FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è...

12
Anno 7- n.58 FebbrAio 2011 ...continua a pagina 2 Sommario Redazionale 1 la valutazione del Rischio stRess lavoRo coRRelato: pRoposte opeRative peR gli Rls 1 Quando diRe noè un lusso 3 detassazione dei Redditi da incRementi di pRoduttività 5 la lotteRia della dispeRazione. 6 maRco polo confluisce in fon.te. 7 la clownteRapia 8 pRego donne indignatevi 11 ...continua in ultima pagina Redazionale 29 gennaio, Milano, Piazza della Scala: Un’altra storia italiana è pos- sibile. 13 febbraio, nelle piazze di ogni grande città italiana: Se non ora, quando? C’è una mobilitazione che, in questi giorni, risponde con fermezza ed indignazione ad un modello di vita che, forse per la prima volta, ci appare nel suo più luminoso squallore. Il richiamo inevitabile alle sug- gestioni della decadenza della fine dell’impero romano, mette impieto- samente a fuoco l’immenso vuoto sul quale è costruita l’unica proposta che la classe “vincente” di questo modello può offrire. Una proposta che nella mercificazione della propria umanità indica la strada per la scalata sociale e l’affermazione per- sonale. Una proposta che affonda le pro- prie radici culturali nel cinismo da bas- A r ea S indacale u i lt u c s l o m b a r d i a p e r i o d i c o d i a p p r o f o n d i m e n t i , a g g i o r n a m e n t i t e c n i c i e d i b a t t i t o p o l i t i c o SAlute e SicurezzA La valutazione del rischio stress lavoro correlato: proposte operative per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo per le imprese di dare avvio alla valutazione dello stress lavoro correlato. Tutte le aziende, almeno quelle che rispettano un cri- terio minimo di legalità, hanno quindi pianificato le attività da realizzare per adempiere a questa importante valu- tazione dei rischi. Il sindacato quindi è nelle condizioni di poter chiedere un confronto con i soggetti che devono essere attori di questo lavoro per fare il suo mestiere, ovvero contribuire a che tutto il processo sia teso a ga- rantire un efficace intervento su questo rischio specifico. Nel settore del commer- cio però la strada è in salita perché Federdistribuzione, l’associazione datoriale rappresentativa delle aziende della distribu- zione organizzata, ha effettuato forti pressioni in Confcommercio per attivare un azioni lob- bistica finalizzata a rendere il meno invasiva possibile per le aziende questo dovere e, indirettamente, per escludere il sindacato dall’interlocu- zione. Lo dimostrano l’assenza della firma dell’associazione datoriale al protocollo di intesa interconfederale per il recepimento delle linee guida europee sulla materia siglato nel 2008 e l’assenza di suoi rappresentanti al laboratorio “stress e lavoro” che la Regione Lombardia ha assunto come riferimento per emanare gli “indirizzi generali per la valutazione del rischio stress lavorativo”. La significativa assenza però non si è concretizzata in indifferenza perché la succitata associazione da- toriale si è data da fare per “lenire” gli obblighi derivanti dal doveroso adem- pimento previsto dal testo unico sulla sicurezza, poi concretizzatosi con la circolare del Ministero del Lavoro del novembre 2008, che a sua volta ha recepito i lavori della commissione consultiva.

Transcript of FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è...

Page 1: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

Anno 7- n.58FebbrAio 2011

...continua a pagina 2

SommarioRedazionale 1lavalutazionedelRischiostResslavoRocoRRelato:pRoposteopeRativepeRgliRls 1QuandodiRe“no”èunlusso 3detassazionedeiRedditidaincRementidipRoduttività 5lalotteRiadelladispeRazione. 6maRcopoloconfluisceinfon.te. 7laclownteRapia 8pRegodonneindignatevi 11

...continua in ultima pagina

Redazionale29 gennaio, Milano, Piazza della

Scala: Un’altra storia italiana è pos-sibile.

13 febbraio, nelle piazze di ogni grande città italiana: Se non ora, quando?

C’è una mobilitazione che, in questi giorni, risponde con fermezza ed indignazione ad un modello di vita che, forse per la prima volta, ci appare nel suo più luminoso squallore.

Il richiamo inevitabile alle sug-gestioni della decadenza della fine dell’impero romano, mette impieto-samente a fuoco l’immenso vuoto sul quale è costruita l’unica proposta che la classe “vincente” di questo modello può offrire.

Una proposta che nella mercificazione della propria umanità indica la strada per la scalata sociale e l’affermazione per-sonale.

Una proposta che affonda le pro-prie radici culturali nel cinismo da bas-

AreaSindacale

uiltucslombardia

periodico di approfondimenti, aggiornamenti tecnici e dibattito politico

SAlute e SicurezzA

La valutazione del rischio stress lavoro correlato: proposte operative per gli RLS

Il 31 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo per le imprese di dare avvio alla valutazione dello stress lavoro correlato. Tutte le aziende, almeno quelle che rispettano un cri-terio minimo di legalità, hanno quindi pianificato le attività da realizzare per adempiere a questa importante valu-tazione dei rischi. Il sindacato quindi è nelle condizioni di poter chiedere un confronto con i soggetti che devono essere attori di questo lavoro per fare il suo mestiere, ovvero contribuire a che

tutto il processo sia teso a ga-rantire un efficace intervento su questo rischio specifico.

Nel settore del commer-cio però la strada è in salita perché Federdistribuzione,

l’associazione datoriale rappresentativa delle aziende della distribu-zione organizzata, ha effettuato forti pressioni in Confcommercio per attivare un azioni lob-

bistica finalizzata a rendere il meno invasiva possibile per le aziende questo dovere e, indirettamente, per escludere il sindacato dall’interlocu-zione. Lo dimostrano l’assenza della firma dell’associazione datoriale al protocollo di intesa interconfederale per il recepimento delle linee guida europee sulla materia siglato nel 2008 e l’assenza di suoi rappresentanti al laboratorio “stress e lavoro” che la Regione Lombardia ha assunto come riferimento per emanare gli “indirizzi generali per la valutazione del rischio stress lavorativo”.

La significativa assenza però non si è concretizzata in indifferenza perché la succitata associazione da-toriale si è data da fare per “lenire” gli obblighi derivanti dal doveroso adem-pimento previsto dal testo unico sulla sicurezza, poi concretizzatosi con la circolare del Ministero del Lavoro del novembre 2008, che a sua volta ha recepito i lavori della commissione consultiva.

Page 2: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

2

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

...segue dalla prima pagina

Ma per quale motivo il rischio che rappresenta il 50/60% di tutte le giornate di lavoro perse in europa, il cui costo è stato stimato nel 2002 in € 20.000 milioni di euro, non dovrebbe essere considerato un problema per i datori di lavoro che aderiscono a Confcommercio? Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese della distribuzione organizzata e inviata dalle organizzazioni sindacali del Commercio lombarde dove si chie-deva un confronto sulla materia della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e sul tema stress lavoro correlato ha ottenuto una risposta piccata proprio da parte di Federdistribuzione con la quale, in sostanza, si rifiuta il tavolo del confronto?

Noi qualche sospetto lo abbiamo e proviamo ad elencare di seguito le ragioni.

Innanzi tutto realizzare un lavoro serio su questa materia significa ana-lizzare davvero e bene gli ambienti di lavoro, le organizzazioni aziendali, le procedure e prassi in uso.

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato va realizzata con il reale coinvolgimento dell’RLS, RSPP e Medico Competente che non posso-no essere trattati come soggetti a cui riferire i risultati finali di una analisi o la tempificazione di un processo ma che bisognerebbe coinvolgere nell’analisi e nella tempificazione stesse. E qui non è necessario essere degli esperti della materia (che pur sempre sono fondamentali per individuare la corretta metodologia e gli strumenti di lavoro per la rilevazione del rischio) per rendersi conto di come vanno le cose in azienda. Può una corretta valutazione del rischio non prendere quindi in esame il parere dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dei lavoratori? La rispo-sta sembrerebbe scontata, ma non è così per quello che sta succedendo in alcune aziende del commercio a cui il sindacato ha chiesto in materia un confronto.

E qui veniamo al ruolo dei soggetti. L’RLS ha il compito principale di dar voce ai lavoratori e di rappresentare le situazioni di criticità presenti nella filiale o nell’azienda. Il contatto con i lavoratori è importante perché, come dicevamo sopra, tutti sono in grado di percepire un “clima” favorevole o meno ai fattori che possono deter-minare stress lavoro correlato. In questo senso il parere dell’ RLS, che si può fare portavoce delle istanze

dei lavoratori e la sua opinione sugli indicatori di stress lavoro correlato, do-vrebbe essere presa in considerazione e chiedere che venga verbalizzata nei documenti di incontro sulla materia o delle riunioni periodiche. Lo stesso RLS, aiutato dai lavoratori, può ricevere opinioni e riferire pareri sui cosiddetti eventi sentinella (contenziosi, turn over, lamentele espresse dai lavoratori, indici infortunistici o di assenza per malattia), carichi e ritmi di lavoro, attrezzature, competenze tra attività svolte, orari di lavoro, turni e conflitti interpersonali.

Nello svolgimento delle attività bisogna sempre ricordare che il re-sponsabile della valutazione del rischio è sempre il datore di lavoro. Compito dell’ RLS non è quello di sostituirsi alla sua persona proponendo strumenti e metodologie diverse ma assicurarsi che la valutazione venga fatta concre-tamente seguendo i criteri che alcune normative, regionali e nazionali hanno suggerito ma che possiamo conside-rare, al di là del loro valore cogente o meno, buon senso.

Per esempio la valutazione del rischio lavoro stress correlato va fatta con l’obiettivo di risolvere il problema e non di adempiere ad una prescrizione; va effettivamente promosso e voluto dal datore di lavoro in modo che tutti i dipendenti dell’azienda siano consa-pevoli del lavoro che ci si appronta a svolgere; vanno realizzate le attività formative e informative in materia, da considerarsi complementari per aumentare l’effetto moltiplicatore della valutazione e non, come succede a volte, per dichiarare che si è fatto o si è informato blandamente il personale sul rischio.

Il tutto poi deve integrarsi con il sistema della

valutazione dei

rischi che non va considerato un do-cumento da “pinzare” al DVR: tutto il processo deve essere realizzato se-guendo la metodologia che il decreto legislativo 81/2008 prevede tra cui ricordiamo per tutti l’importanza della riunione periodica.

Vanno infine coinvolte tutte le figure previste nel testo unico e, secondo noi, anche il sindacato. A tal proposito vorremmo rispondere a chi sostiene che l’interlocutore unico sulla salute è sicurezza è l’RLS che certamente va considerato un fondamentale interlocu-tore, ma anche il sindacato ha il diritto dovere di impegnarsi in materia: lo prevedono lo statuto dei lavoratori ma anche i numerosi contratti collettivi e/o aziendali sottoscritti ovviamente anche dalle controparti.

Ecco che il lavoro sinergico di tutti i soggetti, sindacato, Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza, il Re-sponsabile Prevenzione e Protezione aziendale, il medico competente, i dirigenti, i preposti e il datore di lavoro, possono realizzare davvero un lavoro utile a tutti: all’impresa per modificare e risolvere eventuali problemi di am-biente e organizzazione legati ai rischi psicosociali e ai lavoratori per avere un luogo di lavoro sicuro ma soprattutto salubre.

A tal proposito vorrei chiudere que-sto articolo ricordando la definizione di salute dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità e che dovrebbe essere considerata un riferimento per tutte le attività da realizzare in materia: “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di

malattia”.

Michele Tamburrelli

Page 3: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

3

Area Sindacale N. 58 Febbraio 2011

cASo MirAFiori

Quando dire “no” è un lussoE’ impossibile restare zitti e non

commentare ciò che in questi giorni è accaduto in Italia, presso lo stabilimen-to Fiat di Mirafiori.

E poco importa che anche dicendo cose già sentite non si possa fare nulla perchè tutto è già avvenuto e chi aveva potere decisionale ha già fatto la sua scelta.

Il potere evocativo della parola non va mai sottovalutato e soprattutto vicende come questa non devono e non si possono dimenticare, perchè il significato sociale che esse racchiudo-no deve continuamente farci riflettere, soprattutto in un’ottica futura.

Le premesse le conosciamo tutti: Marchionne, amministratore delegato Fiat, con la scusa di innovare il paese Italia ed il sistema Fiat, impone delle nuove regole aziendali decurtando giorni di malattia normalmente con-tabilizzati (almeno il primo dopo ferie o festività), impedendo di ricorrere al diritto allo sciopero, aumentando i turni di lavoro (ora saliti a 18, includendo notti, sabati e domeniche), pena la chiusura dello stabilimento in Italia e il trasferimento in America e Canada, laddove ha sede il protagonista della newco con Fiat, il marchio Chrysler (di cui fra l’altro dice di voler diventare proprietario al 51% entro fine 2011). Di fronte a questo bivio vengono chiamati a votare i dipendenti della fabbrica, operai ed impiegati, nella giornata di venerdì 14 gennaio 2011. A favore del sì si schierano la Cisl, la Uil, l’Ugl e altri sindacati minori e, dopo parecchi tentennamenti, anche la Cgil. A favore del no invece si schiera la sola Fiom.

Vincono i sì: 54% contro 46%.

La Fiat resterà in Italia, sotto nuove condizioni contrattuali.

Si è obbligati, giunti a questo punto, a fare tutta una serie di considerazioni per meglio comprendere ciò che tutta questa vicenda ci dice.

Parlano i numeri: il referendum ha avuto un tasso di partecipazione altissimo, circa il 96%, ossia 5.213 dipendenti. Questo primo dato ci indi-ca quanto importante e pressante era diventata questa questione per i lavo-ratori di Mirafiori e poi che all’interno della fabbrica c’era – c’è - una classe lavoratrice attenta, viva, dalla forte vo-lontà di esprimersi e partecipare.

Andando avanti a scomporre il dato numerico, però, si viene a sapere che chi ha spostato l’ago della bilancia ver-so il sì sono stati gli impiegati, e questo probabilmente in quanto meno coinvolti dalle nuove disposizioni aziendali. Non è così difficile ipotizzare, quindi, che essi avranno vissuto il referendum come una scelta fra continuare a man-tenere un posto di lavoro e non averlo più, e dunque la risposta è scontata. Gli operai, viceversa, essendo quelli più colpiti dalle nuove norme, dovevano fare i conti con preziosi minuti di pausa in meno, giorni di malattia non pagati, pause pranzo collocate appositamente a fine turno con conseguente obbligo di eseguire in un blocco unico di 8 ore (salvo appunto due pause di 10 minuti l’una) un lavoro che sappiamo tutti es-sere massacrante e logorante, regolato addirittura sui secondi di tempo, tanto per fornire un’idea della precisione e della concentrazione (una ripetitività di sicuro usurante) che queste persone si trovano a dover affrontare. Da parte loro, dunque, l’idea di Marchionne suo-na più come un ricatto, compiuto per di più in un’ottica totalmente economici-sta, nel nome di una -presunta- mag-giore produttività, ed assolutamente indifferente alle condizioni di lavoro e ai diritti che si vedono così calpestati. Ferisce la loro dignità la prepotenza con cui l’amministratore delegato non segue un iter di dialogo e confronto fra le parti sociali per trovare insieme una soluzione, ma bensì le scavalca offrendo loro solo un’unica soluzione chiusa, pena la scelta di un non-più-made-in-Italy.

2.326 operai (contro 2.736), i reali protagonisti di questa vicen-da, hanno votato no e dunque la vittoria, almeno nella loro cate-goria, ci sarebbe dovuta essere. Ma lo stabilimento, ovviamente, comprende gli uni e gli altri e quindi les jeux son faits.

Oltre a registrare quin-di la forte presenza di un popolo lavoratore vivo e attento, non si può non considerare questa spaccatura interna. Essa sta a significare che d’ora in poi Marchion-ne avrà comunque un operaio su due contro, e questo non è un bel marciare, questo non è

innovazione.

Indagando ulteriormente, poi, si scopre che in realtà anche i sì sono assai traballanti e questo perchè, come si accennava, da parte di molti si è venuta a creare una percezione della questione in termini del tipo: “Vuoi continuare a lavorare?”. Vien da sé che la risposta non può che essere affermativa, figuriamoci in tempi di crisi come questo, quando raccimolare soldi per giungere a fine mese è diventato un altro lavoro, quando se hai figli a carico devi inventarti nuovi modi per risparmiare e poterli far vivere e cre-scere dignitosamente, quando (citando Luciano, un operaio Mirafiori di 46 anni) “dire di no è un lusso”. Non ce lo si può permettere, neanche questo.

Occorre registrare anche quest’al-tro dato, allora: i sì detti a denti stretti sono assai di più di quelli realmente convinti dell’accordo. Sono quelli di chi ha famiglia o condizioni per cui non può nemmeno immaginarsi di vedere il proprio lavoro trasferirsi in America, sono quelli di chi vota sì pensando no, riponendo la propria fiducia e speranza in chi può permettersi di esprimere dissenso, forse chi è giovane e vive ancora di ideali, forse chi è solo e non ha familiari a carico, forse solo chi ha più coraggio.

A fare da corollario a tutto questo esistono le varie teorie che suggeri-scono i vantaggi che questa nuova impostazione può apportare: un inve-stimento aziendale-nazionale a lungo termine, uno scossone che finalmente viene dato al sistema Italia, così ve-

tusto e restìo al cambiamento, un primo passo verso la parificazione rispetto agli altri sistemi lavorativi europei, che il nuovo messìa Marchionne è riuscito ad intra-

prendere, oltre ad avere avuto l’in-dubbio merito di aver salvato

la stessa Fiat da una forte crisi guadagnando così i superpoteri ed il tacito ed incondizionato consenso degli Agnelli circa tutto ciò che fa e decide.... E poi ci sono i cammei storico-nostalgici che vo-gliono inimmaginabile il marchio automobilistico italiano per eccellenza trasformato in azienda estera, dopo più di 100 anni di fabbriche e suoli

Page 4: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

4

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

AreA SindAcAle hA viSto...

italici. Sarà. Fa parte anche questo dell’investimento sul made-in-Italy an-che se, a conti fatti, di acquirenti Fiat italiani ce ne sono sempre meno?

L’idea del cambiamento e dell’in-novazione è effettivamente un’ottima proposta da applicare all’Italia, paese di cui ci si lamenta sempre per ritardi e lacune strutturali, e per questo merita plauso e credito chi ha il coraggio di provarci.

Ciò che però va condannato è in-nanzitutto il modo, irrispettoso dell’iter civile e democratico che dovrebbe intercorrere fra le parti sociali e che mo-stra chiaramente un abuso di potere; è la mancanza di garanzia che, se per il futuro degli eventi è naturale non possa esserci, almeno andava supportata tra-mite scambi equi con i dipendenti Fiat, tutelando maggiormente le loro con-dizioni di lavoro e non penalizzandoli;

è la mancanza di chiarezza nel voler compiere questa manovra giocando a carte coperte, annunciando di avere un progetto che coinvolge in primis gli operai ma in secundis anche l’intera nazione e però non dichiarando in quali modalità e in quali termini esso andrà a svolgersi.

Ecco, la sensazione finale è che ancora persista un forte distacco fra l’Azienda e i suoi dipendenti -altro che Responsabilità Sociale d’Impresa!- , e che quello che un tempo era il Padrone continui -appunto- a spadroneggiare come meglio crede data la sua posizio-ne privilegiata. Il fatto che poi con que-sta crisi di mezzo non esista alternativa per chi è alle sue dipendenze e non possa scegliere liberamente, rende il tutto solo più triste e drammatico. Triste perchè anche questa è una forma di mi-seria sociale, senza tutele per nessuno

e nelle situazioni più gravi arrivando a creare guerre intestine fra poveri, dipendenti di una stessa azienda che una volta era quasi una seconda fami-glia e rappresentava motivo di orgoglio. Drammatico perchè tutto il fronte del personale, attivo e presente come si è dimostrato, e soprattutto quello del no, non dà segni di volersi acquietare e questo costringerà a mantenere la guardia alta.

E’ questa dunque l’atmosfera inno-vatrice che voleva raggiungere Mar-chionne? Nell’augurarci di verificare al più presto risultati concreti e positivi di questa sofferta manovra, anche se sulla carta è risultato vincitore, per l’aria che si respira, forse, il vero sconfitto è lui.

Martina Loi

Tutta la vita davantiIl film che consigliamo questo mese è “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì, che in chiave ironica descrive

la vita di una generazione laureata, precaria, abbandonata a se stessa ed in balia di un futuro incerto. Il film diverte ( più che altro si tratta di un riso amaro) e fa riflettere sulla situazione attuale in cui vivono, o meglio sopravvivono, tanti giovani.

La protagonista è Marta, neolaureata in lettere e filosofia, che mentre cerca disperatamente un lavoro si ritrova ad accettare un posto in un call center, dove si raggirano telefonicamente persone al fine di vendere un elettrodomestico costosissimo e inutile

La società estremamente organizzata per otti-mizzare al massimo risorse, costi e ricavi, impiega delle ragazze per procacciare clienti e dei rappre-sentanti giovani e rampanti per le vendite a domicilio.

La protagonista, che ha capito che l’unico siste-ma per sopravvivere è integrarsi per bene nell’am-biente, ci riesce, rivelandosi tra l’altro bravissima a gabbare le casalinghe al telefono. Tutto procede finché il sistema stesso, tenuto in piedi da un mana-ger (molto pavido) e da una psicopatica responsabile del personale imploderà autodistruggendosi.

Mentre alcune ragazze, “perdenti” perché “inca-paci” di procacciarsi i malcapitati clienti, finiscono licenziate tra umiliazioni e lacrime, Marta riesce invece a diventare la protetta dei due manager e diretta testimone del loro graduale disfacimento.

Se come recita la nostra Costituzione l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, oggi che c’è da aggiungere la specifica “precario”, il futuro appare più che mai a rischio, come il diritto alla felicità di un’intera generazione.

Erika Negri

Page 5: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

5

Area Sindacale N. 58 Febbraio 2011

le tAbelle di AreA SindAcAle

Detassazione dei Redditi da Incrementi di Produttività

Detassazione somme erogate per l'incremento della produttività nel 2008, 2009 e 2010

Di cosa si tratta

Con la risoluzione 83/E del 17/08/2010 e la successiva 130/E del 14/12/2010

l'agenzia delle entrate ha fornito precisazioni sulla detassazione delle somme

erogate a titolo di incremento alla produttività di cui la 185/08, allargando di

fatto la rosa degli importi detassabili

Cosa me consegue

Con la dichiarazione dei redditi 2011 è possibile recuperare il maggior irpef

versato per somme erogate erogate per l'incremento della produttività nel

2008, 2009 e 2010 non già detassate nei rispettivi periodi di imposta.

Come

Il cud 2011 riporterà nei punti da 93 a 101 della “parte B” i dati utili alla

corretta tassazione dei delle suddette somme erogate dal 2008 al 2010.

Nelle note dovrà essere riportata specifica autocertificazione del sostituto di

imposta attestante che tali somme siano state erogate a titolo di incremento

della produttività.

Rapporto cessati

prima del 17/08/2010

il contribuente, a cui sia stato già stato consegnato il modello CUD, potrà

richiedere al sostituto di imposta competente per periodo di imposta, la

compilazione del modello CUD 2011che riporterà le somme erogate a titolo di

incremento della produttività detassabili solo alla luce della risoluzione

dell'Agenzia delle Entrate n° 83/2010.

Si rammentano, qui di seguito, i requisiti soggettivi, suddivisi per periodo di imposta, per avere

diritto alla tassazione al 10% anziché ordinaria sulle somme erogate a titolo di incremento alla

produttività.

Requisiti SoggettiviAnno di riferimento Tetto importi annui imponibili

a tassazione agevolata

Limite massimo reddito da

lavoro dipendente anno

precedente

2008 (da 1 luglio) 3.000,00 30.000,00

2009 6.000,00 35.000,00

2010 6.000,00 35.000,00

A cura di Guido Zuppiroli

Page 6: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

6

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

Umanità Migrante

La lotteria della disperazione.La lotteria della disperazione è

come viene definito il decreto flussi per sindacati ed associazioni di cate-goria.

Per permettere ad una persona straniera d poter vivere e lavorare in Italia questa è diventata una delle po-che strade legalmente perseguibili.

Con questo umore il decreto viene accolto dagli stranieri ogni volta che il governo decide di ripubblicarlo.

In questi giorni sulla porta di una filiale del Pinoy Club si leggeva “31 gennaio: giornata del click day. Solo i più veloci vinceranno questa lotteria”.

Parole significative e simboli-che.

E così i numeri sono stati in linea con questo pensiero.

Nel primo giorno sono state quasi 300mila le domande presentate in 4 ore per i 98mila posti disponibili.

Già dopo pochi minuti dopo le ore 8 (ora di inizio di invio) le registrazioni sono state 100mila.

I minuti sono strategici nella pre-sentazione delle domande poiché la velocità è fondamentale. Le domande saranno prese in considera-zione solo in ordine cronologico.

Pertanto se il pri-mo giorno era riser-vato per 52080 quote di lavoro, in trenta se-condi i posti disponibili sono stati tutti riempiti.

In un minuto si è deciso il futuro di mol-te famiglie. Il decreto flussi è per molti stra-nieri un ricongiungi-mento mascherato.

Sono gli stessi la-voratori stranieri, in possesso di regolare permesso di soggior-

no, con un reddito ed una abitazione adeguati ai requisiti, che decidono di usare il decreto flussi per richiamare connazionali assumendoli come dipen-denti o collaboratori domestici.

Inoltre dietro il dramma di molte persone si nasconde l’interesse della criminalità nascosta che già emerse durante il decreto flussi del 2009. Il listi-no prevedeva una media di 7000€ per ogni domanda fornendo falsi permessi e datori di lavoro fittizi.

La novità rispetto agli scorsi decreti flussi è stata l’introduzione del reato di immigrazione clandestina.

Infatti una volta che la domanda sarà accettata lo straniero, che spesso si trova già illegalmente in Italia, dovrà uscire dall’Italia per tornare al paese di origine e chiedere il visto per tornare in Italia in maniera legale.

Alla frontiera esisterà il rischio di essere denunciati nel momento in cui si espatria all’estero e quindi scatterà la denuncia che potrebbe inficiare il rientro sul suolo italiano.

L’Italia è un paese dalla memoria corta. Ecco cosa dicevano di noi gli americani negli anni della nostra emi-

grazione:

“Chi dispensa carità concorda nel dire che molti sbarcano qui con le idee piuttosto stravaganti su ciò che gli capiterà. Subito sembrano cercare soccorso con l’aria di chi dice:”Eccoci qui. Che cosa avete intenzione di fare per noi?”. E

addirittura insistono sull’aiuto come se gli fosse dovuto. (Century Magazine, dicembre 1913)”;

“Gli italiani delle classi inferiori si sono sempre distinti come mendicanti. Sembra che molti di loro lo facciano per il piacere di mendicare e questo costume nazionale è estremamente umiliante per le classi superiori, che cercano di spiegare questo fenomeno in ogni modo tranne quello giusto, e cioè che esiste uno spirito profonda-mente mendicante, generato da secoli di ignoranza, dipendenza e povertà. (New York Times, Settembre 1987)”.

Gabriella Dearca

Page 7: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

7

Area Sindacale N. 58 Febbraio 2011

Lo sportello Sai fornisce informazioni e servizi dettagliati e mirati, riguardanti problemi quotidiani che gli immigrati (extracomunitari, neocomunitari e comunitari) incontrano.

L’attività dello sportello è articolata nelle seguenti aree

• Legislazione generale

• Documentazione relativa alle diverse tipologie di soggiorno

• Asilo

• Orientamento al lavoro

• Ricongiungimento familiare

• Decreti Flussi

• Cittadinanza

Il servizio è attivo presso il nostro ufficio di Milano - Via Salvini, 4

Fermata MM1 Palestrotel. 027606791

dAllo Sportello previdenzA e ASSiStenzA integrAtivA

Marco Polo confluisce in Fon.Te.Si comunica ai lavoratori e alle lavoratrici che il Fondo Marco Polo, Fondo pensione di riferimento dei la-

voratori destinatari dei CCNL compresi nel campo di applicazione del CCNL Turismo, Terziario, Distribuzione e Servizi sottoscritto da Confesercenti e

le Organizzazioni sindacali e del CCNL Agenzie Immobiliari, confluisce nel Fondo pensione FON.TE..

Sarà quindi il fondo FON.TE. il nuovo Fondo di riferimento per tutti i lavoratori e le aziende coperte dai predetti Contratti Collettivi, come ribadito nell’apposito comunicato su www.fondofonte.it e nella comunicazione via lettera ricevuta dai lavoratori coinvolti.

Con questa comunicazione intendiamo quindi dissipare ogni dubbio in merito a voci non confermate che ipotizzano scioglimenti o fallimenti di Marco Polo, voci che sono completamente false: il Fondo Marco Polo semplicemente confluisce in FON.TE., per ragioni di maggiore efficienza del servizio e di riduzione dei costi di gestione.

Questo passaggio non comporta quindi alcuno scioglimento del vincolo di legge operato da chi ha effet-tuato la scelta di versare il proprio TFR alla previdenza complementare: ricordiamo che le liquidazioni dai fondi complementari possono essere richieste solo al raggiungimento dei requisiti di pensionamento, o per mobilità, o per disoccupazione superiore a un anno (con tassazione agevolata) o in ogni altro caso in presenza di cessazione del contratto di lavoro (con tassazione di legge al pari del TFR aziendale, e senza la possibilità di rientrare nei fondi complementari una volta riscattata la posizione in tale modalità).

Cogliamo quindi l’occasione per comunicarvi sin d’ora che come Sportello Fon.Te. di Milano siamo a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento in merito al passaggio dei Fondi, e per assistenza riguardo la consultazione della vostra posizione pensionistica e le richieste di anticipazioni, liquidazioni e altre operazioni connesse ai versamenti sulla posizione individuale.

Luca Rodilosso – Sportello Previdenza/Assistenza integrativaTel: 02-66797280 Mobile: 3881483924 e-mail: [email protected]

C.so Buenos Aires 77 – 20124 Milano

Page 8: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

8

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

eSperienze di volontAriAto

La ClownTerapia

Il primo approccio di clownterapia veniva applicata da Angelo Paoli (1642-1720), sacerdote italiano beatificato nel 2010 anche per le sue molteplici attività caritative: si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati.

L’origine, invece, della clownterapia moderna si deve al dottor Hunter Patch Adams. Egli iniziò a formulare una teoria sulla felicità partendo dall’espe-rienza negativa che l’aveva visto pro-tagonista da adolescente, quando fu ricoverato in una clinica a causa di una forte depressione che lo stava condu-cendo lentamente al suicidio.

Dopo essersi iscritto alla Facoltà di Medicina, intraprese degli studi su un campione di pazienti ricoverati in ospe-dale, da sempre convinto che risata e sorriso portassero enormi benefici, Adams iniziò a visitare i suoi pazienti

travestito da clown.

Nel 1983 Adams, con la collabora-zione di alcuni amici, riuscì finalmente a realizzare il Gensundheit Institute - Istituto della Salute nelle montagne del West Virginia. In questa strut-tura il rapporto tra pazienti e dottori si basava sulla fiducia reciproca ed il buon umore e gioia e creatività diven-nero prescrizioni essenziali delle sue cure.

Oggi il ruolo del Clown Dottore può essere svol-to da un operatore socio-sanitario pro-fessionale ma an-che più sempli-

cemente da volontari o da membri del personale medico. Si lavora in coppia con un altro Clown Dottore, sfruttando le arti del Clown (Umorismo, Improv-visazione teatrale, Prestidigitazione, Marionette, Musica, etc.) per cambiare

il segno delle emozioni negative delle persone che vivono

un disagio sanitario e/o sociale.

A seconda del contesto può esse-re effettuata comi-coterapia passiva (far ridere) o attiva (essere stimolatore di produzione co-mico/umoristica da parte dei suoi interlocutori).

Il clown tra-

Servizio in plenaria“In una stanza di ospedale è avvenuto qualcosa di magico...

Un bimbo a letto, che appena ci ha visto si è nascosto, forse “di un altro pianeta”. Inizialmente non riuscivamo a trovare il suo contatto, sembrava un rifiuto certo.

Poi, Serenello gli ha fatto scoprire la “magia” della quale era dotato: il potere di far scomparire una monetina.

Questo ha finalmente disegnato il sorriso sul suo volto, prendendoci gusto. Ci ha rasserenati.”

RufusCompagni di avventura: Serenello, Macchietta, Trichetrac

Aeroporto di Vimercate“Prima volta per me nel nuovo aeroporto..ehm..scusate..ospedale...sembra davvero di essere a Malpensa!!

scale mobili, luci psichedeliche, ascensori robot che consegnano cibo...un salto nel futuro!

Abbiamo fatto servizio tutti e 4 insieme uniti. Formula vincente in questo caso, c’è stato molto ascolto e non ci siamo sovrapposti ma anzi, supportati vicendevolmente.

Tanti bimbi abbastanza piccolini. La grande felicità personalmente mi è arrivata da Filippo, un bimbo che avrà avuto 3 anni che urlava disperato, piangendo e chiedendo aiuto solo a vederci da lontano.

Letteralmente TERRORIZZATO. L’abbiamo lasciato per ultimo, così che ci vedesse da quelle parti per un pò ma niente da fare..

Allora mentre urlava come un disperato dietro la mamma, ho iniziato a togliermi il naso rosso, il camice, il grande fiocco, e fargli vedere che era tutto un gioco che eravamo persone normali piano piano si è calmato e cosi ci siamo avvicinati uno ad uno, fino a che abbiamo iniziato a giocare nella sala giochi con palline, bolle di sapone, spade etc..

Morale: la paura è solo di ciò che si ignora.

Questo mi ha insegnato Filippo. Una volta che si conosce ciò che ci fa paura, questa scompare e anzi si può avere risolti positivi cosi come è stato per noi tutti stamani.”

OvviaCompagni di avventura: Gigantolo, Gandul, Pititto

Page 9: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

9

Area Sindacale N. 58 Febbraio 2011

sforma il reparto o la camera d’ospe-dale - cornici fredde e distaccate dove vivono i pazienti - in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre prova a stabilire con gli spettatori un rapporto umano di fiducia e confidenza, capace di far dimenticar la quotidianità della vita ospedaliera, a profitto della fantasia e dell’immaginazione. L’importanza di questa figura non si esaurisce nella figura del paziente, bensì si estende a tutta la sua famiglia, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vis-suti e condivisi anche da coloro che lo circondano con amore e affetto.

I progetti che vengono portati avanti dai volontari ricoprono diversi tipi di realtà, oltre a quella dell’ospedale, si va anche nelle carceri, nelle strutture dove si accolgono bambini che hanno subito violenze, ecc. Inoltre ci sono una serie di missioni che riguardano i paesi in via di sviluppo.

Parlando della mia esperienza, il mio desiderio di fare clownterapia è nato dopo la visione del film Patch Adams, nel quale vedo la clownterapia per la prima volta e ne resto piacevol-mente ammirato.

Dopo vari approcci iniziali mi resi conto che non riuscivo a fare il salto decisivo, finchè nel 2009, festeggiando il capodanno con amici, mi imbattei in un naso rosso. In quel preciso istante compresi che era arrivato il momento di saltare nel mondo della clownterapia.

Ho quindi fatto un corso intensivo che mi ha permesso di entrare nell’as-sociazione VIP Italia.

Il cammino tuttavia non fu semplice.

Entravo in un mondo che non cono-scevo e mi trovavo di fronte a persone malate e sofferenti, e l’idea di portargli gioia non era così scontata e facile. La volontà di crescere è stata forte a tal punto che mi sono impegnato con tutto me stesso nella preparazione e nella formazione. Per riuscire a fare servizi nelle varie strutture, sono passato da reparti più leggeri a reparti di maggiore intensità emotiva come oncologia o pediatria, più difficili da gestire. Sono riuscito alla fine a toccare tutti i reparti, acquistando confidenza e facendo nascere in me stesso una sicurezza: ero clown!

Ora sto proseguendo il mio per-corso praticando gli insegnamenti avuti attraverso la clownterapia e le attività svolte in altre associazioni di volontariato di cui ho fatto parte , è un continuo work in progress, non si smet-te mai di imparare. Come una sorta di puzzle, unisco i pezzi dell’arte appresa in collaborazione con altri volontari e nel frattempo continuo a creare un mio modo di vedere il volontariato e la clownterapia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

Nasce in questo modo un ‘espe-rienza chiamata “Trenarcobaleno”, che nel 2010 ha fatto tappa in Brasile e nel 2011 sarà portato in altri luoghi.

Il Trenarcobaleno è un mezzo di trasporto di sorrisi e giochi attraverso il quale facciamo conoscere ai bambini del mondo “il mondo clown”.

Per me la clownterapia è qualcosa di pratico ed immediato, tocchi con mano le reazioni delle persone, la possibilità di mettersi un naso rosso ti fa entrare in contatto con la gente in modo particolare, ti protegge da un lato

ma dall’altro ti lascia esprimere senza vincoli o filtri, ti metti in gioco, ridi di te stesso e smonti la struttura che tutti i giorni ti porti addosso, come fosse una corazza.

Non si tratta, personalmente parlan-do, di altruismo fine a se stesso, è un dare ed avere ma soprattutto un avere. Ognuno compie azioni di volontariato spinto da voglia di far sorridere e di riscoprire il lato umano delle persone.

Chi fa il volontario è una persona semplice e comune che non ha nulla di speciale, è una persona che mette a di-sposizione parte del suo tempo a favore delle attività. C’è chi vive l’associazione come un ambiente in grado di metterti in confronto con gli altri e farti crescere e chi invece la vive per sopperire alle proprie mancanze e si nasconde dietro la maschera di volontario speciale.

Io vivo la mia esperienza di vita clown e di lavoratore facente parte del sindacato, sempre con lo stesso ap-proccio: cerco coerenza con me stesso e sono vigile e attento perché le mie scelte siano concrete e rispettino il più possibile un’etica e una morale pura e genuina. Metto in luce aspetti negativi e positivi di tutto ciò che mi circonda e combatto per i miei ideali e per i miei valori, cercando di migliorarmi e di non accettare compromessi. Vivo cercando di portare a galla il bello e il brutto di tutte le esperienze che vivo e scelgo.

Clownterapia Milano

http://www.claunmilano.it/new/index.html

Massimo Fiore

I nuovi numeri telefonici della UILTuCS di Milano

Nelle sedi di Via Campanini, Via Salvini e Corso Buenos Aires è attiva la nuova numerazione unica.

È perciò possibile contattare telefonicamente i nostri uffici, componendo la seguente nu-merazione:

02.760679seguita da:

1 - per parlare con il centralino di Milano

1 + le due cifre dell’interno - per parlare con gli uffici di Via Campanini

2 + le due cifre dell’interno - per parlare con gli uffici di C.so Buenos Aires

3 + le due cifre dell’interno - per parlare con gli uffici di Via Salvini

Page 10: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

10

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

Con accordo del 25 marzo 2009, Fil-cams, Fisascat e UILTuCS hanno dato origine al sistema degli RLST , Rappre-sentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale.

12 RLST su tutto il territorio lombardo di cui tre sul territorio di Milano assicurano un presidio nelle aziende del settore Terziario Turismo e Servizi.

Se i lavoratori della tua azienda non hanno nominato il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, il RLST può intervenire per effettua-re sopralluoghi negli ambienti di lavoro e per diventare un riferimento per i problemi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Le aziende possono fruire del servizio a condizione che aderiscano a ENBIL (come previsto dal contratto collettivo del Turismo e del Terziario) e con una quota di adesione di € 50 annuali + € 15 per ogni lavoratore.

Ad un costo competitivo quindi, l’azienda e i lavoratori potranno assicurarsi un intervento competente e utile anche ad aumentare la cultura della salu-te e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per ulteriori informazioni non esitare a contattare la UILTuCS allo 027606791 o inviando una mail a [email protected]

ENBIL al servizio della Salute e della Sicurezza

Page 11: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

11

Area Sindacale N. 58 Febbraio 2011

AttuAlità

Prego donne indignatevi

da banale e scontata ma io mi chiedo quanto possa essere sbagliato il siste-ma di valori e l’educazione in cui sono immerse queste persone, perchè a me, ma così come a tantissime altre ragazze, non verrebbe mai e poi mai in mente di vendersi per ottenere soldi, case e favori.

Mi rifiuto di pensare che ciò che emergerà da questa faccenda sarà ancora una volta l’immagine di una donna distorta, corrotta la cui dignità ha un prezzo, insomma merce di scambio.

Chiediamoci più che altro in quale contesto sociale stiamo crescendo e stanno crescendo i ragazzini, è questa la domanda da porsi perchè ai miei occhi tutta questa faccenda è il frutto malato di un modello vincente proposto in questo momento.

Ma in quale società civile si accet-terebbe, senza manifestare pubblica-mente il proprio dissenso, che un uomo di 70 anni, presidente del consiglio, per-tanto uomo pubblico, rappresentativo dell’Italia, faccia festini a base di sesso o comunque spettacolini stile drive in, con ragazze di un’età compresa tra i 18 (si spera, ma non si sa) e i 30.

Festini durante i quali la presenza femminile è retribuita con buste piene di contanti, in cui vengono donati gioielli e poi a turno, come durante le giornate di ricevimento dei sovrani, le cortigiane e i cortigiani fanno richiesta di ciò che ne-cessitano per vivere “dignitosamen-te” al benevolo monarca?

Mentre le cortigiane ri-cevono soldi a palate, appar-tamenti lussuosi in cui vivere, macchine, gioielli e tutto ciò che chiedono, dall’altra par-te, sempre nello stesso paese, c’è la stragrande maggioranza delle altre donne che fatica, lavora, e non scende a compromessi.

Non è nelle donne il problema, ma forse è proprio in questo

meccanismo fatto di

Rubygate. le ragazze del premier, i festini ecc.

Ultimamente non si parla d’altro.

La faccenda non mi ha scossa più di tanto, come al solito si parla di aria fritta, come se prima nessuno sospettasse.

La differenza tra prima e ora sono le prove, oggi abbiamo intercettazioni e fotografie che descrivono quanto accadeva nelle spensierate serate del Premier.

Le prove dimostrano ciò che già molti sospettavano, e allora perchè siamo ancora qui a parlare del fatto che queste cose siano successe veramente oppure no?Mi sembra assurdo, si nega la realtà dei fatti.

Per questo motivo non mi va di par-lare di questo, perchè a parer mio non c’è nulla su cui discutere veramente, a parte le conseguenze che e se ci saranno.

Tutta questa torbida faccenda mi ha fatto riflettere molto, ho letto le intercet-tazioni delle ragazze che frequentava-no casa di Berlusconi e ne emerge un quadro veramente triste e amaro.

Giovani donne che discutono su ciò che possono fare per accaparrarsi più favori, fratelli e padri che spronano queste ragazze per essere più carine in modo da ottenere più soldi, ragaz-ze che discutono tra di loro su quanto possono ancora spennare il pollo …. e in tutto ciò una domanda sorge spon-tanea: perchè?

So che può sembrare una doman-

favoritismi, dove il futuro che ti si pro-spetta è da una parte una vita normale in cui lavorare tutti i giorni per 5 o 6 gior-ni a settimana in cambio di 1000 euro al mese oppure il futuro patinato, quello che ti propinano giorno e notte, in tv, nelle pubblicità, ovunque, in cui se hai il valore aggiunto di essere bella puoi avere di più, puoi sfruttare questa carta.

E’ normale che se nessuno indica la seconda via come un modello sba-gliato e autodistruttivo, la maggior parte sceglierà la via più facile e redditizia.

E’ ovvio che se cresci in un ambien-te sociale dove tutto ti sprona a credere che quello sia il modo più giusto e bello di vivere, finirai con assimilare questa visione, e non ti porrai domande sul tuo vero futuro, quando la bellezza non sarà più così prorompente e per cui il tuo potere diminuirà.

Proprio durante questo caos sono state pubblicate le statistiche dell’Euri-spes in cui è emerso che 1 donna su 2 in Italia è senza lavoro e che una giova-ne su 4 non lavora e nemmeno studia.

Sono dati importanti che ci devo far riflettere e soprattutto devono scatena-re reazioni perchè in questa immobilità

che pervade tutto non cambieremo nulla, non riscatteremo la nostra immagine, sia di donne

Page 12: FebbrAio nno n Area uiltucs Sindacale lomb ardi per iod ... · per gli RLS Il 31 dicembre 2010 è entrato in ... Perché una lettera indirizzata ad un numero significativo di imprese

12

Febbraio 2011 Area Sindacale N. 58

Anno 7° - N.ro 58 - Febbraio 2011 - periodicità mensile

...Vivere tutti semplicemente, affinché tutti possano semplicemente vivere...

Mahatma Gandhi

Visitate la pagina della community:

è su

http://www.facebook.com/pages/Milan-Italy/UILTuCS-Lombardia/201500963492

...segue dalla prima pagina

AreaSindacale

uiltucslombardia

Direttore Responsabile: Guido Baroni

Direzione Editoriale: Sergio Del Zotto

Impaginazione: Sergio Del Zotto

Grafica: Asso srl

Illustrazioni realizzate da: Asso srl

In Redazione: Gabriella Dearca, Sergio Del Zotto, Erika Negri

Gli articoli di questo numero sono di: Gabriella Dearca, Massimo Fiore, Martina Loi, Erika Negri, Luca Angelo Rodilosso, Michele Tamburrelli, Guido Zuppiroli.

La tiratura di questo numero è di: 10.000 copie

Pubblicazione Registrata con il numero 852 del 16/11/2005 presso il Registro Stampe del Tribunale di Milano

Per contributi e suggerimenti scrivete a:

“Area Sindacale”

Via Salvini, 420122 Milanoe-mail: [email protected]. 02-7606791

Editrice: Asso srl

Via Salvini, 4 - 20122 Milano

che di italiane.

Infine, per rispondere all’elegante giornalista, che ha scritto che noi donne siamo sedute sulla nostra fortuna e che non è prostituzione se ce ne servia-mo con qualcuno per ottenere di più, forse non ha ben chiaro il concetto di prostituzione ma ad ogni modo mi pia-cerebbe vedere se coerentemente con quanto dice, consigliasse a sua figlia di intraprendere tale via per ottenere promozioni o voti più alti agli esami.

Erika Negri

sa goliardia e nella nega-zione di qualsiasi valore che non sia misurabile in moneta contante.

Una mobilitazione che affermi un’altra realtà pos-sibile, qui ed ora, è un’oc-casione preziosa.

È l ’occasione per spegnere i riflettori sulla mistificazione mediatica delle icone di una vita

da meteorina e per riac-cenderli dando visibilità alla dignitosa realtà delle protagoniste del lavoro e della famiglia.

È l’occasione per denunciare il falli-mento del modello della competizione, che promette il successo dei più furbi e dei più ammanicati a scapito degli altri e di promuovere il sogno di una società della collaborazione che distribuisca in modo equo tra tutti e che valorizzi l’umanità delle persone anziché il pro-prio conto in banca.

Non può andare persa, noi ci sare-mo e speriamo di vedere molti dei nostri lettori al nostro fianco.

Nel frattempo, buona lettura.

La Redazione