ETTURA PISTOLA ANGELO AVVISI PARROCCHIALI ANGELO · l’amico che annuncia la venuta dello Sposo ed...

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LA GIOIA DI ANNUNCIARE IL MESSIA CHE VIENE LETTURA: Isaia 30,18-26; EPISTOLA: 2a Lettera ai Corinzi 4,1-6; VANGELO: Giovanni 3,23-32 Alcuni discepoli del Battista riconoscevano il Messia nel loro maestro, e non in Gesù. Nel VANGELO, infatti, quei discepoli sono in subbuglio perché si accorgono che anche Gesù battezza, non solo Giovanni; e “tutti accorrono a lui”. E lo vanno a riferire al Battista, scandalizzati. Giovanni non fa giri di parole. Si erano forse dimenticati che già in passato aveva detto di sé che non era lui il Messia, ma solo uno che preparava la strada? E tutto ciò gli dava gioia, come ha gioia l’amico dello sposo che organizza la festa allo sposo. Giovanni dice con chiarezza a chi bisogna volgere lo sguardo, a chi dedicare la vita: a Gesù! Il pericolo di dare più importanza ad altro o ad altri, è sempre attuale: ad esempio, dove certi santi o certe rivelazioni private ricevono più attenzione di Gesù e del Vangelo. A Giovanni fa eco Paolo nella EPISTOLA ai Corinzi. “Noi infatti” scrive “non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi siamo i vostri servitori a causa di Gesù”. Come dicesse: il nostro compito in mezzo a voi, la nostra missione, la nostra passione è che voi siate intimamente convinti che la gloria di Dio risplende sul volto di Gesù. In questa luce riprendiamo un passaggio della LETTURA di Isaia. È una promessa. Anche per i giorni di afflizione e di tribolazione. Eccola: “Non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro”. Gesù è il maestro. E ci ha messo in guardia dall’appropriarci di questo titolo: “Ma voi non fatevi chiamare rabbì’, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate ‘padre’ nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare ‘guide’, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo” (Vangelo di Matteo 23,8-11). È una dimensione da recuperare, una dimensione bellissima, quella di sentirci tutti discepoli nella Chiesa, dal primo all’ultimo. Tutti fratelli. L’altra immagine di Isaia è quella della strada, che è bello attribuire a Gesù: il Battista lo indica come una strada. Era scritto in Isaia: “i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: ‘Questa è la strada, percorretela’, caso mai andiate a destra o a sinistra. Perché Gesù è un maestro che cammina, un maestro per le strade, ma soprattutto è lui una strada, è una strada con la sua vita. A differenza di coloro che sono immobili nei loro pensieri e nel loro stile di vita. Tu ascolti Gesù, le sue parole, ed è come se ti si aprisse una strada. Una strada da percorrere. Gesù, il Maestro, non ha lasciato suoi scritti. Nel vangelo non si parla di Gesù che scrive, se non in un giorno in cui scrisse e non sappiamo che cosa sulla sabbia (vedi Vangelo di Giovanni 8,1-11): stava piegato a terra, e dal basso guardava con tenerezza infinita una donna adultera, che sembrava un pulcino spaventato sotto gli occhi spietati dei suoi implacabili accusatori. Nessuno sa che cosa scrisse. Il vento soffiò sulla sabbia e si prese le parole, quelle scritte sulla sabbia. Ma non si prese le parole scritte nei suoi occhi, nel suo sguardo. Maestro e strada. Maestro con i suoi occhi. Un lago di misericordia. (Riduzione da Angelo Casati)

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PARROCCHIA S. DOMENICO SAVIO MILANO

AVVISI PARROCCHIALI

via Rovigno 11/A – tel 02.2893765 - www.domenicosaviomi.it

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Giovanni Battista è il Precursore del Signore, colui che è «stato mandato avanti a lui»,

l’amico che annuncia la venuta dello Sposo ed «esulta di gioia alla sua voce». La

liturgia ci chiama a contemplare la salvezza operata da Dio: «Il Salvatore sta per

venire nello splendore della sua gloria». Teniamo dunque vivo il sentimento della

vigilanza, perché «la nostra redenzione è vicina, l’antica speranza è compiuta; appare

la liberazione promessa e spunta la luce e la gioia dei santi».

Ore 10.00 S. Messa animata dai bambini/e del 4° anno di catechesi

Ore 15.30 in CHIESA PARROCCHIALE Ingresso libero

ULTIMI GIORNI BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE :

Lunedì 17 Via Monte Lungo 10 - Puecher 9 sc. A - Tofane 1, 41, 45

Martedì 18 Bertelli 2 - Rovigno 4, 11, 12, 26

Mercoledì 19 Via Puecher 9 sc. B - Rovigno 14

Giovedì 20 Via Tofane 31

GIOVEDÌ 20 Ore 21 In Oratorio: Lettura della Parola di Dio

SABATO 22 Nel pomeriggio confessori a disposizione

DOMENICA 23 DOMENICA DELL’INCARNAZIONE /

DIVINA MATERNITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

16 DICEMBRE 2018

QUINTA DOMENICA DI AVVENTO Il Precursore INIZIA LA NOVENA DI NATALE

LA GIOIA DI ANNUNCIARE IL MESSIA CHE VIENE LETTURA: Isaia 30,18-26; EPISTOLA: 2a Lettera ai Corinzi 4,1-6; VANGELO: Giovanni 3,23-32

Alcuni discepoli del Battista riconoscevano il Messia nel loro maestro, e non in Gesù. Nel

VANGELO, infatti, quei discepoli sono in subbuglio perché si accorgono che anche Gesù

battezza, non solo Giovanni; e “tutti accorrono a lui”. E lo vanno a riferire al Battista,

scandalizzati. Giovanni non fa giri di parole. Si erano forse dimenticati che già in passato

aveva detto di sé che non era lui il Messia, ma solo uno che preparava la strada? E tutto

ciò gli dava gioia, come ha gioia l’amico dello sposo che organizza la festa allo sposo.

Giovanni dice con chiarezza a chi bisogna volgere lo sguardo, a chi dedicare la vita: a

Gesù! Il pericolo di dare più importanza ad altro o ad altri, è sempre attuale: ad esempio,

dove certi santi o certe rivelazioni private ricevono più attenzione di Gesù e del Vangelo.

A Giovanni fa eco Paolo nella EPISTOLA ai Corinzi. “Noi infatti” scrive “non annunciamo noi

stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi siamo i vostri servitori a causa di Gesù”.

Come dicesse: il nostro compito in mezzo a voi, la nostra missione, la nostra passione è

che voi siate intimamente convinti che la gloria di Dio risplende sul volto di Gesù.

In questa luce riprendiamo un passaggio della LETTURA di Isaia. È una promessa. Anche

per i giorni di afflizione e di tribolazione. Eccola: “Non si terrà più nascosto il tuo maestro; i

tuoi occhi vedranno il tuo maestro”. Gesù è il maestro. E ci ha messo in guardia

dall’appropriarci di questo titolo: “Ma voi non fatevi chiamare ‘rabbì’, perché uno solo è il

vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate ‘padre’ nessuno di voi sulla terra,

perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare ‘guide’, perché

uno solo è la vostra Guida, il Cristo” (Vangelo di Matteo 23,8-11). È una dimensione da

recuperare, una dimensione bellissima, quella di sentirci tutti discepoli nella Chiesa, dal

primo all’ultimo. Tutti fratelli. L’altra immagine di Isaia è quella della strada, che è bello

attribuire a Gesù: il Battista lo indica come una strada. Era scritto in Isaia: “i tuoi orecchi

sentiranno questa parola dietro di te: ‘Questa è la strada, percorretela’, caso mai andiate

a destra o a sinistra”. Perché Gesù è un maestro che cammina, un maestro per le strade,

ma soprattutto è lui una strada, è una strada con la sua vita. A differenza di coloro che

sono immobili nei loro pensieri e nel loro stile di vita. Tu ascolti Gesù, le sue parole, ed è

come se ti si aprisse una strada. Una strada da percorrere.

Gesù, il Maestro, non ha lasciato suoi scritti. Nel vangelo non si parla di Gesù che scrive,

se non in un giorno in cui scrisse – e non sappiamo che cosa – sulla sabbia (vedi Vangelo

di Giovanni 8,1-11): stava piegato a terra, e dal basso guardava con tenerezza infinita

una donna adultera, che sembrava un pulcino spaventato sotto gli occhi spietati dei suoi

implacabili accusatori. Nessuno sa che cosa scrisse. Il vento soffiò sulla sabbia e si prese

le parole, quelle scritte sulla sabbia. Ma non si prese le parole scritte nei suoi occhi, nel

suo sguardo. Maestro e strada. Maestro con i suoi occhi. Un lago di misericordia.

(Riduzione da Angelo Casati)