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Una notte densa di emozioniRRicordati che, quando morrò, io

voglio andare sotto terra! Là nonci voglio andare! Io sono un ver-me, un peccatore, gettatemi sottoterra! Hai capito! Ricordatelo!».Così “esplose” Padre Pio quandopadre Carmelo Durante da Sessa-no, suo superiore diretto, gli parlòdella cripta che si stava realiz-zando nella parte sottostante lachiesa di “Santa Maria delle Gra-zie”. Quelle parole, però, dettateda una sincera, profonda umiltà,non vennero ascoltate. La cripta,infatti, fu inaugurata alle ore 9 del22 settembre 1968. Nessuno po-teva immaginare che proprio ilgiorno seguente si sarebbe conclu-sa l’esistenza terrena del venera-to Padre. In un loculo scavato sot-to il pavimento, fresco d’intonaco,dopo l’esposizione al pubblico

ed i solenni funerali, venne calatala bara d’acciaio contenente altredue casse, una di zinco l’altra di le-gno, ed il corpo del santo frate diPietrelcina. Oltre il cristallo appo-sto per l’intera lunghezza, neces-sario perché la salma del veneratoPadre restasse in quei giorni visi-bile e nel contempo protetta, ven-ne saldata a fuoco una sottile lami-na metallica, e fissato un coper-chio d’acciaio con in alto un Croci-fisso ed in basso la dicitura: «Fran-cesco Forgione – nato a Pietrelcina25-5-1887 – morto a San GiovanniRotondo 23-9-1968». Erano le ore22 del 26 settembre 1968. Sul locu-lo i muratori dell’impresa Aldo DiBari di Foggia sistemarono unasoletta di cemento armato con ele-menti prefabbricati e, l’indomanimattina, un gradino di marmo ro-sa ed un blocco monolitico di 30quintali, in granito azzurro del La-brador modellato a sarcofago.

Dopo poco meno di quarant’anni,«per verificare lo stato del corpodi san Pio da Pietrelcina e garan-tirne le ottimali condizioni di con-servazione», quelle operazioni,alla medesima ora circa, sono sta-te compiute all’incontrario il 2marzo 2008, durante la cerimoniadi esumazione e della prima ses-sione della ricognizione canonicadel corpo di Padre Pio, annuncia-ta all’ultimo momento solo a po-chi per motivi di prudenza e perassicurarne il tranquillo svolgi-mento.Tra quei pochi, per una graziaspecialissima, ci sono stato an-ch’io. Quando, dal retro della sa-crestia ho superato il blocco di si-curezza predisposto, la cripta mi èapparsa con un volto tutto nuovo,mai visto prima. Dove c’era l’alta-re, su una gradinata di legno ap-positamente allestita, al di là del-l’unica parte rimasta in piedi del-

«di GENNARO PREZIUSO

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l’inferriata che circondava la tom-ba, avevano già trovato posto uncentinaio di frati cappuccini giun-ti dai vari conventi della provin-cia. Nella zona di fronte, sotto unacopia del grande “Crocifisso diSan Damiano”, era pronta la “se-de” dell’Arcivescovo mons. Do-menico Umberto D’Ambrosio,Delegato della Santa Sede per ilSantuario e le Opere di Padre Pio.Ai lati erano presenti le Autoritàecclesiastiche, civili, militari e del-l’Ordine Cappuccino, illustri me-

dici, i parenti del Santo e alcuni fe-deli a vario titolo convocati. Al centro, quattro lastre di cemen-to, con su sparso un sottile stra-to di sabbia bianca, indicavano illuogo della sepoltura di PadrePio. In un angolo ardeva la lam-pada ad olio pro-veniente dalla Pa-triarcale Basilicadi San Francescodi Assisi. Il blocco monoliti-co di marmo az-

zurro, con l’ausilio di quattro “bin-de” e di sei rulli di teflon, era statorimosso la sera del 28 febbraio2008 insieme al sottostante gradi-no di marmo rosa, composto dadue lastre a forma di “C”, e alle ri-manenti parti dell’inferriata pro-

RACCOGLIMENTO,TENSIONEINTERIOREforti emozionie profondacommozionehannointeragitoin tutti ipresenti.

« L’ATTESA, NELLA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE PROSSIMI A VIVERE UN MOMENTO STORICO.

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tettiva, subito dopo l’insediamen-to del Tribunale Ecclesiastico. Inquella occasione i membri di det-to Tribunale avevano prestato«giuramento di fedeltà» sul Van-gelo per gli adempimenti «ineren-ti l’esumazione e la ricognizionecanonica delle spoglie di san Pioda Pietrelcina». L’ArcivescovoD’Ambrosio aveva chiamato cin-que testimoni della sepoltura diPadre Pio e cioè l’Ufficiale Sanita-rio dell’epoca, dott. Giovanni Gri-fa; i muratori Gennaro Ricciardi e

Domenico Perno; gli stagnini An-tonio e Matteo De Bonis. Ad essiaveva chiesto se il sepolcro si tro-vava nelle stesse condizioni in cuiera stato lasciato al termine dellatumulazione. La loro risposta af-fermativa era stata confermata congiuramento.Quella breve cerimonia si era con-clusa con la benedizione del Pre-sule, il canto della “Salve Regina”e la lettura del verbale, controfir-mato da quattro testimoni: il mini-stro provinciale, fr. Aldo Broccato;

il guardiano del convento di SanGiovanni Rotondo, fr. Carlo Ma-ria Laborde; il Commissario Pre-fettizio della Città di San GiovanniRotondo, dott. Michele Di Bari, e ilsindaco di Pietrelcina, dott. Gen-naro Fusco.

Alle ore 22 del 2 marzo 2008, pre-ceduto dal crocifero e da un grup-po di giovani del servizio liturgi-co, fa il suo ingresso in cripta

I A VIVERE UN MOMENTO STORICO.»

tra PREGHIEREe Canti

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l’Arcivescovo mons. DomenicoUmberto D’Ambrosio, accom-pagnato dai componenti del Tri-bunale Ecclesiasti-co. Alle note strug-genti dell’armo-nium, si unisce uncoro sommesso divoci, guidato da fr.Cosimo M. Vicedo-mini: «Nostra glo-ria è la Croce di Cri-sto, in lei la vittoria;il Signore è la no-stra salvezza, la vi-ta, la resurrezione». L’atmosfera è den-sa di sacralità. Tuttiseguono con atten-zione la lettura del Rescritto e del-le Istruzioni della Congregazionedelle cause dei santi, del Decretoemanato dall’Arcivescovo, dellevarie autorizzazioni rilasciate dal-le Autorità civili e del verbale del-

la fase preliminare della primasessione. Mons. D’Ambrosio introduce lacelebrazione con il saluto liturgicorivolto ai confratelli nell’episco-pato, intervenuti anche per sot-tolineare la ecclesialità dell’evento,

alle autorità, ai re-ligiosi e agli altrifedeli. Poi prendela parola il mini-stro provinciale,fr. Aldo Broccato,il quale spiega chel’esumazione e laricognizione ca-nonica del corpodi Padre Pio e-sprimono «in pri-mo luogo i senti-menti di profon-da umanità chela nostra Provin-

cia nutre da sempre verso que-sto suo figlio illustre che tantoha amato la Provincia e tantoha sofferto e offerto per essa».«Questo evento – prosegue –manifesti sempre più il segnodella nostra fede nella comu-nione dei santi, nella risurrezio-ne della carne e nella vita eterna.

Infatti, l’esumazio-ne di san Pio, men-tre ci fa guardare davicino le sue spo-glie mortali, purpreziose e care alnostro cuore di uo-mini, devoti e con-fratelli, deve spro-narci ad alzare lo

I L G IURAMENTO DE I C INQUE TEST IMONI

DELLA SEPOLTURA DI PADRE P IO

LA R IMOZIONE DEL BLOCCO DI GRANITO AZZURRO.

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« »TREPIDANTI,VERSO IL SEPOLCRO DI PADRE PIO.

sguardo verso l’alto, verso la lu-ce della vita di Dio che in Cristo siè manifestata nella sua morte e ri-surrezione». Quindi sottolinea ilsignificato di questa singolare cir-costanza, in cui si realizza il fortedesiderio dei frati di manifestare ilegami fraterni e profondi che liunisce al santo Confratello di Pie-trelcina e di consegnare alle gene-razioni future una presenza tau-maturgica e paterna. Infine in-vita i presenti ad accostarsi al se-polcro di Padre Pio con gli stessisentimenti con cui le pie donne sirecarono al sepolcro di Gesù.I frati intonano i Salmi 20 e 91, cheintroducono l’Ufficio delle Let-ture. Ad un brano della prima let-tera di San Pietro seguono le de-scrizioni della transverberazione edella stimmatizzazione di PadrePio, tratte dal suo Epistolario (vol.I, 1065; 1063-1095).Aquesto punto Mons. D’Ambro-sio propone una breve riflessione.

La sua voce esprime sì la gioia divivere una notte di grazia, ma èuna gioia velata da un’interoreamarezza per le incomprensioni e

le ingiuste prese di posizione diuna sparuta e pretestuosa mino-ranza, dirette ad ostacolare un“evento” promosso per la crescita

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spirituale dei credenti. «Questoevento – dice – si fa preghiera dilode e rendimento di grazie a Diotre volte santo per averci donatonel suo Servo fedele una ulterioremanifestazione del mistero dellaCroce. Il gesto della ricognizionecanonica, in risposta a una corale ecircostanziata richiesta inol-trata alla Congregazionedelle cause dei santi dal po-stulatore generale dell’Ordi-ne, fr. Florio Tessari su ri-chiesta del ministro provin-ciale, fr. Aldo Broccato, conla mia convinta adesione e il

mio parere favorevole, è il puntodi arrivo di una meditata e pro-lungata riflessione; rientra nellacollaudata e secolare prassi dellaChiesa; risponde alla storica re-sponsabilità di garantire, attraver-so appropriate procedure, unaprolungata conservazione del cor-

po del nostro Santo per permette-re, alle generazioni che verranno,la possibilità di venerare e custodi-re le sue reliquie». Ordina quindi, al notaio, di legge-re il verbale della tumulazionedella salma del santo di Pietrelci-na, e, agli aiutanti, di aprire il se-

polcro e di esumare il cor-po del venerato Padre.

Nella cripta regna sovrano

quei COLPIdi martello

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il silenzio. Molti pregano con lacorona tra le mani. Gli occhi ditutti sono fissati su quella mac-chia di cemento bianco che, illu-minata da potenti riflettori, spiccasul pavimento. Si odono i primicolpi di martello e di scalpellolungo i bordi delle traverse. Salta-no le prime schegge di cemento. Sono momenti di grande emo-zione, scanditi da quelle vibrazio-ni metalliche che si propagano eraggiungono il cuore di ognuno. Non appena due leve sollevano ilprimo elemento, l’occhio della te-lecamera coglie e trasmette suimonitor le prime immagini diuna estremità della bara. Una do-po l’altra vengono tolte, con evi-denti sforzi, le altre traverse. Il coperchio della cassa d’acciaioora appare in tutta la sua interez-za. Il Crocifisso e la targa hannoun colore verdognolo. Sono ossi-dati. Colgo una smorfia di disappuntosul volto di un “esperto”, che conpreoccupazione dice fra sé: «C’èumidità!». Con ganci e corde possenti la baraviene sollevata di peso dal mini-stro generale dell’Ordine, fr. Mau-ro Jöhri; dal ministro provinciale,fr. Aldo Broccato; dal delegato del-l’Arcivescovo, fr. Francesco Cola-celli; dal notaio attuario, fr. France-sco Dileo; dai definitori provincia-li, fr. Francesco Langi e fr. GianMa-ria Di Giorgio; dal guardiano delconvento di San Giovanni Roton-do, fr. Carlo Maria Laborde e dalcomponente della commissionedei frati per la ricognizione, fr.Mariano Di Vito. Quando risale in superficie è ac-colta da un prolungato applauso. Mani protese, lagrime di commo-zione, mute richieste di grazie. Il Padre, “fisicamente”, è di nuovotra i suoi confratelli, tra i suoi figlispirituali, tra i suoi devoti. Ecce-zionali, indimenticabili, fugacimomenti di Cielo! Sono le ore 23 e 19 minuti.

L’APERTURA DEL SEPOLCRO DI PADRE P IO.

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Istituito e presieduto dall’Arcive-scovo di Manfredonia-Vieste-SanGiovanni Rotondo, mons. Do-menico Umberto D’Ambrosio,

Delegato della Santa Sede per ilSantuario e le Opere di Padre Pio, ilTribunale Ecclesiastico per l’esuma-zione e la ricognizione canonica delcorpo di san Pio da Pietrelcina ècomposto da fr. Francesco D. Co-lacelli, sacerdote cappuccino con ilruolo di delegato dell’Arcivescovo;don Michele Nasuti, del clero dioce-sano con l’incarico di promotore digiustizia e da fr.Francesco Dileo,nota-io attuario.La loro nomina è contenu-ta nel decreto di mons. D’Ambrosio,firmato la mattina del 28 febbraio2008 e letto la sera dello stesso gior-no, durante la cerimonia del relativoinsediamento, dal Cancelliere dellaCuria di Manfredonia-Vieste-San Gio-vanni Rotondo, don Matteo Tavano.

IL TRIBUNALEECCLESIASTICO

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La cassa, adagiata su un carrelloricoperto di velluto beigee posizio-nata nell’area est della cripta, vie-ne ora portata davanti all’Arcive-scovo il quale, coadiuvato dal pro-motore di giustizia e dal notaio at-tuario, infrange i sigilli apposti lasera del 26 settembre 1968, dopoaverne controllata l’integrità. L’ansia, acuita dall’attesa, diventainsostenibile mentre gli stagnini,con appositi arnesi, tagliano infretta i bordi perimetrali della se-conda cassa di zinco. Alle ore 23, 30 mons. D’Ambrosio,il ministro generale e il ministroprovinciale sollevano la lamina dicopertura. Tutti sperano di rivedere, sempreattraverso le immagini trasmessedalla telecamera, le amate sem-bianze del Padre. Ma, ahimé!, ilcristallo che le proteggeva è offu-scato da migliaia di gocce di con-densa. Sembrano le lagrime di co-

loro che si sono fermati in preghie-ra su quella tomba, per sfogare leloro pene e chiedere l’aiuto del Pa-dre…, invece…, sono la conse-guenza dell’umidità. Quell’umi-dità dell’intonaco fresco con cuiera stato “apparecchiato” il loculo,

nel settembre di quarant’anni fa.Quell’umidità che aveva fatto ap-pena trasalire il medico “esperto”pensando ai danni che avrebbepotuto arrecare al corpo di san Pio.L’Arcivescovo incensa le reliquieal canto del Te Deum. Poi, mentrevengono intonate le litanie deiSanti, insieme a fr. Francesco Cola-celli, a fr. Francesco Dileo e a donMichele Nasuti, accompagna labara in un luogo stabilito per la ri-cognizione e la sistemazione deiresti di Padre Pio. La telecamerane porta in primo piano la partesuperiore, ma il cristallo appanna-to fa solo immaginare la sagomadel Padre. Una sorta di delusione aleggia trai presenti, che, non avendo potutorivedere le venerate spoglie a cau-sa della condensa, ora rimangonoin attesa di conoscere lo stato incui si trovano le reliquie del Santo.Infatti, i periti, in separata sede, ri-mossa la lastra di cristallo, stannoprocedendo ad una prima, som-maria ispezione del corpo.Quando ricompare, l’Arcivescovosoddisfa la generale curiosità e co-munica che sono stati rilevati mol-ti segni di una buona conservazio-ne dei resti mortali di san Pio. Maun processo di saponificazione,dovuto alla cattiva allogazione inun ambiente sepolcrale umido, ha

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« »LA PREGHIERA È DIVENUTA INTENSA, CORALE.

danneggiato il cranio e gli artisuperiori, che risultano in partescheletriti. Sono visibili però lesopracciglia, la barba, i denti, ilmento «perfetto», le mani, le un-ghie. «Le restanti parti presenta-no i tegumenti adesi ai piani sot-tostanti e molto umidi, ma su-scettibili di trattamento conser-vativo. Buone, invece, le condi-zioni di un ginocchio e degli artiinferiori». E precisa che quandoè avvenuta la tumulazione del

corpo di Padre Pio, «l’intonacodel sepolcro era molto fresco edha trasmesso un’eccessiva umi-dità».Il Ministro generale dell’Ordinedei frati minori cappuccini, fr.Mauro Jöhri, al microfono, bene-dice il Signore Dio ed eleva a Luila sua preghiera di ringrazia-mento per aver conservato ilcorpo di Padre Pio, quel corporitenuto degno di portare i segnidella Passione di Cristo.

Per l’esumazione e la ricognizione canonicadelle spoglie mortali di san Pio da Pietrelcina,con lo stesso decreto dell’Arcivescovo

mons.Domenico U.D’Ambrosio,emesso il 28 feb-braio 2008, è stata nominata la Commissione deiperiti formata dai dottori: Orazio Pennelli, medicolegale, sovrintendente e direttore dell’area sanitariadella Fondazione “Istituto San Raffaele – G.Giglio”di Cefalù; Luigi Pacilli, specialista in Igiene, Medicinapreventiva e Statistica sanitaria, direttore sanitariodella Casa Sollievo della Sofferenza;Nicola Silvestri,medico legale, direttore sanitario dell’ASL diBarletta-Andria-Trani; Michele Bisceglia, anatomopatologo di Casa Sollievo della Sofferenza eNazzareno Gabrielli, perito del Vicariato di Romaper la conservazione dei santi, biochimico in servi-zio presso la Santa Sede,che ha già trattato i corpidei papi Giovanni XXIII,Pio IX,Pio X e di numero-si santi e beati tra cui don Luigi Orione, i coniugiBeltrame-Quattrocchi,Chiara d’Assisi,Giovannidella Croce e Francesca Saverio Cabrini. Gli stessisono affiancati, per le incombenze materiali daGiovanni Di Modugno,Vincenzo Masciaveo,NunzioLadogana, Matteo Marinaro, Raffaele Mischitelli e ifratelli Giovanni,Michele e Antonio Valerio.

LA COMMISSIONE DEI PERITI

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Infine l’Arcivescovo alza su tuttiil suo braccio per la benedizione.Poi, chiesta ed ascoltata la lettu-ra del verbale delle operazionisvolte, congeda l’assemblea, chesi scioglie a malincuore.Pensoso, mi fermo per qualcheattimo davanti al sepolcro vuo-to. E parmi di sentire una voceche mi sussurra: «Non è più qui,l’hanno portato via!».

Alla cerimonia del 2 marzo 2008 sono interve-nuti, tra pochi altri, gli otto figli dell’unica nipotevivente del Santo, Pia Forgione: Maria Giuseppa,Alfonso, Rachele, Orazio, Maria Pia,Tarcisia,Michele e Pio; Pio Masone, nipote di FelicitaForgione, sorella di Padre Pio; Consiglia DeMartino,la donna di Salerno guarita per interces-sione di Padre Pio dalla rottura traumatica deldotto toracico, il cui miracolo è servito alla bea-tificazione del venerato Padre; Matteo PioColella,il ragazzo di San Giovanni Rotondo affet-to da una sindrome multiorgano scatenata dauna meningite, la cui guarigione scientificamenteinspiegabile è stata dichiarata “miracolo” utile perla canonizzazione di Padre Pio.Erano presenti le seguenti autorità religiose:mons. Francesco Pio Tamburino, arcivescovometropolita di Foggia-Bovino; mons.AndreaMugione,arcivescovo metropolita di Benevento;mons.Domenico Cornacchia,vescovo di Lucera-Troia; mons.Antonio Santucci, vescovo emeritodi Trivento, mons. Juan Rodolfo Laise, vescovoemerito di San Luis (in Argentina), il ministro ge-nerale dell’Ordine dei Frati Cappuccini, fr.MauroJöhri; il vicario generale, fr. Felice Cangelosi, il po-stulatore generale, fr. Florio Tessari ed i membridel Definitorio Generale.

GLI INTERVENUTI

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