FELICITA' - neishi.it · situazioni portano alla sofferenza..fate penetrare le esperienze positive...

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FELICITA'

Quello che viviamo costruisce il nostro spirito scolpendo il cervello in modo conscio e soprattutto inconscio a causa della memoria implicita che disegna il paesaggio interno del nostro spirito, la sensazione di essere noi nel presente avviene con l'aiuto di residui accumulati nel nostro vissuto..

i residui possono essere benefici o nocivi

il giusto sforzo del nobile ottuplice sentiero, consiste nel : creare, preservare, coltivare i ricordi benefici

limitare, eliminare, ridurre i ricordi nocivi

il problema è che il nostro cervello registra e ricorda in preferenza le esperienze negative.Il dolore emozionale non è utile né a noi né ad altri

e genera quello di domani rimodellando i circuiti neuronali.La soluzione non è di eliminare le esperienze negative ma di incoraggiare quelle positive e di

impregnarcene.Piuttosto che strappare continuamente le erbacce, coltiviamo con cura I fiori che prenderanno il

sopravvento sugli infestanti in modo permanente.

INTERIORIZZARE IL POSITIVO

1-trasformare i fatti positivi in esperienze positive.È pieno di cose positive intorno a noi ma non ce ne accorgiamocercate attivamente i piccoli nulla della vita quotidiana, lasciate che vi tocchino, assaggiate, non guardate solamente.

2-assaggiate l'esperienza, fate durare l'apprezzamento e l'attenzione 5-10-20 secondi per lasciare una traccia profonda nel cervello e nella memoria.Focalizzatevi sulle emozioni e sensazioni corporee, lasciate che l'esperienza riempia il vostro corpo ed intensificatela aumenterà la dopamina.

3-immaginate e sentite l'esperienza penetrare in voi come il calore del sole o come acqua rilassando il corpo ed assorbendo emozioni, sensazioni e pensieri legati all'esperienza.

GUARIRSI DAL DOLORE: I ricordi si possono cambiare

possiamo servirci delle esperienze positive per rimpiazzare quelle negative.Quando un ricordo, implicito o esplicito è fabbricato solo le sue caratteristiche essenziali sono stoccate per motivi di spazio. Il ricordo è schematico ,sono le capacità di simulazione che completano i dettagli in modo non percepito. Questo processo vi dà la possibilità , nei microcircuiti del cervello, di modificare la tonalità emozionale del paesaggio interiore.Quando un ricordo viene attivato, un vasto assemblaggio neuronale fa emergere uno schema a cui siassocia la condizione emotiva, piacevole o spiacevole, del momento. Quando il ricordo ritornerà nella memoria sarà amalgamato con le nuove associazioni che lo accompagneranno ogni volta che riemergerà alla coscienza. Ogni volta che voi vi impregnate di stati mentali negativi o positivi costruite una piccola porzione distruttura neuronale, con il tempo l'impatto positivo cambierà letteralmente il vostro cervello, sinapsidopo sinapsi.

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L'apprendimento di tutta una vita-la formazione dei circuiti neuronali è iniziata prima della vostra nascita ed il cervello continuerà ad integrare dati fino alla morte.-tra tutti gli animali l'uomo è quello con l'infanzia più lunga, questo prolungamento dello sviluppo cerebrale deve avere un vantaggio evolutivo.-la capacità di apprendere del cervello,neuro-plasticità, consiste in modificazioni minuscole che si sommano negli anni a volte con risultati spettacolari, per esempio nei non vedenti alcune regioni occipitali possono essere riassegnate a funzioni uditive.-quando i neuroni scaricano insieme, rinforzano le loro sinapsi e ne creano di nuove e così che si “raccordano” insieme.-le sinapsi inattive subiscono una cancellazione neuronale. Un bambino ha circa tre volte più sinapsi di un adulto, gli adolescenti possono perdere fino a diecimila sinapsi per secondo nella corteccia pre frontale-nuovi neuroni si sviluppano nell'ippocampo favorendo nuove aree della memoria e dell'apprendimento.-la stimolazione emozionale facilita l'apprendimento

il contenuto mentale negativo dell'adulto sovente dipende da ricordi impliciti ed espliciti dell'infanzia il momento di massimo apprendimento e di maggior emotività.

L'antidoto:Le contrarietà ricorrenti vanno risanate alla radice impregnandole del loro opposto.L'essenziale è non resistere alle esperienze negative e non attaccarsi a quelle positive entrambe le situazioni portano alla sofferenza.

.fate penetrare le esperienze positive di oggi nelle vecchie ferite

.quando appare del negativo ,invocate le emozioni e le prospettive che ne costituiscono l'antidoto.

Ogni volta che usate questo metodo cercate di sentire ed assorbire altre esperienze positive simili nell'ora che segue, la memoria negativa cambia maggiormente quando è sollecitata. Provate ad essere più aperti ai vostri veri sentimenti e sbarazzatevi delle vecchie paure. Impregnarsi di positivo richiede un minuto ma col tempo può realmente costruire nuove strutture.Tenuto conto della tendenza negativa del nostro cervello, interiorizzare il positivo richiede uno sforzo attivo che ristabilisce un disequilibrio neurologico.Le emozioni positive hanno un effetto globale organizzando l'insieme del cervello ed hanno ripercussioni sul sistema immunitario e cardiovascolare riducendo la reattività allo stress.I sentimenti piacevoli di oggi accrescono le prospettive di sentimenti piacevoli domani.I bambini vanno incoraggiati a soffermarsi sulle buone notizie e sulle cose che li rendono felici.

Nella pratica spirituale coltivare la benevolenza, la pace interiore, la soddisfazione sono rifugi da cui partire ad a cui ritornare.

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PLACARE IL FUOCO

il saggio la cui sete è pienamente placatadimora sereno in tutte le circostanze,nessun desiderio dei sensi aderiscea colui il cui fuoco è placato, privato di combustibile.

Lo spirito ha trovato la via della pace. Tutto l'attaccamento è interrotto,il cuore è allontanato dal dolore;

Tranquillo dimora nella serenità la più vasta. Il Buddha (Cullavagga 6:4.4)

come l'abbiamo constatato, il sistema nervoso simpatico con i suoi ormoni dello stress “si infiamma” per aiutarci ad afferrare le opportunità ed evitare i pericoli, la maggior parte del tempo siamo surriscaldati, catturati da una carota o inseguiti da un bastone. e ci sentiamo stressati nervosi, pressati, depressi, non felici. Bisogna abbassare la fiamma.Il nostro sistema “pompiere”è il parasimpatico.La connessione mente-corpo è il Sistema nervoso autonomo (SNA) costituito dal Simpatico e Parasimpatico. Quando si stimola il Parasimpatico onde calmanti, rilassanti e curative si propagano in tutto il corpo, cervello e mente.Il rilassamento attivo rinforza i circuiti del Parasimpatico, placa la reazione “combatti o fuggi” perché i muscoli rilassati mandano al cervello il messaggio che tutto va bene.La reazione di rilassamento può modificare l'espressione genica riducendo i danni cellulari dello stress.

Esercizi rapidi:.rilassate la lingua, gli occhi, i muscoli della mascella.sentite la tensione abbandonare il vostro corpo ed affondare nella terra.fate scorrere acqua tiepida sulle vostre mani.cercate le zone tese del vostro corpo e rilassatele

respirazione diaframmatica: mettete una mano al centro del torace sotto lo sterno, abbassate gli occhi, respirate normalmente e osservate la vostra mano. Inspirate profondamente in modo da innalzare la mano sul torace di qualche centimetro, nei luoghi pubblici provate senza la mano.

Rilassamento progressivo: accogliete nel campo della coscienza una parte del vostro corpo, piccola o grande, notate le sensazioni es della pianta piede destro e ditele: rilassati. Includete nella consapevolezza progressivamente tutto il corpo.

Espirazione lunga: inspirate più profondamente possibile, mantenete per qualche secondo, poi espirate lentamente rilassandovi, stimola il SNP

toccarsi le labbra: le labbra sono percorse dal SNP , inoltre provoca associazioni calmanti.

LA CONSAPEVOLEZZA consiste nel :-focalizzare semplicemente l'attenzione su un oggetto: puro riconoscimento- dimorare nell'istante presente-non giudicare, interpretare, né resistereLa consapevolezza del corpo:(il corpo nel corpo) rivolgere l'attenzione in sé stessi attiva il SNP. siate attenti alle sensazioni fisiche, né più né meno.Per esempio la sensazione del respiro nei suoi dettagli, di camminare, di mangiare.....

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La consapevolezza delle sensazioni (le sensazioni nelle sensazioni):cosa sento ora? Caldo, freddo, dolore, tensione, dove? Senza interpretazione né giudizio, né più né meno

la consapevolezza delle emozioni e dei pensieri(le formazioni mentali nelle formazioni mentali)ansia, paura, gioia, rabbia, contrarietà, tristezza osservare né più né menoi pensieri che sorgono, osservare né più né meno senza aggiungere altro.

La visualizzazione: benché l'attività mentale sia comunemente ridotta al pensiero verbale, il cervello è dedicato in realtà alle attività non verbali quali il trattamento delle immagini mentali. La visualizzazione attiva l'emisfero cerebrale destro e calma il chiacchiericcio interiore che può essere stressante. Come per il rilassamento , si possono usare immagini per stimolare il SNP e sviluppare una immaginazione che ci ancori nel benessere.

La coerenza cardiaca: un ritmo cardiaco regolare presenta degli intervalli leggermente differenti tra ciascun battito: variabilità del ritmo cardiaco : VRC. Riflette l'attività del sistema nervoso autonomo: inspirazione, accelera,attivazione SNS espirazione, rallenta, attivazione SNPlo stress e l'età riducono la VRC, incrementare la VRC potrebbe avere effetti benefici sullo stress, sulla salute cardio vascolare, la funzione immunitaria e l'umore.Vi sono tecniche per incrementare la VRC:1.respirate in modo che inspirazione ed espirazione abbiano la stessa durata2.immaginate e sentite che respirate attraverso la zona del cuore.3.respirando regolarmente ed attraverso il cuore, rievocate una emozione piacevole e sincera ( gratitudine, benevolenza ,amore...), pensate ad un avvenimento felice, potete immaginare che questo sentimento attraversi il vostro cuore con la respirazione.Provate per qualche minuto.

Meditazione .attiva il SNP con diverse modalità:aumenta la materia grigia nell'insula, nell'ippocampo e nella corteccia prefrontale e ne riduce l'invecchiamento, migliora le funzioni psicologiche associate a queste regioni: attenzione, compassione, empatia..favorisce l'attivazione delle regioni frontali sinistra che contribuisce a migliorare l'umore.accresce potenza e frequenza delle onde gamma nei praticanti tibetani di esperienza..diminuisce il cortisolo.rinforza il sistema immunitario.migliora malattie cardiovascolari, l'asma,il diabete tipo 2, la sindrome premestruale ed i dolori cronici.migliora un gran numero di patologie psichiche.

Esistono molte modalità di meditare quanti sono gli abili mezzi per essere consapevoli nel momento presente, la meditazione seduta è l'addestramento ,in una condizione di riduzione degli stimoli esterni, per poi estendere la consapevolezza a tutti i momenti della giornata.

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CHE COSA E MEDITAZIONE? Guardare profondamente e a lungoCHE COSA?Ogni attimo della nostra giornata, semplicemente quello che c'è qui, ora.PERCHE’?Per andare al di là di malessere, insoddisfazione,senso di solitudine, noia.Nell'attimo presente non c'è sofferenza, non c'è preoccupazione , i ricordi sono nel passato le ansie nel futuro, l'adesso è la vera vita e tutto è già presente. “Sono arrivato, sono a casa” Meditazione vuol dire coltivare il terreno della mente, far apparire ciò che non c'era prima , la mente è lo strumento e tu il giardiniere, usando il potere della consapevolezza produci il frutto della comprensione, della compassione, dell'amore.C'è un uomo in groppa ad un cavallo lanciato al galoppo. Un altro uomo sul ciglio della strada chiede: “dove stai andando?” risponde “non so, chiedilo al cavallo”Meditazione prevede l'arresto, fermati, sappiamo dove stiamo andando e perchè? E soprattutto ci chiediamo cosa cerchiamo? Se questa corsa porta pace e gioia a noi ed alle persone che amiamo?Prendiamo una rana la mettiamo nel piatto, salta via, Prendiamo la rana la mettiamo nel piatto, salta via, Prendiamo una rana la mettiamo.......Noi non siamo solo la nostra mente pertanto possiamo coltivarla condurla concentrarla su un oggetto e ricondurla con pazienza e dolcezza tutte le volte che salta altrove ,consapevoli dei pensierie delle sensazioni-percezioni. La comprensione è il frutto della visione profonda che deriva della concentrazione e dalla consapevolezza. Meditazione è un modo di essere, non un percorso per arrivare in qualche luogo ma per restare qui ed ora.

SE LA VIA é DECISA

Ogni singolo attimo è una infinita possibilità.Ogni reazione automatica può diventare consapevole.

Ogni emozione è occasione di intensità.Ogni sentimento può accendere un chakra.Ogni piacere una possibilità di contatto.

Ogni sofferenza brucia un residuo.Ogni dolore apre uno spazio.

Ogni gioia impegna la fermezza.Ogni sconfitta accettata prepara al successo.

Ogni successo accettato suggerisce scelte.Ogni scelta è una separazione.

Ogni separazione una crisi.Ogni crisi un'opportunità.

Ogni piccola cosa è un grande veicolo.Ogni frammento di vita un'occasione perfetta.

Ogni momento un dono.Ogni gemma un mezzo.

Ogni immondizia un mezzo.Verso l'unica direzione, solo se la via è decisa.

Da “il filo del se” Paolo Menghi.

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Consigli a un guerriero compassionevole. di Pema Chodron.Imparare a stare.

Come specie, non dovremmo mai sottovalutare la nostra scarsa tolleranza al disagio.L’incoraggiamento a stare con la vulnerabilità è un’indicazione utile. La meditazione seduta è ilsostegno per imparare a farlo. La meditazione seduta è conosciuta anche come pratica dellapresenza mentale - consapevolezza…Ci offre una via per avvicinarci ai pensieri e alle emozioni e per entrare in contatto con il corpo. E’un metodo per coltivare l’amore incondizionato verso noi stessi e per alzare il velo dell’indifferenzache ci allontana dalla sofferenza degli altri. E’ il veicolo per imparare a essere sinceramenteamorevoli.Gradualmente, attraverso la meditazione, cominciamo a notare che ci sono degli intervalli nelnostro dialogo interiore. Nel mezzo dell’incessante parlare con noi stessi sperimentiamo una pausa,come se ci svegliassimo da un sogno...Tuttavia non ci sono garanzie che la meditazione seduta ci sia di beneficio. Possiamo praticare peranni senza che penetri nel nostro cuore e nella nostra mente. Possiamo usare la meditazione perrafforzare le nostre false credenze; ci proteggerà dal disagio, ci rimetterà in sesto, appagherà lenostre speranze e allontanerà le nostre paure. Questo accade perché non comprendiamo bene laragione per cui pratichiamo.Perché meditiamo? E’ saggio porsi questa domanda. Perchè ci prendiamo il disturbo di passare deltempo da soli con noi stessi?Prima di tutto è utile comprendere che la meditazione non consiste solo nel sentirsi bene. Pensareche questa sia la ragione per cui meditiamo, significa votarsi al fallimento. Presumeremo disbagliare quasi tutte le volte che ci sediamo: anche il meditante più esperto fa esperienza dellasofferenza fisica e psicologia.La meditazione ci prende così come siamo, con la nostra confusione e il nostro equilibrio. Questacompleta accettazione di noi stessi così come siamo è chiamata “ maitri”, una relazione semplice,diretta con la nostra modalità d’essere.Cercare di migliorarci non è utile. Implica lotta e auto svalutazione. Denigrare noi stessi èprobabilmente il modo principale in cui celiamo bodhicitta.Cercare di cambiare non significa forse dover restare arrabbiati e intossicati fino alla morte? E’ unadomanda ragionevole. Cercare di cambiare noi stessi non funziona a lungo termine, perchéresistiamo alla nostra energia. Il tentativo di migliorarsi può dar risultati temporanei, ma unatrasformazione durevole accade solo quando onoriamo noi stessi come sorgente di saggezza ecompassione. Come disse il maestro buddista dell’ottavo secolo Shantideva, siamo molto simili aun cieco che trova un gioiello seppellito in un cumulo di spazzatura. Proprio lì, in quello che cipiacerebbe buttar via, in quello che troviamo repellente e spaventoso, scopriamo il chiarore e lachiarezza di bodhicitta.Solo quando cominciamo a rilassarci con noi stessi, la meditazione diventa un processo ditrasformazione. Solo quando ci relazioniamo con noi stessi senza moralismi, senza durezza, senzafalsità, possiamo lasciar andare gli schemi nocivi. Senza maitri la rinuncia alle vecchie abitudinidiventa violenta. E’ un punto importante.Praticando si coltivano quattro qualità di mastri: saldezza, chiara visione, esperienza dellasofferenza emotiva e attenzione al momento presente…Quando pratichiamo la meditazione, rafforziamo la capacità di essere saldi con noi stessi. Qualsiasicosa sorga- mal di ossa, noia, sonnolenza, o i pensieri e le emozioni più selvaggi- rimaniamo fedelialla nostra esperienza. Non corriamo fuori dalla stanza urlando, sebbene parecchi meditantiprendano in considerazione questa possibilità. Piuttosto, riconosciamo questo impulso come unpensiero, senza etichettarlo come giusto o sbagliato. Non è un compito da nulla. Non va maisottovalutata la nostra tendenza a darcela a gambe quando ci sentiamo feriti.Veniamo incoraggiati a meditare ogni giorno, anche brevemente, per coltivare la saldezza con noistessi. Sediamo in tutte le circostanze, sia che ci sentiamo in salute o malati, che siamo di buon

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umore o depressi, sia che pensiamo che la meditazione stia andando bene o che è un completofallimento. Continuando a praticare la meditazione seduta, comprendiamo che essa non riguarda ilcapire esattamente o il raggiungere un qualche stato ideale. Consiste nel restare presenti a se stessi.Diventa sempre più chiaro che non ci libereremo dagli schemi auto-distruttivi se non sviluppiamouna comprensione compassionevole di chi siamo……In meditazione scopriamo la nostra irrequietezza interiore. A volte ci alziamo e ce ne andiamo. Avolte restiamo seduti, ma il nostro corpo si agita e si contorce e la mente vaga lontano. Può esseretanto disagevole da farci sentire che è impossibile “stare”: Ma questa sensazione può essercid’insegnamento non solo riguardo a noi stessi, ma anche riguardo a cosa significhi essere umani.Tutti noi traiamo sicurezza e agio dal mondo immaginario dei ricordi, delle fantasie, dei progetti. Inrealtà non vogliamo stare con la nudità dell’esperienza del presente. Restare presenti va contro lanostra inclinazione. Questi sono i momenti in cui solo la gentilezza e il senso dell’umorismo cidanno la forza di acquietarci.L’istruzione essenziale è:” Stai.. stai.. semplicemente stai”…..Dunque ogni volta che divaghiamo, ci incoraggiamo gentilmente a “stare” e ad acquietarci. Statesperimentando l’irrequietezza? State! La mente divaga? State! La paura e il ribrezzo visommergono? State! Male alle ginocchia e mal di schiena lancinante? State! Cosa c’è per pranzo?State! Che cosa ci faccio qui? State! Non posso sopportarlo un minuto di più. State! Questo è ilmodo di coltivare la saldezza.

Imparare da tutto di Massimiliano Foglini

Ecco una bella differenza tra chi pratica e chi no: l’opportunità di imparare sempre qualcosa daquello che succede, indipendentemente da cosa capita! Che sia qualcosa di piacevole o dispiacevole oppure nè piacevole nè spiacevole, attraverso la pratica abbiamo sempre l’opportunità diimparare da quello che sperimentiamo. Un aspetto molto importante della pratica è proprio ladeterminazione nell’osservare attentamente cosa succede dentro noi stessi, al di là se la cosa cipiaccia o meno. Gli stati della mente sono sia positivi che negativi: possiamo provare felicità orabbia, possiamo sperimentare noia, agitazione, beatitudine. Alcune cose ci piaceranno altre meno,altre per niente ma la pratica ci suggerisce di accoglierle tutte con cuore aperto, di essere in pacecon tutto ciò che si manifesta! Ecco che allora tutta quella fatica di rincorrere i nostri desideri e dicercare di evitare quello che non ci piace si trasforma in comprensione. Abbiamo la possibilità dicomprendere che la vera felicità non si trova nel realizzare tutti i nostri desideri né dall’evitarequello che non ci piace. Siamo realisti, in questa vita ci sarà sempre qualcosa che alla nostra mentenon piace ma se riusciamo ad accettare, ad accogliere totalmente ogni aspetto della vitaconosceremo la pace della mente e del cuore.Dice Ajahn Viradhammo: “Quando diciamo che la consapevolezza o presenza mentale è la via dellalibertà, significa che siamo pienamente consapevoli di cose come la rabbia, la paura e la gelosia. Male vediamo più come condizioni mentali che come realtà concrete. Quando queste cose cambiano enon vi crediamo allora il nostro mondo non sarà più condizionato da esse. Perciò se sono arrabbiatocon i miei figli, con il cane, con il governo o con i suoceri, vedo che è solo rabbia e basta. Nonattaccatevi e non create un mondo intorno a questi stati d’animo. Siate pazienti e vedrete chepasseranno. […] Per esempio, se provate rabbia e avete fiducia in questa rabbia, che succede? Inuna parola: sofferenza! Ma se avete fiducia nella conoscenza che quella è una sensazione di rabbia,che è un oggetto mentale e non una realtà permanente, allora questo è retto conoscere, è il nostrorifugio nel Buddha. Se avete fiducia che questa rabbia passerà, che non dovete né reprimerla néattivarla, allora questo è in armonia con la natura ed è il nostro rifugio nel Dhamma. Anche se la rabbia potrebbe portarmi verso la violenza avrete fiducia nella virtù di non danneggiaregli altri. Questo è il rifugio nel Sangha”.Il Sentiero buddhista è un sentiero di trasformazione, dove tutto, ma proprio tutto deve esserericonosciuto come parte della Via. Ogni nostro aspetto, qualunque esso sia, è lì per essere osservatocon chiarezza, per essere visto così com’è, e in questo vedere, scoprire la libertà.

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Ajahn Munindo lo spiega con queste parole: “Parlando della nostra pratica, preferisco usare laparola ‘trasformazione’ anziché trascendenza. La parola ‘trascendenza’ può evocare un lasciarsidietro qualcosa di inferiore e andare verso qualcosa di più alto. Non credo che possiamo permettercidi lasciare indietro qualcosa, eccetto le nostre false idee, e questo è come non lasciarsi dietro niente.Non trascendiamo assolutamente niente, accogliamo assolutamente tutto. Continuiamo a muoverciverso una più grande e tempestiva ricettività, finché troviamo una prontezza, e riconoscere cheesistono sventure costantemente fluida, a dare il benvenuto a ciò che ci sta di fronte proprio inquesto momento”.La via della trasformazione è il prendersi cura delle nostre azioni e parole sbagliate. Scoprire qualisono le zone su cui lavorare e questo è una nostra responsabilità personale. E’ ovviamente il lavorodi tutta una vita ed io personalmente ho molto su cui lavorare. Vorrei concludere ringraziando tuttele persone che, chi in una maniera chi in un’altra, continuano a sostenermi e incoraggiarmi in questocammino.

Trasformare le avversioni in buona sorte da Le vie di liberazione S.S. il Dalai Lama

Fare in modo che le circostanze avverse divengano il sentiero per l’illuminazione è una delle indicazioni piùpotenti e ineguagliabili che ci vengono dagli insegnamenti per l’addestramento della mente. per adottare unpunto di vista positivo Dato che le nostre vite sono tormentate da diversi tipi di difficoltà e sofferenze, taliinsegnamenti hanno un grande valore. In quest’era degenerata è molto difficile portare avanti la ricercaspirituale. Perciò dobbiamo sviluppare determinate tecniche che possano aiutarci a trasformare forze a noicontrarie in forze a noi propizie, elementi dannosi in inestimabili fonti di insegnamento e circostanze avversein circostanze favorevoli. Questo genere di saggezza o abilità è molto benefico.Ogni cosa nella vita, bene, male, felicità, dolore, successo, fallimento, deve essere guardata da una giustaangolazione. Nulla è semplicemente bianco o nero, ogni cosa ha sfumature e gradi diversi. Se la sventura èvista da un’angolazione negativa, naturalmente è scoraggiante e dolorosa. Pertanto è essenziale imparare adadottare un punto di vista positivo. Si può paragonare la propria sventura a quella di coloro che sono piùinfelici e che esistono sventure più grandi dalle quali si è stati risparmiati. Un atteggiamento di questo tiporiduce il peso della propria sofferenza e fornisce maggiori conoscenze riguardo alla natura del soffrire. Sidiventa più aperti e rilassati. D’altra parte, le persone che non sono capaci di vedere i propri problemi inmaniera flessibile, si deprimono e sono infelici. Va da sé che la nostra mente gioca un ruolo moltoimportante nel dare alle nostre vite maggior valore e maggior serenità. Non si tratta di raggiungere unagrande abilità spirituale, è semplicemente questione di buon senso.Ed. Il Saggiatore, 2009 p 297-298

Il discorso della condotta morale Suttanipata – La raccolta dei discorsi 21 (2.9)

Quale condotta morale un uomo deve avere, quale pratica deve svolgere,quali azioni deve promuovere,per essere rettamente stabile, per ottenere la suprema meta?

Costui onori le persone più anziane e non provi invidia,conosca il giusto momento per incontrare i maestri.Avendo capito qual è l’occasione adatta, il discorso sul Dhamma che viene proferitoe i racconti egli deve ascoltare attentamente.

Vada alla presenza dei maestri nel momento giusto,avendo abbandonato l’ottusa pervicacia, con un atteggiamento di umiltà;la meta, il Dhamma, l’autocontrollo e la vita puraegli ricordi e pratichi.

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Sia lieto nel Dhamma, si rallegri nel Dhamma,sia saldo nel Dhamma, conosca l’esegesi del Dhamma,non dica parole che siano nocive per il Dhamma,sia guidato da veraci racconti.

Lasciando da parte la derisione, il mugugno, il lamento, l’odio, l’inganno, la brutalità, il peccato e l’infatuazione,vada egli privo d’orgoglio e saldo interiormente.

Dei racconti l’essenza è stata compresa:quello che è stato ascoltato, quand’è compreso, contiene l’essenza della concentrazione.Non cresce né saggezza né apprendimentoper quell’uomo che è avventato e negligente.

Coloro che, invece, sono lieti nel Dhamma proclamato dai nobili,sono senza superiore nella parola, nel pensiero e nell’azione.Saldi nella pace, nell’umiltà e nella concentrazionecostoro hanno ottenuto l’essenza.

Lungo il sentiero dell’umiltà di Rodolfo Savini Per comprendere il sentiero dell’umiltà è opportuno metterla a confronto con i suoi molteplicicontrari. E’ così delicata la sua definizione che può facilmente debordare verso il fraintendimento,se non proprio verso l’ambiguità.É necessario quindi liberare il campo da questi equivoci. Prima di tutto dobbiamo essere certi chein essa non siano presenti i semi nascosti dell’arroganza.Entriamo quindi nell’arroganza per conoscerne la forza e il volto, per addestrarci a mantenere saldoil timone della ” rettitudine”.Siamo soliti dare al termine ‘arroganza’ un significato negativo. L’arroganza sfocia nellapresunzione che chiude la relazione con l’altro, soffoca la disponibilità all’ascolto, l’apertura allasensibilità. Questa arroganza, divenendo presunzione, sfocia nel fanatismo, sia nella suamanifestazione egoica, sia in quella, ancor più minacciosa, di un gruppo, di una comunità, di unasetta. Ecco allora che l’ego o una comunità arrogante si pregiudica l’incontro con le virtù proprie edaltrui. La sua energia corre sull’onda dell’incomprensione che facilmente conduce alla violenza,allorché non venga messa in discussione. Quindi l’arroganza, egoica o collettiva che sia, conducealla presunzione e alla superbia, al sentirsi ‘padroni’ della verità, della saggezza o il altri termini‘signori’ della propria ignoranza che chiude la porta al confronto. E’ chiaro che dietro a questo atteggiamento vi è non solo la negazione dell’umiltà, ma lasolitudine di un io che si sorregge sul terreno minato delle proprie avversioni, più che delle propriecertezze; o di una comunità che, facendo lo stesso, si consolida solo nel suo “contro” più che neipropri valori. Questa identificazione della verità con l’arroganza rende assai fragile la nostraconsistenza. Il senso di sé capitola insieme a quello del proprio nemico. Entrambi si sorreggono l’unl’altro, entrambi sono privi di umiltà, entrambi sono lontani dal leggero sostegno della verità.L’effetto è inevitabilmente il conflitto.L’arroganza si consolida soprattutto nel confronto/conflitto con gli altri ma, in senso meno evidente,con la natura stessa di cui si sente ‘padrona’. Quest’ultimo rischio è presente ogni momento e ilbuddhismo cerca di superarlo considerando che tutte le forme di esistenza sono partecipi dellanostra medesima esperienza vitale. Anch’esse traggono beneficio dalla nostra umiltà.Come fare a contrastare la prepotenza dell’arroganza senza cadervi dentro, come è possibileconsolidare l’umiltà in modo tale da renderla uno spazio inusuale in cui l’arroganza si spegna?Questo è l’arduo percorso di quei monaci che vivono nel più completo abbandono, nella piùcompleta comprensione che tutto, così come accade, è travolto dall’impermanenza. Vale a dire dalla

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comprensione che ciò che nasce è desinato a perire e il nostro io-padrone non ne è esente. Su checosa può poggiare allora il nostro ego? E’ un impegno arduo da consolidare. L’arma dell’umiltà edell’arrendevolezza hanno bisogno del terreno fertile di una profondo incontro con la vita. In casiestremi prende forma in quei monaci che giungono, per protesta contro l’arroganza, a darsi fuocoloro stessi per risvegliare negli altri il senso di una pace umile, disposta all’accettazione e allaconvivenza pacifica, a lasciare la propria vita più che toglierla agli altri.L’arroganza può essere però anche un veicolo verso una umiltà matura. E’ quell’ “umiltà del forte”,come dice Gandhi, che sa accettare il conflitto ma che, allo stesso tempo, sa accogliere e cedere, invirtù dell’amore e della pace. Ben diversa dalla “umiltà del debole” pervasa da ambiguità, timori,paura e viltà. Spesso l’umiltà del debole ama apparire silenziosa e avvilita, mentre cela nel suointimo ambizione e invidia. L’ipocrisia ne diviene il sostegno. Nell’umiltà del forte l’arroganza è la capacità di tenere salda la mano al timone della propria ricercadi pace e di verità. E’ una virtù che non distingue tra interiorità ed esteriorità. E’ la fontedell’apprendimento. E’ una energia silenziosa che sa diffondersi con la stessa saggezza dell’acqua.L’abilità consiste nel saper costruire gli argini che la possano indirizzare, sviluppare e accrescere. Si manifesta nella capacità di sedersi alla destra del “maestro”, con qualsiasi volto esso si manifestie farsi ”discepolo” di questa esperienza. Riconoscere che quest’altro “volto” della vita richiedel’abilità di coltivare una volontà buona, una “arroganza” umile. Se mi addormento lungo il percorsoecco comparire nuovamente l’umiltà del debole che facilmente sfocia nel conformismo, dallaripetizione che spegne l’entusiasmo di guardare oltre il conosciuto, di aprirsi al non-conosciuto. Con l’umiltà si apprende, ma con ”l’arroganza” si agisce. E’ questa una arroganza che non disdegnadi assumere momento per momento le sembianze dell’umiltà, ma momento per momento ha latenacia di alimentare questa luce che guida. Il maestro è la vita e la nostra coscienza è una discepolafedele e umile che ne apprende l’insegnamento e con determinazione è responsabile del proprioessere, del proprio fare. La coscienza sa che l’umiltà non risiede nel soccombere ma nell’essere nuovamente partecipi diquesto inesorabile gioco del vivere. Il maestro è il grembo in cui cresciamo ed al contempo èl’energia da rianimare proprio con la nostra umiltà. L’umiltà buona non è altro allora cheun’arroganza buona. E’ la disponibilità radicale di farsi vuoto davanti al bene, davanti a ciò checolma il senso della nostra esistenza, e a farsi solido, come una roccia, davanti a ciò che la nega.Ecco nuovamente l’inganno, è l’umiltà stessa a pervadere questa roccia e a renderla solo un pugnodi sabbia nella mano del saggio.

I costruttori di canaliconvogliano il flusso dell’acqua.

Il fabbro forgia le frecce.Il falegname lavora il legno.

Il saggio doma se stesso.

dal Dhammapada v. 80

Chi sono io? Umiltà e insostanzialità dell’io di Corrado Pensa

La penetrazione intuitiva (…) è, semplificando all’estremo, l’intuizione del carattere insostanziale dell’io edelle cose: intuizione che può solamente venire da una radicale purificazione interiore dell’individuo e chesignifica, simultaneamente, pienezza di luce e di liberazione. Ma, ci chiediamo, l’umile vero non ha, perdefinizione, superato l’io? E allora che grado di realtà ha questa cosa che si può superare? O non è per casol’io, una illusione, quella più profonda, condizionante e separante e quella più gravida di conseguenze? E secogliamo “con tutta la mente e con tutto il corpo”, per usare il linguaggio dello Zen, l’illusorietà dell’io,cogliamo anche ciò che quella illusione celava, la luce risanatrice della saggezza.Ora, a proposito di tutto questo, viene da pensare che il buddhismo, pur senza porre l’umiltà al centro del

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cammino interiore, come fa la spiritualità cristiana, tuttavia vi alluda inequivocabilmente tutte le volte cheparla di superamento della credenza-attaccamento a un io. E chi infatti, se non il vero umile, ha superato lacredenza-attaccamento all’io, tornando così con i piedi per terra, seconda l’etimologia della parola umile? Ame sembra, per quello che ho capito dell’umiltà e del buddhismo, che la dottrina buddhistadell’insostanzialità è anche un contributo profondo e originale su come vede le cose il vero umile, ossial’unico ad essere in grado di vivere realmente nel presente.Da Una tranquilla passione Ed. Ubaldini, 1994 p.225

IL QUINTO ACCORDO Don Miguel Ruiz, Don Josè Ruiz

Immagina di vivere una vita completamente nuova, una vita in cui sei libero di essere chi sei davvero. Non fai più dipendere la tua vita da quello che gli altri pensano di te.

Immagina di vivere senza giudicare te stesso e gli altri e senza paura di essere giudicato. Ti accetti così come sei e sai accettare tutti esattamente come sono.

Immagina di vivere una vita libero da conflitti. Rispetti te stesso e gli altri che a loro volta rispettano te.

Immagina di vivere una vita in cui non hai paura di esprimere te stesso e di rischiare di esplorare la vita. Vivi senza paura, senza sensi di colpa, senza vergogna, senza rimpianti.

Immagina di amarti esattamente così come sei. Ami il tuo corpo così come è, ami le tue emozioni così come sono.

Immagina di poter gioire realmente della tua vita essendo semplicemente te stesso.Immagina di vivere questa libertà personale!

Questo modo di vivere è possibile ed è nelle tue mani.

CONCENTRAZIONE-MEDITAZIONE-VISIONE PROFONDA

SENTIRSI PIU' IN SICUREZZA

il cervello scannerizza in continuazione il mondo interno ed esterno alla ricerca di pericoli. Spesso questa vigilanza è eccessiva ed è conseguente alla reattività dell'amigdala-ippocampo adeventi passati che ,generando ansia inutile e sgradevole , ci rende iper-reattivi a piccole cose. Per questo si dice di trovare un luogo tranquillo per la meditazione. Il sentimento di sicurezza spinge il cervello a ritirare le difese all'esterno ed a utilizzare tutte lerisorse all'interno (concentrazione, contemplazione,visione profonda).

-rilassate il corpo-ricorrete alla visualizzazione: visualizzatevi in compagnia di figure protettrici, immaginatevi in una bolla di luce, in un campo di forza...-avvicinatevi a chi vi sostiene: trascorrete più tempo con parenti ed amici che si preoccupano pervoi, immaginatevi in loro compagnia ed impregnatevi di questi sentimenti positivi. La cordialità , anche se immaginata, attiva i circuiti cerebrali dell'attaccamento e della sociabilità.La sensazione di intimità è stata privilegiata nell'evoluzione per la sopravvivenza, quindi abbinata albenessere.-applicate la consapevolezza alla paura: ansia, paura, apprensione, inquietudine, panico, non sonoche stati mentali, come gli altri . Osservate come sorgono e progrediscono nel corpo e nella mente.-Descrivete verbalmente quello che sentite al fine di rinforzare la regolazione del sistema limbicograzie al lobo frontale.

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-Notate che la coscienza (l'osservatore) che contiene la paura (osservata) non è mai spaventata.Separatevi , senza mai smettere, dalla paura, riprendete il vostro posto nel vasto spazio dellacoscienza ,che la paura attraversa come una nuvola.

Invocate dei protettori interiori: abbiamo diverse sotto personalità (attivate dalle reti del sistema nervoso) che interagiscono in mododinamico al fine di creare un io monolitico ma in realtà frammentato.

Per questo si parla di triangolo: bambino interiore genitore critico genitore nutrice e dei propri avatar vittima persecutore protettore.

Il protettore può essere incarnato in un professore, un coach che vi ricorda le buone cose in voi e nelmondo. Molti di noi da bambini abbiamo avuto l'esperienza di non essere stati abbastanza protetti da persone amate, è normale che il nostro protettore interiore non sia abbastanza forte.

.Possiamo rimediare oggi riportando alla memoria esperienze di protezione amorevole edimpregniamoci.

.Immaginatevi e scrivete un dialogo tra una sotto personalità critica inquietante ed un protettoreinteriore e rassicurante ed assicuratevi che quest'ultimo sviluppi solidi argomenti in vostro favore.

SIATE REALISTI: la maggior parte delle paure sono eccessive. Durante la nostra vita, il nostrocervello acquisisce delle aspettative basate sulle nostre esperienze , in particolare su quelle negative.Quando avvengono delle situazioni vagamente simili, applica automaticamente la sua griglia dilettura ed invia segnali di paura. Un gran numero di queste allerta sono esagerate o infondate.Le aspettative che provengono dall'infanzia sono spesso le più forti e le più sospette, infatti ininfanzia siamo impotenti, abbiamo poche risorse, non scegliamo le relazioni. Oggi da adulti possiamo scegliere, il potere degli altri è limitato, abbiamo risorse interne edesterne, potere.Cercate di vedere il mondo con occhi di adulto potente e non con sentimenti di bambino impotente.La pratica contemplativa, come la scienza, è fondata su vedere le cose così come sono, per questo ilBuddhismo considera l'ignoranza come l'origine fondamentale della sofferenza.

COLTIVATE I VOSTRI SENTIMENTI DI ATTACCAMENTO RASSICURANTIle relazioni che avete vissuto nella vostra infanzia con le persone importanti , soprattutto i genitori,hanno una grande influenza sulle vostre aspettative, attitudini, emozioni ed atti nella vita adulta.

Gli studi di neurobiologia dell'attaccamento descrivono quattro modalità di attaccamento tragenitori e figli e non necessariamente con entrambi

sicurezza, insicurezza-evitante, insicurezza-ansiosa e disorganizzata.le modalità insicure sembrano associate a schemi di attività neuronale specifici quale mancanza diintegrazione tra corteccia prefrontale e sistema limbico.I modi di attaccamento tendono a persistere nell'età adulta e diventare modello di tutte le interazioniimportanti ma possiamo cambiare questo modello e provare più sicurezza nelle relazioni.

.cercate di comprendere come la vostra educazione ha condizionato le vostre relazioni con igenitori nella prima infanzia. Identificate tutti gli attaccamenti insicuri..gestite tutti i sentimenti di insicurezza provando compassione per voi stessi..per quanto possibile cercate la compagnia di persone che vi nutrono ed affidabili ed impregnatevidella sensazione suscitata dalla loro presenza. Fatevi trattare bene nelle vostre relazioni attuali.

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.praticate la consapevolezza in modo da concedervi l'attenzione e l'armonia di cui non avetebeneficiato da bambini. La consapevolezza attiva le regioni mediane del cervello e favorisce lacoordinazione tra corteccia prefrontale e sistema limbico, substrati neuronali chiavedell'attaccamento sicuro.

TROVARE RIFUGIOdove trovate rifugio? Persone, luoghi,ricordi, idee, ideali. Un rifugio affidabile permette di abbassare la guardia e di immagazzinare forza e saggezza. Più sarete abitati da sentimenti di serenità, più i vostri neuroni tesseranno una rete di sicurezza.

Identificate ad uno ad uno i vostri rifugi, percepite le sensazioni che evocano, lasciatele penetrare in voisappiate che in qualche giorno voi porterete in voi i vostri rifugi.