre-

senta oggi con un tetto a capanna, un rosone ed

un portale sormontato da un arco a tutto sesto e

VITERBO - Quartiere San Pellegrino

sorretto a sua volta da due esili colonne con

capitelli fogliati mentre della costruzione origi-

naria si conservano alcuni tratti delle mura

esterne e un arco a tutto sesto formato da conci

a cuneo che sormonta il portale laterale. Il

Palazzo degli Alessandri, unitamente allo sta-

bile con il portico, congiunto a questo attraver-

so un passaggio aereo sorretto da un mezz’ar-

co, inteso come il complesso della dimora

nobiliare e degli alloggi dei do-mestici, fu

costruito verso la prima metà del XIII secolo,

in un momento fiorente per la città di Viter-bo.

Il modello della dimora, di

estensione limitata, fu do-

vuto alla mancanza di gran-

di spazi edificabili all'inter-

no delle mura urbane e tale

situazione consentì a più

immobili di essere forniti di

un affaccio sulla via princi-

pale, ma allo stesso tempo

produsse un più intenso svi-

luppo in altezza, l’utilizza-

zione dei piani sotterranei e

la nascita delle “case-pon-

te”, o almeno la realizzazio-

ne di una porzione del pa-

lazzo sulla via pubblica.

L’ordinamento della parte

interna del Palazzo degli

Alessandri mostra, infatti,

aspetti analoghi a quelli di

altre abitazioni della città, essendo formato da

un piano interrato, un pianterreno, un primo ed

un secondo piano sebbene in questa circostan-

za al pianterreno non si aprano le classiche bot-

teghe o negozi, giacché il casato era di estrazio-

ne aristocratica. L’esterno è caratterizzato da

un ampio balcone che si prolunga sotto un

grandioso arcone ribassato; di fronte, un

semiarco ed un portico a due campate su mas-

sicce colonne, dietro il quale si eleva la Torre

Scacciaricci.

San pellegrino in fiore. Sullo sfondoPalazzo degli Alessandri (foto F. Bi-

ganzoli).

Page 87: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

VENERDÌ 17 OTTOBRE 2008VITERBO – TEATRO DELL’UNIONE

I Solisti VenetiCLAUDIO SCIMONE direttore

VIRTUOSISMO E MELODIA ITALIANA

DAL BAROCCO AL ROMANTICISMO

LUIGI BOCCHERINI (1743-1805)

Sinfonia in re min. op. 12 n. 4 “La Casa del Diavolo”

Andante sostenuto – Allegro assai - Andantino con moto - Ciaccona (Chaconne qui repre-sente l’Enfer et qui est faite à l’imitation de celle de Mr.Gluck dans “Le Festin de Pierre”)

ANTONIO VIVALDI (1678-1741)

Concerto in re magg, RV 562 “per la Solennità di San Lorenzo”*

per violino, 2 oboi, 2 corni e archi

Allegro - Grave - Allegro

*****

DOMENICO DRAGONETTI (1763-1846)

Concerto in la magg. per contrabbasso e archi

Allegro moderato - Andante -Allegro giusto

TOMASO ALBINONI (1671 – 1750)

Concerto in re minore op. 9 n. 2 per oboe e archi

Allegro e non presto - Adagio - AllegroPaolo Pollastri oboe

NICCOLÒ PAGANINI (1782-1825)

Variazioni sul "Carnevale di Venezia" op. 10 per violino e archi

GIOACCHINO ROSSINI (1792-1868)

Variazioni in mi bemolle maggiore per clarinetto e archi

su temi di “Mosè in Egitto” e “La Donna del Lago”

Lucio Degani violino

Paolo Pollastri, Silvano Scanziani oboi

Alberto Bertoni, Cristian Longhi corni

Gabriele Ragghianti contrabbasso

Lorenzo Guzzoni clarinetto

*Il concerto diretto da Vivaldi ad Amsterdam nel 1738 per la celebrazione del centesimo anniversario

dell’Amsterdamsche Schouwburg (il Teatro di Amsterdam).

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Page 88: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

Claudio Scimone, direttore invitato presso

molte delle maggiori Orchestre mondiali

nonché direttore onorario dell’Orchestra

Gulbenkian di Lisbona, ha studiato direzione

con Dimitri Mitropoulos e Franco Ferrara.

Nel 1959 ha fondato e tuttora dirige I Solisti

Veneti che si apprestano a festeggiare il 50°

anniversario della loro Istituzione e che

costituiscono il Gruppo Orchestrale da

Camera più prestigioso e celebre nel mondo,

con i loro 5.000 concerti in più di 80 Paesi e

nei principali Festival Internazionali (fra l'al-

tro più di 30 Concerti al Festival di

Salisburgo), con i loro oltre 350 titoli in CD,

LP e DVD e la loro ricca serie di pubblica-

zioni e di attività culturali e promozionali.

I Solisti Veneti, infatti, colmando una lacuna

dell’editoria musicale italiana, hanno pubbli-

cato una serie di cataloghi tematici di opere

dei compositori veneziani Albinoni,

Bonporti, Tartini, Galuppi, Platti e Torelli.

Claudio Scimone ha raggiunto una reputa-

zione internazionale sul podio in qualità di

direttore sinfonico e di opera dirigendo, fra

l’altro al Covent Garden di Londra,

all’Arena di Verona, al Teatro La Fenice di

Venezia, alle Terme di Caracalla per l’Opera

di Roma, al Rossini Opera Festival di

Pesaro, ai Teatri d’Opera di Zurigo, New

York, Parigi (Châtelet), Macerata

(Sferisterio), Houston, Melbourne, ecc. Ha

diretto inoltre, fra le Orchestre Sinfoniche, la

Philarmonia e la Royal Philharmonic di

Londra, la Mostly Mozart Orchestra di New

York, le Orchestre della Radio Francese a

Parigi e numerose altre fra cui la Yomiuri

Symphony Orchestra di Tokyo, la

Bamberger Symphoniker, e le principali

88

Page 89: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

orchestre di Montreal, Dallas, Toronto,

Toulouse, Strasburgo, Montecarlo, Nizza,

Sydney, l’English Chamber Orchestra e così

via. Al ricostruito Teatro La Fenice di

Venezia ha recentemente diretto la prima

esecuzione mondiale della versione venezia-

na di “Maometto II” di Rossini.

Ha al suo attivo le prime esecuzioni moder-

ne rossiniane di “Mosè in Egitto”,

“Maometto II”, “Edipo a Colono”, tutte per

il Rossini Opera Festival di Pesaro, la

‘prima’ vivaldiana di “Orlando Furioso”

(Verona, Teatro Filarmonico), la ‘prima

moderna’ di Salieri (“Le Jugement Dernier”)

e numerosissime altre.

Ospite abituale delle più importanti reti tele-

visive italiane e straniere, Claudio Scimone è

stato al centro di alcuni dei più significativi

film o programmi televisivi di contenuto

musicale tra cui “Vivaldi, pittore della musi-

ca” di François Reichenbach e le “Le Sette

Ultime Parole di Cristo” su musica di F.J.

Haydn, girato nella Cappella degli Scrovegni

di Giotto, con la regia di Ermanno Olmi.

La sua produzione discografica è vastissima

e conta oltre 350 titoli con le più importanti

case a distribuzione mondiale (Erato- WEA,

Philips, BMG - RCA, ecc.) e con orchestre

quali la London Philharmonia, l’Orchestre

Philarmonique de Montecarlo, l’English

Chamber Orchestra, la Royal Philharmonic

Orchestra, l’Orchestre Philharmonique de

l’ORTF, Bamberger Symphoniker, l’Or-che-

stra della RAI di Torino, l’Orchestra

Gulbenkian, oltre naturalmente a I Solisti

Veneti. Le sue registrazioni comprendono,

fra l’altro, un numero importante di opere

rossiniane, alcune delle quali registrate in

89

Page 90: Festival Barocco 2008. Guida agli spettacoli

90

anni, Direttore del Conservatorio Superiore

di Padova.

Fra i molti riconoscimenti ottenuti da I

Solisti Veneti e da Claudio Scimone figurano

il Premio Grammy di Los Angeles, il Grand

Prix du Disque dell’Academie Charles Cros

di Parigi (più volte) , quello dell’Académie

du Disque Lyrique di Parigi, la Elisabeth

Memorial Medal di Londra, i Premi della

Critica Discografica Italiana e Belga e nume-

rosi altri. Scimone ha collaborato con la

Fondazione Rossini di Pesaro per l’edizione

dell’Opera Omnia Rossiniana e si è dedica-

to con passione alla formazione di giovani

musicistici. Dal Presidente della Repubblica

Italiana ha ricevuto l’onorificenza di

Cavaliere di Gran Croce al merito della

Repubblica e la medaglia d'oro dei beneme-

riti della scuola, dell’arte e della cultura. E’

l’unico artista ad avere ricevuto dalla

Regione Veneto il Leone d’Oro decretato dal

Consiglio Regionale con votazione unanime.

prima mondiale, quali “Mosè in Egitto” (con

Ruggero Raimondi), “Maometto II”,

“Ermione”, “Zelmira”, “Armida”, “Edipo a

Colono” nonché “L’Italiana in Algeri” con

Marilyn Horne. Con I Solisti Veneti ha anche

registrato l’esecuzione dell’opera integrale

edita in vita di Vivaldi e Albinoni e ha rivela-

to compositori poco noti quali Giannella,

Mercadante, Rolla e altri. Grande interesse

ha destato la registrazione di “Orlando

Furioso” e di “Catone in Utica” di Vivaldi,

quelle di “Pimpinone” e della Serenata “Il

Nascimento dell'Aurora” di Albinoni, non-

ché della “Caduta di Adamo” di Galuppi.

Grande successo hanno avuto recentemente i

DVD “Le Stagioni di Vivaldi nelle Ville

Venete” edito dalla TDK. e “Il Gloria e la

musica sacra di Antonio Vivaldi in San

Marco a Venezia e nella Cappella di Giotto a

Padova” edito dalla Dynamic.

È stato docente di Esercitazioni Orchestrali

presso il Conservatorio di Venezia e, per 27

Festival Barocco 2001. Claudio Scimone dirige “I solisti Veneti” (Arch. fot. APT)

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Dall’Album del Festival

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Festival 1977. Il flautista Angelo Persichilli (Arch. fot. APT)

Festival 1977. “La Passione di Cristo” di A. Scarlatti (Arch. fot. APT)

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Festival 2002. Gli Archi dei Filarmonici di Berlino con l’oboista A. Mayer (Arch. fot. APT)

Festival 2001. Il violoncellista Amedeo Baldovino (Arch. fot. APT)

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Festival 2003. Paolo Franceschini (violino) e Wolfgang Schulz (Arch. fot. APT)

Festival 2003. Il “Claviorgano” di Claudio Brizi (Arch. fot. APT)

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Festival 2004. L’Accademia Bizantina (Arch. fot. APT)

Festival 2004. Il direttore artistico Riccardo Marini e René Clemencic (Arch. fot. APT)

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Festival 2004. L’Orchestra “Counterpoint” e il coro “Canticum” di Londra (Arch. fot. APT)

Festival 2005. il concerto de “LA Venexiana” a Caprarola (Arch. fot. APT)

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Festival 2005. Uto Ughi si esibisce nella Cattedrale di San Lorenzo (Arch. fot. APT)

Alan Curtis più volte ospite del Festival come direttore di opere di Händel (Arch. fot. APT)

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Festival 2006. L’Accademia Barocca di Santa Cecilia (Arch. fot. APT)

Festival 2007. L’Accademia Bizantina protagonista del concerto celebrativo del terzo cente-nario del soggiorno di Händel al Castello Ruspoli di Vignanello (Arch. fot. APT)

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La Tusciauna terra che si racconta

PROVINCIA DI VITERBO

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Benvenuti nella Tuscia Viterbese

Benvenuti in una terra dal cuore antico,punteggiata da laghi e boschi secolari, daaree archeologiche, da ville e palazzi rina-scimentali, da miracolose sorgenti termali ...

Benvenuti in provincia di Viterbo

Qui i borghi medievali, appollaiati sulle rupitufacee, sfidano le leggi della fisica; quiparchi e riserve naturali sanno ancora rac-contare natura e ambienti incontaminati;qui gli itinerari culturali e turistici attraver-sano quattro millenni di storia...Benvenuti nelle strade del vino e dell’olio,tra prodotti tipici e tradizionali alla riscoper-ta di una cucina dal sapore unico ...

Benvenuti in Tusciainforma

dove è possibile scegliere la localizzazionedel soggiorno, i percorsi turistici da fruire ei servizi da prenotare.

Bomarzo - Parco dei mostri (Foto Mattioli)

Viterbo, 3 settembre - Macchina di S. Rosa(Foto M. Mattioli)

Viterbo - Il Bulicame (Foto arch. APT)

Soriano nel Cimino. La faggeta(Foto F. Biganzoli)

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