PIANO COMUNALE DEI TRATTURI - Sito Istituzionale · comune di anzano di puglia provincia di foggia...
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La viabilità antica. Il comprensorio nel quale ricade il moderno centro di Anzano di Puglia è interessato in età
romana da alcune importanti arterie stradali, come la Via Herculia e la Via Herdonitana,
sul cui percorso però sussistono incertezze.
La Via Herculia è sostanzialmente nota attraverso una serie di colonne miliari le cui
iscrizionano testimoniano come essa divenne via pubblica al tempo di Diocleziano e
Massimiano Erculeo ma con successivi interventi fin sotto Teodosio e Arcadio.
Nella storia degli studi basilare rimane il saggio di R. J. Buck edito nel 1971 che dopo aver
preso in esame alcune fonti antiche come la Tabula Peutingeriana, l’Itinerarium Antonini e
gli Acta Sanctorum, valorizza in particolare le colonne miliari allora note.1 Il tracciato
ricostruito doveva avere come punto di partenza Aequum Tuticum per poi proseguire
verso Grumentum giungendo infine ad Heraclea. Esaminando il tratto da Aequum Tuticum
fino all’Ofanto si considerano dapprima due tracciati uno che da Mass. S. Eleuterio si
dirige verso Savignano e Monteleone, l’altro, più a S-E, che dopo Serro Montefalcone
supera Zungoli e attraversa il T. Fiumarella per poi piegare verso San Sossio. Il
ritrovamento di una serie di miliari nei pressi di questo secondo tracciato induce lo
studioso a considerare questo collegamento come la Via Herculia.2 Da qui all’Ofanto e a
Venosa vengono indicati invece tre possibili itinerari: il primo (a), in parte osservabile sulle
fotografie aeree, segue il percorso San Sossio, Trevico, Bisaccia, Aquilonia, Rionero,
Ripacandida, Ginestra, Venosa o, alternativamente, Aquilonia, Rapolla, Venosa; il
secondo (b) tocca dopo Trevico, Serre d’Annunzio, Scampitella, San Pietro e Rocchetta
ed è indicato da Lugli e Kirsten come la via seguita da Orazio ed il terzo (c), anch’esso
visibile sulle fotografie aeree, oltrepassa San Sossio volgendosi verso Vallesaccarda,
Lacedonia, Pons Aufidi e Venosa. Quest’ultimo itinerario sarebbe, secondo R. J. Buck, da
identificare con la Via Herculia; da Lacedonia inoltre, verso est, sembrerebbe incorporare
una sezione della Via Appia (Tav. I).
G. Gangemi sulla base del ritrovamento di un nuovo miliare in località Difesa Grande di
Ariano presso Mass. Intonti e di un altro presso Scampitella, ipotizza il seguente tracciato:
da Aequum Tuticum la via attraversava il Cervaro deviando verso sud-est in direzione di
Monteleone di Puglia; seguiva poi il confine attuale tra Puglia e Campania e, attraverso il
territorio a nord-est di Scampitella, poteva raggiungere l’Appia verso Lacedonia. La strada
avrebbe in parte seguito il tratturo Pescasseroli-Candela, almeno, nel tratto in esame, da
1 BUCK 1971, pp. 66-87. 2 I miliari sono quelli di Ariano Irpino (CIL IX 6056-6057), Zungoli (CIL IX 6059), S. Sossio (CIL IX 6060) e Vallesaccarda (6061).
Aequum Tuticum alla località di Pezza della Spina, dove fu rinvenuta la colonna miliare
inizialmente trasferita presso Mass. Intonti (Tav. II).3
M. Silvestrini, nell’edizione dei miliari di Ariano Irpino e Scampitella, attribuendo anche
quest’ultimo alla Via Herculia, precisa il tracciato da Aequum Tuticum a Scampitella già
proposto da G. Gangemi. La strada dopo Mass. Intonti proseguiva per S. Cesario, a nord
di Zungoli (CIL IX 6959) e lambendo Civita superiore raggiungeva Scampitella, S. Pietro e
si sarebbe quindi diretta verso Rocchetta S. Antonio. In parte il percorso riprende
l’itinerario b proposto da R. J. Buck (Tav. III). I miliari riferiti alla Via Herculia nel settore in
esame sono sei: il primo proviene da Ariano Irpino, località la Starza Piccola e nel testo si
cita Massenzio con l’indicazione ab Aufidena LXXVII4, un secondo sempre da Ariano, ma
con localizzazione incerta, riporta due testi epigrafici diversi sulle due facce, il primo da
riferire alla prima tetrarchia, l’altro all’imperatore Gioviano e l’indicazione delle distanze ab
Aufidena LXXVII e ab Aequo VII5, il terzo, rinvenuto nei pressi di Mass. Intonti, restituisce i
nomi dei primi tetrarchi (i due Augusti Diocleziano e Massimiano e i due Cesari) e la
doppia indicazione della distanza ab Aufidena LXXXIII, ab Aequo VIII6, il quarto e il quinto
segnalati a Monteleone e nei pressi di Zungoli nei quali si cita ancora Massenzio7, il quinto
è quello ritrovato nei pressi di Scampitella in località Migliano che riporta i nomi dei primi
tetrarchi al caso genitivo e il numero delle miglia XVIIII8. M. Silvestrini sottolinea anche la
concentrazione di epigrafi funerarie di età tardoantica in un’area compresa nelle località di
S. Pietro, Santa Maria di Olivola e Serra San Nicola forse riferibili alla presenza di un
vicus.9
M. Auciello propone un percorso che si sovrappone a quello del tratturo Pescasseroli-
Candela fino alla località di Capolompiso, subito dopo Anzano, dirigendosi
successivamente verso S. Pietro, Pila Romana, S. Nicola e S. Maria di Olivola; da qui
raggiungeva un “Ponte d’Ercole” collocato alla confluenza tra il torrente S. Pietro ed il
Calaggio.10
L’altra via di comunicazione, la cui costruzione fu iniziata da Adriano e terminata da
Antonino Pio, è la Via Herdonitana che permetteva il collegamento di Aeclanum con
Herdoniae.
3 GANGEMI 1987, pp. 120 e 123. 4 SILVESTRINI 1996, pp. 457-462. 5 CIL IX 6056-6057. 6 SILVESTRINI 1994, pp. 252-258. 7 CIL IX 6058. Il luogo di ritrovamento sarebbe quello di Piana del titolo, cfr. MELINO 2000, p. 16; CIL IX 6059. 8 SILVESTRINI 1994, pp.258-264. 9 SILVESTRINI 1994b, p. 140. 10 AUCIELLO 2011.
Stando alla ricostruzione di G. Alvisi la strada uscita da Aeclanum risaliva il corso dell’Ufita
per ridiscendere poi lungo quello del Calaggio; alla convergenza di questo con il torrente
Canneto si distaccava dal fiume per proseguire verso Serra delle Volpi, sopra Rocchetta
S. Antonio.11
Il tracciato prospettato da M. Auciello, riprende parzialmente quanto già suggerito da G.
Gangemi a proposito dell’esistenza di una strada che seguiva la valle della Fiumarella da
Aeclanum almeno allo spartiacque tra questo torrente e il Calaggio, alla quale sarebbero
da ricondurre anche i miliari di S. Sossio e Vallesaccarda.12 Alla Via Herdonitana M.
Auciello attribuisce ancora due miliari rinvenuti presso Scampitella: il primo recuperato
recentemente in località Guardiola e il secondo, già riconosciuto pertinente alla Via
Herculia da M. Silvestrini, in località Migliano (Tav. IV).13 Ma all’ipotesi che il percorso,
dopo Guardiola, proseguisse verso S. Pietro finendo per coincidere per un segmento con il
tratturo Pescasseroli-Candela, sembra, proprio alla luce degli ultimi rinvenimenti, possa
preferirsi un itinerario lungo il Calaggio.
DOTT. FRANCESCO ROSSI
11 ALVISI 1970, p. 64-66. 12 Il miliare di San Sossio (CIL IX 6060), presso Mass. Raduazzo, riporta il nome di Costantino e il numero delle miglia XI…; quello di Vallesaccarda (CIL IX 6061), presso Mass. Petrilli, ricorda Licinio e il numero delle miglia XV. 13 AUCIELLO 2011b.
Bibliografia
ALVISI 1970
G. Alvisi, La viabilità romana della Daunia, Bari 1970. AUCIELLO 2011
M. Auciello, La Via Herculea o Herculia, in Pagus, 12, 2011.
AUCIELLO 2011b
M. Auciello, Il XVI miliario della via Herdonitana, in Pagus, 12, 2011.
BUCK 1971
R. J. Buck, The Via Herculia, in PBSR, 39, 1971, pp. 66-87.
GANGEMI 1987
G. Gangemi, Osservazioni sulla rete viaria antica in Irpinia, in L’Irpinia nella società
meridionale, Avellino 1987, pp. 117-123.
MELINO 2000
A. Melino, Piana del titolo e la Via Appia ad Anzano della Daunia, Rocchetta S. Antonio
2000.
SILVESTRINI 1994
M. Silvestrini, Epigraphica: Herdoniae, agro di Venusia, due nuovi miliari della via Herculia,
in Epigrafia e territorio politica e società. Temi di antichità romane, III, 1994, pp. 227-268.
SILVESTRINI 1994b
M. Silvestrini, Le iscrizioni romane di Vibinum, in M. Mazzei (a cura di) Bovino. Studi per la
storia della città antica. La collezione museale, Taranto 1994, pp.135-160.
SILVESTRINI 1996
M. Silvestrini, Epigraphica: testi inediti dall’agro di Luceria e un nuovo miliare di Massenzio
della via Herculia, in Studi in onore di Albino Garzetti, Brescia 1996, pp. 431-462.