FELICITOLOGIA_8528510.pdf

8/10/2019 FELICITOLOGIA_8528510.pdf

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FELICITOLOGIA • Viviana Taccione + Leonardo Di Paola Proprietà letteraria riservata certificata © 2010 Versione 1.0 • Vietata ogni diffusione o duplicazioneEdizioni www.ifeelgood.it • Soluzioni per il Benessere, l’Abbondanza e la Libertà personale

Questo Ebook ha esclusivamente scopo formativo e rappresenta la libera opinione degli autori.Non è una guida di automedicazione e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico.

Leonardo Di Paola + Viviana Taccione

Foto di copertina:

© Yuri Arcurs - Fotolia.com

Edizioni I Feel Good

www.ifeelgood.it - www.WecoClub.it

Proprietà letteraria riservata certificata © 2010 Versione 1.0ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine di un riconoscimento in caso dipirateria. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essereriprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. E’ espressamente vietatotrasmettere ad altri il presente ebook, sia in formato cartaceo che elettronico, sia per denaroche a titolo gratuito. Tutti i nomi di prodotti o aziende citati nel testo sono marchi registratiappartenenti alle rispettive società e sono usati a scopo editoriale e a beneficio delle relativesocietà.



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IInnddiiccee

Premessa (di Leonardo Di Paola).................................................p. 6

Verso una nuova disciplina ......................................................p. 9

Felicitologia: scienza, tecnica o arte? ..................................... p. 12

La Scienza della Felicitologia ................................................ p. 14

11aa lleeggggee ddeellllaa FFeelliicciittàà .................................................................................................... pp.. 1155




La Tecnica della Felicitologia ................................................ p. 41







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L’arte della Felicitologia ...................................................... p. 64


Conclusione ..................................................................... p. 74

Approfondimenti ............................................................... p. 75



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“Mai si è troppo giovani o troppo vecchi

per la conoscenza della felicità.

A qualsiasi età è bello occuparsi

del benessere dell'animo nostro.”

Epicuro



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PPrreemmeessssaa

Una delle intuizioni più utili che ho avuto lavorando con le persone in questi

ultimi anni è non tutti sono pronti a volersi più bene.

Nel libro Wellness Coaching, parlando nello

specifico della predisposizione al Wellness

delle persone, ho individuato 4 diverse fasi di

“apertura” al cambiamento evolutivo, percosì dire, e le ho associate ai nomi di quattro

filosofi greci.

Le persone meno pronte ad investire sul loro presente per costruire una

“longevità attiva” stazionano momentaneamente in uno stadio che ho

chiamato “Epicureo”.

Nonostante abbia spiegato a più riprese che non c’è ombra di giudizio in

questo, e che non c’è identificazione tra le categorie ed il pensiero dei filosofi

originali, diversi amici mi hanno chiesto perché abbia voluto fare questo

sgarbo al buon vecchio Epicuro, peraltro uno dei pensatori più incompresi

della nostra storia, soprattutto nell’ambito della cultura cattolica...

Forse è per questo che ho scelto una sua citazione per aprire questo ebook,

nella speranza di chiarire una volta per tutte il mio rispetto per uno dei pochi

veri sostenitori del Piacere con la P maiuscola, fatto di grande estasi ma

anche di piccole gioie e soprattutto di un robusto equilibrio.



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Ma l’ho scelta anche per rimarcare e sottolineare due dei pilastri fondanti

della mia personale (e professionale) filosofia di vita:

1. il benessere non dipende dall’età fisica, nel senso che non dipende dal

numero dei compleanni festeggiati,

2. ognuno di noi – in ultima istanza – è direttamente responsabile solo ed

esclusivamente del proprio personale benessere

La nostra vita è un tassello di un puzzle più ampio che non ha fine e non ha

inizio. Tutto ciò che conta è quello che cerchiamo di fare con questo tassello,dove lo posizioniamo per continuare a crescere e a ricordare chi siamo

davvero.

E finché si cresce sul serio (si impara o si ricorda), a dispetto di quello che

recitano i documenti e di quello che appare in superficie, certamente non si

invecchia.

Cosa puoi aspettarti da questo ebook?

Personalmente credo troverai una nuova occasione per ringiovanire, un vero e

proprio ebook antiossidante per cuore e cervello, se mi passi il termine

creativo.

Di fatto abbiamo estrapolato le nove leggi essenziali della Felicità, e ci fa

molto piacere condividerle con i nostri amati Wekiani DOC.



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Come sempre il viaggio partirà dalle vette della teoria (leggi 1-2-3-4),

passando per le colline della pratica (leggi 5-6-7-8) e infine concludendosi con

una puntatina sulle pianure della creatività e della spiritualità (legge 9).

Durante il percorso troverai un sacco di citazioni smaglianti, come sempre

filtrate dal setaccio amorevole della nostra memoria, e forse attraverserai

anche qualche duna concettuale più sabbiosa delle altre, soprattutto

all’inizio.

Ma, in perfetto accordo con uno dei segreti più importanti (e più ignorati) che

sveliamo in queste pagine, ti garantisco che tutto ha un senso, e sono sicuroche alla fine del percorso ti sarà molto più semplice goderti la tua meritata

felicità.

Buona lettura!

Leonardo Di Paola



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VVeerrssoo uunnaa nnuuoovvaa ddiisscciipplliinnaa

“Felicitologia” è una parola nuova.

Se non l’hai mai sentita prima, stoppa subito il tuo Giudice Interiore…

l’abbiamo inventata noi, non puoi conoscerla.

A meno che non la “ricordi”, così come l’abbiamo ricordata noi pescando in un

luogo comune a cui tutti noi apparteniamo… Ma questa è un’altra storia.

E dunque, perché no? Inventare parole nuove è appannaggio di tutti noi, dato

che il linguaggio è uno strumento di tutti noi.

Da sempre affascinati dall’immaginifico D’Annunzio (che potremmo definire il

primo Copywriter dell’era contemporanea), eccoci anche noi a coniare e

condividere nuove suggestioni nella speranza di arricchire semanticamente -

ma sopratutto emotivamente - la vita di tutti noi!

“ AutodifesAlimentare®”, “Cibometro”, “Wellness Angel®”, “Wangeland ”,

“Weco”… e oggi “Felicitologia”!

Amiamo i neologismi, come forse saprai, anche se in effetti questo è un po’ più

lungo del solito…

L’idea di una disciplina dedicata a quella cosa che chiamiamo normalmente

Feliticità è nata su ispirazione di un altro neologismo, il corrispettivo inglese

happylogy .



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Termine che risulta più sintetico e pratico rispetto all’italiano, ma che - una

volta tanto – suona meno chiaro e pulito.

Il termine inglese Happy deriva infatti dall'islandese happ, che significa caso o

fortuna, e sviluppare una disciplina che studia come farci essere felici per caso

ci sembrava poco utile...

Se c’è un ebook delle Edizioni “I Feel Good” che è nato dall’esigenza di essere

chiari era decisamente questo.

Non che la chiarezza sia poco essenziale, soprattutto se si fa come noiinformazione fuori dagli schemi cercando di far luce su convinzioni tanto

limitanti quanto radicate…

Ma basta sfogliare un quotidiano o assistere a qualche programma Tv per avere

l’incontestabile certezza che oggi più che mai c’è necessità di capire che

cosa sia, come funzioni e come si realizzi questa benedetta felicità.

Partendo dal presupposto che felici si nasce. Oppure si diventa!

Rovesciando il luogo comune tacitamente condiviso che non esista ricetta

scientifica per la felicità…

Impressione ben sintetizzata da Howard Cutler, autore di una stimolante

intervista al Dalai Lama sulla Felicità:

“In Occidente l'idea del raggiungimento della vera letizia è sempre parsa

nebulosa, elusiva, inafferrabile... Sembriamo condividere tutti



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l'opinione che la gioia sia di natura misteriosa. Le volte in cui la vita ce

la concede, essa ci appare come un quid inaspettato.”

Imparare ad essere felici (o più felici) in modo scientifico: ecco l’obiettivo

di partenza di questo lavoro, con l’umile consapevolezza che intorno a questo

argomento si potrebbe tranquillamente disquisire per qualche decennio…

Iniziamo?



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FFeelliicciittoollooggiiaa:: sscciieennzzaa,, tteeccnniiccaa oo aarrttee??

Felicitologia… che cos’è dunque questa nuova disciplina che si occupa

appunto di definire, conoscere e implementare la felicità nella nostra vita?

Come scopriremo tra poco, osservando insieme la vera natura della Felicità, la

Felicitologia non si occupa tanto delle diverse teorie storiche sulla felicità,

ma di come aumentare, potenziare e riequilibrare il flusso dei momenti felici

nella nostra giornata.

Tecnicamente parlando, tutte le parole che terminano con il suffisso –logia

(termine che deriva dal greco antico Logos, Linguaggio) indicano una disciplina

che si occupa di studiare qualcosa:

psico-logia, studio della psiche,

socio-logia, studio della società,

tecno-logia, studio della produzione tecnica,

teo-logia, studio di Dio (Theòs = Dio in greco)…

E Felicitologia non fa eccezione (altrimenti l’avremmo chiamata in modo

diverso!).



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In ogni caso il concetto di studio implicito nel concetto di –logia possiede qui

per noi tre sfumature, tutte e tre molto significative:

A. studio come scienza, cioè come conoscenza sistematica della realtà e

del suo funzionamento,

B. studio come tecnica, cioè come applicazione di metodiche pratiche,

C. studio come arte, cioè come espressione di soluzioni creative e

innovative.

Praticamente con la Felicitologia studiamo che cos’è la felicità in senso

generale, come si realizza applicando ricette pratiche sperimentate, e come

si sviluppa aldilà di ogni limite usando la nostra naturale creatività e la nostra

spiritualità.



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LLaa SScciieennzzaa ddeellllaa FFeelliicciittoollooggiiaa:: llaa ccoonnoosscceennzzaa ssiisstteemmaattiiccaa

ddeellllaa rreeaallttàà ee ddeell ssuuoo f f uunnzziioonnaammeennttoo

Che cos’è la felicità?

Non ci siamo mai posto una domanda tanto impegnativa all’inizio di un

semplice ebook.

Filosofi, santi, scienziati, artisti, scrittori, uomini di ogni credo, razza e

religione hanno provato a più riprese a definire questo sfuggente e impalpabile

concetto negli ultimi 10 millenni (almeno…)

Probabilmente dopo le classiche domande sulla nostra origine, sulla nostra

natura e sul nostro destino ultimo (“da dove veniamo?”, “perché siamo qui?”,

“esiste vita dopo la morte?”), uno dei più importanti quesiti che l’uomo si è

posto da sempre è stato “come faccio ad essere felice?”

E’ un discorso decisamente ampio, soprattutto se si tenta di farlo giocandosi la

carta dell’approccio scientifico…



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LLaa 11aa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

La felicità è un concetto multidimensionale.

Ha una dimensione fisiologica (il piacere fisico o l’assenza di dolore), una

dimensione psicologica (l’immagine che abbiamo di noi stessi), una dimensione

emotiva (come mi fanno sentire gli eventi che mi capitano), una dimensione

sociologica (quanto la felicità dei diversi gruppi con cui mi identifico influenza

la mia come individuo), una dimensione relazionale (in che modo la miafelicità dipende da quella delle persone che amo), una dimensione spirituale

(quanto conta realizzare la missione della mia vita), e chissà quante altre...

Ecco perché non possiamo avere la presunzione di esaurire un argomento del

genere in poche decine di pagine!

Ma dato che una definizione storica e analitica della felicità ci porterebbe via

qualche anno (e al momento abbiamo altri progetti per il prossimo decennio!),

crediamo che al momento ci convenga lavorare insieme su una definizione

sintetica e pratica che possa aiutarci a migliorare la nostra vita quotidiana.

La primissima cosa che dobbiamo capire per definire la felicità è che non

esiste qualcosa chiamato felicità!

In PNL qualsiasi termine che indica qualcosa che non possiamo materialmente

toccare con mano, vedere o sperimentare con i 5 sensi si chiama

“Nominalizzazione”.



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Bandler, genio indiscusso del XX secolo che riesce in una frase a far capire i

concetti più difficili, sostiene che se non puoi mettere la realtà identificata

con il nome in una carriola allora sei davanti ad una nominalizzazione.

Amore, giustizia, verità, fantasia, onore, piacere sono tutte

nominalizzazioni, e come tali vanno trattate se vogliamo capire e farci capire

nel modo giusto.

Dietro ad ogni nominalizzazione si nascondono infatti comportamenti, azioni o

scelte che rappresentano l’unica strada per definire la nominalizzazione

stessa.

Per esempio invece di parlare della giustizia, con il rischio (certo) di creare

incomprensioni con i miei interlocutori, conviene parlare di azioni giuste.

Un assassino ed un santo possono dare a questo stesso identico termine

significati totalmente opposti, ma se ognuno dei due descrive quali sono le

azioni giuste dal suo punto di vista diventa molto più semplice capirsi...

Questo riporta il discorso ad azioni precise di soggetti storici ben definiti, e

parlare di fatti in modo dettagliato e circostanziato resta sempre uno dei

trucchi più intelligenti per comunicare al meglio.

La felicità dunque è una nominalizzazione, un’astrazione concettuale che diper sé esiste solo nella nostra mente.



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Inoltre è un termine doppiamente astratto, perché non solo è una

nominalizzazione (come la fantasia), ma anche un termine che esprime solo

uno dei due estremi di una grandezza.

Cioè, se la grandezza che ci interessa è – azzardiamo una prima definizione di

partenza – sentirsi bene e sperimentare gioia, esisterà chiaramente sia un

valore massimo che un valore minimo di questo grandezza (come succede per

la bellezza, la bontà, l’intelligenza, etc.).

E se la felicità è genericamente il massimo del sentirsi bene e dello

sperimentare la gioia nella nostra vita, il termine non ci dice però quanto cisentiamo bene né quanto proviamo gioia.

Non avendo alcun significato relativo, misurativi, non ha dunque alcun valore

pratico.

Per uno la felicità è meditare, per un altro è fare l’amore , per un altro

ancora guadagnare un sacco di soldi… ti torna?

E’ naturale allora, tanto più perché qui vogliamo trovare strade pratiche è

d’obbligo, che si debba in buona sostanza smontare questo termine e dare un

quadro completo del concetto sottostante che tenga conto dell’intero valore,

sia in positivo (felicità) che in negativo (infelicità).

Parliamo quindi di momenti felici.



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O per meglio dire di stati emotivi soggettivi più o meno felici che

interpretiamo vivendo, dato che come dice il sociologo Theodor Adorno:

“La felicità è come la verità: non la si ha, ci si è… Per questo nessuno

che sia felice può sapere di esserlo. Per vedere la felicità ne dovrebbe

uscire… “

Quello che cercheremo di fare adesso insieme è appunto vedere la felicità

dall’esterno per poi imparare ad entrarci dentro ogni volta che ci va.

1a legge della felicità:

La felicità, comunque arrivi a noi, è sempre uno stato emotivo

ed è sempre totalmente soggettivo.



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LLaa sseeccoonnddaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Come abbiamo accennato si può parlare di felicità in relazione a tanti diversi

contesti e sistemi (fisiologia, psicologia, gruppo sociali, spiritualità, etc.) e

chiaramente non possiamo entrare adesso troppo nel merito di questi singoli

ambiti.

Tuttavia, anche se la felicità dal nostro punto di vista è una sequenza di

stati emotivi, è senza dubbio influenzata a vari livelli dagli eventi esterni,come vedremo anche tra breve parlando dell’influenza ambientale.

Certamente si potrebbe parlare di come il soddisfacimento dei diversi bisogni

influisca su come ci sentiamo.

La Piramide di Maslow ci insegna che l’essere umano ha diversi tipi di bisogni

e di necessità che partono dalla mera sopravvivenza fisica (le prime aree della

Torre del Wellness, per capirci) e arrivano alla suprema autorealizzazione

spirituale (le aree più alte della Torre del Wellness).

Aldilà di quanto sia corretto ed esaustivo lo schema di Maslow, di quali e

quanti livelli esistano e di quale debba essere il giusto ordine di importanza di

questi livelli (ammesso che ce ne sia uno unico per tutti), c’è da dire che per

avere quasi 60 anni questo schema si difende ancora bene.

L’idea di base è che prima di soddisfare i livelli superiori dobbiamo soddisfare

quelli inferiori:



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In quest’ottica è ipotizzabile che per alzare il livello di felicità probabilmente

dovremmo prima garantirci una felicità fisica e materiale, poi una felicità

emotiva, infine una felicità creativa e spirituale.

Altro discorso stimolante da fare potrebbe partire dallo schema inside-

out/outside-in di Stephen Covey che come forse saprai è uno dei modelli

esemplificativi per mantenere una rotta ottimale di evoluzione personale chepreferiamo.



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Per Covey gli approcci che abbiamo come esseri umani alla realtà si estendono

tra due poli antitetici: trovare le cause di come ci sentiamo internamente

all’esterno (outside-in) oppure partire dalla conoscenze e dal lavoro di noi

stessi per cambiare le cose fuori di noi (inside-out).

Nonostante sia evidente che non si possa essere troppo felici quando gli eventi

intorno a noi sono drammatici, tuttavia quanto più assumiamo una prospettiva

interna e responsabile tanto più diventiamo padroni indiscussi della qualità e

della durata della nostra felicità.

Non abbiamo scelta: o deleghiamo all’esterno e puntiamo sulla fortuna peressere felici (vedi etimologia islandese di “Happy”, happ, cioè caso… ma

nessuno vince sempre! E se lo stato emotivo è giù non funziona neanche la

legge di attrazione…) oppure riconosciamo la nostra responsabilità e puntiamo

a trasformare il mondo partendo da noi stessi.

Non è necessario esprimerti oltre come la pensiamo in merito, vero?

Discorsi ampi, quindi, che ancora una volta ci porterebbero troppo lontano.

Possiamo però essere un po’ più precisi su cosa siano questi stati emotivi.

Se volessimo trovare un termine più dettagliato per indicare quello stato

percettivo fatto di sensazioni fisiche, emozioni e pensieri che la nostra animasperimenta interagendo con il mondo esterno, forse un buon sinonimo di “stato

emotivo” potrebbe essere “stato psico-fisico”.



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La Felicità di un determinato istante deriverà dunque dalla piacevolezza di uno

stato emotivo psicofisico (termini che useremo come sinonimi da qui in poi),

così come la felicità di un periodo più ampio deriverà dalla successione di

questi stati emotivi potenzianti, un po’ come un bel film nasce dalla

successione dei singoli fotogrammi (che poi sono immagini statiche).

2a Legge della felicità:

La felicità ha a che vedere con gli stati emotivi, ma dipendesoprattutto dalla percezione dei singoli stati psico-fisici in

sequenza.



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LLaa tteerrzzaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Stato giusto, piacevole, in grado di farci sentire bene, di farci percepire gioia…

Possiamo definire ancora meglio uno stato psico-fisico felice?

Lo stato felice è una percezione emotiva di gioia, di benessere, di

espansione, di autorealizzazione, di gratitudine, di amore.

Ma come ci ricordano i coniugi Hicks, Donald Walsh e il Corso in Miracoli,

viviamo in una dimensione duale, e in questa nostra dimensione duale ogni

valore ha sempre un suo opposto.

Il bello prevede il brutto, il buono il cattivo, l’alto il basso.

Quindi nella nostra esistenza potremmo avere momenti senza felicità, maanche momenti in cui sperimentiamo l’opposto della felicità, sotto forma di

sofferenza, di malessere, di contrazione, di frustrazione, di ingratitudine, di

paura.

In questo caso si vive in pieno disagio emozionale, più o meno profondo.

Ognuno di noi quindi nella sua vita si può spostare da uno stato di estremo

disagio psico-fisico ad uno stato di estremo benessere psico-fisico (gioia

entusiasmante).



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Se indichiamo il disagio più forte con 0 e la gioia incontenibile con 100, e ti

chiedessimo quanto felice vorresti sentirti nella tua vita da 0 a 100,

probabilmente diresti 100.

O forse meno, in effetti dipende da quanto sei allenato a convincerti che non

ti meriti il meglio…

E fino a qualche anno fa anche noi ti avremmo risposto la stessa cosa –

probabilmente 80 o 90 – perché pensavamo che la felicità fosse una realtà

statica.

Ma poi abbiamo scoperto uno dei più grossi segreti della psiche umana, il

potere dell’alternanza ciclica.

Detto in poche parole, anche se la forza magnetica della familiarità e dello

stato di comfort ci tengono attaccati vigorosamente alle nostre abitudini, la

nostra mente ha pur sempre bisogno di fare un minimo di cambiamenti, di

vivere una certa alternanza ritmica nella sia vita pur restando all’interno di

ciò che gli è familiare.

Un concetto simile ha ispirato la teoria dei bioritmi, oltre un secolo fa, in base

alla quale (e sulla scorta di migliaia di rilevamenti medico-statistici), ogni

essere umano vivrebbe un ciclo fisico di 23 giorni, un ciclo emotivo di 28 ed unciclo mentale di 33.



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L’idea di fondo, anche se a tutt’oggi non ha avuto conferma scientifica, è che

ciclicamente ognuno di questi 3 aspetti oscilli in modo sinusoidale (come una

classica onda sonora) tra un valore minimo ed un valore massimo.

Il potere dell’alternanza ciclica è perfettamente esemplificata da uno dei più

suggestivi passi biblici, tratto dal libro dell’Ecclesiaste:

“Per ogni cosa c’è il suo momento,

il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole.

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,

un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,

un tempo per demolire e un tempo per costruire.

Un tempo per piangere e un tempo per ridere,

un tempo per gemere e un tempo per ballare.

Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,

un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.Un tempo per cercare e un tempo per perdere,

un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,

un tempo per tacere e un tempo per parlare.

Un tempo per amare e un tempo per odiare,

un tempo per la guerra e un tempo per la pace.”



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Se vogliamo questo rimanda anche ai due principi

opposti dello Yin e dello Yang, che secondo la

filosofia cinese del Tao nel loro perenne ed

equilibratissimo alternarsi governano ogni aspetto del

nostro universo.

Tornando al mondo concreto, come hanno dimostrato bene gli studi

dell’allievo più rivoluzionario di Freud, Wilhelm Reich, ripresi poi a sua volta

dal Dr. Alexander Lowen, nella nostra quotidianità biologica è proprio grazie

all’alternanza di alcuni stati fisiologici che sperimentiamo i nostri più ricchi

piaceri.

Tralasciando il delicato discorso sull’orgasmo, in cui il piacere estatico

dell’abbandono non esisterebbe senza uno sforzo fisico a monte, di fatto ci

godiamo un buon pasto solo quando siamo affamati, un bel bicchiere di acqua

fresca quando siamo anche superficialmente assetati, un sonno ristoratore

quando siamo davvero stanchi.

Fisicamente sembra proprio che per apprezzare il soddisfacimento rilassante di

un istinto biologico si debba prima sperimentare una qualche tensione

corrispondente alla sua mancanza.

E se parliamo di stati felici, il discorso è molto simile.

Grazie alla scoperta del valore dell’alternanza ciclica, oggi è più chiaro il

senso delle paradossali affermazioni di chi si pronuncia contro una felicità

inossidabile come situazione stabile…



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Lo scrittore Gorge Bernard Shaw scrisse per esempio:

“Un’intera vita di felicità! Nessun uomo vivente potrebbe sopportarla,

sarebbe l’inferno in terra!

E il filosofo Albert Camus disse:

“Una sola cosa è più tragica del dolore: la vita di un uomo felice”.

L’apparente paradosso di queste citazioni si risolve facilmente se pensiamo

che i due scrittori stessero parlando di felicità sì, ma di felicità statica.

Noi invece siamo interessati alla felicità viva, pulsante, dinamica appunto…

La Felicità dinamica nasce dal livello di positività dei nostri stati emotivi

(sarebbe folle negarlo!), ma dato che senza contrasto non apprezziamo nel

modo completo la bellezza della nostra esistenza in questa dimensione,

esprime anche la loro dinamica alternanza.

“Che cosa forgia il nostro senso di soddisfazione e il nostro livello di

felicità? Le sensazioni di soddisfazione sono fortemente influenzate dalla

tendenza al confronto. Quando paragoniamo la nostra situazione attuale

con quella passata e scopriamo che stiamo meglio di prima, siamo

contenti.” Howard Cutler

Il segreto è non fare confronti con gli altri, ma solo con noi stessi,

perché altrimenti rischiamo di comparare patate con cipolle, e dalle

elementari sappiamo che non si può fare…



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Tanto può aiutare il confronto con noi stessi quanto ci può depotenziarci

quello con gli altri.

Altrimenti rischiamo di fare come Paolino Paperino, celebre papero

“rosicone” di Walt Disney, che desidera tutto quello che il suo vicino di casa

compra…

… E le disavventure che gli accadono dovrebbero farci capire che

dovremmo star dietro solo ai nostri “progetti” più veri!

Come dice Zig Ziglar:

“in genere commettiamo l’errore di paragonare la nostra esperienza

all’esperienza di un’altra persona. Esageriamo la loro esperienza

coronata da successo e sminuiamo l’importanza del nostro insuccesso…

Più di settecento milioni di cinesi sotto i ventuno anni sanno fare

qualcosa che probabilmente non sai fare: parlano il cinese. Significa chesono più intelligenti di te? Niente affatto: significa che hanno avuto

un’esperienza diversa”.

In ogni caso la Felicità statica non ha senso in questo mondo duale.

Senza confronto un essere umano non prova alcuna felicità duratura, perché la

felicità duratura è solo quella dinamica, che si nutre di luci e ombre.

"Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro

felicità." Ugo Foscolo



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Abbiamo per caso appena citato Ugo Foscolo?

Sì è vero, il poeta de “I Sepolcri”. Immagini chi di noi due abbia pescato

questa citazione, vero?

Perdonaci, in effetti serviva a controbilanciare la citazione di Paperino appena

scritta da Viviana!!!

Siamo d’accordo quindi con chi considera una successione ininterrotta di stati

perfettamente felici non solo utopistica ma anche poco desiderabile.

E desiderio non a caso è una delle nostre parole chiave.

Se parliamo di desiderio, della benzina (ecologica!) di ogni obiettivo, di ciò

che ci spinge ad agire, del tessuto di qualsiasi mission personale, esistono

comunemente due opposte posizioni da considerare:

1. la felicità nasce dalla soddisfazione di ogni desiderio…

(“La felicità dell’uomo moderno: guardare le vetrine e comprarsi tutto

quello che può permettersi, in contanti o a rate”. Erich Fromm),

2. la felicità nasce dalla mancanza di qualsiasi desiderio…

(“La felicità non consiste nell’acquistare e godere, ma nel non

desiderare nulla, perché consiste nell’essere liberi”. Epitteto)



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Insomma,

"La felicità è desiderare quello che si ha.” ( Sant’Agostino)

o se vogliamo,

“La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si

fa." (Friedrich Nietzsche).

Come conciliare queste due opposte posizioni, seguendo le orme di

Sant’Agostino e Nietzsche?

(Perché stamattina ti sei svegliata/o esattamente con questo desiderio, vero?

Come posso seguire Sant’Agostino e Nietzsche? )

La risposta ancora una volta sta nel concetto di felicità dinamica, in cui c’è un

momento per essere felici nel desiderio ardente ed un momento per esserefelici nell’assenza del desiderio….

Tra un attimo torneremo sull’idea di scala della felicità da 0 a 100, ma prima

completiamola sovrapponendola alla scala emotiva dei coniugi Hicks.

Qualche anno fa Esther e Jerry Hicks, divulgatori attraverso la guida

illuminata di Abraham della famosa Legge di Attrazione (resa celebre negli

ultimi anni da Rhonda Byrne di “The Secret”), condivisero con il mondo questa

scala di emozioni:



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Pur avendo a più riprese chiarito che è solo uno schema di massima, credo che

questa scala emotiva possa esserci molto utile anche per avere un’idea più

chiara di come felicità e desiderio interagiscano tra loro.



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2. esiste un desiderio costruttivo che si accompagna in un naturale

crescendo alle emozioni via via che crescono dal livello medio 25

(preoccupazione) al livello medio 80 (entusiasmo),

3. il desiderio è prossimo a zero sia a livello 0 di infelicità totale

(paura/disperazione) che a livello 100 di felicità totale (gioia

assoluta/Amore),

4. il dinamismo della felicità è strettamente collegato al dinamismo del

desiderio, dal momento che una vera felicità si avrà nell’alternanza

ciclica tra la ricerca della soddisfazione di forti desideri costruttivi(tensione) ed il superamento di questi stessi desideri (soddisfazione).


La vera felicità è dinamica. Per viverla al suo massimo

livello è necessario non solo sperimentare il ciclo del

desiderio costruttivo (altrettanto dinamico), ma

paradossalmente servono anche momenti di ridotta felicità.



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LLaa qquuaarrttaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Ci rendiamo conto che questo discorso possa suonare un po’ assurdo , e

che in base agli esempi di tensione/rilassamento fisiologici che abbiamo fatto

si potrebbe pensare che piacere fisico e felicità siano la stessa cosa, ma non è

assolutamente così.

A parte il fatto ormai universalmente accettato - come hanno dimostrato tantianni di studi sulle reazioni psicosomatiche del nostro corpo - che stato fisico

ed emotivo si influenzano reciprocamente, se dobbiamo indicare un fattore

che predomina su tutte le altre variabili della nostra psiche nel condurci verso

la felicità, quello è semmai proprio il fattore emotivo.

Ad ogni modo, converrai con noi, un meccanismo analogo a quello fisiologico

agisce anche a livello mentale, emotivo e spirituale.

A qualsiasi livello della nostra vita in questa dimensione, si apprezza la luce

solo dopo aver conosciuto il buio.

Non è difficile riconoscere questo fenomeno anche nella musica, sia a livello di

ritmo che di melodia, o nella narrativa, sia a livello di personaggi che dievoluzione della narrazione.

In fondo non riusciresti a leggere queste lettere nere se intorno non ci fosse un

bel po’ di bianco!



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Quest’ultima sarebbe il tuo sentimento di fondo, mentre la felicità media

potrebbe essere un 5 (ottimismo).

Puntare ad una felicità media sopra alla sufficienza, dunque.

Ma nel perseguire questo risultato, dobbiamo vedere oltre la media e imparare

a cavalcare un’oscillazione continua e morbida piuttosto ampia, diciamo tra 40

e 95, come nello schema che segue…

Anche perché come abbiamo visto, insieme alla felicità oscilla anche il

desiderio, come è naturale, fisiologico e giusto che sia.

Questa sì che è l’onda anomala che tutti noi, surfisti della felicità e

felicitologi in erba, dovremmo imparare a cavalcare spesso!



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Cosa influenza lo stato emotivo?

Il livello del nostro stato dipende dall’interazione tra benessere fisico e

soddisfazione mentale (psico+fisico, appunto).

Lo schema rappresenta queste due componenti come due frecce che si

sommano, anche se in realtà spesso la loro mutua interazione è più simile ad

una moltiplicazione… ci torneremo tra poco.

La felicità complessiva di una persona sarà allora equivalente alla misura di

quanto numerosi e quanto elevati siano i momenti felici della sua esistenza,ma dipenderà anche dalla misura e dall’armonia dell’oscillazione.

Nell’esempio che vedi sopra, sono evidenziati due rettangoli colorati che

corrispondono a due momenti diversi della stessa giornata (l’asse orizzontale

indica il tempo). La felicità media dell’intera giornata è 63, ma mentre nel

momento verde di sinistra gli stati d’animo hanno un’oscillazione tra 40 e 90,

in quella rosa di destra hanno un’oscillazione ridotta, tra 55 e 70. In pratica la

felicità media dei due momenti è la stessa, ma nel primo momento c’è più

movimento.

E nel primo caso ci sarà anche una maggior variazione di desiderio, di spinta ad

agire, come si è visto.

Che significa? Che a parità di livello di felicità, è molto più divertente e

stimolante viversi un’oscillazione 50 (da 40 a 90) che un’oscillazione 15 (da 55

a 70).



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Se vuoi un esempio lampante, pensa a quanto sia più piacevole andare in ferie

dopo un lungo lavoro che non fare una dormita dopo un lieve impegno.

Solo vedendo la felicità come una sequenza equilibrata di stati psico-fisici più

o meno gradevoli possiamo definire la felicità di una giornata, di

un’esperienza, di una persona, di una coppia, di un’azienda, di una cultura.

“Quello che si chiama felicità nel senso più stretto corrisponde

all’improvviso appagamento di bisogni accumulati e per sua stessa

natura può esistere soltanto come fenomeno episodico.” Sigmund Freud

L’idea di felicità statica, il mito utopistico e fiabesco dell’happy end che fa

così spesso risuonare corde antiche nella nostra coscienza, ha radici antiche

perché attiva vecchi e potenti codici, come direbbe Natalia Rosignoli.

Tuttavia si è sviluppato come la soluzione perseguibile a tutti i costi

soprattutto in seguito al boom economico del dopo guerra, grazie all’idea che

incrementare il possesso materiale significasse essere più felici.

Lungi da noi il sostenere che gli strumenti, soprattutto il denaro, siano poco

utili per la realizzazione dei nostri obiettivi…

(Uno dei prodotti migliori della fucina Weco Club, “Soldi Amore e Fantasia”, è

nato proprio parlando di intelligenza emotiva finanziaria e di ricchezza eticaspiritualmente fondata: www.ifeelgood.it/soldi.htm).



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Tuttavia si capisce facilmente perché in una logica cumulativa, dove grandezza

e potere valgono in misura diretta della loro dimensione, si sia perso il valore

dell’alternanza, delle fasi alterne, del ciclo vitale.

… Se ci perdoni un excursus ambientalista no global… Perdendo poi di

conseguenza anche il valore delle stagioni, del giorno e della notte, dell’etica

naturale. Il possesso, il più grosso, il più potente… oggi non ha più ritmi

naturali, delocalizzando l’uomo insoddisfatto, sovralimentato e denutrito in

case di ferro e plastica, sotto luci elettriche, allevato, alla stessa stregua delle

galline in gabbia – a desiderare, comprare, spendere e spandere per oggettiinutili, inquinanti e poco salutari.

Ma anche su questo possiamo lavorare.

Lo faremo insieme nel progetto “WecoVillaggio”… una nuova esclusiva del

Weco Club!

Tornando a noi, per approfondire meglio il concetto di alternanza, può essere

utile ricorrere ad un concetto chiave nella teoria della musica, la melodia.

Nella teoria musicale la melodia (dal greco µελωδία, dal verbo

µελωδέω = cantare) è una successione di suoni di differente altezza e

di differente durata la cui struttura genera un organismo musicale disenso compiuto. (Wikipedia)

Per avere un organismo musicale di senso compiuto (cioè è una vita felice e

soddisfacente, illuminata da un progetto di vita), serve una successione di



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LLaa TTeeccnniiccaa ddeellllaa FFeelliicciittoollooggiiaa:: aapppplliiccaazziioonnee ddii mmeettooddii

pprraattiiccii

Abbiamo dato un’occhiata da lontano alla felicità da un punto di vista

generale, teorico e scientifico nello stesso tempo.

Ora approfondiamo la cosa da un punto di vista più tecnico.

E’ possibile modificare il nostro livello di felicità a piacimento?

Lo psicoterapeuta Paul Watzlawick ha studiato dettagliatamente il paradosso

insito nel cercare di cambiare con la semplice forza di volontà il nostro

umore.

L’invito “Sii Felice!” è un paradosso.

Perché non potendo agire con la volontà direttamente sulle mie emozioni, più

ci provo, più ottengo l’effetto contrario, causato proprio dall’inefficacia del

mio impegno.

Se non possiamo agire direttamente sulle emozioni, in che modo lacomponente più tecnica della felicitologia può aiutarci a sentirci meglio?



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LLaa qquuiinnttaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

La prima cosa da fare è capire qual è la nostra felicità media.

Se come abbiamo detto per convenzione 100 è la gioia incontenibile, il picco

massimo della felicità, e zero è la paura paralizzante, il picco di felicità

minima… All’atto pratico, stampa la scheda che segue e per un’intera giornata

segnati quanto sei felice da 0 a 100.



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Durante la giornata di verifica, scriviti almeno una volta l’ora quanto ti senti

felice da 1 a 100 (per semplificare, arrotonda al 5), mettendo una crocetta

nell’intersezione numero/ora e unendo le crocette in modo morbido a formare

un diagramma.

Poi sotto trascrivi il numero, fai la somma di tutti i rilevamenti e dividi per il

numero dei rilevamenti stessi.

Quella è la felicità media.

Poi dovremmo sinceramente domandarci cosa dentro di noi ci sta impedendodi essere felici.

Un dettaglio che non abbiamo ancora evidenziato a sufficienza è che siamo

nati per essere felici, almeno nella connotazione di “gioiosa melodia” di stati

emotivi con cui abbiamo definito la felicità.

Come dice Abraham attraverso Esther Hicks,

“L’elemento basilare della vita è la libertà, e il risultato della vita è

l’espansione, ma lo scopo della vostra esistenza è la felicità”.

E’ nella nostra natura di esseri animali, razionali, emotivi e spirituali.

Quindi, se la nostra felicità media è bassa, oppure sperimentiamo

un’attitudine al desiderio scarsa o statica, allora questo vuol dire solo una

cosa (e nota bene che raramente siamo cosi assoluti nelle nostre



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Immanuel Kant, uno dei pensatori europei più brillanti (e difficili… ) della

nostra storia, diceva che spazio e tempo sono le due realtà indiscutibili della

nostra esistenza.

Oggi tutti sanno che non è possibile separarle e che dopo Albert Einstein

spazio e tempo sono dimensioni strutturalmente connesse tra loro.

Ma qui stiamo dando corpo ad una disciplina pratica, e quindi prendiamo per

buono il modello kantiano.

Se spazio e tempo sono due realtà ineliminabili dalla nostra coscienza che

condizionano la nostra vita, questo significa che condizionano anche la nostra

felicità.

Come agisce lo spazio su come ci sentiamo? Come condiziona i nostri stati

emotivi?

La risposta è semplice, perché rimanda al discorso più volte affrontato nel

Corso “Wellness Coach Professionista” dei livelli di pensiero.

Per farla breve, ogni sistema - e dunque anche ogni individuo - può essere

visto alla luce di alcuni livelli logici che stanno tra loro in rapporto gerarchico.

In pratica quello che sta sotto facilita lo sviluppo di quello che sta sopra, e

quello che sta sopra condiziona pesantemente quello che sta sotto.



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Nello schema riadattato da Robert Dilts, genio della Pnl, abbiamo individuato

3 macrolivelli: ambiente (hardware), comportamento e affermazioni

cognitive (software).

L’ambiente, cioè lo spazio in cui viviamo, può facilitare oppure ostacolare sia

il nostro livello medio di felicità che l’alternanza armonica dei nostri stati

emotivi.

Questo vale a livello dell’ambiente definito primario (il nostro corpo), a livello

di quello secondario (lo spazio fisico in cui trascorriamo del tempo) e a livello

terziario (le persone con cui interagiamo, in famiglia, al lavoro e nel tempolibero).

Da una parte c’è una persona che…

- mangia schifezze dalla mattina alla sera, beve alcolici, fuma e non si

muove mai (ambiente primario),

- vive in palazzi di cemento, in mezzo allo smog, ai cavi elettrici e ai

veleni chimici (ambiente secondario),

- frequenta persone negative, depresse, arrabbiate, malate, spente,

ingrate, non studia e non lavora sulla sua crescita personale… (ambiente

terziario).



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Dall’altra invece ce n’è una che…

- mangia cibi sani, vegetali, ricchi di nutrienti, biologici, beve il giusto, fa

sport e meditazione(ambiente primario),

- vive in mezzo alla natura, in campagna, lontano dai tralicci e dai fattori

inquinanti (ambiente secondario),

- frequenta gruppi potenzianti (come il Weco Club ), imprenditori,

artisti, persone positive e sorridenti, sane e vitali, sempre alla ricerca di

qualcosa di più nella vita, sempre pronte ad esprimere gratitudine al

cosmo (ambiente terziario).

Ti facciamo solo una domanda… chi è più felice tra i due?

Non crediamo sia necessario insistere su questo perché si tratta di un fattoautoevidente.


L’ambiente globale che ti nutre come individuo completo (a

livello di corpo organico, spazio vitale e ambiente socio-

culturale) influenza pesantemente dalla base il tuo livello di

felicità.



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LLaa sseessttaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Abbiamo visto che l’universo fisico in cui viviamo adesso è una realtà duale, in

cui il contrasto tra gli opposti esiste anche per apprezzare alla luce della

scelta tutti gli aspetti del mondo materiale.

E’ impensabile eliminare gli opposti, perché senza opposti sarebbe un altro

universo e vivremmo in un’altra dimensione.

Allo stesso modo, non possiamo prescindere da quello che abbiamo intorno a

noi, e che ci riempie gli occhi, le orecchie, le narici, la bocca ed i pori della

pelle.

L’ambiente sotto forma di spazio duale condiziona la nostra vita e

predetermina la quantità di felicità che possiamo sperimentare.

Discorso analogo si può fare per quello che volgarmente chiamiamo tempo.

In questo piano di esistenza, come si direbbe nel Theta Healing, abbiamo un

punto di visto limitato e localizzato, definito nello spazio e di conseguenza

anche nel tempo. Finché mi potrò spostare da qui a lì, esisterà per me sempre

un prima ed un dopo…

Ma torniamo a noi, prima che il discorso ci sfugga di mano!



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Come esseri umani, dotati di un corpo fisico, siamo vincolati dalla freccia del

tempo che va dal passato al futuro, e dato che questo condiziona fortemente

il nostro mondo interiore (memoria, esperienza, apprendimento, età

psicologica, etc.), condiziona evidentemente anche la percezione ed il

gradimento degli stati emotivi che si alternano nelle nostre 24 ore.

In Pnl si parla di Time Line, di linea del tempo.

Grazie (o a causa) della memoria, quello che è successo ieri condiziona quello

che succede oggi, e quello che succede oggi condiziona quello che succederà

domani.

A parte il fatto che possiamo anche imparare a modificare (come vediamo nel

Corso “Wellness Coach Professionista”), le conseguenze emotive di un

avvenimento passato fortemente problematico e godere di questa variazione

nel presente e nel futuro…

(non ci stanchiamo mai di citare Richard Bandler:

“non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice!”)…

… restando nell’ambito della felicitologia dobbiamo capire quanto sia

importante concentrarci sul presente e perché.

"La gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di

quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per

cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad

aspettare o a ricordare." Alessandro Baricco



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Baricco esemplifica in modo cristallino il rapporto tempo/felicità.

La maggior parte delle persone vive nel passato o nel futuro, illudendosi di

trovare fonti esterne di felicità in luoghi che non esistono più o che non

sono ancora nati.

Questa è davvero tosta… La rileggiamo insieme?

La maggior parte di noi si illude di trovare la felicità al di fuori di sé, perché la

cerca in luoghi che non esistono più o che non sono ancora nati.

Come scrive uno dei più famosi araldi del valore mistico del momento

presente, Eckart Tolle:

“Più siamo concentrati sul tempo (passato e futuro), più ci sfuggel'Adesso, la cosa più preziosa che esista. Perché è la cosa più preziosa? …

perché è l'unica cosa. È’ tutto ciò che esiste.

Il presente eterno è lo spazio entro cui si svolge l'intera vostra vita,

l'unico fattore che rimane costante.

La vita è adesso. Non vi è mai stato un tempo in cui la vostra vita non

fosse adesso, né vi sarà mai … Niente è mai avvenuto nel passato; è

avvenuto nell'Adesso. Niente avverrà mai nel futuro; avverrà

nell'Adesso.”



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La realtà è che solo nel presente possiamo esprimere la nostra parte più

divina, perché solo nel presente esistiamo davvero.

E’ solo nell’adesso, quando ci capita di essere perfettamente inseriti nel flusso

degli eventi, quando ci sentiamo in totale sintonia con quello che stiamo

facendo, che esprimiamo la nostra più profonda essenza.

E quando questo capita, di solito stiamo compiendo la nostra missione – per

dirlo con la poetica di Paolo Coelho - stiamo realizzando la nostra leggenda

personale.

Agire all’interno di un progetto, per la realizzazione di un fine più grande…

Come recita uno dei mantra di Wayne Dyer,

“sono qui con uno scopo; posso realizzare qualunque cosa mi prefigga e

ci riuscirò semplicemente trovandomi in armonia con il potere creativo

che pervade l’intero Universo”.

Questo è uno dei presupposti di una vita appagata e profondamente felice.

Come diceva il buon vecchio Aristotele, la vera felicità è

“Esercitare liberamente il proprio ingegno”

Quando invece agisci al di fuori del flusso, senza la guida di una mission (che

sia stata creata da te o che hai semplicemente sposato, poco importa), sei

fuori tempo, fuori dal presente, fuori dall’unico vero posto in cui si svolge

la nostra vita su questo pianeta.



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E sei focalizzato sul passato (rimpianti, rimorsi, se va bene nostalgia) oppure

sul futuro (aspettative illusorie, ansia, se va bene speranza).

Come ha scritto uno dei più saggi scrittori latini, Orazio,

"Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la

felicità è qui.”.

Quando non sei nell’Adesso, come lo chiama Tolle, nella migliore delle ipotesi

stai generando pensieri positivi e produttivi.

Ma se capita spesso di certo ti stai limitando, perché solo nella percezione

dell’azione fisica completa presente realizzi te stesso ed il tuo progetto di

vita.

Scrive il grande Donald Walsch in “Conversazioni con Dio”:

“Il pensiero è il primo livello della creazione. Subito dopo viene la parola. Tutto quanto viene detto è un pensiero espresso. È creativo e

invia energia creativa nell'universo.

Le parole sono più dinamiche (quindi, qualcuno potrebbe dire più

creative) del pensiero, perché le parole si trovano a un diverso livello di

vibrazione rispetto al pensiero. Esse disturbano (cambiano, alterano,

intaccano) l'universo con un maggiore impatto. Le parole costituiscono il

secondo livello della creazione. Subito dopo viene l' azione. Le azioni

sono parole in movimento. Le parole sono pensieri espressi.”



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Il processo creativo, il motivo per cui siamo qui, nasce con il pensiero e si

conclude con l’azione.

Per il regista e scrittore cileno Alejandro Jodorowsky , uno dei segreti della

felicità è scegliere sempre l’azione all’inazione, perché almeno così anche

se ci sbagliamo almeno facciamo un po’ di esperienza.


La felicità che riusciamo a sperimentare è direttamente

proporzionale a quanto riusciamo a mantenere nel presente

il baricentro temporale della nostra mente e del nostro

cuore.



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LLaa sseettttiimmaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Continuando a passeggiare lungo la strada dei comportamenti che possono

renderci felici, è ora il momento di entrare nel dettaglio delle più efficaci

strategie pratiche messe a punto da una delle più potenti metodiche di

intervento sulla psiche umana mai elaborata negli ultimi decenni.

Stiamo parlando della mitica PNL, la Programmazione Neuro Linguistica, una

metodica di intervento sul comportamento umano che ha raccolto l’ereditàdella prima scuola filosofica originale che gli Stati Uniti abbiamo mai prodotto,

il Comportamentismo di William James, e del famoso pensiero positivo.

A proposito di PNL, lo so che è stata usata in ambienti aziendali, ma sarebbe

interessante scoprire come mai la maggior parte delle persone con forte

attitudine spirituale non riescano a considerarla comunque patrimonio

scientifico dell’Umanità e continuino a guardarla con sospetto…

… prima o poi torneremo sulla questione nel Forum del Weco Club!

Nel frattempo, per farla semplice, dobbiamo sapere che il filosofo-psicologo

americano William James, fratello dello scrittore Henry James, 120 anni fa hapubblicato un testo monumentale intitolato “Principi di Psicologia”, ricco di

intuizioni decisamente brillanti.



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preoccupa pensa alle cose che potrebbero andare male e che il vero

antidoto è concentrarsi con la mente su quello che invece potrebbe

andare bene.”

Ma all’atto pratico è tramite il più famoso divulgatore della PNL, il mitico

Anthony Robbins, che ci arrivano nel dettaglio due dei più potenti trucchi mai

testati per riattivare uno stato emotivo felice.

“Il modo con cui ci si serve della propria fisiologia, il modo con cui si

respira e si atteggia il proprio corpo, il proprio portamento, le proprie

espressioni facciali, la natura e la qualità dei propri movimenti,determinano lo stato d'animo in cui ci si trova…

Le vostre emozioni dipendono esclusivamente da quello su cui vi state

concentrando… a seconda di quello che vi figurate nella mente potete

percepire la realtà come buona o come cattiva, potete sentirvi felici o

tristi… Il modo migliore per controllare il vostro punto focale è l’uso

delle domande”

Quindi il segreto per cambiare stato emotivo, alzare il livello della nostra

felicità (alzandoci sulla scala emotiva 22-1 o 0-100), o rimodulare la melodia

degli stati psico-fisici è usare la volontà per:

1.

cambiare espressioni, posizione e postura fisica

2. cambiare la realtà cui stiamo pensando (più o meno consapevolmente)



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La felicità è una competenza acquisibile, se impariamo a coinvolgere i

diversi piani della nostra psiche.

Come scrive Paulo Coelho,

"a volte la felicità è una benedizione, ma generalmente è una

conquista”.

E il Dalai Lama aggiunge:

"Credo che la felicità si possa ottenere addestrando la mente… In

questo contesto, quando parlo di "addestramento della mente" non

intendo con "mente" solo le capacità cognitive o l'intelletto, ma assegno

al termine il significato della parola tibetana sem, che è assai più

ampio, più simile a "psiche" o "spirito", e include sentimento e intelletto,

cuore e cervello.”

Parafrasando Dostoevskij ( “l’uomo è infelice perché non sa di essere felice”),

si può dire che l’uomo è infelice perché non sa come fare ad essere felice…


La felicità è una competenza: ogni essere umano con la

giusta attenzione può imparare a pilotare altezza, durata e

sequenza dei propri stati emotivi e trasformare la sua vita in

un luminoso esempio di felicità dinamica.



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LL’’oottttaavvaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Uno degli ambiti di ricerca scientifica più entusiasmanti e promettenti per il

nostro futuro è rappresentato dalle neuroscienze.

Negli ultimi 30 anni abbiamo fatto enormi passi avanti nella comprensione del

funzionamento del sistema nervoso e di quello che semplicisticamente

chiamiamo cervello, anche se a tuttora ancora molto ci sfugge…

Ad ogni modo si sono scoperti dettagli importanti sul

funzionamento di neuroni e delle reti sinaptiche, cioè

delle cellule più evolute del sistema nervoso e sulle sue

reti interne di comunicazione che ci permettono di

interpretare le sensazioni, imparare, ricordare,

immaginare o più semplicemente pensare…

Come puoi certamente intuire (se non sei un neurologo, altrimenti più che

intuirlo lo sai!) è un campo decisamente molto complesso.

C’è tuttavia un aspetto del funzionamento della nostra mente biologica che

può aiutare noi provetti felicitologi ad incrementare il flusso di felicità nella

nostra vita: la competenza stato dipendente.

Di che si tratta?



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Abbiamo visto che mettere in atto determinate strategie comportamentali a

livello fisico (modificando l’ambiente esterno o usando il corpo nel modo più

funzionale) e a livello mentale (scegliendo l’oggetto della nostra

visualizzazione, riflessione o focalizzazione) è di fatto una competenza che

può essere appresa da chiunque decida che vuole stare bene.

Ora, una competenza manuale, fisica, culturale o mentale che sia, a livello

neurale non è altro che un percorso privilegiato di connessione tra i neuroni.

Una competenza è riuscire a fare qualcosa in un determinano modo applicando

uno schema comportamentale, e a livello cerebrale questo equivale ad unacatena di connessioni sinaptiche bioelettriche ben precisa.

Il fatto – tanto semplice quanto mirabolante – è che più volte ripercorriamo

questa catena sinaptica, più volte facciamo la strada neurale, più forte diventa

la nostra competenza.

"Siamo dunque fatti per la ricerca della felicità…

A qualunque attività o pratica ci dedichiamo, tutto viene facilitato dal

costante processo di familiarizzazione e addestramento.

Tramite l'addestramento possiamo cambiare, possiamo trasformare noi

stessi.” Dalai Lama

Ma l’incanto non finisce qui…



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… come forse saprai le emozioni a livello di sistema nervoso corrispondono alla

produzione di sostanze biochimiche (come la famosa serotonina) che si

spargono sulla rete neurale.

Di fatto, se mentre eserciti la tua competenza (quindi mentre rifai il percorso

neurale bioelettrico) provi emozioni, queste marcano in modo particolare la

strada neurale, rinforzandola.

Soprattutto se sono emozioni forti, tenderai ad associare l’emozione alla rete

di competenza e la pratica della competenza all’emozione.

Questo è uno dei motivi per cui per esempio se quando studiamo per un esame

siamo terrorizzati, e quando facciamo l’esame siamo terrorizzati, quando poi

ci rilassiamo abbiamo la sensazione di aver dimenticato tutto…

Oppure spiega perché certe cose ci vengono meglio quando siamo tranquilli e

altre quando siamo entusiasti o eccitati.

Ci sono casi documentati di persone che imparano a far bene una cosa o

memorizzano una storia mentre sono ubriachi e poi da sobri non riescono più a

far bene quella cosa o non ricordano più quella storia.

Questa, detta in parole povere, è la competenza stato-dipendente.

Nel nostro caso tutto questo discorso è utile non solo perché ci ricorda che più

mettiamo in atto le tecniche di felicitologia più diventiamo competenti

nell’essere felici, ma anche perché essendo la felicità una sequenza armonica



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di stati emotivi, più ripeti, più sei felice, più sei felice più fissi la

competenza stato-dipendente dell’essere felice.

E ricordiamoci che:

“il più grande regalo che possiate fare ad un’altra persona e la

vostra felicità” (Esther e Jerry Hicks),

dato che…

“La felicità è qualcosa che si moltiplica quando viene condivisa"

(Paulo Coelho).

Ecco perché, come ha detto Robert Baden-Powell, fondatore del Movimento

Scout:

"il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri.”

Questo è il motivo per cui basta aggiungere a quanto detto la pratica di

condividere e di insegnare la felicitologia per fare l’en-plein.

“Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro

atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro approccio

alla vita. …

Perciò il primo passo verso la ricerca della felicità è l'apprendimento.



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Dobbiamo prima di tutto imparare in che modo le emozioni e i

comportamenti negativi ci danneggino e in che modo le emozioni

positive ci giovino.

E capire che le emozioni negative non nuocciono solo al singolo

individuo, ma anche alla società nel suo complesso e al futuro del mondo

intero. …

Ed è indubbio che i sentimenti di amore, affetto, intimità e compassione

conducono alla gioia.

Credo che tutti noi siamo dotati degli strumenti essenziali per essere

felici, per accedere agli stati mentali calmi e compassionevoli che

portano alla felicità.” Dalai Lama

Infatti quando condividi gli strumenti di felicitologia, con l’esempio oltre che

con le parole, in realtà stai rinforzando la competenza con la ripetizione, ma

stai anche moltiplicando felicità in te e intorno a te, il che rafforza ancor di

più l’apprendimento...

Se non fosse angelico sarebbe diabolico!

Questo, credo, si potrebbe definire il circolo virtuoso del felicitologo.

E come nella migliore tradizione…

… ecco un altro schema che pensiamo potrebbe a pieno diritto troneggiare

sulla tua “lavagna dei sogni”, sulla tua scrivania o se preferisci sul tuo



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specchio del bagno (non ci offendiamo, d’altronde è il primo posto dove ti

sorridi ogni mattina! )…


Ripetere, insegnare e condividere con parole ed esempi le

competenze tecniche di “felicitologia” innesca un circolo

virtuoso che moltiplica e viralizza la felicità nella tua vita.



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LL’’AArrttee ddeellllaa FFeelliicciittoollooggiiaa:: eesspprreessssiioonnee ddii ssoolluuzziioonnii ccrreeaattiivvee

ee ssppiirriittuuaallii

Uno dei limiti della nostra cultura moderna, lo sosteniamo da sempre, è

l’iperspecializzazione.

Non c’è dubbio che in alcuni ambiti medici o tecnologici sia inevitabile

dividere a fettine la realtà per diventare un esperto. Ben venga il chirurgo

specializzato negli interventi sulle ossa della mano o il programmatore

sistemista che conosce tutti i segreti di una rete informatica aziendale

criptata.

Ma ragionare a compartimenti stagni impedisce una visione di insieme che

spesso è necessaria per trovare il bandolo della matassa.

E’ a causa della specializzazione per esempio che spesso uno scienziato non

riesce a superare i limiti autoimposti dalla sua comunità scientifica, il vincolo

del paradigma corrente, per cui devono arriva dei meccanici di biciclette per

collaudare i primi aerei (Fratelli Wright), degli impiegati statali con il pallino

della matematica per sfornare la teoria della relatività (Einstein), degli

imprenditori per inventare la lampadina (Edison), degli informatici e dei

linguisti per rivoluzionare il mondo della psicologia (Bandler e Grinder con la

PNL).



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Se aspettavamo gli ingegneri, i fisici e gli psicologi di allora, con tutto il

rispetto per queste professioni, oggi vivremmo in un mondo diverso.

In tutti questi casi, ed in tanti altri che non possiamo dilungarci ad analizzare,

un elemento esterno al sistema accademico e ufficiale è riuscito a vedere

oltre quello che riuscivano a vedere gli esperti ufficiali del settore.

Come hanno fatto?

Semplice, ignoravano i limiti fissati dagli specialisti e hanno trovato strade

nuove, creative, rivoluzionarie.

Bello vero?

Un po’ come l’ape o il calabrone che – a sentire gli scienziati – hanno un corpo

troppo grosse e le ali troppo piccole e quindi… non possono materialmente

volare…

Meno male che le api e i calabroni non parlano la lingua umana, e quei pochi

che la capiscono… se ne fregano altamente!

Dunque… Una volta capito che cos’è in effetti quella vaga e indefinita

sensazione positiva che chiamiamo felicità, come si innesca e come si

alimenta, abbiamo in mano la grammatica e la sintassi della lingua della

felicità…

… possediamo le chiavi operative della felicitologia e siamo pronti a fissare i

limiti di quanto vogliamo sentirci bene.



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E se non funziona nel modo in cui vorremmo funzionasse, oppure non funziona

sempre come previsto, che dobbiamo fare?

La risposta ancora una volta è chiara.

Usa quello che sai, parti dalle teorie e dalle tecniche base di felicitologia, ma

inventati qualcosa di nuovo, usa le parole per creare una nuova poesia, le

tempere per dipingere una nuova tela, le note per scrivere una nuova canzone,

gli ingredienti che conosci per sfornare nuove ricette…

… adesso l’unico limite al tipo di felicità che vuoi provare sta nella tuafantasia e nella tua immaginazione…

Rullo di tamburi…



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LLaa nnoonnaa lleeggggee ddeellllaa f f eelliicciittàà

Si è parlato di stati emotivi gradevoli, e di felicità media.

Si è parlato di come la vera felicità dipenda non solo da questo stato emotivo

medio, ma anche da una melodiosa alternanza di stati psico-fisici.

Abbiamo visto in che modo il desiderio si intreccia con diversi gradi di

autorealizzazione e di appagamento, contribuendo a dare profondità e ritmo

alla sinfonia della felicità, Santo Graal di questa nostra esistenza terrena.

Ci siamo soffermati sul concetto di spazio come elemento ineliminabile – e

dunque pienamente sfruttabile – per migliorare l’umore e diminuire le nostre

resistenze interne alla felicità che provengono dal senso di indegnità.

Un limite appreso a causa di esperienze indigeste o di insegnamenti distratti e

depotenzianti.

Abbiamo visto in che modo il baricentro temporale della nostra attenzione

condizioni continuamente il nostro stato d’animo e ci siamo soffermati sul

contributo meravigliosamente pratico che pensiero positivo e PNL ci hanno

dato per cambiare la qualità dei nostri stati psico-fisici, attraverso la fisiologiacorporea e tramite la focalizzazione mentale (e linguistica).

Queste leve, ricordiamolo, sono tanto più potenti quanto più vengono

praticate e condivise.



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La Felicitologia è una disciplina giovane che nasce dalla certezza che

chiunque possa realizzare esattamente la felicità che desidera a dispetto

delle situazioni esterne, purché impari ad osservare la realtà nel modo più

potenziante.

E purché passi – come sempre – attraverso un percorso di crescita personale.

Negli schemi iniziali abbiamo dato un’idea ciclica della felicità dinamica,

suggerendo che quando si realizza si configura come un ciclo equilibrato di

stati emotivi che oscillano tra due estremi fissi, quello della nascita del

desiderio e quello della sua realizzazione.

Non è esattamente così.

Quando desideriamo qualcosa in cui crediamo e che riteniamo possibile,

quando seguiamo la direzione di una mission che ci fa sentire realizzati,

quando a fine giornata ci guardiamo indietro e sappiamo che emotivamente

siamo stati abbastanza bene, quando impariamo con lo studio e la pratica ad

emergere rapidamente dalle sabbie mobili degli stati emotivi depotenzianti,

quando impariamo ad essere sempre più equilibratamente felici e lo

condividiamo con gioia…

… di fatto non siamo più in un semplice circolo virtuoso, ma stiamo vivendo in

una spirale virtuosa di felicità che ci porta sempre più in alto, che è virale e

che può essere benedettamene contagiosa.

Sì, esatto, abbiamo detto proprio benedettamene contagiosa.



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Se ci segui da un po’, saprai che ci teniamo proprio tanto a questa idea di

“virus di benessere” di “domino della felicità”, di “accensione da cuore a

cuore”…

… Non a caso amiamo definirci “Wellness Angel Coach”!

Perché abbiamo ideato e definito il progetto “Wellness Angel® ”, una nuova

figura professionale, un percorso di formazione specifico, un gruppo di favolosi

Angeli del Wellness - che cocciamo personalmente – e che collaborano con noi

nel divulgare Benessere, Abbondanza e Libertà personale… per loro stessi, perle loro famiglie, per il pianeta e in qualsiasi piano dell’esistenza il potere

dell’intenzione possa arrivare.

Perché questa spirale virtuosa di felicità che è diretta verso l’alto potrebbe

non avere limiti. Dipende fondamentalmente da te.

Quando entri in questo trip positivo, nella spirale felicitologica, sarà chiaro

che:

“non esiste un’unica soluzione possibile, consentita, ragionevole e

sensata del problema”, e che se i nostri “sforzi non hanno ancora avuto

successo, questo (NON) prova … che non ci si è ancora sufficientemente

applicati ad essa” (Paul Watzlawick)

Perché è vero che tutto è possibile, prima o poi, in un modo o nell’altro.



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Ma qualsiasi scelta ha un costo, e talvolta rischiamo di restare ingabbiati nel

ruolo che ci siamo scelti, condizionando comunque alla realizzazione di eventi

esterni la realizzazione della nostra piena felicità.

Porsi obbiettivi irrealizzabili per esempio (come quello di essere perfetti,

tante per citarne uno dei più gettonati), è uno dei modi più sottili ed

efficienti per sabotare la nostra felicità.

Non dimentichiamoci mai che l’atteggiamento outside-in è sempre in agguato.

“Quanto una persona soffre nella sua vita è direttamente correlato aquanto la persona resiste al fatto che “le cose sono come sono”.

Questo concetto è di importanza fondamentale. Se c’è sofferenza o

disagio, è perché c’è resistenza verso il modo in cui le cose sono.

Per seguire questo principio, devi modificare la tua “dipendenza” o

“attaccamento” verso il fatto che le cose sono diverse da come sono, in

“preferenza”. Questo significa che quando “quello che è” non è quello

che tu vuoi, non devi soffrirci (diventando arrabbiato, triste, impaurito,

ansioso e così via). Significa anche che la tua felicità e pace interiore

non sono controllate da forze al di fuori dal tuo controllo.

Preferisci che le cose siano così o cosà, ma non sei attaccato al fatto cheesse siano così o cosà. Questo non significa che una persona non possa

essere orientata verso un obiettivo o lavorare per far sì che le cose siano

come lei voglia, ma la persona emotivamente equilibrata preferisce il

risultato per cui si sforza piuttosto che esserne dipendente.



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Christopher Reeve, l’attore del primo storico Superman che diversi anni fa è

stato costretto da un brutto incidente alla paralisi permanente dal collo in giù,

ha detto una volta in un’intervista:

"l'unico modo di affrontare la vita è guardare ai beni che si hanno,

vedere cosa si possa ancora fare; per fortuna io non ho riportato lesioni

al cervello, sicché posseggo tuttora una mente che posso usare".

Il muscolo che il felicitologo esperto sviluppa si chiama buona attitudine.

Il segreto per stazionare lungamente nei piani alti della scala emotiva, intornoal nostro 70/80 (o al 4-5 degli Hicks), non è evitare le cadute ad ogni costo,

ma imparare a risollevarsi in fretta.

Come dice il saggio Confucio,

"La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi

sempre dopo una caduta."

E certe volte risollevarsi è sorprendentemente più semplice del previsto…

Forse perché non abbiamo più nulla da perdere, in altre parole, più in basso di

così non si può cadere.

Allora è davvero inutile, quando si è in alto, preoccuparsi delle mille cose

negative che potrebbero accadere se perdessimo quella prestigiosa situazione…

Perché in quel momento, qualora le cose dovessero andare diversamente da

come ti aspettavi, troverai sicuramente risorse inaspettate.



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… L’essere umano ha dimostrato ampiamente di poter reagire magnificamente

nei momenti più bui della sua esistenza. Momenti che – guardandosi indietro –

spesso sono l’inizio delle più grandi sfide e delle più grandi splendenti vittorie!

E per concludere in bellezza…

Ancora una volta un grafico che parla di equilibrio per tornare al modello di

felicità dinamica che non teme il cambiamento… un bilico per l’esattezza!

9° Legge della felicità:

Tutto è possibile, prima o poi, in un modo o nell’altro… ma

non sempre ne vale la pena. Per bilanciare desiderio eaccettazione, aldilà di ogni tecnica e strategia, servono

gratitudine e buona attitudine.



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CCoonncclluussiioonnee

Questo ebook è solo uno spunto di partenza per una disciplina che a nostro

avviso dovrebbe stimolare grandi attenzioni...

In un’era in cui si parla tanto di consapevolezza, ed in cui solo da pochi anni

abbiamo cominciato a studiare ufficialmente la psiche per scoprire cosa ci fa

star bene piuttosto che “guarire” quello che ci far star male, tutti noi ci

meritiamo una disciplina come questa.

Alea iacta est, ovvero “il dado è tratto”!

Siamo felici (appunto! ) di aver lanciato questi dadi sul tavolo da

gioco verde del Weco… quello che ne verrà fuori, per la tua vita e per il futuro

di noi tutti, dipenderà solo dalla nostra curiosità e dal nostro Amore.

"Esiste nella vita una sola felicità: amare ed essere amati." George Sand

A prestissimo nel Weco Club!

Viviana + Leonardo

PS. Ci farebbe molto piacere sapere cosa ne pensi di “Felicitologia”, clicca qui:

http://www.ifeelgood.it/blog/liberta-personale/felicitologia-la-ricetta-della-felicita-dalle-edizioni-i-feel-good/



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VViivviiaannaa TTaacccciioonnee, laurea con lode in Lettere Moderne,

con un background nel mondo della promozione sociale e del

Volontariato, e dopo diverse esperienze professionali, le più

rilevanti come Direttore Editoriale, Advertising Producer e

Responsabile Marketing, si appassiona alle tematiche delbenessere e decide di farne uno stile di vita.

Esperienza pluriennale sul campo come Wellness Coach è co-fondatrice dell’A.C. I

FEEL GOOD - a cui si dedica con passione per promuovere le tematiche del

Benessere e Libertà Personale - scrive sul Blog "Pillole di Benessere" e sul Blog dei

Wellness Angels www.AutodifesAlimentare.it/blog.

Autrice di E-book e Manuali, è Trainer in Corsi di Formazione dal vivo e on line suNutrizione, Pensiero positivo e Crescita Personale, come l'innovativo “Corso on

line Autodifesa Alimentare”, di cui si ama definirsi la prima Wellness Angel, del

PS LAB e del “Weco Club™.

Tra le sue pubblicazioni:

Felicitologia™, Ed. I Feel Good, 2010

ZEN TO DONE Organizzati la Vita!, Ed. I Feel Good, 2010 Missione Benessere™, Ed. I Feel Good, 2010

Soldi, Amore e Fantasia™, Ed. I Feel Good, 2010

Dolce da Morire™, Ed. I Feel Good, 2009

NO GOSSIP™, Ed. I Feel Good, 2009

Nudo Giudizio™, Ed. I Feel Good, 2009

Public Speaking in 12 Passi™, Ed. I Feel Good, 2009

Il Cibometro™, Ed. I Feel Good, 2009

Ecologia della Nutrizione: cibo per tutti, per sempre, Ed. I Feel Good, 2008Autodifesa Alimentare® , Bruno Editore, 2008

Cibi NO Problem™ , Ed. I Feel Good, 2007-2010

Riattiva il Metabolismo in 5 mosse™, Ed. I Feel Good, 2007



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LLeeoonnaarrddoo DDii PPaaoollaa, laureato con lode in Critica

Letteraria, esperto di Editoria, Marketing e Comunicazione,

dopo 10 anni come Responsabile Fund Raising nel settore

non profit, decide di dedicarsi in via prioritaria al Coaching

e alla Formazione professionale on line.

Fondatore dell’Associazione Culturale I FEEL GOOD, nata per

promuovere uno sviluppo consapevole nelle aree del

Benessere fisico, l’Abbondanza finanziaria e la Libertà personale, è conosciuto

in rete come Web Trainer anche grazie al progetto “Autodifesa Alimentare®”,

ideato con Viviana Taccione - scrittrice e compagna di vita – ed è Direttore del

“Weco Club™”, il primo Wellness Coaching Club on line.

Ha all'attivo numerosi ebook e corsi di crescita personale, molti dei quali

scaricabili gratuitamente dal sito www.ifeelgood.it

Tra le sue pubblicazioni:

Felicitologia™, Ed. I Feel Good, 2010

Wellness Coaching™, Ed. MyLife, 2010

ZEN TO DONE Organizzati la Vita!, Ed. I Feel Good, 2010 Missione Benessere™, Ed. I Feel Good, 2010

Soldi, Amore e Fantasia™, Ed. I Feel Good, 2010

Prevenzione Povertà™, Ed. I Feel Good, 2010

Dolce da Morire™, Ed. I Feel Good, 2009

Nudo Giudizio™, Ed. I Feel Good, 2009

Wellness Coach Professionista (Dispense Weco Club) Ed. I Feel Good, 2009-10

Public Speaking in 12 Passi™, Ed. I Feel Good, 2009

Linguaggio Corporeo™ Ed. I Feel Good, 2009Il Cibometro™, Ed. I Feel Good, 2009

Acqua: sai cosa bevi?™, Ed. I Feel Good, 2008

Autodifesa Alimentare® , Bruno Editore, 2008

Riattiva il Metabolismo in 5 mosse™, Ed. I Feel Good, 2007

I 7 Segreti dei veri Ricchi™, Ed. I Feel Good, 2007-2010



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I FEEL GOOD presenta:

Il “Weco Club”, Wellness Coaching Club, la tua palestra di Benessere!

Un nuovo percorso formativo di consapevolezza, benessere e crescita

personale... Gli strumenti base per conoscere e migliorare se stessi, ma anche

l'occasione per avvicinarsi all'avvincente professione del Wellness Coach. Un

progetto affascinante di formazione ed aggiornamento continuo, dedicato atutti i "Cercatori" e ai Professionisti che vivono di comunicazione e relazioni

umane produttive.

Per saperne di più e scaricare subito

il REGALO l’audio MP3 + il Report

“Wellness Coaching, Missione Benessere”,

clicca qui:

www.wecoclub.it



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I FEEL GOOD presenta

un programma nato all’interno del WECO CLUB:

Abbandona la paura inconscia che ti separa dalla Ricchezza e lascia fluire

l'Abbondanza con un innovativo e generoso programma che ti parlerà di Soldi

così come non ne hai mai sentito parlare!

“Soldi, Amore e Fantasia” utilizzando la PNL, e

lavorando su convinzioni e blocchi culturali,

sprigionerà la tua intelligenza emotiva finanziaria.

Per saperne di più, vedere il video del progetto e

scaricare subito il REGALO “Prevenzione Povertà”,clicca qui:

www.ifeelgood.it/soldi.htm



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I FEEL GOOD presenta

un programma nato all’interno del WECO CLUB:

Liberati una volta per sempre da Giudizi e Pregiudizi, e fa volare la tua

intelligenza emotiva!

Nato nelle prolifiche aule del “Weco Club”, il

programma “Nudo Giudizio” è davvero unico nel suo

genere.


il Report in REGALO “NO GOSSIP”,clicca qui:

www.ifeelgood.it/giudizio.htm



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Migliora, divertendoti, la tua comunicazione interpersonale!

Un innovativo programma per essere più empatico, convincente, efficace...

Utile sul lavoro ma anche con dritte pratiche da usare nella vita di tutti i giorniper superare la timidezza, migliorare

l'autostima e crescere a livello

personale.


il REGALO “Linguaggio Corporeo”,

clicca qui:

www.ifeelgood.it/public-speaking.htm



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Ti piacerebbe scoprire perché ci chiamano “Wellness Angels ® ?”

Il corso on line di Nutrizione ed Autodifesa Alimentare

® ti sorprenderà per

l'innovativo programma e le sue sorprese! Uno strumento semplice, studiato

per un'alfabetizzazione familiare di base ma anche per i professionisti del

settore, che unisce un aggiornamento continuo ad un approccio lieve e

disincantato improntato su tecniche di Comunicazione, PNL e Pensiero

Positivo.

Per saperne di più, vedere il VIDEO

e scaricare subito i REGALI “Rischio Colosseo”

e l’audio MP3 “Pillole”, clicca qui:

http://www.autodifesalimentare.it/wa.htm



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"Soldi, Amore e Fantasia" permette di elaborare profondamente la relazione con il denaro,rendendola sacra, e la colloca nel giusto posto ad ogni livello del nostro essere: emotivo,mentale e spirituale. Solo quando abbiamo tutti i corpi allineati con l'energia del denaro

possiamo permetterci di aumentarne il flusso senza le solite resistenze interne.Dopo aver letto l'ebook hai la netta sensazione di aver cambiato il rapporto con i soldi persempre, ed è da questo nuovo equilibrio emotivo-mentale-spirituale che possono iniziare i

veri cambiamenti a livello finanziario nella tua vita. Grazie per il vostro strepitosoimpegno!Aljaz Vavpetic - videoabbondanza.com - su “Soldi, Amore e Fantasia” programma nato

all’interno del “Weco Club”

Penso che ognuno di noi abbia il sacrosanto diritto di "sentirsi a casa" in ogni situazione, disentirsi amato, di non avere paura di esprimere quello che realmente è, senza doversi maisentire in colpa... e quindi fare questo corso è stata per me un'esperienza umana e

professionale entusiasmante!Grazie di Cuore a Leonardo e Viviana, che hanno voluto condividere con me e con altri

questi straordinari e preziosi insegnamenti...Francesca Chiara Sturloni - Reggio Emilia - Kinesiologa e Socia del Weco Club – su “NudoGiudizio” programma nato all’interno del “Weco Club”

Ho ascoltato con attenzione l’audio corso ed è stata un’esperienza fantastica. ho seguito ilcorso con la mappa davanti e adesso mi basta rivedere la mappa per ricordare tutto. Lasemplicità e l’impostazione divertente della lezione non mi hanno fatto accorgere che ilcorso era finito, l’ho fatto tutto d’un fiato in una serata.Daniele Chiola – Assessore e Promotore Finanziario - su "Public Speaking in 12 Passi"

Voglio esprimere pubblicamente i miei sentimenti di amicizia e di stima nei confronti diViviana e Leonardo e complimentarmi per il corso!Ho apprezzato la passione, la freschezza, la grande dedizione con cui hanno trattato gliargomenti, traspare con chiarezza quanto del loro tempo hanno dovuto dedicare a far

propri certi concetti prima di poterli condividere con noi.La parola chiave di questo corso è a mio giudizio "CONSAPEVOLEZZA" perché è proprio lacosa che manca alla grande maggioranza delle persone. Grazie!Lorella D'Ambrogio - Consulente Nutrizionale - sul Corso " Autodifesa Alimentare"

Gentile Leonardo, ho appena terminato di ascoltare il Vs audiocorso di Public Speaking.Desidero complimentarmi per la freschezza e al tempo stesso professionalità con cui èstato condotto; ricco di spunti interessanti e con l’originale conduzione in “tandem” con latua collega D.ssa Viviana Taccione. Mi avete trasmesso tanto il Vs entusiasmo, l’armonia di

pensiero e rivolgo ad entrambi il mio apprezzamento.Nicola Miceli - Direttore Commerciale su "Public Speaking in 12 Passi"

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