Fare Riabilitazione anno III n. 2 - A.I.FI. · Giuseppe Fiolo Politiche sociali a favore delle...

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Fare Riabilitazione Numero 3 - Anno III Luglio - Settembre 2006 Registrazione al Tribunale di Palermo n.10 del 15/04/2004 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art.1 comma 2,DCB PA Ridurre le spese. Questo sembra essere l’imperativo categorico che guida l’attività del neo assessore alla Sanità, Prof. Roberto Lagalla, per riuscire a far fronte ad un deficit tale che “è stata data comunicazione a cia- scuna Azienda sanitaria che le risorse disponibili per il corrente anno si attestano ad una riduzione di circa il 7 % rispetto all’ammontare delle risorse attribuite per l’anno 2005”. Una situazione non risolvibile con provvedimenti tampone, come la sospensione temporanea delle proce- dure di assunzione del personale sanitario, ma che neces- sita di un’attenta analisi di tutte le variabili responsabili della spesa sanitaria - spesa farmaceutica, appropriatez- za di ricoveri, numero di posti letto, etc. - e, citando testualmente l’assessore, della conseguente attivazione di “interventi coraggiosi e atteggiamenti conseguenti, non gravati da riserve mentali o da improduttive logiche di mantenimento di un sistema che... ha comunque dimostrato limiti di competitività e di sostenibilità eco- nomica”. A tal proposito non si può non ricordare come, riguardo alla spesa sanitaria per le attività di riabilita- zione, i livelli essenziali di assistenza (LEA), cioè le pre- stazioni e i servizi che il servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, secondo quanto sta- bilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29.11.01, in Sicilia, piuttosto che ridurre le spese, hanno prodotto una lievitazione inopportuna quanto spropositata dei prezzi rispetto alle tariffe determinate da un precedente decreto dell’assessore regionale alla Sanità. A ciò va aggiunta la constatazione che l’80 % delle prestazioni riabilitative viene affidato al privato pre- accreditato e che in molte di queste realtà lavorative il personale sanitario, quando non ha un contratto di lavo- ro fortemente penalizzante rispetto ad altri enti privati (vedi AIAS), si trova nella difficoltà di avere, a tutt’oggi, un contratto nazionale di lavoro scaduto da 35 mesi (vedi AIOP e ARIS). Senza considerare gli effetti ipso facto destabilizzanti della questione illegale e irrisolta riguar- dante l’equipollenza della laurea in scienze motorie alla laurea in fisioterapia. Anche quella riabilitativa, quindi, è una delle componenti della spesa sanitaria regionale su cui va posta una grande attenzione, soprattutto dopo il Decreto del Ministero della Salute del 17.06.06 che isti- tuisce il Sistema nazionale di verifica e controllo sull’as- sistenza sanitaria (SiVeAS), con il compito specifico di verifica “dell’effettiva erogazione, secondo criteri di efficienza ed appropriatezza, dei livelli essenziali di assi- stenza”. L’impegno dell’assessore, pertanto, mirato alla razionalizzazione della spesa e alla “revisione dei criteri di proliferazione e frammentazione delle strutture” al fine di “liberare risorse impropriamente impiegate, con- sentendo il rilancio di iniziative non intraprese e la copertura di nuovi fabbisogni ai quali continua a non darsi risposta per il pesante ingessamento del sistema”, lascia ben sperare rispetto a cambiamenti strutturali del sistema sanitario che vedano valorizzati “tutti” gli attori del sistema, ma soprattutto che portino finalmente alla concreta attuazione del Piano Triennale a favore delle persone con disabilità, uno strumento ineludibile per superare la carenza e l’inadeguatezza dei servizi nel ter- ritorio e per garantire la piena inclusione della persona con qualunque determinato stato di salute. Angelo Ginestra AIFI Sicilia magazine

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Ridurre le spese. Questo sembra essere l’imperativocategorico che guida l’attività del neo assessore allaSanità, Prof. Roberto Lagalla, per riuscire a far fronte adun deficit tale che “è stata data comunicazione a cia-scuna Azienda sanitaria che le risorse disponibili per ilcorrente anno si attestano ad una riduzione di circa il 7 %rispetto all’ammontare delle risorse attribuite per l’anno2005”. Una situazione non risolvibile con provvedimentitampone, come la sospensione temporanea delle proce-dure di assunzione del personale sanitario, ma che neces-sita di un’attenta analisi di tutte le variabili responsabilidella spesa sanitaria - spesa farmaceutica, appropriatez-za di ricoveri, numero di posti letto, etc. - e, citandotestualmente l’assessore, della conseguente attivazionedi “interventi coraggiosi e atteggiamenti conseguenti,non gravati da riserve mentali o da improduttive logichedi mantenimento di un sistema che... ha comunquedimostrato limiti di competitività e di sostenibilità eco-nomica”. A tal proposito non si può non ricordare come,riguardo alla spesa sanitaria per le attività di riabilita-zione, i livelli essenziali di assistenza (LEA), cioè le pre-stazioni e i servizi che il servizio sanitario nazionale ètenuto a garantire a tutti i cittadini, secondo quanto sta-bilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministridel 29.11.01, in Sicilia, piuttosto che ridurre le spese,hanno prodotto una lievitazione inopportuna quantospropositata dei prezzi rispetto alle tariffe determinateda un precedente decreto dell’assessore regionale allaSanità. A ciò va aggiunta la constatazione che l’80 % delleprestazioni riabilitative viene affidato al privato pre-accreditato e che in molte di queste realtà lavorative il

personale sanitario, quando non ha un contratto di lavo-ro fortemente penalizzante rispetto ad altri enti privati(vedi AIAS), si trova nella difficoltà di avere, a tutt’oggi,un contratto nazionale di lavoro scaduto da 35 mesi (vediAIOP e ARIS). Senza considerare gli effetti ipso factodestabilizzanti della questione illegale e irrisolta riguar-dante l’equipollenza della laurea in scienze motorie allalaurea in fisioterapia. Anche quella riabilitativa, quindi,è una delle componenti della spesa sanitaria regionale sucui va posta una grande attenzione, soprattutto dopo ilDecreto del Ministero della Salute del 17.06.06 che isti-tuisce il Sistema nazionale di verifica e controllo sull’as-sistenza sanitaria (SiVeAS), con il compito specifico diverifica “dell’effettiva erogazione, secondo criteri diefficienza ed appropriatezza, dei livelli essenziali di assi-stenza”. L’impegno dell’assessore, pertanto, mirato allarazionalizzazione della spesa e alla “revisione dei criteridi proliferazione e frammentazione delle strutture” alfine di “liberare risorse impropriamente impiegate, con-sentendo il rilancio di iniziative non intraprese e lacopertura di nuovi fabbisogni ai quali continua a nondarsi risposta per il pesante ingessamento del sistema”,lascia ben sperare rispetto a cambiamenti strutturali delsistema sanitario che vedano valorizzati “tutti” gli attoridel sistema, ma soprattutto che portino finalmente allaconcreta attuazione del Piano Triennale a favore dellepersone con disabilità, uno strumento ineludibile persuperare la carenza e l’inadeguatezza dei servizi nel ter-ritorio e per garantire la piena inclusione della personacon qualunque determinato stato di salute.

Angelo Ginestra

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Riabilitazione e politica della partecipazione 3Rosario FioloDocumento Consulta Professioni Sanitarie 4Come e perchè investire nelle professioni sanitarie 5Daniela VolpatoAnche da Palermo i prossimi laureati in Logopedia 6Gianfranco Cupido, Maria Rosa Paterniti, Sabrina PetixAbrogare la norma sull’equipollenza 7On. Titti De SimonePiano Triennale: l’importanza della presa in carico 8Giuseppe FioloPolitiche sociali a favore delle persone con disabilità 9Salvatore CrispiFibrosi Cistica: adeguare le terapie alla persona 10F. Pardo, M.L. Furnari, S. Barrale, M.R. Bonaccorso,G. Damiani, C. Lo PiparoR.P.G. e revisione della E.B.M. nel “dolore di spalla” 11Orazio MeliAttuare la Legge 43: gli Ordini non sono corporazioni 14Angelo GinestraSanità privata: rinnovare al più presto il contratto 15Daniela VolpatoMassofisioterapisti INCP esclusi dal corso di riconversione 16ICF e scale di assessment della disabilità 17Carmelo Roccaro

Fisioterapisti, professione destinata a crescere 18Lucio VecchioUn capro espiatorio per la riconciliazione 19Filippo CavallaroEsenzione IVA per le attività di fisioterapia 20Creare il gruppo di interesse specifico in geriatria 21Antonella Liberto

CORSICORSI

Presa in carico: dall’assistenza al progetto globale 22Cucina accessibile 1° livello 23In copertina: Antonio Canova, Disegno con due studi di figure femminili ignude,particolare. Bassano del Grappa, Museo Civico

Fare RiabilitazioneAIFI S ic i l ia magazine

Trimestrale dell’Associazione Italiana Fisioterapisti - Regione Sicilia

Direttore ResponsabileAngelo Ginestra

RedazioneFilippo Cavallaro, Giuseppe Enea,Rosario Fiolo, Carmelo Roccaro,

Coordinamento redazionaleDora Cinà

Grafica e impaginazioneDora Cinà, Angelo Ginestra

StampaSeristampa Palermo - Tiratura 3000 copie

AIFI S ic i l iavia Marchese di Villabianca n.120

90143 Palermo - tel. fax 091 303908www.aifisicilia.it [email protected]

PresidenteRosario FioloSegretarioAnnamaria VenereTesoriereGiuseppe EneaUfficio FormazioneOrazio MeliUfficio Giuridico e Rapporti SindacaliRoberto Ferrara Ufficio Liberi ProfessionistiCarmelo RoccaroUfficio Comunicazione e Relazioni EsterneFilippo Cavallaro

Sezioni ProvincialiAgrigento Giovanni NigroCaltanissetta Francesco BisesiCatania Giuseppe CultreraPalermo Angelo GinestraRagusa Eugenio GallittoSiracusa Giuseppe PulvirentiTrapani Laura Genco

Per iscriversi all’A.I.FI. Regione SiciliaEffettuare il pagamento della quota associa-tiva di € 80.00 (soci ordinari) o di € 26.00(quota associativa studenti):- sul c/c bancario n.540/9 presso il CreditoEmiliano di Palermo, sede p.zza De Gasperin.25/A ABI 3032 - CAB 4601, oppure- sul c/c postale n.39785092,intestato ad A.I.FI. Regione Sicilia Via M.se di Villabianca n.120 90143 Palermo,specificando la causale del versamento.Utilizzare il modulo d’iscrizione scaricandolodal sito www.aifisicilia.it, compilarlo, indoppia copia, in tutte le sue parti.Spedire entrambe le copie corredate di:1.fotocopia del versamento;2. fotocopia autocertificata del titolo conse-guito (per gli studenti certificato di frequenza);3.fotocopia della P.IVA(solo per i liberi professionisti).

Col laborazioniChiunque può collaborare facendo pervenire alla redazione, pres-so la sede dell’AIFI, o all’indirizzo [email protected], articoli a carattere scientifico, culturale, sociale, sindaca-le e politico, di interesse riabilitativo, eventualmente provvisti difoto, disegni e tabelle, purchè inediti. Tali articoli, esclusivamen-te in file, dovranno avere le seguenti caratteristiche: word, timesnew roman, corpo 12, minimo 1900 - massimo 6500 battute. La responsabilità di tutti gli articoli pubblicati è degli autori fir-matari. La redazione valuta e decide liberamente la pubblicazio-ne se in linea con le proprie scelte. L’eventuale pubblicazione èa titolo completamente gratuito.

Fare Riabilitazione sarà inviato gratuitamente a tutti coloro chene faranno richiesta all’AIFI Sicilia, comunicando il proprio indiriz-zo a: [email protected] che non intendessero ricevere questa rivista sono pregati didarne comunicazione formale a mezzo lettera.

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Riabilitazione e politica della partecipazione di Rosario Fiolo

Abbiamo più volte parlato e scritto dei processi dicambiamento che in atto sono presenti nellanostra realtà riabilitativa e delle difficoltà che

incontrano ad affermarsi nella quotidianità. Difficoltàlegate ad una cattiva organizzazione del settore, mal-grado le norme esistenti, ad una mancata razionalizza-zione delle risorse, malgrado le enormi somme investi-te, ad una difficile affermazione del profilo e del ruolodel fisioterapista, malgrado la definizione chiara avve-nuta in questo ultimo periodo. Approfondendo questoultimo punto, oggi è stato definito il sistema di regoleche riguarda la professione di fisioterapista, nello spe-cifico, e più in generale di tutte le professioni sanitarie.È opportuno riprendere il percorso fatto per definire lafigura del fisioterapista, vista la confusione che in attoforze oscure stanno mettendo in campo per realizzareinteressi lobbistici e di speculazione economica.Le figure in atto operanti nel SSN sono state regolamen-tate a partire dal D. Lgs. 30.12.1992 n. 502 e successi-ve modifiche ed integrazioni che, all’art. 6 comma 3,recita che “il Ministro della Sanità individua con pro-prio Decreto le figure professionali da formare e i rela-tivi profili. Il relativo ordinamento didattico è definitoai sensi dell’art. 9 della legge 19.11.1990 n. 341”. Successivamente, con Decreto ministeriale n. 741 del14.09.1994 è individuato il profilo professionale delFisioterapista. Ancora dopo, la legge 26 febbraio 1999 n.42, all’art. 1 comma 1, sostituisce la denominazione “pro-fessione sanitaria ausiliaria” con quella di “professionesanitaria”. Dallo stesso Decreto Lgs. n. 502 viene definitoche la formazione del fisioterapista si svolga in sede uni-versitaria specificando che “I corsi di studio relativi allefigure professionali individuate ai sensi del presente arti-colo e previsti dal precedente ordinamento che non sianostati riordinati ai sensi del citato art. 9 della legge 19novembre 1990, n. 341, sono soppressi entro due anni adecorrere dal 1° gennaio 1994, garantendo, comunque, ilcompletamento degli studi agli studenti che si iscrivonoentro il predetto termine al primo anno di corso”. In con-seguenza di ciò, la formazione delle professioni sanitarie,a partire dal 1996, viene svolta esclusivamente dalleUniversità che, con l’emanazione della Tabella XVIII ter,attiva i Diplomi Universitari trasformati con i Decreti del2.04.2001 in Corsi di Laurea e Corsi di LaureaSpecialistica. A conferma di ciò, la legge 27 del 3 febbraio2006: “Conversione in legge, con modificazioni, del decre-to-legge 5 dicembre 2005, n. 250, recante misure urgentiin materia di università, beni culturali ed in favore di sog-getti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinego-ziazione di mutui”, all’art.4-quater (Disposizioni urgentiin materia di accesso alle professioni sanitarie) ribadisceche ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legisla-tivo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazio-ni, la formazione per l’accesso alle professioni sanitarieinfermieristiche, tecniche, della riabilitazione e della

prevenzione è esclusivamente di livello universitario. Conquesto ultimo passaggio legislativo non ci sono più dubbiche l’unica istituzione titolare della formazione per ifisioterapisti è l’Università e che, quindi, gli unici chepossono esercitare questa professione sono coloro chesono in possesso della laurea abilitante o di un titolo equi-pollente alla figura del fisioterapista tra quelli che sonostati individuati con Decreto Ministeriale del 27.07.2000che stabilisce, pertanto, quali titoli possono essere rico-nosciuti validi secondo il vecchio ordinamento. Da tutto quanto sopra ne deriva un quadro chiaro e defini-to per cui non si capisce perché ad oggi sul territorio siregistrano vari casi di abusivismo professionale che, ancorprima di danneggiare il professionista, danneggiano laPersona che abbisogna di cure riabilitative.Non si capisce perché si continua a parlare di accredita-mento e di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), dove unodegli elementi cardini per l’appropriatezza è la qualifica-zione dei professionisti che operano nelle strutture, e poinon si controllano i titoli dei professionisti impiegati.Non si capisce perché si continua a parlare di “buchi dellasanità” - solo nel settore riabilitativo si spendono circaquattrocento milioni di euro - e poi non si pongono in esse-re tutte quelle misure, più che per il controllo della spesa,per la razionalizzazione della spesa o meglio sarebbe perla sua “qualificazione”. Non si capisce perché si continuaa parlare di organizzazione della sanità, e quindi dellariabilitazione, e poi non si fa nulla per una adeguata edopportuna progettazione e pianificazione degli interven-ti, sottolineando sempre che nel nostro settore non esi-stono controlli sui carichi di lavoro e sul conseguenterapporto operatori/pazienti, non esiste un rapporto ade-guato tra la qualità della prestazione e la tariffa corri-sposta: è tanti anni che lo ripetiamo ma sembra quasiche agli amministratori la cosa non interessi. Il cittadino comune non capisce più tante cose, ma l’uni-ca cosa che percepisce è che deve pagare tasse semprepiù elevate e deve accontentarsi dei servizi riabilitativiche gli propinano. Ma tanto “Pantalone” paga sempre! Maquando si stancherà di pagare? O meglio, quando qualcheamministratore illuminato si deciderà a sentire le propo-ste delle persone che lavorano nel proprio campo e degliutenti e a metterci tutti attorno ad un tavolo per darevita a quella fase di democrazia partecipata che partendodai bisogni dei cittadini e con il supporto di quei profes-sionisti che, con umiltà e senza la pretesa di essere ipadroni della “scienza tuttiatrica” - i famosi “tuttiatri” dicui parlava in modo molto ironico ma drammaticamentereale il collega Cultrera - può realmente garantire unabuona qualità del servizio e conseguentemente una quali-tà della vita alle Persone che ne hanno bisogno?Speriamo che questa fase si realizzi al più presto e che labuona politica, intesa come processo democratico dicostruzione di regole, faccia finalmente il suo corso rea-lizzando un reale processo di cambiamento.

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documenti

Documento programmatico della Consulta delle Professioni Sanitarie Regione Sicilia

Consulta Professioni SanitarieRegione Sicilia

La Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Siciliana nasce dall’esigenza di costituire un organismo che rap-presenti le professioni operanti nell’ambito sanitario e che venga riconosciuta dalla Regione Siciliana quale inter-locutore essenziale nell’elaborazione delle politiche sulla Salute.La Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Siciliana è un organismo senza scopi di lucro, di partito o disindacato, che opera a livello regionale, nel pieno rispetto dell’identità, della specificità e della esclusività dellerispettive competenze di ciascuna delle professioni definite in base ai vari profili, all’ordinamento di studi e al codi-ce deontologico di ciascuna di esse. Attualmente è composta dai Collegi e dalle Associazioni Professionali operantinel settore sanitario, sostituiti dai relativi Ordini in seguito all’applicazione della L. 43/2006. La Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Siciliana ha il ruolo di interlocutore attribuito ad Ordini, Collegied Associazioni Professionali per quanto previsto dalla normativa nazionale in tema di salute con particolare riferi-mento ai D.L. 502/92 e 229/99 il cui art. 16 ter comma 3 prevede che “… le regioni prevedendo appropriate formedi partecipazione degli ordini e dei collegi professionali, provvedono alla programmazione e alla organizzazione deiprogrammi regionali per la formazione continua, concorrono alla individuazione degli obiettivi di interesse nazio-nale, elaborano gli obiettivi di specifico interesse regionale, accreditano i progetti di formazione di rilievo regio-nale ...”. Non rientrano tra gli scopi della Consulta, valutazioni o azioni che possono in qualsiasi modo limitare,modificare o ledere i contenuti dei profili professionali delle Professioni Sanitarie, istituite ai sensi della D.Lgs502/92 e successive modifiche. Qualora si verificasse la necessità di attivare iniziative legislative e/o regolamen-tari di carattere regionale che riguardano una singola professione, la Consulta dovrà astenersi da qualsiasi azioneche non coinvolga le rappresentanze regionali e nazionali della professione interessata. La Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Siciliana ribadisce l’opportunità di non procedere ad alcunaequivalenza fino al definitivo pronunciamento dei Tribunali di competenza relativamente alle istanze di ricorso pro-dotte da associazioni di professioni sanitarie per l’annullamento del provvedimento adottato dalla conferenza per-manente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in data 16 dicembre 2004. Alla Consulta delle Professioni Sanitarie della Regione Siciliana aderiscono, attraverso membri designati dai rispet-tivi Collegi ed Associazioni professionali, i rappresentanti regionali delle 22 Professioni Sanitarie individuate dalD.M. 29.03.2001, in possesso del profilo professionale e del relativo decreto di equipollenza.La Consulta delle Professioni Sanitarie si propone di risolvere in tempi brevi le problematiche essenziali per lo svi-luppo delle professioni sanitarie in tutti gli ambiti di lavoro, sia nel pubblico impiego, che nel privato convenzio-nato e nell’università. Specificatamente intende sollecitare con urgenza le forze politiche per:1. Dare attuazione alla legge 251/00, riconoscendo le potenzialità delle professioni sanitarie ed elaborando lineeguida per individuare le opportune strategie organizzative per realizzare in tutte le aziende sanitarie l’affidamen-to delle aree di competenza ai professionisti ed introducendo nuove modalità di organizzazione del lavoro.2. Attivare, in tutti gli atenei dell’isola, la Laurea magistrale per tutte le classi di laurea comprendenti le 22 pro-fessioni sanitarie.3. Realizzare un’analisi permanente dei bisogni formativi dei professionisti della salute che porti all'individuazionee alla definizione degli obiettivi formativi per l’Educazione Continua in Medicina attraverso la partecipazione diret-ta alla Commissione regionale ECM.Ulteriori obiettivi della Consulta sono:1. Creazione e gestione di un Osservatorio Regionale delle Professioni Sanitarie per il monitoraggio delle professio-ni e dei professionisti della salute e per la valutazione dell’esistenza delle condizioni per una completa attuazionedei dettati legislativi sulle professioni sanitarie.2. Sollecitare le organizzazione sindacali per realizzare un’armonizzazione del CCNL in tutti gli ambiti lavorativi.3. Promozione e diffusione di attività, studi, ricerche e/o pubblicazioni necessarie alle finalità della Consulta.In riferimento a quanto espresso, i Collegi e le Associazioni Professionali che sottoscrivono il presente documentosi impegnano altresì ad aderire formalmente alla Consulta ed ad attivarsi per creare una interlocuzione fattiva congli Organi istituzionali, universitari, e con le forze sociali, cui il documento sarà inviato, per lo sviluppo delle pro-fessioni sanitarie nell’interesse della tutela della salute dei cittadini.

Palermo, 18 luglio 2006

AIFI, FLI, ANTEL, Coord. Reg. Collegi TSRM, UNPISI, AsNAS

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Come e perchè investirenelle professioni sanitariedi Daniela Volpato*

La questione dell’istituzione degli Ordini delle pro-fessioni sanitarie non rappresenta come per altreprofessioni in questo paese la discussione più o

meno ideologica sul significato, il ruolo e il sistema diregole degli ordini delle professioni, ma un risultato tan-gibile per un sistema sanitario nazionale fra i più evolu-ti in Europa e che ha raggiunto numerosi traguardi in unperiodo temporale relativamente breve.Le professioni sanitarie con il percorso di riforma delsistema sanitario nazionale, dal Decreto Legislativo 502del 1992 e la Riforma Ter D.lgs 229 del 1999 (così dettariforma Bindi), e con tutto il percorso legislativo di evo-luzione dalla Legge 42 del 1999 sull’istituzione dei pro-fili sanitari, con la privatizzazione del rapporto di lavo-ro e la conseguente modifica contrattuale, con l’intro-duzione nella categoria dei laureati come accesso pertutte le professioni sanitarie e la dirigenza a seguitodella Legge 251 del 2000, con il percorso di riforma delsistema universitario e la previsione del nuovo ordina-mento di laurea di primo livello e della laurea magi-strale e il master, hanno realizzato un percorso di valo-rizzazione che ha attraversato in parallelo tutte le fasidi modificazione del sistema sanitario.Io azzarderei un’ulteriore affermazione: l’evoluzio-ne delle professioni sanitarie ha rappresentato la“chiave di volta” del sistema sanitario nazionale,una delle intuizioni più importanti del legislatorenell’ambito del processo di riforma degli anni ‘90giunto fino ai gironi nostri.Inoltre, il percorso di evoluzione del sistema sanita-rio con la riforma delle professioni sanitarie ha rap-presentato un sistema coerente e innovativo perquelle realtà locali e regionali, che hanno investitorealmente nel cambiamento e che hanno saputocogliere la sfida, con la partecipazione attiva dei pro-fessionisti, dei rappresentanti dei collegi, ordini eassociazioni e dei sindacati confederali.Queste scelte hanno permesso che in Italia oggi lasanità sia la seconda azienda nazionale per valoreaggiunto pari a 156 miliardi di euro, prima solo le atti-vità immobiliari, con il manifatturiero al 12° posto,questo perché il sistema dei servizi alla persona per lasua importanza e per la sua qualità sta diventandoprioritario per i cittadini e non ultimo anche per l’of-ferta pubblica e privata prodotta nel nostro paese.La sanità non può essere vista come un costo macome un servizio e un vantaggio per tutta la società,basti pensare che per ogni 10 euro prodotti la sanitàne genera 7 di indotto. Mi chiedo se tutto ciò sarebbe stato possibile se i600.000 professionisti non avessero acquisito il percorsodi formazione, di autonomia, responsabilità e conse-guente riconoscimento che le riforme hanno prodotto.Come CISL FP abbiamo una certezza, che resiste a qual-siasi obiezione politica o di merito, che le professioni

sanitarie in questi anni hanno realizzato un percorsostrategico per l’evoluzione del sistema sanitario nazio-nale, innovativo ed unico da prendere ad esempio peraltri sistemi produttivi e in altri paesi, questo percorsonon deve essere messo in discussione pena la messa indiscussione di tanto valore aggiunto per i servizi ai cit-tadini e un “brusco” ritorno indietro del livello quanti-tativo e qualitativo dei servizi.Questo percorso delle professioni si deve piuttosto evol-vere, attualizzare e ottimizzare; per fare questo ènecessario dare piena applicazione alla Legge 43 delfebbraio 2006, in particolare nei seguenti ambiti:- istituzione degli ordini delle professioni sanitarie; - istituzione definitiva delle funzioni di coordinamento; - declinazione dei professionisti in quattro livelli dispecializzazione.Ma soprattutto, tutto questo patrimonio evoluto con icambiamenti necessari deve divenire strumentocostante per la realizzazione dei piani e programmisanitari nazionali, regionali e locali delle ASL, nel-l’interesse dei cittadini.Tutto ciò è responsabilità di tutti i soggetti che fannopolitica, come titolari di un “bene comune”, ma soprat-tutto come protagonisti dei cambiamenti. Questo siaspetta la CISL in materia di professioni da questoGoverno, strategie e coinvolgimento, ma soprattuttoquesto dobbiamo fare tutti insieme per migliorare laqualità dei servizi alla persona nel nostro paese.

*Segretario Nazionale CISL Funzione Pubblica

Riabi l i tazione CulturaRiabi l i tazione CulturaONLUS

c/o Centro Studi di Neuroriabilitazione Cognitiva

Direttore Scientifico: Prof. C. Perfetti

R i a b i l i t a z i o n e C o g n i t i v aR i a b i l i t a z i o n e C o g n i t i v aQuadrimestrale di Scienza del Recupero

Abbonamento per l’anno 2006:- 42.00 individuale - 104.00 istituzionaleModalità di pagamento: tramite bonifico banca-rio intestato a: Riabilitazione Cultura Onlus -Banca Unicredit Spa, ag. Magrè Schio - c/c n. 400806 85 - CIN Eu 63, It Y, ABI 02008, CAB 60751. Specificare causale e nome del richiedente.Spedire in busta chiusa copia della ricevuta dipagamento e dati personali a: M. T. Vargiu -Segretaria Riabilitazione Cultura onlus c/o CentroStudi di Riabilitazione Neurocognitiva - Villa Miari,via Lesina di Sopra, 111 - 36014 Santorso (VI) -Tel 0445 599750 - fax 0445 599752 - email: [email protected]

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Anche da Palermo i prossimilaureati in Logopediadi Gianfranco Cupido*, Maria Rosa Paterniti**, Sabrina Petix***

L’apertura di un nuovo corso di laurea, porta consé il segno di un accrescimento culturale, oltreche professionale, tanto per coloro che, da frui-

tori, avranno la possibilità di acquisire strumenti piùadeguati per un più alto grado di specializzazione nel-l’ambito di studi prescelto, quanto, in un’ottica piùestesa, per coloro che, da utenti, potranno trarre sicu-ro giovamento dalla presenza di nuovi professionisti edoperatori che, grazie ad una più specifica preparazio-ne, saranno in grado di garantire un migliore apportodi qualità nel settore in cui andranno ad operare. Nel 1994, la scuola regionale per logopedisti già daanni presente a Palermo, chiudeva i battenti nell’atte-sa di essere re-istituita sotto forma di DiplomaUniversitario; intanto, nelle università di Catania e diMessina detti D.U. venivano attivati per un numero disoli cinque studenti per anno accademico.I dieci anni trascorsi da allora ad oggi, hanno portatocome conseguenza una prevedibile non corrispondenzafra la richiesta sempre crescente di logopedisti prove-niente tanto dalle strutture del S.S.N. quanto dai centridi rieducazione, dai pediatri, dai medici di base, dafoniatri, neuropsichiatri, neurologi oltre che, in parti-colar modo, dal mondo della scuola, ed il numero trop-po esiguo di terapisti presenti su un territorio aventeesigenze ogni giorno più pressanti. La ragione di talenumero di richieste trova una sua giustificazione nelfatto che la terapia logopedica si rivolge ad un range dipatologie molto ampio e prevede interventi riabilitativie screening di prevenzione su fasce di età che vanno dalneonato all’anziano, abbracciando un bacino di utenzacon esigenze, sintomatologie ed urgenze quanto maidifferenti fra loro. È compito del logopedista, infatti,intervenire su tutte quelle alterazioni, interruzioni,impossibilità acquisite o congenite, disturbi e difficoltàproprie della sfera della comunicazione intesa nella suaaccezione più vasta: voce, parola, mimica facciale,gesto, scrittura, relazione; tutto quanto riguarda l’ac-quisizione e l’uso di strumenti atti al raggiungimento diuna comunicazione interpersonale efficace ed adeguataalle necessità del paziente rientra nel campo dellarieducazione logopedica. Si aggiunga a ciò come, ad una prima stima dei dati rac-colti, sia su scala regionale che nazionale, in questi ulti-mi anni, i disturbi del linguaggio dell’età evolutiva, lepatologie della voce di origine disfunzionale, i disturbidell’apprendimento, i disagi della comunicazione di origi-ne socio-culturale, così come i disturbi del linguaggio dinatura affettivo-relazionale, sembrano aver avuto unincremento inaspettato la cui causa può essere addebita-ta tanto alle modificate abitudini e modalità di uso dellacomunicazione verbale, che ha visto progressivamenteabbassarsi il suo parametro qualitativo sia strumentaleche formale e contenutistico, quanto ad una nuova e piùaccorta attenzione da parte di medici, genitori ed inse-

gnanti, a tutti quei disturbi della comunicazione che, nonpotendo rientrare in un ambito di handicap o di patologiaorganica riconosciuta, venivano, in passato, sottovalutatie non ritenuti possibile oggetto di terapia. È pur vero, però, che l’incidenza crescente di dettidisturbi della comunicazione ha contribuito ad incre-mentare il numero già cospicuo delle patologie di per-tinenza dell’intervento riabilitativo logopedico quali:disartrie, dislalie, paralisi laringee, sindromi cromoso-miche, dislessie, disgrafie, balbuzie, sordità, ritardo dilinguaggio, disfonie, laringectomie, afasie, ritardi evo-lutivi, disfagie, disturbi generalizzati dello sviluppo,oltre che talune forme di autismo.Per tali ragioni, ma non solo, si è resa sempre più urgen-te la necessità di formare nuovi operatori del settorecosì da poter soddisfare un’esigenza sempre più pres-sante rilevabile su tutto il territorio regionale ed eccoperché, il tenere a battesimo il nuovo corso di laurea dilogopedia partito nell’anno accademico 2003/2004 che,dal 2006 vedrà laurearsi ogni anno venticinque logope-disti nell’Ateneo Palermitano sia da considerarsi unfatto tanto rilevante quanto più rispondente ad unaurgenza effettiva, soprattutto in considerazione dellacomprovata ampiezza del bacino di utenza a cui questatipologia di interventi riabilitativi si rivolge e a cui saràdunque possibile venire incontro con una più tempesti-va prevenzione e risoluzione dei problemi concernentila sfera dei disturbi del linguaggio.Sarà adesso compito delle strutture presenti sul territorioadeguare le proprie possibilità di accoglienza, incremen-tando il numero dei logopedisti all’interno delle propriepiante organiche, così da creare, in collaborazione conscuola e medici di base, le condizioni per un interventoche consenta una presa in carico non più aggravata damesi di lista d’attesa passati nella speranza di iniziare unaterapia logopedica con conseguente aggravamento o cro-nicizzazione della patologia. Creare le condizioni per par-lare di prevenzione e di intervento tempestivo adesso èpossibile ed, a vantaggio di ciò, sarà possibile avvalersianche dei nuovi supporti che la logopedia ha acquisito neltempo e che le hanno permesso di fornire risposte piùadeguate ed efficaci alle più svariate patologie. Pochi esempi bastano, infatti, per evidenziare come gliimpianti cocleari abbiano rivoluzionato l’iter riabilitativodelle sordità; la videofluorografia abbia consentito, inambito logopedico, un approccio più mirato alla soluzio-ne dei problemi della deglutizione legati a patologie neu-rologiche o ad esiti di chirurgia plastica ed oncologica deltratto orofaringeo e della laringe. Ed ancora, la terapiamiofunzionale per affrontare, uno fra tutti, i problemidella deglutizione atipica frequente nei bambini; lapedagogia relazionale del linguaggio come metodo diapproccio e di terapia per tutti quei disturbi della comu-nicazione di origine affettivo - relazionale ed ancora, l’u-tilizzo di strumenti valutativi più mirati e di protocolli

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standardizzati come il questionario MacArthur, il TPL (testdi primo linguaggio); PFLI (prova di valutazione del lin-guaggio infantile), il PEABODY ed il NAMIMING per valuta-re il vocabolario recettivo, la abilità di denominazione, lacomunicazione aumentativa ed alternativa.Poter comunicare nel migliore dei modi possibile è unanecessità oltre che un diritto di ogni paziente che sitrovi a convivere con disagio o con un handicap talvol-ta del tutto invalidante. A tale legittimo e primariobisogno di migliorare la propria qualità di vita, èimpossibile non dare risposte efficaci, tempestive ed

adeguate operando con tutte le risorse umane edamministrative per perseguire l’obiettivo di un dirittoalla salute in cui, la possibilità per ciascuno di poteracquisire, migliorare o recuperare le proprie abilità dicomunicazione, sia considerata una priorità cui nonapporre più deroghe.

*Presidente del Corso di Laurea di Logopedia

**Coordinatrice del Corso di Laurea di Logopedia

***Docente del Corso di Laurea di Logopedia

documenti

Come si evince dalla PDL che ho presentato e di cui ho chiesto la calendariz-zazione in Commissione Cultura, ritengo necessario e urgente intervenire perabrogare la norma sull’equipollenza. Sbagliato e dannoso è equiparare chi hadue lauree che hanno in larghissima e prevalente parte percorsi e indirizzidiversi. Quella del Fisioterapista è infatti una professione sanitaria. Chi si lau-rea in Scienze Motorie non ha titolarità e competenze per rientrare in questacategoria, e la sovrapposizione di alcune materie , nel primo anno di studi, nonpuò certo giustificare questa equipollenza. Qui non si tratta di tutelare interessidi nessuna categoria professionale, ma di tutelare la salute dei cittadini. Ilpunto è questo ed è condiviso dal Governo.Mi spiace che le audizioni volute dal Relatore in Commissione Cultura, abbia-no un po’ squilibrato il campo del nostro intervento, in ogni caso, io penso cheil percorso parlamentare debba proseguire unicamente verso l’abrogazionedella equipollenza. Successivamente con altra PDL, quindi con un altro iter,affronteremo i problemi, certamente importanti dei laureati in Scienze Motorie,anche su questo Rifondazione Comunista farà le sue proposte.

*Capogruppo di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea in Commissione Cultura

Abrogare la norma sull’equipollenzaOn. Titti De Simone*

Dalla Newsletter AIFI del 05.11.2006

DELIBERA DELL’ANTITRUST: LA PUBBLICITÀ DI TECNICA 2000 È INGANNEVOLELa scuola Tecnica 2000 è colpevole di aver fatto pubblicità ingannevole, per aver indicatoche i propri corsi rilasciano titoli equipollenti a quelli dei fisioterapisti. Per questo non potràpiù usare lo stesso messaggio e dovrà pagare una sanzione pecuniaria di 23.600 euro. A stabilirlo è stata l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha accolto inpieno le tesi dell’Aifi, che aveva richiesto l’intervento dell’Antitrust per i messaggi pubbli-citari diffusi da Tecnica 2000 attraverso Internet e tramite affissione stradale, riguardanti icorsi per “terapisti della riabilitazione - Massaggiatori - Puericultrici”. I messaggi sono statiritenuti “idonei a indurre in errore i consumatori” si legge nella delibera dell'Authority, “conriferimento alla natura e caratteristiche delle ‘scuole sanitarie’ pubblicizzate e alla validitàdei titoli rilasciati per i corsi di Terapia della riabilitazione, con conseguente pregiudizio peril loro comportamento economico”.

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Piano Triennale: l’importanzadella presa in carico di Giuseppe Fiolo*

L’OMS ha da qualche anno intrapreso una vera e pro-pria rivoluzione culturale nel campo della disabilitàcon l’emanazione della Classificazione Internazionale

del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Questonuovo strumento ha, finalmente, invertito un trend con-cettuale e comportamentale negativo nella considerazionedella Disabilità. Attraverso l’I.C.F., il massimo organo mon-diale in tema di salute, superando gli schemi e le imposta-zioni correnti, “abolisce” ogni riferimento terminologico esostanziale all’handicap come “status” e sofferma l’atten-zione sul funzionamento dell’uomo, con la sua specificacondizione di salute e inserito nel proprio contesto socialee ambientale. In questo modo il concetto di handicap scom-pare e, insieme ad esso, quello di “diversità”, poiché la dis-abilità non deriva da uno svantaggio sociale ma esiste poi-ché vi è una condizione sfavorevole determinata dall’am-biente che impedisce la piena inclusione della persona conun determinato stato di salute. Esiste, quindi, una personache ha un proprio modo di esprimersi attraverso il corpo edil movimento, secondo modalità e caratteristiche indivi-duali e, per certi versi, “uniche e irripetibili”. Per miglio-rare la qualità della vita dobbiamo, quindi, essere in gradodi cogliere tutte le sfumature dell’esprimersi per elabora-re progetti che soddisfino le esigenze di ognuno.Partendo da questo concezione culturale si sono avuti giàda tempo dei cambiamenti legislativi, primo fra tutti laLegge n. 328/2000 che unitamente alle normative regiona-li, a partire dal Piano Triennale per le politiche per le per-sone con disabilità, devono cambiare necessariamente lestrategie di intervento mettendo al centro la Persona condisabilità e la sua famiglia. La legge n. 328/2000 all’artico-lo 14 comma recita che “Per realizzare la piena integra-zione delle persone disabili di cui all’art. 3 della legge 5febbraio 1992, n. 104, nell’ambito della vita familiare esociale, nonché nei percorsi dell’istruzione scolastica oprofessionale e del lavoro, i Comuni, d’intesa con le azien-de unità sanitarie locali, predispongono, su richiesta del-l’interessato, un progetto individuale” che “comprende,oltre alla valutazione diagnostico-funzionale, le prestazio-ni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitarionazionale, i servizi alla persona a cui provvede il Comunein forma diretta o accreditata, con particolare riferimen-to al recupero e all’integrazione sociale, nonché le misureeconomiche necessarie per il superamento di condizioni dipovertà, emarginazione ed esclusione sociale. Nel proget-to individuale sono definiti le potenzialità e gli eventualisostegni per il nucleo familiare”. Ecco allora che in questocontesto trovano la loro ragione d’essere i Piani di Zonaprevisti dalla legge 328 e specificatamente, parlando di dis-abilità, la predisposizione, quindi, del Progetto Individuale,per realizzare la piena integrazione delle persone disabilinell’ambito della vita familiare e sociale, nonché nei per-corsi dell’istruzione scolastica o professionale e del lavoro.La Regione siciliana, comunque, già con il Piano SanitarioRegionale, aveva introdotto il punto 5.5.13. che sostiene

che “è necessario che la presa in carico del soggetto insituazione di handicap avvenga all’interno di unProgramma globale unitario, che preveda quattro ambitidi intervento: sanitario o clinico-riabilitativo (terapeuti-co), integrazione scolastica, integrazione socio-economi-ca o lavorativa, inserimento ed integrazione sociale conla tutela dello stato giuridico”.Tutto questo deve tradursi necessariamente in quello cheviene definita “presa in carico”: processo integrato e con-tinuativo e governo di un insieme articolato e coordinatodi interventi che incidono sulle condizioni che ostacolanol’inserimento sociale, scolastico e lavorativo e favorisconoil più completo dispiegarsi della personalità dei singoliindividui. Ruolo determinate hanno, quindi, il lavoro diequipe, l’integrazione degli interventi, l’attuazione di unametodologia di lavoro finalizzata a questo come il “lavorodi rete”. Il Piano triennale in favore delle Persone con dis-abilità emanato dalla Regione siciliana si è dotato di unstrumento, l’Unità di Valutazione della Disabilità (U.V.D.).Il punto 4.3. del Piano triennale recita che “il disabile chene fa richiesta, direttamente o attraverso il nucleo fami-liare, può richiedere alla unità di valutazione della disabi-lità (U.V.D.) risposte in merito all’accoglienza, all’analisidei bisogni individuali, servizi di orientamento e un pro-getto globale di presa in carico. La UVD espleta le propriefunzioni, ai sensi del punto 5.5.13. del PSR, di concerto conil servizio sociale del comune, ai sensi dell’art. 14, comma1 e 2 della legge quadro n. 328/2000, realizzando di fattoun raccordo operativo bidirezionale, concertato con la per-sona disabile e/o con la famiglia”. La Presa in carico risul-ta essere tanto determinante per la qualità della vita quan-to assente nel territorio. Secondo quanto si registra dall’a-nalisi dei dati prodotti dal Progetto SIRIS, infatti, la percen-tuale più alta di richieste fatte dalle Persone con disabilitàe dalle loro famiglie riguarda la necessità della presa in cari-co; contestualmente si denuncia la mancanza della predi-sposizione del Piano Globale unitario di interventi previstianche dal punto 5.5.13 del Piano Sanitario Regionale.Nella Regione Siciliana sembra che sia già tutto scritto,normato e predisposto anche se si registra nella quotidia-nità, come testimoniato dai dati raccolti, una non buonaqualità della vita per le Persone con disabilità. Ed allorabisogna passare all’azione per rendere il più fruibile datutti quanto previsto dalla normativa vigente. Bisognamettere in atto quanto richiesto dallo stessoCoordinamento H, organizzazione rappresentativa dellePersone con disabilità, che sostiene che “bisogna supera-re la dicotomia esistente in Sicilia tra le buone normeemanate e la carenza e l’inadeguatezza dei Servizi nelterritorio”. Necessità di confronto, quindi, per dare uncontributo ed attuare quanto programmato, nel pienorispetto di ciò che è richiesto dalle persone con disabilitàper la qualità della vita.

*Amministratore Delegato CAPP Cooperativa sociale

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Politiche sociali a favore dellepersone con disabilitàdi Salvatore Crispi*

Il Coordinamento H per i diritti delle Persone con dis-abilità nella Regione Siciliana, a cui aderisconoAssociazioni di Persone con disabilità fisica, psichica

e sensoriale e loro familiari, ritiene indispensabile cheil Governo regionale continui l’azione iniziata con quel-lo precedente che ha istituito il Tavolo tecnico per larealizzazione delle Politiche sociali sull’Handicap nellaRegione Siciliana e ha emanato il Piano Triennale infavore delle Persone con disabilità.Compiuta questa prima azione progettuale, adesso,bisogna attuare il Piano triennale e concretizzare nelterritorio quanto da esso previsto.Per fare ciò vi è bisogno che ricomincino i lavori del Tavolotecnico e che gli Assessorati competenti svolgano il lororuolo emanando i Decreti attuativi in riferimento allelinee direttive del Piano stesso.Le problematiche emergenti sono quelle più volte segna-late e di seguito ribadite:- Attivarsi per tradurre in realtà la Presa in Carico dellaPersona con disabilità realizzando, quindi il compito pri-mario del Piano che è quello di “sviluppare percorsi inte-grati e politiche concertative non solo tra enti ma, con lepersone, le famiglie, le loro rappresentanze associative,per avviare sinergie indispensabili alla presa in carico deldisabile e della sua famiglia, alla soluzione dei problemi”.- Dare piena esecutività ai Piani di Zona nel territorio affin-ché la Legge n. 328/2000 sia attuata concretamente e rap-presenti quello strumento operativo di raccordo tra il Pianotriennale e il Piano Sanitario Regionale così da realizzareun’integrazione effettiva tra i servizi sanitari e sociali.- Applicare il Piano Sanitario Regionale soprattutto perquanto riguarda le Persone con disabilità, secondo la normadedicata a loro che prevede, appunto, nel paragrafo 5.5.13l’integrazione dei servizi e degli interventi necessari nel-l’arco di tutta la vita delle stesse Persone con disabilità, inlinea con l’art. 14 della legge n. 328/2000.- Rendere concreta l’integrazione scolastica mediantel’intervento della Regione, che, attraverso i suoi EntiLocali, deve fornire i servizi di supporto indispensabili,favorendo e sostenendo l’aggiornamento della didattica el’attività formativa con qualificati interventi, che coin-volgano tutti i soggetti impegnati nel mondo della scuola,per guardare, più che alle eccellenze, alle potenzialitàdegli alunni in difficoltà.

- Riformare la formazione professionale per offrire allePersone con disabilità le giuste opportunità affinché glistessi corsi non diventino comode, ma problematiche areedi parcheggio.- Perseguire l’integrazione lavorativa applicando in primoluogo la legge 68/99 sollecitando non solo le aziende pri-vate ma anche gli enti pubblici affinché l’inserimento lavo-rativo delle Persone con Disabilità sia concreto e reale.- Organizzare adeguatamente i Servizi di Riabilitazioneaffinché garantiscano alle Persone con disabilità efficien-za, efficacia, economicità e trasparenza.- Ridefinire le regole per la concessione degli ausili chesiano realmente parte integrante di un Progetto per ilsuperamento della disabilità.- Realizzare servizi socio-educativi diurni e strutture resi-denziali alternative (case-famiglia, comunità alloggio, ecc).- Tutelare le Persone con disabilità gravi attraverso lacreazione di un fondo di finanziamento regionale.- Sviluppare e potenziare il progetto del “DOPO DI NOI”per garantire le Persone con disabilità che non hannopiù una famiglia.-Garantire l’accessibilità a tutti i cittadini, comprese lePersone con disabilità, sia negli edifici pubblici o aperti alpubblico sia nei mezzi di trasporto di linea urbana edextra urbana mediante una continua politica per l’elimi-nazione delle barriere architettoniche.- Garantire ed adeguare l’accessibilità alle nuove tec-nologie informatiche.- Razionalizzare ed adeguare le risorse economiche rispet-to alle priorità sopra elencate nel documento. Per dare una reale svolta alla politica a favore dellePersone con disabilità in Sicilia, per impostare una realeprogrammazione, che consenta, tra le altre cose, l’ap-plicazione delle normative esistenti, per stimolare l’ese-cutività del Piano triennale a favore delle persone condisabilità e per rendere omogenei e funzionali i servizi egli interventi sul territorio della nostra Isola, la legisla-zione a favore delle Persone con disabilità deve essereapplicata nella lettera e nello spirito anche nella nostraRegione. Bisogna superare la dicotomia esistente inSicilia tra le buone norme emanate e la carenza e l’ina-deguatezza dei Servizi nel territorio.Si ribadisce il concetto più volte espresso che la crescitadi una società, che vuole definirsi civile, si misura, soprat-tutto, sulla qualità dell’aiuto e del sostegno che è ingrado di dare ai suoi cittadini più deboli, per evitareforme di emarginazione, che attualmente sono evidenti.Recuperando la cultura della solidarietà che valuti, tra lealtre cose, la diversità come uno degli elementi fonda-mentali della normalità, bisogna fare in modo che lanostra società e la sua classe dirigente comprendano chela tutela dei diritti dei cittadini e la solidarietà devonoessere sempre posti al centro dell’attenzione.

*Responsabile del Coordinamento per i diritti degli handicappati nella Regione Siciliana

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Fibrosi Cistica: adeguare leterapie alla persona di F. Pardo*, M. L. Furnari**, S. Barrale, M.R. Bonaccorso, G. Damiani, C. Lo Piparo***

La Fibrosi Cistica (FC) è la malattia genetica più dif-fusa nei paesi di razza bianca. È trasmessa da duegenitori portatori sani, attraverso un gene mutato

(CFTR); i genitori portatori sani possono generare un figliomalato in ¼ dei casi. Tale patologia è data da un difettodi una proteina, la cui mancanza o scarso funzionamento,dà un’alterazione delle secrezioni di molti organi, chediventano dense. Le complicanze polmonari sono quelleche nel tempo condizionano la prognosi.Le forme cliniche della FC sono molto variabili con undecorso diverso; esso dipende in parte dal tipo di muta-zioni, ma anche dalla precocità della diagnosi e dalleterapie effettuate. Si conoscono oggi anche quadri mono-sintomatici; questi pazienti sono diagnosticati in età adul-ta con forme di malattia lievi. L’incidenza di tale patolo-gia è di 1:2.500 nella razza bianca, di 1:17.000 nella razzanera e di 1:90.000 negli asiatici. Se alle forme classiche siaggiungessero le forme atipiche sicuramente tale inciden-za subirebbe un netto incremento. In Italia l’incidenza èdi 1:4238 con una notevole differenza da regione a regio-ne: 1:2.900 in Veneto, 1:4.600 in Sicilia, 1:6.800 inCampania. Elevata è anche la frequenza dei portatori saniche è di 1:27; proprio alla individuazione di questi ultimisi è indirizzata in questi ultimi anni la ricerca genetica. Lacronicità e la sua evolutività, caratteristica ancora oggidella prognosi, necessitano di un approccio diagnosticocomplesso e soprattutto di cure continue in centri spe-cialistici e a domicilio del paziente per tutta la vita. Ilpaziente è al centro di un microcosmo che vede il perso-nale dedito alla sua assistenza indirizzare tutti i proprisforzi al rallentamento della progressione della malattia,alla prevenzione delle complicanze ed al conseguimento,in genere, di un miglioramento fisico e psicologico nel-l’ottica di una migliore qualità di vita. Il destino della salute del malato cronico ed il successodelle sue cure sono condizionate dalla possibilità di ade-guare le terapie alle capacità che il soggetto (o la fami-glia) ha di gestirle, all’interno dei progetti di vita dellerelazioni sociali e della complessità della vita di ogni gior-no. Per far ciò è necessario l’intervento di numerose figu-re professionali che interagiscono tra loro ma soprattuttocon il malato. La cronicità, l’evolutività e la sistemicità ditale malattia fanno sì che vi siano numerose implicazioni:genetiche, cliniche, psicosociali, scientifiche ed organiz-zative. Per questo motivo la legge 548 del 1993 ha per-messo l’istituzione di Centri Regionali per la diagnosi ecura della FC con obiettivi ben precisi di diagnosi, cura eriabilitazione. I centri, inoltre, devono occuparsi dellaorganizzazione e del coordinamento delle attività sanita-rie locali, della formazione del personale e della divulga-zione alla popolazione delle implicazioni sociali dellamalattia. A Palermo esiste presso l’Ospedale dei BambiniG. Di Cristina il Centro Regionale per la cura e per la pre-venzione della Fibrosi Cistica. Le terapie della FC sononumerose e continue. Esse si basano principalmente sul

trattamento dell’insufficienza digestiva e delle compli-canze respiratorie. Le manifestazioni polmonari vengonocurate e prevenute con aerosolterapia associata a tecni-che di fisioterapia respiratoria; le infezioni polmonarivengono trattate con antibiotico terapia. Vi sono poi trat-tamenti delle varie complicanze. Notevoli aspettativedanno oggi il trapianto polmonare ed epatico nei casi dimalattia molto avanzata.Nel passato l’obiettivo principale della fisioterapia in FCera il drenaggio delle secrezioni bronchiali per ridurre isintomi respiratori. Il termine fisioterapia, ai giorninostri, ha assunto una accezione diversa. Essa è una com-binazione adeguata di terapia inalatoria, tecniche di clea-rance respiratorie, educazione all’esercizio fisico. Il ruolodel fisioterapista, concordandolo con il paziente e con lafamiglia, è quello di stabilire un regime terapeutico indi-vidualizzato, ragionevole ed efficace.In definitiva si tenta con la fisioterapia di interrompere ilcircolo vizioso “produzione di muco - ostruzione - infezio-ne - broncopatia”, di mantenere una buona resistenza allosforzo fisico ed una buona postura. Esistono e sono prati-cate nel mondo varie tecniche quali, per esempio, il dre-naggio posturale, la tosse guidata, la tecnica dell’espira-zione forzata, il ciclo attivo di tecniche respiratorie, ildrenaggio autogeno, il flutter, la pep mask ed altre. Presso il Centro Regionale di Palermo le tecniche sopracitate sono tutte conosciute sia dal punto di vista teoricoche pratico: tutti i pazienti svolgono un programma quo-tidiano di fisioterapia a partire dal momento della dia-gnosi. Viene spiegato ai genitori e/o direttamente aipazienti perché devono effettuarla, i principi d’azionedelle tecniche che vengono insegnate, quanto, quando ecome applicarle, come modularle al bisogno; vengonodate istruzioni verbali e scritte che, nei controlli succes-sivi, sono verificate, rafforzate, rispiegate. Si analizza neltempo se la situazione è stabile o se è necessario modifi-care il programma. Si cerca, appena possibile, di intro-durre elementi di partecipazione per facilitare una preco-ce autonomia. I fisioterapisti cercano insieme ai genitorie ai pazienti la strategia migliore per affrontare i proble-mi in modo individuale. La fisioterapia ideale non esiste,ma si cerca di attuare un programma facile da eseguire,non stancante, efficace, che crei minore interferenzanella vita quotidiana e che dia maggiore indipendenza emaggiore padronanza della tecnica fisioterapica. Tecniche di disostruzione bronchiale, fisioterapia respira-toria, riallenamento allo sforzo e rieducazione funzionaledopo chirurgia, insieme a tutti gli strumenti riabilitativiutilizzati per altre patologie respiratorie, devono quindifar parte del bagaglio culturale dei fisioterapisti, sia cheessi si trovino ad operare in strutture ospedaliere sia che,invece, operino sul territorio.

* Direttore Centro Regionale FC Palermo** Dirigente Medico Centro Regionale FC Palermo

*** Fisioterapista Centro Regionale FC Palermo

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R.P.G. e revisione della E.B.M.nel “dolore di spalla”di Orazio Meli*

Obiettivo di questo studio è quello di verificare,nella sua prima parte, l’efficacia del trattamen-to del “dolore di spalla” attraverso una revisio-

ne della Evidence Based Medicine (E.B.M.), basata suricerche specifiche su banche dati elettroniche e suuna sintesi delle migliori prove di efficacia, mentrenella seconda parte propone uno studio controllato sudodici atleti con “dolore di spalla”, praticanti unosport di lancio, tendente a verificare la validità dellametodica riabilitativa Rieducazione Posturale Globale(R.P.G.), confrontata con la terapia fisica. Sei di lorosono stati sottoposti a trattamento riabilitativo conRieducazione Posturale Globale, mentre gli altri sei, dicontrollo, sono stati trattati con terapia fisica. Perquanto riguarda lo studio che si è servito della revisio-ne della E.B.M., i criteri di inclusione sono stati iseguenti: presenza del dolore di spalla, inteso, indi-pendente dalla patologia sottostante, come un doloreche si origina da o intorno alla spalla, dalle articola-zioni gleno-omerale, acromion-claveare, sub-acromia-le, scapolo-toracica e dai tessuti molli circostanti.Tale studio ha permesso di riscontrare che le patologiepiù frequenti della spalla sono extra-articolari, edinteressano la cuffia dei rotatori, la borsa sub-acro-miale, la capsula articolare, il labbro glenoideo e ilegamenti.La revisione ha inoltre permesso di rilevare che lepatologie della cuffia dei rotatori sono associate a con-dizioni specifiche: - condizioni di sovraccarico;- instabilità gleno-omerale e acromion-claveare;- squilibrio muscolare;- anomalie anatomiche (arco coraco-acromiale strettoo acromion uncinato);- degenerazione senile della cuffia.Sono inoltre emersi alcuni aspetti critici della revi-sione, ed in particolare: scarsa uniformità deglistudi, metodologia di studio carente, spiccata ete-rogeneità della popolazione studiata, nonché degliindicatori di risultato. Pur riscontrando numerosi studi sull’argomento, si èosservato che essi erano scarsamente finalizzati su unobiettivo specifico ed inoltre il “dolore di spalla” nonpuò essere considerato una diagnosi. Gli studi analiz-zati non consentivano di concludere positivamentecirca l’efficacia del trattamento fisioterapico nel“dolore di spalla”.In funzione di quanto detto sopra, sarebbero quindinecessari studi controllati e randomizzati su interven-ti specifici e per patologie definite. Nella secondaparte del lavoro si propone uno studio controllato sudodici atleti con “dolore di spalla” praticanti sport dalancio, sei dei quali trattati con RieducazionePosturale Globale e sei, di controllo, con terapia fisi-ca, ed in particolare con ultrasuoni e t.e.n.s. Tale stu-

dio è stato completato attraverso l’analisi delle car-telle riabilitative dei dodici atleti di età compresa trai 26 e i 32 anni, trattati nel periodo compreso tra feb-braio 2001 e il novembre 2003.I criteri di inclusione dello studio sono stati i seguenti: 1. popolazione composta da n. 12 atleti praticanti pal-lanuoto che riferivano dolore in sede anteriore dellaspalla da oltre sei mesi che si riacutizzava con il lancio;2. diagnosi di tendinite del capo lungo del bicipitebrachiale;3. indicatore di risultato, che nel caso specifico è statala Assessment Shoulder Elbow Scale (A.S.E.S.), scala divalutazione utilizzata dalla Società Americana diChirurgia del gomito e della spalla.Dei 12 atleti considerati 3 sono stati sottoposti, primadel trattamento riabilitativo, ad artroscopia per copre-senza di instabilità di spalla dovuta a lesione della cuf-fia dei rotatori; il persistere della sintomatologia dolo-rosa attribuibile alla tendinite del capo lungo del bici-pite brachiale giustificava il successivo invio al tratta-mento riabilitativo. Dei 3 atleti 2 sono stati sottopostia Rieducazione Posturale Globale ed 1 è stato sottopo-sto a terapia fisica.Le ipotesi che si possono avanzare nel determinismomeccanico della patologia sono: - sovraccarico concentrico durante la contrazione(lancio);- mantenimento dell’arto superiore in “sospensione” inabduzione e rotazione esterna durante il lancio;- traumatismo diretto o indiretto da contrasto.Tutte le precedenti attività provocano comunque ilmantenimento in accorciamento del muscolo bicipitebrachiale, determinando, nel tempo, una riduzionedella elasticità dello stesso.La terapia fisica si poneva lo scopo di ridurre lo statoinfiammatorio e la sintomatologia dolorosa, il tratta-mento con la Rieducazione Posturale Globale aveva ilfine anche di restituire la corretta morfologia articola-re e la normale sinergia muscolare dell’articolazionedella spalla. Il gruppo di sei atleti trattati con laRieducazione Posturale Globale è stato sottoposto aduna valutazione posturale, facendo anche uso deglispecifici test previsti dalla metodica, ed ad una osser-vazione dell’assetto posturale nella posizione ortosta-tica. Da questa osservazione si è notato che, natural-mente, non tutti i soggetti mostravano lo stesso atteg-giamento posturale, ma che tutti riportavano invecealcuni atteggiamenti sovrapponibili fra di loro in parti-colare dal lato dell’arto con cui eseguivano la gestua-lità specifica: spalla elevata, scapola abdotta dallacolonna vertebrale, scapola ruotata sul piano frontalecon risalita dell’angolo supero-interno, angolo inferio-re della scapola “scollato”, dorso piatto, gomito inflessione e braccio in rotazione interna.

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Da ciò non è comunque possibile concludere, per quan-to lo si può però sospettare, che ci sia una relazionetra l’attività sportiva praticata e l’atteggiamentoposturale di cui sopra. Va inoltre sottolineato chequattro atleti tra loro riferivano pure disturbi al rachi-de cervicale che è stato contestualmente trattato.Conclusioni.Per quanto riguarda il gruppo che è stato trattato conla terapia fisica è stato somministrato un ciclo di n. 20sedute di ultrasuoni e t.e.n.s. con una frequenza gior-naliera, per cinque giorni la settimana. Alla fine delle20 sedute si sono registrati i seguenti risultati:- un soggetto ha riferito riduzione della sintomatologiadolorosa durante il lancio;- tre soggetti non hanno riferito alcuna modificazione;due soggetti hanno riferito peggioramento durantel’attività.Inoltre si è registrata una soddisfacente congruità trai dati soggettivi ed oggettivi relativi alla sintomatolo-gia riferita dai soggetti e i dati fatti registrare dallasomministrazione della A.S.E.S.Per quanto riguarda il gruppo trattato con RieducazionePosturale Globale il trattamento ha previsto un ciclo diventi sedute con una seduta giornaliera con frequenzabisettimanale. Sono state somministrate “posture”terapeutiche in scarico in chiusura delle braccia (60%) ein apertura delle braccia (40%) con apertura coxo-femo-rale (70%) e chiusura c. f. (30%). In carico chiusura brac-cia, apertura e chiusura coxo-femorale.Le manovre terapeutiche più ricorrenti durante lesedute sono state: - la contrazione isotonica eccentrica in rotazione ester-na dell’omero per rilasciare il piccolo rotondo durantele posture terapeutiche in apertura delle braccia;- contrazione isotonica eccentrica del bicipite brachia-le in chiusura delle braccia sempre con l’obiettivo iprovocare il rilasciamento evocando il riflesso miotati-co inverso. Cinque dei sei soggetti trattati con laR.P.G. hanno riferito, alla fine del ciclo riabilitativo,“significativa” riduzione della sintomatologia duranteil lancio, un soggetto ha riferito scomparsa del dolore

durante il lancio, tutti hanno riferito miglioramentodel dolore durante la performance sportiva.Anche in questo caso è stata registrata una buona con-gruità tra i dati soggettivi ed oggettivi relativi allasintomatologia riferita dai soggetti e i dati fatti regi-strare dalla somministrazione della A.S.E.S.Le posture terapeutiche che hanno dimostrato maggio-re efficacia sono state quelle in chiusura delle braccia;tale dato è stato possibile rilevarlo dal punteggio attri-buito ai singoli test che vengono eseguiti prima e dopola seduta terapeutica. Inoltre è stato possibile riscon-trare che praticando, alla fine della seduta, degliesercizi di “integrazione dinamica” facendo uso del-l’immagine motoria, si riusciva meglio a fissare la cor-rezione morfologica e la sinergia funzionale.In definitiva si può concludere che la pratica dellapallanuoto predispone ad atteggiamenti posturali nonfisiologici, con caratteristiche simili, determinatidalle modificate sinergie muscolari e può provocaresovraccarichi alle strutture muscolo-tendinee dellaspalla (per es. capo lungo bicipite), che il riequilibriodelle tensioni muscolari “anomale” si accompagna adun miglioramento della sintomatologia dolorosa gra-zie ad un recupero della funzione meccanica ed a unmiglioramento soggettivo della funzione specifica dellancio ed è quindi utile procedere verso il recupero diun fisiologico “riequilibrio” delle tensioni muscolari,tentando di ritrovare la corretta morfologia, sinoni-mo di corretta funzione, specie se si associano eser-cizi di “integrazione dinamica” che riproducono ilgesto atletico, al fine di fissare nel tempo il recupe-ro della funzione.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALEBosco C., La forza muscolare. Aspetti fisiologici ed applicazioni pratiche.Prima edizione. Roma: Società stampa sportiva, 1997.Grossembacher P. G., Lovelace C. T.,(2001) Mechanisms of synesthe-sia: cognitive and physiological contraints. In: TRENDS in CognitiveSciences-Vol. 5, No. 1.Guissard N., Duchateau J., Hainaut K., Muscle stretching and motoneuronexcitability. - Eur J Appl Physiol 1988 58:1-2 47-52.Mayhew T.P., Rothstein J.M., Finucane S.D., Lamb R.L., Muscular adapta-tion to concentric and eccentric exercise at equal power levels - Med SciSports Exerc 1995 Jun;27(6):868-873.Meli O., Organizzazione motoria, postura, esercizio, in: Atti delConvegno “La globalità dell’intervento in riabilitazione”. Bergamo, 9-10 maggio 1997.Meli O., La rieducazione posturale globale nello sport: aspetto preventi-vo e terapeutico, in: Atti del I° Convegno nazionale dell’AssociazioneItaliana di Rieducazione Posturale Globale. Catania, 7 ottobre 2000.Souchard Ph., Basi del metodo di rieducazione posturale globale - Il"Campo Chiuso". Seconda edizione italiana alla seconda francese. Roma:Marrapese,1994.

*Fisioterapista Asl 3 di CataniaPresidente Associazione Italiana Rieducazione Posturale Globale

Docente Accreditato per l'insegnamento della Rieducazione Posturale Globale

ASSICURAZIONE PROFESSIONALEASSICURAZIONE PROFESSIONALEPer i fisioterapisti iscritti all’AIFI nel 2006 è stata stipulata una convenzione nazionale per una “Polizza assicurativa diResponsabilità Civile del Fisioterapista” con la Italiana Assicurazioni, Agenzia Generale di Genova “Brignole”, via Malta 4/8 -16121 Genova - Tel. 010/565582/3/4 - Fax 010/543617. L’associato che intende avvalersi della convenzione dovrà provvede-re al pagamento di € 40.00 sul c/c postale n° 46755005 intestato a A.I.FI. Nazionale indicando come causale “adesione poliz-za assicurazione professionale anno 2006”. Il modulo di adesione è disponibile sul sito nazionale dell’AIFI. La polizza prestacome massimali per sinistro € 1.000.000,00 e come massimo risarcimento annuo € 1.500.000,00 per la parte di sola RCT, perla garanzia di RCO di € 500.000 con il limite di danni a persona di € 250.000. Per coloro che aderiranno per la prima volta all’as-sicurazione nel 2006, la copertura assicurativa sarà valida dal 28 febbraio 2006, data di inizio-scadenza della polizza.

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SCALA per la VALUTAZIONE FUNZIONALE della SPALLA della Società Americana di Chirurgia del Gomito e della Spalla - ASES

COGNOME e NOME …………………………………………………………………..Valutazione del............................ Lato leso: DX I. DOLORE

5 nessuno4 leggero3 dopo attività inusuali2 moderato1 marcato0 completa disabilitàNV non valutabile

II. MOVIMENTOa) Paziente seduto:1. Elevazione (flessione) attiva totale dell’arto: °

2. Rotazione interna passiva (segnare il punto raggiunto dal pollice nella zona posteriore al tronco):

1 non raggiunge il trocantere 11 raggiunge T112 raggiunge il trocantere 12 raggiunge T103 raggiunge il gluteo 13 raggiunge T94 raggiunge il sacro 14 raggiunge T85 raggiunge L5 15 raggiunge T76 raggiunge L4 16 raggiunge T67 raggiunge L3 17 raggiunge T58 raggiunge L2 18 raggiunge T49 raggiunge L1 19 raggiunge T3

10raggiunge T12 20 raggiunge T2

3. Rotazione esterna attiva con l’arto a lato (esteso lungo il fianco): °

4. Rotazione esterna passiva con l’arto abdotto di 90°: ° (segnare NV se non raggiunge i 90° di abduzione)b) Paziente supino:1. Elevazione passiva totale dell’arto: °2. Rotazione esterna passiva con l’arto a lato: °

III. FORZA(5 = normale, 4 = buona, 3 = discreta, 2 = scarsa, 1 = tracce, 0 = assente, NV = non valutabile)

a) Deltoide anteriore.………………. b) Deltoide medio.…………………. c) Rotazione esterna.………………. d) Rotazione interna………………..

IV. STABILITA'(5 = normale, 4 = “apprensione”, 3 = rara sublussazione, 2 = sublussazione ricorrente, 1 = lussazione ricorrente,0 = lussazione cronica, NV = non valutabile)

a) Anteriore………………… b) Posteriore………………... c) Inferiore…………………..

V. FUNZIONE(4 = normale, 3 = moderamente compromessa, 2 = difficoltosa, 1 = con aiuto, 0 = impossibile, NV = non valutabile)

a) Utilizzo della tasca posteriore (se maschio) ................oppure allacciare il reggiseno (se femmina) ……….. . . ..

b) Igiene personale………………………………………….... .....c) Lavare l’ascella opposta………………………………….......d) Mangiare con ausili……………………………………….... . ..e) Pettinare i capelli…………………………………………........f) Uso della mano mantenendo l’arto elevato a 90°…. . ....g) Portare da 4,5 Kg a 6,8 Kg con l’arto a lato……….......h) Vestirsi………………………………………………………........i) Dormire sul lato colpito…………………………………..... ..j) Tirare………………………………………………………….......k) Utilizzo della mano sopra la testa…………………….......l) Lanciare………………………………………………………... ...m)Sollevare……………………………………………………........n) Fa il lavoro usuale, specificare quale:………………........o) Pratica lo sport usuale, specificare quale:…………........

VI. RESPONSO del PAZIENTE3 = molto migliorato2 = migliorato1 = uguale0 = peggioratoNV = non valutabile

TOTALE (sommare i punteggi dei 6 items)………….......

SN

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Attuare la Legge 43: gli Ordininon sono corporazioni di Angelo Ginestra

Cosa si aspettano dal Governo gli appartenenti alleprofessioni sanitarie riguardo all’attuazione dellaLegge 1 Febbraio 2006 n. 43 “Disposizioni in mate-

ria di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica,riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione edelega al Governo per l’istituzione dei relativi ordiniprofessionali”, dopo il disegno di legge approvato dalConsiglio dei Ministri il 31 agosto u.s. con cui si prorogadi 12 mesi l’emanazione dei decreti per l’istituzionedegli ordini e degli albi delle professioni sanitarie? La legge n.43, votata in modo “bipartisan” dal preceden-te Parlamento e su cui la ministra Turco aveva dato pub-blica assunzione di responsabilità per l’emanazione deidecreti attuativi entro il termine di scadenza previsto,rappresenta per le professioni sanitarie il punto di arrivodel processo di riforma del sistema sanitario nazionale ini-ziato da circa quindici anni, con la L. 502/92. Un proces-so che, attraverso l’emanazione dei profili professionali,le leggi 42/99, 251/00 e la riforma del sistema universita-rio, ha sancito la piena autonomia e responsabilità pro-fessionale. Pertanto, gli ordini professionali non sonoespressione di “pulsioni neo-corporative”, ma di legittimerichieste di professionisti che, attraverso questo stru-mento, intendono tutelare la salute dei cittadini, verifi-care e valutare la qualità delle prestazioni, l’appropria-tezza delle cure e il rispetto dei valori deontologici.Per tale ragione non è condivisibile la scelta del Governodi prorogare di un anno l’esercizio della delega dellaLegge n. 43 con la motivazione di “ricollegare la regola-mentazione del settore all’interno dell’annunciata piùampia riforma di tutti gli Ordini professionali italiani”che, come affermato dal sottosegretario alla Salute GianPaolo Patta è stata “un’occasione persa, a cui il Governodovrà porre rimedio mettendo subito in agenda il riordi-no complessivo dell’esercizio delle professioni intellet-tuali e tenendo in giusto conto le peculiarità delle pro-fessioni sanitarie, non assimilabili alle altre”. Tale scelta, infatti, rappresenta una battuta d’arrestoanche rispetto alla proposta di legge Mantini (“Riformadella disciplina delle professioni intellettuali” presentataalla Camera dei deputati il 27 giugno 2006) che asserisceche “l’obiettivo non è abolire gli Ordini professionali, marinnovarli profondamente” e che “occorre comunquegarantire la salvaguardia dell’indipendenza del professio-nista, tenuto a prestare l’attività secondo le regole,anche deontologiche, delle professioni, vigilate da Ordinie collegi professionali”. Tale proposta, all’art. 14 c. 2distingue le professioni ordinistiche da quelle associative,comprendendo le prime “le attività soggette a competen-za esclusiva, previo adeguamento delle attuali qualifica-zioni tecniche e con riferimento all’esercizio di funzionidi pubblico interesse”. Come, senza ombra di dubbio,sono le professioni sanitarie interessate dalla legge 43.Nella stessa direzione è stata elaborata dal ministerodella giustizia la bozza di disegno di legge delega che si

propone la “disciplina delle professioni intellettuali edelle rispettive forme organizzative”, e di “assicurare,qualunque sia il modo o la forma di esercizio della pro-fessione, un’adeguata tutela del cliente e della colletti-vità nonché degli interessi pubblici eventualmente con-nessi all’esercizio della professione, il rispetto delleregole deontologiche, la diretta e personale responsabili-tà del professionista nell’adempimento della prestazioneprofessionale…”, ma anche di “prevedere la formazionedi appositi albi e la costituzione di ordini…”.Gli appartenenti alle professioni sanitarie si sentono,quindi, supportati dagli attuali orientamenti legislativiquando sostengono con convinzione che “gli ordini delleprofessioni sanitarie previsti dalla legge 43 non sonoespressione di un nuovo corporativismo, ma rappresenta-no uno strumento irrinunciabile per tutelare i cittadini,valutare in modo costante le competenze e le professio-nalità, garantire prestazioni e assistenza sanitarie dieccellenza, combattere l’abusivismo professionale inambito sanitario, verificare la deontologia professionalea difesa dei cittadini” perchè la tutela della salute è undiritto inalienabile sancito dalla Costituzione italiana enon può essere strumentalmente assoggettata al principiodella liberalizzazione del mercato, tant’è vero che anchela Direttiva Bolkestein, approvata dal Parlamento Europeoil 17 febbraio 2006, prevede “l’esclusione dei servizi sani-tari e farmaceutici forniti da professionisti del settoresanitario ai propri pazienti per valutare, mantenere oripristinare le loro condizioni di salute, laddove tali atti-vità sono riservate a professioni regolamentate nelloStato membro in cui i servizi vengono forniti”.Una proroga di dodici mesi, considerando le forti “pulsio-ni vetero-corporative” enormemente presenti nel paese,anche in ambito sanitario, pare un tempo sicuramentenon sufficiente alla riforma complessiva del sistema: pareverosimile, infatti, che siano state le resistenze di profes-sioni fortemente corporative e restie ad accettare cam-biamenti nel sistema a bloccare la legge 43.I 600.000 professionisti appartenenti alle professionisanitarie si aspettano, quindi, dal Governo l’attivazionedi una corsia preferenziale nell’attuazione della legge n.43 in modo da iniziare la riforma delle professioni intel-lettuali definendo in prima battuta le forme organizzati-ve ordinistiche delle 22 professioni sanitarie secondo inuovi criteri e modificando in un secondo tempo gli inte-ressi fortemente lobbistici e corporativi appartenenti adaltre realtà professionali. Il Governo, insomma, rischiadi far decadere una legge alla cui approvazione si è giun-ti con un iter molto lungo che deve garantire la colletti-vità da situazioni pericolose per la salute, come dimo-stra l’incresciosa vicenda dell’art. 1 septies della leggen. 27 del 3 febbraio 2006 per la quale ci si aspetta,anche in questo caso, un atto di coraggio nella difesa diprincipi di legalità e giustizia per garantire l’equilibriodemocratico del sistema.

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Sanità privata: rinnovare alpiù presto il contratto di Daniela Volpato*

Nella notte del 25 ottobre 2006 si è arrivati alla firmadella pre intesa tra l’Associazione datorialeFondazione Don Carlo Gnocchi e CGIL FP - CISL FP -

UIL FPL per quanto riguarda il rinnovo del contratto nazio-nale di lavoro della sanità privata scaduto da 35 mesi. Glialtri datori di lavoro - AIOP e ARIS - hanno ancora arro-gantemente abbandonato il tavolo della trattativa.Il 25 ottobre infatti, dopo 9 mesi di mobilitazioni e aseguito dell’ultima manifestazione nazionale che i lavora-tori hanno svolto a Roma di fronte alla sede dellaConferenza Stato-Regioni il 23 ottobre u.s., leAssociazioni datoriali hanno convocato le OO.SS., pressola sede nazionale dell’AIOP a Roma, per aprire finalmen-te il confronto sul rinnovo del biennio economico. La trat-tativa è proseguita dalla mattina fino alle 18, momento incui AIOP e ARIS hanno lasciato il tavolo. Queste ultimeinfatti continuavano a negare, dopo 35 mesi, il pagamen-to degli arretrati complessivi per il 2004 - 2005 e le men-silità 2006. Questa posizione era chiaramente inaccetta-bile e i Sindacati hanno mantenuto la loro forte posizionedi volere recuperare tutti i soldi che spettano di diritto ailavoratori, già “usati” ben oltre la normale tolleranza. Aquesto braccio di ferro le due Associazioni datoriali hannonuovamente dimostrato la loro arroganza ed il loro disin-teresse nel rinnovare davvero il contratto e tutelare idiritti dei propri dipendenti e la salute dei cittadini. ISindacati a quel punto hanno pacificamente occupato lasede dell’Aiop, dimostrando la loro tenacia di non abban-donare il luogo finché non si fosse arrivati ad una soluzio-ne del problema e venissero riprese le trattative.L’occupazione è durata fino a tarda nottata e l’Aiop nuo-vamente si è dimostrata irrispettosa di qualsiasi confron-to civile arrivando a chiamare addirittura la polizia perfare sgombrare la propria sede dalla presenza dei rappre-sentanti dei lavoratori. Durante la serata una delegazioneha proseguito la discussione solo con la Fondazione Don C.Gnocchi che responsabilmente si è dimostrata volentero-sa nell’arrivare alla definizione del rinnovo contrattuale.La pre intesa siglata con quest’ultima Associazione preve-de che gli aumenti economici corrispondono a quelli pre-visti nel contratto della sanità pubblica riparametrati suivalori tabellari di quella privata. La decorrenza a regimedegli aumenti è prevista a dicembre e sarà erogata a gen-naio prossimo. Gli arretrati 2004 - 2005 e la restante partedell’anno in corso saranno pagati con la stessa mensilitàdi gennaio prossimo. Saranno erogati secondo un accordoda sottoscrivere a momento della stipula (prevista entro il30 novembre prossimo) ad eccezione delle situazioni loca-li più difficili che saranno però verificate, a livello nazio-nale, entro gennaio per trovare adeguate soluzioni chepermettano il pagamento di tutti gli arretrati. Le quotepregresse quindi saranno pagate tutte come arretrati enon come una tantum: pertanto dovranno essere erogateanche ai lavoratori cessati nel corso del biennio 2004 -2005 e dell’anno 2006 a vario titolo.

È un risultato importantissimo che fa sperare apra ulterioripossibilità di trovare a breve anche l’intesa con Aiop e Arismantenendo gli stessi punti fondamentali che tutelano pienacopertura economica ai professionisti della sanità privata.Il percorso della vertenza risulta difficile e si protraeormai da “infiniti” mesi. I 150.000 lavoratori e le organiz-zazioni sindacali confederali, durante lo stato di agitazio-ne, in atto da febbraio 2006, hanno svolto tre imponentimanifestazioni interregionali a Milano, Bari e Roma.Hanno indetto uno storico sciopero nazionale in cui oltre15.000 lavoratori hanno riempito le strade di Roma duran-te la manifestazione organizzata da FP CGIL - CISL FP - UILFPL. Gli operatori sanitari della sanità privata da mesicontinuano a fare volantinaggi, presidi di fronte alle strut-ture, assemblee, sciopero e numerosi sit in si sono svoltianche di fronte alle varie Sedi delle Regioni e delle SediRegionali delle Associazioni datoriali. Inoltre, il 23 giugno,nella giornata nazionale di mobilitazione in cui contem-poraneamente in tutte le Regioni si sono effettuati presi-di0 di fronte alle Sedi Regionali datoriali si sono avutianche incontri con tutti gli Assessori Regionali alla Saluteche hanno sottoscritto con i Sindacati un documento in cuiprendevano l’impegno di fare pressioni presso i datori dilavoro, che rientrano nel sistema di accreditamento delServizio sanitario Regionale, per riuscire a chiudere il rin-novo contrattuale entro luglio. Da allora sia le Associazionidatoriali che gli Assessori non hanno prodotto assolutamen-te nulla di concreto, hanno continuato a prendere in giro ilavoratori e a non dimostrare nessuna reale volontà di arri-vare alla definizione del rinnovo contrattuale.Il 12 luglio da parte di Aiop e Aris (la Fondazione DonC.Gnocchi non ha aderito) è arrivata l’offesa più grave epesante dall’inizio della vertenza. Infatti si sono permes-si di inviare alle Organizzazioni Sindacali una proposta diaccordo che dopo 32 mesi, riprendeva le stesse posizioniche i datori di lavoro avevano un anno fa e principalmen-te chiedendo di essere equiparati alla sanità pubblica perquello che riguarda la copertura finanziaria. FP CGIL - CISLFP - UIL FPL, di fronte a questa ennesima “farsa” di Aiope Aris, hanno chiesto immediatamente alle Regioni di veri-ficare gli accreditamenti alle varie strutture sanitarie pri-vate e di sospenderle nel caso di inadempienze e comun-que con il principio di rientrare nelle regole degli accre-ditamenti che prevedono anche il rinnovo contrattuale.Successivamente si sono inviati, da parte di tutte leSegreterie Regionali di FP CGIL - CISL FP - UIL FPL, fax aiPresidenti e agli Assessori alla Salute delle singole Regioniin cui venivano ripresi per il loro silenzio e sull’impegnoche si erano presi con la sottoscrizione del 23 giugno scor-so al quale però non è seguita nessuna reale azione.Risulta infatti intollerabile che lavoratori che a tutti glieffetti sono a carico delle risorse del Fondo SanitarioRegionale vengano bistrattati e dimenticati in questamaniera dalle stesse Istituzioni regionali. A supportodell’azione massiccia dei Segretari Regionali il 27 luglio

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u.s. i Segretari Generali Nazionali, Carlo Podda - RinoTarelli - Carlo Fiordaliso, hanno redatto ed inviato unalettera alla Conferenza delle Regioni, ai Presidenti eAssessori alla Salute Regionali, per la definizione dellavertenza e la verifica del rispetto del requisito del con-tratto di lavoro all’interno del sistema di accreditamen-to. In tutto il mese di settembre inoltre si è proseguitocon l’inasprimento delle proteste a livello locale acqui-stando anche alcune pagine di giornali territoriali perfare una denuncia ai vari Assessori regionali alla Saluteancora totalmente in silenzio, fino ad arrivare all’ac-quisizione di una pagina nazionale sul Corriere dellaSera e all’imponente manifestazione del 23 ottobre difronte alla Conferenza Stato-Regioni di Roma per richia-mare l’Istituzione alle proprie responsabilità nei con-fronti della spinosa vertenza. Tutto ciò ha portato alla stipula della pre intesa con laFondazione Don Carlo Gnocchi e ad un primo documentoufficiale da parte della Conferenza Stato-Regioni del 26ottobre in cui per la prima volta gli Assessori si schieranodalla parte dei lavoratori e si impegnano per valutareverifiche sugli accreditamenti alle strutture private.Questo ultimo passo non è ancora risolutorio ma auspi-chiamo preluda alla soluzione definitiva della vertenza.Finora le Associazioni datoriali hanno offeso la dignità deilavoratori, hanno risparmiato e si sono arricchiti sullespalle dei lavoratori, hanno fatto gli imprenditori appro-priandosi dei soldi pubblici e senza nessun rischio. Il Governo non ha effettuato effettive azioni per risolve-re la questione, arrivando addirittura, come Ministerodella Salute, a rinnegare la propria competenza sullaSanità Privata che rappresenta in realtà il 23,5% della

spesa complessiva per la Sanità nel nostro Paese.Le Regioni hanno continuato ad essere complici deidatori di lavoro, facendo puramente gli spettatori,lavandosene le mani e non volendo intervenire concre-tamente per salvaguardare lavoratori che lavorano atutti gli effetti nei Servizi sanitari regionali e per tute-lare la salute dei cittadini. Siamo soddisfatti di averetrovato collaborazione almeno dalla Fondazione DonCarlo Gnocchi. La pre intesa raggiunta è un granderisultato e tiene in considerazione le esigenze dei lavo-ratori e quelle delle strutture. Inoltre riconferma lanostra disponibilità, mai negata, di aprire la discussio-ne anche su problematiche generali del sistema dellasanità privata una volta conclusa la vertenza sindacale.Il sindacato confederale, la CISL FP, ha dimostrato, findall’inizio, la propria responsabilità, serietà e coerenzanella volontà di risolvere realmente i problemi che citroviamo ad affrontare senza false strumentalizzazionie senza negare il ruolo fondamentale di ogni soggetto.Noi e i 150.000 lavoratori la nostra parte la facciamoogni giorno. Ora tocca ad Aiop e Aris fare la loro cer-cando di recuperare il giusto clima di dialogo per arri-vare in tempi brevissimi alla stipula di una intesa per ilrinnovo del biennio economico 2004-2005. Come FP CGIL - CISL FP - UIL FPL abbiamo proclamato ilsecondo sciopero nazionale contro il perpetrarsi di questasituazione di ingiustizia e di intollerabile sopruso ed inol-tre stiamo programmando iniziative di protesta in tutte leRegioni presso le Giunte Regionali, le sedi di Aiop e Aris epresso le strutture private più significative.

*Segretario Nazionale CISL FP

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Massofisioterapisti INCP esclusi dal Corso di riconversione

Chieti, 27 settembre 2006. La segreteria unificata ha rilevato delle irrego-larità in alcune domande (diplomi professionali biennali, diploma di scuo-la superiore triennale, diplomi professionali rilasciati da istituti non abili-tati a farlo) di candidati che si sono comunque iscritti al corso. Ovviamente,a causa delle suddette irregolarità, tali candidati saranno esclusi dall’esa-me, pur avendo frequentato le lezioni. Chieti, 29 settembre 2006. Si comunica che in data odierna è pervenuta allasegreteria unificata la sentenza del Consiglio di Stato n. 8324/2003 relati-va al ricorso in appello n. 7320 del 1998 proposto dall’Istituto NazionaleCorsi Professionali (INCP) contro la Regione Calabria. Tale sentenza con-ferma che i corsi indetti dall’Istituto suddetto “non comportavano il rilasciodi un titolo abilitante all’esercizio di una professione, bensì di meri atte-stati culturali”. Pertanto sono da considerarsi esclusi dal Corso di ricon-versione creditizia in fisioterapia dell’Università G.D’annunzio, e quindinon ammessi a sostenere l’esame, i candidati in possesso di titolo di mas-sofisioterapista conseguito presso l’INCP.

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ICF e scale di assessment della disabilità di Carmelo Roccaro*

Il modello bio-psico-sociale, introdotto dall’OMS con laClassificazione Internazionale del Funzionamento,Disabilità e Salute (ICF), pone al riabilitatore, e non

solo, il problema dell’adozione di uno strumento di valu-tazione coerente con tale modello e capace di rispondereai requisiti che lo rendano attendibile e funzionale agliobiettivi del suo agire riabilitativo. L’ICIDH (1980) indivi-duava Menomazioni, Disabilità ed Handicap, che oggi ven-gono sostituite, da un punto di vista terminologico oltreche sostanziale, da definizioni quali Funzioni e StruttureCorporee, Attività e Partecipazione dall’ICF (2001). Ineffetti, l’elemento innovativo che incide in manieradeterminante, anche da un punto di vista culturale, sullanuova concezione che vede focalizzata l’attenzione nonsulla “malattia” quanto sulle “componenti della salute” esul “funzionamento”, consiste nell’introduzione dellapossibilità di descrizione di “elementi positivi” oltrechènella considerazione dei “fattori ambientali” che intera-giscono con le componenti sopra elencate. Tale evoluzione concettuale ci porta necessariamente arivedere criticamente le scale di assessment più comune-mente usate in ambito riabilitativo, cercando di trovareelementi che li caratterizzino sia come strumenti di misuracomplementari ai dati riportati nell’ambito della cartellariabilitativa, sia come indicatori di processo e di appro-priatezza delle attività di riabilitazione, siano esse svolte inambito ospedaliero, ambulatoriale o domiciliare.Riportiamo di seguito, pertanto, in maniera estremamenteschematica e non esaustiva, le principali scale comune-mente usate, cercando di fornire uno spunto per una dis-cussione che possa consentirci di guardare in avanti e, senecessario, fornirci elementi per nuovi percorsi di ricerca.Indice di Barthel ( Barthel D.W. 1965)Costituisce una delle scale più note ed utilizzate in ambi-to riabilitativo, soprattutto per quanto riguarda le funzio-ni motorie. Le capacità del paziente vengono valutate conpunteggi attribuiti ad items quali alimentazione, vestirsi,gestire l’igiene personale, usare i servizi igienici, spostar-si dalla sedia al letto e viceversa, controllare defecazionee minzione, deambulare in piano e salire e scendere lescale. I punteggi assegnati per ogni funzione varianosecondo un ordine 15-10-5-0. È uno strumento che valutala “dependence” e il punteggio massimo, 100, indica latotale indipendenza nelle attività quotidiane. Per un indi-ce pari a 60 sono richieste 2 ore di assistenza quotidiane.Non presenta nessun item che valuti le capacità cognitivee di relazione né l’interazione con i fattori ambientali. Èuno strumento che tiene in considerazione poche variabi-li e con minima precisione.Activities of Daily Living A.D.L. (Katz, 1970)Valuta sei attività di base quali fare il bagno, vestirsi, toi-lette, spostarsi, continenza e alimentazione. È sicura-mente meno flessibile dell’Indice di Barthel poiché attri-buisce una valutazione dicotomica (dipendente/indipen-dente) ma molto più rapido nella sua esecuzione. Anche

questo strumento non presenta nessun item che valuti lecapacità cognitive e di relazione né l’interazione con ifattori ambientali. Estremamente semplice quindi pocopreciso nella valutazione di capacità intermedie ai riferi-menti schematizzati e le variazioni anche minime ottenu-te nel corso di un trattamento riabilitativo. Ad essa vieneassociata anche l’I.A.D.L. che valuta l’autonomia nelleattività strumentali della vita quotidiana come l’uso deltelefono, il preparare i pasti, l’uso del denaro, etc.Functional Independence Measure F.I.M. (1984)Le voci della scala consentono di valutare la cura dellapersona, attraverso le voci nutrirsi, rassettarsi, lavarsi,vestirsi dalla vita in su, vestirsi dalla vita in giù, igieneperineale; il controllo sfinterico attraverso le voci vescicaed alvo; i trasferimenti attraverso le voci letto-sedia-car-rozzina, WC, vasca o doccia; la locomozione attraverso levoci cammino-carrozzina, scale; la comunicazione attra-verso le voci comprensione ed espressione; le capacitàrelazionali-cognitive attraverso le voci rapporto con glialtri, soluzione di problemi e memoria. Ad ogni item vieneattribuito un punteggio variabile tra 7 e 1, variabile dal-l’autosufficienza completa (7), con adattamenti/ausili(6), supervisione /adattamenti (5), assistenza minima (4),moderata (3), intensa (2), completa (1). Più completadelle precedenti, anche questa scala misura il livello didependence. Ogni aumento di punto FIM corrisponde aduna di diminuzione di 3-5 minuti di assistenza. Non consi-dera i fattori ambientali, difficilmente applicabile inambito domiciliare.WHO DASQuesto nuovo strumento di assessment in fase di valida-zione da parte dell’OMS e, pertanto, non ancora disponi-bile, dovrebbe costituire il naturale riferimento al model-lo ICF. In una prima fase il WHO DAS prevedeva ben 96items ed attualmente si sta testando una versione a 36.Questa scala è strutturata in forma di questionario ed ècomposta da 4 sezioni che prevedono la raccolta di infor-mazioni demografiche, sulla situazione socio culturale esullo stato di salute della persona intervistata. Il WHO DASII prende in esame 6 settori di interesse, considerateimportanti nella maggior parte di culture come compren-sione e comunicazione, spostamenti dentro e fuori casa,cura personale, interazione con le persone, attività quo-tidiane e vita sociale. Non è possibile, in questa fase,esprimere alcun giudizio di merito.Altre scale, meno conosciute, utilizzate anche per misu-rare la qualità della vita sono, ad esempio:La OPCS Disability Scale, valuta dieci diversi parametri didisabilità.La SF-36 Health Survey, una scala che comprende 36 que-siti riguardanti la percezione ha del proprio stato di salu-te e delle proprie limitazioni fisiche.La Caregiver Dependency Scale, evidenzia il bisogno dicure e di assistenza di cui il paziente necessita nella vitaquotidiana.

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Lettera pubblicata dal quotidiano La Sicilia il 10 ottobre 2006 nella rubrica “Lo dico a La Sicilia”

Fisioterapist i , professione destinata a crescereFisioterapist i , professione destinata a crescereAcireale 28.09.2006

- Al Direttore de "La Sicilia" di Catania- Al Direttore di "Fare Riabilitazione"

e p.c. - Al Responsabile del Coordinamento H- Al Segretario regionale di Cittadinanzattiva/TDM

Oggetto: Osservazioni a lettera pubblicata sul quotidiano "La Sicilia" il 26 Settembre 2006

In riferimento all'articolo apparso sul quotidiano "La Sicilia" nella rubrica "Lo dico a La Sicilia" dal titolo "Carenza di terapi-sti, una proposta alternativa" a firma Rosalba Amata, e ad articoli precedenti sull'argomento, vorrei fare alcune osservazio-ni. Riguardo alla questione di fondo dell'articolo, la carenza di "riabilitatori", faccio presente che dal 1972 ad oggi il nume-ro dei fisioterapisti è aumentato in modo esponenziale: oggi si stima ce ne siano 5.000 e, secondo stime attendibili, i pen-sionamenti di questo periodo non raggiungerebbero le duecento unità; tenendo conto che i prossimi saranno tra circa diecianni per circa seicento unità, e che le università attualmente ne formano cento unità annue, se ne deduce che il numero èdestinato a crescere. Pertanto, sembra strana questa lamentazione isolata, da parte dei vertici nazionali AIAS, visto che inSicilia, le molte altre istituzioni private e religiose tacciono su tale presunta carenza. Semplice: nell'AIAS i contratti di lavo-ro sono economicamente i più bassi del comparto e normativamente anomali. Pertanto la carenza dei fisioterapisti è fitti-zia; piuttosto sono carenti i controlli, pur previsti (circ. n. 747/94 art. 10), e la verifica se si riabilitano solo gli aventi dirit-to (legge 104/'92). Se si mettesse ordine, credo, senza tema di smentita, che i fisioterapisti siciliani sarebbero in esubero.Se invece si continuano a riabilitare patologie che nulla hanno a che vedere con l'handicap, allora la lamentazione si pone.Ma la questione è a monte, e va decisa in sede politica. L'AIAS, a parere dello scrivente, dovrebbe rivedere i contratti col-lettivi di lavoro, sia dal punto di vista economico, e soprattutto normativo, e curare i rapporti umani: il trend di "fuga" deifisioterapisti certamente si invertirà con buona pace di tutti. È pur vero che le rette corrisposte dalla Regione Sicilia per ognigiorno-degenza sono remunerative, forse le più alte tra tutte le regioni e legate alla presenza dei fisioterapisti, cosicché sequesti venissero a mancare gli scenari futuri sarebbero disastrosi. Ma ritengo tuttavia, sia possibile razionalizzare il mondodella disabilità, senza intaccare i principi e i diritti dei cittadini, risparmiando pure. Una seconda nota la faccio circa la pos-sibilità di utilizzare i laureati in scienze motorie nel settore sanitario, sempre se fosse realmente accertata questa carenza.Pare, dagli articoli apparsi su "La Sicilia", che il tutto si riduca ad un bisogno di lavoro. Anche perchè, tra costoro, qualcu-no affermava che "Per chi è laureato è anche riduttivo presentarsi per un diploma in fisioterapia, è come tornare indietroeppure si fa anche questo." La questione di fondo è che ci sono delle leggi che regolamentano il sistema italiano di forma-zione professionale e sanitario e l'iter formativo delle due lauree in questione è differente: la laurea in fisioterapia è pro-fessione sanitaria, quella in scienze motorie non lo è. Se qualche laureato in scienze motorie vuole fare il fisioterapistacambi facoltà o vi si iscriva e consegua tale laurea, come tanti hanno fatto. Il resto è solo furbizia e una scorciatoia perico-losa. Le leggi vanno rispettate. La ricerca di uno stipendio mal si concilia con il mondo dell'handicap. Anche perchè, accet-tato per buono il famigerato articolo 1-septes della L. 6293, i tempi tecnici, tra lo stabilire per legge il tirocinio e le proce-dure universitarie per farlo, sono lunghi e non fruibili nell'immediato. Se i laureati in scienze motorie hanno il bisogno,rispettabilissimo, di lavorare, le sedi sono altre!

Lucio VecchioDottore in Fisioterapia

Lettera al quotidiano “La Sicilia”

La Canadian Occupational Performance Measure, ponel’attenzione sulla cura di se stessi, la capacità di essereproduttivi e svolgere attività produttive. Gli indici rilevatisono utili per pianificare interventi atti ad elevare la qua-lità della vita dei soggetti. Queste scale non vanno, ovvia-mente, confuse con le scale di valutazione clinica e fun-zionale adottate in ambito prettamente sanitario che, perquesto, acquistano un valore relativo e non direttamenterapportabile con le condizioni di salute generale, l’auto-nomia e la qualità della vita della persona con disabilità. Se consideriamo, seppure in maniera non approfondita,l’impostazione delle scale esistenti riscontriamo come sinon si evidenzi l’influenza dell’ambiente e del contestosociale quali elementi facilitatori o barriere per lo svolgi-mento di attività e per il coinvolgimento nelle situazionidi vita. Solo il WHO DAS, seppur con difficoltà, sta ten-tando di evidenziare quanto i fattori culturali, sociali, lin-guistici propri di popolazioni appartenenti ad etnie o con-fessioni religiose, possa influire sulla percezione stessadel proprio stato di salute di una persona e, quindi anchedella disabilità. Anche il linguaggio utilizzato da ogni indi-viduo assume particolare rilevanza e, a tal proposito, inriferimento al linguaggio e alla comunicazione, interes-santi appaiono gli studi che stanno coinvolgendo filosofi,psicologi, fisiologi e riabilitatori proprio sul significato

delle descrizioni riferite dai pazienti come metafore uti-lizzate per descrivere il proprio vissuto, la propria espe-rienza corporea, il dolore. Queste metafore costituisconospunti importanti per riconoscere e valutare i cambia-menti anche nell’ambito di una visione della personaattraverso le componenti legate al suo stato di salute.Anche in questa ottica sarebbe interessante avviare unconfronto che possa contribuire al progresso di uno stru-mento che sia davvero funzionale in ambito riabilitativoche sappia coniugare gli aspetti quantitativi a quelli qua-litativi e per potere affermare sempre di più una riabili-tazione basata sull’evidenza.

BibliografiaKatz S., Downs HR., Cash HR., Grotz RC., Progress in development of theindex of ADL, Gerontologist 1970Mahoney FI., Barthel DW., Functional evaluation: the Barthel Index, Md.State Med J. 1965Costantini S., Test di valutazione multidimensionale geriatrica, Casa Ed.Scientifica Internazionale, Roma, 2003O.M.S., ICF Classificazione del Funzionamento della Disabilità e dellaSalute, Erickson 2005Hangsten B., Svensson O., Gardulf A., Early individualized postoperativeoccupational therapy training in 100 patients improves ADL after hip frac-ture: a randomizaed trial, Acta Orthop. Scand. 2004Bottemiller KL., Bieber PL., Basford JR., Harris M., FIM score, FIM effi-ciency and discharge disposition following impatient stroke rehabilita-tion, Rehabil. Nurs., 2006Disability Italian Network, Dispensa Corso Avanzato ICF, Palermo, 2006

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Un capro espiatorio perla riconciliazionedi Filippo Cavallaro*

Qualche mese fa, incuriosito dal titolo, ho parteci-pato ad alcuni incontri di studio organizzati dalCentro Europeo di Studi su Mito e Simbolo, diretto

dalla Professoressa Domenica Mazzù dell’Università diMessina. Il titolo del ciclo di conferenze era la Simbolicadello Spazio, con tre filoni di approfondimento: Bios-gra-fie, Icono-grafie e Geo-grafie. Alla lettura del primoannuncio che mi capitò sottocchio immediatamente pen-sai agli studi di Arbib ed alla sua ipotesi di “mosaico dispazi”, agli studi di Strik e Preston ed alla identificazionedelle aree di “cosa e dove”, ed ad altri che si sono spesia cercare di indagare gli aspetti neurofisiologici del movi-mento dell’uomo. Purtroppo però non sono riuscito aseguire tutte le conferenze e quindi non ho potuto appro-fittare della totalità degli approfondimenti proposti, inol-tre spesso gli argomenti affrontati mi trovavano imprepa-rato per quanto riguardava la speculazione filosofica, mami coinvolgevano per le dinamiche antropologiche che sidescrivevano e forse per questo motivo non ho ritenutoopportuno intervenire nelle discussioni. Anzi ritengo utileavere l’opportunità di percepire tutto quello che nonruota direttamente intorno alla nostra professione ed ainostri saperi in ambito di riabilitazione motoria.Molto interessante, anche, in quest’ottica da “sindromedi protagonismo fisioterapico” è stata la conferenza tenu-ta dal prof. Paul Dumouchel dal titolo “Violenza politica espazio sacrificale”, che nello specifico approfondiva l’o-pera del filosofo ed antropologo René Girard. Secondoquesto autore invidia, odio, vendetta, esclusione hannouna comune matrice sociale nel desiderio che deriva dallamimesi, in quanto si cerca di migliorarsi imitando l’altroche è considerato migliore, ma ciò crea il conflitto nelmomento in cui l’imitazione del gesto corrisponde poi adoversi impossessare di un oggetto. L’uomo, secondoGirard, agisce sempre desiderando di essere un altro, cheè ad un tempo sia il modello che il rivale: ecco quindi invi-dia e violenza che si fanno avanti. E crescono alimentatedall’odio reciproco con i rivali che coinvolge intere comu-nità, arrivando a minacciare dalle fondamenta l’ordinesociale. A questo punto diventa fondamentale il sacrificiodi una vittima innocente e differente rispetto alle altre: ilcapro espiatorio. Solo questo potrà placare gli odi e iveleni di tutta la comunità. Diversa appare la violenzacollettiva che, secondo Dumouchel, sembra essere piani-ficata, organizzata, ponderata; se non razionale, è il risul-tato di un’azione concertata e coordinata e non rappre-senta un meccanismo d’imitazione. Anzi a sostegno diquesta ipotesi cita Jacques Sémelin che in “Purifier etdétruire. Usages politiques des massacres et genocides”pensa a Girard di “Vedo Satana cadere come la folgore” escrive “L’opera girardiana mette a disagio chi vuole atte-nersi ai fatti sociali e storici. La sua teoria è costruitasulla seducente ipotesi della mimesi alla base di tutte larelazioni umane… a partire da essa intende spiegare tantoi conflitti amorosi quanto la guerra. Ma se appare convin-

cente quando analizza la psicologia degli eroi diShakespeare o Dostojevski, resta allusiva o tace sui con-flitti contemporanei”.In effetti, si pongono almeno due problemi nella teoriagirardiana: uno relativo all’insuccesso di molti osservatorinel reperire il mimetismo in seno alla violenza della poli-tica moderna, ed uno dipendente dall’asimmetria tra levittime e i carnefici che caratterizza la violenza collettiva.Una asimmetria che non è limitata nel tempo, destinata ascomparire man mano che la crisi si evolve. Al contrarioresterà dall’inizio alla fine, ciò perché il transfert violen-to contro una sola vittima rimane impossibile in quanto levittime non sono viste come rivali dei carnefici, comeavversari, ma come prede, vittime sacrificabili, per lequali non è solo il carnefice a compiere l’atto sacrificalema è poi tutta la folla incoraggiata dalla autorità che siaccanisce contro per impadronirsi dei beni delle vittime.Durante un recente incontro internazionale al quale par-tecipavano delegazioni ufficiali dei Paesi membridell’Unione Europea, mi sono reso conto che la riabilita-zione, ed ancora di più la fisioterapia, occupano un pic-colo spazio all’interno dei temi trattati in ambito di poli-tiche sanitarie comunitarie, per cui ritengo confermatal’inconsistenza di una dinamica di tipo sacrificale relati-vamente alla nostra professione, quanto meno come feno-meno di eliminazione di massa o di olocausto.Al contrario mi sembra accreditata una visione girardianain cui la sua ipotesi che fa originare il sacrificio nelmomento dell’“ominizzazione”, in virtù delle emergenti

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capacità strutturali di mimesi e di rappresentazione sim-bolica, e che ha individuato la causa sempre presente delsacrificio negli abissi del desiderio umano, che vede nellamimesi delle “differenze” l’appagamento, inconsciamen-te illusorio, dell’ambìto surplus di essere, ritenuto pre-sente nell’altro preso a modello. Questo chiarisce la moti-vazione degli innumerevoli tentativi di intrusione nellaprofessione di Fisioterapista anche attraverso palesi feno-meni di falsificazione oltre che di appropriazione di deter-minazioni e definizioni leguleiche obsolete ma riconduci-bili a forti aspirazioni non necessariamente consce. Lamimesi, diventando perciò rivale, innesca quella violenzache, per contagio, diventa collettiva: essa, raggiunta unacerta soglia, diviene cieca rispetto all’oggetto e, nonessendo più disinnescabile, cerca, pertanto, una vittimaespiatoria sulla quale trasferire la violenza propria ditutta la comunità che vi si coalizza contro, mossa dalmeccanismo espiatorio inconscio. L’organizzazione socia-le, così, correrebbe il rischio di perdere una comunitàprofessionale e culturale che viene delegittimata e resaperseguibile a tutti i livelli non ultimo il considerarla essastessa abusiva di se, condannata a priori e da eliminare.

Girard ritiene che questo linciaggio collettivo corrispondaa quel sacrificio storico dei primordi, quale evento ripeti-bile e ripetuto che soggiace ai miti e a tutte le creazionidell’ordine culturale. Bisogna che si uccida la vittima perscatenare la riconciliazione sociale, bisogna sacrificare ilcapro espiatorio per sacralizzare la professione.Chi sarà?O si vuole invece sacrificare la professione per sacralizza-re l’abusivo?- F. Brotto, Il sacro, www.homestead.com/Bibliosophia/files/ Una_pro-spettiva_antropologica_per_la_letteratur1.htm- A. Colombo, l’Eucaristia come dono, www.rivistaliturgica.it/upload/1999/articolo1_101.asp- R. Girard, Il capro espiatorio, Adelphi, Milano 1987, tit. orig. Le boucémissaire, Grasset, Parigi 1982- R. Girard, Vedo Satana cadere come la folgore, Garzanti, Milano, 2001- M. Meloni, Triangolo di pensieri: Girard, Freud, Lacan,mondodomani.org/dialegesthai/mme01.htm -- M. J. Osiel, Mass, Atrocity, Ordinary Evil and Hannah Arendt, Yale,University Press 2001- J. Sémelin, Purifier et détruire. Usages politiques des massacres etgenocides, Paris, Seuil 2005- C. Tarditi, Mancanza d’essere, desiderio e libertà, mondodomani.org/dia-legesthai/cta01.htm - C. Tilly, The Politics of Collective Violence, Cambridge, University Press2003

*Dott. in Fisioterapia AOU “G. Martino” - Messina

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Sez. 5 Sentenza n. 9126 del 2006

REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANOLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FAVARA Ugo - Presidente - Dott. MERONE Antonio -Consigliere - Dott. DI BLASI Antonino - Consigliere - Dott. GENOVESE Francesco Antonio - Consigliere - Dott.MELONCELLI Achille - rel. Consigliere - ha pronunciato la seguente: SENTENZA sul ricorso r.g.n. 3399/2000, proposto da: Ministero delle finanze, in persona del Ministro in carica, rap-presentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, presso la quale è domiciliato in Roma, via deiPortoghesi 12; - ricorrente - controil signor C.P.; - intimato - avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale di Napoli 23 novembre1998, n. 194/31/98, depositata il 21 dicembre 1998; udita la relazione sulla causa svolta nell’udienza pub-blica del 19 gennaio 2006 dal Cons. Dott. Achille Meloncelli; vista la requisitoria scritta del P.M., in personadel Sostituto Procuratore Generale Velardi Maurizio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE Considerato: a) che il 2 febbraio 2000 è notificato al signor C.P., fisioterapista, un ricorso del Ministerodelle finanze per la cassazione della sentenza indicata in epigrafe, che ha rigettato l’appello dell’Ufficio IVAdi Avellino contro la sentenza della Commissione tributaria provinciale di Avellino n. 505/01/95, che avevaaccolto il ricorso del contribuente contro l’avviso di rettifica dell’IVA; b) che le attività di fisioterapia, fisiokinesiterapia e massoterapia integrano, già prima dell’entrata in vigo-re del D.M. 21 gennaio 1994, gli estremi delle prestazioni paramediche rese alla persona nell’eserciziodelle arti sanitarie soggette a vigilanza ai sensi del R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, art. 99, il cui comma 2prevede l’arte ausiliaria del massaggiatore, a sua volta disciplinata, come specializzata rispetto a quelladell’infermiere generico, R.D. 31 maggio 1928, n. 1334, art. 1, e sono, pertanto, esenti dall’IVA ai sensidel D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, art. 10, comma 1, n. 18, senza che, in contrario, spieghi influenza lacircostanza che le prestazioni medesime siano fornite in assenza di prescrizione medica ovvero in man-canza, presso il contribuente, delle apparecchiature necessarie per le relative indagini (Corte di cassazio-ne 27 marzo 2001, n. 4403); c) che il ricorso è, pertanto, manifestamente infondato;d) che la mancata costituzione in giudizio dell’intimato esime dalla pronuncia sulle spese processuali rela-tive giudizio di Cassazione. P.Q.M. la Corte rigetta il ricorso.Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 19 gennaio 2006. Depositato in Cancelleria il 19 aprile 2006

Esenzione IVA per le attività di fisioterapia

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Creare il gruppo di interessespecifico in geriatria di Antonella Liberto*

La riabilitazione geriatrica rappresenta indubbiamen-te un settore particolare della riabilitazione, nelquale siamo chiamati ad operare con sempre mag-

giore frequenza. Oggi se ne parla sempre di più in svaria-ti ambienti e le continue richieste di prevenzione, cura eriabilitazione, insieme alle preoccupazioni per gli altissi-mi costi sanitari, economici e sociali, impongono unaforte presa di coscienza dei molteplici bisogni delle per-sone in età geriatria da parte delle istituzioni politiche,sociali, amministrative e delle professioni sanitarie emediche. Sicuramente, se ciò da un lato costituisce unprimo e doveroso passo in avanti, dall’altro impone ungrande sforzo di riflessione, comprensione, ragionamentoe interpretazione delle problematiche reali e concretedell’ageing population, al fine di proporre, attuare e veri-ficare delle strategie innovative adeguate di risoluzione,che siano costruite sulla realtà dell’individuo che invec-chia, spesso non autosufficiente, e che per varie patolo-gie che interessano l’età avanzata, presenta più disabili-tà. La consapevolezza che isolate professionalità possonooffrire delle risposte non del tutto esaurienti e complete,ci fa protendere con sempre maggiore convinzione versomodelli di integrazione e collaborazione interprofessiona-le, dove tutti gli attori del sistema interagiscono, condivi-dendo obiettivi e strategie, per il conseguimento dellamiglior qualità di vita per la persona anziana e i suoi fami-liari. È inoltre indispensabile unire le nostre forze di pro-fessionisti sanitari della riabilitazione per migliorare ilnostro intervento e in ultima analisi l’interazione con l’in-dividuo anziano, tramite la creazione di un percorso dicrescita della nostra categoria in questo ambito, chearricchisca le nostre cognizioni, competenze e si traducain esperienze efficaci sul campo. Pertanto è necessario creare e organizzare un gruppo distudio, approfondimento e ricerca che si occupi di accre-scere la “cultura riabilitativa e scientifica” di questopeculiare e complesso settore d’intervento. Questodovrebbe, a mio avviso, avere soprattutto un ruolo di rife-rimento per tutti coloro che si trovano ogni giorno a dove-re affrontare e tentare di risolvere situazioni e problemiirti, complicati e di non facile risoluzione. Sarebbe a talfine importante l’apporto di professionisti, che condivi-dendo interessi comuni, siano realmente interessati emotivati a ricercare e attuare un vero cambiamento nellametodologia di lavoro utilizzata, che provengano da real-tà diverse, non solo come formazione e bagaglio cultura-le, ma come esperienze lavorative, differenti nodi dellarete sanitaria in cui operano, vari ruoli istituzionali, tipo-logia di pazienti e patologie trattati.Gli scopi della creazione di un gruppo di interesse specifi-co in geriatria sono molteplici: - Costituzione di una stretta collaborazione tra fisioterapistiaderenti, con creazione e compilazione di un questionarioper raccogliere dati sull’attività riabilitativa effettuata esugli eventuali bisogni dei partecipanti.

- Osservazione sistematica su sistemi di rilevazione deibisogni, valutazione funzionale, metodologia di lavoro,metodiche scelte e sistemi di verifica utilizzati nellapratica quotidiana.- Censimento delle strutture geriatriche e riabilitativein Sicilia.- Interscambio culturale con fisioterapisti che si occupanodi recupero in geriatria nelle varie regioni italiane. - Promozione di collaborazione interdisciplinare in tuttigli ambiti dove è necessaria.- Creazione di una cartella di riabilitazione geriatrica con-divisa che documenti il processo di recupero della perso-na anziana e che miri al miglioramento della qualità del-l’intervento riabilitativo.- Utilizzo dei risultati della ricerca ed evidenza scientifi-ca nella pratica geriatrica.- Organizzazione di seminari e attività formative.- Pubblicazione di articoli su riviste professionali.- Progettazione di percorsi per il conseguimento dellaqualità dell’intervento riabilitativo.Per la gestione e organizzazione del gruppo di lavoro ènecessario identificare un responsabile regionale, e deireferenti che si occupino dei lavori di segreteria, contat-ti e comunicazione, formazione, ricerca, letteratura ebibliografia, ed altro. È importante stabilire un program-ma di obiettivi prioritari da portare avanti, e di attività,che siano realmente attuabili e raggiungibili. Non è stato ancora attivato un G.I.S. Geriatria a livellonazionale, è quindi necessario un grande impegno da partedi tutti i colleghi interessati per avviare questo gruppo distudio, considerando l’opportunità di farne parte attivacome occasione di reciproco arricchimento professionale.

*Dottore in Fisioterapia A.R.N.A.S. Ospedale Civico Palermo

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PRESA IN CARICO PRESA IN CARICO

DALL'ASSISTENZA AL PROGETTO GLOBALEDALL'ASSISTENZA AL PROGETTO GLOBALE

PALERMO - Sabato 16 Dicembre 2006

Palazzo Steri - Sala dei Baroni

Mattino Moderatore: Prof. Giovanni Savettieri

ore 09.00 Saluto delle Autorità

ore 09.30 Introduzione: I perché di una scelta

Dott.ssa Stefania Campanella - Assistente Sociale CAPP Cooperativa Sociale

ore 10.00 La Legislazione di riferimento

Dott Rosario Fiolo - Coordinatore Attività teorico-pratiche C.L. in Fisioterapia - Palermo

Dott. Filippo Guccione - Responsabile Ufficio Coordinamento didattico e Serv. Tut.

C.L. in Fisioterapia Palermo

ore 10.30 La presa in carico della Persona con disabilità

Giampiero Griffo - Componente Consiglio Nazionale FISH

ore 11.00 Break

ore 11.30 Il lavoro di rete

Prof.ssa Lia Sanicola - Docente Università Parma e Friburgo

Referente Osservatorio Regionale sulla Famiglia - Regione Siciliana

ore 12.00 Il lavoro di gruppo: dall’Equipe multipisciplinare all’UVD

Dott. Maurizio D’Arpa - Responsabile Servizio 4° I.R.S.

ore 12.30 Gli attori della Presa in carico e l’UVD

Dott. Carmelo Roccaro - Docente C.L. in Fisioterapia Università di Palermo

ore 13.00 Discussione

ore 13.30 Fine lavori del mattino

Pomeriggio Moderatore: Prof.ssa Sabina La Grutta

ore 14.30 L’ICF e Funzionamento:

il Modello Biopsicosociale e il superamento del concetto di Handicap

Dott. Andrea Martinuzzi - WHO-ICF children group.

Gruppo Scientifico Progetto ICF in Italia

ore 15.00 I dati della Ricerca SIRIS

Dott. Edoardo Barbarossa - Presidente Consorzio Sol.Co. Catania

ore 15.30 Un esempio operativo di raccolta e trasmissione dati:

la Cartella dal punto di vista medico-legale ed operativo

Dott. Giovanni Gaudesi - Responsabile Area spedalità AOUP Palermo

Dott. Filippo Cavallaro - AOU Policlinico Messina

ore 16.30 Break

ore 17.00 Tavola Rotonda: Moderatore: Maria Luisa Troja

Presa in carico della Persona con disabilità:

Proposte operative e fase attuativa

Temi: L’integrazione socio-sanitaria come strumento

Il punto di vista della sanità: il Dipartimento di riabilitazione

Il PEI e le unità multidisciplinari

L’inserimento lavorativo- Mobilità e Tempo libero

Invitati:

Assessore regionale alla Sanità

Assessore regionale alla Famiglia

Direttore Dipartimento Riabilitazione ASL n. 6 PA

Responsabile Coordinamento H

ore 18.30 Conclusioni

ore 19.00 Fine Lavori

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Fare RiabilitazioneAIFI Sicilia magazine

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Cucina accessibi le 1 ° l ivel loCucina accessibi le 1 ° l ivel lo

Il cibo rappresenta una necessità dell’uomo, ciò può far considerare tutto quanto accade attorno a que-sto elemento, che ci coinvolge più volte al giorno, come ovvio, comune e di scarso valore. La stessa cosa vale per tanti aspetti e momenti della vita quotidiana. Nel momento in cui il nostro corpo si ammala ci accorgiamo di quanto valessero le azioni, gli elementi edi prodotti che non possiamo più avere.Come condotta abbiamo da sempre considerato un momento di socializzazione e di solidarietà la nostraadesione a slow food e nel momento in cui abbiamo potuto esprimere questa solidarietà abbiamo accet-tato di farci coinvolgere firmando la carta di Agrigento nel 2004 per un turismo accessibile.Questo corso è un’introduzione teorico-pratica al contesto della cucina: le nozioni essenziali della acces-sibilità degli ambienti domestici, i processi di preparazione, l’uso dei piccoli elettrodomestici e di ausilied infine le modalità di presentazione delle pietanze e le soluzioni per servire a tavola.Ogni incontro è suddiviso in due parti: lezione teorica ed esercitazione pratica collegata agli argomentitrattati nella lezione e centrata soprattutto sull’analisi sensoriale.

Docenti: Venere Anna Maria, Cavallaro Filippo, Morano Antonino, Privitera Giuseppe, Gugliotta Rosario, Tripodo Giuseppe

Sede delle lezioni: AISM - Piazza san Giovanni decollato - Messina

Segreteria organizzativa: Associazione Fisioterapia e Benessere - Messina - cell. 3473007178

L’iscrizione al corso da diritto al seguente kit: 1. Dispense del corso. 2. I prodotti usati nelle esercitazioni 3. Diploma finale

Il costo del corso è di:€ 250.00 per i soci Slow Food, AISM ed AIFI Sicilia e di € 330.00 per i non soci.

Prima lezione 7 novembre 2006 - l’ambiente cucina e lo spazio negozio- accessibilità dei luoghi e delle attrezzature- ausili, ortesi e protesi - adattamento e personalizzazione- la preparazione della tavola-analisi sensoriale con metodiche applicate al vino

Seconda lezione 9 novembre 2006 - la scelta del menù- la spesa - lo sconfezionamento e modalità di conservazione- organizzazione della dispensa- la preparazione di piatti freddi e verdure- analisi sensoriale con metodiche applicate ai formaggi

Terza lezione 14 novembre 2006 - scelta delle materie prime - gli attrezzi in cucina: la scelta degli strumenti di lavoro- preparazione di fondi e salse - lavorazione e variabili in fase di cottura: l’assaggio

Quarta lezione 16 novembre 2006 - i tempi per la preparazione delle pietanze - il piano di lavoro- le paste- preparazione e cottura delle paste: la consistenza

Quinta lezione 21 novembre 2006 - la filiera di produzione - la presentazione nel piatto ed il servizio a tavola - carne e pesce - esercitazione di preparazione delle pietanze e degustazione

Sesta lezione 23 novembre 2006 - il trasporto dalla cucina alla tavola- la scelta delle bevande- dessert, dolci e gelati- preparazione e scelta degli abbinamenti

Fiduciario: Rosario Gugliotta Tel. 335.8391030 - www.slowfoodmessina.it - email: [email protected]

AIFI Regione Sicilia

Sezione MessinaCondotta Val DemoneMessina

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