ETICA E POLITICA

17
www.religioweb.it Liceo classico “A. Oriani” - Corato Appunti I.R.C. prof. Antonio de Palma Il fascicolo intende fornire dati fondamentali su temi etici per riflessioni individuali e dibattiti in gruppo. POLITICA I DIRITTI UMANI LA DEMOCRAZIA LA PACE LA GLOBALIZZAZIONE LA FAME NEL MONDO L’IMMIGRAZIONE IL RAZZISMO LA PENA di MORTE

description

laboratorio didattico

Transcript of ETICA E POLITICA

Page 1: ETICA E POLITICA

www.religioweb.it

Liceo classico “A. Oriani” - Corato

Appunti I.R.C. prof. Antonio de Palma

Il fascicolo intende fornire

dati fondamentali su temi etici

per riflessioni individuali

e dibattiti in gruppo.

POLITICA

• I DIRITTI UMANI

• LA DEMOCRAZIA

• LA PACE

• LA GLOBALIZZAZIONE

• LA FAME NEL MONDO

• L’IMMIGRAZIONE

• IL RAZZISMO

• LA PENA di MORTE

Page 2: ETICA E POLITICA

I DIRITTI UMANI

LA CONQUISTA dei DIRITTI

Si possono dividere i diritti umani secondo tre categorie:

� diritti civili e politici : diritto alla vita; diritto alla libertà; diritto di libera circolazione e di asilo; diritto a non essere torturati o resi schiavi; diritto a una giustizia equa; diritto alla libertà di pensiero, opinione, espressione e religione;

� diritti economici e sociali: diritto all’istruzione; diritto alla salute; diritto al lavoro; diritto al riposo e allo svago; diritto a non essere sfruttati; diritto contro la povertà; diritto di accesso alle risorse;

� diritti ambientali, culturali e allo sviluppo:

diritto a un ambiente non inquinato e protetto dal degrado; diritto allo sviluppo culturale, politico ed economico.

I primi riconoscimenti ufficiali dei diritti umani risalgono alla fine del 1700: il Bill of

Rights della Virginia (1786), la Costituzione americana (1787) e il Bill of Rights

americano (1787), ma soprattutto la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

(1789), documento fondamentale per l’affermazione dei diritti umani, nel quale si legge che tutti gli esseri umani “nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti”. Da allora la riflessione etica e giuridica sui diritti dell’uomo è progredita notevolmente fino ad arrivare all’importante Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. La Dichiarazione universale è la base della Carta dei Diritti fondamentali

dell’Unione Europea. La Dichiarazione universale rappresenta una tappa importante nella promozione dei diritti umani, ma il lavoro che da allora si è fatto e che ancora resta da fare è enorme perché come diceva Rousseau nel Contratto sociale: “I diritti proclamati

sulla carta, tardano a essere applicati”.

PROBLEMI ETICI In numerosi Paesi i diritti umani sono regolarmente violati a causa del razzismo, della discriminazione sessuale (nei confronti di donne e omosessuali) e sociale (verso le categorie più deboli, bambini, vecchi e poveri), dell’intolleranza religiosa, di interessi economici e dell’autoritarismo politico. Anche in molti di quei Paesi che si dichiarano difensori dei diritti umani, non sono rari i casi in cui questi diritti vengono calpestati, o per ragioni di opportunismo, o per l’incapacità di ap-plicare le leggi. In Italia, per esempio, l’impegno per la tutela dei diritti umani in alcuni casi non trova riscontro nei fatti:

���� il commercio delle armi, soprattutto di quelle leggere (di cui l’Italia è il secondo Paese

esportatore al mondo), non è sottoposto a un serio controllo giuridico;

���� nonostante le indicazioni contenute nell’art. 10 della Costituzione italiana, manca una

legislazione sul diritto d’asilo (unica nazione in Europa), che tuteli i rifugiati politici;

���� il Codice Penale italiano non prevede il reato di tortura.

La difesa e la diffusione dei diritti umani non passa evidentemente solo attraverso le leggi, la cui importanza rimane comunque fondamentale, ma anche e soprattutto attraverso opere di sensibilizzazione, di provocazione e di confronto, dirette a modificare il comportamento sia di coloro che contribuiscono alla violazione dei diritti umani, sia di

coloro che la subiscono. Una legge che punisce i mariti che picchiano le mogli, anche se necessaria, è meno efficace delle azioni di comunicazione, spiegazione e sostegno per ottenere il rispetto sulla base della consapevolezza e non della forza. Altrimenti il marito si limiterà a picchiare la moglie in privato e lei non penserà di avere il diritto e il dovere di denunciarlo. La difesa dei diritti umani è anche una lotta contro la povertà, l’ignoranza e tutte le condizioni di disagio che favoriscono la loro violazione, ma è soprattutto un obbligo morale per ciascun individuo: ovunque e in qualsiasi momento si deve vigilare e intervenire, perché è a partire dall’impegno personale e quotidiano che si vincono le grandi battaglie.

Affermare che esistono dei diritti umani significa riconoscere che ogni persona, indipendentemente da dove è nata o dal luogo in cui si trova, ha alcuni diritti fondamentali che gli altri devono riconoscere.

Questi diritti sono ���� naturali (appartengono all’essere umano in quanto tale) ���� universali (appartengono a tutti gli esseri umani) ���� inalinabili (nessuno può esserne privato) ���� indivisibili (se uno solo manca, la dignità della persona è compromessa).

CHE COSA DICE LA LEGGE

Dichiarazione universale

dei diritti umani

“Articolo 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri con spirito di fratellanza. Articolo 2

1. Ogni individuo e titolare di tutti i diritti e di tutte le liberta enunciati nella presente Dichiarazione senza distinzioni di alcun genere, quali la razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altro genere, I’origine nazionale o sociale, la condizione economica (property), di nascita o ogni altra condizione”.

Page 3: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

Nell’ambito dei diritti umani l’induismo esprime una profonda rispetto per ogni forma di vita convive con il sistema delle caste. Il problema è che mancando il concetto di persona, i diritti individuali vengono sacrificati all’ordine sociale. L’ideale supremo del buddhismo è la salvezza, cioè il raggiungimento della liberazione atappartiene al SAMSARA (il moLa situazione economica, sociale e Tuttavia oggi il buddhismo, specie quello monastico tibeil Dalai Lama, manifesta nelle sue confere

Anche nella tradizione confuciana non esiste il concetto di persona: l’attenzione è rivolta unicamente alla comunità degli esseri viventi. Tuttavia nel confucianesimo contemporaneo il

.

La Dichiarazione sui diritti umani nell’Islam5 agosto 1990, è divisa in 25 articoli molto simili per alcuni aspetti alla uguaglianza (artt. 1,10,19), di(art. 11), al lavoro (art. 13), alla proprietà (art. 15), a vivere inalla libertà di opinione (art. 22). Gli articoli 24 e 25 sottolima secondo la sharia (ve di p. 318) islamica (art. 24) che è la

Le tavole della TORAH contengono condotta vengono fatte risalire all’autorità di Dio e sansalute, il rispetto della proprietà,la cura degli anziani e dei malati, il sostegno per gli stranieri e l’educazione dei figli poveri; inoltre il rispetto verso i genitori, la comunità, lo Stato e il corretto rapporto nel lavorche i valori etici e sociali presenti nella cultura europea, priTali valori-diritti vennero ripre

Le Chiese cristiane offrono un enorme contributo alla diffusione della sensibilità verso i diritti umani, in difesa dei quasono ripetutamente pronunciate. Con il pontefici come Paolo VI e Giovanni Paolo IIdiritti umani, esprimendo in numerosi documenti l’importanza di affermare e di difendere i diChiesa, in forza del Vangelo affidatolenostri giorni tali diritti vengono promossi ovunque” (Gaudium et Spes, “La vera pace, una effettiva sicurezza internazionale vengono assicurate non solo con ima con la promozione dello sviluppo e la creazione di condizioni che assicurino che i diritti umani fondamentali sono pienamente garantiti” (Papa Giovanni Paolo Il, 1995).Il Catechismo della Chiesa cattolica umana implica il rispetto dei dirittisocietà e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della lo rifiuti di riconoscerli nella propria legisla‘autorità non può che appoggiarsi sulla forza o sulla violenza pedella Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o false.” (Catechismo della Chiesa cattolica, Anche papa Benedetto XVIminoranze e del rispetto dell’uomo.

Posizione delle DIVERSE religioni

Nell’ambito dei diritti umani l’induismo esprime una profonda contraddizione: il sostanziale carattere di compassione e di rispetto per ogni forma di vita convive con il sistema delle caste. Il problema è che mancando il concetto di persona, i

crificati all’ordine sociale.

remo del buddhismo è la salvezza, cioè il raggiungimento della liberazione at(il mondo che cambia) è considerato come adiaphora, cioè cos

La situazione economica, sociale e politica degli individui non è importante ai fini della realizzazione di una vita giusta. Tuttavia oggi il buddhismo, specie quello monastico tibetano, si occupa dei diritti umani e il suo massimo rappresentante, il Dalai Lama, manifesta nelle sue conferenze di pace l’interesse per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani.

Anche nella tradizione confuciana non esiste il concetto di persona: l’attenzione è rivolta unicamente alla comunità degli Tuttavia nel confucianesimo contemporaneo il dibattito sui diritti umani è aperto.

Dichiarazione sui diritti umani nell’Islam, redatta dalla Conferenza Islamica dei Ministri degli Esteri riuniti al Cairo il 5 agosto 1990, è divisa in 25 articoli molto simili per alcuni aspetti alla Dichiarazione Universale: uguaglianza (artt. 1,10,19), diritto alla vita (art. 2), parità tra i sessi (art. 6), educazione religiosa (art.8), diritto alla libertà (art. 11), al lavoro (art. 13), alla proprietà (art. 15), a vivere in un ambiente sano (art. 17), alla sicurezza per sé (art. 18), alla libertà di opinione (art. 22). Gli articoli 24 e 25 sottolineano il modo di interpretare

(ve di p. 318) islamica (art. 24) che è la sola fonte di riferimento (art. 25).

contengono i principi che costituiscono la base etica del comportamento. Le norme di vita e di condotta vengono fatte risalire all’autorità di Dio e sanciscono i diritti umani fondamentali: la

prietà,la cura degli anziani e dei malati, il sostegno per gli stranieri e l’educazione dei figli poveri; inoltre il rispetto verso i genitori, la comunità, lo Stato e il corretto rapporto nel lavorche i valori etici e sociali presenti nella cultura europea, prima ancora di diventare diritti, sono basati sull’etica biblica.

diritti vennero ripresi e ulteriormente sviluppati nel giudaismo.

cristiane offrono un enorme contributo alla diffusione della sensibilità verso i diritti umani, in difesa dei quasono ripetutamente pronunciate. Con il Concilio Vaticano II , su impulso della dottrina sociale della Chiesa e di alcuni

Giovanni Paolo II, anche la Chiesa cattolica si è schierata a favore della promozione dei diritti umani, esprimendo in numerosi documenti l’importanza di affermare e di difendere i diChiesa, in forza del Vangelo affidatole, proclama i diritti umani e riconosce e apprezza molto il dinamismo con cui ai

giorni tali diritti vengono promossi ovunque” (Gaudium et Spes, n. 41). ra pace, una effettiva sicurezza internazionale vengono assicurate non solo con i

ma con la promozione dello sviluppo e la creazione di condizioni che assicurino che i diritti umani fondamentali sono (Papa Giovanni Paolo Il, 1995).

Catechismo della Chiesa cattolica dedica molte pagine alla questione dei diritti umani, poiumana implica il rispetto dei diritti che scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi diritti sosocietà e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della legittimità morale di ogni autorità: una soo rifiuti di riconoscerli nella propria legislazione positiva, mina la propria legittimità morale. Se manca ta‘autorità non può che appoggiarsi sulla forza o sulla violenza per ottenere l’obbedienza dei propri sudditi. È compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o false.” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1930).

XVI ha sottolineato l’importanza e l’urgenza dell’universalità dei diritti umani, dei diritti delle ranze e del rispetto dell’uomo.

PAROLE CHIAVE

Diritto È l’insieme delle regole, cioè le leggi o norme, emanate dagli organi che sono proposti legislativo), seconStato, e la cui mancaprevede delle sanzioni o pene (potere giudiziario) Doveri Obblighi o divieti. Diritti

Autorizzazioni garantite. Diritti dell’uomoDa non confondere con i diritti in generale, rispetto ai quali formano un sotto-insieme. Mentre si è sempre affermata l’esistenza di diritti, la nozione di “diritti dell’uomo” è una nozione moderna e contemporanea, che afferma l’esistenza di diritti naturali, chetengono all’uomo per il solo fatto di essere uomo, inalienabili e così fondamentali che la loro violazione appare come un attentato alla sua stessa umanità

contraddizione: il sostanziale carattere di compassione e di rispetto per ogni forma di vita convive con il sistema delle caste. Il problema è che mancando il concetto di persona, i

remo del buddhismo è la salvezza, cioè il raggiungimento della liberazione attraverso la rinuncia Tutto ciò che cioè cosa priva di interesse.

politica degli individui non è importante ai fini della realizzazione di una vita giusta. tano, si occupa dei diritti umani e il suo massimo rappresentante,

nze di pace l’interesse per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani.

Anche nella tradizione confuciana non esiste il concetto di persona: l’attenzione è rivolta unicamente alla comunità degli dibattito sui diritti umani è aperto.

redatta dalla Conferenza Islamica dei Ministri degli Esteri riuniti al Cairo il Dichiarazione Universale: fondamentale dignità e

ritto alla vita (art. 2), parità tra i sessi (art. 6), educazione religiosa (art.8), diritto alla libertà un ambiente sano (art. 17), alla sicurezza per sé (art. 18),

neano il modo di interpretare i diritti mai in modo individuale sola fonte di riferimento (art. 25).

principi che costituiscono la base etica del comportamento. Le norme di vita e di ciscono i diritti umani fondamentali: la cura per la vita e per la

prietà,la cura degli anziani e dei malati, il sostegno per gli stranieri e l’educazione dei figli po-veri; inoltre il rispetto verso i genitori, la comunità, lo Stato e il corretto rapporto nel lavoro. Nell’insieme si può affermare

ma ancora di diventare diritti, sono basati sull’etica biblica.

cristiane offrono un enorme contributo alla diffusione della sensibilità verso i diritti umani, in difesa dei quali si , su impulso della dottrina sociale della Chiesa e di alcuni

si è schierata a favore della promozione dei diritti umani, esprimendo in numerosi documenti l’importanza di affermare e di difendere i diritti umani.”Perciò la

, proclama i diritti umani e riconosce e apprezza molto il dinamismo con cui ai

ra pace, una effettiva sicurezza internazionale vengono assicurate non solo con il prevenire le guerre e i conflitti, ma con la promozione dello sviluppo e la creazione di condizioni che assicurino che i diritti umani fondamentali sono

ne alla questione dei diritti umani, poiché “Il rispetto della persona . Questi diritti sono anteriori alla

egittimità morale di ogni autorità: una società che li irrida zione positiva, mina la propria legittimità morale. Se manca tale rispetto, un

r ottenere l’obbedienza dei propri sudditi. È compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni

genza dell’universalità dei diritti umani, dei diritti delle

PAROLE CHIAVE

È l’insieme delle regole, cioè le leggi o norme, emanate dagli organi che sono proposti alla loro approvazione (potere legislativo), secondo la Costituzione dello Stato, e la cui mancata osservanza prevede delle sanzioni o pene (potere giudiziario)

Obblighi o divieti.

Autorizzazioni garantite.

dell’uomo confondere con i diritti in

generale, rispetto ai quali formano un insieme. Mentre si è sempre

affermata l’esistenza di diritti, la nozione di “diritti dell’uomo” è una nozione moderna e contemporanea, che afferma l’esistenza di diritti naturali, che appar-tengono all’uomo per il solo fatto di essere uomo, inalienabili e così fondamentali che la loro violazione appare come un attentato alla sua stessa

Page 4: ETICA E POLITICA

LA DEMOCRAZIA

IL MODELLO RAPPRESENTATIVO

La democrazia, così come la conosciamo oggi, è un’invenzione relativamente recente. È vero infatti che la democrazia nacque ad Atene nel V secolo a.C., ma con caratteristiche diverse dai sistemi democratici moderni: l’idea di uguaglianza era in realtà limitata a una piccola minoranza di uomini liberi (schiavi, donne e stranieri erano esclusi), che inoltre esercitavano il potere direttamente. Si trattò comunque di un’esperienza limitata nel tempo e che non si ripeté per molti secoli. Bisognerà attendere il XVIII secolo, quando le critiche alla monarchia assoluta, porteranno alla ribellione delle colonie americane e alla rivoluzione francese, per vedere nuovamente attribuita al popolo la sovranità (il potere di governare). Tuttavia poiché le grandi dimensioni degli Stati in cui si sviluppa la democrazia moderna, impediscono l’esercizio diretto del potere, la democrazia si struttura secondo il modello rappresentativo: i singoli cittadini non governano più direttamente, ma eleggendo i propri rappresentanti attraverso il voto.

Questa è la principale differenza fra la democrazia degli antichi e quella moderna, le cui principali caratteristiche sono:

�il popolo esercita il diritto di governare attraverso dei rappresentanti;

�il potere di chi governa si fonda sulla capacità di rappresentare il popolo e non

sull’origine divina;

�agli individui vengono riconosciuti dei diritti inalienabili, con le diverse

Dichiarazioni dei diritti dell’uomo (vedi p. 159);

�per salvaguardare questi diritti bisogna limitare il potere e quindi operare una

divisione fra potere legislativo, esecutivo e giudiziario;

�la necessità di regole che servano di riferimento nell’esercizio del potere (diritti e

doveri di chi rappresenta il popolo) e di una sfera non decidibile (quella dei diritti umani), darà origine alle diverse Costituzioni.

PROBLEMI ETICI La conquista della democrazia è un processo lento e difficile, frutto di un impegno e di una vigilanza costanti, necessari per difendere la libertà che è sempre in pericolo, come testimonia il fatto che il XX secolo verrà ricordato sia come il secolo della diffusione del modello democratico, sia come il secolo dei totalitarismi.

���� Nel totalitarismo è che in presenza di quest’ultimo gli individui non devono essere

politicamente responsabili, ma semplicemente obbedire. Chi esercita il potere è al di sopra della legge, essendone in realtà la fonte, e chi obbedisce è in uno stato di inferiorità o perché crede nella legittimità di quel potere o perché ne ha paura.

���� Nella democrazia invece, dove gli uomini sono tutti uguali, il potere è diviso fra tutti

i cittadini e tutti sono re-sponsabili nei confronti delle leggi di cui sono nello stesso tempo autori e soggetti. Se i cittadini non sono virtuosi, se non danno cioè prova di senso civico, l’irresponsabilità ha il sopravvento e con essa la fine della democrazia. Poiché la democrazia si fonda sulla necessità di far prevalere gli interessi generali su quelli particolari e di subordinare le ambizioni personali al bene comune, ogni volta (e quante volte succede!) che un individuo agisce pensando solo al proprio tornaconto contribuisce a minare il sistema democratico.

La corruzione del sistema politico, trasformato in un mestiere che permette di fare molti soldi facilmente, l’utilizzo di cariche pubbliche per curare interessi personali, ma anche il disinteresse dei cittadini e la comoda idea che è sempre colpa degli altri, l’astensione dal voto, il fatto di approfittare di tutte le occasioni che offrono vantaggi a scapito della comunità, sono solo alcuni esempi di atteggiamenti che rivelano l’incoscienza di chi si rifiuta di capire che la democrazia è affare di tutti e che se si distrugge la nave su cui si naviga si affonda con lei.

La democrazia, termine che deriva dalle parole greche

demos (popolo) e kratos (potere), indica un sistema politico nel quale il potere è detenuto o controllato dal popolo (principio di

sovranità), senza alcuna distinzione dovuta alla nascita, alla ricchezza o alle capacità (principio di uguaglianza)

CHE COSA DICE LA LEGGE

Costituzione della

Repubblica italiana Articolo 1

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Dichiarazione universale

dei diritti umani 1. Ogni individuo ha diritto di

partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.

3. La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Page 5: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

L’organizzazione della società indiana in caste ereditaria, della posizione sociale raggiunta, e quinsociali hanno poi trovato una giustificazione religiosa: si nasce in una casta a causa del ostacolo molto grosso al progresso sociale collettivo e individuaBenché le caste siano state abolite ufficialmente dopo la proclamazione della repubblica indiananell’esperienza induista.

Una società in cui gli uomini hanno gli stessi diritti è considerata positivamente, anche se nella realizzazione di una vita virtuosa la forma di governo è indifferente. Espressione di una società aristocratica, il confucianesimo non contempla la possibilità di un governo democratico.

.

Lo spirito democratico trova riscontro in molti brani del “consultazione” e si ritiene che fosse precisamente questo il modo usato nelle tribù preprendere decisioni importanti. La natura egualitaria dell’islam è asserita dal Corano nella abbiamo creato maschio e femmina, vi abvoi, agli occhi di Dio, è il più timorato tra voi”. 30,2 1-22 insegna che sono segni di Dio la è un’unità nella diversità. Laccento sull’umusulmani.

Nell’ambito della religione e della cultura ebrai

Anticipati dalle encicliche di Giovanni XXIII sviluppano le riflessioni sulla democrazia sono la Adveniens. Nel primo documento al conforme alla natura umana l’esigenza dei cittadini di controllare e di partecipare alla gestione degli affari pubblici attraverso strutture democratiche. Nella lettera dell’impegno politico specie in ordine alla creazione della democrariconoscere il pluralismo delle opzioni, anche dei propri fratelli di fede (n. 50).

Alcune precisazioni sono tuttavia necessarie:► la democrazia non sinessuna ideologia politica;► le realtà espresse dai termini democrazia e cristianesimo sono contrastanti in quanto la desul pluralismo delle sceltsulla fede in un’autorità che non deriva dalla base sociale;► quando la democrazia tende a realizzare sul piano sociale la dignità della persona e il prindell’uguaglianza e della fraternità si può riconoscere in essa una proiezione sociale del cristianesimo e in quel caso appare non uguale, ma omogenea al cristianesimo.

Posizione delle DIVERSE religioni

L’organizzazione della società indiana in caste (varna), si spiega con la volontà di difendere la trasmissione per via ereditaria, della posizione sociale raggiunta, e quindi di un mestiere, di un ruolo di potere, ecc. Le caste come istituzioni

vato una giustificazione religiosa: si nasce in una casta a causa del ostacolo molto grosso al progresso sociale collettivo e individuale, un principio contrario a ogni tendenza democratica.

ano state abolite ufficialmente dopo la proclamazione della repubblica indiana

Una società in cui gli uomini hanno gli stessi diritti è considerata positivamente, anche se nella realizzazione di una vita virtuosa la forma di governo è indifferente.

Espressione di una società aristocratica, il confucianesimo non contempla la possibilità di un governo democratico.

Lo spirito democratico trova riscontro in molti brani del Corano. Il temine shura (Corano 3,159; 42,36“consultazione” e si ritiene che fosse precisamente questo il modo usato nelle tribù preprendere decisioni importanti. La natura egualitaria dell’islam è asserita dal Corano nella abbiamo creato maschio e femmina, vi abbiamo costituiti in popolo e tribù perché vi conosciavoi, agli occhi di Dio, è il più timorato tra voi”. Ogni uomo dunque ha uguale valore in quanto creat

segna che sono segni di Dio la “varietà delle vostre lingue e colori”. Questa diversità non disgrega l’uè un’unità nella diversità. Laccento sull’uguaglianza e la fraternità ha avuto storicamente come frutto la so

Nell’ambito della religione e della cultura ebraica la democrazia è diffusamente accettata.

Anticipati dalle encicliche di Giovanni XXIII Mater et Magistra del 1961 e Pacem in Terrissviluppano le riflessioni sulla democrazia sono la Gaudium et Spes e la lettera apostolica di Paolo VI

Nel primo documento al n.75 si dichiarano disumane tutte le forme totalitarie di governo e pienamente forme alla natura umana l’esigenza dei cittadini di controllare e di partecipare alla gestione degli affari pubblici

attraverso strutture democratiche. Nella lettera Octogesima Adveniens al n. 47 si richiamano alla coscienza le motivalitico specie in ordine alla creazione della democrazia. Il credente deve evitare ogni integralismo e

riconoscere il pluralismo delle opzioni, anche dei propri fratelli di fede (n. 50). Alcune precisazioni sono tuttavia necessarie:

la democrazia non si può identificare con il cristianesimo perché il Vangelo di Gesù non si identifica con nessuna ideologia politica;

le realtà espresse dai termini democrazia e cristianesimo sono contrastanti in quanto la desul pluralismo delle scelte e sulla sovranità popolare mentre il cristianesimo è costruito sul principio dogmatico e sulla fede in un’autorità che non deriva dalla base sociale;

quando la democrazia tende a realizzare sul piano sociale la dignità della persona e il prindell’uguaglianza e della fraternità si può riconoscere in essa una proiezione sociale del cristianesimo e in quel caso appare non uguale, ma omogenea al cristianesimo.

PAROLE CHIAVE

DemocraziaForma di governo in cui il potere viene esercitato dal (democrazia diretta) o tramite rappresentanti (demorappresentativa, parlamentare)

AnarchiaDottrina sociale e politica che propugna l’abolizione dell’autofavore di un ordilibertà e l’autonomia degli individui.

AristocraziaIl potere è detenuto da una minoritenuta saggia, che agisce nell’interesse della comunità.

OligarchiaIl potere è nelle mani di una minocui non è riconosciuta nesintellettuale, che lo esercita a proprio vantaggio.

MonarchiaIl governo è nella mani di una persola che gode del consenso dei sudditi.

TirannideIl potere è nelle mani di uno solo, che non gode però del consenso popolare.

lontà di difendere la trasmissione per via di di un mestiere, di un ruolo di potere, ecc. Le caste come istituzioni

vato una giustificazione religiosa: si nasce in una casta a causa del karma individuale. Il karma è un le, un principio contrario a ogni tendenza democratica.

ano state abolite ufficialmente dopo la proclamazione della repubblica indiana, esse restano essenziali

Una società in cui gli uomini hanno gli stessi diritti è considerata positivamente, anche se nella realizzazione di una vita

Espressione di una società aristocratica, il confucianesimo non contempla la possibilità di un governo democratico.

(Corano 3,159; 42,36-48) significa “consultazione” e si ritiene che fosse precisamente questo il modo usato nelle tribù pre-islamiche per designare i capi e prendere decisioni importanti. La natura egualitaria dell’islam è asserita dal Corano nella surah 49,13: “0 voi uomini, vi

biamo costituiti in popolo e tribù perché vi conosciate tra voi. Il più nobile tra lore in quanto creato da Dio. E la surah Questa diversità non disgrega l’unità ma

guaglianza e la fraternità ha avuto storicamente come frutto la solidarietà tra i

ca la democrazia è diffusamente accettata.

Pacem in Terris del 1963, i documenti che e la lettera apostolica di Paolo VI Octogesima

75 si dichiarano disumane tutte le forme totalitarie di governo e pienamente forme alla natura umana l’esigenza dei cittadini di controllare e di partecipare alla gestione degli affari pubblici

al n. 47 si richiamano alla coscienza le motivazioni zia. Il credente deve evitare ogni integralismo e

può identificare con il cristianesimo perché il Vangelo di Gesù non si identifica con

le realtà espresse dai termini democrazia e cristianesimo sono contrastanti in quanto la democrazia è costruita nesimo è costruito sul principio dogmatico e

quando la democrazia tende a realizzare sul piano sociale la dignità della persona e il principio dell’uguaglianza e della fraternità si può riconoscere in essa una proiezione sociale del cristianesimo e in quel

PAROLE CHIAVE Democrazia Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo senza intermediari (democrazia diretta) o tramite rappresentanti (democrazia indiretta, rappresentativa, parlamentare)

Anarchia Dottrina sociale e politica che propugna l’abolizione dell’autorità costituita, in favore di un ordine sociale basato sulla libertà e l’autonomia degli individui.

Aristocrazia potere è detenuto da una minoranza,

ritenuta saggia, che agisce nell’interesse della comunità.

Oligarchia potere è nelle mani di una minoranza, a

cui non è riconosciuta nessuna superiorità intellettuale, che lo esercita a proprio vantaggio.

Monarchia governo è nella mani di una persona

sola che gode del consenso dei sudditi.

Tirannide potere è nelle mani di uno solo, che non

gode però del consenso popolare.

Page 6: ETICA E POLITICA

LA PACE

PACE come NON-GUERRA La pace è sempre definita in relazione alla guerra: mentre in un qualsiasi dizionario la guerra è descritta, all’incirca, come “lotta armata fra due o più Stati”, la pace è definita come “condizione contraria allo stato di guerra”. Se definiamo la pace come non-guerra, è allora necessario riflettere sulla guerra per comprendere cos’è la pace e a quali condizioni può realizzarsi. Possiamo dire che la guerra è un conifitto fra gruppi politici indipendenti, la cui soluzione è affidata alla violenza organizzata. Si ha una situazione di conflitto ogni volta che i bisogni o gli interessi di un individuo o di un gruppo non possono essere soddisfatti se non a danno di un altro individuo o gruppo. È il caso della concorrenza per un bene scarso, del desiderio di possedere ciò che appartiene ad altri o di vedere riparata un’offesa. Per gruppo politico si intende un gruppo organizzato per il mantenimento o la conquista del potere. Per violenza organizzata si intende l’uso della forza fisica, intenzionalmente mirata al raggiungimento dell’o-biettivo e non consentita da chi la subisce. Definita in questo modo la guerra, a proposito della pace possiamo dire che i gruppi politici sono in pace fra di loro quando non esistono ragioni di conflitto, oppure queste sono risolte senza ricorrere all’uso della violenza. Abbiamo così individuato anche le condizioni che

consentono l’affermarsi della pace, e cioè l’uso della ragione e la ricerca di forme alternative alla guerra nella soluzione dei conflitti. Il pacifismo considera la guerra un male assoluto, che procura danni maggiori dei vantaggi per ottenere i quali è combattuta, e si batte per realizzare una pace universale e durevole.

PROBLEMI ETICI

L’idea che la guerra sia inevitabile si è tradizionalmente espressa nelle teorie che giustificano la guerra come male necessario, o addirittura come bene se si accetta che il progresso dell’umanità passa anche attraverso la guerra (diffusione di una civiltà superiore, selezione del più forte o del migliore, unione di popoli, impulso allo sviluppo tecnico), oppure come guerra giusta (di difesa contro l’aggressione altrui, di difesa della civiltà contro la barbarie, di crociata). Dopo l’invenzione della bomba atomica, sembrava che nessuna giustificazione avrebbe più potuto motivare una guerra, ora che esisteva un’arma in grado di distruggere l’umanità intera. Invece dopo anni di guerra fredda, assistiamo al tentativo di trasformare la pace stessa in giustificazione dei nuovi conflitti che affliggono il pianeta. Gli interventi militari sono definiti guerra preventiva, guerra contro il terrorismo, per l’esportazione della democrazia, guerra contro gli Stati canaglia che non rispettano i diritti umani. Senza entrare nel merito degli interessi che si nascondono dietro queste guerre “umanitarie”, è evidente che è paradossale pensare che ci si possa servire del male per creare il bene. La guerra, che è sempre difesa o affermazione di interessi particolari, non può contribuire al raggiungimento della pace universale e perpetua, che è la condizione preliminare per la realizzazione della libera convivenza.

La guerra non è inevitabile, e soprattutto non è mai legittima. Alla guerra che è una forza fisica, bisogna opporre la non-violenza che è una forza morale. Le teorie della

non-violenza, che nella

tradizione occidentale si ispirano al precetto evangelico del “porgi l’altra guancia” (Mt 5-39), sostengono la rinuncia all’uso di mezzi violenti. Anche in quelle situazioni in cui sembrerebbero necessari e moralmente giustificati. Mentre la guerra conduce allo sterminio indiscriminato, l’uso di tecniche non cruente permette di risolvere i conflitti senza violare i diritti umani GANDHI sconfisse I’impero inglese con la pratica della non-violenza, dimostrando così la forza della pace.

Il termine PACE, indica in

generale, l’assenza o la cessazione di un conflitto. La pace può essere

• interna, se l’assenza di conflitto riguarda lo stato d’animo di un unico individuo,

• esterna se si riferisce all’assenza di un conflitto fra individui o gruppi.

Qui ci occuperemo della pace esterna, in particolare della pace intesa come cessazione di quello specifico tipo di

conflitto che è la GUERRA.

CHE COSA DICE LA LEGGE

ONU

Dichiarazione sul diritto dei

popoli alla pace 1984

1. Proclama solennemente che i popoli della Terra hanno un sacro diritto alla pace;

2. Dichiara solennemente che la

salvaguardia del diritto dei popoli alla pace e la promozione di questo diritto costituiscono un obbligo fondamentale per ogni Stato;

3. Sottolinea che, per garantire

l’esercizio del diritto dei popoli alla pace, è indispensabile che la politica degli Stati tenda alla eliminazione delle minacce di guerra, soprattutto di quella nucleare all’abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali sulla base dello Statuto delle Nazioni Unite

4. Fa appello a tutti gli Stati e a

tutte le organizzazioni internazionali affinché contribuiscano con ogni mezzo a garantire ai popoli I esercizio della pace tramite I’adozione di misure appropriate a livello nazionale ed internazionale”

Page 7: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

L’invocazione della pace, Shanti, La pace è sentita come dono di Dio e va cercata nello spirimirano a raggiungere stabilmente la pace interiore. Nelle relazioni interpersonali la pace è attuata attraverso non-violenza e si traduce nel non provocare mai del male ad alcun essere vivente. Il principio cardine del buddhismo è la compassione verso ogniastenersi dall’uccisione. La pratica della meditazione è rivol Per il raggiungimento della perfetta armonia, che è lo scopo di ogni essenziale..

.

Nell’islam la pace è così importante da essere uno dei nomi di Dio. Realizzare la pace sulla Terra significa obbedire alla volontà di Dio. Anche nell’islam, come in tutte le livello personale la pace si realizza osservando l’insegnamento morale del CORANO. Sul può assumere la forma di una guerra che un buon musulreligiosi dell’islam, è in atto una riflessione critica.

La pace è dono di Dio da una parte e frutto della collaboradegli antagonismi e dei conflitrealizzare la pace. La pace perfetta tuttavia è solo nel tempo finale quando ritornerà ilIsaia al capitolo 2 e Michea al capito

L’insegnamento della Chiesa cattolica della Montagna (Mt 5,39-48): il versetto 5 parla di versetto 44 esorta ad amare i nemici. Il comportamento stesso di Gesù all’ingresso in Gerusalemme a dorso di un’asina (Mt 21,1-5), è carico di significato simbolico: Gesù non vuole essere un Messia con la forza. Gesù entra nella città sacra della pace, nel segno della pace, come il Messia di cui parla Isaia (Is 2,2e realizza la visione del re che viene aNel momento della grande sofferenza nell’orto degli ulivi, Gesù rimprovera Pietro che aveva usato la forza staccando un orecchio a un soldato e lo invita a rimettere la spada nel fodero (Mt 26,52) poiché coloro che pongono mano alla spada periranno di spada. Il Magistero della Chiesa esprime in molti documenti l’invito alla pace: Spes del Concilio Vaticano Igiorno dell’anno. È utile riportare uno stralcio dell’intervista rilasciata da Libertè il 23 giugno 1915, nel quale appare con chiarezza la posizione della Chiesa catvuole che la pace regni fra gli udefinire la Grande guerra come

Posizione delle DIVERSE religioni

pace, Shanti, è molto importante per il credente indù,sia quando prega, sia nella vita quotidiana. La pace è sentita come dono di Dio e va cercata nello spirito La pratica dello yoga, della disciplina dell’autocontrollo

giungere stabilmente la pace interiore. Nelle relazioni interpersonali la pace è attuata attraverso violenza e si traduce nel non provocare mai del male ad alcun essere vivente.

Il principio cardine del buddhismo è la compassione verso ogni essere vivente, che signiastenersi dall’uccisione. La pratica della meditazione è rivolta a coltivare la pace interiore da cui deriva la pace esteriore.

Per il raggiungimento della perfetta armonia, che è lo scopo di ogni essere vivente, un cor

Nell’islam la pace è così importante da essere uno dei nomi di Dio. Realizzare la pace sulla Terra significa obbedire alla volontà di Dio. Anche nell’islam, come in tutte le religioni, la realizzazione della pace perfetta è solo nel Paradiso. A

ce si realizza osservando l’insegnamento morale del CORANO. Sul può assumere la forma di una guerra che un buon musulmano deve combattere quando si tratta di difendere i valori

to una riflessione critica.

La pace è dono di Dio da una parte e frutto della collaborazione tra gli uomini dall’altra. La pace esige il superamento dei conflitti nella società. L’osservanza dei comandamenti che ogni credente

realizzare la pace. La pace perfetta tuttavia è solo nel tempo finale quando ritornerà il Messia: così si esprimono i profeti a al capitolo 4 dell’Antico Testamento.

Chiesa cattolica sul tema della pace e della non-violenza è contenuto principalmente nel 48): il versetto 5 parla di “beati i miti [...]“, il versetto 9 di “beati gli operatori di pace

versetto 44 esorta ad amare i nemici. Il comportamento stesso di Gesù all’ingresso in Gerusalemme a dorso di un’asina 5), è carico di significato simbolico: Gesù non vuole essere un Messia terreno, in armi,

entra nella città sacra della pace, nel segno della pace, come il Messia di cui parla Isaia (Is 2,2e realizza la visione del re che viene a stabilire un regno di pace (Zc 9,9-10).

de sofferenza nell’orto degli ulivi, Gesù rimprovera Pietro che aveva usato la forza staccando un orecchio a un soldato e lo invita a rimettere la spada nel fodero (Mt 26,52) poiché coloro che pongono mano alla spada

Chiesa esprime in molti documenti l’invito alla pace: Pacem in Terrisdel Concilio Vaticano II, Populorum Progressio di Paolo VI e i tanti messaggi di pace rivolti al mondo il primo

È utile riportare uno stralcio dell’intervista rilasciata da papa Benedetto XVil 23 giugno 1915, nel quale appare con chiarezza la posizione della Chiesa cat

vuole che la pace regni fra gli uomini. Un Papa non può volere e predicare altro che la pace”. definire la Grande guerra come “l’inutile strage”!

PAROLE CHIAVE

Genocidio Metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuindividui e l’annullamento dei valori e dei documenti culturali.

Pacifismo Dottrina diretta a dimostrare la possibilità, l’utilità e il dovere delatteggiamento nonrepulsione per delle contese internazionalicon i motivi della propa

Guerra totale Lotta armata tra Stati o coalizioni per la risoluzione di una contromotivata da veri o prideologici ed economici. Non è ammessa dalla coscienza giuridi

Jihad La parola non significa “guerra santa”, come comunemente, ma erroneamente, si crede. Essasignifica, piuttosto, “sforzo”raggiungere un determiNell’accezione più vera il sforzo intimo e personale che ogni crecompiere per riuscire a conformare il proprcomportamento alla volontà di Dio. fondamentalisti identificancon la guerra, legale, obbligatocontro i non musulmani.

Mujaheddin E’identifica il combattente del jihad, osemplicemente, come patriota.

ga, sia nella vita quotidiana. della disciplina dell’autocontrollo

giungere stabilmente la pace interiore. Nelle relazioni interpersonali la pace è attuata attraverso l’ahimsa o

essere vivente, che significa vivere nell’ahimsa, cioè ta a coltivare la pace interiore da cui deriva la pace esteriore.

essere vivente, un corretto rapporto con la pace è

Nell’islam la pace è così importante da essere uno dei nomi di Dio. Realizzare la pace sulla Terra significa obbedire alla gioni, la realizzazione della pace perfetta è solo nel Paradiso. A

ce si realizza osservando l’insegnamento morale del CORANO. Sul jihad che secondo la tradizione combattere quando si tratta di difendere i valori

zione tra gli uomini dall’altra. La pace esige il superamento comandamenti che ogni credente deve attuare consente di

Messia: così si esprimono i profeti

violenza è contenuto principalmente nel Discorso “beati gli operatori di pace [...]“e il

versetto 44 esorta ad amare i nemici. Il comportamento stesso di Gesù all’ingresso in Gerusalemme a dorso di un’asina terreno, in armi, che sconfigge i romani

entra nella città sacra della pace, nel segno della pace, come il Messia di cui parla Isaia (Is 2,2-5 e 9,11)

de sofferenza nell’orto degli ulivi, Gesù rimprovera Pietro che aveva usato la forza staccando un orecchio a un soldato e lo invita a rimettere la spada nel fodero (Mt 26,52) poiché coloro che pongono mano alla spada

Pacem in Terris di Giovanni XXIII, Gaudium et e i tanti messaggi di pace rivolti al mondo il primo

papa Benedetto XV al giornale francese il 23 giugno 1915, nel quale appare con chiarezza la posizione della Chiesa cattolica rispetto alla guerra: “Dio

omini. Un Papa non può volere e predicare altro che la pace”. Fu lo stesso papa a

PAROLE CHIAVE

Metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli

vidui e l’annullamento dei valori e dei documenti culturali.

Dottrina diretta a dimostrare la possibilità, e il dovere dell’abolizione della guerra;

giamento non-violento ispirato da profonda repulsione per qualsiasi soluzione non pacifica

tese internazionali, in polemica specie con i motivi della propaganda nazionalista.

Lotta armata tra Stati o coalizioni per la risoluzione di una controversia internazionale, motivata da veri o presunti conflitti e interessi ideologici ed economici. Non è ammessa dalla coscienza giuridica moderna.

La parola non significa “guerra santa”, come comunemente, ma erroneamente, si crede. Essa significa, piuttosto, “sforzo” interiore, lotta per

ngere un determinato obiettivo spirituale. Nell’accezione più vera il jihad rappresenta lo sforzo intimo e personale che ogni credente deve compiere per riuscire a conformare il proprio

mento alla volontà di Dio. I fondamentalisti identificano però questo sforzo con la guerra, legale, obbligatoria e comune,

i non musulmani.

E’ il termine che nel mondo arabo identifica il combattente del jihad, o semplicemente, come patriota.

Page 8: ETICA E POLITICA

UN MONDO GLOBALE Sebbene già nell’Ottocento e nel primo Novecento molti stucome il progresso di modernizzamondo, termine globalizzazione per indii confini Negli anni Sessanta si assiste a una rapida crescita del fenopolitica, economica e culturale, inizialmente soprattutto fra gli Stati occidentali. Interdipenseparazione fra e ciò che avviene a livello internazionale/globale.

In un mondo globale ciò che avviene all’interno di uno Stato ha conseguenze anche all’esterno, così come ciò che avviene fuori dai confini nazionali, ha un impatto anche all’interno. La rapida diffusione della rivoluzione informatica e accelerato il fenomeno, contribuendo anche a definire la consapevolezza che il mondo è ormai uno spazio economico e sociale comune.

Gli scenari che si configurano, però, non sono quelli della formazione di una società mondiale armoniosa, nella quale culture e società diverse si integrano nella realizzazione di un maggiore benessere comune.consapevolezza delle crescenti interconnessioni provoca dubbi e diffidenze, se non addirittura sentimenti xenofobi e politiche reazionarie. Gli stessi studiosi sono tutt’altro che concordi nel valutare i vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione.

PROBLEMI ETICI

La globalizzazione è considerata da molti una di povertà nelle zone meno sviluppate del pianeta e fonte di gravi squiliPaesi poveri. Il libero scambio, che è l’essenza della correttivi, non può essere equo, perché si realizza fra nazioni con diversi gradi di sviluppo, e quindi con alcune in posizione di vantaggio rispetto alle altre. Queste iniquità derivano:

�dalla diversità delle strutture produ

regole del commercio sono scritte dai Paesi ricchi, il libero scambio può impoverire ulteriormente i Paesi caratterizzati da una struttura produttiva frapochi prodotti: i Paesi ricchi esporteransenza in cambio importare quelli dei Paesi poveri (meno vari e meno interesovvio che per realizzare uno scambio equo occorrotempo per applicarle;

�dalla diversità delle legislazioni nazionali

industriale, ambientale e dei diritt

Il termine GLOBALIZZAZIONE, usato per la prima volta nel 1992 dal settimanale The Economist, indica l’estensione dei processi di interazione sociale, economica, politica da livello locale a livello mondiale. Le azioni e la sorte di ogni individuo, gruppo, nazione, sono legate a quelle di qualsiasi altro individuo, gruppo, nazione.

LA GLOBALIZZAZIONEUN MONDO GLOBALE Sebbene già nell’Ottocento e nel primo Novecento molti stucome il progresso di modernizzazione stesse portando a una progressiva mondo, è solo a partire dagli anni Sessanta del Novecento che si comincia a usare il termine globalizzazione per indicare un’economia che in nome del libero scambio sui confini nazionali e lega il destino di ogni singolo Paese a Negli anni Sessanta si assiste a una rapida crescita del fenopolitica, economica e culturale, inizialmente soprattutto fra gli Stati occidentali. Interdipendenza fra gli Stati significa che non è più separazione fra affari interni e affari esterni, fra ciò che avviene a livello nazionale/locale e ciò che avviene a livello internazionale/globale.

In un mondo globale ciò che avviene all’interno di uno Stato ha conseguenze anche ne fuori dai confini nazionali, ha un impatto anche

La rapida diffusione della rivoluzione informatica e dell’informazione, hanno accelerato il fenomeno, contribuendo anche a definire la

il mondo è ormai uno spazio

Gli scenari che si configurano, però, non sono quelli della mazione di una società mondiale armoniosa, nella

quale culture e società diverse si integrano nella realizzazione di un maggiore benessere comune. Anzi,la

le crescenti interconnessioni provoca sentimenti xenofobi

zionarie. Gli stessi studiosi sono tutt’altro che concordi nel valutare i vantaggi e gli svantaggi della

La globalizzazione è considerata da molti una minaccia per i diritti umani e l’ambiente, causa ne meno sviluppate del pianeta e fonte di gravi squilibri fra Paesi ricchi e

Il libero scambio, che è l’essenza della globalizzazione,se non è praticato con dei rettivi, non può essere equo, perché si realizza fra nazioni con diversi gradi di sviluppo, e

quindi con alcune in posizione di vantaggio rispetto alle altre.

produttive e dei rapporti di forza fra gli Stati. Se le

regole del commercio sono scritte dai Paesi ricchi, il libero scambio può impoverire riormente i Paesi caratterizzati da una struttura produttiva fragile, concentrata su

i: i Paesi ricchi esporteranno i loro prodotti (più vari e convenienti) senza in cambio importare quelli dei Paesi poveri (meno vari e meno interessanti). È ovvio che per realizzare uno scambio equo occorrono misure correttive adeguate e

legislazioni nazionali in materia di regolamentazione

tti umani. Spesso i Paesi ricchi spostano le produzioni nei Paesi poveri solo perché le norme che tutelano i diritti dei lavoratori e la tutela ambientale sono meno rigide, quando non del tutto inesistenti. Il libero commercio consente così di sfruttare i lavoratori e l’ambiente, con grave danno non solo per questi Paesi (lavoro ininquinamento), ma anche per quelli sviluppati (perdita di podi lavoro).

Il punto non è dunque stabilire se la globalizzazione sia giusta o sbagliata, dal momento che si tratta comunque di un processo irreversibile, ma di pretenpotere e di arricchimento nelle mani di pochi, diventi un’occasione di crescita e di benessere per tutti.

CHE COSA DICE LA LEGGE

“Le PartRiconoscendo che le nel campo del commercio e delle attivitessere finalizzate ad tenore di vita a garantioccupazione esostanziale e in conreddito reaeffettiva e ad produzioservizi consentendo al tempo stesso un impiego ottimale delle risorse monallsostenibile che miri a tutelapreservare l’ambiente e a potenziare gli strumperseguire tale obiettivo in maniera compatibile con le rispettive esigenze e i rispettivi problemi derivanti dai diversi livelli di sviluppo economicoaltresconcrevia di sviluppomeno avanzati, si assiquota della creinternanecessita del toro sviluppo economico,Istituiscono I’mondiale del commercio(in appresso denominataI‘O

Accordo di Marrakech che istituisce ICommercio

GLOBALIZZAZIONE

Sebbene già nell’Ottocento e nel primo Novecento molti studiosi avessero evidenziato zione stesse portando a una progressiva integrazione del

è solo a partire dagli anni Sessanta del Novecento che si comincia a usare il un’economia che in nome del libero scambio supera

a quello di tutti gli altri. Negli anni Sessanta si assiste a una rapida crescita del fenomeno dell’interdipendenza politica, economica e culturale, inizialmente soprattutto fra gli Stati occidentali.

denza fra gli Stati significa che non è più possibile operare una netta fra ciò che avviene a livello nazionale/locale

tutela ambientale sono meno rigide, quando non del tutto inesistenti. Il libero commercio consente così di sfruttare i lavoratori e l’ambiente, con grave danno non

lo per questi Paesi (lavoro infantile, condizioni di schiavitù, per quelli sviluppati (perdita di posti

punto non è dunque stabilire se la globalizzazione sia giusta o sbagliata, dal momento che si tratta comunque di un

irreversibile, ma di pretendere che da strumento di imento nelle mani di pochi, diventi

un’occasione di crescita e di benessere per tutti.

CHE COSA DICE LA LEGGE

“Le Parti del presente accordo. Riconoscendo che le loro relazioni nel campo del commercio e delle attività economiche dovrebbero essere finalizzate ad innalzare il tenore di vita a garantire la piena occupazione e un volume sostanziale e in continua crescita di reddito reale e di domanda effettiva e ad espandere la produzione e il commercio di beni e servizi consentendo al tempo stesso un impiego ottimale delle risorse mondiali conformemente all’obiettivo di uno sviluppo sostenibile che miri a tutelare e a preservare l’ambiente e a potenziare gli strumenti per perseguire tale obiettivo in maniera compatibile con le rispettive esigenze e i rispettivi problemi derivanti dai diversi livelli di sviluppo economico. Riconoscendo altresì che occorre adoperarsi concretamente affinché i paesi in via di sviluppo in particolare quelli meno avanzati, si assicurino una quota della crescita del commercio internazionale proporzionale alle necessita del toro sviluppo economico, [ … Istituiscono I’Organizzazione mondiale del commercio (in appresso denominata I‘OMC)

Accordo di Marrakech che istituisce I’Organizzazione Mondiale del

Commercio 1994.

Page 9: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

Dobbiamo innanzi tutto fare una premessa e dire che tutte le religioni sono globalizzate, nel senso il globo terrestre. Non in tutte le religioni esiste però una riflessione sul fenomeno della globalizzazione: questo è il casdell’induismo.

La globalizzazione è un fenomeno positivo non solo perché traccia la via per l’unificazmettendo a nudo i meccanismi di controllo dei ricchi sui poveri, consentirà la costruzione di una società globale più giusta e virtuosa.

Anche nel confucianesimo non esiste una riflessione ufficiale. Molti economisti, permotore del quarto capitalismo, il boom produttivo che ha come protagonisti, non a caso, i Paesi orientali. Alla base dello sforzo produttivo che ha dato impulso alla nuova economia globale, ci sarebbe l’etica del dovconfuciana.

.

Mentre per l’islam integralista è concepibile solo una globalizzazione che diffonda la culvalori diversi è considerata un evento funesto, l’islam moderato è

L’ebraismo più di ogni altra religione è nata e si è sviluppata al di fuori di confini geograficome quella ebraica esprime, pur nell’identità religio

La Chiesa cattolica si è più volte pronunciata sulMater et Magistra, la Pacem in Terrisl’enciclica del 1967 Populorum Progressio► si fanno rilevare squilibri crescenti tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nell’uso dei redditi e nei processi di industrializzazione; ► si sottolinea la necessità di programmi e di pianificazioni globali, daogni tradizione culturale; ► vengono denunciate le iniquità nelle relazioni commerciali mondiali, causate dal crescente divario di prezzi tra le materie prime e i prodotti finiti, dall’imperare del principio del liberali► si auspica inoltre la giustizia dei contratti fra i popoli per costruire un mondo solidale. A distanza di un decennio, la Commissione pontificia Justitia et paxprecedenti. La Nota pone in evidenza alcuni fatcon il problema dell’ambiente: fanno capire che non si può sognare di generalizzare modelli di sviluppo ampiamente fondati sullo spreco; al contrario bisogna rivedere questi modelli di svildel mondo “alla ricerca di una visione globale dei problemi posti problemi, prosegue la Nota, 161). Tuttavia questa visione globale stenta a dare i suoi frutti a causa dell’indisponibilità delle granintaccato il loro potere economico e finanziario mondiale sperare progressi sostanziali di solidarietà monL’ appello conclusivo della riflessione è rivolto a tutti i credenti a mobilitarsi per una vera proimpegnandosi principalmente nell’annuncio di Gesù Cristo e nel

PAROLE CHIAVE

Dumping sociale (o ambientale) Pratica di concorrenza sleale che consente a un’impresa di trarre vantaggio dalla meno rigorosa legislazione sociale o ambientale di un Paese, per produrvi a costi vantaggiosi merci da vendere a prezzi concorrenziali su altri mercati.

Free trade Libero commercio, che si realizza quando le barriere alla libera circolazione di merci e servivengono rimosse.

Fair trade Commercio equo, inteso come creazione di regole in grado di riequilibrare le disparità esistenti fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Una concretizzazione di questa prospettiva sono le reti di commercio equo e solidale, che consentono alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo di vendere i propri prodotti nei Paesi più sviluppati, tramite partner commerciali che offrono un prezzo giusto per le loro produzioni.

Multinazionali Società, di tipo industriale o di tipo finanziario, presenti in varie nazioni del mondo che detengono il monopolio di alcune risorse e beni nei diversi settori della produzione e distribuzione commerciale. La loro politica economica può determinare mutamenti nelle decisioni degli Stati, a favore o contro scelte economiche e ambientali favorite da gruppi di pressione all’interno dei partiti politici e da spostamenti di grossi flussi di denaro.

Posizione delle DIVERSE religioni

Dobbiamo innanzi tutto fare una premessa e dire che tutte le religioni sono globalizzate, nel senso il globo terrestre. Non in tutte le religioni esiste però una riflessione sul fenomeno della globalizzazione: questo è il cas

La globalizzazione è un fenomeno positivo non solo perché traccia la via per l’unificaziomettendo a nudo i meccanismi di controllo dei ricchi sui poveri, consentirà la costruzione di una società globale più giusta

Anche nel confucianesimo non esiste una riflessione ufficiale. Molti economisti, però, indimotore del quarto capitalismo, il boom produttivo che ha come protagonisti, non a caso, i Paesi orientali. Alla base dello

to impulso alla nuova economia globale, ci sarebbe l’etica del dov

Mentre per l’islam integralista è concepibile solo una globalizzazione che diffonda la culvalori diversi è considerata un evento funesto, l’islam moderato è favorevole all’integrazione culturale.

L’ebraismo più di ogni altra religione è nata e si è sviluppata al di fuori di confini geografime, pur nell’identità religiosa, una così profonda diversità culturale.

La Chiesa cattolica si è più volte pronunciata sulla situazione del mondo contemporaneo in documenti, come laPacem in Terris di papa Giovanni XXIII e la Gaudium et Spes

Populorum Progressio di papa Paolo VI la Chiesa ha anticipato i grandi temi della globalizzazione:si fanno rilevare squilibri crescenti tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nell’uso dei redditi e nei processi di

a la necessità di programmi e di pianificazioni globali, da realizzarsi a servizio dell’uomo, salvaguardando

vengono denunciate le iniquità nelle relazioni commerciali mondiali, causate dal crescente divario di prezzi tra le aterie prime e i prodotti finiti, dall’imperare del principio del liberalismo come regola degli scambi commerciali;si auspica inoltre la giustizia dei contratti fra i popoli per costruire un mondo solidale. A distanza di un decennio, la

ustitia et pax redige una ‘Nota’ dal titolo Lo sviluppo dei popoliprecedenti. La Nota pone in evidenza alcuni fatti nuovi relativi allo sviluppo, tra cui la relazione dello sviluppo dei popoli

biente: “Le inquietudini per l’ambiente e per l’approvvigionamento energetico e di materie prifanno capire che non si può sognare di generalizzare modelli di sviluppo ampiamente fondati sullo spreco; al contrario bisogna rivedere questi modelli di sviluppo nei Paesi ricchi medesimi [...] (n. 157)”. Occorre dunque una nuova coscienza

“alla ricerca di una visione globale dei problemi posti .“ (n. 160).Per avanzare in questa visione globale dei problemi, prosegue la Nota, “sono necessari nuovi progressi nella strutturazione delle organizzazioni mondiali 161). Tuttavia questa visione globale stenta a dare i suoi frutti a causa dell’indisponibilità delle granintaccato il loro potere economico e finanziario mondiale [...]“ (n.162). E subito continua: sperare progressi sostanziali di solidarietà mondiale {. ..] (n. 163)”.

appello conclusivo della riflessione è rivolto a tutti i credenti a mobilitarsi per una vera pronandosi principalmente nell’annuncio di Gesù Cristo e nel “far vivere del suo amore gli uomini e le civiltà”

Pratica di concorrenza sleale che consente a un’impresa di trarre vantaggio dalla meno rigorosa legislazione sociale o ambientale di un Paese, per produrvi a costi vantaggiosi merci da

cati.

Libero commercio, che si realizza quando le colazione di merci e servizi

Commercio equo, inteso come creazione di quilibrare le disparità

esistenti fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Una spettiva sono le

reti di commercio equo e solidale, che onsentono alle popolazioni dei Paesi in via di

dotti nei Paesi più mite partner commerciali che

offrono un prezzo giusto per le loro produzioni.

finanziario, ni del mondo che

detengono il monopolio di alcune risorse e beni nei diversi settori della produzione e distribuzione commerciale. La loro politica economica può determinare mutamenti nelle decisioni degli

re o contro scelte economiche e ambientali favorite da gruppi di pressione all’interno dei partiti politici e da spostamenti di

Banca mondiale Gruppo di istituzioni che ha come scopo quello di contribuire all’eliminazione della, povertà nel mondo, attraverso finanziamenti agevolati e assistenza tecnica. WTO (World Trade Organisation) o OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) Nasce nel 1995 succedendo al GATT (Accordo generale sulle tariffe e il commercio) fondato nel 1947. Vi aderiscono 149 Paesi di tutto il mondo. Ha sede a Ginevra. I quattro pilastri dell’OMC sono l’accordo sul commercio e le tariffe; sul commercio dei servizi; sui diritti di proprietà relativi al commercio; sulle misure relative agli investimenti. Inoltre l’OMC aiuta i Paesi in via di sviluppo insenel sistema economico internazionale. FMI (Fondo Monetario lnternazionale) Istituzione finanziaria che ha il compito di promuocooperazione monetaria internazionale, la stabilità dei tassi di cambio e la crescita economica e dell’occupazione. fornisce anche aiuto tecnico e finanziario ai Paesi invia di sviluppo.

Dobbiamo innanzi tutto fare una premessa e dire che tutte le religioni sono globalizzate, nel senso che sono diffuse su tutto il globo terrestre. Non in tutte le religioni esiste però una riflessione sul fenomeno della globalizzazione: questo è il caso

ione del mondo, ma anche perché, mettendo a nudo i meccanismi di controllo dei ricchi sui poveri, consentirà la costruzione di una società globale più giusta

ò, indicano il confucianesimo come il motore del quarto capitalismo, il boom produttivo che ha come protagonisti, non a caso, i Paesi orientali. Alla base dello

to impulso alla nuova economia globale, ci sarebbe l’etica del dovere propria della prospettiva

Mentre per l’islam integralista è concepibile solo una globalizzazione che diffonda la cultura islamica, e la penetrazione di favorevole all’integrazione culturale.

L’ebraismo più di ogni altra religione è nata e si è sviluppata al di fuori di confini geografici definiti. Nessuna religione sità culturale.

la situazione del mondo contemporaneo in documenti, come la Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II. Con

grandi temi della globalizzazione: si fanno rilevare squilibri crescenti tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nell’uso dei redditi e nei processi di

realizzarsi a servizio dell’uomo, salvaguardando

vengono denunciate le iniquità nelle relazioni commerciali mondiali, causate dal crescente divario di prezzi tra le smo come regola degli scambi commerciali;

si auspica inoltre la giustizia dei contratti fra i popoli per costruire un mondo solidale. A distanza di un decennio, la Lo sviluppo dei popoli, che sviluppa le riflessioni

ti nuovi relativi allo sviluppo, tra cui la relazione dello sviluppo dei popoli “Le inquietudini per l’ambiente e per l’approvvigionamento energetico e di materie prime

fanno capire che non si può sognare di generalizzare modelli di sviluppo ampiamente fondati sullo spreco; al contrario [...] (n. 157)”. Occorre dunque una nuova coscienza

.“ (n. 160).Per avanzare in questa visione globale dei ogressi nella strutturazione delle organizzazioni mondiali [...]“ (n.

161). Tuttavia questa visione globale stenta a dare i suoi frutti a causa dell’indisponibilità delle grandi potenze a “veder [...]“ (n.162). E subito continua: “In questo clima è difficile

appello conclusivo della riflessione è rivolto a tutti i credenti a mobilitarsi per una vera promozione umana, “far vivere del suo amore gli uomini e le civiltà” (n. 165)

ta i Paesi in via di sviluppo inserirsi

Istituzione finanziaria che ha il compito di promuovere la cooperazione monetaria internazionale, la stabilità dei tassi di cambio e la crescita economica e dell’occupazione. Il FMI

co e finanziario ai Paesi invia di sviluppo.

Page 10: ETICA E POLITICA

LA FAME NEL MONDO

PERCHE’ SI MUORE ancora di FAME ? Secondo il rapporto FAO del 2005 oltre 800 milioni di persone sono affette da malnutrizione cronica, sia nel sud sia nel nord del mondo (20 milioni negli Stati Uniti). A questi 800 milioni, di cui 200 sono bambini,vanno aggiunti 9 milioni di persone che muoiono di fame ogni anno, cioè 24000 ogni giorno, il 75% dei quali è costituito da bambini che hanno meno di cinque anni. Al numero enorme di persone vittime della fame cronica bisogna aggiungere i milioni di persone che ogni anno soffrono di fame “occasionale”, dovuta a catastrofi naturali (alluvioni, terremoti, siccità), carestie (coltivazioni distrutte da parassiti o malattie), guerre civili e di conquista (anche “preventive”). Ma perché alle soglie del terzo millennio, quando ormai l’uomo è in grado di andare sulla Luna, costruire aerei velocissimi, guardare i programmi della televisione giapponese comodamente seduto in un salotto a Napoli, comunicare in tempo reale con tutto il mondo, sconfiggere tutte le malattie, garantirsi l’eterna giovinezza, si muore ancora di fame? C’è chi ritiene che

la causa principale sia la mancanza di cibo ma ciò non è assolutamente vero: le risorse della Terra posso-no nutrire tutti, e il cibo disponibile è addirittura cresciuto del 18% negli ultimi anni. Nonostante l’incremento della popolazione dunque, c’è cibo a sufficienza per tutti: ogni essere umano avrebbe a disposizione 2800 calorie, mentre il minimo necessario è 1900. Questo significa che si potrebbero nutrire senza problemi 12 miliardi di persone, il doppio della popolazione mondiale. Così si esprimeva Jeremy Rifkin, economista e filosofo, fondatore e presidente della Foundation on Economic Trends di Washington: “Oltre quindici anni fa la FAO (Food and Agricolture Organization), aveva già presentato un

rapporto confortante: il mondo, in base all’attuale stato della capacità produttiva agricola, potrebbe

nutrire senza alcun problema più di dodici miliardi di esseri umani. Nutrire significa assicurare a ogni

bambino, uomo o donna della Terra una razione quotidiana di cibo che oscilla fra le 2400 e le 2700

calorie, a seconda del suo lavoro e del clima in cui vive”. (In Karibu, n. 1, febbraio 2005). È evidente dunque che non è la Terra, ma il sistema degli uomini che non funziona.

PROBLEMI ETICI

Il problema della fame nel mondo è di ordine economico, politico e etico. La divergenza fra la retorica politica e l’impegno autentico; la miopia dei governi che per salvaguardare il benessere e i privilegi di una minoranza, riducono in povertà i loro Paesi, compromettendo il futuro di tutti; la malafede dei governi occidentali che perseguono solo i loro interessi economici; un modo perverso di intendere la globalizzazione che riduce gran parte del mondo in terreno di conquista, dove non valgono i diritti umani; una produzione e un consumo sfrenati da parte dell’Occidente che richiedono un grande sfruttamento delle risorse per mantenere il sistema capitalistico a scapito degli interventi di sostegno nei confronti dei Paesi poveri; l’indifferenza della maggior parte della popolazione occidentale, sono le vere cause di questa tragedia planetaria. È agghiacciante vedere come sono distribuite le risorse economiche sul pianeta: l’80% della popolazione mondiale vive con il 20% circa delle risorse della Terra. È ora che i Paesi ricchi, governi e singoli cittadini, recuperino il senso di responsabilità e si facciano carico delle iniziative necessarie a risolvere il problema della fame e più in generale della povertà:

►sostenere i Paesi poveri con programmi di sviluppo delle economie locali, unica via per emanciparsi

dal giogo delle economie occidentali e costruire un benessere duraturo; eliminare la corruzione che vede protagonisti il corruttore Occidente (Banche e multinazionali) e i corrotti del Terzo Mondo, in larga parte coincidente con le classi dirigenti locali; promuovere l’istruzione, necessaria per costruire professionalità e indipendenza; cancellare i debiti contratti con l’Occidente (vedi p. 202);

►combattere pregiudizi come l’idea che i popoli in via di sviluppo facciano troppi figli e siano quindi

loro stessi responsabili delle scarse risorse o che non ci sia abbastanza cibo per tutti sulla Terra;

►scegliere investimenti in quelle banche sulla cui trasparenza etico-giuridica non esistano dubbi e in

imprese che svolgono attività corrette: questi investimenti oculati impediscono il finanziamento a banche coinvolte in operazioni moralmente scorrette e a imprese collegate a multinazionali responsabili dello sfruttamento dei Paesi poveri;

►escludere dal carrello della spesa i prodotti dei grandi gruppi economici che attraverso lo

sfruttamento del lavoro, anche infantile, la distruzione dell’ambiente, il rifornimento di armi, contribuiscono a mantenere e aggravare le condizioni di povertà;

►scegliere i prodotti del commercio solidale (vedi p. 192), il cui scopo è sostenere le economie dei

Paesi poveri, facendo in modo che i guadagni vadano nelle tasche di chi lavora. Infine non bisogna fingere che il problema non esista o che non ci riguardi. Josué de Castro, medico e intellettuale brasiliano che ha dedicato la vita alla lotta contro la fame, nel suo celebre libro del 1952 Geopolitica della fame osservava:”Gli individui si vergognano così’ tanto di sapere che un gran numero

dei loro simili muore a causa della mancanza di cibo che coprono questo scandalo col silenzio totale.

Questa vergogna continua a essere condivisa dalla scuola dai governi e dalla maggioranza di tutti noi”.

Il diritto all’alimentazione è uno dei principi proclamati dalla

Dichiarazione Universale dei

diritti del’uomo dal 1948, che nell’art. 25 afferma che “ogni

individuo ha il diritto ad un tenore

di vita sufficiente a garantire la

salute e il benessere proprio e

della sua famiglia, con particolare

riguardo all’alimentazione …” Tuttavia la fame, la denutrizione e l’insicurezza alimentare affliggono ancora oggi l’umanità.

CHE COSA DICE LA LEGGE

1. Ogni uomo donna e bambino ha il diritto inalienabile di essere liberato dalla fame e dalla denutrizione al fine di potersi pienamente sviluppare e conservare le proprie facoltà fisiche e mentali. La società di oggi possiede già risorse, capacità organizzative e tecnologiche sufficienti e pertanto, i mezzi per realizzare tale obiettivo. Di con-seguenza l’eliminazione definitiva della fame costituisce un obiettivo comune a tutti i Paesi sviluppati e degli altri Stati in grado di fornire un aiuto. 2. Spetta ai governi il compito fondamentale di collaborare all’incremento della produzione alimentare e al conseguimento di una più equa ed efficace ripartizione dei prodotti alimentari tra i diversi Paesi e in seno ad essi. I governi dovrebbero sferrare immediatamente un attacco concertato di più vaste proporzioni contro la denutrizione cronica e le malattie ad essa connesse che colpiscono i gruppi vulnerabili e a basso reddito [ } Dichiarazione

universale per I’eliminazione

definitiva della fame e della

denutrizione 1974

Page 11: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

Forse a causa della povertà endemica della società indiana, l’induismo accetta la condizione di povertà come un evento inevitabile. Non esistono organizzazioni umanitarie induiste.

L’attenzione e la compassione nei confronti degli altri sono tipiche dellritenute uno scandalo. Nei monasteri buddisti trova

La povertà non è rilevante da un punto di vista etico, non essendo considerata una forma di ingiustizia. Tuttavia esistono trattati, a opera di un allievo di Confucio, sui metodi di coldistribuire al popolo.

.

Tra i cinque capisaldi dell’islam indicati nel Corano c’è la donazione di parte di essa. L’uso giuridico islamico distingue tra regolata dalla legge). Nella surah IX della conversione deve dare l’elemosina rituale: primi di tutti sono i poveri e i bisognosi.Nella Dichiarazione sui diritti umani nell’islamsua dignità (art. 1), perché la sua vita è un dono di Dio e va gaumiliare, di opprimere e di sfruttare un essere umano (art. 11). Lo Stato stesso deve asvita dignitosa, che gli consenta di soddisfare tutte le sue esigenze, compresa l’alimentazione (art. 17).

L’ebraismo si radica nell’esperienza di amore partecipata da Dio al suo poLegge per eccellenza. Dalla Torah dell’amore: “Amerai il prossimo tuo come te stesso, io soazioni concrete: ciascuno deve impegnarsi per

Nel discorso sul giudizio finale riportato nel occuparsi di chi ha necessità di mangiare; e al versetto 40 didico:ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fraricco e del povero Lazzaro, nel giorni banchettava lautamente” mentre il povero mendicante di quello che cadeva dalla mensa del ricco”.Il motivo è chiaro, come indica Matteo al capitolo 25,42:Il prossimo è da considerarsi come un altro se stesso e quindi bisogna aiutarlGiacomo così si esprime nella sua lettera al cibo quotidiano e uno di voi dice loro:corpo, che giova?”. Lo stesso apostolo usa parole di fuoco contro i ricchi che hanno vissuto senza ricordar“Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per iucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza” La Chiesa, riprendendo il messaggio evangelico, afferma, nella fame è un’offesa nei confronti di Dio creatore; sempre la alle necessità di chi ha fame e ammonisce con le parole dei Padri: se non gli avrai dato da mangiare, lo avrai ucciso”.Lo scandalo denunciato dalla Chiesa oggi consiste nel fatto che alcuni vivono nell’abbondanza e sprecano i loro beni mentre igoverni spendono enormi ricchezze per costruire armi.

PAROLE CHIAVE Cancellazione del debito L’iniziativa per la cancellazione del debito estero (il debito contratto da un Paese verso creditori privati, governi ed enti pubblici di altri Paesi) dei Paesi più poveri e indebitati, lanciata da FMI e Banca Mondiale, adottata dai Paesi del G7 nel 1996 e “rafforzata” dal G7/G8 nel 1999, includeva inizialmente 41 Paesi, succes-sivamente ridottisi a 38. Attualmente dei 27 Paesi dichiarati effettivamente eleg-gibili all’ini-ziativa, solo 18 hanno benefi-ciato della cancellazione del proprio debito estero. Le ragioni a favore della cancellazione del debito sono il fatto che l’indebitamento è da molti ritenuto una delle maggiori cause della povertà e del sottosviluppo in questi Paesi; il fatto che gran parte del debito di molte nazioni povere (per esempio in Africa) è stato accumulato da regimi dittatoriali militari che furono poi destituiti; il fatto che la povertà e il debito di molti Paesi del Terzo Mondo, nonché i loro drammi politici, sono spesso riconducibili a responsabilità, dirette o indirette, da parte delle stesse nazioni industrializzate che vantano i maggiori crediti nei confronti di questi Paesi. In questo senso, l’annullamento del debito viene percepito non come un atto di bontà, bensì come un atto di giustizia.

Posizione delle DIVERSE religioni

Forse a causa della povertà endemica della società indiana, l’induismo accetta la condizione di povertà come un evento inevitabile. Non esistono organizzazioni umanitarie induiste.

L’attenzione e la compassione nei confronti degli altri sono tipiche della cultura buddhista, perciò la povertà e la fame sono ritenute uno scandalo. Nei monasteri buddisti trovano rifugio i poveri.

La povertà non è rilevante da un punto di vista etico, non essendo considerata una forma di ingiustizia. Tuttavia esistono ttati, a opera di un allievo di Confucio, sui metodi di coltivazione per migliorare la produzione in modo da avere più cibo da

Tra i cinque capisaldi dell’islam indicati nel Corano c’è la Zakkat, cioè la “purificazione” della propria ricchezza attraverso la donazione di parte di essa. L’uso giuridico islamico distingue tra sadaqa (donazione volontaria) e

conversione al versetto 60 si specificano con dettaglio minuzioso, le categorie di persone alle quali si primi di tutti sono i poveri e i bisognosi.

Dichiarazione sui diritti umani nell’islam si afferma che l’uomo va protetto da ogni sfrutsua dignità (art. 1), perché la sua vita è un dono di Dio e va garantita (art. 2), perché nessuno ha il diritto di rendere schiavo, di umiliare, di opprimere e di sfruttare un essere umano (art. 11). Lo Stato stesso deve assicurare vita dignitosa, che gli consenta di soddisfare tutte le sue esigenze, compresa l’alimentazione (art. 17).

L’ebraismo si radica nell’esperienza di amore partecipata da Dio al suo popolo esperienza che e stata fissata nella Torah derivano numerose applicazioni che possono essere riassunte nel comandamento

“Amerai il prossimo tuo come te stesso, io sono il Signore” (Lv 19,18). L’amore per il prazioni concrete: ciascuno deve impegnarsi perché tragedie come quelle della fame non esistano più.

Nel discorso sul giudizio finale riportato nel Vangelo di Matteo (Mt 25,35), Gesù afferma il dovere per il discepooccuparsi di chi ha necessità di mangiare; e al versetto 40 dice espressamente: “Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico:ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

, nel Vangelo di Luca (Lc 16,19-21), al ricco viene impedito l’accesso al paradiso perché mentre il povero mendicante “giaceva alla sua porta, coperto

di quello che cadeva dalla mensa del ricco”. Matteo al capitolo 25,42: “Perché ho avuto fame e non mi ave

prossimo è da considerarsi come un altro se stesso e quindi bisogna aiutarlo a vivere con i mezzi necessari. L’apostolo così si esprime nella sua lettera al capitolo 2,15-16: “Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del

cibo quotidiano e uno di voi dice loro: Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi’, ma non date loro il necessario per il Lo stesso apostolo usa parole di fuoco contro i ricchi che hanno vissuto senza ricordar

“Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza” (Gc 5,5-6). La Chiesa, riprendendo il messaggio evangelico, afferma, nella Gaudium et Spes, che l’esisten

onti di Dio creatore; sempre la Gaudium et Spes al n. 69 indica ai cristiani il dovere di sovvenire alle necessità di chi ha fame e ammonisce con le parole dei Padri: “Dà da mangiare a colui che è moribondo per fame, per

re, lo avrai ucciso”. Lo scandalo denunciato dalla Chiesa oggi consiste nel fatto che alcuni vivono nell’abbondanza e sprecano i loro beni mentre igoverni spendono enormi ricchezze per costruire armi.

Forse a causa della povertà endemica della società indiana, l’induismo accetta la condizione di povertà come un evento

sta, perciò la povertà e la fame sono

La povertà non è rilevante da un punto di vista etico, non essendo considerata una forma di ingiustizia. Tuttavia esistono tivazione per migliorare la produzione in modo da avere più cibo da

rificazione” della propria ricchezza attraverso la (donazione volontaria) e Zakkat (tassa vera e propria

si specificano con dettaglio minuzioso, le categorie di persone alle quali si

si afferma che l’uomo va protetto da ogni sfruttamento perché grande è la rantita (art. 2), perché nessuno ha il diritto di rendere schiavo, di

sicurare il diritto dell’individuo a una vita dignitosa, che gli consenta di soddisfare tutte le sue esigenze, compresa l’alimentazione (art. 17).

enza che e stata fissata nella Torah , la cazioni che possono essere riassunte nel comandamento

amore per il prossimo deve tradursi in ché tragedie come quelle della fame non esistano più.

Gesù afferma il dovere per il discepolo di “Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi

telli più piccoli, l’avete fatto a me”. Nella parabola del 21), al ricco viene impedito l’accesso al paradiso perché “tutti i “giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi

“Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare [...]“. o a vivere con i mezzi necessari. L’apostolo

“Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del vi’, ma non date loro il necessario per il

Lo stesso apostolo usa parole di fuoco contro i ricchi che hanno vissuto senza ricordarsi dei poveri: l giorno della strage. Avete condannato e

che l’esistenza di persone che muoiono di al n. 69 indica ai cristiani il dovere di sovvenire

“Dà da mangiare a colui che è moribondo per fame, perché

Lo scandalo denunciato dalla Chiesa oggi consiste nel fatto che alcuni vivono nell’abbondanza e sprecano i loro beni mentre i

Page 12: ETICA E POLITICA

L’IMMIGRAZIONE

L’INCONTRO e lo SCONTRO di CULTURE DIVERSE I processi migratori comportano sia il cambiamento territoriale (passaggio da un luogo a un altro), sia il cambiamento sociale (passaggio da un ambiente sociale a un altro). Possiamo dire che gli elementi caratteristici del fenomeno migratorio sono:

���� il movimento fisico di singoli individui o di gruppi di persone verso un diverso spazio

geografico, una diversa cultura, rispetto a quella d’origine. Lo spostamento è considerato

permanente quando dura più di un anno; nel caso di spostamenti occasionali o temporanei, come quelli di pendolari, turisti o nomadi non si parla di migrazioni;

���� il cambiamento nel sistema delle interazioni. Chi immigra si trova a dover fare i conti con una

società nuova nella quale il modo di relazionarsi, i bisogni, i valori sono spesso radicalmente diversi. Questo processo di cambiamento può concludersi con l’assimilazione-integrazione o il rifiuto della nuova cultura.

È proprio il cambiamento sociale, e dunque il fatto che cul-ture diverse entrino in contatto, e magari debbano condividere o contendersi privilegi e diritti come la casa e il lavoro, a costituire uno dei maggiori problemi dell’immigrazione.

Le situazioni conflittuali sono pressoché inevitabili tra gli abitanti originari, ben inseriti e fieri delle loro tradizioni culturali, e gli immigrati di prima generazione, poveri di conoscenze linguistiche, legislative e culturali e dotati di generiche competenze professionali. Ma spesso il conflitto rimane anche a livello delle generazioni successive, cioè dei figli di immigrati che, anche se nati nella nuova patria, non si adat-tano ai nuovi modelli imposti dalle società occidentali, senza peraltro conoscere o rispettare neanche le proprie radici culturali (ad eccezione del caso in cui i valori tradizionali diventano un mezzo per ribellarsi al disagio sociale). Va infine osservato che le situazioni conflittuali possono essere accresciute dall’incontro fra i valori etico-religiosi degli immigrati e quelli degli abitanti locali.

PROBLEMI ETICI

Gli Stati esercitano un potere di vita o di morte sugli immigrati.

� Il potere di morte si esercita stabilendo confini esterni (confini geografici) e interni (Centri di

Permanenza Temporanea) che negano l’accesso al suolo nazionale. In questo modo si respingono gli immigrati nella morte, e non solo nel senso che per la società occidentale, una volta respinti, gli immigrati non esistono più (e chi se ne importa di quello che gli succederà altrove), ma anche nel senso che le politiche restrittive incrementano l’immigrazione clandestina con i risultati che tutti conosciamo perché occupano quotidianamente le pagine dei giornali: carrette del mare che colano a picco, uomini che muoiono su imbarcazioni stracariche, cadaveri gettati in mare.

� Il potere di vita si esercita invece con le politiche di integrazione degli immigrati “regolari”, a cui

sono cioè stati concessi i permessi di soggiorno. Far vivere significa però assoggettare gli immigrati ai valori condivisi dalla maggioranza della popolazione dello Stato: gli immigrati devono essere contemporaneamente assimilati (plasmati ai valori della cultura dominante) e esclusi (rimanere differenti rispetto all’accesso alla cittadinanza). Le pratiche di addomesticamento e normalizzazione mirano a rendere gli immigrati il più conformi possibile ai modelli della cultura dominante, senza alcuna considerazione e rispetto per la loro identità culturale.

Da un punto di vista etico possiamo osservare che:

�non rispettare l’identità di una persona significa calpestare un

diritto umano fondamentale;

�pretendere che qualcuno rinneghi la propria cultura a favore della

nostra, sottintende la presunta superiorità della cultura occidentale e rivela quindi un atteggiamento razzista;

�non comprendere che il contatto con una cultura diversa significa

arricchimento e non pericolo, e che le società diventeranno inevitabilmente multirazziali e multiculturali, è segno di superficialità e poca lungimiranza. Se l’identità degli immigrati (considerati per lo più forza lavoro) non ha valore, l’identità dei cittadini dello Stato va invece salvaguardata e difesa. Ecco perché agli immigrati viene negata la cittadinanza: con lo status di cittadini, infatti, potrebbero partecipare attivamente alla vita dello Stato, diventando “troppo uguali”.

È amaro constatare che finora gli immigrati sono stati e rimangono cittadini di serie B (come in passato lo sono stati donne, omosessuali, ecc.) a cui si chiede di conformarsi a una società che nega loro la parola e la libertà di scelta.

Una società davvero giusta, quella che impone doveri e nega diritti !

I trasferimenti per periodi lunghi o permanenti, delle popolazioni dai Paesi di origine verso Paesi stranieri, in cerca di condizioni di vita economicamente, socialmente o politicamente migliori, sono definiti MIGRAZIONI.

Mentre l’emigrazione indica lo spostamento dal luogo d’origine per adare a vivere altrove, l’IMMIGRAZIONE indica l’ingresso nel Paese in cui si vivrà più o meno stabilmente.

CHE COSA DICE LA LEGGE

Articolo 13 1. Ogni individuo ha diritto alla

liberta di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Articolo 14 1. Ogni individuo ha il diritto di

cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite

Articolo 15 1. Ogni individuo ha diritto ad

una cittadinanza 2. Nessun individuo potrà essere

arbitrariamente privato della sua cittadinanza né del diritto di mutare cittadinanza

Dichiarazione universale

dei diritti umani

Page 13: ETICA E POLITICA

Posizione delle DIVERSE religioni

Nell’induismo il senso nell’appartenenza etnica è molto forte, fatto che comporta una certa diffidenza nei confronti di chi non è indù. Vi è un acceso dibattito sulle conver La Terra appartiene a tutti gli uomini e non dovrebberInoltre l’immigrazione è una opportunità di incontro e conoscenza.

Nonostante una certa diffidenza nei confronti degli stranieri, dovuta al fatto che il confucampagne, vi è un forte senso di acc

.

Al di là dei comportamenti politici che spesso contraddicono le convinzioni religiose, va osservato che le tre grandi religioabramitiche, ebraismo, cristianesimo e islam, discendiffidenza nei confronti di culture diverse. Ma poiché nella società contemporanea molti dei protagonisti deldi origine islamica, il problema dell’accoglienza sorge soimmigrati provenienti da Paesi musulmani.

Il popolo ebraico è fin dalle origini un popolo in cammino. Nel corso dei secoli gli ebrei sono emigrati in molti Paesi del mondo, combinando la capacità di conservare le propriecultura dei luoghi in cui si trasferivano.

La fede cristiana è da sempre aperta al dialogo con ogni cultura. Il cristianesimo non meno con la cultura egemone. Il cristianesimo mocristianesimo delle origini, dopo la morte e la risurrezione di Gesùdiventano percorsi provvidenziali per riscoprire l’autentico messaggio evanil cristianesimo, non una minaccia: è un fratello da riconoscere nella comunità dei creIl papa Benedetto XVI nella giornata mondiale che la Chiesa dedica al migrante e al rifugiato, così esprimeva il suo appello:”Le migrazioni sono un fenomeno assai diffuso: sono un segno dei tempi e possono essere volontao clandestine, per motivi di lavoro o di studio vincendo ogni forma di discriminazione, di ingiustizia e di disprezzo della persona umana immagini di Dio ...”. Il cristiano è invitato a cogliere nell’altro, la presenza di Dio, soprattutto nei debodimora, nelle popolazioni in fuga dalle guerre. Il cardisant’Ambrogio, pronunciò un forte discorso in favore degli stranieri immigrati e in difesa dei musulmani etichettati da molcome terroristi: “Che cosa è la cittadinanza? Cittadinanza è prima di tutto il riconoscimentouomini all’interno della comunità civile. doveri, ma è conforme a giustizia riqualunque sia la razza, la religione, la cultura”.

PAROLE CHIAVE Centri di Permanenza Temporanea (C.P.T.)Sono strutture (ex caserme militari, capannoni industriali dismessi), in cui vengono ospitati, per trentanuova proposta!), i clandestini in attesa di espulsione; quindi, come recita la legge, sono “centri di raccolta e di smistamento” di stranieri. Agli “ospiti” è offerta assistenza sanitaria e giuridica (attraverso un legale d’uculto e mediatori culturali, ma sotto stretta sorveglianza delle forze dell’orimmigrati sono privati di ogni status giuridico e detenuti in condizionsemplice atto amministrativo, mentre la libertà personale può essere limitata soltanto in caso di reato penale e in seguito a un processo (art. 24 della Costituzione).

Cittadinanza È l’insieme dei diritti civili, politici e sociali che sono alla base della democrazia moderna; rimane oggi l’ultimo privilegio di status che limita l’uguaglianza delle persone ed è fonte di discriminazione in merito ai diritti fondamentali: i diritti della personalità spettano a tutti gli esseri umani in quanto persone, i diritti di cittadi-nanza (quelli sanciti dalle leggi di uno Stato in merito al lavoro, al matrimonio, all’abitazione, ecc.) sono riservati ai soli cittadini.

Posizione delle DIVERSE religioni

nell’appartenenza etnica è molto forte, fatto che comporta una certa diffidenza nei confronti di chi non è indù. Vi è un acceso dibattito sulle conversioni: si nasce induisti e non si può diventarlo.

La Terra appartiene a tutti gli uomini e non dovrebbero esserci confini. zione è una opportunità di incontro e conoscenza.

Nonostante una certa diffidenza nei confronti degli stranieri, dovuta al fatto che il confucianesimo è diffuso soprattutto nelle campagne, vi è un forte senso di accoglienza nei confronti di chi appartiene a culture diverse.

Al di là dei comportamenti politici che spesso contraddicono le convinzioni religiose, va osservato che le tre grandi religioabramitiche, ebraismo, cristianesimo e islam, discendono da un emigrante, Abramo. In generale i Paesi islamici mostrano

fronti di culture diverse. Ma poiché nella società contemporanea molti dei protagonisti deldi origine islamica, il problema dell’accoglienza sorge soprattutto presso i paesi che accolgono, con altrettanta diffidenza, gli immigrati provenienti da Paesi musulmani.

Il popolo ebraico è fin dalle origini un popolo in cammino. Nel corso dei secoli gli ebrei sono emigrati in molti Paesi del combinando la capacità di conservare le proprie tradizioni e la propria identità con la ca

cultura dei luoghi in cui si trasferivano.

La fede cristiana è da sempre aperta al dialogo con ogni cultura. Il cristianesimo non coincide affatto con una culmeno con la cultura egemone. Il cristianesimo moderno, cerca il confronto e il dialogo esattamente come faceva il cristianesimo delle origini, dopo la morte e la risurrezione di Gesù. Le culture, con la loro ridiventano percorsi provvidenziali per riscoprire l’autentico messaggio evangelico. L’immigrato diventa così una ricchezza per il cristianesimo, non una minaccia: è un fratello da riconoscere nella comunità dei credenti e c

nella giornata mondiale che la Chiesa dedica al migrante e al rifugiato, così esprimeva il suo grazioni sono un fenomeno assai diffuso: sono un segno dei tempi e possono essere volonta

o clandestine, per motivi di lavoro o di studio {...] la Chiesa invita a cogliere l’aspetto positivo di questo segno dei tempi, vincendo ogni forma di discriminazione, di ingiustizia e di disprezzo della persona umana

cristiano è invitato a cogliere nell’altro, la presenza di Dio, soprattutto nei deboli, nei poveri, nelle persone senza fissa dimora, nelle popolazioni in fuga dalle guerre. Il cardinale Tettamanzi, vescovo di Milano, in occasione della festa di sant’Ambrogio, pronunciò un forte discorso in favore degli stranieri immigrati e in difesa dei musulmani etichettati da mol

“Che cosa è la cittadinanza? Cittadinanza è prima di tutto il riconoscimentouomini all’interno della comunità civile. Il riconoscimento dell’integrità dei loro diritti. È giusto chiedere l’adempimento dei doveri, ma è conforme a giustizia riconoscere i diritti [...]. La città è fatta di tutti i suoi cittadini. Senza esclusione alcuna,

que sia la razza, la religione, la cultura”

C.P.T.) Sono strutture (ex caserme militari, capannoni industriali dismessi), in cui vengono ospitati, per trenta

posta!), i clandestini in attesa di espulsione; quindi, come recita la legge, sono “centri di raccolta e di smistamento” di stranieri. Agli “ospiti” è offerta assistenza sanitaria e giuridica (attraverso un legale d’ufficio), nonché la, preculto e mediatori culturali, ma sotto stretta sorveglianza delle forze dell’ordine. In realtà queste strutture sono dei lager, in cui gli

dico e detenuti in condizioni di sovraffollamento, dopo esservi stati rinchiusi con un atto amministrativo, mentre la libertà personale può essere limitata soltanto in caso di reato penale e in seguito a un

nell’appartenenza etnica è molto forte, fatto che comporta una certa diffidenza nei confronti di chi non

cianesimo è diffuso soprattutto nelle fronti di chi appartiene a culture diverse.

Al di là dei comportamenti politici che spesso contraddicono le convinzioni religiose, va osservato che le tre grandi religioni dono da un emigrante, Abramo. In generale i Paesi islamici mostrano

fronti di culture diverse. Ma poiché nella società contemporanea molti dei protagonisti delle migrazioni sono prattutto presso i paesi che accolgono, con altrettanta diffidenza, gli

Il popolo ebraico è fin dalle origini un popolo in cammino. Nel corso dei secoli gli ebrei sono emigrati in molti Paesi del tradizioni e la propria identità con la capacità di integrarsi con la

coincide affatto con una cultura, né tanto derno, cerca il confronto e il dialogo esattamente come faceva il

Le culture, con la loro ricchezza e profondità di valori, immigrato diventa così una ricchezza per denti e con cui costruire la felicità.

nella giornata mondiale che la Chiesa dedica al migrante e al rifugiato, così esprimeva il suo grazioni sono un fenomeno assai diffuso: sono un segno dei tempi e possono essere volontarie o forzate, legali

gliere l’aspetto positivo di questo segno dei tempi, vincendo ogni forma di discriminazione, di ingiustizia e di disprezzo della persona umana [...] perché tutti gli uomini sono

li, nei poveri, nelle persone senza fissa Milano, in occasione della festa di

sant’Ambrogio, pronunciò un forte discorso in favore degli stranieri immigrati e in difesa dei musulmani etichettati da molti “Che cosa è la cittadinanza? Cittadinanza è prima di tutto il riconoscimento della piena dignità di tutti gli

tegrità dei loro diritti. È giusto chiedere l’adempimento dei suoi cittadini. Senza esclusione alcuna,

Sono strutture (ex caserme militari, capannoni industriali dismessi), in cui vengono ospitati, per trenta giorni (sessanta secondo la posta!), i clandestini in attesa di espulsione; quindi, come recita la legge, sono “centri di raccolta e di smistamento” di

fficio), nonché la, presenza di ministri di dine. In realtà queste strutture sono dei lager, in cui gli

to, dopo esservi stati rinchiusi con un atto amministrativo, mentre la libertà personale può essere limitata soltanto in caso di reato penale e in seguito a un

Page 14: ETICA E POLITICA

IL RAZZISMO

LA SUPERIORITA’ di UNA RAZZA SULL’ALTRA Storicamente il razzismo, è un fenomeno relativamente recente, che si è sviluppato a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Durante l’epoca coloniale, gli Stati europei si trovarono a dover giustificare la conquista di territori situati oltremare, ricchi di materie prime e manodopera, e a risolvere la divergenza tra i valori cristiani di uguaglianza e lo sfruttamento delle popolazioni indigene. Le scoperte delle scienze naturali (biologia, genetica, medicina) e sociali (antropologia, criminologia e sociologia) furono utilizzate per dare una base scientifica alla teoria dell’esistenza di una razza superiore. Questa teoria faceva riferimento, in modo assolutamente improprio, alle teorie evoluzioniste di Charles Darwin. Si affermava che gli esseri umani sono classificabili in razze diverse, con gradi diversi di evoluzione le une rispetto alle altre. In questa classificazione si descrivevano razze superiori per livello evolutivo e intellettivo e razze inferiori. Tra le razze superiori si poneva la razza bianca, come quella che aveva raggiunto il massimo grado di evoluzione. La superiorità di una razza rispetto a un’altra, giustificava la discriminazione e l’oppressione da parte della razza superiore nei confronti di quella ritenuta inferiore.

Le teorie pseudoscientifiche del razzismo influenzarono gli orientamenti sociali e politici anche in Italia dando vita a posizioni antimeridionaliste. Alfredo Niceforo, presidente della Società Italiana di Antropologia e di Criminologia, scriveva: “La razza maledetta, che popola tutta la Sardegna, la Sicilia e il mezzogiorno d’Italia dovrebbe

essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco — dannata alla morte come le razze inferiori

dell’Africa e dell’Australia ..”. Nel 1876 lo Stato italiano accettava la teoria dell’esistenza di almeno due razze in Italia: la razza eurasiatica (padana e ariana) e la razza euroafricana (centro-meridionale e negroide). Come non tremare nel riconoscere quanto questa teoria suoni ancora oggi familiare, presente in molti articoli giornalistici e sottintesa in alcuni programmi elettorali !

PROBLEMI ETICI Una dichiarazione dell’UNESCO del 1951, messa a punto da una commissione di cinque genetisti e sei antropologi, confutando le teorie che giustificavano il razzismo, affermò che:

�il concetto di razza ha valore classificatorio e si riferisce solo alle caratteristiche fisiche che possono essere trasmesse

ereditariamente (struttura del corpo, forma del viso, colore della pelle, ecc.): esistono tre grandi razze umane che sono la caucasica (bianca), la mongolica (gialla) e la negroide (nera);

�gruppi nazionali, religiosi, geografici, linguistici e culturali non possono essere definiti razze, poiché le loro caratteristi-

che non sono trasmissibili per via ereditaria;

�non vi è alcuna relazione fra l’appartenenza a una razza e lo sviluppo intellettuale e culturale: le differenze genetiche

non hanno alcun peso nel determinare differenze sociali e culturali fra individui e gruppi;

�non ci sono e probabilmente non ci sono mai state razze “pure”, il che sancisce definitivamente il fatto che la cultura

non ha una base biologica.

Eppure il razzismo si è insinuato a tutti i livelli della vita sociale: negli atteggiamenti individuali e collettivi determinati da pregiudizi e stereotipi, come nelle politiche statali, macchiando la storia dell’umanità con l’infamia del razzismo di sfruttamento (leggi razziali in vigore nell’America del nord fino agli anni Sessanta e apartheid in Sudafrica), e del razzismo di sterminio (olocausto della Germania nazista). Il razzismo ha continuato la sua triste marcia fino ai giorni nostri. Attualmente in Italia l’antica diffidenza dei settentrionali nei confronti dei meridionali, è stata sostituita, dall’avversione nei confronti degli extracomunitari. La consistenza dei fenomeni migratori verso l’Europa e i timori suscitati dal terrorismo, accrescono in modo preoccupante il rifiuto nei riguardi dei diversi, in modo particolare degli islamici. Le nuove forme di razzismo, così come il permanere della vecchia e irrisolta mentalità antisemita, pongono al mondo occidentale il tragico problema della xenofobia e compromettono la tendenza biologica, storica e morale dell’umanità verso l’integrazione universale.

Il termine razzismo indica la teoria che afferma la superiorità biologica di una razza e si traduce in atteggiamenti di intolleranza (minacce, discriminazione, violenza e perfino assassinio), rivolti a gruppi o persone a causa dello loro razza, del colore della loro pelle o della loro origine etnica. Il razzismo può manifestarsi contro qualsiasi razza, qualsiasi colore della pelle o origine etnica.

CHE COSA DICE LA LEGGE

“ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza di lingua, di religione di opinioni politiche di condizioni

personali e sociali Costituzione

della Repubblica italiana, art 3

Page 15: ETICA E POLITICA

PAROLE CHIAVE Pregiudizio Giudizio espresso nei confronti di una persona o di un gruppo a prindipendentemente dai fatti.

Stereotipo Immagine fissa e rigida costruita sulla base di informazioni false o incomplete, generalmente negativa.

Discriminazione Designa tutto ciò che limita l’azione di persone o gruppi sulla base di caratteristiche culturali, sociali, razziali, ecc.

Antisemitismo Avversione nei confronti della razza ebraica, sfociata in forme di persecuzione che sono giunte fino allo sterminio perpetrato dal regime nazista,

Apartheid Politica estremistica di discriminazione razziale perseguita dalle minoranze bianche nella repubmezzo, anche violento, ai danni della libertà e dei diritti cividall’olandese heit “condizione”).

Ghetto Zona o quartiere di una città in cui una minoranza si trova raggrup

Xenofobia Ostilità nei confronti degli stranieri e di tutto quello che proviene dal

Posizione delle DIVERSE religioni

Nell’induismo il senso di appartenenza etnica è particolarmente forte. Per molte correnti religiose, essere induista equivaleessere indiano, il che significa che chi non

Il buddhismo riconosce la necessità di salvaguardare la propria identità culturale e religiodignità, e nessun uomo è superiore o inferiore a un altro.

Il confucianesimo non riconosce consideriamo il sincretismo giapponese, la mescolanza cioè di elementi religiosi diversi, per cui una persona può nascere confuciana, sposarsi cattolica e morire bu

.

Il concetto di razza non ha senso perché si tratta di una religione tradizionalmente uni

Anche l’ebraismo non attribuisce alcun valore al concetto di razza. Il concetto di popolo eletto non fa riferimento all’etniamomento che chiunque può convertirsi all’ebraismo.

San Paolo, nella prima lettera ai tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un La Chiesa è il segno della profonda unione degli uomini con Dio e questa unione è il suo primo fine spirituale: comunione tra gli uomini si radica nell’unione con Dio, la Chiesa è anche iltale unità è già iniziata perché raduna uomini ‘di ogni nazione, razza, popolo e lingua’ Chiesa cattolica, 775). Al n. 1935 il Catechismo cita la nei diritti fondamentali della persona o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio”. pensiero cristiano sia inconcepibile la divisione tra le razze poiché le caratteristiche di appartenenza alla Chiesa derivano dalla nascita dall’alto non dalla nascita ogni credente fa parte ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, non la cultura e la lingua di una nazione;legge che accomuna lo sforzo di ogni credente è l’amore come ha testimoniato lo stesso Spirito Santo come viene definita in

Giudizio espresso nei confronti di una persona o di un gruppo a priori, cioè

Immagine fissa e rigida costruita sulla base di informazioni false o incomplete,

ne di persone o gruppi sulla base di

Avversione nei confronti della razza ebraica, sfociata in forme di persecuzione che sono giunte fino allo sterminio perpetrato dal regime nazista,

zione razziale perseguita dalle minoranze bianche nella repubblica Sudafricana e attuata con ogni mezzo, anche violento, ai danni della libertà e dei diritti civili degli indigeni di razza negra (dall’inglese

Zona o quartiere di una città in cui una minoranza si trova raggruppata e isolata dal resto della popolazione.

Ostilità nei confronti degli stranieri e di tutto quello che proviene dall’estero (dal greco xenos “diverso, straniero” e

Posizione delle DIVERSE religioni

Nell’induismo il senso di appartenenza etnica è particolarmente forte. Per molte correnti religiose, essere induista equivaleessere indiano, il che significa che chi non è indiano non può essere induista.

Il buddhismo riconosce la necessità di salvaguardare la propria identità culturale e religiosa, ma tutte le culture hanno pari dignità, e nessun uomo è superiore o inferiore a un altro.

Il confucianesimo non riconosce una particolare importanza all’origine etnica. Questo fatconsideriamo il sincretismo giapponese, la mescolanza cioè di elementi religiosi diversi, per cui una persona può nascere

tolica e morire buddhista.

Il concetto di razza non ha senso perché si tratta di una religione tradizionalmente universalistica.

Anche l’ebraismo non attribuisce alcun valore al concetto di razza. Il concetto di popolo eletto non fa riferimento all’etniamomento che chiunque può convertirsi all’ebraismo.

, nella prima lettera ai Corinti 12,13 richiama all’unità delle nazioni, delle culture, delle razze e dei sessi:tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo colpo”. La Chiesa è il segno della profonda unione degli uomini con Dio e questa unione è il suo primo fine spirituale:

ne tra gli uomini si radica nell’unione con Dio, la Chiesa è anche il sacramento dell’unità del genere umano. Inziata perché raduna uomini ‘di ogni nazione, razza, popolo e lingua’

cita la Gaudium et Spes che afferma l’uguaglianza tra gli uomini:”Ogni nei diritti fondamentali della persona [...} in ragione del sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio”. Infine è

stiano sia inconcepibile la divisione tra le razze poiché le caratteristiche di appartenenza alla Chiesa derivano dalla nascita dall’alto non dalla nascita fisica,”dalI’acqua e dallo Spirito” come afferma Giovanniogni credente fa parte ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, non la cultura e la lingua di una nazione;

comuna lo sforzo di ogni credente è l’amore come ha testimoniato lo stesso GesùSpirito Santo come viene definita in Romani 8,2.

blica Sudafricana e attuata con ogni li degli indigeni di razza negra (dall’inglese apart “separato” e

pata e isolata dal resto della popolazione.

“diverso, straniero” e fobia “paura”).

Nell’induismo il senso di appartenenza etnica è particolarmente forte. Per molte correnti religiose, essere induista equivale a

sa, ma tutte le culture hanno pari

una particolare importanza all’origine etnica. Questo fatto è particolarmente evidente se consideriamo il sincretismo giapponese, la mescolanza cioè di elementi religiosi diversi, per cui una persona può nascere

versalistica.

Anche l’ebraismo non attribuisce alcun valore al concetto di razza. Il concetto di popolo eletto non fa riferimento all’etnia, dal

chiama all’unità delle nazioni, delle culture, delle razze e dei sessi:“In realtà

La Chiesa è il segno della profonda unione degli uomini con Dio e questa unione è il suo primo fine spirituale: “Poiché la sacramento dell’unità del genere umano. In essa

(Ap 7,9) [...]“ (Catechismo della

che afferma l’uguaglianza tra gli uomini:”Ogni genere di discriminazione in ragione del sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua

Infine è interessante notare come nel stiano sia inconcepibile la divisione tra le razze poiché le caratteristiche di appartenenza alla Chiesa derivano dalla

Giovanni 3,3-5; il Popolo di Dio di cui ogni credente fa parte ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, non la cultura e la lingua di una nazione; la

Gesù (Gv 13,34), legge ‘nuova’ dello

Page 16: ETICA E POLITICA

LA PENA DI MORTE

UNA VIOLAZIONE dei DIRITTI UMANI Secondo i dati forniti da Amnesty International, aggiornati a dicembre 2005:

►122 paesi hanno abolito la pena di morte de jure (per legge) o de facto;

• in 86 paesi è stata abolita per ogni reato;

• in 12 paesi è stata abolita tranne che per reati eccezionali (crimini di guerra);

• in 24 paesi è stata abolita de facto perché da almeno 10 anni non si registrano esecuzioni;

• 76 paesi mantengono in vigore la pena capitale e spesso eseguono le condanne a morte.

Nel 2005 il 94% delle esecuzioni è avvenuto in Arabia Saudita, Cina, Iran e Stati Uniti. Benché il numero dei Paesi che pre-vedono la pena di morte sia ancora molto alto, si può constatare che la tendenza a abolirla è ormai consolidata. Nel mese di

aprile 2005, le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione 2005/59, che afferma il diritto alla vita e dichiara che l’abolizione della pena di morte è essenziale per la salvaguardia di questo diritto, aprendo la via alla condanna della pena di morte come violazione dei diritti umani. Infatti, la pena di morte non priva i condannati solo della vita, ma di molti altri diritti. Ovunque è applicata la pena di morte, è altissimo il rischio di mettere a morte un innocente: nel caso della pena capitale gli errori giudiziari sono irrimediabili. Nonostante le indicazioni del diritto internazionale anche i minorenni e i disabili mentali sono condannati a morte. Possiamo poi immaginare le condizioni fisiche e psichiche in cui vivono i condannati a morte, le dolorose agonie provocate dalle tecniche con cui vengono eseguite le condanne. In molti Paesi la pena di morte è uno strumento di repressione (nel 1995 in Nigeria Ken Saro Wiwa è stato giustiziato per essersi opposto allo sfruttamento del suo territorio da parte delle compagnie petrolifere); spesso è sinonimo di discriminazione (negli Stati Uniti, a parità di numero di bianchi e di neri assassinati, l’80% dei condannati a morte ha ucciso un bianco).

PROBLEMI ETICI Il dibattito sulla liceità della pena di morte si articola intorno a due questioni: se la pena di morte sia giusta, e se sia utile. I sostenitori della pena capitale affermano che è giusta perché è utile, mentre coloro che ne chiedono l’abolizione affermano che sarebbe ingiusta anche se fosse utile, perché viola due diritti umani fondamentali: il diritto alla vita e il diritto a non essere torturati. In realtà il problema non si pone perché, con buona pace di tutti coloro che la invocano come unica forma di giustizia efficace, la pena di morte non serve assolutamente a niente! Studi e ricerche hanno dimostrato, infatti, che la pena di morte non ha nessun effetto deterrente: negli Stati Uniti il numero di omicidi negli Stati in cui è prevista la pena di morte è molto più alto di quelli in cui è stata abolita. Inoltre, poiché spesso i reati vengono commessi in momenti di rabbia o paura, sotto l’effetto di alcool o di droghe, è difficile immaginare che una persona colta da un raptus o ubriaca, si fermi a riflettere sul fatto che rischia di essere condannata a morte. Lo stesso discorso vale per i terroristi che, mossi da forti convinzioni ideologiche, non vacilleranno certo pensando alla pena di morte (magari mentre si imbottiscono di esplosivo).

Rimane lo spirito di vendetta o l’idea che la morte di chi ha commesso un crimine sia una forma di risarcimento. Ma oltre a non essere efficace da un punto di vista psicologico, la vendetta non può essere posta a fondamento di un sistema giuridico. La pena di morte è dunque una punizione inutile e crudele, che dimostra come in molti Paesi sia più importante dimostrare che si sta combattendo contro la criminalità con atti plateali, piuttosto che adottare serie misure di prevenzione e oneste forme di punizione, che prevedano il recupero di chi ha commesso un reato, come dovrebbe succedere in tutte le società civili.

La pena di morte o pena capitale è l’esecuzione di un uomo ordinata da un tribunale in seguito a una condanna. In genere viene comminata a persone che si sono macchiate di gravi reati, come l’omicidio o l’alto tradimento. Viene applicata solo in alcuni Stati.

Nel corso del 2005

vi sono state 2148 esecuzioni, ed almeno altre 5186 persone sono state condannate a morte. Queste cifre riflettono solo i casi di cui Amnesty

lnternational è venuta a conoscenza; le cifre reali sono certamente più alte, [,,,] Vari sono stati i metodi impiegati per l’esecuzione, tra cui l’impiccagione, il plotone d’esecuzione, l’iniezione letale e la decapitazione ”. Amnesty lnternational,

Rapporto 2006,

EGA editore, Torino 2006.

CHE COSA DICE LA LEGGE

La pena di morte è stata abolita nel 1948 dall’art 27 della Costituzione italiana “Non e ammessa la pena di

morte se non nei casi previsti dalle leggi

militari di guerra” La legge 589 del 1994 ne ha deciso I’abolizione anche dal Codice Penale militare di guerra e dalle leggi militari di guerra. Più di due secoli fa nel 1764 Cesare Beccaria, autore di Dei delitti e delle

pene scrisse a proposito della pena di morte “Parmi un assurdo che le leggi

che detestano e puniscono I’omicidio ne

commettano uno esse medesime, e per

allontanare i cittadini dall’assassinio ne

ordinino uno pubblico”.

Page 17: ETICA E POLITICA

PAROLE CHIAVE

Pena di morteMetodi diversi vengono impiegati per le esecuzioni: la sedia elettril’impicca

Assicurazioni diplomaticheSempre più frequenti sono i casi di estradizione di persone sospettaPaesi accufragili assicurazioni alcuni governi europei e nord americani, in particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Canada e i Paesi Bassmaltrattamenti. In tale modo questi Paesi subappaltano la tortura, salvando la faccia.

TorturaMetodo di coercizione fisica o psiestorcere delle informazioni o delle confessioni, spesso accompagnata dall’uso di strumenti particolari atti a inflig

Posizione delle DIVERSE religioni

La pena di morte non è contestata come espressione della legge, la vita a un essere vivente

Il buddhismo non impone nessuna regola formale. Tra i cinque precetti dice di astenersi dal togliere la vita e dal far sofnon per cattiveria, non devono essere puniti ma educati

Non esiste una forma di condanna esplicita e ufficiale della pena di morte, come del re

.

Al contrario di ciò che molti credono, l’islam non è un sistema di leggi sanguinarie. Il solo per casi gravissimi, come la difesa della società (deve eccedere nella vendetta. La Sharìaprevede la pena di morte solo in tre casi:Allah.

L’ ebraismo prevede la pena di morte, contemplata dallafatto la pena di morte non viene ammessa.

Il cristianesimo ortodosso ammette la pena di morte solo come legittima difesa dello Stato. Il pro o contro a seconda delle Chiese di apparteterritori del vecchio Stato Pontificio vigeva la pena di morStato della Città del Vaticano fino al 1969 (benché non venisse apIn generale non bisogna mai dimenticare che le religioni si rivolgono agli uomini tenendo conto della loro cultura, che si modifica nel corso della storia. Se per gli uomini a cui si rivolgeva le leggi mosaiche che la prevedono (Es 21,12dalla pena di morte, rifacendosi a Gesù stessopeccatore. La mancata aperta condanna è motivata dalla volontà di non entrare nel merito delle singole legirichiamo al perdono e a misure alternative hanno in realtà proprio il senso di una condanna. Leggiamo ciò che dice Giovanni Paolo Il nell’Evangelium Vitae: “C’è un‘applicazione assai limitata e anzi una totale abolizione riparare il disordine introdotto dalla colpa». sicurezza delle persone, non senza offrire allo stesqualità della pena {.. .J non devono giung[...] Oggi però [...} questi casi sono ormai molto rari, se non addirittusufficienti [...] meglio rispondenti alle condizioni concrete, Evangelium Vitae, n. 56). Nel Catechismo della Chiesa cattolicachi commette gravi crimini.”Difendere il bene comune del.} L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via pratiingiusto la vita di esseri umani. Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzcomune e sono più conformi alla dignità della perso(Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2266

PAROLE CHIAVE Pena di morte Metodi diversi vengono impiegati per le esecuzioni: la sedia elettril’impiccagione, il plotone di esecuzione, la decapitazione.

Assicurazioni diplomatiche Sempre più frequenti sono i casi di estradizione di persone sospettaPaesi accusati di violare i principi fondamentali della dignità della persona. Sulla base di fragili assicurazioni diplomatiche, cioè di garanzie fasulle sul rispetto dei diritti umani, alcuni governi europei e nord americani, in particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Canada e i Paesi Bassi, espongono i colpevoli, o presunti tali, a gravi rischi di torture o maltrattamenti. In tale modo questi Paesi subappaltano la tortura, salvando la faccia.

Tortura Metodo di coercizione fisica o psicologica, inflitta per lo più con il fine di punire oestorcere delle informazioni o delle confessioni, spesso accompagnata dall’uso di strumenti

ticolari atti a infliggere punizioni corporali.

Posizione delle DIVERSE religioni

La pena di morte non è contestata come espressione della legge, ma è fortemente criticata perché nessuno ha il diritto di togliere

Il buddhismo non impone nessuna regola formale. Tra i cinque precetti (Sila) contenuti nell’insegnamento del Buddha, il primo vita e dal far soffrire inutilmente ogni essere vivente. Poiché gli uomini sbagliano per ignoranza e

non per cattiveria, non devono essere puniti ma educati.

Non esiste una forma di condanna esplicita e ufficiale della pena di morte, come del resto in nessuna religione.

Al contrario di ciò che molti credono, l’islam non è un sistema di leggi sanguinarie. Il CORANO sa della società (Legge del Taglione, surah 11,178). La surah

Sharìa, il complesso di norme religiose, giuridiche e sociali fondate sulla dottrina coranica, prevede la pena di morte solo in tre casi: omicidio di un islamico, adulterio di una donna islamica sposata, bestemmia contro

ebraismo prevede la pena di morte, contemplata dalla Torah, ma le condizioni applicative risultano così restrittive che di fatto la pena di morte non viene ammessa.

ammette la pena di morte solo come legittima difesa dello Stato. Il cristianesimo propro o contro a seconda delle Chiese di appartenenza. A proposito del cattolicesimo, per correttezza storica, va detto che nei

to Pontificio vigeva la pena di morte, che è rimasta formalmente in vigore all’interno delle mura delStato della Città del Vaticano fino al 1969 (benché non venisse applicata), anno in cui è stata ufficialmente abolita.

menticare che le religioni si rivolgono agli uomini tenendo conto della loro cultura, che si modifica nel corso della storia. Se per gli uomini a cui si rivolgeva l’Antico Testamento la pena di morte era normale, come testimo

(Es 21,12-17,23-25; Lv 24,17; Nm35,1), in seguito la Chiesa cattolicarifacendosi a Gesù stesso, che si è sempre dichiarato contro la violenza e a favore del perdono di ogni

ndanna è motivata dalla volontà di non entrare nel merito delle singole legirichiamo al perdono e a misure alternative hanno in realtà proprio il senso di una condanna. Leggiamo ciò che dice Giovanni

: “C’è nella Chiesa, come nella società civile, una crescente tendenza che ne chiede ‘applicazione assai limitata e anzi una totale abolizione {.. .1. La pena che la società infligge «ha come primo sco

riparare il disordine introdotto dalla colpa». [...] In tal modo l’autorità ottiene anche lo scopo di difendere l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone, non senza offrire allo stesso reo uno stimolo e un aiuto a correggersi e redimersi.

non devono giungere alla misura estrema della soppressione del reo, se non in casi di assoluta necessità. questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti

i alle condizioni concrete, [...] alla dignità della persona umana”

Catechismo della Chiesa cattolica si propone allo Stato di utilizzare i mezzi incruenti quali il carcere e l’ergastolo per punire crimini.”Difendere il bene comune della società esige che si ponga l’aggressore in stato di non nuocere.

zionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del pevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore

Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.

n. 2266-2267).

Metodi diversi vengono impiegati per le esecuzioni: la sedia elettrica, l’iniezione letale,

Sempre più frequenti sono i casi di estradizione di persone sospettate di terrorismo verso tali della dignità della persona. Sulla base di

cioè di garanzie fasulle sul rispetto dei diritti umani, alcuni governi europei e nord americani, in particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il

voli, o presunti tali, a gravi rischi di torture o maltrattamenti. In tale modo questi Paesi subappaltano la tortura, salvando la faccia.

cologica, inflitta per lo più con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni, spesso accompagnata dall’uso di strumenti

ta perché nessuno ha il diritto di togliere

contenuti nell’insegnamento del Buddha, il primo frire inutilmente ogni essere vivente. Poiché gli uomini sbagliano per ignoranza e

nessuna religione.

CORANO infatti parla di pena di morte surah XVII, 33 afferma che non si

ridiche e sociali fondate sulla dottrina coranica, islamica sposata, bestemmia contro

zioni applicative risultano così restrittive che di

cristianesimo protestante è diviso , per correttezza storica, va detto che nei

te, che è rimasta formalmente in vigore all’interno delle mura dello plicata), anno in cui è stata ufficialmente abolita.

menticare che le religioni si rivolgono agli uomini tenendo conto della loro cultura, che si modifica la pena di morte era normale, come testimoniano

Chiesa cattolica prese le distanza , che si è sempre dichiarato contro la violenza e a favore del perdono di ogni

ndanna è motivata dalla volontà di non entrare nel merito delle singole legislazioni, ma il richiamo al perdono e a misure alternative hanno in realtà proprio il senso di una condanna. Leggiamo ciò che dice Giovanni

cente tendenza che ne chiede La pena che la società infligge «ha come primo scopo di

In tal modo l’autorità ottiene anche lo scopo di difendere l’ordine pubblico e la so reo uno stimolo e un aiuto a correggersi e redimersi. [...] La misura e la

ere alla misura estrema della soppressione del reo, se non in casi di assoluta necessità. ra praticamente inesistenti [...J i mezzi incruenti sono

alla dignità della persona umana” (Giovanni Paolo II,

li il carcere e l’ergastolo per punire la società esige che si ponga l’aggressore in stato di non nuocere. {. .

zionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del cabile per difendere efficacemente dall’aggressore

Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la denti alle condizioni concrete del bene