Aprile Dicembre • Trimestrale di informazione A.I.FI ... · Sempre rivolta alla LP si sta...

16
Anno 2012 Numero 2-3-4 • Aprile - Dicembre • Trimestrale di informazione A.I.FI. Regione Lazio • Registrazione al Tribunale di Roma nr.177 del 16/04/1996 • ROC Spediz. in Abb. Postale • D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/04 n.46) art 1/1 • Aut. 105/2009 EDITORIALE di Paola Caruso Cari colleghi, in questo editoriale che apre l‟ultimo numero di Fisioterapista D.O.C. 2012, diamo un riscontro dell‟anno associativo. Con grande soddisfazione possiamo rendere noto che alla data del 12 dicembre 2012 risultano iscritti esatta- mente 1000 fisioterapisti, con un buon incremento di giovani neolaureati. Per la prima volta nell‟AIFI/ Regione Lazio viene raggiunto un obiettivo che questo Direttivo si era posto fin dal suo insediamento. I punti di forza di questo tanto sentito e voluto traguardo vanno identificati sicuramente nella maggiore attenzione verso i colleghi che svolgono attività Libero Professionale. Un Ufficio a loro dedicato ha permesso di affrontare con più specificità le problematiche che nel tempo si susseguono in questo settore. E per supportare ancora di più i giovani colleghi vorremmo mettere a disposizione nel 2013, oltre la convenzione del commercialista, anche una convenzione con la società L‟Ergonomica SRL esperta di studi di fattibilità per l‟apertura di studi professio- nali per facilitare l‟ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Sempre rivolta alla LP si sta lavorando in ambito nazionale per predisporre l‟albo dei Fisioterapisti Liberi Professionisti. Questa iniziativa fa parte di un progetto ancora più ampio: costituire l‟Albo dei Fisioterapisti, sia liberi professionisti sia dipendenti pubblici o privati. Que- sto è da considerarsi un passaggio fondamentale per acquisire un maggior senso di appartenenza alla Profes- sione e che consentirebbe sicuramente di contrastare con forza tutte quelle forme di abusivismo che ci danneg- giano pesantemente. La mancanza dell‟ Ordine, colpa dei governi che si sono succeduti dopo l‟approvazione della Legge 43 che non hanno mai dato seguito all‟applicazione della Legge, ha spinto l‟A.I.FI. verso questa so- luzione transitoria di costituzione dell‟Albo dei Fisioterapisti, come hanno già hanno avviato altre professioni (ad esempio i Tecnici di Laboratorio biomedico). L‟obiettivo è di coinvolgere tutti i fisioterapisti nell‟iscrizione all‟Albo. Il 5 Luglio 2012 si è costituito il Coordinamento delle Professioni Sanitarie costituito da A.I.FI. Lazio, A.I.D.I. , AIP, AITA LAZIO, AITEP, AITNE, AITO, A.I.T.R.P. , A.N.D.I.D. , ANEP, ANAP, A.N.PE.C , ANTEL Regione La- zio, ANUPI, A.R.L.L. , AsNAS , Collegio Ostetriche di Roma, U.N.I.D. L‟unione tutti questi professionisti rappre- senta un grande successo da cui emerge, in questo momen- to di grande difficoltà econo- mica, la volontà di salvaguar- dare con la propria professio- nalità e il proprio lavoro la sa- lute del cittadino. Le finalità del Coordinamento sono quel- le di costituire un tavolo tecni- co operativo delle Associazio- ni e dei Collegi delle Profes- sioni Sanitarie su obiettivi di interesse comune relativi a politiche socio-sanitarie e a temi di emergenza in relazio- ne a particolari contesti politici della Regione Lazio. Per dare una effettiva operatività sono state istituite le cariche statu- tarie che vede la sottoscritta svolgere la funzione di Presi- dente, Monica Mei Vicepresi- dente (ANTeL) e Marco Deia- na Segretario (AITA). Purtrop- po ancora non è stata possibi- le attivare alcuna iniziativa a causa delle dimissioni della Giunta Regionale. »»

Transcript of Aprile Dicembre • Trimestrale di informazione A.I.FI ... · Sempre rivolta alla LP si sta...

Anno 2012 • Numero 2-3-4 • Aprile - Dicembre • Trimestrale di informazione A.I.FI. Regione Lazio • Registrazione al Tribunale di Roma nr.177 del 16/04/1996 • ROC Spediz. in Abb. Postale • D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/04 n.46) art 1/1 • Aut. 105/2009

EDITORIALE di Paola Caruso

Cari colleghi, in questo editoriale che apre l‟ultimo numero di Fisioterapista D.O.C. 2012, diamo un riscontro dell‟anno associativo.

Con grande soddisfazione possiamo rendere noto che alla data del 12 dicembre 2012 risultano iscritti esatta-mente 1000 fisioterapisti, con un buon incremento di giovani neolaureati. Per la prima volta nell‟AIFI/ Regione Lazio viene raggiunto un obiettivo che questo Direttivo si era posto fin dal suo insediamento.

I punti di forza di questo tanto sentito e voluto traguardo vanno identificati sicuramente nella maggiore attenzione verso i colleghi che svolgono attività Libero Professionale. Un Ufficio a loro dedicato ha permesso di affrontare con più specificità le problematiche che nel tempo si susseguono in questo settore. E per supportare ancora di più i giovani colleghi vorremmo mettere a disposizione nel 2013, oltre la convenzione del commercialista, anche una convenzione con la società L‟Ergonomica SRL esperta di studi di fattibilità per l‟apertura di studi professio-nali per facilitare l‟ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Sempre rivolta alla LP si sta lavorando in ambito nazionale per predisporre l‟albo dei Fisioterapisti Liberi Professionisti. Questa iniziativa fa parte di un progetto ancora più ampio: costituire l‟Albo dei Fisioterapisti, sia liberi professionisti sia dipendenti pubblici o privati. Que-sto è da considerarsi un passaggio fondamentale per acquisire un maggior senso di appartenenza alla Profes-sione e che consentirebbe sicuramente di contrastare con forza tutte quelle forme di abusivismo che ci danneg-giano pesantemente. La mancanza dell‟ Ordine, colpa dei governi che si sono succeduti dopo l‟approvazione della Legge 43 che non hanno mai dato seguito all‟applicazione della Legge, ha spinto l‟A.I.FI. verso questa so-luzione transitoria di costituzione dell‟Albo dei Fisioterapisti, come hanno già hanno avviato altre professioni (ad esempio i Tecnici di Laboratorio biomedico). L‟obiettivo è di coinvolgere tutti i fisioterapisti nell‟iscrizione all‟Albo.

Il 5 Luglio 2012 si è costituito il Coordinamento delle Professioni Sanitarie costituito da A.I.FI. Lazio, A.I.D.I. , AIP, AITA LAZIO, AITEP, AITNE, AITO, A.I.T.R.P. , A.N.D.I.D. , ANEP, ANAP, A.N.PE.C , ANTEL Regione La-zio, ANUPI, A.R.L.L. , AsNAS , Collegio Ostetriche di Roma, U.N.I.D. L‟unione tutti questi professionisti rappre-senta un grande successo da cui emerge, in questo momen-to di grande difficoltà econo-mica, la volontà di salvaguar-dare con la propria professio-nalità e il proprio lavoro la sa-lute del cittadino. Le finalità del Coordinamento sono quel-le di costituire un tavolo tecni-co operativo delle Associazio-ni e dei Collegi delle Profes-sioni Sanitarie su obiettivi di interesse comune relativi a politiche socio-sanitarie e a temi di emergenza in relazio-ne a particolari contesti politici della Regione Lazio. Per dare una effettiva operatività sono state istituite le cariche statu-tarie che vede la sottoscritta svolgere la funzione di Presi-dente, Monica Mei Vicepresi-dente (ANTeL) e Marco Deia-na Segretario (AITA). Purtrop-po ancora non è stata possibi-le attivare alcuna iniziativa a causa delle dimissioni della Giunta Regionale. »»

IL DIRETTIVO A.I.FI. LAZIO

PRESIDENTE: PAOLA CARUSO

RESPONSABILE UFFICIO SEGRETERIA: GIOVANNA D'ANGELO

RESPONSABILE UFFICIO GIURIDICO: STEFANO MARSILI

RESPONSABILE UFFICIO FORMAZIONE: LOREDANA GIGLI

RESPONSABILE UFFICIO TESORERIA: CONCETTA DE MARINIS

2 www.aifilazio.net FISIOTERAPISTA D.O.C.

Altra iniziativa importante è stata il Corso di Formazione per Commissari per l‟Esame di Laurea in Fisioterapia. L‟esame finale abilita alla Professione e il corso svolto ha avuto l‟obiettivo di fornire criteri e strumenti condivisi in modo che i partecipanti, futuri commissari, potessero essere preparati a valutare i candidati con le stesse modalità e gli stessi criteri. I Commissari sono e devono essere una garanzia permanente per la professione.

Quest‟anno abbiamo festeggiato l‟8 settembre, Giornata mondiale della Fisioterapia, con una manifestazione che ha visto coinvolta la lega Tumori sede di Latina (LILT), che nella sua sezione “Donna Più” si adopera per favorire il recupero delle donne con esiti di chirurgia al seno, avviando in particolare il progetto “Dragon Boat”, disciplina ludico-sportiva che ha un ruolo impor-tante nel prevenire e/o contenere il linfedema, esito spesso molto invalidante dell'intervento chirurgico. Si è svolta una regata promozionale di Dragon Boat sul lago di Paola, Sabaudia, all'interno del Parco Nazionale del Circeo, grazie al supporto del Circolo Canottieri , com-posta dalle donne operate al seno degli equipaggi delle “Donne in rosa” di Latina, Roma e Firenze, fisioterapisti, medici, amici, sportivi che ogni giorno sono con loro per superare momenti difficili fisicamente e psicologicamen-te. Con circa 300 persone abbiamo condiviso momenti ludici, di solidarietà, di amicizia, di divertimento.

Tra le iniziative che si sono svolte in quest‟anno asso-ciativo vorrei segnalare il Corso Itinerante gratuito per gli associati: “Professione Fisioterapista: Autonomia, Responsabilità, Contesti contrattuali e fiscali” che ha coinvolto il Direttivo A.I.FI. e il Dott. Cacciotti (nostro commercialista di riferimento) organizzato a Rieti e a Viterbo, molto apprezzato dai colleghi. L‟iniziativa conti-

nuerà anche nel 2013 svolgendosi nelle province di Latina e Frosinone.

Mentre scrivo è in cantiere un evento in prossimità delle elezioni regionali che il Coordinamento delle Professio-ni Sanitarie della Regione Lazio vorrebbe organizzare a gennaio 2013 in cui far intervenire politici, sindacati e rappresentanti dei cittadini sui temi della Sanità laziale. Il titolo del Convegno dovrebbe essere “Competenze, appropriatezza e razionalizzazione delle risorse nel S.S.N.: potenzialità delle Professioni Sanitarie”. Si è ipotizzato un intervento per area riportando esempi per appropriatezza nel percorso assistenziale per fare emergere quanto l‟impiego delle nostre professioni si traduce in un miglior intervento per il cittadino e un ri-sparmio delle risorse che in tempo di spending rewiev diventa prioritario.

Vorrei terminare sottolineando che come A.I.FI. ci aspetta un 2013 pieno di impegni: a livello nazionale il nuovo decreto sulla rappresentatività obbligherà l‟As-sociazione a procedure codificate per le iscrizioni degli associati perché essa stessa garante rappresentativa della professione che nella registrazione dei crediti ECM dovrà prevedere sicuramente una organizzazione della segreteria diversa da quella attuale. Sarà inoltre importante e necessario prendere contatti con la nuova giunta regionale dialogando e condividendo il più possi-bile i temi della riabilitazione nell‟ottica di un nuovo as-sestamento delle problematiche riguardanti la salute.

In conclusione vorrei invitare tutti i colleghi ad iscriversi all‟A.I.Fi. per darle forza e incisività alla nostra profes-sione. ♦

L’AIFI LAZIO METTE A DISPOSIZIONE DEI PROPRI SOCI UNA SERIE DI SERVIZI UTILI PER DARE UN CONCRETO

AIUTO ALLA PROFESSIONE DEL FISIOTERAPISTA:

… E MOLTO ALTRO... RESTA AGGIORNATO COLLEGANDOTI AL SITO

www.aifilazio.net

Il servizio online CERCA UN

FISIOTERAPISTA, per semplificare la ricerca di un professionista

nella regione Lazio da parte dei pazienti

COMMERCIALISTA in convenzione ed a di-sposizione dei soci

per chiarimenti e con-sulenze durante i

nostri incontri mensili

AVVOCATO in convenzione ed a

disposizione dei soci

La consulenza gratuita di un referente per la

LIBERA PROFESSIONE

Un RESPONSABILE GIURIDICO per una consulenza di tipo

giuridico-legale

Una SEGRETERIA aperta tutti i giorni al

pubblico

ASSICURAZIONE PROFESSIONALE con Italiana Assicurazione

in convenzione a prezzi vantaggiosi

SOLO per i soci AIFI

SCONTI dedicati ai soci AIFI su corsi ECM

www.aifilazio.net 3 FISIOTERAPISTA D.O.C.

Una SEGRETERIA aperta tutti i giorni al

pubblico

NOVITÁ 2013

Convenzione con L’ERGONOMICA SRL

esperta di studi di fattibilità per l’apertura di studi professionali

Sezione Territoriale di Latina di M. Antonietta Fara

Il 2012 è stato un anno molto faticoso: lavoro, didattica, studio, e non per ultimo l'impegno volontario con la no-stra Associazione, impegno che comporta l'assunzione di compiti e obiettivi da raggiungere. Con i colleghi del Direttivo Regionale sono stata quoti-dianamente coinvolta e impegnata in quelle che l‟Asso-ciazione ritiene tematiche importantissime e che richie-dono, come si usa dire, un continuo work in progress: FORMAZIONE di qualità, LOTTA ALL’ABUSIVISMO promuovendo il ruolo e il lavoro del “vero” Fisioterapi-sta,e infine i SERVIZI per gli iscritti, con una particolare attenzione alle problematiche dei colleghi libero/professionisti. Lo sforzo continuo è stato, e continuerà ad essere, quel-lo di studiare strategie d'intervento efficaci, incisive, in-novative. Riguardo ai “compiti” affidatimi posso affermare che l'an-no si conclude positivamente. Sono state avviate e por-tate a termine le seguenti attività: FORMAZIONE

E' stata siglata il 06/03/2012 la con-venzione con la UOC Formazione della Asl di Latina che in qualità di Provider garantisce tramite la su-pervisione del nostro comitato scientifico un Programma di Forma-zione continua di qualità, rispon-

dente ai requisiti previsti dal nuovo sistema ECM a prez-zi contenuti per i soci. Un corso teorico-pratico sul trattamento dell'arto superio-re nel linfedema post-mastectomia con 45 crediti ECM assegnati e la giornata di approfondimento su “L'esercizio Terapeutico conoscitivo (ETC) nella patolo-gia ortopedica della spalla” con 6 crediti ECM, hanno coperto per i partecipanti il fabbisogno annuo di crediti ECM da conseguire. LOTTA ALL’ABUSIVISMO In associazione da tempo si riflette sulla necessità di una comunicazione che pur garantendo un'informazione cor-retta e diffusa attraverso i canali associativi, terreno pe-rò quasi esclusivo per “gli addetti ai lavori”, deve avere

un impatto forte per arrivare a quante più persone possibili informando sul ruolo del Fisioterapista e sul diritto/dovere di segnalare, quegli “Abusivi” non fisioterapi-sti , purtroppo sempre più numerosi. Si è deciso, quindi, di promuovere quelle attività che favoriscono la conoscenza e la missione dell'Aifi, il suo ruolo e relativo impegno. Una delle modalità, già speri-

mentata in passato, è stata quella di dare sostegno e collaborazione alle associazioni dei cittadini valorizzando le iniziative di enti e associazioni che facilitano il recupe-ro della qualità di vita e l'inserimento sociale, lavorativo, sportivo/ludico, e promuovendo gli eventi più significati-vi e rilevanti in tale ambito. Quest'anno, l'8 settembre,

nella giornata mondiale della Fisioterapia, l'AIFI Lazio si è “TINTO DI RO-SA”, organizzando con la Lega Tumori ( LILT) di Latina una giornata dal titolo

"Pagaiamo Insieme", sul Lago di Paola, a Sabaudia. Pagaiamo insieme con il Dragon Boat è un progetto che la LILT di Latina promuove dal 2010 per affrontare i pro-blemi connessi all'intervento per il tumore al seno attraver-so la difesa della salute nel-la sua accezione più ampia, bio-psico-sociale, La giornata dedicata è stata bellissima: una grande festa con momen-ti toccanti ed emozionanti, condivisa da circa trecento persone, tra amici, medici, fisioterapisti, donne in “Rosa” di Latina, Roma e Firenze, associazioni di volontariato, sportivi, istituzioni, e aziende locali che hanno supportato l'evento. Tutti coinvolti nel dare solidarietà, informazione ed educazione alle buone pratiche sanitarie e sociali. Prima che l‟anno finisca ci attende un altro appunta-mento che permetterà di dare ancora conto del lavoro dell‟ AIFI Lazio. Nell‟ambito di un progetto della provincia di Latina che sponsorizza il festival del giallo e del noir ci saranno 8

incontri con 8 scrittori che presenteranno i loro ultimi romanzi in un’ atmosfera tra l‟evasione, lo spiritoso, l‟ironi-

co, il culturale. Presso la sala ristorante dell‟Hotel Mira-mare a Latina Lido con l‟aiuto degli chef saranno realiz-zate cene a tema in sintonia con la trama dei romanzi esposti.Il contesto ludico sarà l‟occasione per fare cono-scere e dare visibilità alle associazioni che si occupano di questioni sociali intrecciando informazione e d conte-nuti diversi e specifici, uniti dalla richiesta di dignità e di riconoscimento per la vita di noi tutti.

SERVIZI Nell‟ottica di poter “dotare” i colleghi più giovani di stru-menti utili in materia giuridica, fiscale ed economica abbiamo ottenuto nello specifico dalla BNL un‟offerta per l‟iscritto AIFI che alla voce prestiti , finanziare ac-quisti, investimenti, ecc. può avere condizioni competiti-ve rispetto a quanto offerto sul mercato. La convenzione per chi interessato è riportata per esteso sul sito dell‟AI-FI Lazio. L‟anno si chiude quindi in positivo. Aspettiamo però sempre vostri suggerimenti per poter continuare a la-vorare meglio nel 2013 ancora più forti! Un caro saluto ♦

4 www.aifilazio.net FISIOTERAPISTA D.O.C.

di Franco Bomprezzi Direttore responsabile di Superando.it.

«Caro Saviano – scrive Franco Bomprezzi, riferendosi alla trasmissione di Fabio Fazio, andata in onda il 1° otto-bre – applausi per aver scelto un tema di grande presa, ma molto trascurato dai media. Però gli argomenti che hai usato sono stati cuciti con il filo della retorica e del sentimento e l‟espressione “diversamente abili” è proprio quella preferita dai politici che tu ami criticare»…

Caro Saviano, ho visto il tuo monologo in Che tempo che fa del Lunedì. Sei proprio “diversamente bravo”. Come dici? Perché “diversamente”? Beh, se io sono “diversamente abile”, tu sei “diversamente bravo”, così ce la giochiamo alla pari. Non ti piace? Ci credo. Perché o uno è bravo o non lo è. Come per me: o sei abile o non lo sei. Io, modestamente, preferisco essere chiamato per nome.

Mi chiamo Franco, ho 60 anni, ho gli esiti della stessa patologia di Michel Petrucciani, ma “diversamente” da lui non suono il pianoforte. Le mani sono lunghe e forti, e le uso per picchiare sui tasti del computer, e anche per fare altre cose, sulle quali non mi dilungo. Ma se proprio mi devi chiamare, per favore, preferisco di gran lunga “persona con disabilità”. Qui lo abbiamo scritto e ripetuto da tempo, spiegan-do il perché. Ma evidentemente ancora invano, per i “diversamente bravi”. Allora, con pazienza, ecco qualche piccola osservazione, se non ti offendi. “Persone” con “disabilità”, perché la disabilità dipende non solo dagli esiti di una malattia, di un incidente, di una situazione congenita, ma dal contesto sociale e ambientale nel quale si è inseriti. Se continuiamo a pensare che la disabilità sia qualcosa di “diverso”, addi-rittura una grande opportunità per sviluppare “diverse abilità”, facciamo un grave torto a quei milioni di persone nel mondo che ogni giorno si battono solo per vedere rispettati i propri diritti di cittadinanza alla pari degli altri, anche se non sono bravi come Petrucciani, per dire. L‟ONU, infatti, scrive proprio la Convenzione sui Diritti delle “persone con disabilità”. Questione di parole? No, di sostanza. Dietro le parole ci sono le idee, i pregiudizi, gli schemi mentali. Compresi i tuoi, di “diversamente bravo”.

Mi occupo anch‟io di comunicazione da tanto tempo, e ho analizzato con “diversa modestia” il tuo lavoro di ieri sera. Hai scelto un tema di grande presa, ma anche molto trascurato dai media. Bravo. Lo hai fatto con passione e sincero spirito costruttivo. Bravissimo. Hai raccontato la storia di Michel Petrucciani che farebbe commuovere anche Fiorito appena entrato in carcere! Applausi, standing ovation. Ma lo hai fatto dall’alto. Dall’altra parte del mondo. Nel tuo tono, perdonami, c’è quasi un atteggiamento predicatorio. Ci hai “sdoganati” in prima serata, e te ne siamo grati (insomma, così così). Ma le tue corrette e opportune notazioni sui tagli ai bilanci pubblici e ai servizi, l‟apprezzamento giustissimo per i campioni delle Paraolimpiadi, la valorizzazione di un fenomeno come Petrucciani, sono tutti elementi splendidi, cuciti però con il filo della retorica e del sentimento. So già che i tuoi appassionati sostenitori insorgeranno, ma io parlo a te, e vorrei sinceramente che tu cogliessi queste mie riflessioni, da “giornalista a rotelle”, per approfondire di più, per scavare dietro le notizie, per non cadere nella trappola delle parole. Pensa che “diversamente abili” è proprio l’espressione preferita da quei politici che tu ami criticare. A loro infatti suona benissimo, perché gli consente di far bella figura (proprio come te ieri sera da Fa-zio), senza bisogno di andare al cuore dei problemi e dei diritti delle “persone” che possono anche essere del tutto “non abili”. Ma non per questo hanno meno diritto di cittadinanza, meno dignità. Caro Saviano, benvenuto tra noi. Ma se mi posso permettere una piccola osservazione finale: parla un po‟ “diversamente”. Magari sei più efficace. Con simpatia. ♦

SAVIANO E LA TRAPPOLA DELLE PAROLE

www.aifilazio.net 5 IN-FORMAZIONE

www.superando.it

PER UNA FORMAZIONE DI QUALITA’ A cura di Claudio Ciavatta - Commissione Nazionale Formazione Continua

Da diversi anni in tutti i Paesi sviluppati vi è una crescente sollecitazione a migliorare la qualità dei servizi sani-tari e la soddisfazione dei pazienti. Nell‟ambito della clinical governance la formazione continua dei professioni-sti riveste un ruolo fondamentale: la rapida obsolescenza del sapere in ambito sanitario, connessa con l‟evolu-zione costante delle conoscenze scientifiche, obbliga necessariamente tutti i professionisti a un confronto per-manente con le nuove conoscenze. Da sempre ci si interroga su come migliorare all‟interno delle organizzazioni. L'interesse per i processi di ap-prendimento organizzativo è soprattutto emerso a partire dagli anni '90, nei quali si è affermata la visione dell'a-zienda come organizzazione che apprende, learning organization (Senge, 1992). Questa definizione sottolinea d'importanza dei processi attraverso i quali il sistema di competenze, conoscenze e capacità dell'impresa si evolve: integra, modifica e aggiorna il proprio patrimonio conoscitivo. In ambito sanitario, la definizione di Clinical Governance per la prima volta proposta è di Scaly e Donaldson ed è comparsa nel 1998 sulla rivista scientifica British Medical Journal: “La Clinical Governance è un sistema attra-verso cui le organizzazioni sanitarie (Aziende Sanitarie) sono responsabili del continuo miglioramento della qua-lità dei loro servizi e della salvaguardia di elevati standard di assistenza attraverso la creazione di un ambiente in cui possa svilupparsi l‟eccellenza dell‟assistenza sanitaria”. La formazione in questa prospettiva rappresenta una delle leve essenziali attraverso cui promuovere questa eccellenza. Numerose review della Cochrane (Continuing education, professional practice, outcome), relative agli effetti sulla pratica professionale e sugli outcome dell’attività formativa, hanno evidenziato come le strategie interattive ed il lavoro in piccoli gruppi risultino essere più efficaci della formazione tradizionalmente intesa. Ad esempio sono in grado di migliorare la pratica professionale e gli esiti sanitari per i pazienti gli incontri in piccoli gruppi di lavoro: l'audit, sistemi di feedback. Proprio dall‟analisi di queste esperienze “virtuose” è stato possibile mettere a punto vere e proprie linee guida sull‟argomento. Un altro punto di riferimento importante è rappresentato dal movimento Best Evidence Medical Education, BEME (Harden et al, 1999). Il link di questa interessante organizzazione è http://

www.bemecollaboration.org/. Si tratta di un gruppo internazionale di professionisti, università e organizzazioni professionali impegnate nello sviluppo della formazione basata sulle evidenze, specificamente orientato dunque alle professioni mediche e sanitarie attraverso: diffusione di informazioni per assumere decisioni sulla base delle migliori evidenze disponibili; produzione di revisioni sistematiche; promozione di una cultura dell‟educazione basta sulle evidenze. Allora, è possibile una forma-

zione di qualità? Credo proprio di sì! Ogni professionista deve rivendicare questo a prescindere l‟Ecm. Aggiornarsi è responsabilità etica e deontolo-gica del singolo professionista: lo dichiara il Codice deontologico di ogni professionista sanitario. Il Self-directed life-long learning e il Continuing professional development sono concetti che esprimono proprio questo respiro. Ciascuno deve poter esprimere il personale percorso professionale che, necessariamente, deve confrontarsi con il contesto di riferimento e, più in generale, con la cultura scientifica. Saranno proprio le organizzazioni gui-date da “manager illuminati” e sostenute da “professionisti responsabili” che riusciranno a gestire meglio la com-plessità per garantire il miglior risultato possibile nella sfida quotidiana per assicurare efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all‟assistenza prestata. ♦ ___________________________________________________ 1 - Continuing education meetings and workshops: effects on professional practice and health care outcomes; Louise Forsetlund , Arild Bjørndal , Arash Rashidian , Gro Jamtvedt , Mary Ann O'Brien , Fredric Wolf , Dave Davis , Jan Odgaard‐Jensen and Andrew D Oxman, April 2009. 2 - Audit and feedback: effects on professional practice and healthcare outcomes; Noah Ivers , Gro Jamtvedt ,

Signe Flottorp , Jane M Young , Jan Odgaard‐Jensen , Simon D French , Mary Ann O'Brien , Marit Johansen ,

Jeremy Grimshaw and Andrew D Oxman, June 2012.

FISIOTERAPISTA D.O.C.

Anno 2012, nr 2 aprile dicembre Registrazione presso il Trib. Di Roma, nr. 177 del 16/04/96 Distribuzione gratuita Tiratura 3000 copie Edito da AIFI Lazio Direzione e Redazione Via Pinerolo 3 • 00185 Roma • Tel/Fax: 0658332220

Rappresentante Legale: Paola Caruso Direttore Responsabile: Carla Dell’Unto Comitato di Redazione: Paola Caruso, Giovanna D’Angelo, Concetta De Marinis, Loredana Gigli, Stefano Marsili AIFI Lazio Via Pinerolo 3 • 00182 Roma • Tel/Fax: 0658332220 [email protected] • www.aifilazio.net

6 www.aifilazio.net IN-FORMAZIONE

FISIOTERAPISTA D.O.C.

CONVENZIONI ASL E-mail: [email protected]

E-mail: [email protected]

Esame baropodometrico - Calzature su misura, predisposte per plantare e per piede diabetico - Calze Elastiche -

Busti ortopedici - Tutori - Ginocchiere e cavigliere - Presidi per l‟incontinenza -

Ausili per il bagno

Show-room ausili - carrozzine ortopediche manuali ed elettroniche - sistemi posturali ed ausili antidecubito

Vendita di articoli sanitari e noleggio magnetoterapia e kinetec per ginocchio

Servizio di valutazione e consegna a domicilio di ausili ed ortesi

LABORATORIO E PUNTO VENDITA: Via Paola Falconieri 21/a -21/b - 00152 Roma

Tel: 06.532.731.82 - Fax: 06.532.767.85

PUNTO VENDITA: C/O Ospedale San Camillo (Padiglione Piastra)

Circ.ne Gianicolense, 87 - 00152 Roma Tel/Fax 06.885.421.91

www.aifilazio.net 7 FISIOTERAPISTA D.O.C.

8 www.aifilazio.net IN-FORMAZIONE

LA FORMAZIONE DEI COMMISSARI DI LAUREA AIFI LAZIO

di Loredana Gigli

Come ogni anno, in questo periodo gli studenti del 3° anno dei Corsi di Laurea in Fisioterapia si preparano ad af-frontare l‟ultima prova del loro percorso di studi: l‟esame di stato, abilitante all‟esercizio della Professione, e la di-scussione della Tesi di Laurea. Le competenze e le abilità acquisite, ed i loro lavori di ricerca, saranno valutati dalle Commissioni appositamente individuate, delle quali fanno parte alcuni Docenti del Corso di Laurea e due Rappresentanti della Professione, appartenenti alle Associazioni di categoria definite rappresentative con Decreto del Ministero della Salute. L‟Aifi è quindi chiamata ad individuare i Colleghi che ricopriranno tale incarico. Nella Regione Lazio, data l‟elevata concentrazione di Università e Sedi didattiche di Corso di Laurea in Fisiotera-pia, questo impegno è molto sentito, sia dal Direttivo Regionale che dai Colleghi che di volta in volta svolgono il delicato compito di rappresentare la categoria professionale nelle Commissioni di Laurea. Fin dal 2008, anno del primo insediamento, l‟attuale Direttivo del Lazio ha lavorato per rendere questa attività uno strumento di comunicazione tra la Professione e i Corsi di Laurea in Fisioterapia, spesso difficile, quando non completamente assente. Quindi, la presenza dei Rappresentanti Aifi nelle prove finali è stata valorizzata il più possibile, ed i Colleghi individuati per questo incarico sono stati fortemente responsabilizzati, sia per quanto ri-guarda il loro compito di valutazione, sia per la valenza strategica di Aifi all‟interno delle Università. Il passaggio successivo è stato quello di rilevare ed analizzare le criticità emerse durante lo svolgimento degli

esami finali, relative principalmente all‟esame di stato, e consistenti sostanzialmente nella difformità di svolgimento della prova pratica, tra una sede didattica e l‟altra; di qui, la difficoltà di valutare oggettiva-mente la prova stessa, tenuto conto che alcune situazioni possono penalizzare il candidato. La riflessione ed il confronto costante, tra i componenti del Direttivo e i Colleghi che hanno svolto l‟incarico di Commissario, ha portato alla conclusione della necessità di una spe-cifica formazione diretta appunto a quanti ambiscono a ricoprire que-sto incarico e ne possiedono i requisiti, come stabilito dai Regolamen-ti nazionale e regionale. Il 29 settembre si è svolta quindi la giornata di formazione per i Com-missari, presso la sede dell‟Aifi Lazio. Per dare maggiore valenza al corso, e per “aiutare” i colleghi a completare la richiesta di crediti, es-

so è stato accreditato secondo il sistema ECM regionale, grazie alla convenzione in essere tra Aifi Lazio e ASL Roma C. Alla giornata hanno partecipato numerosi colleghi, che avevano precedentemente inviato la propria candidatura per l‟incarico di Commissario; Docenti della giornata Paola Caruso, Loredana Gigli, Concetta De Marinis e Gio-vanni Galeoto. L‟obiettivo principale del corso, oltre a quello di informare esaustivamente in merito ai doveri ed ai diritti del Rap-presentante Aifi nelle Commissioni di Laurea, ed ai dettami normativi in materia, era quello di costruire gli stru-menti, gli “attrezzi del mestiere”, per valutare in maniera omogenea le prove previste dagli esami finali. Grazie alla costruttiva partecipazione e alla forte interazione, l‟obiettivo è stato raggiunto; sono state infatti elabo-rate due griglie, una per valutare l‟esame di stato, ed una per valutare la discussione della tesi, che saranno utiliz-zate già nell‟imminente sessione di laurea. Questo strumento, inoltre, permetterà ai Commissari Aifi di far “pesare” il loro giudizio professionale, rafforzando al tempo il significato della loro presenza. D‟altro canto, il feedback che sarà fornito, grazie all‟utilizzo di strumenti di valutazione oggettiva, vuole rappresentare un‟occasione di miglioramento e risoluzione delle criticità esistenti. Aifi Lazio intende con questo sostenere ed affiancare sia i propri Rappresentanti, sia i Colleghi impegnati nei Cor-si di Laurea; infine, ma non certo perché è una motivazione meno importante, riteniamo che in questo modo an-che i futuri colleghi siano meritevoli della migliore valutazione possibile, a prescindere dalle eventuali carenze o problematiche incontrate durante il loro percorso di studio. Un particolare ringraziamento ai Colleghi che hanno partecipato alla giornata di formazione, che hanno permesso

di dare vita ad un interessantissimo e costruttivo dibattito, offrendo a tutti, Docenti compresi, un‟occasione di cre-

scita culturale e professionale. ♦

Tutti coloro che si occupano di cure palliative sembra abbiano chiaro un obiettivo: cambiare il paradigma delle cure sanitarie. La medicina è malata, le cure palliative possono essere la cura efficace per portarla alla guarigio-ne. E‟ questo il messaggio forte che è emerso sabato 20 ottobre 2012 al Convegno “LE CURE PALLIATIVE TRA ATTUALITA’ E PROSPETTIVE”.I lavori sono stati introdotti da tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie coinvolte in quella che è stata una giornata di formazione ricca e stimolante. Per i fisioterapisti era presente il Pre-sidente Nazionale dell‟AIFi, dott. Antonio Bortone. Il suo intervento ha messo in evidenza il ruolo emergente del fisioterapista nelle cure palliative non tanto nell‟obiettivo di recuperare la funzione lesa quanto di migliorare la qua-lità della vita residua, aiutando il paziente a convivere con la propria disabilità e con il cambiamento dell‟immagine di sé, fornendogli degli obiettivi, un programma terapeutico, una progettualità e la possibilità di divenire soggetto nel piano di assistenza. I relatori hanno richiamato l‟attenzione sulla necessità di un cambiamento culturale nell‟assistenza al malato termi-nale che coinvolga sia gli aspetti operativi della stessa sia quelli formativi degli operatori. Numerosi sono stati gli spunti di riflessione di cui vi diamo conto con l‟auspicio di un‟attiva partecipazione del fisio-terapista alla costruzione del nuovo paradigma assistenziale. “Il malato terminale sembra non appartenere più alla società”: eppure sono 24 milioni nel mondo coloro che hanno

bisogno delle cure palliative. L‟80% di questi pazienti non ha ancora oggi accesso alle terapie del dolore. L‟ap-

proccio culturale che ruota attorno a questa tematica è quello della rassegnazione. Bisogna invece andare verso

una cultura della morte per favorire la qualità degli ultimi istanti di vita. Quando vi è l’associazione tra persona e

sofferenza, bisogna avere un approccio multidimensionale. Ci troviamo in un ambito di fragilità in cui è importante

l‟equilibrio psico-fisico dell‟operatore che ha a che fare col malato terminale.

L‟assistenza in cure palliative rappresenta, infatti, un modo particolare di prendersi cura (il care della cultura an-glosassone) di un malato inguaribile i cui bisogni sono di natura non solo sanitaria. Egli è un malato speciale, fra-gile, che si avvicina alla fine della vita e speciale (C. Centeno) deve essere il modo in cui il professionista sanita-rio gli si avvicina. Il “modo speciale” attiene agli aspetti olistici e spirituali che investono l‟assistenza al morente. Anche gli operatori di cure palliative sono un po‟ speciali perché cer-cano di avvicinarsi al paziente con tutta la loro persona. Tutto questo non vuol dire che le cure palliative siano sinonimo di buona volontà e di facili atteggiamenti positi-vi e altruisti ma che gli operatori debbono svilup-pare e coltivare compe-tenze molto alte e ade-guate al difficile compito che li aspetta. Orientare in modo pro-duttivo la medicina è di-ventato necessario ma se ciò diventa l‟obiettivo principale si cureranno solo le malattie più van-taggiose da un punto di vista economico. »»

LE CURE PALLIATIVE TRA ATTUALITA’ E PROSPETTIVE

di M. Concetta De Marinis & M. Dolores Listanti

www.aifilazio.net 9 FOCUS ON

Le cure palliative e lo sviluppo accademico Moderatore: Prof. V. Denaro (Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Campus Bio-Medico di Roma) Relatori: Prof. C. Centeno Cortes (Unità di Medicina Palliativa, Clinica Universitaria di Navarra, Membro dell‟ European Association of Palliative Care - EAPC - Board of Directors) Prof. V. Tambone (Direttore Istituto di Filosofia Agire Scientifico e Tecnologico, Università Campus Bio-Medico) Prof.ssa M. G De Marinis (Delegato del Preside al Corso di Laurea in Infermieristica Università Cam-pus Bio-Medico) Dott.ssa C. Mastroianni (Presidente Antea Formad) Il controllo dei sintomi e terapie di supporto Moderatori: Prof. L. Trodella (Direttore UOC Radioterapia, Policlini-co Universitario Campus Bio-Medico) Prof. G. Tonini Direttore (UOC di Oncologia Medica, Policlinico Uni-versitario Campus Bio-Medico) Relatori: Dott. G. Casale (Coordinatore Sanitario Centro Antea Rete di Cure Palliative) Prof. M. Carassiti (Resp. UOS Rianimazione e Medicina del Dolore, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) Prof. D. Santini (Resp. UOS Day-Hospital di Oncologia, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) Dott.ssa A. Marzi (Direttore Hospice “Casa Madonna dell‟Uliveto”) Le prospettive future Relatori: Dott. G. Casale (Coordinatore Sanitario Centro Antea Rete di Cure Palliative) Dott.ssa A. Turriziani (Presidente Società Italiana Cure Palliative, SICP) Dott. L. Amore (Consiglio Universitario Nazionale, CUN)

D‟altra parte, oggi siamo impegnati non solo a far sì che il nostro paziente rimanga in vita ma che la sua qualità di vita sia accettabile. Abbiamo assunto il concetto di Qualy (Quality Adjusted Life Years) che combina insieme la durata della vita con la qualità della stessa. Se cominciamo a pensare l‟organizzazione sanitaria come Living Company e la mettiamo in stretta connessione con gli stakeholder forse facciamo un passo avanti nella riflessione su un modello di riferimento utile a definire il nostro compito. Questo malato speciale diventa il centro dell’attenzione delle competenze di diversi professionisti che collaborano strettamente. Gli operatori di cure palliative si approcciano al paziente in modo olistico sempre assieme alle altre figure professionali che fanno parte dell‟èquipe: la multidisciplinarietà dell‟intervento è parte integrante della prassi assistenziale. Allo stesso modo le cure, le procedure, i programmi devono rispondere pienamente al criterio della EBM. Si dovrà, quindi, indagare sulle cure palliative, fare ricerca scientifica per collocarle nella posizione di rilievo che compete loro. Tutte queste considerazioni rimandano al ruolo dell‟Università nello sviluppo delle conoscenze e della formazione in cure palliative. Un interessante studio presentato dal Prof. Centeno dimostra il gap esistente tra insegnamento universitario e realtà delle cure palliative: solo 9 paesi in Europa, nelle facoltà di Medicina e Chirurgia hanno un insegnamento di cure palliative. Tra questi spicca la Gran Bretagna che prevede un insegnamento universitario già dal 1987. In altri 11 paesi solo in alcune facoltà si insegnano cure palliative. In Italia le Università di Bologna e Verona sembrano essere le uniche ad aver già istituito un insegnamento dedicato alle cure palliative. Solo di recente stanno nascendo in Italia, nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, insegnamenti mirati a dare com-petenze specialistiche agli operatori di cure palliative (M. G. De Marinis). L‟Università Campus Biomedico di Roma, in collaborazione con l‟Associazione Antea, ha previsto per l‟anno ac-

cademico 2012-2013 un Master di I livello per le Cu-re Palliative e la Terapia del Dolore come concreta attuazione dei programmi di formazione previsti dalla Legge 502/1992, con specifico riferimento alla Legge 38/2010, art. 8, e in accordo con i Decreti del Ministe-ro dell‟Istruzione, dell‟Università e della Ricerca. L‟Università ha, dunque, il compito di indicare i fonda-menti teorici alla base della formazione delle cono-scenze e delle competenze necessarie ad affrontare le problematiche legate alle cure palliative. Di particolare interesse l‟intervento del Prof. V. Tam-bone che ha invitato a riflettere sul rapporto tra ricer-ca scientifica ed una così particolare pratica clinico assistenziale, offrendone un‟interessante prospettiva di lettura sollecitata proprio dalla natura delle cure

palliative: “Bisogna impegnarsi nella formulazione di un pensiero compatibile”. Il razionalismo critico di Popper fonda l‟evidence based medicine e l‟evidence based medicine rappresenta una pratica ormai universalmente condivisa ma che va necessariamente arricchita di una teoria della conoscenza ad essa compatibile. Come evidenziare questa teoria? Si può provare ad attingere alla tradizione di pensiero dalla quale si sono svilup-pate tutte le scienze umane: il nichilismo, ad esempio, dice che la realtà è opaca, dunque non si può conoscere e ciò non va molto d‟accordo con la ricerca scientifica; allo stesso modo il relativismo non è compatibile con la ricer-ca scientifica correlata alla pratica clinica; d‟altra parte il realismo razionale afferma che la conoscenza della verità è una verità tendenziale. Dalla logica lineare della visione newtoniana il pensiero all‟inizio del „900 si è sviluppato verso una logica ed una visione della complessità. E‟ grazie a Godel, Heisenberg ed Einstein che si può parlare della teoria della complessità che, in qualche modo, sembra rispondere più adeguatamente alle problematiche del nostro tempo. Non è possibile, infatti, non affermare che le problematiche che noi esseri umani affrontiamo hanno dimensioni interrelate. Ogni singola scienza, quindi, può conoscere solo una di queste dimensioni. La interdisciplinarietà è dunque necessaria: non si può osservare la realtà della malattia se non in modo multidisciplinare. Se non assumiamo questo punto di partenza fondamentale rischiamo di fare come l‟abitante di Flatlandia (nel romanzo fantastico di Edwin Abbott) che vive in un ipotetico universo bidimensionale e non riesce a cogliere il concetto di un mondo a più dimensioni. La logica della comples-sità pretende la combinazione della tecnica top-down con quella bottom-up. La metodologia, allora, si deve basa-re sul riduzionismo o sull‟antiriduzionismo? Né l‟uno e nell‟altro: possiamo pensare ad una metodologia “combinata” che potremmo chiamare riduzione consapevole e cooperante. »»

LE CURE PALLIATIVE TRA ATTUALITA’ E PROSPETTIVE

10 www.aifilazio.net FOCUS ON

www.aifilazio.net 11 FOCUS ON

LE CURE PALLIATIVE TRA ATTUALITA’ E PROSPETTIVE

La cooperazione è un concetto che deve per forza entrare nell‟organizzazione sanitaria in quanto molti modelli economico-organizzativi non sono compatibili con la pratica clinica. Se pensiamo alla teoria degli stakeholder (o portatori di interesse) l‟obiettivo dell‟organizzazione sanitaria dovrà essere quello di non far scendere il benessere di nessuno e accrescere, invece, il livello di salute di tutti. Il paradigma teorico per le cure palliative potrebbe, allora, riassumersi in una formula: realismo razionale + ridu-zionismo consapevole e cooperante + logica della complessità. “Tuttavia il sapere in cure palliative deve essere un sapere per un saper fare o meglio per l’operatore si tratta di saper essere” (C. Mastroianni). Oltre alla formazione tecnica è assolutamente necessario guardare alla formazione del cuore perché il nemico da combattere nelle cure palliative non è certamente la morte, ma la sofferenza globale del paziente e della sua fami-glia. Il successo è dato dalla qualità di vita che riusciamo ad ottenere per il nostro paziente; i mezzi a nostra dispo-sizione sono le competenze, la condivisione, il lavoro di squadra; il modello simbolico è l‟ambiente familiare; l‟im-pegno è di dare valore a questa intensità di cura ricor-dando sempre che il tempo è questione di profondità e non di durata. E‟ necessario che l‟operatore di cure palliative abbia ca-pacità comunicativa; sappia quando c‟è bisogno di non dire niente ma c‟è comunque bisogno di “esserci”; sia capace di lavorare in équipe; abbia abilità nella gestione dei sintomi e nelle cure di fine vita. Di fronte alla com-plessità, alla sofferenza, “è come tuffarsi in mare ma con l’energia data dal tuffo, si risale su”. Si cresce e ci si ar-ricchisce attraverso il contatto con la sofferenza. “La centralità della famiglia in cure palliative è una realtà innegabile” (A. Marzi). D’altra parte le cure palliative sono nate come assistenza domiciliare. È importante, però, non confondere le cure palliative con A.D.I. (Assistenza Domiciliare Integrata) poiché sono forme e principi diver-si di assistenza. Cure palliative è prendersi cura, non è una prestazione e può considerarsi, in questo senso, come specifico della competenza dell‟infermiere e di altre figure sanitarie. E’ un approccio multidimensionale: l’ho-spice stesso si può definire non come una struttura ma come un gruppo di persone competenti che operano in squadra. “La regola numero uno è non fare soffrire la persona” (G. Casale). Il dolore è un dolore totale (M. Carassiti) qualcosa di mol-to complesso: il paziente che soffre ha problemi spirituali, psicologici e non ultimo “burocratici”. Il malato terminale non ha solo dolore, ma dispnea, astenia, anoressia, sintomo, quest‟ultimo, che fa più paura ai familiari che al paziente, perché da sempre il non mangiare è associato al morire. Il malato terminale ha anche problemi psicologici come sintomo: si vergogna di essere malato. Chi sta male si racconta come colui che un tempo era in salute. Dice: “Io non sono questo” ed in più ha paura di essere giudicato. I problemi spirituali sono grandissimi perché non attengono alla religione ma piuttosto investono il rapporto con se stessi. La cura palliativa non è eutanasia e non è accanimento terapeutico: il malato terminale è soggetto di cura, è colui che decide il percorso di cura, che decide la propria qualità di vita, qualità non misurabile solo in base ai sintomi. In conclusione oggi abbiamo normative che disciplinano sia la rete assistenziale sia i percorsi formativi. Questi ultimi individuano gli ordinamenti didattici in materia di cure palliative e terapia del dolore che rappresenteranno una condicio sine qua non per poter operare in futuro e svolgere la propria professione (A. Turriziani). Tuttavia sussistono alcune criticità attuative che debbono essere risolte, prima fra tutte quella delle risorse (L. Amore). Questa nuova realtà, in ogni caso, se sarà ben gestita da tutti i protagonisti potrà finalmente portare anche nel nostro Paese allo sviluppo delle cure palliative negli aspetti organizzativi, nella qualità delle cure e nei percorsi di miglioramento (G. Casale). ♦

Recensione a cura di M. Dolores Listanti

“Storia della disabilità: dal castigo degli dèi alla crisi del welfare”

“Ecco un libro che mancava, un libro utile a tutti coloro che in un modo o nell’altro,

si occupano per dovere professionale di quelle immense schiere di persone segnate

dalla sorte e dalla storia, che chiamiamo disabili” (G.Fofi)

Disabili e disabilità sono concetti recenti che identificano abbastanza chiaramente alcune categorie di persone e una serie di questioni relative alla vita associata, al diritto, alle politiche sociali. Nondimeno, quella che oggi si chiama disabilità è una condizione sociale, biologica ed esistenziale sempre esistita nella storia dell‟umanità. L‟interesse per redigere “ una storia della disabilità” può aiutarci a comprendere meglio la disabilità stessa. Attra-verso l‟approccio storico possiamo provare ad uscire dal presente, dalla contingenza e dalla più che lecita ne-cessità di affrontarla, tante sono le dimensioni di diseguaglianza, stigmatizzazione e discriminazione che vive ancora oggi la gran parte delle persone con disabilità. La disabilità è un “fenomeno sociale totale” perché continuano a convivere sia le storiche e persistenti cause e modalità di produzione delle disabilità, sia le percezioni individuali e collettive del fenomeno. L‟atavica paura della disabilità che prima la confinava come “qualcosa dell‟altro” diventa sempre di più “qualcosa che può riguardare anche me”. La disabilità è una minaccia, una condivisione possibile per ogni essere umano. Un rapporto mondiale sulla disabilità realizzato da OMS e Banca Mondiale nel giugno 2011 indicava che le per-sone che vivono con qualche forma di disabilità sono oltre 1 miliardo, circa il 15% della popolazione mondiale: messe tutte insieme le persone con disabilità costituirebbero una nazione che, per popolazione, verrebbe dopo Cina e India. Una terza nazione del mondo che è in continua crescita. Alla fine degli anni ‟80 la stessa fonte con-tava 500 milioni di disabili, meno del 10%; nel 2008 erano 650 milioni, oltre il 10% della popolazione mondiale. La rilevanza dell‟impatto e della presenza della disabilità nelle nostre società la fa essere un fenomeno plurale, eterogeneo, non solo perché numerose sono le forme di menomazione ma soprattutto perché sono numerose le dimensioni individuali e collettive (sociali, culturali, politiche, psicologiche) che mette in moto nei diretti interessa-ti e negli altri. A partire da queste riflessioni generali su storia e disabilità, Matteo Schianchi in questo bel saggio si ripromette di fornire un quadro generale e complessivo su alcune principali trasformazioni della disabilità, nei modi di viver-la e percepirla, dall‟antichità fino ad oggi. Le tracce della disabilità sono antichissime. L‟antropologo Claude Lévi-Strauss individua l‟anormalità e la meno-mazione(quella che chiameremmo disabilità fisico-motoria) come elementi che stanno alle origini della cultura occidentale e non solo. La menomazione sembra essere fondativa della gravosa e laboriosa appartenenza dell‟uomo alla Terra e ne rappresenta una funzione di archetipo per la autorappresentazione del corpo. Fin dall‟epoca preistorica, ad esempio, attorno ad una specifica disabilità, il nanismo, si costruiscono pratiche ed immaginari collettivi non sempre negativi, spesso viene conferita loro una certa dignità. Il mondo egizio e la sua iconografia ci propongono numerosi casi di disabilità: sono rappresentate amputazioni, nanismo, deformazioni. Sono, però, i greci a inventare il termine stigma per indicare i segni corporei che presentano qualcosa di inabi-tuale e di sgradito al punto da inficiare lo statuto morale della persona che ne è portatrice. Il mondo egizio ci ha lasciato anche il primo reperto della protesi funzionale più antica del mondo, esposta al museo del Cairo: un pol-lice in legno dipinto del piede destro che veniva attaccato con un supporto in cuoio al piede della donna a cui apparteneva. La datazione del reperto risale a un‟epoca tra il 1069 e il 664 a.C., ovvero tre secoli prima di quella che è considerata la prima protesi funzionale, la gamba in bronzo di Capua dotata di un ginocchio artificiale in legno, conservata al Royal College of Surgeons di Londra prima di essere distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Fin dalle civiltà antiche emerge la questione dell‟uso della tecnologia come strumento per superare alcune limi-tazioni imposte dalle menomazioni. Il concetto di protesi si colloca peraltro in uno scenario ben più ampio e rela-tivo alla storia del genere umano nel suo complesso, ovvero all‟ampliamento delle sue facoltà naturalmente limi-tate. Siamo portati a pensare che la disabilità, in passato ancora più che nel presente, abbia significato emarginazio-ne e declassamento ma non sempre ciò accade. A volte all‟interno del gruppo sociale il disabile viene curato, tollerato e addirittura valorizzato. Si pensi al cieco che veniva ritenuto un veggente nell‟antica Roma o l‟albino che impersonava una espressione del divino. Le pratiche sociali e i pregiudizi continuano a trasformarsi attraver-so le diverse epoche. Il mostro del mondo greco-romano non è il soggetto studiato dalla teratologia nell‟Ottocen-to. Mettere in mostra i diversi, prima di essere spettacolo da baracconi è stato un vanto dei potenti in età antica e moderna. L‟elaborazione delle pedagogie speciali attraversa il Rinascimento e l‟Illuminismo. »»

12 www.aifilazio.net LO SCAFFALE

Nel nostro tempo l‟impatto della disabilità sulla società si è completamente trasformato. A cambiare lo scenario hanno sicuramente contribuito i progressi della scienza e della medicina: le possibilità di individuare la disabilità in età prenatale; la scomparsa di alcune forme di patologie invalidanti; interventi chirurgi-ci, farmaci, cure, terapie che permettono di strappare numerose esistenze alla morte lasciandole in situazioni di disabilità oppure terapie in grado di garantirci una maggiore longevità. L‟aspettativa di vita molto più lunga ha portato con sé forme invalidanti che sono parte intrinseca del nostro ciclo di vita. Altre cause di disabilità, inoltre, sono sempre emergenti, basti pensare agli incidenti stradali che producono annualmente in Italia 20.000 nuove persone con disabilità (150.000 in tutta Europa e secondo calcoli approssimativi per ogni morto sulla strada ci sono 20 persone che restano disabili). Dopo il regime delle patologie incurabili del passato, dopo quello delle accidentalità e quello bellico-industriale, ecco dunque profilarsi nella contemporaneità, il regime degli effetti collaterali della “società del rischio”. Gli Stati di tutto il mondo sono stati “costretti” a sviluppare norme e leggi per politiche sanitarie sempre più attente alla disabilità. Nel moderno Stato sociale l‟obiettivo è quello di aumentare la partecipazione nel tentativo di porre fine alle disuguaglianze e alle discriminazioni così da favorire la costruzione di nuove sensibilità e culture. L‟ultimo importante tassello verso questo obiettivo pare davvero ispirato alla logica basata sui diritti umani delle persone e sulla loro dimensione sociale e non più sul loro deficit: è la Convenzione dell‟ONU sui diritti delle per-sone con disabilità ratificato anche dal Parlamento italiano all‟unanimità il 3 marzo 2009. Purtroppo oggi bisogna segnalare il rischio che la crisi dello Stato sociale ci riporti a un “welfare caritatevole” noncurante dei diritti delle persone, un rischio a cui è necessario rispondere con un aumento di impegno e an-che di “protagonismo” di persone e associazioni. ♦

Matteo Schianchi STORIA DELLA DISABILITA’ dal castigo degli dèi alla crisi del welfare Carocci Editore pag. 248, 18 euro

SIAMO APERTI A SUGGERIMENTI !!!

SEGNALACI PURE

LETTURE DI INTERESSE ALL‟

INDIRIZZO [email protected]

DA SEMPRE AL VOSTRO SERVIZIO PER ALLESTIMENTO E FORNITURA DI CENTRI PER LA FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE. UNA VASTISSIMA SCELTA DI PRODOTTI DELLE PIÙ IMPORTANTI AZIENDE MONDIALI

EVM RAPIDO, NATURALE,

INDOLORE CHE FAVORISCE AL PERFETTO RECUPE-

RO DEL TONO MU-

SCOLARE IN MODO SEMPLICE E VELOCE.

TECNOBODY PEDANE

PROPRIOCETTIVE, STABILOMETRICHE E

VALUTATIVE

Titolo Slide

GRAZIE AGLI INNOVATIVI PRODOTTI E DISPOSITIVI ENDOMEDICA È SINONIMO DI AVANGUARDIA NEL SETTORE FISIOTERAPICO.

ENF FLOWAVE

IPERTERMIA

ISOCINETICA LASER

LASER ND-YAG

ONDE D'URTO TECAR

TRANSPONDER

ULTRASUONI VASCHE RIABILITATIVE

ENDOMEDICA SRL Viale Tiziano n. 78 00196 ROMA

Tel. 06 32609300 Fax 06 32609308

email: [email protected]

www.endomedica.it

www.aifilazio.net 13 LO SCAFFALE

PUNTO 1

EFFETTUARE il bonifico di: euro 100,00 (Soci Ordinari) - euro 26,00 (Studenti) euro 50,00 (Soci Ordinari neolaureati A/A 2011-2012) - euro 200,00 (Sostenitori)

sul conto n. 1802.80 BANCA CARIGE S.p.A. - ROMA intestato a A I FI LAZIO ASSOCIAZIONE ITALIANA FISIOTERAPISTI REGIONE LAZIO

Coordinate Bancarie Internazionali (IBAN): IT 32 J 06175 05045 0000 0018 0280 specificando nella causale “iscrizione A.I.FI. Lazio 2013” e il nome del richiedente l’iscrizione

PUNTO 2

COMPILARE il modulo in tutte le sue parti Attenzione! L‟iscrizione non potrà essere effettuata se il modulo non viene compilato e firmato in originale! Il solo pagamento della quota associativa non è sufficiente come modalità di rinno-vo

PUNTO 3

SPEDIRE GLI ORIGINALI (no fotocopia) O CONSEGNARE A MANO PRESSO LA SEDE AIFI LAZIO

modulo compilato e firmato in originale (o firma digitale) (SOLO PAG. 2);

fotocopia carta d’identità o passaporto (validità in corso);

fotocopia del pagamento;

fotocopia autocertificata del titolo di studio conseguito ;

(N.B.: in caso di Laurea conseguita con percorso di riconversione è obbligatorio allegare anche il titolo abilitante pregresso)

certificato di frequenza - solo per studenti;

fotocopia della PARTITA IVA - solo liberi professionisti

GUIDA AL TESSERAMENTO

FORMULA PER L’AUTOCERTIFICAZIONE DA SCRIVERE SULLA FOTOCOPIA DEL TITOLO DI STUDIO

Il/la sottoscritt.... nat.... a ....................... il .................. residente a ................................in via ........................................... dichiara, sotto la propria personale responsabilità, consapevole delle conseguenze civili e penali in cui può incorrere in caso di dichiarazioni false e mendaci, che la presente fotoco-pia è conforme all‟originale in suo possesso. .................................lì................................ firma...............................................................

ISCRIVITI ALL’AIFI

MI ISCRIVO!

14 www.aifilazio.net ISCRIVITI ALL’AIFI

Mod. AIFI 2012

DOMANDA DI ISCRIZIONE 2013

cognome nome

P.I. codice fiscale

comune di nascita prov. località e nazione nascita estera

data di nascita sesso M □ F □ cittadinanza

indirizzo di residenza n. civico c.a.p.

comune prov. frazione località e nazione estera

cell. tel. fax e-mail

Specificare recapito postale (se diverso da residenza):

sede di lavoro: indirizzo n. civico

c.a.p. comune frazione prov.

recapiti lavoro: tel. fax e-mail

prima iscrizione rinnovo n. tessera ………………. rinnovo dopo interruzione n. tessera ……………….

TITOLO DI SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE: maturità classica maturità scientifica maturità magistrale maturità tecnica altro

TITOLO PROFESSIONALE ABILITANTE: LAUREA IN FISIOTERAPIA (se conseguita con percorso di riconversione è obbligatorio barrare anche il titolo abilitante pre-gresso)

Anno prima immatricolazione voto lode

…………/………… ………/……… si no

Sede Universitaria data Laurea

D.U. (diploma universitario)

TdR L.30/03/71 n. 118-DM Sanità 10/02/74 e nor-mative regionali

TdR DPR n.162 del 10/03/82 L. 11/11/90,n.341

Fisiokinesiterapista ex legge 19/01/42, n. 86, art. 1

TdR apparato locomo-tore DPR n. 162 del 10/03/82

Tecnico Fisioterapista della Riabilitazio-ne DPR n. 162 del 10/03/82

Massofisioterapista Corso triennale (legge 19 maggio 1971 n.403)

anno conseguimento del titolo

sede di conseguimento provincia della sede formativa

LAUREA ESTERA UE EXTRA COMUNITARIA Nazione: sede Universitaria estera:

data Laurea data riconoscimento Ministero Salute

Altro Titolo: Laurea Specialistica Altra Laurea (se si specificare quale):

TIPO DI IMPIEGO:

IMPORTANTE - Acquisizione del consenso e

dichiarazione dell’interessato

dipendente S.S.N. a tempo indetermi-nato a tempo determinato

professionista coordinatore dirigente

dipendente struttura privata accreditata S.S.N.

a tempo indetermi-nato a tempo determinato

professionista coordinatore dirigente

dipendente struttura privata

a tempo indetermi-nato a tempo determinato

professionista coordinatore dirigente

libero professionista presso

studio proprio altro

disoccupato pensionato dipendente altro Ente pubblico

www.aifilazio.net 15 ISCRIVITI ALL’AIFI

Gentile Utente, desideriamo informarLa che il trattamento dei suoi dati personali avverrà in ottemperanza e nelle modalità previste dal D.lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") che prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarà impronta-to ai principi di correttezza, liceità trasparenza e di tutela della Sua riservatezza e dei Suoi diritti (semplificazione Garante 19/06/2008 – G.U. 1 luglio 2008 n. 152); il testo integrale dell‟art. 13 del D.lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 è disponibile per la consultazione sul sito www.aifi.net oppure in forma cartacea presso la sede AIFI, in Via Pinerolo 3 – 00182 ROMA e presso le sedi regionali AIFI. Per esercitare i diritti previsti all'art. 7 del D. lgsl. 196/2003 l'interessato dovrà rivolgere in qualsiasi momento richiesta scritta indirizzata a: Associazione Italiana Fisioterapisti – Regione LAZIO Via Pinerolo 3 Tel/Fax 06 58332220 Email: [email protected] sito web: www.aifilazio.net Il/La sottoscritto/a ………………………………………………………………………………………………………………….. acquisite le informazioni fornite dal titolare del trattamento ai sensi dell‟art. 13 del D.Lgs 196/2003 “presta il suo consenso al trattamento dei dati personali per le finalità associative, inclusa la diffusione e pubblicazione degli stessi a norma di legge, in quanto il mancato assenso genera l’impossibilità di completare la procedura di iscrizione” Data ……………………… Firma leggibile ………….………………………………………………………………X La presente domanda si intende formulata per l'iscrizione anche all'A.I.FI. sede Nazionale di Via Pinerolo, 3 00182 ROMA – P.I. 04521221004 e C.F. 04150190157 - alla quale sarà versata la quota associativa da questa deliberata per l'anno 2013. Dichiaro, sotto la mia personale responsabilità ed ai sensi dei vigenti artt. 46 e 47 D.PR. 445/2000, consapevole delle conseguenze civili e penali di cui agli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000 previste per la falsità negli atti e la mendacità nelle dichiarazioni, che quanto riportato corrisponde al vero e che le copie dei documenti presentati sono conformi agli originali in mio possesso e da me presentabili ad A.I.FI. qualora mi venisse richiesto. Data ……………………… Firma leggibile ………….………………………………………………………………X

GRAZIE PER IL VOSTRO SOSTEGNO.

L’APPUNTAMENTO È ALL’ANNO PROSSIMO INSIEME A FISIOTERAPISTA D.O.C.

AIFI Lazio

Via Pinerolo 3 • 00182 Roma Tel/Fax: 0658332220

[email protected] www.aifilazio.net

La segreteria A.I.FI. Lazio è aperta tutti i giorni

dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15,30 alle ore 17,00

VUOI RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO SU TUTTI

GLI EVENTI E LE NOTIZIE

IN MERITO ALLA TUA PROFESSIONE?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DELL’A.I.FI. LAZIO :

NEWSLETTER

INVITO ALLA COLLABORAZIONE E NORME PER GLI AUTORI Si possono fare pervenire alla reda-zione, presso la sede dell‟AIFI Lazio o all‟indirizzo [email protected] articoli a carattere scientifico, culturale, sociale, politico di interesse riabilitativo eventual-mente provvisti di foto, disegni e tabelle purché inediti. Tali articoli, esclusivamente in file, dovranno avere le seguenti caratteri-stiche: Microsoft Word, Arial, corpo 10, minimo 1.900 - massimo 6.500 battute. La responsabilità di tutti gli articoli è degli autori firmatari. La redazione valuta e decide libera-mente la pub-blicazione se in linea con le proprie scelte. L‟even-tuale pubblicazione è a titolo completa-mente gratuito

Consulenza, progettazione e fornitura di attrezzature per l‟allestimento di studi professionali di fisioterapia (convenzione per i soci A.I.FI. Lazio) ambulatori e centri per la riabilitazione Progettazione ed allestimento di ambienti, sia pubblici che privati, e ab-battimento di barriere architettoniche Fornitura di ausili, arredi, dispositivi e prodotti ergonomici per incrementa-re il livello di autonomia delle persone con disabilità e degli anziani

Ausili tecnologici per la comunicazione e domotica per il controllo am-

bientale

Eventi formativi destinati alle professioni sanitarie

L'ERGONOMICA s.r.l. Via Gian Leonardo Ceruso, 20

00147 Roma Tel. 06-86760832 Fax 06-83391302

[email protected] [email protected]