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Progetto Unesco anno scolastico 2016/17 Istituto comprensivio di Accadia-Anzano-Monteleone-Sant'Agata in collaborazione col Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi di Monteleone di Puglia Manuale per i docenti n. 2 edito il primo maggio 2017 I bambini salveranno il mondo

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Progetto Unesco anno scolastico 2016/17

Istituto comprensivio di Accadia-Anzano-Monteleone-Sant'Agata in collaborazione col

Centro Internazionale per la Nonviolenza Mahatma Gandhi di Monteleone di Puglia

Manuale per i docenti n. 2 edito il primo maggio 2017

I bambini salveranno il mondo

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Indice

Presentazione del manuale a cura di Rocco Altieri del Centro Gandhi onlus

Letture per la pace. Dalla Bomba atomica al Pikadon.

Cinema per la pace. Sulle ali di una gru. L'avventura di Tomoko.

Laboratorio manuale con la carta. Le gru per la pace.

Don Lorenzo Milani a 50 anni dalla morte

Letture per la pace:Stralci dalla LETTERA AI GIUDICI di don Lorenzo Milani

TESTI CANZONI & POESIE per la pace:

Salmodia contro le armi di Padre David Maria Turoldo

Paz- L'inno alla Pace dell'UNESCO, scritto da FEDERICO MAYOR ZARAGOZA

Esercitazione per riflettere insieme a partire dal testo della canzone Paz

Lo scriverò nel vento, canta il Coro dell'Antoniano di Bologna

Confini di Luca Bassanese

Filastrocca Quanto costa del Canzoniere di Giufrà

Girotondo di Fabrizio de André

Guernica di Luca Bassanese

Guernica per non dimenticare. Analisi del capolavoro di Picasso.

CINEMA PER LA PACE Rapsodia in agosto di Akira Kurosawa.

Programma del Concerto dei Pacha Mama a Monteleone di Puglia 29 maggio 2017

Spettacolo di marionette L'ALBERO E IL MITRA una favola disarmante di Claudio Fantozzi

Il Murale della Pace di Ettore De Conciliis nella Chiesa di San Francesco di Avellino.

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Presentazione del manuale

a cura di Rocco Altieri presidente del Centro Gandhi onlus

Coll'aggravarsi delle tensioni internazionali che ripropongono all'umanità i rischi di un conflitto atomico (si pensi alla crisi di questi giorni con la Corea del Nord e con l'Iran, alle guerre in Afghanistan e in Siria) non è possibile eludere le paure e l'angoscia che arrivano fino ai bambini attraverso i mass-media.Il modo migliore di affrontare la realtà della guerra, “una terza guerra mondiale a pezzi” come ripete spesso Papa Francesco, non è quello di nasconderla e di tacere, ma di parlarne, soprattutto a scuola, senza infingimenti, con semplicità, prospettando le strade che possono spezzare la catena della violenza e alimentare, così, la speranza e la volontà di agire.Bisogna vincere il senso di impotenza e, facendo memoria del passato, sviluppare un rinnovato impegno per costruire la pace, costruendo ponti di solidarietà con le vittime della guerra. Mettendosi insieme i popoli del mondo possono sconfiggere i mostri della follia.La guerra, infatti, non è inevitabile come un terremoto, perché è opera degli uomini e si può prevenire.La guerra, inoltre, non è innata nel codice genetico dell'umanità, perché l'aggressività si può trasformare in modo costruttivo e non distruttivo, arrivando a trascendere i conflitti in modo nonviolento.Bisogna, infine, acquisire consapevolezza che nella guerra moderna i civili sono le principali vittime e che le armi moderne non sono mai difensive, ma di distruzione di massa (atomiche, batteriologiche e chimiche). Da una guerra moderna non si hanno più vincitori e vinti, perché si prefigura la reciproca distruzione. Diventa, perciò, urgente accogliere e sostenere l'invito di Russell e di Einstein che nel lontano anno 1955 chiesero la messa al bando delle armi atomiche. I bambini possono diventare attori efficaci di azioni empatiche, come quella promossa da Sadako con la costruzione delle gru di carta, capaci di curare le ferite e i traumi del mondo dei grandi, la follia dei potenti della terra.Con i materiali messi a disposizione dei docenti in questo manuale (racconti, video, immagini, riflessioni etico-religiose) c'è la possibilità di avviare su questi temi percorsi di riflessione comune con i bambini e i ragazzi delle scuole. Ognuno prenda e approfondisca uno o più aspetti con il proprio gruppo classe. Forse non si potranno affrontare tutti i temi proposti dal manuale nello scorcio dell'anno scolastico che volge a termine, per cui si può programmare che il lavoro educativo prosegua nel prossimo anno scolastico.La festa della pace prevista a Monteleone di Puglia per il 29 maggio, a conclusione del percorso annuale di educazione alla pace, diventi l'occasione per mettere a punto e verificare quanto finora svolto e le prospettive future del progetto UNESCO.

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LETTURE PER LA PACE

DALLA BOMBA ATOMICA AL PIKADON

Il quaderno ripropone la memoria dell'esplosione su Hiroshima e Nagasaki, in un momento, a livello mondiale, di nuova proliferazione degli armamenti atomici.Pikadon è il nome dato in Giappone alla bomba. Nel saggio si alternano testimonianze, testi poetici e narrativi, opportunamente corredati da una parte didattico-scientifica con dati e spiegazioni sulla bomba, sulle differenze tra quella sganciata su Hiroshima e quella su Nagasaki, insieme a grafici sulle vittime dei bombardamenti e mappe aggiornate sull’attuale proliferazione nucleare.

“Dato che la cosa era arrivata con un baleno, pika, seguito da un boato,don, che distrusse ogni cosa, per noi gente di Hiroshima non potevachiamarsi che Pikadon. L’espressione «Bomba atomica» suonava cosìasettica, altezzosa e indifferente!” – Kiyoko Horiba

La “bomba atomica” è un termine coniato da coloro che l’hanno concepita e sviluppata; Pikadon è una parola creata dalle persone che ne hanno vissuto gli effetti in prima persona.[...] La lente di questa parola mi ha offerto un nuovo punto di vista. D’altro canto, mi sono accorto che non esisteva un termine inglese corrispondente a Pikadon: ed è stato come se avessi ricevuto un compito. – Arthur Binard.

La curatrice Yukari Saito, nata a Tokyo in Giappone, vive in Italia dalla metà degli anni ‘80. Traduttrice e saggista,

dirige il Centro di documentazione Semi sotto la neve http://semisottolaneve.blogspot.it/p/blog-page_21.html

che ha fondato a Pisa per aiutare la condivisione delle esperienze e delle informazioni tra i cittadini italiani e giapponesi.

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CINEMA PER LA PACE

"Sulle ali di una gru: L'avventura di Tomoko"

A più di 70 anni dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, l'umanità sembra di nuovo trovarsi di fronte a una grave crisi, con conflitti in varie parti del mondo che potrebbero precipitarci in un'apocalisse nucleare. Ricordare che cosa è stata la bomba atomica può essere il miglior antidoto contro la rassegnazione e contro la sopraffazione delle armi. Trasmettere al mondo, soprattutto ai giovani, le testimonianze di chi ha vissuto l'inferno di quell'agosto 1945, è oggi un compito più che mai urgente. E chi saprà comunicarlo ai suoi coetanei (anche in Italia) meglio di Sadako, bambina di Hiroshima morta per le conseguenze della bomba, diventata un simbolo dell’universale desiderio di pace?

Tsuru ni notte (titolo originale di “Sulle ali di una gru”) è un cartone animato realizzato in Giappone dalla Mushi Production per dare un messaggio a tutti i bambini del mondo: l'abolizione di tutte le armi nucleari e l'importanza della pace. Fu ideato da una signora giapponese residente in Francia, Miho Cibot, che colpita nel vedere i bambini francesi giocare alla "guerra atomica" decise di raccontare loro le tragedie di Hiroshima e Nagasaki.Nel febbraio del 1989 gli amici giapponesi della signora Cibot cominciarono una campagna di raccolta fondi per realizzare un breve cartone animato che fu completato nel giugno del 1993.

Il nostro mondo è pieno di armi nucleari. Le occasioni di conflitto sono dovunque.

Il cartone vuole appunto stimolare e ispirare i bambini di tutto il mondo. Può essere presentato ad un pubblico misto, fatta di genitori e bambini,

insegnanti e studenti e amici.Discutendo del film dopo averlo visto, gli spettatori riflettono sulla pace

come patrimonio comune dell’umanità sono quindi incoraggiati a fare qualcosa per mantenerla...

e questo è proprio la finalità che vuole essere raggiunta da questo cartone.

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Personaggi del film:

Tomoko è una bambina di 12 anni che vive nella provincia di Hiroshima. Un giorno, durante le vacanze estive, visita da sola l'Hiroshima Peace Memorial Museum per scrivere un tema dal titolo "La mia avventura", parte dei suoi compiti a casa. Gli incredibili effetti del bombardamento atomico che apprende nel museo la colpiscono profondamente. Sconvolta e stanca passeggia verso il Peace Memorial Park dove incontra una bambina misteriosa. Il suo nome è Sadako. Fu esposta alle radiazioni all'età di due anni e morì quando ne aveva 12. Sadako guiderà Tomoko in un viaggio molto speciale.

Sadako Sasaki aveva solo due anni il 6 agosto 1945, quando la prima bomba atomica venne sganciata sulla sua città, Hiroshima. Non riportò ferite, benché si trovasse ad appena 1,7 chilometri dal ground zero. Nove anni dopo era una bambina allegra, amata da tutti. Purtroppo, uno degli effetti più atroci delle armi atomiche è che le radiazioni sprigionate possono causare le malattie anche a molti anni di distanza. Sadako si ammalò all'età di undici anni e fu ricoverata in ospedale per una leucemia. Un giorno, sentì dire che il suo desiderio di guarigione si sarebbe realizzato se avesse piegato mille gru di carta. Da quel momento, Sadako piegò ogni giorno fogli di carta nelle fattezze di piccole gru affinché potesse ricuperare la salute. Dopo aver lottato nove mesi, tuttavia, il 25 ottobre 1955 morì.

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Laboratorio manuale con la cartaLe gru per la pace

Tutorial per creare Origami:in lingua italiana: https://youtu.be/iTK-e816Bqs

in lingua inglese: https://youtu.be/Ux1ECrNDZl4solo immagini : https://youtu.be/FqKNwtRZcrY

Esiste una leggenda giapponese che racconta che chi potrà fare 1000 gru di origami vedrà il suo sogno fatto realtà. E fu questo, quello che provò da fare Sadako, una bambina giapponese di 11 anni malata di leucemia. Aveva 2 anni quando cadde la bomba atomica sulla sua città, Hiroshima. Lei sopravvisse, ma anni più tardi gli effetti della bomba fecero effetto e si ammalò gravemente. Mentre era in ospedale, la sua amica Chizucho le spiegò che se desiderava qualcosa con molta forza e costruiva 1000 gru di carta, il suo sogno sarebbe diventato realtà. E lei aveva un sogno: correre di nuovo. Chizucho le regalò la prima gru fatta da lei con una bella carta dorata. Sadako usò la carta dei medicinali e tutte quelle che trovava in giro e fece 644 gru di origami ma purtroppo, la malattia fu più veloce e non ebbe il tempo di finire. I suoi amici, però, per renderle omaggio, completarono il lavoro che lei aveva iniziato, arrivando alle 1000 gru con la speranza che nel mondo non ci fossero più guerre. Questa storia fece il giro del mondo e la gru diventò un simbolo di pace.

Oggi nella sua città, nel Parco della Pace, c’è un monumento con Sadako che tiene una gru dorata nelle mani, dove si può leggere:

Questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera; pace nel mondo.

Da allora, arrivano a Hiroshima migliaia di gru di carta da tutto il pianeta perché i bambini della città, ogni 6 di agosto, possano appenderle al monumento di Sadako, con la speranza di trasmettere questo messaggio a tutto il mondo. Se volete mandare le vostre, questo è l’indirizzo per farlo:

Peace Promotion Division T

he City of Hiroshima

1-5 Nakajima-cho Naka-kuHiroshima 730-081, Japan

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Istruzioni:

1. Piega per la linea punteggiata per lasciare il segno e riapre la carta.

Girala.

2. Piega per la linea punteggiata, riapre e gira di nuovo la carta.

3. Piegala verso l’interno formando un quadrato.

4. Piega per la linea punteggiata, gira la carta e piega della stessa forma

questo lato.

5. Piega per la linea punteggiata.

6.Lascia il segno e riapre.

7. Porta la punta inferiore verso l’alto, piegando per la linea punteggiata.

8. Gira il lavoro e fai lo stesso dall’altro lato.

9. Piega per la linea punteggiata e gira il lavoro.

10. Ripete il passo 9 in questo lato.

11. Unisce il lato superiore sinistro con quello destro verso di te, e il lato inferiore sinistro con quello destro verso il tavolo.

12. Inverte il lavoro e piega per la linea punteggiata.

13. Gira, e ripete il passo

14. Inverte di nuovo.

15. Piega per la linea punteggiata come indicano le frecce.

Soffia un po’ per il buchino che si forma sotto la pancia della gru.

16. Piega per fare la testa.

17. Ecco la tua gru pronta!

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L'unica difesa è il disarmo:o gli uomini distruggeranno le armi o le armi distruggeranno l'umanità!

Manifesto Russel-Einstein del 1955

Don Lorenzo Milani a 50 anni dalla morte (Firenze 1923-1967)

Don Lorenzo Milani resta il maestro più importante per avviare un progetto di educazione alla pace

Papa Francesco ne ha di recente elogiato il magistero profetico.

Video consigliati su Don Lorenzo Milani:

Papa Francesco: "Don Milani, un educatore appassionato"https://youtu.be/qzGlrfg7wVM

Don Lorenzo Milani in La Storia siamo noi - parte 1 - Dalla Conversione alla prima scuola popolarehttps://youtu.be/ufDfqj72N9Y

Don Lorenzo Milani in La Storia siamo noi - parte 3 - La scuola di Barbiana https://youtu.be/OslIicGb-XI

Don Lorenzo Milani in La Storia siamo noi - parte 5 - La lettera ai cappellani militarihttps://youtu.be/7EBW5xgAKQc

Documentario con video originali su Don Milani e la Scuola di Barbiana - prima partehttps://youtu.be/_jShIVtBods

Documentario con video originali su Don Milani e la Scuola di Barbiana seconda parte https://youtu.be/7lH6L6dBP7U

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Stralci dalla LETTERA AI GIUDICI di don Lorenzo Milani

Autodifesa del priore di Barbiana, dopo una denuncia per apologia di reato, presentata da un gruppo di ex combattenti

Barbiana 18 ottobre 1965

Abbiamo dunque preso i nostri libri di storia (umili testi di scuola media, non monografie da specialisti) e siamo riandati cento anni di storia italiana in cerca d'una "guerra giusta". D'una guerra cioè che fosse in regola con l'articolo 11 della Costituzione. Non è colpa nostra se non l'abbiamo trovata.

la Costituzione nella scuola

L'Assemblea Costituente ci ha invitati a dar posto nella scuola alla Carta Costituzionale "al fine di rendere consapevole la nuova generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali"(ordine del giorno approvato all'unanimità nella seduta, dell'11 Dicembre 1947).

l'Italia ripudia

Una di queste conquiste morali e sociali è l'articolo 11: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli". Voi giuristi dite che le leggi si riferiscono solo al futuro, ma noi gente della strada diciamo che la parola ripudia è molto più ricca di significato, abbraccia il passato e il futuro, E' un invito a buttar tutto all'aria: all'aria buona. La storia come la insegnavano a noi e il concetto di obbedienza militare assoluta come la insegnano ancora.

Mi scuserete se su questo punto mi devo dilungare, ma il Pubblico Ministero ha interpretato come apologia della disobbedienza una lettera che è una scorsa su cento anni di storia alla luce del verbo ripudia..

ci mistificavano tutto

E' dalla premessa di come si giudicano qelle guerre che segue se si dovrà o no obbedire nelle guerre future. Quando andavamo a scuola noi i nostri maestri, Dio li perdoni, ci avevano così bassamente ingannati. Alcuni poverini ci credevano davvero: ci ingannavano perché erano a loro volta ingannati. Altri sapevano di ingannarci, ma avevano paura. I più erano forse solo dei superficiali. A sentir loro tutte le guerre erano "per la Patria". Esaminiamo ora quattro tipi di guerra che "per la Patria" non erano.

1. per la classe dominante

I nostri maestri sí dimenticavano di farci notare una cosa lapalissiana e cioè che gli eserciti

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marciano agli ordini della classe dominante. In Italia fino al 1880 aveva diritto di voto solo il 2% della popolazione. Fino al 1909 il 7%. Nel 1913 ebbe diritto di voto il 23%, ma solo la metà lo seppe o lo volle usare. Dal '22 al '45 il certificato elettorale non arrivò più a nessuno, ma arrivarono a tutti le cartolie di chiamata per tre guerre spaventose. Oggi di diritto il suffragio è universale ma la Costituzione (aticolo 3) ci avvertiva nel '47 con sconcertante sincerità che i lavoratori erano di fatto esclusi dalle leve del potere. Siccome non è stata chiesta la revisione di quell'articolo è lecito pensare (e io lo penso) che esso descriva una situazione non ancora superata. Allora è ufficialmente riconosciuto che i contadini e gli operai, cioè la gran massa del popolo italiano non è mai stata al potere.

esercito classista

Allora l'esercito ha marciato solo agli ordini di una classe ristretta. Del resto ne porta ancora il marchio: il servizio di leva è compensato con 93.000 al mese per i figli dei ricchi e con 4.500 Iire al mese per i figli dei poveri, essi non mangiano lo stesso rancio alla stessa mensa, i figli dei ricchi sono serviti da un attendente figlio dei poveri. Allora l'esercito non ha mai o quasi mai rappresentato la Patria nella sua totalità e nella sua eguaglianza.

difese di popolo aggressione di classe

Del resto in quante guerre della storia gli eserciti han rappresentato la Patria? Forse quello che difese la Francia durante la Rivoluzione. Ma non certo quello di Napoleone in Russia. Forse l'esercito inglese dopo Dunkerque. Ma non certo l'esercito inglese a Suez. Forse l'esercito russo a Stalingrado. Ma non certo l'esercito russo in Polonia. Forse l'esercito italiano al Piave. Ma non certo l'esercito italiano il 24 Maggio.

Ho a scuola esclusivamente figlioli di contadini e di operai. La luce elettrica a Barbiana è stata portata quindici giorni fa, ma le cartoline di precetto hanno cominciato a portarle a domicilio fin dal 1861. Non posso non avvertire i miei ragazzi che i loro infelici babbi han sofferto e fatto soffrire in guerra per difendere gli interessi di una classe ristretta (di cui non facevano nemmeno parte) non gli interessi della Patria.

idolatria

Anche la Patria è una creatura cioè qualcosa di meno di Dio, cioè un idolo se la si adora. Io penso che non si può dar la vita per qualcosa di meno di Dio. Ma se anche si dovesse concedere che si può dar la vita per l'idolo buono (la Patria), certo non si potrà concedere che si possa dar la vita per l'idolo cattivo (le speculazioni degli industriali).

2. dar la vita per nulla

Dar la vita per nulla è peggio ancora. I nostri maestri non ci dissero che nel '866 l'Austria ci aveva offerto il Veneto gratis. Cioè che quei morti erano morti senza scopo. Che è mostruoso andare a morire e uccidere senza scopo. Se ci avessero detto meno bugie avremmo intravisto com'è complessa la verità. Come anche quella guerra, come ogni guerra, era composita dell'entusiasmo eroico di alcuni, dello sdegno eroico di altri, della delinquenza di altri ancora.

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rispetto per i caduti

Lo dico perché alcuni mi accusan di aver mancato di rispetto ai caduti. Non è vero. Ho rispetto per quelle infelici vittime. Proprio per questa mi parrebbe di offenderli se lodassi chi le ha mandate a morire e poi si è messo in salvo. Per esempio quel re che scappò a Brindisi con Badoglio e molti generali e nella fretta si dimenticò perfino di lasciar gli ordini. Del resto il rispetto per i morti non può farmi dimenticare i miei figlioli vivi. Io non voglio che essi facciano quella tragica fine. Se un giorno sapranno offrire la loro vita in sacrificio ne sarò orgoglioso, ma che sia por la causa di Dio e dei poveri, non per il signor Savoia o il signor Krupp. Bisognerà ricordare anche le guerre per allargare i confini oltre il territorio nazionale.

3. dar la vita per la strategia

Ci sono ancora dei fascisti poveretti che mi scrivono lettere patetiche per dirmi che prima di pronunciare il nome santo di Battisti devo sciacquarmi la bocca.

Battisti

E' perché i nostri maestri ce 1'avevano presentato come un eroe fascista. Si erano dimenticati di dirci che era un socialista. Che se fosse stato vivo il 4 novembre quando gli italiani entrarono nel Sud Tirolo avrebbe obiettato. Non avrebbe mosso un passo di là da Salorno per lo stessissimo motivo per cui quattro anni prima aveva obiettato alla presenza degli austriaci di qua da Salorno e s'era buttato disertore, come dico appunto nella mia lettera. "Riterremmo stoltezza vantar diritti su Merano e Bolzano" (Scrtti politici di Cesare Battisti, vol. II pag.96-97). "Certi italiani confondono troppo facilmente il Tirolo col Trentino e con poca logica vog1iono i confini d'Italia estesi fino al Brennero" (ivi). Sotto il fascismo la mistificazione fu scientificamente organizzata. E non solo sui libri, ma perfino sul Paesaggio. L'Alto Adige, dove nessun soldato italiano era mai morto, ebbe tre cimiteri di guerra finti (Colle Isarco, Passo Resia, S. Candido) con caduti veri disseppelliti a Caporetto.

il Mondo unito

Parlo di confini per chi crede ancora, come credeva Battisti, che i confini debbano tagliare preciso tra nazione e nazione. Non certo per dar soddisfazione a quei nazisti da museo che sparano a carabinieri di 20 anni. In quanto a me, io ai miei ragazzi insegno che le frontiere son concetti superati. Quando scrivevamo la lettera incriminata abbiamo visto che i nostri paletti di confine sono stati sempre in viaggio. E ciò che seguita a cambiar di posto secondo il capriccio delle fortune militari non può essere dogma di fede né civile né religiosa.

4. dar la vita oltremare

Ci presentavano l'Impero come una gloria della Patria! Avevo 13 anni. Mi par oggi. Saltavo di gioia per l'Impero. I nostri maestri s'erano dimenticati di dirci che gli etiopici erano migliori di noi. Che andavamo a bruciare le loro capanne con dentro le loro donne e i loro bambini mentre loro non ci avevano fatto nulla. Quella scuola vile, consciamente o inconsciamente non so, preparava gli orrori di tre anni dopo. Preparava milioni di soldati obbedienti. Obbedienti agli ordini di Mussolini. Anzi, per essere più precisi, obbedienti agli ordini di Hitler. Cinquanta milioni di morti.

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obbligo civico di demistificare

E dopo esser stato così volgarmente mistificato dai miei maestri quando avevo 13 anni, ora che sono maestro io e ho davanti questi figlioli di 13 anni che amo, vorreste che non sentissi l'obbligo non solo morale (come dicevo nella prima parte di questa lettera), ma anche civico di demistificare tutto, compresa l'obbedienza militare come ce la insegnavano allora? Perseguite i maestri che dicono ancora le bugie di allora, quelli che da allora a oggi non hanno più studiato né pensato, non me.

anche il soldato ha una coscienza

Abbiamo voluto scrivere questa lettera senza l'aiuto d'un giurista. Ma a scuola una copia dei Codici l'abbiamo. Nel testo stesso dell'art. 40 c.p.m.p. e nella giurisprudenza all'art. 51 de c.p. abbiamo trovato che il soldato non deve obbedire quando l'atto comandato è manifestamente delittuoso. Che l'ordine deve avere un minimo d'apparenza di legittimità. Una sentenza del T.S.M. condanna un soldato che ha obbedito a un ordine di strage di civili (13-12-1949 imputato Struch). Allora anche il Vostro ordinamento riconosce che perfino il soldato ha una coscienza e deve saperla usare quando è l'ora. Come potrebbe avere un minimo di parvenza di legittimità una decimazione, una rappresaglia su ostaggi, la deportazione degli ebrei, la tortura, una guerra coloniale?

il diritto internazionale

Oppure, può avere un minimo di parvenza di legittimità un atto condannato dagli accordi internazionali che l'Italia ha sottoscritto? Il nostro Arcivescovo Card. Florit ha scritto che "è praticamente impossibile all'individuo singolo valutare i molteplici aspetti relativi alla moralità degli ordini che riceve" (Lettera al Clero 14-4-1965). Certo non voleva riferirsi all'ordine che hanno ricevuto le infermiere tedesche di uccidere i loro malati. E neppure a quello che ricevette Badoglio e trasmise ai suoi soldati di mirare anche agli ospedali (telegramma di Mussolini 28-3-1936).

i gas in Etiopia

E neppure alI'uso dei gas. Che gli italiani in Etiopia abbiano usato gas è un fatto su cui è inutile chiuder gli occhi. Il Protocollo di Ginevra del 17-5-1925 rattificato dall'Italia il 3-4-1928 fu violato dall'Italia per prima il 23-12-1935 sulTacazzé. L'Enciclopedia Britannica lo da per pacifico.Lo denunciano oramai anche i giornali cattolici. L'Avvenire d'ltalia articoli di Angelo del Boca dal 13-5-1965 al 15-7-1965). Abbiamo letto i telegrammi di Mussolini a Graziani: "autorizzo impiego gas" (telegramma numero 12409 del 27-10- 1935) di Mussolini a Badoglio: "rinnovo autorizzazione impiego gas qualunque specie e su qualunque scala". Hailè Selassiè l'ha confermato autorevolmente e circostanziatamente'(intervista per l'Espresso 29-9-1965 e sg.). Quegli ufficiali e quei soldati obbedienti che buttavano barili d'iprite sono criminali di guerra e non son ancora stati processati. Son processato invece io perché ho scritto una lettera che molti considerano nobile(carissime fra le tante le lettere di affettuosa solidarietà delle Commissioni Interne delle princípali fabbriche fiorentine, quelle dei dirigenti e attivisti della C.I.S.L. di Milano e della C.I.S.L. di Firenze e quella dei Valdesi). Che idea si potranno fare i giovani di ciò che è crimine? Oggi poi le convenzioni internazionali son state accolte nella Costituzione (art. 10). Ai miei montanari insegno a avere più in onore la Costituzione e i patti che la loro Patria ha firmato che gli ordini opposti d'un generale.

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il buon senso dei poveri

Io non li credo dei minorati incapaci di distinguere se sia lecito o no bruciar vivo un bambino. Ma dei cittadini sovrani e coscienti. Ricchi del buon senso dei poveri. Immuni da certe perversioni intellettuali di cui soffrono talvolta i figli della borghesia. Quelli per esempio che leggevano D'Annunzio e ci han regalato il fascismo e le sue guerre.

Norimberga

A Norimberga e a Gerusalemme son stati condannati uomini che avevano obbedito. L'umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, pèrché c'è una legge che gli uomini non hanno forse ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran Parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca.

Condannare la nostra lettera equivale a dire ai giovani soldati italiani che essi non devono avere una coscienza, che devono obbedire come automi, che i loro delitti li pagherà chi li avrà condannatì. E invece bisogna dir loro che Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, che vede ogni notte donne e bambini che bruciano e si fondono come candele rifiuta di prender tranquillanti, non vuol dormire,non vuol dimenticare quello che ha fatto quand'era un'bravo ragazzo, un soldato disciplinato" (secondo la definizione dei suoi superiori) "un povero imbecille irresponsabile" (secondo la definizione che dà lui di sé ora) (carteggio di Claude Eatherly e Gunter Anders - Einaudi / 1962).

la responsabilità in solido

Ho poi studiato a teologia morale un vecchio principio di diritto romano che anche voi accettate. Il principio della responsabiIità in solido. Il popolo lo conosce sotto forma di proverbio:"Tant'è ladro chi ruba che chi para il sacco". Quando si tratta di due persone che compiono un delitto insieme, per esempio il mandante e il sicario, voi gli date un ergastolo per uno e tutti capiscono che la responsabilità non si divide per due.

responsabilità in frazioni

Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scieriziati? tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all'uomo d'oggi. E così siamo giunti a quest'assurdo che l'uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L'aviere dell'era atomica riempie il serbatoio dell'apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 giapponesi e non si pente. A dar retta ai teorici dell'obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell'assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabilè perché pazzo. Dunque quel delitto non è mai avvenuto perché non ha autore. C'è un modo solo per uscire da questo macabro gioco di parole.

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l'obbedienza non è più una virtù

Avere il coraggio di dire ai giovaní che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto. A questo patto l'umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico.

l'uccisione dei civiliE infine affrontiamo il problema più cocente delle ultime guerre e di quelle future: l'uccisione dei civili. La Chiesa non ha mai ammesso che in guerra fosse lecito uccidere civili, a meno che la cosa avvenisse incidentalmenle cioè nel tentare di colpire un obiettivo militare. Ora abbiamo letto a scuola su segnalazione del Giorno un articolo del premio Nobel Max Born (Bullettin of the Atomic Scientists, aprile 1964). Dice che nella prima guerra mondiale i morti furono 5% civili 95% militari (si poteva ancora sostenere che i civili erano morti "incidentalmente").

nelle ultime tre guerre

Nella seconda 48% civili 52% militari (non si poteva più sostenere che i civili fossero morti "incidentalmente"). In quella di Corea 84% civili 16% militari (si può ormai sostenere che i militari "muoiono incidentalmente").

la strategia d'oggi

Sappiamo tutti che i generali studiano la strategia d'oggi con l'unità di misura del megadeath (un milione di morti) cioè che le armi attuali mirano direttamente ai civili e che si salveranno forse solo i militari.

Gandhi

Che io sappia nessun teologo ammette che un soldato possa mirare direttamente (si può ormai dire esclusivamente) ai civili. Dunque in casi del genere il cristiano deve obiettare anche a costo della vita. Io aggiungerei che mi pare coerente dire che a una guerra simile il cristiano non potrà partecipare nemmeno come cuciniere. Gandhi l'aveva già capito quando ancora non si parlava di armi atomiche. "Io non traccio alcuna distinzione tra coloro che portano le armi di distruzione e coloro che prestano servizio di Croce Rossa. Entrambi partecipano alla guerra e ne promuovono la causa. Entrambi sono colpevoli del crimine della guerra (Non-violence in peace and war.Ahmedabad 14 vol. 1).

A questo punto mi domando se non sia accademia seguitare a discutere di guerra con termini che servivano già male per la seconda guerra mondiale.

la guerra futura

Eppure mi tocca parlare anche della guerra futura perché accusandomi di apologia di reato ci si riferisce appunto a quel che dovranno fare o non fare i nostri ragazzi domani. Ma nella guerra futura

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l'inadeguatezza dei termini della nostra teologia e della vostra legislazione è ancora più evidente.

sparare per primi

E' noto che l'unica "difesa" possibile in una guerra di missili atomici sarà di sparare circa 20 minuti prima del "aggressore". Ma in lingua italiana lo sparare prima si chiama aggressione e non difesa.

vendicarsi

Oppure immaginiamo uno Stato onestissimo che per sua "difesa" spari 20 minuti dopo. Cioè che sparino i suoi sommergibili unici superstiti d'un paese ormai cancellato dalla geografia. Ma in lingua italiana questo si chiama vendetta non difesa. Mi dispiace se il discorso prende un tono di fantascienza, ma Kennedy e Krusciov (i due artefici della distensione!) si sono lanciati l'un l'altro pubblicamente minacce del genere. "Siamo pienamente conspevoli del fatto che questa guerra se viene scatenata, diventerà sin dalla primissima ora una guerra termonucleare e una guerra mondiale. Ciò per noi è perfettamente ovvio" (lettera di Krusciov a B. Russell, 23-10-1962).

Siamo dunque tragicamente nel reale. Allora la guerra difensiva non esiste più. Allora non esiste più una "guerra giusta" né per la Chiesa né per la Costituzione.

sopravvivenza della specie umana

A più riprese gli scienziati ci hanno avvertiti che è in gioco la sopravvivenza della specie umana. (Per esempio Linus 'Pauling premio Nobel per la chimica e per la pace). E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana?

Spero di tutto cuore che mi assolverete, non mi diverte l'idea di andare a fare l'eroe in prigione, ma non posso fare a meno di dichiararvi esplicitamente che seguiterò a insegnare ai miei ragazzi quel che ho insegnato fino a ora. Cioè che se un ufficiale darà loro ordini da paranoico hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una casa di cura. Spero che in tutto il mondo i miei colleghi preti e maestri d'ogni religione e d'ogni scuola insegneranno come me. Poi forse qualche generale troverà ugualmente il meschino che obbedisce e così non riusciremo a salvare l'umanità.

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Salmodia contro le armidi Padre David Maria Turoldo

(appello a tutti gli operai)

Anche la Cina fabbrica armi,speravo, pensavo, dicevo:almeno la Cina! Basterebbeche la Cina si mettesse a camminare;cammini e basta, la Cina!Così cantavo: centomilioni in cammino, duecentomilioni in cammino, cinquecentomilioni in cammino...Invece è ferma,ferma come un oceano gelato.Sognavo sì, che esplodesse la Cina;ma di pura esplosione biologica.Chi arresta la vita?Chi può soffocare una fonte?Invece neppure la Cina.Anzi, anche la Cina - estrema illusione -si mette a imitare l'Occidente:il male del mondo è l'Occidente.E il peggiore dei mali è che tuttotutto si fa occidentale.E non solo per la questione delle armi,perfino in religionela malattia mortale è l'Occidente.Tutti giurano sulla Bibbiae intanto fabbricano armi.

L'America fabbrica armila Russia fabbrica armitutta l'Europa fabbrica armi.L'America vende armil'Inghilterra e la Svezia vendono armila Francia e il Belgio e l'Olanda vendono armiperfino l'Italia - il più festoso paesed'Europa - vende armi...Di chi sono le armi del Medio Oriente e d'Israele?Di chi sono le armi del Sud-Africa,dell'Angola, del Mozambico?Di chi erano le armi del Biafra?Di chi sono le armi del Vietnam,del Vietcong, della Cambogia, dell'Indonesia?Armi nucleari, armi atomiche,missili, contromissili, armi chimiche,gas nervino, armi batteriologiche,

armi psicologiche, armiarmi armi!E torture!

Due volte distrutta la terra, tre voltedistrutta la terra, dieci voltecento volte distrutta la terra.E va bene: distruggeteci subito e siafinita. Ma non dite:noi siamo per la pace." Il rappresentante della più grande potenzamilitare, saluta il rappresentantedella più grande potenza spirituale. "Così non c'è più nessuna differenza?Meglio subito perduti:purché non si viva piùin questo immobile terrore,tutti sotto l'immenso fungo di morte!Purché nessuno più dica: la pace, la pace!La civiltà, il futuro, il progresso,l'unità del mondo!E' vero il contrario; il dominio del mondo!Il prestigio, la tua ricchezzae la mia fame. La fame di duemiliardi di uomini, di cinquemiliardi di uomini, domanidi dieci miliardi di uomini:questo oceano oscuro e ancora immobile.Almeno esplodesse questo oceano cupoe immobile; e Dio scendessead agitarlo. Perché da solinon possiamo, non possiamo!Nessuno ci libera dai nuovi Faraonise Dio non scende a liberarci.

Militari, sempre più militaridovunque, milioni di militariall'ovest, milioni e milionidi militari all'est, sull'Ussuri, sull'Everest.Uomini, per una divisavendete la vostra libertà?tutti indietro verso la grande foresta:uccidiamoci subitoprima che sia tardi.

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Militarismi nazionalismi razzismid'ogni specie, classismi:come da principio come da sempre.E Cristo è venutoma è come se non fosse venuto.e a fare le guerre sono sempre i poveri:i potenti vendono, i poveri comperano.E saranno sempre più poverimentre loro saranno sempre più ricchi.I poveri non posseggono armii poveri non hanno diritti!Almeno gli operai di tutto il mondocapissero, almeno essi: tutti gli operai!Che hanno da guadagnare gli operaia costruire armi?Tutte armi di morte contro di loro:costruiscono la loro mortecon le loro stesse mani.Mai visto le armi uccidere i padroni,i molti Krupp del mondo;io ho visto uccidere solo i poverie gli operai. Almeno gli operai capissero!Anche in Russia è avvenuto,anche in Ungheria è avvenuto;così in Cecoslovacchia, così in Coreae nel Vietnam e in varie parti dell'Africaed ora in tutta l'America del sud.Armi dei ricchi e guerre dei poveri.

Operaio, non costruire più armi.Ogni arma che fai sono moltitudinidi poveri e di operai ad essere uccisi,con la tua stessa arma.Come fai a prendere la pagaperché hai costruito armi?Come fai a lavorare per la pacese costruisci armi? Come puoiaccarezzare i tuoi bambinidopo che le tue mani hanno costruitoun fucile una bomba una mitraglia?Come fai a procreare creando armi?Quando tutti finalmente capiranno,tu domani sarai esposto al ludibrioun povero, beffato, esposto al ludibrio!

Operai, lasciate le fabbriche di armi!Tutti insieme in un solo giorno,queste fucine di morte:insieme provvederemo giustamente alla paga,lasciatele a un giorno convenuto,tutti gli operai del mondo insieme.E scendete sulle piazze, tutti gli operai,

a un ordine da voi convenuto.E andate sotto le " Case bianche ",di tutte le capitali

E a comperare armi sono sempre i poverie urlate tutti insieme, operai d'ogni specie,questa sola parola: non vogliamopiù armi, non facciamo più armi!Solo questo urlate insiemenel cuore di tutte le capitali.E poi vediamo cosa succede.Per salvarci non c'è altro ormai.Allora sarete voi i veri salvatori;operai, fate questoe vivrete. E vivremo.E sarete invincibili.

Tutto il resto è un nulla di nullaanche la religione senza questoè un correre dietro il vento.L'obiezione di coscienza:un lusso inutile;il movimento per la pace,una componente al sistema;non valgono queste contestazioni:moti di inutili disperazioni.Solo l'Utopia porta avanti il mondo.Vale solo questo: la nuova salvezzadeve venire da voi operai.Inutili sono le barricateda lunedì sera a venerdì mattinaperché dopo viene il weekend.Non vedete che vi comperanocon una seicento e un televisore?E intanto vendono le armi che voi fabbricateperché sparino contro di voi.

Né vale più dire guerra di offesaguerra di difesa: sono sempre guerre.Queste idee sono sempre micidialiquando giungono al potere.Perciò Cristo non vuole il potere." Caino, che hai fatto di tuo fratello? "Ma intanto bisogna ammazzare Caino!

Invece, " non uccidete Caino:sarà ucciso sette voltecolui che uccide Caino! "E' stato così, è sempre stato così.La spirale della violenza dovevaessere distrutta fin dall'origine.Non c'è altra via di scampo:

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non fare armi, operaionon fare armi.Allora sarai tu il nuovo Cristo che viene.Anche a difesa di Dio" Metti via la spada! "Ma bisogna che facciamo così,a un giorno convenuto, in tuttoil mondo. Gli operai che scendonoin piazza a gridare insieme:" non facciamo più armi! "Operai di tutto il mondo(o ci salveremo insiemeo tutti insieme ci perderemo).A gridare dico insieme sulle piazze:" non vogliamo fare più armi! "

Alla vostra busta pagatutti insieme ci penseremo.Immaginate, operai, per grazia vostranessun'arma che spara sulla terranessuna portaerei che naviga sui marinessun fragore di bomba dal cielo.Per grazia vostra, operai,nessuna sirena che urlanessun reggimento che marciain nessuna direzione,perché non ha armi,nessun lamento di uccisi:il silenzio, la pace!In grazia vostra, operai.

David Maria Turoldo (dicembre 1972)

David Maria Turòldo (Coderno, Sedegliano, 1916 - Milano 1992), prete dell'ordine dei Servi di Maria, fu poeta e pubblicista. Partecipò alla Resistenza, e a quel periodo risalgono le sue prime poesie che videro la luce nella rivista clandestina L'uomo. Già la sua prima raccolta di versi, Io non ho mani (1948), rivela i tratti essenziali della sua poesia, mossa da un forte impegno morale, da un'esigenza di fraternità che affronta, talvolta nei toni caldi della protesta, i problemi della condizione umana. Tra le raccolte successive: Udii una voce (1952); Gli occhi miei lo vedranno (1955); Se tu non riappari (1963). Nel 1976 pubblicò Il sesto angelo. Poesie scelte prima e dopo il 1968 e Fine dell'uomo?. Alla raccolta complessiva Lo scandalo della speranza (2 voll., 1984) seguirono Canti ultimi (1991) e Mie notti con Qohelet (1992). La sua multiforme attività letteraria si è esplicata anche nella saggistica, nel teatro (La passione di san Lorenzo , 1961), nella meditazione religiosa, nella traduzione di testi biblici.

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

PAZ

L'inno alla Pace dell'UNESCO, scritto da FEDERICO MAYOR ZARAGOZA per 20 anni presidente internazionale dell'Unesco, è qui cantato da PACO DAMAS.La canzone si può ascoltare sul sito : https://youtu.be/FBeXFItjC4Y

PazLetra: Federico Mayor Zaragoza (Poemas “Paloma en Paz” y “Plantaremos olivos”) / Música: Paco Damas

Plantaremos olivosdonde antes había espinos.Todos igualesde la mano.Todos distintos,con una canciónde amoren nuestros labios.Plantaremos olivos.¿A dónde va mi vuelo?SHALOM, SALAM:¡Por Dios, cesad el fuego!SHALOM, SALAM:¿A dónde va mi vuelo?SHALOM, SALAM:Y plantaremos olivosdonde antes hubo espinos.Compartir, lo único urgente,en este amanecer de siglo.Plantaremos olivosdonde anteshabía espinos.¿A dónde va mi vuelo?SHALOM, SALAM:¡Por Dios, cesad el fuego!SHALOM, SALAM:¡... que estoy sin alas, sin aire, sin paz...y sin olivo!PAZ, PEACE, PAIX,MIR, SHALOM, SALAM.PAZ, PEACE, PAIX, MIR, SHALOM, SALAM.

PaceTesto: Federico Mayor Zaragoza (Poesie

"Colomba della Pace"e "Pianteremo ulivi") / Musica: Paco Damas

Piantaremo ulividove prima c'erano rovi.

Tutti ugualimano nella mano

Tutti diversi,con una canzoned'amoresulle nostre labbra.Pianteremo ulivi.Dove va il mio volo?SHALOM SALAM:Per Dio, cessate il fuoco!SHALOM SALAM:Dove va il mio volo?SHALOM SALAM:Pianteremo ulivi.dove prima c'erano rovi.Condividere, unica urgenza,in questo inizio di secolo.Pianteremo ulivi.dove prima c'erano rovi.Dove va il mio volo?SHALOM SALAM:

Per Dio, cessate il fuoco!SHALOM SALAM:

... Sono senza ali, senza aria, senza pace ...senza olivo!

PAZ, PEACE, PAIX,MIR, SHALOM, SALAM.

PAZ, PEACE, PAIX, MIR, SHALOM, SALAM.

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Esercitazione per riflettere insieme a partire dal testo della canzone

A cura di Guillem Vallejo Fores

Leggere per comprendere

Questa canzone si basa avendo per sfondo la natura per esprimere ancora una volta l'impegno per la pace. La prima strofa si apre e si chiude con lo stesso verso che è una dichiarazione di principi.

1. Cerca in un'enciclopedia cosa simboleggia l'ulivo e quale uccello nella

Bibbia porta con sé un ramoscello di questo albero.

2. Cosa esprime l'opposizione semantica "Ulivo / Rovi" e perché credi che

la canzone enfatizza l'alternanza del futuro / passato per marcare questa opposizione?

3. Il parallelismo della prima strofa: "Tutti uguali / mano nella mano. / Tutti diversi/ pone un'apparente contraddizione:che cosa secondo te fa gli esseri umani “uguali” e nello stesso tempo diversi?

4. Il cambio della prima persona plurale alla prima persona del singolare introduce un nuovo soggetto che prende la parola in questa canzone. Chi credi che sia e che parola chiave ci permette di individuarlo?

5. L'ultima strofa propone un'amplificazione della parola ebraica e araba:"SHALOM SALAM". Perché secondo te vengono ora accompagnate da altre parole dello stesso significato in altre lingue?

Leggere per scrivere

Ti proponiamo ora di continuare con la poesia o di cambiare il genere letterario e passare dal verso alla prosa. Offriamo due opzioni:

1.Scegli la parte della poesia che più ti piace e modificala aggiungendo a una parte della canzone un'altra parte scritta da te, approfondendo così il tema della Pace.

È possibile seguire l'alternanza "futuro / passato" secondo il modello della canzone, includendo altri simboliche esprimono secondo te la tensione tra la speranza di un mondo migliore e le difficoltà per raggiungerlo.. Ecco un esempio:

Otterremo che la terra

sia infine di tutti.

Ci saranno matite per le scuole,

e l'acqua nei deserti ......

Segui la rima assonante che preferisci in questa prima opzione, così come la utilizza Paco Damas nella sua canzone, "ulivi / rovi" (-i / o), alternandola con versi in bianco.

2. Converti il poema in prosa, storia o racconto breve. Per non allontanarci dal tema della canzone, puoi prendere l'idea della "colomba della pace"prendendo la parola e rappresentandola. Prima di metterti a scrivere, dovresti rispondere alle seguenti domande:

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● Come si sentirebbe la colomba della pace nel vedere il mondo

ancora flagellato da guerre fratricide?

● Quale sarebbe il suo messaggio, se ci potesse parlare?

● Quali cambiamenti avrebbero sperimentato in volo, nel colore del suo corpo?

● E al posto del ramoscello d'ulivo, cosa potrebbe portare col becco?

Prova a trovare un finale il più clamoroso e forte possibile, in modo che le sue parole possano commuovere l'umanità e così portarla ad agire.

Leggere per vivere

In questa canzone si pronuncia la parola Pace in diverse lingue e in questo modo si include il valore del multiculturalismo. Il nostro mondo, sempre più globalizzato, accoglie nelle sue società persone che sono emigrate alla ricerca di un ambiente più favorevole per vivere. A volte, come è accaduto in questi viaggi della morte molte di quelle persone non ce l'anno fatto. Ti proponiamo ora di realizzare le seguenti attività per riflettere ancora un po'

su ciò che direttamente e indirettamente mette in evidenza la canzone:

1. Cerca informazioni su quando siamo stati no, gli italiani, coloro che si sono visti constretti a emigrare in altri paesi alla ricerca di una vita migliore.

● Per quale motivo si sono verificate queste migrazioni?

● Conosciamo qualcuno o abbiamo antenati che hanno vissuto questa esperienza?

● Come si sente un emigrante che va lontano dalla sua terra?

● Cosa vorremmo incontrare in una società verso la cui andiamo come emigranti o esiliati?

● Teniamo in conto che nel relazionarci con queste persone i nostri nonno o quissà un giorno i nostri nipoti potrebbero trovarsi in circostanze simili?

2. Discussione di gruppo sull'immigrazione. L'insegnante divide la classe in due gruppi: coloro che propongono di memettere il maggior numero di ostacoli possibili agli immigrati al fine di evitarne l'immigrazione e coloro che vogliono promuovere l'accoglienza e l'integrazione del maggior numero di immigrati nel nostro paese. Avete quindici minuti per la discussione; una volta esaurito il tempo, è necessario scambiare le posizioni dei gruppi e difendere la posizione opposta.

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Lo scriverò nel vento

Titolo originale: "Boyle olacak" | https://youtu.be/2_Ai3YZkyZ8

Lo scriverò nel vento col rosa del tramonto di questa mia città

che voglio bene al mondo e a tutto il mondo il vento so che lo porterà.

Lo soffierò sul mare per farlo navigare fin dove arriverà.

Lo leggerà le gente di un altro continente e mi risponderà.

Saremo tutti amici saremo mille voci un coro che cantando cancellerà.....

le lingue e le distanze non conteranno niente......

e questo mondo che mondo sarà. Così sarà Così sarà

Gel arkadas olalim bin seslerle koro kuralim serli dolu dunyada baris iginde yasayalim

Vento soffia più piano così l'amore si fermerà forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà

Lo leggerò nel vento nel rosa del tramonto di questa mia città

l'amore che dal mondo mi sta portando il vento soffiando fino a qua

volando sopra il mare fino a toccare il cuore ma non si fermerà negli occhi della gente di un altro

continente come risplenderà.

Saremo tutti amici saremo mille voci un coro che cantando cancellerà.....

le lingue e le distanze non conteranno niente......

e questo mondo che mondo sarà. Così sarà Così sarà

Gel arkadas olalim bin seslerle koro kuralim serli dolu dunyada baris iginde yasayali

Vento soffia più piano così l'amore si fermerà forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà

forte soffia sul pianto ed un sorriso rinascerà.

Rinascerà

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Luca Bassanese

Confini | https://youtu.be/C8OnNmsQTjE

Lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua?

E non vi sono immigrati ma solo viandantiE non vi sono stranieri ma solo vicini

Non vi sono confini, non vi sono confini

Nessuno può rubarti nullaSe ciò che hai di più caro è la tua coscienza

Nessuno può rubarti nullaSe ciò che hai di più caro sono i tuoi pensieri

Lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua?E non vi sono immigrati ma solo viandanti

E non vi sono stranieri ma solo viciniNon vi sono confini

Non puoi vendere la terraSulla quale la gente cammina

Non puoi credere di avereQualcosa che non ti appartiene

Il lavoro è un bisognoPer vivere non per morire

E ogni casa è soltanto un luogoDi riparo nei giorni di pioggia

Lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua?E non vi sono immigrati ma solo viandanti

Ogni viaggio ha il suo sensoIl senso di andare

Ogni strada ha un incrocioPer poterti incontrare

Volano gli uccelliCome vento tra le nuvole

E non vi sono regoleNé rivincite

Non puoi vendere la terraSulla quale la gente cammina

Non puoi credere di avereQualcosa che non ti appartiene

Che non avrai mai

Lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua?E non vi sono immigrati ma solo viandanti

E non vi sono stranieri ma solo viciniNon vi sono confini non vi sono confini

Non puoi vendere la terra...

Che non avrai maiNo no no no no no

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Filastrocca quantocostaAutore testo: Francesco "Ciccio" Giuffrida Audio | https://youtu.be/hmZ4csjUOwM

Ho chiesto al mio papàquanto costa una bombapiccolina ad ananasso

come quelle che usa Rambo e mio papà che porta la lente che sa fare i calcoli a mente

mi ha risposto così: “Una bomba ad ananasso

che si lancia come un sasso costa il cibo di sei bambini

per sei giorni più gli spuntini”

Ho chiesto alla mia mammaquanto può costare un mitra

uno che spara da soloche ti balla tra le dita

e la mia mamma che non ha la lente che di conti anche lei s’intende

mi ha risposto così: “Ecco! Un mitra americano che scoppietta nella mano

costa il riso di cento indiane per mangiare due settimane”

Ho chiesto anche allo ziocosa vale un carro armato

che spara avanti spara dietro può sparare anche di lato

e mio zio persona istruita ha fatto i conti con tutte le dita

e ha risposto così: “Un potente carro armato con molleggio e cingolato

ruba l’acqua - stanne certo – ai bambini del deserto”

Ho chiesto a mio cuginoquanto costa un cannoneche preciso da lontano

può colpire un calabrone e mio cugino ch’è disoccupato che non vuole fare il soldato

mi ha risposto così: “Un cannone col mirino

può colpire un moscerino

costa quanto nove scuole mille case e un ospedale”

Ho chiesto a mio fratelloquanto costa l’atomica

non importa chi l’ha fattase la Russia o l’America

e mio fratello che gioca al pallone e che studia e suona il trombone

mi ha risposto così: “Un’atomica è costosa

vale il prezzo di ogni cosa un miliardo ogni secondo

costa quanto tutto il mondo”

Ho detto al mio papàche la guerra costa assaila paghiamo in ogni casoanche se non scoppia mai

missili, bombe e carri armati non importa che vengano usati

di già uccidono senza uno sparo questo è il costo ed è troppo caro

e ho deciso così:

“Voglio un mondo di fratelli tutti sazi tutti belli

nero giallo bianco rosso e cantare a più non posso bianco nero rosso giallo tutti quanti un solo ballo

girotondo senza freno voglio un mondo arcobaleno”

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Girotondo

Fabrizo De André | https://youtu.be/ItFAbELriko

Se verrà la guerra, Marcondiro'nderose verrà la guerra, Marcondiro'ndàsul mare e sulla terra, Marcondiro'nderasul mare e sulla terra chi ci salverà?

Ci salverà il soldato che non la vorràci salverà il soldato che la guerra rifiuterà.

La guerra è già scoppiata, Marcondiro'nderola guerra è già scoppiata, chi ci aiuterà.

Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'nderaci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà.

Buon Dio è già scappato, dove non si sabuon Dio se n'è andato, chissà quando ritornerà.

L'aeroplano vola, Marcondiro'nderal'aeroplano vola, Marcondiro'ndà.

Se getterà la bomba, Marcondiro'nderose getterà la bomba chi ci salverà?

Ci salva l'aviatore che non lo faràci salva l'aviatore che la bomba non getterà.

La bomba è già caduta, Marcondiro'nderola bomba è già caduta, chi la prenderà?

La prenderanno tutti, Marcondiro'nderasian belli o siano brutti,

Marcondiro'ndà

Siam grandi o siam piccini li distruggeràsian furbi o siano cretini li fulminerà.

Ci sono troppe buche, Marcondiro'nderaci sono troppe buche, chi le riempirà?

Non potremo più giocare al Marcondiro'nderanon potremo più giocare al Marcondiro'ndà.

E voi a divertirvi andate un po' più in làandate a divertirvi dove la guerra non ci sarà.

La guerra è dappertutto, Marcondiro'nderala terra è tutta un lutto, chi la consolerà?

Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiorii boschi e le stagioni con i mille colori.

Di gente, bestie e fiori no, non ce n'è piùviventi siam rimasti noi e nulla più.

La terra è tutta nostra, Marcondiro'nderane faremo una gran giostra, Marcondiro'ndà.

Abbiam tutta la terra Marcondiro'nderagiocheremo a far la guerra, Marcondiro'ndà...

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TESTI CANZONI & POESIEper la pace e la frattellanza tra i popoli

Luca Bassanese

GUERNICA | https://youtu.be/q_hguL-v90E

Dal cielo senza avvisocome un ombra all’improvvisoè sopra a noi, el bombardero

Rondine d’aprile,tu non puoi capireè qui per noi, el bombardero

Sgancia la sua pioggiache riempie il cielo intero di terrorecome non bastasse a questo cuoregià incendiato dal dolore

Brucia la città davanti agli occhi,sale lento il fumo neroora in questa Spagna è solo fuocoè arrivato el bombardero

Figlio della tecnica modernaora è solo qui per noi, el bombarderovile come chi lo ha progettatoora punta su di noi, el bombardero

Adelina scendi giù in cantinache è arrivato l’uomo neroquello non ha tempo di pensareche sei ancora una bambina

Ovunque ad ogni colpo di mitragliaconta solo la fortunaDio ha lasciato il posto al suo scudieroè arrivato el bombardero

In questa mattina di mercatoè arrivato sopra noi, el bombarderopochi lo potranno raccontareche ora è solo qui per noi, el bombardero

che qualcuno abbia la pietàdi ricordare al mondo interodel bombardero

Morimur quotidie morimur

Nascendo

Guernica di Picasso

Guernica è una cittadina basca della Spagna settentrionale. Fu rasa al suolo durante la guerra civile (aprile 1937) dall’aviazione tedesca in appoggio ai franchisti. All’episodio è ispirato un dipinto di P. Picasso, presentato nel padiglione spagnolo dell’Esposizione internazionale di Parigi del 1937 (Museo Reina Sofia di Madrid).

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Le armi di distruzióne di massa sono armi potenzialmente in grado di uccidere indiscriminatamente in pochi istanti una grandissima quantità di persone e provocare danni irreversibili all’ecosistema nel raggio di centinaia di chilometri. Sono suddivise in tre categorie: nucleari, chimiche e biologiche. Messe a punto a partire dagli anni Trenta del 20° secolo, possono agire sia sotto forma di ordigno convenzionale che di virus. La definizione armi di distruzione di massa è stata usata per la prima volta nel 1937, a seguito del bombardamento di Guernica durante la guerra civile spagnola, ma dal secondo dopoguerra in poi ha indicato prevalentemente armi nucleari e batteriologiche.

Documentari: Guernica, per non dimenticare | https://youtu.be/dm6lbXtd2kI

Guernica 1950 - Versione Originale con Sottotitoli in Italiano | https://youtu.be/QEx5JUEW2AY

Alain Resnais e Robert Hessens - Guernica - 1950 (sub-ita) | https://youtu.be/44a8Q3pEnRc

ANALISI DEL GUERNICA DI PICASSO

Definizione dell’opera: Guernica Autore: Pablo PicassoLuogo di conservazione: Madrid, Centro Reina Sofia Periodo: 1937Ambito culturale: cubismo Misure: 782cm x 354cm.

Il soggetto della raffigurazione è il bombardamento di Guernica durante la guerra civile spagnola, quindi un evento reale, anche se è rappresentato con una tecnica (tipica del cubismo) che tende a deformare la realtà, geometrizzare le forme e a utilizzare pochi colori. In questo caso Picasso ha utilizzato solo una scala di grigi per rendere la drammaticità di ciò che stava rappresentando.La scena di guerra non è immediatamente identificabile per chi non conosce il contesto in cui è stata realizzata (Picasso ha dipinto quest’opera basandosi su ciò che aveva appreso dai giornali, in quanto in quel periodo si trovava in esilio in Francia).Sono presenti diversi simboli che aiutano a comprendere il significato drammatico del dipinto, dei quali però Picasso non diede una spiegazione precisa:• Il cavallo che urla, secondo alcuni critici rappresenta la natura ferita, secondo altri il segno di come la nobiltà e la fierezza (tipiche del cavallo, ma anche della Spagna) vengano ferite a morte dalla brutalità della guerra;• Il toro, simbolo della Spagna, è presente nella cultura occidentale con un duplice significato: da un lato, rappresenta la fertilità, la virilità, la forza, dall’altro è l’oscuro nemico da battere (come nella corrida spagnola);• La donna col bambino morto in braccio, rappresenta il dolore universale dell’uomo;• Il soldato caduto è il simbolo della gioventù distrutta dalle atrocità della guerra;• Le donne, di cui una che scappa, una che regge un lume e un’altra che grida dall’interno di una casa, sono altri segni di dolore e rassegnazione;• I segni della violenza (la ferita del cavallo, la spada spezzata in mano al soldato caduto, le bocche spalancate in un grido di dolore) rendono ancora di più la tragicità dell’evento;• La luce non è più quella del Sole (che non continua a splendere su Guernica) ma proviene da due fonti artificiali: la lampada posta al centro della scena e il lume retto dalla donna dentro la casa;• Il fiore in mano al soldato e l’uccello (forse una colomba) a sinistra della lampada sono, però, segni di pace e speranza.

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CINEMA PER LA PACE

Rapsodia in agosto

Un film di Akira Kurosawa. Con Richard Gere, Sachiko Murase, Hisashi Igawa, Narumi Kayashima, Toshie Negishi. continua»

Titolo originale A chigatsu no kyohshikyokw. Durata 135 min. - Giappone 1991.

Nel film “Rapsodia in Agosto” viene raccontato uno scontro/incontro generazionale, tramite il quale Kurosawa riesce ad analizzare due temi a lui cari: l’assurdità di tutte le guerre e l’importanza fondamentale della memoria. In effetti la memoria ricorre ossessivamente per tutta la durata del film, con il materializzarsi dell’ “occhio”. La memoria, che fa paura (vedi l’emblematica associazione iconografica tra occhio e fungo atomico), ma che deve essere affrontata. Si tratta di un vero e proprio cammino verso la conoscenza che i bambini percorrono, aiutati dalla nonna (narratore onnisciente) e dalla visione delle “rovine” di Nagasaki. Il titolo stesso del film rimanda al meccanismo dell’intreccio tra differenti punti di vista: la rapsodia in musica è infatti una composizione formata da squarci musicali diversi, ovvero di motivi tratti da più opere. E il richiamo alla sfera musicale non è per niente casuale anche per un altro aspetto: c’è infatti un’atmosfera di grande sacralità, accentuata proprio dalla colonna sonora: lo “Stabat mater dolorosa” in F minor, RV 621 di Antonio Vivaldi , che pervade le immagini del film, quasi un invito al silenzio, alla contemplazione e al rispetto delle vittime del disastro. Le inquadrature poi sono davvero molto suggestive: bellissimo è il primo piano sulla processione di formiche che risale lo stelo di una rosa e indimenticabile è l’intera sequenza finale. La nonna del film è una Hibakusha, nome che indica i sopravvissuti all'esplosione atomica, dove ha perso il marito, maestro elementare che quel mattino era a scuola e sparì in un lampo di fuoco con i suoi ragazzi. A ricordare il luogo ora a Nagasaki è un sacrario di lamiere scheletriche. Si sta avvicinando l'anniversario del 9 agosto del '45.Il film è semplice, disadorno, raccolto, concede poco alla drammaturgia e sa di meditazione e preghiera. Fatto soprattutto di colori e di pochi,intensi richiami sonori,nenie funebri (i soutra) che riecheggiano con timbri profondi e cantilenanti nel tempietto agreste,immerso in una vegetazione estiva che esplode con tutte le tonalità del verde, le note di Vivaldi, timbri vocali dei Lieder di Schubert e giocosi Lullabies di Ikebe. Lo strimpellare stonato di un vecchio harmonium crea il giusto contrasto con il clima sereno dei quattro ragazzi in vacanza dalla nonna. I genitori sono ad

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Honolulu a riagganciare rapporti con il ramo ricco e americanizzato della famiglia,trapiantato nel 1920 dall’ultimo fratello in vita di Kane. Il patriarca è malato e vorrebbe rivedere la sorella,ma Kane vuol aspettare l’anniversario,poi partirà. Questi adulti,significativi esemplari di una generazione post-bellica abile nelle rimozioni,non raccontano della tragedia famigliare ai parenti nippo-americani,cose lontane che potrebbero rendere imbarazzanti future collaborazioni con la prospera azienda di famiglia. Nella casa di Kane il tempo trascorre leggero,fra giochi e cene attorno alla nonna che racconta tante storie,e gli occhi dei ragazzi si aprono per quella curiosità innocente che li porta a vedere l’essenza profonda delle cose. Kurosawa segue con simpatia questo affiatato quartetto lungo i luoghi della memoria.Il dolore non l’hanno vissuto, ma sanno ascoltare chi ne fu testimone,e quando tornano i genitori la distanza fra i loro mondi è segnata. Un telegramma spedito alle Haway dal nipote più grande per dire che arriveranno dopo l’anniversario mette le cose in chiaro con i parenti lontani,e così arriva Clark,il nipote americano,che s’inchina di fronte a Kane. Nel tempio della preghiera Clark chiede allo zio di tradurgli una scritta grande sul muro: “Nell’aldilà saremo ancora uniti”,mentre una fila di formiche segna una scia che si arrampica sullo stelo di una splendida rosa rossa. «A ottant’anni un uomo ha soprattutto il compito di dire la verità, di trasmettere le sue esperienze agli altri» ha ripetuto più volte Kurosawa,e questo film è testimonianza di un dolore mai rimosso e di una visione del mondo già in tanti modi cantata nei film del passato con straordinarie variazioni tematiche, è espressione delle idealità più urgenti del suo mondo poetico,sintetizzate nella formula uomo-natura-storia,è un invito a non dimenticare rivolto senza proclami e senza accuse (“Ho odiato la guerra, non gli Americani” dice nonna Kane). La sequenza finale con la corsa nell’uragano della donna con l’ombrellino rovesciato,figurina piegata dal vento inseguita dai nipoti,ha la bellezza visionaria del mondo di Sogni. La notizia della morte improvvisa del fratello la fa sentire colpevole di quel viaggio non fatto,la morte la coglie ancora impreparata,la mente vacilla e,come quel giorno, “le nuvole sono le stesse nel cielo”. Bisogna correre verso Nagasaki,oltre le colline da cui si alzò quell’occhio tremendo,il giorno del grande lampo.Passato e presente si fondono tra nuvole d’acqua,poi l’urlo della tempesta tace e voci bianche cantano un gioioso lullabie mentre le immagini sfumano sulle note dello Stabat Mater. Tre cugini adolescenti passano le vacanze scolastiche con la nonna Kane nei dintorni di Nagasaki. I ragazzi vestono in jeans, scarpe da ginnastica e sembrano davvero dei giovani americani. La vecchia naturalmente è del tutto diversa e anche se un suo fratello è emigrato negli Stati Uniti non può dimenticare la bomba atomica e suo marito morto proprio a Nagasaki il 9 agosto del '45. Kane ha un suo modo di intendere la vita e la memoria; è tradizionale, mistica e fantasiosa, e non intende altro che la sua terra e le sue tradizioni. Quando arriva dall'America a trovarla il nipote (Richard Gere, che nella versione originale ha recitato in giapponese) i ragazzi, entusiasti, lo accolgono e lo ascoltano. Quando giunge la notizia della morte del fratello di Kane, la vecchia, nel grande dolore, si pente di non essere andata in America a trovarlo per l'ultima volta. Lo shock è decisivo. Ricordi e sentimenti si intrecciano e Kane non trova più riscontri nella realtà. Tutto è inutile. Nella scena finale la vecchia fugge correndo sotto un temporale, reggendo l'ombrello che si rivolta nel vento, proprio come uno dei fiori citati in una canzone tradizionale giapponese. Indimenticabili certe scene fra parole e natura, e il grande terribile occhio nel cielo, che nella fantasia di Kane rappresenta la permanente minaccia della guerra nucleare.

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Programma del Concerto dei Pacha Mama

a Monteleone di Puglia il 29 maggio 2017

Il filo conduttore dei brani presentati é la natura e il rispetto per gli animali, popoli e tribù diverse e il legame tra gli elementi con la terra, la Pacha Mama.

Le canzoni previste dal programma sono:

-machi (peia)-duerme negrito (mercedes sosa)-chillchi paritay (luzmilla carpio)

Canción compuesta por Luzmila Carpio para el corto animado "Abuela Grillo".-rie chinito (perota chingo)-inca yuyo (perota cingo)

-canto de luna (lakota)-cancion cherokee de la mañana

-mandela (christine salem)-agua de estrella

-el conejo (los cojolites)-el pescador (toto la monposina)

-chanda mama

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Spettacolo di marionette

L'ALBERO E IL MITRAuna favola disarmante

Sceneggiatura e regia di Claudio Fantozzi

Dedicato a Mustafà il venditore di dolcetti morto ad Aleppo nel 2014 durante un bombardamento aereo e a tutti i bambini siriani vittime della

guerra.

PROLOGO – ( Io sono il regista in scena e con un microfono ad archetto compaio e scompaio nelle varie scene)IO-REGISTA: “ Ciao a tutti, questa storia si sviluppa intorno agli incontri di due personaggi principali; - L'Albero, simbolo della natura e dell'equilibrio che in essa si realizza, costituendo così la pace naturale; l'altro personaggio principale è il Mitra, simbolo dell'aggressività, della guerra, sempre super eccitato e in movimento frenetico e che tenta di distruggere l'equilibrio e la pace naturale, fino addirittura all'autodistruzione.

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L'Albero all'inizio è solo sulla scena e sempre ci rimarrà per tutto lo spettacolo, può muovere, come una mano, un ramo, ha gli occhi che all'inizio sono chiusi; i suoi rami sono pieni di uccellini che cantano.Ah!! mi scordavo di dire una cosa: - in questo spettacolo i suoni, i rumori, le grida, i canti dovete farli voi tutti che siete intorno alla scena; come una volta, tanto tempo fa nel teatro degli antichi greci, voi siete il coro: e allora prego, a voi il canto degli uccellini- (i bambini fischiano, sibilano, ad alcuni bambini sono stati dati dei fischietti, dei richiami)

� Da un lato della scena entra il mitra, sostenuto da un ragazzo con una canna, è una marionetta gigante alta due metri e mezzo;un altro bambino muove alcune sue parti, fra cui una manovella che girata fa andare un meccanismo che emette un “TRA, TRA, TRA” a mitra e una pompetta che fa uscire dalla canna un fumo fatto con il borotalco.

(Il mitra avanza verso il centro della scena e intanto i bambini smettono di fischiare il canto degli uccellini e cominciano a fare il verso del mitra, di missili, di spari e altri rumori di guerra.)

MITRA: - “ Respiro a pieni polmoni questi venti di guerra.”(L'Albero apre gli occhi, facendo muovere il ramo come un gesto di riverenza e dice:ALBERO: -” Benvenuto signor Mitra, ti posso raccontare una barzelletta sui pirati?”MITRA: “ Chi è che parla?!”ALBERO: - (muovendo il braccio – ramo come facendo ciao) “Sono qui; sono l'Albero!!”MITRA: “ Da quando in qua gli alberi parlano!?”ALBERO: “ Si perché i mitra invece!?”MITRA: -” I mitra!? Hai voglia se parlano, senti qui: TRA,TRA,TRA” (Girare manovella e uscita di fumo)ALBERO: “Ma allora, la vuoi sentire questa barzelletta?!”MITRA:” E via, raccontamela, ma fai presto che io c'ho da fare mille cose”ALBERO: “Eccola. Un terribile pirata, capitano di una nave dei pirati, stava navigando sui mari dell'Est, quando dalla coffa, la vedetta urla: “Monsoni a babordo !!!” e il capitano: “Falli fuori tutti!!! e la vedetta: “Ma capitano sono venti!!!” e il capitano: “O venti o trenta, falli fuori tutti, Ah, ah, ah.” (l'albero si mette a ridere)MITRA: “ Che succede?”ALBERO: “ Scusa mitra, ma questa barzelletta mi fa così ridere che non ce la faccio mai a finirla senza mettermi a ridere”MITRA: “ A me non mi dice niente.”ALBERO: “Me lo immaginavo, e vorrei tanto sapere cosa ti fa ridere?”MITRA: “ A me mi fa ridere quando vedo i buchi su quelli ai quali ho sparato.”ALBERO: “A si?” E a me cosa faresti?”MITRA: “ Ti farei tutta una fila di buchi sulla corteccia del tronco”.ALBERO: “Benissimo; faresti un grande piacere ai picchi che vengono a fare i buchi nella corteccia per cercare e mangiare i bachini che ci sono sotto.”MITRA: “Allora ti sparo tantissimi colpi alla base del tronco, così ti spezzi e crolli a terra”.ALBERO: “ Benissimo, così tutti i semi che ho sui rami vanno in terra qui intorno, e al posto mio viene su tutto un bosco.”MITRA: “Con te non ci si può divertire; rimani pure lì piantato: io vado in giro a far buchi su chi mi pare.” (E si allontana facendo TRA;TRA;TRA. Il mitra si può abbassare grazie ad una forcella a

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cui è attaccato, e punta la canna verso i bambini del pubblico, facendo anche il fumo. Rimane l'Albero solo; gli uccellini riprendono a fischiare. Poi si fa silenzio)(Passano due bambini con un cartellone con su scritto:Prima scena - AI TEMPI D'OGGI NEL DESERTO - ; passano, sostano, e subito escono.Dal lato della scena entrano tre ragazzi con tuta mimetica, e armati fino ai denti, con mitra, bazuka e pistolone, fatti di legno e carta, avanzano strisciando i piedi; il primo dice:PRIMO: “ Sono tre giorni e tre notti che si avanza nel deserto senza mangiare e bere.!”SECONDO: “ Ci siamo riempiti la pancia nell'ultimo villaggio che abbiamo saccheggiato, ma poi siamo andati avanti senza portare dietro le scorte.”TERZO: “Io non ce la faccio più, ho una gran sete e il sole mi cuoce la testa, fra un po' mi butto a terra e rimango lì.”SECONDO: “ Non lo fare, ti addormenteresti e non ti risveglieresti più.”PRIMO: “Guardate laggiù, c'è una palma, raduniamo le forse, andiamo, la ci sarà un po' d'ombra.”(Raggiungono la palma quasi correndo e raggiunta vi vedano accanto una pozza d'acqua, fatta con un telo di stoffa celeste- turchese, tondeggiante di raggio medio di tre metri.)PRIMO: “ Guardate c'è anche l'acqua”TERZO: “ Io mi ci butto.”SECONDO: “Anch'io.”PRIMO: “Anch'io.”(Si buttano sul telo come a nuotare, poi si mettono a sedere ed PRIMO commenta.)PRIMO: “Siamo salvi!”SECONDO: “Si, ma le nostre armi hanno fatto il bagno con noi e non serviranno più a niente.”TERZO: “Io le seppellisco qui sotto la sabbia e me ne vado; non ne posso più di questa guerra che mi fa uccidere chi incontro e che mi mette sempre davanti anche la mia morte.”SECONDO: “Hai ragione, lo faccio anch'io.”PRIMO: “Anch'io”(Seppelliscono le armi sotto il telo beige.)TERZO: “Rimaniamocene in pace, se possiamo ancora farlo.”PRIMO: “Ciao Albero, grazie!”SECONDO: “Grazie acqua!”TERZO: “Sentite, si sta alzando un vento fresco.”(I bambini del coro fanno il rumore di un venticello.)TERZO: “Grazie vento, approfittiamo di questa frescura per rimetterci in cammino sotto il sole.”

PRIMO: “Andiamo; la scena finisce qui.”(Escono, scena vuota, gli uccellini del coro si rimettono a fischiare e l'albero chiede gli occhi, ma subito entra in scena il mitra con il suo TRA;TRA;TRA. Gli uccellini cessano di fischiare e si mettono a fare rumori di guerra. L'Albero riapre gli occhi, il mitra arriva davanti all'albero che riapre gli occhi e dice:)ALBERO: “ Bentornato mitra; l'hai vista la prima scena?”MITRA: “Si, ero appostato su delle rocce della montagna verso Sanzano ed ho visto tutto.Ma non si è visto mai una cosa del genere: un vero soldato tiene alle sue armi più che alla sua vita;TRA;TRA;TRA.”ALBERO: “Chissà cosa se ne fa delle armi, senza la vita!?”MITRA: “E poi si vede da lontano un miglio che era tutta una montatura teatrale: la palma giusto al momento giusto, e quell'acqua più finta dei soldi del monopoli.”ALBERO: “Finta?! Stai a vedere: portate un po' d'acqua finta al signor mitra così la sente bene come funziona la montatura teatrale.”(Un bambino prende da sotto il telo un secchio pieno d'acqua, che era lì fin dall'inizio della

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prima scena, va vicino al mitra e glielo tira addosso stando attento a non bagnare i bambini.)

MITRA: “Aiuto presto, sabotaggio, c'è qualcuno che ha un fon, presto, sennò mi inceppo, presto, presto, asciugatemi.”(Esce)ALBERO: “In teatro basta il pensiero perché le cose diventino vere.”(Gli uccellini- il coro – riprendono a fischiare)

(Cinque bambini tengono delle aste lunghe con in cima ad ognuna una scatola con un bordo mancante, cosicché scuotendo l'asta cadono dei coriandoli bianchi, la neve.Entra un cavaliere a cavallo, rincorso da un altro cavaliere, il cavallo ' fatto con la classica asta con in cima la testa di cavallo e le briglie; sia i cavalieri che i cavalli hanno la corazza fatta con i barattoli aperti con i bordi protetti per non tagliarsi, hanno le lance e il cavaliere dietro dice.)C.DIETRO: “Fermati tanto prima o poi ai cavalli si geleranno le gambe e si fermeranno.”C.DAVANTI: “Fermati prima te!”C: DIETRO: “ No, prima te!”C. DAVANTI: “Al tre ci fermiamo insieme.”INSIEME: “Uno, due, tre.”

(Si fermano, posando i cavalli e le lance a terra, estraggono le spade.)C.DAVANTI: “ Con un colpo ti taglio la testa-”C: DIETRO: “Provaci.”C.DAVANTI: “Non ce la faccio neanche a tirar su la spada.”C. DIETRO: “Io non sento più i piedi, mi stanno congelando.”C.DAVANTI: “Stiamo per diventare dei ghiaccioli e vogliamo fare un duello.”(Le spade cadono dalle loro mani)C.DIETRO: “ Ci vorrebbe qualcosa di secco da bruciare.”C.DAVANTI: “Il mio nonno diceva sempre, Volere è Potere.”C.DIETRO: “Si, ma dipende cosa.”(Entra in scena cigolando un albero secco su ruote)C.DIETRO: “Aveva ragione il tuo nonno.”C. DAVANTI: “Presto prendiamo dei rami secchi e cerchiamo di accendere un fuoco, prima che ci si congelino le dita.”C. DIETRO: “Io c'ho le pietre focaie.”C. DAVANTI: “E io c'ho nel sacco un po' di fieno del cavallo per avviare il fuoco.”(Fanno quanto detto; la catasta di legno viene fatta su di un telo bianco sotto cui è messo un rotolo di carta fatto a lingua di fuoco, si pongono tutti intorno, anche i cavalli tenuti su

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da due cavalletti che li fanno sembrare seduti intorno al fuoco come dei cavalieri. Il fuoco sale tra i rami fino a un metro.)C.DAVANTI: “ Sai che si fa?”

C. DIETRO: “ Che si fa?”CI. DAVANTI: “Le nostre lance sono di legno, per fare un fuoco più alto e caldo le

buttiamo nel fuoco.C. DIETRO: “ Benissimo, in cenere le guerre.”(E cosi fanno, il fuoco sale alto due metri e mezzo, mentre i cavalli nitriscono con le voci del coro e la neve scende su tutti, poi, piano piano, tutti escono di scena.)

(Entrano due bambini con un cartellone con su scritto: SECONDA SCENA: “AI TEMPI DEL FAR WEST”Entrano in scena tre ragazzi, tutti e tre con un cappellone da cawboy, uno ha anche in mano un pistolone; gli altri due tengono per le spalle una marionetta gigante (H=1,60mt)., vestito di stracci una canottiera tutta bucherellata e pantalonacci stracciati, corti sotto il ginocchio. Altri due bambini tengono una vacca- marionetta.La marionetta in stracci ha tentato di rubare una vacca a quello con la pistola, riccone e allevatore di vacche, ma è stato scoperto; il riccone dice.)RICCONE: “Sicché, sacco di pulci, volevi rubarmi una vacca?”MARIONETTA: (Gli dà la parola un ragazzo che gli sta dietro e gli muove anche l'avambraccio destro) – “I miei bambini stanno morendo di fame, e tu ne hai così tante di vacche nel tuo gran ranch?!”RICCONE: “Neanche se me la chiedevi te l'avrei data.”MARIONETTA: “Lo so, e per questo te l'ho rubata: ma cosa ti ho fatto di così grave?”RICCONE: “Niente, niente, voi non fate niente, non sapete fare niente.”MARIONETTA: “ Ma di là dalla montagna non c'è più acqua, non ci nasce più neanche un filo d'erba.”RICCONE: “ Ben vi sta!!”MARIONETTA: “ Che Dio ti maledica.”

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RICCONE: “ Intanto te vattene pure al diavolo; presto mettiamoli la fune al collo e facciamoli fare una giratina sull'albero.”(L'albero è quello dell'inizio ed ha un ramo che tirando un filo casca giù; a quel ramo la marionetta viene impiccata; (l'albero chiude gli occhi) i tre se ne vanno.)RICCONE: “ Lasciate la vacca legata all'albero, ora andiamo al salon a brindare: giustizia è fatta.”GLI ALTRI DUE: “ Giusto; quel che è giusto è giusto, andiamoci a bere su.”(escono)(Appena usciti di scena da fuori si sente il QUA, QUA di un'anatra, tutti i bambini si mettono a fare qua,qua. Entra svolazzando tenuta con una canna, un'anatra; gira per la scena mentre tutti i bambini continuano a fare: qua,qua,qua, poi l'anatra si va a posare sul ramo a cui è impiccata la marionetta; a questo punto il ramo cade giù con la marionetta, l'anatra svolazza intorno.MARIONETTA: “(Si leva il cappio dal collo, torna in piedi e) “ Grazie amica, sei giunta proprio in tempo.”ANATRA: “ Qua, qua” (mentre tutti i bambini fan qua, qua.) MARIONETTA: “ Ed ora cara mucca andiamo di la dalla montagna per dare latte e ricotta ai miei bambini.”( La scioglie dall'albero e mentre esce di scena dice salutando con la mano destra.)MARIONETTA: “ Ciao bambini, giustizia è fatta.”(L'anatra continua a svolazzargli sopra, mentre tutti i bambini in coro fanno qua, qua.)(Nella scena si fa silenzio ; fuori arriva il TRA,TRA, TRA, del mitra che poi entra in scena e va davanti all'albero)ALBERO: “Che bel finale: giusto quello che ci voleva.”MITRA: “Spesso la giustizia bisogna farsela da se.”ALBERO: “ Magari con una pistola in mano!?”MITRA: “Certamente; TRA;TRA;TRA, la giustizia del più forte, del più furbo, e perché no, del più fortunato.”ALBERO: “Con una pistola in mano si può non avere neanche il tempo di capire da che parte sta la giustizia.”MITRA: “Te hai sempre tanto tempo da perdere, per raccontare barzellette, per ragionare di qua e per ragionare di là, da che parte sta la giustizia, e bla, bla, bla, bla; ma se io vedo un sopruso tra,tra,tra, sparo, sparo subito.”ALBERO: “Ma che sopruso è morire di fame?”MITRA: “La miseria non è colpa mia, io sparo !!”ALBERO: “Lo sai mitra, che con i soldi che sono serviti per fare tutte le armi che ci sono nel mondo, si potrebbe salvare tutti i bambini che stanno per morire di fame!”MITRA: “Non ci credo!”ALBERO: “Bambini del coro han detto non ci credo!!; vogliamo cantargliela per le rime la canzone “Quanto costa?”(tutti i bambini

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dicono “Si”)ALBERO: “ E allora via con la musica, e tu mitra dei miei stivali, ascoltala attentamente.”(Musica e coro dei bambini; quando finisce la canzone e i prevedibili applausi, l'albero parla)ALBERO: “ Allora cosa mi dici, mitra americano che scoppietta nella mano.”MITRA: “Veramente ora devo correre al gabinetto, perché sto per farmela addosso.”ALBERO: “Vai, vai; e falla tutta fino all'ultimo proiettile.”MITRA: “presto, presto, portatemi venti rotoli di carta igienica, presto, presto!!!”(Esce dalla scena, i bambini in coro lo salutano gridando “Cacca, cacca, cacca”)

FINALE

(come al solito si sente il tra,tra,tra, del mitra che poi entra in scena e va dall'albero)ALBERO: “Hai ancora voglia di far tra,tra,tra?”MITRA: “Sicuro e di far buchi in tutti quelli che incontro.”ALBERO: E la scena medioevale non ti ha insegnato niente?”MITRA: “ Erano ad armi pari; tutti e due un cavallo, una spada e una lancia, bisogna avere l'arma più potente per vincere sempre.”ALBERO: “Stai attento mitra che, lanciati nella corsa ad armarsi, troverai sempre uno che ha un'arma più potente di quella che hai tu.”MITRA: “Ah si?!”ALBERO: “Come fa la tua arma?”MITRA: “(girando la manovella) TRA,TRA,TRA.(Metà dei bambini i- coro fa TRA,TRA,TRA. Poi si fa silenzio)ALBERO: “Bambini coro, ancora più in corsa!!!”(Tutti i bambini- coro fanno di nuovo Tra, Tra, Tra, mentre il mitra sta fermo con la manovella) (SILENZIO)MITRA: “Basta!! Ho capito, ho capito, ma io armerò una moltitudine di mitra che distruggerò l'arma più potente”ALBERO: “Stai attento mitra che un giorno davanti alla tua moltitudine di mitra troverai un'altra moltitudine di mitra che sarà contro la tua moltitudine.”MITRA: “Non capisco.”ALBERO: “Allora guarda cosa succede ora: la moltitudine dei GIALLI incontra la moltitudine dei ROSSI: bambini e bambine a voi la scena.”(Metà dei bambini e delle bambine comincia a sventolare con una mano un foglio giallo e a gridare”Già, già,già”; subito l'altra metà dei bambini e delle bambine comincia a sventolare un foglio rosso e a gridare “Ro, ro, ro”; mentre permane questo frastuono, due bambini portano sulla scena un grande pannello su cui con il velcro sono state attaccate delle grandi lettere di cartone o di compensato che formano la scritta “Giallo nel Rosso”, ovviamente le lettere con la scritta giallo sono gialle e quelle rosso sono rosse e le lettere che formano Nel hanno colori la lettera “N” rosso La lettera “E” giallo la lettera”L” rossa e così si avranno sette lettere rosse e sette lettere gialle )(Poi arriva un bambino che staccando le lettere dal pannello anagramma la scritta che diviene “SOLO IL GRAN SOLE”). (A questo punto tutti i bambini alzano l'altra mano con un altro foglio che ha il colore opposto al primo, così tutti avranno un foglio rosso e uno giallo e li sventoleranno incrociandoli dicendo a ritmo “SOLE,sole, sole,” poi silenzio).ALBERO: “Caro mitra, hai capito: non c'è futuro per le armi se no l'autodistruzione, l'unica soluzione è tornare al sole che tutti ci illumina.)

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MITRA: “Ora capisco, capisco tutto, ma cosa posso fare io, io so solo fare il mitra, così, TRA;TRA;TRA; e basta!!”ALBERO: “Caro mitra conosco certi bambini “aggeggini” che sono in grado di smontare una nave. Te ora ti sdrai su di un lettino e lascia fare a loro.”(Vengono portati tre cavalletti e dei pannelli di compensato su cui viene messa la marionetta gigante del mitra, poi vengono dei bambini che smontano il mitra e lo rimontano dandogli la forma di un organo con una canna sola, la canna del mitra e al posto del meccanismo del tra, tra, tra viene messa una tastiera che poi viene suonata da un bambino.)ALBERO: “Come ti senti ora? Organo – mitra?”MITRA-Organo: “Ora mi sento molto meglio, è cambiata musica e, finalmente,…respiro.”REGISTA: “Bambine e bambine la storia è finita, tutto finisce, ma quando siamo inseriti nel grande ciclo della natura, niente va perduto, ed anche l'albero quando muore, quando cade giù, si trasforma in terra, oppure viene trasportato dalle acque di un fiume fino al mare, e poi il mare ci restituirà i suoi rami, le sue radici levigate dalle onde e dalla sabbia e noi lo ritroveremo sulla riva del mare; così”.(Dei bambini portano e depositano in linea lungo la scena dei rami levigati dal mare, io cammino lungo la linea, alzo uno ad uno i rami, li osservo e dico.)IO-REGISTA: “Tu hai degli occhi che potrebbero essere quelli di un cerbiatto. Tu potresti essere un pesce. Tu potresti essere una gamba di dietro di un grande cavallo.”(e poi ad uno ad uno li riposo a terra e vado avanti mentre il bambino alla tastiera suona una musica;intanto gli altri bambini hanno preso ciascuno un legno in mano e mi vengono dietro; poi la musica si ferma e dico.)IO-REGISTA: “Vieni Albero con i tuoi rami, andiamo a preparare un altro spettacolo per il prossimo anno; parleremo del rapporto tra gli umani e gli animali, usando gli alberi, ciao a tutti, risaremo insieme il prossimo anno.”(saluto e vengono tutti i bambini e bambine che hanno partecipato direttamente allo spettacolo e ci abbracciamo mentre tutti gli altri bambini del pubblico-coro vengono in scena, e tutti insieme si balla con la canzone “Quanto costa”.)

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Pittori per la pace: Ettore de Concillis e Rocco Falciano.

Il Murale della Pace è una magnifica opera artistica collocata nella Chiesa di San Francesco di Avellino: https://youtu.be/bBbGIGQCSp8Si veda anche il documentario https://youtu.be/VA7mRNy8K6M

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L’opera è stata realizzata nel 1965 dagli artisti Ettore de Conciliis e Rocco Falciano, che hanno impiegato un anno di intenso lavoro con la guida dello dello scultore Marino Mazzacurati.

Il Murale è lungo 22 metri e alto 6 metri, occupa complessivamente una superficie di 120 mq.

L’opera ha procurato all’artista (che al tempo della realizzazione aveva soltanto 22 anni) una fama di livello internazionale.

In seguito al devastante terremoto del 1980, l’opera ha subito diversi lavori di restauro per mano di una squadra di professionisti.

Da un lato, il murale rappresenta i costruttori della pace; tra questi vi è centrale la figura di San Francesco, che si trova circondato da un’immensa folla, tra cui si riconoscono uomni religiosi come Giovanni XXII e il vescovo di Avellino mons. Pasquale Venezia, ma vi compaiono anche intellettuali e politici del tempo, tra cui Picasso, Pavese, Bertrand Russel, Carlo Levi, Danilo Dolci, e molti altri.

Nella chiesa del quartiere di Borgo Ferrovia dedicata a San Francesco cè un enorme murale che Ettore de Conciliis disegnò nel 1965. Fece scandalo quellopera che parlava di guerre e di atomica. Si vedono i volti di Pasolini, di Di Vittorio e di folle che circondano il santo. Sofia Loren è una mamma coperta di stracci che alza le braccia al cielo in un mondo di macerie. La guerra seminava morte, ora il male si chiama amianto. Le macerie sono quelle lasciate da anni di malapolitica e da una famelica speculazione

Dall’altro lato sono raffigurate scene di guerra: bombardamenti, uomini impiccati, morti etc.

Lo spirito evocato dall’opera è strettamente legato all’amore per la pace e l'opposizione alla guerra.

Intervento del maestro Ettore De Conciliis, https://youtu.be/KleZfW0bpQc

autore del Murale della Pace, in occasione della prima sessione de "Il Concilio ha 50 anni. I testimoni, la Chiesa e la Società" con mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea. Avellino, Chiesa di S.Francesco d'Assisi a Borgo Ferrovia, mercoledì 5 dicembre 2012, ciclo d'incontri promosso dall'associazione rete3.net e dalla Comunità Cristiana della Piana

L’affresco, dal titolo Pace, bomba atomica e coesistenza pacifica, fu commissionato dal parroco don Ferdinando Renzulli e dal vescovo di Ariano mons. Pasquale Venezia, già parroco di quella parrocchia, al giovanissimo pittore Ettore De Conciliis ed è il frutto di oltre un anno di lavoro (dal mese di maggio 1964 fino al mese di ottobre 1965) svolto con Rocco Falciano (morto il 19 gennaio 2012) presso lo studio dello scultore Marino Mazzacurati a Roma.

La monumentale opera parietale, di metri 22 x 6,30,

occupando complessivamente una superficie di oltre 130 mq., è suddivisa in due parti e vuole rappresentare i temi della guerra,

sul lato destro, e della pace, sul lato sinistro.

Sul lato destro del dipinto sono raffigurate terribili scene di guerra,

disposte in sequenza le une accanto alle altre: bombardieri in volo,

macerie di edifici distrutti, uomini impiccati, cadaveri umani in fosse

comuni. In alto emerge da una selva di baionette di un esercito in

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marcia la bianca figura di papa Pio XII, nel gesto di aprire le braccia

come un crocifisso che voglia proteggere i cittadini romani del

popoloso quartiere di S. Lorenzo, distrutto dai bombardamenti degli

aerei anglo-americani del 19 luglio 1943: era la prima volta che Papa Pacelli usciva dal Vaticano.

In basso a destra un prete sudamericano nella sua tonaca nera stringe un piccolo crocifisso, segno di speranza nei momenti più bui e simbolo di resurrezione. Non si riconoscono

elmetti o divise militari, perché la condanna è per tutte le guerre,

anche se la figura in basso fa riferimento ai nazisti e ai fascisti.

Dall’altro versante, a sinistra, campeggia l’enorme figura di San

Francesco d’Assisi, ispirata al ritratto, affrescato da Cimabue a lato

della Maestà di Assisi nella basilica inferiore di Assisi.

La figura del Santo si staglia nello spazio, ingrandita rispetto alle altre perché è la

più importante. Il Poverello di Assisi, come era definito, è il centro

compositivo ed espressivo dell’opera, non soltanto perché, uomo

aperto al dialogo e vicino alle persone povere, é l’emblema della pace e

della fraternità, ma anche perché a lui è dedicata la chiesa di Borgo

Ferrovia. Il santo si eleva su una folla di uomini e di donne, raccolta

simbolicamente intorno a lui, incarnazione dell’amore autenticamente

cristiano, che unisce gli uomini, desiderosi di pace, ma consapevoli

dell’incombente minaccia sull’umanità.

Si tratta di contadini meridionali, dei braccianti irpini protagonisti

dell’occupazione delle terre, di preti del Vietnam, degli oppressi

dell’America latina. Sono i costruttori di pace: i popolani, gli umili e gli

affamati di tutto il mondo, tra bandiere e cartelli che evocano battaglie

di libertà e di giustizia.

Tra questa varia umanità, che cerca di opporsi e di contrastare la violenza alla ricerca della pace con le mani supplici verso il cielo, è possibile individuare alcuni volti che hanno fatto la storia politica e culturale della prima metà del XX secolo. Sono persone di diverse nazionalità, età, gruppi sociali, e dalle più diverse opinioni politiche, promotori della pace a cominciare da papa Giovanni XXIII, seguite da Russell, Picasso e Argan, Pasolini, Moravia, Picasso, Dorso e Pavese, Giorgio La Pira e Paietta, Carlo Levi, Danilo Dolci e Rocco Scotellaro, seguiti da capi di Stato, come J.F.Kennedy, Mao Tse Tung, Fidel Castro.

E proprio la coesistenza tra ideologie e religioni diverse, allo scopo di superare le divisioni e portare la pace nel mondo contro la minaccia di una devastante guerra nucleare, costituisce la novità di questa tempera, il cui topos essenziale è la contrapposizione del bene al male. Al centro viene rappresentato il dualismo vita-morte: una donna incinta circondata da bambini simboleggia la vita, mentre in fondo troviamo l’immagine di una chiesa semidistrutta e di una città in rovina con sullo sfondo un enorme fungo per l’esplosione delle prime bombe atomiche del 6 e 9 agosto 1945 a Hiroshima e a Nagasaki a denunciare la minaccia nucleare alla pace nel mondo

https://youtu.be/KleZfW0bpQc

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Composizione del pianista Lorenzo Savarese https://youtu.be/4_k_Tf72QN8

in occasione de 50° anniversario del Murale della pace del Maestro Ettore de Conciliis con la collaborazione di Rocco Falciano.