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Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 1 Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati per le decisioni e per la documentazione I dati qualitativi Quando andiamo in apiario e visitiamo le famiglie di api raccogliamo sempre un grande numero di da- ti di tipo qualitativo: ci facciamo un’idea se la famiglia è forte o debole, se le scorte di miele sono suf- ficienti, se le api sono mansuete o aggressive, osserviamo attentamente se sono visibili sintomi di pa- tologie... In base a tutte queste osservazioni libere ci facciamo un’idea sulle nostre colonie di api e anche complessivamente sul nostro apiario. I dati quantitativi E’ meno frequente che l’apicoltore raccolga in modo sistematico anche dati quantitativi. Tuttavia tutti i sistemi complessi (e le famiglie di api sono super-organismi di grande complessità biologica) per es- sere ben governati e gestiti richiedono il trattamento di entrambi i tipi di dato. Non mi dilungo in que- sto articolo sui dati qualitativi perché essi fanno parte del tradizionale modo di lavorare dell’apicoltore. Un uso corretto, preciso, sistematico ed efficace di dati quantitativi è invece un fatto meno frequente e non fa parte della cultura e del modo di lavorare dell’apicoltore medio. Tuttavia an- che i dati quantitativi sono molto importanti Essi possono avere due origini: 1. osservazioni sistematiche fatte dall’apicoltore con tecniche e strumenti ben precisi 2. misurazioni con strumentazione I dati quantitativi derivanti da osservazioni sistematiche Immaginiamo per un momento di voler annotare la quantità di covata di ciascuna famiglia di api. Ver- rebbe spontaneo dire che basta contare il numero di favi di covata di ciascuna famiglia. Tuttavia sap- piamo per esperienza che c’è favo e favo: talvolta la covata occupa solo una piccola rosetta del dia- metro di 10 centimetri al centro di una sola faccia del favo, talvolta invece è molto estesa su entrambi i lati. Queste differenze sono particolarmente marcate in primavera presto. Un metodo per la valuta- zione in campo dell'entità della popolazione delle covate e delle scorte è quello dei sesti: l'area di un telaio da nido viene suddivisa, con del fil di ferro, in sei rettangoli uguali, l'apicoltore, sovrapponendo- lo al favo dell'alveare valuta la covata, le scorte o le superfici coperte da api per ogni rettangolo. In questo modo il sesto di favo diventa la nostra unità di misura. Le osservazioni sono sistematiche solo se sono ripetute ed attuate secondo un preciso protocollo e con l’utilizzo di appositi strumenti come nell’esempio di cui sopra. Possiamo anche prendere come unità di misura il favo completo attri- buendo per stima una frazione per i favi non completi. Controllare alcuni parametri quantitativi è di fondamentale importanza. Associazione Apicoltori Fiemme e Fassa Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai Associazione Apicoltori delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi Apicoltori in Vallagarina Associazione Notiziario n. 10 dicembre 2015 Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Sommario Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati per le decisioni e per la documentazione (Melixa System) pag. 1-3 Un esempio (buona pratica) pag. 3-11 Tieniti aggiornato! Consulta i siti: apival.net www.apisole.it www.apifiemmefassa.it www.apinvallagarina.it

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Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 10 dicembre 2015 pag. 1

Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati

per le decisioni e per la documentazione

I dati qualitativi

Quando andiamo in apiario e visitiamo le famiglie di api raccogliamo sempre un grande numero di da-

ti di tipo qualitativo: ci facciamo un’idea se la famiglia è forte o debole, se le scorte di miele sono suf-

ficienti, se le api sono mansuete o aggressive, osserviamo attentamente se sono visibili sintomi di pa-

tologie... In base a tutte queste osservazioni libere ci facciamo un’idea sulle nostre colonie di api e

anche complessivamente sul nostro apiario.

I dati quantitativi

E’ meno frequente che l’apicoltore raccolga in modo sistematico anche dati quantitativi. Tuttavia tutti

i sistemi complessi (e le famiglie di api sono super-organismi di grande complessità biologica) per es-

sere ben governati e gestiti richiedono il trattamento di entrambi i tipi di dato. Non mi dilungo in que-

sto articolo sui dati qualitativi perché essi fanno parte del tradizionale modo di lavorare

dell’apicoltore. Un uso corretto, preciso, sistematico ed efficace di dati quantitativi è invece un fatto

meno frequente e non fa parte della cultura e del modo di lavorare dell’apicoltore medio. Tuttavia an-

che i dati quantitativi sono molto importanti

Essi possono avere due origini:

1. osservazioni sistematiche fatte dall’apicoltore con tecniche e strumenti ben precisi

2. misurazioni con strumentazione

I dati quantitativi derivanti da osservazioni sistematiche

Immaginiamo per un momento di voler annotare la quantità di covata di ciascuna famiglia di api. Ver-

rebbe spontaneo dire che basta contare il numero di favi di covata di ciascuna famiglia. Tuttavia sap-

piamo per esperienza che c’è favo e favo: talvolta la covata occupa solo una piccola rosetta del dia-

metro di 10 centimetri al centro di una sola faccia del favo, talvolta invece è molto estesa su entrambi

i lati. Queste differenze sono particolarmente marcate in primavera presto. Un metodo per la valuta-

zione in campo dell'entità della popolazione delle covate e delle scorte è quello dei sesti: l'area di un

telaio da nido viene suddivisa, con del fil di ferro, in sei rettangoli uguali, l'apicoltore, sovrapponendo-

lo al favo dell'alveare valuta la covata, le scorte o le superfici coperte da api per ogni rettangolo. In

questo modo il sesto di favo diventa la nostra unità di misura. Le osservazioni sono sistematiche

solo se sono ripetute ed attuate secondo un preciso protocollo e con l’utilizzo di appositi strumenti

come nell’esempio di cui sopra. Possiamo anche prendere come unità di misura il favo completo attri-

buendo per stima una frazione per i favi non completi. Controllare alcuni parametri quantitativi è di

fondamentale importanza.

Associazione Apicoltori Fiemme e Fassa

Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai

Associazione Apicoltori delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi

Apicoltori in Vallagarina Associazione

Notiziario n. 10 dicembre 2015

Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino

Sommario

Conduzione dell’apiario: l’importanza di dati

per le decisioni e per la documentazione (Melixa System) pag. 1-3

Un esempio (buona pratica) pag. 3-11 Tieniti aggiornato! Consulta i siti: apival.net — www.apisole.it — www.apifiemmefassa.it — www.apinvallagarina.it

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Alcuni dati quantitativi fondamentali rilevabili senza strumentazioni particolari:

quantità di covata,

quantità di miele,

quantità di api,

quantità di varroa in caduta naturale,

età della regina

I quaderni per la gestione dell’apiario stampati da FEM sono un primo tentativo per portare attenzione

e strumenti verso questa tematica. I dati derivanti da misurazioni con strumenti dedicati (Melixa system)

Ad oggi l’apicoltore ha a disposizione ben pochi strumenti di misurazione: per quello che riguarda la

dotazione dell’apicoltore medio mi viene in mente solo il rifrattometro per misurare la quantità di ac-

qua presente nel miele.

Melixa System (Arnia intelligente http://melixa.eu/ ) apre oggi nuove prospettive per la misurazione

di 6 dati di fondamentale importanza:

1. Peso dell’arnia

2. Flusso delle api in uscita

3. Flusso delle api in ingresso

4. Temperatura interna

5. Temperatura esterna

6. Pioggia (parametro di tipo si/no non viene misurata la quantità di acqua)

Questi dati quantitativi assieme a quelli che può raccogliere l’apicoltore possono fornire un quadro ve-

ramente completo. Ovviamente il sistema va montato su un’arnia che contenga una famiglia di api

media che possa fornire indicazioni generalizzabili per tutto l’apiario. Per individuare questa colonia è

sufficiente analizzare i dati

dell’ultima visita, calcolare la

media di covata, di favi coperti

da api e di scorte e individuare

fra tutte le arnie quella che più

si avvicina a quelle medie. Cre-

do che i tre parametri presi in

considerazione siano più che

sufficienti, se uno o più parame-

tri non tornano precisamente si

può anche intervenire aggiun-

gendo o togliendo api e/o cova-

ta fino a raggiungere il risultato

voluto.

Un esempio:

Nella tabella a fianco si analizza

un apiario di 20 arnie nella pri-

ma decade di aprile. L’arnia n. 3

si avvicina molto alla media per

tutti i valori. Potrebbero andare

bene anche la n. 6 o la 17 to-

gliendo un po’ di scorte.

Se si vuole fare un lavoro an-

cora più raffinato si può pren-

dere in considerazione anche

l’età della regina. In questo

caso non possiamo ovviamen-

te riferirci alla media,

Apiario 1

arnia favi di covata favi di api favi di scorte Età regina (anni)

1 5 8 3 1

2 4 7 3 1

3 4,5 8 2,5 1

4 5,5 10 2 1

5 4 7,5 2,5 2

6 4,4 8 3 1

7 3 6 2 2

8 4 7 3 1

9 5,5 10 3,5 1

10 4 8 2 1

11 5 9 3 1

12 5,5 8 2 1

13 4 6,5 2 2

14 4 7 2 1

15 3 6 3 1

16 4 8 2 2

17 4,5 8 3 1

18 4 9 2,5 1

19 5 10 2 3

20 5 9 1 1

media 4,395 8 2,45 1,3

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Presentazione di Melixa System (arnia intelligente) agli apicoltori della Valsugana nella riunione mensile di dicembre a Pergine. Sala piena e grande

attenzione per questo prodotto innovativo, al termine molte domande da parte dei presenti.

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conviene prendere come riferimento la moda cioè il valore che si ripete con maggiore frequenza

quindi nel nostro caso una regina di un anno.

Una volta individuata e preparata l’arnia il sistema ci fornirà i dati sopra elencati, quanto più l’arnia

scelta rappresenta la media dell’apiario tanto più i suoi dati saranno rappresentativi dell’apiario stes-

so. Nel corso dei prossimi articoli tecnici vedremo come questi dati possono essere utilizzati as-

sieme a quelli qualitativi per prendere decisioni di tipo tecnico sul da farsi.

Preparare bene l’annata successiva: un esempio

di corretto utilizzo dei dati raccolti con osservazioni sistematiche

A completamento di quanto pubblicato sul notiziario n. 9 della Federazione Associazioni Apicoltori del

Trentino, numero dedicato al controllo autunnale della varroasi, propongo questo articolo tecnico cen-

trato su quanto sperimentato da un apicoltore nell’annata 2015.

I raccolti estivi terminano in pianura e collina a fine giugno con la fioritura del castagno e del tiglio ed

entro la prima decade di luglio in montagna con il rododendro e il prato. Da questo momento in poi

bisogna pensare all’anno successivo perché ormai il raccolto è terminato. Puntare alla produzione

di melata ritardando ulteriormente gli interventi estivi contro la varroa è un rischio che forse si può

correre, ma eventualmente solo con una piccola parte delle proprie famiglie di api.

Da fine giugno, primi di luglio fino a fine novembre si lavora per preparare l’anno successivo. Consi-

glio di operare subito alla fine del raccolto sia che si attui solo un blocco della covata sia che lo si

abbini alla messa a sciame. Come evidenziato nel notiziario n. 9 la messa a sciame abbinata al blocco

della covata consente di aumentare il numero delle arnie raddoppiando o aumentando di un terzo a

seconda di quanto si voglia spingere sulla messa a sciame. Questa rimonta ci dà del margine sul

numero di arnie da mantenere e ci permette anche di riunire di più in autunno invernando famiglie

molto forti.

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Un esempio (buona pratica)

Le operazioni più importanti

Si presenta qui un esempio di conduzione coerente con quanto illustrato nel notiziario n. 9. Le carat-

teristiche salienti della conduzione sono:

1. Blocco della covata con messa a sciame (raddoppio delle famiglie) attuato per tempo

(fine giugno)

2. Nutrizione abbondante delle parti messe a sciame.

3. Nutrizione autunnale di tutte le famiglie di api con nutritori a depressione

4. Trattamenti tampone autunnali ripetuti in settembre – ottobre – novembre con acido os-

salico sublimato

5. Dal punto di vista metodologico raccolta di dati qualitativi e quantitativi e loro utilizzo

per le scelte da operare

Punti della conduzione dell’apiario nel dettaglio:

Apiario composto in primavera di 13 arnie

Svernamento in pianura

Nutrizione stimolante con sciroppo zuccherino

Controllo della sciamatura non del tutto efficace con l’uscita di 4-5 sciami

Fioritura della robinia in pianura (Veneto)

Fioritura della robinia in Valsugana

Fioritura di prato in montagna (1300 m.s.l.)

A fine giugno primi di luglio blocco della covata abbinato alla messa a sciame attuato su quasi

tutte le famiglie. A questo punto l’apiario è composto di 31 arnie

Trattamento immediato delle famiglie messe a sciame con acido ossalico gocciolato

Nutrizione abbondante delle famiglie messe a sciame in luglio, agosto (due mezzi nutritori a

settimana)

Trattamento delle famiglie in blocco di covata al ventiquattresimo giorno con acido ossalico

gocciolato

Nutrizione delle famiglie in blocco dopo aver rimosso i melari (meno abbondante)

Spostamento delle famiglie di api in Valsugana (Telve)

Trattamenti tampone autunnali ripetuti (ottobre – novembre) con acido ossalico sublimato

Nutrizione stimolante autunnale con nutritori a depressione per tutte le famiglie sia quelle

messe a sciame sia quelle derivate dal blocco di covata.

Invernamento togliendo tutti i favi non coperti di api introducendo ai lati del glomere due dia-

frammi e riempiendo gli eventuali altri spazi vuoti con pannelli coibentanti che non assorbano

l’umidità

Riunione di 4 famiglie in occasione dell’invernamento e tre cedute a titolo gratuito a un giova-

ne apicoltore durante l’estate

Vengono invernate quindi 24 famiglie di api a fine novembre pronte per il trasporto nella zona

di svernamento,

I risultati a fine novembre

Partiamo dai risultati, come si presentano le 24 famiglie di api a fine novembre. Qui l’apicoltore ha

opportunamente scelto di affiancare le classiche note scritte con una documentazione fotografica di

ciascuna famiglia di api scattando una fotografia del nido aperto e inserendo anche un cartellino con il

numero corrispondente alla famiglia sopra ai favi.

Va detto che le fotografie sono state scattate in una giornata calda quando il glomere era sciolto, que-

sto fa si che in linea di massima le famiglie appaiano tendenzialmente un po’ più forti di quanto non

siano realmente (le stesse famiglie di api fotografate con le api in glomere sembrerebbero meno bel-

le). Un secondo fattore riguarda l’uso del fumo che può spingere le api verso il basso o la tendenza

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Messa a sciame abbinata al blocco di covata fatta per tempo alla fine della fioritura

La messa a sciame abbinata al blocco di covata è stata attuata su tutte le famiglie fatta eccezione per

7 colonie più deboli per le quali si è realizzato il solo blocco di covata con telaino orizzontale. Qui si fa

riferimento alla messa a sciame classica attuata realizzando due nuove colonie da ogni famiglia origi-

naria una con api e regina, ma completamente priva di covata, l’altra orfana con tutta la covata.

L’operazione è stata attuata in data 30 giugno e 1 luglio nelle postazioni di montagna in cui si trova-

vano le arnie in quel momento.

Per approfondimenti su questa tecnica consiglio un articolo specifico pubblicato sul sito APIVAL:

http://nuke.apival.net/Portals/0/articoli/scelta_tecnica_condizionata.pdf

Nutrizione autunnale con nutritori a depressione

La nutrizione stimolante, proprio perché simula una importazione di nettare, deve essere lenta e gra-

duale: sarebbe del tutto inutile fornire grandi quantitativi in poco tempo perché il flusso nettarifero

naturale è graduale e le api impiegano del tempo per bottinare molto nettare.

Questa considerazione ci fa capire che se nutriamo con nutritori normali è necessario farlo spesso

(ogni 2-3 giorni) con piccoli quantitativi di sciroppo.

Se si vuole rendere la nutrizione veramente lenta e graduale come avviene in natura è necessario u-

sare nutritori a depressione che offrono un triplice vantaggio:

1. Possono essere costruiti artigianalmente anche con materiali di recupero

2. Hanno un rilascio molto graduale dello sciroppo zuccherino

3. Per chi pratica il nomadismo o ha apiari molto lontani vi è la possibilità di usare nutritori a de-

pressione di grandi dimensioni come ad esempi taniche da 5 litri che permettono alla famiglia

una autonomia di svariate settimane

Se nutriamo utilizzando i nutritori normali e riempiamo di sciroppo alla sera le api in una sola notte lo

svuotano completamente. In queste condizioni il flusso non è lento e regolare e l’effetto stimolante è

minore. I nutritori a depressione hanno un rilascio lento e molto regolare che può essere finemente

messo a punto a seconda del numero e del diametro dei buchi attraverso chi le api possono succhiare

lo sciroppo.

Nel caso specifico la nutrizione con nutritori a depressione è avvenuta nel periodo dal 5 di settembre

al 10 di ottobre e ha interessato tutte le famiglie sia quelle messe a sciame sia quelle derivanti dal

blocco di covata.

Trattamenti tampone autunnali contro la varroa

Dopo i trattamenti canonici sulle parti messe a sciame e su quelle su cui è stato attuato il blocco della

covata l’infestazione autunnale è stata tenuta sotto controllo con un ciclo di trattamenti tampone con

acido ossalico sublimato nel periodo settembre novembre. Questa tecnica consente di tenere sotto

controllo anche le re infestazioni.

Per utilizzare come nutritori taniche che forniscano una certa autonomia fra un riem-

pimento e l’altro è necessario aumentare l’altezza del copri favo con apposite cornici

come in figura o con un melario vuoto.

Nutritore a depressione realizzato con una bottiglia di plastica

riciclata. I fori sono stati realizzati verso il basso dove sono

visibili le api che stanno succhiando il liquido.

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Il rapporto fra favi di covata e numero di varroe sulle api

L’aumento significativo delle cadute di varroa inizia con la prima decade di ottobre nel momento in cui

la covata sta calando al di sotto dei tre favi ( 9 ottobre media favi covata apiario 2,5 come evidenziato

nella tabella qui sotto). A fine ottobre la covata si era ridotta a meno di un favo (media 0,17) e in

questo periodo fino alla prima decade di novembre abbiamo la massima caduta di varroa. Il periodo

più critico per l’infestazione da varroa inizia quindi quando la covata scende sotto i tre favi di covata e

continua fino a 7-10 giorni dopo che essa è sparita del tutto.

Vi è infatti una relazione diretta fra diminuzione della covata e aumento delle varroe sulle api. Consi-

dero i tre favi di covata autunnali come un indicatore di attenzione: da quel momento in poi le

varroe sulle api cominciano ad essere molte ed è quindi un buon momento per intervenire perché esse

sono finalmente vulnerabili. I trattamenti tampone possono iniziare in questo periodo e terminare

quando le cadute tornano a numeri molto bassi.

Numero medio di varroe cadute nei trattamenti (8) tampone effettuati

nei mesi di settembre, ottobre e novembre su 24 famiglie a Telve

Trattamenti 1° tratt.2° tratt.3° tratt.4° tratt.5° tratt. 6° tratt. 7° tratt.8° tratt.

Data 28-set 07-ott 15-ott 22-ott 30-ott 06-nov 14-nov 21-nov

Media varroe 18,9 61,6 55,7 189,8 285,9 249,6 114,5 26,9

50

100

150

200

250

300

350

Serie1

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Il numero di favi coperti da api (spopolamenti autunnali da varroa)

Il numero di favi coperti da api è un indicatore significativo solo se lo si considera come varia-

zione nel tempo. L’esperienza ci ha insegnato che il numero di api presenti può avere un calo drasti-

co nel periodo che va da fine agosto fino a novembre.

Se in autunno il numero di favi coperti da api rimane costante significa che esse sono api sane con

una buona aspettativa di vita. Nei casi peggiori di forte infestazione da varroa non controllata e nelle

annate peggiori alcuni apicoltori hanno visto le loro famiglie di api passare da 8-10 favi coperti di api

in agosto arrivando fino a uno due favi a fine ottobre: famiglie che non possono certo svernare e van-

no necessariamente riunite.

Nel nostro caso il 6 settembre avevamo nell’apiario una media di 7,66 favi coperti da api (vedi tabella

in alto). Nel controllo avvenuto fra il 22 e il 30 ottobre la media di favi coperti da api era 7,16 con una

diminuzione veramente minima. Quando le api autunnali sono sane la diminuzione della popolazione è

molto bassa.

Per avere api sane in autunno è però necessario:

1. aver attuato il blocco di covata per tempo abbassando drasticamente il numero di varroe

in luglio

2. aver tenuto sotto controllo con trattamenti tampone le varroe nel periodo autunnale

(settembre-ottobre) come nell’esempio qui riportato.

Conclusioni

Per preparare bene l’annata successiva mi sembrano cruciali quattro elementi:

1. Attuare il blocco di covata (o il blocco con messa a sciame) per tempo cioè negli ultimi gior-

ni di fioritura ed eseguire i trattamenti abbinati.

2. Produrre un certo numero di nuove famiglie per assorbire eventuali riunioni autunnali o perdi-

te invernali (rimonta)

STATISTICA AUTUNNALE FAMIGLIE

N° Famiglia N° F. api F. cov. F. api F. cov. F. api F. cov. F. api F. cov. F. api Valutaz. Scorte Canditi

06-set 06-set 27 sett. 9 otto. 22-30 otto. 10-nov 25-ott 25-ott1 1 (+ N° 14 il 4-11) 7 2 6,5 4 6,5 2 5,5 0 9,5 M B Bene

2 2 (ex 3 lilla) 8 4 8 4 8 3 8 0 B Abbastanza 13 3 azzurro 9,5 4 9,5 5 9 2 7,5 0 M + Bene4 4 9,5 3 8,5 3 9 2 9 1,5 M B M. Bene5 5 9 3 9,5 4 8,5 3 8 0 B Bene6 6 6,5 4 7,5 4 7,5 4 7 1 M Bene7 7 8,5 4 9 4 8 3,5 7,5 0 M + M. Bene8 8 7,5 4 6,5 4 7 3 6,5 0 S + Abbastanza 19 9 6 4 7 4 7,5 2 7 0 M Bene

10 10 7 3 7,5 2 7 2 7,5 0 M + Bene11 11 (ex2 rosa) 7,5 3 8 4 8,5 3 8 0 B Abbastanza 1

12 12 8,5 5 7,5 4 9 4 8,5 0 M B Bene13 13 (ex 17 vecchio) 5,5 3 8,5 3 8,5 2 6,5 0 S + M. Bene14 14 (ex 24 curva) 7 4 7 4,5 6,5 4 7 0 M Bene15 15 (ex 19 Regole curva) 7,5 5 8 5,5 8,5 2 8,5 0 M B Bene16 16 (ex 2 Rom.) 9 4 9 3 8 2 8 1? B M. Bene17 17 (ex 0 verde mus) 9 3,5 9,5 4 7 3 8 1 B Bene18 18 9,5 4 8,5 4 8 2 7,5 0 M + Bene19 19 Visint. rosso 6 4 6,5 3 6 1 6 0 8 B Bene20 20 (ex 0 rossa Vis.) 4 2 6,5 3 6 2 6 0 8 B Bene21 21 7 4 8,5 3 7,5 1,5 7,5 0 M + Bene22 22 7,5 5 8,5 4 8 3 8 0 B Abbastanza 123 23 (azzurr-verde) 9 4 9 4 8 3 7,5 0 M + Bene24 24 (ex 23 rosso) 9 3 6,5 4 8 2 7,5 0 M + M. Bene

ELIMINATI

14 10 6 8,5 4 8 4 5,5 0 Riunito 4-11 Nel N° 1

2 rosso 6,5 3 6,5 3 6,5 0 5,5 0 Riunito 2-11 Nei 19 e 20

15 7 3 6,5 2 6 0 6 0 Gabriele 26-10 Nelle sue fam.

16 6,5 3 6 3 6,5 3 5,5 0 Gabriele 26-10 Nelle sue fam.

06-set 06-set 27-set 27-set 09-ott 09-ott B e MB 12

Medie apiario 7,66 3,69 7,81 3,67 7,6 2,5 7,16 0,17 M e M+ 10

Totale apiario 214,5 103,5 219 103 213 26 201 S e S+ 2

D 0

Tot: 24

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3. Controllare con trattamenti tampone l’infestazione autunnale da varroasi

4. Nutrire le famiglie di api in modo appropriato.

Nel caso specifico nessuno di questi elementi è stato sottovalutato e il risultato finale (foto di docu-

mentazione di fine novembre) è decisamente soddisfacente.

Ringrazio l’apicoltore per i dati forniti e per la documentazione fotografica

A cura di

Romano Nesler