ERCO Lichtbericht 87 · LPP Reserved Shop, Varsavia Scenografie per le vetrine, con DALI Chiesa di...

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E Lichtbericht 87 Pubblicato nel dicembre 2008 New York Times Building Tra i grattacieli di Manhattan la torre del quotidiano «The New York Times» costituisce un model- lo architettonico del XXI° secolo: chiaro e trasparente, raffinato, leg- gero e tecnologicamente innova- tivo. L’illuminazione della facciata a tendina alta 250 metri in tubi di ceramica bianchi trasforma l’intero edificio in uno scintillante simbolo notturno della metropoli di New York, e ciò grazie alla moderna illu- minotecnica che richiede un con- sumo energetico inferiore a quello necessario per l’illuminazione della sola punta dell’Empire State Building.

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E Lichtbericht 87

Pubblicato nel dicembre 2008

New York Times BuildingTra i grattacieli di Manhattan la torre del quotidiano «The New York Times» costituisce un model­lo architettonico del XXI° secolo: chiaro e trasparente, raffinato, leg­gero e tecnologicamente innova­tivo. L’illuminazione della facciata a tendina alta 250 metri in tubi di ceramica bianchi trasforma l’intero edificio in uno scintillante simbolo

notturno della metropoli di New York, e ciò grazie alla moderna illu­minotecnica che richiede un con­sumo energetico inferiore a quello necessario per l’illuminazione della sola punta dell’Empire State Building.

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Il New York Times ha fatto realizzare all’archi­tetto Renzo Piano la sua nuova sede, un impres­sionante edificio destinato a diventare un nuovo simbolo nella città di New York. La messa in scena notturna del grattacielo poneva dei seri problemi: il leit motiv che costituiva il filo con­duttore dell’intero progetto era composto da leggerezza e trasparenza. Questo tema è stato trasformato in luce dallo studio OVI di Jean Sundin ed Enrique Peiniger, che hanno impie­gato i nostri strumenti di illuminazione per l’illuminazione delle facciate. Un compito per niente facile, in un progetto così complesso, ma gli sforzi compiuti hanno dato i loro risultati.

Anche il nuovo proiettore Powercast è cer­tamente adatto alla messa in scena notturna delle facciate. Dotato della più moderna tecno­logia dei riflettori Spherolit, potrà essere utiliz­zato in un’ampia gamma di impieghi, per le più diverse soluzioni illuminotecniche. Per un indi­rizzamento ottimale della luce nelle versioni per LED si impiegano dei sistemi di lenti. Questi sono costituiti da uno speciale collimatore ottico e da un ulteriore alloggiamento per delle lenti dalle caratteristiche più diverse.

Il tema centrale di questo numero è però deci­samente costituito dalle innumerevoli possibilità offerte dalla moderna programmazione lumino­sa. In un’ampia casistica presentiamo i diversi ambiti di impiego di Light System DALI. Il fatto che la programmazione luminosa venga utilizza­ta dagli abitanti di una cascina nel Münsterland per ottenere la giusta atmosfera luminosa in modo semplice e comodo, ma anche per mette­re in scena con efficacia l’ingresso del Museo dell’Arte di Emden mostra quanto siano varie le sue possibilità di impiego.

Nel negozio LPP Reserved di Varsavia la vetrina viene messa in scena utilizzando delle dimme­razioni dinamiche. La plasticità dei manichini in vetrina cambia continuamente e questi sembra­no prender vita. Il tutto comandato naturalmente con il Light System DALI.

La luce e la liturgia sono da sempre stretta­mente connesse. Anche durante una moderna messa la liturgia ha sempre un suo ruolo, che può essere supportato creando un’adeguata drammaturgia con la luce. Si deve quindi dap­

ERCO LichtberichtImpressumEditore: Tim H. MaackRedattore capo: Martin KrautterDesign: Thomas Kotzur, Christoph SteinkeStampa: Mohn Media Mohndruck GmbH, Gütersloh

1028730000© 2008 ERCO

Foto (Pagina): Frieder Blickle (U1, 2, 6­15), Bernd Hoff (2, 3), Alexandra Lechner (2), Thomas Mayer (2, 3, 4­5, 24, 26­27, 34­37, U4), Rudi Meisel (3, 28­29, 32­33), Alexander Ring (20­21), Dirk Vogel (30­31), Edgar Zippel (1, 3).

Traduzione: Lanzillotta Translations, Düsseldorf

Tim Henrik Maack

Sfondo

Prof. Dott. Markus Gehnen:Tune the light!Dalla prima dimmerazione con poten­ziometri agli attuali sistemi di bus la strada è stata lunga, ma la fine di que­sto percorso di sviluppo non è ancora in vista: una rassegna delle innovazioni dell’illuminotecnica dal punto di vista di un esperto di tecnologia edilizia.

Progetti

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prima provvedere ad un’attenta progettazione di un impianto di illuminazione adeguato. La lineare messa in scena della luce, con le oppor­tune situazioni e sequenze luminose, l’atmo­sfera, la definizione dei punti di focalizzazione della percezione e l’efficacia degli spazi è un lavoro che viene poi fatto in loco, ponendo gli accenti giusti con buon gusto e sensibilità.

Ora è possibile sperimentare le tecnologie DALI anche a Milano e a Oslo, nei nostri due nuovi showroom. Se con la programmazione della luce siamo riusciti ad incuriosirvi, sia per le prospettive scenografiche che per i risparmi energetici o dal punto di vista del comfort, non dovete far altro che venire a visitarci!

Novità 2009Proiettori e washer PowercastLight System DALI

ZoomIngressi digitali negli impianti di programmazione luminosa

Doppio zoomIngressi analogici negli impianti di programmazione luminosa

Introduzione

Articolo

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Light System DALIApplicazioni

Cascina in MünsterlandMessa in scena con DALI

Museo dell’Arte di EmdenUna luminosa entrata in scena, con DALI

Museo dell’automobile Central Garage, Bad Homburgtune the light – con DALI

LPP Reserved Shop, VarsaviaScenografie per le vetrine, con DALI

Chiesa di St. Petri, StavangerLiturgie luminose con DALI

In questa edizione

Flash

Sprazzi di luce

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New York Times BuildingCon il nuovo grattacielo della storica testata e con le sue facciate illuminate, Manhattan dota il suo panorama not­turno di un nuovo elemento distintivo. Da New York il servizio della storica dell’architettura e giornalista dell’illumi­nazione Margaret Maile.

L’illuminotecnica è decisivaUn’intervista di Margaret Maile con Jean Sundin ed Enrique Peiniger nello studio OVI

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36 Luci di chiusuraNuovi showroom ERCO a Oslo e Milano

Indice In questa edizione

Luce & Tecnica

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Flash

Sandnes (Norvegia)Una parte del museo regionale di Sandnes, vicino a Stavanger, costi­tuisce il Vitenfabrikken, un museo interattivo per la diffusione della tecnica e della scienza. Le più moderne tecnologie sono utilizza­te anche nell’illuminazione: dagli apparec chi per facciate Focalflood per LED varychrome al completo impianto Light System DALI.

Vitenfabrikken, SandnesArchitetto: Askim & Lantto AS, OsloProgettazione impianto elettrico: Cowi AS, Stavangerwww.jaermuseet.no/vitenfabrikken

Glashütte (Sassonia)Precisione nella costruzione degli orologi e nell’illuminazione: la tradizionale marca di cronometri Tutima è tornata a Glashütte, dove era stata fondata nel 1930. Per la nuova sede è stata sviscerata e adattata ai tempi l’ex officina ferroviaria, illuminata con ERCO all’interno e all’esterno.

Fabbrica di orologi Tutima, GlashütteArchitetto: Kai Strehl Architekten, Dachsbergwww.tutima.com

Spreitenbach, presso ZurigoUno sguardo all’accesso al Center Spreitenbach, un grande centro commerciale: il nuovo ponte di collegamento tra l’edificio pre­esistente ed il nuovo complesso, corredato di luce colorata dall’ar­chitetto e designer Matteo Thun. Gli strumenti: washer Focalflood varychrome con componentistica DALI.

Center Spreitenbach, Spreitenbach, presso ZurigoProgettazione illuminotecnica: Matteo Thunwww.centerspreitenbach.ch

Alaquàs, vicino a ValenciaUn castello medievale diventa un centro culturale e di formazione, facendo sì che la cittadina di Ala­quàs, alle porte di Valencia, man­tenga e rafforzi la sua identità. I washer per soffitti Trion illuminano gli splendidi soffitti a cassettoni e gli apparecchi per facciate Zylinder creano nelle scale la giusta atmo­sfera.

Espacio cultural Castell d'Alaquàs, ValenciaProgettaz. illuminotecnica: Claude R. Engle (USA), Lighting Consultanthttp://castell.alaquas.org

Erice (Sicilia)I faretti Stella e gli uplight Trion per lampade ad alogenuri metallici illuminano la volta della chiesa di San Martino in modo efficace ed economico, un motivo in più per un turista in Sicilia per fare una visita in questa città dalle radici antiche e dai monumenti medievali.

Chiesa di San Martino, Erice (Sicilia)Progettazione illuminotecnica: Adragna Illuminazione, Alcamo

Caldaro (Alto Adige)Questa località sul Lago Caldaro, nota per i suoi vini, riesce a darsi con la moderna architettura un’im­magine adeguata ai tempi: il nuovo Winecenter offre dei raffinati spazi per l’acquisto e l’assaggio dei vini, presentati sotto la luce dei faretti Optec, dai faretti direzionali ad in ­casso Quadra, dai wallwasher e dai washer per pavimenti Lightcast.

Cantine Winecenter, CaldaroArchitetto: feld72 Architekten, Vienna www.winecenter.it

Monaco di BavieraI grandi nomi dell’arte contempo­ranea sono ora in programma nella Galleria Terminus: da Baselitz a Warhol, da Kiefer a Uecker. «Da noi l’arte respira»: i galleristi descri­vono così la loro concezione degli spazi e presentano in Paradeplatz 1, nel cuore della metropoli bavarese, esposizioni che per dimensioni, allestimento e dotazioni tecniche si misurano con quelle dei musei. La luce è opera di ERCO: faretti e wall­washer Optec montati sui binari elettrificati incassati a filo del sof­fitto, combinati con wallwasher Quadra per lampade alogene a bassa tensione.

Galleria Terminus, Monaco di BavieraArchitetto: mocar architects, Monaco di BavieraProgettazione illuminotecnica: Licht & Technik Jürgen Ludwig, Monaco di Bavierawww.galerie­terminus.de

BerlinoCon la frase «Ich bin ein Berliner» («Sono un berlinese») John F. Kennedy nel 1963 conquistò il cuore dei tedeschi. Ora nella capi­tale tedesca un piccolo museo sulla Pariser Platz si dedica completa­mente alla storia della sua famiglia e mostra un’ampia panoramica di immagini e documenti della collezione Kennedy della galleria «Camera Work». Le luminose ed eleganti sale espositive sono illu­minate da ERCO, tra l’altro con i wallwasher con lenti Quadra.

Museo «The Kennedys», BerlinoArchitetto: Abcarius & Burns, Berlinowww.thekennedys.de

Glashütte (Sassonia)Dopo il grande ritorno dell’indu­stria sassone dell’orologeria, a Glashütte anche la sua tradizione ha trovato una dimora adeguata: il nuovo museo dell’orologeria illustra con mezzi moderni la movi mentata storia industriale di questa località sui Monti Metalliferi. I faretti Pollux a bassa tensione fanno splendere gli oggetti in esposizione.

Museo dell’orologeria, GlashütteDesign dell’esposizione e progettazione illuminotecnica: Atelier Brückner, Stoccarda www.uhrenmuseum­glashuette.com

BarcellonaIl locale gemello dell’omonima Brasserie di Parigi conquista con un ambiente autentico e con dei piatti tipici, in particolare con i frutti di mare. I lampadari originali con lam­pade dimmerate e non schermate creano la giusta atmosfera, ma la vera illuminazione viene creata dai discreti faretti Pollux per lampade alogene a bassa tensione.

Brasserie Fló, BarcellonaArchitettura e progettazione illuminotecnica: Carlos Martínez www.brasserieflobarcelona.com

Kaohsiung, TaiwanUn’opera affascinante in uno spazio pubblico, una vera cooperazione internazionale: per l’illuminazione dei suoi rilievi costituiti da migliaia di strisce di vetro dalle forme pre­cise e laminate l’artista americano Lutz Haufschild ha incaricato il progettista illuminotecnico Arne Fiedler di Wiesbaden. Questi ha impiegato Light System DALI con faretti Optec per LED varychrome per illuminare dinamicamente i rilievi dal retro e farli vivere.

Emerald Laminata, opera in vetro nella Rapid Transit Station Kaohsiung, TaiwanArchitetto: Charles C. Chen Architects, Kaohsiung, TaiwanProgettazione illuminotecnica: Made by Light, Arne Fiedler, WiesbadenArtisti: Lutz Haufschild, North Vancouver, BC

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Lichtblick Indre Kai, Haugesund (Norwegen)Foto: Thomas Mayer, Neuss

www.haugesund.no

Architekt: Smedsvig Landskapsarkitekter AS, BergenElektroplaner: Multiconsult AS, Nesttun; Cowi AS, Haugesund Installateur: Jatec AS, Haugesund

Sprazzi di luce Indre Kai, Haugesund (Norvegia)Foto: Thomas Mayer, Neuss

www.haugesund.no

Architetto: Smedsvig Landskapsarkitekter AS, BergenImpiantistica: Multiconsult AS, Nesttun; Cowi AS, Haugesund Installazione: Jatec AS, Haugesund

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Come già per molti altri progetti di OVI, le soluzio­ni tecnologiche di avan­guardia costituiscono un elemento fondamen­tale della progettazione illumi notecnica del New York Times Building.

Agli inizi del XX° secolo, con i suoi impressio­nanti grattacieli e la sua skyline luminosa, la City di New York costituiva il modello della metropoli moderna. Oggi, all’alba del XXI° seco­lo, la città sta vivendo un rinascimento in quan­to a grattacieli: tra questi uno dei più notevoli è il New York Times Building, progettato dal Renzo Piano Building Workshop e da Fx Fowle e con la progettazione illuminotecnica di Jean Sundin ed Enrique Peiniger dell’Office for Visual Interaction (OVI). Con la sua placida bellezza questa torre monolitica si distingue dall’ener­gia febbrile di Times Square e costituisce per il «New York Times» e per l’intera città un’icona tecnologicamente innovativa ma al tempo stesso atemporale.

La concezione dell’illuminazione esternaRenzo Piano afferma che «Questo edificio parla di leggerezza e trasparenza», e davvero il filo conduttore della trasparenza e della luce si è sviluppato nell’intera progettazione del New York Times Building: dal vetro chiarissimo a basso contenuto di ferro e dalle barre in cera­mica, che costituiscono una doppia facciata a soffietto, fino all’illuminazione regolata con cura, che conferisce alla facciata un chiarore caldo e tenue e allo stesso tempo consente lo sguardo all’interno dell’edificio.

Con OVI la creatività, l’innovazione e la tecno­logia vanno sempre di pari passo. Non sorprende quindi che l’inusuale progetto illuminotecnico per la facciata del New York Times Building sia partito dal concetto di leggerezza, ma anche accettando la sfida di un’illuminazione efficace ed efficiente della facciata costituita da una griglia in ceramica, la prima del suo genere in America. Jean Sundin conferma che «L’elemento su cui concentrarsi per l’illuminazione esterna erano le griglie in ceramica». Con l’obbiettivo di mettere in evidenza la raffinatezza delle griglie che si elevano per tutta l’altezza dell’edificio, OVI ha concepito un progetto illuminotecnico che gestisce l’illuminazione diffusa della fac­ciata con un’unica famiglia di apparecchi ed un solo tipo di lampada. Gli apparecchi ERCO per lampade ad alogenuri metallici a doppio attac­co da 250W sono stati dotate di diversi sistemi di riflettori per ottenere l’illuminazione diffusa desiderata per le intere facciate est e ovest, alte circa 260 metri. Gli apparecchi a fascio stretto sono orientati fino alla punta dell’edificio, men­tre degli apparecchi anch’essi a fascio stretto ma dotati di diffusori illuminano i piani inter­medi e i washer proiettano la luce sullo zoccolo dell’edificio. I progettisti di OVI hanno scelto le lampade ad alogenuri metallici per la loro vita utile particolarmente lunga, che supera le 10.000 ore, e hanno voluto esplicitamente una

I meccanismi per la rego­lazione fine dell’orienta­mento degli apparecchi offrivano la precisione necessaria per una cor­retta illuminazione dif­fusa della facciata. Allo stesso tempo l’illumino­tecnica e le schermature integrate minimizzano la dispersione della luce e quindi l’inquinamento luminoso del cielo not­turno.

New York Times BuildingCon il nuovo grattacielo della storica testata e con le sue facciate illuminate, Manhattan dota il suo panorama notturno di un nuovo elemento distintivo. Da New York il servizio della storica dell’architettura e giornalista dell’illuminazione Margaret Maile.

Altezze da vertigine: solo guardando le luci delle strade di Manhattan dagli oltre 260 metri di altezza del tetto del New York Times Building diventano visibili gli apparecchi raggruppati in un cluster sul tetto dello zoccolo dell’edificio.

Dai bracci per il montag­gio degli apparecchi inizia la griglia della facciata. La vernice degli apparecchi, gialla come i taxi di New York, è conseguenza delle normative sull’illumina­zione nella zona di Times Square. Per maggiori det­tagli in proposito vedere a pagina 14.

L’architetto: Renzo PianoCon compagni di strada come Richard Rogers e Peter Rice ha realizzato delle pietre miliari dell’architettura e dell’ingegneria in tutto il mondo. Il suo studio, il «Renzo Piano Building Workshop», è ancora oggi situato a Genova, sua città natale, ma ha delle depen­dance a Parigi e, in funzione dei progetti, in tutto il mondo. Nei suoi oltre 40 anni di suc­cessi professionali ha toccato tutte le tipolo­gie architettoniche. I molti premi conseguiti sono riconoscimenti della sua capacità di coniugare arte, architettura e mentalità ingegneristica senza tralasciare l’attenzione all’ambiente e agli aspetti sociali. Non esiste uno stile «tipico di Renzo Piano», ma sempre nuove sorprendenti invenzioni di forme che si sviluppano dalla funzionalità degli edifici, dalle esigenze degli utenti, dalle condizioni climatiche e delle risorse energetiche. I com­piti urbanistici più complessi, come la rico­

struzione e lo sviluppo della Potsdamer Platz di Berlino, sono uno dei suoi punti di forza. Renzo Piano è una garanzia per la funziona­lità dei musei e dei complessi culturali, ma è anche la persona giusta per realizzare edifici per le infrastrutture per i trasporti o impianti industriali. L’apprendimento e la formazione sono radicate nella sua filosofia d’impresa. L’engineering ecologico occupa sempre un ruolo importante nelle opere di Renzo Piano. Con il museo di scienze naturali «più verde» del mondo, il «California Academy of Sciences» di San Francisco, si coniugano esposizioni, oasi ecologiche e centri di for­mazione e di ricerche.

www.rpbw.com

luce di tonalità bianco calda, con una tempera­tura colore di 3000K, adatta al bianco dei tubi delle pregnanti grate in ceramica.

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Per l’orientamento preci­so degli apparecchi sulla facciata dell’edificio si sono utilizzati dei radio­goniometri al laser. Con l’aiuto del punto verde proiettato sulla facciata (a destra) i montatori hanno potuto trovare e fissare i corretti angoli di impostazione (sotto).

Con l’ausilio delle simu­lazioni al computer sono state dapprima individuate le posizioni e l’orientamento degli ap­parecchi da impostare per ottenere un andamento ottimale della luminosità (a sinistra).

Focalizzazione dell’illuminazione esternaPer illuminare degli oggetti o delle superfici di dimensioni eccezionalmente grandi si può lavorare con apparecchi di dimensioni e potenze eccezionali oppure distribuire il flusso luminoso necessario tra un numero relativamente grande di apparecchi più compatti. Quest’ultima solu­zione non ha solo il vantaggio dell’utilizzabilità di apparecchi e lampade standard e quindi più economiche, ma consente anche di ottenere una maggiore omogeneità dell’illuminazione, sempre che sia possibile orientare ciascun apparecchio in modo tale da sovrapporre con precisione i sin­goli coni luminosi.

I progettisti di OVI hanno già sfruttato questo principio in diversi progetti: ad esempio nella sala per le riunioni plenarie del Parlamento scoz­zese o nel US Air Force Memorial di Arlington. Per ottenere gli esatti illuminamenti desiderati OVI per la prima volta ha impiegato per la foca­lizzazione degli strumenti di puntamento laser montati temporaneamente sugli apparecchi di illuminazione. Con l’aiuto dei laser anche i proiettori sul New York Times Building sono stati quindi orientati e fissati con precisione come nel progetto al computer, in modo da far sì che la luminosità diminuisca omogeneamente e pre­senti un rapporto di 1:3 tra la punta e lo zoccolo dell’edificio.

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Nel progetto di illumina­zione le aree funzionali come quella di controllo all’accesso sono gestite in modo differenziato. I washer per soffitti Lightscoop montati su speciali bracci conferi­scono le giuste propor­zioni all’ampia lobby.

Sulle pareti della lobby: arte mediatica di Ben Rubin e Mark Hansen. La loro opera «Moveable Type» è costituita da 560 display con testi sele­zionati da un complesso programma compute­rizzato tra i contenuti dell’attuale versione on­line del New York Times o con testi memorizzati nell’archivio digitale del giornale.

Progetti di illuminazione per il foyer ed il giardinoIl motivo della leggerezza e della trasparenza prosegue nelle aree pubbliche del pian terreno del New York Times Building. I progettisti di OVI hanno tradotto queste caratteristiche metaforiche in spazio tridimensionale, rego­lando i rapporti di luce in modo da attivare e collegare visualmente le diverse aree: la lobby, il giardino centrale, racchiuso nelle pareti di vetro, e la sala multiuso «TheTimesCenter».

Jean Sundin descrive così l’approccio di OVI: «Dapprima componiamo un’immagine com­plessiva ma in questo progetto la sfida stava nel fatto che, data la sua grande trasparenza, si creavano dappertutto viste verso l’esterno o che attraversano l’edificio. E da ogni punto di vista si doveva avere una bella visuale.» Il giardino centrale, circondato da pareti di vetro, serve da punto di riferimento per questo variare dei punti di vista e per le mutevoli prospettive, guidando l’occhio tra gli spazi dello zoccolo dell’edificio e collegandoli tra loro.

Per raggiungere questa sintonia equilibrata tra gli spazi aperti al pubblico OVI ha lavorato sia su obbiettivi estetici che su problemi tecnici. Tenendo conto degli illuminamenti necessari per le aree funzionali come le zone di traffico della lobby, l’area di controllo degli accessi, i negozi, le bacheche ecc., OVI ha elaborato un progetto complessivo dell’illuminazione per risolvere questi compiti di illuminazione e allo stesso tempo mantenere o migliorare la vista sul giardino interno. «Per noi era importante che nessun elemento diventasse troppo domi­

nante. A tal fine abbiamo considerato lo spa ­zio e gli assi delle viste in modo differenziato in funzione del primo piano, del piano interme­dio e dello sfondo.» Peiniger ci racconta come OVI abbia posto una grande attenzione nel far risaltare il giardino come un polo di attrazione degli sguardi, senza però portare l’illuminazione agli estremi: guardando le aree confinanti non si doveva avere l’impressione di guardare in un tunnel con troppo poca luce ma d’altra parte non si voleva un’illuminazione troppo omoge­nea, che facesse scomparire i singoli elementi dietro una «cortina di luce».

Con il «TheTimesCenter» al piano terreno del grat­tacielo Manhattan vanta ora uno spazio nuovo, moderno, attrezzato ed architettonicamente raffinato dove ospitare regolarmente talk show, concerti da camera e proiezioni cinematogra­fiche.

La luce orientata con precisione sugli alberi del giardino interno e una fila di luci puntiformi dei LED (a sinistra), e la loro perfetta integrazione nell’illuminazione da pal­coscenico della sala del TimesCenter testimonia­no la particolare atten­zione che è stata rivolta ai più minuti dettagli e alle prestazioni tecniche, (sopra): descrivendo

Proiettori BeamerFacciata e illuminazione dei passaggi

Elenco degli apparecchi ERCO impiegati

Washer LightscoopFacciata e illuminazione indiretta

Faretti StellaAuditorium «TheTimesCenter»

Wallwasher OptecSale per conferenze

Apparecchi di orientamento a LEDAtrio

l’ambizione di OVI di offrire un’illuminazione ottimale ma anche la completa integrazione di estetica e tecnologia.

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Sulla carta o sul monitor, gli intelligenti processi di progettazione di OVI sono la chiave del suc­cesso di questi esperti dell’illuminazione delle architetture.

Margaret Maile (MM): Qual è stato il maggiore problema nello sviluppare un progetto di illu­minazione dell’esterno di un edificio al centro del quartiere di Times Square?

Jean Sundin (JS): Nella realizzazione di una simile icona della cultura che con la sua luce contribuisce a definire la skyline di Manhattan ci si assume una grande responsabilità, sapendo di non avere una seconda chance se qualcosa va storto. Inoltre volevamo creare per l’edificio un progetto illuminotecnico classico e atempo­rale, ma dovevamo rispettare le normative per l’illuminazione vigenti nel quartiere di Times Square, in un periodo di crescente consapevo­lezza dei problemi energetici.

Enrique Peiniger (EP): Molti edifici attorno a Times Square hanno luci colorate e lampeg­gianti, schermi a LED eccetera. Ma nessuno pensava ad un approccio di questo genere per questo edificio, quindi dovevamo farci venire in mente delle soluzioni creative per l’illumi­nazione, come l’illuminazione integrale delle facciata in tubi in ceramica.

A due fermate di metro­politana, andando dal New York Times Building verso Downtown, nella 25a strada si trova lo studio OVI. Qui sono state concepite le illumi­nazioni dei progetti più diversi, dal Parlamento scozzese di Edimburgo al US Airforce Memorial di Washington.

L’illuminotecnica è decisivaUn’intervista di Margaret Maile con Jean Sundin ed Enrique Peiniger nello studio OVI

www.oviinc.com

Appuntamento in loco sul tetto del New York Times Building, quasi all’altezza dell’Empire State Building: progetti di queste dimensioni richiedono un impegno straordinario da parte di tutti i partecipanti.

MM: Quindi non avete considerato solo il con­testo del passato e del presente, ma in partico­lare anche il futuro contesto urbano del New York Times Building?

EP: Ci preoccupiamo molto di come i nostri progetti invecchieranno. Naturalmente la zona attorno a Times Square continuerà a svilupparsi nel futuro e a cambiare carattere, e in tutto ciò il New York Times Building costituisce il germo­glio di un nuovo quartiere abitativo e commer­ciale.

JS: L’illuminazione è letteralmente incassa­ta nella struttura architettonica, si innesta a ridosso della facciata e si adegua alla costru­zione a griglia dell’edificio. Per essere un nuo­vo simbolo della città l’edificio deve avere un design che non passi di moda. Per questo il «giallo taxi» degli apparecchi si richiama al sin­golare conte sto culturale di New York e i detta­gli dell’impianto di illuminazione sono realizzati con cura ed adeguati per dimensioni e ruolo. È necessario un dialogo interdisciplinare per far sì che committenti, team di progettisti e fornitori

uniscano i loro sforzi per trasformare in realtà tutte le idee sviluppate.

MM: Come si trasferisce questo processo di sviluppo sulla scelta degli apparecchi? Perché la scelta è caduta sui prodotti ERCO? In che misura hanno consentito di realizzare il pro­getto al meglio?

EP: Il nostro approccio è quello, per così dire, di svolgere la progettazione al contrario. Fin dall’inizio del progetto ci preoccupiamo dell’utente e della manutenzione degli appa­recchi. La scelta degli apparecchi deriva da una valutazione dei requisiti e delle prestazioni tec niche richiesti. Dopo di che la scelta degli strumenti di illuminazione è fondamentale.

JS: Abbiamo prodotto un progetto illumino­tecnico per l’intera facciata dell’edificio e per le sue aree pubbliche utilizzando solamente 12 diversi tipi di lampade. Abbiamo confrontato molti produttori che sapevamo essere adatti al progetto per l’ampiezza della gamma di prodotti, per le caratteristiche di gestione e di manuten­zione, per le caratteristiche tecniche e per altri aspetti. Li abbiamo confrontati e valutati con attenzione.

EP: Chi offre una funzione di fissaggio? Chi ha delle viti che non possono cadere? E una schermatura integrata? Abbiamo confrontato tutte le caratteristiche e le prestazioni. Alcuni apparecchi richiedono ad esempio due lampa­de di diversa potenza e quindi, date le diverse durate della vita utile delle lampade, anche due diversi cicli di manutenzione.

JS: Alla fine ci siamo decisi a favore dei pro­dotti ERCO. Abbiamo utilizzato tre tipi di appa­recchio con diverse caratteristiche ottiche, ma con gli stessi tipi di lampada, per l’illuminazione della facciata. Gli apparecchi sono efficienti sotto il profilo energetico e per il loro design si abbinano allo stile della facciata.

EP: Con dei progetti così complessi a volte bisogna fare un passo indietro e osservare i fatti. In definitiva si tratta di qualità e prestazioni degli apparecchi di illuminazione. Il processo di valutazione ci consente di prendere una deci­sione chiara e razionale sui prodotti più adatti al progetto.

MM: Qual è stata per voi la sfida più difficile nel corso del progetto del New York Times Building?

JS: Riuscire a convincere gli altri partecipanti al progetto del fatto che eravamo in grado di illuminare una facciata alta più di 260 metri con degli apparecchi da 250 Watt! Fino ad oggi per questi compiti si era soliti utilizzare dei washer da 400 o 1000 Watt.

EP: Restare concentrati sull’obbiettivo. Non farsi distrarre dai problemi quotidiani. Si deve avere presente il quadro generale, rimanere concentrati e portare avanti la realizzazione del progetto con decisione.

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Il quartiere attorno a Times Square è uno degli spazi cittadini più intensivamente illuminati e più carichi di simbolismi del mondo. Questo contesto ha determinato lo sviluppo del pro­getto di illuminazione dell’esterno del New York Times Building. Nella sua concezione di fondo l’architettura classica e atemporale di Renzo Piano rifiuta l’approccio caratteristico di questa parte della città, con i suoi schermi giganti e le sue facciate mediatiche. Come per tutti i nuovi edifici nella zona attorno a Times Square, anche per il New York Times Building le normative locali hanno richiesto un’adeguata illuminazio­ne della facciata. «Il nostro compito era quello di trovare una soluzione accettabile sia per il New York Times che per gli uffici del RPBW», spiega Peiniger.

New York Times Building

Così, visto dall’Empire State Building, il nuovo edificio ridefinisce la skyline di Manhattan. È interessante il rapporto con il grattacielo illumi­nato in rosso, in stile Art Deco, situato sulla Times Square: il Paramount Building. I suoi scantina­ti per un certo periodo sono serviti da magazzi­no per la vicina tipografia del New York Times.

Con gli accenti cromatici «giallo taxi» dei corpi degli apparecchi i proget­tisti di OVI hanno evitato l’impiego di schermi a LED o di altri strumenti luminosi lampeggianti simili a quelli utilizzati in molti edifici adiacenti.

Hanno partecipato al progettoCommittente: The New York Times/Forest City Ratner Companies

Architetti: Renzo Piano Building Workshop (Genova/Parigi) in collaborazione con FXFowle Architects, P.C. (New York)

Concorso (2000)Gruppo di progetto: B. Plattner (senior partner responsabile), E. Volz con G. Bianchi, J. Mool­huijzen (partner), S. Ishida, P. Vincent (senior partner), A. Eris, J. Knaak, T. Mikdashi, M. Pimmel, M. Prini, A. Symietz

Consulenza ingegneristica: Ove Arup & Partners (statica e impiantistica)

Progettazione esecutiva (2000­2007)Gruppo di progetto: B. Plattner (senior partner responsabile), E. Volz (partner responsabile) con J. Carter, S. Drouin, B. Lenz, B. Nichol, R. Salceda, M. Seibold, J. Wagner e C. Orsega, J. Stanteford,

OVI ha proposto quindi di far verniciare gli apparecchi ERCO, montati a coppie sullo zoccolo dell’edificio, nel particolare colore «giallo taxi». Gli apparecchi e i loro elementi di montaggio prolungano la griglia della faccia­ta, accentuando allo stesso tempo la ritmica dell’edificio ed illuminando la facciata e l’area di passaggio in modo stimolante e vivace. Con questo tocco d’arte OVI è riuscito a ravvivare visualmente la facciata e a soddisfare così le autorità locali in un modo consono alla cultura e all’immagine delle strade di New York, ma senza contraddire le caratteristiche dell’archi­tettura.

R. Stubbs, G. Tran, J. Zambrano; O. Aubert, C. Colson, Y. Kyrkos (costruzione del modello)

Consulenza ingegneristica: Thornton Tomasetti (statica); Flack & Kurtz (impiantistica); Jenkins & Huntington (ascensori); Heitman & Associates (facciata); Ludwig & Weiler (negozi); Office for Visual Interaction (illuminazione); Gensler Associates (arredamento degli interni); H. M. White (architettura paesaggistica); AMEC (direzione dei lavori)

Ring Star Fully Connected

Tree BusLine

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Tune the light!Del Prof. Dott. Markus Gehnen

All’inizio, come si dice, era la luce. Ma non sta scritto da nessuna parte che gli interrut-tori e i dimmer erano compresi nella dota-zione, senza i quali non ci sarebbero state né la notte né le albe o i tramonti. Le pro-grammazioni luminose emulano il grande esempio con una sempre maggiore ricchezza di varianti. Dalle prime dimmerazioni con i potenziometri agli odierni sistemi con bus la strada è stata lunga, ma la fine di questo percorso di sviluppo non è ancora in vista, e l'ordine è sempre lo stesso: al comando.

Topologie dei networkIn un sistema bus molti componenti si scambiano le informazioni attraverso una rete comune di dati. In certi sistemi bus è pre­fissata una determinata topologia del network. Il protocollo DALI accetta anche le cosiddette topo­logie miste, il che facilita l’installazione.

Chiaro e scuroChe si tratti di regolazioni della luce in funzione dell’intensità della luce diurna o di impianti per vibranti spettacoli lumi­nosi, le moderne esigenze di programma­zione luminosa non sono più concepibili senza la dimmerazione della luce. Oggi si può regolare a piacere la luminosità di quasi tutti i tipi di lampada, ma la cosa non è affatto ovvia.

Per molto tempo si è potuto influenzare l’illuminazione delle lampade a incande­scenza solamente con dei potenziometri. Il loro grande svantaggio è che l’energia che si sottrae alle lampade viene trasformata in calore. Ora ormai i dimmer ad anticipo di fase risolvono questo problema in modo elegante, interrompendo il flusso di cor­rente in ogni oscillazione della tensione di alimentazione a 50Hz per un tempo regola­bile. La lampada, per così dire, viene accesa meno di frequente. Il filamento della lam­pada nonostante ciò rimane omogenea­mente incandescente per effetto della sua conducibilità termica ma con una tempe­ratura e una luminosità inferiori.

In confronto la dimmerazione delle lam­pade fluorescenti è invece un’invenzione recente, in quanto per le loro caratteristiche fisiche le scariche ad arco sono piuttosto restie nei confronti dei tentativi di regolare la loro luminosità. In questo caso il trucco dell’interruzione momentanea del flusso di corrente non funziona, perché se le pause di alimentazione della corrente sono trop­po lunghe l’arco luminoso diventa troppo freddo e la lampada si spegne. Col tempo si è trovata una soluzione anche a ciò, e sono stati risolti anche per i livelli di luminosità più ridotta il problema della variazione cro­matica e quello del fastidioso sfarfallio del­la luce. Ora la dimmerabilità delle lampade a scarica ad alta pressione segue zoppican­do. In ogni caso la riduzione del consumo di corrente a circa la metà, già oggi ottenibile, consente dei risparmi di corrente nell’illu­minazione degli ambienti esterni.

Per i diodi luminosi la soluzione è di nuovo semplice: la loro luminosità dipende dall’intensità della corrente che li attraver­sa e può quindi essere facilmente regolata con l’elettronica di comando.

Compito e strumentoIl semplice interruttore della luce ha ormai fatto il suo tempo in molti ambiti di appli­cazione. Al suo posto però non c’è «il» sistema di comando dell’illuminazione, in quanto il ventaglio di esigenze è troppo ampio. Al suo posto si ha ora una quantità smisurata di diversi sistemi, le cui capacità dipendono non tanto dai loro limiti tecnici quanto dagli scopi che si prefiggono. Ciò vale anche per i loro concetti di comando, adattati alle conoscenze (o anche alla mancanza di esigenze) dell’utente. In tutta questa varietà di tipi si possono definire approssimativamente tre ambiti d’impiego:

Nelle costruzioni funzionali la luce arti­ficiale è considerata semplicemente un fattore di costo e di consumo energetico,

sottoposto alla gestione energetica nella gestione automatizzata degli edifici. Que­sto aspetto, in tempi di risparmio energetico e di certificazioni energetiche, assumerà in futuro un peso ancora maggiore. Ad esso appartengono delle funzionalità come la regolazione della luce in funzione dell’in­tensità della luce diurna o la rilevazione della presenza, che fanno irradiare la luce davvero solo quando ce n’è bisogno. Alla riduzione dei costi energetici si possono aggiungere degli altri risparmi se si tiene conto che, quando cambia l’inquilino o l’utilizzo di uno spazio, non si deve ogni volta modificare i cablaggi ma solo pro­grammare diversamente l’impianto di illu­minazione.

Questo è il terreno dei sistemi di bus, da KNX a BACnet, che possono gestire grandi quantità di apparecchi ed elevati scambi di dati e sono strumenti collaudati per altri tipi di sistemi come quelli per la protezione dai raggi solari o per la tecno­logia di climatizzazione. Questi sistemi si sono affermati e ci sono molti produttori di componenti e software. Si può quindi esse­re praticamente certi che tra qualche anno ci saranno degli ulteriori apparecchi per aggiornare o ampliare i sistemi attuali.

La configurazione e il comando di questi sistemi complessi sono separati nettamente. Mentre nemmeno serve che l’utente fina­le si renda conto delle procedure interne all’impianto, l’esperto se necessario deve poter regolare ogni parametro e poter con­trollare fino all’angolo più nascosto dei file di «log» dei dati di esercizio.

Filmati con rapide successioni di imma­gini, pubblicità invadenti, giochi violenti al computer: la soglia degli stimoli visivi viene alzata sempre più. Chi oggi vuole attirare l’attenzione sul suo edificio, sulla sua offerta di merci o sulla sua manifesta­zione deve tenere il passo. In ogni centro delle città di una certa dimensione si ha ormai una corsa agli armamenti visivi, e l’arma è costituita dalle luci colorate e dinamiche. La gestione della luce orientata al puro valore visivo presenta molte ana­logie con l’illuminazione dei palcoscenici teatrali. Non a caso anche qui si incontra spesso il DMX, un sistema di comando affermatosi da tempo nell’illuminotecni­ca da palcoscenico. La sua centralina di comando può creare in parallelo e in tempo reale delle rapidissime variazioni di colore e di luminosità su fino a 512 canali.

Dove la funzione si concentra sull’effet­to luminoso, le superfici degli elementi di comando dei programmi di configurazione sono orientate in modo decisamente gra­fico. Il comportamento di ciascun singolo punto luminoso è regolabile, ma si prefe­risce utilizzare degli effetti scenici pronti, memorizzati dal programma, che devono essere solo adattati al progetto attuale. E sullo schermo si può subito controllare il loro effetto.

Il terzo campo di applicazione è l’impie­go situazionale della luce. Essa sottolinea le particolarità architettoniche di un luogo,

consente di sfruttare gli spazi per diversi impieghi e li carica dell’atmosfera più adatta. Adatta la visibilità negli spazi pub­blici alle circostanze esterne.

Dalle sale multiuso agli Home Cinema, i sistemi di programmazione devono essere utilizzati in modo semplice negli impieghi quotidiani anche da utenti non familiariz­zati con la tecnica. Siccome la probabilità che l’utente voglia modificare una situa­zione luminosa è alta, anche la configura­zione del sistema non deve richiedere una laurea in ingegneria. DALI si colloca pro­prio in questo settore. Gli elementi come la memorizzazione delle situazioni luminose sono raccolti già in partenza nei compo­nenti; e ormai ci sono sistemi che hanno aggiunto delle ulteriori caratteristiche di comfort e automatizzano la gran parte delle operazioni più fastidiose come l’assegna­zione degli indirizzi.

I confini di questa tripartizione sono fluidi. I produttori più affermati in un dato segmento pescano tranquillamente negli altri settori: tecnologie per spettacoli com­plete di magie da palcoscenico, faretti, scanner e proiettori mobili vengono mon­tati negli impianti di illuminazione delle architetture, e al contrario i produttori più esperti ampliano il loro portafoglio prodotti di sistemi di illuminazione per le architetture con faretti capaci di generare gli effetti adatti agli eventi da organizza­re. Alla fine ci si ritrova tutti negli stessi progetti, come è accaduto di recente al nuovo BMW Welt: diversi produttori dei vari settori lo includono con orgoglio tra le proprie referenze più recenti.

Questo panorama è solo una istantanea, i nuovi sviluppi sono all’ordine del giorno. Talvolta sembrano essere guidati dal motto «l’appetito vien mangiando» e stimolano i confini dei sistemi esistenti.

All’origine KNX era un ausilio per semplificare l’installazione elettrica degli impianti di illuminazione. Oggi lo si impie­ga anche per tutti gli altri sistemi. Come attuale referenza si indica il «nido d’uccel­lo», lo Stadio Olimpico di Pechino.

DALI iniziò la sua esistenza come siste­ma per un indirizzamento semplificato delle lampade a fluorescenza su 64 canali. Lo sforzo tecnico ed economico doveva risultare inferiore a quelli dei sistemi di bus più affermati. Oggi con DALI si comandano apparecchi di tutti i tipi, ma in particolare è stata scoperta la sua validità nelle appli­cazioni in tecnica RGB con diodi luminosi. Ad ogni modo, se si vogliono regolare i tre colori fondamentali e si aggiunge magari un quarto canale bianco, un apparecchio richiede 4 indirizzi. Con i 64 canali di un «mondo» DALI non si va molto lontano. Attualmente ci si aiuta mettendo in rete diversi apparecchi di comando attraverso Ethernet, in modo da aumentare l’ambito degli indirizzi. Si mira ad una standardiz­zazione di queste strutture più grandi.

Anche DMX, conosciuto come tecnologia per palcoscenici, non ha raggiunto un livel­lo finale di sviluppo. Il suo tipico campo di

applicazioni è la luce in movimen to. Come di recente si è potuto ammirare in moltissi­me occasioni alla fiera Light&Building, con i pannelli di LED si rasenta ormai la quali­tà dei video. I limiti tecnici di DMX sono quindi stati raggiunti, ma per le sue presta­zioni non sono ancora definiti gli standard definitivi.

Potrebbe essere tutto così sempliceChi si addentra un poco nella materia arri­va subito alla conclusione che «con una programmazione luminosa intelligente tut­to è migliore, più elegante e offre maggiori prestazioni». Nonostante ciò, nonostante si presentino degli splendidi progetti come referenze, nell’edilizia abitativa e degli edi­fici amministrativi si continuano ad utiliz­zare soprattutto le tecnologie di impianto convenzionali. Qui il pannello di comando nelle sale degli eventi appare sempre come un espositore degli interruttori della luce nei negozi di lampade. Perché?

Naturalmente ciò ha a che fare anche con i costi: la programmazione luminosa non è gratuita, gli apparecchi, il software, la configurazione e la messa in funzione vanno pagati. E anche se in seguito si hanno fantastici risparmi di energia nella gestione corrente, un investitore che non amministra anche i suoi edifici amministra­tivi rimarrà indifferente: preferisce rispar­miare sui costi e quindi non è interessato alla programmazione luminosa.

Talvolta sono anche la tecnologia e l’utente a non andare d’accordo, come illustra bene questa storia vera: in un uffi­cio la luce artificiale doveva essere accesa e spenta automaticamente in funzione dell’intensità della luce diurna; si riteneva di non dover ricorrere alla luce dimmera­bile. L’impianto veniva completamente acceso e spento, e quindi le variazioni di luminosità erano sempre molto brusche. Alla fine i dipendenti trovarono la solu­zione: no, non il sabotaggio, ma la gomma da masticare, che attaccarono in modo professionale sulla superficie di ingresso della luce nel sensore. Finalmente regnava la calma. L’impianto continuava ad essere tecnicamente perfetto, ma per i dispositivi di regolazione era sempre notte fonda e la luce rimaneva accesa. Nel frattempo si è imparata la lezione e si è introdotta la regolazione dell’illuminazione in funzio­ne dell’intensità della luce diurna, ma con l’aggiunta della dimmerazione.

Inoltre alcuni anni fa le promesse, allora impossibili da mantenere, della tecnologia Powerline hanno lasciato dietro di sé solo terra bruciata. Il trasporto dati modulato sul cavo della corrente già esistente dove­va essere la panacea del risanamento. Gli impianti elettrici di una casa non sono stati concepiti e posati per la trasmissione di segnali di comando ad alta frequenza. In confronto ad un impianto con una separata linea bus era quindi possibile un flusso di dati molto inferiore. Sulle ali dell’entusia­smo si prometteva spesso più di quanto era possibile mantenere nella prassi. Chi, come

L’illuminazione della torre Pentacon, a Dresda: l’impiego situazionale della luce sottolinea le particolarità architetto­niche del luogo, apre gli spazi a diversi impieghi e li dota dell’atmosfera più adatta (Progettista illuminotecnico: Jürgen Meier, Medien für Alles).

Il BMW Welt di Monaco di Baviera: sotto la regia del progettista dello studio ag Licht di Bonn si mescolano qui appa­recchi e sistemi prove­nienti sia dal settore dell’illuminazione delle architetture che dai sistemi di illuminazio­ne dei palcoscenici, per creare una pregnante scenografia.

KNX era all’origine uno strumento per sempli­ficare l’installazione degli impianti elettrici di illuminazione. Oggi lo si impiega anche per altre opere, tra l’altro anche nello Stadio Olimpico di Pechino.

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Si tratta di trasportare questi trend nel mondo della programmazione luminosa, e così ci si dimentica per un momento le attuali orge di configurazioni e si può pensare ad altro:

Si supponga che il consumo energeti­co di un impianto di illuminazione debba diminuire per il maggiore impiego della luce diurna. A tal fine si immagini di poter disporre di apparecchi sensibili alla luce sul soffitto e che poi si debba configurare... niente. Niente taratura, niente impostazio­ne dei valori nominali, niente. Si immagini che ciascun apparecchio sia in grado di riconoscere da sé la situazione luminosa nel suo ambiente e sia capace di adattarvi­si, che gli apparecchi si coordinino auto­maticamente tra loro su di un andamento omogeneo della luminosità, che non ci siano nervosi aumenti e cali di luminosità nelle giornate nuvolose e che non ci si deb­ba irritare per degli spostamenti di mobili. In breve: si immagini che il tutto funzioni in modo semplice e non crei fastidi.

Oppure, continuando a pensarci su: a parte il cercare l’interruttore della luce, non voglio stare sempre a pensare quale delle ventisette possibili atmosfere lumi­nose in un ambiente dotato di un sistema di programmazione luminosa completo sia la più adatta a quello che sto facendo. Questo vale per l’ufficio, con il passare dal lavoro alla scrivania ai meeting e alle pre­sentazioni, e vale anche per le aree private degli utenti più esigenti: immaginate un impianto di illuminazione che non coman­di solo l’operazione «seleziona la situazio­ne luminosa TV quando si accende il tele­visore», ma tenga conto di quali persone sono nell’ambiente, di dove sono, di quale atmosfera regna e di cosa fanno o vogliono fare. Quindi l’impianto si adatta. Il Gran­de Fratello ci guarda? Si, si può pensarla così. Ma se immagino di ricevere una sera degli ospiti per un cocktail party, la sera successiva di sprofondare nella poltrona leggendo un libro e quindi di passare una terza serata con un gioco da tavolo, e se la luce si adattasse sempre automaticamente e in modo discreto, una volta che l’avessi provato non vorrei più rinunciarvi. Quel­lo che si dovrebbe ancora impostare non dovrebbe essere più tecnico di un «quanto colore si vuole?».

La gran parte della tecnologia per un simile scenario è oggi già disponibile. E in ogni caso è sufficientemente piccola. Il quadro interruttori è fuori moda, la siste­mazione dell’elettronica non presenta più problemi. E quello che ancora manca sem­bra essere a portata di mano.

Nell’età della messa in rete di tutto il possibile, i sistemi di programmazione luminosa diventeranno sempre più simili alle reti di computer, e alla fine ciascun apparecchio riceverà un suo indirizzo IP, come oggi hanno i calcolatori. Sotto l’aspetto della loro provenienza, i comandi di DALI e dei sistemi simili diventano dei pacchetti di dati nel protocollo Internet. La distinzione tra i diversi sistemi diventerà

sempre meno nitida. Oggi c’è una quantità certamente non gestibile di moduli di tran­scodificazione, che traducono i protocolli o provvedono ai loro inserimenti nella tecnologia di gestione degli edifici. Ma il vostro PC dà l’esempio: provate a vedere quanti diversi formati di file può gestire il vostro programma di elaborazione di testi.

La tecnologia computerizzata fa da apri­pista anche da un altro punto di vista: oggi si accede a Internet attraverso le reti di computer, con sistemi pubblici di accesso WLAN, con reti veloci di telefonia mobile; si creano continuamente nuove opportu­nità. Anche i sistemi di programmazione luminosa in futuro non gestiranno più i propri dati solo attraverso i classici colle­gamenti a doppio filo. Le soluzioni senza fili ci sono già, altre soluzioni basate sullo standard ZigBee sono alla linea di parten­za. E anche la riabilitazione del trasferi­mento Powerline appare possibile, se solo si pensa alla velocità con cui i PC svolgono ormai i loro febbrili traffici di dati attraver­so il cavo della corrente, con l’impiego di appositi adattatori.

Più complessa diventa la tecnologia, più essa diventa invisibile per l’utente. La miniaturizzazione dell’elettronica e i potenti software facilitano tutto, e allo stesso tempo l’aspetto degli apparecchi si allontana progressivamente dalle loro origini tecniche. Il vano motore di un’auto moderna, con i suoi rivestimenti lisci, è più simile a una pila di scatole di scarpe che a una macchina, e i telefoni cellulari sono ormai da tempo percepiti più come degli accessori e degli stili di vita che come degli apparecchi telefonici. Meno la tecnologia è visibile, maggiore è per l’utente l’importan­za del suo aspetto esteriore. Naturalmente è importante che i pulsanti di comando di un apparecchio siano disposti logicamente e che le strutture dei menù di un software siano comprensibili. Per il successo di un prodotto serve poi ancora un’ulteriore qua­lità percepibile: la piacevolezza nell’utiliz­zare lo strumento e nel prenderlo in mano. Oltre a non comportare dei rebus, l’utilizzo deve essere proprio divertente. Sono anni che la società con la mela basa il suo suc­cesso su questo. Se invece si guarda agli attuali sistemi di comando degli odierni sistemi di programmazione luminosa, ci si rende spesso conto di quanto ci sia anco­ra da fare. Chissà, forse i telefoni cellulari si affermeranno come dei telecomandi per tutti gli aspetti delle vita quotidiana e all’acquisto di un sistema di programma­zione luminosa si potrà acquistare anche il relativo software da caricare sul telefonino. Anche questo sarebbe a portata di mano; dei sorprendenti prototipi basati sull’iPod sono già stati presentati all’ultima edizione della fiera Light&Building.

Forse non si svilupperanno solo le opportunità tecniche, ma anche i mercati che le accolgono. Il settore automobilisti­co insegna: la nuova tecnologia debutta sempre nel segmento ad alto prezzo e poi col tempo si diffonde nel mercato di massa.

È successo con gli impianti di climatiz­zazione e con gli ABS, succederà anche con i sistemi di assistenza alla guida. Nel settore dell’illuminazione c’è invece, ora come in passato, una netta separazione tra il mercato dei progetti ambiziosi e quello dei clienti finali. Il settore delle soluzioni illuminotecniche pregiate si concentra su quanto comporta prestigio e ruota attorno ai nomi dei più noti architetti e progettisti illuminotecnici. Qui ci sono degli esempi virtuosi di concetti di programmazione luminosa, ma difficilmente si trova trac­cia di ciò negli altri segmenti di mercato. Chi andasse nei negozi di apparecchi di illuminazione o nei reparti specializzati in illuminazione nei mobilifici di qualità ha l’impressione che lo sviluppo si sia fermato subito dopo l’invenzione della lampada ad incandescenza e subito dopo si trova nel mezzo di uno stridente gioco di colori con LED colorati. Dei seri sistemi di program­mazione o delle proposte anche solo utiliz­zabili per la gestione della luce colorata praticamente non si trovano. Non preten ­do di poter comprare un sistema EIB in un mobilificio, ma se ad esempio offrissero un set semplificato per iniziare con un siste­ma plug&play DALI per la gestione delle luci nel mio home theater, sono sicuro che non sarei l’unico a comprarlo. Può essere che questo settore fino ad ora non abbia avuto un grosso significato. Ma se offerto in combinazione con il cablaggio della rete dei computer e dei media domestici la cosa cambierebbe. In fondo anche i PC, che oggi sono onnipresenti, venti anni fa erano un tema di esclusiva competenza degli esperti.

Anche se lo sviluppo tecnico segue spes­so strade diverse da quelle previste, una cosa è certa: ogni innovazione prima o poi viene completamente assorbita dalle suc­cessive esigenze e richieste di applicazioni sempre più complesse. E l’ambito di azione del progresso rimane sempre aperto.

Prof. Dott. Markus Gehnen,nato nel 1963, da più di dieci anni insegna alla scuola superiore tecnica di Bochum. Ha studiato elettrotecnica alla RWTH di Aquisgrana. Dopo gli studi ha fatto per la AEG Lichttechnik i primi passi nel campo dei sistemi di regolazione della luce. Ancora oggi si occupa del tema dell’automazione della luce e degli edifi­ci. Pubblica i suoi contributi sulle riviste specializzate e partecipa ai processi di definizione normativa. Alla scuola supe­riore dirige un laboratorio di tecnologia dei sistemi di gestione degli edifici e con il suo studio ingegneristico esegue consulenze per produttori e utenti sulle attuali tecnologie e sulle loro possibilità d’impiego.

utente, ha dovuto subire le conseguenze di questo peccato originale, ci penserà due volte prima di dare una seconda chance alla questione.

Anche dal lato dei produttori non andava sempre tutto per il verso giusto con i siste­mi di programmazione luminosa. Alcune imprese del settore dell’illuminazione han ­ no pensato di poter mantenere al minimo le attività dell’elettronica, magari acqui­standola. I colleghi responsabili di tale set ­ tore erano facilmente riconoscibili, mezzi addormentati nelle poche occasioni in cui erano in fabbrica, tra una visita ad un can­tiere e l’altra. Si era sottovalutato decisa­mente l’impegno necessario nella gestione dei progetti e nell’engineering. I produtto ­ ri di successo invece hanno imparato da questa lezione e hanno dedicato a questo aspetto le risorse necessarie. Talvolta è addirittura la forma esterna di un apparec­chio ad essere decisiva per le sue chance di diffusione. Inoltre, a prescindere dalle norme internazionali, nei vari paesi ci sono diverse preferenze per il montaggio della componentistica. In molti paesi è normale collocare gli apparecchi di comando in un quadro di distribuzione o disporli in un controsoffitto. In tal caso la forma del loro involucro è indifferente. In Europa e soprattutto in Germania si preferiscono invece apparecchi che possono essere montati sulle apposite guide a norma DIN. Chi non è in grado di offrire prodotti di questo tipo avrà difficoltà a farsi largo.

Uno sguardo in avantiQual è il futuro dei sistemi di program­mazione luminosa? Gli edifici e le loro dotazioni tecniche sono dei beni durevoli, mentre il progresso fa la parte di un lento operaio. I settori più dinamici sotto il pro­filo tecnologico, come l’industria automo­bilistica o quella delle telecomunicazioni, sono più soggette al vento dell’innovazio­ne. Uno sguardo su di esse può dare un’idea sui contorni delle future tendenze di svi­luppo.

L’automatizzazione accresce l’utilità di un sistema nel momento in cui elimina le attività fastidiose della sua gestione. Que­sta non è una novità: nella telefonia ad esempio già da tempo le centraline di com­mutazione automatizzate hanno sostituito la signorina dell’ufficio dei telefoni. L’in­novazione sta però nella velocità e nella complessità di tale circolazione. Entrambe crescono nella misura in cui il software supera i limiti della meccanica e dell’elet­tronica. Due esempi recenti: ricordate il trafficare con la valvola dell’auto che ser­viva per riuscire ad accendere il motore in inverno? Oggi quell’operazione è realiz­zata senza preoccupazioni dalla gestione del motore, e questo in modo tale che in qualsiasi situazione il motore si accenda in modo ottimale ed economico. O si pensi ai collegamenti di reti di PC: una volta era una scienza segreta, oggi è una quisquiglia svolta in modo praticamente automatico nelle reti LAN.

Le diverse forme dei componenti dei sistemi di programmazione lumi­nosa: sopra un attuatore di comando DALI per un montaggio su guide DIN, sotto il Light Server ERCO, il cui corpo delle dimensioni di una scato­la di sigari può essere montato in un quadro di distribuzione ma anche collocato nei controsof­fitti. A prescindere da

Circa 20 anni di controllo dell’ illuminazione ERCO separano queste due immagini. Il primo siste­ma, un tipo EOS, è stato programmato da un tele­comando via cavo di con­trollo, e controllava una manciata di circuiti nell’ auditorium del Centro tecnico di ERCO a Lüden­scheid (sopra). Oggi, un sistema di luci DALI gesti­sce più di 160 apparecchi

di illuminazione con più di 375 singoli indirizzi – facilmente raggiungi­bile con il soft ware Light Studio per PC (sotto).

tutte le norme interna­zionali, nei vari paesi ci sono diverse preferenze per il montaggio della componentistica.

Programmazione luminosa, anno 1987: fosse questo il livello della tecnica, oggi per alcune delle soluzioni di programmazione luminosa più avanzate si dovreb be dedicare una stanza intera per far spazio alle apparec­chiature richieste, e si dovrebbe dotarla di un impianto di climatizza­zione ad alte prestazioni.

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Novità: proiettori e washer Powercast

La famiglia Powercast, di impiego universale, contiene apparecchia­ture economiche per l‘illuminazio­ne di spazi esterni. I proiettori e i washer dispongono di tecnologie attuali quali la tecnica LED o i riflettori Spherolit per un comfort visivo efficiente. In un corpo di forma esteticamente unitaria, il design del sistema presenta distri­buzioni della luce simmetriche per l‘illuminazione d‘accento, dal nar­row spot al wide flood, ma anche varie distribuzioni a luce diffusa. Powercast costituisce quindi una famiglia particolarmente versatile, economica e flessibile, ad esempio per l‘illuminazione di dettagli di facciate, di insegne o vegetazione.

Powercast con LEDCome alternativa a consumo ener­getico particolarmente ridotto e con pochissima manutenzione, i proiettori Powercast sono dispo­nibili anche con la tecnologia LED con tonalità di luce bianca calda e bianca diurna. Per un orientamen­to ottimale della luce, si impiegano sistemi di lenti composti da un col­limatore ottico progettato appo­sitamente per questi apparecchi e da varie lenti per le caratteristiche spot, flood e wide flood. Gli angoli di distribuzione risultanti dalle diverse caratteristiche di distribu­zione dell’intensità luminosa sono simili alle comuni caratteristiche di distribuzione dei faretti ERCO convenzionali.

Powercast offre un ampio spettro di distri­buzioni della luce per i più svariati requisiti d‘illuminazione.

Narrow spotPer l’accentuazione di piccoli oggetti con illuminamento elevato o per superare grandi distanze tra l’apparecchio e l’oggetto. Angolo di distribuzione dell’inten­sità luminosa < 10°.

SpotÈ la caratteristica stan­dard per l’illuminazione d’accento di oggetti di ogni tipo, in particolare per la modellazione delle forme tridimensionali. Angolo di distribuzione dell’intensità luminosa 10°–20°.

FloodPer un’accentuazione efficiente di grandi oggetti o per mettere in risalto estese zone di un ambiente. Angolo di distribuzione dell’inten­sità luminosa 25°–35°.

Wide floodPer una flessibile illu­minazione diffusa di superfici e zone di un ambiente. Angolo di distribuzione dell’inten­sità luminosa > 45°.

Per una flessibilità elevata nella pratica, il riflettore Spherolit oval flood può essere ruotato di 360°. Per le posizioni a 90° è disponibile una funzione di arresto. Di impiego paragonabile ad una lente per scultura, il cono ovale di luce può essere regolato in base all‘orienta mento dell‘og­getto da illuminare.

Per ottenere un gradiente morbido, il washer con riflettore Spherolit oval flood fino a 150W dispo­ne come accessorio di una lente Softec.

I washer con riflettore Spherolit washlight fino a 70W sono dotati di una lente Softec.

Oval floodPer una flessibile illu­minazione diffusa di superfici e oggetti. La distribuzione ovale della luce può essere orientata in senso orizzontale o verticale con una sem­plice rotazione.

WashlightCaratteristica per l’illuminazione diffusa asimmetrica di superfici verticali quali facciate, muri o cespugli.

Bianco diurnoI faretti Powercast in bianco diurno da 5500K presentano un’efficienza particolarmente elevata, con una resa cromatica accettabile. L’effetto cromatico è simile alla luce del giorno.

Bianco caldoI faretti Powercast in bianco caldo hanno un’efficienza luminosa un po’ più limitata rispet­to al bianco diurno, ma in compenso una miglio ­re resa cromatica. L’effet­to cromatico di 3500K si avvicina alla luce delle lampade alogene.

Orientamento della luceIl collimatore ottico in materiale sintetico, calco­lato e prodotto da ERCO, inizialmente orienta la luce in senso parallelo, mentre una speciale lente realizza con precisione l’angolo di distribuzione desiderato.

Per la sostituzione della lampada o del riflettore basta semplicemente ribaltare il corpo. La sostituzione del riflettore Spherolit non richiede l’impiego di attrezzi.

I proiettori Powercast per lampade alogene a bassa tensione o per lampade ad alogenuri metallici sono dotati di riflettori Spherolit intercambiabili.

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Licht

Quellenwahl

Projektor

VCRBedienfeldDVDBedienfeld

Audio Foyer

ENDE MIC mute

Audio Controls

zusätzlicheFunktionen

1 2

2

1

Novità DALI

Light Server

Hub/SwitchWLAN

Light Studio

Comando della tecnologia dei media

Zona A Zona B Zona C

Zona A + B Zona C

Zona A Zona B + C

Collegamento tramite rete tra Light System DALI e PCIl collegamento al Light Server 64+ del PC con il software Light Studio, finora effettuato con cavo USB, è possibile ora anche mediante Ethernet, sia con un cavo diretta­mente connesso con un unico Light Server 64+, sia mediante hub o switch. Il collegamento tra PC e hub a sua volta può essere effet­tuato con cavo, ma anche senza fili (WLAN). Questa opzione crea grande flessibilità, ad esempio per allestire impianti che si estendono a più ambienti: in questo modo, sul notebook o PC connesso senza cavi, si possono programmare le situazioni proprio là dove devono svolgersi.

AMX, produttore leader di comandi per media, ha predisposto i propri prodotti al collegamen­to con il Light System DALI di ERCO e mette

Collegamento di tecnologia dei mediaSempre mediante Ethernet si può allacciare il Light System DALI con sistemi di comando commerciali per tecnologia dei media. Molte delle funzioni del Light System DALI possono essere attivate a questo scopo tramite un’interfaccia di programmazione documenta ta. I comandi per media del produttore AMX sono già pre­disposti al collegamento con Light Studio.

a disposizione modelli corrispondenti.

Documentazione progettiPer la documentazione dei pro­getti di programmazione lumi­nosa con il Light System DALI, il software Light Studio dispone ora di un dialogo che offre ampie possibilità di opzioni adattabili. Il numero di pagine risultante della documenta zione viene calcolato automaticamente e visualizzato. Inoltre la documentazione del progetto può essere stampata o anche esportata in formati digitali (per es. .XPS, .PDF) a seconda della configura zione del PC.

Modulo di raggruppamentoNegli ambienti multifunzionali (ad es. sale per conferenze o banchetti) difficilmente si vorrà rinunciare ai giochi di luce. Solo pochi sistemi di programmazione luminosa sono però in grado di gestire in modo veramente pratico e intelligente gli ambienti divisibili con pareti mobili. La generazione attuale del Light Server 64+ e il software Light Studio offrono una soluzione pra­tica per questo problema.

Gli interruttori di finecorsa di un massimo di 4 pareti divisorie comunicano la loro condizione al sistema mediante gli ingressi per

interruttori/dispositivi digitali sul Light Server. Di conseguenza, le consolle si comportano come pul­santi o Light Changer nel rispettivo segmento spaziale nel modo pre­definito nel software Light Studio e comandano come zone comuni gli ambienti combinati.

Le caratteristiche e le liste delle situazioni per ogni possibile con­figurazione spaziale sono rappresentate nel Light Studio come zone

e comandate automa­ticamente a seconda dello stato delle pareti divisorie.

Funzionamento con Master dimmerCon la funzione Master dimmer si può ridurre o aumentare la luminosità generale di una zona sia mediante pulsanti che sul Light Changer. Per affrontare problemi d’illuminazione particolari e tenere conto del diverso comportamento di dimmerazione delle lampade, con il Master dimmer ora si può anche influire sul comportamento individuale di un Light Client. Il modulo Light Book del software Light Studio mette a disposizione uno strumento a questo scopo.

Per i Light Client dimmerabili (ad es. con LED, lampade alogene a bassa tensione o lampade fluo­rescenti) si può scegliere tra un comportamento lineare e uno in

Come caratteristica supplementare, si può ora definire il compor­tamento individuale del Master dimmer in ogni Light Client, a prescin­

cui il Light Client non deve scen­dere al di sotto di un valore limite definito o in cui viene escluso del tutto. Si può inoltre assegnare una soglia di comando individuale ai Light Client commutabili (attuatori di comando DALI, apparecchi HIT).

dere dalle sue caratteri­stiche di dimmerazione.

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Zoom Doppio zoom

Ingressi analogici negli impianti di programmazione luminosaAl contrario degli ingressi digitali, quelli analogici possono registrare anche dei valori intermedi. Ciò con­sente ad esempio il collegamento di un sensore di luminosità, che al contrario dell’interruttore crepu­scolare invia un segnale analogico e non digitale, la cui tensione è proporzionale alla luminosità misurata.

Posto all’esterno, il sensore di luminosità può regolare l’illumina­zione artificiale in funzione delle condizioni luce diurna. A tal fine nel software Light Studio del Light System DALI si fissano le soglie di commutazione e le situazioni lumi­nose assegnate ai diversi intervalli tra le soglie. Un’applicazione tipica è la graduale compensazione della luce diurna con la luce artificiale quando l’intensità della luce diurna non è più sufficiente per i compiti di illuminazione previsti. Così si può utilizzare al meglio la luce naturale, ad esempio nell’illuminazione delle postazioni di lavoro, risparmiando molta energia. Nei musei i sensori di luminosità comandano il rapporto tra la luce diurna e quella artificiale ma anche i dispositivi che genera­no in modo mirato delle ombre per proteggere le opere d’arte dagli effetti di un’eccessiva irradiazione solare. Un adeguato ritardo di com­mutazione nel sistema dell’ingres ­so analogico previene un’attivazio­ne continua del sensore nel caso in cui il valore di ingresso analogico dovesse oscillare attorno alla soglia di commutazione.

In altre situazioni, ad esempio in ristoranti, negozi o vetrine, l’illu­minazione artificiale deve spesso creare determinati contrasti. Per farlo sono necessari dei maggiori illuminamenti quando la luce diur­na è più forte che non quando il cielo è coperto, alla sera o a notte inoltrata: ciò significa che a mag­giori valori di misurazione della luminosità vengono assegnate delle situazioni più luminose.

Thomas Schielke

Ingressi digitali negli impianti di programmazione luminosaGli impianti di programmazione luminosa come il Light System DALI consentono di allestire complesse situazioni luminose e sequenze per adattare l’illuminazione in modo funzionale e creativamente flessi­bile alle architetture. Il richiamo della giusta situazione luminosa in determinate condizioni può essere effettuato automaticamente con sensori o manualmente con degli adeguati elementi di comando. Oltre alle comode unità di input dei dati create specificamente per i diversi impianti, in un sistema di programmazione luminosa si pos­sono integrare anche dei comuni pulsanti, interruttori e sensori disponibili in commercio. A tal fine il sistema di controllo centrale, che tra l’altro memorizza i dati delle diverse situazioni luminose e invia i segnali ai singoli apparecchi, deve essere dotato di ingressi program­mabili collegabili in modo flessibile a diverse funzioni. Il Light Server del Light System DALI prevede due fondamentali tipi di ingressi: quelli digitali e quelli analogici.

Gli ingressi digitali riconoscono solamente gli stati «off» o «on», e non possono elaborare dei valori intermedi. I relativi segnali sono inviati da interruttori o pulsanti. Già con questi strumenti si può sviluppare una molteplicità di opzioni di comando: un interrut­tore può realizzare il passaggio tra due situazioni luminose o tra una situazione luminosa e la situazio­ne precedente. Un pulsante può richiamare una determinata situa­zione luminosa, ma con il ripetersi del suo azionamento far scorrere una lista di fino a 30 situazioni luminose. Gli elementi dotati di più tasti rendono possibile il richiamo diretto delle diverse situazioni: il Light Server offre a tal fine fino a 8 ingressi digitali. Per rendere dispo­nibili le stesse funzionalità in diver­si punti di un ambiente, ad esempio in una sala con diversi ingressi, si attivano i tasti in parallelo.

Per tipo di segnale inviato, gli interruttori crepuscolari o i rileva­tori di movimento corrispondono ad un interruttore e possono quindi essere collegati ad un ingresso digi­tale. La soglia di commutazione, ossia il valore misurato per il quale si modifica il segnale dal sensore, può essere impostata sul sensore

I comuni pulsanti ed interruttori sono un’alter nativa affidabile, semplice ed economica per il comando degli impianti di programma­zione luminosa, o una soluzione complementa ­ re ai comodi elementi di comando specifici del sistema, come il Light Changer.

I sensori di luminosità inviano dei valori di misurazione analogici e a differenza degli interruttori crepuscolari consentono un’assegna­zione differenziata delle situazioni luminose in funzione della lumino ­sità ambientale.

Se ad esempio nell’illu­minazione d’accento si desiderano dei contrasti costanti lungo il corso della giornata, con un ingresso analogico nel sistema di programma­zione luminosa un senso­re di luminosità analogico può richiamare diverse situazioni luminose con gli illuminamenti neces­sari a seconda delle con­dizioni di luce diurna.

Nel software per la pro­grammazione luminosa si assegnano le diverse situazioni luminose ai diversi valori di lumino­sità misurati.

Con l’interruttore si ha un passaggio tra due situazioni luminose. I pulsanti invece possono essere azionati più volte per attivare una succes­sione di situazioni lumi­nose assegnate. Con il suo sensore l’interruttore crepuscolare invia, ad una determinata soglia di commutazione, un segnale digitale che attiva il passaggio tra due situazioni luminose sull’ingresso digitale del Light Server.

Una possibilità d’impiego per i sensori esterni: il comando dell’illumina­zione di una facciata in funzione delle condizioni della luce diurna.

stesso. La variazione del suo stato fa scattare le funzioni preceden­temente impostate sul sistema di programmazione luminosa.

Il progettista può definire e adattare nel software Light Studio le funzioni da attivare quando il segnale arriva all’ingresso digitale. Oltre al richiamo delle situazioni luminose, di sequenze e di liste di situazioni, sono disponibili anche delle funzioni speciali: ad esem­pio la funzione masterdimmen, che può essere regolata con dei pulsanti basculanti. Altre opzioni speciali sono le funzioni a tempo per i pulsanti, ad esempio per illu­minare le scale per qualche minu­to, o la funzione «Tutti i Client», che commuta tutti gli apparecchi di un impianto allo 0% o al 100% della loro potenza.

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Cambiosituazione

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La luce fluisce attraverso la moderna parete in vetro di questa cascina, per il resto riportata alla sua forma originale del 1702: l’estetica ed il com­fort odierni si incontrano con le tradizioni secolari.

Molti in città sognano una vita in campagna, ma solo pochi realizzano il loro sogno in modo così deciso come il committente di quest’abita­zione: per sé e la sua famiglia un imprenditore dell’industria creativa ha trasformato questa cascina nel Münsterland, nel rispetto della tute­la dei beni culturali, in un rifugio che coniuga gli elementi storici con il comfort più moderno e con un’estetica minimalista.

Questa impostazione è oggi aiutata dal fatto che l’illuminotecnica e la tecnologia della programmazione luminosa del XXI° secolo si integrano nell’architettura abitativa in modo discreto e compatto come mai in passato. La combinazione di faretti e wallwasher ad incasso per lampade a bassa tensione della serie Quadra con il sistema di programmazione luminosa Light System DALI descrive perfetta­mente la filosofia ERCO, che offre «luce più che apparec chi». Le situazioni luminose liberamente programmabili e comodamente richiamabili consentono agli abitanti della cascina di met­tere in scena il loro ambiente e la loro vita in modo sempre adeguato e allo stesso tempo di controllare e ridurre in modo efficace i consumi energetici.

Cascina in MünsterlandMessa in scena con DALI

Il soggiorno, messo in scena in modo sempre nuovo con le diverse situazioni luminose: qui una situazione neutra, con un’elevata compo­nente di illuminazione delle superfici verticali.

Una scena con pochi accenti luminosi ben orientati sottolinea i mobili e gli oggetti nel­ le singole zone dell’am­biente, creando una maggiore intimità.

Illuminazione scenica anche in cucina: una pri­ma situazione luminosa pone una luce brillante sui piani di lavoro e fa venir voglia di cucinare.

Questa seconda situazio­ne luminosa crea nell’am­biente un’atmosfera più neutra con l’illuminazio­ne diffusa della parete contrapposta.

Nella terza situazione luminosa le componenti di illuminazione delle superfici verticali sono dimmerate a vantag­gio dell’apparecchio a sospensione: il tavolo è messo al centro dell’at­tenzione.

Come elementi di coman­do il committente ha scel­to i Light Changer ERCO con il loro comodo display con schermo tattile, che rappresentano le situa­zioni luminose con il loro nome ed offrono molte ulteriori funzioni.

Architetto: Andreas Heupel, MünsterFoto: Thomas Mayer, Neuss

La combinazione dei due tipi di illuminazione crea un’atmosfera invitante e festosa.

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L’impianto Light System DALI del Museo dell’Arte di Emden integra una molteplicità di appa-recchi di illuminazione sia per ambienti interni sia per esterni, sia Light Client compatibili DALI che apparecchi comuni gestiti tramite dimmera-zione e attuatori DALI.

Museo dell’Arte di EmdenUna luminosa entrata in scena, con DALI

Il modulo Light Timer del software Light Studio consente il richiamo del -le situazioni luminose in momenti predefiniti.

Di giorno utilizzare gli edifici pubblici e le strut-ture culturali in modo funzionale, e di notte metterli in scena come attrazioni negli spazi cittadini: Light System DALI e il software Light Studio con i moduli Light Timer e Light Sequencer svolgono questi compiti in modo comodo ed eco-nomico.

Quale tempio dell’arte è dotato di un suo molo per far attraccare le imbarcazioni? Il Museo dell’Arte di Emden, della Fondazione di Henri ed Eske Nannen, è situato sul pittoresco fos-sato della città di Emden. Nel 1983 l’allora direttore del settimanale Stern, Henri Nannen, decise di creare una fondazione nella sua città natale realizzando un museo dove esporre la sua vasta collezione di opere d’arte. Nel 1986 è stato quindi aperto al pubblico il simpatico complesso in laterizio degli architetti Ingeborg Spengelin e del Prof. Friedrich Spengelin. La donazione del gallerista e collezionista di Monaco di Baviera Otto van de Loo ha ampliato ulteriormente la collezione e ha reso necessario un ampliamento del museo. In un concorso internazionale gli architetti Venneberg & Zech, in collaborazione con il Prof. Friedrich Spengelin, hanno ricevuto il primo premio e, all’inizio del 2006, hanno avviato i lavori per un’approfon-dita ristrutturazione del museo. Hanno svilup-pato un progetto per l’ottimizzazione ener-getica del complesso esistente e della nuova parte dell’ampliamento, con una regolazione intelligente del riscaldamento e dell’areazione, mirata al recupero del calore. I progettisti hanno posto una particolare attenzione alla regolazio-ne della luce diurna e di quella artificiale. Nella parte vecchia dell’edificio le parti in legno sono state dipinte di bianco e nell’ampliamento sono stati utilizzati dei materiali chiari, in modo da ottenere maggiori illuminamenti pur impiegan-do lampade di potenza minore, grazie al miglio-ramento dei coefficienti di riflessione delle superfici illuminate. Il comando delle tapparelle reagisce all’incidenza dei raggi solari ed al tipo di luce diurna; la luce artificiale è accesa, dosata e dimmerata di conseguenza.

Il museo recentemente riaperto non costitu-isce solo una delle principali attrazioni culturali della cittadina di Emden, ma diventa ancor più che in passato un modello di urbanistica. Negli interni gli apparecchi ERCO mettono in luce le opere d’arte in modo ottimale, mentre la nuova illuminazione esterna inserisce l’intero com-plesso architettonico nel panorama notturno. L’impiego di Light System DALI consente la crea-zione di diverse situazioni luminose che volendo possono proiettare dei giochi di luci colorate sulle pareti intonacate di bianco della bussola e del foyer: si crea così un efficace contrasto tra la tradizionale architettura in laterizio e l’invitante trasparenza del corpo in vetro dell’ingresso.

Architetti: Friedrich e Ingeborg Spengelin, Hannover; Venneberg & Zech, Hannover.Foto: Rudi Meisel, Berlino

http://kunsthalle-emden.de

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I faretti Optec per LED Varychrome con adat­tatore DALI a 12 LED ad alta potenza emettono luce colorata. Il punto colore della luce può essere selezionato con il software Light Studio del Light System DALI. La lente Softec consente una distribuzione omo­genea delle componenti cromatiche di base.

Le belle automobili antiche sono affascinanti. Con il loro coniugare estetica e funzionalità, i veicoli storici sono uno specchio del design e dello sviluppo tecnologico del loro tempo. Nel museo dell’automobile Central Garage di Bad Homburg questo fascino viene valorizzato al massimo. I locali espositivi di un’ex concessio­naria automobilistica fanno da teatro dal 2007 alle bellezze originali, ai materiali cromati e alle vernici metallizzate. Tra le altre sono esposte modelli come la Mercedes SL, la DKW Monza o la Grantura del produttore artigianale britan­nico TVR, ma anche le motociclette Horex, le Trabant o le Citroën 2CV.

Oltre alla collezione stabile e a quelle itine­ranti che illustrano la storia dell’automobile, il museo offre dei locali rappresentativi per le occasioni più diverse. Per feste private, ricorren­ze o presentazioni d’azienda, è disponibile il grande spazio d’ingresso con il telone multime­diale, gli spazi di diverse dimensioni che si esten­dono sui due piani del complesso ed un’area perfettamente accessoriata per il catering.

Museo dell’automobile Central Garagetune the light – con DALI

Accenti cromatici variabili sulle colonne, realizzati con i faretti Optec per LED varychrome. Il siste­ma di programmazione luminosa Light System DALI integra questi effetti scenografici con l’illumi­nazione generale e con quella per le esposizioni in un unico elemento di comando.

Nello spazio luminoso creato dosando l’illumi­nazione di base e quella d’accento si valorizza l’estetica dell’automobile storica. Qui si può ammi­rare una Mercedes­Benz modello 370S Mannheim del 1931.

Gli scenari di illuminazio­ne desiderati nel museo dell’automobile Central Garage possono essere impostati e richiamati in modo semplice e veloce con il software integrato nel Light System DALI ERCO e installato in un PC o in un computer portatile. L’utente può quindi con pochi click impostare delle succes­sioni dinamiche di dim­

Foto: Dirk Vogel, Dortmund

www.central­garage.de

La concezione flessibile dell’illuminazione ERCO si adatta alla poliedricità degli impieghi di questi spazi. Con Light System DALI la pro­grammazione luminosa degli apparecchi è in grado di creare le atmosfere più diverse. A seconda delle esigenze del cliente si possono prevedere dei semplici scenari funzionali per gli interni, la cui illuminazione potrebbe variare dalla neutralità all’espressività. I faretti Optec con le economiche lampade HIT forniscono l’illuminazione di fondo. Di sera la luce brillante d’accento dei faretti Optec per lampade aloge­ne a bassa tensione fa risaltare le auto in espo­sizione. La luce alogena dimmerabile fa inoltre da illuminazione di base e d’accento negli even­ti festosi. Con i faretti Optec e gli apparecchi per facciate Focalflood a tecnologia Varychrome, dotati di LED ad alta potenza, si possono inoltre irradiare le pareti e le colonne di luce colorata.

merazioni e di variazioni cromatiche per gli appa­recchi compatibili DALI e controllarne direttamen­te l’effetto.

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La marca «Reserved» è l’ammiraglia del grup-po tessile polacco LPP e vanta una grandiosa storia di successo nelle giovani economie di mercato del centro e dell’est Europa: fondata già nel 1990 e trasformata nel 1995 in società per azioni, questa impresa negli ultimi anni è cresciuta velocemente e si è espansa con le sue catene dalla Polonia ai vicini paesi baltici, in Repubblica Ceca, in Slovacchia, in Ungheria e fino in Russia e in Ucraina. Nel 2007 la LPP per la prima volta ha superato il miliardo di zloty di fatturato, che corrisponde a circa 265 milioni di euro.

Il primo negozio «Reserved» è stato aperto nel 2000, ma oggi la catena conta più di 190 negozi e le cifre indicano una prosecuzione della cresci-ta. Le filiali si trovano in genere nei centri città, ma anche nei centri commerciali come nella Galeria Mokotow di Varsavia. Proprio qui, in mezzo alla dura concorrenza delle marche inter-nazionali, la presentazione architettonica e con essa l’allestimento illuminotecnico del negozio assumono un ruolo particolarmente rilevante. Una parte del concetto elaborato per «Reserved» dallo Studio 1:1 di Danzica è costituito dagli effetti luminosi dinamici realizzati nelle vetrine con Light System DALI. I progettisti hanno pun-tato sul richiamo dell’attenzione dei passanti con le variazioni del contrasto, della direzione e della modellazione delle diverse qualità della luce. I faretti Quinta per lampade alogene a bassa tensione QT12 100W, compatibili DALI, sono montati su binari elettrificati DALI e col-legati con il Light Server. Per il comando indivi-duale dei faretti i progettisti hanno utilizzato le «successioni dinamiche», un’opzione utilizzabile con il software Light Studio con tutti i Light Client dimmerabili. L’illuminazione della vetrina è così in grado di risvegliare l’attenzione dei clienti e di indirizzare i loro sguardi sulle deco-razioni, sui manichini, sugli espositori o sugli altri elementi dell’allestimento.

LPP Reserved Shop, VarsaviaScenografie per le vetrine, con DALI

Avvio della dimmerazione dinamica: l’illuminazione d’accento è dimmerata e l’illuminazione gene-rale diffusa determina il risultato complessivo. I contrasti sono limitati.

5 secondi dopo: l’illu-minazione d’accento al 100% e il manichino in vetrina viene modellato con la luce orientata dei faretti, con forti con-trasti. Per creare degli effetti in grado di attirare l’attenzione si possono realizzare delle succes-sioni dinamiche con cicli brevi: in questa vetrina di LPP i cicli durano circa 10 secondi, in modo che l’osservatore li percepisca consapevolmente.

Architettura e progettazione illuminotecnica: Studio 1:1, , Dariusz Brunka,

Foto: Rudi Meisel, Berlino

www.lpp.com.pl

Binari elettrificati DALIPer l’impiego dei faretti con adattatori DALI si collegano i classici pro-fili dei binari elettrificati ERCO in modo diverso dal tipico collegamento come binari trifase: due dei collegamenti in rame servono alla trasmissione dei segnali DALI (DA) invece che all’alimenta-zione elettrica.

Non si deve ricorrere per forza alla luce colorata: nell’ambiente tipico di un centro commerciale, caratterizzato da elevati livelli di luminosità, gli effetti luminosi dinamici sono un mezzo adatto per attirare l’attenzione dei clienti.

Nel modulo Light Master del software Light Studio, per i Light Client dimme-rabili compare tra le altre l’opzione «successioni dinamiche», che viene utilizzata nella messa in scena delle vetrine di «Reserved».

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La navata principale offre spazio per fino a 1500 fedeli. Al centro dell’attenzione si impone una copia di un croce­fisso dell’artista danese Bertel Thorvaldsen. L’illu­minazione è prodotta dai discreti faretti e wallwasher Optec mon­tati su binari elettrificati Monopoll DALI.

Con i suoi 120.000 abitanti Stavanger è la quar­ta città della Norvegia e, assieme a Liverpool, è la capitale europea della cultura per il 2008. La chiesa di St. Petri, risalente al XIX° secolo, è un gioiello architettonico della città: dopo il recen­te restauro potrà ospitare alcune delle manife­stazioni culturali previste per l’anno in corso.

I cittadini di Stavanger hanno commissio­nato la chiesa di St. Petri nel 1861, quando la cattedrale medievale era diventata troppo piccola per la crescente popolazione della cit­tà. L’architetto norvegese Conrad Fredrik von der Lippe (1833­1901) costruì questa casa del Signore in stile neoromanico tra il 1864 ed il 1866, prendendo ispirazione dalla chiesa ber­linese di S. Giovanni, nel quartiere di Moabit, realizzata da Karl Friedrich Schinkel, che aveva avuto modo di conoscere durante i suoi studi in Germania.

Negli anni dal 2004 al 2008 la chiesa è stata sottoposta ad un completo restauro, nel rispetto delle rigide normative per la tutela dei beni culturali. In particolare si è dovuto con­solidare il particolare tetto con travi a coppia d'archi della navata principale. Sotto la guida dell’archi tetto Helge Schjelderup gli spazi della chiesa sono tornati alla loro vecchia, festosa e sobria bellezza; inoltre sono stati eseguiti dei discreti adattamenti ed ampliamenti per con­sentire un impiego di quegli spazi flessibile ed adatto alle odierne esigenze: oltre che alla mes­sa, la chiesa serve anche da sala per le attività caritatevoli a favore delle persone ai margini della società e, data la sua eccellente acustica, da sala concerti.

Le lanterne a gas originali, trasformate in moderni strumenti di illuminazione, hanno pre­so di nuovo il loro posto nella chiesa, ma oggi sono ormai solo una componente decorativa, di «luce da osservare», di un moderno sistema di illuminazione, adattabile con flessibilità a tutte le diverse situazioni e ai diversi usi, sfruttando pienamente le capacità di allestimento offerte dal comando con Light System DALI.

Chiesa di St. Petri, StavangerLiturgie luminose con DALI

Il sistema DALI con i molti faretti e wallwasher Optec comandabili indi­vidualmente offre una flessibilità estrema e un comfort visivo ottimale: gli apparecchi sono molto schermati e tra l’altro montati su binari elettrificati Monopoll DALI, molto al di sopra del campo visivo degli osservatori.

La religione ed il rito sono inseparabili. Da sempre le messe sacre seguono una rigida drammaturgia, ad esempio nella tradizio­ne cristiana della liturgia. È quindi natu­rale supportare tutta la cerimonia con un’adeguata illuminazione scenografica. Per questo scopo e per gli altri impieghi dei locali sacri per eventi culturali, il siste­ma di programmazione luminosa Light System DALI rappresenta uno strumento ideale. La molteplicità di Light Client DALI individualmente indirizzabili costituisce una matrice di apparecchi variabile e flessibile, con la quale si possono definire liberamente le atmosfere, la percezione degli spazi e le aree di richiamo dell’atten­zione. Allo stesso tempo, in modo sem­plice e comodo, si possono impostare, memorizzare e richiamare singolarmente, in sequenze o con comando a timer le situazioni luminose programmate.

La chiesa di St. Petri era uno dei primi edifici in laterizio di Stavanger, le cui tradizionali case in legno nel corso della storia sono state più volte vittime di disastrosi incendi.

Con il software Light Studio si può impostare e programmare in loco l’impianto Light System DALI. Ovviamente, una volta stabilite le situa­zioni luminose e le sequenze, nell’impiego quotidiano non è neces­sario utilizzare un com­puter portatile, essendo sufficiente l’elemento di un comando a parete Light Changer (descritto qui sopra nel riquadro grigio) o di comuni inter­ruttori e pulsanti.

Architetto: Conrad Fredrik von der Lippe (1833­1901), Helge Schjelderup, Stavanger (Restauro)Progettazione illuminotecnica: Erik Selmer (ELDA), Trondheim

Foto: Thomas Mayer, Neuss

La concezione scenica dell’illuminazione è stata ideata dal proget­tista illuminotecnico Erik Selmer (ELDA) di Trondheim, in stretta

Questa sequenza di immagini mostra quanto la percezione dell’am­biente sia influenzabile con le diverse situazioni luminose.

collaborazione con ERCO, con gli architetti e con l’ente preposto alla tutela dei beni culturali.

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Luci di chiusura

Inaugurazione dello Showroom di OsloNella capitale norvegese, il 14 ago-sto ERCO ha aperto i battenti del suo nuovo Showroom di Oslo. Dietro alla facciata storica sulla Kirkegata, illuminata in modo prestigioso, gli architetti e i pro-gettisti illuminotecnici trovano un ambiente moderno nel quale il team norvegese di ERCO offre una gamma completa di servizi nel settore dell’illuminazione delle architetture: dalla campionatura, ai colloqui di consulenza, ai semi-nari e fino all’organizzazione degli eventi.

ContattoERCO Lighting ASKirkegata 50153 OsloPostboks 771 Sentrum0104 OsloNorvegia

Tel.: +47 2414 8200Fax: +47 2414 8201E-mail: [email protected]

Inaugurazione dello Showroom di MilanoA Milano, nella metropoli del design italiano, ERCO pone con il suo nuovo e prestigioso Showroom un accento di creatività luminosa. Sui due piani di un ex edificio indu-striale sono stati sistemati gli uffici, le sale per le riunioni ed un’area Mock-Up con tutto il necessario per illustrare i campioni degli appa - recchi di illuminazione. Anche l’area esterna dell’«Edificio Sedici», nella zona nord di Milano, è stata completamente rivisitata e messa in scena con gli apparecchi ERCO per ambienti esterni ed offre ora uno ambiente stimolante per le imprese più creative. Il 18 settem-bre ERCO Italia ha inaugurato la nuova sede con clienti e amici. Qui trovate delle impressioni sull’even-to e sui nuovi locali.

ContattoERCO Illuminazione S.r.l.Viale Sarca 336 F20126 Milano Italia

Tel.: +39 02 365 872 84Fax: +39 02 643 7831E-mail: [email protected]

Il nuovo Showroom offre tutte le condizioni necessarie per il successo della rappresentanza di ERCO in Norvegia. Le grandi vetrate schiudono gli interni agli sguardi, risvegliando la curiosità dei passanti.

La ricca facciata di fine ’800, messa in scena con apparecchi per facciate Zylinder e proiettori per LED Grasshopper.

I clienti ed i dipendenti ERCO hanno festeggiato l’inaugurazione dello Showroom in un’atmosfe-ra informale e rilassata, con amici e parenti, in un tipico stile scandinavo.

Il clima mediterraneo ha caratterizzato la festa dell’apertura. L’ampio cortile interno, messo in scena con gli apparecchi ERCO per ambienti ester-ni, è stato utilizzato per il party che ha coinvolto i dipendenti degli atelier e degli studi vicini (a sini-stra). Nell’area del Mock-Up del nuovo showroom si possono presentare ai clienti gli effetti luminosi scenografici (a destra).

L’organizzazione dei nuovi uffici è totalmente orientata alle esigenze del mercato italiano, ma l’immagine è quella tipica di ERCO. A presenziare all’inaugurazione c’erano anche i soci ERCO Britta Schreiter e Tim Henrik Maack (sopra).

E ERCO GmbHPostfach 246058505 LüdenscheidGermanyTel.: +49 2351 551 0Fax: +49 2351 551 [email protected]

Maritim Utescene, HaugesundCon questo palcoscenico a cielo aperto la cittadina portuale di Haugesund ha realizzato un’at-traente infrastruttura per le manifestazioni all’aperto con fino a 10.000 spettatori: e non è un numero ipotetico, visto che il solo Festival «Sildajazz», la cui tradizione risale al 1987, quest’anno ha con-tato più di 50.000 visitatori. L’orga-nizzatore è il vicino Hotel Maritim, ed affinché le caratteristiche torri del palcoscenico rivestite di bianco e situate lungo la banchina possano splendere anche nelle notti in cui non sono in programma manife-stazioni, il progettista ha previsto per l’illuminazione un Light System DALI di ERCO con 16 proiettori Grasshopper per LED varychrome che consentono dei giochi di luce affascinanti con un consumo ener-getico minimo.

Architetto: Opus Arkitekter, HaugesundProgettazione impianto elettrico: Cowi AS, Haugesund

www.hotelmaritim.no