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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014 ESTATE: TEMPO PROPIZIO PER CONTEMPLARE, PER ASSAPORARE IL SILENZIO E L ’ESSENZIALE! 3 Eccoci, cari Varallini … forse stavol- ta ci siamo davvero! Terminate le scuole, il catechismo, il Grest, alle soglie delle ferie per coloro che lavorano, l’Estate è finalmente arriva- ta, seppure con un considerevole ritardo di parecchie settimane; ma il tempo delle vacanze tanto sospirate, è certamente propizio per augurare un riposo benefico parrocchiani, ai tanti pellegrini e turisti innamorati di Varallo e della Valsesia! La nostra ariosa e verde Valsesia, è una terra piena di straordinarie risorse naturali e paesaggistiche, ricca di storia, d’arte e spiritualità; il nostro territorio è lambito da numerosissimi corsi d’acqua che ne solcano il terreno. Come non ammirare, poi, gli itinera- ri molto suggestivi che aprono ad incante- voli scorci alpini molto pittoreschi in mezzo a paesaggi mozzafiato; come non vedervi ancora le tracce di spatola e di pennello dell’artista celeste dal gusto raffinato che sbizzarrendosi con la divina tavolozza è sempre capace di colmare di stupore e di provocare emozioni estatiche in ciascuno di coloro che si sanno immergere in queste straordinarie panoramiche alpine? Ci troviamo alla confluenza di due splendide Valli che si stringono la mano pro- prio al passo della Colma (sopra Civiasco): la nostra verde e rigogliosa Valsesia, inten- samente soleggiata ma anche ben arieggia- ta e la tiepida terra lacustre del Cusio, che degradando dolcemente dal nostro borgo montano dal tratto marcatamente signori- le, porta pian piano a lambire quella picco- la perla che è il lago d’Orta, sopra il quale è incastonata la bellissima Isola di San Giulio, dove da più di quarant’anni prega, canta e lavora l’operosa e brulicante comu- nità di monache benedettine approdate qui da Viboldone nel 1973 e sapientemente ispirata e guidata dalla carismatica Madre Anna Maria Cànopi. Due terre (quelle della Valsesia e del Cusio) entrambe intrise profondamente di arte e di spiritualità che da secoli le acco- muna pur nella loro diversità e peculiarità! Come dimenticare l’antico gemel- laggio spirituale della “Peregrinatio” che da secoli lega spiritualmente Orta e Varallo: due Sacri Monti uniti da un cam- mino di fede e di fraternità! Fu il vescovo Carlo Bascapè (con- temporaneo di San Carlo Borromeo) a sot- tolineare la necessità di collegare fra loro i due luoghi di devozione, l’uno incentrato sulla vita di san Francesco, l’altro sulla vita di Cristo. Dopo un lungo oblio, la “Peregrinatio” è tornata oggi a essere un appuntamento molto sentito, come dimo- stra la folta partecipazione di fedeli (que- st’anno erano 190 persone) il primo o il secondo sabato di giugno. Un appuntamen- to devozionale, ma anche un’escursione di grande interesse paesaggistico: attraver- sato il lago con gli storici battelli si sale a valicare il Passo della Colma, un tempo importante via di comunicazione tra il Cusio e la Valsesia. Segue la discesa da

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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014

ESTATE: TEMPO PROPIZIO PER CONTEMPLARE,PER ASSAPORARE IL SILENZIO E L’ESSENZIALE!

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Eccoci, cari Varallini … forse stavol-ta ci siamo davvero!

Terminate le scuole, il catechismo,il Grest, alle soglie delle ferie per coloroche lavorano, l’Estate è finalmente arriva-ta, seppure con un considerevole ritardo diparecchie settimane; ma il tempo dellevacanze tanto sospirate, è certamentepropizio per augurare un riposo beneficoparrocchiani, ai tanti pellegrini e turistiinnamorati di Varallo e della Valsesia!

La nostra ariosa e verde Valsesia, èuna terra piena di straordinarie risorsenaturali e paesaggistiche, ricca di storia,d’arte e spiritualità; il nostro territorio èlambito da numerosissimi corsi d’acquache ne solcano il terreno.

Come non ammirare, poi, gli itinera-ri molto suggestivi che aprono ad incante-voli scorci alpini molto pittoreschi in mezzoa paesaggi mozzafiato; come non vederviancora le tracce di spatola e di pennellodell’artista celeste dal gusto raffinato chesbizzarrendosi con la divina tavolozza èsempre capace di colmare di stupore e diprovocare emozioni estatiche in ciascuno dicoloro che si sanno immergere in questestraordinarie panoramiche alpine?

Ci troviamo alla confluenza di duesplendide Valli che si stringono la mano pro-prio al passo della Colma (sopra Civiasco):la nostra verde e rigogliosa Valsesia, inten-samente soleggiata ma anche ben arieggia-ta e la tiepida terra lacustre del Cusio, chedegradando dolcemente dal nostro borgomontano dal tratto marcatamente signori-

le, porta pian piano a lambire quella picco-la perla che è il lago d’Orta, sopra il qualeè incastonata la bellissima Isola di SanGiulio, dove da più di quarant’anni prega,canta e lavora l’operosa e brulicante comu-nità di monache benedettine approdate quida Viboldone nel 1973 e sapientementeispirata e guidata dalla carismatica MadreAnna Maria Cànopi.

Due terre (quelle della Valsesia e delCusio) entrambe intrise profondamente diarte e di spiritualità che da secoli le acco-muna pur nella loro diversità e peculiarità!

Come dimenticare l’antico gemel-laggio spirituale della “Peregrinatio” cheda secoli lega spiritualmente Orta eVarallo: due Sacri Monti uniti da un cam-mino di fede e di fraternità!

Fu il vescovo Carlo Bascapè (con-temporaneo di San Carlo Borromeo) a sot-tolineare la necessità di collegare fra loroi due luoghi di devozione, l’uno incentratosulla vita di san Francesco, l’altro sullavita di Cristo.

Dopo un lungo oblio, la“Peregrinatio” è tornata oggi a essere unappuntamento molto sentito, come dimo-stra la folta partecipazione di fedeli (que-st’anno erano 190 persone) il primo o ilsecondo sabato di giugno. Un appuntamen-to devozionale, ma anche un’escursione digrande interesse paesaggistico: attraver-sato il lago con gli storici battelli si sale avalicare il Passo della Colma, un tempoimportante via di comunicazione tra ilCusio e la Valsesia. Segue la discesa da

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Civiasco a Varallo, con salita finale all’o-monimo Sacro Monte.

Pensiamo intensamente al nostroSacro Monte, gioiello d’arte e di fede ini-ziato a sorgere alla fine del 1400 per operadel frate francescano Bernardino Caimiche volle portare qui da noi il fascino deiluoghi della Passione di Cristo … provando-si a farli rivivere qui nella nostra terra,rendendola uno dei luoghi più visitati daitanti pellegrini dell’Assoluto che nei seco-li scorsi arrivavano in Valsesia per incon-trare il sacro e per gustare tutte le bellez-ze artistiche di cui sono state arricchite lenostre centinaia di chiese e cappelle! Citosoltanto a mo’ di esempio la splendidacappella di Loreto, sita alle porte diVarallo, venendo da Roccapietra e daCiviasco, la chiesa della Madonna delleGrazie con la prestigiosa Parete diGaudenzio, la chiesa di San Marco, ricca-mente affrescata sia all’interno che all’e-sterno, la chiesa di San Giacomo sulMastallone, da sempre collegata alla cari-tà dei Varallesi e Valsesiani. Fu proprio inquesto tempio della fede che nacque l’an-tichissima Confraternita della SS. Trinitàche promosse e si prese cura dell’Ospedalecittadino già a partire dal Cinquecento.

Ed anche il vicino Cusio ci parlaabbondantemente di fede e di arte; pen-siamo all’Isola di San Giulio di Orta e laBasilica di San Giuliano a Gozzano. Furonoi primi evangelizzatori in assoluto dellenostre terre, subito dopo il vescovo SanGaudenzio che si occupò soprattutto delNovarese!

Non è affatto casuale che i pellegri-ni ed i turisti che vengono a visitareVarallo e la Valsesia, si spostino successi-vamente e con naturalezza, attraversandoil passo della Colma, sulle ridenti spondedel Lago d’Orta, dove per numerosi decen-ni i giovani seminaristi animavano con laloro solerte vita quotidiana imbevuta dialti ideali il nostro Seminario Diocesano.

Le terre della Valsesia e del Cusio …sono entrambe due gioielli di forte spiri-tualità, di fede autentica, di cultura ele-

gante, d’arte raffinata e di intensa produ-zione industriale!

L’Estate è tempo di riposo, di di-stensione e di vacanza, ma soprattutto dicontemplazione e di riscoperta dei valoribelli che portano ad elevare il nostro spiri-to, a ravvivare e rinsaldare le nostre rela-zioni feriali!

Noi, gente di Varallo, vogliamoriproporci di riscoprire in questo tempo digrazia la nostra naturale vocazione all’ac-coglienza ed alla festa, proprio nell’orga-nizzazione gioiosa delle nostre tradizionalifeste patronali che quest’estate torneran-no ad animare ed a portare vivacità e gioiasulle strade della nostra bellcomunità!

Buone vacanze, qui da noi inValsesia

don Roberto

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pag. 3/4 l’editoriale del prevostopag. 5/6/7 l’oratorio della Mantegnapag. 8/9/10/11

la nuova Madre Generalepag. 11/12/13 Madre Margherita Guainipag. 14/15/16 le parole di Papa Francescopag. 16/17 don Benoit ci scrivepag. 18/19 pellegrinaggio a Sotto il Montepag. 20/21 la pietà popolarepag. 21/22/23 in ricordo di Carolinapag. 23 cena a Casa Serenapag. 24 la colletta straordinariapag. 25 l’attività degli scout

pag. 26 il ricordo di Fulgida AnnaMaria Bartolacelli

pag. 27/28 a Lourdes con noi...pag. 29 la scuola dell’infanzia

va in vacanzapag. 30/31 la benedizione dei fioripag. 32/33/34 ricordo di don Walter Fiocchipag. 34 anagrafe parrocchialepag. 35/36 pubblicità

INDICE

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014

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FESTA DELLA MADONNA DELLA NEVE ALLA MANTEGNAGIUBILEO QUINQUENNALE

Domenica 3 agosto il rione dellaMantegna festeggerà la sua VenerataMadonna della Neve. Quest’anno conmaggior solennità, visto che la seraprima, Sabato 2 agosto, verrà ripropostala suggestiva e quinquennale processione,che partendo dal piccolo Oratorio maria-no, attraversando via Regaldi per congiun-gersi con viale Cesare Battisti, farà nuo-vamente ritorno nella graziosa chiesina,tutta addobbata a festa.

Non mancherà la banda cittadina ele eleganti signore che per l‘occasionesfoggeranno i caratteristici e pittoreschicostumi della nostra amata Valsesia.

Sarà anche l‘occasione per vederein tutto il suo splendore, l’affresco absi-dale, attribuito al Luini, che proprio neimesi scorsi è stato completamenterestaurato con professionalità e amabilecura dal laboratorio di restauro “Luci eombre” di Moscatelli e Salina.

I restauri, quasi ultimati, hannoriportato alla luce le antiche cromie, anne-rite dal fumo delle candele e dalla polveredei secoli. Per intervenire, è stato neces-sario rimuovere la cornice lignea, chepenalizzava la contemplazione del dipinto.

Premetto che questa verrà perònuovamente riposizionata, appena ulti-mata la fase di pulitura e stuccatura,ristabilendo l‘impostazione di trittico chele era stato assegnato nel Settecento,come anche in altre chiese cittadine, oranon più visibile, per esempio a San Marco,rimossa dopo i restauri degli anni ’60 delsecolo scorso e non più riposizionata.

Per ben prepararsi a questo parti-colare e sentito periodo dell’anno liturgi-co cittadino, che per molti segna anchel’inizio delle vacanze estive, la parrocchiae la fabbriceria guidata dal priore Dott.Umberto Cavagnino, ha organizzato unanovena di preparazione con inizio merco-ledì 23 luglio alle ore 20.45.

Sabato, solenne processione, pre-sieduta dal Prevosto don Roberto; dome-nica ore 9.00 Santa Messa e nel pomerig-gio Vespri ed Adorazione Eucaristica.

Le feste si chiuderanno poi in set-tembre quando la Statua lignea dellaMadonna della Neve, farà nuovamenteritorno nella sua nicchia, accompagnatacome sempre dall’inno che per Lei avevascritto e dedicato il mai dimenticatoPadre Vittore Orsanigo.

Oratorio “Madonna della Neve” MANTEGNA di Varallo PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI GIUBILARI

NOVENA ALLA MADONNA DELLA NEVEdal Mercoledì 23 Luglio al Venerdì 1 Agosto (compreso) - ore 20,45 –

SABATO 2 AGOSTOore 20,45: PROCESSIONE SOLENNE

DOMENICA 3 AGOSTOore 9,30: SANTA MESSA solenne

presieduta dal Prevosto di Varallo don Roberto Collarini(al termine Incanto delle Offerte)

ore 16,30: BENEDIZIONE EUCARISTICA(al termine estrazione dei numeri della Sottoscrizione a Premi)

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L’Oratorio seicentesco, costruito comeampliamento di una cappella campe-stre, inizialmente dedicato a SanDEFENDENTE, protettore degli armenti,venne successivamente intitolato allaMadonna della Neve, la cui festa si cele-bra ogni anno la 1° Domenica di Agosto.

L’esterno dell’Oratorio ha in fac-ciata un affresco, recante la data del1646, che raffigura il disegno della pla-nimetria della futura chiesa lasciato dauna miracolosa nevicata in Roma il 5Agosto del ‘300, sotto Papa Liberio.

All’interno, nell’ abside, un pre-zioso e dolcissimo affresco attribuito a

Giulio Cesare LUINI, discepolo diGaudenzio Ferrari, raffigura al centro laMADONNA del BUON CONSIGLIO, ai latiSAN DEFENDENTE e SAN GIOVANNI BAT-TISTA. Le immagini dei due Santi, furonoriprodotte ad olio su tela (probabilmen-te alla fine del ‘700) e posizionate, per“coprire” l’affresco già da tempo dete-riorato, nelle due nicchie laterali dellascultura in legno che sovrasta l’altare.

La statua lignea della Madonna fuscolpita nel 1889 da Giovanni Longhettidi Morondo, direttore del LaboratorioBarolo di Varallo.

Il trono scolpito da Carlo Vanelli,è composto da quattro ceppi che forma-no un roseto e per ogni ceppo vi è unangelo.

I quattordici quadri ad olio dellaVia Crucis furono dipinti dal pittoreVelatta di Carega di Cellio.

Il piccolo organo fu costruito dal-l’organaro Giuseppe Natale Cesa diCervarolo nel 1866. La cantoria affre-scata con angioli musici fu dipinta nel1925 da Giuseppe Degaudenzi abitantealla Mantegna.

Il lavello dell’acqua santa inmarmo bianco, posto a lato dell’ingres-so, porta il segno Cristologico (IHS) di S.Bernardino da Siena.

Le campane della Ditta AchilleMazzola di Valduggia sono state postesul campanile nel 1924.

Ogni anno al 2 Gennaio si celebrala ricorrenza di S. Defendente e laprima Domenica di Agosto la festa dellaMadonna della Neve; ogni cinque anni,al Sabato precedente questa festa, lastatua della Madonna viene portata inprocessione per le vie del rioneMantegna accompagnata dalla BandaMusicale e dai costumi tipici dellaValsesia.

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BREVI CENNI STORICI

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Tornerà al suo antico splendorel’affresco cinquecentesco nella chieset-ta della Mantegna: gli interventi direstauro, iniziati nel mese di maggio adopera delle restauratrici di “Luci eOmbre” Mara Moscatelli e ChiaraSalina, termineranno in occasione dellafesta della Madonna delle Neve a cui ilpiccolo oratorio è dedicato. Il preziosoaffresco absidale, raffigurante laMadonna del Buon Consiglio con accan-to san Defendente e san GiovanniBattista, è attribuito alla mano di GiulioCesare Luini, allievo del grande artistavalsesiano Gaudenzio Ferrari: «NelSettecento l’affresco era già statooggetto di restauro – spiega la restaura-trice Mara Moscatelli -. Ad oggi stiamointervenendo per l’intero recupero del-l’opera, attraverso un restauro esteticovero e proprio. L’intervento prevede unconsolidamento in profondità del sup-porto dipinto e una pulitura della super-ficie al fine direstituire il coloreoriginale. La rein-tegrazione pittori-ca sarà a tono sulleabrasioni e conmalte a neutrosulle parti mancan-ti. Di pari passo, sifarà anche unrestauro a parteper l’anconalignea, che suddivi-de il dipinto in untrittico, ora smon-tata per essereripulita e consoli-data. Questa saràriposizionata, dopola festa, a comple-tamento del lavo-

ro». Il costo previsto dell’intervento èdi circa 15.000 euro e sarà coperto inparte dai fondi disponibili della chieset-ta stessa e grazie al contributo e allediverse offerte dei fedeli del piccolorione. La festa avrà inizio con la novenada mercoledì 23 luglio, tutte le sere,fino al venerdì 1 agosto. Seguirà sabato2 agosto, vigilia della festività, la pro-cessione solenne, svolta ogni cinqueanni, per le vie del quartiere Mantegnacon la statua della Madonna accompa-gnata dalla banda città di Varallo.Domenica 2 agosto la messa in onoredella Madonna della Neve sarà celebra-ta, come da assodata tradizione, sulsagrato della piccola chiesetta e nel-l’occasione i fedeli potranno così ammi-rare in tutto il suo splendore l’anticoaffresco restaurato.

Antonella Galasso

IL RESTAURO DELL’AFFRESCO

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Si è aperto il 23 giugno 2014 aRoma presso la Casa Generalizia di ViaTrionfale, l’VIII Capitolo Generale delleSuore Missionarie di Gesù EternoSacerdote. Le 32 Sorelle capitolari pro-venienti dall’Italia e dalle Delegazionidi America Latina ed Asia si sono ritro-vate a riflettere sul tema: ”Ecco iovengo per fare la Tua volontà o Dio”(Eb.10,7). Con Gesù Sacerdote nutritedalla Parola e dalla regola di vita, nellagioia di un carisma sempre attuale, cirinnoviamo nella comunione e nella mis-sione.

L’apertura ufficiale dell’ VIIICapitolo ha avuto luogo al termine dellaSanta Messa celebrata nella Basilica diSan Pietro, Cappella degli Ungheresi, daSua Ecc.za Mons. Dominique Mamberti,Segretario per i Rapporti con gli Statiper la Città del Vaticano.

Lo svolgimento dei lavori, iniziaticon una giornata di ritiro animata daPadre Gianmario Redaelli, SuperioreGenerale dei Padri della DottrinaCristiana, ha visto l’alternarsi di espertiin materia di vita consacrata: PadreSantiago Maria Gonzales Silva, presideall’Università Claretiana e Sr. NiclaSpezzati, sottosegretario allaCongregazione per gli Istituti di vitaconsacrata e le Società di vita apostoli-ca. Presente anche Padre Sergio LaPegna, dottrinario, esperto di DirittoCanonico.

Le sessioni assembleari nellavalutazione del sessennio appena tra-scorso e nella trattazione e progettazio-ne del sessennio futuro, danno ampiospazio agli interventi delle capitolari,espressione di una realtà di congrega-zione ricca di fede e di differenti cul-ture. In questo clima di “rinnovata

Pentecoste” si sono svolte le elezioniche hanno scelto Madre Maria CristinaAlessio, le è stato conferito l’incarico diSuperiora Generale dell’Istituto.

La nuova Vicaria è Sr. MariaChiaraluce Casiraghi, finora superioradel Convento della Madonna delleGrazie di Varallo. Per la nomina delleconsigliere, le capitolari riunite hannorivolto il loro sguardo, oltre cheall’Italia, anche all’estero, proprio perdare spazio alle differenti realtà cultu-rali che caratterizzano ormai da decen-ni l’Istituto. Il consiglio respira dunque“profumo” d’ internazionalità e ha alsuo interno: Sr. Mariagioia Bertelli(Italia), Sr. Maria Rosario Trujillo(Bolivia) e Sr Maria Stephany Alberca(Filippine).

L’assemblea nell’augurare buonlavoro al nuovo consiglio, ha volutoesprimere con grande commozione lasua gratitudine a Madre Maria PatriziaMereu, per dodici anni saggia guidadelle Missionarie di Gesù EternoSacerdote, alla vicaria Sr. MariaRosacandida Spera e alla consigliera Sr.Candida Maria Cavagna per l’instancabi-le lavoro profuso.

L’11 luglio presso la Chiesa dellaCasa Madre, Santa Maria delle Grazie,dove riposano le spoglie dellaFondatrice della Congregazione, laServa di Dio Margherita Maria Guaini, siè celebrata la Messa di ringraziamento,a chiusura dei lavori capitolari, presie-duta dal Vescovo di Novara Mons.Franco Giulio Brambilla.

Questo momento ha voluto essereessere l’espressione più eloquente di un“ritorno alle origini”, a quella fontedalla quale, nel corso della storia, sonoscarurite abbondanti grazie e benedi-

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NUOVA MADRE GENERALEPER LE SUORE MISSIONARIE DI GESÙ’ ETERNO SACERDOTE

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zioni che hanno permesso il consolida-mento dell’Istituto e la sua espansionenel mondo.

L’augurio che vogliamo rivolgere aogni Missionaria di Gesù EternoSacerdote è lo stesso di Papa Francesco:”la Gioia del Vangelo riempie il cuore ela vita intera di coloro che si incontranocon Gesù. Coloro che si lasciano salvare

da lui sono liberati dal peccato, dallatristezza, dal vuoto interiore”. A questeparole fanno eco quelle di MadreGuaini, quasi uno slogan per ogni suorae per il cristiano di oggi: “e’ tempo digioia perché Cristo ci ha redenti”.

Buon Cammino!

Sr. Maria Luciana Negri

ECCO GLI AUGURI DELLA PARROCCHIAAuguri fraterni a te,

carissima Madre Maria Cristina, alla tua nuova Vicaria Generale, suor Chiara Luce Casiraghi

ed a tutto il nuovo Consiglio Generaledelle Suore Missionarie di Gesù EternoSacerdote.

E' proprio con grande letizia edaffetto fraterno che anch'io, insieme aimiei collaboratori ed alla Parrocchia diVarallo partecipo oggi alla gioia dellavostra famiglia religiosa che al termine

del suo Capitolo Generale ha eletto lanuova Madre ed il Consiglio Generale.

A tutte voi, insieme, il compito didiscernere il cammino e le numeroseiniziative che la vostra Congregazionedovrà intraprendere nei prossimi annicon slanci nuovi, con grande coraggio edautentica passione missionaria, per con-tinuare a rendere vivo ed affascinantein tutti i continenti e tra le nuove gene-razioni il carisma della cara e venerataMadre Margherita Maria Guaini.

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Da parte mia, degli altri sacerdo-ti e di tutta la comunità parrocchiale diVARALLO, sede della vostra Casa Madre,giungano gli auguri e la preghiera per uncammino ecclesiale missionario, inten-so, fecondo...e sempre illuminato dalSignore e dai doni che lo Spirito Santoinfonde generosamente sui suoi figli efiglie!

Un ringraziamento cordiale e sin-cero alla cara Madre Maria PatriziaMereu ed alle sue collaboratrici per ilbene profuso in questi ultimi 12 anni diapostolato in seno alla Congregazionedelle Suore di Gesù Eterno Sacerdote.

Grazie di cuore!

don Roberto Collarini

GRAZIE MADRE M. PATRIZIA, BENVENUTA MADRE M. CRISTINA

Giugno 2008: il popolo del Man siuniva al coro di auguri per la confermadi Madre M. Patrizia Mereu. Altri sei annidi apostolato vissuti con grande abnega-zione e sacrificio la attendevano, cosìcome grandi gioie, fra tutte quella diveder annoverata fra i Servi di Dio laFondatrice dell’Istituto MadreMargherita Guaini.

In quel giugno che pare ormai lon-tano, a nome del Movimento, promette-vamo l’impegno di rimanere “innesta-ti”, consacrati e laici, nello stesso stelocome un fiore che si differenzia in peta-li e foglie, e tuttavia è un “unicum”

inscindibile. Cara Madre Patrizia, la

speranza è di non aver delusole sue aspettative, di averfatto la nostra parte. Ce loinsegna così bene S. Paolo checi ricorda di essere servitorichiamati a fare la volontà diDio, ovunque intenda man-darci, perché siamo tutti“uno“ in Cristo Gesù.

In quel lontano mese digiugno, ogni membro del Manle offriva le sue energie,lesue fatiche, le sue vittorie ele sconfitte da metteredavanti all’altare come pove-ri sacrifici: e chiedevamo ilsuo aiuto, cara Madre.

Questo aiuto non è mancato. Unfilo d’oro tenacissimo intessuto fra Asia,Sud America (e ovunque Lei fosse) sonostate le sue parole e i suoi inviti all’im-pegno costante senza mai vacillare ... equanti biglietti affettuosi mi sono per-venuti, personali e per il gruppo. Questesono le attenzioni di una Madre.Ringraziarla per tutto questo pare ridut-tivo: sappia che gli anni faticosi che havissuto per l’Ordine e per il Movimentosono stati per noi di grande formazioneed esempio. Non saremo mai abbastan-za riconoscenti!

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Oggi, nel porgere il nostro caldobenvenuto a Madre Cristina, vorreiattingere a piene mani alle parole delnostro Santo Padre.

Pochi giorni or sono ci ha ancorauna volta esortati a una vera conversio-ne, a un vero cambiamento di vita: equesto cammino di conversione ci daràl’identità di un popolo che genera figli,non di un popolo sterile! Ha aggiuntoancora che quanto più la Chiesa generafigli tanto più diventerà giovane.

Carissima Madre Cristina, è que-sto l’augurio che il Man Le rivolge: quel-lo di annoverare una messe copiosa difigli e figlie consacrati e laici, che sianomembra vive di una Chiesa giovane dienergia ed entusiasmo, capace di daretestimonianza e speranza. Sappiamo

che Lei, le sue delegate e ogni singolaSorella non vi risparmierete per ottene-re questi risultati, in Italia e in terra diMissione animate da quella carità chederiva da una profonda fede.

A noi non resta che rinnovare gliimpegni presi con Dio e con ilMovimento il giorno della nostra adesio-ne. Sappia, cara Madre Cristina, che laseguiremo con il cuore e la preghieranell’arduo compito che la aspetta aiu-tandola per quanto ci sarà possibilenelle iniziative che vorrà prenderericordando insieme a Madre Margheritache “chi si impegna nel bene solleva ilmondo!”

Ornella Costanzo per il Gruppo MAN di Varallo

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21 GIUGNO 1914 - 2014“CENTENARIO DELLA CRESIMA. LA SERVA DI DIO, MADRE MARGHERITA

M. GUAINI, HA RICEVUTO I DONI DELLO SPIRITO SANTO”

Da Ceto di Brescia, nel 1912, lafamiglia dei Guaini si trasferì aGozzolina di Mantova, per vivere conminore difficoltà, un’economia ragione-vole in quei tempi di povertà per tutti.Non si hanno molte notizie di quei primianni vissuti a Ceto e a Gozzolina. Siconosce poco anche della fanciullezzadi Antonietta, la primogenita dellanumerosa famiglia dei coniugi Battista

Guaini ed Elisabetta Filippini. Si saperò con certezza che il giorno 21giugno 1914, nel Duomo diCastiglione delle Stiviere (Mn), rice-vette la Cresima e la primaComunione dalle mani di Mons. PaoloCarlo Origo, Vescovo di Mantova.Con lei ricevettero il sacramentodella Cresima anche la sorellaDomenica e i fratelli Giovanni eGiacomo.

Soltanto il Signore conosce isentimenti e i desideri di quel piccolo-grande cuore e dell’animo semplice diAntonietta, in quel giorno benedetto incui lo Spirito Santo si è donato a lei perdivenire suo amico e consigliere! Alcuniricordi della famiglia Guaini, dicono cheera una bambina vivace, intelligente,propensa alla vita di preghiera.

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Seguiva con molto interesse l’e-ducazione cristiana, morale e spiritualeche la mamma impartiva ai suoi figli conle preghiere e le nozioni di catechismoche poi, a sua volta, Antonietta ripete-va ai fratelli più piccoli, crescendo nellapietà e santo Timore di Dio. Nella casa,sappiamo che c’era un quadro dellaMadonna di Pompei, e che soventeAntonietta si rivolgeva alla VergineMaria, con semplici e brevi preghiere,tanto che un giorno, nel pregarla, fucolpita come da una luce interiore, escrive in un suo appunto: “Mi sono sen-tita guardata e convertita. Avevo 20anni”.

Sappiamo che, dopo la mortedella mamma, avvenuta nel 1923, siaffidò al Confessore e Padre spiritualeper prepararsi a donare la sua esistenzaa Dio nella vita consacrata. Ubbidienteai suoi consigli, aveva imparato a tene-re lo sguardo rivolto al Signore, evitan-do i pensieri inutili, dei quali dovevarendere conto al Confessore. E così hacamminato con fervore nella luce delloSpirito Santo che ha operato in lei con laforza dei Suoi doni, preparandola aseguire la vocazione alla quale Dio lachiamava.

I frutti dell’amicizia con loSpirito Santo, l’effetto dei Suoi santidoni si manifestano nelle anime gene-rose e fedeli. Oggi, nel centesimo anni-versario dalla sua Cresima, quella fan-ciulla che a 11 anni ha incontrato loSpirito Santo, è Serva di Dio. La Chiesa,seguendo l’iter canonico, la presenteràun giorno come esempio e modello disantità da imitare.

Possiamo affermare che oggiMadre Guaini è Serva di Dio perché fufelicemente innamorata - nel vero sensodella parola - di Gesù Sacerdote eVittima, e noi sue figlie, lo possiamo

testimoniare. Lei non poteva non parla-re di Gesù, era nella sua mente, sullasua bocca, nel suo cuore. Dio non eramai lasciato fuori dai suoi discorsi e neisuoi incontri con le persone. Scrive: “…il mio mestiere è stato quello di parla-re di Dio e di farlo amare” (testamento13 settembre 1993).

Si è sentita amata per prima eilluminata dalla presenza dello SpiritoSanto, per cui riversava l’amore di Diosu tutti. Pareva un “vulcano”, così l’hadefinita un Vescovo in una sua testimo-nianza. Colma del dono della pietà,nella purezza del suo cuore, sentivaDio, sembrava che Lo vedesse, e comu-nicava quella luce interiore che posse-deva, con enfasi ed entusiasmo noncomuni. Il Vescovo Mons. Renato Corti,il 29 aprile 2011, all’apertura del pro-cesso diocesano per la causa diBeatificazione di Madre Margherita M.Guaini disse: “Parlando con lei si perce-piva la reale esperienza di Dio, e lacomunicava”.

È Serva di Dio perché la Chiesa,attraverso la testimonianza nostra e diquanti l’hanno conosciuta, ha verificatoquanto sia stata forte, sapiente, pru-dente e fedele nell’ascoltare la Vocedello Spirito; quanto sia vissuta incomunione con Lui, quanto abbia cerca-to di capirne il senso per compiere laSua volontà, ad ogni costo.

Lei viveva in Dio, con Dio e perDio, e suo unico desiderio era aderire aLui a costo di qualsiasi sacrificio. NoiMissionarie di Gesù Eterno Sacerdote, cisentiamo sicure della sua santità perchéè stata eroica nell’adempiere le divineispirazioni, per la Fondazione del nostroIstituto, affrontando umiliazioni e sacri-fici di ogni genere, soprattutto all’inizioe nei primi anni, così come avviene pertanti Fondatori.

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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014

La radice della sua santità stanella fortezza e nello spirito di sacrifi-cio, con cui ha affrontato la sua voca-zione-missione. Noi che abbiamo vissuto insieme tanti anni, dalla sua vita e daidocumenti storici dell’Istituto, possia-mo testimoniare che Madre Guaini nonha mai detto una parola di condanna percoloro che l’hanno fatta fortementesoffrire. Questo è chiaro eroismo chedice la santità evangelica circa ilcomandamento dell’Amore, perchénonostante tutto ha continuato adamare e stimare le persone che l’hannodisprezzata e allontanata.

Amiamo ricordare sempre un’e-spressione che pronunciava sovente,dopo che le grandi fatiche erano statesuperate e, con l’aiuto di Dio, l’Istitutoaveva percorso il suo cammino ottenen-do l’Approvazione Diocesana il 29 aprile1964 e l’Approvazione Pontificia l’8dicembre 1975; la Madre diceva: “Siamocresciute perché siamo state amate”: èuna sintesi tra misericordia e perdono,tra contemplazione e azione che fu sem-pre presente nella Sua vita. In altreparole possiamo dire che non si è ferma-ta alla “Via Crucis” (la sofferenza), maha proseguito con generosità il suo cam-mino verso la Pasqua di Risurrezione,fedele all’ascolto dello Spirito Santo,arrivando alla “Via Lucis”, il camminocioè che porta alla luce della gioia!

Anima profondamente mistica edinamica, seppe stare in devoto ascoltodelle ispirazioni dello Spirito Santo e,con sapienza veramente illuminata,vivere quanto ascoltò; seppe far sprigio-nare dal suo animo, tutte quelle dimo-strazioni carismatiche da Lui richieste,con creatività sorprendente.

Ma, possiamo chiederci: con qualeanimo si muoveva? Con fiducia totale nelCuore di Gesù! Sapeva che tutto viene

da Dio e riferiva tutto a Lui, perciò Dioha costruito la sua casa in Lei e poi laSua attività apostolica ecclesiale.

Anima molto missionaria nel 1975spinse il suo zelo verso le Missioni “adgentes” e inviò le sue figlie in Bolivia e,nel 1990, nelle Filippine. L’Istituto poiha continuato la sua espansione sullascia luminosa di amore per le anime, edora siamo anche in Perù, in Uruguay e inIndia. Quest’ardente amore per Dio, perla santificazione dei Sacerdoti, la sal-vezza delle anime, è stato il perno sucui gravitò la vocazione-missione diMadre Guaini, che ha portato a termine,con entusiasmo giovanile, sino alla finedella sua vita terrena e che continuacerto ora dal Cielo.

Tutto questo è opera di quell’ar-dente e luminoso Amore che ha ricevu-to nel giorno della S. Cresima e che hacoltivato e condiviso con coloro che Dioha posto sul suo cammino.

Questo è camminare nella lucedello Spirito Santo: cercare la santità divita, accostarsi a Dio e vivere con Lui, -allontanando le tenebre da sé e daglialtri-, amare Dio e farlo amare, pergiungere un giorno a contemplarlo nellagloria del Cielo, che, come dice la stes-sa Serva di Dio, “Dio vuol dare a tutti”!

Suor M. Eletta Gavinelli – Mges

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LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014

Ancora un durissimo monito diPapa Francesco, nell'omelia della messamattutina di Casa Santa Marta, contro isacerdoti "che si allontanano da Gesù ecosì perdono l’unzione, che li ha confor-mati indelebilmente a Cristo!"

“No ai sacerdoti ipocriti e a i pretiche vivono lasciandosi affascinare dallavanità!” Nuovo durissimo affondo di PapaFrancesco, nell’omelia della Messa mat-tutina di Casa Santa Marta!

E quanto male – ha spiegato ilpapa – fanno alla Chiesa i preti ipocriti,che vivono secondo la “mentalità delmondo”! Quelli che mettono le loroenergie nelle cose artificiali, nelle vani-tà, in un atteggiamento, in un linguaggiolezioso. Ma, quante volte si sente direcon dolore: ‘Ma, questo è un prete-far-fallone!’, perché si lascia affascinaresempre dalle vanità. Questo perde pocoper volta il rapporto autentico con GesùCristo!”

Papa Francesco, che molte volte inquesti primo anno di pontificato ha chie-sto ai sacerdoti, ai vescovi e ai cardinalidi essere “pastori che portano su di lorol’odore delle pecore”, ha spiegato che“il vero prete, unto da Dio per il suopopolo, ha un rapporto stretto con Gesù(l’Unto, = il Cristo appunto!): quandoquesto viene a mancare il sacerdote

diventa ‘untuoso, viscido, ipocrita nelsuo modo di vivere’, un idolatra,devoto del ‘dio Narciso’”.

“NoI sacerdoti – ha aggiunto ilPapa – abbiamo tanti limiti: siamopeccatori, tutti. Ma se andiamo daGesù Cristo, se cerchiamo il Signorenella preghiera siamo buoni sacerdo-ti, benché siamo peccatori. Ma se ciallontaniamo da Gesù Cristo, dobbia-mo compensare questo con altriatteggiamenti mondani.

Ma il prete che adora Gesù Cristo,il prete che parla con Gesù Cristo, ilprete che cerca Gesù Cristo e che silascia cercare da Gesù Cristo: questo è ilcentro della nostra vita. Se non c’è que-sto, perdiamo tutto il gusto che ci faautentici ministri del Signore. E se il saleperde il sapore … cosa daremo allagente?”

Il Papa nella sua meditazione haricordato anche che “è bello trovarepreti che invece hanno dato la loro vitacome sacerdoti, per davvero, e di cui lagente dice: ‘Ma, sì, talvolta ha un carat-teraccio, ha questo, ha quello, ma è unvero prete!’

E la nostra gente ha davvero ilfiuto! Invece, – ha aggiunto Francesco –quando la gente vede i preti idolatri, cheinvece di innamorarsi di Gesù, hanno iloro piccoli idoli dice: ‘Poveraccio!’Quello che ci salva dalla mondanità edall’idolatria che ci fa ipocriti, quelloche ci conserva nell’unzione, è il rappor-to con Gesù Cristo.

E oggi – ha concluso il Papa – a voiche avete avuto la gentilezza di venire aconcelebrare qui, con me, auguro que-sto: perdete tutto nella vita, ma non per-dete questo rapporto vitale con GesùCristo!La Redazione de “La Casa sulla Roccia”

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PAPA FRANCESCO: “SACERDOTI, NON VANIFICATE MAILA VOSTRA UNZIONE CHE VI HA CONFORMATI A CRISTO!”

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Scomunica per i mafiosi, e richie-sta di combattere la ’ndrangheta! Sì,“La 'ndrangheta va combattuta perchéadora i soldi e non il bene comune.

"Quando all'adorazione delSignore si sostituisce l'adorazione deldenaro - disse il Papa nell'omelia - siapre la strada al peccato, all'interessepersonale e alla sopraffazione. Quandonon si adora il Signore si diventa adora-tori del male, come lo sono coloro chevivono di malaffare, di violenza, lavostra terra, tanto bella, conosce leconseguenze di questo peccato.

La 'ndrangheta è questo: adorazio-ne del male e disprezzo del bene comu-ne. Questo male va combattuto, vaallontanato, bisogna dirgli di no. LaChiesa che so tanto impegnata nell'edu-care le coscienze, deve sempre più spen-dersi perché il bene possa prevalere.

Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Celo chiedono i nostri giovani, bisognosi disperanza. Per poter rispondere a questeesigenze, la fede ci può aiutare". "Quelliche non sono in questa strada di bene,come i mafiosi, questi non sono incomunione con Dio, sono scomunicati".

Qualche mese prima, il 21 marzo,a Roma, incontrando i parenti delle vit-time delle mafie, Papa Francesco,

accanto a don Luigi Ciotti, aveva dettorivolgendosi ai mafiosi: "Convertitevi, oandrete all'inferno", riprendendo inparte l'invito alla conversione che avevacostituito nel 1993 il "grido" di GiovanniPaolo II pronunciato nella Valle deiTempli ad Agrigento.

Sostegno alla Chiesa che mostrasolidarietà concreta ai fratelli e educale coscienze. Sostegno alle autoritàcivili se operano per il bene comune.Sostegno ai giovani che non si abbat-tono per la disoccupazione e si oppon-gono al male, alle ingiustizie, alla vio-lenza.

Papa Francesco, celebrando lamessa davanti a oltre duecentomila per-sone nella Piana di Sibari, ha concluso ilsuo viaggio a Cassano, piccola diocesicalabrese, alla periferia geografica esociale d’Italia - con un forte incorag-giamento a quanti operano per il benecomune, aiutano i deboli, non si lascia-no abbattere dai tanti mali!

E la condanna della criminalitàorganizzata - fortissima - è risultataancora più significativa dopo una gior-nata di gesti di vicinanza alle fragilità ealle ricchezze di questo lembo di Italiaproteso verso lo splendido Mar Jonio mafrenato e trattenuto dai tanti mali, fra-gilità, problemi.

Uno dei più bassi redditi italiani,la disoccupazione che mette in difficol-tà giovani e famiglie, la crisi che mordeper tutti.

La messa, che è stata un festa, haconcluso la lunga giornata del Papa aCastrovillari, Cassano e Sibari, una gior-nata dalla parte degli ultimi, i carcera-ti, i malati, gli anziani, gli ex tossicodi-pendenti, e dalla parte delle personeoneste, delle forze vive della Calabriache a volte fanno fatica a farsi valere.

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PAPA FRANCESCO: «I MAFIOSI SONO SCOMUNICATI!»

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«Pregate per me, anche io sba-glio», ha chiesto ai detenuti diCastrovillari.

«Mai più bimbi vittime di tali atro-cità, mai più vittime della ’ndrangheta!»Sono le parole che al mattino il Ponteficeha rivolto, con dolcezza, incontrando nelcarcere di Castrovillari il papà e le nonnedi Cocò Campolongo, il bimbo di tre anninato in prigione e bruciato vivo nei mesiscorsi a Cassano.

«Dio non condanna mai, sempreperdona, ma mai perdona soltanto, sem-pre perdona e accompagna, tutti!», haancora incoraggiato. Dopo la CasaCircondariale, il Pontefice si è trasferito inelicottero a Cassano e ha visitatol’Hospice San Giuseppe Moscati, la primastruttura di questo genere sorta in

Calabria, unico centro residenziale di curepalliative nella sanità pubblica cosentina.

C’erano malati anche all’esternodell’edificio, mentre per la visita ai padi-glioni interni, il Papa è stato accompa-gnato da pochissime persone, tra cui ilvescovo di Cassano all’Jonio, mons.Nunzio Galantino (che è anche SegretarioGenerale della CEI).

Alla fine della visita ai malati,papa Bergoglio, in macchina, ha raggiun-to la cattedrale di Cassano per l’incontrocon i sacerdoti.

Ai sacerdoti il Papa ha chiesto diessere «canali» dell’amore di Dio, di nondiventare «schermi», o «impiegati»,magari mettendo «se stessi al centro».

Infine una esortazione a considera-re la vicinanza alla famiglia - la «famigliacome istituzione e le famiglie concreteche soffrono soprattutto per la crisi»,questo è il principale compito dei preti inquesto particolare momento storico,«difficile» per la famiglia.

«Vi ringrazio tanto per la caldaaccoglienza». Ha detto il Papa dall’alta-re, al termine della sua visita in Calabria.

La Redazione de “La Casa sulla Roccia”

LETTERA DALLA MISSIONE DI BISSI-MAFOU, IN CIADN’Djaména (Ciad), 2 luglio 2014Caro don Roberto e cari amici della

parrocchia di Varallo!Mea culpa, mea maxima culpa! Sono

passati molti mesi dalla tua mail e solo orami ci metto d’impegno per risponderti.

Lo posso fare perché sono in capita-le, a N’Djaména, nella casa dei combonia-ni con padre Filippo con il quale mi accin-go tra due giorni a partire per Abeché (neldeserto ciadiano) e poi a Dio piacendo peril Nord Tchad accompagnandolo nel suolavoro pastorale di visita delle varie comu-nità cristiane sparse nel deserto.

E’ un’idea che coltivo da più di unanno, quando al Forum dei Giovani aMoundou padre Filippo mi disse cheavrebbe iniziato questa nuova esperienzamissionaria.

Gli dissi che mi sarebbe piaciutotantissimo andarlo a trovare e visitare unpo’ il deserto e conoscere meglio il suolavoro missionario in questa parte delCiad ed … eccoci qui pronti a partire!Saranno 20 giorni intensi, spero, e ti rac-conterò al mio ritorno … sempre che nonci sequestrino o che ci perdiamo nelSahara!

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Per il resto che dirvi? In agostoinvece andrò in Senegal con padreGiulio (diocesi di Treviso) per due setti-mane alla scoperta di quest’altro ango-lo di Africa! Non vedo l’ora!

Che altro dirti?L’anno è statointenso e con umileorgoglio posso dirtiche la nostra par-rocchia di Bissi-Mafou ha vintotutto: maggiornumero di

Battezzati (381 superando di qualchedecina Pala e Torrock) e maggior nume-ro di Cresimati (186 superando di granlunga i secondi classificati!).

Maggior numero di gente che si èconfessata in Quaresima (quasi 1.400 per-sone). Senza contare gli oltre 2.000 cate-cumeni che avanzano a passo d’oca ( oforse sarebbe meglio dire a passo di peco-ra) nelle varie tappe della catechesi.

Padre Giulio ci accusa di essere dimanica larga ma in fondo qui si gira nudie le maniche non ci sono proprio! Abbiamo pure miracolosamente presoquota nel bilancio economico che esat-tamente è passato da un meno 600.000franchi (circa) a dicembre 2013 a un +10.500 franchi nel febbraio 2014!

Questo grazie al Denier de Culte(contributo che ogni cristiano e catecu-meno deve dare alla Chiesa, annual-mente) di tutti i candidati al battesimoe alle cresime, ma intanto ora Bissi nonè più in rosso e padre Romano(l’Economo diocesano) non storce più ilnaso!Per il resto sono riuscito a fare ilsecondo giro di visita di tutte le comu-nità della parrocchia. (sono 37). Ma sta-volta ci sono rimasto solo un giorno emezzo per comunità mirando ad incon-trare i cristiani e i catecumeni.

Ah dimenticavo le novità circa le

suore! Sr.Lidie è partita definitivamente inCongo (anche se era inizialmente solo uncongedo e il rientro era previsto il 20 giu-gno. Ma il 18 giugno mi ha mandato un smsdicendo che si scusava ma che per il suoproblema al ginocchio lussato in Italia, nonpoteva più venire in Ciad!) Che tempismo!Poi c’è anche sr.Ida (che tu non hai cono-sciuto) che se ne va. Ora è in congedo finoa fine agosto ma tornerà per un mese insettembre per salutare la gente.

E ben tre nuove suore verrannoinviate a Bissi Mafou! Una infermieraspecializzata in farmacia, una in peda-gogia e una biochimica – così mi hascritto la loro delegata dal Congo!Staremo a vedere se e quando arrivano!

Per il resto da Pala non ho altrenews: molti sono in congedo nelle lororispettive famiglie (padre Stefano,padre Guido, padre Jésus, padre Denis evarie suore tra cui Bénédicte!)

Sembra pure che il vescovo abbiadeciso che p. Joseph Guinaga farà 2anni a Parigi per studiare contabilità emorale ma non so quando partirà!

E tu? Come stai? Nel fisico e nellospirito? E il Sinodo come procede? Beh, spero sia un’occasione di graziaper tutta la nostra Chiesa novarese!

Caro don Roberto ti auguro unabuona estate e spero che tra le tanteattività estive tu riesca a prenderti ancheun sano tempo di riposo! Un abbraccio ate ed a tutta la tua comunità cristiana!

don Benoît Lovati

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Anni Sessanta: sono stata una diquei bambini che hanno ricevuto “intempo reale” la famosa carezza di PapaGiovanni. A trasmettermela fu il miobabbo, vagamente divertito e stupito daquella sollecitazione affettuosa, cosìtanto da nonno e così lontana dall’im-magine ieratica che si aveva allora delpontefice.

Si apriva un nuovo modo di farepontificato, ma naturalmente neavremmo presto poi compreso l’impor-tanza. Imparai che quella gentilezzaproveniva da un importante uomo, cheabitava a Roma, che pensava a noi, lasua Chiesa ... e me ne dimenticai imme-diatamente.

Quanto diversa è oggi la consape-volezza che hanno i nostri bambini diPapa Francesco, delle sue parole e deisuoi gesti! Poi, qualche tempo dopo,vidi mia nonna, donna poco incline aesternazioni emotive, con gli occhi luci-di. Poche parole, il Papa è morto, era unuomo buono. Si sentì la necessità quasifisica di recarci in pellegrinaggio a Sottoil Monte per sentirlo ancora vicino. Fucon la Parrocchia di allora, me ne ricor-do con chiarezza perché all’epoca ci simuoveva pochissimo.

Ricordo vagamente i luoghi, mabene la S. Messa solenne, persino l’ac-quisto di quelle povere cose che costi-tuiscono per noi, gente semplice, ungrato ricordo.

Cinquanta anni dopo, il 28 giugno2014, vigilia della solennità dei SantiPietro e Paolo, occasione propizia perricordare chi fu Primo pontefice e chigrande divulgatore della Parola.

Sono pronta a ripercorrere quelviaggio, con la consapevolezza di anda-

re a pregare oggi un Santo, ancora negliocchi la toccante cerimonia che lo havisto agli onori degli altari insiemeall’altro Grande. Un altro pellegrinag-gio parrocchiale, con il Gruppo MAN emolti simpatizzanti e le suore, guidatoda un altro sacerdote, don Roberto...malo stesso spirito di allora.

E permettetemi di trovare tuttociò estremamente rassicurante: anche ilrispetto delle tradizioni ha la sua impor-tanza nella devozione dei cristiani. Conle lodi del mattino, il viaggio ci parebreve.

Di San Giovanni XXIII oggi cono-sciamo la sua preparazione teologica epastorale, il suo vissuto prima di diveni-re Papa, il suo desiderio di uscire dallemura del Vaticano e vivere fra la gentepreparando la strada ai Pontefici che loseguiranno, la sua grandezza nell’intui-re il bisogno della Chiesa di un Concilioi cui atti forse non abbiamo ancora com-preso del tutto nella loro fondamentaleimportanza.

In fondo al cuore però, l’ho detto,siamo gente semplice, c’è quel suosguardo così disarmante, quel suoaspetto così familiare, quella sua vocepacata e sorridente (ricordate il celebrediscorso della Luna?) che si ha voglia diincontrarlo nei suoi luoghi natali, làdove tutto ebbe inizio!

Eccoci arrivati dunque, gentil-mente guidati dalla cara Elisa Astori checon Maria Grazia della “Walser Viaggi”hanno organizzato tutto.

Guide altrettanto gentili e com-petenti ci mostrano le povere cose dellacascina in cui nacque Angelino, oggettiancora intrisi di fatica, pazienza,amore, fede.

PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A SOTTO IL MONTEDA PAPA GIOVANNI XXIII

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La sorpresa è un eccezionale per-corso virtuale della vita del Santo, reci-tato da attori così veri e vividi da lascia-re pochi con il ciglio asciutto: un accat-tivante piccolo Roncalli, lo zio Zaverioche tanto fece per lui, la mamma gra-vata da numerosi figli, fame e durolavoro, ma fedele al S. Rosario e alla S.Messa. Lascio ai lettori ogni riflessionein merito.

Infine un impressionante “PapaGiovanni” a grandezza naturale sbucadal buio di un telone, e ci parla, pareriuscire ad accarezzarci.

Non si esce indifferenti da unasimile esperienza, commentiamo tuttiquanto può essere valida la tecnologiamoderna se usata per questi scopi e conquesti risultati. La Santa Messa ci con-duce verso la fine del Pellegrinaggio.Durante l’omelia, don Roberto sottoli-nea ancora una volta l’importanza diessere aperti ai valori della fede e dellavita sull’esempio della famigliaRoncalli.

Quanto fu importante perAngelino trovare un ambiente favorevo-le affinché germogliassero i doni di Dioricevuti nel Battesimo!

“Il motto di San Giovanni XXIII è“Obbedienza e Pace” - sottolinea donRoberto. L’obbedienza è la radice che ciporta a quella pace che può sembrareirraggiungibile. Obbedire alla logicadi Dio rende felici, la pace fu il primodono di Cristo risorto che passato attra-verso la sofferenza e la passione otten-ne per noi.

La Chiesa deve seguire il camminoche Gesù le mette davanti per averepace nei cuori, nelle famiglie, nelmondo.

Infine sono i Vespri a guidare ilcammino inverso, verso casa, indubbia-mente arricchiti dall’esperienza fatta.

Ci lasciamo in amicizia, ricordan-doci del grande avvenimento per ilgruppo MAN e per la Parrocchia tutta:terminato il Capitolo a Roma, preghere-mo sulla tomba della serva di DioMargherita Maria Guaini insieme allanuova Madre Generale, suor MariaCristina Alessio, alla Vicaria suor ChiaraLuce Casiraghi e alle delegate appenaelette fra le Suore di Gesù EternoSacerdote.

L’11 luglio, alla presenza di mon-signor Franco Giulio Brambilla, presso lachiesa Madonna delle Grazie siamo statiancora insieme e abbiamo sentito ilgrande calore che la comunità cristianasa infondere da più di duemila anni aisuoi figli!

Ornella Costanzo

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Con il tempo dell’estate e dellevacanze, anche nella nostra Varallo edin tutta la Valsesia, tornano le tantefeste religiose e popolari, tramandatecidalla tradizione, nelle varie cappellefrazionali, nelle tante chiese ed oratoriinerpicati nei vari alpeggi della nostraverde vallata.

Per molti credenti il tempo dellemeritate vacanze risulta essere ancheun forte momento di “stacco” dallastressante routine quotidiana e dallavita incalzante ed alienante … ed è cer-tamente l’occasione preziosa per rega-larsi una pausa spirituale ristoratrice,realizzando un pellegrinaggio in uno deitanti Santuari di cui è ricca la nostraEuropa: Lourdes, Santiago deCompostela, Fatima, Medjugorie, Re,Oropa, i tanti Sacri Monti …

La devozione popolare, che sta daanni toccando sempre più anche lefasce d’età giovanile, è un modo privi-legiato di vivere ancora più profonda-mente la nostra fede, senza il timore dilasciarci coinvolgere tutti i cinque sensi.

Questa forma di approccio inte-grale alla fede (non solo spiritualistica),fino a poco tempo fa considerato conuna certa diffidenza da parte di molti,oggi, va detto, sta coinvolgendo ungrande numero di fedeli di tutte le età.

Va naturalmente evitato da partedi tutti noi il rischio di “etichettare”con superficialità i differenti modi esensibilità che ciascuno ha per vivere lapropria fede religiosa; sovente si hainfatti l’abitudine di contrapporre unafede “detta popolare” con una fede“intelligente” o “razionale”!

Tuttavia, va ricordato che l’unanon può vivere senza il supporto del-l’altra!

Gesù ci dice nel Vangelo che perentrare nella logica semplice del Regnodei Cieli occorre “saper diventare comei bambini” (Matteo 18, 3-5). Questo cideve sollecitare non certo a coltivarel’ingenuità, ma a metterci al seguito dei“piccoli”, che costruiscono la loro intel-ligenza attraverso il gioco, il corpo ed icinque sensi.

Anche la nostra fede ha quindibisogno di gesti concreti, palpabili, chepassano attraverso il coinvolgimento ditutto il nostro corpo!

E’ esattamente quello che succe-de anche nella nostra vita affettiva erelazionale: tutti abbiamo bisogno dimanifestazioni tangibili di delicatezza edi attenzione; non si ama semplicemen-te con l’intelletto!

Il corpo, l’affettività e l’intelli-genza sono tra di loro in interazionepermanente; il delicato profumo del-l’incenso, la bellezza e la cura dellecomposizioni floreali e le melodie deicanti liturgici … Tutto questo aiuta cer-tamente la nostra fede ad innalzarsiverso il bello, per infondere al nostrocuore maggiore armonia, serenità ecapacità di stupore!

Papa Francesco ci invita a vederenella pietà popolare un vero “tesoro perla Chiesa”, anche se non esita a met-terci continuamente in guardia a nonvivere mai la nostra fede in maniera“individualistica e sentimentale”!

Nelle nostre comunità ecclesialistraordinaria è la ricchezza di segni e digesti che scaturiscono dalla pietà popo-lare; tuttavia il rapporto con il Sacronon si deve mai limitare ad un affareprivato, intimistico!

La nostra fede ha sicuramentebisogno di contatti sempre più profondi,

ALLA RISCOPERTA DELLA PIETA’ POPOLARELA NOSTRA FEDE HA BISOGNO DEI CINQUE SENSI!

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con la vita, con le scelte concrete delnostro cammino quotidiano.

Pensiamo ai sempre più numerosigruppi familiari e giovanili che frequen-tano conventi e monasteri aperti all’ac-coglienza, alla fraternità ed alla con-templazione dell’assoluto (presentedentro e fuori di noi!).

Sono sempre più diffusi i pellegri-naggi a piedi ed in bicicletta verso itanti Santuari d’Europa (vedi special-mente il cammino di Santiago deCompostela) che stanno ritornandosempre più “di moda” in questo nostrotempo secolarizzato.

Come non vedere in essi il segnopalpabile del desiderio profondo del-l’uomo religioso che “pulsa dentro cia-scuno di noi", di poter camminare sem-pre più autenticamente nel silenzio del-

l’interiorità … alla riscoperta di se stes-si, magari facendosi anche aiutare dalgusto della contemplazione di paesaggicapaci di emozionarti e di favorireincontri e relazioni con coloro che insie-me a noi condividono la gioia appassio-nante di questi percorsi della fede edella riscoperta della nostra umanitàpiù vera!

L’augurio sincero che ci facciamoin questo provvidenziale tempo d’Estateè di poter gustare ed assaporare tutte leoccasioni che si presenteranno perpoter vivere con più verità la nostrarelazione con Dio, con noi stessi e conquanti avremo la gioia di incontrare suisentieri dei nostri itinerari turistici espirituali! Buona Estate a tutti.

La Redazione de “La Casa sulla Roccia”

BORSA DI STUDIO “CAROLINA FANTINO”Oggi la parola “amore” subisce

purtroppo travisamenti di ogni tipo, finoa perdere il suo significato più vero.

Amore è dono, un dono difficile, èinfondere se stessi in chi si ama, è annul-larsi senza aspettarsi un rendiconto.

Espressione perfetta di questoamore è quello dei genitori che dopoaver trasfuso la vita, si prodigano percoltivarla ogni attimo con trepidazionee speranza.

Spesso, quando si interrompe illegame terreno, il dolore straziante puòdegenerare in odio e invidia per chistringe ancora a sé il proprio figlio, puòdiventare rifiuto per il mondo, chiusura,persino bestemmia.

Ma se l’amore vero, si fa stradapiano piano nel cuore, ne scaturisconodoni inaspettati di generosità, con pas-sione e persino conforto reciproco frachi dona e chi riceve.

Questa è l’umanissima narrazione

della storia di due genitori, i signoriFantino, che hanno tanto amato la lorobimba nella sofferenza. Carolina non èpiù qui con loro e con la sorella, ma illoro amore trascende la crudeltà dellavita.

È infatti un amore che va oltre ilsoggetto amato e si propaga ogni anno,al termine della scuola, agli alunni dellaPrimaria, quei compagni di scuola con iquali Carolina non ha potuto giocare,studiare, ridere, litigare…

Dal 2008, l’ultimo giorno di scuo-la, c’è una borsa di studio che porta ilsuo nome per dare un segno tangibile adue ragazzini che siano un po’ speciali.

Che siano speciali nella loro aper-tura al nuovo, alla diversità. Che sianosensibili alla sofferenza, che mostrinobenevolenza verso gli altri, che si batta-no per la difesa dei deboli.

E, sì, naturalmente che faccianoogni giorno il loro dovere!

LA CASA SULLA ROCCIA - Parrocchia San Gaudenzio di Varallo - GIUGNO LUGLIO 2014

Carolina è volata via, finalmentelibera dal giogo che l’ha privata pertutti i suoi teneri 9 anni, di quelle cosesemplici e buone di cui hanno diritto ibambini.

Carolina ha lasciato sicuramentemolta sofferenza e un vuoto incolmabi-le nella sua famiglia.

“Se il seme non muore, non dàfrutto”, così dal dissolversi di questopiccolo seme, ogni anno nascono fruttidi generosità.

Ogni anno, a giugno, Carolina è ascuola insieme a quei compagni che nonha avuto.

Ogni anno il cerchio d’amore sichiude per riaprirsi fecondo.

Grazie Oreste, Carla eClementina.

Per ricordare a tutti noi i valoriper cui lottare, in cui credere, perridarci coraggio, per tramutare in donod’amore ciò che si è tentati di viverecome croce ingiusta, per guidare lanostra difficile opera di docenti e tra-smettere alle nuove generazioni questivalori così importanti nella formazionedi ogni individuo.

Gli insegnanti della Scuola Primaria di Varallo

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CONSEGNA BORSA DI STUDIO “CAROLINA FANTINO” A ROSSI VALENTINA E BELLERI GIACOMO

Anche oggi per il sesto anno sonoqui con mio marito Oreste a consegnarea due di voi le borse di studio nel ricor-do di nostra figlia Carolina.

Vi confermo che l'emozione èsempre presente e forte come il primoanno.

Lo stare in mezzo a voi, ai vostriInsegnanti e alla presenza di alcunigenitori, e l'aver scelto la vostra scuolacome unico luogo per la consegna diqueste borse di studio, rafforzano dianno in anno le ragioni e i principi chel'hanno ispirata.

Quando sono in mezzo a voi pensonel guardarvi alle tante parole che gliadulti fanno nel programmare, profetiz-zare il vostro futuro, pieni sicuramentedi buone intenzioni e di sogni, forseanche quelli che avevano per se stessi,e che per tanti motivi non hanno realiz-zato dimenticandosi, a volte, dellavostra fragilità.

Fragilità, non debolezza.Guardandovi, così tutti insieme,

immagino la bottega di un vetraio colmadi vasi di Murano che ha saputo realiz-

zare grazie alla sua abilità straordina-ria, riuscendo a modellarli attraversol'aria che vi soffia dentro mentre lapasta di vetro è ancora sottile, e perchégrazie ai pigmenti che inserisce nellepareti sottili le colora fino a farle sem-brare dipinte.

Però il vaso si può rompere facil-mente e ha proprio un punto definito diminore resistenza, che se colpito riducequella sua straordinaria bellezza infrantumi.

Non si può dire del vaso che siadebole. La debolezza è una condizionein cui la forza è diminuita fino all'impo-tenza; penso all'anziano, e quindi aimiei genitori.

Il loro passo si è fatto lento eanche i loro movimenti. Tutto quelloche funzionava adesso è in via di esauri-mento, sono diventati indubbiamentedeboli.

Al vaso si adatta perfettamentela definizione di fragile. Si tratta dellasua condizione e conseguenza dellacaratteristica che lo rende così bello eunico.

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Ed è proprio di questa fragilitàche noi adulti, genitori e scuola dobbia-mo avere cura e rispetto. Ecco, anchese tra un vaso e un bambino c'è ovvia-mente una grande differenza, trasferirequesto pensiero su di voi mi aiuta aspiegarvi il perché di questo riconosci-mento, e del perché promuove il SOG-GETTO PRODUTTORE e non solo il risul-tato prodotto: voi, così diversi e unici,perché la diversità è come un arcobale-no che è unico e molteplice.

Prima di congedarmi da Voi voglioleggervi una poesia, perché nei libri enelle poesie si trovano gli esseri umanicon la loro verità, le loro parole profon-de che toccano e che lasciano nel cuoreuna risonanza che si prolunga nel tempoe mobilita quel tanto che c'è nellanostra fantasia.

Il suo titolo è “Rima contro se stessi”

Io lo sapevo che era sbagliatoPerché l'ho fatto?Che lì c'è un buio, dove io cadoPerché ci vado?Come si può essere così tonti?Dove si va quando si è così fessi?Come si fa a dare pugni a se stessi?Io non ci riesco a darmi dei pugniMa è anche stupido che ora mi lagniMeglio dei pugni c'è un'altra cosaChiedere scusaChiederai scusa, brutto buffoneDirai che tu non avevi ragioneChiederai scusa, subito e adessoPrima di tutto a chi hai feritoE quando hai finitoChiederai scusa a te stesso

i coniugi Fantino

CENA NEL PARCO A CASA SERENAE’ giunto il tanto atteso momento

di festa collettiva! Per il 18 giugnoinfatti, è stata programmata dall’AVASla cena nel parco per gli ospiti di CasaSerena. Purtroppo, il clima valsesiano,quest’anno, non ci ha permesso unacena all’aperto sia per la temperaturanon proprio mite sia per la minaccia dipioggia.

Tutto viene così allestito nel salo-ne degli intrattenimenti: i volontari pre-parano i tavoli addobbandoli con tova-glie e palloncini colorati, per renderepiù accogliente l’ambiente e per creareun “giardino interno”.

La serata si apre all’insegna del-l’allegria con la musica ed il canto diPiero Torello, da anni una presenza gra-dita e attesa dagli ospiti, che manife-stano il loro entusiasmo prendendoposto ai tavoli ben prima dell’iniziodella cena.

Ad accompagnarli ci sono volonta-ri, scout, personale della struttura;qualcuno scende dai piani da solo.

Tra i tavoli girano alcune ragazzeche fanno parte dell’associazione “Ilnaso in tasca”: con i loro travestimentida clown portano una nota di buonumore tra i commensali, che dimostra-no anche di gradire il menù loro offerto.

Alla buona riuscita della serata con-tribuiscono anche il personale dellastruttura e le autorità che si uniscono agliospiti: la dott.ssa Anna De Fabiani, ladott.ssa Rossella Quazzola, il dott.Federico Grupallo, la presidentedell’AVAS Nathalie Ricotti, il dott.Celestino Zulato, l’animatrice ManuelaBarbin.

A tutti i partecipanti e a tutti gliaiutanti un grazie di cuore da parte delConsiglio dell’AVAS.

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Sabato 14 giugno si è tenuta,presso i Supermercati Conad City e Conad di Varallo, una “Colletta alimen-tare” straordinaria.

Come si sa da tempo, la giornatadella colletta alimentare nazionale sitiene ogni anno nel mese di novembre.

Quest’anno, però, il BancoAlimentare del Piemonte e della Valled’Aosta ha chiesto ai volontari delleassociazioni che si occupano della di -stribuzione dei generi alimentari di aiu-tarlo nell’organizzare una collettastraordinaria.

Si sta, infatti, verificando unasituazione a dir poco drammatica:4.000.000 di persone in Italia sono allaricerca di cibo per la sopravvivenza.

Purtroppo la derrate alimentariA.G.E.A., provenienti dall’UnioneEuropea, stanno diminuendo per la crisigenerale che è sotto gli occhi di tutti.

Così si è pensato di rivolgersi aquella parte di popolazione che risentein modo minore della gravità dellasituazione per chiedere un piccolo

contributo: il piccolo contributo molti-plicato per milioni di personeproduce una grande quantità di cibo chepoi può essere ridistribuito.

I volontari AVAS, con amici e sim-patizzanti, hanno risposto all’appello esi sono resi disponibili per il servizio.

L’esito della raccolta è stato deci-samente positivo: sono stati raccoltiKg. 628 presso Conad City e Kg. 501presso Conad Varallo!

Ancora una volta la generositàdei cittadini di Varallo e degli ospitioccasionali ha dato buoni frutti.

L’AVAS ricorda anche che continuala raccolta quotidiana presso il super-mercato Conad City: anche questo espe-rimento sta dando ottimi frutti. Pensateche da gennaio ad oggi sono stati raccol-ti, ogni mese, mediamente Kg. 80 di pro-dotti.

Questo per ribadire che un picco-lo gesto individuale opera veramentemiracoli.

Grazie!

COLLETTA STRAORDINARIA

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Il clan “Il Ciliegio”, che raccogliei ragazzi più grandi dei gruppi scout diBorgosesia, Grignasco e Varallo, stagiungendo alla fine di un lungo percorsodi preparazione in vista della RouteNazionale dal titolo “Strade diCoraggio” (www.routenazionale.com).

Quest’anno, infatti, dal 1 al 6agosto si svolgeranno 456 campi mobiliin tutte le regioni italiane a cui parteci-peranno tutti i clan d’Italia.

Infine, le circa 30.000 personecoinvolte si incontreranno dal 7 al 10agosto al Parco regionale di San Rossore(Pisa) per condividere le loro esperienzesu un cammino comune che è iniziato asettembre 2013. Il livello nazionale del-l'associazione ha chiesto a tutti i ragaz-zi di interrogarsi sul valore e sul signifi-cato del coraggio nel mondo d’oggi enelle nostre realtà locali.

Ad ascoltare le avventure deiragazzi ci sarà anche papa Francescoche ha accolto la loro richiesta di condi-videre insieme quest’evento così impor-tante.

Sono stati proposti diversi ambitidi riflessione, e il nostro clan ha scelto‘Il Coraggio di Amare’ interrogandosi

sulla difficile realtà di creare una fami-glia oggi.

E’ stato un percorso lungo che ciha portato a incontrare persone, fami-glie che hanno vissuto esperienze diver-se (figli disabili, adozione, coppie omo-sessuali, ecc.) e che ci ha permesso diinterrogarci sul vero significato dellafamiglia.

Quello che è uscito da questeriflessioni lo abbiamo condiviso contutti coloro che si sono dimostrati inte-ressati durante un breve evento aVarallo dal titolo “Amarsi nella diversi-tà” sabato 19 Luglio dalle 16.00 alle18.00, all’ingresso della piazza VittorioEmanuele.

Un grazie di cuore all’organizza-zione Alpàa che ci ha ospitato.

I ragazzi del clan “Il Ciliegio”

ATTIVITÀ DEI NOSTRI SCOUT

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Anna Fulgida Bartolacelli nacque daAdelmo ed Olga Bernardi, il 24 febbraio1928 a Rocca Santa Maria, nei pressi diMaranello, in Provincia di Modena.

Come la sorella Ada, nata tre anniprima, Anna ebbe inevitabilmente uno svi-luppo fisico e psicologico tormentato. Altasolo 60 cm e affetta da nanismo e rachiti-smo, visse i suoi 65 anni (morì infatti il 23luglio 1993) in una piccola carrozzinacostruita su misura, in una gioiosa sereni-tà nonostante le sue grandi e continuesofferenze.

La sua incredibile forza di volontà,la sua acuta intelligenza, un approccioautentico alla vita di fede e l’aiuto di per-sone sagge le hanno permesso di uscire daun tunnel che poteva condurla fatalmentein un vicolo cieco.

Infatti dopo gli anni difficili dell’a-dolescenza la sua statura morale e spiri-tuale si rivela in maniera lampante sem-pre più inversamente proporzionale aquella fisica.

Questo dato emerge in modo ine-quivocabile dallo studio dei suoi scritti edalle testimonianze verbali di quanti lafrequentarono raccolte con rigore scien-tifico da don Angelo Belloni.

Non è ardito affermare, con l’auto-re, che in lei vi sono i tratti spirituali diuna grande mistica che ha visto incarnatein sè le grandi intuizioni del suo maestro,apostolo dei malati, il Beato LuigiNovarese.

Anche il suo straordinario dinami-smo e operosità è inversamente propor-zionale alla sua estrema difficoltà a spo-starsi non solo da un paese all’altro masemplicemente dalla carrozzina al letto.

I tanti e simpatici aneddoti riporta-ti nel libro la vedono entusiasticamenteimpegnata sui diversi fronti della vitaecclesiale e sociale e dove il dolore bussaforte, come testimone di valori autenticicapaci di dare senso e dignità anche allecondizioni di vita più disagiate.

Indubbiamente un messaggio diperenne attualità per tutti coloro che nonriescono ad investire sulle tante potenzia-lità di cui sono ignari portatori.

Questa biografia da tempo solleci-tata dagli innumerevoli amici e discepolidi Anna Fulgida vede la luce a venti annidalla sua morte quando la provvidenza hagià fatto sì che la sua causa di beatifica-zione e canonizzazione, dopo la chiusuradella fase diocesana a Modena, proseguapresso il competente dicastero romano.

E’ USCITA LA BIOGRAFIA DELLA SERVA DI DIO FULGIDA ANNAMARIA BARTOLACELLI SCRITTA DAL NOSTRO DON ANGELO BELLONI

IN VENDITA PRESSO IL CENTRO LIBRI DI VARALLO

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Sono 40 anni di storiadell’Associazione Amici di Lourdes quel-li raccontati e illustrati all’interno dellibro presentato domenica 13 lugliopresso la Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo.

150 pagi-ne di emo-zioni, senti-menti ericordi inquello chevuole essereil nostrodono aVarallo ealla Valsesiaper questi40 anni dipresenza sul

territorio e alla vigilia del XXPellegrinaggio a Lourdes che partirà ilprossimo 21 agosto per portare tantepersone, ancora una volta, ai piedi dellaGrotta di Massabielle.

Accolti dall’ospitalità delladott.ssa Piera Mazzone, direttrice dellaBiblioteca Civica, la presentazione dellibro si è svolta con una sala gremita,

con la presenza del Sindaco di VaralloEraldo Botta e di numerosissimi pelle-grini e volontari che in questi 40 annihanno partecipato alle attivitàdell’Associazione.

Dopo i saluti iniziali, da parte diIlaria Bonazzi, presidentedell’Associazione, che ha ricordatoalcune delle figure più importanti cheoggi non sono più tra noi, e di MattiaBaldini, direttore del Pellegrinaggio,che ha posto l’attenzione su quantol’Associazione voglia essere come una“grande famiglia”, Piera Mazzone haintrodotto il libro, illustrando il signifi-cato del titolo: “A Lourdes con Noi…traVolti e Storie”.

Sabrina Contini, tra i principalicollaboratori alla realizzazione del volu-me, ha illustrato la bellezza del poterascoltare tante voci diverse, di diversegenerazioni, che hanno provato adesprimere cosa voleva dire per loroLourdes, come sono stati vissuti i varipellegrinaggi e i sentimenti che si sonoprovati vivendo questa avventura, maanche le difficoltà nel tradurre tanteemozioni in un racconto, il “racconto diun sogno”.

A LOURDES CON NOI… TRA VOLTI E STORIE

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Ed è stato Sergio De Gobbi, tra iprimi medici a credere nel progetto didon Ercole a raccontare questo sogno,parlando di una “realtà più bella delsogno”.

Vogliamo qua riportarvi alcunedelle sue parole. “All’inizio non mi sen-tivo affatto pellegrino, avevo accettatoper l’amicizia che mi legava a DonErcole, era una sfida nella sfida mette-re alla prova le mie capacità professio-nali in un ambiente molto diverso dal-l’ospedale e dal laboratorio in cui avevosempre operato. Ciò che mi colpì fu laserenità impressa sui volti dei malati,un sentimento che veniva dal profondo,da una Fede interiorizzata che trasfor-ma le sofferenze in speranza. Quellepreghiere serali nel silenzio assoluto mihanno aiutato a fare chiarezza sulle miescelte di vita”.

Prima di concludere, la dott.ssaMazzone ha ricordato come al terminedel libro sia presente una pagina dedi-cata alle “letture consigliate” suLourdes, curata da Gianni Bertona, eripromettendosi di completare le dispo-

nibilità della biblioteca con i volumiindicati che ancora mancano all’appel-lo, così che tutta la comunità possa age-volmente prenderne visione per una let-tura dedicata.

L’Associazione vuole ringraziarela Biblioteca Civica “Farinone - Centa”di Varallo, in particolare la sua direttri-ce Piera Mazzone, per l’ospitalità e l’at-tenzione che ha dimostrato nel presen-tare questa nostra iniziativa.

Un grazie va anche al Comune diVarallo che ha patrocinato l’iniziativa eal Circolo Filatelico, che per l’occasio-ne del 40° anniversario dalla fondazionedell’Associazione ha realizzato una bel-lissima cartolina celebrativa, raffigu-rante la Collegiata di Varallo e laBasilica di Lourdes.

Per chi fosse interessato, la pub-blicazione è disponibile presso l’Ufficio

Parrocchiale diVarallo e il CentroLibri - Puntod’Incontro.

Intanto conti-nuano freneticamen-te i preparativi per ilp r o s s i m oPellegrinaggio aLourdes, in program-ma dal 21 al 27 ago-sto prossimi.

Moltissime perso-ne provenienti datutta la Valle hannogià aderito a quelloche certamente saràl’ultimo pellegrinag-

gio in treno. Anche quest’anno sarà don

Roberto Collarini a guidare spiritual-mente il pellegrinaggio, con la collabo-razione di numerosi sacerdoti Varallesi eValsesiani.

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Siamo arrivati all’ultimo giorno discuola, stanchi, sia le suore, le maestre,il personale tutto, ma anche i bambini,però con l’entuasiasmo e la gioia sem-pre vivi...

Anche la gita di fine anno, saba-to 24 maggio, a Leolandia di Capriate, èstata meravigliosa e non solo per i bam-bini; i genitori alla domanda: “sietestati contenti”, hanno tutti risposto:“sì, stanchi, ma soddisfatti”.

E’ stato un anno meraviglioso,ricco di tante scoperte e di conoscenze,un anno che ha fatto capire anche aibambini quanto è bella la città diVarallo. Ancora una volta ringraziamotutti coloro che ci hanno accolto neiloro ambienti.

Attraverso canti e commenti, ibambini hanno voluto dimostrare nellarecita di fine anno, quanto è importanteessere “piccoli cittadini che crescono”.

Le scoperte conti-nueranno anche nelprossimo anno scolasti-co.

Ricordiamo ancorauna volta che sono aper-te le iscrizioni per l’an-no scolastico 2014 -2015.

Venite... portate ivostri bambini..., vi tro-verete contenti.

Vi aspettiamo!

Buone Vacanze e arrividerci a settembre.

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L’ASILO VA...IN VACANZA!

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Lo scorso 24 giugno, come dasecolare tradizione, si è svolta, pressola chiesa di San Giovanni, in localitàBaraggiolo, la tradizionale benedizionedei fiori: un momento di preghiera par-ticolare, nel segno della pietà popolare.

Si tratta di una celebrazione che,seppur oggi poco conosciuta, è testimo-nianza di una fede che, per secoli, hascandito il vivere quotidiano di genera-zioni.

La celebrazione si svolge la seradel giorno in cui la liturgia fa memoriadella natività di San Giovanni Battista,l’unico santo di cui, oltre alla Madonna,si celebra solennemente il giorno dellanascita.

La ricorrenza coincide con i giornidel solstizio estivo e, molto probabil-mente, alcune usanze connesse a talgiorno, sono retaggio di una ritualitàpagana sopravvissuta nei secoli, soprat-

tutto in contesti agro pastorali moltodiffusi un tempo nella nostra valle.

In montagna poi, la festa coinci-deva anche con l’inizio della stagionedell’alpeggio, dopo i giorni della trans-umanza verso i verdi pascoli più alti,lungo le pendici dei monti. Negli statutiossolani, ad esempio, il 24 giugno è pro-prio il giorno del caricamento deglialpeggi.

L’usanza di benedire le erbe ed ifiori in questa occasione, così come ilbagnarsi con la rugiada caduta nellanotte, illuminata da falò propiziatori, èben documentata in testi e libri liturgi-ci anche in Valsesia, dall’età medievalefino al settecento.

Particolarmente interessante è unmessale, risalente al secolo XIV – XV,proveniente dall’oratorio di SanMartino a Piaggiogna, frazione diBoccioleto, in Val Sermenza.

Tra le varie preghiere per le diver-se necessità, il testo riporta anche que-sta invocazione “Dio onnipotente edeterno, che hai santificato il beatoGiovanni nel ventre di sua madre e neldeserto lo hai nutrito con erbe, radici,locuste e miele di bosco, degnati dibenedire queste fronde, radici fogliefrutti nuovi ed erbe, che dal popolo deifedeli sono raccolte in memoria della dilui fede e devozione ed aspra penitenza,affinché, nel nome del tuo dilettissimofiglio e del beatissimo Giovanni Battista,diventino salutare medicina del corpo edelle anime di tutti i fedeli.”

Anche un manoscritto settecen-tesco, riferibile all’oratorio del santo aZagro di Cellio, testimonia questa prati-ca, oralmente nota anche a Rimella,Breia e a Sabbia, località, queste ultimedue, dove al Battista è dedicata la chie-sa parrocchiale.

LA BENEDIZIONE DEI FIORI A SAN GIOVANNI AL BARAGGIOLO

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La composizione del mazzetto difiori da presentare alla benedizione nonera però casuale; accanto ad alcuneessenze più comuni, figurano foglie dinoce, felci, iperico, artemisia, verbenaecc ritenute efficaci per la cura diuomini ed animali.

Anche i fiori erano scelti con pre-cisione: garofani selvatici, gigli di SanGiovanni – comunemente noto comefiore del Cuccu – fiori di rosa canina.

Una diffusa credenza voleva chela verbena, raccolta nella notte del 24giugno, fosse una efficace protezionecontro i fulmini. Anche il bagnarsi lemani o gli occhi con la rugiada di quelgiorno si credeva potesse fornire prote-zione al corpo e alla vista.

I mazzi, una volta benedetti,erano poi portati nelle case e divisi intre parti: i fiori erano conservati nel-l’ambiente domestico, mentre le erbevenivano bruciate o esposte all’apertoper scongiurare il maltempo, fulmini,grandine e vento che, in un solomomento potevano distruggere raccolti,uccidere bestiame e recare gravi danni

alle abitazioni, nonché uccidere perso-ne e animali.

Vicende ben testimoniate dagliinnumerevoli ex-voto che affollano lepareti dei nostri santuari alpini, checostituiscono una fonte preziosissimaper ricostruire la vita sociale, economi-ca e religiosa dei secoli passati, pur afronte di scarsità di documentazionescritta.

E’ infatti soltanto considerando laprecarietà a cui era sottoposta untempo la vita dei nostri antenati, che sipossono comprendere usanze e riti che,forse, ai nostri giorni potrebbero appa-rire pratiche magico superstiziose.

Occorre saper cogliere il significa-to più autentico di queste tradizioniche, seppur meno sentite di un tempo,non per questo non possono ancora tra-smettere autentici valori di fede.

La benedizione dei fiori, e nellaloro conservazione, può essere occasio-ne per ringraziare il Signore della vita,che nutre gli uccelli del cielo e veste igigli del campo, per tutti i suoi doni chequotidianamente riceviamo.

Un gesto con cui affidarsi alla suaProvvidenza di Padre, che agisce oltre eindipendentemente dalle nostre forze,per ricordarci come la nostra vita, che ènella storia come l’erba ed il fiore delcampo, sarà trasformata dal suo amoreda tempo in eternità!

don Damiano Pomi

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RICORDANDO DON WALTER FIOCCHIIL PRETE DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE IN TERRASANTA

(LA SUA ULTIMA LETTERA ALLA COMUNITÀ PRIMA DI MORIRE)Carissimi amici, oggi mi trovo un

poco in imbarazzo, perché mi pare giu-sto e doveroso per una volta parlare nondi argomenti "alti", ma comunicarvi econdividere con voi almeno qualche"notizia" per ciò che riguarda me, la miapersona, la mia salute, il mio stato d'a-nimo, il mio servizio di parroco allaComunità di Castelceriolo (Alessandria).

Penso che i più sappiano che daun paio di anni ho avuto qualche graveintoppo di salute. Ho iniziato nel 2012con una peritonite operata d'urgenza;gli esami fatti in quell'occasione hannofatto scoprire un tumore al colon, fontedi metastasi al fegato. Ho perciò inizia-to subito alcuni cicli di chemioterapiache hanno poi portato, il 23 aprile dei2013, ad un intervento per rimuovere iltumore "madre". Intervento ben riusci-to, ma che purtroppo ha dato luogo neigiorni successivi ad una infezione dellaferita addominale che mi ha costretto auna lunga lista di medicazioni, cure,antibiotici, visite su visite, fino a giun-gere alla decisione di una chiusura chi-rurgica della ferita stessa, visto che achiudersi spontaneamente non ci pensa-va neppure!

Così il 29 luglio dello scorso anno,altro intervento per ripulire l'area del-l'infezione e chiudere la ferita ancoraaperta da aprile. Tralascio poi una lungaserie di aspetti "minori" che riguardanodue vertebre e la schiena (chi ha fre-quentato la chiesa negli ultimi mesi havisto che devo stare il più possibileseduto o accomodato su una specie ditrespolo che mi consente di giungeresenza danni fino ai termine delle cele-brazioni!)

Non è certo per vantarmi che viscrivo queste cose: è solo perché misento, e mi pare giusto, condividere conil miei "familiari" quanto sto vivendo.

E per giustificare il fatto che micostringe ad essere a mezzo servizio neiconfronti della Comunità, non potendoessere sempre una presenza visibile,con la difficoltà ad avere incontri emomenti di dialogo qua e là per ilpaese, o con la visita alle famiglie,dovendo a volte chiedere a qualchealtro prete di sostituirmi anche inmomenti dove vorrei esserci, soprattut-to i momenti di sofferenza di qualchefamiglia in occasione di lutti, né esserepiù vicino in tante occasioni ai bambini,ai ragazzi e ai giovani del nostro Paese.

Vorrei però che comprendesteche la porta della casa parrocchiale èsempre aperta! Se qualcuno passa di quie ha voglia di salire per una visita o uncaffè suoni senza preoccupazione ilcitofono e vi vedrò con grande piacere egioia! Senza alcun timore di disturbare.Un gesto di vicinanza e di amicizia nonpuò mai essere inteso come un disturbo!

Che dire ancora? Dirò che sonograto a diverse persone che mi sono statee mi sono particolarmente e puntualmen-te vicine con tutta una serie di piccoliservizi e tanto aiuto per questioni prati-che e quotidiane; dirò grazie a chi haprovveduto sempre alla cura della chiesa,facendo in modo che sia accogliente esempre dignitosa e ornata di buon gusto;dirò grazie a chi si è fatto qualche voltapresente anche solo con una telefonata;dirò grazie ai ragazzi e ai giovani che mirallegrano facendo ogni giorno risuonarele loro voci dal "Campetto"; dirò grazie

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ai giovani che hanno iniziato ben presto,ancora nei mesi invernali, la prepara-zione delle attività che rallegrano lanostra estate, con tante proposte difesta, di incontro, di tempo trascorsoinsieme, di giochi, di allegria serena;dirò grazie ai Confratelli di San Roccoche si sono assunti l'onere di dedicareforze e soldi alle attività caritative dellaComunità, soprattutto in questo tempoin cui anche da noi qualche famiglia hasentito i morsi della crisi economica;dirò grazie agli "anziani" che settimanal-mente si ritrovano e per il piacere dellacompagnia e per "produrre" sempre pic-coli doni da offrire alla Comunità inoccasione di feste come il Natale, laPasqua, gli anniversari di Matrimonio,ecc.; dirò grazie all'Azione Cattolica ealla sua proposta di alcuni momentisignificativi sia dal punto di vista reli-gioso che comunitario: pensiamo ai gio-vedì di Ottobre presso qualche famigliae a qualche momento formativo; o aigiovedì di Maggio nei "cortili", beimomenti di preghiera e amicizia orga-nizzati dalla "Compagnia dellaConsolata"; dirò grazie alle catechiste ealla loro generosità e al loro impegnoper dimostrare l'interessamento e l'amo-re della Comunità tutta nei confrontidei suoi membri più piccoli, aiutandoli acrescere nella "vita buona del Vangelo";dirò grazie a tutti quelli che settimanal-mente sopportano i miei sproloqui (lemie omelie), che non riesco ad abbre-viare anche quando sono senza voce;dirò grazie a tutti, ma proprio a tutti,anche a quelli che conosco meno, per-ché tutti insieme e ciascuno per la suaparte ci si sforza - e spero in un ulte-riore incremento di sforzo - per fare delnostro paese una vera Comunità di per-sone che si vogliono bene nella sempli-cità, nella cordialità, in un sorriso, in unsaluto, in una stretta dì mano: sono

queste cose che mi fanno sentire davve-ro parte di una "famiglia": il nostropaese dovrebbe essere sempre e semprepiù una "famiglia di famiglie"!

Che dire ancora? Qualcuno èmeravigliato per il fatto che normal-mente affronto (con voi e grazie a voi)questo momento un po' "faticoso" dellamia vita (durante l'estate scorsa si èaggiunta anche la perdita di mio fratel-lo dopo un percorso di salute simile almio) cercando di non farlo pesare, dinon lamentarmi, di non cancellare maidal mio volto il sorriso frutto non dellamuscolatura ma del cuore...

E' la mia prima esperienza dimalattia e di qualche sofferenza fisica,il che mi porta prima di tutto a dire chein fondo sono stato fortunato, non possoessere collocato tra le persone spessomalaticce e fragili dal punto di vistafisico!

Questo sentimento interiore diserenità pèrsistente e senza momenti di"crisi" a che cosa può essere dovuto?Prima di tutto certamente a tutto ciòche vi ho scritto sopra! Ho poi avuto eho la fortuna di sperimentare la partebuona della nostra sanità, fatta di medi-ci competenti, appassionati, di grandericchezza umana e dunque capaci distarti accanto e sostenerti con unaparola, un incoraggiamento, sforzi permantenere fiducia nelle possibilità,autentico interessamento alla buonaqualità della vita del malato.

Quando si sale sulla montagna,malgrado la fatica, ciò che ci spinge asalire più in alto è la gioia che provere-mo nello spaziare con lo sguardo oltre lecime.

E tutto questo sta progressiva-mente purificando e dando nuove dire-zioni alla mia fede, come forse com-prende chi ha l'abitudine di ascoltarmisettimanalmente nelle mie riflessioni

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domenicali: la fede non è semplice ade-sione intellettuale, è coinvolgimentoradicale, esperienza misteriosa di que-sto Dio papà … E’ insomma la semplicepossibilità di fare esperienza interiore,tangibile ed inequivocabile della bellez-za di Dio!

Credo di avere in questi due anniricuperato proprio questo aspetto dellavita cristiana: ripartire dalla bellezza.Abbiamo urgente bisogno di bellezza,della bellezza di Dio che è verità e benee bontà. Non è forse questa la fragilitàdella nostra fede contemporanea? Non èforse questa la ragione di tanta tiepi-dezza delle nostre Comunità? Nonabbiamo forse smarrito la bellezza nelraccontare la fede? Nel celebrare ilRisorto? Per molti è noioso credere, giu-sto - forse - ma noioso.

Il Vangelo mi sta insegnando,attraverso il percorso faticoso che sonostato chiamato a compiere, che crederepuò essere splendido e fonte straordina-ria di serenità interiore e, lasciatemelodire, anche di gioia; perché anche que-sta gioia ho sperimentato, e sperimen-to, in questi anni.

Varrebbe la pena di ricuperare ilsenso dello stupore e della bellezza, l'a-scolto dell'interiorità che ci porta in

alto, sul monte, a fissare lo sguardo suCristo, proprio come sul Monte Tabor, ilmonte della Trasfigurazione di Gesù,per non far mancare neppure qui unriferimento all'altro grande amore dellamia vita, la Palestina e la Terrasanta.

Così gli apostoli, scesi dal Tabor,dovranno poi salire su un altro monte: ilCalvario. Li la loro fede sarà macinata,seminata, resa pura!

Ma senza coinvolgimento emoti-vo, senza reale bellezza, senza entusia-smo, è difficile essere credenti, diffici-le restare cristiani.

Il nostro mondo ha bisogno di bel-lezza, di armonia. Nel caos dell'eccesso(che di bello ha l'apparenza, ma chespesso nasconde il nulla) il nostromondo può imparare dal cristianesimola bellezza della fede, della preghiera,del silenzio, del gesto d'amore verso ilfratello.

Forse verrà il tempo delCalvario.., ma ora grazie a voi, la miaComunità, sto fortunatamente ancorasalendo sul Tabor per incontrarmi con labellezza della fede, con la bellezza diDio, con la bellezza delle persone che ilSignore mette sulla mia strada, con labellezza di stare con ciascuno di voi!

don Walter Fiocchi

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ANAGRAFE PARROCCHIALESono stati portati al Fonte Battesimale:SEGATTO YUGULIS SERENA, di Riccardo e Stefania; VALENTI VITTORIA di Christiane Elisa Di Dio; CARRARA PIETRO di Roberto e Caterina Axerio; AMARANTE NICOLEdi Cristian e Chiara Costadone; MARTELLI AURORA di Raffaele e DeborahRodighiero

Si sono uniti in Matrimonio:SCORZELLI ANDREA e CATTANEO CHIARA

Sono ritornati alla Casa del Padre:ZENONE CARLA; STRAGIOTTI COSTANTINA ved. DELZANNO; MADRIGANO RENATO;ZANOLETTI LIDIA ved. BONIFORTI; NOVARINA OLGA ved. AVONDO; CONTI MARIO;BUZZI ELSA ved. GADOLINI; ENRICA ATTILIA SOLDO ved. MINISIO