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Essere genitore di un adolescente” Essere genitore di un adolescente” “ Comunicare in modo efficace” “ Comunicare in modo efficace” 17-24 maggio 2013 17-24 maggio 2013 A cura della Dott.ssa Barbara Ghiani A cura della Dott.ssa Barbara Ghiani

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““Essere genitore di un adolescente”Essere genitore di un adolescente”

“ Comunicare in modo efficace”“ Comunicare in modo efficace”

17-24 maggio 201317-24 maggio 2013

A cura della Dott.ssa Barbara GhianiA cura della Dott.ssa Barbara Ghiani

“ Un genitore efficace è quello che si concede di essere una persona, una persona autentica”.

Carl Rogers

ADOLESCENTI

Imparano a diventare adulti

Di fronte ai loro cambiamenti ci si deve preoccupare?

Nuove richiesteNuove esperienze

Cosa Cambia

SESSUALITA'

Corpo adulto (maturità riproduttiva), una tempesta ormonale che spesso è in contraddizione con la società che impone di controllare le pulsioni sessuali

● Alcuni nascondono● Alcuni esasperano (abbigliamento, condotte..)● Alcuni si chiedono se sono “normali”

Cosa Cambia

AMICIZIE

Diventano fondamentali gli amici, non più compagni di gioco, ma confidenti e persone con cui ci si può confrontare.

● Danno sicurezze● Non fanno sentire soli, soddisfando il bisogno di sentirsi parte di un

gruppo● Rafforzano l'autostima● Sostengono nelle scelte quotidiane

Cosa Cambia

IDENTITA'

Viene abbandonato il concetto di sè costruito nell'infanzia sull'opinione dei genitori, per essere sostituito dalla considerazione di sè che deriva dai giudizi dei compagni (dove è fondamentale l'aspetto fisico, l'attrazione sessuale e l'intelligenza).

Si costruisce attraverso:

● Identificazione con gli altri● Sperimentazione di vari ruoli

Se si è considerati negativamente si prova ansia, frustrazione e a volte l'adolescente tende ad adottare comportamenti compensativi

In questa fase l'adolescente inizia a pensare in modo astratto e ciò lo aiuta a moltiplicare interessi ed impegni e a riflettere su di sè.

La riflessione su di sè lo porta:● A cogliere le discrepanze tra come si vede e come lo vedono gli

altri e questo può indurlo ad adeguarsi alle aspettative sociali.● A riflettere tra il sè presente e i sè possibili (se c'è troppa

discrepanza può nascere apatia).

La costruzione dell'identità è ostacolata: ● Povertà di stimoli● Iperprotezione della famiglia

Cosa Cambia

LA FAMIGLIA

L'adolescenza di un figlio coinvolge tutta la famiglia: tutti sono coinvolti nel cambiamento.

Se da un lato la famiglia cerca di preservare l'unione davanti le sollecitazioni del figlio e di mantenere le sue linee costitutive, dall'altro deve favorire il processo di separazione psicologica dal figlio, cioè ha il compito di aiutarlo a costruirsi la propria identità

Per farlo deve interiorizzare legami stabili

e di fiducia

Cosa Cambia

FAMIGLIA HA IL COMPITO DI:● Contenere le oscillazioni del figlio tra esplorazione del mondo

esterno e ritorno alla base sicura● Essere consapevole dei vissuti emotivi che spesso emergono nella

fase adolescenziale del figlio

abbandono (il figlio ora rivolge la sua attenzione più all'esterno)

la giovinezza che passa

perdita del ruolo di genitori onnipotenti

cambiamenti nella coppia (reinvestire nella coppia coniugale)

I genitori sono chiamati

Ad accettare il bisogno di separazione

A rimanere disponibili a dare sostegno

CHI E' UN BUON GENITORE?

Non esiste una ricetta universale ma..........

Lo è chi non ha paura di mostrare i propri limiti e sa rispettarli

Lo è chi sa ascoltare e rispettare il punto vista altrui

Lo è chi sa comunicare in modo efficace

Lo è chi è un modello coerente e adotta uno stile autorevole

La preoccupazione di essere sempre all'altezza rende meno efficace la relazione, che invece si arricchisce se vi è una comunicazione autentica.

Per essere genitori efficaci non bisogna rinunciare alla propria umanità

Non bisogna essere perfetti a tutti i costiNon bisogna fingere

E' importante imparare a conoscere i propri sentimenti

Comunicare efficacementeComunicare efficacemente

“Più un individuo è capito ed accettato profondamente, più si muove in una direzione positiva, di moglioramento”.

Carl Rogers

Spesso alla sensazione di essere rifiutati segue la ribellione, il conflitto e la contrapposizione.

Cosa dicono gli adolescenti?Cosa dicono gli adolescenti?

I modi con cui si esprimono sono molti e diversi e spesso il genitore fa fatica a comprendere cosa comunica il figlio adolescente. Il linguaggio delle emozioni non passa attraverso frasi costruite con forme sintattiche e grammaticali corrette.

I ragazzi si esprimono con:

● Rossore del viso

● Iperattività/non iperattività

● Piercing

● Capelli rasta

Nella continua ricerca della propria identità e soddisfazione dei propri bisogni

Cosa dicono gli adolescenti?Cosa dicono gli adolescenti?

A volte richiamano l'attenzione adulta con azioni dirompenti ed eclatanti, atti violenti, isolamento, esprimendo la propria rabbia che non riescono a canalizzare se non attraverso l'azione distruttiva.

Ogni azione nasce dal bisogno di comunicare un messaggio che parte dal loro mondo interno confuso.

Anche se a volte la comunicazione è fatta di sfide o infantilismi, atti banali o azioni strampalate, è un modo per chiedere all'adulto di

aiutarlo a comprendere quello che gli sta accadendo.

Cosa possono fare i genitoriCosa possono fare i genitori

Creare un atteggiamento di disponibilità

ad incontrare l'altro vuol dire

ascoltare profondamente

sapersi mettere in discussione

avere un atteggiamento empatico, cioè provare a comprendere a partire dal punto di vista del figlio

ASCOLTARE vuol dire

cercare di capire l'altro

cogliere cosa sta provando

sospendere il proprio giudizio

COME COMUNICARE??COME COMUNICARE??

1) ASCOLTARE PASSIVAMENTE: astenersi dal parlare, ma comunicare con sguardi, sorrisi, segni di intesa

2) USARE FRASI INVITO: “Capisco....Raccontami.......Parla, ti ascolto”. Incoraggiano e comunicano accettazione

3) ASCOLTO ATTIVO: cerca di cogliere i sentimenti o il significato del messaggio e poi si esprime con parole proprie ciò che si è compreso. E' la

capacità di percepire non solo le parole, ma anche i pensieri, lo stato d'animo, il significato personale...

4) MESSAGGIO-IO: serve a descrivere come il comportamento di vostro figlio vi fa sentire (es: quando rientri tardi a casa mi preoccupo)

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

Comunicare non è semplicemente parlare.

Quante volte il nostro parlare non è costruttivo?

Spesso si ha da ridire, spesso si rimprovera, si critica, si minaccia, si fanno richieste. Questo modo rende difficile la comunicazione e

mette a dura prova la relazione.

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

IMPORRE “ Si deve fare così”

Genera: chiusura e il vissuto di sentirsi schiacciato

DARE ORDINI, DIRIGERE, COMANDARE“Smettila di....”

Genera: si comunica che i bisogni dell'altro non sono importanti e che ci si deve conformare ai sentimenti e bisogni dei genitori, non ci si

sente accettati, si teme il potere del genitore, genera risentimento e rabbia

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

AVVERTIRE, AMMONIRE, MINACCIARE“ Se lo fai te ne pentirai”

“E' meglio per te altrimenti...”Genera: timore, remissione, ostilità, risentimento, verifica se la

minaccia sarà eseguita

ESORTARE, MORALEGGIARE, FARE LA PREDICA“Dovresti....., è bene che tu.....”

Genera: sensi di colpa, sensazione di essere cattivo, induce a pensare che il genitore non si fida di lui e del suo giudizio e che è meglio che si

accetti ciò che è giusto per l'altro.

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

CONSIGLIARE, OFFRIRE SUGGERIMENTI E SOLUZIONI: “ Se fossi al tuo posto farei...”

Genera: percezione che il genitore non si fidi della propria capacità di giudizio e che possa essere in grado di trovare soluzioni proprie, crea dipendenza, senso di superiorità del genitore e senso di inferiorità del

figlio, non ci si sente capiti, ma contrastati nelle proprie idee.

ARGOMENTARE, PERSUADERE“ Ecco perchè tu sbagli......, in relatà le cose stanno così..”

Genera: inadeguatezza, atteggiamento difensivo “pensi che non lo sappia?”

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

GIUDICARE, CRITICARE, BIASIMARE“ Ti comporti come un bambino...., non capisti niente...”

Genera: fa sentire stupidi, inadeguati, indegni, cattivi, induce a nascondere e a tenere per sé i propri sentimenti.

ELOGIARE, ASSECONDARESe la valutazione positiva non coincide con l'idea che si ha di sé o è

inappropriata genera rabbia, ostilità o imbarazzo.

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

ETICHETTARE, UMILIARE, RIDICOLIZZARE“ Irresponsabile.......”

Genera: attacca l'autostima, suscita resistenza e opposizione, mortifica, colpevolizza il figlio per i suoi bisogni

INTERPRETARE, ANALIZZARE, DIAGNOSTICARE“So io perchè......Secondo me tu.....”

Genera: se l'analisi è corretta ci si sente smascherati, crea imbarazzo, se l'analisi è errata genera rabbia per l'accusa ingiusta

Cosa ostacola la comunicazione: le barriere alla comunicazione

INQUISIRE, FARE DOMANDE, INTERROGARE“ Dimmi perchè.......”

Genera: non fiducia o vissuto di sospetto

SOTTRARSI, CAMBIARE ARGOMENTO, SCHERZARE“So io perchè......Secondo me tu.....”

Genera: non si rispettano i sentimenti e si comunica che non si è interessati all'altro. I ragazzi quando hanno bisogno di parlare non spesso seri e scherzare sui sentimenti ferisce e fa sentire di essere

respinti

I CONFLITTI

I conflitti interpersonali sono inevitabili. Non confliggere è irrealistico. Il conflitto nasce dal modo in cui ognuno cerca di soddisfare i propri bisogni e spesso le persone si trovano in conflitto perchè entrambi non riescono a comunicare i propri bisogni.

Due o più persone FRUSTRANO/OFFENDONO ciascuno l'altro attraverso pensieri, parole, sentimenti, valutazioni....

Alcune CAUSECattiva comunicazione

Sensazione di essere trattati ingiustamenteAmbiguità dei ruoli

UmiliazioniAttitudini incompatibili

TIPIChe coinvolgono valoriDi decisione/percezioneChe coinvolgono ruoli

I CONFLITTI

L'ESCALATION DEL CONFLITTO

1) Tensione2) Polarizzazione: si cercano strategie per convincere l'altro

3) Aumenta la pressione4) Coalizioni: si cerca il supporto altrui

5) Umiliazione6) Minaccia (“altrimenti ti faccio vedere io......”)

7) Distruzione8) Distruzione reciproca

I CONFLITTI

COME GESTIRLI??METODO SENZA PERDENTI: nessuno è un perdente!

1) Definire il conflitto in termini di bisogni2) Proporre soluzioni

3) Valutare le soluzioni4) scegliere la soluzione che soddisfi entrambi

5) Realizzare la soluzione6) Valutare l'esito

I CONFLITTI

COME NON GESTIRLI??

AUTORITARISMO (Vinco IO-Perdi TU)PERMISSIVISMO (Perdo-IO-Vinci-TU)

LE PROVOCAZIONI

I figli otterrebbero di più se avessero un atteggiamento più maturo, se parlassero apertamente, se chiedessero

gentilmente......invece spesso ciò non accade e induce al “ti sistemo io...., ti metto al posto tuo......”

Ciò genera una presa di forza, che spesso porta a sentirsi in colpa.......e allora

O ci si ammorbidisceO si confligge

I FIGLI PROVOCANO

Col silenzioVoltando le spalle

Con le bugieSbattendo le porteFacendo polemica

TrasgredendoRompendo qualcosa

Agiscono un conflitto interno che viene agito all'esterno Per scaricare la tensione

Per chiedere aiuto senza chiederloPer definire i propri valori

A volte prevale la paura che il problema degeneri, che l'ansia aumenti e allora è più facile reagire.

COME SI PUO' RISPONDERE ALLE PROVOCAZIONI??

SOLO CON L'EMPATIA POSSO COMPRENDERE QUEI SIGNIFICATI (emozioni e bisogni).

NON ETICHETTANDO “Sei sempre aggressivo.....Non ascolti mai.......

ABBANDONANDO IL PREGIUDIZIO che i figli debbano essere sempre felici e mai annoiati, tristi, insoddisfatti.......CON LA CONSAPEVOLEZZA DEI MIEI SENTIMENTI

Se mi chiedi cos’ho fatto oggi, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente un biascicato: nieeente. Perché tu, il mio niente che è fatto di tantissime cose, non potresti capirlo.

Se mi chiedi com’è andata a scuola, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: come al solito. Perché se ti raccontassi per esempio che mi hanno fatto piangere, tu mi spiegheresti come si fa a diventare forti, e io voglio impararlo da

solo.

Se mi chiedi cosa faccio per la contraccezione, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: mhm. Perché, scusami, ma sesso e genitori son due cose che non c’entrano niente, e metterle insieme mi imbarazza da morire.

Se mi chiedi perché mi vesto così, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: perché lo fanno tutti. E se tu trovi che la risposta sia un monumento al qualunquismo, sappi che per me, vestirmi come tutti, mi dà più sicurezza di mille dei

tuoi abbracci.

Se mi chiedi perché passo ore al computer o davanti alla tele, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente il mio silenzio. Però, se tu hai di meglio da offrirmi, io sono pronto. Ma saprai stupirmi, o saprai solo dirmi: vai a studiare?

Se mi chiedi perché ho sempre il muso, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: boh. Sai, queste domande mi fanno sentire ancora più solo.

Se mi chiedi di raccontarti qualcosa di me, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: non ho niente da dirti. Perché tu penseresti solo a come impedirmi di rifare quello che ti ho appena raccontato.

Se mi chiedi perché ti racconto un sacco di palle, la mia risposta, a qualunque latitudine, sarà invariabilmente: rileggiti il punto sopra.

E se mi chiedi perché non comunichiamo, la mia risposta è che ti sei dimenticato di come eri alla mia età. E, a qualunque latitudine dell’anima, credimi, questa è una perdita gravissima.

Pe concludere

Per riflettere un po'.........

“Solo una persona può sapere se ciò che faccio è onesto, esatto, aperto e valido, o falso, chiuso e non valido, e quella persona sono io”.

“Nella persona vi è una forza che ha una direzione fondamentale positiva. Più l'individuo è capito e accettato profondamente, più tende a lasciar cadere le false "facciate" con cui ha affrontato la vita e

più si muove in una direzione positiva, di miglioramento.”“Non produce alcun frutto, a lungo andare, nei rapporti personali, comportarsi come se si fosse

diversi da come si è.”

“La nostra prima reazione di fronte all'affermazione di un altro è una valutazione o un giudizio, anziché uno sforzo di comprensione. Quando qualcuno esprime un sentimento o un atteggiamento o un'opinione tendiamo subito a pensare "è ingiusto", "è stupido", "è anormale", "è irragionevole", "è scorretto", "non è gentile". Molto di rado ci permettiamo di "capire" esattamente quale sia per

lui il significato dell'affermazione”.

“Ogni persona è un'isola in se stessa, e lo è in un senso molto reale, e può gettare dei ponti verso le altre isole solamente se vuole ed è in grado di essere se stessa.”

“Quel che sono è sufficiente, se solo riesco ad esserlo.”

Carl Rogers

Grazie dell'attenzione!