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Libro verde sull’efficienza energetica FARE DI PIÙ CON MENO COMMISSIONE EUROPEA Direzione generale dell'Energia e dei trasporti

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Libro verde sul l ’e f f ic ienza energet ica

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COMMISSIONEEUROPEA

Direzione generaledell'Energia e dei trasporti

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Fotografie: per gentile concessione di Comunità europee e Wärtsilä

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FARE DI PIÙ CON MENOLibro verde sull’efficienza energetica

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Una scheda bibliografica figura alla fine del volume.

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2005

ISBN 92-79-00017-9

© Comunità europee, 2005

Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.

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Oltre a consultare il Consiglio, il Parlamento europeo, le industrie europee e le ONG, laCommissione ritiene necessario avviare una consultazione pubblica ad ampio spettro suquesto documento [COM(2005)265 definitivo del 22 giugno 2005]. A tal fine, tutti gliinteressati possono trasmettere commenti e proposte via Internet, collegandosi al sitodella Commissione europea:

http://europa.eu.int/comm/energy/efficiency/index_en.htm

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Introduzione 5

A – Individuare gli ostacoli 11

1. La necessità di adottare misure specifiche per migliorare l’efficienza energetica 12

1.1. Ostacoli finanziari che impediscono una reazione adeguata del mercato 12

1.2. La necessità di servizi energetici 13

2. La necessità di un’azione pubblica 13

3. I costi esterni e la trasparenza dei prezzi 14

4. Informazione e formazione: due strumenti sottoutilizzati 14

B – Un’iniziativa europea 15

1. Agire a livello comunitario 16

1.1. Integrare l’energia nelle altre politiche comunitarie 16

1.1.1. Ricerca e sviluppo tecnologico 16

1.1.2. Promuovere le migliori pratiche e tecnologie 16

1.1.3. Stabilire e promuovere le migliori pratiche a tutti i livelli tramite piani d’azione nazionali 16

1.1.4. Migliore applicazione della politica fiscale 17

1.1.5. Aiuti di Stato più mirati 18

1.1.6. Liberalizzazione degli appalti pubblici di forniture 18

1.1.7. Ottenere finanziamenti europei 18

1.2. Misure specifiche di politica energetica 19

1.2.1. Edilizia 19

1.2.2. Elettrodomestici 20

1.2.3. Limitare il consumo dei veicoli 20

1.2.4. Informare e tutelare il consumatore 21

2. Agire a livello nazionale 22

2.1. Regolamentazione delle attività di rete 22

2.2. Regolamentazione delle attività di fornitura 23

2.3. La produzione di energia elettrica 23

2.4. I certificati bianchi: uno strumento di mercato 25

3. L’industria 25

4. Trasporti 26

4.1. Organizzare la gestione del traffico aereo 26

4.2. Ottimizzare la gestione del traffico 26

4.3. Sviluppare un mercato per i veicoli ecologici 26

4.4. Far pagare l’uso delle infrastrutture per modificare i comportamenti 27

4.5. Pneumatici 27

4.6. Aviazione 27

5. Livello regionale e locale 28

5.1. Specifici strumenti di finanziamento 28

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INDICE

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6. Una strategia aperta al mondo 29

6.1. Integrare l’efficienza energetica nella cooperazione internazionale 30

6.2. L’efficienza energetica nella politica di vicinato e la cooperazione UE-Russia 30

6.3. Integrare l’efficienza energetica nella politica di sviluppo 30

6.4. Rafforzare il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali 31

Conclusioni 32

Allegato 1 35

Allegato 2 41

Allegato 3 42

Allegato 4 43

Allegato 5 44

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Anche senza considerare i forti aumenti e l’instabilitàdel prezzo del petrolio, che hanno indotto a rivedere alribasso le prospettive di crescita economica in Europa,esistono ottimi motivi perché l’Unione europea dia unforte impulso a un rafforzato programma dipromozione dell’efficienza energetica a tutti i livellidella società europea (1):

• La competitività e l’Agenda di Lisbona. Secondonumerosi studi (2) l’UE potrebbe risparmiare almenoil 20 % rispetto al suo consumo attuale d’energia, perun importo pari a 60 miliardi di euro all’anno,equivalente al consumo energetico di Germania eFinlandia messe assieme. Benché per realizzare talipotenziali risparmi siano necessari ingentiinvestimenti in nuovi dispositivi ed apparecchiaturead elevata efficienza energetica e nellapredisposizione di adeguati servizi energetici, giovasottolineare che l’Europa è all’avanguardia a livellomondiale in questo settore e che i servizi energeticisono forniti soprattutto localmente; ciò significa chegli investimenti richiesti porterebbero alla creazionedi numerosi nuovi posti di lavoro di alta qualità inEuropa. Infatti, sulla base di diversi studi (3) si stimache un’iniziativa in tal senso potrebbepotenzialmente comportare un incremento dioccupazione, diretto e indiretto, di un milione dinuovi posti di lavoro in Europa. Inoltre, poiché lemisure previste dall’iniziativa mirano esclusivamenteal risparmio energetico all’insegna dell’efficienza deicosti (si tratta, cioè, di misure che permettono unrisparmio netto anche considerando l’investimentonecessario), un programma di efficienza energeticaapplicato con successo comporterebbe che unaparte dei 60 miliardi di euro non spesi in energiapotrebbero essere risparmiati, con corrispondenteincremento della competitività e migliori condizionidi vita per i cittadini dell’UE. Gli studi citaticoncludono che una famiglia media dell’UE potrebberisparmiare da 200 a 1 000 euro all’anno, in funzionedel proprio consumo d’energia.

Pertanto, una politica attiva in materia di efficienzaenergetica potrebbe contribuire in modosignificativo a migliorare la competitività el’occupazione nell’UE, obiettivi centrali dell’Agenda di Lisbona. Giacché affronta la questione delladomanda d’energia, tale politica fa parte dellepolitiche comunitarie volte alla sicurezzadell’approvvigionamento energetico, compresa lapromozione delle energie rinnovabili, e rientra quindinelle priorità già stabilite nel 2000 nel libro verde«Verso una strategia europea di sicurezzadell’approvvigionamento energetico». Inoltre, gliimpianti e dispositivi, i servizi e le tecnologie checonsentono il risparmio energetico stannoassumendo sempre maggiore rilievo a livellomondiale; se l’Europa mantiene la sua posizione dipreminenza in questo settore, grazie allo sviluppo eall’introduzione di nuove tecnologie dapprima inEuropa, riuscirà a cogliere un’importante opportunitàcommerciale.

• La protezione dell’ambiente e gli obblighi diKyoto per l’UE. Il risparmio energetico rappresentasenza dubbio il mezzo più rapido, efficace edefficiente in termini di costi per ridurre le emissioni digas a effetto serra e per migliorare la qualità dell’aria,in particolare nelle regioni densamente popolate. Diconseguenza, le misure adottate con questa finalitàaiuteranno gli Stati membri a rispettare gli impegniassunti con la ratifica del protocollo di Kyoto. Inoltre,una tale politica contribuirà in modo significativo allosforzo intrapreso dall’UE per contrastare ilcambiamento climatico a lungo termine medianteulteriori riduzioni delle emissioni di gas a effettoserra, come previsto nel futuro regime (a partire dal2012) nell’ambito della convenzione dell’ONU sulcambiamento climatico. Molti paesi in via di svilupporiconoscono pienamente il ruolo fondamentaledell’efficienza energetica per far fronte alle molteplicisfide ambientali. L’Europa deve pertanto essere diesempio in questo settore, adoperandosi per

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INTRODUZIONE

(1) Cfr. anche l’allegato 1.

(2) Lechtenböhmer, Thomas, The mid-term potential for demand-side energy efficiency in the EU, Wuppertal Institut, 2005: «Gliscenari da noi elaborati recentemente con riferimento allepolitiche e alle misure (P&M) per l’UE-25 tracciano una«strategia ambiziosa» per conseguire riduzioni considerevolidelle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020. Questastrategia realizza circa l’80 % del potenziale di risparmioattualmente disponibile. Essa parte tuttavia dal presuppostoche i responsabili politici siano meglio informati sulle misureda adottare grazie a politiche attive e cambino il loroatteggiamento nei confronti delle migliori tecnologie diefficienza energetica disponibili. I risultati di questo scenario diP&M mostrano chiaramente che l’efficienza energeticanell’economia dell’UE a 25 aumenterebbe del 29 %»; Relazioneintroduttiva della proposta di direttiva del Parlamentoeuropeo e del Consiglio concernente l’efficienza degli usi finalidell’energia e i servizi energetici – COM(2003) 739; MURE

Database Simulation 2000, SOS Italy; Blok, Joosen, Economicevaluation of sectoral emissions reduction objectives forclimate change, Ecofys, Utrecht, 2000; Energy efficiencyindicators, Odyssee, Ademe, Parigi, 2004; Powering profits: howcompanies turn energy efficiency into shareholder value, GreenBusiness Letter, aprile 2005; K. Blok, Improving energy efficiencyby 5 % and more per year, in corso di pubblicazione nel Journalof Industrial Ecology; F. Krause, The potential for more efficientelectricity use in Italy, The Energy Efficiency Challenge, WWF,2005; World energy assessment 2000 and 2004 update, UNDPWebsite; European council for an energy efficient economy,Proceedings 2005 summer study: energy savings, what worksand who delivers?, http://www.eceee.org

(3) Rat für Nachhaltige Entwicklung, 2003,http://www.nachhaltigkeitsrat.de/service/download/publikationen/broschueren/Broschuere_Kohleempfehlung.pdf,Ecofys.

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sviluppare nuove politiche, nuove forme dicooperazione e nuove tecnologie che possanoaiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare leproblematiche ambientali.

• La sicurezza degli approvvigionamenti. Sulla basedelle tendenze attuali, entro il 2030 l’UE dipenderàper il 90 % dalle importazioni per coprire il suofabbisogno di petrolio e per l’80 % per quello di gasnaturale. È impossibile prevedere il prezzo delpetrolio e del gas naturale nel 2020, in particolare sela domanda dei paesi in via di sviluppo continuerà ad aumentare al ritmo attuale. Come indicato nellariunione ministeriale dell’Agenzia internazionaledell’energia (AIE) del 2 maggio 2005, l’efficienzaenergetica è uno degli strumenti fondamentali perfar fronte a questa sfida. Una decisa azione, voltadapprima a stabilizzare il fabbisogno energetico dellaUE all’attuale livello e successivamente a ridurlo,rappresenterebbe un contributo significativo allosviluppo di una politica coerente ed equilibrata, attaa garantire la sicurezza dell’approvvigionamentoenergetico dell’Unione europea.

Il libro verde mira pertanto a individuare gli ostacoli (ad esempio la mancanza di incentivi adeguati e diinformazioni o l’indisponibilità di idonei meccanismi di finanziamento) che attualmente impediscono direalizzare i potenziali miglioramenti dell’efficienzaenergetica.

Il libro verde intende individuare le opzioni chepermettano di eliminare tali ostacoli e propone unaserie di azioni chiave che potrebbero essere attuate, adesempio:

• la predisposizione, a livello nazionale, di pianid’azione annuali volti a migliorare l’efficienzaenergetica. Detti piani d’azione potrebberoindividuare le misure da adottare a livello nazionale,regionale e locale e poi monitorare i loro risultati intermini di incremento dell’efficienza energetica eanche sotto l’aspetto dell’efficienza dei costi. I pianid’azione potrebbero essere integrati da un processodi valutazione comparativa (benchmarking) e da unesame «inter pares» a livello europeo, in modo taleche gli Stati membri possano facilmente imparare dai successi e dagli errori reciproci e sia garantita ladiffusione rapida delle migliori pratiche in tuttal’Unione europea;

• fornire ai cittadini migliori informazioni, ad esempiomediante campagne pubblicitarie e una miglioreetichettatura dei prodotti;

• migliorare il regime fiscale in modo da garantire che«chi inquina» paghi effettivamente, senza tuttaviaaumentare il livello impositivo generale;

• indirizzare gli aiuti di Stato a situazioni ove l’aiutopubblico è giustificato, proporzionato e necessarioper favorire un utilizzo efficiente dell’energia;

• nell’ambito dell’aggiudicazione degli appalti pubblicidi forniture, incentivare l’avvio di nuove tecnologievolte all’efficienza energetica, ad esempio nel campodegli autoveicoli e delle tecnologie dell’informazionea risparmio energetico;

• utilizzare nuovi o migliori strumenti di finanziamento,a livello comunitario e nazionale, per incentivare,senza indebite sovvenzioni, le imprese e le famiglieaffinché introducano migliorie con un buon rapportocosti-rendimento;

• con riferimento al settore dell’edilizia, mirare adobiettivi più ambiziosi di quelli sanciti dalle direttivecomunitarie applicabili ed estendere la normativacomunitaria a edifici di minori dimensioni in mododa garantire il migliore rapporto costi-rendimentolimitando al minimo la burocrazia addizionale;

• avvalersi dell’iniziativa della Commissione CARS 21per accelerare lo sviluppo di una nuova generazionedi veicoli che consentono minori consumi dicarburante.

Il presente libro verde intende agire da catalizzatore alfine di proporre una rinnovata iniziativa nel settoredell’efficienza energetica da realizzarsi a tutti i livellidella società europea – UE, nazionale, regionale elocale. Inoltre, il libro verde intende contribuire in modosignificativo, mediante l’esempio e un’azione di guida,all’avvio di un impegno internazionale volto adaffrontare il problema del cambiamento climaticoattraverso l’efficienza energetica. La Cina utilizzaattualmente cinque volte più energia dell’UE perprodurre un’unità di PIL, mentre gli Stati Uniticonsumano approssimativamente il 50 % in piùrispetto all’UE (4). Con l’aumento del fabbisognod’energia, in particolare in Cina e in India, l’efficienzaenergetica deve costituire una delle politichefondamentali onde cercare di riconciliare, da un lato, lacrescente domanda d’energia dei paesi in via disviluppo per sostenere la crescita e migliorare lecondizioni di vita dei propri cittadini e, dall’altro, la lottacontro il riscaldamento climatico globale. Il presentelibro verde, e l’impulso che ne conseguirà, dovrebberoconsentire all’UE di assumere una posizione dipreminenza nelle iniziative volte a fare dell’efficienza

(4) Fonte: Enerdata. Il raffronto varia se si tiene conto delladifferenza di potere d’acquisto. Per maggiori dettagli, sirimanda all’allegato 1.

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energetica una priorità a livello mondiale. Infine, glielevati prezzi del petrolio colpiscono più duramente ipiù poveri, specialmente nei paesi cosiddetti ACP, cioè ipaesi poveri dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico. Nelseguito che sarà dato al libro verde si dovrà dareparticolare considerazione alle modalità checonsentano di utilizzare o adattare le tecnologiesviluppate in Europa per soddisfare le necessità diquesti paesi e come diffonderle nel modo migliore.

Gli esempi pratici di possibili misure da adottare perconseguire gli obiettivi di efficienza energetica, e chesaranno esaminati in dettaglio nelle seguenti sezioni,non devono essere intesi come proposte bensì comeidee di discussione, né devono essere consideratiesaustivi. Dopo la pubblicazione del libro verde laCommissione avvierà un’estesa consultazione pubblicache si protrarrà fino a fine anno.

Onde stimolare il dibattito e raccogliere contributifattivi, la Commissione propone le 25 domande, nonesaustive, riportate di seguito.

La Commissione ha inoltre deciso di organizzare il«Forum europeo dell’energia sostenibile». Basato suimodelli dei forum «Firenze» e «Madrid», che si sonodimostrati utili strumenti per raggiungere un consensosulle modalità da adottare nella liberalizzazione deimercati dell’energia, il forum riunirà la Commissione, gliStati membri, il Parlamento europeo, le autoritànazionali di regolamentazione dell’energia, irappresentanti nazionali dell’industria europea e leONG. Sarà convocato due volte all’anno. La primariunione, prevista per il mese di ottobre 2005, saràdedicata a un’approfondita discussione del libro verde.

Tuttavia, oltre a consultare il Consiglio, il Parlamentoeuropeo, le industrie europee e le ONG, laCommissione ritiene necessario avviare unaconsultazione pubblica ad ampio raggio. A tal fine, tuttigli interessati possono trasmettere commenti eproposte nel modo seguente:

• via Internet, a partire dal sito della Commissioneeuropea:http://europa.eu.int/comm/energy/efficiency/index_en.htm;

• presso gli uffici della Commissione nelle città dell’UE.Le informazioni e gli eventuali avvenimenti sarannoannunciati all’indirizzo:http://europa.eu.int/comm/represent_en.htm;

• tramite la rete di agenzie dell’energia, che laCommissione promuove in molte città europee. Leagenzie saranno incaricate di dare ampia diffusionealle informazioni sul libro verde e di raccogliere icommenti.

Tutti i contributi, previo accordo delle persone cheavranno formulato proposte o commenti, sarannopubblicati nel sito Internet della Commissione ai fini diconsultazione.

È molto importante che il libro verde porti il piùrapidamente possibile ad azioni concrete. Per questomotivo la Commissione ritiene necessario redigere nel2006, ultimata la consultazione, un piano d’azioneconcreto, che illustrerà le specifiche azioni daintraprendere a livello europeo e nazionale e saràcorredato delle necessarie analisi costi-benefici.

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DOMANDE PER LA DISCUSSIONE

Osservazioni di carattere generaleLe seguenti domande intendono approfondire l’analisidelle opzioni individuate nel presente libro verde intermini di efficienza economica e il loro contributo alrisparmio energetico, alla protezione dell’ambiente, allacreazione di posti di lavoro e alla riduzione delleimportazioni di petrolio e di gas.

La Commissione gradirebbe che le risposte fosseroquanto più possibile dettagliate, con riferimento siaallo specifico tema trattato sia al livello più idoneo per l’applicazione del provvedimento proposto(internazionale, comunitario, nazionale, regionale o locale). Inoltre, la Commissione è interessata aconoscere l’opinione degli interessati circa lostrumento più adeguato per dare seguito alla misuraproposta (raccomandazione, misura volontaria,obiettivo vincolante o proposta legislativa). Infine,vorrebbe conoscere come dovranno essere messe in pratica le misure proposte, i relativi tempi direalizzazione e costi e, qualora fosse necessariaun’attività di vigilanza o controllo, quale sarebbel’organismo più indicato ad assolvere tale compito.

Ciò consentirà alla Commissione di presentare, nel2006, un piano d’azione contenente proposte solide,pratiche ed effettivamente applicabili, per un realeprogresso nel campo dell’efficienza energetica.

Inoltre, uno dei principali obiettivi del libro verde edella successiva consultazione è di stimolare altre ideenuove. In questo senso, saranno benvenuti proposte edesempi, possibilmente corredati di dettagli, sui costi direalizzazione e sui benefici in termini di risparmioenergetico e di facilità d’installazione.

Domande relative alle opzioni individuatenel libro verde

1. In che modo la Comunità, e in particolare la Commissione, puòpromuovere più efficacemente gli investimenti europei nelletecnologie di efficienza energetica? Come rendere più mirato ilfinanziamento destinato a sostenere la ricerca in questo settore?

Sezione 1.1

2. Il meccanismo di scambio dei diritti di emissione è uno strumentofondamentale per stimolare una reazione basata sulle leggi delmercato in vista di conseguire gli obiettivi di Kyoto e in materia di cambiamento climatico. È possibile utilizzare meglio questapolitica per promuovere l’efficienza energetica? In caso affermativo, in che modo?

Sezione 1.1

3. Nel contesto della strategia di Lisbona intesa a rilanciarel’economia europea, quale collegamento si deve stabilire tra lacompetitività economica e una maggiore ricerca di efficienzaenergetica? In questo contesto, è utile prevedere che tutti gli Statimembri stabiliscano programmi annuali di efficienza energetica eli raffrontino successivamente a livello comunitario, in modo dagarantire un’effettiva e continua diffusione delle migliori pratiche?Tale approccio può trovare applicazione a livello internazionale? In caso affermativo, in che modo?

Sezione 1.1.3

4. La politica fiscale è uno strumento importante per incoraggiarecomportamenti più virtuosi e promuovere l’utilizzo di nuoviprodotti che consumano meno energia. Si deve fare maggiorericorso agli strumenti di carattere fiscale nell’ambito della politicaeuropea volta all’efficienza energetica? In caso affermativo, qualisono le misure più idonee per conseguire tale obiettivo? Come applicare detti strumenti senza generare un aumentodell’imposizione fiscale generale? In che modo assicurare che «chiinquina» paghi effettivamente?

Sezione 1.1.4

5. Sarebbe possibile elaborare un sistema di norme sugli aiuti diStato più favorevole all’ambiente, incoraggiando in particolarel’eco-innovazione e gli incrementi di produttività? Che formapotrebbero assumere dette norme?

Sezione 1.1.5

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6. Spesso ci si attende che le autorità pubbliche diano l’esempio. Lalegislazione dovrebbe imporre alle autorità pubbliche obblighispecifici, ad esempio applicare negli edifici pubblici le misureraccomandate a livello comunitario o nazionale? Le autoritàpubbliche possono o devono tenere conto dell’efficienzaenergetica nei contratti pubblici? Si contribuirebbe in tal modoall’emergere di mercati vitali per determinati prodotti o nuovetecnologie? In che modo mettere in pratica questa proposta inmodo da promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie e fornire gliincentivi necessari all’industria affinché svolga attività di ricerca su nuovi prodotti e tecniche efficienti in termini di consumoenergetico? Come realizzare questa proposta in modo da ottenereun risparmio di denaro pubblico? Con riferimento agli autoveicoli,si rimanda alla domanda n. 20.

Sezione 1.1.6

7. I fondi destinati a migliorare l’efficienza energetica sono statiutilizzati in modo soddisfacente in passato. Come ripetere eperfezionare queste esperienze? Quali misure possono essereadottate efficacemente:

– a livello internazionale

– a livello dell’UE

– a livello nazionale

– a livello regionale e locale?

Sezione 1.1.7; si veda anche la domanda n. 22

8. L’efficienza energetica degli edifici è un settore che consenteingenti risparmi d’energia. Quali misure pratiche possono essereadottate a livello comunitario, nazionale, regionale o locale perassicurare che la vigente direttiva comunitaria sull’ediliziaconsegua risultati positivi nella pratica? La Comunità deve andareoltre la direttiva esistente, ad esempio estendendola a edifici diminori dimensioni? In caso affermativo, come conciliare in modoadeguato la necessità di incrementare l’efficienza energetica conl’obiettivo di limitare al minimo ulteriori gravami amministrativi?

Sezione 1.2.1

9. È difficile incentivare i miglioramenti di efficienza energetica nelleabitazioni in affitto giacché il proprietario dell’edificio non pagageneralmente la bolletta delle spese d’energia e non ha quindil’interesse economico ad investire in migliorie che comportino unamaggiore efficienza energetica, quali l’isolamento o i doppi vetri.Qual è il modo migliore per affrontare questo problema?

Sezione 1.2.1

10. In che modo rafforzare l’impatto della legislazione sul rendimentodei prodotti per uso domestico che consumano molta energia?Qual è il modo migliore per promuovere la produzione e l’utilizzodi prodotti a basso consumo? Si potrebbero, ad esempio, migliorarele norme attuali sull’etichettatura dei prodotti? In che modo l’UEpuò stimolare le attività di ricerca e la successiva produzione diuna nuova generazione di prodotti efficienti sotto il profiloenergetico? Quali altre misure potrebbero essere adottate:

– a livello internazionale

– a livello comunitario

– a livello nazionale

– a livello regionale e locale?Sezione 1.2.2

11. Una delle maggiori sfide consiste nell’indurre l’industriaautomobilistica a produrre veicoli con sempre maggiore efficienzaenergetica. Qual è il modo migliore per ottenere tale risultato?Quali provvedimenti dovrebbero essere adottati per assicurare ilcontinuo miglioramento dell’efficienza energetica dei veicoli,e a quale livello? In che misura tali provvedimenti devono essereadottati su base volontaria e in che misura essere obbligatori?

Sezione 1.2.3

12. Le campagne di informazione al pubblico in tema di efficienzaenergetica hanno dato risultati positivi in alcuni Stati membri.Cosa si può e si deve fare di più in questo settore:

– a livello internazionale

– a livello comunitario

– a livello nazionale

– a livello regionale e locale?

Sezione 1.2.4

13. Cosa può essere fatto per migliorare l’efficienza della trasmissionee distribuzione dell’energia elettrica? Come applicare in pratica leiniziative in tal senso? Cosa si può fare per aumentare ilrendimento del combustibile nella produzione di elettricità? In chemodo promuovere più efficacemente la generazione distribuita ela cogenerazione?

Sezioni 2.1-2.3

14. Incoraggiare i distributori di elettricità e gas naturale a offrireservizi energetici (ad esempio, convenire di provvedere alriscaldamento di un’abitazione ad una determinata temperatura e fornire i servizi d’illuminazione) piuttosto che fornire soltantoenergia è un buon modo per promuovere l’efficienza energetica.Con tali accordi il distributore d’energia ha un interesse economicoa che l’abitazione sia efficiente sotto il profilo energetico e sianoeffettuati i necessari investimenti. In caso contrario, le aziendeerogatrici di elettricità e di gas naturale hanno l’interessecontrario, visto che venderebbero più energia. In che modopromuovere tali pratiche? Sarebbe necessario o adatto un codice o un accordo volontario?

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15. In alcuni Stati membri sono stati o stanno per essere introdotti icertificati bianchi (certificati di efficienza energetica). Dovrebberoessere introdotti in tutto il territorio comunitario? Ciò è necessarioin considerazione del meccanismo di scambi di diritti diemissione? Se l’introduzione di tali certificati fosse necessaria, inche modo provvedervi con il minimo di burocrazia possibile? Come stabilire un collegamento con il meccanismo di scambio deidiritti di emissione?

Sezione 2.4

16. Incoraggiare l’industria a sfruttare le nuove tecnologie eapparecchiature che comportano risparmi energetici all’insegnadell’efficienza dei costi rappresenta una delle principali sfide diquesto settore. Oltre al meccanismo di scambi di diritti diemissione, cos’altro si può e si deve fare? Qual è stata l’efficaciadelle iniziative adottate finora sulla base di impegni volontari,delle misure non vincolanti adottate dall’industria o dellecampagne d’informazione?

Sezione 3

17. Una delle priorità più urgenti rimane il nuovo equilibrio tra le variemodalità di trasporto (uno dei principali temi della strategiadefinita nel libro bianco adottato dalla Commissione nel 2001 sullapolitica europea dei trasporti fino al 2010). Cos’altro fare peraumentare la quota di mercato dei trasporti ferroviari, marittimi e per vie navigabili interne?

Sezione 4.2

18. Per migliorare l’efficienza energetica, è necessario completarealcuni progetti di infrastrutture della rete transeuropea ditrasporto. Come devono essere realizzati gli investimenti necessari per i progetti di infrastrutture, e utilizzando quali fonti di finanziamento?

Sezione 4.2

19. Fra le misure che potrebbero essere adottate nel settore deitrasporti, quali presentano il maggiore potenziale? Si deve darepriorità alle innovazioni tecnologiche (pneumatici, motori ecc.), inparticolare con norme definite assieme all’industria o mediantemisure di natura regolamentare quali la limitazione del consumodi carburante degli autoveicoli?

Sezioni 4.3-4.5

20. Le autorità pubbliche (Stati, amministrazioni, autorità regionali elocali) dovrebbero essere obbligate, nei loro contratti pubblici difornitura, ad acquistare autoveicoli ad elevata efficienza energeticaper una determinata percentuale del loro parco macchine? In casoaffermativo, in che modo ottenere tale risultato mantenendo laneutralità circa le scelte tecnologiche (vale a dire, affinché non ne risulti una distorsione del mercato a favore di una data tecnologia)?

Sezione 4.3

21. L’imposizione di tasse per l’utilizzo delle infrastrutture, inparticolare l’uso delle strade, comincia ad essere introdotta inEuropa. Nel 2003 è stata presentata una prima proposta diincremento delle tasse applicate al trasporto stradaleprofessionale. Alcune città hanno introdotto tasse locali percombattere la congestione stradale. Quali dovrebbero essere leprossime misure con riferimento al pagamento dell’uso delleinfrastrutture? Fino a che punto i «costi esterni», qualil’inquinamento, la congestione del traffico e gli incidenti,devono essere, in tal modo, direttamente imputabili a coloro che li causano?

Sezione 4.4

22. Programmi di finanziamento di progetti, a livello regionale olocale, volti all’incremento dell’efficienza energetica e gestiti daimprese del settore hanno avuto molto successo in alcuni Statimembri. Si dovrebbero estendere tali iniziative? In casoaffermativo, in che modo?

Sezione 5.1

23. L’Unione europea deve integrare maggiormente l’efficienzaenergetica nelle sue relazioni con i paesi terzi, in particolare neirapporti di vicinato? In caso affermativo, in che modo? In chemodo l’efficienza energetica può diventare una pietra angolaredell’integrazione dei mercati regionali? Le istituzioni finanziarieinternazionali devono essere incoraggiate a prestare piùattenzione agli aspetti della gestione della domanda nell’ambitodella loro assistenza tecnica e finanziaria ai paesi terzi? In caso affermativo, quali potrebbero essere i meccanismi o le forme d’investimento più efficaci?

Sezione 6

24. In che modo i progressi realizzati nelle tecnologie e nei metodi diefficienza energetica possono essere applicati efficacemente neipaesi in via di sviluppo?

Sezione 6.3

25. L’Unione dovrebbe decidere di negoziare, nell’ambitodell’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC), vantaggitariffari e non tariffari per i prodotti con un buon rendimentoenergetico e incoraggiare gli altri Stati membri dell’OMC in questo senso?

Sezione 6

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Le crisi petrolifere degli anni settanta hanno indotto gliStati membri dell’Unione europea a riconsiderare ilproprio consumo d’energia al fine di ridurre ladipendenza dal petrolio. I progressi realizzati in tutti gliStati membri hanno permesso, a partire dalla metàdegli anni settanta, di spezzare la correlazione fino adallora inseparabile tra crescita del PIL e l’aumento delfabbisogno energetico. L’intensità energetica è calatadel 40 % in Germania e in Danimarca, mentre in Franciaè oggi inferiore del 30 % rispetto agli anni settanta. Ildisaccoppiamento tra crescita del PIL e aumento delfabbisogno energetico è illustrato nel grafico riportatonell’allegato 3.

L’efficienza energetica delle automobili è sensibilmenteaumentata (5), così come la consapevolezzadell’importanza di un uso razionale dell’energia negliedifici grazie ad un migliore isolamento termico. Adesempio, la Francia ha avviato un programmaambizioso di risparmio energetico all’insegna delloslogan «non abbiamo petrolio, ma abbiamo idee»,accelerando la sostituzione delle centrali termichealimentate a petrolio con le centrali nucleari nellaproduzione di energia elettrica e aumentando le acciseapplicate al gasolio.

1110

F A R E D I P I Ù C O N M E N O

3 000

2 500

2 000

1 500

1 000

500

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1981

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1983

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1985

1986

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1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

Evoluzione della domanda di energia primaria e di «negajoule» (UE-25)

NegajouleBiomassaAltre fonti di energiaNucleareGasPetrolioCarbone

«Negajoule»: risparmio energetico calcolato sulla base dell’intensità energetica del 1971.

Fonte: Enerdata (calcoli basati su dati Eurostat).

Mte

p

A – INDIVIDUARE GLI OSTACOLI

Gli shock petroliferi hanno costituito un incentivocongiunturale a favore di misure d’efficienzaenergetica temporanee, ma la mancanza di interventistrutturali in profondità non ha permesso distabilizzare la domanda. Negli ultimi anni il nuovoaumento dei prezzi dei prodotti energetici sul mercatointernazionale e soprattutto dei prezzi petroliferi hanuovamente stimolato l’interesse per la gestione delladomanda energetica.

Un’azione efficace volta a ridurre in modo sensibile ilconsumo energetico non è realizzabile senza averpreventivamente individuato i fattori di spreco, al finedi controllarli in futuro.

( 5) Contrariamente agli Stati Uniti, nei quali il consumo di petrolioè calato temporaneamente per poi aumentare del 16 % tra il1973 e il 2003, in Francia, nonostante un leggero aumento inanni recenti, il consumo di petrolio è inferiore del 10 % rispettoa trent’anni fa e la sua intensità energetica è inferiore del 30 %rispetto al 1973.

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1. LA NECESSITÀ DI ADOTTAREMISURE SPECIFICHE PER MIGLIORARE L’EFFICIENZAENERGETICA

In teoria, le forze del mercato dovrebbero, col tempo,riuscire a produrre i migliori risultati senza bisogno diinterventi esterni.Tuttavia, in considerazione dellecaratteristiche tecniche del mercato dell’energia,sembra necessario promuovere e accompagnare talicambiamenti indotti dal mercato migliorando piùrapidamente l’efficienza energetica e riducendo in talmodo la domanda d’energia. Le forze del mercatocontinueranno a svolgere un ruolo fondamentale nelprocesso di adeguamento tra la domanda e l’offerta.

L’ostacolo principale all’incremento dell’efficienzaenergetica resta la mancanza di informazioni(informazioni sui costi e sulla disponibilità di nuovetecnologie, sui costi del propri consumi così comel’insufficiente formazione dei tecnici ad una correttamanutenzione e il fatto che questi aspetti non sonosufficientemente presi in considerazione daglioperatori del mercato).Tutto ciò può costituire unospecifico problema quando si tratta di realizzareinvestimenti che sono spesso a lungo termine. Ledecisioni relative agli investimenti possono ancheessere influenzate dal problema delle motivazionidivergenti, ad esempio tra il proprietario (che installa la caldaia) e l’inquilino (che paga le fatture diriscaldamento) o del mancato coordinamento, nelleimprese, tra il preventivo degli investimenti e il bilanciodelle spese energetiche. Possono anche esistere prezziingannevoli (dovuti all’esclusione delle esternalità ealla mancanza di trasparenza). Inoltre, anche gli ostacolidi carattere tecnico, quali la mancata standardizzazionedegli impianti e dei componenti a basso consumoenergetico, possono frenare il rapido sviluppo di nuovetecnologie efficienti sotto il profilo energetico. Inpassato, carenze nella regolamentazione dei settorimonopolistici hanno creato in alcuni casi involontariincentivi al consumo nelle strutture tariffarie. Ilmiglioramento del sistema di regolamentazionenell’UE e la maggiore trasparenza delle forze dimercato indotta dalla liberalizzazione del settoredovrebbero contrastare tale problema, ma per moltianni ancora subiremo le conseguenze delle passatedecisioni d’investimento.

1. 1. OSTACOLI FINANZIARI CHE IMPEDISCONO UNA REAZIONE ADEGUATA DEL MERCATO

La mancanza di informazione e di formazione sulletecnologie più avanzate e circa la loro ripercussioneeconomica e finanziaria sui tassi di rendimento degliinvestimenti, associata in alcuni casi ad un’avversione alrischio inerente all’adozione di tecnologie e tecniched’avanguardia, può indurre alcuni investitori, adesempio le banche, a continuare a sosteneretecnologie superate anche quando non sono le piùefficaci o non offrono i migliori rendimentid’investimento. Naturalmente, i promotori delletecnologie a basso consumo energetico devonoesporre in modo convincente i loro argomenti quandocercano l’appoggio di investitori potenziali quali gliistituti finanziari o i fondi di capitale di rischio. In questosenso, anche le società di servizi energetici (ESCO:Energy Service Company) dovranno essere coinvolte.Inoltre, sarebbe necessario incoraggiare l’industria, gliinvestitori e i consumatori a integrare nella loro logicadi finanziamento l’alternativa dell’efficienza energetica.Gli operatori dovrebbero essere informati sul rapportocosti-benefici estremamente positivo e sui periodi diammortamento, a volte molto brevi (meno di un anno),degli investimenti in efficienza energetica. Potrebberoessere approntati strumenti semplici per la valutazionedei rischi dei progetti, quali manuali e programmiinformatici per l’analisi del ciclo di vita nonché perl’audit energetico degli investimenti.

Inoltre, si registra il mancato accesso ad adeguatistrumenti per finanziare progetti di promozionedell’efficienza energetica, che spesso sono di piccolaentità. L’esperienza mostra che gli intermediaritradizionali, in particolare le banche, sono spessoriluttanti a sostenere progetti in materia di efficienzaenergetica. Una possibilità che deve essere esaminata èil concetto di prestiti «globali» (6), i cui fondi sianosuccessivamente ridistribuiti da un intermediario o«camera di compensazione» (clearinghouse) chedisponga di maggiore competenza tecnica edeconomica in materia di efficienza energetica. Un’altrapossibilità, utilizzata attualmente in alcuni Statimembri, consiste nel modello di finanziamento basatosulla ripartizione del risparmio conseguito, quali ifinanziamenti esterni e i contratti di prestazioneenergetica.

( 6) La Banca europea per gli investimenti conclude conintermediari (in genere le banche nazionali o locali) accordiper erogare prestiti «globali» che successivamente vengonoconcessi dai citati intermediari per finanziare piccoli progetti.

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1. 2. LA NECESSITÀ DI SERVIZI ENERGETICI

L’apertura dei mercati si è riflessa positivamentesull’efficienza energetica. La pressione dellaconcorrenza ha indotto le società di erogazione dienergia elettrica a produrre in modo più efficiente, inparticolare mediante investimenti tecnologici (adesempio, le turbine a gas a ciclo combinato).

L’apertura dei mercati ha inciso altresì sui prezzidell’elettricità.Tra il 1995 e il 2005, i grandi utentiindustriali hanno beneficiato di una riduzione mediadei prezzi dell’elettricità del 10-15 % in valore reale. Inogni caso, rimane ancora molto da fare per garantireuna concorrenza reale ed effettiva in tutte le regionidell’UE. A tale scopo, la Commissione adotterà entro lafine dell’anno una relazione completa sullo stato delmercato e recentemente ha avviato un’indagine sullasituazione della concorrenza nel settore.

Di per sé, il ribasso dei prezzi dell’energia noncostituisce un incentivo a consumare meno e adeffettuare investimenti volti all’efficienza energetica.Esistono alcune società («ESCO») che offrono soluzionid’efficienza energetica ripagandosi con i risparmid’energia realizzati. Dette società, che si trovano solo infase di sviluppo, hanno ancora bisogno di una politicadi sostegno che le assista nella diffusione delle loroattività, grazie a norme sulla qualità e l’accessoagevolato al finanziamento. Lo sviluppo futuro dellesocietà ESCO potrebbe contribuire in modosignificativo alla realizzazione di molti altri progetti dirisparmio energetico nonché a colmare il divario tra ivari operatori nel settore dell’energia e delle tecnologiedi approvvigionamento energetico, da un lato, e fra iconsumatori, dall’altro.

Consapevole della contraddizione tra la maggioreefficienza risultante dall’introduzione delle forze delmercato e il conseguente calo dei prezzi e la spinta adun incremento dei consumi indotta da prezzi più bassi,la Commissione ha proposto, nel dicembre 2003, unadirettiva concernente l’efficienza energetica degli usifinali dell’energia e i servizi energetici.

2. LA NECESSITÀ DI UN’AZIONEPUBBLICA

Uno dei compiti spettanti all’autorità pubblica, sia essanazionale o comunitaria, è di compensare leinsufficienze del mercato.Tuttavia, non sempre essa èin grado di assolvere questo compito, per una serie diragioni.

Gli Stati membri hanno riconosciuto la necessità dimigliorare l’efficienza energetica e tuttavia sonoriluttanti ad impegnarsi a rispettare l’obbligo diriduzione del consumo d’energia dell’1 % all’annoprevisto dalla proposta di direttiva sui servizienergetici.

Inoltre, gli aiuti di Stato e la politica fiscale sono duestrumenti spesso male utilizzati. Ad esempio, vengonoconcessi aiuti di Stato non soltanto a favoredell’efficienza energetica ma anche per la produzionedi elettricità a partire da combustibili che nonpresentano il miglior rendimento energetico. Inoltre, siassiste alla concessione «a pioggia» di sovvenzioni diimporti modesti che, in definitiva, hanno un impattogenerale molto limitato. Lo stesso si può dire dellostrumento fiscale. In linea di massima, si dovrebberoridurre le tasse su alcuni prodotti più efficienti sotto ilprofilo energetico e, al contrario, aumentare le tasseapplicate sui prodotti che comportano un maggioreconsumo.

Infine, si deve prestare costante attenzione alle futureconcentrazioni di grandi imprese del settoreenergetico e dei trasporti, che possono portare piùfacilmente ad abusi di posizione dominante sulmercato, e non necessariamente ad una maggioreefficienza energetica.

1312

F A R E D I P I Ù C O N M E N O

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3. I COSTI ESTERNI E LATRASPARENZA DEI PREZZI

L’attuale sistema dei prezzi praticati sui prodottienergetici non orienta il consumatore verso un uso più economico e razionale dell’energia.

Inoltre, non tiene conto del valore energetico relativodei prodotti né dell’impatto ambientale del loroconsumo. Il sistema attuale di tariffazione nongarantisce che i costi esterni siano presi inconsiderazione. In tal modo, il consumatore non èindotto a consumare meno o a cercare l’energiaprodotta a partire da fonti più rispettose dell’ambiente.Il problema è particolarmente acuto nel settore deitrasporti. Nel libro bianco intitolato «La politicaeuropea dei trasporti fino al 2010: il momento dellescelte», pubblicato nel settembre 2001 (7), laCommissione esprime l’opinione che se i prezzi nonriflettono la totalità dei costi sociali dei trasporti, ladomanda ne risulta artificialmente gonfiata, mentre sefossero applicate le opportune politiche di tariffazionedelle infrastrutture, gran parte di queste inefficienzesparirebbero nel corso del tempo.

Infine, la struttura tariffaria e i minori prezzi delprodotto potrebbero anche portare ad un incrementodei consumi. Si constata inoltre uno sforzo insufficientea fare in modo che i consumatori siano in grado dicomprendere il prezzo dei loro consumi. Un sistema dirilevamento in tempo reale dei consumi (i cosiddetti«contatori intelligenti») potrebbe incentivare unariduzione del consumo quando il prezzo dell’elettricitàè elevato.

4. INFORMAZIONE EFORMAZIONE: DUE STRUMENTISOTTOUTILIZZATI

Benché si ritenga naturale lanciare campagned’informazione contro il consumo di bevande alcoliche,si constata una minore attenzione nei confronti dellecampagne pubblicitarie volte all’efficienza energetica.

Tali campagne forniscono chiare informazioni su comerisparmiare energia e sollecitano i consumatori all’azione,possono essere efficaci per modificare la percezione delproblema e incoraggiare comportamenti virtuosi. A taleriguardo, sono possibili tre livelli d’intervento:

• informazioni ai cittadini su argomenti quali lariduzione del consumo d’energia nelle abitazioni, adesempio grazie ad efficienti sistemi di illuminazione edi riscaldamento e consapevoli decisioni d’acquisto,

• informazioni ai clienti industriali, e

• informazioni rivolte agli esperti del settoredell’efficienza energetica e ai prestatori di servizi, pergarantire che esista e funzioni in tutti gli Stati membriuna rete di esperti qualificati.

Non dovrebbe essere difficile convincere i consumatorisul fatto che, grazie a provvedimenti relativamentesemplici, una famiglia media europea possa risparmiareuna quota significativa delle sue spese, particolarmenteimportante per le famiglie per le quali la spesa energeticacostituisce una voce rilevante del loro bilancio.

L’istruzione e la formazione possono contribuiresignificativamente a rafforzare la cultura dell’efficienzaenergetica. Gli esempi potrebbero includere gli aspettienergetici nei corsi di educazione civica che si tengonoin alcuni Stati membri o corsi di formazione organizzatinelle imprese per migliorare l’efficienza energetica. Iprogrammi europei nel settore dell’istruzione e dellaformazione potrebbero contribuire alla diffusione dellebuone pratiche fra gli Stati membri e incoraggiare iprogetti di cooperazione in questa materia in tuttol’arco della formazione permanente.

Inoltre, con la liberalizzazione del mercato internodell’energia sono state istituite le autorità diregolamentazione in tutti gli Stati membri. Il loro ruolo ègarantire la concorrenza, ma la normativa comunitariaprevede anche che debbano vigilare allo svilupposostenibile del consumo energetico. Questo compitodegli organismi di regolamentazione dovrebbe essererafforzato in futuro.

Negli anni novanta il tasso di miglioramento dell’efficienzaenergetica era dell’1,4 % annuo, mentre successivamente èandato calando fino a raggiungere un livello costantemassimo pari allo 0,5 % annuo. Ciò dimostra che gli sforziintrapresi in questo settore non danno risultati soddisfacenti.

( 7) http://europa.eu.int/comm/energy_transport/it/lb_it.html

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1514

F A R E D I P I Ù C O N M E N O

B – UN’INIZIATIVA EUROPEA

Definire una politica energetica per l’Unione europea è un esercizio complesso. Da un lato, le competenzedell’Unione, nelle more dell’entrata in vigore deltrattato che istituisce una Costituzione per l’Europa,non sono ancora chiaramente definite. Per questomotivo le misure in materia d’energia hanno dovutoessere adottate nell’ambito di altre politichecomunitarie. D’altro canto, gli operatori chepartecipano al settore dell’energia sono numerosi:Stati, organismi di regolamentazione nazionali, grandiimprese, enti territoriali ecc. Per mobilitare tutti le partiinteressate e trasformare la politica d’efficienzaenergetica nel lungo termine, si rende necessario unmessaggio politico forte.

Un’azione forte in materia d’efficienza energeticarichiede un quadro generale che consenta di

strutturare gli interventi. Spetta alle autorità nazionali,regionali e locali così come all’industria dare attuazionea questo quadro generale in conformità del principio disussidiarietà. Solo una combinazione di misure a varilivelli (Unione europea, livelli nazionali, regionali, locali,industria) permetterà di realizzare l’intero potenzialeesistente.

L’Unione europea continuerà a sviluppare per quantopossibile gli strumenti di mercato, in particolare gliaccordi volontari dell’industria o ancora le campagned’informazione per sensibilizzare i consumatori ma,sebbene questi strumenti possano essere moltoefficaci, non possono sempre sostituire l’adozione dimisure regolamentari volte a colmare le carenze delmercato e dare ai consumatori un messaggio correttoquando è necessario.

(8) Relazione introduttiva della proposta di direttiva del Parlamentoeuropeo e del Consiglio concernente l’efficienza degli usi finalidell’energia e i servizi energetici – COM(2003) 739; MUREDatabase Simulation 2000, SOS Italy; Blok, Joosen, Economicevaluation of sectoral emissions reduction objectives for climatechange, Ecofys, Utrecht, 2000; Energy efficiency indicators,Odyssee, Ademe, Parigi, 2004; Lechtenböhmer,Thomas,The mid-term potential for demand-side energy efficiency in the EU,Wuppertal Institut, 2005; Powering profits: how companies turnenergy efficiency into shareholder value, Green Business Letter,aprile 2005; Improving energy efficiency by 5 % and more peryear, in corso di pubblicazione nel Journal of Industrial Ecology;F. Krause,The potential for more efficient electricity use in Italy,The Energy Efficiency Challenge,WWF, 2005; European council foran energy efficient economy, Proceedings 2005 summer study:energy savings, what works and who delivers?,http://www.eceee.org

Secondo gli studi disponibili in materia (8), l’UE potrebberisparmiare il 20 % del suo consumo attuale d’energiamigliorando anche l’efficienza dei costi. Questi studi indicanoche la metà di tali risparmi potrebbe risultare dalla pienaapplicazione delle misure esistenti, in particolare dellemisure comunitarie già in vigore o in fase di adozione. Il libroverde intende avviare un processo atto a sfruttare nellapratica il potenziale nonché individuare e quindi mettere inpratica tutte le possibili misure d’efficienza energetica edeconomica, in modo da raggiungere il 20 % di risparmioenergetico. A tal fine, l’Unione deve elaborare in tempi rapidi

un piano d’azione globale concreto, che sarà formulato aseguito di un’ampia consultazione delle parti interessate sulpresente libro verde e, se del caso, dopo le necessarie analisicosti-benefici. Tale piano dovrebbe mobilitare tutte le partiinteressate – governi nazionali, regioni, autorità locali,industrie, privati – e riguardare tutti i settori di produzione econsumo dell’energia. In tale piano d’azione devono essereprevisti tutti i tipi di misure possibili ed economicamenteefficienti, anche in materia fiscale, di sovvenzioni pubbliche,di incentivi economici, di accordi volontari con l’industria ecc.

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1. AGIRE A LIVELLOCOMUNITARIO

1. 1. INTEGRARE L’ENERGIA NELLE ALTRE POLITICHECOMUNITARIE

Oltre alle misure che possono essere proposte permigliorare l’efficienza energetica in specifici settori,l’Unione e gli Stati membri dispongono di un potere di intervento «orizzontale», di cui si avvalgonoattualmente in misura insufficiente. L’Unione europeadeve quindi fare costante riferimento all’efficienzaenergetica nel suo operato, utilizzando gli strumentiche già si sono dimostrati validi nell’ambito di altrepolitiche.

1. 1. 1. Ricerca e sviluppo tecnologico

In proposito è essenziale menzionare l’importanzadella ricerca. Molte tecnologie promettenti per l’utentefinale hanno ancora bisogno di interventi di ricerca esviluppo. Gli investimenti comunitari e dell’industria asostegno delle emergenti tecnologie che consentonoun risparmio energetico permetteranno all’UE dimantenere il controllo tecnologico in questo settore e migliorare ulteriormente l’efficienza energetica oltre il 2020.

In particolare, alcuni dei problemi sollevati nel presentedocumento (l’aumento della quota d’energia prodottada fonti rinnovabili, i rendimenti delle centralialimentate da combustibili fossili, reti elettriche piùefficienti, migliori prestazioni energetiche dei veicoliecc.) possono essere affrontati soltanto tramite efficientiattività di ricerca e dimostrazione, associate ad altriprovvedimenti di ordine regolamentare ed economico.

Il 6 aprile 2005 la Commissione ha adottato la propostadi settimo programma quadro per la ricerca e sviluppo.Nel settore dell’energia il programma prevede diconcentrare gli interventi su un numero limitato diazioni chiave che riflettono le priorità politiche dellanuova Commissione, fra le quali le fonti rinnovabili perla produzione di elettricità e di combustibili, letecnologie «pulite» del carbone, le reti energeticheintelligenti e l’efficienza energetica (9) nell’ambito delprincipale programma di cooperazione. L’automobile«pulita e sicura» ne è un buon esempio, per il qualesono previsti, sotto il profilo energetico, progetti didimostrazione di combustibili alternativi(biocarburanti).

Si stanno facendo anche considerevoli sforzi di ricercanella gestione dell’alimentazione dei sistemiinformatici e nelle tecniche di recupero dell’energia

negli apparecchi elettronici che ricevono energia dafonti ambientali, quali i movimenti dell’utente, il caloredel corpo umano o la luce del sole.

1. 1. 2. Promuovere le migliori pratiche e tecnologie

La Commissione ha anche proposto di prorogare ilprogramma «Energia intelligente per l’Europa» nelperiodo 2007-2013, dotandolo di un bilancio (moltopiù ingente) di 780 milioni di euro. Il programma mira a sostenere finanziariamente una vasta gamma diazioni promozionali e a rimuovere le barriere nontecnologiche (legali, finanziarie, istituzionali, culturali,sociali) nel settore dell’efficienza energetica e delleenergie rinnovabili.

1. 1. 3. Stabilire e promuovere le migliori pratiche a tutti i livelli tramite piani d’azione nazionali

Gli orientamenti integrati per la crescita el’occupazione, che riuniscono a partire dal 2005 gliindirizzi di massima per le politiche economiche e afavore dell’occupazione degli Stati membri, fornirannoall’Unione e agli Stati membri un quadro stabile ecoerente per la realizzazione delle azioni prioritarieindividuate dal Consiglio europeo nell’ambito dellastrategia di Lisbona.Tali orientamenti fungeranno dabase per i programmi nazionali che gli Stati membrisaranno tenuti ad attuare.

Detti orientamenti, adottati dalla Commissione il12 aprile 2005 per il periodo 2005-2008, indicano chegli sviluppi recenti e le previsioni relative ai prezzi delpetrolio rafforzano la priorità di un’azione in materia diefficienza energetica. Un ritardo negli interventi voltiad affrontare tali sfide potrebbe ripercuotersi in unincremento del costo economico delle misure adottate.A tale scopo, gli Stati membri dovranno dare prioritàalla promozione dell’efficienza energetica inconformità degli impegni europei attuali.

Gli Stati membri dovrebbero tenere in debitaconsiderazione gli obiettivi di miglioramentodell’efficienza energetica nel contesto dei rispettivipiani nazionali d’azione per la crescita e l’occupazione.

In questo contesto, una delle principali misure che saràpresa in esame nel corso della fase di consultazionesuccessiva all’adozione del presente libro verde sarà lapossibilità di decidere che, ad esempio su baseannuale, ciascuno Stato membro potrebbe adottare unpiano d’azione per l’efficienza energetica che indichi lemisure specifiche che intende intraprendere, sia perconformarsi alla normativa comunitaria sia di propriainiziativa, per raggiungere l’obiettivo di efficienzaenergetica fissato per l’anno successivo.Tale pianopotrebbe essere adottato su base annuale, analizzare i

(9) Vi sono ricompresi temi quali le celle a combustibile, lagenerazione distribuita, le reti intelligenti d’energia, migliorirendimenti delle centrali a combustibile fossile, la co-combustione e i biocarburanti nei trasporti.

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risultati conseguiti dalle misure adottate nell’annoprecedente, tanto in termini di risparmio energeticoche di rendimento finanziario, ed elaborare nuovemisure, possibilmente accompagnate da nuoviobiettivi, per il periodo considerato. Questi pianid’azione potrebbero essere accompagnati da unprocesso di (peer review) a livello comunitario da partedi un gruppo di alto livello per l’efficienza energetica edel Forum per l’energia sostenibile, integrato da unesercizio annuale di valutazione comparativa(benchmarking) da parte della Commissione. Siffattoprocesso di analisi e valutazione confronterebbe lemigliori pratiche in vista di diffonderle nella Comunità.

1. 1. 4. Migliore applicazione della politica fiscale

L’Unione potrebbe, più di quanto già faccia,promuovere misure fiscali volte ad incoraggiare oscoraggiare alcuni comportamenti. La politica fiscalecomunitaria resta ancora oggi troppo spesso unostrumento a servizio dei bilanci, senza grande coerenzacon gli obiettivi delle altre politiche, costellata dinumerose deroghe chieste dagli Stati membri per i piùsvariati motivi. Giova tuttavia riconoscere che sono statigià realizzati sforzi importanti a livello comunitario, adesempio con l’adozione della direttiva 2003/96/CE sullatassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità, cheoffre un contesto favorevole alla cogenerazione, allosviluppo delle energie rinnovabili, ai trasporti ferroviarie fluviali ecc. Inoltre, proposte di rilievo sono all’esamedel Consiglio, in particolare la proposta concernente ilgasolio per uso professionale. È anche in corso unaprofonda riforma del regime fiscale applicabile agliautoveicoli per il trasporto di passeggeri.

L’imposizione fiscale sui prodotti energetici, sottoforma di diritti, rientra tra le competenze dell’Unione.Tale strumento potrebbe essere utilizzato perprogredire verso l’armonizzazione dei regimi fiscali,ad esempio a favore dei veicoli che utilizzanocombustibili più puliti e con migliori prestazionisotto il profilo energetico.

A livello comunitario è necessario rivedere la coerenzadell’insieme dei regimi fiscali applicabili ai veicoli. Sideve studiare un nuovo sistema che consenta diintrodurre meccanismi di differenziazione delleimposte – ad esempio della tassa di circolazione e diimmatricolazione – in funzione del consumo d’energia,il che consentirà di tenere conto del livello di emissionidi CO2. Siffatto sistema promuoverebbe l’uso dei veicolia basso consumo e penalizzerebbe quelli checonsumano di più.Tale politica, che può del restoessere elaborata in modo da non incidere sul bilanciodegli Stati membri, renderebbe le tasseautomobilistiche più «ecologiche», favorendo l’acquistodi veicoli che consentono maggiori risparmi di

carburante. Contribuirebbe anche a far emergere nuovimercati per l’industria accelerando il rinnovo del parcoautomobilistico.

La Commissione ha presentato nel 2002 unacomunicazione sulla tassazione delle autovetturenell’Unione europea (10) nella quale formula unnumero di raccomandazioni e di azioni future. Suquesta base, la Commissione riflette su una propostaarticolata su due obiettivi principali:

• il miglioramento del funzionamento del mercatointerno in questo settore;

• la ristrutturazione della base impositiva per includereelementi direttamente collegati alle emissioni di CO2,in particolare per i veicoli di elevata potenza. Ciòintrodurrebbe parallele modifiche della tassa diimmatricolazione e della tassa di circolazione.

Devono essere analizzate altre modalità atte arafforzare l’impatto positivo dello strumento fiscale aservizio delle politiche finalizzate all’incrementodell’efficienza energetica. In questo contesto,potrebbero formare oggetto di discussione le seguenti idee:

• con riferimento alle imposte di consumo, unaconcentrazione degli sforzi in alcuni settori politiciessenziali (ad esempio, armonizzazione delle aliquotequando esistono gravi problemi di distorsione dellaconcorrenza, applicazione di misure fiscalidifferenziate per la promozione delle energierinnovabili);

• ravvicinamento verso l’alto delle aliquote delle acciseapplicate ai prodotti energetici e al consumod’energia per attività produttive, e indicizzazioneautomatica di tutte le aliquote delle imposte diconsumo per evitare una perdita di valore dovutoall’inflazione;

• il trattamento fiscale dei trasporti, con riferimento siaalle imposte di consumo sia all’IVA;

• le condizioni di applicazione dei meccanismi diadeguamento alle frontiere (border tradeadjustments);

• il trattamento fiscale delle fonti utilizzate per laproduzione di calore, in particolare nei grandicaseggiati;

• la razionalizzazione delle esenzioni e delle deroghefiscali.

Qualora non fosse possibile conseguire alcunprogresso a motivo dell’obbligo di deliberareall’unanimità nel settore delle imposizioni indirette, sipotrebbe prevedere – come ultima opzione – unacooperazione rafforzata in materia di efficienzaenergetica. La cooperazione rafforzata, introdotta dal

1716

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(10) COM(2002) 431.

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trattato di Amsterdam, permette a un gruppo di Statimembri di intensificare la cooperazione tra gli stessipur lasciando la porta aperta agli altri Stati membri chepotranno eventualmente aderire successivamente. Alriguardo il trattato impone diverse condizioni: tral’altro, la cooperazione rafforzata non deve ostacolaregli scambi tra gli Stati membri né generare distorsionidella concorrenza. Non sembra tuttavia che un gruppodi Stati membri che decida congiuntamente misurefiscali volte a migliorare l’efficienza energetica possaviolare una delle suddette condizioni.

1.1.5. Aiuti di Stato più mirati

Gli aiuti a favore dell’efficienza energetica sonoapprovati dalla Commissione conformemente agliorientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per la tuteladell’ambiente. Gli attuali orientamenti giungono ascadenza a fine 2007. La revisione della materia, i cuilavori devono essere avviati nel 2005, potrebbefornire l’occasione per dare maggior rilievo allemisure volte a incoraggiare l’eco-innovazione e gliincrementi di produttività grazie ad una maggioreefficienza energetica.

Questa revisione potrebbe anche essere l’occasioneper prevedere l’esenzione dalla notificazione degli aiutidi importo inferiore a una certa soglia; in tal modo, gliStati membri disporrebbero di un margine di manovrapiù ampio per finanziare provvedimenti in materia dirisparmio energetico.

1.1.6. Liberalizzazione degli appalti pubblici di forniture

Per migliorare l’efficienza energetica esistononumerose tecnologie. Il problema è che, per alcune diqueste nuove tecnologie d’efficienza energetica, ilmercato non è sufficientemente consistente perconsentire un ulteriore sviluppo e una riduzione deicosti di produzione grazie all’aumento delle vendite.

Gli appalti pubblici potrebbero costituire un incentivoper raggiungere quest’obiettivo. Essi rappresentanocirca il 16 % del PIL dell’Unione (11). Ad esempio, gliacquisti totali di veicoli da parte delle autoritàpubbliche sono stati stimati in circa 100 000automobili, 100 000 furgoni, 30 000 camion e 15 000autobus ogni anno nella sola Unione a Quindici. Se leautorità pubbliche (Stati, amministrazioni, entiterritoriali) acquistassero collettivamente veicolimeno inquinanti e più efficienti sul pianoenergetico, ciò costituirebbe un chiaro incentivo peri produttori contribuendo a creare un mercatocredibile per questo tipo di veicoli. L’argomento è

attualmente discusso dal gruppo CARS 21. Ad esempio,se le autorità pubbliche delle città che superano uncerto grado d’inquinamento riservassero il 25 % deiloro acquisti a veicoli ecologici a basso consumo, ciòinteresserebbe circa 60 000 veicoli all’anno.

I veicoli costituiscono soltanto uno degli esempi.Generalmente, la Commissione cerca di promuovere gliappalti pubblici «ecologici» e di stimolare gli acquirentipubblici europei (a livello federale o regionale/locale)perché integrino i criteri ambientali nelle loroprocedure di aggiudicazione degli appalti pubblici (12).Dovrebbero essere presi in considerazione tutti gliacquisti effettuati dalle autorità pubbliche, siano esse leautorità nazionali o le istituzioni europee. Questeultime devono infatti dare l’esempio e aprire la stradaalla creazione di nuovi mercati per i prodotti conmaggiore prestazione energetica.

1.1.7. Ottenere finanziamenti europei

Il finanziamento delle misure è uno dei problemi piùgravi da risolvere, se si considera che alcune industriedichiarano di voler ottenere un rendimento a fronte delcapitale investito entro circa due anni. Gli Stati membrihanno già introdotto vari meccanismi di sostegno alivello nazionale, in particolare aiuti all’investimento,così come esenzioni o riduzioni fiscali. Per rendere piùefficaci questi regimi, e guadagnare la fiducia degliinvestitori, occorrerebbe prevedere un insieme diregole più favorevoli all’investimento in questo settore.Tali regole sarebbero rafforzate se fossero armonizzatea livello comunitario, segnatamente con ilcoinvolgimento della Banca europea per gliinvestimenti (soprattutto nell’ambito dei «meccanismidi rischio»).

Con riferimento alla politica di coesione dell’UE per ilperiodo di programmazione 2007-2013, laCommissione ha suggerito che l’aumentodell’efficienza energetica e la promozione del trasportourbano ecologico costituiscano obiettivi espliciti per ilFondo europeo di sviluppo regionale, sia nelle regionidi convergenza sia nelle regioni che gestisconoprogrammi di competitività regionale.

Inoltre, la Commissione ha proposto, per il periodo diprogrammazione attuale, di aprire il Fondo di coesione– che all’origine doveva essere utilizzato soltanto per iprogetti in materia di trasporti e ambiente – agli altrisettori di rilievo per lo sviluppo sostenibile e i vantaggiambientali, fra i quali rientrano l’efficienza energetica, itrasporti urbani «puliti» e i trasporti pubblici.Taliprogetti devono tuttavia essere pienamente integrati

(11) http://europa.eu.int/comm/internal_market/publicprocurement/studies_en.htm

(12) http://europa.eu.int/comm/environment/gpp

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nel concetto di sviluppo regionale e la Commissioneintende fornire una guida in questo campo attraversogli orientamenti strategici comunitari per la politica dicoesione 2007-2013, che garantiranno uncollegamento più efficace tra la politica di coesione e ilprocesso di Lisbona. L’importanza e il potenziale dellesinergie tra la politica di coesione e l’efficienzaenergetica sono ulteriormente sottolineati dal fatto chegran parte delle risorse finanziarie disponibili per lapolitica di coesione sarà destinata alle regioni dei diecinuovi Stati membri, nelle quali il potenziale dimiglioramento dell’efficienza energetica è elevato.

1.2. MISURE SPECIFICHE DI POLITICA ENERGETICA

1.2.1. Edilizia

L’applicazione della direttiva sul rendimentoenergetico nell’edilizia (2002/91/CE), a partire dal 2006,comporterà un risparmio stimato in circa 40 Mtep(milioni di tonnellate equivalente petrolio) entro il2020 (13). La Commissione deve pertanto vigilaresull’applicazione rigorosa della direttiva.

Spetta alla Commissione fornire agli Stati membri glistrumenti necessari allo sviluppo di una metodologiaintegrata di calcolo della prestazione energetica degliedifici. Quasi 30 norme europee (CEN) sono stateelaborate. Gli Stati membri hanno già confermato cheintendono dare applicazione a dette norme su unabase volontaria. Qualora si constatasse che laconformità volontaria alle norme non si realizza o nonpotesse essere comprovata, tali norme dovrannoessere rese vincolanti in una versione modificata delladirettiva sull’edilizia.

L’articolo 7 della citata direttiva dispone che sia emessoun attestato di certificazione energetica nella fase dicostruzione, compravendita o locazione di un edificiodi metratura superiore a 50 m2. L’attestato è corredatodi raccomandazioni per il miglioramento delrendimento energetico in termini di costi-benefici.Spetta agli Stati membri agevolare i finanziamentinecessari per dare attuazione a dette raccomandazioni.

Un’opzione consiste nel proporre un’estensionedell’ambito di applicazione della direttiva permigliorare il rendimento energetico di un edificio inoccasione dei lavori di ristrutturazione. La direttivaattuale si applica soltanto agli edifici di oltre 1 000 m2.Lo studio Ecofys (14) ritiene che il potenziale tecnico diquesta direttiva sarebbe enorme se le norme fosseroapplicate a tutte le ristrutturazioni di edifici. In terminieconomici, la maggiore opportunità consiste nelcombinare le misure tendenti a migliorare l’efficienzaenergetica con le misure di adeguamento, e ciò nondeve essere soltanto redditizio, ma anche realizzabile inpratica, mentre si devono ancora determinare lemodalità pratiche per attuare tali misure.

Come indicato nella nota 14, lo studio Ecofys ritieneche l’effetto della vigente direttiva e di un’eventualeversione modificata, in termini di creazione di posti dilavoro, sia rilevante. Sulla base di una stima prudente diincrementi dell’efficienza energetica ed economica pari

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(13) Si veda la relazione introduttiva della proposta di direttiva.

(14) Ecofys, DM 70067, «Cost effective retrofit in buildings», 2005.

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a oltre 70 Mtep, il settore potrebbe da solo generarealmeno 250 000 posti di lavoro a tempo pieno, perpersonale altamente qualificato e operantegeneralmente nel settore dell’edilizia. Inoltre, tali postisarebbero creati soprattutto a livello locale, nei luoghiin cui devono essere effettuati i lavori di adeguamentodegli edifici.

L’illuminazione assorbe circa un terzo dell’energiaconsumata negli edifici. Al riguardo il potenziale dimiglioramento è spesso superiore al 50 %, comedimostrato da molti progetti intrapresi nell’ambito delprogramma «European Green Light». Per realizzarequesto potenziale di risparmio e rispondere a unadomanda crescente, l’Europa dovrebbe indicare lastrada da seguire promuovendo l’utilizzo e lo sviluppodi un’illuminazione moderna e intelligente (15).

Una lampadina a risparmio energetico consuma cinque voltemeno elettricità di una lampadina normale. La sostituzionedelle lampadine tradizionali può facilmente tradursi in unrisparmio di 100 euro all’anno per una famiglia media.

1.2.2. Elettrodomestici

Dal 1992, una direttiva quadro consente agli Statimembri di rendere obbligatorie, tramite l’etichettatura,le informazioni ai consumatori sull’efficienza energeticadi una serie di elettrodomestici. Nel corso degli ultimiquattro anni, la Commissione ha cercato di aumentareil numero degli elettrodomestici in questione. Devecontinuare in questa direzione coinvolgendomaggiormente il settore industriale nella definizionedelle attività d’informazione al consumatore.

Si tratta di un settore nel quale miglioramentisostanziali potrebbero anche essere realizzati grazie auna combinazione di queste misure d’informazione delconsumatore con norme d’efficacia minima e accordivolontari (16). Un nuovo approccio è proposto dalladirettiva recentemente adottata che fissa le specificheper la progettazione ecocompatibile («eco-design») deiprodotti che consumano energia, sulla quale ilConsiglio e il Parlamento europeo sono giuntirecentemente a un accordo. Uno degli obiettivi delladirettiva consiste nell’applicare i requisiti dell’efficienzaenergetica evitando ripercussioni negative su altriaspetti ambientali o altre fasi della vita del prodotto.

Nella misura in cui il consumo energetico ha unimpatto ambientale significativo, come avviene spessoper gli elettrodomestici, sarà ora possibile stabilirecriteri d’efficienza energetica per un’ampia gamma diprodotti e di applicazioni, quali ad esempio la funzionedi «stand-by» per l’illuminazione, il riscaldamento, icondizionatori d’aria e i motori elettrici (17). Misureparticolari devono essere adottate per evitare iconsumi d’energia elettrica degli apparecchi durante lafase di stand-by; si tratta infatti di uno sprecoenergetico in costante aumento, giacché sempre piùapparecchi sono dotati di questa funzione. Benché talefunzione sia in origine una forma di gestionedell’energia per alcuni apparecchi, essa può anche dareluogo a consistenti perdite d’energia. Questi consumipossono salire al 5-10 % del consumo totale di energiaelettrica nel settore residenziale (18). Grazie allosviluppo tecnico, sono ora disponibili modalità distand-by degli apparecchi più efficienti e se ne devepromuovere la rapida immissione in commercio.

Gli Stati Uniti e il Giappone in particolare, hanno giàadottato iniziative per raggiungere un obiettivo diconsumo di 1 W massimo per molti elettrodomestici.Su scala europea, e sempre nel contesto della direttiva«eco-design», si prevede di:

• incoraggiare e promuovere accordi volontari;

• introdurre, se necessario, misure esecutive volte aridurre le perdite d’energia durante la modalità distand-by per gruppi di apparecchi (19);

• stimolare lo sviluppo a livello internazionale ditecnologie e di misure tendenti a limitare le perditedi consumo in modalità stand-by.

1.2.3. Limitare il consumo dei veicoli

Nel 2005, il consumo delle automobili private e dellemoto nell’Unione europea ammonta a circa 170 Mtep,pari cioè a quasi il 10 % del consumo lordo.

Il consumo medio è in calo da dieci anni, ma questomiglioramento è stato controbilanciato dall’aumentodel numero delle automobili e del loro utilizzo, e latendenza attuale fa registrare un aumento del peso edelle prestazioni delle automobili, il che potrebbecomportare un nuovo deterioramento della situazionein questo settore.

Per limitare tale consumo, l’Unione europea haconcluso finora accordi volontari con l’industria

(15) Ulteriori risparmi potrebbero essere realizzati conl’introduzione dell’illuminazione basata sui diodi LED (diodi ademissione luminosa) allo stato solido, che secondo le stimeridurrebbe la domanda di punta in Europa entro il 2015 dicirca 40 GW, pari a 2 miliardi di barili di petrolio all’anno(Photonics for the 21st Century, VDI, 2005).

(16) Cfr. allegato 2.

(17) La direttiva ha un potenziale di risparmio di almeno 20 Mtep, eal contempo renderebbe l’industria europea più competitiva alivello mondiale.

(18) Fonti: IEA, «Things that go blip in the night»; IEA 2005, «Savingelectricity in a hurry»; Fraunhofer Institut, «Study on options ona stand-by label for Federal Ministry of Economics and Labour,February 2005».

(19) Ad esempio, i «codici di condotta» per gli alimentatori e gliadattatori digitali nei televisori.

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automobilistica e ha introdotto l’etichettatura relativaall’efficienza energetica dei veicoli.

Nell’ambito dell’iniziativa CARS 21, si dovrebberoformulare raccomandazioni sul modo migliore diprocedere. Al fine di decidere se e come procedereriguardo a quest’opzione, è necessario definire il livellodei criteri di «pulizia» ed «efficienza» che tenganoconto della necessità di promuovere l’obiettivo inmodo neutrale all’insegna dell’efficienza dei costi,affinché ciascuna iniziativa consenta all’industria disviluppare la tecnologia adeguata per raggiungerel’obiettivo in questione. Alcune delle misure dadiscutere sono:

• Con l’accordo volontario dell’industria automobi-listica, l’Unione europea intende raggiungere unacifra media di emissioni di CO2 pari a 120 g/km pertutte le nuove automobili immatricolate nell’UE.Questo obiettivo sarà raggiunto, inizialmente,mediante accordi con i costruttori automobilisticieuropei, giapponesi e coreani, che si impegnano aridurre le emissioni di CO2 a 140 g/km entro il 2008-2009, ad adottare misure di mercato volte adinfluenzare le scelte dei consumatori a favore diautomobili che consumano meno, e infine amigliorare le informazioni fornite ai consumatori sulconsumo di carburante.

In altri termini, le nuove automobili private immessesul mercato nel 2008-2009 consumerannomediamente circa 5,8 l di benzina ogni 100 km, o5,25 l di gasolio, con una riduzione del consumo dicarburante del 25 % circa rispetto al 1998.

Tuttavia, la tendenza all’aumento delle dimensioni,del peso e della potenza delle autovetture rendedifficile il conseguimento del citato obiettivo. Si rendenecessaria una riflessione su come scendere da140 g/km nel 2008-2009 a 120 g/km nel 2012. Inquesto contesto, la Commissione è consapevole dellasfida rappresentata da tale l’obiettivo. Realizzarlo avràun costo, ma comporterà altri vantaggi sia per iconsumatori sia per la società nel suo insieme. Adesempio, i consumatori potranno risparmiare sullespese di carburante, tanto più che i prezzicontinueranno a salire.

• L’etichettatura sull’efficienza energetica dei veicoli: ilsistema europeo di etichettatura delle automobiliimpone agli Stati membri di fornire ai consumatoriinformazioni sul consumo di carburante e sulleemissioni di CO2 delle autovetture nuove. Ciòconsente a ciascuno di operare una sceltaconsapevole. Queste disposizioni si traducono in

particolare nell’obbligo di affiggere su, o in prossimitàdi ciascun veicolo nuovo messo in venditaun’etichetta contenente le informazioni di cui sopra.Sulla base delle relazioni fornite dagli Stati membri inrelazione all’entrata in vigore della direttiva, laCommissione sta studiando le misure che potrebberoessere proposte per migliorare l’efficacia delladirettiva.

Giova osservare che, per i prodotti che consumanoenergia diversi dagli autoveicoli, esistono non soltantoaccordi volontari e disposizioni sull’etichettatura maanche norme vincolanti di efficienza minima, masoltanto quando ciò è giustificato dalle condizioni dimercato.

L’esperienza dell’industria europea dei grandielettrodomestici, che occupa il primo posto sulmercato mondiale grazie all’eccellenza della suatecnologia sviluppata nel rispetto di tali norme e di unserio programma d’etichettatura, dimostra che a lungotermine tale sistema di requisiti d’efficienza nelmercato europeo porterebbe alla nostra industriaautomobilistica benefici anziché svantaggi.

1.2.4. Informare e tutelare il consumatore

Il libro verde ha messo in evidenza le carenze inmateria d’informazione e di formazione del pubblico.Molto deve essere fatto a livello nazionale, regionale elocale. L’Unione europea sostiene queste iniziative, adesempio attraverso il programma ManagEnergy, ilquale appoggia tutti coloro che operano nei settoridelle energie rinnovabili e della gestione delladomanda energetica a livello locale e regionale.

Recentemente è stata lanciata una grande campagnadi sensibilizzazione del pubblico in tema di energiasostenibile nell’Unione europea, i paesi candidati e gliStati membri del SEE: «Sustainable Energy Europe2005-2008».Tale campagna intende apportare unautentico cambiamento del comportamento deiprincipali operatori interessati, che devono impegnarsiad adottare modelli di produzione e di consumo diun’energia che sia al contempo efficiente, pulita esostenibile, basati sulle fonti rinnovabili e l’usorazionale dell’energia, anche in materia di trasporto. Lacampagna è finanziata nell’ambito del programma«Energia intelligente per l’Europa» e dispone di unbilancio di 3,6 milioni di euro.

La campagna interessa tutti i principali settorienergetici sostenibili che partecipano alla strategiacomunitaria a favore dello sviluppo sostenibile e mira a

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favorire l’applicazione sia della normativa comunitariasia di misure nazionali e locali nel settore dell’energiasostenibile, appoggiando le attività dell’industria edelle agenzie, delle associazioni e dei consumatorid’energia (20).

Informare il pubblico costituisce un primo obiettivo.Informare e formare i professionisti del settoreenergetico ne costituisce un secondo. Ad esempio, gliarchitetti che progettano gli edifici devono disporre diconoscenze sufficienti sulle tecnologie più recenti edefficienti che permettono il risparmio energetico. Allostesso modo, ad esempio, sono gli installatori di sistemidi riscaldamento che potranno consigliare meglio i loroclienti.Tali azioni possono essere avviate a livelloeuropeo, ma ovviamente devono essere applicate alivello nazionale, regionale e locale.

Nell’ambito della seconda direttiva sull’energiaelettrica, gli Stati membri dovranno anche fare in modoche i consumatori beneficino di un cosiddetto «serviziouniversale», cioè del diritto di ricevere, sul proprioterritorio, elettricità di una determinata qualità a prezziragionevoli, facilmente e chiaramente comparabili etrasparenti. I consumatori devono anche potercambiare fornitore senza subire discriminazioni. Inoltre,la direttiva fa obbligo alle società erogatrici di energiaelettrica di informare i loro clienti esistenti e potenzialisulla combinazione delle fonti energetiche utilizzatenella produzione dell’energia che ricevono.

2. AGIRE A LIVELLO NAZIONALESotto molti aspetti il livello nazionale sembra piùadeguato per realizzare le misure volte all’efficienzaenergetica. L’azione delle autorità nazionali rafforzal’azione comunitaria che, da sola, non può risultareefficace nel lungo termine. A tal fine, le autoritànazionali devono essere incoraggiate ad avvalersidell’intera vasta gamma di misure a loro disposizione,attraverso le attività degli organismi diregolamentazione, un migliore controllo della catenadell’approvvigionamento dell’elettricità, lo sviluppo diun meccanismo di certificazione e l’ottimizzazione deltraffico stradale. Giova sottolineare che in tutti gli Statimembri si possono riscontrare esempi eccellenti dibuone pratiche che meriterebbero di esseregeneralizzate.

2.1. REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI RETE

Il trasporto dell’elettricità comporta perditedell’elettricità prodotta fino al 10 % (2 % durante iltrasporto e 8 % nella distribuzione). In molti casi, perridurre tale spreco è possibile adottare misure chepresentano un buon rapporto costi-rendimento.Tuttavia, i gestori delle reti di trasmissione odistribuzione possono non avere sempre l’incentivo adeffettuare gli investimenti necessari per il risparmioenergetico. Giacché un incremento dell’efficienzacomporta una riduzione delle perdite, ciò implicageneralmente una diminuzione delle spese ditrasmissione e, in un sistema di accesso regolato deiterzi alla rete, una perdita di denaro per la società cherealizza gli investimenti. Pertanto, in mancanza di unsistema di regolamentazione che offra incentivi inquesta direzione (cioè un sistema nel quale i gestoridelle reti di trasmissione e distribuzione possanotenere per sé una percentuale adeguata dei beneficinetti derivanti dalle migliorie apportate) gliinvestimenti necessari non saranno probabilmenterealizzati.

I gestori della rete di trasporto potrebbero includere leloro pratiche in materia di gestione delle perdite(misure di trasparenza dell’informazione e condizioni diacquisto dell’energia di compensazione) nelprogramma di adempimenti predisposto in conformitàdella direttiva 2003/54/CE. Inoltre, si potrebbe chiedereal gruppo europeo degli organismi di regolamenta-zione per l’elettricità e il gas di proporre linee guida in

(20) La campagna sosterrà attività promozionali delle principaliparti interessate, quali governi nazionali, regioni, municipalità,agenzie dell’energia, società di produzione ma anche di servizienergetici, erogatori di servizi pubblici, industrie, promotoriimmobiliari, aziende agricole e forestali, consumatori,associazioni agricole, istituzioni finanziarie, associazioni dicommercio nazionale ed internazionale, ONG e istituzioni dicooperazione e di sviluppo. Altre iniziative di questo tipopotrebbero essere avviate in futuro.

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materia di buone pratiche di regolamentazione conriferimento alle tariffe di trasmissione e distribuzione eall’efficienza energetica.Tali linee guida potrebberobasarsi sul principio secondo il quale i gestori delle retidi trasmissione e distribuzione dovrebbero essereobbligati ad effettuare tutti gli investimenti chepresentino un buon rapporto costi-benefici (vale a direche diano luogo ad una diminuzione netta delle tariffe)e, come contropartita, avrebbero il diritto di conservareun’equa percentuale dei benefici netti che ne risultano.Inoltre, il gruppo degli organismi di regolamentazionee le altre parti interessate potrebbero studiare lapossibilità di istituire un sistema di certificazionedell’efficienza energetica.

2.2. REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI FORNITURA

Nel dicembre 2003 la Commissione ha proposto unadirettiva concernente l’efficienza negli usi finalidell’energia e i servizi energetici. La direttiva impone aidistributori e ai fornitori d’energia non solo di fornire aiconsumatori elettricità, gas o petrolio, ma anche didifferenziare l’offerta dando la possibilità aiconsumatori di optare per servizi energetici.Tali servizisono presentati sotto forma di pacchetti integrati cheoffrono, ad esempio, comfort termico, comfort diilluminazione, la produzione di acqua calda per usodomestico, trasporto ecc. La concorrenza sui prezzi trale aziende erogatrici di servizi di energia porterà allariduzione della quantità di energia consumata in dettiservizi, giacché il costo dell’energia dovrebbe costituireuna quota rilevante (a volte la principale) del costototale del servizio. Offrire detti servizi integraticonsente alle forze di mercato di contribuire a svolgereun ruolo importante ai fini del miglioramentodell’efficienza energetica dal lato dell’offerta di servizienergetici.

La struttura tariffaria attuale dei prodotti energeticipotrebbe essere riesaminata, in quanto non incoraggiai consumatori a farne un uso più razionale. Si dovrebbeprevedere un incentivo a consumare meno nelle ore dipunta e in periodi di scarsità. A tal fine, gli organismi diregolamentazione nazionali dovrebbero promuoverel’applicazione di contatori che consentano ai clientiuna lettura in tempo reale dei propri consumi.

2.3. LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

Con perdite medie d’energia nella produzioned’elettricità dell’ordine del 66 %, questo settoredispone di un grande potenziale. Utilizzando latecnologia standard, soltanto il 25-60 % delcombustibile utilizzato è trasformato in elettricità. Leturbine a gas a ciclo combinato sono tra gli impiantipiù efficienti, al contrario delle vecchie centralitermiche alimentate con combustibile solido, alcunedelle quali in servizio fin dagli anni cinquanta.

La liberalizzazione dei mercati e l’introduzione dinorme rigorose sulle emissioni hanno portatosignificativi incrementi nell’efficienza energetica deiprocessi di produzione d’elettricità. Molte delle vecchiecentrali inefficienti ed eccedentarie sono state ritiratedal mercato e in molti casi sostituite con le centrali aciclo combinato, più efficaci dell’ordine del 50-60 %.

Con una previsione di crescita annuale stimataall’1,5 %, Eurelectric, l’associazione dell’industriaelettrica, prevede che si dovranno installare circa520 GW di nuova capacità di produzione entro il 2030nell’UE-15, il che comporterà ingenti costid’investimento dell’ordine di miliardi di euro.

Pertanto, l’Unione europea dispone di un’opportunitàunica per migliorare radicalmente l’efficienzaenergetica della sua capacità di generazione di energiaelettrica. Il sistema comunitario di scambi di emissionicostituisce a tale riguardo uno strumento efficace perindurre i produttori d’energia elettrica a ridurre leemissioni e migliorare la propria efficienza nel modoeconomicamente più proficuo. La Commissioneprevede una revisione del sistema verso la metà del2006.Tramite l’elaborazione dei piani nazionalid’assegnazione e la creazione di una generale scarsitàsul mercato, gli Stati membri possono continuare adutilizzare il sistema di scambi di emissioni dell’UE comestrumento per incentivare una più efficienteproduzione di energia elettrica.

Alcune principali iniziative richiedono un’attenzioneparticolare nel contesto dell’elaborazione del pianod’azione sull’efficienza energetica per il 2006:

• assicurare che in Europa sia utilizzata soltanto latecnologia più efficiente di produzione di energiaelettrica (centrali a ciclo combinato). La tecnologiapiù efficiente attualmente disponibile ha unrendimento vicino al 60 % ed è prodottaprincipalmente da imprese europee.Tuttavia,concorrenti di altre regioni del mondo propongonoora una tecnologia a ciclo combinato la cui efficienzaenergetica raggiunge soltanto il 40 %, ma coninferiori costi d’investimento. È necessario pertantoriflettere sulle misure che possono essere adottateper garantire che la produzione di energia elettricanell’UE mantenga un elevato livello d’efficienza.

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• Promuovere la generazione distribuita. Si constatache la maggiore perdita nella catena della fornitura dielettricità (produzione – trasporto e distribuzione –fornitura) è quella del calore non utilizzato che silibera sotto forma di vapore, generalmente durante ilriscaldamento dell’acqua utilizzata nel processo diraffreddamento. La catena è caratterizzatasoprattutto da una produzione di energia elettricacentralizzata a partire da grandi centrali, una costosatrasmissione dell’elettricità generata attraverso unarete di trasmissione e distribuzione fino alconsumatore finale.Tale trasmissione genera perdite,soprattutto a livello della distribuzione. Benché laproduzione centralizzata presenti i vantaggidell’economia di scala, essa comporta anche ungrande spreco d’energia.

Le attuali esigenze di investimento nella produzionedi energia elettrica potrebbero essere utilizzatevantaggiosamente per l’Europa, se si cogliel’opportunità di facilitare la transizione dalle grandicentrali elettriche verso una produzione distribuita elocale, più pulita ed efficiente. La generazionedistribuita è generalmente molto più vicina ai puntidi utilizzo anche per il calore perso nella produzioneconvenzionale e aumenta le possibilità di recupero dicalore, il che aumenta chiaramente l’efficienzaenergetica.Tale evoluzione sarà graduale e potràessere promossa a livello nazionale tramite incentiviadeguati per l’industria.

La seconda direttiva sull’energia elettrica 2003/54/CEcontiene già un incentivo affinché gli Stati membri egli organismi di regolamentazione nazionalipromuovano la generazione distribuita considerandoi vantaggi di questo tipo di produzione per le reti ditrasmissione e distribuzione, sotto forma di risparminei costi d’investimento a lungo termine. Inoltre, gliStati membri sono obbligati a provvedere affinché leprocedure d’autorizzazione per questo tipo diproduzione tengano conto delle loro dimensioniridotte e pertanto del loro impatto potenzialmentelimitato. Conseguentemente, si rende necessaria unasemplificazione delle procedure d’autorizzazione deisistemi di generazione distribuita: tale compitoincombe alle autorità nazionali, agli organismi diregolamentazione e agli enti territoriali. LaCommissione vigilerà sull’applicazione delle misurepreviste dalla direttiva. In ogni caso, per conformarsialle norme comunitarie in materia di libertà distabilimento e di libera prestazione dei servizi, leprocedure d’autorizzazione per gli impianti digenerazione di energia elettrica devono essereinformate a criteri di obiettività e nondiscriminazione che siano conosciuti in anticipo dalleimprese interessate, in modo da garantire che ilpotere discrezionale delle autorità nazionali non sia

applicato in modo arbitrario. La natura e la portatadegli obblighi di servizio pubblico che sono impostitramite un sistema di autorizzazioni amministrativedevono essere precisate anticipatamente alleimprese interessate. Quando il numero diautorizzazioni disponibili per un’attività data èlimitato, la durata dell’autorizzazione non devesuperare il tempo necessario per garantirel’ammortamento dell’investimento e un rendimentoequo dei capitali investiti. Inoltre, chiunque siasottoposto ad una misura restrittiva fondata su unaderoga deve poter disporre di un mezzo di ricorso.

• Anche la cogenerazione offre un considerevolepotenziale di incremento dell’efficienza. Attualmente,solo il 13 % circa dell’elettricità consumatanell’Unione europea è prodotta con questatecnologia. Gli Stati membri devono dare attuazionealla direttiva che promuove l’uso della cogenerazionead elevata efficienza entro il febbraio 2006. Dovrannogarantire che sia fatto il migliore utilizzo di questatecnologia. Inoltre, potrebbero promuovere l’ulterioresviluppo tecnologico della cogenerazione non soloper migliorare l’efficienza energetica e la flessibilitànell’impiego dei combustibili, ma anche per ridurre icosti di costruzione. Gli Stati membri potrebberoinoltre considerare e sviluppare tecnologie atte adincrementare l’utilizzo di fonti rinnovabili.

• La maggior parte degli Stati membri dell’UE-25dispone di sistemi di teleriscaldamento e, soprattuttonei nuovi Stati membri dell’Europa centrale coneconomie di transizione, si tratta di una tecnica moltodiffusa per produrre calore, in particolare per usodomestico. Il teleriscaldamento, se gestitocorrettamente, può contribuire alla protezionedell’ambiente. Si ritiene che gli impianti esistenti diteleriscaldamento e di cogenerazione, comprese leapplicazioni industriali, possano far risparmiare dasoli il 3-4 % di energia primaria rispetto ad unaproduzione separata.

Tuttavia, il principale problema da risolvere è comefinanziare il rinnovamento dei vecchi sistemi. A talescopo, istituzioni finanziarie quali la Banca europeaper gli investimenti dovrebbero esseremaggiormente coinvolte nella promozione dellemisure volte all’efficienza energetica nelteleriscaldamento. Concludendo, si deve deciderecome sostenere il miglioramento del rendimentoenergetico di oltre il 50 % delle centrali a carbonequanto prima possibile. La ricerca comunitariasvolgerà probabilmente un ruolo importante inquesto senso.

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2.4. I CERTIFICATI BIANCHI: UNO STRUMENTO DI MERCATO

Le politiche basate sugli incentivi presentanol’inconveniente di non riuscire sempre a mobilitare leforze di mercato verso la soluzione con il migliorrapporto rispetto ai costi. I sistemi di certificati bianchihanno trovato parziale applicazione in Italia e nelRegno Unito, sono in preparazione in Francia e allostudio nei Paesi Bassi. Si tratta di sistemi nei quali ifornitori o distributori sono tenuti a realizzare misured’efficienza energetica per conto degli utenti finali.Talicertificati attestano il risparmio conseguito grazie adette misure, precisandone il valore energetico e ladurata, e possono, in linea di massima, essere scambiatie commercializzati. Se le parti contraenti non sono ingrado di presentare la quota di certificati loroassegnati, possono essere loro inflitte pene pecuniarieanche superiori al valore stimato di mercato.

Il lavoro di modellizzazione realizzato nell’ambito delprogetto SAVE «White and Green» ha permesso diconcludere che l’introduzione di questo sistema nelsettore terziario genererebbe risparmi del 15 % a costonullo, e quando si integrano alcune esternalità, quali leripercussioni sull’ambiente, il potenziale risparmio salefino al 35 %. La Commissione sta preparandol’eventuale introduzione di un sistema di certificatibianchi applicabile all’insieme dell’UE affinché si crei unautentico scambio in materia di efficienza energeticatra Stati membri. La direttiva concernente l’efficienzadegli usi finali dell’energia e i servizi energetici prevedel’elaborazione di un sistema di misurazioni a tal fine.

3. L’INDUSTRIAL’industria ha già fatto progressi nel settoredell’efficienza energetica. Inoltre è prevedibile che,spinta da incentivi economici, continui a miglioraresensibilmente le tecniche applicate e i macchinari cheutilizza (motori elettrici, compressori ecc.). Lelegislazioni europee e nazionali si ripercuotono sulconsumo energetico dell’industria; a questo proposito,l’industria stessa deve adottare le misure necessarieper rispettare i valori massimi di emissioni di gas aeffetto serra imposte dai piani nazionali diassegnazione, come previsto dalla direttiva sulloscambio dei diritti di emissione. L’efficienza energeticacostituisce uno strumento necessario al riguardo.Inoltre, la Commissione sta preparando un BREF (21)nell’ambito della direttiva IPPC (22) che raccoglieràinformazioni utili per elaborare le migliori praticheapplicabili ai sistemi energetici utilizzati in numerosetecniche industriali (motori, pompe, dispositivi diefficienza energetica ecc.).

Sono già stati conclusi molti accordi volontari neisettori industriali (ad esempio nell’industria cartaria,l’industria chimica e l’orticoltura). Detti accordivolontari conclusi dall’industria rafforzano le misured’efficienza energetica. In proposito si possono citare iseguenti esempi:

• Regno Unito: l’«Energy Efficiency Commitment»(2002-2005) obbliga le aziende erogatrici di elettricitàe di gas a raggiungere obiettivi d’efficienzaenergetica negli usi domestici. Il programma haavuto notevole successo nella riduzione del consumod’energia all’insegna dell’efficienza dei costi ed èstato prorogato per il periodo 2005-2008.

• Paesi Bassi: grazie alla tradizione degli accordivolontari, l’industria olandese è all’avanguardia nelmondo in termini di efficienza energetica. Nel luglio1999, il governo olandese ha firmato un«Benchmarking Agreement on Energy Efficiency»con l’industria (23), secondo il quale quest’ultima siimpegna a raggiungere la massima efficienzaenergetica in termini assoluti entro il 2012; in cambioil governo acconsente a non introdurre ulteriorimisure in questo settore. Una prima valutazione dellemisure adottate e previste dalle imprese olandesiindica che saranno risparmiati 82 000 TJ (o 2 Mtep)entro il 2012, con una minore emissione di circa5,7 milioni di tonnellate di CO2.

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F A R E D I P I Ù C O N M E N O

(21) BAT (Best available technology) Reference Documents.

(22) Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e la riduzione integratedell’inquinamento.

(23) Le imprese che hanno sottoscritto l’accordo rappresentanocirca il 90 % della domanda industriale d’energia.

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Anche due programmi ambientali intrapresi su basevolontaria, il sistema comunitario di assegnazione di unmarchio di qualità ecologica (24) e il sistemacomunitario di ecogestione e audit (EMAS) (25)potrebbero contribuire al rafforzamento dell’efficienzaenergetica. Il marchio di qualità ecologica può essereassegnato a prodotti di consumo a condizione chesoddisfino, nell’intero ciclo di vita del prodotto, unaserie di criteri di prestazione ambientale. I requisiti inmateria di efficienza energetica rientrano tra questicriteri e in particolare si riferiscono a gruppi di prodottiattinenti alla ricettività turistica e ai campeggi.

Nell’ambito del sistema EMAS, le organizzazionidevono impegnarsi a migliorare le loro prestazioniambientali. Anche in questo caso, l’efficienzaenergetica è parte di tale miglioramento ed è oggettod’esame nell’analisi ambientale e nelle dichiarazioniambientali imposte dal sistema.

4. TRASPORTI4.1. ORGANIZZARE LA GESTIONE DEL TRAFFICO AEREO

Un ambizioso progetto volto a riorganizzare lo spazioaereo europeo è stato avviato con l’iniziativa «Cielounico europeo», che prevede segnatamentel’instaurazione di un sistema unico europeo dicontrollo del traffico aereo. Il progetto, che darà luogo auna estesa iniziativa industriale denominata «Sesame»,permetterà di realizzare notevoli risparmi di cherosene(del 6-12 % circa) semplicemente riducendo lacongestione dello spazio aereo attiguo agli aeroporti.

4.2. OTTIMIZZARE LA GESTIONE DEL TRAFFICO

I sistemi di trasporto intelligenti che sono in corso disviluppo, quali i sistemi di navigazione, i sistemi ditassazione della congestione del traffico e l’assistenzaalla guida, possono migliorare la sicurezza e l’efficienzaenergetica, così come il comportamento stradale. Inparticolare, lo sfruttamento del sistema di navigazionesatellitare nell’ambito del programma «Galileo» aprirà apartire dal 2008 la strada ad una nuova generazione diapplicazioni e di servizi nei settori più disparati. Ilsettore dei trasporti costituirà il cliente per eccellenzadi questo sistema di navigazione satellitare. Oltre aservizi di posizionamento affidabili e precisi perl’automobilista, il sistema di navigazione satellitare

permetterà di fornire servizi informativi agli utenti dellastrada e di assistenza alla guida. Nell’aviazione, ilsistema interverrà durante tutte le varie fasi di volo. Nelsettore marittimo, sarà utilizzato nella navigazionecostiera e d’altura. Lo sviluppo di Galileo aiuteràpertanto lo sviluppo di modalità sostenibili ditrasporto, grazie all’ottimizzazione dei flussi di trafficonel trasporto su strada, aereo, marittimo o ferroviario.Superando i limiti della saturazione delle infrastrutture,diminuirà il costo esorbitante della congestione econtribuirà alla riduzione del consumo energetico e auna migliore protezione dell’ambiente.

La promozione dell’intermodalità costituisce un’altramisura che porterà a considerevoli risparmi energetici.Le alternative al trasporto su strada sono statestimolate da un insieme di azioni, in particolare lacreazione di un programma comunitario – «MarcoPolo» – specificamente destinato alla promozione disoluzioni alternative: ferrovia, navigazione interna emarittima su brevi distanze. Nel luglio 2004 laCommissione ha proposto per questo programma unbilancio di 740 milioni di euro nell’ambito delleprospettive finanziarie 2007-2013. Molti progettiindustriali hanno già beneficiato del programma MarcoPolo: il progetto «Kombiverkehr» inteso a offrire unservizio multimodale treno-traghetto tra la Svezia el’Italia, il progetto «Lokomotion», che ha permesso dicollegare la Germania e l’Italia con servizi intermodaliferroviari gestiti da società ferroviarie private, ilprogetto «Oy Langh Ship» che ha stabilito nel 2001 unservizio intermodale che combina trasporto marittimo,ferroviario e trasporto fluviale tra la Finlandia e l’Europacentrale ecc.

4.3. SVILUPPARE UN MERCATO PER I VEICOLI ECOLOGICI

I programmi di ricerca comunitari hanno investito cifreingenti per progettare veicoli elettrici, collaudare quelligià in circolazione con combustibili alternativi, adesempio il gas, o ancora sviluppare le tecnologie alungo termine quali le celle a combustibile (energiadell’idrogeno). I sostegni comunitari continuerannonell’ambito del settimo programma quadro per laricerca e sviluppo.

Alcune delle opzioni possibili che sono discussenell’ambito dell’iniziativa CARS 21 sono:

• detassazione dei veicoli ecologici;

• come citato precedentemente, l’obbligo per leamministrazioni pubbliche di spendere una parte delloro bilancio riservato agli autoveicoli per l’acquistodi veicoli ecologici;

(24) Regolamento (CE) n. 1980/2000.

(25) Regolamento (CE) n. 761/2001.

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• imposizione di un accesso limitato (tramitepagamento di pedaggio o divieto di circolazione) aicentri urbani per le automobili inquinanti e adelevato consumo di carburante;

• certificazione e norme tecniche specifiche per iveicoli ecologici.

Queste misure sarebbero molto più efficaci degli aiutidiretti all’industria e contribuirebbero inoltre allosviluppo tecnologico dell’industria europea: unvantaggio non trascurabile in un’economia sempre più globalizzata.

4.4. FAR PAGARE L’USO DELLE INFRASTRUTTURE PER MODIFICARE I COMPORTAMENTI

La metà del carburante consumato nel trasportostradale è utilizzata in città, nonostante il fatto chemetà degli spostamenti urbani riguarda tragitti inferiori ai 5 km.

L’Unione ha già intrapreso una politica di pedaggi pergli automezzi pesanti sulla rete transeuropea. Letecniche di localizzazione via satellite, grazie al sistemadi navigazione satellitare «Galileo», faciliterannol’applicazione di tali pedaggi, senza causare lunghiincolonnamenti all’ingresso delle zone a pagamento.

La direttiva comunitaria sulla qualità dell’aria prevedeche le grandi agglomerazioni particolarmenteinquinate debbano elaborare piani di lotta control’inquinamento atmosferico. Ciò ha significato nellamaggior parte casi misure radicali di restrizione deitrasporti inquinanti nei centri urbani, oppurel’imposizione di pedaggi sufficientemente differenziatada tenere conto del livello d’emissione e di consumodei veicoli. Nella fase di consultazione successivaall’adozione del presente libro verde dovrà essereaffrontata la questione della necessità e dell’efficacia di tali sistemi.

L’esperienza di Londra, con l’introduzione della «tassasulla congestione» nel 2003, ha fatto registrare unadiminuzione del consumo di carburante del 20 % e uncalo delle emissioni di CO2 del 19 % nella zona apagamento. Da parte sua, la città di Madrid haintrodotto un sistema di transito rapido per gli autobuse le automobili con un minimo di due passeggeri suuna sezione di 20 km dell’autostrada A6 che dà accessoalla città. La Commissione cerca di promuovere questebuone pratiche su scala più ampia nell’ambito del suoprogramma «Energia intelligente per l’Europa».

Tuttavia, è d’uopo rilevare che gli scambi di buonepratiche incontrano dei limiti. Ci si può infatti chiederese tali esempi di buone pratiche possano esseregeneralizzati ed estesi in tutto il territorio comunitarioe con quali modalità.

4.5. PNEUMATICI

La resistenza al rotolamento degli pneumaticirappresenta fino al 20 % del consumo di un veicolo.Uno pneumatico efficiente è in grado di ridurre del 5 %tale consumo e la vendita di tali prodotti dovrebbeessere promossa non soltanto sui veicoli nuovi maanche in occasione della sostituzione degli pneumatici.

Anche un migliore controllo della pressione deglipneumatici porta a consumi inferiori. Secondo le stime,tra il 45 e il 70 % dei veicoli circolano con almeno unopneumatico con una pressione troppo bassa, il checomporta un sovraconsumo pari al 4 % circa, senzaparlare del maggiore rischio di incidenti. Perché nonprendere in considerazione sistemi che inducano lestazioni di servizio ad informare e assistere meglio iconducenti per quanto riguarda il controllo deglipneumatici? Un’altra opzione potrebbe consistere nelcercare un accordo su base volontaria con l’industriaaffinché siano installati a bordo dei veicoli sensori dipressione degli pneumatici.

Oltre ai considerevoli risparmi che si possono realizzareutilizzando pneumatici adeguati e gonfiati alla giustapressione, un conducente medio può facilmente risparmiare100 euro all’anno sulle spese di benzina guidando in modopiù ecologico (26).

4.6. AVIAZIONE

La Commissione progetta di presentareprossimamente una comunicazione sul cambiamentoclimatico e l’aviazione. La comunicazione tratterà inparticolare l’utilizzo di strumenti economici (quali letasse sul carburante, le tasse sulle emissioni e gliscambi di diritti di emissioni) che potrebbepromuovere l’efficienza energetica e la riduzione deigas a effetto serra in questo settore.

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(26) IEA, «Saving oil in a hurry», 2005.

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5. LIVELLO REGIONALE E LOCALEMolte misure possono essere adottate a livelloregionale o locale, vale a dire a un livello più prossimoal cittadino. Infatti, un’iniziativa in materia d’efficienzaenergetica dispiegherà tutti i suoi effetti soltanto se ledecisioni adottate a livello comunitario e nazionaletrovano attuazione a livello regionale e locale. L’Unioneeuropea ha già intrapreso numerose iniziative inmateria. Ad esempio, il programma «Civitas», avviatonel 2000, ha sostenuto 36 città europee nello sviluppodi progetti di mobilità urbana. Programmi di sostegnosono stati realizzati anche per incoraggiarel’investimento pubblico e privato nell’uso razionaledell’energia (azioni pilota, creazione di reti di agenzielocali ecc.). Al riguardo, l’Unione si è recentementedotata di un nuovo programma «Energia intelligenteper l’Europa» inteso a far confluire tutte le azioni nelsettore e aumentare quindi l’effetto sinergico.

Inoltre, le specifiche azioni in materia di efficienzaenergetica integrate nei programmi di sviluppooperativo per la politica di coesione dell’UE, inparticolare nelle regioni in ritardo di sviluppo, mettonoa disposizione di queste regioni efficaci strumenti chepossono essere utilizzati per tutta una serie di progetti.In proposito, si citano l’aiuto per il miglioramentodell’efficienza energetica degli edifici pubblici, gliinvestimenti nei trasporti urbani «puliti», il sostegnoalle piccole e medie imprese per migliorare la loroefficienza energetica e le corrispondenti attività diricerca e sviluppo. Quando si mobilita questopotenziale a favore dell’efficienza energetica, si devonotuttavia rispettare le specifiche disposizioni dellaprogrammazione della politica di coesione, di forme diassociazione e di gestione.

Come già indicato, è necessario discutere anche dellepossibili soluzioni ai crescenti problemi di congestionedei centri urbani. Benché la gestione del trasportourbano rientri soprattutto tra le competenze degli entiregionali e locali, l’Unione europea dovrebbecontribuire a trovare delle soluzioni a fronte deldegrado della qualità della vita che procedeparallelamente ad un enorme spreco d’energia. Leautorità locali devono svolgere un ruolo importanteproponendo la costruzione di opere sostenibili nelleloro città, in particolare nel settore dell’efficienzaenergetica degli edifici. Anche qui si incontra l’eternoproblema del finanziamento. Naturalmente sononecessari provvedimenti legislativi, ma bisogna anchepoterli sostenere mediante investimenti.Tuttavia, glistrumenti di finanziamento proposti dalle banche nonsono sempre adeguati alla piccola dimensione dinumerosi progetti d’efficienza energetica. Eppure,considerati nel loro insieme, questi progetti possonoavere un effetto globale considerevole.

5.1. SPECIFICI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO

Gli investimenti nei progetti di piccole dimensioni nelsettore dell’energia sostenibile in tutta l’Europapresentano un enorme potenziale, dalla cuirealizzazione tutti trarrebbero beneficio. Detti progettisono generalmente di facile realizzazione, in particolarese includono gli aspetti di sicurezza energetica e ivantaggi ambientali.Tuttavia, il loro finanziamentodeve essere «agevolato», particolarmente nelle regionimeno sviluppate d’Europa. Gli strumenti difinanziamento in questo campo potrebbero essereelaborati sulla falsariga dei sistemi di compensazione(clearinghouse) utilizzati in altri settori e comprendere ilsostegno alla preparazione dei progetti e ladisponibilità di fondi di gestione dei rischi.

In considerazione delle dimensioni limitate e delladispersione dei progetti da finanziare, sembrerebbeche essi si prestino meglio ad essere realizzati a livellolocale o regionale.

Potrebbe essere opportuno che le autorità locali eregionali assumano l’iniziativa di organizzare ungruppo di lavoro dell’UE composto dalle varie partiinteressate, con il coinvolgimento di istituzionifinanziarie quali la Banca europea per gli investimenti ealtre banche commerciali, i fondi regionali, e irappresentanti degli Stati membri. Il gruppo potrebbeformulare quanto prima proposte circa lariorganizzazione degli attuali meccanismi difinanziamento, ad esempio basata sull’organizzazionedi strumenti di tipo «clearinghouse», per esaminare ilpotenziale d’investimento dei piccoli progetti dienergia sostenibile, e considerare le modalità persuperare gli ostacoli che si frappongono agliinvestimenti, compreso il ruolo delle aziende dierogazione dell’energia, il recupero dei risparmiottenuti nelle fatture d’energia, la tariffazione ecc.

I fondi di sostegno per progetti volti a migliorarel’efficienza energetica hanno avuto grande successo inmolti Stati membri e sarebbe necessario considerarecome estendere e migliorare le buone pratiche inquesto settore.

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6. UNA STRATEGIA APERTA AL MONDO

Le prestazioni in termini d’efficienza energetica deidiversi paesi variano enormemente. Ad esempio,l’Unione europea e il Giappone sono da tre a quattrovolte più efficienti in termini d’intensità energetica deipaesi dell’ex Unione Sovietica o del Medio Oriente.

L’efficienza energetica rientra già nelle azioni dicooperazione internazionale dell’Unione europea con isuoi partner, tra cui paesi industrializzati (come gli StatiUniti), paesi con un’economia di transizione (come laRussia) e paesi in via di sviluppo (come la Cina e l’India).Inoltre, progetti d’efficienza energetica, benché limitati,fanno parte del portafoglio dei prestiti delle istituzionifinanziarie europee ed internazionali. Esiste tuttavia unampio margine per cooperazioni più strette ed intensein materia di controllo della domanda con la maggiorparte dei paesi.

I principali motivi che inducono a rafforzare lacooperazione in materia d’efficienza energetica con ipaesi terzi sono strettamente legati agli interessigeopolitici e strategici dell’Unione europea e alleopportunità commerciali che derivano dalla suaposizione di preminenza in questo settore. Inparticolare, l’Europa potrebbe impegnarsi attivamentead elaborare e adottare norme sull’efficienzaenergetica che possano essere compatibili a livellointernazionale. Una ragione supplementare è ilcontributo che l’efficienza energetica può apportareallo sviluppo economico e sociale.

Il recente aumento dei prezzi del petrolio ha messo inevidenza l’impatto di una maggiore domandaenergetica dovuta alla rapida crescita del consumod’energia in alcuni paesi, in particolare in Cina. Attesa lascarsità delle risorse energetiche e la limitata capacitàaggiuntiva di produzione, in particolare di idrocarburi,è ovvio che i paesi importatori d’energia si trovinosempre più a competere per le stesse risorseenergetiche, in particolare dalla Russia, dal MedioOriente e della regione del mar Caspio.

L’efficienza energetica è pertanto interesse di tutti ipaesi importatori d’energia, fra cui l’Unione europea, edovrebbe essere integrata nella loro strategia globaledi sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

Per quanto riguarda il clima, la recente comunicazionesul cambiamento climatico ha evidenziato l’importanza

di un’ampia partecipazione come elemento essenzialedella strategia a medio e lungo termine. Lacooperazione dei paesi sviluppati e soprattutto deipaesi in via di sviluppo potrebbe essere uno strumentoutile per impegnare tutti ad un intervento a favore delclima, e offrire al contempo benefici locali in termini diqualità dell’aria e di sicurezza energetica, temi chiave inmolti paesi in via di sviluppo. Giacché il settoreenergetico è chiamato a contribuire in massima parteagli obiettivi di riduzione, la lotta contro ilcambiamento climatico dipende considerevolmenteda una migliore efficienza energetica, da un maggioreutilizzo delle energie rinnovabili e delle altre formed’energia «pulita» in tutti i paesi. Infine, grazie al fattoche l’Unione europea ha elaborato politiche eprogrammi di promozione dell’efficienza energetica findalla prima crisi energetica all’inizio degli anni settanta,le imprese europee si trovano ora in grado di profittaredelle nuove opportunità e conquistare nuovi mercatinei paesi terzi. La tecnologia europea è all’avanguardiae occupa una posizione strategica nella concorrenzamondiale nella maggior parte dei settori legatiall’efficienza energetica, in particolare le turbine, letecnologie di teleriscaldamento e della produzionecombinata di calore e d’elettricità, gli elettrodomesticie i materiali di costruzione. Un rinnovo degli sforzi inmateria di politica volta all’efficienza energeticapotrebbe rivelarsi essenziale al fine di consolidare ilruolo di leader mondiale dell’industria europea inquesto settore e potrebbe contribuire a rafforzare ilvantaggio competitivo dell’Europa nel settoreenergetico.

Il potenziale di esportazione dei prodotti e servizid’efficienza energetica non è stato sistematicamentevalutato, ma si ritiene che le opportunità commercialiderivanti da un maggiore impegno in questa direzionesiano di un ordine comparabile a quello dell’energiarinnovabile. Il mercato cinese, ad esempio, dovrebbesvilupparsi rapidamente, stando al piano diconservazione energetica a medio e lungo termineelaborato dalla Commissione di sviluppo nazionale e diriforma, secondo il quale il consumo d’energia negliedifici residenziali e pubblici dovrebbe diminuire dellametà rispetto ai livelli attuali nel corso dell’undicesimopiano quinquennale (2006-2010). A tale riguardo, giovaricordare che l’industria europea della costruzione èleader mondiale nel settore degli edifici a bassoconsumo energetico, e grazie all’aggiornamento dei requisiti comunitari l’esportazione di questo «know-how» offrirà nuove opportunità alla nostra industria.

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6.1. INTEGRARE L’EFFICIENZA ENERGETICA NELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Il primo aspetto della cooperazione internazionaleconsisterà per l’Unione nel lavorare con i paesiindustrializzati, in particolare i paesi dell’OCSE riunitinell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), permettere a punto piani d’efficienza energetica. Giacché i paesi in via di sviluppo possono ora aderireall’«Accordo di applicazione» dell’IEA, potrebberoessere incoraggiati a partecipare a questi ambiti.

Questa sede internazionale potrebbe ad esempiocostituire l’occasione per lanciare l’idea che si devetener maggiormente conto delle ripercussioni esternedel settore dell’aviazione sull’ambiente.

La politica commerciale europea può sostenere lacausa dell’efficienza energetica, ad esempio attraversola negoziazione di un trattamento tariffario agevolatoper le merci sulla base della loro prestazione in terminid’efficienza energetica. Una proposta in tal senso èstata presentata nel contesto dell’OMC dallaCommissione europea nel febbraio 2005 (27).Questa politica partecipa al programma di sviluppo diDoha. A Doha, i ministri decisero di avviare negoziatisulla riduzione, o perfino la soppressione, delle barrieretariffarie e non tariffarie per i beni e servizi rispettosidell’ambiente al fine di sostenere lo svilupposostenibile.

Infine, l’Unione europea dovrà rinnovare l’impegnovolto a raggiungere un’intesa comune con i paesi terziindustrializzati, in particolare gli Stati Uniti, circal’assoluta necessità di una forte azione volta amigliorare l’efficienza energetica. Le raccomandazionicontenute nella recente relazione di consenso dellaCommissione nazionale statunitense sulla politicaenergetica (US National Commission on EnergyPolicy) (28), che affronta con decisione le politiche dicontrollo della domanda, possono essere un punto dipartenza positivo per un rilancio del dialogo UE-StatiUniti in materia di efficienza energetica.

6.2. L’EFFICIENZA ENERGETICA NELLA POLITICA DI VICINATO E LA COOPERAZIONE UE-RUSSIA

Un’altra caratteristica dell’efficienza energetica èche essa costituisce altresì un elemento dellapolitica europea di vicinato. La Commissioneprovvederà a che l’efficienza energetica rimangafra gli obiettivi dei piani d’azione di questa politica.

La Commissione sta anche negoziando un trattato cheistituisce una Comunità dell’energia con i paesidell’Europa del sud-est. Ha anche intrapreso azioni dicooperazione nelle regioni del mar Caspio e delMediterraneo. Il potenziale in questi paesi èconsiderevole ma ancora ampiamente non sfruttato.Essi sono del resto consapevoli che l’aumentogaloppante del loro consumo energetico, oltre a crearegravi problemi all’ambiente e alla salute dellapopolazione, costituirà prima o poi un freno al lorosviluppo economico.

Un terzo aspetto deve consistere nella promozionedell’efficienza energetica nell’ambito dellacooperazione energetica con la Russia avviata nel2000. La Russia è sempre più consapevoledell’importanza di migliorare la sua efficienzaenergetica.

6.3. INTEGRARE L’EFFICIENZA ENERGETICA NELLA POLITICA DI SVILUPPO

La politica europea di sviluppo è il quarto aspetto diuna cooperazione internazionale intensificata.L’iniziativa energetica dell’UE avviata al vertice diJohannesburg nel 2002 stabilisce il quadro politicodella cooperazione dell’UE con i paesi in via di svilupponel settore energetico, del quale l’efficienza energeticaè naturalmente una componente essenziale. Lanecessità di garantire una coerenza tra le politichedell’UE e gli obiettivi di sviluppo è sottolineata nellarecente comunicazione di coerenza politica per losviluppo, nella quale l’energia era una delle undicipolitiche specificamente evidenziate. Con le loroeconomie relativamente deboli, i paesi in via disviluppo sono estremamente vulnerabili agli aumentidi prezzo dell’energia. Nei paesi dell’Africasubsahariana, l’aumento dei prezzi del petrolio puòavere un effetto significativamente più negativo chenei paesi dell’OCSE. Nel contempo, i paesi in via disviluppo subiscono spesso ingenti perdite nelle fasi diproduzione, trasmissione e distribuzione dell’energiacosì come nei diversi utilizzi finali. Inoltre, la

(27) Presentazione all’OMC, doc. TN/TE/W/47 del 17 febbraio 2005.

(28) «Ending the energy stalemate: a bipartisan strategy to meetamerica’s energy challenger».

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popolazione dipende, fino al 95 %, dalla biomassatradizionale per la cucina e il riscaldamento, fonte abassa efficienza energetica che causa problemi disalute. Nelle isole del Pacifico e dei Caraibi, il prezzo delpetrolio importato, già elevato, è ulteriormenterincarato a motivo della limitata dimensione deimercati e del trasporto su lunghe distanze. Il potenzialedi miglioramento dell’efficienza energetica nell’ambitodello sviluppo sociale ed economico dei paesi ACP èsignificativo e dovrebbe ricevere più attenzionenell’ambito della cooperazione con questi paesi.

La politica europea di sviluppo può e deve contribuireaffinché questi aspetti siano tenuti in debitaconsiderazione. Gli interventi in tal senso possonosostenere la creazione di capacità, la sensibilizzazione,l’elaborazione di politiche, così come la realizzazione diapplicazioni efficienti e tecnologie per l’utente finale.

Infine, la politica europea dell’ambiente potrebbecontribuire a sviluppare la capacità di valorizzareprogetti efficaci realizzati in questi paesi attraverso imeccanismi del cambiamento climatico, quali il«meccanismo per lo sviluppo pulito» (CleanDevelopment Mechanism).

6.4. RAFFORZARE IL RUOLO DELLE ISTITUZIONIFINANZIARIE INTERNAZIONALI

Infine, come quinto aspetto, l’Unione e gli Statimembri devono indurre le istituzioni finanziarieinternazionali a considerare con più attenzione lemisure d’efficienza energetica quando prestanoassistenza finanziaria e tecnica ai paesi terzi nelsettore dell’energia. Devono essere esaminate le variemodalità che consentano alle istituzioni finanziarieinternazionali di integrare le considerazioni relativeall’efficienza energetica in tutti i loro principali progettid’investimento. A tale riguardo la prossima valutazionedella politica energetica della Banca europea per laricostruzione e lo sviluppo (BERS) offrirà una buonaopportunità per affrontare questo punto. Il fatto che lapromozione dell’efficienza energetica avviene spessoattraverso il sostegno di microprogetti non può essereun argomento a favore del disimpegno di taliistituzioni in questo senso. Dovrebbero essere istituitimeccanismi di prestito globali e si avverte altresì lanecessità di una maggiore assistenza finanziaria fornitaper il tramite di intermediari, ad esempio le agenzienazionali.

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L’obiettivo del presente libro verde consistenell’individuare le opzioni e avviare discussioni adampio raggio sulle modalità possibili per risparmienergetici all’insegna dell’efficienza dei costi e peravviare il processo di una rapida definizione di unpiano d’azione concreto, che comporti interventi alivello comunitario, nazionale, regionale, locale edinternazionale e che coinvolga altresì l’industria e iconsumatori privati affinché si possa realizzare il pienopotenziale di efficienza energetica individuato.

L’attuazione di siffatto esercizio coinvolgerà tutti gliinteressati e segnatamente le autorità pubblichenazionali, regionali e locali, che saranno assistite dalleagenzie locali per l’energia e che dovranno garantire la diffusione delle migliori pratiche a tutti i livelli,compreso il grande pubblico. Anche l’industriarappresenta un partner che deve essere coinvolto aifini del successo di questa politica. Peraltro, l’efficienzaenergetica costituisce un’opportunità per l’industria disviluppare nuove tecnologie finalizzateall’esportazione. Si dovrebbe inoltre instaurare undialogo con le istituzioni finanziarie affinché investanomaggiormente nell’efficienza energetica. In assenza diinvestimenti, molte delle misure possibili non sarannorealizzate. In particolare, si devono approntaremeccanismi finanziari più adatti ai progetti di piccoledimensioni.

Un’iniziativa volta all’efficienza energeticacomporta implicazioni molto più ampie dellapolitica energetica in senso stretto. Essa apporta uncontributo significativo alla riduzione della nostradipendenza energetica dai paesi terzi, in uncontesto di prezzi petroliferi elevati e instabili.L’iniziativa contribuirà anche a conseguire gliobiettivi stabiliti dalla strategia di Lisbona, intesa arilanciare l’economia europea, e gli obiettivi dellalotta contro il cambiamento climatico.

Essenziale ai fini della promozione dell’efficienzaenergetica è dare agli Stati membri, regioni, cittadini ed industria gli incentivi e gli strumenti necessari perrealizzare le necessarie azioni e investimenti, al fine di ottenere i risparmi energetici con un rapportocosti/benefici positivo. Ciò può essere realizzato senzauna riduzione dei livelli di comfort o dello standard divita nell’Unione; significa semplicemente evitaresprechi d’energia laddove semplici accorgimentipossono ridurne il consumo. La tabella che segue,compilata sulla base degli studi effettuati dallaCommissione (29), fornisce un quadro generale delpotenziale di risparmio energetico che potrebbe essereconseguito con efficienza di costi nei vari settori.Sebbene soltanto indicativi, questi dati danno un’ideadelle opportunità di efficienza energetica che il libroverde vorrebbe cogliere.

CONCLUSIONI

(29) Cfr. «European energy and transport: Scenarios on key drivers»,Ecofys studies ecc.

Risparmio potenziale (in Mtep) 2020 2020+Applicazione rigorosa Applicazione di ulteriori misuredelle misure adottate

Edifici: riscaldamento/condizionamento 41 70

Elettrodomestici 15 35

Industria 16 30

Trasporti 45 90

Cogenerazione 40 60

Altri sistemi di trasformazione di energia ecc. 33 75

Totale risparmio energetico 190 360

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Il presente libro verde rappresenta pertanto un punto dipartenza per avviare un’ampia discussione e stimolarel’apporto di nuove idee da parte dell’industria, delleautorità pubbliche, delle associazioni di consumatori edei consumatori stessi. Il processo di consultazione, delresto, è già cominciato; in vista della redazione delpresente libro verde è stato istituito un gruppo ad altolivello, composto da rappresentanti di tutti gli Statimembri, che si è riunito nell’aprile 2005. Il gruppo ha giàconfermato che possono essere conseguiti progressisoltanto se l’Unione adotta un atteggiamento proattivoe si prefigge obiettivi concreti. La Commissione stainoltre lavorando all’organizzazione del «Forum perl’energia sostenibile» in seno al quale sarannorappresentanti, oltre agli Stati membri, tutti i gruppid’interesse, che devono essere considerati degli alleatinello sforzo di trasformare in successo la campagna perl’efficienza energetica.

È necessario che le iniziative avviate dall’Unioneeuropea siano conosciute e applicate a livellonazionale, regionale e locale. Ovviamente, anche iconsumatori stessi dovranno essere sensibilizzatiaffinché adottino e promuovano comportamenti cheintegrano una maggiore efficienza energetica nelleattività quotidiane.

Affinché sia realizzato l’intero potenziale di risparmienergetici occorrono naturalmente idee, ma occorreanche un buon metodo per metterle in pratica su tutto

il territorio dell’Unione. Qualora, a seguito delladiscussione sul libro verde, si decidesse che devonoessere fissati obiettivi vincolanti di carattere generaleper garantire un minimo d’armonizzazione, dovràessere applicato il cosiddetto «metodo comunitario». Inbase a detto metodo, la Commissione, forte del dirittodi iniziativa conferitole dal trattato, formula proposteche sono discusse e adottate dal Parlamento europeo edal Consiglio.Tale metodo è stato la pietra angolare deigrandi successi riportati dall’Unione europea. Inoltre,l’efficienza energetica è un aspetto pertinente degliorientamenti integrati nell’ambito del processo diLisbona e fa pertanto parte della nuova struttura digovernance economica. Come è avvenuto per il libroverde sulla sicurezza dell’approvvigionamentoenergetico adottato nel 2000, la Commissione formulauna serie di domande, nell’intento di strutturare ildibattito pubblico e facilitare lo sfruttamento deirisultati.

La Commissione presenterà al Consiglio una primaanalisi dei risultati del dibattito pubblico avviato con illibro verde sull’efficienza energetica nel dicembre2005.Tale analisi sarà corredata da un piano d’azionecontenente le misure concrete che saranno proposte apartire dal 2006.

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EFFICIENZA ENERGETICA:LA NECESSITÀ DI AGIREI 25 Stati membri dell’Unione europea consumanoattualmente circa 1 725 Mtep (milioni di tonnellateequivalenti di petrolio).Tale consumo corrisponde aduna spesa elevata: circa 500 miliardi di euro, pari a oltre1 000 euro pro capite all’anno. Di questi 500 miliardidi euro, il prezzo pagato dall’economica europea per ilsuo consumo energetico, circa la metà (240 miliardi dieuro) pesa sulla bilancia commerciale comunitaria.L’energia è quindi un bene costoso, che comincia ascarseggiare. Gli esperti ritengono che le riserve diidrocarburi permetteranno di soddisfare il nostrofabbisogno soltanto per una quarantina d’anni.

Ciononostante, un’ingente parte dell’energia continuaad essere sprecata in Europa, a motivo dell’utilizzo ditecnologie non efficienti o di pratiche di consumo pocoeconomiche.Tale spreco si traduce in costi a fronte dei quali non corrisponde alcun beneficio, né allaproduzione né al consumo; ciò comporta una perditaenorme di capitali che potrebbero essere utilizzati peraltri fini, ad esempio per realizzare nuovi investimenti,tecnologie e pratiche ad alta efficienza energetica.

Inoltre, il consumo energetico contribuisce in modosignificativo al cambiamento climatico, unapreoccupazione crescente negli ultimi anni. Il settoreenergetico genera quattro quinti (78 %) delle emissionitotali di gas a effetto serra dell’Unione europea, circaun terzo delle quali è dovuto al settore dei trasporti.

Risparmiare energia significa per l’Unione europearidurre la sua dipendenza dalle importazioni da paesiterzi, maggiore rispetto dell’ambiente nonché unariduzione dei costi per l’economia europea in unperiodo in cui stenta ad essere competitiva. L’efficienzaenergetica contribuirà quindi al conseguimento degliobiettivi della strategia di Lisbona, stimolandol’economia europea e creando nuovi posti di lavoro.Una politica volta a una maggiore efficienzaenergetica comporterà un risparmio nontrascurabile sulle spese energetiche delle famiglie eavrà quindi ripercussioni dirette sulla vitaquotidiana di tutti i cittadini europei.

Alle autorità pubbliche, in particolare all’Unioneeuropea, spetta sensibilizzare i cittadini e i lororesponsabili politici sull’urgenza di conseguire unamaggiore efficienza energetica: è una necessità crucialeper l’ambiente, l’economia, il benessere e la salute.

Il miglioramento dell’efficienza energetica è un terminegenerico. Il presente libro verde intende con ciòinnanzitutto un migliore sfruttamento dell’energiamediante tecnologie che comportino una maggioreefficienza energetica ma anche, in secondo luogo, unrisparmio energetico conseguente a cambiamenti nelcomportamento degli utenti.

• Il rendimento energetico dipende essenzialmentedalle tecnologie impiegate. Migliorare il rendimento(o l’efficienza energetica) significa quindi applicare le migliori tecnologie che comportano il minorconsumo possibile, sia nella fase di produzionedell’energia che al momento del consumo finale.Significa, ad esempio, sostituire una caldaia vecchiacon una che ha un consumo inferiore di un terzo oinstallare un sistema che blocchi il consumo di moltielettrodomestici (televisione, forno elettrico ecc.)quando sono in stand-by, o ancora utilizzarelampadine che, a fronte di una potenza equivalente,consumano meno energia grazie alle nuovetecnologie.

• Risparmiare energia in senso generale implica altresìmodificare il comportamento degli utenti. Ciòimplica, ad esempio, una politica volta ad incentivarel’uso dei mezzi di trasporto pubblici e scoraggiarel’uso dell’automobile privata per tragitti brevi afavore dell’autobus o del treno; informare i cittadinisui comportamenti che consentono di evitare sprechidi calore nelle abitazioni, in particolare mediante unuso corretto dei termostati.

Il libro verde intende avviare una discussione sullemodalità che consentano all’UE di promuovere unapolitica globale volta ad incoraggiare un maggiorericorso alle nuove tecnologie di efficienza energetica e a stimolare nuovi comportamenti da parte delconsumatore europeo.

La ricerca è particolarmente importante al fine dimigliorare ulteriormente il potenziale di efficienzaenergetica, che continuerà a crescere con lo sviluppoeconomico. Pertanto, le attività di ricerca e sviluppo nelsettore dell’efficienza energetica, intraprese nell’ambitodel programma quadro e del programma «Energiaintelligente per l’Europa», integrano la politica in questosettore e partecipano al conseguimento dei medesimiobiettivi: consumare meno combustibili fossili, crearemigliori posti di lavoro nell’Unione europea eaumentare il valore aggiunto per l’economia europea.

1. LA PREVALENZA DEI COMBUSTIBILI FOSSILI NEL CONSUMO ENERGETICO EUROPEO

Dall’inizio degli anni settanta fino al 2000, il consumoenergetico dell’UE è aumentato del 40 % circa – pariall’1 % annuo – mentre il prodotto interno lordo (PIL) èraddoppiato, crescendo ad un tasso del 2,4 % annuo.Conseguentemente, l’intensità energetica, che esprimela relazione tra il consumo energetico e il PIL, èdiminuita di un terzo.Tuttavia, dal 2000 l’incrementodell’intensità energetica è in calo e ha fatto registraresoltanto l’1 % in due anni (allegato 3).

ALLEGATO 1

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Questa media comunitaria non rispecchia leconsiderevoli differenze esistenti tra gli Stati membri,derivanti dalla diversità delle strutture economiche (adesempio, diversa è la presenza di industrie ad elevataintensità energetica), dal tasso di cambio delle valutenazionali rispetto all’euro e dal livello d’efficienza

energetica che, in generale, è ovviamente più elevatonell’Europa dei Quindici.

Il seguente grafico illustra il grande margine dipotenziale miglioramento dell’efficienza energetica neinuovi Stati membri.

2 000

1 750

1 500

1 250

1 000

750

500

250

0

100

75

50

25

0

1990 2000 2010 2020

1 600

1 400

1 200

1 000

800

600

400

200

0DK IE AT IT DE FR SE NL LU UK EU ES BE PT EL CY MT FI SI HU PL LV SK CZ LT EE

Grafico 1 – Consumo energetico totale per combustibile e intensità energetica 1990-2020 (UE-25)

mtep Intensità energetica 1990 = 100

Fonti rinnovabiliNucleareGas naturalePetrolioSolidi

Intensità energetica

Grafico 2 – Intensità energetica nel 2003 (tep/mio EUR di PIL ai prezzi di mercato 1995) nell'UE-25

Fonte: PRIMES baseline, European energy and transport: Scenarios on key drivers. Commissione europea, 2004.

Fonte: Enerdata (calcoli basati su dati Eurostat).

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3736

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Se si confermano le attuali tendenze di consumo, ladomanda lorda d’energia dovrebbe aumentare del10 % in 15 anni (2005-2020). Anche la domanda dienergia elettrica potrebbe crescere dell’1,5 % all’anno.

L’attuale consumo dell’UE, pari a 1 725 Mtep (2005),potrebbe raggiungere circa 1 900 Mtep tra 15 anni(2020) (30).

250

200

150

100

50

0

Nel diagramma seguente, il raffronto è corretto tenendo conto delle differenze di potere d’acquisto

tra gli Stati membri.

Grafico 3 – Intensità di energia primaria corretta in base alla parità del potere di acquisto nel 2002 (UE-25 = 100)

UE-

25=

100

Fonte: Enerdata (calcoli basati su dati Eurostat).

Fonte: stima basata sui bilanci energetici Eurostat

Malta

Italia

Irlanda

Danimarc

a

Austria

Portogallo

Grecia

RegnoUnito

Spagna

Germania

PaesiBass

i

Cipro

Francia

Lussem

burgo

Slovenia

Ungheria

Polonia

Svezia

Lettonia

Finlandia

Lituania

Belgio

Repubblica ce

ca

Slovacc

hia

Estonia

Grafico 4 – Consumo lordo di energia (1 725 Mtep) nel 2005 (UE-25) – cfr. allegato 4

(30) Queste previsioni sono calcolate in base a un’ipotesi di crescitadel PIL del 2,4 % annuo.

Uso domestico 17 %

Terziario 10 %

Trasporti 20 %

Industria 18 %

Uso non energetico 6 %

Perdite di trasformazione ecc. 29 %

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Mentre la domanda d’energia continua a crescerenell’Unione europea, la produzione di idrocarburi è incalo. Ad esempio, la produzione di petrolio ha fattoregistrare i valori massimi nel 1999 con 170 Mtep,mentre si calcola che diminuirà a 85 Mtep entro il2030 (31). Il modesto contributo totale delle energierinnovabili – 6 % nel 2000 e 8-10 % del consumo totalenel 2010 – e la prevista riduzione della produzione dienergia elettrica da centrali nucleari portano allaprevisione di un calo di circa 240 Mtep. Ciò si traduce inuna produzione d’energia primaria interna totale di660 Mtep verso il 2030, contro i 900 Mtep nel 2005.

2. I VANTAGGI DI UNA MAGGIORE EFFICIENZAENERGETICA PER L’ECONOMIA EUROPEA

L’assenza di un’azione convincente volta a contrastarele tendenze all’incremento nel consumo d’energia haavuto ripercussioni negative sugli sforzi dell’Unioneeuropea nell’ambito della strategia di Lisbona, intesaa rendere l’economia dell’Unione europea la piùdinamica e competitiva del mondo.

I prezzi elevati del petrolio hanno un impatto negativosulla crescita del PIL. Una minore dipendenza daiprodotti petroliferi costituirebbe un beneficioimmediato per l’economia. Ma anche senzaconsiderare i prezzi elevati, esistono solide ragionieconomiche per incentivare con decisione unprogramma di efficienza energetica in Europa. Leimprese e i cittadini europei potrebbero beneficiarnenel breve e medio periodo, ad esempio installandonuovi impianti e dispositivi a risparmio energetico orinnovando le abitazioni. Inoltre, poiché l’efficienzaenergetica richiede servizi e tecnologie in un settorenel quale l’Europa è all’avanguardia mondiale, unapolitica energetica efficace si tradurrà nella creazionedi numerosi posti di lavoro anziché spendere perimportare idrocarburi.

Secondo le stime effettuate dal Consiglio tedesco perlo sviluppo sostenibile (32), per ogni Mtep risparmiatopotrebbero essere creati oltre 2 000 posti di lavoroa tempo pieno grazie a una politica dimiglioramento dell’efficienza energetica. Questodato è confermato dai calcoli di molti altri studi inmateria. Giova inoltre osservare a tale riguardo chequesta cifra non tiene conto dell’occupazione che sicreerà grazie alle esportazioni delle tecnologieeuropee; per contro, include già le perdite di posti dilavoro dovute ad un minore consumo d’energia (cfr.allegato 5).

Il potenziale economico dell’efficienza energeticadipende dagli sviluppi tecnologici e dai prezzi attuali eprevisti dell’energia. I consumatori trarranno beneficiodalle misure d’efficienza energetica quando il rapportocosti-rendimento sarà positivo. L’economia siavvantaggia anche grazie ai trasferimenti delle sommerisparmiate verso altre attività economiche. Anche laricerca è al centro dello sviluppo dell’efficienzaenergetica ed è direttamente collegata ai due obiettivifondamentali della strategia di Lisbona per rilanciarel’economia europea: la creazione di posti di lavoro e laricerca.

Infine, l’Unione europea è una delle zone economicheche si trova nelle migliori condizioni per esportareprodotti di tecnologia all’avanguardia e aiutare leeconomie in via di sviluppo a ridurre la loro intensitàenergetica e rendere più sostenibile la loro crescitaeconomica (33).

3. IL CONSUMO ENERGETICO:FATTORE DI DANNO AMBIENTALE

Un maggiore consumo energetico contribuisce in mododiretto al degrado dell’ambiente e al cambiamentoclimatico. Il consumo delle energie fossili è fonted’inquinamento atmosferico. La qualità dell’aria è unapreoccupazione ambientale primaria nell’Unione. Leconclusioni del programma «Aria pulita per l’Europa»(«Clean Air for Europe» – CAFE) della Commissionehanno rivelato gli effetti nocivi dell’ozono e soprattuttodei particolati per la salute umana, gli ecosistemi el’agricoltura (34). La situazione migliorerà entro il 2020, inprimo luogo grazie all’applicazione delle vigenti normedi emissione, ma anche una maggiore efficienzaenergetica potrebbe migliorare di molto la qualitàdell’aria evitando la combustione di combustibili fossili.I modelli ambientali (35) stimano che un minor consumoenergetico permetterà di evitare migliaia di mortipremature e di risparmiare miliardi di euro.

La combustione delle energie fossili è accompagnata daemissioni di gas a effetto serra. Se si confermano letendenze attuali, le emissioni di CO2, anziché diminuire,potrebbero superare del 14 % quelle del 1990 entro il2030. Al ritmo attuale dei consumi energetici, verso il2012 cominceranno ad avvertirsi le tensioni tra unmodello di consumo basato fino all’80 % sulle energiefossili e la preservazione dell’ambiente in modosostenibile.

(31) Scenario di base: UE-25. «European energy and transport:Scenarios key drivers».

(32) Rat für Nachhaltige Entwicklung, 2003,http://www.nachhaltigkeitsrat.de/service/download/publikationen/broschueren/Broschuere_Kohleempfehlung.pdf

(33) UNDP, «World Energy Assessment» (2000) e «2004 Update»,http://www.undp.org/energy

(34) Ad esempio, nel 2000 sono andati persi 3 milioni di anni di vitanell’UE a motivo della concentrazione del particolato nell’ariache respiriamo. Questa cifra equivale a circa 288 000 mortipremature.

(35) Studio effettuato per il programma CAFE.

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Nella sua recente comunicazione sul cambiamentoclimatico (36), la Commissione giunge alla conclusioneche il 50 % delle riduzioni future delle emissioni di gasa effetto serra potrebbe essere ottenuto grazie a unamigliore efficienza energetica.

Tutti gli Stati membri si sono impegnati a sviluppareforme di energia che non comportino l’emissione digas a effetto serra – elettricità «verde», biocarburantiecc. – e hanno elaborato programmi di risparmioenergetico in alcuni settori. Ciononostante, l’Europanon ha ancora dato prova di saper frenare le tendenzeattuali di consumo né invertire la spirale ascendentedel consumo energetico.

4. LA RISPOSTA INTERNAZIONALE

Le preoccupazioni energetiche sono consistite per moltotempo semplicemente nel cercare di soddisfare ilfabbisogno d’energia operando sul fronte dell’offerta.Soltanto nel 2000 il libro verde adottato dallaCommissione europea sulla sicurezzadell’approvvigionamento energetico ha proposto unastrategia chiara basata sulla gestione della domanda.Il libro verde è giunto alla conclusione che l’Unionedispone soltanto di margini di manovra ristretti circa lecondizioni dell’offerta e che deve pertanto agireprincipalmente sulla domanda. A tal fine, la Commissioneha proposto una prima serie di attività regolamentari nelsettore dell’efficienza energetica, segnatamente ladirettiva sulla prestazione energetica negli edifici e ladirettiva sulla promozione della cogenerazione.

La stessa constatazione vale per le organizzazioniinternazionali intergovernative, come l’Agenziainternazionale dell’energia (IEA), che, spinta dai prezzirecord raggiunti dai prodotti petroliferi, ha recentementecominciato a considerare una priorità l’efficienzaenergetica. Nelle relazioni bilaterali non è stato instauratoalcun autentico dialogo nel settore energetico tra paesiproduttori e paesi consumatori. Un dialogo strutturato econtinuo avrebbe permesso di introdurre un minimo ditrasparenza sul mercato e contribuito a stabilizzare iprezzi. La cooperazione avviata nel 2000 con la Russia, e ilrecente rilancio del dialogo con l’OPEC, permetteranno dicolmare gradualmente questa lacuna nella politicaenergetica dell’Unione.

Questa nuova consapevolezza è anche rafforzata dallacongiuntura internazionale, che vede una forte crescitaeconomica in alcuni paesi – Cina, Brasile, India – conconseguente elevato incremento dei consumid’energia. Giova notare che questi paesi sono

consapevoli della necessità di ridurre la loro intensitàenergetica, se non altro perché gli attuali ritmisostenuti di crescita possono mettere a repentaglio laloro stessa economia.

Inoltre, manca anche un dialogo strutturato tra paesiconsumatori, che potrebbe portare all’elaborazione diuna strategia globale sul fronte della domanda.Talestrategia contribuirebbe a rendere i paesi consumatorimeno dipendenti dai combustibili fossili, riducendoquindi l’impatto negativo del loro consumosull’ambiente.

Il grafico seguente mostra le grandi differenze intermini d’intensità energetica tra le grandi regioni diconsumo nel 2003 (37):

Nel diagramma seguente, il raffronto è corretto in basealle differenze di potere d’acquisto tra gli Stati membri.

5. APRIRE IL DIBATTITO SU UN OBIETTIVO AMBIZIOSO PER L’UNIONE EUROPEA

In mancanza di misure proattive volte ad evitare unconsumo crescente d’energia, le preoccupazioniconnesse alla sicurezza degli approvvigionamenti, allacompetitività europea, al cambiamento climatico eall’inquinamento atmosferico non faranno chepeggiorare. L’Unione non può permette che leprevisioni negative si avverino senza agire.

Il presente libro verde sull’efficienza energetica vuoleavviare il dibattito su un obiettivo ambizioso marealizzabile: ridurre del 20 % il consumo energeticodell’Unione europea rispetto alle proiezioni perl’anno 2020 pur mantenendo il miglior rapportopossibile tra i costi e l’efficienza conseguita.

Applicando le tecnologie più avanzate è senz’altropossibile risparmiare il 20 % circa del consumoenergetico degli Stati membri dell’Unione europea. Ilconsumo totale si aggira attualmente sui 1 725 Mtep.Le proiezioni indicano che, in mancanza diprovvedimenti, il consumo raggiungerà 1 900 Mtep nel2020. L’obiettivo, grazie ad un risparmio energeticodell’ordine del 20 %, consiste nel riportarlo al livelloregistrato del 1990: circa 1 520 Mtep.

Ciò significa che un’attuazione rigorosa di tutte lemisure adottate dopo il 2001, ad esempio le direttivesulla prestazione energetica negli edifici o sullacogenerazione, assieme ad altre misure, potrebbero farconseguire risparmi energetici pari a circa l’1,5 % delconsumo annuo, tasso che consentirebbe all’UE-25 diriattestarsi sul livello di consumo del 1990 (38).

(36) COM(2005) 35. In relazione alle emissioni di gas a effetto serra,la comunicazione evidenzia l’importanza dell’efficienzaenergetica ai fini del raggiungimento di livelli compatibili conla conservazione del clima. Si stima che il 50 % dellanecessaria riduzione delle emissioni – vale a dire raggiungereun livello di 550 ppm di tali gas nell’atmosfera – potrebbederivare da una maggiore efficienza energetica.

(37) Sebbene altre regioni che presentano una minore efficienzaenergetica siano attualmente più competitive dell’UE, ciò nonè una buona ragione perché l’UE non debba aumentare lapropria efficienza energetica e quindi la propria competitività.

(38) Il calcolo è effettuato sulla base delle attuali proiezioni UErelative alla crescita del PIL, che presuppongono una crescitaannua del 2,4 %; cfr. Commissione europea, «European energyand transport: Scenarios on key drivers», 2004.

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2 000

1 800

1 600

1 400

1 200

1 000

800

600

400

200

0

800

700

600

500

400

300

200

100

0

Grafico 5 – Intensità energetica nel 2003 (in tep/mio EUR di PIL ai prezzi di mercato 1995)

Giappone UE-25 USA Cina Russia

800

700

600

500

400

300

200

100

0

Grafico 6 – Intensità energetica nel 2003 (tep/mio EUR ai prezzi 1995) PIL corretto in base alle parità del potere d’acquisto

Giappone UE-25 USA Cina Russia

Fonte: Enerdata (calcoli basati su dati Eurostat).

Fonte: Enerdata (calcoli basati su dati Eurostat).

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F A R E D I P I Ù C O N M E N O

ALLEGATO 2

Risparmi Consumo nel 2003 Consumo nel 2010 Consumo nel 2010di energia elettrica (applicando Potenziale disponibile

nel periodo le politiche (con politiche 1992-2003 attuali) integrative)

(TWh/anno) (TWh/anno) (TWh/anno) (TWh/anno)

Lavatrici 10–11 26 23 14

Frigoriferi e congelatori 12–13 103 96 80

Forni elettrici – 17 17 15,5

Stand-by 1–2 44 66 46

Illuminazione 1–5 85 94 79

Asciugatrici – 13,8 15 12

Scaldabagno (39) – 67 66 64

Condizionatori d’aria 5,8 8,4 6,9

Lavastoviglie 0,5 16,2 16,5 15,7

Totale 24,5–31,5 377,8 401,9 333,1

Fonte: Wai 2004, Kem 2004 (40).

Risparmi nel consumo di energia elettrica e tendenze nel settore dell’uso domesticodell’UE-15

(39) Il potenziale di risparmio indicato si riferisce soltanto allariduzione delle perdite termiche conseguito con un isolamentopiù spesso. Ulteriori risparmi possono provenire da unastrategia di controllo (termostati e timer). Inoltre, il risparmiosarà ancora maggiore con l’introduzione di pannelli solari.

(40) Centro comune di ricerca, IES, Status report 2004.

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ALLEGATO 3

Sviluppo a lungo termine di PIL, domanda e intensità energetica (base) nell’UE-25 (anno 2000 = 100)

1971 1975 1980 1985 1990 2010 2015 2020 2025 20301995 2000 200550

75

100

125

150

175

200

PIL

Domanda di energia

Intensità energetica

L’intensità energetica diminuisce in media dell’1,6 % all’anno.

Fonte: statistiche IEA e proiezioni base tratte da European energy and transport: Scenarios on key drivers, Commissione europea, 2004.

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ALLEGATO 4

2002 Edifici (settore Industria Trasporti Domanda finaleresidenziale e terziario) per settori

Mtep In % della Mtep In % della Mtep In % della Mtep % of finaldomanda domanda domanda domanda

finale finale finale finale

Combustibili solidi 12,2 1,1 38,7 3,6 0,0 0,0 50,9 4,7

Petrolio 96,8 8,9 46,9 4,3 331,5 30,6 475,2 43,9

Gas 155,6 14,4 105,4 9,7 0,4 0,0 261,5 24,2

Elettricità (di cui 14 % 121,3 11,2 91,2 8,4 6,0 0,6 218,5 20,2di energie rinnovabili)

Calore derivato 22,8 2,1 7,5 0,7 0,0 0,0 30,3 2,8

Rinnovabili 29,0 2,7 16,2 1,5 1,0 0,1 46,2 4,3

Totale 437,8 40,4 306,0 28,3 338,9 31,3 1 082,6 100,0

Domanda energetica finale

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GLI EFFETTI SULL’OCCUPAZIONEDEI MIGLIORAMENTIDELL’EFFICIENZA ENERGETICAGli investimenti finalizzati al miglioramentodell’efficienza energetica con un buon rapporto costi-rendimento avranno quasi sempre effetti positivisull’occupazione (41). In tutti i casi, il numero di posti di lavoro creati è maggiore di quello risultante dainvestimenti alternativi analoghi, compresi gliinvestimenti nel settore dell’estrazione, trasformazionee distribuzione dell’energia (42).

Il forte impatto sull’occupazione degli investimentivolti all’efficienza energetica è dovuto al risultatocombinato di due effetti distinti. Il primo è chiamato«effetto di reimpiego» e consiste negli effetti indirettirisultanti dall’investimento in altri settori dei risparmiottenuti grazie alle misure d’efficienza energetica.Taleeffetto rappresenta i due terzi dell’impatto totalesull’occupazione (43). Il secondo è l’effetto diretto ditali investimenti e proviene dal lavoro necessario per larealizzazione vera e propria dell’investimento inefficienza energetica. Gli investimenti di rinnovamentodegli edifici esistenti sono un buon esempio. Moltiinvestimenti di questo tipo presentano ulteriorivantaggi: sono ad alta intensità di lavoro, hannoripercussioni percepite a livello locale e regionale esono a bassa intensità di importazioni. La domanda di manodopera così creata include spesso unamanodopera poco qualificata ma anche artigianiqualificati e altamente qualificati, il che rende questotipo di investimenti un efficace strumento perconseguire gli obiettivi di politica regionale.

Molti altri investimenti diretti, ad esempionell’efficienza energetica dei processi di produzionenell’industria, l’installazione di caldaie efficienti, servizidi manutenzione degli edifici, creeranno altrettantaoccupazione, se non di più, per ogni euro investitorispetto ad alternative quali gli investimenti diinfrastrutture, in strade, ponti o trasmissione d’energia.

Numerosi studi sono stati effettuati per compararel’effetto della creazione di occupazione degliinvestimenti nell’efficienza energetica rispetto ad altritipi di investimenti. Gli studi stimano che siano creati12-16 anni di lavoro diretto per ogni milione di USDinvestito nell’efficienza energetica, rispetto a 4,1 anni dilavoro per un investimento in una centrale al carbone e a 4,5 anni di lavoro in una centrale nucleare. Gliinvestimenti nell’efficienza energetica alla fasedell’utilizzo finale creano dunque da tre a quattro voltetanto impieghi di investimenti analoghi nellaproduzione d’energia (44).

Si ritiene generalmente che la costruzione di unacentrale incida in modo molto significativosull’economia locale.Tale impressione deriva dal fattoche l’impatto è analizzato soltanto a livello locale, nellezone limitrofe al luogo di costruzione, nel quale gliinvestimenti e l’occupazione sono molto concentrati.Tuttavia, per la regione nel suo insieme, l’impatto non è altrettanto importante di quello derivante da unprogramma di miglioramento d’efficienza energetica di portata analoga. Inoltre, a motivo dell’ingenteinvestimento di capitale necessario per la produzioned’energia, il costo totale di produzione di un kWh dienergia elettrica è circa il doppio del costo necessarioper risparmiare lo stesso kWh.

Alcuni posti di lavoro vengono effettivamente persi acausa di regolamenti ambientali più rigorosi e dellaliberalizzazione dei mercati nel settore energetico.L’apertura dei mercati dell’elettricità e del gas, adesempio, ha comportato perdite di occupazione abreve termine, soprattutto perché una concorrenza piùintensa ha portato a una razionalizzazione degliimpianti di produzione, trasmissione e distribuzionedell’energia.Tali perdite di posti di lavoro nette nontengono conto degli effetti di reimpiego dei risparmiottenuti dai grandi utenti industriali a fronte di tariffepiù basse. È chiaro, tuttavia, che se i nuovi investimentinell’efficienza energetica sono coordinati con lalegislazione ambientale e la liberalizzazione delmercato, possono essere ancora realizzati incrementinetti d’occupazione (45).

ALLEGATO 5

(41) ACE, UK, SAVE Study, «National and local employment impactsof energy efficiency investment programmes», 2000.

(42) Charles River Associates, «Employment effects of electricenergy conservation», 2002.

(43) Ibid.

(44) Ibid.

(45) Studio del Parlamento europeo, 2004.

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Molte stime sono state calcolate circa il numero diposti di lavoro che verrebbero creati nell’UE grazie auna maggiore efficienza energetica.Tali stime varianoconsiderevolmente a seconda della portata, delladurata e del tipo d’investimento da realizzare. Uncalcolo approssimativo, basato sul valore dell’energiarisparmiata con un incremento di efficienza energeticadell’1 % annuo su un periodo di dieci anni, indica chel’aumento di occupazione potrebbe essere dell’ordinedi oltre 2 000 000 di uomini/anno se gli investimentisono realizzati, ad esempio, nelle corrette condizioninel settore della ristrutturazione degli edifici (46).Questa stima è confermata da altri studi (47). Il grandepotenziale di risparmio e il fatto che il settore edilizio èresponsabile del 40 % del consumo d’energia finaledell’UE rendono particolarmente interessanti gliinvestimenti in efficienza energetica in questo settore.L’ulteriore possibilità di finanziare alcuni di questiinvestimenti tramite i fondi strutturali e la possibilitàper gli Stati membri di applicare aliquote ridottedell’IVA e di altre imposte possono rendere ancoramaggiore detto interesse (48).

In questo contesto giova altresì osservare che i nuovirequisiti di certificazione delle prestazioni energetichedegli edifici negli Stati membri dovrebberoripercuotersi molto positivamente sull’occupazione nelsettore edile. Al contempo, tali requisiti fornirannoinformazioni e consigli per successivi investimenti inrisparmi energetici all’insegna dell’efficienza dei costi,molti dei quali dovrebbero essere realizzati. Anche ilrequisito del controllo dei sistemi di riscaldamento e dicondizionamento dell’aria dovrebbe favorirel’occupazione. Benché non siano ancora disponibilistime a livello comunitario degli effetti direttidell’applicazione di detti requisiti, vi sono indicazionisecondo le quali gli Stati membri avranno bisogno,complessivamente, di circa 30 000 nuovi esperti per lacertificazione e i controlli, una volta che la legislazionenazionale sia pienamente applicabile.

(46) Studio SAVE.

(47) UNDP, «World Energy Assessment», pag. 185; Rat fürNachhaltige Entwicklung, «Perspectives for coal in asustainable energy industry», ottobre 2003.

(48) Si stima che una riduzione delle imposte sul reddito e deglioneri a carico dei datori di lavoro e contemporaneamente lacompensazione di tale minor gettito con l’incremento delletasse sui prodotti energetici potrebbe creare mezzo milione dinuovi posti di lavoro in Danimarca.

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Commissione europea

Fare di più con meno – Libro verde sull’efficienza energetica

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee

2005 — 45 pagg. — 21 x 29,7 cm

ISBN 92-79-00017-9

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KO-68-05-632-IT-C