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Dalla diga di Begato alla tecnologica Collina degli Erzelli

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el mese di maggio Genovacambia volto. I genovesicambiano volto. Probabil�

mente e' una caratteristica tipicadelle grandi citta' di mare, quandol'odore del sale e delle piante di�viene piu' forte dello smog e deirumori, i nasi sensibili dei genovesiridonano vigore a corpo e mente.D'altronde noi siamo un po' tuttifatti cosi', aspettiamo la primaveracome il pendolare attende il suotreno, per noi genovesi e' un ap�puntamento fisso decisamente par�ticolare. Perche' finalmente sipopolano le spiagge, il Monu�mento di Quarto, la passeggiata diVoltri, l'aperitivo in riva al mare,con il sole che tramonta pigro etardo oltre le otto di sera, ora incui iniziano a sfilarsi le lenti scuredegli immancabili occhiali da sole,

per avere piu' carisma e sintoma�tico mistero, cantava Battiato. Inpausa pranzo il buon genovese, sepuo', preferisce un tocca e fuga inspiaggia a qualunque altra cosa, unattimo di sole vale oro dalle nostreparti. Negli anni passati, gli operaigenovesi sottolineavano spessoquesto aspetto, "denigrando" co�loro che in quegli anni decidevanodi cercare fortuna altrove... "Vai afarti il bagno a Milano uscito dallafabbrica... vai... Mi restu chi!" Equesto aspetto del nostro carat�tere, cosi' indissolubilmente legatoal mare e al primo sole caldo, e'forte e radicato anche nelle nuovegenerazioni; gli operai sono diven�tati impiegati d'ufficio, ma la spiag�gia delle 18, quella del dopolavoro, va sempre per la maggiore.Anche l'agenda eventi risente del

cambio di stagione. I tanti mon�dani della citta', d'inverno sempreun po' delusi e insoddisfatti, inquesto periodo hanno finalmentedi che sfamarsi. Le coste sonospesso affollate, soprattutto neiweekend, e tantissimi locali, chenei mesi invernali passano quasiinosservati, diventano punto di ri�trovo per giovani e non. Insomma,una cartolina di tutto rispetto dovei protagonisti sono i burberi geno�vesi, questa strana gente che e'nata e cresciuta con una certezzache in questi mesi diventa impre�scindibile: cosa c'e' da fare?!Ovunque ti trovi scendi, arriveraial mare. E scusate se e' poco.

Con affetto,Gabriele Serpe

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GGEENNOOVVAA,, FFIIOORREE DDII MMAAGGGGIIOO

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ono lieta di annunciarvi che il quartiere dellanostra Zena definito da fior fiori di architetti eurbanisti tra i piu' problematici della citta', e'

stato scelto, proprio per le sue caratteristiche, comecampo di battaglia per uno dei concorsi di idee piu' fa�moso d’Europa e del mondo: “Europan”, programmadi concorsi per nuove architetture aperti ai giovani ar�chitetti di tutta Europa. Begato in questo momento e'il chiodo fisso di molti cervelli, e' l’ispiratore di mo�delli in cartone e “render” tridimensionali, e non fadormire la notte giovani tesisti e competenti archi�tetti... (chi sta scrivendo ne sa qualcosa...) Insomma,grazie a “Europan” (www.europan�italia.com) che ha ilmerito di aver investito sul quartiere una quantita' diteste e di idee inimmaginabile, puo' finalmente trovareriscatto una zona della citta' architettonicamente e ur�banisticamente “fallita”. Begato e' stato scelto insieme

ad altri siti europei di evidente interesse e importanza sociale, e rappresenta oggi per la citta' di Genovaun’inesauribile risorsa di incognite e potenzialita'. Gli obiettivi del programma europeo sono raccogliere nuovispunti sui tanti temi comuni a molte citta' del vecchio continente, facilitare il conferimento d’incarichi pro�fessionali a giovani progettisti capaci e, piu' in generale, animare il dibattito fra le reti di professionisti e le Am�ministrazioni locali che si impegnano in prima persona a seguire i progetti e a facilitarne la realizzazione.Europan affronta ogni anno i temi del rapporto fra residenza, evoluzione dei modi di vita, dinamiche urbanee bisogno di qualita' e di riconversione dei quartieri cittadini, in particolare di quelli periferici. Perche' nonsempre il rinnovamento architettonico fine a se' stesso e' sufficiente per ridare un senso e ricostruire l’iden�tita' di un luogo. Se un essere vivente viene frustato ripetutamente le ferite difficilmente si rimargineranno dauna volta all’altra... le stesse ferite porteranno ad uno stato di alienazione dal quale risultera' molto difficiletornare indietro. Questo e' quello che e' successo a Begato... una serie di interventi invasivi, veloci e selvaggiche, anche se spinti da lodevoli intenzioni, non hanno avuto il tempo e il modo di essere metabolizzati e risul�

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tano tuttora estranei al luogo e a chi lo popola. Perche' un percorso di rinnovamento, affinche' sia efficace edefinitivo, ha bisogno di essere dilatato nel tempo per integrarsi nel tessuto urbano. Begato e' oggi un quar�tiere dormitorio che gli abitanti utilizzano solo poche ore al giorno, la naturale conseguenza di un disastro ur�banistico. Le famose “Dighe” troneggiano al centro del quartiere creando uno squarcio spaziale e un grovigliosociale quantomeno contraddittorio; intorno ai due “colossi” tentano di farsi spazio condomini piu' piccoli euna serie di villette che, poverine, cercano di convincersi di non essere nella periferia genovese ma in un sob�borgo medio�borghese americano. Ci troviamo di fronte ad una realta' sociale frammentata e spenta. Gli an�ziani, che hanno avuto piu' tempo di ricezione e sperano nella qualita' della vita futura, tentano di vivere aBegato nel miglior modo possibile e, da soli, si fanno carico della manutenzione di piccoli spazi verdi e areeattrezzate. Poi ci sono i giovani... la stragrande maggioranza di quelli con cui ho parlato e' fiera di vivere nelproprio quartiere “libero” e “senza controlli”, ma si tratta di abbandono non di liberta'. Ecco perche', in unarealta' periferica caratterizzata da elementi cosi' tanto complessi (ricordiamo che Begato fa comunque partedi una citta', Genova, che di complessita' ne ha gia' di per se' moltissime...), il concorso di idee “Europan”chiede ai “suoi” giovani architetti una trasformazione prima di tutto sociale del quartiere, concepita attraversoil rinnovamento del residenziale, per offrire una migliore qualita' di vita evitando l’esclusione collettiva. Di�pinta senza pregiudizi ne' esagerazioni, Begato rappresenta davvero una scommessa difficile da vincere... Quellopromosso da “Europan” e' senza ombra di dubbio uno degli interventi piu' significativi di sempre per la no�stra citta'. Una grande responsabilita' quindi, ma allo stesso tempo una chance preziosa per tutti i giovani ar�chitetti d'Europa... E allora fuori penne e squadre, la rinascita di Begato non e' piu' una chimera.

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FFRRUUTTTTII DDEELLLLAA RRIICCEERRCCAA:: IILL NNAANNOOSSCCOOPPIIOO OOTTTTIICCOOSta prendendo forma a Genova uno strumento scientifico senza precedenti

nalizzare dettagli dieci milavolte piu' fini della sezionedi un capello, dettagli che

permettono di assistere alle moda�lita' di comunicazione tra neuroni,dettagli che permettono di cono�scere l’organizzazione del DNA al�l’interno di una cellula…”. Fino apochi anni fa un discorso di que�sto tipo lo avremmo letto in un ro�manzo di Asimov, o in un film difantascienza, si era ancora lontanida questo tipo di scoperte, oggi e'ad un passo dalla realta'. Il dina�

mico gruppo di ricerca guidato dalgenovese Alberto Diaspro, in col�laborazione con il Max Planck (Go�ettingen), e' impegnato, all’IstitutoItaliano di Tecnologia, nella messaa punto del Nanoscopio Ottico,uno strumento innovativo che se�gnera' significativamente la ricercascientifica. Sara' possibile indivi�duare i comportamenti sbagliatidelle cellule, ad esempio la forma�zione di masse tumorali o formeneurodegenerative come l’Alzhei�mer, cercando di intervenire pre�

cocemente. In un avveniristico fu�turo, Diaspro immagina di poterintrodurre il Nanoscopio Ottico al�l’interno del corpo umano, rivolu�zionando le tecniche biomediche.Questo caso dimostra come ricer�che di frontiera possano esserecondotte anche in Italia, nei labo�ratori universitari, ma non solo. EGenova, quartier generale dell’Isti�tuto Italiano di Tecnologia (IIT),assume sempre di piu' un ruolo digrande importanza nel panoramascientifico internazionale.

A

Alberto Diaspro, classe 1959, fiore al�l’occhiello del panorama scientifico in�ternazionale. Da sempre, fa della ricercauna passione, mosso da una smodatacuriosita' verso le frontiere del visibile,dell’invisibile e del poco visibile. Con�duce, dagli anni ’90, una pionieristicalinea di ricerca nel campo della biofi�sica. Recentemente, da Professore Uni�versitario del dipartimento di Fisicadell’Ateneo genovese, e' passato allaconduzione dell’Unita' di Nanofisica deldipartimento di Nanobiotecnologie del�l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT),con sede a Genova. Diaspro e il suo Nanoscopio Ottico

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AALLLLAA SSCCOOPPEERRTTAA DDEEII MMUUSSEEII NNAASSCCOOSSTTII......ddii CCllaauuddiiaa DDiiaasspprroo

egli ultimi anni abbiamoassistito ad una sorpren�dente rinascita di Genova

dal punto di vista turistico. Non e'piu' solo un porto di mare, carichie scarichi in continuo via vai, orala gente si ferma e si guarda in giro.Proprio in questi giorni, passeg�giando per le strade del centro, cisi imbatte spesso e volentieri inscolaresche in gita, fotografi, cro�ceristi e tanti turisti fai da te. Que�sto e' un grande vantaggio per lacitta', il clima che si respira e' fe�stoso, ma il rischio e' che, in unacitta' stratificata come Genova,molte delle chicche nascoste ven�gano messe in ombra dai tantopubblicizzati “pacchetti turista”. E'il rischio che si corre ovunque, mae' tipico di Genova cercare di na�scondere cio' che non e' piu' che

collaudato. Il mio obiettivo e'quello di proporvi un originale iti�nerario attraverso il grande patri�monio storico artistico che sembravolersi nascondere. Partiamo daPiazza De Ferrari dove e' piu' cheevidente Palazzo Ducale, antica�mente il palazzo piu' prestigiosodella citta', oggi sede delle mostreprincipali. In quelle che potevanoessere le segrete del Palazzo, trovaspazio il Museo del Jazz nato da unprogetto del Louisiana Jazz Club. Ilmuseo rende fruibili raccolte inte�grali delle incisioni di grandi artistidel jazz come Louis Armstrong, unfondo cartaceo comprendente ri�viste musicali, locandine e manife�sti d’epoca, materiale inedito efuori commercio. Questa sede haun ruolo fondamentale nella pro�mozione degli eventi che gravitano

attorno al mondo del Jazz, nonsolo a livello locale, costituisce unatappa obbligata per gli appassionatidel genere, ed un punto d’attra�zione per i curiosi. Lasciando ilDucale dall’uscita su Piazza Matte�otti, ed addentrandosi nei carruggidella casba per le vie della movidauniversitaria, si raggiunge Via deiGiustiniani. Nella suggestiva loca�tion di Palazzo Franzoni, e' stato dapoco inaugurato il MALC (MuseoArtisti Liguri Contemporanei), chepropone un allestimento in Workin Progress aperto alle ultime ten�denze del panorama artistico. Nonvuole essere un luogo espositivo,ma il luogo in cui si conoscono gliartisti operativi nei nostri giorni,generando un rapporto interattivotra artisti e spettatori, un passoavanti verso una concezione piu’

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Museo Luzzati

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attuale del museo, che va assoluta�mente vissuto. Lasciandosi allespalle il Duomo, si arriva al PortoAntico: direzione Porta Siberia,dove e' ospitato il Museo Luzzati.Un museo dedicato all’artista ge�novese, che raccoglie opere ed al�lestimenti teatrali prodotti nellasua intera carriera. Al Luzzati sonospesso allestite suggestive mostretematiche. Fino al 14 giugno, adesempio, “Cartoni Animati” ciguida attraverso il percorso cheporta alla realizzazione del film dianimazione con un cospicuo nu�mero di tavole originali, mentre“Le Navi di Luzzati” e' un’esposi�zione che mette in risalto la com�ponente artistica nel campodell’arredamento navale. Oltre agli

arredamenti espone opere d’arteprovenienti dai transatlantici, sot�tolineando il rapporto tra l’oggettoartistico e la sua concreta applica�zione. Usciti dal Porto Antico per�corriamo Sottoripa, la ripa maris,quel porticato che si affaccia almare, luogo storico dei commerci;addentrandosi ancora nei carruggi,in Via Lomellini, e' possibile visi�tare la casa natale di GiuseppeMazzini, oggi adibita a museo delRisorgimento, custodisce pezzi ete�rogenei relativi a quel periodo diestrema importanza: dalle divise altesto originale dell’inno d’Italia.L’Istituto Mazziniano conserva,inoltre, uno dei piu' ricchi fondi li�brari giunti integri ai giorni nostri,con un elevato numero di esem�

plari manoscritti. Per concludere ilnostro tour ci spingiamo nella zonaovest della citta'. Adiacente a Pa�lazzo del Principe troviamo qual�cosa di molto curioso: l’ArchivioStorico della Pubblicita', visitabilesolo su prenotazione. All’interno e'esposto materiale originale legatoalla storia della grafica pubblicita�ria, bozzetti, manifesti, cartoline edoggetti di design dagli inizi del XXsecolo fino agli anni ’80. Tra lecose piu' particolari troviamo unacollezione di scatole di latta rac�colta dal 1920 agli anni ‘60. E'molto interessante la sezione au�diovisiva dell’archivio in cui e' con�servato un repertorio di filmati dalCarosello agli spot premiati alFestival di Cannes.

AAFFFFRREESSCCHHII CCOONNTTEEMMPPOORRAANNEEII AALLLL’’OOMMBBRRAA DDEEII GGRRAATTTTAACCIIEELLIIddii CCllaauuddiiaa DDiiaasspprroo

Genova e' una citta' pittoresca, il suo fascino e' come un puzzle: tanti tasselli che compongono un’operaunica, un tassello fondamentale e sicuramente caratteristico sono le “facciate pittate”, decorate con af�

freschi. Chiunque, viaggiatori e non, rimane attrattodallo splendore dei palazzi genovesi, non a caso Rubensnel XVII secolo vi dedico' un’importante opera.La pratica dell’affresco ha origini antichissime, abbiamoprestigiosi esemplari cinquecenteschi ad arricchire ilcentro storico, ma non solo. Passano inosservate ancheopere contemporanee, ne abbiamo un esempio in unpalazzo di Salita San Leonardo (alle spalle di PiazzaDante). Qui, nel 1954, Aldo Bosco affresco' la facciatacon immagini ben diverse da quelle che troviamo neipalazzi antichi; a voler rispecchiare lo spirito del temposono raffigurate scene di lavoro, uomini dediti al loromestiere: muratori, pescatori e agricoltori. Nel pano�rama dell’architettura e dell’urbanistica degli anni ’50,la scelta dell’affresco e' sicuramente curiosa, proprioper questo l’opera assume un elevato valore storico�ar�tistico purtroppo sottovalutato.Gli affreschi di salita San Leonardo

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inalmente, dopo oltrequattro anni di braccio diferro conditi dall'uscita di

scena dell'architetto Renzo Pianonel 2006, lo scorso mese e' statopresentato il progetto definitivodel grande polo tecnologico degliErzelli, grande non a caso. Su unasuperficie territoriale di 46 ettari,verranno infatti realizzate superficiper quasi 400.000 mq che ospite�ranno i dipartimenti della facolta'di Ingegneria (aule e laboratori per90.000 mq nella parte nord dellacollina), spazi produttivi high�techdi terziario e di ricerca operanti inaree di tecnologia avanzata(200.000 mq) e strutture ricettive eresidenziali per ricercatori, studentie cittadini (100.000 mq). Infine,200.000 mq ancora da destinareper attivita' commerciali, profes�sionali, sportive e spazi per iltempo libero... In questo senso di�verse associazioni culturali e di vo�lontariato del ponente cittadinoproporranno a breve idee e pro�getti ai costruttori e alle ammini�strazioni. Il verde sara' il comunedenominatore e il parco si svilup�

pera' intornoad un lago. Iltutto per uncosto com�plessivo che siaggira intornoai 600 milionidi euro. La fa�colta' di Inge�gneria, intanto,ha a disposizione 140 milioni percomprare la nuova sede, le partistanno trattando e l'accordo e' vi�cino. L'edificio sara' circondato dauna schiera di palazzine destinatealle aziende che si insedierannosulla collina. Sono proprio legrandi firme dell'high�tech unpunto cruciale nella realizzazionedell'intero complesso. Come si sa,Ericsson portera' sulla collina uncentro ricerca e ha gia' firmatol'accordo, ancora in ballo sono ilCnr genovese e la Esaote, ma i co�struttori affermano di avere con�tatti con una cinquantina diaziende pronte ad insediarsi agli Er�zelli. Cio' significherebbe quasi die�cimila posti di lavoro, che se siaggiungono ai quattromila fra stu�

denti e professori di Ingegneria eai tremila residenti che occupe�ranno le nuove abitazioni, si rag�giunge quota 17mila, ovvero lepersone che quotidianamente fre�quenteranno la collina. Marta Vin�cenzi si e' detta preoccupata per ilnumero di palazzine riservate alleaziende che viene considerato ec�cessivo. Il timore e' quello di arri�vare alla richiesta delle aziendestesse di trasformare la destina�zione d'uso di molti degli edificiper ottenere lucro e ripagarsi icosti di trasferimento sulla collina.Cosa che non dovra' accadere. Loscopo dei progettisti guidati dal�l'architetto Mario Bellini e' infattiquello di creare vicinanza e sinergiafra aziende, studenti e ricercatori,in modo che le idee scaturite dellaricerca possano trasformarsi in re�alta' produttive. Una prospettivadavvero importante per la nostracitta'. L'altro tema che ha suscitatopreoccupazioni e' legato agli ac�cessi: i costruttori hanno assicuratola realizzazione di quattro stradeper non incorrere in ingorghi e di�sagi, ma non e' tutto... Su propostadella Sindaco Vincenzi, si sta pro�gettando una funicolare che par�tira' dall'area della MarinaAeroporto e che potrebbe esserefinanziata dalla Regione.

GGEENNOOVVAA,, FFUUTTUURROO HHIIGGHH��TTEECCHH!!Sulla collina degli Erzelli sorgera' il parco scientifico piu' importante d'Italiaddii GGaabbrriieellee SSeerrppee

F

Il progetto Erzelli. Ben visibili le due torri affacciate sul porto e destinate al residenziale, come le costru�zioni basse in giallo. Alle loro spalle le palazzine riservate alle aziende e a sinistra la facolta’ di Ingegneria

La collina degli Erzelli dove sorgera' il grande parco scientifico

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SSUULLLLEE CCEENNEERRII DDEEII GGIIAARRDDIINNII DDII PPLLAASSTTIICCAARappresentano il fallimento progettuale per antonomasia... Che ne sara'?ddii AAnnddrreeaa GGiiaannnniinnii

urante queste ultime va�canze di Natale ero a Li�verpool con degli amici.

Non che ci sia nulla di speciale inquesto centro portuale della costaovest dell'Inghilterra, famoso uni�camente grazie ai Beatles e allo sto�rico stadio di Anfield. Pero'bisogna dire che si sono dati dafare per rendere al massimo. Oltrea sforzarsi di offrire quante piu' at�trattive possibili a quel turismo ri�chiamato dalla musica e dal calcio,stanno puntando sulla ricostru�zione della vecchia zona portuale(un po' come abbiamo fatto noicon Porto Antico e Acquario); e,soprattutto, stanno puntando sullamodernizzazione. La citta', nel ten�tativo di non apparire il classicopolo industriale inglese piuttostosquallido, grazie anche a nuovi edi�fici e grossi centri commerciali benattrezzati, sta rapidamente cam�biando volto e tutto sembra fun�

zionare a meraviglia. I turisti affol�lano i negozi e, quella che qualcheanno fa era un'area dismessa apochi passi dal porto, oggi gonfiale casse della citta'. Insomma, ognitanto bisogna buttar giu' e rico�struire cose nuove. Il problema e'quando e come. Ricordo una di�scussione con un amico, il qualedeprecava il fatto che Liverpoolrincorresse un'immagine di mo�dernita' stereotipata e globalizzata,tanto banale che si ritrova ugualein ogni parte del mondo. Pren�dendo a modello New York � erala sua critica � Liverpool perdeva lasua particolarita'. In effetti chi vain Inghilterra tradizionalmente siaspetta graziose casette a schiera dimattoni, non avveniristici gratta�cieli di cristallo. Dall'altra parte,pero', non si puo' permettere cheogni singolo edificio scampi laruspa col pretesto che, invec�chiando, sta assumendo un valore

storico. Non occorre infatti esserearchitetti per capire che bisognasapere distinguere cio' che e' an�tico da cio' che antiquato. Anchequi a Genova, tra chi cantava “Pic�cun dagghe cianin” mentre demo�livano parte del centro storico echi guardava con emozione ed en�tusiasmo al moderno, negli annidel boom economico la citta' co�nobbe un periodo di grande tra�sformazione, per certi versi moltosimile a quello che interessa oggi lacitta' del Mersey. Qua da noi,pero', vennero sicuramente com�messi alcuni errori di valutazione.Si perche' la scelta tra conserva�zione e progresso rischia di passareper un'oziosa questione accade�mica, se gli effetti del modernosono quelli che possiamo vederetutti i giorni semplicemente attra�versando il ponte di Carignano edando un'occhiata di sotto... I“Giardini di Plastica” (all'anagrafe,Giardini Baltimora), uno dei piu'conclamati casi a livello cittadinodi fallimento progettuale. Sortidopo la demolizione di Madre diDio, uno dei quartieri piu' caratte�ristici di Genova, nelle intenzionidovevano dare respiro ad una zonasatura tramite la creazione diun'area verde vivibile. Nella pra�tica, oggi, sono vivibili solo perqualche clochard, e funzionali uni�camente come soggetto per leesercitazioni di recupero del de�grado urbano degli studenti di ar�chitettura: un fallimento totale.Quali furono le ragioni? Probabil�mente certi ideali architettonici(buoni in astratto, ma che dovreb�

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bero sempre essere verificati nellospecifico) fecero prendere un po'la mano all'amministrazione. Pro�babilmente si ignoro' che circon�dati come sono da strutturededicate al terziario (cioe', preva�lentemente da uffici), i giardini nonpotevano essere frequentati comein un quartiere residenziale. Forse,presi eccessivamente dalla foga dimodernizzazione, che fra gli ultimianni cinquanta e i primi anni set�tanta caratterizzo' le amministra�zioni di mezzo mondo, non soloquella genovese, si ando' anche unpo' troppo di fretta, senza consi�derare che interventi simili, unavolta ultimati, non consentono ditornare indietro facilmente. Fattosta che oggi ci troviamo con que�sto piccolo vuoto urbano che, perl'appunto, non e' per nulla facile

colmare. Inquesti mesi glioperai stannolavorando perrifare le zone diverde, ripulire ilavatoi del Ba�rabino dallescritte e poten�ziare l'illumina�z i o n e . S iprevede poi lacostruzione diun campo polifunzionale con barannesso per favorire la frequenta�zione (sempre che poi si reperi�scano davvero i fondi...) Duegiovani architette russe, circa unanno fa dal battello di “UrbanLab”, hanno infatti ridisegnatocompletamente i giardini, con unanfiteatro da quattrocento posti,

una scuola di musica con salaprove e studio di registrazione epersino un mercatino dedicato adischi e strumenti musicali... Sa�rebbe gia' tantissimo. Ma bastera'tutto questo a raddrizzare le sortidi un progetto sbagliato in par�tenza? (Se solo quel piccone ciavesse dato un po' ciu' cianin...).

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LLaa ggiittaa aa ppuunnttaattee ffrraa iill pprreesseennttee ee iill ppaassssaattoo ddeellllaa nnoossttrraa cciittttaa''......

AA SSPPAASSSSOO PPEERR ZZEENNAA:: VVIIAA ddeellllaa MMAADDRREE DDII DDIIOO

roprio in quella zona, doveoggi i giardini Baltimorasono abbandonati al silen�

zio e alla desolazione, circondatidal gelo dei casermoni della Re�gione e costeggiati da un budellodi automobili, sorgeva l'anticoquartiere Madre di Dio. Venne de�molito interamente fra il 1969 e il1973, una decisione che, a distanzadi decenni, appare completamentefolle e priva di senso. Via Madredi Dio era l'arteria principale, col�legava la zona di Ponticello/piazzaDante e, passando fra le arcate delponte di Carignano, sfociava inCorso Quadrio, a pochi passi dalmare. Fra il Sestiere del Molo equello di Portoria, Madre di Dioera una delle zone piu' antiche delnostro centro storico, vicoli stretti,passi e scalinate la collegavano avia Fieschi, Campo Pisano e via delColle. Al nr. 38 di passo Gatta�mora, un vicolo del quartiere

stretto fra Madre di Dio e via delColle, il 27 ottobre 1782 nacqueNicolo' Paganini: neanche quel�l'edificio fu salvato dalle ruspe. I sapori e gli odori che caratteriz�zavano la zona erano quelli dellecase popolari, il pianto dei bam�bini, l'abbaiare dei cani e il densocicaleccio delle comari. Ma era so�prattutto il sonoro biancheggiaredelle lenzuola e della biancheriastesa che regalava a via Madre diDio l'aspetto di un fiume in pienaverso il mare. Uno scritto del pa�trizio genovese Stefano De Franchi,e' utile per comprendere megliol'atmosfera di quei vecchi vicoli:"Figlia mia! Qui non c'e' pace, ne'di giorno, ne' di notte. Mille vocirisuonano dal mattino, appenagiunta l'alba, fino alla sera ... Ho latesta che mi rintrona come untamburo, per il frastuono e loschiamazzo che fa la gente!"Spesso Madre di Dio viene rac�

contata come zona difficile, po�vera, degradata... caratterizzatadallo svolgersi di attivita' non pro�priamente legali. Ma accanto acio', ci si dimentica spesso di rac�contare quello che era il suo voltoumano, semplice, profondamentegenovese. La maggior parte deisuoi abitanti lavorava in porto,tutte le famiglie si conoscevano ele porte rimanevano chiuse solocon una catenella. Era uso comu�nicare da una finestra all’altra e sec’era bisogno di qualcosa, bastavagridarlo al vicino e si creava unaspecie di telefono senza fili... Ab�biamo ascoltato con piacere il rac�conto di un genovese nato in viaMadre di Dio, il quale ricordacome una sera, dopo l'improvvisomalore della nonna, senza la possi�bilita' di telefonare, arrivo' un me�dico in casa pochi minuti dopo,chiamato dai vicini che si erano ac�corti del problema. Eh gia', via

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Quel che rimane oggi di via della Madre di Dio

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Madre di Dio era anche questo. La lunga strada durante il giornoera stracolma di bambini chespesso raggiungevano la spiaggiaper giocare, una distesa di sabbia epietre sino ai giardini Govi. I bam�bini piu' poveri erano soliti fre�quentare salita del Prione,giocavano fra le macerie dei bom�bardamenti lontani dallo sguardodei genitori, quelli invece cheerano definiti “ben educati” veni�vano accompagnati in piazza Cari�

gnano, seguiti dalle mamme. Con�trollare i propri figli era simbolo di“buona famiglia”. La sera, invece,Madre di Dio andava a dormirepiu' tardi rispetto al resto dellacitta'. Salita del Prione era la zonadei bordelli e delle case chiuse, mala zona era famosa soprattutto perle tante osterie, le piu' frequentatedella citta'. Gli uomini, fra un bic�chiere e l'altro, uscivano in strada egiocavano a mora, d'estate i tavo�lini con le carte invadevano la

strada... E per finire, la curiosita': acavallo fra gli anni cinquanta e ses�santa in via Madre di Dio viveva laTina, una donna quantomeno bor�derline... Quando si arrabbiava conqualcuno usava aprire la finestra emostrare le chiappe chiare a tuttoil quartiere. La Tina abitava in cimaalla strada, nella parte piu' in sa�lita... Era dunque semplice per tutticomprenderne l'umore, giornodopo giorno, chiappa dopochiappa.

LLAA LLEEGGGGEENNDDAA DDEELL FFAANNTTAASSMMAACi sono testimonianze e racconti a dare forza a questa strana leggenda tutta genovese. Il fanta�sma del quartiere Madre di Dio, una anziana signora vestita con panni risalenti agli anni qua�ranta, si aggirerebbe con fare inquieto e confuso chiedendo indicazioni per raggiungere vico deiLibrai. Tale strada, adiacente all'omonima piazzetta, sorgeva leggermente rialzata a pochi passida via Madre di Dio e non esiste piu' gia' da prima della demolizione, distrutta dai bombarda�menti. La donna sarebbe apparsa diverse volte soprattutto nel 1989 e nel 1997.

A sinistra: la celebre osteria Biagio in via della Madre di Dio (Foto Giorgio Croce); al centro: da piazza Dante,a sinistra via Fieschi a destra via Madre di Dio; a destra: Via Madre di Dio negli anni venti del secolo scorso

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rraasssseeggnnaa ssttrraammbbaaa cura di DDeennnniiss CCaarrzzaanniiggaa

VVIINNCCEERREE FFAACCIILLEE?? NNOONN CCOONNTTRROO II SSEETTTTEE LLEEOONNIILe notizie piu’ strane, curiose e divertenti dal mondo dello sport

i piace vincere facile? Tanta�tan ta�ta�ta�tan...E viacon l’ingresso in campo di

migliaia di giocatori contro i poveriundici malcapitati. Nel famosospot il finale viene solamente fattointuire, nella realta’ invece c’e’ chie’ andato oltre e un finale, davveroincredibile, ha preferito scriverlo.E’ successo tutto, e’ successo perdavvero: nell’hinterland milanese,campionato di calcio di Secondacategoria, nello spareggio del gi�rone R che valeva l’accesso perl’ultimo posto disponibile per i pla�yoff verso la Prima categoria e gio�

cato sul campo neutro di un paesedel sud�milanese, Rozzano. La par�tita in questione e’ quella tra Poli�sportiva Buccinasco e Opera, che apochissimi istanti dalla fine pre�miava il Buccinasco avanti per 3�2:ma al 95’, in pieno recupero, l’ar�bitro concedeva una punizione adue in area che permetteva al�l’Opera di segnare il gol del 3�3 edi portare la partita ai supplemen�tari scatenando le proteste dei gio�catori del Buccinasco checominciano a prendersela con l’ar�bitro. Risultato quattro espulsi e sideve andare avanti in undici con�

tro sette. Il risultato sembra ormaitotalmente compromesso. Qui fi�nisce la storia e inizia la leggenda.Nell’extratime il Buccinasco si as�sesta con un 4�1�1, condizione nonpropriamente ideale per affrontaremezz’ora di gioco: l’Opera ciprova in tutte le maniere, ma la di�fesa resiste e riesce addirittura achiudere il primo tempo supple�mentare con il risultato bloccatosul 3�3. “Impresa riuscita, i ragazziavranno dato tutto e nel secondotempo saranno crollati”. Sicuri? Ilgol dell’Opera effettivamente ar�riva a otto minuti dalla fine con untiro, deviato, da fuori area di ri�gore: sembra la fine, ma non e’cosi’. Al 115’ infatti ci pensa PaoloFranchina con un colpo di testa suuna punizione buttata alla dispe�rata in area di rigore da De Seriis asiglare l’incredibile 4�4. L’Opera siributta in avanti alla ricerca di unaltro vantaggio, ma i “Sette Leoni”resistono e grazie alle parate diGrillo portano il match ai calci dirigore, dove la giustizia divina com�pletera’ la propria formidabileopera. Prima dei rigori i meritatiapplausi del pubblico amico e ne�mico per la clamorosa impresa,dopo la lotteria degli undici metrisolo gioia per gli eroi di Buccina�sco: Pedroni, Franchina, Nicolinoe Carrara non sbagliano, Grillo nepara due e il miracolo e’ completo.

T

Il portiere Grillo si allontana dopo la festa abbracciato dai compagni

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AA TTUU PPEERR TTUU:: MMAARRCCOO LLAANNNNAAddii EEnnrriiccoo SSccaarruuffffii

lasse 1968, genovese e sam�pdoriano, Marco Lanna fail suo esordio in seria A

proprio con la maglia blucerchiatanel 1986 con Vujadin Boskov inpanchina. Erede di Luca Pellegrini,forma insieme a Mannini, Vier�chowod e Katanec una delle difesepiu' forti d'Europa. Ha vinto loscudetto nel 1991, una Coppa delleCoppe, per due volte la Coppa Ita�lia, una Supercoppa Italiana e unaCoppa del Re in Spagna, con lamaglia del Real Saragozza. Primadell'esperienza spagnola, Marcogioca quattro stagioni nella Roma,per poi chiudere la carriera nellasua Samp, anno 2002, nella triste realta' della serie B.

MMaarrccoo ccoossaa hhaaii ppeennssaattoo iill ggiioorrnnoocchhee hhaaii ssmmeessssoo ddii ggiiooccaarree??Sapevo di smettere, ero preparato.Come ogni cosa nella vita c'e' uninizio e una fine... Quando ci arrivi

lo capisci, ma allo stesso tempo eroe sono cosciente del fatto che leemozioni che per anni ho provatosono impagabili. Quando smetti tirendi conto che non tornerannopiu', e' vero, ma fa parte del giocoe sai che devi immediatamentecercare nuovi stimoli.

SSppeessssoo ssii ppeennssaa aallllaa vviittaa ddii uunn eexxccaallcciiaattoorree ccoommee aa uunnaa lluunnggaa mmaarraa��ttoonnaa ddii rriiccoorrddii...... UUnn lluuooggoo ccoo��mmuunnee?? AA MMaarrccoo LLaannnnaa ccoossaammaannccaa ddii ppiiuu'' ddeell ccaallcciioo ggiiooccaattoo??Mi manca l'odore dell'erba, in par�ticolare nelle partite giocate sottola pioggia. I colori della gradinatasud e soprattutto l'agonismo,quello puro, sportivo. Una miscelaesplosiva, che solo chi ha avuto lafortuna di giocare ad alti livellipuo' comprendere. Per quanto ri�guarda la prima domanda, invece,non credo di poter parlare ancheper altri miei colleghi, ogni personaalla fine vive le emozioni in modo

C

Marco Lanna e compagni dopo la conquista dello Scudetto nel ‘91

Marco Lanna e' il primo in piedi da sinistra: stagione 1990�1991

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differente. La mia vita e' sicura�mente ricca di bellissimi ricordi,quel brivido che accarezza il si�stema nervoso quando scendi incampo e senti migliaia di personeche cantano all'unisono per il tuogruppo e per te, e' un'emozioneche resta impressa nella mente. Maquando un capitolo si chiude se neapre inderogabilmente un altro edio ho voluto programmare unanuova vita prima di appendere lescarpe al chiodo. Penso che guar�dare al futuro, piu' che al passato,sia importantissimo per uncalciatore.

UUnnaa nnuuoovvaa vviittaa,, vveerroo,, mmaa hhaaii ppuurrsseemmpprree ddeecciissoo ddii rriippaarrttiirree ddaaGGeennoovvaa...... E' difficile restare lontano troppoa lungo dalla citta' che ti ha coc�colato per tanti anni. Senza trala�sciare il fatto che stiamo parlandodi un posto incantevole, capace dioffrire spettacoli ineguagliabili!

Negli anni passati abbiamo forse ri�sentito piu' di altri della crisi na�zionale, ma il genovese ha unafibra dura e cerca con orgoglio ilriscatto. Credo che dal punto divista economico�politico la citta'stia recuperando punti, per nonparlare dell'aspetto culturale: le ini�

ziative con il passare del tempo au�mentano e c'e' voglia, tanta vogliadi novita'.

MMaarrccoo ccrreeddii cchhee iill ccaallcciioo ssiiaa aannccoorraallaa ggrraannddee ppaassssiioonnee ddeell ppooppoolloo oo nneeee'' ddiivveennttaattoo lloo ssffooggoo??Questa e' una domanda molto in�teressante, in particolare per me,essendo in primis un tifoso dellaSamp e poi un calciatore. Io pensoche il calcio, in quanto sport, fattodi regole ed etica, sia passione allostato puro, a prescindere dallasquadra o dalla fede calcistica. Lapassione si trasforma in sfogoquando ci si vuole impersonificarenei calciatori, quando quella parti�colare carica nervosa (che e' indi�spensabile sul campo fra le duesquadre...) supera i confini del ter�reno di gioco.

Berna 1989, finale col Barcellona:Marco Lanna e’ il secondo in piedi da sinistra

L'undici della storica finale di Wembley, Lanna e’ il terzo in piedi da sinistra

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i osservo a lungo, sapete?! E ho il sentore che fra di voi laggiu', in quella strana terracoricata sul mare, non lo facciate abbastanza. Non vi osservate, non vi guardate. Checavolo, io penso che la vita sia tutta negli occhi della gente, non alla tv e neanche sui

giornali. Ma l'umore, la luce o ancora piu' semplicemente l'esistenza delle persone che aveteintorno pare non vi riguardi, non vi interessi. Eppure, quando i nostri occhi incrociano gliocchi di un altro essere umano, nel cervello si azionano inconsapevolmente ed istintivamentemigliaia di processi nervosi. Allerta, sottomissione, piacere, attrazione... In un istante il no�stro cervello incamera una miriade di informazioni. Altro che funghi allucinogeni! Siete dav�vero strambi... Vorreste sempre essere informati su cio' che accade a migliaia di chilometrida voi, sognate paesi lontani, leggete libri, guardate film, siete sempre alla ricerca di nuovestorie, che qualcuno ve le racconti, per poi poterle raccontare a vostra volta e poi... e poiquando uscite di casa, di tutte le vite che vi circondano, non ve ne frega una mazza. Le la�sciate andare via una ad una, senza guardarle. Ma e' possibile che ve lo debba venire a direun scemo con le gambe a penzoloni, da una falce qualunque di luna calante, che sarebbe beneguardarvi negli occhi, studiarvi, cercarvi quando uscite di casa??! E pensare che io gia' trovoassurdo che fra passanti non vi parliate, non scherziate, non abbiate mai nulla da dirvi. Adessomi rendo conto che neanche piu' vi guardate. Mi intristisce, davvero, mi fa arrabbiare! Percarita', non voglio fare il catastrofico della situazione, anche perche' da quassu' sarebbe troppofacile, ma la scarsa (per non dire pressoche' inesistente) comunicazione fra di voi e' allar�mante. Visto che per strada, sugli autobus, alle fermate o nelle stazioni siete tutti muti, al�meno non rinunciate a comunicare con gli sguardi, a cercare quelli affini per sentirvi partedi qualcosa di comune e condiviso, e quelli piu' sfuggenti, che portano con se' colori e sfu�mature differenti, non rinunciate ad afferrarne la magia. Comunicare e' un gioco splendido,e' l'attivita' piu' stimolante che esista. Testa alta gente, occhi ben aperti, e buon diverti�mento.

V

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CCRROONNAACCAA DDII UUNNAA VVOOLLOONNTTAARRIIAA IINN AABBRRUUZZZZOOVita in tendopoli a Colle di Roioddii DDeebboorraa BBaallddiisssseerr

la mattina del 22 Aprile,una bella giornata. Siparte, destinazione

L’Aquila. Sono una volontaria diLegambiente, e con altri 4 ragazzipartiamo alla volta delle zone ter�remotate. Alle 5 del pomeriggiosiamo ancora in viaggio, e appenaentriamo in Abruzzo abbiamo unassaggio di cosa ci accompagnera'tutta la settimana: pioggia, vento,grandine e nebbia. Finalmente ar�riviamo al casello dell’Aquila, e miprende subito una fitta allo sto�maco. Siamo arrivati. Chissa' cosaci aspetta. Chissa' se saremopronti. Ci sistemiamo alla Guardiadi Finanza, dormiremo in tenda. Laprima sera scorre cosi', tranquilla.La mattina dopo siamo pronti,

scarponi, vestiti vecchi, impazientidi fare qualcosa. Ci mandano aColle di Roio, un paesino di nean�che 300 anime sui 1000 mt, a pochikm dall’Aquila. Ci viene detto: an�date e fateci sapere com’e' la si�tuazione, perche' non lo sappiamo.Eh gia', perche' purtroppo a Colledi Roio la protezione civile non e'arrivata subito. Dopo il terremotohanno portato le tende e gli abi�tanti se le sono montate da soli,passando i primi giorni a cucinarein un pollaio, senza lavarsi. In que�sto campo non c’e' organizzazione,i container con i bagni sono ap�pena arrivati. Bisogna rimboccarsile maniche e lavorare. I primigiorni sono i piu' difficili, pioggia,grandine e vento non aiutano. La

tendopoli e' stata costruita su uncampo di erba medica, e piu' piovepiu' la terra puzza di letame. Sicammina nel fango, proprio perquesto cerchiamo di ricoprire laterra con la ghiaia, ma non sempree' possibile, perche' nei giorni pre�cedenti il 25 aprile la ghiaia, invecedi andare ai vari campi, viene uti�lizzata per costruire la pista di at�terraggio del Papa, che alla fineviene in macchina. Oltre alle diffi�colta' tecniche si aggiungono i pro�blemi fra gli abitanti che,soprattutto i primi tempi sprecanoil tempo a litigare fra loro per lecose piu' futili, senza rendersi an�cora conto di quello che gli sta suc�cedendo intorno. La maggior partedelle persone e' anziana, quindi bi�sognosa di cure, spaesata, in cercadi un cambio di vestiti consideratal’impossibilita' di rientrare in casa.Gli abitanti di Colle di Roio sonomontanari, hanno terreni, animalida accudire, un carattere tempratodalla loro vita quotidiana e ancheda quest’ultimo terremoto. Moltisono teste dure, talmente attaccatialla loro casa da esser stati trasci�nati a forza in tendopoli perche'nonostante il pericolo continua�vano a dormire nelle loro abita�zioni. In tutto questo le scossecontinuano, e nonostante la paurae la disperazione che si leggononegli occhi della gente, non ho sen�tito una sola persona che dicessevoglio andarmene, voglio scappareda qui. Tutti quelli che hanno rea�

E’

Colle di Roio dopo la scossa

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lizzato che la loro vita di prima e'finita si fanno forza e cercano dipensare al futuro, a ricostruirsi unacasa, a cominciare qualcosa dinuovo, ma sempre a Colle di Roio.Senza queste persone la tendopolinon sarebbe nata, gli abitanti sisono tirati su le maniche e hannocapito che avrebbero dovuto sal�varsi da soli. Mercoledi' 29 e' l’ul�tima sera che passo al campo, e mela voglio godere proprio fino infondo, con i volontari e la gente diqui: due chitarre, del buon vino esi va avanti fino a notte inoltratacantando e ridendo. La mattinadopo bisogna partire. E' difficileandare via, e' difficile salutare tutti,e' difficile, anzi impossibile, spie�gare a chi non e' stato qui cosa ho

provato. Torno a casa con unaconsapevolezza diversa, un pez�zetto del mio cuore e' rimasto aColle di Roio e a tutte le personeche ho conosciuto, abitanti e vo�lontari, tutte persone splendidecon cui ho condiviso questa espe�rienza, che spero di poter incon�trare di nuovo. Oggi sono gia'passati tre giorni dal mio ritorno eancora non mi rendo conto di es�sere tornata, di dormire in unletto, di poter fare una doccia, distare al caldo e di non camminarenel fango. Sono frastornata e i mieipensieri vanno al campo. Ripensoalla fatica fatta nel trasportareghiaia o scatoloni pieni di cibo evestiti, alle giornate senza sosta chepassavano in un attimo, alla ca�

gnolina che ha trovato casa graziead un volontario, agli occhi lucididelle persone che mi ringraziavanoper l’aiuto, e l’unica cosa di cuisono certa e' che a Colle di Roionon ho detto addio, ma solo arri�vederci.

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SSAANNTTIIAAGGOO DDEE CCOOMMPPOOSSTTEELLAA,, TTUURRIISSMMOO IITTIINNEERRAANNTTEEddii WWaalltteerr FFiirrppoo

on pensate sia una passeg�giata. Il lungo cammino diSantiago verso il sepolcro

di San Giacomo, intrapreso sin dalMedioevo da migliaia e migliaia dipellegrini (oltre 110.000 nel solo2007...), io ve lo racconto secondola mia esperienza... Tuttavia credosia l’impressione che ne avrebbechiunque si presentasse a Sait JeanPied de Port privo di preparazioneatletica e accesa motivazione. Leprime due tappe sono da schian�tare! Si arriva a Pamplona, che e'bellissima e vivace, con i Pireneinelle gambe e sulla schiena. Etroppo facilmente si ci illude chela fatica sia finita, che sara' pianuradi li' in avanti. Il giorno seguente e'uno dei piu' duri e quello dopo e'peggio. L’unico pensiero a cui sipuo' far fede quando si e' sul cam�mino e' che il domani sara' peg�giore, perche' sarete piu' stanchi.Superato Puente la Reina, infatti,ha inizio un percorso massacrante:

sterminate colline che si inseguonoin un sali e scendi ininterrotto, tracampi erbosi e vigneti radenti ilsuolo, sotto un cielo basso eschiacciante. Solo la tenacia dibuoni pellegrini vi spinge a com�piere ancora 30 chilometri e poi 30chilometri ancora... Ho doman�dato: “ Why do you walk to San�tiago de Compostela?”, a coloroche incontravo. Molti lo ritengonoun pretesto per camminare. Inpochi ormai perseguono l’obiet�tivo spirituale. I piu', rispondonocome avrei risposto io: “ Per met�termi alla prova!”. Il cammino e'bello, piacevole, i paesaggi sono in�triganti: i prati; gli enormi greggidi pecore sui pascoli puliti; i carat�teristici paesini. Ogni borgo ha ilsuo centro storico e vi sorprendenascosto dietro aride periferie. At�tenzione, puo' pur divenire este�nuante: intere giornate dicammino senza che il paesaggiocambi mai! Massima attenzione

per un equi�paggiamentoche deve es�sere completoma essenziale.Rischiate di ri�manerci schiac�ciati sotto. Sucio' non possodarvi grandisuggerimenti,poiche' nelpreparare lozaino sono

stato un disastro. E fermatevi aogni fonte: l’acqua e' l’oro dei pel�legrini. Ci sono tanti piccoli accor�gimenti per non sentir lapunzecchiante vocina che invita atornare a casa. Perche' spesso la sisente, forse, perche' negli Aubergenon si riesce a dormire, tanta e' lastanchezza nei muscoli, e allora,bisogna dosare le forze; forse per�che' si hanno troppe preoccupa�zioni legate a casa, cose da finire oda concludere, per questo, non bi�sogna partire per Santiago deCompostela se non ci si e' lasciatitutto alle spalle. Ancora una cosavoglio, tuttavia, evidenziare in con�clusione. Nulla hanno da invidiareal Cammino di Santiago percorsimolto piu' alla nostra portata(come distanza dalla partenza) emagari piu' affascinanti perche' an�cora da scoprire e poco battuti.Che a spingervi sia il piacere dicamminare o lo spirito religioso,proprio i nostri Appennini offronomeravigliosi itinerari per il turismoa piedi, quali l’Alta Via dei MontiLiguri o la via Francigena (altronon e' che un tratto della stessastrada che da Santiago de Compo�stela arrivava a Roma) che scendefino a Roma; e molti altri sono isentieri che sono stati aperti e or�ganizzati negli ultimi anni. In que�sto senso voglio invitarvi aguardare bene in casa vostra,prima di volgere lo sguardo altrove(e' anche un bel risparmio sultreno!).

N

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a cura di DDaanniieellee OOrrllaannddii

un genere di orchidee epifite (termine usatoper definire quelle specie di piante che vivono su altre piante, di solito usate come

semplice sostegno e non per procurarsi il nutrimento)che comprende circa cinquanta specie, tutte originarie dell'Asia e degli arcipelaghi dell'Oceano Pacificoe dell'Oceano Indiano. Il nome Phalaenopsis derivadalle parole latine phalaen (farfalla) e opsis (simile a)e indica la somiglianza del fiore alla forma dellefarfalle.

E’

e farfalle del genere Caligo, dette anchefarfalla civetta o farfalla testa di gufo, sonodiffuse nell'America del Sud, dall'Argen

tina al Suriname. Sono caratterizzate dal grosso“falso occhio” giallo posto sulla pagina inferiore diciascuna ala. Questa macchia ocellare simula perfettamente l’occhio di un gufo, noto e temuto rapace notturno, e ha il compito di tenere lontanieventuali predatori.

L

enere di insetti imenotteri della famiglia delleApidae. Sono tra gli insetti impollinatori piu'importanti ed utili. Sono poco aggressivi; le

regine e le operaie sono in grado pero' di pungere eil loro pungiglione, non avendo seghettatura, permette loro di pungere piu' di una volta. Gli esemplariche sopravvivono all'inverno sono le femmine fecondate che dopo la morte della colonia, cercheranno un luogo dove trascorrere l’inverno. Inprimavera si svegliera' e cerchera' la nuova colonia.

G

PPHHAALLAAEENNOOPPSSIISS

AAMMAABBIILLIISS

BBOOMMBBII

FFAARRFFAALLLLAA

CCIIVVEETTTTAA

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LLOONNDDRRAA:: UUNNAA,, NNEESSSSUUNNAA ,, CCEENNTTOOMMIILLAAddii CCllaauuddiiaa DDiiaasspprroo

ondra e' la citta' di cui tuttihanno raccontato, ancoraprima di New York. Da

Dickens alle canzoni dei Beatles,Londra vive nel nostro immaginario, tutti ne abbiamo un’idea, tuttici aspettiamo qualcosa. Londra e'melting pot, il crogiolo, crocevia diculture, etnie, tendenze e tradizioni. A Londra si puo' andare, tornare e ritornare ancora, e latroveremo sempre diversa. Qualcosa sfugge sempre, tutto scorreinesorabilmente come un passaggio davanti al finestrino di un trenoe bisogna saper cogliere sia il belloche il brutto. Londra sfugge perche' corre sempre avanti. Non esi

ste LONDRA, esistono tante“Londre” diverse e sovrapposte, incontinua crescita, e' proprio questo aspetto che rende la capitalebritannica madre di ogni tendenza.

IInn bbiilliiccoo ffrraa ttrraaddiizziioonneeee ttrraassggrreessssiioonnee

A Londra convivono tradizioni fortissime, talvolta anacronistiche, eduna straordinaria voglia di sperimentare, tutto e subito. Non acaso sua maesta' la regina sembrerebbe essere fanatica di Twitter, ilsocial network che fa impazzire ilmondo. Gli inglesi, non sono trasgressivi come li si dipinge, hannomantenuto il loro caratteristico

aplomb, vivono immersi nella tecnologia e nelle tendenze, ma nonrinuncerebbero mai alla tradizione:la passeggiata al parco tra gli alberidi Peter Pan, e una birra al Pubsono i punti fermi. Vi consiglio ilPub Crowl, ovvero ripercorrere lastoria della citta' attraverso i suoilocali piu' caratteristici, ancora vividi aneddoti e leggende. Si parte dalXVI secolo e, di pinta in pinta, siarriva ai giorni nostri. Sono ancorafrequentati gli storici pub della citycome il plurisecolare “ye oldcheese” un tempo bazzicato daMark Twain. Le vere tendenze londinesi non sono, pero', segnalatedalle guide turistiche: la moda si fa

L

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sulle bancarelle dei mercatini domenicali come Portobello e Camden Town dove l’originalita' vincesu Louis Vuitton, con prezzi senzadubbio competitivi. Qui le ultimemode, i locali piu' cool e le curiosita' si scoprono dai volantini sparsisui banconi dei locali, il trendy e'un insieme di piccole cose: lasciarpa giusta abbinata alle scarpesbagliate sfoggiate in un locale diperiferia. Londra e' tutto e il contrario di tutto: confortevole ed eccitante, eccentrica e tradizionale,una, nessuna, centomila.

CCoommee uunnaa ffeenniiccee rriissoorrggeeddaallllee pprroopprriiee cceenneerrii

Uno degli aspetti piu' interessanti,e da cui dovremmo assolutamenteprendere esempio, e' la riconversione delle periferie. Non sonostate rase al suolo e ricostruite, marianimate. Si e' riportato alla lucecio' che gia' esisteva, creando untessuto sociale vivo e dinamico. Interi quartieri industriali sono risortie si stanno affermando con decisione nel panorama cittadino. e' ilcaso dell’Est End, un quartiere cheapre molte piu' finestre sul mondodi quanto non possano fare i quartieri alla moda. Certo, e' tutto cemento, e forse un po’ malandatoma brulica di vita, di locali e di tendenze. Secondo la componentesnob, arroccata nei quartieri dell’ovest, e' il lato oscuro della citta',ma qui non ci si annoiera' mai.Questa zona e' considerata la

nuova Soho, un continuo alternarsidi locali tematici: dall’Hippy al caraibico, e' qui che si rifugiano attori, artisti e chiunque vogliasfuggire al glamour da Lonly Planet. Attualmente l’east end e' ilpalcoscenico della vita artistica londinese, gallerie e centri culturalisono rinati dalle ferraglie delle fabbriche abbandonate. Un altro casoe' rappresentato dall’ex villaggiooperaio di Deptford, nelle vicinanze di Greenwich. Oggi centroculturale di fama mondiale graziealla prestigiosissima scuola di danzacontemporanea Laban e al movimento artistico degli Art mongers:giovani artisti che intervengonosull’arredo urbano per modificarnela percezione, dando un nuovo significato agli oggetti piu' comuni.Tutte queste esperienze innescanouna serie di reazioni a catena che,in poco tempo, hanno profondamente mutato la vita di un interoquartiere sulla via del degrado. Passeggiando per queste strade si respira l’atmosfera di un villaggiolontano dalla Londra patinata, unodei piu' interessanti centri artistici alivello europeo.

CCUURRIIOOSSIITTAA''

Sulla tendenza di riportare invita le fabbriche abbandonate,un’austera centrale elettrica sullariva del Tamigi e' stata trasformata nella piu' grande galleriad’arte del mondo: la TATEMODERN, rappresentante i piu'significativi artisti del XX secolo,e una nuova concezione dimuseo, vivibile e aperto a tutti.Gia' lo spazio d’entrata, untempo sala turbine, lascia abocca aperta e fa sentire il visitatore un lillipuziano nel tempodell’arte. Tutto e' gioco e, unavolta all’ultimo piano, oltre a godersi il panorama mozzafiato, sipuo' tornare alla base a tuttavelocita' giu' per uno scivolo.

Il Big Ben, incancellabile simbolodi Londra che scandisce la vitasul Tamigi ogni 15 minuti, vieneannualmente regolato con unamonetina da un penny: aggiuntase le lancette corrono troppoveloci, e tolta se sono lente.

Nel 2012 Londra ospitera' leOlimpiadi per la terza volta. Loricorda il ben visibile conto allarovescia dell’orologio della stazione di Stratford, destinato adesaurirsi l’8 Giugno 2012. Perl’evento, la citta' si sta preparando ad accogliere 2 milioni di visitatori.

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GGIIAANNMMAARRIIAA TTEESSTTAA,, LLEE CCHHAANNSSOONNNNIIEERR L'incontro con il cantautore cuneese scoperto dai francesiddii GGaabbrriieellee SSeerrppee

osa ti manca GianmariaTesta? "Mi manca saperecosa mi manca e mi manca

Pasolini... Per fortuna conosco ErriDe Luca, un grande poeta e unamico."Nativo della provincia piemontese,Gianmaria Testa era il capostazione dello scalo ferroviario diCuneo. A 36 anni, dopo aver vintoil premio Recanati per due anniconsecutivi, incontra la produttricefrancese Nicole Courtois e l'annosuccessivo, il 1995, esce in Franciail suo primo album intitolato"Montgolfieres". Neanche un annodopo Gianmaria pubblica il secondo lavoro "ExtraMuros", ma e'solo dopo la brillante esibizione all'Olympia di Parigi del 1996 che

l'Italia si accorge del "suo" cantautore. Nel 1999 l'album "Lampo"esce anche in Italia, ma Gianmarianon abbandona il posto di ferroviere e continua a dividersi fra binari e concerti in tutta Europa. Laconsacrazione nel "belpaese" arrival'anno successivo con "Il valzer diun giorno", il primo album di produzione italiana, un disco che adoggi ha venduto oltre 80.000 copie."Altre altitudini" (2003) e "Da questa parte del mare" (2006) sono ilpassato recente. Gianmaria, nell'ambito degli incontri organizzatidalla fondazione Garrone al teatroModena, ha chiacchierato a lungocon i tanti genovesi presenti in sala.Ne e' uscito il ritratto di un cantautore davvero affascinante. "La

canzone e' un'arte minore rispettoalla purezza della poesia o dellascrittura in genere, perche' si appoggia e sfrutta le scorciatoie dellamusica che, diciamolo, e' un po'puttana... Cio' nonostante credoche meriterebbe piu' rispetto, soprattutto da parte di chi la propone. Soprattutto se si pensa aquante canzoni stupende restanochiuse nei cassetti..." C'e' un mistodi pudore e sfrontatezza nel suovolto quando si parla di musica,della sua musica: "Quando scrivouna canzone cerco di autocensurare tutto cio' che in qualchemodo riguarda solo me, cosi' evitol'ansia da prestazione e la vergognaquando la faccio ascoltare a qualcuno per la prima volta." E ancora... "Al contrario di tanti altricolleghi non ho un rapporto quotidiano con la chitarra, talvolta lalascio appesa al muro per mesi, ese quando la riprendo mi ricordoquello che avevo suonato l'ultimavolta, allora quel qualcosa deve diventare canzone e inizio a lavorarci." Nella sala del Modenascende il silenzio quando Testasuona alcune delle sue canzoni piu'belle. "Una lucciola d'agosto",“Come al cielo gli aeroplani” e poi"Ritals", una ballata dedicata all'emigrazione... "Io non mi aspettavo che l'emigrazione in Italia noncreasse problemi, ma sicuramentemi aspettavo un po' di memoria inpiu' da parte nostra. La cosa chemi fa arrabbiare e' che le pulsionidi ognuno di noi, stupide quantonormali, spesso vengono aizzatedalla politica e mai calmate."

C

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DDIIVVEERRSSOO DDAA CCHHII??Intervista con i protagonisti del film di Umberto Carteniddii FFrraanncceessccoo GGuuaallddaarroonnii

ltre tre milioni di incasso intre settimane di programmazione non e' cosa da

poco. "Diverso da chi?" e' l'operaprima del giovane regista UmbertoCarteni che, accompagnato da uncast d'eccezione formato da ClaudiaGerini, Luca Argentero e FilippoNegri, ha piacevolmente colpito itanti italiani che lo hanno visto. Abbiamo incontrato i protagonisti delfilm e, partendo dalla trama dellaloro commedia, abbiamo provato aparlare di diversita' e normalita', dueconcetti astratti, ricchi di significatispesso addirittura contrastanti. Perchi non avesse visto il film nelle sale,beh... c'e' sempre il videonoleggiosotto casa!!

LLuuccaa,, cchhee ccooss''ee'' llaa nnoorrmmaalliittaa''??Un punto di vista... Io penso chenon si possano stabilire differenze e

diversita' senza prima dare una definizione di normalita'... Ma la normalita' non ha definizione, ne'modelli di riferimento, per cui credoche non esista neanche la diversita'!E questo e' un po' il gioco degli equivoci che ha caratterizzato il nostrofilm.CC''eerraa uunnaa ccaannzzoonnee ddii GGrriiggnnaannii cchheeddiicceevvaa ""uugguuaallii ee ddiivveerrssii ddaa mmee......""Non me la ricordo...NNeeaanncchhee iioo!! NNeell ffiillmm sseeii uunn ccaannddiiddaattoo ppoolliittiiccoo...... NNeellllaa vviittaa rreeaallee ccoonncchhii ssii ccaannddiiddeerreebbbbee LLuuccaa AArrggeenntteerroo??Nel film sono il progressista della situazione, diciamo il ruolo che dovrebbe rappresentare oggi lasinistra... Nel film mi affianca Adele,una vera e propria furia centrista,come se gridare "centro, centro ecentro!" fosse l'unico modo per vincere le elezioni... E purtroppo spessoe' davvero cosi'... non aggiungiamo

nulla, lasciamo stare, che e' meglio!!! Io probabilmente appartengoa quella famosa generazione di nonrappresentati, ma e' una banale retorica in cui tutti cadono per nonesprimere un parere. Probabilmentela verita' e' che non ci sono giovanipolitici a livello nazionale, io indipendentemente dal colore politicovorrei trovare un giovane con cuiconfrontarmi, una figura politica piu'vicina alla mia generazione anchesolo dal punto di vista cronologico...quello si, credo servirebbe davvero!

CCllaauuddiiaa,, cchhee ccooss''ee'' llaa nnoorrmmaalliittaa''??La normalita' e' amare chi si vuole,essere se' stessi e soprattutto sentirsibene nella propria pelle.EEppppuurree cc''ee'' cchhii ttii ddeeffiinniissccee uunn ppoo'' bbii

ggoottttaa nneellllaa vviittaa rreeaallee......Io?? Affatto. Non sono bigotta ne'bacchettona. Direi che lo si nota

O

Claudia Gerini sul set di Diverso da chi Luca Argentero

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anche dalle mie scelte artistiche,dai ragazzi non devo convincervi!!!

FFiilliippppoo NNiiggrroo...... ttooccccaa aanncchhee aa ttee!!CChhee ccooss''ee'' llaa nnoorrmmaalliittaa''??E che ne so! Io non mi sono maiconsiderato troppo normale, perquesto ho grande tolleranza pertutto e tutti e adoro trovare questastessa caratteristica nella gente. Inquesto film la diversita' e' capovolta, ovvero il rapporto eterosessuale che nasce fra Piero e Adele e'diverso e il rapporto omosessualefra il mio personaggio e lo stessoPiero e' invece normale.EE ssee nneellllaa vviittaa rreeaallee llaa ttuuaa ccoommppaaggnnaa ssii iinnnnaammoorraassssee ddii uunn''aallttrraaddoonnnnaa??Beh, nella vita reale non credo chela prenderei tanto bene, diciamopure che mi incazzerei non poco!

Purtroppo c'e' di mezzo la gelosia...

UUmmbbeerrttoo CCaarrtteennii,, ssooddddiissffaattttoo ddeellrriissuullttaattoo??Un regista non e' mai troppo felicedella sua opera una volta che l’haconclusa, rivedendolo ho trovato idifetti e le imprecisioni, ma sepenso che si tratta di un'operaprima mi ritengo senza dubbiosoddisfatto!PPrroopprriioo uunn ccaasstt ddii eecccceezziioonnee ppeerr llaapprriimmaa eessppeerriieennzzaa ssuull ggrraannddeesscchheerrmmoo......Davvero... Abbiamo scelto con iproduttori puntando prima ditutto sulla bravura e sulla qualita',sono stato molto fortunato... Claudia ad esempio e' stata splendida,ma tutti gli attori sul sethanno dimostrato grandissimaprofessionalita'.

I tre protagonisti al completo. Da sinistra Filippo Nigri, Claudia Gerini e Luca Argentero

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ell’articolo del mese scorso, parlando delle problematiche sulla musica dal vivo, abbiamo

preso in considerazione le difficolta' che hanno accompagnato l’entrata in vigore dell’euro.

Tuttavia ci sono anche altre sfaccettature che occorre considerare nel tentativo di capire le

cause della crisi del “live”. Parliamo dei locali. Per circa 10 anni – nelle pause delle mie tournee’ con

Giorgio Gaber – ho seguito il gruppo femminile Steel Drama (che producevo) in giro per i club di

tutta Italia. Mi riferisco agli anni ’90. Allora c’erano tantissimi locali, ma una cosa ricorreva molto

spesso: il basso livello di professionalita' dei gestori; la loro approssimazione che significava incom

petenza musicale; l’improvvisazione nel proporre la musica dal vivo. Per fortuna non tutti erano cosi'.

I club di maggior prestigio disponevano di un buon impianto con tanto di monitor e fonico tuttavia,

credetemi, molti offrivano una situazione raccogliticcia: materiale scadente e mal funzionante, assenza

di fonico eccetera... Il risultato non poteva che essere una cattiva fruizione del suono e una percezione

del fatto “musica dal vivo” non buona. E poi questioni sul cachet, discussioni circa gli accordi stabi

liti e via di questo passo. Tuttavia il gruppo veniva sempre pagato e non si trattava – badate bene –

di un “gettone” o di un “rimborso spese”. Ah, dimenticavo! Le Steel Drama facevano una media di

10/12 date al mese… roba da fantascienza se pensiamo a quello che succede oggi. La situazione in Ita

lia mi sembra peggiorata. Molti gestori offrono ai gruppi la possibilita' di esibirsi a titolo gratuito a con

dizione che si portino il pubblico!! In pratica si sfrutta l’esigenza di suonare in cambio di qualche

consumazione. Spesso si tratta di gruppi di ragazzini o comunque di band esordienti, se non improv

visate. Il risultato e' un livello qualitativo scadente, segno di una programmazione improvvisata. E poi

la situazione tecnica, spesso disastrosa: mancanza di palco, impianto inesistente, scortesia e cafoneria

… tutto questo non puo' che far male alla musica dal vivo. Non basta la “passione” o la buona vo

lonta'. Per gestire bene la musica dal vivo occorrono professionalita', serieta', investimenti. Solo cosi'

si potrebbe creare un “circuito live” stabile, in grado di far crescere la qualita' e il lavoro musicali. Il

resto e' approssimazione gestionale non di rado tinta di mala fede. Certo, a Genova c’e' una situazione

particolare che riguarda soprattutto i locali del centro storico. Si tratta quasi sempre di piccoli club,

con palchi sacrificati che, per forza di cose, non possono disporre di grandi budget. Ok, ma questo

tipo di contesto non invalida le considerazioni svolte appena sopra. Ma c’e' dell’altro. Oggi viviamo

immersi in un continuum sonoro che avvolge e accompagna ogni momento della nostra quotidia

nita'. Il mercato offre prodotti musicali di tutti i tipi, dvd bellissimi, trasmissioni televisive tipo “ X fac

tor” ecc ecc. Inoltre oggi molte piu' persone di un tempo sanno piu' o meno suonare uno strumento.

Io credo che tutte queste componenti contribuiscano a creare un certo effetto di saturazione (almeno

potenziale). E poi c’e' l’analisi del comportamento delle giovani generazioni. Lo sviluppo di internet

(you tube, my space, facebook, oppure il semplice “navigare in rete” quotidiano) ha contribuito a mo

dificare i comportamenti giovanili, introducendo nuove forme/opportunita'/percorsi comunicativi, di

contatto/scambio/interazione e, in definitiva, di aggregazione. La musica che gia' all’inizio degli anni

’60 costituiva uno dei principali richiami aggregativi (tanto il grande festival pop/rock/jazz … quanto

il concerto del club) oggi ha perso qualche colpo. Intendo semplicemente dire che i costumi

cambiano e internet nello specifico – ha una potenzialita' antropogenetica di cui gia'

ora cominciamo a renderci conto (…auguri!!!). Ovviamente anche questi

cambiamenti comportamentali hanno ricaduta, purtroppo negativa, sulla musica dal

vivo. Ma se cosi' fosse, a maggior ragione, occorrerebbe puntare sulla qualita' e sulla

professionalita' per cercare di risolvere la “crisi della musiva dal vivo”, alzando il livello

qualitativo dell’offerta, non certo facendo suonare “ chiunque” , gratis,

perche' cosi' non ci sono spese.

N

II CCOONNSSIIGGLLII DDII GGIIAANNNNII

JeanJacque Nattiez, “Musicologia generale e semiologia” EDT

Igor Stravinski, “Poetica della musica” Edizioni Curci

Giulio Castagnoli, “Le fome della musica” Sonda Editore

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MMAAUURROO PPIIRROOVVAANNOO,, IILL MMOOLLIIEERREE IINN DDIIAALLEETTTTOOddii CCllaauuddiiaa DDiiaasspprroo

auro Pirovano, attore genovese noto al pubblico perindimenticabili personaggi

come La Fata Madrina di Mai direGoal o il dottor Giorgi di un “medico in famiglia”, e' molto impegnato a livello teatrale. La suacarriera inizia negli anni ’80 al teatrostabile di Genova, e si consolida conil gruppo storico dei Broncovitz in“Avanzi”. Nel dicembre scorso haricevuto il premio Govi 2008, per lesue straordinarie interpretazioni indialetto con cui indaga la realta' siastorica che contemporanea. E' attualmente in scena con una versionegenovese del “Malato Immaginario”di Moliere, con la compagnia storica I Caroggi. Lo abbiamo incontrato nella palestra del liceo

scientifico Cassini, impegnato in unlaboratorio teatrale con i ragazzi, insomma non si fa mancare nulla!

IInn qquueessttii ggiioorrnnii hhaaii ccaallccaattoo iill ppaallccoosscceenniiccoo nneeii ppaannnnii ddii AArrggaannttee,, iill mmaallaattoo iimmmmaaggiinnaarriioo ddii MMoolliieerree iinn uunnaattrraassppoossiizziioonnee iinn ddiiaalleettttoo ggeennoovveessee..NNoonn ee'' llaa pprriimmaa vvoollttaa cchhee ppoorrttii iinnsscceennaa iill ddiiaalleettttoo,, qquuaallee ppeennssii cchhee ssiiaallaa ffoorrzzaa ccoommuunniiccaattiivvaa ddeell ggeennoovveessee,,ee ddeeii ddiiaalleettttii iinn ggeenneerraallee??Il dialetto e' immediato, rende i concetti con una parola. Il genovese, inparticolare, e' parsimonioso – qualetermine piu' adatto! – recupera latradizione, ma penso che i dialettivadano vissuti, debbano evolversi essere ad uso degli anziani come deiragazzi. Sono per l’evoluzione della

lingua locale, parlare di dialetto e' riduttivo il genovese e' una lingua, neisecoli passati era la lingua delle mercature, la lingua del mediterraneo, e'infatti contaminato da tutte le influenze possibili, dal francese all’arabo, e dovrebbe continuare adessere cosi'. In altre regioni italiane ildialetto e' molto piu' vissuto e costituisce una vera ricchezza, a Genovasi usa meno e forse portarlo a teatroe' un modo per renderlo piu' familiare. Nel caso del “Malato immaginario” si e' prestato in particolarmodo, per le sue assonanze con ilfrancese e per la sua melodia.

QQuueessttaa ttuuaa ppaassssiioonnee ee ddeeddiizziioonnee,, ttiihhaa ppoorrttaattoo aa rriicceevveerree iill pprreemmiioo GGoovvii22000088.. NNeell ttuuoo ppeerrccoorrssoo aarrttiissttiiccooqquuaannttoo ttii sseeii iissppiirraattoo aa GGoovvii,, qquuaall ee''ssttaattoo iill ppiiuu'' ggrraannddee iinnsseeggnnaammeennttoo??Sono molto orgoglioso di questopremio, Govi e' un maestro, in generale e in particolare per i genovesi.Credo che ogni attore ligure si ispiria lui, la mimica, le pause…E' la macaia, l’odore dei caruggi, chi nonvive Genova non lo percepisce, masono fondamentali per una comicita'raffinata, mai volgare. Non e' la battuta a far ridere, sono situazioni, e'l’intera scena ad essere comica, nonsi lavora per tormentoni ma per situazioni, e penso sia questa la caratteristica che contraddistingue il buonteatro genovese.IInn qquueessttii ggiioorrnnii vveeddiiaammoo qquuaannttoo ssiiaa““rriisscchhiioossoo”” iirroonniizzzzaarree ee ccrriittiiccaarree llaassoocciieettaa'',, ppeerr nnoonn ppaarrllaarree ddeellllaa ppoolliittiiccaa.. NNeellllaa ttuuaa ccaarrrriieerraa ttii sseeii mmaaii ttrroovvaattoo iinn ddiiffffiiccoollttaa'' ddii qquueessttoo ttiippoo??Eccome... erano i tempi di Avanzi,con i Broncovitz, mandavamo inscena uno skatch satirico nei confron

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ti di Craxi: “L’antica segreteria delcorso” non piacque e fummo minacciati di una sospensione, maerano tempi diversi, le persone stavano al posto giusto sicuramentepiu' di adesso – il direttore era Guglielmi, assessore alla cultura di Bologna, che difese a spada tratta ilprogramma, che ando' giustamentein onda.

IIll ggrruuppppoo ddeeii BBrroonnccoovviittzz,, ccoonn DDiigghhiieerroo,, CCrroozzzzaa ee SSiiggnnoorriiss...... iinnddiimmeennttiiccaabbiillee,, ccoommee rriiccoorrddii qquueell ppeerriiooddoo??Lo ricordo con malinconia e grandedivertimento, abbiamo preso stradediverse, ma siamo sempre legati dagrande amicizia.

PPeennssii cchhee ooggggii llaa tteelleevviissiioonnee ssiiaaccaammbbiiaattaa??Sicuramente, programmi comeAvanzi erano studiati, avevano dellebasi. Oggi facendo zapping vediamouna serie di programmi clone, lacomicita' e' fatta di tormentoni!

TTii ccoonncceeddii aalllloo sscchheerrmmoo,, mmaa iill ttuuooaammbbiieennttee ee'' iill ppaallccoosscceenniiccoo.. SSeeccoonnddoottee qquuaallii ssoonnoo lliimmiittii ee ppootteennzziiaalliittaa'' ddeeiidduuee mmeezzzzii??Assolutamente non sono paragonabili, la televisione arriva a tutti, mala si vive passivamente ed e' difficileemozionarsi, mentre si guarda la televisione si fanno altre mille cose. Ilteatro coinvolge ed emoziona,chiunque ci si avvicini, e a qualunque eta', non puo' che rimanerne affascinato. La televisione e'divulgativa, il teatro emozionale.

SSeeii mmoollttoo iimmppeeggnnaattoo iinn uunnaa sseerriiee ddiipprrooggeettttii cchhee ccooiinnvvoollggoonnoo ii rraaggaazzzzii..CChhee ccoonnssiigglliioo ddaarreessttii aa cchhii vvuuoollee

iinnttrraapprreennddeerree llaa ttuuaa ccaarrrriieerraa??Amo i giovani, mi piace passaretempo con loro, hanno tanto da insegnare sono attratti dallo spettacolo, dal teatro, in molti cercano diaccostarsi a questo mondo. E' difficile, soprattutto oggi, c’e' il rischiodi imbattersi in scuole e corsi improvvisati, alla moda. Il consiglio chedo e' quello di trovare una buonascuola, e' fondamentale, una formazione sbagliata te la porti dietro persempre. Ma la cosa che consigliomaggiormente e' il divertimento, ildivertimento nel volersi mettere ingioco.

GGeennoovveessee ddoocc...... ccoommee vviivvii GGeennoovvaa??QQuuaallii ppeennssii cchhee ssiiaannoo llee ccoossee ppiiuu''

uurrggeennttii aa ccuuii mmeetttteerr mmaannoo??Penso sia una citta' bellissima, ho unbel rapporto, mi piace camminareper il centro storico. Ma Genovanon e' solo il centro storico, Genovae' dove si vive, le periferie. Pensoche la cosa piu' urgente sia un’apertura alle periferie, non bisogna isolarle, bisogna inserirle nel tessutocittadino, collegarle meglio e renderle protagoniste degli eventi, nonsi puo' svolgere tutto in Piazza deFerrari! Teatri, cinema, spazi e' urgente eliminare il divario tra centroe periferia, ad esempio sto lavorando ad un festival per l’acquedotto storico, e' un’opera grandiosava qualificata… il problema sono glisponsor!

La madrina interpretata da Pirovano con la Gialappa's Band

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PPeerr ssccrriivveerree ssuullllaa bbaacchheeccaa ddii ““EErraa SSuuppeerrbbaa”” iinnvviiaa ii ttuuooii ssccrriittttii aabbaacchheeccaa@@eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm

KKEE LLIINNSSEE

Ke linse,u criava u batusu

Tiandu e prie de pammatunadossu ai nemisgi ke cun u canun impantanou

arrancavan, ma u lea za foa usu

Ke linse,criava a gente sciurtia currindu da e case

Dandu adossu ai nemisgi fermi e sturdii da e botteE da e prie

Ke quesgi quesgi pueva vegni anke da rie,Ammiandu u nemigu scappaa e restou “sensa braghe”

Stoia de zena antigaDa tutti anch’eu scurdaa

De famme de lotte e de fadigaChe ai zueni beseugna ricurdaa

Ke Linse

UUNN AAQQUUIILLOONNEE

Sfuma questo grigio mondofutile

evanescentestrano

indifferente.Dovrei inventarmi

per diventare come teproprio io

che ho bisogno di qualcosa in piu'di un sogno che non sai darmi.

Sciolgo allora questo aquilone al ventolibero di volare

cadererisalire...

Carlo Massobrio

EERREEZZIIOONNEE

Immenso solare poi s’addormentaRimane l’orologio notturno

Scandito da apparenze romantiche e sessuali movenzeFlusso mentale delle energie vive senza parole

Andrea Bolfi

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IIll rraaccccoonnttoo aa ppuunnttaattee ddeeii lleettttoorrii ddii ““EErraa SSuuppeerrbbaa””!!!!!!

Amici e amiche, iniziamo noi, ma l'onere di proseguire e' tutto vostro! Pubblichiamo questo mesesulla nostra bacheca l'incipit del lungo racconto al quale sarete voi a dare un seguito, di mese inmese, capitolo per capitolo. Date libero sfogo alla vostra fantasia... Visitate il sitowwwwww..eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm per maggiori informazioni sull'iniziativa!

LLEETTTTEERREE DDII UUNN IINNVVEESSTTIIGGAATTOORREEGenova, 25 febbraio 19..

Egregio sig. Firpo,sono felice di poterle annunciare di avere risolto il caso che lei mi ha sottoposto.Di seguito, le illustrero' lo svolgimento dei fatti; ma prima la volevo ringraziare, per la sua fiducia, nonostante la mia inesperienza (il suo e' stato, per me, il primo caso).E io, come vedra', non la ho delusa.Grazie per la possibilita' concessami.Ma veniamo ai fatti.

Si trattava dell'opera del sig. Firpo, appena compiuta e ancora manoscritta: qualcuno l’aveva trafugata. IgorPanelli era un investigatore alle prime armi. Uno di quelli con scarse speranze. Igor Panelli guidava una FordTaunus XL. A Igor Panelli sarebbe piaciuto aggirarsi per la citta' e chiedere bicchieri di whisky al bancone diogni bar, fino allo sfinimento; ma era troppo disperato per potersi permettere persino quell’atteggiamentoda romanzo. Finche' il sig. Firpo non lo incarico' di quel caso. Igor Panelli non fumava sigarette. Ma aveva uncappello a tesa larga e l’impermeabile. Il suo ufficio era una dispensa buia, dietro l’officina di un meccanico,piena di giornali vecchi. La luce e il ventilatore non fungevano e, un giorno o l'altro un contatto elettricoavrebbe fatto bruciare tutto. E aveva una sedia con le ruote rotte ed una scrivania, senza cassetti, recuperatadalla strada. Igor Panelli aveva accettato il caso di Firpo ed era uscito sotto la pioggia, senza ombrello, a respirare lo smog. Cercava di stordirsi e rovinarsi la salute a gratis. Igor Panelli giocava a dadi, ma non avevapiu' soldi. E aveva i suoi dadi porta fortuna, sempre in tasca. Nella lettera indirizzata al suo cliente, Igor Panelli spiegava quale fosse stato lo svolgimento delle indagini. Rientrato in ufficio, aveva lanciato quei dadi suiquotidiani impilati, in cima ai quali, c’era il giornale di quel giorno. Cosa ne era venuto fuori? Un pessimo unoe uno: cioe' due. Ma, nel prendere i dadi, Igor vide sulla prima pagina….

CClliiccccaa ssuu wwwwww..eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm ee...... CCOONNTTIINNUUAALLOO TTUU!!

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4400

MMUUSSIICCAA&&DDIINNTTOORRNNII

GGiioovveeddii’’ 2211 mmaaggggiiooGGIINNGGEERR FFAASSHHIIOONN in concerto, con un sound chespazia Rock, dal Rag, dal Pope dal Funky.HH 2222 UUNNDDEERRWWOORRLLDD ((QQzzaarr))P Dante 6RSSaabbaattoo 2233 mmaaggggiiooCCOOCCEERRTTOO DDII FFAAUUSSTTOO FFEERRRRAAIIUUOOLLOOai Truogoli di Santa BrigidaSSaabbaattoo 3300 mmaaggggiiooTTRRIIBBUUTTOO AA DDEE AANNDDRREE’’ H 2030 Genova Voltri (ViaCerusa/salita Egeo)BBIIGG BBOORRGGOO BBAANNDDTruogoli Santa BrigidaSSaabbaattoo 3300 mmaaggggiiooSSEESSTTRRII JJAAZZZZ 22000099Marina Genova AeroportoTrio Tricycles: Maurizio Giammarco (sax), Dario Deidda(basso) e John Brandon Arnold(batteria).SSaabbaattoo 3300//ddoommeenniiccaa 3311 mmaaggggiiooFFEESSTTAA DDEELL SSOOLLEEmusica, artisti di strada, mostred’arte e molto altroForte Sperone lunedi 1/martedi 2 giugnoRREEFFRREESSHH FFEESSTTIIVVAALLForte SperoneDDaall 55 aall 2211 ggiiuuggnnooZZEENNAA ZZUUEENNAA 22000099Palasport Fiera di Genova Tutti i giorni dalle 14 alle 2 dinotte. Raccolta generi primanecessita’

SSaabbaattoo 66 ggiiuuggnnoo//ssaabbaattoo 2200ggiiuuggnnooMMUUSSIICCAA && FFOORRTTEEForte SperoneDj di fama internazionale inuna serata organizzata dall’Associazione Musica per la vita.Il ricavato sara’ a favore dell’ospedale GasliniMMeerrccoolleeddii’’ 1100 ggiiuuggnnoo UUNN IINNCCOONNTTRROO TTRRAA AAMMIICCIICCOONN VVIINNOO EE CCHHIITTAARRRRAA spettacolo con Erri De Luca eGianmaria Testa . Canzoni,poesie, racconti taglienti didue sognatori che non si arrendono. H 21 Parco della LanternaSSaabbaattoo 1133 ggiiuuggnnooSSEESSTTRRII JJAAZZZZ 22000099duo formato da Joyce E.Yiulle, corista fra gli altri diGloria Gaynor e dal pianistaStefano Calzolari

IINNCCOONNTTRRII&&MMOOSSTTRREE

MMOOSSTTRRAA IITTIINNEERRAANNTTEE Selezione internazionale di libriper ragazzi con disabilita’DDaall 1188 mmaaggggiioo aall 2222 mmaaggggiiooBBIIBBLLIIOOTTEECCAA CCEERRVVEETTTTOORRIIVVAARROOLLOO2255//2266//2277 mmaaggggiiooBBIIBBLLIIOOTTEECCAA CCOOMMUUNNAALLEEDDII CCAAMMPPOOMMOORROONNEE 2288//2299//3300IISSIITTUUTTOO CCOOMMPPRREENNSSIIVVOOGGEENNOOVVAA BBOOLLZZAANNEETTOODDaall 1177 mmaaggggiioo aall 2288 ggiiuuggnnooLLEETTTTUURRAA AADD AARRTTEE,, TTRRAA

AAUULLAA EE MMUUSSEEOOVilla Frugoni, Nervi CapolungoMostra degli allievi della Accademia Ligustica di Belle Artiche si confrontano con le collezioni dell`Ottocento e delNovecento esposte nei Museidi Nervi MMeerrccoolleeddii’’ 2200 mmaaggggiiooIINNVVIITTOO AALLLLAA LLEETTTTUURRAA::RRAALLLLEENNTTAARREE EE’’ SSAAPPEERR GGOOVVEERRNNAARREE LLAA PPRROOPPRRIIAAMMEENNTTEEIncontro con Bruno Contigiani, autore di Vivere conLentezza e Carl Honore. Conducono Margherita Rubino eNando dalla ChiesaH 1730 Palazzo RossoVVeenneerrddii’’ 2222 mmaaggggiiooPPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELLLLIIBBRROO GGRRAANNII DDII IINNCCEENNSSOO,,GGRRAANNDDIINNEE,, ZZUUCCCCHHEERROOCCAARRAAMMEELLLLAATTOO di FarahSeguira’ reading aperto a tutticoloro che compongono poesie e gradirebbero(previa prenotazione al numero0105578835) proporle al pubblicoH 1630 BIBLIOTECA BENZI(piazza Odicini, Genova Voltri)Presentazione libro “SENTIERI LIGURI PER VIAGGIATORI NORDICI” PaolaPolitoH 18 Libreria Feltrinelli via XXsettembreSSaabbaattoo 2233 mmaaggggiiooLL’’EEUURROOPPAA DDEELL FFUUTTUURROO::

GGEESSTTIISSCCII UUNN LLOOCCAALLEE?? OORRGGAANNIIZZZZII EEVVEENNTTII??SSeeggnnaallaacceellii iinnvviiaannddoo uunnaa mmaaiill aa aaggeennddaa@@eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm

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4411

SSPPAAZZIIOO DDEEII DDIIRRIITTTTII OODDEELLLL’’EESSCCLLUUSSIIOONNEE??Conferenza organizzata daarci Per una politica europeasu immigrazione e asilo giustaed efficace.H 1019 Sala ConferenzeMuseo Sant’Agostino P Sarzano SSaabbaattoo 2233 // ddoommeenniiccaa 2244mmaaggggiiooRROOLLLLII DDAAYYSSI Palazzi dei Rolli diventanoper due giorni spazi espositiviper l'arte di oggi, la musica ela danza urbana nel centrostorico di Genova. Ingressolibero dalle 10 alle 19 MMaarrtteeddii’’ 99 ggiiuuggnnoo MMUURRAADD MMUURRAADD DDII SSUUAADDAAMMIIRRYYle letture di Carla Signoriscon Suad Amiry e Moni OvadiaDalla Palestina la voce e lascrittura fuori dal coro di unadonna ironica e coinvolgente VVeenneerrddii’’ 1122 ggiiuuggnnooII RRAACCCCOONNTTII IINNEEDDIITTII DDIIMMOONNDDOOMMAARREEGiovanna Zucconi incontraAmmaniti Giordano: due generazioni di giovani scrittoriitaliani a confronto H 19 Giardini della torreSSaabbaattoo 1133 ggiiuuggnnooRRAACCCCOONNTTII IINNEEDDIITTII DDIIMMOONNDDOOMMAARREEGiorgio Gallione incontra Michele Serra . Neri Marcore’

legge "Gli spiaggiati" di Michele SerraH 21 Giardini della torrelettura spettacolo con laBanda Osiris e Ugo DigheroPoesie, canzoni, letture, monologhi, scherzi comici natidalla penna di Michele SerraH 22 Piazza MarconiFFiinnoo aall 2211 ggiiuuggnnooFFAABBRRIIZZIIOO DDEE AANNDDRREE’’ LLAAMMOOSSTTRRAAPalazzo Ducale, dalla h 9 alle20 Ing 8 euro

SSPPEETTTTAACCOOLLII

SSaabbaattoo 2233//ddoommeenniiccaa 2244CCAAMMPPIIOONNAATTII NNAAZZIIOONNAALLII DDII SSAAVVAATTEEPalacus, Viale GambaroDDaa ggiioovveeddii’’ 2288 aa ddoommeenniiccaa 3311mmaaggggiiooPPRREEMMIIOO AANNDDEERRSSEENN 22000099Sestri LevanteCome ogni anno torna il festival dedicato alle fiabe inedite,con spettacoli, acrobazie giocolerie circensi, narrazioni,testi teatraliSSaabbaattoo 3300 mmaaggggiiooIILL TTAANNGGOO EE LLAA SSUUAA SSTTOORRIIAAH 17 Biblioteca BerioLa storia del tango narrata edanzata, musiche e canzoniche testimoniano la storia dell’Argentina, connessa a quelladell’emigrazione ligure.

DDaall 1122 aall 2211 ggiiuuggnnooSSUUQQ FFEESSTTIIVVAALL 22000099 DDaallll’’1111 aall 2211 ggiiuuggnnoo 1155mmoo FFEESSTTIIVVAALL IINNTTEERRNNAAZZIIOONNAALLEE DDII PPOOEESSIIAA

SSAAGGRREE

DDaa ggiioovveeddii’’ 2211 aa ddoommeenniiccaa 3311mmaaggggiiooFFEESSTTAA NNAAZZIIOONNAALLEE DDEELLPPAANNEE EE DDEELLLLAA FFOOCCAACCCCIIAAGGEENNOOVVEESSEEPiazzale mandracchio, PortoAnticoDDoommeenniiccaa 2244 mmaaggggiiooFFEESSTTAA DDEELLLLAA FFOOCCAACCCCIIAAAA RREECCCCOOFocaccia genovese, con le cipolle, al formaggio, distribuitagratuitamente per le strade diReco a partire dalle h 1030FFRRAAGGOOLLAATTAA AA RROOSSSSIIGGLLIIOONNEEDDoommeenniiccaa 3311 mmaaggggiiooSSAAGGRRAA DDEEII KKRRAAPPHHEENN AABBOOGGLLIIAASSCCOO HH 1155MMAANNGGIIAALLUUNNGGAA DDEELLLLAAVVAALLBBIISSAAGGNNOO AA FFOONNTTAANNEEGGLLII dalle h 1130FFEESSTTAA DDEELL VVIINNOO VVEERRIICCIIDDII CCAASSAARRZZAA LLIIGGUURREEDDoommeenniiccaa 1144 ggiiuuggnnooSSAAGGRRAA DDEELLAA PPAASSTTAA EE FFAAGGIIOOLLIIh 1230 GorretoLLuunneeddii’’ 1155 ggiiuuggnnooTTEERRRROOIIRRVVIINNOO MMEEEETTIINNGGDegustazioni a Palazzo Ducaledalle h 15

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agazze, voi mi fate impazzire a partire dalla mamma fino ad arrivare al concetto, quello mistico, della Madonnafiglia, madre, moglie, fidanzata, sorella e nonna, sempre dentro una di queste categorie”, cosi' diceva Jovanottida ragazzotto. Una frase che mi e' rimasta impressa nella memoria, ed e' con questa frase che voglio iniziareun “discorso sulle Donne”… si si, con la lettera maiuscola, mi sembra il minimo quando si parla di magnificenza.

Non vi e' trucco e non vi e' inganno. Non sto esagerando e non mi devo far perdonare nulla. Perche' lo so che e' questo il primo pensiero di una qualsiasi Donna. Sto semplicemente tirando una riga alla fine di una serie di pensieri e ragionamenti. Come direbbe il mio amico Jova “non lo faccio cosi' tanto per fare il ruffiano, ma parlo nel microfono colcuore in mano, specialmente adesso che ho raggiunto un'eta' che mi permette di apprezzare con semplicita' la bellezzae le caratteristiche diverse delle donne ritrovate, delle donne perse”. Si perche' gli uomini, di ogni razza, lingua, religioneo cultura, arrivano tutti alla stessa conclusione “ma senza di lei, come farei?”, che sia figlia, madre, moglie, fidanzata, sorella o nonna. Non so il perche', ne' come, ma gli uomini e le donne sono esseri completamente diversi, profondamentediversi. Da sempre rimango impressionato dal radicato spirito di sacrificio che hanno le Donne, pronte ad annullare sestesse, a sacrificare la propria salute per rendere felice l’uomo che amano o i loro figli. Chissa' perche' sono loro che fannola spesa, che puliscono casa, che cucinano… oggi che anche loro lavorano. Questione di generazioni alle spalle, pensoio: ma poi la risposta e' sempre la stessa, perche' siamo diversi. Parlando di cose spicciole, avete mai provato a metterviquei taccazzi? Avete mai provato a mettervi un reggiseno? Magari push up! Per non parlare di cerette, trucchi, parrucchiera. Ho la nausea solo a parlarne! Quando ero piu' giovane una scena del film “What Woman Want” mi aveva illuminato. Ai tempi il mio motto con l'universo femminile era “per battere il tuo nemico devi, prima di tutto, conoscerlo”.Ah che bei tempi, le conquiste giovanili. Ma non divaghiamo. Avete presente la scena in cui Mel Gibson si veste da donnaper cercare di comprendere le donne? Nel mio piccolo ho cercato di emularlo. Una sera ho provato a mettermi la matita sugli occhi, aiutato da un’amica, grazie Ambra, anche se ridevi un po’ troppo. Un’altra il rimmel, questa volta e' statala mia ragazza la fortunata a divertirsi. Bisogna dire che mi donavano parecchio, ma gente… che fastidio! Era una lotta

per non grattarmi e quando me nedimenticavo avveniva l’irreparabilesul mio volto. E allora vai in bagnoe guardati, ma che e'… vita questa? Da ragazzino, invece, in una serata in maschera avevo messo, trale tante cose, l’ombretto quellocon i brillantini, era una roba collosa… facevo piu' fatica a sbatterele palpebre che a cimentarmi in undoppio salto mortale carpiato all’indietro. La perla finale: ho volutoprovare il perizoma… a parlarecon loro, le Donne, sembra sia l’indumento piu' comodo al mondo.Comeee?? Na roba cosi' tediosanon l’ho mai provata, piuttosto unaciste sacrococigea, che indossare ilperizoma! Questo per sottolineareulteriormente quanto le Donne sisacrificano. Uomini ricordatelo domani… regalate un fiore alla vostrameta'. Su, su!Detto questo... graziea Dio sono nato maschio!

R

"Il Blog del Tama e' on line sul sito wwwwww..eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm! Potete commentaree discutere gli argomenti trattati, creare dibattiti e leggere le versioni integralidegli articoli! Se invece avete dediche da fare, aneddoti da raccontare, fotoda pubblicare scrivetemi a iillbblloogg@@eerraassuuppeerrbbaa..ccoomm... Tutti potranno leggervi e

rispondervi... Il Tama è qui per voi!!!"

OOSSSSEERRVVAAZZIIOONNEE DDEELL MMEESSEELo dico sempre: a questo mondo c’e' una spiegazione per tutto. Per millennigli uomini sono stati additati come “porci” quando ci si soffermava quell’attimo di piu' ad ammirare le curve di una donna, ora abbiamo la spiegazione.La grande rivincita!! Quella che da generazioni e generazioni noi maschiettiaspettavamo. La geriatra Karen Weatherby, infatti, sosterrebbe che “guardareper appena 10 minuti al giorno una donna ben equipaggiata, tipo Pamela Anderson di Baywatch, e' equivalente ad un workout aerobico di 30 minuti". Iltutto supportato da una ricerca effettuata su ben 200 uomini, i quali per 5 annisono stati monitorati costantemente. Meta' aveva l’arduo compito di osservaregiornalmente donne prosperose, l’altra, invece, costretta a farne a meno. Ebbene, chi era tra i fortunati osservatori, ha avuto degli evidenti benefici fisicitra cui una pressione sanguigna ed una frequenza cardiaca piu' bassa. La Dottoressa Weatherby ha inoltre consigliato agli over 40 “di guardare per almeno10 minuti al giorno i seni minimo di terza taglia affinche' possa prolungarsi lavostra vita di quattro o cinque anni". Ora si spiega tutto, e' l’istinto che portal’uomo ad osservare, ma non quell’istinto che pensate voi…malelingue. E’l’istinto di sopravvivenza che ci spinge a tali gesti. E pensare che, cercando suinternet, qualche depravato afferma con insistenza che tale ricerca non esistanemmeno, che e' tutta una bufala. Io credo nella ricerca, cosa saremmo noi,senza tutte le scoperte fatte dai ricercatori?? Forza dai, ditemelo!! Ve lo dicoio, saremmo ancora all’eta' della pietra. Non mi rimane che osservare…ma lo faccio solo perche' voglio vivere piu' a lungo e meglio.

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la foto del mese

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IILL VVOOCCAABBOOLLAARRIIOOdel Tama

PPRREETTEE: persona che tutti chiamano padre tranne i suoi figli, che

lo chiamano zio. EETTEERRNNIITTAA'':: il tempo che trascorre da quando hai finito con leia quando la riaccompagni a casa. BBAALLLLAARREE:: e' la frustrazione verticale di un desiderio orizzontale. CCOONNSSUULLEENNTTEE:: uno che ti

prende l'orologio dal polso, ti dicel'ora e si fa pagare la prestazione. AAMMIICCOO:: dicesi della persona disesso maschile in possesso di quel"certo non so che" che cancellaqualsiasi velleita' di andare a letto

con lui. AAMMIICCAA:: dicesi della persona disesso femminile in possesso di quel"certo non so che" che ti fa venireuna voglia pazzesca di andare a

letto con lei.

a lo sapevate che un litro diolio rende non potabile circaun milione di litri d’acqua??E lo sapevate che tale quantita'

e' sufficiente per il consumo di acqua diuna persona per 14 anni?? Si si, hai lettobene, se vuoi te lo ripeto…14 anni!!Detto questo, quando fai una frittura a

casa, dove lo butti l’olio?? Ok ok, none' che tutti i giorni facciamo una fritturain casa, ma ne facessimo anche una all’anno…e quell’olio finisse nel lavandino... Come potete fare per evitaretutto cio'?? Sono qui apposta, ora ve lospiego. Il meglio che possiate fare e'aspettare che si raffreddi e collocare

l’olio usato in una bottiglia di plastica, oin un barattolo di vetro. Infine portarload una ricicleria pubblica, dove verra'trasformato in biodiesel o combustibile.Ma diciamo che sarei gia' contento seuna volta “imbottigliato” lo chiudesteper bene e lo metteste nella spazzatura.L’ambiente ti ringraziera' di certo.

by MMaannuueellaa BBoossccoolloo

M

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A SCUOLA DI CUCINA

CCOORRZZEETTTTII CCUURRZZEETTTTII

I corsetti, detti in dialetto genovese curzetti, sono una pasta tipica della cucina ligure e possono avere due formati diversi:quelli alla polceverasca (curzetti ä ponçeviasca), hanno una tipica forma a piccolo otto, quelli delLevante sono piccoli medaglioni di pasta decorati in modo particolare, e per questo si definiscono anche corsetti stampati. La decorazione viene fatta con uno stampino in legno . Le loro origini risalgono al Rinascimento,dove i nobili personalizzavano la pasta con lo stemma della propria famiglia per affermare il loro potere sulterritorio. Il nome deriva dall’immagine di una piccola croce (cruxetta) con la quale veniva originariamentedecorato un lato dei corsetti. Nel levante ligure, con la parola “corzetto“ s’intende sia lo stampo di legno,che la pasta così incisa.

IInnggrreeddiieennttii½ Kg di farina di grano duro3 rossi d’uovoSale

Preparate l’impasto con la farina di granoduro, unitevi i rossi d’uovo (la proporzione e’sei rossi per ogni chilo di farina) e il sale. Dall'impasto prenderne poco a poco piccole parti(grandi poco più di un fagiolo) e dare loro la forma di 8 comprimendo le stessecon i due indici (della destra e della sinistracontemporaneamente), se li volete alla polceverasca, altrimenti create una sfoglia con l’impasto e tagliatela cerchietti, su cui si stampateil disegno dello stampino in legno. Dopodiche’ lasciate dissecare i corsetti alcuni giorni, coprendoli con carta straccia.

I corsetti sono ottimi con il sugo di carne e funghi (vedi Era Superba n1 ottobre 2008), con il pesto, con lasalsa di noci, oppure con una salsina composta da burro, pinoli tritati, maggiorana o salvia.

BBUUOONN AAPPPPEETTIITTOO!!

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A SCUOLA DI ZENEIZEAVVERBI DI TEMPO

Ieri vëi L’altroieri vantëi avantëi Dopodomami doppodoman Ancora ancon Prima primma Poi pòi Dopo dappeu In fretta de sprescia, avviòu Adagio adaxo Sempre de longo Qualche volta quarche vòtta Adesso òua Spesso sovente Di nuovo torna Già zà Appena à ïsa à ïsa Per poco ciù un po'Al mattino presto de bonn'öa Alla fine in sciâ fin

Cognato→ cûgnòu Cugino→ cûxo Fratello→ fræ Madre→ moæ Madrina→ moinn-a Marito→màio Matrigna→ moiegna Moglie→ moggê Nipote maschile→ nevoo Nipote femminile→nèssaNipotino→nevetto Nonna→ madonnâ Nonno→ messiavo Nuora→neua Padre→ poæ Padrino→padrin , poin Pronipotemaschile →pronevo Pronipote femminile→pronessa Sorella→seu Suo-cero→ sêuxo Zia→lalla Zio→ barba

DDIIZZIIOONNAARRIIOO→→DDIIZZIIOONNAAIIOO

AVVERBI DI LUOGOFuori feuaDentro drentoDietro derrêDavanti davantiSopra sorvia, de d'ätoVicino arrente, da-a vexinLontano lontan, da-a lontanQui chìLi lìDa questa parte de saCi gheDove dondeSu sciùGiù zù

AVVERBI DI QUANTITA’Affatto affæto Altrettanto ätrettanto Abbastanza, assai assæ Troppo tròppo Tanto tanto Più ciù Non molto no guæi Quasi Quaisquaexi, tòsto Neppure manco Poco pöco Anche, pure ascì Persino finn-a Quanto quante

NEGAZIONIMica migaNiente pesso, ninteAffatto stissaNiente affatto nint'affæto

AFFERMAZIONISi scìSicuro següoSicuramente in veitæ

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le sillabeCancellate le sillabe delle parole corrispondenti alle definizioni , nellostesso ordine in cui esse le formano. Le sillabe restanti formerannoil nome di uno scrittore, poeta e regista italiano del 900.

E’ il simbolo di Genova

La sua capitale e’ Miami

Il commissario di Vigata

Diresse “La Dolce Vita”

Il gioco in cui si acquistano case

La Claudia attrice

Eroe della guerra di Troia

E’ diverso da regione a regione

Animale dal lungo collo

Sono pregiati i suoi marmi

Pa lan flo mon fel mo so ter pan car ria tal dia gi no li dol ra po chil let li rafna ba da fi no ni li le ni to fa ra

giochiChi l’Ha scritto?Scrivete accanto ad ogni opera, il cognome di chi l’ha composta. Le iniziali degli autori, prese nell’ordine, formeranno il nomedi un importante premio letterario.

“Il fu Mattia Pascal”

“Harry Potter”

“Il nome della rosa”

“Ossi di seppia”

“Panegyricus”

“La fattoria degli animali”

“Il rosso e il nero”

“Il gattopardo”

“Porci con le ali”

“La cicala e la formica”

“I dolori del giovane Werther”

“Orlando furioso”

sudoku

8899 44

5577

55

22

44

66

11

33

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4488

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11

8877 99

11

2233

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DDAA LLEEGGGGEERREE……

“L'alchimista”di Paulo CoelhoAnno 1988

“Genova per chi” di Enrico Pedemontee Vincenzo TagliascoFrilli Editore, 2006

DDAA VVEEDDEERREE……

“Snatch Lo Strappo”di Guy Ritchiecon Brad Pitt

e Benicio Del ToroAnno 2000

DDAA AASSCCOOLLTTAARREE……

“"On the turning away"Pink FloydAnno 1987

E ancora mille volte, mille anni, ci scommetto, mi ringrazierai per quel sorriso ladro e per i giochi, i mille giochi che sapevi gia'.

E ancora mi dirai che non vuoi essere cambiata, che ti piaci come sei, pero' non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai...

niente e nessuno ti confondera'.

AARRIIEETTEE –– Novita' sul lavoro, i colleghi e i superiori si mostreranno interessati alle vostre idee. L’oracolo vi consiglia una dieta prima di affrontare la prova costume.

TTOORROO –– Amico del toro, ricorda quanta forza hai dentro di te e non stare a piangerti addosso! Se il lavoro ti stressa, rifugiati nella lettura, ottima cura psicofisica!

GGEEMMEELLLLII –– Se nell’ultimo mese avete dovuto sopportare stress emotivo e grandisforzi fisici, ora e' giunto il momento di rilassarsi! Concedetevi del tempo per voi e il vostro splendido sorriso ne beneficera'.

CCAANNCCRROO –– Mese difficile da gestire: confusione ed incertezza saranno all’ordine delgiorno; non spaventatevi pero', puntate al gioco perche' e' il vostro mese fortunato!

LLEEOONNEE –– Ripensate ai vostri gesti e chiedete scusa se lo credete opportumo.L’amore vince sempre! Attenzione alle finanze, che ci sia un buco nel portafoglio?

VVEERRGGIINNEE Mese propizio per trasferimenti, traslochi, e non solo fisicamenteparlando! Lasciatevi guidare dal vostro istinto e incontrerete la felicita'.

BBIILLAANNCCIIAA –– Le risposte che aspettavate stanno giungendo dinanzi a voi; la fortunainizia a girare. Qualche problema ancora sul lavoro, non tutto gira a vostro favore...

SSCCOORRPPIIOONNEE –– Maggio mese delle rivincite! Tutti i progetti che avevate lasciato daparte per paura o mancanza di tempo ora potranno vedere la luce: un successone!

SSAAGGIITTTTAARRIIOO –– Novita' per i single, emozioni forti sotto le lenzuola! Osate nelcampo lavorativo, il dio lavoro e' dalla vostra parte!

CCAAPPRRIICCOORRNNOO –– Buona la prima parte del mese, che vi dona gioia di vivere e briosita'; piu' fiacco invece l’ultimo periodo, che vi vedra' malinconici e pensierosi.

AACCQQUUAARRIIOO –– Situazione di stallo in campo lavorativo, non potete far progetti.Occhio all’impulsivita' che potrebbe portarvi a gesti che altri non apprezzerebbero.

PPEESSCCII –– Attenzione alle persone che vi circondano in ufficio; date ascolto solo al vostro cervellino senza farvi influenzare! Calma piatta sul fronte sentimentale.

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