Faber&Hervé_1881

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CLUB MAGAZINE www.golfpeople.eu Dove i Golfisti si ritrovano per consolidare le conoscenze avviate sul Green e sulla Rete UN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE... Tutti Ricchi e Contenti UN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE... Tutti Ricchi e Contenti E’ molto più bello di un certificato azionario, e non dà preoccupazioni quando il mercato è fluttuante. Se ne sta tranquillo, incastonato in un anello o chiuso dentro una cassetta di sicurezza, mentre il suo valore aumenta ogni giorno che passa. Ronald Schiller Non ho mai odiato abbastanza un uomo da rendergli i suoi diamanti. Zsa Zsa Gabor Faber & Hervé 1881 - www.faberherve.com - Diamonds & Jewels Tel. 0041 - 912258458 www.faberherve.com [email protected] Olga De Mar

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Faber&Hervé 1881 in collaborazione con Golf People Club Magazine

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CLUBMAGAZINE

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Dove i Golfisti si ritrovano per consolidare le conoscenze avviate sul Green e sulla Rete

UN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE...

Tutti Ricchi e ContentiUN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE...

Tutti Ricchi e ContentiE’ molto più bello di un certificato azionario, e non dà preoccupazioni quando il mercato è fluttuante. Se ne sta tranquillo, incastonato in un anello o chiuso dentro una cassetta di sicurezza, mentre il suo valore aumenta ogni giorno che passa.

Ronald SchillerNon ho mai odiato abbastanza un uomo da rendergli i suoi diamanti.

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Olga De Mar

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ORIGINE E STORIA DEL DIAMANTEIl diamante è una delle tante forme allotro-piche in cui può presentarsi il carbonio; in particolare, il diamante è costituito da un re-ticolo cristallino di atomi di carbonio dispo-sti secondo una struttura ottaedrica.I diamanti hanno origine nel mantello della Terra, dove esistono le condizioni di altissi-ma pressione necessarie alla loro formazio-ne. Si pensa che i diamanti ritrovati in superficie provengano da una profondità tra i 150 e i 225 km, i cristalli vengono portati alla su-perficie, inglobati in una roccia contenente molta olivina, detta kimberlite, da condotti vulcanici mediante eruzione. Questo dà origine ai camini diamantiferi dei giacimenti primari, in seguito, mediante erosione, la kimberlite può venire sgretolata, liberando i diamanti in giacimenti secon-dari, generalmente di tipo alluvionale. I geologi ritengono che la maggior parte dei diamanti ritrovati, cioè quelli formati nel mantello e arrivati in superficie, si siano for-mati tra circa 1 e 1,6 miliardi di anni fa.Si pensa che i diamanti siano stati inizial-mente riconosciuti ed estratti in India, dove furono trovati in depositi alluvionali lungo i fiumi Krishna e Godavari.I diamanti erano utilizzati nelle icone reli-giose, ed è probabile che fossero noti e con-siderati preziosi già 6.000 anni fa. Si trova-no infatti riferimenti ai diamanti nei testi

UN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE...

Tutti Ricchi e ContentiUN DIAMANTE RENDE PER SEMPRE...

Tutti Ricchi e Contentiin Sanscrito: l’Arthashastra di Kautilya ne menziona il commercio, opere buddiste, dal IV Secolo a. C. in poi descrivono il diamante come pietra molto nota e preziosa, anche se non contengono indicazioni circa le tecni-che di taglio. Un altro testo indiano, scritto all’inizio del III secolo descrive la resistenza, la regola-rità, la brillantezza, la capacità di graffiare i metalli e le buone proprietà di rifrazione come qualità desiderabili di un diamante.La città indiana di Golconda fu per secoli (fino alla metà dell’Ottocento) il principale centro di produzione e vendita dei diamanti, tanto che il suo nome fu sinonimo di ricchezza.I diamanti giunsero nella Roma antica dall’India e vi sono chiari riferimenti circa il loro utilizzo come strumenti d’incisione. I cinesi, che non hanno trovato diamanti nel loro Paese, non li consideravano in passato come gioielli, mentre apprezzavano molto la Giada. Fino al XVIII secolo i diamanti provenivano esclusivamente dall’India o dal Borneo e solo nel 1725 in Brasile, nello Stato di Minas Ge-rais, furono trovati i primi diamanti prove-nienti dal Sudamerica, successivamente, nel 1843, fu rinvenuto il carbonado, un aggre-gato microcristallino di diamante, di colore bruno-nero, impiegato nell’industria.Il primo ritrovamento in Sudafrica avvenne nel 1867, nei pressi delle sorgenti del fiume Orange, e fino al 1871 vennero sfruttati uni-

camente i giacimenti di tipo alluvionale, in seguito si scoprì l’esistenza dei camini dia-mantiferi, dei quali il più noto è la miniera di Kimberly, che ha dato il nome alla roccia madre del diamante, la kimberlite.Nel Settecento sono stati scoperti giacimenti nel Borneo, ciò che diede inizio al commer-cio del diamante nel sud – est asiatico. Con l’esaurimento delle risorse indiane, avvengo-no significative scoperte in Brasile (1725) e Sudafrica (Kimberly 1867). Il Sudafrica divenne quindi il principale cen-tro mondiale per la produzione di questa pre-ziosissima gemma. La popolarità dei diamanti è aumentata a partire dal XIX secolo grazie alla maggiore offerta, al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura, alla crescita dell’econo-mia mondiale e anche grazie ad innovative campagne pubblicitarie di successo.

STRUTTURA FISICA Il colore è vario, così come le dimensioni dei cristalli, che molto raramente superano quelle di una nocciola.

A cura di Stefano MasulloSegretario Generale Assoconsulenza - Associazione Italiana Consulenti di Investimento - www.assoconsulenza.eu

Direttore Resposabile Golf People Club Magazine - www.golfpeople.eu

Stefano Masullo con Ivo Volpi di Misurata fondatore e

presidente Real Time srl

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Il record di grandezza per un diamante grezzo spetta al diamante Cullinan, trovato nel 1905 nella Premier Mine del Sudafrica; perfetto nella limpidezza e nel colore, pesava 3.025 carati (605 grammi), tagliato in 105 pietre lavorate, le più grandi pesano 516,5 e 309 carati (fino al 1988 i più grandi dia-manti lavorati). Attualmente il più grande diamante lavo-rato è il Golden Jubilee di 545,67 carati, trovato nel 1985 in Sudafrica.

PRODUZIONE La produzione mondiale di diamante na-turale varia notevolmente di anno in anno, perché i filoni diamantiferi vengono spesso esauriti rapidamente, e l’estrazione prose-gue in nuove miniere scoperte, che possono dare produzioni molto diverse. Nel 2010 la produzione mondiale di dia-manti naturali è stata di circa 224 milio-ni di carati (pari a circa 44.800 kg).Il valore dei diamanti grezzi varia enorme-mente a seconda che siano di qualità gem-mologica o industriale. Nel 2010 i maggiori paesi produttori di diamanti di qualità gemmologica sono stati i seguenti: Botswana 25.000 migliaia di carati, Russia 17.800, Angola 12.500, Canada 11.770, Congo (Kinshasa) 5.500. Anche il Brasile ne produce notevoli quan-tità. Il Sudafrica è stato in passato uno dei maggiori produttori, ma negli ultimi anni la produzione è quasi esclusivamente di diamanti di qualità industriale. L’Australia fino al 2006 ha prodotto no-tevoli quantità di diamanti gemmologici, ma in seguito all’esaurimento dei filoni non è attualmente tra i primi dieci paesi produttori. Fino alla fine del XIX secolo quasi tutti i diamanti erano estratti in India, ma in seguito le miniere si esaurirono progres-sivamente. L’estrazione di diamanti in India avviene oggi quasi esclusivamente nel Distretto di Panna, nello Stato del Madhya Pradesh.Per quanto riguarda i diamanti di qualità in-dustriale i maggiori paesi produttori sono stati nel 2010 i seguenti: Congo (Kinshasa) 22.200 migliaia di carati, Russia 15.000, Australia 9.900, Botswana 7.000, Sudafri-ca 5.400. Complessivamente, circa la metà dei dia-manti estratti oggi nel mondo proviene da miniere situate nell’Africa centrale e meri-dionale. La società sudafricana De Beers, con sede a Johannesburg, controlla quasi completa-mente l’estrazione, la lavorazione e com-mercializzazione dei diamanti di origine africana. Tra le maggiori società al mondo per l’e-strazione dei diamanti vi è anche l’anglo-australiana BHP Billiton.

APPLICAZIONI INDUSTRIALI I diamanti adatti per uso industriale sono quelli non idonei ad essere utilizzati come gemme oppure quelli prodotti sinteticamen-te, in quanto il loro costo ridotto li rende eco-nomicamente convenienti per questo uso.L’uso industriale del diamante è legato alle sue caratteristiche di durezza; questa pro-prietà lo rende il materiale ideale per stru-menti di taglio e molatura. Essendo uno dei materiali più duri ed abra-sivi che si conoscano, il diamante può essere usato per lucidare e tagliare qualsiasi mate-riale, compresi altri diamanti.Alcuni esempi di applicazioni in ambito industriale sono la fabbricazione di punte da trapano, seghe con inserti in diamante e polvere abrasiva nelle smerigliatrici, viene

usato anche per il taglio e la lucidatura di pietre, vetro, marmo e granito.In campo quotidiano questo cristallo è usato ad esempio nei coltelli di ceramica ricoperti da una fine polvere di diamante (usati in vere e proprie cucine di ristoranti) garantendo così la facilità al taglio di vari cibi.In campo tecnologico questi cristalli sono usati nelle presse in diamante ed in molti strumenti ottici o di elettronica; l’estrema durezza unita alla trasparenza permette l’os-servazione e lo studio delle modificazioni della materia, sottoposta a pressioni vicine a 2 milioni di atmosfere. In casi particolari, la superficie di lenti ot-

tiche viene protetta dall’abrasione con un sottilissimo film di diamante, applicato per mezzo di deposizione chimica.Grazie alla sua elevatissima conducibilità termica (fra 1.000 e 2.600 W·m-1·K-1, ben superiore a quella dell’argento o del rame), nella fabbricazione di semiconduttori di ele-vata potenza si usano talvolta sottilissimi strati di diamante come “basamento”del se-miconduttore, rendendolo in grado di tra-

sferire agevolmente il calore al conte-nitore.

ARTE ORAFA E GIOIELLERIA Grazie alla sua durezza, il diamante può essere graffiato soltanto da altri diamanti ed è in grado di conservare la lucidatura per lunghi periodi di tempo: è quindi adatto ad essere in-dossato quotidianamente resistendo molto bene all’usura, e di conseguen-za è ampiamente usato in gioielleria.Il taglio dei diamanti grezzi per tra-sformarli in gemme da gioielleria è un’operazione molto delicata e dif-ficile, eventuali errori porterebbero alla perdita di notevoli somme di denaro. La forma più comune di taglio del diamante è quella rotonda, denomi-nata a brillante: con questo termine si identifica un taglio rotondo con minimo 57 faccette, a cui si aggiun-ge una tavola inferiore (non sempre esistente).La grande diffusione di questo taglio ha portato ad un equivoco: il pub-blico tende ad identificare i termini brillante e diamante come fossero la stessa cosa, in realtà, il termine bril-

lante, se usato da solo, identifica unicamen-te una pietra preziosa a taglio rotondo. Esistono moltissime altre pietre preziose che possono essere tagliate a brillante, quali ad esempio i rubini, gli zaffiri ed i topazi.Altri tipi di taglio, tra i più conosciuti e diffusi sono: il taglio a cuore, a brillante, a brillante ovale, a marquise o navette, huit – huit, a goccia, a smeraldo, a carré, a ba-guette, a trapezio, a rosa olandese, a rosetta (ormai in disuso). Da ricordare altri tagli più recenti che si stanno piano piano affermando nel campo della gioielleria: il princess, il radiant ed il barion. Il maggiore centro per il taglio dei diamanti è stato per molto tempo la città di Anversa in Belgio, dove lavorano ancora, nel Dia-

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mantkwartier (quartiere dei diamanti), ol-tre 12.000 tecnici e impiegati tra tagliatori, lucidatori e addetti alla commercializzazio-ne. Recentemente si è però imposta a livello mondiale, per il taglio, la città indiana di Su-rat, si valuta che attualmente oltre l’80% dei diamanti (specie quelli di piccola caratura) sia tagliato in questa città. Altri centri importanti sono Tel Aviv e New York, alcune società, in particolare la De Beers, hanno propri centri di taglio, ma si affidano spesso a tagliatori esterni partico-larmente esperti per il taglio di diamanti di altissimo valore.

CARATTERISTICHE E VALORE DEL DIAMANTE I diamanti prima di essere immessi sul mercato vengono esaminati da gemmologi che ne ap-purano le caratteristiche, gli esami effettua-ti si ordinano in due gruppi: il principale si identifica con le 4C: Carat (peso in carati), Color (colore), Clarity (purezza), Cut (ta-glio). Oltre a queste caratteristiche fonda-mentali vengono valutate alcune ulteriori pe-culiarità secondarie che rivestono comunque una notevole importanza nella stima di valo-re della gemma: Polish (finitura), Simmetry (simmetria), Fluorescence (fluoroscenza), Culet (finitura dell’apice) Carat (caratura). Indica il peso della gemma, si misura in cara-ti, il carato corrisponde ad 1/5 di grammo, il carato è suddiviso in centesimi chiamati Pun-ti. (es: un diamante può essere indicato sia Ct 0,75 sia 75 punti).

▼ Peso. I diamanti si pesano in cara-ti. Un carato equivale esattamente a 0,2 grammi. Il carato può essere suddiviso in grani che equivalgono a 1/20 di grammo, ed in punti che equivalgono ad 1/100 di carato.

Color (colore). Nel corso della sua formazio-ne il cristallo di carbonio può aver inglobato alcuni atomi di altri elementi, questa conta-minazione porta il diamante a presentarsi con sfumature di colore. La contaminazione più frequente è quella dell’Azoto che determina una colorazione gialla. Più rari, e molto pre-giati, sono quelli contaminati da altri elemen-ti che, se sufficientementi saturi, danno vita a gemme dei più svariati colori: Rosso, Blu,

incolore) a Z (giallo). I vari livelli vengono raggruppati in: COLORLESS (D-E-F), NE-AR COLORLESS (G-H-I-J), FAINT (K-L-M), VERY LIGHT (N-O-P-Q-R) e LIGHT (S-T-U-V-W-X-Y-Z). In termini economici, i diamanti incolori sono, oltre che più belli, anche decisamente più rari, di conseguenza anche il valore a parità di caratura (peso) va-ria considerevolmente. Anche i diamanti più incolori non appaiono tali alla vista, le sfac-cettature riflettono l’ambiente circostante, e l’effetto prisma del taglio tende ad aprire la lu-ce “bianca” (questo effetto, molto intenso nei diamanti è detto “brio” o “fuoco”). Clarity (purezza). In fase di formazione il diamante potrebbe essere stato contaminato a livello ato-mico da elementi diversi. Le conseguenze di questa contaminazione si riflettono, come ac-cennato, sul colore della gemma, senza però influenzare la trasparenza della gemma stes-sa. Quando invece, sempre nella fase di cri-stallizzazione del carbonio, vengono inglo-bate impurità, o si formano fessure naturali o, ancora, germinazioni, linee di frattura, li-nee di accrescimento, queste imperfezioni al-terano la trasparenza del diamante. In termini gemmologici queste impurità vengono dette INCLUSIONI. Come per il colore anche per la purezza viene adottata la scala di classifica-zione del Gemological Intitute of America (GIA). Il diamante viene analizzato con una lente a 10 ingrandimenti ed a seconda della dimensione, colore e posizione della o delle inclusioni verrà classificata in una delle cate-gorie: F (Flawless), IF (Internally Flawless), VVS1-2 (Very Very Small Inclusion), VS1-2 (Very Small Inclusion), SI1-2 (Small Inclu-sion), I 1-2-3 (Inclusion) In termini eco-nomici i diamanti puri a 10 ingrandimenti sono di maggior pregio e valore, il valore de-cade decisamente con il calare del livello di classificazione. Cut (taglio). Gli elementi del diamante posti sotto esame fin’ora hanno lo scopo di classificare le caratteristiche “natu-rali” della gemma. L’analisi del taglio valuta invece l’elemento umano ossia la qualità del lavoro del tagliatore, in particolare in relazio-ne al rispetto delle proporzioni previste dalle tabelle matematiche di riferimento che viene giudicato sulla base dei parametri codificati dal GIA; il diamante viene classificato in una delle seguenti categorie: EXCELLENT (ec-cellente), VERY GOOD (molto buono), GOOD (buono), FAIR (mediocre), POOR

(scadente). Il taglio non è da confondere con la “forma”. Le altre caratteristiche che il gemmologo prende in esame durante lo studio del dia-mante, hanno comunque una forte incidenza sulla valutazione complessiva della gemma e di conseguenza sul suo valore. Polish (fi-nitura) È l’analisi che il gemmologo effettua sull’accuratezza del lavoro di taglio in rela-zione alla pulitura-lucidatura delle 57 faccette ed alla finitura delle linee di giunzione delle faccette stesse. Come il taglio viene classificata con: EXCELLENT, VERY GOOD, GOOD, FAIR, POOR Simmetry (simmetria). È un’ulteriore verifica della simmetria comples-siva della gemma. Come il taglio e la finitura viene classificata con: EXCELLENT, VERY GOOD, GOOD, FAIR, POOR Fluorescen-ce (fluorescenza). L’esame della fluorescen-za analizza le caratteristica ottiche del dia-mante, ossia la sua reazione alla luce e come questa viene rifratta dalle faccette. La scala di valutazione GIA classifica la fluorescenza in: STRONG (fluorescenza forte), MEDIUM (fluorescenza media), FAINT (fluorescenza accennata) e NONE (fluorescenza assente). I diamanti con fluorescenza NONE sono considerati di maggior pregio e valore. Culet (apice) È una specifica analisi della finitura dell’apice posto nella parte terminale del pa-diglione.

IL PREZZO DEI DIAMANTI L’industria dei diamanti ha un giro d’affari annuo attorno ai 120 miliardi di dolla-ri e le previsioni sono di una forte cresci-ta, basti pensare che la domanda cresce del 6-7% l’anno a fronte di una produzio-ne destinata a calare del 2% entro il 2015. Quattro sono i fattori che determinano il valore del diamante: le famose quattro “C”, che sono le iniziali di Colour (colore), Cla-rity (purezza), Cut (taglio) e Carat (peso). Per la vendita dei diamanti esiste una appo-sita Borsa che ne regola il prezzo di mer-cato, inoltre quotidiani specializzati pub-blicano settimanalmente i prezzi di listino comparato tra le principali Borse mondiali, come New York, Tel Aviv, Anversa, Tokyo. Il valore del diamante è, quindi, dettato dalle caratteristiche inconfondibili che lo fanno rientrare in una determinata scala o catego-ria, valore indicato mensilmente dal Rapa-port, cioè il listino ufficiale a livello mondiale sul quale si basano le contrattazioni delle vendite e degli acquisti del diamante.

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Rosa, Verde, Giallo intenso, ecc. Questi diamanti vengono detti Fancy (in italiano può esse-re tradotto fantasia o alla moda). La maggior parte dei diamanti, però, si presenta da incolore a leggermente giallo (Azoto). Il GIA (Gemological Institute of America) ha approntato una scala di classificazione che è di-venuta il riferimento mondiale riconosciuto da D (massimo

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Il Taglio Rotondo a brillante è il più cono-sciuto di tutti i tagli del diamante, ed è quello che valorizza di più la pietra e la rendo più bella e luminosa.

Il taglio ovale è un adattamento del taglio a brillante.Esso sembra più grande di una pietra rotonda della stessa caratura.

Il taglio Marquise è una forma ovale più al-lungata e appuntita.

Il taglio a Cuore, o Carrè, è il taglio più ro-mantico tra i tagli fantasia.

Il taglio a Smeraldo è rettangolare o quadra-to con faccette lungo tutti i lati e sugli angoli.

Il taglio a goccia è anch’esso un taglio a bril-lante.

Il taglio quadrato è anche chiamato taglio Princess, e “rinforza” la bellezza e lo scintillio del diamante.

Si deve a Marcel Tolkowsky, nel 1919, l’in-venzione del taglio Brillante, di forma roton-da, che permette di ottenere il massimo della brillantezza dal diamante. Oggigiorno è il ta-glio più diffuso. Annovera 58 faccette.

Alcuni dei più famosi tagli del diamante

- La tavola: è la faccetta più grande del diamante

- La corona (crown): è la parte superiore del diamante, situata sopra la cintura

- La cintura (girdle): striscia dritta situata tra il padi-glione e la corona

- Il padiglione (pavilion): è la parte inferiore del dia-mante, situata sotto la cintura

- L’apice (culet): è la punta del padiglione

- La faccetta a losanga o faccetta fondamentale supe-riore: è una faccetta situata nella corona del diamante

- La faccetta della croce: è una faccetta situata sulla co-rona o sulla cintura e che parte dalla cintura

- La faccetta di stella: è una facetta triangolare situata nella corona e che separa due faccette a losanga

- La faccetta fuori centro o faccetta eccentrica: è una faccetta situata sul padiglione

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Il RAPAPORT è il listino Internazionale del-la Borsa del Diamante indicato con valuta in Dollari senza decimali, quindi bisogna mol-tiplicare per 100, si prenda in esempio come riferimento una pietra, nella tabella .01 -.03 ct colore D-F purezza VS costo $ 7.4 x 100 = $ 740,00 al carato.

Ogni diamante comprato (fino a 11 Cara-ti) deve necessariamente rientrare in una di queste categorie, e quindi il suo valore e il relativo andamento sarà sempre verificabile.

IL CERTIFICATO GEMMOLOGICO Il certificato è un documento rilasciato da un laboratorio di analisi gemmologica ri-conosciuto nel mondo, che ne garantisce l’autenticità e rappresenta la carta di iden-tità del diamante, in esso sono riportati tutti i parametri qualitativi (purezza, colore, taglio e peso) ed identificativi della pietra che con-corrono a determinarne il prezzo in qualsi-asi momento.E’un documento importantissimo e fonda-mentale che deve accompagnare sempre un diamante da investimento. Con un valido certificato infatti si potrà in qualsiasi mo-mento verificare le caratteristiche qualita-tive su cui basare le stime per il valore delle pietre in oggetto.Altra importante regola: sono molti gli Istitu-ti che rilasciano stime e certificati, ma pochi sono riconosciuti a livello internazionale ed anche tra questi ci sono profonde differenze. I diamanti con certificazione emessa da la-boratori riconosciuti internazionalmente garantiscono una circolabilità e rivendibi-lità in tutto il mondo.

La loro perizia è assolutamente neutrale, tali istituti sono infatti completamente sle-gati dalla compra-vendita e aderiscono alle linee guida e agli standard di valutazione internazionali.

GIA (Gemological Institute of America http://www.gia.edu): è il report più comune in Internet (circa ¾ del listino)AGS (American Gem Society http://agslab.com/): ha il miglior sistema di valutazione del taglio dei diamanti. Per questa ragione è spesso il più apprezzato per gli acquisti da remoto

IGI (International Gemmological Institu-te http://www.igiworldwide.com/): è il più grande per numero di diamanti valutati. La maggior parte dei diamanti venduti in ne-gozi e gioiellerie ha il certificato IGI.

HRD (Hoge Raad Voor Diamant di Anver-sa http://hrd.be): laboratorio belga con sede a Antwerp, noto centro per la lavorazione dei diamanti. Utilizzato soprattutto in Europa e Asia.Ci sono poi centinaia di piccoli laboratori specializzati e periti indipendenti. Alcuni forniscono utili informazioni aggiuntive rispetto allo standard, anche sul punto ven-dita in aggiunta al certificato dei maggiori laboratori.I laboratori certificano la qualità del dia-mante e su queste basi la pietra viene valutata e prezzata.Nel certificato si trovano inoltre una serie di informazioni (viene riportato anche il ter-

mine in inglese in quanto ovviamente i cer-tificati sono scritti in inglese)

• Taglio (cut)• Forma (shape)• Peso carato (carat)• Colore (color)• Purezza (clarity)• Dimensioni (dimensions)• Trattamenti (treatments)• Valutazione taglio (cut grades)• Simmetria e lucidatura (simmetry e polish)• Incisione cintura (girdle inscriptions)• Fluorescenza (fluorescence)• Numero certificato (report number)• Grafico della pietra (plotting diagram)• Commenti (comments) • Ologramma (holograms)

INVESTIRE IN DIAMANTI Un mercato particolare, quello dei diamanti per investimento, una nicchia che può rap-presentare un’opportunità interessante per diversificare il proprio portafoglio di inve-stimento. Perché è ormai chiaro agli investitori di tutto il mondo, che è proprio la diversificazione il fattore vincente che consente di ottenere rendimenti accettabili e allo stesso tempo protezione del portafoglio dai rischi inevita-bilmente connessi ai mercati finanziari. Come per l’oro, i diamanti devono il loro va-lore alla difficoltà estrattiva, in pratica man-tengono un prezzo alto e stabile perché se ne estraggono pochissimi. Questo fa si che l’investimento in diamanti è particolarmente adatto per essere utilizzato come protezione del capitale da eventi eco-nomici e politici negativi.I beni rifugio rappresentano una corretta diversificazione del patrimonio in un’ottica

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di lungo periodo: è consigliabile però non destinarvi più del 10-15% del patrimonio.Il mercato dei diamanti per investimento – un sottoinsieme dei diamanti raffinati che vale il 2% del mercato dei diamanti da gioielleria - è cresciuto in modo rilevante negli ultimi anni, proprio per questa ragio-ne: la crisi finanziaria, a partire dal 2008 ha spinto i volumi a crescere dell’ordine del 25% in media l’anno, con rendimen-ti medi che negli ultimi dieci anni si sono attestati intorno al 4,3% annuo (Rapaport Diamond Index), battendo l’inflazione con costanza. Bene rifugio per eccellenza: secondo un’a-nalisi del colosso dlla consulenza statunitense The Boston Consulting Group, i diamanti presentato le tipiche caratteristiche di uno strumento di investimento “reale” e allo stes-so tempo “raro”, tanto da suscitare un appea-ling emozionale, di cui i prodotti finanziari sono molto spesso privi, e che nelle fasi di cri-ticità del mercato suscita una forte domanda da parte del mercato, presentando un trend correlato inversamente con i principali asset di risk-on, come azioni o obbligazioni. Inoltre i diamanti per investimento presen-tano una fiscalità semplificata, essendo sog-getti esclusivamente a IVA senza tassazione sul capital gain: fattore rilevante sui grandi patrimoni e per il lungo termine. In particolare, il valore di questi preziosi non è legato a un emittente specifico né al rischio di controparte di un’istituzione fi-nanziaria. E’un mercato di nicchia, ma che se ben ap-procciato può riservare importanti soddisfa-zioni a chi intende aggiungere rendimento al patrimonio diminuendone il rischio, gra-

zie a strumenti non correlati al resto del por-tafoglio. Innanzitutto la conoscenza della materia che non può essere improvvisata: le tipolo-gie, i colori e le caratteristiche sono molto varie e ciò rende necessario il supporto di un esperto per poter scegliere il prodotto giusto. Il diamante è un bene rifugio per antonoma-sia: al portatore, esente da tassazione sia sul valore (bollo) che sulle plusvalenze (capital gain), bene anonimo, che non richiede l’ob-bligo della dichiarazione successoria.Esistono numerosi vantaggi che caratterizza-no l’investimento in diamanti:

• è indipendente dalle vicende economiche e politiche: crisi finanziarie, guerre, cadu-ta di governi non influenzano le quotazio-ni dei diamanti

• consente di diversificare il tuo portafoglio di investimenti

• è un bene fisico, tangibile, a differenza di un’azione o un’obbligazione

• è un bene sovrannazionale riconosciuto e vendibile in tutto il mondo, in Italia come in qualunque paese estero, anche nelle si-tuazioni politiche e sociali più difficili

• è un oggetto raro ed esclusivo ma al con-tempo un bene acquistabile da (quasi) tutti

• è un investimento esentasse, non si paga imposta di bollo o capital gain sulle plu-svalenze o tassa di successione

• consente all’investitore di mantenere l’a-nonimato, non vi è nulla di segnato in banca o su qualche registro

• è facilmente trasportabile e può passare di mano in mano senza lasciare tracce al Fisco, ai creditori o agli eredi.

REDDITIVITA’ E RENDIMENTO I diamanti da investimento hanno reso ne-gli ultimi dieci anni mediamente il 4,41% all’anno, il rendimento 2012 si è attestato al 3,97%, confermando di essere un ottimo bene rifugio che, oltre a tutelare dall’inflazio-ne, ha incrementato il suo valore reale.I diamanti, nel tempo, hanno dimostrato di essere un ottimo strumento di diversifica-zione non speculativo, il loro andamento è stato praticamente insensibile al crollo delle Torri Gemelle, alla profonda crisi dei merca-ti finanziari del 2008, alle crisi valutarie, ai possibili default dell’Euro, della Grecia, del-la Spagna o del Portogallo, alla grande crisi economica attuale ed alle minacce di situazio-ni quali Cipro e Slovenia. Le quotazioni dei diamanti hanno la ten-denza a salire in modo costante con un tasso di crescita superiore a quello dell’inflazione, questo rende l’investimento in diaman-ti adatto alla protezione del capitale e, di conseguenza, a essere utilizzato come bene rifugio. In 140 anni si è verificato un solo episodio in cui la loro quotazione sia sce-sa, avvenne alla metà degli anni ’70, quando la crisi petrolifera determinò un lunghissimo periodo ad alta inflazione; la domanda creb-be esponenzialmente e De Beers intervenne immettendo scorte per calmierare i prezzi, chi avesse investito in diamanti prima della discesa dei prezzi e avesse atteso 5 anni pri-ma di rivendere le proprie pietre, durata mi-nima consigliata per l’investimento, avrebbe comunque guadagnato in linea capitale.In passato i diamanti hanno dato prova di esse-re un investimento protettivo sia in situazioni difficili che in fasi di espansione dell’economia, ed anche in futuro svolgeranno egregiamente la loro funzione di bene rifugio.Il diamante è il bene rifugio con il più alto

Faber & Herve'

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1881

Maria Grazia Borelli presidente Golf People Club House Salotto Borelli cliente Faber & Hervé

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valore per unità di volume e peso, rappresenta quindi un mezzo ideale per costituire un ca-pitale da destinarsi a figli e nipoti: anche nei momenti più difficili il diamante ha ampia-mente tutelato dall’inflazione. E’ un investimento neutro fiscalmente, cioè non è soggetto a nessuna tassazione se non all’IVA, che però costituisce parte integrante della quotazione, non è un bene deteriorabile ed è facilmente trasportabile: 100.000 Euro di Oro pesano 3,3 kg a 30e/gr, 100.000 Euro di diamanti meno di un grammo. I diamanti hanno presentato un rendimen-to sicuramente più contenuto negli ultimi 10 anni dell’oro ma più stabile sul lungo periodo, l’investimento in diamanti garan-tisce una protezione del capitale e non è speculativo diversamente dall’oro che pur considerato il bene rifugio, le sue quotazio-ni sono soggette a forti oscillazioni, dovute a fattori che amplificano questi andamenti, ad esempio prodotti finanziari strutturati che rendono questa tipologia di investimento fortemente speculativa, quindi più adatta ad esperti od operatori di settore.La quotazione del diamante è decorrelata dall’andamento dei mercati, per questo of-fre rendimenti costanti. Inoltre è un bene al portatore, trasportabile che ha un valore intrinseco, materiale: esiste una grande dif-ferenza tra l’investimento in titoli o fondi e quello in un bene rifugio posseduto mate-rialmente.È fondamentale che i diamanti da investi-mento siano corredati da certificazione gem-mologica riconosciuta internazionalmente che garantisca sulle caratteristiche della pie-tra: il colore, il taglio, la simmetria e la pro-porzione, la fluorescenza, la trasparenza.

Al fine di sintetizzare quanto riprodotto graficamente sopra, si esporrà ora una te-stimonianza reale della redditività di un investimento in diamanti effettuato ne-gli ultimi anni da un investitore europeo, considerando che nel 2005 il prezzo del diamante era pari a 32.344 euro per ca-rato e nel 2010 è lievitato a 39.655 euro, il guadagno ottenuto è stato del 22,6%.

Un elemento aggiuntivo, di particolare im-portanza che conferma quanto appena affer-mato, risiede nella dinamica della crescita economica globale, infatti dagli studi del FMI (Fondo Monetario Internazionale) si calcola che ogni anno dai 100 ai 200 milio-ni di persone nel mondo, in particolare in Asia, ma non solo, si affacciano alla soglia del benessere conseguendo redditi in linea con quelli del mondo occidentale; questa ten-denza, pur registrando qualche scostamento è ormai irreversibile ed avrà< come conse-guenza ultima un notevole impatto sulla do-manda di diamantiIn relazione alla simulazione sopra eviden-

ziata è interessante osservare quanto accadde realmente nel settore dei diamanti tra la fine del 2010 e la fine del 2011: nonostante le difficoltà delle economie occidentali, il mon-do ed in particolare i Paesi emergenti defi-niti BRICS Basile India Cina Sudafrica e non solo confermava un momento di grande espansione, dove l’incremento della B di dia-manti determinò un incremento dei prezzi che, a seconda della categoria qualitativa, va-riò dal 25 al 40%. Confrontando l’investimento in diaman-ti con quello in oro, il cui trend è inver-samente proporzionale all’incertezza ed instabilità dei mercati finanziari ed al ripiegamento dei prezzi del mercato im-mobiliare, la differenza di rendimento tra i due beni evidenzia il maggior equilibrio del diamante rispetto al metallo giallo. Il diamante, quindi, continuerà ad offri-re un rendimento costante ed equilibrato, come successo finora, di circa il 4 - 5%, essendo un mercato controllato e gestito da pochi operatori di caratura mondiale, oltre ad essere un bene raro e “finito”e che le estrazioni minerarie saranno nel futuro sempre più scarse e difficoltose.

FABER & HERVE’1881 Faber & Hervé Diamonds 1881 è stata fon-data quale laboratorio artigiano B nel taglio, nel commercio e nella lavorazione di diaman-ti, nel cuore di Amsterdam, la città olandese capitale dei Paesi Bassi che si sarebbe presto affermata come principale piazza di scambio e lavorazione dei Diamanti nel mondo.Faber & Hervé Diamonds 1881 partendo da questo primo nucleo operativo ed ope-rando ininterrottamente da 133 anni nel set-tore dei diamanti ampliò la propria sfera di attività conservando sempre al contempo il proprio ruolo di leader. Faber & Hervé Diamonds 1881 è presente con le proprie taglierie in India che nel frat-tempo è assurta a capitale mondiale del taglio dei Diamanti (oltre il 90% dei diamanti nel mondo vengono oggi lavorati in India). Faber & Hervé Diamonds 1881, opera principalmente nel distretto di Anversa in Belgio, ritenuto il maggior centro mondiale

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Nei nostri laboratori di Valenza Po, dalla fantasia dei designer e dall'abilita' artigianaledegli orafi nascono le nostre creazioni; gioielli che, senza rincorrere effimere mode,interpretano il gusto contemporaneo ed esaltano l'oro e le gemme incastonate.

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per il commercio di diamanti grezzi e lavo-rati con un giro d’affari globale di oltre 50 miliardi di dollari l’anno, aderisce a tutte le convenzioni internazionali in materia di etica e salvaguardia degli operatori del set-tore, in linea con le politiche della Borsa dei Diamanti ed è considerata tra le maggiori compagnie mondiali nella lavorazione dei diamanti. Ha mantenuto inalterata nel corso del tempo la propria filosofia aziendale ed il relativo modus operandi, caratterizzato dal controllo diretto lungo tutta la filiera costitu-ita dalle seguenti fasi:

selezione ed acquisizione del minerale grezzo; taglio e finitura delle gemme; commercializzazione del prodotto finito.

Tale processo è affascinante ed emozionante poiché porta una semplice nocciola di dia-mante grezzo a diventare una splendida ed immortale gemma.

Il taglio di gran lunga più utilizzato in gioiel-leria è quello rotondo a brillante, questo lo rende il più richiesto dagli investitori per la sua facilità di commercializzazione.

I colori da preferirsi sono da D River a H Wesselton, le purezze comprese tra IF puro alla lente 10 ingrandimenti a VS2 inclusio-ni molto piccole.

Il peso minimo consigliabile è di 0,50 ct.

Proporzioni Finitura e Simmetria saranno da preferirsi tra Excellent e Very Good. La fluorescenza è preferibile nulla oppure lieve con preferenza sull’azzurro. Il certificato consigliato sarà HRD, IGI o GIA (principali laboratori di B).

Nel tempo la società si è strutturata in diversi dipartimenti, ognuno preposto e specializzato in un specifico settore di competenza;Faber & Hervé 1881 Diamonds risulta es-sere attualmente una complessa ed artico-lata organizzazione aziendale integrata sia a monte che a valle partendo dalle taglierie di Surat in India ed arrivando fino ai propri uffici commerciali di Anversa.

Faber & Hervé Diamonds & Jewel De-partment ha sede a Vacallo in Svizzera nel cantone Ticino e si occupa della produzione e commercializzazione dei gioielli con mar-chio Faber & Hervé unitamente all’attività di consulenza e vendita di diamanti a clienti privati ed istituzionali.

Iscrizione nel registro delle imprese: 22.11.2012Sede legale dell’azienda: Vacallo (TI) UID: CHE-490.084.208Numero del registro del commercio: CH-501.4.016.951-1Ufficio del registro del commercio: Can-ton Ticino Confederazione Elvetica

OGGETTO SOCIALE La creazione di gioielli ed in genere di pro-dotti della lavorazione orafa; l’acquisto, la vendita ed il commercio di gioielleria, orolo-gi, preziosi e metalli preziosi; l’assunzione di rappresentanze, la partecipazione ad altre società aventi scopo analogo. La società può inoltre svolgere tutte le attivi-tà direttamente o indirettamente connesse con lo scopo, costituire succursali, sedi se-condarie, filiali e agenzie e partecipare sotto qualsiasi forma ad imprese aventi scopi simi-lari, sia in Svizzera che all’estero. Può ricorrere a qualsiasi forma di finanzia-mento con istituti di credito, banche e pri-vati e pure assumere partecipazioni.FABER & HERVE’ tratta esclusivamente diamanti certificati dalle tre B importan-ti compagnie di certificazione presenti sul mercato, le uniche riconosciute a livello in-ternazionale: GIA (Gemological Institute of America), HRD (Diamond High Council) e IGI (International gemological Institute).E’ consigliabile, nei diamanti da investimen-to, prendere in considerazione prevalen-temente diamanti certificati. In particolare nell’ottica di un eventuale disinvestimento futuro la presenza delle certificazioni sem-plificherà l’operazione.I diamanti certificati si possono presentare sia “sciolti” cioè in cartina, pronti per l’utilizzo, sia sigillati (blister) e vengono consegnati nella for-ma che il cliente preferisce, sono sempre accom-pagnati dalla relazione gemmologica (Report) che ne attesta le caratteristiche di qualità.Qualora il cliente vorrà procedere al disin-vestimento, quindi alla vendita deidiamanti, la Faber & Hervé Diamond In-vestment garantisce con clausola scritta e senza limite di tempo, il ritiro e la colloca-zione immediata sul mercato dei diamanti acquistati.Previa autorizzazione scritta da parte del cliente la nostra società si occuperà, dopo verifica della corrispondenza delle gemme

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Solitari, trilogy, verette, tennis..........Quando il diamante e' declinato nelle sueforme piu' classiche Faber & Hervè esprimela sua massima potenzialita'.

Utilizzando i diamanti provenienti dalle nostretaglierie possiamo proporre gioielli con unrapporto qualita'-prezzo ineguagliabile.

Tutte le collezioni vengono realizzate neinostri laboratori, ogni gioiello e' "firmato"con il nostro logo, inciso a Laser sull'oro.

inoltre disegnamo e realizziamocollezioni che reinterpretano le lineeclassiche in una chiave piu' fresca emoderna: le linee 7-stone e 9-stone;decine e decine di varianti per caraturae grandezza pronte a soddisfare ogni esigenza.

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Marianna Giordanengo partner Faber & Hervé (al centro) ritratta insieme a Matteo Sgarro, presidente Azienda Agricola Sgarro e ad Antonino Tomasicchio partner A.D. & C. Finance Italia nel Salone delle Feste di Golf People Club House - Salotto Borelli durante una serata conviviale.

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con i certificati, della vendita alle migliori condizioni di mercato, secondo la quotazio-ne del momento sui mercati internazionali.

OPPORTUNITà DI INVESTIMENTO Acquistare un diamante è molto semplice, investire in diamanti è molto più comples-so, comprare un diamante, magari incasto-nato su un bel gioiello è un gesto piuttosto semplice, legato all’emozione di un momen-to, a suggello di un avvenimento impor-tante caratterizzante la vita di ognuno o di quella delle persone amate e vicine; quali che siano le motivazioni è un gesto impulsivo, empatico e nel compierlo non si considera o si valuta il possibile ritorno futuro della spesa sostenuta. L’investimento in diamanti richiede un ap-proccio completamente diverso, la razionali-tà deve condurre a soppesare con attenzio-ne gli elementi di rischio e le opportunità di guadagno, necessitando, al pari di qualsiasi forma alternativa di investimento, un ap-proccio di tipo finanziario.Il diamante è un investimento importante per cui è opportuno acquistare solo da ri-venditori seri e professionali, la fiducia nel settore è la prima regola, per cui vanno evi-tati venditori improvvisati e dubbi, inoltre è sempre consigliabile acquistare da operato-ri in grado di eliminare il più possibile i vari passaggi e di poter vendere quindi ai prezzi più vicini al valore all’ingrosso.

La crisi economica internazionale ha scardinato le classi-che nozioni di gua-dagno e rischio, attualmente l’in-vestitore è consa-pevole che non esi-ste l’investimento sicuro, anche stru-menti finanziari come i Titoli di Stato, considerati fino a poco tempo fa sicuri e affidabi-li, oggi non sono più tali.Per questo sempre più persone sono alla ricerca di beni reali e rifugio, che

li tengano al riparo da manovre finanziarie e politiche, svalutazioni dei portafogli finan-ziari e speculazioni. Oro, argento e diamanti sono stati quindi riscoperti dal piccolo investitore, proprio la brusca caduta delle quotazioni di oro e ar-gento di inizio 2013, ha rilanciato ulterior-mente l’investimento in diamanti, visto come un settore più stabile e affidabile. I diamanti come oggetto di investimento offrono indubbiamente una serie di vantaggi relativa riassumibili nel modo seguente:

– sono beni tangibili, investendo in dia-manti si entra in possesso del bene; – non sono soggetti ad usura nel tempo; – sono la materia prima con la più alta con-centrazione di valore in rapporto al volume;– sono in via di esaurimento; – sono quotati in un listino ufficiale; – sono liquidabili ovunque nel mondo;– non sono soggetti ad imposte o tasse; – con regolare documentazione sono facil-mente trasportabili; – si possono facilmente conservare nella propria cassetta di sicurezza in banca o nella propria cassaforte.

L’acquisto di un diamante va considerato come gli altri investimenti per cui è neces-sario considerare la propria tolleranza al rischio, il relativo orizzonte temporale ed il

budget destinato.La scelta del diamante è sempre personale, il prezzo dipende soprattutto dalle 4C, bisogna quindi individuare la migliore combinazio-ne in funzione delle risorse disponibili e del tempo previsto per il mantenimento dll’in-vestimento. Faber & Hervé Diamonds 1881 in collabo-razione con Assoconsulenza Associazione Italiana Consulenti di Investimento e Golf People Club Magazine assicura il rispetto dei seguenti elementi fondamentali:•  la certificazione di qualità riconosciuta internazionalmente (HRD - IGI Anversa/New York – GIA Gemmological Institute of America), che attesta la qualità dei diamanti relativamente a colore, purezza, taglio, sim-metria e proporzioni, fluorescenza;• l’importazione regolare con fattura di ori-gine gravata di IVA, che è l’unico adempi-mento fiscale richiesto al diamante;•  la polizza di assicurazione che, oltre a ri-spondere in caso di furto o rapina, attesta la qualità e il valore dei diamanti; • le quotazioni di riferimento;• il servizio di custodia gratuita presso ca-veaux coperti da polizza dei Lloyds di Lon-dra.Faber & Hervé Diamonds 1881come pro-duttore e distributore primario permette ai propri interlocutori di accedere all’investi-mento alle migliori condizioni possibile senza inutili e onerose ulteriori mediazioni dovute a importatori, grossisti e gioiellerie che inevitabilmente determinano un incre-mento dei prezzi, ma non dei valori, inter-loquendo così con la fonte alla quale spesso le altre figure commerciali si approvvigio-nano.

FABER & HERVE’ DIAMONDS 1881 CLUB DEAL Faber & Hervé Diamonds 1881 in collabo-razione con Assoconsulenza Associazione Italiana Consulenti di Investimento e Golf People Club Magazine, sotto la supervisione diretta di Stefano Masullo, socio fondatore e segretario generale Assoconsulenza Associa-zione Italiana Consulenti di Investimento, direttore responsabile, azionista ed ammi-nistratore delegato Trend On Line, www.trend-online.com, la più importante testa-ta digitale italiana di finanza operativa,

"Diamanti....... dagli albori del tempo dalle profondita' della terra luminosi bagliori.....come stelle cadute dal cielo"

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Una storica presenza nel settore dei diamanti e' la base su cui poggiamo le nostra offerta.

Faber & Hervè seleziona il grezzo, solo il meglio viene lavorato nelle nostre taglierie eproposto dai nostri uffici nelle piu' importanti borse diamanti del mondoLa nostra struttura opera direttamente e con proprio personale lungo tutta la filiera, questo ci permette di porci sul mercato con condizioni di assoluto interesse.

Oltre che per la realizzazione dei gioielli, le eccezionali condizioni che proponiamorendono la nostra offerta particolarmente interessante anche per diamanti da investimento; sempre corredati di certificazione internazionale (GIA, HRD, IGI).

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PHTRE srl, fondata a Vicenza nel 2000, è una società costituita da professionisti di elevato livello qualitativo dotati di competenze giuridiche, organizzative, amministrative e tecniche,

specializzata nella gestione, assistenza e consulenza in materia di rifiuti industriali e speciali e nel relativo

smaltimento e trattamento a beneficio sia di aziende private che di enti pubblici.

PHTRE srl è in grado di poter fornire un servizio operativo completo ed affidabile, garantendo un fondamentale supporto

in fase decisionale, ma soprattutto nell’implementazione del successivo intervento intrapreso, avendo sviluppato una particolare

esperienza nelle seguenti aree di attività:

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Analisi di Laboratorio

Gestione Impianti di Depurazione

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con oltre 2,5 milioni di visitatori annui e 47.500 I Like su Facebook, nonché diret-tore responsabile Golf People Club Maga-zine, docente universitario, autore di 22 best sellers aziendali e nome molto noto nel settore finanziario, dove è attualmente attivo nella gestione del proprio patrimonio familiare, ha strutturato una unica opportu-nità di investimento nel settore dei diamanti rivolta ad un numero selezionato e ristretto di interlocutori attraverso l’esclusiva formula riconosciuta internazionalmente del Club Deal. Il Club Deal si compone di un ristretto nu-mero di investitori privati che insieme ad una società specializzata nel proprio speci-fico settore, immobiliare, finanziario, indu-striale, beni preziosi, danno vita ad opera-zioni di investimento con l’individuazione di una condivisa e mirata exit a tempo deter-minato, comunque non oltre 24 mesi. Faber & Hervé Diamonds 1881 Club Deal

Il Club Deal nel settore dei diamanti si con-cretizza attraverso l’acquisizione da parte degli investitori di diamanti di differenti ti-pologie tutte caratterizzate dalla prospettiva di alti rendimenti ottenibili in un periodo di tempo limitato.La formula permette al singolo investitore di poter accedere all’acquisto di diamanti di elevato valore e dimensione difficilmente negoziabili da un soggetto unico, inoltre, in questo modo, i singoli investitori coinvolti nell’operazione possono condividere le op-portunità di guadagno, diminuendo la quo-ta di rischio.Faber & Hervé Diamonds 1881 Club Deal esprime in pieno la filosofia improntata sul modello teso all’individuazione delle miglio-ri opportunità di investimento per i clienti istituzionali seguiti fin dal 1881, mutuando quanto realizzato da tempo immemore dalle banche private elvetiche dedite, attraverso esclusivi servizi forniti da particolari risorse

e precluso alla massa caratterizzate dai seguenti elementi:

cifre investite modeste ed alla portata di chiunque; ottimo ritorno economico garantito; orizzonte temporale predefinito di bre-ve durata; assenza di rischi per le garanzie sotto-stanti prestate.

Faber & Hervé Diamonds 1881 Club Deal nello specifico presenta i seguenti elementi peculiari e distintivi:

Faber & Hervé Diamonds 1881 Club Deal nello specifico presenta i seguenti elementi peculiari e distintivi:sottoscrizione di un contratto di finan-ziamento obbligazionario della durata 18 mesi; importo minimo investibile per ogni singolo partecipante pari a 1.000 euro;importo massimo investibile per ogni singolo partecipante pari a 10.000 euro;avvio dell’operazione e chiusura a nuovi investitori al raggiungimento di 100.000 euro globali;durata massima pari a 18 mesi dalla data di avvio dell’operazione;rendimento minimo garantito alla sca-denza pari al 5% netto sulle somme in-vestite erogato trimestralmente;garanzia delle somme investite attra-verso la segregazione del controvalore totale in pietre preziose detenute in magazzino;restituzione alla scadenza del controva-lore in diamanti o in denaro;possibilità di ottenere il rendimento minimo garantito in pietre preziose.

Un ulteriore elemento di valutazione nell’ottica di un investimento in diamanti.Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno scelto, come strategia di contrasto alla crisi che ha attraversato il mondo occidentale dal 2008 al 2013, quella di immettere grandi quantita’ di dollari nel sistema economico.Questa azione ha determinato una notevole svalutazione del dollaro; l’euro si e’ costan-

è una opportunità, prima ed unica nel set-tore dei diamanti, non replicabile da altri operatori della stessa area merceologica, sia per serietà, prestigio dei soggetti coinvolti che, soprattutto, per il rendimento e le ga-ranzie offerte.Queste operazioni si caratterizzano sostan-zialmente per la loro durata, mai troppo prolungata, e per l’alto tasso di rendimento ottenibile.

umane adeguatamente preparate, alla cura personalizzata dei patrimoni familiari dei multimilionari di tutto il mondo, ma in que-sto caso specificamente mirata nell’ambito del mercato dei diamanti. Faber & Hervé Diamonds 1881 Club Deal in sintesi offre con cifre modeste accessibili a chiunque la possibilità di partecipare ad operazioni altrimenti inaccessibili in un mercato particolare

Giovanni Maggi chef internazionale, editorialista della rivista La Cucina Italiana, Maria Grazia Borelli presidente Golf People Club House Salotto Borelli, Bianca Maria Miola Vecelli consigliere comitato scientifico Golf People Club Magazine clienti Faber & Hervé, ritratti durante una serata conviviale organizzata nel Salone delle Feste di Golf People Club House - Salotto Borelli

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temente rafforzato nei confonti della valuta americana fino a sfiorare il cambio di 1,40.L’odierno rapporto di cambio è considerato da tutti gli analisti assolutamente improprio rispetto ai reali rapporti di forza delle eco-nomie europee e statunitensi.La FED - Federal Reserve, la banca cenrale statunitense, come da tempo annunciato, sta progressivamente diminuendo la sua azio-ne di sostegno all’economia americana; è assolutamente ragionevole aspettarsi un progressivo riallineamento delle due valute su quotazioni più consoni intorno a 1,10-1,20.Qualora si confermasse questa previsione le ripercussioni su chi oggi decide di investire una parte di patrimonio in diamanti sareb-bero assolutamente eccellenti.Si consideri infatti che la valuta di riferi-mento per il mercato dei diamanti è il dol-laro; comprare oggi con l’euro molto forte e rivendere domani con il cambio “raffred-dato” determina di per sé una notevole plu-svalenza.Es: investo oggi € 10.000 con cambio €/$ 1,385 fra 2 anni il cambio €/$ sarà 1,15 plusvalenza determinata esclusivamente dal cambio = 17%

CONCLUSIONI Un diamante certificato rappresenta da sempre una delle migliori forme di inve-stimento e bene rifugio, ma occorre fare attenzione ed osservare alcune regole fon-damentali per ottimizzare e rendere vera-mente efficace l’acquisto di una pietra da investimento.

1. E’ il bene rifugio per eccellenza.Il diamante da investimento è da sempre considerato il bene rifugio per antonomasia, molto più dell’oro (soprattutto alla luce delle ultime oscillazioni del metallo gial-lo). Mentre l’oro è un bene speculativo, il

diamante è fatto per salvaguardare il patri-monio, metterlo al riparo dalle crisi e dalle oscillazioni finanziarie.

2. Si rivaluta costantemente.Da quando esistono delle quotazioni ufficiali (1973) si può accertare che il diamante si è sempre rivalutato costantemente e il suo va-lore è cresciuto di 1-1.5% oltre l’inflazione ogni anno. Non si rischia di perdere niente, poiché essendo un bene rifugio, protegge il patrimonio e ne accresce il valore anno dopo anno. Ovviamente l’investimento in dia-manti va visto in un’ottica di medio-lungo periodo, non è un prodotto speculativo e quindi non è soggetto a picchi e brusche frenate, ma al contrario, ha una crescita co-stante e continua, che permette di donare tranquillità all’investitore.

3. E’ indipendente da influenze politico-economiche.Non essendo legato all’economia o alla poli-tica di nessuno Stato mondiale, non rischia brusche cadute; è un bene sovranazionale, che non risente di nessuna crisi economico-finanziaria o politica, è indipendente da guerre, terremoti o catastrofi di qualsiasi na-tura. Sono anni che si ribadisce questo con-cetto, ma lo si è potuto provare con l’attuale crisi economica mondiale: nella sua crescita il diamante non ha mai perso un centesimo del suo valore, anzi, lo ha incrementato an-che nel periodo più buio della recente storia finanziaria.

4. E’ un bene reale.A differenza di molti prodotti finanziari, il diamante è un bene fisico, effettivamente esistente, tangibile. Anche nella peggiore delle ipotesi come la caduta del capitalismo, la fine dell’Euro, il crollo del sistema finan-ziario o qualsiasi altro scenario apocalittico, il diamante è un bene che l’investitore ha in tasca. E’ diverso da un certificato o un’ob-bligazione o un titolo, poiché qualsiasi cosa accada, il diamante potrà sempre essere ri-venduto anche dall’altro lato del mondo, as-sicurando quindi un capitale certo.

5. Non ha costi.Il diamante è un bene che non sostiene nes-sun tipo di costo iniziale, né di mantenimen-to.

6. E’ un bene liquidabile ovunque.Come già espresso, il diamante è un bene sovranazionale e in quanto tale è possibile rivenderlo ovunque. Ad esempio si investe in Italia e volendo si rivende all’estero, Sviz-

Stefano Masullo direttore responsabile Golf People Club Magazine ritratto durante una serata conviviale organizzata nel Salone delle Feste di Golf People Club House - Salotto Borelli

da sinistra: Aldo Castelnovo presidente Camera di Commercio Italo Uruguaiana, Raffaele Scippa presidente e fondatore Circolo golfistico internazionale Open Golf, Marianna Giordanengo partnerFaber & Hervé, Mirko Rosati partner fondatore Faber & Hervé, Maria Grazia Borelli presidente Golf People Club House Salotto Borelli, ritratti durante una serata conviviale organizzata nel Salone delle Feste di Golf People Club House - Salotto Borelli

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CENNI STORICI

Faber & Hervé1881

Diamonds Investment

Nel lontano 1881, nel cuore di Am-sterdam in un piccolo laboratorio muoveva i suoi primi passi la Faber & Hervé Diamonds. Grazie all’utilizzo dei primi rudimentali strumenti di ta-glio la citta’ olandese si sarebbe presto affermata come principale piazza di taglio e commercio dei Diamanti nel mondo.Da questo primo nucleo operativo e rimanendo sempre nel mondo dei dia-manti la Faber & Hervé attraversò il tumultuoso xx° secolo conservando le posizioni acquisite e diversificando nel contempo il proprio raggio d’azione.Questo ha portato nel tempo ad ope-rare con le proprie taglierie in India che nel frattempo diventava la capi-tale mondiale del taglio dei Diamanti (oltre il 90% dei diamanti nel mondo vengono oggi lavorati in India).La filosofia e la mission della società era allora, come lo è oggi, quella di operare direttamente lungo tutta la filiera del Diamante: dalla selezione del minerale grezzo, al taglio e finitura delle gemme, fino alla commercializzazione del pro-dotto finito.

Mirko RosatiOpero nel settore gioielleria-diamanti dal 1994, sono stato dal’94 al 2001 responsabile commerciale di una primaria societa’ di gio-ielleria di Valenza Po, negli ultimi anni mi so-no occupato in prima persona del design e promozione di linee di gioielleria, della com-pravendita di diamanti in particolare con cer-tificazioni GIA, HRD, IGI.Nel 2011 ho stretto un importante accordo con una primaria societa’ che opera nella Borsa dei Diamanti di Anversa, buyer diret-to del gruppo DeBeers. Lo scopo di questa partnership e’ quello di promuovere le linee di gioielleria con lo stori-co marchio Faber & Herve’ 1881 e contemporaneamen-te diffondere la possibilita’ di accedere all’investimen-to in Diamanti.

Marianna GiordanengoDopo aver per lungo tempo operato nel setto-re cosmesi, dal 2011 collaboro con mio mari-to Rosati Mirko alla promozione del marchio Faber & Hervé 1881; mi occupo in particolare del marketing e pubblicita’ ed inoltre della gestione amministrativa della so-cietà. Nella nostra sede di Vacallo nel Canton Ticino gestisco la clientela sia isti-tuzionale che privata.

zera, Austria, India, Cina o USA che sia. E’quindi reale affermare che il diamante può essere considerato una moneta di scambio internazionale.

7. è una differenziazione del proprio por-tafoglio finanziario.Non bisogna investire tutto il patrimonio in diamanti; essendo un bene rifugio, basta accantonare una piccola parte del proprio capitale mobiliare e si avrà la sicurezza che quella crescerà costantemente e regolarmente. Poi per il resto ci sono tutti gli altri prodotti finanziari. Il diamante è un prodotto in più, che dà sicurezza e protegge il patrimonio.

8. è un bene raro ed esclusivo.I diamanti sono in esaurimento sulla Terra e quindi la loro rarità non può che far ac-crescere il loro valore giorno dopo giorno, diventando un bene sempre più esclusivo per chi lo possiede. In più il diamante è sempre un bell’oggetto, elegante ed esclusivo, che coniu-ga investimento e piacere, finanza e bellezza.

9. è un investimento etico e sicuro.Oggi come oggi è pressoché impossibile im-battersi nei cosiddetti diamanti insanguinati se si acquistano presso fonti sicure e certifi-cate. I diamanti non etici provengono ormai solamente da circuiti loschi e non passano as-solutamente per gli istituti di certificazione, soprattutto quelli riconosciuti internazional-mente. I diamanti da investimento rispon-dono alle 4 risoluzioni ONU che attestano la provenienza da paesi non coinvolti in avvenimenti bellici, terroristici e di sfrutta-mento minorile; inoltre un’ulteriore certezza di eticità viene attestata dal Kimberly Pro-cess Certification Scheme, che traccia il per-corso del diamante dall’uscita dalla miniera ai tagliatori fino alla Borsa del Diamante di Anversa. Quindi i diamanti da investimento sono tutti puliti e quindi etici e sicuri, poi-ché devono essere sempre accompagnati dalla documentazione di provenienza lecita degli stessi.

10. è un investimento per tutti.Non occorre essere milionari per investire in diamanti; l’investimento minimo si aggira

sui 5.000 euro. Si tratta quindi di una di-versificazione del proprio patrimonio adat-to a tutti.

Stefano Masullo e Bianca Maria Miola Vecelli,

Marianna Giordanengo, partner Faber & Hervé, Luigi Griffini, imprenditore e politico, presidente e fondatore Banco Alimentare Zoologico Onlus ritratti durante una serata conviviale organizzata nel Salone delle Feste di Golf People Club House - Salotto Borelli

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Golf People Club Magazine, nel contesto della propria missio-ne aziendale, che prevede l’indivi-duazione e la sele-zione dei migliori prodotti e servizi nazionali ed esteri di estrema utilità per i golfisti e non,

da sottoporre ad una rigorosa e personale prova diretta e di conse-guenza rilasciare ed assegnare un prestigioso, ambito, invidiato ed esclusivo giudizio di merito, rating, ha decretato, dopo aver aver ve-rificato l’eccelso livello qualitativo per gli importanti e preziosi pen-sieri di Natale, realizzati esclusivamente in oro e diamanti, omag-giati agli inserzionisti ed ai componenti l’alta direzione editoriale, l’assegnazione del massimo grado di votazione alla società Faber & Hervé 1881 siglando al contempo una partnership operativa.Faber & Hervé 1881, con tale accordo, ufficializzato come di con-sueto durante uno dei riservati ed inarrivabili incontri di affari, or-ganizzato con sapiente maestria ed in maniera conviviale, ma carat-terizzato da professionalità, stile ed eleganza, dal presidente, Maria Grazia Borelli, nel salone delle feste di Golf People Club House – Salotto Borelli, ha scelto il posizionamento su Golf People Club Magazine, al fine di veicolare una serie di B di relazio-ni esterne e marketing communica-tion, ideate, realizzate, pianificate e strutturate direttamente da FOBO ADV srl www.fobo.it, che vedranno la presenza diretta sulla rivista cartacea, la partecipazione agli esclusivi eventi organizzati presso Golf People Club House - Terrazza Borelli e diretta-mente alle gare, oltre 300 annualmen-te, di cui la rivista è media partner.Golf People Club Magazine, www.golfpeople.eu, risulta essere infatti, per struttura attive nel segmento del life style e dell’alto di gamma il miglior investimento, attraverso il Golf e non solo, per creare, in Italia ed all’estero, nuovi contatti di-retti e mirati, ed ottenere così reali risultati in termini di incremento di vendite e di fatturato.Golf People Club Magazine, strutturerà mensilmente, dei raffinati percorsi enogastronomici, che si svolgeranno nella residenza privata di Maria Grazia Borelli, una delle più ambite ed esclusive abitazio-ni di Milano, nonché sede istituzionale di Golf People Club House – Salotto Borelli, dove soli 25 selezionati e privilegiati ospiti, in

abito da sera ed in rappresentanza di aziende ed istituzioni di livello internazionale, in un ambiente riservato e gradevole avranno la pos-sibilità dichiarata di sviluppare concrete e reali relazioni personali e professionali, ammirando al contempo le ultime creazioni di alta

gioielleria realizzate dai mastri orafi della società Faber & Hervé 1881, unitamente all’opportunità, unica ed irripetibile, di poter diversificare l’allocazione di parte del proprio patrimonio, avendo la possibilità di effettuare direttamente operazioni ad elevata redditività attraverso l’utilizzo dei diamanti da investimento.

Al seguen-te link, http://issuu.com/golfpeo-

plecm/docs/golfpeople_club_magazine_n._8:è possibile sfogliare comodamente come se si fosse in poltrona e scaricare direttamente sul proprio computer l’ottavo numero della rivista.Golf People Club Magazine, diffuso, tra la versione cartacea e quella digitale in oltre 250.000 copie, sviluppa e consolida quo-

da sinistra: Stefano Masullo, Luca Rivelli, Maria Grazia Borelli, Mirko Rosati, Marianna Giordanengo ritratti durante una riunione di lavoro organizzata nella sede istituzionale di Golf People Club House - Salotto Borelli

Mirko Rosati e Marianna Giordanengo

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1862...dove tutto è nato.El Ron Cubano Handels GmbHVia Innsbruck, 23 - 38121 Trento

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tidianamente concrete e fattive rela-zioni di affari contribuendo in modo fondamentale al lancio ed al succes-so dell’eccellenza italiana annove-rando tra il proprio pubblico il 10% delle famiglie italiane più facoltose ed influenti ed in funzione di questo posizionamento strategico ha accolto con piacere nella propria compagine azionaria con una quota del 10%, LB Holding Group, importante e riserva-ta società di partecipazioni basata a Gi-nevra ed in Lussemburgo, inauguran-do così una sezione speciale della rivista in lingua Francese con una conseguente diffusione della stessa nelle piazze di Ginevra, Montecarlo, Beirut, Parigi e Kinshasa.Golf People Club Magazine tratta il golf non solo come attività sportiva, agonistica o amatoriale, ma come vero e proprio stile di vita, raggiungendo direttamente il proprio pubblico di riferimento rappresentato da un profilo socio economico di alto livello con una marcata propensione ai consumi e un forte interesse alle novità e alle tendenze.Golf People Club Magazine, fondata e diretta da Stefano Masul-lo, nome molto noto nel panorama finanziario nazionale ed autore di ben 22 best sellers aziendali, in partnership con la storica agen-zia di pubblicità FOBO ADV srl costituita a Milano nel 1972, è il primo ed unico sistema editoriale integrato del golf italiano, nonché il punto di riferimento nazionale per gli operatori mon-diali del golf, dove i golfisti si ritrovano per consolidare le cono-scenze avviate sul green.Golf People Club Magazine in soli tre anni di vita è divenuto il leader assoluto ed incontrastato nel proprio segmento di mercato rappre-sentato da un pubblico di milionari di alto livello, golfisti e polisti, con una spiccata propensione alla spesa, agli investimenti mobiliari ed im-mobiliari ed al lusso con un reddi-to superiore ai 50.000 euro annui, interessati al benessere, al life style, ai viaggi, al turismo, alle novità tec-nologiche, dell’automotive e dell’e-nogastronomia, viene diffuso a tra la versione cartacea e quella digitale in oltre 250.000 copie.Golf People Club Magazine è dif-fuso periodicamente nella versione cartacea all’interno dei 67 Circoli di Golf presenti in Lombardia, dei principali 389 Golf Club italiani, dei maggiori 121 Campi Pratica nazio-nali, nei 18 Polo Club ubicati nelle più esclusive località italiane, in tutti i megastore italiani di Golf Us, in pre-stigiosi circoli quali Harbour Club, nella Hospitality VIP dello Stadio

San Siro di Milano, a tutti gli im-prenditori aderenti ILAS Imprendi-tori Associati Lainatesi, in alcune compagnie di jet privati, nelle più importanti concessionarie BMW, nelle gioiellerie Verga e Villa di Mi-lano, in tutti gli alberghi, ristoranti e SPA di San Martino di Castrozza consorziati al Trekking Golf e nelle migliori edicole di Milano, al Mu-seo Nicolis ed è omaggiato a tutti gli abbonati de “Il Sole 24 Ore” di Mi-lano; è inviato in formato digitale e personalizzato tramite e-mail, ipho-

ne e ipad a 250.000 tra professionisti, imprenditori, banchieri, di-rigenti, soci di golf club e di organizzazioni come Rotary e Lions, alle Associazioni di categorie aderenti a Federgolf e ai membri di Enti Morali come Amici Centro Dino Ferrari, Fondazione Ricer-ca Fibrosi Cistica, AIDOS Associazione Donne Impegnate nel Sociale, Fondazione Padre Pio; è visionabile nell’archivio storico sul sito internet www.golfpeople.eu ed è presente con una pagina ufficiale su Facebook e Linkedin.Golf People Club Magazine, utilizza, attraverso le proprie risorse umane interne 13 lingue straniere quali italiano, spagnolo, giapponese, russo, coreano, bulgaro, cinese, inglese, tedesco, portoghese, arabo, francese, e può contare su corrispondenti ed associati nelle seguenti città: Milano, Roma, Bari, Torino, Firenze, Lugano, Ginevra, Zurigo, Montecarlo, Londra, New York, Tokyo, Seoul, San Paolo, Mosca, Dubai, Hong Kong,

Windhoek.

Stefano Masullo direttore responsabile Golf People

Club Magazine

da sinistra: Mirko Rosati partner e fondatore Faber & Hervé, Marianna Giordanengo partner Faber & Hervé, Maria Grazia Borelli presidente Golf People Club Magazine - Salotto Borelli, Luca Rivelli presidente e fondatore IKE Milano

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Galleria fotografica degli ospiti invitati e presenti ad alcune esclusive serate conviviali organizzate nel Salone delle Feste di Golf People Club Magazine - Salotto Borelli per conto di importanti istituzioni finanziarie e gruppi bancari quali Allianz Bank, Banca Mediolanum, Morgan Stanley, J.P. Morgan, Banque Pictet &Cie

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da sinistra: Stefano Masullo, Maria Grazia Borelli, Mariuccia Ambrosini, Sergio Ambrosini, Vlada Kurilova, Luca Rivelli

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Stefano MasulloClasse 1964, laurea in Scienze Economiche e Master in Comunicazione, Marketing e Finanza, Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusa-lemme e dell’Ordine Costiniano di San Giorgio, attivo nel settore finanziario dal 1984, già Rappresentante alle Grida alla Borsa Valori di Milano, autorizzato CON-SOB, e Broker registrato al NASD a New York, è spe-cializzato nella consulenza e gestione di patrimoni mo-biliari ed immobiliari, nella finanza di impresa, nella pianificazione fiscale, nella comunicazione finanziaria e nella formazione. Ha iniziato a lavorare nella società Consulenti Finanziari SpA, creata da Pompeo Loca-telli, in seguito, ha collaborato, per oltre un lustro, nello Studio di Agenti di Cambio Leonzio Combi, costituito a Milano nel 1907, uno dei più importanti in Italia. Dal 1995 fino alla vendita, avvenuta nel 2006, fondatore, presidente e azio-nista di riferimento, del gruppo di consulenza ed intermediario finan-ziario ex articolo 106 T.U.B., autorizzato Ufficio Italiano Cambi, Opus Consulting S.p.A., capitale sociale 625.000 euro. Socio fondatore, nel 1996, e tuttora segretario generale ASSOCONSULENZA Associazione Italiana Consulenti di Investimento la prima ed unica associazione di categoria riconosciuta a livello istituzionale in Italia; è inoltre socio fondatore, nel 2008, e segretario generale ASSOCREDITO Associa-zione Italiana Consulenti di Credito Bancario e Finanziario di cui è presidente Luigi Pagliuca, già presidente del Collegio di Milano e Lodi dei Ragionieri Commercialisti. Rettore Università ISFOA di Ginevra, autore di oltre 300 pubblicazioni e di 22 best sellers azien-dali, di cui uno, nel 1998, adottato dall’Università Bocconi di Mila-no; opinionista presso i più importanti media di settore, quali CNBC

Class Financial Network e Bloomberg Television, è stato chiamato come relatore, in Italia ed all’estero, da prestigiose istituzioni quali Marcus Evans, Istitu-to di Studi Bancari, ISTUD, IUAV Università di Venezia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; nel 2002 ha realizzato il primo libro dedi-cato al Consulente di Investimento. Autore nell’ot-tobre del 2001, del primo testo dedicato al Bahrein, è stato direttore editoriale delle prima rivista svizzera di finanza islamica, Shirkah Finance, risultando uno dei principali esperti italiani del settore; attualmen-te fin della Fondazione avvenuta nel 2000 riveste il ruolo di direttore responsabile della testata internet di finanza operativa www.trend-online.com, che vanta oltre 2,5 milioni di visitatori annui è altresì fondatore e direttore responsabile della rivista leader

assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di riferimento, Golf Pe-ople Club Magazine, in passato vice direttore del magazine dedicato al lusso World & Pleasure Magazine e direttore editoriale Family Office: Patrimoni di Famiglia, la prima rivista italiana multimediale, internet e cartacea, specializzata nella tutela e conservazione dei patrimoni di fa-miglia. Ha svolto incarichi direttivi o consulenziali in gruppi banca-ri, assicurativi, finanziari, industriali quali: Norwich Union, CIM Banque, Broggi Izar, Henderson Investor, Fleming, Corner Bank, Lemanik, Nationale Nederland, Banca Popolare Commercio Indu-stria, 81 SIM Family Office SpA, Prudential Vita, Banca Popolare di Milano, Cassa di Risparmio di Cento, Cassa di Risparmio di Pe-rugia, Société Bancarie Privée Liberty Financial, FMG Fund Mar-keting Group, Credito Italiano, IW Bank, ING Group, Colomba Invest SIM, MPS Banca Personale.

CLUBMAGAZINE

GOLF PEOPLE CLUB MAGAZINERegistrazione Trib. di Milano n. 147 del 16/3/2011 Realizzazione FoBo ADV srlVia Mac Mahon 50 – 20155 MilanoTel. +39 02.33.11.404 r.a. – Fax +39 02.34.537.282e-mail: [email protected] FoBo ADV srlVia Mac Mahon 50 – 20155 MilanoTel. +39 02.33.11.404 r.a. – Fax +39 02.34.537.282e-mail: [email protected]

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Golf People Club Magazine numero SETTE 23.843 lettori.

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Golf People Club Magazine, consolida e conferma, ancora una volta, la leadership assoluta ed incontrastata nel proprio segmento di mercato anche nel settore del 2.0, risultando la rivista più diffusa, letta e considerata per prestigio e reputazione, con 23.843 lettori che hanno sfogliato il numero sette, visionabile al seguente link http://issuu.com/golfpeoplecm/docs/golfpeopleclubmagazine_n7_7de24dcb756684, risultato ufficiale registrato in data 25 febbraio 2014 dal sito di ISSUU, società che con oltre 15 milioni di pubblicazioni è considerata la più veloce ed importante piattaforma di editoria digitale al mondo.

Questo ulteriore primato segue quello conseguito in data 12 marzo 2014 dal portale www.golfpeople.eu dove, secondo la certificazione ufficiale pubblicata a Alexa, società appartenente

al colosso Amazon e specializzata nell’elaborazione delle statistiche sul traffico di Internet, è risultato il sito italiano, appartenente ad una testata giornalistica cartacea, regolarmente registrata al Tribunale di competenza, più importante a livello italiano, classificandosi alla posizione numero 1.760.411 e registrando un guadagno di 334.877 posizioni.

Interessante notare come la crescita e l’utilizzo esponenziale dei dispositivi digitali nell’ultimo triennio abbia permesso una esplosione dei lettori per le copie digitali di quotidiani e periodici in generale, confermato, nello specifico caso, dai numeri ottenuti da Golf People Club Magazine per le pubblicazioni su ISSUU di tutti i sette numeri, come è possibile osservare dal seguente quadro sinottico :

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LOCATION: Golf Club Le Rovedine di Noverasco di Opera (MI)MODELS: Ottavia Ditroia, Nausica Re, Diana Scrob, Yulia Shester-

nikova, Lilia Toselli, Daniela Vegetti, Pia ZingarelliPHOTOGRAPHER: Flavio Torre,

BACKSTAGE: Lino Minniti, Alessandro Ombrato AND MAKE UP ARTIST: Ines Meduri

ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN: FOBO ADV srlDIRECTION & SUPERVISION: Stefano Masullo

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