Esse - Lo sport nel Bassanese

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Lo sport nel Bassanese Lo sport nel Bassanese www.facebook.com/bassanonews www.editriceartistica.it Editrice Artistica Bassano GIUGNO DUEMILATREDICI TEAM BASSANO CAMPIONE ITALIANO SCUDERIE RALLY AUTO STORICHE 2012 In collaborazione con il Panathlon Club di Bassano del Grappa

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Giugno 2013

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Lo sport nel Bassanese

Lo sport nel Bassanese

www.facebook.com/bassanonewswww.editriceartistica.it

Editrice Artistica Bassano

GIUGNO DUEMILATREDICI

TEAM BASSANOCAMPIONE ITALIANO SCUDERIERALLY AUTO STORICHE 2012

In collaborazione con il Panathlon Club di

Bassano del Grappa

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RIQUADRO SOMMARIOCover p. 4Team Bassano. Uno strepitoso 2012 in vista di un 2013 ancora più riccodi Andrea Zanovello

Oltre p. 10Sandro Zen. Il piacere di allenarsi in maniera correttadi Elisa Minchio

Antiche glorie p. 13Noi, gli irriducibili ragazzi del CSIdi Luigi Rebesco e Andrea Gastner

In punta di penna p. 18Le riforme del calciodi Sergio Campana

Tackle p. 19Bassano Virtus. Anche la bravuraha bisogno del vento favorevole...di Antonio Finco

Focus p. 20Jus Sport Bassano. Sport, cultura e solidarietàdi Elisa Minchio

L’incontro p. 22Davide Gabardo. Sulla neve o sulla terra,con il rigore e la tenacia di Andrea Minchio

Idee p. 28Scuola e sport agonistico. Come conciliarli?di Antonio Minchio

Fellowship p. 32Società Tennis Bassano. L’estate in città fra sport, valori e divertimentodi Antonio Minchio

Qui Panathlon p. 36Franco Pianezzola. L’illustre antesignano del rallismo bassanese di Aldo Primon e Giuseppe Parolin

ESSE - La rivista di sport nel BassaneseSupplemento al numero 140 di Bassano News

Direttore responsabile Andrea MinchioEDITRICE ARTISTICA BASSANOPiazzetta delle Poste, 22 - Bassano del GrappaTel. 0424 523199 - Fax 0424 523199 - [email protected] - © Copyright Tutti i diritti riservatiCon il patrocinio del Panathlon Club di Bassano del GrappaDirezione artistica Andrea MinchioRedazione Elena Trivini Bellini, Diego Bontorin, Elisa Minchio,Roberto Grandesso Hanno collaboratoS. Bertoncello, S. Campana, D. Cesario, A. Finco, G. Fioravanzo,A. Gastner, A. Milani, A. Minchio, A. Pozzobon, A. Primon,Rally Report, L. Rebesco, C. Rigon, A. Zanovello, M. Zilio Stampa Stampatori della Marca - Castelfranco Veneto Distribuzione Bassano e comprensorioEsse è stampato su carta patinata ecologica Hello Gloss TCFEditrice Artistica Bassano pubblica anche:

DERAPATE, VOLI E CONTROSTERZIin ricordo del rallista Franco Pianezzola di Andrea Minchio

Il rombo dei motori, le staccate al limite, le derapate sui tornanti... Sassi che volano altinella polvere, il profumo della benzina, l’odore acre della frizione troppo sollecitata el’usura esasperata delle gomme, treno dopo treno. E poi ancora le sbandate, i contro-sterzi, le speciali... Di giorno, di notte, sulla neve e sotto la pioggia scrosciante, sul fango,sulla ghiaia. E legioni di ragazzi appostati lungo il percorso: in prossimità delle curve, suipendii, a cavalcioni dei cartelli stradali, appollaiati sugli alberi, per ore e ore...C’è stato un tempo in cui il fenomeno del rally spopolava fra i giovani, facendo concor-renza perfino al calcio: un’epoca gloriosa che dalle nostre parti ha generato grandi cam-pioni quali, per citarne solo due ma emblematici, i veneti Sandro Munari (di Cavarzere) eMiki Biasion (giallorosso doc, dalla testa ai piedi). Perfino la Rai aveva interrotto per alcuni anni quell’interesse monotematico per i divi delpallone che in seguito, grazie anche all’avvento delle televisioni commerciali e a pagamento(complici gli enormi, spropositati capitali in “giuoco”), è esploso in tutta la sua virulenzaa scapito di ogni altro sport. Il rally, dunque. E’ a questa disciplina, e ai miti delle sue origini in terra vicentina, cheabbiamo dedicato molte pagine di questo numero. Un modo per ricordare le gesta di FrancoPianezzola, pioniere della specialità, splendidamente ritratto da Aldo Primon e GiuseppeParolin -pochi giorni prima della sua scomparsa- nello spazio riservato ai panathletilocali. Un incontro, quello con Franco, al quale ho avuto il piacere di partecipare: una bellaopportunità, profonda e commovente sul piano umano e sportivo, dalla quale ho potutocogliere qualche frammento di quella sconfinata e contagiosa passione per il motorismoche ha sempre animato il “papà” del nostro movimento rallistico. Un lascito, il suo, cheha trasmesso ai figli Gilberto e Sergio, letteralmente affascinati dalle prestazioni paternee destinati -più avanti negli anni- a emularne i successi agonistici. Una sorta di impresa che ci ha poi portato a raccogliere la testimonianza di MauroValerio, presidente del Team Bassano, assurto alle cronache nazionali per l’encomiabilemole di iniziative di alto livello messe in cantiere dalla sua organizzazione. Non a caso,anche con automobili della stessa epoca in cui gareggiava Franco Pianezzola, il TeamBassano ha meritatamente vinto il titolo italiano 2012 per le scuderie di auto storiche.

E poi... E poi, sempre in tema di memorie e di pionieri, ci è piaciuto raccontare i primipassi del basket bassanese, filtrati attraverso i ricordi di due giocatori del CSI (CentroSportivo Italiano), Luigi Rebesco e Andrea Gastner, quando la società cestistica bassaneseattirava al Patronato San Giuseppe una tifoseria sempre molto numerosa e appassionata.

Non mancano infine le pagine dell’attualità, con le immagini esaltanti di Davide Gabardo,vicecampione del mondo di triathlon invernale. E ancora i consigli dell’ex bodybuilderSandro Zen, che ci suggerisce i segreti per un allenamento corretto, e le iniziative dello JusSport Bassano, sempre orientate verso la cultura della solidarietà. Dulcis in fundo, tuttele novità della Società Tennis Bassano, in vista dei un’estate all’insegna del divertimento,e la ricetta elaborata da un istituto scolastico bassanese per conciliare il profitto scolasticocon gli impegni agonistici. Questione che riguarda più di una giovane promessa sportiva...

CopertinaRenzo Pellegrini e Giorgio Pesavento,su Lancia Stratos, apripista all’ADAC Rally 2012 in Germania.Al Team Bassano, campione italianoScuderie Rally Auto Storiche 2012,è dedicato il servizio a pagina 4.

Un “numero” di Franco Pianezzola al Rally delle Alpi Orientali (IV edizione, 1968). Al panathleta bassaneserecentemente scomparso, pioniere del movimento rallistico nella nostra città, è dedicato il ritratto a pag. 36.

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Testo di Andrea Zanovello - Fotografie: Andrea Pozzobon, Davide Cesario, Rally Report

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TEAM BASSANOUno strepitoso 2012, in vista di un2013 ancora più ricco di successi

Il sodalizio figura fra le scuderie che formano l’asse dirigente del nuovo corso della federazione sportiva nazionale Aci-Csai

Molti e brillanti i risultati ottenuti in una stagione memorabile, fra i quali la conquista del titolo nazionale nelCampionato Italiano Rally Storici. Ora, in occasione del diciottesimo anniversario dalla fondazione, altrettantoambiziosi e importanti sono gli obiettivi che lo squadrone guidato da Mauro Valerio si è posto...

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ESSE • 5Sopra, dall’alto verso il basso: il Team Bassano premiato dall’Aci/Csai alla Fiera Auto Moto d’Epoca di Padova;Roberto Montini - Giovanni Mattanza su Porsche 911 SC al Rally dell’Elba (2012).

Pagina a fianco, Tiziano Nerobutto - Francesca Nerobutto su A112 Abarth al Rally dell’Elba (2012).

Crescono bene, e di pari passo, l’attività ela notorietà del Team Bassano, il sodalizioguidato dall’attivo presidente MauroValerio che, in occasione del diciottesimoanno dalla fondazione, ha consegnatoagli annali dell’associazione gli esiti diuna stagione ricca di soddisfazioni nel settore delle auto storiche e, in particolare,in quello dei rally storici.Negli anni scorsi i risultati sportivi nonsono certo scarseggiati; mancavano peròle affermazioni che contano, quelle cheproiettano fra i “grandi” della disciplina.Il progressivo sviluppo dell’attività agoni-stica ha finalmente dato i suoi frutti por-tando nelle bacheche del Team Bassanotre importanti trofei. Quello sicuramente più ambìto è stato ilTrofeo Nazionale Csai dedicato alle scu-derie, ovvero il premio che si aggiudica laprima scuderia classificata nel CampionatoItaliano Rally Storici; il Team Bassano èriuscito nell’impresa, duellando con le piùblasonate associazioni sportive italiane,grazie ai successi conseguiti da molti deisuoi piloti, distintisi individualmente e alivello di squadra nelle nove gare dellamassima serie nazionale. L’altro importante titolo del 2012 è statoil Trofeo Femminile Csai, sempre riferito al Campionato Italiano, conquistato dallegiovani Lisa Meggiarin e Anna Ferro: conuna piccola ma pepata Autobianchi A112hanno sbaragliato colleghe dall’illustrepassato e dotate di vetture decisamentepiù performanti. La trentenne pilotessadi Arzignano è stata fra le protagonisteassolute della stagione, essendosi messain luce per le ottime doti velocistiche oltreche per la sua assoluta genuinità. In breve

l’equipaggio trentino (padre e figlia sonoinfatti di Borgo Valsugana) ha completatoil tris dei prestigiosi trofei guadagnati. La stagione ha poi regalato altre grandisoddisfazioni, grazie alle vittorie ottenutein gare non di campionato, tra le quali siricorda quella di Giampaolo Basso e PaoloScattone al Rally Dolomiti Historic, nuovainteressante competizione organizzataper la prima volta lo scorso luglio. Ma i successi “parziali”, di classe come dicategoria, sono stati davvero numerosi:

tempo è infatti diventata la beniaminadel numeroso pubblico che segue i rallystorici in Italia. Una bella soddisfazioneper lei e per la sua navigatrice veroneseche, oltre alla conquista del titolo, hannopotuto vantare anche il settimo posto nellaclassifica assoluta del Campionato Italianoe la seconda piazza nel Trofeo A112 Abarth,cedendo solo all’ultima gara il comandodella classifica a Tiziano e FrancescaNerobutto che meritatamente si sonoaggiudicati la serie monomarca: proprio

TEAM BASSANOCAMPIONE ITALIANO SCUDERIE RALLY AUTO STORICHE 2012

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è davvero impossibile citarli tutti! Va comunque menzionata la partecipa-zione al prestigioso Campionato EuropeoFia da parte di Roberto Montini e AngeloMattanza che, su Porsche 911 SC, sisono piazzati in una posizione d’onorenella loro categoria. Il Team Bassano è stato quindi protago-nista nella giornata delle premiazioniufficiali che si sono tenute a fine ottobrepresso la Fiera di Padova, in occasionedell’importante rassegna “Auto e moto

d’epoca”. Grande l’emozione per le campionesse italiane, che hanno ritiratole coppe dalle mani di Walter Roehrl eChristian Geistdoerfer, campioni delmondo rally nel 1980 e nel 1982 (ospitid’onore della manifestazione). L’annatadel Team Bassano si è poi conclusa con lacena di fine anno alla presenza di piloti esimpatizzanti giunti da mezza Italia,compresa la nutrita delegazione dell’isolad’Elba (con la quale crescono di anno inanno fruttuose collaborazioni e sinergie).

In alto, foto grande, Giorgio Costenaro - Sergio Marchi su Lancia Stratos al Rally Due Valli (VR) nel 2012.A centro pagina, da sinistra verso destra: Vinicio Bertocco - Antonio Nicoletti su Volkswagen Golf GTI al RallyCampagnolo (VI) nel 2013; Fabio Xamin - Roberto Piatto su Fiat Ritmo 75 in pista ad Adria.

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Ma non è tutto, perché è doveroso ricorda-re l’altro importante tassello dell’attivitàdel sodalizio dall’ovale celeste, vale a dire ilValsugana Historic Rally! La manifestazione, organizzata in colla-borazione col Manghen Team di BorgoValsugana e giunta alla quarta edizione,ha registrato un notevole successo sia alivello organizzativo sia di partecipazione.

E arriviamo al 2013, con nuovi stimoli e nuove sfide. A livello organizzativo

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il Team Bassano ha messo in cantiere laquarta edizione del Trofeo A112 Abarth,collaborando inoltre con i promotori del Challenge Rally Autostoriche e delTrofeo Tre Regioni. Dall’inizio dell’anno, inoltre, un nuovo

incarico “politico” impegna il presidenteValerio: il Team Bassano figura infatti frale scuderie che formeranno l’asse dirigentedel nuovo corso dell’Aci-Csai, la federazionesportiva nazionale. Un evento che confermal’importanza delle auto storiche nel pano-

In alto, da sinistra verso destra: Mauro Valerio con il presidente della Commissione Auto Storiche, LeonardoAdessi, a Padova nel 2012; Lisa Meggiarin - Anna Ferro su A112 Abarth al Rally Città di Brescia 2013.Al centro, Giuseppe Cazziolato - Aldo Gecchele su A112 Abarth al Rally di Piancavallo (2012), vincitori dellaCoppa Csai Turismo.

rama motoristico nazionale e l’ottima repu-tazione di cui gode la scuderia bassanese. Dopo alcune manifestazioni minori lastagione ha preso il via a marzo con laprima gara del Trofeo A112 Abarth, nellanuova location di Arezzo. Un mese dopo

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Sopra, da sinistra verso destra: Giampaolo Basso - Paolo Scattone su Porsche 911 RS al Rally Valsugana 2012;Nicholas Montini - Michele Ognibeni su Porsche 911 RS al Rally Città di Brescia 2012.

è scattato il Campionato Italiano, conalcuni equipaggi del Team scesi in garacon il compito di ben figurare a livelloindividuale e di squadra (visto che c’è dadifendere il titolo conquistato lo scorsoanno con l’obiettivo di tentare il bis).Dei molti equipaggi portacolori una granparte parteciperà soprattutto a gare nelTriveneto e nelle regioni limitrofe (spessomanca il tempo necessario per preparareal meglio ogni competizione). Per altri,invece, i programmi sono ben definiti e conspecifici traguardi su cui puntare: è il casodi Nicholas Montini e Michele Ognibeni,che tentano la scalata al CampionatoItaliano con la nuova Porsche 911 RSR3.0, dopo aver corso ad alti livelli perdue stagioni con l’Opel Kadett Gt/e; adar loro manforte ci sarà pure il papà diNicholas, Roberto Montini, che dopo l’e-sperienza del Campionato Europeo que-st’anno punta all’Italiano.Sempre nella massima serie nazionale, in quasi tutte le gare scenderà in lizzaanche la Porsche 911 di Giampiero

Carissimi. Non mancheranno nella lottaper la vittoria le Porsche 911 di GiampaoloBasso, di Beppe Michieli, di AdrianoBeschin, di Gianfranco Marconcini, diClaudio Zanon e la Lancia Stratos diGiorgio Costenaro (il quale dovrebbeanche portare al debutto la nuova LanciaRally 037 Gruppo B nella categoria deiRally Auto Classiche). Obiettivo dichiarato pure per LisaMeggiarin e Anna Ferro, che puntanoalla vittoria nel Trofeo A112 Abarth, con un occhio rivolto anche al TrofeoFemminile Aci Csai; l’equipaggio rosadovrà però vedersela con diversi preten-denti, fra i quali i compagni di scuderiaGiorgio Santagiuliana e Giorgio Sisani.

Ma il Team Bassano non è solo rally:numerosi sono anche gli equipaggi cheparteciperanno a manifestazioni non agonistiche quali la regolarità sport,piuttosto che a gare di velocità in pista. In quest’ambito, per esempio, la scorsastagione si sono messi in evidenza i bassa-

Team Bassano (Scuderia Lic. CSAI n°96939)Museo Bonfanti VimarVia Torino, 2 - Romano d’Ezzelino (VI)Tel. 0424 566462www.teambassano.com

nesi Roberto Piatto e Fabio Xamin, che anche quest’anno guideranno la loroFiat Ritmo 75 nelle gare del CampionatoItaliano Velocità Autostoriche. Nei giorni scorsi il Team Bassano hafesteggiato il diciottesimo anno di vita.Nello stile che contraddistingue l’allegracompagnia bassanese, i festeggiamenti sisono tenuti in sede, presso il Museodell’Automobile Bonfanti Vimar di Romanod’Ezzelino: una sorta di tempio, apertoogni mercoledì sera ai tesserati e ai nume-rosi simpatizzanti, nel quale si coltivaquell’irrefrenabile passione per le auto storiche che ha contribuito a renderegrande il Team Bassano!

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Sandro Zen è molto noto a Bassano per la sua attività di Personal Trainer.Grande amante dello sport, che segue in tutte le sue multiformi espressioni, sioccupa di composizione corporea e remisen forme, curando l’armonizzazionefisica attraverso un costante esercizio,sempre accompagnato da una coerenteattenzione all’alimentazione. “In realtà -ci confida- fra le mie mansionirientrano anche l’insegnamento del bodybuilding e quello di una corretta postura. Un’altra mia specializzazione è l’allena-mento funzionale (a corpo libero e conpiccoli attrezzi), pratica effettuabile pureall’aria aperta grazie alla sua duttilità”.

Una storia lunga, quella di Sandro Zen,iniziata nell’ormai lontano 1983...“Ho cominciato a frequentare il mondodelle palestre, proprio a quell’epoca,

fondamentalmente con il desiderio dimigliorare il mio aspetto fisico. Il passosuccessivo è stato quello dell’insegnamentoin sala pesi e dell’impegno agonistico nelbody building (con buoni risultati, fino al1991). Un’esperienza che mi ha portatoa comprendere i processi del dimagrimentoe interessato alla composizione corporea.Dalla passione per il bodybuilding è sortopure un sogno, poi realizzato nel 1993:la nascita di King Gym, palestra e centroFitness di cui sono stato a lungo socio”.Lavoro e studio, un binomio che ha consentito a Sandro Zen di crescereumanamente e nella professione: unaformazione passata attraverso FIF(Federazione Italiana Fitness) e ISSAItalia (International Sports SciencesAssociation) e basata sulla partecipazionea numerosi corsi e seminari.“Più mi addentravo nella materia, più

Con un passato significativo nel bodybuilding agonistico, vantauna lunga esperienza professionale come Personal Trainer...

crescevano in me la curiosità e la vogliadi conoscenze sempre più approfondite.Mi imbattei nei test di valutazione dellaforza, della flessibilità e della composi-zione corporea, utilizzando anche i primiplicometri e il Fitcomp, un programmaper il calcolo della massa magra e dellecaratteristiche morfologiche. Cominciaiad adoperare la tavoletta propriocettiva,avendone intuito l’utilità nel migliora-mento dei problemi alle ginocchia e allecaviglie, grazie all’apprendimento di talitecniche da fisioterapisti di livello”. Nel 1995 Sandro Zen, ormai affermato nelsuo lavoro, decise di tornare al bodybuil-ding agonistico (le passioni sono dure amorire!): una scelta coraggiosa, maazzeccata, perché dedizione e spirito disacrificio lo portarono a vincere il cam-pionato triveneto IFBB.Contemporaneamente il trainer bassa-

Dal 1983 opera con grande passione nel settore del fitness e crede che i migliori risultatisi ottengano attraverso un servizio ad personam, in palestra come all’aria aperta.

OLTRETesto di Elisa Minchio - Fotografie: raccolta Sandro Zen, Michele Zilio

SANDRO ZENIl piacere di allenarsiin maniera corretta

In palestra come anche all’aria aperta, nella bella stagione è possibile allenarsi con Sandro Zen scegliendo ilcontesto che si preferisce...

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In questa pagina, alcune immagini di Sandro Zen, ieri e oggi: da atleta e agonista nel bodybuilding adappassionato Personal Trainer ([email protected] - www.facebook.com/SandroZenPT). ESSE • 11

nese continuava a perfezionarsi neisistemi di allenamento cardiovascolaricon l’ausilio del cardiofrequenzimetro,strumento che iniziava a essere usatonelle palestre più evolute e dagli atleti diélite: al King, infatti, era già una realtà!

“Una sfida importante per me è stataquella di essere tra i primi in Italia araggiungere la Certificazione ISSA diPersonal Trainer, importante federazioneche ha tuttora come scopo la promozionedel fitness di qualità. Non a caso oggi ilPersonal Trainer è una figura professio-nale a tutti gli effetti, un riferimentoindispensabile per chi desidera essereseguito non solo negli allenamenti ma intutto ciò che riguarda fitness, postura,corretta alimentazione, benessere...Formazione e aggiornamenti costantisono dunque fondamentali per potersidefinire tale”.Il servizio personal è infatti sempre piùconsiderato, tanto da una clientela increscendo quanto da medici e fisioterapisti.Quest’ultimi, in particolare, se ne avval-gono per il completamento e il consoli-damento dei risultati del loro lavoro.La collaborazione con un Personal Trainersi rivela sempre più utile, dunque, nelrecupero muscolare, nella preparazionesportiva, nel dimagrimento e nei casi disemplice rimessa in forma; stimola inoltrela motivazione nel creare obiettivi perpoi ottenere risultati concreti. “Anche lo spinning ha contribuito allamia crescita avvicinandomi al mondodell’aerobico, alla conoscenza del sistemacardiorespiratorio e allo studio degli

sport che lo coinvolgono maggiormente.Molto utili, peraltro, si sono rivelatipure i corsi posturali di Pancafit e ISSA,secondo una metodica introdotta consuccesso proprio al King, e quelli dielettrofisiologia legati all’apertura delVip Center: opportunità che mi hannoconsentito di migliorare le conoscenzenel campo della composizione corporeacon strumenti innovativi quali la bioim-pedenza e la termografia”.Nell’ultimo periodo Sandro Zen ha ancor più approfondito le sue ricerchesul functional training, sulla composi-zione corporea e su tutta una serie di

tematiche, sempre intimamente legatealla forma e al benessere.“Le diverse esperienze acquisite neltempo mi portano a lavorare anche inteam e a collaborare con altri PersonalTrainer e con diversi specialisti. Oggipiù che mai opero al fine di migliorare lostato di forma delle persone che seguo,facendo crescere la loro motivazione eautostima e cercando di potenziarne lafunzionalità, l’aspetto e le performanceatletiche. Il mio progetto futuro, semprein relazione alla professione che svolgo, èquello di specializzarmi ulteriormente nelcampo dell’anti-age”.

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ANTICHE GLORIE

Una formazione del CSI Bassano, del 1953, molto amata dai tifosi (e altrettanto temuta dagli avversari). In piedi, da sinistra: Antonio Milani, Antonio Minchio, Piergiorgio Rebesco e Piero Bertolini. Accosciati, sempre da sinistra: Luigi (Gigi) Rebesco, il presidente Franco Arsie e Stefano (Nico) Bertoncello.

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Giocavano all’aperto contendendo la vittoria a squadre blasonate e dalle risorse molto più consistenti.Animati dal sacro fuoco della passione, sono rimasti amici nella vita. Anche a distanza di sessant’anni.

I fondatori della squadra, l’ossatura di un club formidabileE’ trascorso parecchio tempo da quando,quattordicenne, nel 1950 entrai a farparte della squadra “Allievi” del CSI(Centro Sportivo Italiano), allora ospi-tata presso il Patronato San Giuseppe(l’attuale Centro Giovanile).Sebbene lunghi anni abbiano in partesbiadito i ricordi, ho ancora in mentequello splendido periodo della mia vitae i cari amici con i quali ho condivisomolti momenti felici. La mia più grandesoddisfazione, comunque, è stata quelladi venire inserito nella Prima Squadra,un’esperienza davvero emozionante.Nonostante le strutture adeguate nonfossero numerose (solo raramente si giocava al coperto e le risorse finanziarieerano scarse), fra gli organizzatori aleggiava sempre uno spirito carico dibuona volontà e molta dignità. D’altraparte il Paese era appena uscito dallaguerra e ci si doveva accontentare...Ricordo alcune trasferte invernali, peresempio a Bolzano, il campo rigorosamen-te all’aperto, la temperatura molto bassa,la neve accumulata ai bordi del campoa fare da cornice.La squadra era dotata di una divisa suigeneris: vale a dire solo la maglietta,

NOI, GLI IRRIDUCIBILIRAGAZZI DEL CSIPalleggi, canestri e avventure dei pionieri del basket bassanese

Memorie e nostalgie degli (ex) giovani cestistiche si sfidavano sulla “terra” del Patronato San Giuseppe

Testi di Luigi Rebesco e Andrea Gastner Foto: Stefano Bertoncello, Gianni Fioravanzo, Antonio Milani, Luigi Rebesco

perché per il resto ci si arrangiava.La società, cioè la Parrocchia di SantaMaria in Colle, si sobbarcava però l’one-re dell’ospitalità e della gestione, mentrequalche volontario offriva il trasportoper le trasferte (che erano abbastanzalunghe e impegnative).

Detto questo, a mo’ di indispensabilepremessa, è bene ricordare gli storicifondatori del club, l’ossatura portante diun sodalizio che è poi durato nel tempoattraverso vari ricambi generazionali.Nella speranza di non dimenticarnequalcuno, chiedo fin da subito venia

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ANTICHE GLORIE

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per eventuali omissioni. Dunque, eccoli...Gianni Fioravanzo, che in seguito passòal Bassano di Tiziano Gasparotto (chemilitava in serie B), era un giocatore diottima impostazione, con una buonavisione di gioco e un valido tiro al cesto.Antonio Minchio era un formidabilepalleggiatore: lo chiamavamo il “Tatun” della nostra squadra, alludendo al grandegiocatore e giocoliere americano alloramolto in auge.Piero Bertolini, simpatico ed estroso nel gioco, era sempre allegro e sorridente:rideva pure delle sue originali acrobazie.Piergiorgio Rebesco, mio fratello, amavala concretezza, soprattutto in difesa.Volitivo, non saltava ma “volava” nelrecupero dei palloni più difficili (pur nondisponendo di una statura eccessiva).Beppe Fontana era una figura serena etranquilla: giocava senza cattiveria, macon grande impegno.Antonio Milani era un tenace: toglierglila palla era difficilissimo... e poi andavaa canestro con sicurezza.Nico Bertoncello: il classico giocatoregrintoso, adatto a ogni ruolo.Antonio Carli: ottimo pivot, ben inseritonella squadra, con una buona statura.Mario Zorzan: un giocatore longevo e pure di valore.Infine il sottoscritto, Luigi (Gigi)Rebesco, passato alla Prima Squadradopo aver vinto il campionato “Allievi”.In chiusura è d’obbligo citare i nostridue presidenti (che fungevano pure daaccompagnatori): Franco Arsie, bravo

Gianni Fioravanzo (a destra nella foto) assiste inpalleggio il compagno Antonio Minchio (al centro)durante la partita CSI Bassano - DLF Mestre delCampionato di Ia Divisione 1951-’52.

e paziente, che ha seguito la squadra finoal suo trasferimento a Milano per motividi lavoro, e il compianto ex sindaco diBassano, Antonio Basso, persona sempre presente al nostro fianco: unavera sicurezza! L.R.

L’esperienza di una riserva che hacondiviso le avventure dei più grandiIl Patronato San Giuseppe è stato permolti di noi, e per me in particolare,una seconda casa, un luogo di incontricon amici sempre nuovi e di appassionantiattività sportive. C’erano due modi per“giocare”: con le mani o con i piedi, il pallone quale denominatore comune. Al calcio era destinato un campo sterratoposto a nord (erba ce n’era poca!), chiusosu tre lati da alte mura e, su quellorimanente, da un fabbricato: un campoalla buona, insomma, con due porteprive di rete, sul quale si affrontavano divolta in volta “compagini” improvvisate.Molti gli attaccanti, pochi i difensori,quasi impossibile trovare un portiere.Si giocava di sponda, il muro comeideale compagno; qualche pallone finivain strada o sui tetti delle case vicine...Un calcio spontaneo e approssimativo,che tuttavia ci ha dato una prima efficace formazione: e, infatti, alcunidi noi sono poi confluiti nell’olimpodelle massime divisioni nazionali. Al patronato c’era però un altro spazioper i giovani; rettangolare e sempre a

Gli Allievi del CSI (accosciati) posano in una foto digruppo con i giocatori della Prima Squadra (1952).

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ANTICHE GLORIE

cielo aperto, era delimitato dalle arcatedi un fabbricato multiuso sotto le quali,in caso di pioggia, ci si poteva comoda-mente riparare: il campo di basket.I canestri erano fissati a dei pali di legnoe le linee segnate quasi alla perfezione:quando poi si giocava una partita ufficiale non mancava nulla, nemmeno lereti dei canestri, che venivano puntual-mente tolte dopo ogni incontro.Pur amando il calcio, confesso che lapallacanestro mi ha attirato sin dal primomomento: alle cinque e mezza uscivo dallavoro (il calzaturificio dei Pallaro eraa due passi) e, inforcata la bicicletta,

finivo invariabilmente al patronato. Avevo circa sedici anni e proprio lì, incampo, c’erano i “grandi” già all’opera,quelli del CSI che palleggiavano senzaguardare il pallone: in entrata o su tiropiazzato, sette volte su dieci centravanoil canestro. Li guardavo e li invidiavo;poco alla volta cominciai a imitarli.Naturalmente dovetti fare un po’ digavetta, non era facile entrare in ungruppo collaudato, atleti che s’intende-vano quasi a memoria. Ma a me andavabene anche il ruolo della riserva, pur di far parte della squadra. In seguito,comunque, cominciai a giocare qualchescampolo di partita, specialmente quandoil punteggio a nostro favore era davveronotevole. Non ero un attaccante, centrareil canestro non era la mia specialità:preferivo fare il “mastino”, quel tipo di difensore che s’incolla all’avversariopiù temuto e gli impedisce di tirare. Costiquello che costi. Cinque falli in cinqueminuti: era questa la mia specialità.Però l’avversario non segnava un punto!Eravamo molto uniti e per le trasferteci spostavamo a bordo di un furgone:comodità zero... ma ci voleva poco per

caricarci di entusiasmo durate il tragitto. Ricordo bene la squadra: fra i più“anziani” spiccavano Antonio Minchio,il playmaker, Antonio Milani, il regista,Piero Bertolini, il pivot, Nico Bertoncelloe Giorgio Rebesco, le due “saracinesche”,Gigi Rebesco, il bomber: a volte realizzavapiù lui da solo che il resto della squadra!A noi riserve, che entravamo in partitacome rincalzi, il presidente Franco Arsie raccomandava sempre di alzare e agitarele mani: non bisognava infatti subire gliavversari ma, se possibile, intimorirli.Alti o bassi che fossero. Poi, a incontroterminato, provvedeva Piero Bertolinia sdrammatizzare con battute e gag unaeventuale sconfitta. Ricordo ancora che,a parte la maglietta, ognuno di noi eravestito a modo suo; e le tute sportive,così come peraltro le scarpe da ginnasti-ca, figuravano fra gli optional. Da allora, come si suol dire, è passatamolta acqua sotto il Ponte Vecchio e nonricordo se abbiamo vinto qualche cam-pionato. Non mi sono dimenticato peròalcune partite “storiche”, giocate controsquadre blasonate, dalla quali siamousciti applauditissimi trionfatori! A.G.

Erano sempre molto combattutele partite che si disputavano sul“difficile” campo del PatronatoSan Giuseppe di Bassano.

Qui sottoGli Allievi del CSI, campioniveneti nel 1951-’52. Con loro,nella veste di accompagnatore,pure Antonio Minchio, uno deipilastri della Prima Squadra.

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ESSE • 17Foto grande, una fase della gara CSI Bassano-DLF Mestre (campionato Ia Divisione 1951-’52), vinta dai bassanesi per 31 a 26. Riquadro, i ragazzi del CSI Bassano al Criterium Veneto di Venezia nel 1950, prima della partita contro lo squadrone della Junghans conclusasicon una pesante sconfitta per i giallorossi (57-29). Con loro, al centro della fotografia, l’accompagnatore Sandro Scrimin.

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di Sergio Campana

LE RIFORME DEL CALCIO Tante proposte, poche intesePiù che di schermaglie, si deve

parlare di fuoco incrociato perquello a cui stiamo assistendo da diver-si giorni con protagonisti il presidentedel Coni Malagò, il presidente dellaFedercalcio Abete e il presidentedella Lega di serie A Beretta.Aveva cominciato Malagò, durante lacampagna elettorale prima della suaelezione, a esprimere giudizi piuttostopesanti sul calcio, sulla sua organiz-zazione, sulla sua gestione. Tanto èvero che aveva ipotizzato come pro-blematica la presenza del presidentedella Federcalcio nella Giunta delConi. A dir la verità, dopo la suaelezione aveva rettificato il tiro, spie-gando quella sua presa di posizionecome una strategia per assicurarsi ilvoto dei rappresentanti degli sportminori che vedono il calcio come uningombrante e insaziabile concorrente.Anche recentemente Malagò non haperso l’occasione per punzecchiare ilpresidente della Federcalcio: in undiscorso più ampio, che riguarda tuttolo sport italiano, ha affermato che setornassero a votare le componenti delcalcio non rieleggerebbero Abete. Ha risposto con garbo il presidentedella Figc che per lui non esistereb-bero problemi, auspicando peraltrouna par condicio di ritorno alle urneanche per il Coni. Sembra però che ipresidenti del Coni e della Federcalciosiano d’accordo almeno sull’urgenzadi riformare la giustizia sportiva.Abete ha già presentato a Malagò undocumento in cui sono illustrate leidee dei protagonisti del mondo delcalcio, maturate nel corso della lungae tormentata stagione di Calciopoli. Anche le altre Federazioni si sonoimpegnate a presentare al presidentedel Coni le loro proposte sulle riformeda realizzare. Sembra però che il loroprincipale obiettivo sia quello dellamodifica dei parametri per i contributialle Federazioni, con il calcio presodi mira e a rischio di nuovi tagli. Da parte della Federcalcio si chiedela revisione del ruolo del Tnas edell’Alta Corte di Giustizia, i dueorgani supremi del Coni, la modificadella responsabilità oggettiva, conuna maggior valutazione delle atte-nuanti per le società che dimostrinol’assoluta estraneità dai comporta-menti dei tesserati disonesti, l’am-

pliamento dei diritti della difesa neiprocedimenti sportivi, la revisionedei termini della prescrizione e delleregole dell’istituto del patteggiamento. Non si sono ancora placate le pole-miche sollevate dal presidente dellaLega di serie A Beretta nei confrontidel massimo organo della Federcalcio,il Consiglio Federale, dopo la boccia-tura del suo candidato alla vicepresi-denza, Lotito, superato dal candidatodell’Associazione Calciatori Albertini.Altri scontri sono all’orizzonte, condue altre proposte della Lega diMilano destinate a essere respinte.La prima riguarda l’apertura al tesse-ramento del 3° extracomunitario perla A, uno in più rispetto ai 2 previstidal regolamento. La seconda, la pos-sibilità per le seconde squadre dellaA di partecipare al Campionato diLega Pro, il cui presidente Macalliha però chiuso ogni spiraglio: “Laquestione delle seconde squadre diLega Pro è chiusa, anzi non è maistata aperta”.

In questi ultimi giorni, quasi con-temporaneamente, sono scesi in

campo con propositi obiettivamenteambiziosi due importanti personaggidel calcio: il presidente del NapoliDe Laurentiis e il presidente dellaLega di Serie B Abodi. Entrambihanno manifestato l’intenzione didedicare tutto il loro impegno a unariforma del calcio, quantomeno amodificare certi istituti che da annisembrano intoccabili o difficili dacorreggere. Il presidente del Napolinon da ora manifesta la volontà dicambiare molte cose del calcio eoccorre riconoscere che dal 2004,quando acquistò la società partenopeadal tribunale fallimentare, diverse sueiniziative si sono rivelate di successo.Il suo recente intervento mira adalcune fondamentali strutture delcalcio, che negli ultimi anni sono statespesso messe in discussione, ma maiscalfite: riforma dei campionati,valorizzazione del calcio giovanile,stadi di proprietà e diverso rapportocon i tifosi. Per quanto riguarda laristrutturazione del campionato diserie A, secondo De Laurentiis, va

ridotto l’organico delle squadre eportato addirittura da 20 a 16 squa-dre, per due ragioni: la prima perridurre le partite in campionato deiclub impegnati nelle Coppe, la secondaper migliorare la qualità del campio-nato ora squilibrato tra i club piùblasonati e i medio-piccoli. Va dettosubito che il progetto di De Laurentiismolto difficilmente avrà un seguito,almeno a breve, e che comunqueandrà ridotto con un primo passaggioda 20 a 18 squadre. Gli ostacolisaranno molti, costituiti soprattuttodall’attuale statuto federale che pre-vede per la riforma del format deicampionati il consenso assoluto delleLeghe. E’ senz’altro da apprezzarel’altro obiettivo auspicato da DeLaurentiis, quello di valorizzare,dopo anni di esterofilia, i giovanicalciatori italiani. Ha incontratoinvece freddezza o addirittura nettacontrarietà la sua proposta di farpartecipare le squadre primavera aicampionati della Lega Pro, il cuipresidente Macalli ha risposto conironia piuttosto pesante: “DeLaurentiis propone tornei da bar.Noi giochiamo a calcio, scapoli eammogliati devono giocare altrove”.L’ultimo auspicio di De Laurentiisriguarda la costruzione di nuovistadi di proprietà, che rimane pur-troppo utopia dato che la legge, ormaivicina al traguardo, è finita nell’in-ceneritore dell’ultima legislatura.Il presidente della serie B Abodi haannunciato la sua rivoluzione, chedovrebbe avere effetti importanti sulpiano economico: introduzione del tettosalariale (300mila euro, di cui 150milaparte fissa e 150mila parte variabile)e riduzione graduale delle rose. Per quanto riguarda il salario cup nonè la prima volta che il calcio tenta diadottarlo. C’è già una norma cheimpone di contenere il monte ingagginell’80% del fatturato ma, come èaccaduto in passato, ci sono molti modidi aggirare la direttiva. La riduzionedelle rose è diventata una necessità edovrebbe rientrare già nei principi diuna corretta gestione della società.L’importante è che rimanga libero ilnumero dei giovani under 21 tesserabili.

IN PUNTA DI PENNA

In alto, l’imprenditore romano Giovanni Malagò, quindicesimo e attuale presidente del Coni.

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TACKLEdi Antonio Finco - Fotografia di Claudio Rigon

L’Italia è un Paese strano, fin quisiamo tutti d’accordo. Strano ma

non solo. E’un Paese dove, come cantail “ Blasco”, non si sa mai. Non si sa maidove si possa andare a parare, perchésembra che le regole siano fatte appostaper venire disattese. Il calcio, che di tutti i vizi è la somma,non fa ovviamente eccezione. La Juventus vince il campionato e che fa?Festeggia il 31°scudetto, in barba allagiustizia sportiva che gliene ha cancel-lati due. Calciopoli? Mai esistita. Due alti ex dirigenti come Giraudo eMoggi pescati con le mani nel sacco ad alterare partite, a condizionarearbitraggi? Che importa... Lo facessero i tifosi, ci si potrebbe passare una mano pietosa sopra, maquando a farlo è il presidente AndreaAgnelli, la cosa è davvero disarmante.In Inghilterra o in Germania, oppurein un qualunque Paese civile, sannoancora cosa significa la parola vergogna,o, se preferite, cosa significa avere ilrispetto della giustizia. Che piaccia o meno. Passiamo avanti con i complimenti alla Juventus per il suo scudetto numero29. Dico ventinove. E ovviamente abbiamo ricordato il casopiù eclatante, senza citare i vari Lotito,Preziosi, Zamparini, Cellino, DellaValle, Galliani e compagnia cantante,che non sono certamente esempi di trasparenza e correttezza. Povera Italia.Ci salva la passione che non muore mai.Il brivido del gol che scende per laschiena a tutte le latitudini. Anche qui, ai piedi del Grappa, doveci aspettiamo un grande play-off, una Virtus finalmente fortunata esoprattutto vincente. Nelle passate occasioni è andata male,a partire dal 2007, quando dopo uncampionato esaltante la squadra alloraallenata da Ezio Glerean venne sconfittadal Lecco di Sannino (recente allenatoredel Palermo in serie A). L’andata al Mercante venne condizionatada un nubifragio che allagò il campo:fu 0 a 0. Al ritorno, invece, decise ungol della compagine grigio-celeste alnovantaduesimo. Sfortuna nera.Non andò meglio al secondo tentativonei play-off 2008, dopo che i giallorossiavevano perso di un soffio la promozio-ne diretta. Superato all’ultimo secondoil San Marino con un gol epocale di

Cesca, al 93° la disfatta si materializzòin finale contro il Portogruaro. Va tutto storto: 3-2 in trasferta e, alritorno al Mercante, mancano diversititolari tra i quali Pirri, Mazzoleni ePavesi; in più Rondon sbaglia il rigoredella promozione. Se non è un incubo poco ci manca! Altro giro, altra corsa: play-off 2009,con Roselli in panca e una partita di ritorno che si rivela stregata controil Giulianova che sale. Insomma, speriamo sia la volta buona,al termine di una regular season che havisto la squadra di Rastelli costante-mente nella zona alta della classifica,senza però mai dare l’impressione diessere una formazione schiacciasassirispetto alle avversarie più accreditate.E’ stato, quello passato, un campionatomolto equilibrato con almeno sei squadre più o meno sugli stessi valori,che hanno premiato la regolarità di Pro Patria e Savona a dispetto diMonza (altresì penalizzato di 6 punti inclassifica) Venezia, Bassano e Renate.

Il Bassano ha avuto la quinta miglioredifesa con 34 gol subiti e il quintomiglior attacco con 54 gol segnati. Dal punto di vista realizzativo, l’undicidi Rastelli non ha potuto contare su un

vero cannoniere e ha dovuto fare dinecessità virtù, tanto che Correa èstato il miglior realizzatore con 10 gol,mentre per esempio il Savona ha potutocontare sui 24 bersagli messi assiemeda Virdis; il Monza ha visto brillare lastella di Gasbarroni con 19 gol, ProPatria e Venezia sono state portate inalto dalle marcature di Serafini e Godeas.Ci fosse stata una prima punta degnadi questo nome (nonostante il grandarsi da fare del buon Longobardi, 8gol come Berrettoni), probabilmentestaremmo qui a raccontare un’altrastoria. Di certo il doppio scontro conla squadra dell’hinterland milanesesarà equilibrato. Loro possono contare sull’esperienza didue difensori come Polenghi e Turati,sulle geometrie dell’ex Mantova Grausoe sulle invenzioni di Gasbarroni. Noi dovremmo appellarci alla vena deinostri migliori giocatori, quelli che incasi del genere possono e devono fare ladifferenza come Correa e Berrettoni.Ma soprattutto dobbiamo sperare cheper una volta il vento soffi dalla nostraparte. Perché, come dice Arrigo Sacchinel suo inconfondibile accento roma-gnolo, per vincere nel calcio servono “Occ, pazeinza e… bus dal cul”.

Una fotografia spettacolare e di buon auspicio: Lucas Correa calcia un rigore durante la partita BassanoVirtus - Fano, poi vinta alla grande dai giallorossi per 4 a 2. ESSE • 19

Bassano Virtus. Anche la bravuraha bisogno del vento favorevole...

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Testo di Elisa Minchio - Fotografie: Jus Sport Bassano

FOCUS

Lo Jus Sport Bassano e la “Pippo Pozzato & Friends”, insieme nell’ultimo incontro disputatosi il 27 ottobre2012 a favore della Città della Speranza.

Archiviato il 2012 con risultati davveromolto lusinghieri su tutti i fronti, loJus Sport Bassano si è proiettato nel2013 con la consueta carica di energiapositiva. Abbiamo incontrato l’avvocatoNereo Merlo, presidente del sodalizioforense, per redigere un primo bilanciodella stagione in corso. Sostanzialmentesono tre i principali campi d’azione:sport, cultura e solidarietà.

“Seguendo questa successione -ci spiegail legale bassanese- va subito detto che lanostra squadra di calcio ha vinto purequest’anno il proprio girone eliminatorio.

vittoria nella Juris Cup di vela. Sulfronte culturale, invece, anche perquest’anno (esattamente per il prossimo25 ottobre) abbiamo programmato unconvegno su un tema di grande attualitàattinente al diritto sportivo al qualeinterverranno illustri ed esperti relatori”.

Dulcis in fundo, la solidarietà: è proprioin questo delicato contesto che lo JusSport Bassano ha sempre dato il meglio,un terreno sul quale, da anni, il sodaliziogioca le sue partite vincenti. Va infattiriconosciuto ai professionisti, semprepiù spesso affiancati dai medici del San

Ora aspira dunque a conquistare laquarta finale nel Campionato di CalcioAvvoCup 2013. Per quanto riguarda il ciclismo, invece, nella prima prova del Campionato Italiano riservato adAvvocati, Magistrati e Notai, i portaco-lori bassanesi (l’avv. Francesco Belline il sottoscritto) hanno ottenuto dueottimi secondi posti di categoria (Bellinaddirittura il secondo assoluto) chefanno ben sperare per la conquistadelle maglie finali. A luglio, infine, loskipper avvocato Alessandro Bellotticercherà di portare la formazione bassanese, seconda l’anno scorso, alla

L’associazione forense cittadina accomuna, in occasione diimportanti manifestazioni benefiche, campioni quali Melandri,Ballan, Pozzato, Tosatto, Brambilla e Battaglin a stimati professionisti, fra i quali spiccano medici e avvocati

Il sodalizio, presieduto dall’avv. Nereo Merlo, costituisce da trent’anni il volano di questoimportante trinomio, ormai divenuto una bella e consolidata realtà...

JUS SPORT BASSANOSport, cultura e solidarietà

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A centro pagina, da sinistra verso destra: la consegna della targa ricordo ai “tre moschettieri” FilippoPozzato, Matteo Tosatto e Alessandro Ballan; Marco Melandri in dribbling su Marco Santarcangelo; un’azionedi gioco con Alessandro Ballan e Alex Vidale davanti alla panchina dello JSB.

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A fianco, il dottor Giovanni Parolin svetta di testa su Filippo Pozzato e Luca Paolini.

Sotto, il presidente JSB avv. Nereo Merlo consegna il gagliardetto associativo aFilippo Pozzato e a Marco Melandri.

Bassiano, un impegno costante e trai-nante nel campo della solidarietà, prontia sostenere e promuovere le diversesocietà onlus di riferimento nella lottacontro gravi patologie (anche infantili),a volte poco conosciute e quindi pocosostenute nella ricerca e nel reperimentodelle necessarie risorse economiche.

“Sono state numerose, nel corso deglianni, le associazioni a favore delle qualici siamo impegnati. Penso in primis allaCittà della Speranza, ma anche alle onlusParent Project e Il Colore Viola-Bambiniliberi dell’epilessia o all’AssociazioneOncologica e a Ethica et Economia:

realtà a cui -dal nostro punto di vista- è imperativo fornire aiuto e sostegno.Non a caso anche quest’anno abbiamoorganizzato tre appuntamenti, il primodei quali, “Un calcio all’epilessia” (afavore della onlus Il Colore Viola), havisto la formazione del Foro di Bassano(che ho l’onore di capitanare) impe-gnata contro quella del San Bassiano(guidata dal dott. Piergiorgio Miottello).Il risultato? Un secco 2 a 1 a nostrovantaggio, con gol di Bonato e Rebecchi.I medici avranno comunque modo di rifarsi in occasione del secondoappuntamento dedicato alla solidarietà,il prossimo 29 giugno, partita di ritorno

a favore dell’Associazione OncologicaSan Bassiano”.Sabato 26 ottobre, infine, si disputeràla “Partita del Cuore “, appuntamentodivenuto un vero e proprio classico econcepito a favore della Città dellaSperanza; lo JSB affronterà alcuni frai grandi campioni del ciclismo qualiBallan, Pozzato, Tosatto, PaoliniBrambilla, Battaglin e tanti altri,rafforzati dall’immancabile MarcoMelandri. Se le previsioni danno perincerto il responso agonistico, quellolegato ai risvolti umani è invece sicuro:si tratterà infatti comunque di una bella vittoria.

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L’INCONTRO

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Testo di Andrea Minchio - Fotografie: raccolta Davide Gabardo

L’atmosfera ovattata e raffinata dellostudio dove insegna Pilates con lasorella Arianna non deve ingannare;così come non bisogna lasciarsiconfondere dalla sua costituzione fisica,apparentemente filiforme e slanciata,distante dai canoni dei “superpalestrati”oggi così di moda: Davide Gabardo,bassanese d’origine controllata dellaclasse 1980, deve infatti possedere unavolontà ferrea e dei muscoli d’acciaio.Se non fosse così, non si spiegherebberole sue formidabili performances in una delle discipline sportive più duree massacranti, il Triathlon e, soprat-tutto, risulterebbe incomprensibile il suosplendido secondo posto ai recenticampionati mondiali invernali di Cogne.Per capire questo “fenomeno” tuttonostrano, e anche per congratularcicon lui, lo abbiamo incontrato propriosul luogo di lavoro, sfruttando un raroistante di pausa fra il suo impegnoprofessionale e le costanti fatiche quotidiane degli allenamenti.“Il mio esordio nel mondo dello sport -ci racconta con molta semplicità- èavvenuto nell’ambito della ginnastica

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Lo scorso 24 febbraio si è laureato vicecampione del mondo di triathloninvernale agli internazionali di Cogne

DAVIDE GABARDOSulla neve o sulla terra

con il rigore e la tenaciaPartito quasi da zero, in pochimesi ha raggiunto la vetta diquesta particolare specialità...

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Un momento dei campionati europei Elite Winter Triathlon 2012 a Carcoforo in Val Sermenza. A pochi metridall’arrivo il bassanese Davide Gabardo è incalzato da un concorrente tedesco: resisterà fino all’ultimo senzaperdere la posizione.

L’INCONTRO

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ESSE • 25In alto, campionati mondiali Age Group Winter Triathlon 2013 a Cogne: Davide Gabardo, secondo classificatosi congratula con il vincitore della gara, il russo Evgeniy Butorin (RUS).Al centro, una fase della frazione di sci di fondo ai campionati europei Elite Winter Triathlon 2012 a Carcoforo.

artistica: avevo infatti appena sei anniquando iniziai a praticare questadisciplina nella Junior 2000 di FrancoGottardi. Un percorso che ho trovatoimmediatamente adatto alle mie carat-teristiche fisiche e psicologiche, amantecom’ero (e come sono tuttora) deglisport individuali. Purtroppo verso i dieci anni, a causa di un infortunioal piede, ho dovuto lasciare; per poidedicarmi, sulla scia delle scelte com-piute anche da altri amici, al calcio (nelSan Vito) e alla pallavolo (nel BassanoVolley). Una parentesi che si è pro-tratta fino alla seconda liceo, quandoho cominciato a impegnarmi -a livelloagonistico- nello sci di fondo: passioneereditata da mio padre Luciano, cheall’epoca lo praticava da amatore,sebbene a suo tempo avesse partecipatoa competizioni importanti quali laMarcialonga, la Marcia Tricolore, laMarcia Bianca... Così, entrato a farparte del CS Bassano di Sergio Rigoni,ho disputato numerose gare (pure di skiroll), partendo dalle regionali e approdando con risultati lusinghierianche alle sfide internazionali.Terminate le superiori ho continuato acompetere indossando, da alpino del6° Reggimento, la divisa grigio-verdedel Gruppo Sportivo della Tridentina.In seguito, dopo l’iscrizione a ScienzeMotorie a Padova, è giunto anche per me il momento fatidico: quello di interrompere l’attività agonistica e impegnarmi nello studio”.Conclusa la sua formazione DavideGabardo ha cominciato a guardarsiattorno. Una cosa tuttavia gli era chiarafin da subito: quella di non volerelavorare in una palestra, temendo cosìdi depauparare in parte il proprio patri-monio di conoscenze (“una fine comunea molti laureati in Scienze Motorie”).In attesa di individuare uno sbocco sod-disfacente una pura casualità lo portò aprovare, nel 2006, una lezione di Pilatesa Vittorio Veneto: fu una “folgorazione”che gli cambiò la vita...“In effetti ho scoperto che quello era il mio mondo. Da allora, infatti, mi sonodedicato anima e corpo a questa parti-colare disciplina: per un anno ho frequentato, a Milano, la Covatech

Pilates School fino a ottenere, nel2008, il brevetto di Pilates teacher. In questa veste ho poi lavorato perun biennio a Treviso e a VittorioVeneto, in due studi molto qualificati.Finalmente, nel 2010, ho aperto assiemea mia sorella Arianna il primo (e finoraunico) studio di Pilates a Bassano.Contestualmente all’inaugurazione del-l’attività è iniziato, quasi frutto di unascommessa fra amici, il mio impegno neltriathlon. Così, senza troppe pretese,partecipai a una gara organizzata neipressi del lago di Revine. Si trattava diuna competizione Xterra, la varianteoff-road del classico triathlon olimpico

che prevede tre frazioni: nuoto (1.500metri), mountain bike (30 chilometri)e corsa campestre (10 chilometri).Sebbene per me fosse la prima gara diquesto tipo (non provenivo da allena-menti particolari e non conoscevo benenemmeno il regolamento!), mi piazzaitrentatreesimo assoluto su oltre uncentinaio di concorrenti. Da quelmomento, comprese le potenzialitàche potevo esprimere, intrapresi unaddestramento mirato e costante,prendendo parte a numerose prove. Nel 2011, ricco dell’esperienza giovanilematurata nello sci di fondo, ho compiuto un ulteriore e significativo

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ESSE • 26In alto, a sinistra (sugli sci), Davide Gabardo impegnato nei campionati italiani assoluti 2012 in Val Grisanche (altermine della competizione si piazzerà al 5° posto).A centro pagina, tre momenti della gara di triathlon olimpico Xterra svoltosi presso il lago di Revinenel 2011.

L’INCONTRO

passo in avanti cimentandomi anchenel winter triathlon: alla fine dellamia prima gara in questa durissimaspecialità (8 chilometri di corsa sullaneve, 15 in mountain bike sempresulla neve e 9 di sci di fondo) mi sonoritrovato in testa alla classifica della

categoria. Trattandosi dei campionatinazionali, svoltisi a San Candido inconcomitanza con i CasTA (campio-nati sciistici delle Truppe Alpine), difatto mi resi conto che potevo ambirea qualcosa di importante. E in effettila partecipazione ai diversi impegniagonistici della stagione mi portò suc-cessivamente a qualificarmi al quintoposto ai campionati assoluti di wintertriathlon nel 2012. Un traguardo chepochi mesi prima pareva non solo irrag-giungibile ma pure inimmaginabile!”.

Le importanti affermazioni raggiuntehanno inevitabilmente determinato la convocazione dell’atleta bassanesenella squadra nazionale: una sceltaazzeccata (oltre che obbligata) poiché

proprio lo scorso 23 febbraio -comeabbiamo anticipato- Davide Gabardo si è laureato vicecampione del mondo di winter triathlon a Cogne.Il suo prossimo appuntamento, in vistadella bella stagione, è quello di centrarela qualificazione ai mondiali Xterra, in programma per ottobre nientemenoche alle isole Hawaii. Appesi solo prov-visoriamente gli sci al chiodo, il bassa-nese sta già lavorando con tenacia aquesto nuovo importante obiettivo. Allenamenti mirati e rigorosi ne sonol’indispensabile presupposto; con unocchio anche alla famiglia, però: franon molto, infatti, il coriaceo triathletadiventerà papà. E fra qualche anno,molto probabilmente, sulle piste di fondoappariranno due nuove scie in più...

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IDEE

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SCUOLA E SPORT AGONISTICOCome conciliarli?

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Testo di Antonio Minchio - Le fotografie sono tratte dagli archivi personali dei singoli atleti

Abbiamo recentemente visitato il New Cambridge Institute di Romano d’Ezzelino dove, come ci spiega un docente, è stato concepito un progetto didattico volto ad armonizzare due aspetti della vita giovanile...

In queste pagine, alcune spettacolari ed emblematiche immagini dello “squadrone” di atleti del New CambridgeInstitute di Romano d’Ezzelino.

“Mens sana in corpore sano, dicevanogli antichi latini: certo, non fa una grinza,ma un conto è mantenere la mente sanafacendo una normale attività sportivacon tempi e modi amatoriali, un conto èriuscire a conciliare le due cose quando sipratica sport a tempo pieno e quindi nelprofessionismo oppure con prospettiveconcrete di entrare in un tale contesto”:ha le idee chiare il prof. Mauro Sabino,docente al New Cambridge Institute di Romano d’Ezzelino e responsabileComunicazione e Stampa di quella scuola.Soprattutto quando si riferisce a giovanitalenti, ragazzi che promettono bene elavorano sodo per gran parte dell’annonella loro disciplina, con l’obiettivo dimantenere quelle promesse e diventarei campioni di domani.

“Si tratta sicuramente di un impegnonotevole -prosegue l’insegnante- chespesso però rischia di mettere in secondopiano un altro aspetto determinante nellevite di questi ragazzi: la scuola ovvero,tornando all’antico proverbio latino, la mens sana, che però al giorno d’ogginon significa solo avere una certa culturama anche possedere un titolo di studioper accedere al mondo del lavoro oppureper scegliere l’università più adatta. Perché bisogna guardare in faccia allarealtà e di sicuro, per una questione diprobabilità, non tutti possono diventarecampioni. Chissà quanti, correndo fortedietro al sogno di diventare professionistinello sport, improvvisamente si sonovoltati indietro e hanno rimpianto il

Si tratta di una formula studiata per i ragazzi dalle alte potenzialità. Lo scopo? Coltivare il sogno didiventare campioni, senza dovere poi rimpiangere di avere trascurato o addirittura interrotto gli studi.

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fatto di avere trascurato la scuola, comprendendo così, forse fuori tempomassimo, che la scuola non è solo untitolo di studio, ma è lezione di vita, è imparare a convivere con le regole econ la disciplina!”.

Non possiamo che condividere questopunto di vista. Ma come è possibile conciliare lo studio, condotto conserietà e buon profitto, con un’attivitàsportiva di alto livello che impegna granparte del proprio tempo?

Un dilemma che interessa quanti sioccupano di sport. Anche questa testata,per esempio, che ha sempre accostato losport alla cultura e a valori di civiltà.“Al New Cambridge abbiamo trovatouna valida soluzione con il ProgettoSportivo, che consente ai ragazzi dallealte potenzialità agonistiche di nonrinunciare alla scuola per seguire losport; un’idea, la nostra, che consente dicoltivare il sogno di diventare campionisenza dover un giorno rimpiangere dinon aver proseguito gli studi. Il segreto

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IDEE

consiste nell’adottare una certa flessibi-lità all’interno di regole precise: in prati-ca si consente ai ragazzi di raggiungere inormali obiettivi scolastici, pur nonpotendo frequentare sempre la scuola ocomunque pur avendo impegni quoti-diani che tolgono inevitabilmente tempoallo studio. Il progetto prevede dunqueche, in accordo con il corpo docenti, airagazzi sia consentito di distribuire gliimpegni scolastici in maniera diversarispetto ai compagni che non praticanosport a livello professionistico: in sostanzaci sono periodi dell’anno (o della setti-mana) in cui lavorano meno e periodi incui invece devono recuperare lavorandopiù degli altri, per arrivare sempre allostesso livello. Non vi sono pertantotrattamenti di favore, ma solo maggioreflessibilità nella gestione dei tempi sco-lastici dello studente, che ha modo dianticipare o posticipare lo studio aseconda delle esigenze sportive. Ecco,dunque, che la conseguenza di questaimpostazione può tradursi nello sloganpochi ma buoni, perché è inevitabileche portare avanti un duplice impegnocomporti difficoltà notevoli. Non è cosa

da tutti conciliare l’eccellenza tanto nellosport quanto nello studio: solo personeparticolarmente dotate (e in possesso digrande forza di volontà) possono infattiaffrontare un carico che richiede parec-chio spirito di sacrificio. Si tratta disacrifici, peraltro, ai quali i nostri stu-denti sono abituati sin da piccoli: la cosache sorprende di più è che spesso lagran parte di loro non arranca ai limitidella sufficienza, ma raggiunge ottimirisultati scolastici. Non a caso anche losport, come la scuola, significa abitudinealla disciplina e alle regole, per cui glialunni che fanno sport spesso sviluppanouna notevole capacità di organizzare lagiornata e di ottimizzare il tempo a lorodisposizione. Per noi del New Cambridgetutto questo comporta un grande impegnodi risorse ed energie a livello organizzativo,che può rivolgersi solo a un numerocontenuto di studenti, ma con due pre-supposti da cui non si può prescindere: lacompetenza dei docenti e le classi media-mente non molto numerose, caratteristicheche consentono alla scuola di seguire neldettaglio la preparazione, la formazionee la valutazione di ogni singolo studente”.

Chi sono, viene a questo punto dachiedere, questi “pochi ma buoni” chefrequentano il New Cambridge Insitute,le promesse in erba che mirano a diven-tare i campioni di domani?

“Il gruppo più consistente è costituitodagli sciatori: Tiberio Guidolin, MarioCesare Pozzan, Anna Cosner, MartinaStrapazzon, Andrea Pozza, ChiaraMelania Simon Gadenz, Maria ElenaTrentini, Petra Lott, Tommaso Volpato,Pier Alberto Poli, Alberto Spagolla,Diego Dalla Costa, Luca Maino, RiccardoDalla Palma e Andrea Scuccato (questigioca anche nell’Hockey Bassano e ha dapoco vinto il Premio Panathlon profittoscolastico e sportivo). Un altro rappre-sentante dell’hockey è Stefano Del Santo.Poi c’è il gruppo delle pallavoliste delBruel Volley Bassano, società campioned’Italia Under 16 in carica, la cui primasquadra milita in serie B1 Nazionale:Ofelia Malinov e Anastasia Guerra (chefanno parte della Nazionale Cadette),Michela Brioli, Marta Scanavacca,Giuliana Grazietti, Giulia Calamai,Ludovica Scapati e le sorelle Greta eVeronica Zanon. Quindi abbiamo duepromesse del ciclismo veneto, NicolasDalla Valle e Ruben Farronato, e quelladella canoa, Paolo Ceccon, che è nelgiro della nazionale. Il calcio è invecerappresentato da Gianluca Gallonetto eNicola Bizzotto, il rugby da NicolaVisentin, l’automobilismo da EdoardoTolfo, il ballo da Lucrezia Lando, iltennis da Francesco Salviato, il nuotoda Lucrezia Tosin. Infine troviamoMartina Campagnolo che è addiritturala più giovane sub esperta d’Italia.Tutti studenti sportivi che, grazie allanostra formula, possono inseguire ilsogno nello sport, tenendo al tempo stesso i piedi ben saldi a terra o, permeglio dire, ben piantati a scuola”.

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FELLOWSHIPTesto di Antonio Minchio - Foto: Società Tennis Bassano

Nuovi impianti e nuove accattivanti formule d’iscrizione, con un occhio di riguardoper le famiglie, ma anche un’importante attività agonistica coronata dai successi dellasquadra maschile di Serie A e, dal prossimo 5 giugno, l’organizzazione dei CampionatiNazionali di Tennis in Carrozzina: il club giallorosso non smentisce la sua vitalità!

Sono molte le iniziative messe in cantiere dall’attuale ConsiglioDirettivo del sodalizio, tutte all’insegna di una sana tradizione

SOCIETA’ TENNIS BASSANO L’estate in città fra sport,valori e divertimento

1934-2014: stanno per scoccare i fatidiciottant’anni dalla nascita di uno dei sodalizisportivi più antichi e blasonati della nostracittà, la Società Tennis Bassano, e già fervono i preparativi per festeggiare degnamente tale prestigioso traguardo.Molte sono infatti le novità che, all’aprirsidi quest’estate, coinvolgono l’attivo clubgiallorosso. A elencarcele una a una, con

un più che giustificato filo d’orgoglio, èMarco Fioravanzo, maestro federale ditennis e da poco vicepresidente dellasocietà, carica che condivide con il collegae amico Marco Moretto.“Recentemente è stato rinnovato in totoil Consiglio Direttivo: un passaggio moltoimportante perché, pur apportando nuoveesperienze ed entusiasmo, la compagine

che ora guida il club intende seguire la sciadi Roberto Rossi e Loretta Andreatta.Nei diciotto anni in cui i due nostri pastpresident si sono alternati al timone dellaStb, infatti, è stato svolto un lavoroenorme, sempre sostenuto da grande passione e professionalità. Non a casol’attuale presidente, Giacomo Alban, li havoluti ancora nel Direttivo, garanti di unacontinuità che paga nel tempo. Con noi,infine, pure Tommaso Moretto, fratello diMarco (e anche lui maestro federale)”.

Un consiglio estremamente agile e leggero,dunque, che proprio in questi giornifesteggia l’apertura della nuova piscinasociale (l’impianto, a sfioro e con buca daquattro metri, è stato completamenterifatto) e la riqualificazione delle areecircostanti. Un processo di rinnovamentoche ha coinvolto anche la club house, oramolto più accogliente e gestita con grandesavoir-faire da Nicola Menin e sua moglieMarta, e la realizzazione di due fiammanticampetti da minitennis.“Effettivamente -prosegue il maestroFioravanzo- per quest’estate abbiamoapprontato una serie di iniziative, tutte

Il nuovo Consiglio Direttivo della Società Tennis Bassano: da sinistra, Marco Moretto, Loretta Andreatta, ilpresidente Giacomo Alban, Roberto Rossi, Marco Fioravanzo e Tommaso Moretto.

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ESSE • 33Qui sopra, foto di gruppo in occasione delle Premiazioni del Torneo Nazionale di Tennis in carrozzina, edizione 2012;al centro, in maglia bianca, il vincitore prof. Gerardo Riccardi. Alla sua destra il compianto finalista Paolo Cia,prematuramente scomparso proprio in quell’anno a seguito di un incidente stradale.

Lo squadrone della serie A della Stb; ultimi a destra, gli “storici” past president Loretta Andreatta e Roberto Rossi.

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Al centro, i nuovi campetti da minitennis, ideali per le giovani leve.Riquadro, Fabian Mazzei, campione italiano assoluto di tennis in carrozzina, in un’immagine di repertorio;con lui, il maestro Marco Moretto e due giovani atleti della Stb: i fratelli Romilda e Luigi Zitarosa, oggientrambi ex campioni italiani.

FELLOWSHIP

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molto appassionanti, che spaziano daicorsi di nuoto per bambini e di acquagym(fino al 15 di settembre) alle serate a tema,in collaborazione con la club house. Perquanto riguarda gli aspetti prettamentesportivi, poi, ricordo che dal 5 al 9 giugnola Stb ospiterà i Campionati Nazionali diTennis in Carrozzina, con la partecipazionedei migliori 32 atleti italiani: un eventoche torna nella nostra città e che coniugai contenuti agonistici con quelli umani.Proprio per questo motivo mi augurouna buona partecipazione delle scuole.Ma non è ancora finita. Dal 10 giugno,

infatti, inizieranno i corsi estivi di tennis,rivolti ai ragazzi dai 6 ai 18 anni: unainiziativa nel solco della nostra miglioretradizione, che è sempre molto apprezzatae che prevede un’ora di lezione al giornoda parte di maestri federali (dal lunedì alvenerdì), con la possibilità per i parteci-panti di accedere liberamente anche allapiscina e ai campi. Per gli amanti delleprofondità marine e degli abissi, infine,organizziamo corsi specifici grazie allapartecipazione dei Sommozzatori Bassano:una novità assoluta, che ha già riscossol’attenzione degli appassionati”.

Pare di capire che l’obiettivo perseguito dalnuovo corso del sodalizio sia quello ditessere una serie di sinergie significative: èin start-up, per esempio, un’emblematicacollaborazione con il San Vito Calcio(mentre dura, già da dieci anni, quella conle Scuole Vendramini). Tenendo conto delladifficile congiuntura economica, tuttavia,è sul versante della promozione che lasocietà giallorossa ha forse concentrato losforzo maggiore...“Nel desiderio di favorire al massimo lapartecipazione delle famiglie (sono semprepiù numerose quelle costrette a trascorrere

A sinistra, lo staff della Società Tennis Bassano al gran completo.

Qui sotto, la club house della Stb, oggetto di un recente rinnovamento.

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ESSE • 35Due vedute della piscina della Stb: un impianto completamente rinnovato, in grado di offrire momenti direlax e “vacanza” in piena città.

la bella stagione in città) abbiamo appron-tato una formula davvero molto conve-niente; si chiama Happy Family e prevedeuna quota estremamente bassa: con soli450,00 euro all’anno un intero nucleo familiare (senza limitazioni sul numero deifigli) può infatti accedere alla piscina, allapalestra e alla club house, mentre il costoa racchetta per l’utilizzo dei campi è di 4,00euro nel singolare (che diventano 3,00 nel

caso del doppio). Se i figli sono iscritti allaScuola Tennis, inoltre, l’importo complessi-vo viene scontato di altri 50,00 euro... ”.Il messaggio è forte e chiaro. Soprattuttose si tiene conto della natura sportiva delclub e dei risultati agonistici ottenuti dairagazzi delle giovanili e dallo squadronedi serie A: da sei anni a questa parte lasocietà di via Col Fagheron figura infattifra le prime dieci d’Italia, davanti a circoli

molto più ricchi e conosciuti. Un meritoche va sicuramente attribuito ai due“intrepidi” capitani, Marco Moretto eMarco Fioravanzo, e alla grande coesioneche Stb ha saputo creare fra i suoi iscritti,che si tratti di campioni affermati (tregiocatori della squadra di serie A fannoparte della Nazionale), di appassionati osemplicemente di persone desiderose ditrascorrere qualche ora di sano relax...

QUOTE SOCIALI 2013-’14Socio ordinario adultoSocio giovane 19-28 anniSocio ragazzo 6-18 anniSocio fino a 6 anniNucleo Famiglia SAT-Agonist.

€ 290,00€ 190,00€ 160,00€ -€ 400,00

Nucleo Famiglia Non SATSoci nuoviAbbon. 10 entrate piscinaEntrata sing. piscina giornalieraEntrata sing. piscina dopo le 14,00

€ 450,00€ 220,00€ 100,00€ 12,00€ 6,00

Società Tennis Bassano - Via Col Fagheron, 24 - Bassano del Grappa (VI) - Tel. 0424 32990 - 0424 514745www.tennisbassano.com / Orario di segreteria: lun-ven 9.00-12.30 / 15.30-19.00

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ESSE • 36

QUI PANATHLON

Poco prima di chiudere questo numero, ci è giunta la triste notizia della scomparsadi Franco Pianezzola, con cui ci eravamo piacevolmente intrattenuti per rac-cogliere la sua testimonianza di panathleta. Abbiamo deciso di pubblicare senzaalcuna modifica quanto Franco ci ha raccontato, talvolta con un filo di commozione.E'’ un modo per sentirlo ancora fra noi, ringraziandolo per averci aperto il suo cuore,così gonfio di emozioni e di qualche rimpianto. Andrea, Aldo e Giuseppe

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Testo di Aldo Primon e Giuseppe Parolin - Fotografie: raccolta Franco Pianezzola

FRANCO PIANEZZOLA

Socio della locale sezione del Panathlon, è statoun protagonista in molte importanti vicende sportive

Sopra, la rappresentativa bassanese ai Campionati di atletica leggera di Bologna nel 1955: si riconoscono, da sinistra, Piero Cappellari, SandroChiminelli, Giordano Cremonese, Giorgio Sartorello, Alberto Giacobbo (discobolo), Franco Pianezzola (freccia) e il prof. Mario Rigoni.Pagina a fianco, Franco Pianezzola, su Fiat 124 Sport Spider, alla IV edizione del Rally delle Alpi Orientali (1968). Suo navigatore, inquella circostanza, era Cesare Gerolimetto, poi divenuto noto fotografo internazionale.

Il nome di Franco Pianezzola evoca frai bassanesi diversi ricordi: la sua vita si è infatti divisa fra gli impegni dellapolitica (è stato a lungo consiglierecomunale), della professione (in quantocommercialista) e dello sport.Ed è proprio in quest’ultima veste, considerati i suoi importanti trascorsi dirallista e la sua significativa appartenenzaal Panathlon, che ne intendiamo parlare.In ogni caso, tuttavia, considero FrancoPianezzola una persona che ha datomolto e forse non ha raccolto il giusto.Personalmente lo ricordo attraversarele piazze con passo svelto e poco tempoper chiunque. Un uomo che facevaconoscere il suo pensiero a sprazzi, nellaconvinzione che quanto non venivadetto, comunque doveva essere intuito;un uomo che ha cercato responsabilitàgrandi, condotte sulle ali di una passioneadatta ai tempi e all’età. Probabilmenteun sognatore anomalo, con i piedi peròben piantati a terra, un autentico figliodella nostra città, entusiasta della vita edi quanto lo sport locale proponeva.

Alla fine degli anni Cinquanta è statoprotagonista di infinite partite di pallacanestro fra istituti scolastici, contribuendo alla vittoria del “Vaccari”. Solo poco tempo prima, inoltre, avevapartecipato con il GAB alla staffetta4x100 classificatasi all’undicesimoposto assoluto in Italia: atleta veloce eindomito, era stato selezionato da MarioRigoni assieme ad altri validi amici perquell’importante appuntamento.

La fine degli anni Sessanta ha vistoFranco Pianezzola impegnato su piùfronti, in primis quello rallistico.Nonostante gli ottimi risultati ottenutiin questa specialità, con significativipiazzamenti in gare epiche come il SanMartino, fu solo un pizzico di sfortunaa escluderlo dallo squadrone Fiat.Un ingaggio mancato, che però non gli affievolì la passione, sempre piùcoinvolgente, al punto che continuò a partecipare a competizioni nazionali e internazionali come pilota privato(con le relative spese a carico).Nel 1968 la sua straordinaria abilitàalla guida stava per ottenere il giustocoronamento proprio al San Martino:

Basket, atletica leggera e calcio le sue grandi passioni, ma al di sopra di tutto... i motori.

L’illustre antesignano del rallismo bassanese

Quando tutto ebbe inizio

“Correvano i primi anni Cinquanta -racconta Franco

Pianezzola- quando venni contagiato dalla passione

per l’automobilismo. A quell’epoca mio padre gestiva

il Bar Orientale, all’angolo fra piazza delle Erbe e via

Barbieri. Lavorava venti ore su ventiquattro e non aveva

troppo tempo da dedicarmi. Fu così che venni quasi

“adottato” da Italo Arsie: titolare della vicina Salumeria

Venzo, sposato ma senza figli, mi aveva preso in simpa-

tia e mi portava con sé alle partite del Calcio Valdagno

(che militava in serie B). Ma era anche un fanatico delle

corse automobilistiche: fu sempre con lui che nel 1953,

a Vicenza, assistetti al passaggio della Mille Miglia

(quella vinta in doppiopetto da Giannino Marzotto). Da

allora mi prese (per non abbandonarmi più!) la passione

per i motori. Infatti nel 1960, al volante della Fiat 1100

H di Italo con la quale ogni tanto scarrozzavo anche la

morosa Marisa Valente (poi divenuta mia moglie), parteci-

pai da pilota al Trofeo Supercortemaggiore. Un esordio

che mi regalò una soddisfazione impensabile. Pochi anni

dopo, nel ’66, iniziò la mia carriera di rallista”. a.M.

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In alto, foto grande, l’equipaggio Pianezzola-Monegato nel 1975 al Rally di San Martino.A centro pagina, da sinistra: potrebbero sembrare tre cow boy in un film di Sergio Leone, in realtà si tratta deipiloti Pino Ceccato e Franco Pianezzola al G.P. del Mugello del 1968. Con loro, l’imprenditore Renato Sonda.Due ritratti di Franco Pianezzola, al volante di una Fiat 124 e dell’amata Fiat 124 Sport Spider.

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quando era prossimo ad assaporare ilterzo posto assoluto, a pochi chilometridal traguardo, un’interpretazione sba-gliata del percorso lo fece però scivolareal nono posto nella classifica finale. Ad applaudirlo lungo i tracciato, duespettatori d’eccezione: i figli Gilberto e Sergio, letteralmente affascinati dallesue prestazioni e destinati a ereditarnecon successo la passione rallistica.Le piste di casa e i circuiti internazionlinon hanno impedito a Franco Pianezzoladi occuparsi di altri rilevanti impegninel mondo dello sport. Fra questi, sottola supervisione del sindaco AntonioBasso, un ruolo di primo piano nellafusione di due grandi realtà calcistichelocali: quella fra il Bassano e la Virtus,destinata a scatenare un incredibileentusiasmo fra i tifosi (in anni in cui peri giallorossi si riempiva lo stadio fino agremirlo): non a caso lo stesso Pianezzola,fra i dieci e i diciassette anni, aveva gioca-to nella Virtus essendo contemporanea-mente un acceso tifoso del Bassano!

Nonostante i sempre crescenti impegniprofessionali e le responsabilità istitu-zionali, Franco Pianezzola si adoperòalacremente nella costituzione della scuderia Bassano Corse, la prima natanella nostra città (con i settori “velocitàin circuito”, “velocità in salita” e “rally”),desideroso di dare vita a una realtàindipendente dai team ufficiali. Appeso il casco al classico chiodo, sitrasformò inoltre in prezioso consigliere,preparatore e sponsor dei figli Gilberto(Gibo) e Sergio, cresciuti fra tute, trenidi gomme e odore di benzina, masoprattutto divenuti validissimi piloti.Ragazzi che hanno saputo “tenere giùla tavoletta” e conquistare il CampionatoItaliano Rally (nel 1993), meritandosil’affetto dei fans bassanesi, senza peròvenire sufficientemente gratificati dallastampa e dalle riviste specializzate.Panathleta da sempre, FrancoPianezzola fa sentire la sua presenzanel club con attenti, arguti interventi e consigli, non facendo mancare mai lospessore della sua grande, immensapassione per lo sport.

QUI PANATHLON

Quella volta a sanReMo...

“Nella seconda metà degli anni Sessanta- ricorda ancora

Franco Pianezzola- partecipai al Rally dei Fiori (poi di

Sanremo), prima prova del Campionato Italiano. Alla griglia

di partenza, in posizione molto avanzata, notai un equipaggio

di due giovani ancora sconosciuti. Né a me né a William

Berti, il secondo pilota, pareva avessero ottenuto risultati tali

da meritare quella posizione: ci sfiorò così il pensiero mali-

zioso che fossero, per così dire, dei privilegiati. Fatto sta

che la durezza della speciale di passo Teglia ce li fece pre-

sto dimenticare. La strada molto esposta e piena di neve

richiedeva la massima concentrazione e l’uso frequente delle

marce basse: un fattore negativo, che portò al blocco del

cambio in quarta marcia in condizioni difficilissime di guida.

Alle nostre spalle cominciavo a intravedere un’altra vettura,

sebbene ancora abbastanza distante; così mi fermai in una

piazzola per dare strada, un gesto che piacque alla stampa,

pronta a riportarlo sulle cronache del rally. Alla sera, in

albergo, scoprii che si trattava dei due giovani intravisti alla

partenza: mi avevano lasciato un biglietto complimentandosi

per la sportività. Era firmato Cristiano Rattazzi e Luca

di Montezemolo!”. a. M.

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