FEBBRAIO 2010 Rotary Club Vicenza -...

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FONDATO NEL 1934 SETTANTACINQUE ANNI DI IMPEGNO FEBBRAIO 2010 Lettera del Governatore Luciano Kullovitz- Marzo 2010 Cari Amici, siamo giunti a marzo e il calendario del Rotary ci suggerisce il tema dell’Alfabetizzazione, come tutti sappiamo una delle azioni che da qualche anno viene posta come prioritaria tra le tante attività che la nostra associazione svol- ge nel mondo e che può essere senza dubbio considerata quella che più di ogni altra consen- te in prospettiva il conseguimento del grande ideale rotariano di un mondo migliore. Non v’è dubbio che il tema sia ancora di pres- sante attualità anche nel nostro paese se pen- siamo, soltanto, ai continui flussi migratori di popolazioni dalla più diversa provenienza. Persone con culture e religioni diverse vengo- no proiettate in un mondo nuovo, difficile, po- co propenso alla comprensione e, perché no, timoroso. Un forte impatto quindi, reso ancor più duro se manca anche la possibilità di comunicare sia a voce che per iscritto. L’Alfabetizzazione è pertanto la condi- zione prima per un migliore, più rapido inserimento nel tessuto sociale del Paese di queste persone. Ma l’Alfabetizzazione non è soltanto rivolta ai cosiddetti “flussi migratori” ma è anche diretta ai nostri figli, ai giovani e futuri cittadini del nostro paese perché alfabetizzare significa an- che educare con una cultura, che, purtroppo, l’odierna società con la sua frenetica evoluzio- ne impedisce loro di comprendere. Bisogna aiutarli ad apprezzare la gioia di scri- vere una lettera, oggi sostituita da un telegrafi- co e laconico “messaggino telefonico”, il pia- cere di leggere un libro evitando di trascorrere ore a guardare programmi televisivi il più delle volte privi di cultura e diseducativi. Ricordiamo, sempre, che soltanto con la cultu- ra un individuo cresce e diventa degno di far parte della comunità umana. Non posso terminare questa mia lettera senza comunicarvi che ho concluso le visite ai Club. Posso dirvi subito che ho trovato in molti di voi, lo spirito vitale dell’entusiasmo che mi fa ben sperare nell’accrescimento del nostro movimento e mi fa ritenere che il “futuro della nostra associazio- ne” sia riposto in “buone mani” Affettuosamente. Luciano Kullovitz Rotary Club Vicenza IL FUTURO DEL ROTARY È NELLE VOSTRE MANI

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FONDATO NEL 1934 SETTANTACINQUE ANNI DI IMPEGNO FEBBRAIO 2010

Lettera del Governatore Luciano Kullovitz- Marzo 2010

Cari Amici, siamo giunti a marzo e il calendario del Rotary ci suggerisce il tema dell’Alfabetizzazione, come tutti sappiamo una delle azioni che da qualche anno viene posta come prioritaria tra le tante attività che la nostra associazione svol-ge nel mondo e che può essere senza dubbio considerata quella che più di ogni altra consen-te in prospettiva il conseguimento del grande ideale rotariano di un mondo migliore. Non v’è dubbio che il tema sia ancora di pres-sante attualità anche nel nostro paese se pen-siamo, soltanto, ai continui flussi migratori di popolazioni dalla più diversa provenienza. Persone con culture e religioni diverse vengo-no proiettate in un mondo nuovo, difficile, po-co propenso alla comprensione e, perché no, timoroso. Un forte impatto quindi, reso ancor più duro se manca anche la possibilità di comunicare sia a voce che per iscritto. L’Alfabetizzazione è pertanto la condi-zione prima per un migliore, più rapido inserimento nel tessuto sociale del Paese di queste persone. Ma l’Alfabetizzazione non è soltanto rivolta ai cosiddetti “flussi migratori” ma è anche diretta ai nostri figli, ai giovani e futuri cittadini del nostro paese perché alfabetizzare significa an-che educare con una cultura, che, purtroppo, l’odierna società con la sua frenetica evoluzio-ne impedisce loro di comprendere. Bisogna aiutarli ad apprezzare la gioia di scri-vere una lettera, oggi sostituita da un telegrafi-co e laconico “messaggino telefonico”, il pia-

cere di leggere un libro evitando di trascorrere ore a guardare programmi televisivi il più delle volte privi di cultura e diseducativi. Ricordiamo, sempre, che soltanto con la cultu-ra un individuo cresce e diventa degno di far parte della comunità umana. Non posso terminare questa mia lettera senza comunicarvi che ho concluso le visite ai Club. Posso dirvi subito che ho trovato in molti di

voi, lo spirito vitale dell’entusiasmo che mi fa ben sperare nell’accrescimento del

nostro movimento e mi fa ritenere che il “futuro della nostra associazio-ne” sia riposto in “buone mani”

Affettuosamente.

Luciano Kullovitz

Rotary Club Vicenza

I L F U T U R O D E L R O T A R Y È N E L L E V O S T R E M A N I

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Calendario

04 febbraio 2010

Conviviale a buffet in amicizia

11 febbraio 2010

Tombola in amicizia

18 febbraio 2010

Conviviale con l’Ambasciatore del Guatemala

25 febbraio 2010

Conviviale con il prof.Cavalli

Compleanni

VALENTE CARLO 19/03

CAMPANELLA GIULIANO 23/03

ZUFFELLATO FRANCO 29/03

Seguendo una recente e apprezzatissima tendenza del nostro Distretto si è svolta sabato 6 marzo presso l’Hotel Russott ( ex Ramada ) a Me-stre l’edizione 2010 del Seminario sulla Leadership Rotariana , desti-nato ai Presidenti in carica ed ai Presidenti incoming dei Rotary Club del Distretto (presenti quasi 200 delegati ).Hanno svolto importanti interventi il past Governor G.Pellegrini (RC di Verona ) che ha esposto semplici e concrete considerazioni sul-l’impegno formativo del Rotary , affidato ai Presidenti di Club, invi-tati a realizzare per i loro Consoci, tutti leader nella loro attività,lo sviluppo della effettiva appartenenza rotariana ;in tal modo si affer-mano come portatori di concretezza,di conoscenza , di valori etici , e come titolari di una chiara posizione di responsabilità nella guida del Club .Al suo intervento ha fatto seguito l’attesa relazione – di respiro inter-nazionale- del past Governor del Distretto 2040 Elio Cerini, in procin-to di entrare a far parte del prestigiosissimo gruppo del Board Centra-le del Rotary International ; nella prima sua parte ha parlato del ruolo del Presidente di Club, garante della continuità , che assegna dele-ghe operative pesanti , per raggiungere obiettivi concreti sulla base della sua visione strategica .Nella sua seconda parte ha svolto in modo brillante la riflessione sul-la gestione del cambiamento svolta dal Presidente , che “ pesa “ il valore rotariano di un Socio ai fini di un vero rafforzamento dell’effet-tivo del Club .Dopo avere affermato che tra i fattori di un declino dell’effettivo mondiale del R.I. occorre riconoscere la sua apertura “al mondo inte-ro “ , accennando a una visione critica della più o meno recente ge-stione della sua espansione , non sempre correlata ad elevati standard umani e professionali ( e ciò per Soci di ambo i sessi ) ha ricordato sommariamente le linee del Piano Strategico 2007-2010 del R.I.i cui pilastri riguardano :-il supporto ed il rafforzamento dei Club;-i progetti umanitari;-l’immagine e le relazioni pubbliche ,Piano che verrà rivalutato nel prossimo Consiglio di Legislazione.

Eventi del DistrettoSeminario sulla Leadership nel Rotary International a cura del nostro socio P. G. Roberto Gallo

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Tombolata in amicizia, pensando ad HaitiGIOVEDÌ 11 FEBBRAIO CONVIVIALE DA REMO

Si è svolta l’annuale tombolata rotariana, quest’anno dedicata alla raccolta fondi a favore dei ter-remotati di Haiti.Ospite della serata il dr.Roberto Dall’Amico, pediatra impegnato come volontario in un ospedale del posto. Ha proiettato una serie di diapositive, illustrando ai presenti le gravi difficoltà che stanno vivendo gli abitanti di quella martoriata terra.La risposta dei partecipanti alla tombolata è stata senza ombra di dubbio esemplare; la raccolta a fine serata ha raggiunto la considerevole cifra di 5.000 euro.

Di seguito alcuni momenti della bella serata, ricca di premi ed emozioni.

Il dr.Dall’Amico illustra le diapositive

Il tavolo Presidenziale e Cesare Benedettibanditore coinvolgente

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Tutti in attesa della tombola!

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GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO CONVIVIALE CON L’AMBASCIATORE DEL GUATEMALA ALFREDO TRINI-DAD VELASQUEZ

IL GuatemalaTerritorio: 108,889 km²Capitale: Ciudad de Guatemala (3 milioni)Popolazione: 13.2 mi-lioni (3.8 milioni lavo-ratori).Lingue ufficiali: Spa-gnolo e 23 Dialetti Maya.Governo: Repubblica DemocraticaClima: Tropicale; (+12˚C, +22˚C Media Annua).Raccolti: Multipli.Moneta: Quetzal. (1US$=8.26GTQ media 2009)Quetzal (1€ = 11.39 GTQ media 2009).Distribuzione delle Fasce di Età0 – 14 anni 42,9%15 – 64 anni 63,8%>65 anni 3,3%Età Media 18,3 Crescita della Popolazione:~ 2,2% all’anno.Probabilità di Vita: 65 anni.

Governi democraticamente elet-ti dal 1986 • Firma degli Accordi di Pace

29 dicembre 1996 .• Motore economico del Centro

America.

• Mercato più diversificato del Centro America.

• Riattivazione economica attra-verso: Turismo, Industria, Agricoltura e Commercio. So-no in aumento i Servizi, i Tra-sporti e la Costruzione.

• Guatemala si propone come Centro Energetico Regionale.

• Accordi di Libero Commercio firmati con Centro America, Messico, Stati Uniti e Repub-blica Dominicana; in fase di negoziazione con Canada, Ci-le, Taiwan, UE.

• Sistema finanziario molto so-lido.

• Eccellenti livelli di riserve internazionali.

• Il livello di debito estero è il più basso della regione US$ 4,185 milioni (2008).

• E’ costituito da 19 banche, 16 compagnie finanziarie, 17 com-pagnie di assicurazio-ni, 11 imprese di emissione di titoli, 1 cassa cambia valute, controllate dalla SIB - Sovrintendenza delle Banche.• La Banca del Gua-temala è l’entità ban-caria centrale.• Guatemala ha una moneta stabile, e

compie fedelmente con gli accordi internazionali contro il lavaggio del denaro.

• Il Dollaro USA può circolare legalmente insieme al Quetzal. Il Dollaro si usa per contratti e transazioni internazionali.

• Si possono avere conti bancari in Dollari USA ed in Euro.

• Porti: Puerto Quetzal sul Paci-fico, Santo Tomás de Castilla e Puerto Barrios sull’Atlantico

• Aeroporti Internazionali: La Aurora GUA e Flores FRS

• Strade: 6,418,11 km asfaltate +9,000 km bianche/rurali.

Guatemala: progetti di cooperazione con l’Italia per uno sviluppo sostenibile e porta d’ingresso nel mercato del nordamerica

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Incentivi ed Esenzioni nelle 16 Zone Franche.

Esenzione totale delle impo-ste e dazi sull’importazione di macchinari, materiali, ma-terie prime, semilavorati, per la produzione e prestazione di beni e servizi -Esonero delle Imposte sui Rediti per 12 anni-Esonero dell’IVA sulla tra-sferenza delle merci prodotte nelle ZF-Esonero dell’Imposta sulle Vendite e Permute di Beni Immobili nella ZF-Esonero totale delle imposte e dazi sull’importazione e consumo di carburanti (bun-ker, gas propano, butano) per la generazione di energia elettrica.

Un Paese che esporta:- 1986 - Guatemala esportava 149 prodotti attraverso 237 im-prese ad 8 mercati internazionali - 2008 – Guatemala esporta più di 4075 prodotti attraverso 3,879 imprese a 131 mercati interna-zionali.Guatemala importa dall’ItaliaMacchinari,Tessuti, Prodotti Farmaceutici, Prodotti Chimici, Macchine Utensili, Oggetti in Metallo, Abbigliamento ed Ac-cessori.

Guatemala esporta in Italia: Prodotti dell’agricoltura,Prodotti dell’orticoltura,Prodotti della Floricoltura, Bevande ed Alcoli-ci, Prodotti in Legno, Prodotti

Falegnameria per Edilizia, Ma-nufatti Tessili Confezionati.Settori aperti all’investimento:- Turismo: Priorità Nazionalea) Infrastrutture (Porti, Aeroporti, Strade)b) Sviluppo alberghie-roc) Servizi- Industria Forestale:

a) Crescita veloceb) Legni pregiati e di alta qualitàc) 82% del territorio è

foresta tropicale, 10% è conifere, 8% misto d) Produzio-ne di: mobili, legno tagliato, laminati, porte, pallets, parquet…

- Agroindustria:a) Varietà di prodottib) Produzione continua tutto l’annoc) Eccellente qualità- Manifattura Leggera:a) Industria conciariab) Industria meccanotessilec) Imballaggio d) Macchine utensili

- Call Center: a) Migliore legge Telecomunica-zioni in tutta America Latinab) Più di 3,6 milioni di telefoni (tra fissi e cellulari)c) 19 network locali e 9 interna-zionali d) Privatizzazione e moderniz-zazione del settore - Tessuti Abbigliamento:a) Mano d’opera abbondante e specializzata

b) Trattamento fiscale vantaggio-so c)Vicinanza con i mercati del Messico, Stati Uniti e Canada.

ConclusioniE’ necessario continuare a pro-muovere tra le imprese italiane un maggiore interesse per gli investimenti verso il Guatema-la, in considerazione della sua posizione strategica in Centro America, degli stretti rapporti commerciali con gli altri Paesi NAFTA e dei vantaggi attesi dai Trattati Commerciali già firmati.Il TLC-CAUSA, permette alle imprese italiane, che sottoscri-vano alleanze o “joint ventures” con imprese guatemalteche, di ottenere i seguenti benefici: esportare tecnologia italiana ed accedere al mercato statuniten-se con costi di produzione infe-riori, grazie ad un sistema di tassazione considerato tra i più bassi dell’America Latina e di un costo di mano d’opera abba-stanza contenuto.

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IntroduzioneLa foresta è l’origine della via del legno la quale può snodarsi lungo itinerari diversi in relazione alle trasformazioni cui si intende sot-toporre il legno, allo scopo di mi-gliorane le caratteristiche in fun-zione degli impieghi strutturali.Il primo itinerario prevede che il legno sia sottoposto a delle lavo-razioni meccaniche che hanno la funzione di modificare la forma degli assortimenti (da cilindrica a sostanzialmente parallelepipeda). Il secondo itinerario prevede, in-vece, che il legno sia sottoposto a trattamenti meccanici e chimici che incidono non solo sulla forma degli assortimenti, ma anche sulla struttura del materiale legnoso. Tra i più importanti prodotti rica-vabili si ricordano il legno lamel-lare, il Finger Jointed Beam (FJB), il Laminated Veneer Lum-ber (LVL), il Parallel Strand Lumber (PSL), il Laminated Strand Lumber (LSL), l’Oriented Strand Lumber (OSL), il I-Joist. Si tratta di prodotti che sono compresi nella categoria del co-siddetto engineered wood, ossia di legno la cui struttura è più o meno intensamente scomposta e ricostituita al fine di superare de-terminati limiti dimensionali e di resistenza meccanica.È intuitivo come il primo itinera-rio sia quello che maggiormente è legato alla qualità del legno così come si è formato nello sviluppo

dell’albero all’interno della foresta. Di con-seguenza è quanto mai opportuno adottare del-le strategie che consen-tano di migliorare la qua-lità durante la formazione del legno nell’albero e che permettano di mante-nere tale qualità immutata fino ai prodotti derivati dal-l’utilizzazione dell’albero stesso.Quantità e qualità del legno nell’alberoVa chiarito innanzitutto che il concetto di qualità del legno si è modificato con il procedere del tempo e che il progresso tecnolo-gico ha trasformato i rapporti del-l’uomo con la foresta. Al fine di assicurare la disponibilità di ma-teriali di alta qualità, gli abili carpentieri di un tempo sele-zionavano personalmente gli alberi in piedi prima di intra-prendere un progetto. Al con-trario, lo sviluppo della chimi-ca e dell’ingegneria applicata al materiale legno ha compor-tato la diminuzione dell’atten-zione verso gli alberi e la fore-sta in generale, privilegiando l’analisi delle proprietà chimi-che e meccaniche del legno, in rapporto ai processi di lavora-zione industriale, e trascurando i fenomeni biologici della forma-zione del legno. Tali fenomeni sono stati ritenuti importanti dal punto di vista scientifico, ma di

scarso interesse applicativo poi-ché basati sull’assunto secondo cui dovunque ci siano alberi c’è legno e che il primo degli inter-venti di selezione della qualità può essere fatto solo durante le operazioni di abbattimento e alle-stimento degli alberi. Inoltre va tenuto conto che nel considerare la qualità del legno si devono va-lutare tre aspetti:

- qualità in relazione al soddisfa-cimento dei fabbisogni fisiologici di ciascun albero nella sua collo-cazione individuale, particolar-mente in rapporto alla sopravvi-

GIOVEDÌ 25 FEBBRAIO CONVIVIALE CON IL PROF. RAFFAELE CAVALLI, DOCENTE ALLA FACOLTA’ DI AGRARIA DELL’UNIVERSITA’ DI PADOVA

Il legno come materiale biologico rinnovabile

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venza dell’albero e al completa-mento del suo ciclo di vita;- qualità in relazione al contributo del legno alla salute e al funzio-namento dell’ecosistema forestale e, di conseguenza, anche della biosfera e del microclima;- qualità in relazione all’utilità del legno per l’uomo.Non c’è dubbio che il terzo aspet-to, quello antropocentrico, abbia prevalso finora sugli altri due, ma gli attuali criteri di gestione so-stenibile delle foreste spingono verso un approccio meno ristret-to, che ben si combini con le esi-genze di evoluzione delle risorse forestali. Poiché la valutazione della qualità del legno è sfaccetta-ta e dipende dall’applicazione che si intende fare del legno, non esi-ste una misura assoluta di tale parametro. Per esempio la valuta-zione della qualità fatta dai bo-scaioli che abbattono e allestisco-no gli alberi e dai segantini che decidono come utilizzare i toppi si basa largamente sull’esperienza soggettiva. Inoltre la qualità del legno nell’albero non è diretta-mente legata alla quantità di le-gno; mentre la quantità è valutata come l’ammontare totale di mate-riale legnoso (misurato come diametro, lunghezza, volume, massa o come qualsiasi combina-zione di queste misure) e può es-sere espressa numericamente con accuratezza e precisione, la valu-tazione della qualità sottende spesso stime soggettive. Alcuni aspetti della qualità, quali la den-sità del legno, il contenuto di cel-lulosa, di lignina o di estrattivi, possono essere ripetutamente

analizzati ed espressi quantitati-vamente con notevole accuratez-za e precisione, nella consapevo-lezza però che i valori stimati so-no precisi solo se riferiti al cam-pione analizzato e nell’ambito del metodo impiegato. In altre parole i valori ottenuti attraverso proce-dure analitiche di tipo meccanico o chimico sono delle semplifica-zioni di bassa risoluzione. Essi non possono rappresentare la no-tevole variabilità esistente nel legno, qualunque sia la scala adottata. Non va comunque di-menticato che qualità e quantità hanno entrambe origine nella re-gione cambiale dell’albero e ri-spondono primariamente alla funzione bio-meccanica della struttura legnosa, deputata per sua natura alla sopravvivenza e alla perpetuazione dell’albero.Elementi della qualità del legno nell’alberoLe dimensioni del fusto sono di norma funzione dell’età dell’albe-ro e delle modalità di accresci-mento verificatesi durante la vita dell’albero; di conseguenza l’età, pur essendo di norma un fattore migliorativo della qualità, di per sé non garantisce che il legno in un albero possa avere una qualità elevata in rapporto agli usi più comuni. L’età ha comunque in-fluenza sulla rastremazione del fusto che tende a ridursi quando l’albero raggiunge lo stadio di maturità. Uno strumento con cui si può intervenire su questo fatto-re è rappresentato dalla pianifica-zione a lungo termine adottata nella gestione forestale che pre-vedono l’individuazione degli

“alberi futuri”, ossia dei migliori soggetti, e l’applicazione di ido-nei interventi volti a favorirne l’accrescimento. Ci sono motiva-zioni di tipo sia genetico sia am-bientale che fanno sì che l’età non sia l’unico fattore determinante le dimensioni del fusto. Il genotipo dell’albero influenza sia la capa-cità di accrescimento sia la natura fisico-chimica dell’accrescimen-to. L’ambiente in cui cresce l’al-bero serve ad accelerare o a ral-lentare la capacità di accresci-mento e sotto altri aspetti modifi-ca gli attributi fisico-chimici che si sviluppano durante l’accresci-mento. Ciò che è importante è l’immensa plasticità del fenotipo che può essere riscontrata in tutte le specie arboree. Ancora una volta il legno deve essere consi-derato per ciò che realmente è, un prodotto fenotipico biologico, e non un materiale grezzo da recu-perare in foresta. Il legno è la registrazione permanente dell’in-terazione tra genotipo e ambien-te che si verifica negli anni nel-l’ambito di un sistema biologico molto versatile. Anche in questo caso l’adozione di una opportuna pianificazione a lungo termine nella gestione forestale può con-sentire di orientare l’interazione genotipo-ambiente verso l’otte-nimento di una buona qualità del legno. Quando il legno è analiz-zato trasversalmente lungo il rag-gio, attorno alla circonferenza o longitudinalmente lungo il fusto, esso rivela delle notevoli varia-zioni nelle sue proprietà anatomi-che, chimiche e meccaniche. La considerazione di tale anisotropia

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aiuta a comprendere l’instabilità dimensionale che può affliggere la qualità del legno negli elementi strutturali ricavati per segagione dai toppi. Nel fusto sono normalmente presenti tensioni meccaniche che si distribuiscono lungo i tre assi di simmetria. Esse sono cumulative e in equilibrio nell’albero in piedi: in assenza di alterazioni biologiche (attacchi di insetti e funghi) o fisiche (cretti da gelo o da vento) il gradien-te di tensione aumenta e continua-mente si adatta man mano che l’al-bero cresce. L’albero, infatti, combi-na le sue caratteristiche fisiche e bio-logiche nel costante sforzo di man-tenere equilibrate le tensioni interne. Quando l’albero è abbattuto, sul fu-sto si generano dei cretti radiali in risposta al rilascio delle tensioni lon-gitudinali e al concomitante sorgere di tensioni trasversali. Questa situa-zione si aggrava per la perdita di umidità dalla superficie di taglio. Quando i toppi sono sottoposti a segagione, l’equilibrio presente si altera ulteriormente producendo modifiche di forma nei segati.L’anisotropia del legno ne influenza la qualità e costituisce un fenomeno che difficilmente può essere domina-to sia con la pianificazione della ge-stione forestale sia con tecniche im-piegabili durante le operazioni di utilizzazione (mantenimento dei contrafforti radicali, tagli di abbatti-mento a becco di flauto, applicazio-ne di fasce stringilegno, infissione di graffe metalliche sulle testate, sega-gione a facce parallele con asporta-zione, mediante canter, degli sciave-ri). La densità del legno è il principa-le elemento considerato nella qualità del legno per uso strutturale e per molte applicazioni industriali, poiché è in grado di influenzare positiva-mente le proprietà meccaniche dei

materiali. La densità del legno di conifere dipende principalmente dall’età dell’albero e non dalla rapi-dità dell’accrescimento; importanza è assunta anche dall’uniformità del-l’accrescimento che condiziona l’omogeneità della struttura del le-gno all’interno e tra gli anelli di ac-crescimento. Anche la quantità di legno giovanile e di legno di reazio-ne sono indicatori importanti della qualità del legno. La proporzione di legno giovanile che si produce nel fusto è correlata al tasso di crescita in giovane età. Tecniche selvicoltu-rali che rallentano la crescita delle prime fasi dello sviluppo, quali la programmazione del momento in cui attuare gli interventi di sfollo e di diradamento, possono contribuire a rendere minima l’incidenza del le-gno giovanile nel fusto. La velocità dell’accrescimento è responsabile inoltre di un aumento della presenza del legno di reazione, anche in as-senza di sollecitazioni meccaniche. Nelle conifere la relazione tra rapidi-tà di crescita e formazione di legno di compressione sembra sia dovuta all’elevata quantità di auxine. Nei segati le dimensioni e la frequenza dei nodi costituiscono un’importante aspetto della qualità del legno. I nodi influenzano sia l’aspetto sia la resi-stenza meccanica dei manufatti e sono uno dei principali elementi considerati nella classificazione dei segati. Esiste una serie di interventi selvicolturali in grado di limitare lo sviluppo dei nodi nel fusto: dirada-menti, potature, controllo dello svi-luppo della chioma. Non va però dimenticato il concetto che i tratta-menti attuati per ridurre la nodosità devono essere concentrati sul primo toppo per ragioni sia tecniche sia economiche. Tuttavia alcune eviden-ze sperimentali dimostrano l’impor-

tanza della combinazione della den-sità, delle dimensioni e della fre-quenza dei nodi nel legname per usi strutturali e suggeriscono che la pre-senza di nodi di grandi dimensioni può comportare un aumento della densità media del legno. Ciò potreb-be portare a una rivalutazione del legno di abete bianco, che presenta delle proprietà simili a quelle del-l’abete rosso, è privo di resina nel legno, presente solo nella corteccia, e i cui nodi hanno una densità eleva-ta.Considerazioni finaliI materiali per uso strutturale ottenuti direttamente per lavorazione mecca-nica dei toppi, ricavati dall’utilizza-zione degli alberi di una foresta, ri-sentono grandemente della qualità del legno che si è formato negli albe-ri durante il loro sviluppo. Le carat-teristiche di tale qualità possono es-sere, almeno in parte, manipolate attraverso interventi di tipo selvicol-turale che, sulla base delle cono-scenze dei meccanismi di formazio-ne del legno, siano in grado di sfrut-tare la plasticità del fenotipo. È au-spicabile che si possa realizzare un più stretto rapporto tra chi utilizza il legno a fini strutturali e chi, invece, pianifica la gestione delle foreste affinché si possa concretamente met-tere in atto una selvicoltura attenta alle esigenze produttive, anche spe-cifiche. Pur nella consapevolezza della differenza temporale tra la pro-duzione del legno e la sua utilizza-zione e quindi delle difficoltà nelle previsioni future circa gli impieghi del legno, da questa sinergia possono derivare importanti supporti all’eco-nomia della filiera foresta-legno, soprattutto nell’area alpina, da cui ci si approvvigiona di gran parte del materiale legnoso usato a fini strutturali.

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AUTO IBRIDE: IL FUTURO DELLA MOBILITA' ECOLOGICA

Il recente Salone dell'auto di Ginevra ha confermato un trend ormai ben consolidato: la mobilità del futuro passa attraverso i sistemi di propul-sione ibridi. Iniziamo innanzi-tutto dividendo questo ampio tema nelle due sezioni princi-pali, quella delle ibride in se-rie od in parallelo.I sistemi ibridi cosiddetti in serie sono dotati di un motore a combustione, sia esso ben-zina o diesel, che ricarica un pacco di batterie. Il movimen-to vero e proprio viene gene-rato da uno o più rotori elet-trici, che attingono alle batte-rie l'energia necessaria. Nel caso degli ibridi in parallelo, motore termico ed elettrico lavorano in simbiosi od alter-nativamente. Solitamente, il motore elettrico agisce alle basse velocità o nelle accele-razioni per coadiuvare l'azio-ne del motore a combustione.A partire da queste basi, ogni costruttore ha sviluppato si-stemi più o meno complessi. Toyota, ad esempio, utilizza come “fulcro” del suo sistema ibrido il cambio, capace di sfruttare adeguatamente le prestazioni dei due motori

presenti. Svariate decine di centraline elettroniche analiz-zano poi le condizioni di uti-lizzo e parametrano il funzio-namento di conseguenza. Au-di, con la A1 e-tron presentata a Ginevra, segue invece la strada dell'ibrido in serie. Un piccolo Wankel, particolare motore con rotore triangolare, ricarica il pacco di batterie agli ioni di litio azionando un generatore. Il vantaggio so-stanziale sta nella possibilità di far funzionare il motore termico al regime di massimo rendimento, caratteristico di ogni motore a combustione: i consumi di carburante sono ottimizzati, al resto pensa il motore elettrico responsabile del movimento.

Una “terza via” è quella in-trapresa dalle francesi Peu-geot e Citroen, che utilizzano la propulsione elettrica per realizzare la trazione integra-le. Un motore turbodiesel agi-sce sulle rute anteriori, mentre la trazione posteriore è de-mandata ad un sistema elettri-co. In sostanza, i benefici di un 4x4 senza alcun aumento dei consumi, anzi: il motore a combustione beneficia del-l'aiuto ricevuto dal rotore elet-trico, e consuma quindi meno carburante. In comune, tutti i sistemi ibri-di hanno la possibilità di re-cuperare energia. Ogni moto-re elettrico, infatti, ha la pos-sibilità di funzionare come generatore quando “riceve” il

Dal salone dell’auto di Ginevraa cura del nostro socio Carlo Valente

Porsche 918 SPyder ibrida prototipo

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moto. Questo avviene ad esempio nelle fasi di frenata o decelerazione, permettendo di accumulare nelle batterie una dose di energia che an-drebbe altrimenti dissipata. Altri sistemi di recupero pre-vedono pannelli solari sulla carrozzeria (sul tetto solita-mente), oltre all'ottimizza-zione dei sistemi di bordo quali condizionatore e riscal-damento.L'ibrido ha dimostrato la sua efficacia sulle compatte, ma per quanto riguarda le sporti-ve? Al Salone di Ginevra Porsche ha presentato il pro-totipo 918 Spyder, con moto-re 3.5 V8 da 500 cavalli e due rotori elettrici da 218 ca-

valli. Il risultato? 320 orari con consumi nell'ordine dei 3 litri per 100 chilometri.

Toyota Hauris HSD ibrida prototipo

Ferrari 599 ibrida prototipo

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Cari Amici,Vi comunico il programma di MARZO:

GIOVEDÍ 04 MARZO – ORE 19.50 - CONVIVIALE 'A BUFFET’ - RISTORANTE "DA REMO"Serata in amicizia con comunicazioni del Presidente.Adesioni in Segreteria entro martedì 02/03.

SABATO 06 MARZO – SEMINARIO DISTRETTUALE SU: “LA LEADERSHIP ROTA-RIANA FRA CONTINUITA’ E VISIONE STRATEGICA” a Mestre, come da programma al-legato. Adesioni in Segreteria.

GIOVEDÍ 11 MARZO - ORE 20.30 – TEATRO COMUNALE DI VICENZA – “GLI ARTISTI DELLA CITTA’ IN CONCERTO: VICENZA PER HAITI”, a cura del Co-mune di Vicenza in collaborazione con i Club Service cittadini (vedi locandina e programma allegati). Informazioni e biglietti in Segreteria.

La consueta riunione conviviale è pertanto annullata.

GIOVEDÍ 18 MARZO - ORE 19.50 - CONVIVIALE 'SERVITI AL TAVOLO' - RISTO-RANTE "DA REMO"Relazione della DOTT.SSA FRANCESCA LOMASTRO sul tema: “FABIO MONZA E I SUOI ‘ZORNALI’. Alla scoperta di un personaggio ignorato e di una fonte sconosciuta del Cinquecento vicentino”. Alla serata è particolarmente gradita la presenza di Consorti e Familiari: adesioni entro martedì 16/03.

GIOVEDÍ 25 MARZO - ORE 19.50 - CONVIVIALE 'SERVITI AL TAVOLO' - RISTO-RANTE "DA REMO" Relazione del DOTT. LUIGI PERINA, Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Vicenza, sul tema: “RUOLO DEL GIUDICE, SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E TEMPI DEL-LA GIUSTIZIA”.

Adesioni in Segreteria entro martedì 23/03.

Rotariani saluti.

Carlo Terrin

Rotary Club Vicenza - Corso A.Palladio, 139 - 36100 Vicenza - tel. 0444/543059 – fax 0444/322386- e-mail: [email protected]