Etica laica e religiosa dei trapianti di organo · l’Associazione Italiana per la Donazione di...

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EticalaicaereligiosadeitrapiantidiorganoMedicinaetradizionireligioseInduismo•Buddhismo•Ebraismo•Cristianesimo•IslamUN’INIZIATIVADI

CONILCONTRIBUTODI

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©settembre2018,VENERANDABIBLIOTECAAMBROSIANA,AME(AssociazioneMedicaEbraica),COREIS(ComunitàReligiosaIslamicaItaliana),OPI(OrdineProfessioniInfermieristiche)Milano,Lodi,MonzaeBrianza.

GliEntipromotorirestanoadisposizionedeglieventualidetentorididirittid’immaginenonindividuatiochenonsiastatopossibileraggiungereperl’assolvimentodegliobblighidilegge.

www.prendercicura.it

ComitatodegliEntiPromotori:PasqualinoD’Aloia,PierFrancescoFumagalli,GiorgioMortara,Abdal-SaburTurrini.

ComitatoScientifico:AntonioAngelucci,FilippoMariaBoscia,LailaCortese,ElisaCrotti,PasqualinoD’Aloia,MariaLuisaDeNatale,IlhamAllahChiaraFerrero,AlessandraForni,SergioFucci,PierFrancescoFumagalli,StefaniaGanassin,IlenyaGoss,PaoloInghilleri,TenzinKhentseCesareMilani,GiorgioLambertenghiDeliliers,ClaudiaMilani,GiorgioMortara,YahyaPallavicini,GiuseppePlatone,AlbertoScanni,PaoloSciunnach,RosannaSupino,Abdal-SaburTurrini.

ComitatodiRedazione:ElisaCrotti,IlhamAllahChiaraFerrero,RosannaSupino.

Progettograficoeimpaginazione:GenesiCommunicationDesign(www.genesicom.com)

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SommarioPrefazioneacuradelComitatoScientificoIPC

IntroduzionediGiorgioLambertenghiDeliliers

I.Sintesiscientificaeeticamedica

Lamedicinadeitrapiantidiorgano

LucioCaccamo

LaCartadeiPrincipidelledonazioniedeitrapiantiNordItaliaTransplantprogram

IlcommerciodiorganiGiovanniRavasi

LecellulestaminaliGiorgioLambertenghiDeliliers

II.L’apportodelletradizionireligiose

InduismoSvaminiHamsanandaGhiri

BuddhismoMonacoTenzinKhentse

EbraismoRavPaoloMordechaySciunnach

Cristianesimo-ChiesaCattolicaPalmaSgreccia

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IslamYusufAbdalHakimCarrara

III.AppendiceCartadellebuonepraticheperilpluralismoreligiosoel’assistenzaspiritualeneiluoghidicuraComitatoscientificoIPC

PresentazionedegliAutoriedelComitatoScientifico

Seminarirealizzati

Contattiutili

Bibliografia

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PrefazioneAlla luce dell’avanzamento della ricerca scientifica, la pratica delledonazioni di organi e dei trapianti pone sempre nuovi interrogativi dinatura etica e religiosa. Prosegue così con questo volume il lavoro diconfrontotrarealtàprofessionalidellasaluteerealtàreligioseinmeritoaitemidellabioetica.Intalsensosonostaticoinvolticolorochedaannisi occupano dell’argomento da un punto di vista medico edell’assistenza, come il Nord Italia Transplant program (NITp) el’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule(AIDO), assieme ad esperti, credenti e autorità indù, buddhiste, ebree,cristianeemusulmane.

Lediversetradizionireligiosemostranodifrontealledonazionidiorganie ai trapianti atteggiamenti di apertura, a patto del rispetto di precisivalorimoralieregole,simbolodeldialogocostantecheesistetrascienzemedicheereligioni.Forsesipotrebbedirechenonsitrattaneppurediuntema recente, impostosi all’opinione pubblica a partire dagli anniSessanta, ma presente anche nelle storie di molti santi e miracoliriguardanti la trasformazione del corpo in virtù di una discesa dellaGrazia.Nei confronti di tutto ciò ilmondodella scienzamostra le sueperplessità, il suo “non credere”, a cui talvolta si contrappongono imedicicredenti.Unabattagliadiideeeposizionichenonsempreaiutalacrescitaelosviluppodiun’eticacondivisa.Selereligionihannoillorodafareacontrastarecolorochesfruttanoaspettifenomeniciconpresuntipoteridiguarigionecontrabbandandoliperrealtàspirituali,sarebbeutilechelascienza,dapartesua,nonesasperasselerealtà“biologiche”come“auto-sussistenti” e indipendenti da tutto. Per il bene dell’umanità èdavveronecessarioundialogo, così che le futuregenerazioni sappianomantenereunacontinuitàconleproprieradici.

Adesempio,seperalcunilacondizionesufficienteperilprelievodegliorgani è rappresentata dalla morte cerebrale, diverse autorità religioseconsiderano ancora la centralità del cuore come l’elemento vitale diriferimentodell’essereumano.Losforzodafareanchequinoncisembraquello di contrapporre evidenze scientifiche a speculazioni filosofiche,bensìdisaperleggerenellereligioniinsegnamentiingradodicustodirenegli uomini e nelle donne quella scintilla divina a cui appunto le

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religioni hanno la funzione di ricollegarsi. In alcune religioni, il cuorevieneconsideratoilluogodellapresenzadiDioadifferenzadelcervelloilcuiruoloèsubordinato.

Attualmentecolorocheliberamentescelgonodidonareunoopiùorganipossono portare beneficio a più riceventi grazie a sinergie tra strutturesanitarieeprogettimultiregionali.Inoltre,èimportantericordarechegliesiti positivi dei trapianti sono resi possibili grazie a standard rigorosidelle struttureautorizzateealla sensibilitàdiprofessionisti competenti.Rimane forse poco diffusa un’informazione precisa su come e doverilasciare il consenso alla donazione degli organi – anche se leassociazionidivolontariatocontinuanonellalorooperadiinformazione–e sucomepreparare i familiariagestirequestaeventualità. Il fattoretempo,infatti,èessenzialepermettereinmotolediverseéquipechesidevonointerfacciaree,spesso,ladeterminazionedeiparentipuòfareladifferenza per l’effettivo avvio di questa complessa procedura. Neicomuni italiani è stata introdotta la possibilità di rilasciare il consensoalla donazione degli organi nel momento del rinnovo del documentod’identità, ma coloro che non ne sono informati rimangono alquantostupitidiriceveretalerichiestaaccantoaquellasulcoloredegliocchiesultipodiprofessione.

Forsemaicomeoggiilmondodellascienzasitrovadifronteadilemmichenonriguardanotantol’eticadellaricercaeirelativiprotocolli,maunnuovoattorechesièintromessonelladinamicadicuraenelrapportotramedicoepaziente.Sitrattadelmercatointesoneisuoicondizionamentilegatialdenaro,allacostruzionedelladomandaedell’offertaepersinoall’accelerazionedeitempidicura.

Ilcommerciodiorganieilturismodeitrapiantiponeallenostresocietàinterrogativi significativi, che spesso vengono liquidati addossando leresponsabilità a Paesi non occidentali, cadendo nelle solite logiche dicontrapposizione tra “Paesi avanzati” e “Paesi poveri”. Le migrazioniraccontano storie di coloro che vendono parte di sé per affrontare i“viaggidellasperanza”opercontribuireaiviaggidiparenti.All’unisonolereligioniricordanocomeDiosiailmotoredellavitache,alcontrario,sevienemanipolataconduceallamercificazionedelcorpo.

La comunità scientifica si interroga su come disciplinare, attraverso

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l’eticamedica, l’usodiapplicazionifruttodirecentiscoperte legate,adesempio, alle cellule staminali. Si tratta di una nuova speranza chesembra prefigurarsi attraverso lamedicina rigenerativa per costruire inlaboratorio alcuni tessuti da poter impiantare direttamente sugli organimalati.Unmodoperscavalcareiproblemilegatialdonatore–equindila questione della determinazione dellamorte –ma che pone in realtàuna questione ancora più delicata sulla pretesa creazionista da partedell’uomo. Sulle cellule staminali tutte le religioni concordano suldivieto di produrre embrioni umani per il solo scopo della ricerca.Alcune realtà scientifiche delmondo ebraico e islamico consentono laricerca sulle cellule staminali a partire dagli embrioni soprannumeraricongelatiperlaprocreazionemedicalmenteassistita(PMA).

Sarebbeconveniente,pertanto,uncomuneimpegnoaconciliareistanzeetiche,civiliescientifichepercercaredirispettareinsiemeladignitàdiogni essere umano, di qualsiasi o di nessuna fede, ridando senso allamalattia, alla cura, alla vita e alla morte senza pretese di immortalitàterrena, ma con la speranza che rinasce quando si trova il senso delpropriodestino.

GraziealcontributodelCentroStudiGrandeMilano,dellaFondazioneCariplo e dell’autofinanziamento da parte degli Enti promotori,Veneranda Biblioteca Ambrosiana, AME (Associazione MedicaEbraica),COREIS(ComunitàReligiosaIslamicaItaliana)eOPI(OrdineProfessioniInfermieristiche)Milano,Lodi,MonzaeBrianza,èpossibileuna distribuzione gratuita di questo volume in formato cartaceo edigitale.

Inappendicealvolumeabbiamoinoltrevolutopubblicareunasintesidellavorosvoltoapartiredal2015,una“Cartadellebuonepraticheper ilpluralismo religioso e l’assistenza spirituale nei luoghi di cura” perincrementareladiffusionediunaculturadell’accoglienzachenonsegualelogichedell’improvvisazionenéquelledell’arroccamentoidentitario.Milano,30novembre2018

IlComitatoscientificodiInsiemeperPrenderciCura

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IntroduzioneInquestianniilprogressoscientificoinmateriadidonazionietrapiantièstatocosì rapidocheha trovato impreparate l’etica, ildiritto, lasocietàcivileelereligioni.Iprimiprogrammiditrapiantodadonatoredecedutosonopartiti alla finedegli anniSessanta.Unaprimaquestioneeticahacominciato a porsi nel 1968 quando un rapporto dell’Università diHarvard introduceva per la prima volta il concetto di morte cerebralesvincolato dall’arresto cardiaco. Da allora, il prelievo di organi vieneeseguito a cuore battente, dopo che la morte dell’individuo sia stataaccertata con i criteri neurologici, previsti dalla legge 578 del 1993 erelativo Decreto Applicativo 582 aggiornato l’11 aprile 2008.Nonostante il fatto che le evidenze scientifiche confermino che lacessazione irreversibile delle funzioni dell’encefalo corrisponda allamorte dell’individuo, nel tempo sono state proposte da fonti diversealcuneposizionichemettonoindiscussionequesteevidenze.

Nel 2005 un interessante articolo pubblicato sull’Osservatore Romanoannunciava che alcuni specialisti neurologi, giuristi e filosofisostenevanochelamortecerebralenonpuòconsiderarsiatuttiglieffettimorte certa, nonostante il fatto che, anche quando la morte vieneaccertataconilcriterio“cardiaco”sifariferimentoalfattochel’arrestodel cuore per 20minuti determina un danno irreversibile all’encefalo.Negliultimiannisièripresoapraticareprelievidasoggettidecedutiperarrestocardiacoirreversibile,quindiacuorefermo–cosìcomesifacevaagli inizi della storia dei trapianti – ma questo avviene solo in alcuniospedali, in quanto le complessità organizzative di questo tipo diprelievo sono maggiori, e non tutti gli ospedali sono attrezzati pereseguirli.

Un altro aspetto dei trapianti è costituito dai prelievi di organi dadonatoriviventi.InItalialadonazionedaviventeèconsentitadal1967,annodipromulgazionedella legge458;adesempio il trapiantodi reneda donatore vivente è una pratica consolidata, che avviene nel rispettodellalegge,edattraversoprocedure,comelaverificadellaCommissionediParteTerza,che tutelano la liberasceltadeldonatoreegarantisconol’assenzadipressionipsicologicheodialtranatura.Ladonazionedirenedaviventeèunaprocedurachesiaffiancaalladonazionedacadavere,e

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contribuisce amigliorare le possibilità di trapianto dei pazienti in listad’attesa,nelrispettodegliaspettieticisottesi.

Nel caso in cui la donazione di rene da vivente non sia possibile perincompatibilità immunologica della coppia donatore-ricevente, èpossibile accedere al programma nazionale di donazione incrociata, o“crossover”,nelqualesiincrocianotralorolecoppiedonatore-riceventeinmodo da formare coppie immunologicamente compatibili, anche senonimparentateolegateaffettivamente.

Ladonazionesamaritanaèunparticolare tipodidonazionedavivente,nella quale una persona decide in tutta libertà di donare un rene allacomunitàdeipazientiinattesaditrapianto,nonconoscendoilriceventeesenzanessunaformadicompenso.LadonazionesamaritanainItaliaèconsentita previa accurata valutazione psicologica del candidato everifica delle sue motivazioni, con l’obiettivo primario di garantire latutela del donatore.La prima donazione samaritana nel nostro Paese èavvenuta nel 2015, ed ha consentito di eseguire 5 trapianti di rene,attraversol’attivazionedelprogrammanazionaledidonazioneincrociataedell’effettodominochenevienegenerato.

Talepraticahasuscitatoparerinegatividaisostenitoridellaviaordinariadel prelievo di organi da cadavere. Il rischio è quello di favorire ilcommerciodegliorgani,condonatoriviventichesioffronosoloperchécostretti da situazioni drammatiche, come la povertà o la condanna amorte,comepurtroppoèstatodimostratoinalcuniPaesiextra-europei.

Viceversanonesistonoproblemidiordineeticoperitrapiantidicellulestaminali emopoietiche, prelevate da un organo come il midollo cheproducegli elementi del sanguecircolante.Un intervento chedamoltiannihaormaiassuntoun ruolodiprimopianonella terapiadei tumoridel sangue, in particolare leucemie, linfomi e mieloma multiplo, chespessononrispondonoai trattamentichemioterapici.Ilmeritoèdovutoin gran parte al progressivo aumento dei donatori volontari iscritti alle“banchedimidollo”,acuisirivolgonoipazientichenondispongonodiun fratello o sorella perfettamente uguali, ed alla recente possibilità diutilizzareanchefamigliaricompatibilisoloametà(icosiddettitrapianti“aploidentici”), come cugini, padre o madre. Un’alternativa allamancanzadidonatorivolontariodellafamiglia,sonolecellulestaminali

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del cordone ombelicale raccolte al momento della nascita con ilconsenso dellamadre. Oggi esistono nelmondo occidentale numerose“banchedi cordone” tra lorocollegatedaun“network” internazionale,alle quali possono attingere pazienti anche adulti. L’introduzione dinuovifarmaciharidottosignificativamentelecomplicanzedeltrapiantodi organi o cellule staminali, come le infezioni, gli effetti tossici dellachemio-radioterapia, il rigetto e soprattutto la cosiddetta “malattiatrapianto verso ospite”, causata dall’aggressione immunologica deilinfocitideldonatorenonsolocontrolecellulemalate(effettopositivo),maancheverso i tessuti sanidelpaziente ricevente.Grandi aspettativevengonoanchedalla capacitàdelle cellule staminali di riparare i dannifunzionalideidiversiorganiotessuti.Sitrattadellacosiddetta“medicinarigenerativa”cheoggitrovaapplicazionisoprattuttonellemalattiedellacute,dellacornea,delcuore,deltessutonervosoescheletrico.Ilfuturosono però le cellule staminali embrionali che, per la loro capacità digenerareinlaboratorioqualsiasitipodicellula,potrebberorappresentarelasoluzionedimoltemalattie,soprattuttoquelledegenerativedeltessutonervoso.Negliultimiannilaricercahafattopassiavantipersuperareiproblemi etici legati all’uso delle cellule embrionali con le cosiddette“cellule staminali indotte” (iPS), nella speranza di poter un giornosostituirequalsiasitessutooorganomalato,fabbricandoloinlaboratorio.Un altro tipo di approccio trapiantologico, ancora sperimentale, ècostituito dagli xenotrapianti, cioè i trapianti di organi provenienti daanimali, in particolare suini da cui si ricavano fegato, cuore e reni.Ledifficoltà nascono dal fatto che gli organi degli animali, oltre a creareproblemi di competenza immunologica, sono fonte di infezioni virali.Pertanto recentemente, grazie a nuove tecnologie, è stato possibileutilizzare embrioni suini i cui geni, virali o anomali, vengono spentiattraverso metodiche di ordine biologico, così da ottenere organi datrapiantare privi di rischi per il ricevente. La nuova frontiera dellatrapiantologia è rappresentata anche dagli organi artificiali, cioèdispositivimeccanici,elettrici,elettroniciochimico-fisici,progettatidabioingegneri per sostituire o cooperare all’attività di un organoammalato.Unfuturoimmaginatodavverovicino.

GiorgioLambertenghiDeliliers

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LamedicinadeitrapiantidiorganoLucioCaccamo

Lamedicinadeitrapiantinascenel’900.Itrapiantidiorganoinizianoadaffacciarsiallaclinicaneglianni’30,masaràsolodallafinedeglianni’60cheinizierannoadessereapplicati,finoadentrarepienamentenellapraticamedicadaglianni’90.Questopercorsochedallesperimentazioniè giunto al riconoscimento di una strategia terapeutica che consente laguarigione da malattie altrimenti mortali, è frutto della ricerca che hamigliorato le conoscenze circa l’immunologia del rigetto degli organiconsentendo di sviluppare farmaci immunosoppressori efficaci, delleinnovazioni tecnologiche che hanno contribuito a migliorare lediagnostica e la chirurgia, e della disponibilità degli organi a seguitodella crescente sensibilizzazione al tema della donazione nellapopolazione.Tuttaviaancorarimanetantodafare.

InItaliaitassidiopposizionealladonazionedegliorganisonostabilineltemposuscalanazionale,dovelamediadaunlatosigiovadiunabuonadisponibilitàalladonazionenellamaggioranzadelle regioniedall’altrovienepenalizzatadalpersisteredielevate–sebbenefluttuantineltempo– percentuali di opposizione alla donazione in alcune aree del Paese.Anchel’impattodellenotizie,cheperiodicamentecatturanol’attenzionepubblica verso il mondo dei trapianti e quello della donazione, risultacomunemente riverberato nei tassi di disponibilità alla donazione, ariprovacheiltemaaccende–inunversoenell’altro–l’attenzionedellapopolazione.Difattononsièancoraraggiunto lostadiodellamaturitànella presa di coscienza che il trapianto salva la vita e che senza ladisponibilità alla donazione degli organi i malati muoiono. Manca lapercezione intima che con la morte del proprio caro si possa talvoltacontribuireinmanierasignificativaalbenesserediterzi,cosìrafforzandoilpattosocialechestaallabasedellaconvivenzacivile.

In questo stadio di disponibilità di una risorsa che è intrinsecamentelimitata, i medici sono chiamati a gestire l’offerta attraverso strategierestrittivevolteallaricercadiunrisultatoilmigliorepossibilesullabasedellatipologiadioffertadisponibile:tantimenoorganisonodisponibili,tantopiùstrette sono le selezioniper l’ingressonella listadiattesaper

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trapianto.Chièildonatorediorgani?Comesidiventadonatore?

Idonatoripossonoesserepersonedeceduteoppureesseriviventi,malalorodefinizioneèdifferenteasecondadellaNazionechevienepresainesame.LelegislazionisultemadelladonazionecambianoeriflettonolastoriaciviledelPaese.NellaCinamoderna,amo’diesempio,siritienechepersista–sebbenesenzalavisibilitàcheavevaraggiuntonelpassato-la pratica di utilizzare gli organi dei soggetti condannati alla penacapitale,intalmodofacendosì–nell’otticasociale-chevengaripagatoalla società il torto che il reo aveva messo in atto. La comunitàscientificahadatempocondannatoquestapratica–cheoriginaperaltrodallecondanneamorte…-esisperachelacosaperdaterrenoneltempo.Anche le pratiche di donazione da vivente consenziente di organi nonsalvavita (reni, fondamentalmente) mediante una contrattazioneeconomica tra chi dona l’organo e chi riceve il trapianto è statacondannatadalmondoscientificodeitrapiantiattraversoladichiarazionediIstanbulsottoscrittanel2008.Tuttaviailmondodelcommerciodegliorgani e quello del turismo dei trapianti rimane ancora un floridomercatoperattivitàcheinalcuniStatisonosvoltenelsommersoperchéillegali, ma in altri rimangono disponibili alla luce del sole in quantolecite. Va da sé che in queste situazioni ciò che si realizza è unosfruttamento della povertà: è l’indigente che vende un suo rene –ricevendo in cambio una somma che lo rende benestante ma chedifficilmentelofaràuscirepersempredallapovertà-abeneficiodiunricco, che compra la propria salute come si compra lo smartphone diultimogrido.

In Italia i trapianti sono svolti all’internodelleprestazioni riconosciutedal servizio sanitario nazionale e pressoché tutti i centri trapianti sonosituatiinospedalipubblici.Abbiamoleggichecodificanoneldettaglioladonazione degli organi che può concretizzarsi secondo le seguentimodalità:

Da donatori familiari viventi (esclusivamente per il rene ed ilfegato) consenzienti, maggiorenni, sani e che dispongano dellacapacitàdiintendereevolere,percomesiverificanell’ambitodiunstrutturatoapprofondimentoclinico,psicologicoelegale.

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Da donatori viventi che presentino le medesime caratteristichesopra riportatepurnonessendo familiaridel ricevente;questoè ilcaso del trapianto cross-over e del donatore samaritano. Nelsecondo caso si tratta di un soggetto che sceglie di donare(tipicamenteun rene) alla società, senzaconoscere il ricevente. Inquesti casi la maggiore difficoltà consiste nell’escludere che ildesiderio del donatore derivi da turbe della personalità e questacasistica rimane comunque marginale nell’ambito delle donazionidavivente.Coniltrapiantocross-overavvienecheilriceventeedildonatore familiare vivente non siano tra loro biologicamentecompatibili,maladisponibilitàalladonazionevieneoffertaadaltrecoppiefamiliarichepresentinolamedesimasituazioneinmododaidentificare una catena di compatibilità fra estranei chevicendevolmente consentano di sviluppare un effetto domino ditrapianticonbeneficiodipiùpazienti.Difattoilfamiliarecheattivala catena donando il proprio rene al ricevente di un’altra coppiariceverà per il proprio parente un rene da un’altra famiglia. È uncircolo sociale virtuoso che riesce peraltro a superare difficilisituazionidiincompatibilitàbiologica.Questieventirimangonorarinelcorsodeglianni,seppureacquistinoattenzionimass-mediatichecarichedisignificatosociale.Da donatori cadaveri in morte cerebrale (per tutti i trapianti diorgani: cuore, polmoni, reni, fegato, pancreas e intestino; e perquelli di tessuti: cornee, ossa, tendini, valvole cardiache, vasisanguigni, cute, mani, braccia, faccia). Questa categoria è lasituazionedimaggioredisponibilitàintermininumerici,oltrecheditipologia di organi e tessuti per i trapianti. La morte cerebrale èdiagnosticata sulla base di criteri legislativi ed è frutto dellemodalità di sostentamento biologico mediante la tecnologia dellamedicina moderna: un cadavere respira attraverso un ventilatoremeccanico che scambia l’ossigeno e l’anidride carbonica,mantenendocosìlacircolazionesanguignaedilcuorebattente;mail cervello ha perso definitivamente la sua funzione andando innecrosi, e con lamorte del cervello la legge italiana identifica lamortedell’individuo.Da donatori cadaveri in morte cardiaca (per i trapianti di rene,fegato e polmone). Questa categoria di donatori è di recente

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introduzione in Italiamentre in altri Paesi è da tempoutilizzata ecostituisceunaparteanchecospicuadelladisponibilitàdiorgani.Imotivichehannorallentatol’applicazionedelprelievodegliorganidadonatoreacuorefermoinItaliasonodeterminatidallenormedicertificazionedellamortecardiacacherichiedonotempistichepocofavorevolialmantenimentodellavitalitàdegliorganiperitrapianti.La recente disponibilità di tecniche innovative di conservazionedegli organi ha aperto la porta all’impiego anche nella nostraNazionediquestasorgentediorganiperitrapianti.

Chisonoicandidatiaitrapiantidiorgano?Qualisonolemalattieeinqualestadiodimalattiabisognaricorrereallarichiestaditrapianto?

Per richiedere un trapianto di organo bisogna soffrire di insufficienzafunzionale di quell’organo: per esempio, chi presenta un’insufficienzarenalecronicaedèindialisientreràinlistadiattesapertrapiantodireneechipresentaun’insufficienzarespiratoriagraveaspetteràiltrapiantodipolmone.Lostadiodiinsufficienzadiorganodeveessereconclamatoedefinitivo, ossia non ci devono essere possibilità di ripresa funzionaledell’organo malato. Il trapianto è considerato una terapia sostitutivadefinitiva per situazioni di insufficienza d’organo che non presentanoalternativeterapeutiche,siainterminidisostegnoallavitacheinterminidimiglioramentodellaqualitàdivita.Aquestoriguardosonoconsideratitrapiantisalvavitaquelliperiqualinoncisonoalternative:cuore,fegato,polmoni ed intestino. Se da un lato per il cuore esiste la possibilità diimpiantare nel corpo,mediante un intervento chirurgico, un sistema diassistenzaventricolare(VAD,VentricularAssistDevice)checonsenteladomiciliarizzazione del paziente, questa tecnologia è lungi da offrirel’aspettativa di vita raggiungibile con il trapianto cardiaco. Perl’insufficienzarespiratorial’assistenzameccanicamediantecircolazioneextracorporea (ECMO,Extracorporeal Membrane Oxygenation) è unatecnologiachesiapplicaunicamente inambientedi ricovero in terapiaintensivaequindienormementedifferentedal risultatoanchenelbreveperiodo raggiungibile con il trapianto di polmone. Per l’insufficienzaepatica non si dispone di alcuna tecnologia in grado di vicariare lafunzionedel fegato equindi senza il trapianto ilmalatononha alcunachance di sopravvivenza tout court. Infine il paziente affetto dainsufficienza intestinale può sopravvivere mediante una nutrizione

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permanenteperviaendovenosa(NPT,NutrizioneParenteraleTotale)chesostituiscecompletamentequellapervianaturale,maquestacondizionecomportaun’aspettativadivitaedunaqualitàdivitaridotte.

Sonoinvececonsideratitrapiantinonsalvavitaquellidireneequellidipancreas. L’indicazione al trapianto di rene avviene per i pazienti chevengonosottopostialladialisiperinsufficienzarenalecronicacompletae che grazie a questo presidio sono in grado di avere una vita chepresenta una qualità di vita accettabile. Tuttavia le limitazionideterminatedalladialisielesuecomplicanzeconfrontateconirisultatidel trapianto renaledimostranounaperformancenettamentemiglioreafavoredi quest’ultimo in termini sia di durata chedi qualità di vita. Iltrapiantodipancreascuraildiabeteelaterapiamedicadiquestamalattiaè la somministrazione di insulina per iniezione sottocutanea refratta inpiùdosinelcorsodellagiornata.Ancheiltrapiantodipancreasdimostraunmigliore risultato rispetto all’insulinoterapia nel controllo nel lungoperiododellecomplicanzedeldiabeteevienesuggeritoincombinazionea quello renale quando il danno renale è secondario al diabete.Analogamente a questo ultimo esempio, è possibile combinare piùtrapiantidisingoliorganinellastessasedutaoperatoriaedaunostessodonatore di organi (es: fegato-rene, cuore-fegato) quando vi sia laconcomitanzadiplurimeinsufficienzediorgani,comepureunpazienteche abbia ricevuto un trapianto di un organo può richiedere nei tempisuccessivi il trapianto di un altro organo per il sopraggiungere di unanuovacondizionediinsufficienzafunzionale(es:trapiantodirenedopotrapiantodicuoreodifegato).

Generalizzando, le cause principali che richiedono la chirurgiasostitutivasono:

Cuore,cardiomiopatiadilatativa.Polmoni,fibrosicisticaedenfisema.Fegato,cirrosi.Reni, nefropatia diabetica e nefropatia cronica post-glomerulonefrite.Pancreas,diabetegrave.Intestino, sindrome da intestino corto grave (più spesso post-chirurgico).

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Iltrapiantoepaticohaunapeculiaritàchelocontraddistinguedatuttiglialtri:èl’unicochehaunruoloanchecometerapiaoncologica.Infattisela presenza o – generalizzando – anche solo la storia anamnestica ditumori sono una controindicazione all’ingresso in lista di attesa per itrapiantidiorgano,iltrapiantodifegatoèindicatoperlacuradialcunemalattie neoplastiche del fegato: in primis l’epatocarcinoma.L’epatocarcinomaèiltumoreprimitivodelfegatopiùfrequente(èattesounnettoaumentoepidemiologicodiquestocancroneiprossimi20anni)e spesso si associa alla cirrosi, della quale di fatto è una complicanza.Tuttavia la presenza di epatocarcinoma può richiedere il trapianto – inquantoquestamalattiapuòpresentarsiinstadinonaltrimenticurabili–aprescindere dalla presenza di insufficienza epatica funzionaledeterminatadallasottostantecirrosi.

Si sottolinea come non vi sia un’età minima per dover richiedere untrapiantoperchéancheibambini–financheintenerissimaetà–possonopresentare una grave insufficienza di organo potenzialmente curabilesolo mediante un trapianto. Altresì vi sono dei limiti che le variecomunità mediche nazionali hanno declinato circa l’età massima dicandidabilità ai differenti trapianti di organo.Queste in Italia, sebbenesianosuscettibilidiperiodicherivalutazioniesottostianoavariabilitàtraun centro ed un altro in funzione delle peculiarità organizzative locali,sonogeneralizzabiliintornoai65/70annidivita,masonograndementeinfluenzate dallo stato di salute generale dell’organismo relativamentealla funzione degli altri organi, a parte quello per il quale sarebbenecessarioiltrapianto.Risultatideltrapiantodiorganisolidi.Lavitaconiltrapianto

“Il trapianto è vita” non è un semplice slogan di propaganda, marappresentaciòcherealmenterisultaanalizzandoidatidisopravvivenza:gliannimedidivitaguadagnataallamalattiaconiltrapiantodifegato(ilpiù longevo) sono 17, quelli dopo trapianto di cuore 14, segue iltrapiantocombinatorene-pancreas(13anni); il trapiantodireneisolatoconsenteunguadagnodi7anniinmedia,mentreiltrapiantodipolmoneinquestaanalisicheriferiscoecheèdatata2005(MASchnitzleretal,AmJTransplant)presentavaunguadagnodi2annidivita.Questiannidivita inpiù che i trapiantati raggiungono rispetto ai pazienti chenon

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hannoricevutoiltrapianto,testimonianoilsuccessodilungoterminediquesti impegnativi interventi chirurgici e si accompagnano ad unreintegro sociale in un elevato numero di casi. Dai dati del CentroNazionaleTrapiantiItalianodel2009risultachel’87%deitrapiantatidifegatohaacquisitounruolosocialestabile(lavora,studia,èinpensioneo accudisce alla casa in maniera autonoma). Questi risultati sono resievidentianchedall’esperienzacomunemediantelaqualesiosservacheil bambino sottoposto in età prescolare a trapianto crescerà, studierà eavrà una vita degna di essere vissuta; che le donne trapiantate in etàfertile possono generare figli sani; e che il trapiantato può svolgereattività sportiva anche di tipo agonistico (ci sono i giochi olimpicimondialideitrapiantati…).

Con il trapianto ci sono altresì dei rischi, specie nel primo periodopostoperatorio che può comportare l’insorgenza di complicanze chepossonorisultareletali.Ilrischiodimortevariainfunzionedell’organotrapiantato e risulta minimo nel trapianto di rene, per raggiungere ilvalore massimo nel trapianto di polmone. Le complicanze piùsignificativenonsonoperaltro il temuto rigettodell’organo trapiantato,quanto quelle chirurgiche ed infettivologiche. Ma per la stragrandemaggioranza dei pazienti essersi sottoposti ad un trapianto di organosignificherà:vita!Conalcunelimitazionicheperdurerannopersempre:

laterapiaimmunosoppressiva(l’antirigetto)deveessereassuntapersempre;icontrollimedicidevonoessereeseguitipersempre.

Il persistere per tutta la vita di una condizionedi immunosoppressionecronica espone il trapiantato a sviluppare tumori tipicidell’immunodepresso e poco rappresentati nella popolazione generale,malattie infettive determinate dallo stato di immunosoppressione, emalattie cardiovascolari in maggior misura rispetto alla popolazionegenerale. È il prezzo che si paga al mantenimento di uno stato diprotezionecostanteversoilrigettochel’organismosvilupperebbecontrol’organo trapiantato, il qual danno era la causa degli insuccessi deitrapiantiaisuoialbori.Altresìrimaneilrischiodiuninvecchiamentopiùrapidocheinnaturadegliorganitrapiantati,comepurelapossibilitàchesi generi una forma di rigetto cronico che negli anni determini un

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impoverimentodellafunzionedeltrapianto.

Tutte queste condizioni spiegano perché, se da un lato il trapiantoconsente di godere di una eccellente sopravvivenza, sia in termini diduratachediqualitàdivita,amalattiealtrimentimortali,dalconfrontocon la popolazione generale si evince che il trapiantato presenta unaduratadivitamediainferiore,conunadifferenzadi7anni.Èlacicatricedellamalattiachesièavutaecheiltrapiantononpuòannullaredeltutto.Conclusioni

Gli eclatanti successi raggiuntidallamedicinadei trapianti sfocianodauninsiemedicondizioni,ognunadellequalirilevante.Laricercamedicahaconsentitodiraggiungeretraguardiimpensabili,superandolebarrieredifensive che ogni organismo vivente presenta in natura verso gli altriorganismi. La chirurgia ha sviluppato le metodiche di conservazionedegliorganifuoridalcorpoedinassenzadiflussosanguigno,oltrechele tecniche di condotta operatoria. L’organizzazione sanitaria haconsentito lo sviluppo di programmi di cura dove concorre un interoospedale:dallaboratorioallasalaoperatoria,dairepartidimedicinaalledegenze chirurgiche, dalla radiologia alle terapie intensive, passandoattraverso i servizi di fisioterapia, psicologia, il centro trasfusionale,l’infettivologia, l’anatomia patologica, ed il tutto governato dalledirezioniecoordinatodalleorganizzazionidisegnalazionedeidonatorieassegnazionidegliorgani.Matuttequesteconoscenza,professionalitàedorganizzazionenonpotrebberoesseredialcunaiutoaimalatisenoncifosseinorigineladisponibilitàversoladonazionedegliorganidapartedellasocietàcivile.

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LaCartadeiPrincipidelledonazioniedeitrapiantiNordItaliaTransplantprogram

LaCartadeiPrincipièunimportantedocumentocheriassumeeillustral’etica e la filosofia che sovrintendono e regolano l’attività del NordItalia Transplant.Questa, da sempre basata sulla professionalità deglioperatori,traelegittimitàdalconsensosullanecessitàdiagiresempreinmodotrasparente,condiviso,scientificamentevalidoenondiscriminanteverso nessuna delle categorie di persone coinvolte nell’esteso settoredellapraticatrapiantologica.Ilrispettodelleregoleillustrateèdiperséelementodigaranziapericittadiniinordineallacorrettezzadituttoilprocesso.

La Carta dei Principi del NITp, ispirata ai concetti di solidarietà erispettodelsingoloedellasocietà,esprimecompiutamentelavolontàdidar corso a unamedicina complessa,moderna ed entusiasmante per irisultati e le implicazioni di ogni genere che comporta, con modalitàoggettivamentevalideeatutticomprensibili.

CristianoMartiniPresidentedelNITp

Premessa

Il Nord Italia Transplant (NITp) fin dalla sua nascita ha intesosalvaguardare un fondamentale principio etico: essere strumento digaranziapericittadiniinordineall’interoprocessoditrapiantodiorganie tessuti. L’attuale contesto, caratterizzato da un continuo sviluppotecnico-scientifico che ha ampliato le possibilità di intervento, e dallapartecipazioneattivadelcittadinoallescelteincamposanitario,esigediriformulare oggi, in continuità e coerenza, quellascelta fondamentale.La Carta dei Principi, affiancandosi alla Carta dei Servizi, non lasostituisce, ma la integra e la completa. L’obiettivo è di “portare aparola”edirendereragionedellescelte,ancheetiche,cheglioperatorisanitari quotidianamente compiono nel campo dei trapianti. Ciò nellaconsapevolezza che solo un’integrazione reciproca tra principi etici easpettitecniciconsentedimotivareinmodoequoetrasparentelescelte

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clinicheintrapiantologia.LaCartadeiPrincipirappresentaunquadrodiriferimentodentrocuisiesercitalaresponsabilitàpersonaleecollettivadeglioperatoriedellestrutturecoinvolte.QuindiilNITpattuaunasceltadisistema,unasceltacheintendecoinvolgereequalificaretuttiicentricheadessoafferiscono.Loscopoèdefinireunvoltoprecisodiquestaorganizzazione,nelladupliceconsapevolezzacheillavorononsaràmaidefinitivamenteconcluso,maperfettibileeapertoatuttiglisviluppichela tecnologia, l’atteggiamento culturale della società e la normativa ciconsegneranno, e che la comunità dei trapianti è composta daglioperatorisanitariedalleloroistituzioni,daipazientiinattesaditrapiantoe dalle loro famiglie, e da ciascun cittadino, in quanto potenzialedonatore e potenziale ricevente. La Carta poggia su due criterifondamentali:ilcoinvolgimentodi tuttigliattori implicatinelprocessodeltrapiantoelatrasparenzadellescelte.Ilreperimentodegliorgani

Ladonazione

Nel processo di reperimento degli organi si vuole sottolineare erimarcarel’imprescindibilevaloredellasolidarietà,caratterizzanteogniconvivenzacivile,chetrovanelgestodelladonazioneunasuaconcretatraduzione. La donazione acquista un valore di legame sociale che ladefinisceeladistinguedallemodalitàdiscambio.Ladonazionedipartidelpropriocorpoperlasalutedialtrepersonegiustificaesostienesiailtrapianto da cadavere sia il trapianto da vivente. Nella donazione dacadavere, la volontà positiva espressa in vita o la non opposizione deifamiliariègestodiprossimitàneiconfrontidiunpropriosimile,anchesenonconosciuto.Ildonatoreconsegnalasuasceltaallacomunità,chenediventagarante.Nelladonazionedaviventeilsoggettodatutelareèrappresentato dal donatore, il quale gratuitamente e consapevolmentescegliedidonareunapartedelpropriocorpoperlasalutediunapersonaa lui cara. Il NITp, per garantire la libertà di tale gesto, ed evitarequalsiasitipodiobbligoodicoercizione,ritieneimportantemantenereilricevente inserito nella lista d’attesa per trapianto da cadavere everificare la volontarietà del donatore da una “parte terza”, estranea alprocessodi trapianto. IlNITpesprimeformalmente lagratitudinedellasocietàallafamigliadeldonatorecadavereeaglioperatoricoinvoltiesifacarico,quandorichiesto,dellericadutepsicologichedelladonazione.

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L’autonomiadeisoggetticoinvoltieilruolodigaranziadeglioperatorisanitari

Glioperatori sanitari sono tenuti a rispettare l’autonomiadelcittadino,assicurando, attraverso un adeguato processo relazionale,l’accompagnamento dei diversi soggetti coinvolti, indipendentementedalladecisionepro/contro ladonazione. IlNITp invitagli operatori adoffrire le buone ragioni a favore del trapianto. Gli operatori sanitari,nella proposta di donazione, devono spiegare le finalità del trapianto ericercareconifamiliari l’aderenzadellescelteallavolontàdeldefunto,qualitestimonie/ointerpretidel“desiderio”dellorocongiunto.Legaranzieperlacomunità

IlNITpgarantisceilrispettoper lasalmaasalvaguardiadeisentimentiche accompagnano il lutto dei familiari. L’attenta e scrupolosaricomposizione della salma dopo le operazioni di prelievo è parteintegrante delle garanzie nel processo di donazione. Le procedure diprelievovengonoeseguitegarantendoequitàetrasparenzanell’usodellerisorse,nellaconsapevolezzadel loro impattosulleattivitàassistenzialidell’enteesuiparidirittiallacuradellepersonericoverate.Laqualitàdell’organo

Laproporzionalitàdell’intervento

Organi idonei al prelievo a scopo di trapianto possono esserequalitativamente diversi e condizionare la selezione del ricevente. Nelvalutare la proporzionalità dell’intervento viene considerato sial’elementooggettivo,ilgradodisicurezza/rischiocalcolatoinbasealleevidenzescientifichecomparando ilprofilodel riceventecon laqualitàdell’organo, sia l’elemento soggettivo, la volontà del paziente diaccettare il trattamento proposto, previa adeguata informazione suiprevedibilirischiconnessielepossibiliripercussionisullasuavita.Unadecisionecondivisa

IlNITpricercalacondivisionedellesceltetratuttigliattoriimplicatinelprocessodonazione-trapianto.Losviluppodiunabuonarelazione tra ilpaziente e l’équipe sanitaria, nel pieno rispetto dell’autonomia delpaziente, è garanzia di una scelta consapevole. Tale decisione diventaquindi, verificati i requisiti scientifici, personale e specifica per ognisingolocaso.

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L’assegnazionedegliorgani

L’inserimentoinlistad’attesapertrapiantoel’assegnazionedegliorganifannopartediunprocessounitarioealcontempomoltocomplesso,dovediversi principi si intersecano coerentemente. L’insufficientedisponibilità di organi rispetto alle necessità della comunità impone distabilire delle regole chiare per la loro attribuzione. Pur nella suaunitarietàilprocessoviene,perchiarezza,suddivisointrepassaggi.L’inserimentoinlista

La proporzionalità dell’intervento rappresenta l’elemento decisivo inordineallasceltadiinserireunapersonanellalistadiattesapertrapianto.Questoprincipiovienetradottoinbaseaiseguenticriteri:

ilgiudizioclinico, in cui assume rilevanza l’assenzadi alternativeterapeutiche, la fattibilità tecnica dell’intervento, il rapportopositivo tra benefici e rischi. Questo giudizio assume valenzediverseperciascunorganoeperciascunpaziente,evienegarantitodallaprofessionalitàdeglioperatorisanitarichiamatiacondividereeutilizzareglistessicriteridigiudizio;la territorialità, intesa sia in senso regionale che nazionale inriferimento ai diversi organi. Il livello regionale valorizza il ruolodella comunità e garantisce in modo migliore la continuità dellecure al paziente. L’ambito nazionale garantisce nell’urgenza lasalvaguardia della sopravvivenza del paziente, o una migliorcompatibilitàtradonatoreericeventeincasiparticolari,rispettandodiconseguenzailprincipiodisussidiarietàedisolidarietà.la valutazione del tempo minimo d’attesa compatibile con lapossibilità di sopravvivenza del paziente, nel rispetto della tuteladellavita.

Lagestionedellalista

Lagestionedellalistad’attesavienecompiutadalCentroInterregionaleinsieme ai Centri, garantendo un aggiornamento continuo della lista,consideratiinuoviingressi,leuscite,l’evolversidellasituazioneclinicadellepersoneinlistadiattesaelealternativeterapeuticheeventualmentedisponibili.L’attribuzionedegliorgani

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Gli organi vengono assegnati dal Centro Interregionale alla listadell’Ospedalechehaprocurato ildonatore;altrimentialle rotazionideiCentri Trapianto. L’assegnazione degli organi ai pazienti avviene nelrispettodelprincipiodiuguaglianza.

L’uguaglianza riconosce e rispetta le differenze tra gli stessi pazienti:quindi per garantire un trattamento equo gli organi vengono assegnatisecondoquestiprincipi,gerarchicamenteconsiderati:

l’urgenza, ossia il tempo di attesa entro il quale il paziente puòbeneficiaredeltrapiantodiorgano,privilegiandolasopravvivenza;leprobabilitàdel successodell’intervento insiemealla tuteladellamiglior qualità e attesa di vita, con una adeguata valutazione delrapportorischi/benefici;il tempo di attesa del paziente, considerato dalmomento in cui èstatoinseritoinlista,garantendounagiustadistribuzione.

L’etànonrappresentauncriterioassolutodiesclusionedall’inserimentoin lista, ma uno dei parametri da valutare nel giudizio clinico sullaproporzionalità dell’intervento. L’età entra nei criteri di assegnazionedell’organo,tenendocontodelladiversaaspettativadivitadicolorochesonoinlistad’attesa.Ilpost-trapianto

Il periodo post-trapianto rappresenta una nuova fase del percorsorelazionaletral’équipecuranteeilpaziente,cheiniziaconlapropostadiinserimentoinlistadiattesapertrapianto.Laconfermadiunaresponsabilità

Il NITp si impegna a sensibilizzare e responsabilizzare il soggettotrapiantatonell’aderenzaallecure,perilsuobeneenelrispettodeldonoricevutoedell’interacomunità.L’attenzioneallapersona

Lavalutazionedelfollow-upterràcontodegliaspetticlinici,deirisvoltipersonali edel contestopsico-sociale, considerando tutte ledimensionidelpaziente.Lafiduciareciprocatratuttigliattoricoinvoltinelprocessodicuraèilpresuppostonecessariopergarantireilraggiungimentodegliobiettividescritti.

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A cura di:Gruppo di Lavoro sulla Carta dei Principi:Mario Picozzi (coordinatore), ClaudiaPizzi,RobertoCrepaldi,MaurizioRagagni,StefaniaRosati,LuisaAndrello.ConsiglioDirettivoNITp: Fabrizio Bresadola, Maria Frigerio, Andrea Gianelli Castiglione, Francesco Giordano,Cristiano Martini, Adolfo Paolin, †Alessandro Pellegrini, Maurizio Ragagni, Lucia Rizzato,Giampietro Rupolo, Silvio Sandrini,Mario Scalamogna, Girolamo Sirchia, Duilio Testasecca,UmbertoValente.

Incollaborazionecon:GruppodiLavorosugliaspettipsicologicilegatiall’attivitàdiprelievoetrapiantodiorganietessuti.Inparticolare:GabriellaBiffa,AnnaMariaBernasconi,RitaNobili,Ambra Sala, Gaetano Trabucco, Pietro Zoncheddu. Gruppo di Lavoro sulla formazione. Inparticolare:MariangeloCossolini,AlessandraFeltrin.Gruppo di Lavoro deiMedici Legali. Inparticolare:RitaCrocitto,TulliaMariaDeFeo.ConlapartecipazionedituttiiGruppidiLavoroNITp.

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IlcommerciodiorganiGiovanniRavasi

Il temadel trafficodi organi ai fini del trapiantohavaste implicazionimorali,civili,economicheepenali.Èbene forsepremetterechenonsitratta,perfortuna,diuntrafficofaciledaesercitareperché,adifferenzadi altri traffici illegali, si deve svolgere in ambienti particolarmenteattrezzati, con sale operatorie di buon livello delle quali solo alcuniospedalipossonodisporre.

Mentreilprelievoèattoinsérelativamentemenocomplesso,iltrapiantosuunapersonadiunrene,diuncuore,delfegato,delpolmoneoancheiltrapianto di tessuti come le cornee, comporta poi una tracciabilità che,per la necessità di cure successive non è facile da eludere. In buonasostanza, chi “compra” un organo per il trapianto sa di correre rischilegaliesanitarimoltoseriperlapropriasalute.

Nonostanteciò,iltrafficoclandestinodiorganiesiste.InEuropaquestotraffico è molto più difficile che in altre realtà del mondo come peresempioinAfricaoincertistatidell’AmericadelSud,oppureancorainIndia,inCinaoinalcuniStatidellaRussia.InItaliainparticolaresipuòescludere che questo accada o, se accade attraverso una rete criminalesconosciuta,questicasinonsonostatiscoperti.

Fanno fede ledichiarazionideldott.AlessandroNanniCosta,direttoredel Centro Nazionale Trapianti, intervenuto più volte su questo tema,anche a seguito della dichiarazione di uno “scafista”, venditore di vitaumanecheavevadichiaratodiaversaputodialcunigiovanieaddiritturadi bambini, presi e uccisi per poterne utilizzare gli organi al fine ditrapiantoillegale.Inretesitrovanoperaltrotestimonianzedigiovaniinfugadall’Africa chemostrano cicatrici nella parte renale, a indicare diesserestatiprivatidelloroorganoperfarneoggettodivendita.L’estremapovertàditantagenteinquestiannistadandoluogoaunesodoepocale,cheimpoveriscel’AfricaealtriPaesi,ditantigiovanidonneeuominiespavental’Europachevedeinquestoafflussodisordinatoedisperato,unpericoloper ilproprioequilibriosocio-economico.Addiritturaspingea“vendere” consapevolmente i propri organi per avere il denaronecessarioafuggiredallamiseriaedallapuradisperazione.

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InItaliaèforteanchel’azionedell’AIDO–AssociazioneItalianaperlaDonazionediOrgani,TessutieCellule–con1milione350milaiscrittichehannodecisodimanifestare la lorovolontàalladonazionedopo lamorte. Questa Associazione è fortemente impegnata nella diffusionedella cultura della donazione che deve essere volontaria, anonima esenzaaltrafinalitàsenonilbenedelprossimocheversaincondizionididifficoltà. Proprio per questo impegno etico Aido è riconosciuta dagliorganismi istituzionali come il Ministero della Salute, il CentroNazionaleTrapianti,leRegioni,leProvinceeiComuni.

L’Organizzazionemondialedellasanitàstimache, inunanno,venganoeseguiti in tutto il mondo circa 21.000 trapianti di fegato, 66.000trapiantidirene,6.000trapiantidicuore:dituttiquestitrapiantialmenoil 5 % non viene tracciato negli Ospedali e nei Centri specializzatifinendo così nel traffico illecito di organi La fondazione statunitenseGlobalFinancialIntegrity(specializzatanell’analisidei“flussifinanziariilleciti”) contabilizza in 1,4 miliardi di dollari il mercato illegale deitrapianti.

EinItalia?OccorreinnanzituttoprecisarechenelnostroPaeseiprelievieitrapiantisonoeffettuatisoloinstrutturepubblicheeatitolodeltuttogratuitoacaricodelserviziosanitarionazionale.

Adognimodo,lasituazione,fortunatamente,èottimale.Lavigilanzaèmoltoaltaedelfenomenononsiconosconocasiconcreti.Dal7gennaiodel2017ilCodicepenalerecepiscelalegge236econl’articolo610-bispunisce (da 3 a 12 anni) «chiunque, illecitamente, commercia, vende,acquistaovvero, inqualsiasimodoe aqualsiasi titolo, procurao trattaorgani o parti di organi prelevati da persona vivente». E il dott.Alessandro Nanni Costa assicura (con appena 805 italiani trapiantatiall’estero negli ultimi dieci anni): «Il nostro sistema di controllofunzionabenissimo, sia in entrata che inuscita».Nel restodelmondo,purtroppo,nonsipuòdirelostesso.

In questo contesto molto forte è l’impegno della Chiesa CristianaCattolica. Il summit sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti,organizzato dalla PontificiaAccademia delle Scienze nel 2017 invita ileader religiosi a “incoraggiare le donazioni etiche di organi econdannarelatrattadiesseriumanichehal’obiettivodellarimozionee

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del traffico di organi”, sottolineando che “tutti i Paesi devonoriconoscerecomecrimineiltrafficodiorgani,compresol’usodiorganidaprigionierimortiperesecuzionecapitale”.

La dichiarazione della PontificiaAccademia invita poi tutti gli Stati aridurrepreventivamenteilbisognodiorganitramiteunsistemalegaleedetico di donazioni; a stabilire un quadro legale per la prevenzione e ilcontrasto al traffico di organi, spinge a creare registri di trapianti efacilitareladenunciadicasisospetti.

Sollecita infine medici e organizzazioni sanitarie a controllare chedonatori e beneficiari delle donazioni agiscano in modo morale etrasparenteed invita leautoritàpreposteasensibilizzare ilpubblicosultemadeltrafficodiorgani.

Nonostante che la situazione italiana risulti essere sotto controllo daquestopuntodivista,noncisidevedimenticarecheogniannofrale9mila e le 10mila persone sono in lista d’attesa di unorgano che salvilorolavita.Epurtroppodiquestepersone,circa500-600ognianno,nonarrivano al trapianto perché muoiono prima in attesa dell’agognatotraguardo. È un dato estremamente drammatico che deve muovere lenostrecoscienze.

La chirurgia dei trapianti, legalmente esercitata, peraltro regalaaspettativedivitaincredibilmentepositive.Conuncuoretrapiantato,conunfegato,con ipolmoni,con i reniecon tuttiglialtriorganie tessutitrapiantabili,sipuòritornareavivereinmodoottimaleancheper20,30o40anni.Siviveunavitadignitosa,avolteperfinomigliorediquellavissutaprimadeltrapianto.

Daanniormaicisiadoperaperrisolvereildivariofrarichiestaeoffertadi organi, ma ciò non toglie che si debba procedere con cautela. Ènecessario teneresemprepresentechenonèammissibileassegnarepiùvaloreaun’esistenzarispettoaun’altra,quelladiunuomo,diunadonna,diunbambino in listad’attesaperun trapiantorispettoaquelladiunapersonacheversa in findivita, inun repartodi rianimazione.Occorreagire con prudenza, dimostrando che l’interesse ultimo resta sempre esoltanto il rispetto e la salute dei cittadini, in qualsiasi fase della vitasiano,aqualsiasietàeinqualsiasisituazione.

Unultimodatoafavoredeitrapiantilegalieinuncontestodisanitàche

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funziona:inItaliaitrapiantativiventisistimanocirca45mila.Unacifraaltissimadipersoneacuièstatarestituitalavitaelaserenitàdituttalafamiglia.Davveroundatoeccezionalesucuiriflettere.

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LecellulestaminaliGiorgioLambertenghiDeliliers

Iltermine“staminale”èsolounaggettivocheracchiudeinséilconcettodivita.Stamen infatti è lapartepiù fine e resistentedel filodi lana alquale,secondoilmito,èattaccatalavitaeildestinodell’uomoecheleParchefilanoerecidono.Inbiologiaindicalafunzionediuncertotipodicellulapocodifferenziata, capacedidareorigineanumerosecellulefiglieconcaratteristichepiùdifferenziate.

Le cellule staminali più staminali di tutte sono quelle “embrionali”,contenute nella blastocisti che si forma dopo 6-7 giorni dallafecondazione dell’ovulo. Sono chiamate totipotenti in quanto capaci didareorigineadunembrioneedinpraticaatuttiitessutidell’organismo.Dopo la nascita ciascun organo viene dotato di un corredo di cellulestaminali chiamate “adulte”, funzionalmente unipotenti cioè capaci didifferenziarsiinunsolotipodicellulepresentiinundeterminatoorgano.Esempitipicisonolecelluledelmidolloemopoieticocheproduconoglielementi del sangue circolante, le cellule della cute e della pareteintestinale che si rinnovano continuamente. Recenti studi hannodimostratocheancheilcervelloedilcuorepossiedonocellulestaminali“adulte”confunzionirigenerativeeriparative.

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Nel1998JamesA.Thomsonhadimostratocheèpossibilecoltivare invitro le cellule staminali embrionali derivate dalla blastocisti,mantenendole indifferenziate anche indefinitamente, e poi indurle adifferenziarsiconagentichimici.In teoria lecelluleembrionalisonoingradodiprodurretuttii250tipidicellulespecializzatechecompongonoi tessuti adulti.Daqueste ricercheè emerso il razionaledellamodernamedicina rigenerativa basata sulla terapia cellulare per guarire moltemalattiedinaturadegenerativaoneoplastica. In realtàattualmentenonsonopraticabiliterapieconcelluleembrionalinell’uomo,enonèancorapossibileprevederequandoquestesarannodisponibilisecondocriteridisicurezzaedefficacia.Laricercasperimentalevaavanti rapidamente,eattualmente esistono progetti che intendono curare alcunemalattie delsistemanervosocomelaSLA,ilParkinson,l’AlzheimerelamalattiadiHuntington, trapiantando nel cervello dei malati cellule del tessutonervoso ottenute dalle culture embrionali. E’ noto infatti che la causaprima di molte malattie neurodegenerative è da ricercarsi nella mortedelle cellule nervose e nella mancata produzione di sostanze da cuidipendono molte delle capacità cognitive e motorie. Pertanto, perrallentareobloccareilcorsodiquestegravimalattiesièpensatodifarericorsoallecellulestaminaliembrionali.Adesempio leprovecondotteinlaboratoriosutopiaffettidallaversioneanimaledelParkinsonhannomostrato che i neuroni dopaminergici derivati da cellule staminali

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embrionali sono in grado di ripristinare efficacemente le funzionimotorie.

In questi ultimi anni grande interesse stanno suscitando le “cellulestaminali indotte” (iPS), con potenzialità analoghe alle staminaliembrionali. Vengono ottenute artificialmente in laboratorio da celluledifferenziate dell’adulto (cute, sangue) tramite l’espressione forzata digenispecificiconl’usodivettorivirali. Inaltreparole lecelluleadultevengono sdifferenziate e riacquistano la capacità di essere totipotenti,diventando quindi come le cellule staminali embrionali.Ad esempio èstatodimostratochecelluleiPSsonostateindotteadivenireneuronichesintetizzano dopamina, esattamente il tipo di cellula cerebrale che nonfunzionapiùnelmorbodiParkinson.Lametodicadelle iPS, introdottanel2007dalmedicogiapponeseShinyaYamanaka(premioNobelperlamedicina nel 2012), teoricamente apre la possibilità di curare moltemalattiesuperandoquelleobiezionidinaturaeticachehannosuscitatolestaminaliembrionali.

Come è stato detto in precedenza, tutti i tessuti adulti contengono unariservadicellulestaminalilequali,quandointervieneunamalattiaouninsulto lesivo, si differenziano spontaneamente a scopo riparativo.Questo processo avviene fisiologicamente nel fegato, nel midolloemopoietico, nella cute e nel rene.Un tempo si riteneva che le cellulestaminalipresentinelcervelloenelcuorefosseroimmortali,mentreoggisappiamo che anche in questi organi è possibile una rigenerazione perrecuperare i neuroni che ogni giorno vengono perduti (85mila su 100miliarditotali)operridareunacapacitàcontrattilealmuscolocardiaco.Per quanto riguarda le applicazioni cliniche, attualmente le cellulestaminaliadultevengonoutilizzatepercurarealcunemalattiedelsangue,leustionidellapelleegravialterazionidellavistadovuteagravilesionidellacornea.Lemalattiedelsanguechevengonotrattateconlestaminaliisolatedalmidollo,dalsangueperifericoodalcordoneombelicalesonole talassemie, le immunodeficienze, le leucemie, i linfomi, i mielomi,l’anemiaaplastica.Leustionivengonocurateconl’applicazionedistratidi pelle nuova, ottenute da staminali cutanee coltivate in vitro. Ilrecupero della vista viene ottenuto con il trapianto di nuove corneeottenute in vitro da cellule prelevate a livello del cosiddetto “limbo”oculare.

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Èstatoipotizzatochenelcorsodellagestazionecellulestaminalidialtriorgani,peresempiomuscolari, epatiche, cerebrali ecardiache,possanotrovare ospitalità nel midollo emopoietico per mantenere la lorostaminalitàedesseredisponibilialmomentoopportunopercircolarenelsangueeandareariparareeventualidanni tissutalispecifici.Un’ipotesialternativa è che le cellule staminali midollari siano dotate di unaplasticità tale per la quale possono essere indotte a transdifferenziarsi,cioèadifferenziarsiintipicellularidiversidalsangue,secondolanostravolontà.Daquesteduediverse teorieènata recentemente lacosiddetta“medicina rigenerativa”, basata sull’utilizzo delle sottopopolazioni dicellulemidollaripercurarelemalattiedelsangueedelfegato,lefratturedello scheletro e le degenerazioni delle cartilagini articolari, l’infartomiocardico,ladistrofiamuscolareelemalattieneurodegenerative.Sullabasedi esperimenti su animali chemostravanounmiglioramentodellafunzionecardiaca,sisonoavviatinumerosistudiclinicisupazienticoninfarto trattati con iniezioni dirette di cellule staminali midollari nellazona miocardica necrotica oppure infuse nel circolo coronarico. Dallenumerose revisioni della letteratura si deduce l’impressione che neipazienti con infarti acuti o malattia coronarica ischemica, le staminalimidollari influenzano positivamente la rapidità della guarigione emigliorano significativamente la funzionalità cardiaca. Per quantoriguardalealtreapplicazionicliniche,soprattuttoincamponeurologicoeortopedico, spessoevocati anchepermotivi esclusivamentediprofitto,molte sono le considerazioni critiche e soprattutto le incertezzesull’efficaciaterapeutica.

Infine un breve accenno alla terapia genica. La metodica consiste nelprelevare le cellule staminali dalmidollo di pazienti affetti damalattiecongenitedelsangue(es. talassemia),enelmodificarleattraversol’usodivettoriviralicontenentigenisanichevannoasostituirequellimalati.Questecellulegeneticamentecuratevengonopoiinfusealpaziente.

Inconclusione,lecellulestaminalirappresentanolanuovafrontieradellascienzamedica, che sta suscitando grandi aspettative inmolti pazientiaffetti da malattie inguaribili con i presidi tradizionali. Una frontieratuttaviaancoraingranpartesperimentalecheponequesitieticisuicriteridi scelta dei donatori e dei riceventi. Problematiche che conivolgonoanche l’economia del sistema sanitario ed in particolare la

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comunicazione al pubblico, che deve essere scientificamente veritierasenza creare false illusioni. Servono ancora molti anni di studi e diricerche scientificamente rigorose e controllate per dare una rispostadefinitivasullarealeefficaciaterapeuticadellecellulestaminali.

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InduismoSvaminiHamsanandaGhiri

Ladiscussionesulla liceitàdel trapiantodegliorganiodei tessutinon trovauna menzione esplicita nelle Scritture induiste, tuttavia molti passi dellestesse, così come alcuni miti e raffigurazioni iconografiche del Divino,lascianointendereunadisposizionefavorevoleaquestapratica.

Il trapianto degli organi non si limita a essere una questione medica,scientifica omeramente tecnologica; chiama in campomolti altri fattori tracui quello emozionale, religioso, legale e sociale che non possono esseresottovalutati. Trattandosi di un tema estremamente delicato, non si puòstabilireunaregolageneraledicomportamentovalidasempre.

Partendo dal presupposto imprescindibile che l’induismo racchiude al suointernodiversescuoledottrinalietradizionianchemoltoeterogeneetraloro–motivoper cuinonèpossibile fornireunavisioneunitaria–, ogni sceltadicarattere bioetico e che coinvolge la sfera personale, è lasciata alla pienalibertàdicoscienzadiciascuno.

Unalibertàchedovrebbescaturiredallaresponsabilitàdelproprioagireeinconformitàalprincipiodellanonviolenzaedellaprotezionedellavita.

Ilrispettodellavitacomportailsostenerlaintuttiisuoiaspettieinognimodopossibile.Ladonazionedegliorganirispondeapienotitoloaquestoprecetto.Questapraticaèperciòconsiderataaltamentedharmica,meritoria.

Nonvi sonomotiviostativiodilemmimoraliqualoraun induistadecidadidonareipropriorganiinvitaoamortesopraggiunta.Nelprimocaso,però,ladonazione è lecita solamente a patto che non comprometta la salute o lasopravvivenzastessadeldonatore.

Moltesonoletestimonianzediinduistidivenutidonatori invitacheportanoavanticampagnedisensibilizzazione,a livellomondiale,affinché ilnumerodei donatori cresca. Sensibilizzare le persone su questo temaha due grandiricadute positive: la prima, la possibilità certamente di salvare una vita oquantomeno di cercare di migliorarne le condizioni; la seconda, nonmenorilevante,contribuireadabbattereenergicamenteildisumanoeatrocemercatoillegaledegliorgani.Unmercatogeneratoredimorteedisofferenzeinaudite.

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Ancoraoggiunodeiproblemideitrapiantidipendedallerisorserelativamentescarsediorganiumanidicuipoterdisporre.Perché,seèverocheperunrene,solofareunesempio,èsufficienteundonatorevivente,altriorganipossonoessereespiantatisolopocheoredopolamortecerebrale.

A questo punto potrebbero sorgere alcuni quesiti relativi almodo in cui sistabilisce lamorte di una persona o alle concezioni che si hanno sulla vitaoltrelamorte.

Unaspettoimportantenell’induismostanelfattochelamortenonèoppostaallavita,mapiuttostoèoppostaallanascita.Lavitaèconsiderataunviaggiotra lanascitae lamorte.Leimplicazionifilosofichedi taleconcezionesonocomplesse e richiederebbero un approfondimento maggiore, ma basti quiricordarecheilSénonèidentificatoconilcorpo.

Per la maggior parte delle scuole filosofiche indù, il corpo è la dimoradell’anima individuale (jiva) nel suo lungo viaggio verso l’emancipazionefinale(mukti)dall’ignoranza;èuncampodiesperienza.

La nascita in un corpo umano è considerata un grande merito, unabenedizione, inquanto strumentonecessarioperpoter ritornare all’Assoluto(Brahman), allaRealtà divina variamente definita. Il corpo è considerato iltempiodiDioepertantosenedeveavererispetto,bisognamantenerlopuroeinsalute.

Ciononostante esso resta un aggregato di elementi, transeunte e destinato aperire,laddoveilSé,chevidimora,èeterno.

Quando tutte le forze vitali (prana), presenti nel corpo, lo abbandonano, lamorte sopraggiunge; a partire da questo momento, tradizionalmente, silasciavanopassareundicigiornieildodicesimosicompivailritualefunebredella cremazione. Simbolicamente questi undici giorni servivano all’animaindividuale per distaccarsi completamente dal corpo e poter così proseguirenelsuoviaggio.

Adifferenzadelle persone comuni, le figure diMaestri e di santi non sonocremati, ma al corpo è riservato un particolare trattamento per mantenerlointegroeinposizionesolitamenteseduta.

Le storiedellavitadimoltiMaestri e yoghindocumentano lapossibilitàdiraggiungerestatidiprofondameditazione(samadhi) incui iparametrivitalidivengono pari a quelli di un cadavere. Partendo da questi casi, seppure

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eccezionali, legati a figure mistiche di elevata coscienza spirituale, ilproblemadistabilirelamortedefinitivadiunapersonaresta,secondoalcunevisioniinduiste,unproblemaaperto.

L’induismotradizionalmenteassocialamorteconl’arrestocardiorespiratorio,mamolti induisti accettano laposizione scientificaemedica secondocui lamorte cerebrale indica una condizione irreversibile e pertanto sonogeneralmentefavorevoliadisporreperl’espiantodegliorgani.

La decisione finale deve comunque essere lasciata sempre al singoloindividuo e ai famigliari coinvolti, non è possibile fissare una prassiprestabilita.

L’idealesarebbecheognunochevolessediventaredonatoresottoscrivesseinvitaunconsensoperautorizzarel’espiantodegliorgani.

Quest’attitudine alla solidarietà si ritrovanegli insegnamenti deiTesti sacri,primo tra tutti il riconoscimentodellaprofonda interrelazione che legaogniessereviventeedeldonocomeanelloportanteditaleunione.

Ildono(dana)èunadellevirtùcardinisucuisireggel’interamanifestazioneeimprescindibilenell’edificazionediunabuonapersona.

Il valoredeldonare è sempre accostato aquellodell’autodisciplina (dama),dellaverità(satya)edellacompassione(daya).Quest’ultima,espressionepereccellenzadell’ahimsa,ilnon-nuocereconpensiero,parolaeazioneadalcunesserevivente.

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Tuttiquestisonole“membra”delgrandecorpodelDharma,laNormaeternachesostieneeregolalavita.

L’attodeldonareètrattatonelleScrittureconestremoacumeeminuziaedèregolatodaunveroepropriocodice.

Uno dei passi più belli sul dono, inteso come dovere innato nell’essereumano,èprobabilmentequellopresentenellaTaittiriya-upanishad(1.11.3)incuisilegge:

“Bisognadareconfede,nondaresenzafede.Bisognadareconmagnanimità,bisogna dare con modestia, bisogna dare con rispetto, bisogna dare consimpatia.”

Ildonoperessereveramentetaledeveesseredisinteressatoenonegoistico.

Visonomolteformedidono,dalcibo(anna-dana),allaconoscenza(vidya-dana),all’aiutoadaltri(seva-dana).

LaManusmriti afferma che tra le possibili offerte quella del proprio corpo,persalvareunavita,èdicertolapiùmeritoria.

Riferimenti espliciti alla chirurgia e al trapiantodei tessuti edegliorgani siritrovano nei trattati di medicina ayurvedica, quali la Caraka Samhita e laShushrutaSamhita.

Non mancano inoltre storie nelle Scritture in cui parti del corpo umano eanchedianimalisonostatedonateavantaggiodialtriesseriviventiodellasocietàstessa.GrandisagginonhannoesitatoasacrificarsiperproteggereilDharma,ilbene,esalvaguardarecosìlavitadell’interaumanità.UnesempioditalemagnanimitàèoffertodalsaggioDadichi.

Si narra che egli donò il suo intero corpo affinché i Celesti potesserocostruirvi un’arma così potente da sconfiggere i demoni che avevanooccupatoladimoracelesteetediavanol’umanitàconognisortadiangheria;disturbavano le preghiere e i rituali e stavano distruggendo l’interamanifestazioneconilloroegoismo.

DalleossadelsaggioDadichinacqueilpotenteVajradiIndrachefuingradodisconfiggeregliOscuriediriportareilDharmanelmondo.

UnaltrocelebreesempioèlegatoallafiguradiKannapa,unodeisessantatrémistici shivaiti del sud dell’India, i Nayanar. Egli era un cacciatore cheseppureinespertonellapraticaritualeavevauncuorepuro.UngiornoilDio

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Shiva volle provare la sua devozione. Da un occhio della sua immagineaniconica(linga)iniziaronoasgorgarelacrimeesangue.SenzapensarciduevolteilpioKannapasiestrasseunocchioelodonòallaDivinità.Shivasmisedi sanguinare, ma un attimo dopo iniziò a piangere e sanguinare anchedall’altro,cosìKannapasenzaesitazionedonòanchel’altrosuoocchio.

Commossoda tantadevozione, ilDioShiva apparvedinanzi aKannapa, lobenedìconlasuaGraziaeglirestituìentrambigliocchi.IlgestodiKannapamostra il grande valore della donazione disinteressata a cui si unisce unagrandefedenell’Assoluto.

In conclusione, da questo racconto emergono due principi chiave utili inquestadiscussionesullaliceitàdellapraticadeitrapianti:ildonoelafede.

Ilprimoaiutaasentirsipartedellavitadiogniessere,ponendosialserviziodelbenecomune (dharma); la seconda a cercaredi esperire, inogni attimodellapropriaesistenza,laPresenzadivina.

Quali fari migliori del dono e della fede per illuminare tutte le scelte e lebuoneazioni?

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BuddhismoMonacoTenzinKhentse

Inuntestodaltitolo“AryaSutra”siraccontanoleviteprecedentidiGautamaSiddharta prima di raggiungere l’illuminazione ed essere chiamatoBuddha,tra le altre si narra di due esistenze nelle quali Siddharta fa dono del suostessocorpoper sfamaredeglianimali.Nelprimo racconto,ungiornovedeunatigreconisuoicuccioli,lapoveratigrenonmangiavadamoltotempoedallesuemammelleormainonuscivapiùlattepersfamareisuoicucciolicheindebolitidallafamestavanomorendo,oltrelaevidentesofferenza,luinotòlalotta interiore della tigre combattuta tra l’istinto di sopravvivenza che laspingeva a mangiare la sua stessa prole e l’amore per i suoi figli che leimponevadiproteggerli.Mossodaunaincontenibilecompassione,Siddhartadecide di dare il suo corpo in pasto alla tigre perché fosse libera da quellascelta terribile oltre a sfamare se stessa ed i suoi cuccioli. Nel secondoracconto, Siddharta a quel tempo aveva una esistenza come elefante, c’erastataunagrandesiccitàemoltissimianimalieranomortiperchénonc’erapiùerbadellaqualenutrirsinéacquaperdissetarsi,diconseguenzaeranomortianchemolti animalicarnivoriperchénonc’eranopiùprededacacciare.UngiornoSiddhartal’elefante,videunbrancodileoniindianiormaisulpuntodimorireperglistenti,ilorostraziantilamentiarrivanoallesuegrandiorecchieprocurandogli una sofferenza insopportabile. Pensò tra sé:” non posso piùsopportarediassisterea tantasofferenzasenzafareniente,masonosolounelefante,cosapossofare?Perònelmiocorpoc’ètantacarnedasfamaretuttoilbrancopergiorni,c’èanchetantissimosangueperdissetarlitutti,infondoiosonosolounoelorosonotanti,levitedimoltisonopiùimportantidiunasola”.Cosìsiavvicinòalbrancoedaccucciatosiinsegnodiresaoffrìilsuocorpocomecibo.

Chesiaunraccontosimbolico,unaallegoria,olapuraverità,questodipendedallafededell’ascoltatore,maindefinitivaimportapoco,quellochecontaèilvalore sublime della generosità e del donare che queste due storie ci fannocapire.

Donarequalcosaèilmododimanifestareconcretamentelanostragenerosità,tratutteleazionivirtuoseèlapiùelevata,sublime,edèquellacherealmenteciqualificacomeesserisocialiedempatici.Donareilnostrotempoelenostre

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attenzionièunacosabellissima,donareilnostroaiutoinogniformapossibileachihabisognoloèancoradipiù,donareunapartedinoi,ilnostrosangue,un organo, o ancora meglio donare tutto ciò che può essere utilizzato delnostrovecchiocorpocheormaihacessatodivivere,èinassolutol’azionepiùgenerosa,altruistica,virtuosaepreziosachepossiamofare.

Inestremasintesiquestaèlaposizionebuddhistainmeritoalladonazionediorgani,dettoquestoègiustoperòfarealcuneconsiderazioni.

Buddhainparanirvana,Manbulsa,CoreadelSud.

Secondo il modo di vedere buddhista, quando il corpo cessa di vivere,bisogna aspettare tre giorni prima di procedere con la sepoltura o con lacremazione o prima di fare qualsiasi cosa, questo è il tempo necessarioaffinchél’interoprocessodellamortesiadefinitivamentecompiuto.Durantequestitregiorniilcorpoandrebbepreservatodaqualsiaformadidisturboinmodochenientepossarecaredisturboointerferenzaallacoscienzachenellasua forma più sottile continua ad essere legata al corpo. Per essere chiari;l’intero processo della morte inizia con la dissoluzione degli elementigrossolanichecostituisconolabasedelcorpofisico,questedissoluzionisonovisibili nei giorni o nei momenti che precedono l’arresto del respiro e delbattitodelcuore,terminataquestafase,lamenteocoscienza,vieneriassorbitapergradipartendodagliaspettipiùgrossolanicomelecoscienzesensorialie

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le coscienze concettuali fino a giungere alla sua ultima essenza che vienechiamata“menteocoscienzasottile”,quandoquestasiseparadalcorpoalloral’intero processo della morte è compiuto, normalmente questo richiede tregiorni.

Se lecosestannocosìverrebbedadirechenonsipossonodonarepartidelcorpo se non quando ormai sono inservibili, ma non è così. Il praticantebuddhistachehageneratounafortissimamotivazionealtruisticadigenerositàdurante la vita, può decidere di donare le sue parti non appena avviene lamorteclinica;questasuamotivazionealtruisticadivental’antidotopiùpotenteaqualsiasidisturboalprocessodellamorteenientediciòchepuòaccaderediventerà interferenza o disturbo proprio perché la forza della suamotivazione di generosità renderà la suamente stabile ed al sicuro da ogniinfluenzadisturbante. Inognicasosarebbemeglioprimadiprenderequestadecisioneconsultarsiconunmaestroqualificato.

Per quanto riguarda i trapianti, in generale non c’è alcuna obiezione oostacoloadonareciòchepuòsalvare lavitadiunaltro, semprechequestogesto non rechi danni irreparabili al donatore. La scienza e la medicina inparticolarehannolagranderesponsabilitàdiusarequesteprezioserisorsealmeglio, senza recare danno alcuno al donatore e senza cadere nell’inutile edannosoaccanimentoterapeuticoversoilricevente.

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EbraismoRavPaoloMordechaySciunnach

Ilproblemadelladonazionediorgani,chealgiornod’oggihaassuntogranderilevanza, viene affrontato nell’ebraismo sulla base di varie definizioniriportate nei sacri testi e interpretate dai rabbini. Sui trapianti non esistequindiunavoceunivoca,maesistonovarieopinionimaggioritarieancheconposizioni di forte divergenza. Si tratta di un tema molto complesso earticolato,milimiteròinquestasedeadillustrarealcuniprincipigenerali.Cioccuperemo degli aspetti più importanti e ne tralasceremo altri. L’ebraismoconsiderailsalvareeilmantenerelavitaumanacomeunaprioritàassoluta:“esceglierailavita”1èl’imperativodeltestobiblico.

Ogniessereumanoha ildoveredimettere ingioco sé stessoper salvare lavitadiunaltroessereumano:“Nonrimanere inertedi fronteal sanguedeltuoprossimo”2. Salvareunavita, è come salvare ilmondo intero e bisognafareognisforzopersalvareleviteinpericolo.Ilvaloredellavitaumananonèmisurabile(interminiditempoequalità),èinfinitoedèugualepertutti:inqualsiasicondizione,ognimomentodellavitahalostessovalore.Èproibitoquindi mettere in atto qualsiasi azione che possa anche indirettamenteaccorciarelavitadiunagonizzante3.

Calligrafiainebraicoemeth,verità.

InquestosensocivienecomandatoditrasgredireloShabbatpersalvareunavita: anche se non siamo sicuri dell’esito della nostra azione, dobbiamotentare di salvare un uomo anche violando lo Shabbat,“lo Shabbat è statodato nelle tuemani, non tu nelle sue”4. È implicito quindi nell’osservanzadelloShabbatl’obbligodicompieretuttoilnecessariopersalvareunapersonainpericolo5.

Tuttavianonsiètenutinecessariamenteasacrificarelapropriavitaperquelladiunaltrouomo: la tuavitavalequanto lasua,e lasuavitavalequanto latua:“possaviveretuofratelloconte”6,“chitihadettocheiltuosangueèpiù

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rossodelsuo?forseilsuosangueèpiùrossodeltuo”7.

Unindividuohaildoveredioffrirelapropriavitasoltantoalfinedievitarelatrasgressione in prima persona del divieto di omicidio, idolatria e rapportiincestuosi8.

È nostro dovere quindi metterci in una situazione che può esserepotenzialmente pericolosa per salvare chi è sicuramente in pericolo di vita.Tuttavia, una persona non è obbligata a mettere, a priori, a repentaglio lapropriavitapersalvarneun’altra;maognisituazionevavistanelcontestoincuicisitrova9.

Asostegnodiquestoèscritto:“eosserveretedunque imiei statuti e lemieleggi,mediantelequali,chiunquelemetteràinpratica,vivràinesse[enonmoriràperesse].IosonoilSignore”10.

Èundoveremoralemettersiingioco(pericolononvitale)persalvareunavitaumanaattraversolaliberadonazionediorganinonvitali,invitaoanchedopolamorte.Ilprincipioreligiosodell’integritàdelcorpoelaproibizioneditrarregiovamento dall’utilizzo di un cadavere è in secondo piano di fronte alpericolodivitaaltrui(anchenelcasodellaproibizionedellaautopsia).

Seildonatoreèunessereumano,visonoproblemigiuridiciedetici.Questiultimiderivano inparticolaredaldoveredi salvaguardare lavita e la salutedeldonatore.Quandomanchiunoopiùdiquestirequisiti,nonsaràpossibileconcedereilpermessoditrapianto:

ildonatorehadatoilconsensodavivoall’estrazionedeisuoiorgani invita o anche dopo la sua morte; la consapevolezza e la volontà deldonatoredevevenireespressa invitapersonalmentedavantiadalmenoduetestimonivalidiperlaleggereligiosaebraica;nonaccorciarelavitadeldonatoreinalcunomodo(direttooindiretto);nonprolungarelesofferenze;il malato ricevente che necessita urgentemente l’intervento si trova«davantianoi»;lasituazionedelmalatoriceventeèconsiderataessere«pericolodivita».

Ci limiteremo, in questa sede, ad affrontare il problema del trapianto degliorganivitali(inparticolarecuoreefegato).

Esiste un preciso dovere di fare ogni sforzo per salvaguardare la vita del

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donatore. È considerato assolutamente proibito causare la morte di unindividuopersalvarneunaltro11.Èquindiproibitoestrarreunorganoancheselapersonaèinfinedivita12.

IndispensabileèquindiladefinizioneesattadelmomentodellamortesecondolaHalachà(leggereligiosaebraica),alfinedistabiliresesipossaeffettuare–omeno–ilprelievodegliorganivitali.

Possiamodefinirelamortecomelasituazioneincuivièmancanzadivitainmodoirreversibile:laperditaassoluta,completaeirreversibilediogniattivitàcerebrale,compresaquelladellacortecciacerebrale;lacessazioneassolutaeirreversibile di ogni attività cardiaca, della circolazione sanguigna e delsistema respiratorio; la morte di tutte le cellule del corpo; la completaseparazionedell’anima(Nefesh)dalcorpo.

Tradizionalmenteilmomentodellamortevieneidentificatoconlacessazionecompletadelleattivitàcardiacaepolmonare13.

Tuttavia oggi i mezzi di rianimazione permettono di mantenere l’attivitàrespiratoria artificiale e quindi ilmantenimento dell’attività cardiaca per unlungo periodo. Di conseguenza, non collegare il paziente ai mezzi dirianimazioneapriori,contraddiceilprincipiodinonrimanereinertedifrontealpericolodivitaaltrui.Ènecessarioquindiproseguireacurareilmalatofinoaquandononcessi ilbattitodelcuore inmodoautonomo:quindièproibitostaccare ilmalatodall’apparecchiodella respirazioneartificiale (vigequindianche la proibizione di ogni forma di eutanasia). Quindi molte autoritàrabbichecontemporaneeconsideranoproibitoiltrapiantodicuore14.

Suquestabase,unproblemaparticolareècostituitodal trapiantodel cuore:per poter effettuare tale trapianto è necessario che il cuore del donatore siaancorapulsante.Datalaproibizioneassolutadiinterveniresuunagonizzanteperaccelerarne lamorte,ci sièposto ilproblemasesussista–omeno– ilmomento opportuno per rendere possibile questo tipo di trapianto. Il primoproblema che si pone per permettere il trapianto è quello di essereperfettamentecertidellamortedeldonatoresullabasedeicriteristabiliti.

Fermi restando i principi di non accorciare la vita e di non prolungare lesofferenze, secondo altre autorità rabbiniche contemporanee (RabbinatoCentralediIsraele)esisteunmomentolimitenelqualelavitadiventaunmeroprolungamento di sofferenze. Su questa base è possibile staccare il malatodall’apparecchio, facendo cessare l’attività di un “oggetto estraneo” che

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impedisce la naturale e inevitabile morte del malato (considerando iltrattamento un mero artificiale prolungamento di sofferenza), onde in ognicasoilcuorecesseràlasuaattivitàdopoqualcheminutoinmodoautonomo15.Colorochesostengonoquestapossibilità,ritengonolarespirazione(rispettoalbattito cardiaco) come l’elemento predominante che definisce la vita o lamortediunapersona.

Diventa qui fondamentale il parere del medico: infatti la morte può essereprovatasolomedianteleconoscenzedeimedicicheconstatanolacessazionedella funzione respiratoria mediante l’accertamento del mancatofunzionamentoassolutodelcervello,overisiedeilcentrorespiratorio(EsameBAER).Lacessazionedellaattivitàcerebralenonèdunqueimportanteinséepersécomecriterioperladefinizionedimorte,masoloinquantocentrodellarespirazione. Fatti quindi gli accertamenti, si permette l’espianto del cuoresullabasedelfattocheilsuobattereèdovutoesclusivamenteall’apparecchioartificialeesternoperlarespirazione.

Inmeritoalriceventerestanofermiglistessiprincipidituteladellavitaedinon prolungarne la sofferenza. Il cuore malato viene estratto ed entra inazioneuncuore-polmoneartificialecheadempieallefunzionivitali.Inquestocasononsipuòparlarequindidi«morte»delricevente.Lasituazioneèsimileaquantoaccadenelleoperazioni«acuoreaperto»chesonopermesse.Oggisiriscontraun’altapercentualedisuccesso,ondenonsipongonoproblemipiùgravidiquellipresentiinognialtrointerventochirurgicocomplicato.Conclusione

Lasolidarietàel’aiutoachisoffresonoprincipifondamentalidell’Ebraismo.La donazione di organi è un atto di grande solidarietà e di valore etico-religioso, nel quale la necessità di salvare una vita umana appare piùimportantedellapossibileoffesaall’integritàdelcadavere.Peralcuni tipiditrapianti(cuoreefegato)ilproblemaècomplicato,perchéilprelievosideveeseguireacuorebattenteesecondomolteautoritàrabbinichecontemporaneequestosignificacheildonatoreèancoravivoecheestraendogliilcuorelosiuccide.Alcuneautorità rabbinichecontemporanee, e traqueste ilRabbinatoCentrale d’Israele, si sono invece pronunciate a favore del prelievo a cuorebattente,purchésiaaccertatacondatioggettivi lacompletamortecerebrale,ancheinpresenzadibattitocardiaco.Laposizionedell’AssembleadeiRabbinid’Italia(ARI)

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L’Assemblea dei Rabbini d’Italia ha deliberato all’unanimità di seguire suquesto argomento l’orientamento del Rabbinato Centrale d’Israele. I criteristabilitidalleattualidisposizioni legislative italianeper l’accertamentodellamortecerebrale sono tuttaviameno rigorosidiquelli stabilitineidocumentitecnici allegati alle delibere del Rabbinato Centrale d’Israele: quindi unassensononcondizionatodelpotenzialedonatoreebreoitalianoloesponealrischiodiessereconsideratodecedutoquandoperlaleggeebraica(Halachà)èancora in vita. Per questimotivi l’Assemblea suggerisce, agli ebrei italianichedesideranoparteciparealladonazionediorgani, la sottoscrizionediunaformula di consenso nella quale sia espressamente aggiunta questacondizione:«purchél’accertamentodeldecesso,inaggiuntaaicriteristabilitidalle leggi vigenti, sia eseguito secondo le modalità tecniche che verrannoindicatedall’AssembleadeiRabbinid’Italia».

Laconcertazionerabbinicadurantelostudiodeitestisacriedellesueapplicazioni.

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Cristianesimo-ChiesaCattolicaPalmaSgreccia

FinoalXXsecololapossibilitàdeitrapiantirimasenelregnodellamitologiaedelmiracolo.Secondolatradizione,lanascitadeitrapiantivienefissatanelIII secolo d.C., quando i santi medici Cosma e Damiano compirono ilmiracolodisostituire lagambadeldiaconoGiustiniano,andata incancrena,conquelladiunuomoEtiopedecedutopocoprima16.

Perl’eticacattolicaitrapiantisonolegittimatidalprincipiodisolidarietàcheunisce gli esseri umani e dalla carità che dispone al dono verso i fratellisofferenti; non si trattadel donodi qualcosadi proprio,madel donodi sé;l’attodev’essereassolutamentegratuito.

IlMagisterocattolicoèfavorevoleaitrapiantidiorganivitalidacadavereeditessutieorganinonvitalidavivente,raccomandandoilrispettodeldonatoreeunacorrettaeticadelrischiosanitario.

Secondol’antropologiacristianalapersonaècorporea,matrascendeilcorpo,non nel senso di poterne prescindere, ma nel senso di avere la capacità dicompiereoperazioninonesclusivamentecorporee.

Lamedicinadeitrapianticioffrenonsololasperanzadellasalute,maanchela possibilità di tornare ad interrogarci sul senso del dono, sul senso dellaresponsabilitàpersonaleversogli altri, sullacuradegli altri cheèaffidataaciascuno. Il corpo diventa il luogo che invita a progettare la propria vitasecondolalogicadellaprossimità17.

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MiracolodeiSS.CosmaeDamiano,BeatoAngelico,MuseodiSanMarco,Firenze.

Ilcorpoèilsegnodellanostrafinitudineerinviaaciòchenonsivorrebbe–fragilità, debolezze, limiti,malattie,morte –ma nello stesso tempo ci aprealla relazione col mondo e con gli altri, alla dinamica del reciprocoriconoscimento.

C’è una tradizionale cesura tra il corpo animato e il corpo inanimato, tra ilcorpo umano e il cadavere a cui però si accompagna l’indissociabilità delcorpoumanodallapersona.Seperdiamolacapacitàdipensarealcorpopostmortem come rimando ad un qualcuno, da rispettare, vienemeno anche lanostrapartecipazionecoinvolta,lanostraaperturaqualitativaalmondo.

L’insegnamento del Magistero cattolico mette in luce la liceità-bontà delladonazione degli organi, distinguendo quella da vivente, a cui è connessa laquestione dell’integrità del donatore, e quella da cadavere con il problemadell’accertamentodellamorte18.Donazionedavivente

Inizialmente la questione della donazione da vivente fu affrontata daimoralisticattoliciconleargomentazionichevietanolamutilazionedelcorpoumano, pur ritenendo lecito il sacrificio di una partemalata dell’organismoperilbeneficiodituttoilcorpo.Secondoilprincipiodiintegritàetotalità,lamutilazioneèconsentitasoloper ilbenedell’organismochelasubisce19.La

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difesadelprincipioditotalitàeintegritàèespressanellaCasticonnubiidiPioXI(1930)20elaritroviamonelDiscorsoalprimoCongressodiistopatologiadelsistemanervoso(1952)diPioXII21.

Il contestodellaCasticonnubi è quellomatrimoniale e il Pontefice tratta ilprincipiodell’inviolabilitàdelcorpoelasuaintegritàfisicareagendocontrocolorochelegittimanol’interventodeimediciperprivarealcunisoggettidella“facoltànaturale”digenerarelaprole.

Nelle parole delDiscorso al primo Congresso di istopatologia del sistemanervoso di Pio XII c’è una forte difesa dell’integrità fisica e quindinell’incapacitàdelsoggetto,cheneètitolare,didisporrediorganiparticolaridel suo organismo. La ragione di fondo sta nel fatto che l’individuo ha unpotererelativosulpropriocorpo,subordinatamenteeindipendenzadelpotereassolutodiDio:ilcorpoèdatodaDio,inuso,noninproprietàequindinonèconsentito all’uomo di disporne. Di conseguenza qualsiasi atto che, senzafondata ragione, ne violi l’integrità, urta inevitabilmente contro la dignitàdella persona e la sua integrità fisica, più remotamente contro il progettostessodiDioelasuasignoria22.

Pur intransigente nella difesa dell’inviolabilità dell’integrità fisica dellapersona e nel respingere l’applicazione sociale del principio di totalità, PioXII ha ammesso la liceità dei trapianti di organi a favore di pazientibisognosi; un intervento esplicito lo fa a favore dell’innesto della corneaprelevatadacadavere.23Ilpassaggioavvienedauncorpodiunesserenonpiùviventeadunaltroviventeincondizionedibisogno.

Inseguito,GiovanniPaoloIIsottolineòduevalori:l’unitàdelgenereumanoe la carità fraterna24. Applicando questi due valori al tema del dono degliorgani, si trasse la conclusione della liceità del dono, anche da vivente.GiovanniPaoloII,purribadendochel’uomononèpadronedellapropriavita,malariceveinusufruttoeneèl’amministratoreperchésoloDioèilSignoredellavita,evidenzialadimensionereligiosaefraternadelladonazione25,cheesprime la solidarietà cristiana, definita come il comandamento nuovo (cfr.Gv13,34).

IlCatechismodellaChiesaCattolicaèchiaro:Iltrapiantodiorganièconformeallaleggemoraleepuòesseremeritorioseidannieirischifisiciepsichici in cui incorre il donatore sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario (n.2296).

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NellaCartadeglioperatorisanitaridelPontificioConsiglioperlaPastoraledellaSalute(1995)siscrivecheitrapiantisono

legittimatidalprincipiodisolidarietàcheuniscegliesseriumaniedallacaritàchedisponealdonoversoifratellisofferenti(n.67).

Legittimamentecisipuòesporrearischiperilbenedelprossimo,rinunciareall’integritàdelproprioorganismoperaiutareilprossimoingravenecessità.

L’integritàfisica,puressendounbeneprezioso,nonèilbenepiùaltoperlapersonache,inunaprospettivaevangelica,sirealizzapienamenteneldonodiséenell’amoredell’altro.

Riconosciuto il principio di solidarietà, occorre delineare i criteri dipraticabilitàche possono essere sintetizzati nelle espressioni:non lesività eproporzionalità,libertàegratuità.

Lanonlesivitànonvaintesainsensoassoluto,macomelesivitàtollerabileoragionevole.Nonsonoeticamentepraticabiliiprelievichecompromettonolasopravvivenzadeldonatore.

Correlato al criterio della non lesività c’è quello della proporzionalità: aldanno provocato nel donatore deve corrispondere un miglioramentoproporzionatodellaqualitàdivitadelricevente26.

Ilgestodidonazionedeve scaturireda liberascelta e da solidarietà: non sipuòobbligare una persona a ledere la propria integrità fisica a beneficio diun’altra27.Donazionedacadavere

Importanteriferimentoèl’Allocuzionedel14maggio1956diPioXII,rivoltaall’Associazione Italiana Donatori di Cornea e dell’Unione Italiana Ciechi.Viene accettato pienamente il prelievo di tessuti da un cadavere a scopoterapeutico e anche scientifico, a condizione che il corpo sia trattato conrispetto; si esorta ad un’educazione dell’opinione pubblica che aiuti lefamiglie a consentire al prelievo degli organi dal corpo di un parentedeceduto.

AnchenelCatechismodellaChiesaCattolicasilegge:Ildonogratuitodiorganidopolamorteèlegittimoepuòesseremeritorio(n.2296).

I problemi morali possono essere ricondotti a tre: la disponibilità delcadavere,l’accertamentodellamorteeilconsenso.

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Ilprincipioèche,puressendodoverosoilrispettoperlaspogliamortalecherimandaallapersonachesussistevainquellarealtàsomaticaecheèdestinataallaresurrezionedeicorpi,ilcadaverenonèpiùunuomo.AffermaPioXII:

Il cadavere non è più, nel senso proprio della parola, un soggetto di diritto, perché è privo dellapersonalità… (per cui) destinarlo a fini utili, moralmente ineccepibili e anche elevati non è dacondannare,madagiustificarepositivamente28.

Aldilàdellafattibilitàpratica,perl’eticacattolicanonèlegittimoilprelievodiorgani,comelegonadie ilcervello,acuiè legata l’identitàpersonale;siraccomandamolta prudenza per i cosiddetti trapianti non salvavita, per glixenotrapianti,periqualiirischipossonononessereproporzionati29;siprecisacheè lecitoprelevareorganidalneonatoanencefalico,maunavoltachesiastataaccertatalamorte30.

Nelcasodelladonazionedacadavere,ilproblemanascedalfattoche,perilsuccessodell’operazione,occorrechefralacessazionedell’azionecardiacaedellacircolazionesanguignaeilprelievopassiuntemporelativamentebreveevariabileasecondadegliorganiedeitessuti.

OvviamentelacompetenzasuicriteriperstabilirelamortenonappartieneallaChiesamaallamedicina.AseguitodiunostudiodellaPontificiaAccademiadelleScienzenell’ottobredel1985,GiovanniPaoloIIaccetta,comecriteriodimorte,lacessazioneirreversibilediognifunzionecerebrale,dandocosìunsostegnoimportanteallacausadeitrapianti.

Inmodochiaroafferma:Di fronte agli odierni parametri di accertamento della morte, – sia che ci si riferisca ai segni“encefalici”,siachesifacciaricorsoaipiùtradizionalisegnicardio-respiratori–,laChiesanonfaopzioniscientifiche[ndrilcorsivoènostro],masilimitaadesercitarelaresponsabilitàevangelicadiconfrontareidatioffertidallascienzamedicaconunaconcezioneunitariadellapersonasecondolaprospettivacristiana[…]

Inquestaprospettiva,sipuòaffermarecheilrecentecriteriodiaccertamentodellamorte[…]cioèlacessazione totale ed irreversibile di ogni attività encefalica, se applicato scrupolosamente, nonappare in contrasto con gli elementi essenziali di una corretta concezione antropologica. Diconseguenza,l’operatoresanitario,cheabbialaresponsabilitàprofessionalediuntaleaccertamento,puòbasarsisudiessiperraggiungere,casopercaso,quelgradodisicurezzanelgiudizioeticocheladottrinamoralequalificacolterminedi“certezzamorale”31.

InseguitoBenedettoXVIrichiamaallamassimacautelapernonrischiareditrattare come un cadavere qualcuno che non lo è ancora. Sottolinea inoltreche, anche nel caso dell’espianto da cadavere, il consenso deve esserechiaramenteespresso:

Ilconsensoinformatoècondizionepreviadilibertà,perchéiltrapiantoabbialacaratteristicadiun

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donoenonsiainterpretatocomeunattocoercitivoodisfruttamento32.

Benedetto XVI invita in modo limpido ad evitare ogni abuso legato allepossibilireificazionideicorpi,alcommerciodegliorgani:

È utile, soprattutto nel contesto odierno, ritornare a riflettere su questa conquista della scienza,perchénonavvengacheilmoltiplicarsidellerichiesteditrapiantoabbiaasovvertireiprincipieticiche ne stanno alla base. […] il corpo non potrà mai essere considerato un mero oggetto […]Eventuali logiche di compravendita degli organi, comepure l’adozionedi criteri discriminatori outilitaristici,striderebberotalmenteconilsignificatosottesodeldonochesiporrebberodaséfuorigioco, qualificandosi come atti moralmente illeciti. Gli abusi nei trapianti e il loro traffico, chespessotoccanopersoneinnocentiqualiibambini,devonotrovarelacomunitàscientificaemedicaprontamente unite nel rifiutarli come pratiche inaccettabili. Esse pertanto vanno decisamentecondannatecomeabominevoli.Lostessoprincipioeticovaribaditoquandosivuolegiungereallacreazione e distruzione di embrioni umani destinati a scopo terapeutico. La semplice idea diconsiderarel’embrionecome“materialeterapeutico”contraddicelebasiculturali,civiliedetichesucuipoggialadignitàdellapersona33.

PocodopoBenedettoXVIriaffermache:lapersonaviventepuòdareindonounicamenteorganinonvitali–doppicomeilrene,oppurepartidelfegatoodelpolmone,opartidifacilerigenerabilitàcomeilmidolloosseo–affinchéildonatore,infuturo,possaavereun’adeguataqualitàdivita.Ladonazionesamaritana

Nel settore dei trapianti di organo il termine “samaritano” viene riferito aldonatore vivente di rene che offre l’organo alla collettività, e non ad unospecifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio.L’organo,resodisponibiledal“samaritano”,vienetrapiantatoinunriceventeinlistadiattesasceltosecondocriteripredeterminati34.

Lapraticanonèesentedaproblemiinrelazioneadunamolteplicitàdiaspetti:psicologico,psichiatricoedisicurezzaperildonatore.Ladonazionepotrebbeessere una manifestazione narcisistica o autolesionistica, espressione di unrifiutodellapropriavitaodiunanonpienaconsapevolezzadelleimplicazionichel’interventocomporta.

Possiamosacrificare,inviaeccezionale,lanostraintegritàperunfamiliareoun amico, però in questo caso non si sa a chi si dona, è una straordinariachiamataall’amoreeallacomunione35,marestanogliinterrogatividifronteaungestochecomportalamenomazionevolontariadelpropriocorpo.

Ladonazionedaviventeèunattoeroico,supererogatorio,chenonpotrebbeesseremaidefinitodoveroso.

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IslamYusufAbdalHakimCarrara

Nel mondo islamico esistono diversi documenti ufficiali emanati da entiinternazionali governativi, organizzazioni mediche e autorità religiose deisingoli Paesi a maggioranza islamica sul tema dei trapianti. Tra i primidocumenti troviamo quello del 1949 emesso dall’autorevole istituzioneegizianadiAl-Azhar,diriferimentoperimusulmanisunnitichesiesprimeva,allora, sulla pratica della trasfusione di sangue considerata lecita, anche daparte di donatori nonmusulmani, nel caso in cui la vita del paziente fossedipesadallatrasfusione.Unaltrodocumentodegnodinotachesipronunciasulla donazione di organi da donatore vivente è rappresentato dal CodiceIslamicodiEticaMedicachenel1981affermacheladonazionediunorganoèconsentitaseèfruttodiunaliberasceltaeseildonatorenoncorrepericoliperlapropriavita.Infine,perlaquestionepiùcontroversadelladonazionediorgani da cadavere, sono convissute sempre diverse prospettive, alcunefavorevoli altre contrarie. Tra le favorevoli segnaliamo quella dell’autoritàreligiosa egiziana di Al-Azhar nel 1959 per il trapianto di cornea e quelladell’OCI (Organizzazione della Cooperazione Islamica, la più grandeorganizzazione non governativa dopo l’ONU che raccoglie 57 Paesi amaggioranzaislamica)conundocumentodel1990approvatodaunconsigliointernazionaledigiuristiriunitisiinArabiaSaudita.Taledocumentoconsenteladonazionedacadavere,delqualeèaccertatalamortecerebrale,purchèsiastata preventivamente espressa l’autorizzazione da parte di colui che èdecedutoo,inseguito,daisuoiparentiodall’autoritàreligiosariconosciutainqueldeterminatoterritorio.

Accanto al documento dell’OCI ciascun Paese islamico legifera in modoautonomo. Di fatto, attualmente, esistono una pluralità di orientamenti epratiche a seconda degli Stati. Ci troviamo di fronte a un sostanzialeallineamento con molte legislazioni presenti nei Paesi occidentali. Lariflessione che vorrei proporre parte dunque dal dato di fatto oggettivo dicomelepratichedelladonazionedegliorganiedeitrapiantisianopiùomenodiffuse,anche invirtùdiuna legittimazionegiuridicae religiosadapartedialcuniespertididottrinaislamica.

Potremmoquindiaffermarequantoilmondoislamicoabbiamostratoapertura

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versoquestotemapostodallamodernità.Tuttaviaciòchedaunpuntodivistareligiosoèrilevantesonoiprincipisucuisifondaun’azioneelaprevisionedellesueconseguenzedefinitesiarelativamenteallasalutedelriceventechealledinamicheprodottedatalepraticanellasocietà.Indefinitivalamisuradiun’azione, chenellaprospettiva islamica si valuta apartiredalle intenzioni,deveprodurre ancheunbeneficiodiffuso su tutti i piani ed evitare pratichenon etiche. Non basta quindi rendere legittima la pratica dei trapianti eparallelamente vietare il commercio degli organi per avere la coscienza aposto.

Ilnomedivinoal-Khaliq,ilCreatore,operaachinadiAbdalHaqqIsaCroce.

Le fonti islamiche prese in considerazione per questa delicata questioneriguardano sia alcuni versetti del Corano che gli insegnamenti del ProfetaMuhammad, entrambi elementi del diritto islamico. La pratica dei trapiantiviene valutata in base al principio di fede secondo il quale nel Giorno delGiudizio gli uomini e le donne risorgeranno con il proprio corpo integro eogni singola parte del corpodovrà rispondere circa l’uso che l’uomone hafatto.IlcorpoèproprietàdiDiochelohadatoall’uomoprovvistodisalute.Ilcorpo è custode dell’anima ed entrambi sono custoditi dallo spirito che èl’elemento immortale e rappresenta quel soffio divino che rende l’uomocreato secondo la forma del Misericordioso, come afferma una tradizioneprofetica.

Pertaleragionel’integritàdelcorpodopolamortevienetutelatatantocheèprescritto che i funerali devono avvenire il prima possibile, prima delladecomposizione.L’inviolabilitàdelcadavere,fossepersinoquellodeiproprinemici,èunsegnodirispettoversoildefunto.IlProfetaMuhammadaffermainpropositoche:“spezzarel’ossodiunmortoequivalearomperequellodiunvivente”.Lasepolturarivesteunvaloresimbolicoinattesadellarisurrezionedei corpi che si leveranno appunto dai sepolcri. Per tale ragione nellareligioneislamicanonèammessalacremazione.

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Lefontitradizionaliutilizzateperlegittimarelapraticadeitrapiantisono:

il versetto coranico: “Chiunque salva la vita di un uomo sarà come seavessesalvatol’interaumanità”(5,32);ildettoprofetico:“ifedeliunitidall’amoresonocomeunsolocorpo,percuiseunapartevienecolpitadaunamalattia,tuttelealtrepartidelcorpoverrannoinsuosoccorso”;ildettoprofetico:“nonesisteunamalattiacheDioabbiacreatosenonperché Egli ne ha creato anche la cura” ma sempre il Profeta haaffermato“Diohacreatolacuraperognimalattiamanonusatemetodiproibiti”;ilprincipiogiuridicocheafferma:“lanecessitàfaeccezioneallaregolaerendelecitociòchealtrimentisarebbevietato”;ilprincipiodel“maleminore”inbasealqualeundannosuuncadavereètolleratoperprevenireundannomaggioresuunvivente;il principio secondo cui la cura delmalato rientra tra le responsabilitàcollettive della comunità islamica; come nel caso di un uomo chemorisse di fame perché la società non lo aiuta, è previsto chequest’ultima debba versare un risarcimento pecuniario quale penadovuta.

Nell’Islam il trapianto rientra nella categoria delle circostanze di forzamaggiore, che richiedonounaderogaallanormaleapplicazionedellaLeggesacra.Questaderogadipendequindistrettamenteoltrechedallecircostanze,dalle intenzioni di chi vi ricorre e che se ne assume pertanto la totaleresponsabilità. Ogni musulmano dovrà riferirsi alla propria coscienza econsiderareattentamenteleproprieintenzioni,siachesitrattidiundonatoresia che si tratti di un ricevente, e gli stessi operatori sanitari dovranno fareattenzioneanonmancaremaidirispettoversolasacralitàdeipazientiedeidefuntiloroaffidati.

Occorrerà pertanto saper operare alcune distinzioni fra le varie tipologie ditrapianto,fraibeneficirealichedaquesticisipotràaspettare,senzacaderenell’idolatriadellavitachenessunareligioneortodossahamaisostenuto.Nonsi trattadidovervivere aogni costo,maanchedi saper imparare amorire,unavoltachesièimparatoavivere.

La tradizione islamica invita gli uomini a rifuggire da ogni forma di prassimeccanica e a considerare sempre con attenzione i casi particolari.

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Nonostanteilsistemadeitrapiantirichiedanecessariamentelaconvergenzadinumerose volontà e figure professionali esso non dovrà mai divenire unmeccanismo impersonaledoveognunopossa illudersidiesserescioltodalleproprie responsabilità. A partire dai donatori, dai medici, dal personalesanitariofinoairiceventi,ognunoèchiamatoavivereinmodoresponsabilelapropria funzione, nel pieno rispetto della sacralità del corpo e dell’essereumano, sapendo di essere custode di un mistero che supera le propriepossibilitàdicomprensione.

Se lamedicinava insegnata tenendopresente lasuadimensionediumanità,cosìlareligionenonpuòprescinderedaunadimensionedisacralità.Fisicoespirituale sono sempre legati e rappresentano uno degli aspetti dell’ordinedella creazione. Secondo i sapienti musulmani, in particolare lo ShaykhMuhyiddin Ibn Arabi nel suo libro “La sapienza dei Profeti”, il mondo èsimile a uno “specchio dove la realtà s’inverte e diviene ambigua”. Altrimaestri musulmani insegnano che il corpo è racchiuso nell’anima equest’ultima, in modo doppiamente rovesciato, nello spirito. Si comprendequindicomeunatalevisioneabbiaenormiimplicazioniinrelazionealmododi considerare la salute e lamalattia.Anche gli organi non possono quindiessere separati dalle realtà invisibili che ne sostengono l’attività, prima fratuttilavitastessa.

Perconcluderevorreiriferirmialmiracolodiplasmareedarelavita“conilpermessodiDio”cheilCoranoriconoscecomepropriodiGesù,chiamatoilMaestrodelSoffio.Questopermessoèquindiindispensabileaffinchèl’uomonon si sostituisca a Dio nell’intervenire nella creazione al fine di renderefruttuoseleproprieazioniprevedendoleconseguenze, invecedirischiaredirimanereinbaliadiqueste.

Untaleprincipioèforsedifficiledaapplicareogginell’ambitodellaricercasperimentale, anche se ha fondato per secoli la ricerca medica ancheall’internodelmondoislamico.Èilvaloredelsimbolochericonducelarealtàall’unitàdivinaunendoilpianocosmologicoaquellometafisico.

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Cartadellebuonepraticheperilpluralismoreligiosoel’assistenzaspiritualeneiluoghidicuraComitatoscientificoIPC

Introduzione

Ilgruppodilavoroestudio“InsiemeperPrenderciCura”–lacuiattivitàsièsvolta negli anni 2016-2018 ed è risultata nella pubblicazione del volumeSaluteeidentitàreligiose–proponeuna“Cartadellebuonepratiche”,rivoltaall’attenzione del personale medico ospedaliero e in generale a quellocoinvoltonellecuresanitarie.ScopodellapresenteCartaèsensibilizzareaunatteggiamentopiùresponsabileedadeguatonell’ambitosanitariodifrontealpluralismo culturale e religioso, accentuato dai flussi migratori in corso.Questo documento integra la Carta dei Diritti deiMalati già nota e in usonellestrutturesociosanitarieedassistenziali.

Ciòchecisembrauniscaivariorientamentidelletradizioniedenominazionispiritualie religiose–ebraica,cristiana,musulmana,buddhista, induista–èuna visione integrale dell’uomo e della donna, non limitata alla meradimensione del “corpo fisico”, ma estesa anche alla sua valenza spirituale.Questaprospettivanonpretendedi‘confessionalizzare’larealtàospedaliera,né di giustificare eccezioni alla necessità di adeguarsi a normative, prassi eregolamenti propri del contesto medico sanitario, bensì intende offrireconsiderazioniutiliperoperareconpiùefficacesinergianelprendercicuragliuni degli altri, condividendo responsabilità e speranze in un orizzonte diumanesimoglobale.Premessa

Nonesistonodiversi“valori”diviteumane,matuttelevitehannovaloreincommensurabileeparidignitàedimportanza,invirtùdelprincipiodiuguaglianza.Pertantociascunapersonadeveessereconsiderataecuratacon il medesimo massimo rispetto e attenzione, evitando qualsiasidiscriminazione.La religione e la spiritualità costituiscono aspetti intrinseci all’essereumano e si esprimono attraverso un insieme di culti, valori, credenze,tradizioni e pratiche, che si articolano dinamicamente nei diversi pianidell’esistenzaumana.

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La Costituzione della Repubblica Italiana riconosce la dignità dellapersonaumanaenegarantisce le libertàe idiritti inviolabili,compresiquelli afferenti la sfera religiosa, sia comesingolo sianelle formazionisocialiovesisvolgelasuapersonalità(art.2,3,7,8,19,20Cost.).LaLegge 23 dicembre 1978, n. 833, “Istituzione del servizio sanitarionazionale”, all’articolo 38 sancisce che “presso le strutture di ricoverodel servizio sanitario nazionale è assicurata l’assistenza religiosa nelrispettodellavolontàedellalibertàdicoscienzadelcittadino”.

(I)Buonepratichediattenzionealpluralismoculturaleereligioso

1) Negli ospedali, case di cura o di assistenza e nelle strutture socio-assistenziali e ambulatoriali è assicurata la libertà di religione o credenza,compatibilmenteconlespecifichecondizioniedesigenzediorganizzazione,servizioesicurezza.

2) Nei siti di cui al primo punto, ogni individuo ha diritto di ricevere, surichiesta sua (o dei propri familiari qualora impossibilitato ad esprimerequesto desiderio), l’assistenza spirituale di rappresentanti delle religioni etradizionispirituali,confessionaliononconfessionali.

3) L’assistenza spirituale e religiosa, nelle suddette strutture, mirerà aconsentire il rispettodellaprassi del culto, dellenormative alimentari, dellefestivitàdelpaziente,secondolapropriafedeeconvinzionespirituale,senzainquestoostacolare ladiagnosie lecure indispensabilie indifferibiliper lavitadelpaziente.

4)L’assistenzaspiritualeereligiosa,oltreaquantosopraindicato,considererà,nel rispetto della sensibilità e volontà del paziente, più specificatamente gliaspettiinerentia:

cura;iniziovita;contraccezione;procreazione;interruzionedellagravidanza;donazionietrapiantidiorgani;finevita:disposizionianticipateditrattamentoecurepalliative;sospensionediinterventiterapeutici.

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5) Nell’ambito del pluralismo religioso che lo Stato riconosce e tutela, èauspicabilelaconoscenza,dapartedituttoilpersonalesanitario,deibasilariprincipireligiosi-culturaliedelleprassideivariculti,relativiallasaluteeallavitadelmalato.(II)Responsabilitàdell’EnteOspedaliero

Per lo svolgimento del servizio di assistenza religiosa l’ente gestoreospedalierosiimpegnaadassicurare:

spazi idonei per le funzioni di culto (adibendo all’uopo una salariservata);unacameramortuariaidoneaairitifunebriinerentiallevariereligioniotradizioni spirituali. In caso di decesso nel corso della degenza nellestrutture di cui al primo punto, sono adottate misure necessarie adassicurarelacelebrazionediesequieinconformitàallavolontàespressain vita dalla persona e, comunque, in mancanza di dichiarazioni divolontà, in conformità alle cerimonie della religione o credenza deldefuntoodeifamiliari.un elenco di mediatori culturali e di ministri di culto delle diversereligioni.

Compatibilmente con le esigenze di organizzazione interna e di spesa, lestrutture di cui al punto 1 assicurano ai soggetti che lo richiedanol’adempimento delle prescrizioni in materia alimentare e di astensione dallavorolegateallapropriareligioneocredenza;assicuranoaltresìlaricezionedipubblicazionidinaturareligiosaespiritualeel’esposizionediimmaginiosimbolidellapropriareligioneocredenzaneglispazipersonaliriservati.(III)Responsabilitàdelpersonaleospedaliero

Il personale medico e di assistenza deve avere conoscenza ed attenzioneaffinché il paziente sia curato e assistito nel rispetto della sua religione ocredenza.

Glioperatoricostituenti l’équipedeisanitaridevono individuare lamodalitàcomunicativa(anchetramitemediatoriculturali)piùadeguataallacondizioneculturale,religiosaespiritualedellapersonaassistita.

Duranteladegenzaipazientinondevonoessereimpeditinell’eserciziodellalibertàreligiosaonell’adempimentodellepratichediculto,compatibilmente

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conleesigenzesanitariedidiagnosiecuradelpaziente.(IV)Responsabilitàdeipazienti

Restaintesoche,purnelrispettodellediverseidentitàreligioseeculturali,ipazienti sono tenuti al rispetto delle Leggi, degli Ordinamenti e delleNormativechetutelanolapropriaedaltruisicurezzaesalute.Milano,24luglio2018

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PresentazionedegliAutoriedelComitatoScientificoAntonioAngelucci

SièlaureatoingiurisprudenzaedèDottorediricercaindisciplinecanonisticheedecclesiasticistiche.Insegna Diritto ecclesiastico europeo all’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Novara eDiritto islamico alla Facoltà di Teologia di Lugano ed è membro del Gruppo Islam dell’UfficioEcumenismoeDialogoInterreligiosodellaConferenzaEpiscopaleItaliana.FapartedellaRedazionediriviste scientifiche e dei Comitati scientifici del Forum Internazionale Democrazia e Religioni edell’AssociazioneInternazionaleKarolWoytjla.SegretariodelCentrodiRicerca“Religioni,DirittiedEconomie nello Spazio Mediterraneo”, partecipa a progetti di ricerca nazionali e internazionali. Sioccupa,fral’altro,didialogointerreligioso,diassociazionismomusulmanoedisanitàereligioni.Vantanumerose pubblicazioni scientifiche, fra cui due monografie: L’Islam in Italia. Dalla tutelacostituzionaledell’associazionismoallerecentiprospettivepattizie(2018)eDietrolacirconcisione.LasfidadellacittadinanzaelospaziodilibertàreligiosainEuropa(2018).

FilippoMariaBoscia

ÈdocentediFisiopatologiadellaRiproduzioneUmanaeBioeticanell’UniversitàdiBarieDirettoredelDipartimentoperlaSalutedellaDonnaelatuteladelNascituro–GVMCare&Research–OspedaleSanta Maria – Bari. È Consultore del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari dal 2011 ePresidente Nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani dal 2013. Nella sua qualità diPresidenteNazionaledellaSocietà Italianaper laBioeticaè statoeditoredidocumenti edatti, quali:BioeticaCoscienzaelibertà.Aspettiantropologicigiuridicimediciesociali,Ed.Laterza1999;Recentiproblematiche bioetiche all’inizio della vita, Puglia Grafica Sud, 2004; Ri-umanizzare l’assistenzasocio-sanitaria in Italia, Levante Editori, 2009; Identità di genere. Aspetti sociali,medici, bioetici egiuridici,AntezzaTipografi, 2016;La sofferenzaumana tra fragilità, solitudine e speranza,AntezzaTipografi,2016.Editordi20volumisullasessualitàe la riproduzioneumana tranaturaecultura.Hacollaborato al Trattato di Bioetica, Levante Editori 1992; Dizionario di Bioetica; Ist. Siciliano diBioetica 1994; Enciclopedia di Bioetica e Scienza giuridica, Edizioni Scientifiche Italiane, 2016;MedicinaeMoraleVolume5/1995,TipografiaCooperateRoma.

LucioCaccamo

Medico chirurgo, nato nel 1961 nella Locride, ha studiato aMilano e lavora presso il Policlinico diMilano in qualità di chirurgo epato-pancreatico specialista nei trapianti di fegato.Nello svolgimentodellasuaattivitàprofessionalecoltivaconpassioneilrapportoconilpazienteemantieneunaattenzionecostanteversoilcoinvolgimentomultidisciplinaresiatramedicicheversoilpersonalenonmedico.Èattivonell’ambitodellapromozionedellaculturadelladonazionediorgani, tessuti, sangueemidolloosseo anche attraverso le attività della sezione milanese di AIDO. È coordinatore della campagnanazionaledisensibilizzazioneedaggiornamentosultrapiantodifegatoEpateam(www.epateam.org).Siinteressa di musica lirica, è un avido lettore di romanzi, adora il cinema europeo ed ama la pitturamodernaecontemporanea.Nuotaesciafelicemente.

YusufAbdalHakimCarrara

NatoaMilanonel1955,cittàdoveviveelavora.ÈtraiprimianimatoridiunsodalizioformatosiallafinedeglianniOttanta,suispirazionedelloShaykhAbdalWahidPallavicini,checostituiràinseguitoilnucleodellaComunitàReligiosaIslamicaItaliana,dellaqualeoggirivestel’incaricodivicepresidente.Svolge diverse attività attraverso articoli, interventi in convegni accademici e inter-religiosi come ilciclodiincontri“Igiovedìdellasapienzaislamica”chesitengonoaTorino.Hapubblicatoilsaggio“Il

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destino ultraterreno dell’uomo” sul n.7 della rivista Il Messaggio, Centro Studi Metafisici, Milano,2003.Èpadrediduefiglie.

ElisaCrotti

Dal 2001 è consulente nell’area della Comunicazione e delle Relazioni pubbliche per il CollegioIPASVIMilano-Lodi-Monza e Brianza. Svolge inoltre attività di formazione e docenza nei contestisanitari, affrontando le aree tematiche inerenti la comunicazione, con particolare riferimento allacostruzione della relazione terapeutica con il paziente, la comunicazione interdisciplinare el’empowerment della persona assistita. Con Giovanni Muttillo è coautore per Maggioli Editore delvolumeComunicazioneesalute(2008).

PasqualinoD’Aloia

DottoreMagistraleinInfermieristica,foggiano,classe1957,èPresidentedell’OrdinedelleProfessioniInfermieristichediMilano-Lodi-MonzaeBrianzadal10luglio2018.AttualmentericopreilruolodiResponsabile del SITRA e Responsabile Scientifico per la formazione permanente presso l’IRCCSIstituto Ortopedico Galeazzi occupandosi nello specifico di selezione, gestione, valutazione eformazionedelpersonale infermieristico, tecnico,della riabilitazioneedi supporto.Svolgeattivitàdiconsulenza per la Direzione Aziendale dell’Istituto di Cura Città di Pavia e presso l’Ospedale SanRaffaele;èProfessoreacontrattopressol’UniversitàdiPavia.Hapartecipazioneinqualitàdirelatoreanumerosi Congressi Nazionali e Internazionali Infermieristici e come docente per eventi ECM. È ilfondatoredell’ASI–AccademiaScienzeInfermieristiche.

MariaLuisaDeNatale

Giàprofessoreordinariodipedagogiageneralepressol’UniversitàCattolicadelSacroCuorediMilano,e Prorettore nella stessaUniversità per gli anni 2002 – 2010, ha direttomaster di I e II livello e 12dottoratidiricercaancheincotutoratoconUniversitàstraniereinCileeinBrasile.HacollaboratoconilCentroStudidellaScuolaCattolicadal2005al2015sudesignazionedellaCEI.Hafondatoedirigeilcentro Creada-onlus per le relazioni educative tra adulti ed adolescenti. È autore di oltre 100pubblicazioni con le principali case editrici italiane ed estere. È componente di comitati scientificinazionalieinternazionali.Dal2011èexpertdellaCommissioneEuropeaperlavalutazionediprogettidi ricerca internazionali nell’ambito della REA (European Research Agency). Ha ottenuto preminazionaliedinternazionalitracuiilpremioPauloFreiredall’UniversitàStatalediValparaisoperisuoiimpegnidiricercariferitiall’educazionedeigiovaniedegliadulti.

IlhamAllahChiaraFerrero

È nata a Torino nel 1974. Nel corso degli ultimi 20 anni si è specializzata nella comunicazioneinterculturale curando l’editing di libri, atti e la realizzazione di video sul tema del dialogo ecollaborandoall’organizzazionedi numerosi eventi di carattere interreligioso.Hapubblicato saggi sudiversetematicherelativeallareligioneislamica,traiquali:introduzionealvolumePaceeguerraneitesti sacridiEbraismo,Cristianesimoe Islam,AA.VV.,Ed. IlMessaggerodiPadova,2016; “DonnemusulmaneeOccidente” in I diritti delle donnenell’areadelMediterraneo, (a cura di)Alpa,Andò,Grimaldi,Ed.ESI,2010;“Muslimwomenandworship”inWomenandWorship,perspectivefromtheworldreligions,JournalofDharma,Bangalore,2000.Dal2013èpresidentedell’InterreligiousStudiesAcademy dove si occupa della progettazione di corsi di formazione. È felicemente sposata e ha unfiglio.VivetraMilanoeRoma.

AlessandraForni

Ènatanel1933aMilano.LaureatainMedicinaeChirurgiapressol’UniversitàdegliStudidiMilano.Specializzata inEmatologia eOncologia.Nel1964,dopoun soggiornodidueanni aNewYorkconBorsadiricercadelloSloanKetteringInstitute,hainiziatounacollaborazioneconlaClinicadelLavorodell’Università come consulente, poi assistente ordinario e dal 1991 come professore associato di

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MedicinadelLavoro,svolgendoattivitàdiagnosticaediricercasuitumoriprofessionali.Èinpensionedal2001.Dal1990viveaMonza.Culturalmenteinteressataall’EcumenismoealDialogointerreligioso,ha frequentato numerosi corsi per operatori pastorali organizzati dalla Diocesi di Milano. È statamembrodelConsigliopastoralediocesanodal2000al2010.Dal2009al2013,poidal2014al2018,dellaCommissionediocesanaperl’EcumenismoeilDialogocomemembrolaico,rappresentanteperlaZonaVdellaDiocesiscegliendolaSezioneperiRapporticonl’Ebraismo,dicuièresponsabileMons.PierFrancescoFumagalli.

SergioFucci

Giàmagistratoordinario(daultimoconlefunzionidiconsiglieredellaCorted’AppellodiMilano),èora giudice tributario presso la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, sede diMilano,membrodelComitato per l’Etica di FineVita con sede inMilano, nonchéVicedirettore della rivistaDecidereinMedicina.HaconseguitoundottoratodiricercainBioetica,èstatoprofessoreacontrattodiBioeticapressolaFacoltàdiGiurisprudenzadell’Universitàdell’InsubriaedocenteinalcuniMaster.Èautoredinumerosepubblicazionisullaresponsabilitàprofessionaledelmedicoedell’infermiere,sullacartellaclinica,sulconsensoinformato,sulsegretoprofessionale,sullaprivacyincamposanitario.Inparticolare (con A. Pagni) ha curato come editor in chief ilManuale della Professione Medica –DeontologiaEticaNormativa, Torino, 2011. È stato relatore in numerosi congressi e convegni nellemateriesopraindicate.

PierFrancescoFumagalli

PresbiterodellaChiesaAmbrosianadal1978,èDottoreordinariodellaBibliotecaAmbrosiana,direttoredelleClassidistudisulVicinoOrienteesull’EstremoOrientedell’AccademiaAmbrosianadiMilano,docentediLingua eCulturaCinese all’UniversitàCattolicadelSacroCuore inBrescia eConsultoredell’InstituteofMoralityandReligionsdell’UniversitàTsinghuadiPechino.Dal1986al1993èstatoSegretario dellaCommissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, della quale èConsultore.Dal2013èresponsabiledelsettoreperirapporticonl’EbraismonelServizioEcumenismoeDialogodell’ArcidiocesidiMilano.Autoredioperesuecumenismo,Ebraismo,manoscrittiebraiciedarabi,religioniorientalieculturacinese.

StefaniaGanassin

Èun’AusiliariaDiocesanadelladiocesidiMilano.Dal2001èassistentespiritualeallaFondazioneCàGranda Ospedale Maggiore Policlinico. Collabora con il servizio della pastorale della salute dellaDiocesidiMilano.

SvaminiHamsanandaGhiri

Monacainduista,vive,dapiùditrent’anni,nelmonasteroMathaGitanandaAshram.Èvicepresidentedell’Unione Induista Italiana (UII), per la quale è anche presidente della Commissione Dialogointerreligioso e coordinatrice della Commissione templi. È ministro di culto. Promotrice del Tavolocristiano–indù,traConferenzaEpiscopaleItaliana(CEI)ePontificioConsiglioDialogoInterreligioso(PCID). Fa parte del DIM Italia (Dialogo interreligioso monastico). Partecipa a dibattiti, convegni,tavole rotonde nell’ambito del dialogo interreligioso. È consulente di cultura e religione indù pressonumerosi enti, istituzioni e comitati interreligiosi e scientifici. Membro del progetto regionale sullereligioni“LecuredelloSpirito”(D.G.R.14luglio2008,n.8-9172pubblicatonelB.U.R.P.n.31del31-07-2008)perl’assistenzareligiosa-spiritualerealizzatopressol’OspedaleMolinettediTorino.ReferenteUIIperl’assistenzasanitariasecondoilProtocollo,“LacuradelloSpirito”,traCittàdellasaluteedellascienza diTorino e leReligioni (Protocollo settembre 2016).ReferenteUII nell’Accordo tra aziendaospedalieraCareggi(FI)erappresentantidellecomunitàreligiose,21marzo2016.ÈdirettriceeditorialedellacasaeditriceLaksmiedècuratricedellacollanaSantieyogin.DirettricedeicorsiedocentedeicorsidiInduismo–corsiformazioneperdocentiaccreditatidalMIUR.

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IlenyaGoss

Ha compiuto gli studi di Filosofia (1999) e di Medicina e Chirurgia (2009) laureandosi pressol’Università degli Studi diTorino, e diTeologia (2016) presso l’Università di Strasburgo e presso laFacoltàValdesediTeologiadiRoma.HainsegnatoStoriadellaMedicinaedEticamedicanelCorsodiLaurea in Infermieristica (Facoltà di Medicina e Chirurgia-polo didattico di Orbassano, San LuigiGonzaga),ecollaboraattualmenteconl’Ateneotorinesenellapreparazionedeicontributietico-bioeticidel corso integrato di Evidence Based Medicine del Corso di Laurea in Medicina e chirurgia.PreparandosialministeropastoralenellaChiesaevangelicaValdesehaseguitolaformazioneinClinicalPastoralEducationpresso l’OspedaleEvangelicoInternazionalediGenova.Dal2012èmembrodellaCommissionebioeticanominatadallaTavolaValdese.

PaoloInghilleri

Medico, specializzato in Psicologia, dal 2001 è Professore Ordinario di Psicologia Sociale,Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, e DirettoreScientifico della Fondazione Cecchini Pace-Istituto Transculturale per la salute. I suoi interessi diricerca riguardano la relazione tra biologia, mente e cultura, lo studio dell’esperienza ottimale, lapsicologia ambientale, la psichiatria culturale. È autore di numerosi libri e di più di 100 articolipubblicati su riviste italiane e internazionali.Tra i volumi internazionali si veda: InghilleriP. (1999),FromSubjectiveExperiencetoCulturalChange,CambridgeUniversityPress,NewYork;InghilleriP.,RivaG.,RivaE.(2014),EnablingPositiveChange,DeGruyter,Berlin.

TenzinKhentseCesareMilani

MonacobuddhistaditradizionetibetanaordinatodirettamentedaS.S.DalaiLamanel2012.Dasempreinteressatoallafilosofia,allereligioniedatutteletradizionispirituali.Dal1993segueregolarmentegliinsegnamenti ed i ritiri spirituali del centro Ghe Pel Ling di Milano sotto la guida del Ven. LamaThamthogRinpocheoraassistentediS.S.DalaiLamaedabatedelsuomonastero.SuincaricodelVen.LamaKhenrabRinpocheinsegnalameditazioneelapraticadellatradizionebuddhistatibetanainduecentridelnordItalia,insegnameditazionenellasezionedialtasicurezzadelcarcerediVigevanoedèilrappresentantedellatradizionebuddhistapergliincontriinterreligiosipressolaDiocesidiMilano.

GiorgioLambertenghiDeliliers

ÈnatoaMilanonel1940.ProfessoreOrdinariodiMalattiedelSanguedell’UniversitàdiMilano,sinoal2010hadirettol’U.O.diEmatologiaeCentroTrapiantidiMidollodellaFondazioneIRCCSOspedalePoliclinico di Milano, dove come medico e ricercatore ha collaborato con prestigiose Istituzioninazionali e internazionali. Dal 2004 al 2012 è stato Presidente dell’Associazione Medici Cattolici,sezionediMilano.AttualmentePresidentedellaFondazioneMatarellidiMilanopersostenerelaricercascientifica nell’ambito dei tumori del sangue, e Direttore Scientifico dell’Associazione “BeatLeukemia” per la diffusione delle conoscenze sulla malattia leucemica. È responsabile dell’U.O. diMedicinaGeneraledell’IstitutoAuxologico Italiano (PoloCapitanio)ePresidentedelComitatoEticodello stesso Istituto. Organizza incontri sui problemi dell’etica medica in qualità di membro delConsiglio Direttivo della Fondazione culturale Ambrosianeum. All’impegno professionale affiancaun’operadivolontariatopressol’ambulatoriodellaFondazione“FratellidiS.Francescod’Assisi”comemedico volontario. Nel 2015 ha ricevuto la medaglia d’oro di Benemerenza Civica del Comune diMilano(“ambroginod’oro”)qualericonoscimentoperl’attivitàsvoltaincamposcientificoesociale.

GiorgioMortara

Medicochirurgo,natoaMilanonel1947,sposatoconduefigli.SpecialistainChirurgiageneraleedinGastroenterologia ed endoscopia digestiva. Ha collaborato al progetto di “Umanizzazione degliospedali” realizzato in Lombardia. Presidente onorario dell’Associazione Medica Ebraica (AME)membrodellaWorldFellowshipdell’IsraelMedicalAssociation.Consiglieredel“GiardinodeiGiusti”

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diMilano.Dal2010èconsiglieredell’UnionedelleComunitàEbraicheItaliane(UCEI),attualmenteèvice-presidenteedassessoreallepolitichesociali.Nell’ultimomandatohacoordinato lacommissioneper i servizi sociali progettando il servizio sociale territoriale e gli aiuti ai terremotati e migranti.CoordinatorescientificodelProgettointerreligiosoinsanitàInsiemeperprendercicura.

NordItaliaTransplant

Èstatocostituitointornoal1970peroperaditrescuolechirurgiche:StefaniniaRoma,MalanaMilano,ConfortiniaVeronacheinquell’epocaeffettuaronoiprimitrapiantidirenedacadavere.All’OspedaleMaggiore Policlinico di Milano, con l’inizio dell’attività di dialisi nei primi anni ’60, per opera diMariano Della Grazia ed Enrico Pisani, Malan e la sua scuola si dedicarono all’impianto di fistoleartero-venose ed ottennero risultati così brillanti da diventare il riferimento per tutti i pazientinefropatici che dovevano sottoporsi a trattamento dialitico. Il 22maggio 1969,Malan eseguì il suoprimotrapiantodirenedacadaverealpadiglioneZondarealizzandocosìilterzotrapiantoinItalia.Benprestoapparveevidentechel’assegnazionedeireninonpotevaessereeffettuatadaglistessiclinicichepoi eseguivano il trapianto, ma doveva essere affidata ad una struttura super partes che non avessepropri pazienti e che allogasse i reni in modo trasparente applicando criteri predefiniti e condivisi.EdmondoMalanproposechelagestionedellelisted’attesael’allogazionedeirenivenisseaffidataalCentrodiImmunoematologiacheoperavapressol’IstitutodiSemeioticaMedicadell’Universitàecheavevasviluppatolapropriaattivitànelcampodell’immunologiae,nondisponendodipropripazienti,potevaconsiderarsialdisopradellepartiequindicapacediscelteobiettive.Il18giugno1972,conundonatorecadaveresegnalatodalPoliclinico,iniziavacosìl’attivitàditrapiantolombardo.

Nel1973 laRegioneLombardia identificò,conpropria legge, ilCentrodiRiferimentodellaRegionenelCentrodiImmunoematologiadiventato,nelfrattempo,CentroTrasfusionaleediImmunologiadeiTrapianti dell’Ospedale Maggiore di Milano. Guardando poi all’esperienza di altri paesi avanzati, iprofessoriEdmondoMalaneGirolamoSirchiadiMilano,conPieroConfortinidiVeronadiederovitanel 1974 ad un programma collaborativo tra Lombardia e Veneto. L’11 febbraio 1976 i professoriEdmondoMalan, Piero Confortini e Girolamo Sirchia firmarono l’atto costitutivo dell’AssociazioneNord Italia Transplant (NITp) e fu formalizzata la convenzione tra la Regione Veneto e l’OspedaleMaggiorePoliclinicodiMilanoperl’utilizzodelCentroTrasfusionaleediImmunologiadeiTrapianti,che divenne pertanto il primo Centro Interregionale di Riferimento (CIR) italiano e, come tale,riconosciuto dal Ministero della Sanità. Attualmente in Italia l’organizzazione dei trapianti, definitadallaLegge1aprile1999,n.91,sibasasudiunCentroNazionaleTrapianti(CNT)chehasedepressol’IstitutoSuperiorediSanitàesuprogrammiregionaliditrapiantodotatidiunCentroRegionaleperiTrapianti (CRT). Nell’area multi regionale del Nord Italia Transplant program (NITp), le Regionipartecipanti al programma hanno mantenuto la centralizzazione del coordinamento delle attività diprelievo e trapianto e dell’assegnazione degli organi a Milano, presso la FondazioneOspedaleMaggiorePoliclinico.IlNITpèstoricamentelaprimaorganizzazioneitalianachesibasasulleconvenzionitradiverseRegioni.Comprendeun’areadi18milionidiabitantiinFriuli-VeneziaGiulia,Liguria,Lombardia,Marche,VenetoeProvinciaAutonomadiTrento.Nellasuaareaoperano:

•129rianimazioni(oltre80procuranodonatori);

•42unitàditrapianto(15direne,5direne-pancreas,9difegato,6dicuore,2dicuore-polmonie5dipolmoni)localizzatein16ospedali;

•5CoordinamentiRegionalieunodellaProvinciaAutonomadiTrento;

•1CentroInterregionalediRiferimento(CIR).

Dopo40anniditrapiantiilNITpèunarealtàconsolidataconoperatorichesonoconsapevolidellororuoloechevedonoquestotipodimedicinacomeunamedicinavicinaallepersone,svoltanell’interessedeipazienti,dellasocietà,responsabilinell’amministrareunarisorsacheèpreziosaelimitata.

YahyaPallavicini

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Èuncittadino italianomusulmanodinascita. Imamdellamoscheaal-WahiddiviaMedaaMilanoePresidente della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana. È consigliere del Comitato per laCulturaeilDialogoInterreligiosodelCentroIslamicoCulturaled’Italia(grandemoscheadiRoma)eAmbasciatoredell’ISESCOperildialogotraleciviltà.Dal2005èreferenteperl’IslamItalianoperilMinisterodell’Interno.Relatoresull’IslampressoilCollegedellaNATOaRoma.DocentesulCoranoei commentari nel Master sulle Religioni di Abramo dell’Università Cattolica di Milano, sullaConoscenza dell’Islam e del mondo musulmano nel Master sulla Comunicazione Interculturaledell’Università della Svizzera Italiana di Lugano e sulDialogo Interreligioso nella prevenzione delradicalismonelMasterinSicurezzaeconomica,geopoliticaeintelligencedelSIOI,SocietàItalianaperl’Organizzazione Internazionale di Roma. Ha partecipato alle delegazioni dei sapienti musulmaniinternazionalidelForumCattolico-MusulmanoinVaticano(2008e2014).

GiuseppePlatone

Dal 2009 è pastore titolare della chiesa valdese di Milano. Ha studiato teologia a Roma (FacoltàValdese)eaBonnlaureandosisuKarlBarth.ÈstatopastorenelleValliValdesi,aNewYork,inSiciliadovehadiretto ilServizioCristianodiRiesi (CL)e titolare,per iduemandati consentiti, allachiesavaldese di Torino. Come giornalista dal 2003 al 2010 ha diretto il settimanale protestanteRiforma.Come saggista tra le sue pubblicazioni, edite daClaudiana (Torino) segnaliamo:Religioni e libertà:quale rapporto? (2008);Roghi della fede.Verso una riconciliazione dellememorie (2008);Riforma,Risorgimento, Risveglio (2011); Valdesi e Riforma nel passaggio del 1532 a Chanforan ( 2014);Immaginateunacasettainaltamontagna…(2016).SposatoconDanielaFerraro,insegnante,hannoduefigli:OscareSara.Dal2015èdiventatononnodelpiccoloNoè.

GiovanniRavasi

Nato nel 1948 ad Airuno (LC), ha svolto la sua attività presso diverse aziende italiane divenendodirettore commerciale prima e direttore di produzione poi presso una importante azienda del settoretessile.SiiscrivealgruppoAidolavorandocomevolontarionelladiffusionedelmessaggioassociativo.ElettoPresidentedelGruppodiAiruno,inseguitovienenominatoConsigliereProvincialeenel2008entra a far parte del Consiglio Direttivo Aido Lombardia. Negli anni successivi ricopre il ruolo diVicepresidente Vicario e collabora per diversi anni con il Cav. Leonida Pozzi, storico Presidentedell’Aido lombarda. Inquesta funzionehamododientrarea strettocontattocon tuttigli stakeholderlegati alla donazione/trapianto, a cominciare da quelli istituzionali, CNT, NITp, Ospedali, RegioneLombardiae soprattuttocon le tantee splendidepersonecheognigiornodiffondono ilmessaggiodiAido. Nel 2009 viene eletto Consigliere Comunale ad Airuno, assumendo la carica di assessore albilancio, confermato con le elezione del 2014 quando gli viene attribuita anche la funzione divicesindaco.

AlbertoScanni

Ha diretto il Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli-Oftalmico di Milano sino al2005. Già fondatore e presidente della Società Italiana di Psiconcologia e del Collegio Italiano deiPrimariOncologiMediciOspedalieri(CIPOMO)dicuièpresidenteemerito,èstatodirettoregeneraledell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Attualmente è presidente onorario dell’AssociazioneProgettoOncologiaUman.A,daluifondata,cherealizzaprogrammidiaiutoaimalationcologicieailorifamiliari.Sottolasuadirezionenel2001l’Associazione,inlineaconlepropriefinalità,hadonatoall’Ospedale Fatebenefratelli un reparto hospice per i malati oncologici terminali. Inoltre, è statoresponsabiledell’UfficioFormazione eAggiornamentodell’OrdinedeiMedici e degliOdontoiatri diMilanoeprovincia.Oltre agli interessi scientificiha semprecoltivato l’attenzionealleproblematicheumane e sociali dei pazienti portatori di tumore, temi sui quali ha pubblicato articoli, editoriali etestimonianzedivariogenere.

PaoloMordechayHirschbenDavidSciunnach

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NatoaGenovanel1977,èRabbinoeDottore inStoriaeFilosofiaconunaTesidiPensieroEbraicopressol’UniversitàdegliStudidiGenova.Haconseguitol’altaformazioneinstudiebraiciinIsraeleallaYeshivat Netivot Olam di Bnei Braq e all’Università Ebraica di Gerusalemme; ha studiato presso ilCollegioRabbinicoItalianoedèmembrodell’AssembleadeiRabbinid’Italia.Sioccupasoprattuttodipensiero ebraico ed è intervenuto in convegni internazionali dedicati a questi temi. Vive e lavora aMilano.AttualmenteinsegnaEbraismopressoilLiceodellaScuolaEbraicadiMilano.

PalmaSgreccia

ÈprofessorestraordinariodiFilosofiamoraleeBioeticapressol’IstitutoCamillianum,dicuièanchePreside.Dopo lamaturitàclassica (liceoG.NolfidiFano)haconseguito la laurea in filosofiapressol’Università SS.ma Maria Assunta (Lumsa) di Roma e il dottorato di ricerca in bioetica pressol’UniversitàCattolicadelSacroCuore (UCSC)diRoma. Insegnapresso laFacoltàdiFilosofiadellaPontificia Università Lateranense e presso l’Istituto di Scienze Religiose Mater Ecclesiae dellaPontificiaUniversitàSanTommasod’Aquino.Tralepubblicazioni:IlpensierodiLuigiPareyson.Unafilosofiadella libertàedellasofferenza,con laPresentazionediArmandoRigobello,VitaePensiero,Milano 2006; La dinamica esistenziale dell’uomo. Lezioni di filosofia della salute, Vita e Pensiero,Milano 2008; Tomismo analitico, etica e bioetica, con la Presentazione di Giovanni Fornero, Vita ePensiero,Milano2011;Fratellipercaso.Libertàriproduttivaedirittideifigli,acuradiPalmaSgrecciaeJoséMichelFavi,AracneRoma2016.

RosannaSupino

ÈnataaMilanodafamigliaitalianadianticatradizioneebraica,sièlaureatainScienzebiologicheehalavorato presso l’IstitutoNazionale deiTumori diMilano prima comeborsista, poi contrattista e dal1979al2011comedirigentenelrepartodifarmacologiamolecolareantitumorale.Èautricedicirca150pubblicazioniscientifichesurivisteinternazionali.Neglianni’90entrataafarpartedell’AssociazioneMediciEbreidelNord Italia,è stata tra ipropulsorie fondatoridella trasformazione inAssociazioneMedicaEbraica(AME)peraprirlaaoperatorisanitariebreienon-ebreiinteressatiallaculturaeall’eticamedicaebraica.SegretariaGeneraleditaleassociazionedal2004,èstataelettaPresidentenelfebbraio2017.

Abdal-SaburGianenricoTurrini

ÈnatoaMilanoil18marzo1962,sièlaureatonel1987inFilosofiapressol’UniversitàdegliStudidiMilano,conunatesisuLacomunicazionenonverbalenellepsicoterapie.ÈilDirettoreGeneraledellaCOREIS(ComunitàReligiosaIslamica)Italiana,responsabiledelDipartimentodiStudiFilosoficidellaCOREISItalianaeSegretariodelCentroStudiMetafisicidiMilano.Èmembrodal2013delcomitatoscientificodellaBibliotecaAmbrosiana.PartecipaconilComunediMilanoal tavolodi lavoroper lecomunità religiose.ÈmembrodelloshariaBoard dellaCOREIS Italianaper lavalutazione, analisi ecertificazione di prodotti finanziari sharia compliant. Opera professionalmente in una società diconsulenza inambitoRealEstateeCorporateFinance.Hacuratonel2013conDonPaoloNicelli, lapubblicazione del volume Pluralità nell’unità. Il dialogo islamo-cristiano dall’estremo Orienteall’OccidenteeditodalCentroAmbrosianodiMilano.Èsposatoehaduefiglie.

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SeminarirealizzatiIlcalendariocompletodeiseminariedeirelatorièpubblicatosulsitowww.prendercicura.it.

L’umanizzazionedell’ospedale:dall’architetturaallamulticulturalitàSignificatodicuraemalattianelleprospettivelaicaereligioseLesfidebioeticheinunasocietàmulticulturaleTematichediiniziovita:deontologia,giurisprudenzaereligioniaconfrontoTematichedifinevita:deontologia,giurisprudenzaereligioniaconfrontoDonazionidiorganietrapianti.LereligionielasocietàciviledifronteaiprogressiscientificiRicercaesperimentazioneinsanità:dimensionieticheespiritualiAccoglienzaerispettodelpluralismoreligiosoeculturalenellestrutturesanitarieLamente,l’io,lereligionielasalutementaleAdolescenza,laicitàefedireligioseIldonoeladignitànellavecchiaia:laprospettivalaicaereligiosaViolenzaerifiutoinfamigliaIlTestamentobiologico:etica,normativaereligioni

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ContattiutiliInsiemeperprendercicurawww.prendercicura.it

AssociazioneMedicaEbraicawww.moked.it/[email protected]

OPI(OrdineProfessioniInfermieristiche)Milano,Lodi,MonzaeBrianzaViaAdige20,20135MilanoT.0259900154F.0255189977info@opimilomb.itwww.opimilomb.it

COREISItaliana(ComunitàReligiosaIslamica)ViaGiuseppeMeda9,[email protected]

GhePelLingIstitutoStudiBuddhismoTibetanoViaEuclide17,[email protected]

InterreligiousStudiesAcademyViaGiuseppeMeda7,[email protected]

SinagogacentralediMilanoUfficiorabbinicoT.0254124043Segreteria:segreteria.generale@com-ebraicamilano.itT.02483110223UfficioRelazioniconilPubblicoT.02483110232www.mosaico-cem.itIpastikoshervengonofornitidallaRSAdiviaArzagaaMilano.

UII,UnioneInduistaItalianawww.hinduism.it

VenerandaBibliotecaAmbrosianaPiazzaPioXI2,20123Milano

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T.02806921www.ambrosiana.eu

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Didascalieimmagini:

SezioneI:Ermes, ilMercante,Esculapiocon le figlieMeditrina, IgeaePanacea.Disegnodaunoriginale dei Musei Vaticani a cura di Aubin Louis Millin, Galerie Mythologique, Recueil deMonuments,Parigi1811.

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Sezione II:Miniatura diAdamo edEva nellaCronaca diAlbelda,CodexVigilanus, Spagna,Xsecolo.

SezioneIII:Miniaturaindiana.

Immagine di chiusura:Miniatura del Profeta Elia che secondo la tradizione ebraica, cristiana eislamicanonèmaimorto.

1Deuteronomio30,19.

2Levitico19,16.

3TalmudBavli,Sanhedrin37a;ShulchanAruch:YorehDeah339,1.

4TalmudBavli,Yomah85b.

5ShulchanAruch,OrachChaim329,3-4.

6Levitico25,36.

7TalmudBavli,Sanhedrin74a.

8TalmudBavli,Yoma82b;Pesachim25a-b;Sanhedrin74a;Rambam,HilcothRotzeach2,2.

9TalmudBavli,BavaMetzia62a.

10Levitico18,5,(ShulchanAruch,ChoshenMishpat426,1;426,4).

11Rambam,YesodehTorah5,5.

12ShulchanAruch:YorehDeah339,1.

13Yomah85a;ChatamSofer,YorehDeah358.

14RavEliashiv.

15ShulchanAruch,Ramah,YorehDeah339,1.

16SivedalaPaladelBeatoAngelicodel1440,MuseodiSanMarco,Firenze.

17Cfr. AraminiM., Di Nauta S.,Etica dei trapianti di organi. Per una cultura delladonazione,Paoline,Milano1998,p.150.

18Cfr.FaggioniM.P.,Lavitanellenostremani.Manualedibioeticateologica,EdizioniCamilliane, Torino 2004; Spinsanti S. (a cura di),Bioetica e grandi religioni, EdizioniPaoline,CiniselloBalsamo(MI)1987;ConcettiG.,Itrapiantidiorganiumani.Esigenzemorali, Piemme, Casale Monferrato (AL) 1987; Bompiani A., Sgreccia E. (a cura di),Trapiantid’organo,VitaePensiero,Milano1989.

19Tommasod’Aquino aveva sottolineato che lemembradel corpo esistonoper il benedell’interocorpo,echesenepuòdisporrenellamisuraincuiciòvaavantaggiodeltutto.

20PioXI,Enc.Casticonnubii,31dicembre1930,inAAS,22(1930).

21PioXII,Alprimocongressodiistopatologiadelsistemanervoso(14settembre1952),inPioXII,Discorsiaimedici,acuradiF.Angelini,Roma1960,pp.197-198;inAAS48(1956)459-467.

22IlPonteficee imoralisticattolicieranoconsapevolidegliabusideigoverni totalitari,pertantosottolineanochelapartedevetrovarelasuainterafinalitàeilsuosignificatointermini di globalità dell’individuo. L’etica medica cattolica si articola intorno a tre

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principi:dirittoallavita,dirittoall’usoeprincipioditotalità.

23PioXII,All’associazioneitalianadonatoridellacorneaedaiclinicioculistiemedicilegali (14maggio 1956), in PioXII,Discorsi ai medici, op. cit., pp. 460-461. Pio XIIesalta la figura di don Gnocchi che aveva donato le sue cornee a due bimbi, SilvioColagrandeeAmabileBattistello.

24 Giovanni Paolo II, Discorso al 18° Congresso Internazionale della Società deiTrapianti (29 agosto 2000), in AAS 92 (2000); Giovanni Paolo II, LetteraenciclicaEvangeliumvitae(25marzo1995),in:AAS87(1995).

25 Cfr. Verspieren P., Biologia, medicina ed etica. Testi del Magistero cattolico,Queriniana,Brescia1990.

26Non ha senso prelevare un rene da un soggetto sano per trapiantarlo in un anzianocardiopatico.

27Nonsipuònonconsiderarelepressionichericevonoifamiliaridiunapersonachehabisognodiuntrapiantodirene.

28PioXII,AiDelegatidell’AssociazioneItalianadonatoridicorneaeall’UnioneItalianaCiechi,14-5-1956,AAS48(1956),p.460.

29Il rischiovienedefinito attraversodue caratteri: il gradodi probabilità e l’entitàdeldanno.Unrischiomoltoprobabilesaràtolleratosel’entitàdeldannoèmoltopiccola;unrischio che preveda un’elevata entità di danno possibile, pur presentandosi comeimprobabile, necessita di maggiori cautele. Cfr. Pontificia Academia pro Vita, Laprospettivadeglixenotrapianti.Aspettiscientificieconsiderazionietiche,LibreriaEditriceVaticana,CittàdelVaticano2001.

30Ilneonatoanencefalicodeveessereseguitoconlesolecureordinarie(evitandoquindiogni accanimento terapeutico) fino all’arresto cardio-respiratorio, a seguito del quale siprocedealprelievodegliorgani.

31 Giovanni Paolo II, Discorso al 18° Congresso Internazionale della Società deiTrapianti(29agosto2000), inAAS2(2000),8:AAS92(2000)826.Afrontediquestaposizione filosofi cattolici,molto vicini a BenedettoXVI, come Seifert e Spaemann, sisonodichiaratifermamentecontrarialcriteriodimortecerebrale.

32BenedettoXVI,Aipartecipantialcongressointernazionalesultema:“Undonoperlavita.Considerazionisulladonazionediorgani”,promossodallaPontificiaAccademiaperlaVita,Venerdì,7novembre2008.

33Ibidem.

34Si vedano i documenti del ComitatoNazionale di Bioetica del 23 aprile 2010 e delConsiglioSuperiorediSanitàdel4maggio2010,nelrispettodellaleggen.458/67edelsuo regolamento attuativon. 116del 16 aprile2010. In Italia, il 7 aprile2015, il primodonatoredireneSamaritanohadonatoilproprioreneinuncentrodellaLombardiaedaquelmomentoèpartitaunaorganizzazionecomplessadei trapianticross-over.Graziealsuogestosamaritano,peruneffetto“domino”sonostatipossibilialtri5trapianti:èstatopossibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi delle coppie – idonei altrapianto da vivente ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per grupposanguigno–creandounacatenadidonazionieditrapianti.

35SpagnoloA.G.,Donareunorganoadunosconosciuto,“LaStampa”,10aprile2015.