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BERNARDI ENRICO FISICO, MATEMATICO E INGEGNERE MECCANICO (1841 - 1919) Inventore e Costruttore del primo veicolo al mondo con l’utilizzo del motore a scoppio Enrico Bernardi è uno degli inventori dell’automobile azionata da motori a scoppio, assieme agli italiani padre Eugenio Barsanti e Felice Matteucci di Lucca, all’ingegnere belga Etienne Lenoir e agli ingegneri tedeschi Nikolaus August Otto, Karl Benz e Got-tlieb Daimler. I prototipi dei suoi veicoli sono esposti in diverse città in musei tecnico-scientifici ed a Verona nella sede ACI in via Valverde. Enrico Bernardi nacque a Verona nel 1841. Si laureò a Padova in matematica nel 1867 ed insegnò prima nell’Istituto Tecnico di Vicenza e poi nell’Università di Padova, Facoltà d’Ingegneria Meccanica. Morì a Torino nel 1919. Bernardi può essere annoverato, insieme al tedesco Karl Friedrich Benz (1844-1929), fra gli inventori dell’automobile. Infatti Bernardi dal 1874 aveva iniziato studi sperimen-tali sul motore a scoppio, inventato a Firenze da Eugenio Barsanti e Felice Matteucci (1853). Nel 1882 ottenne un Brevetto industriale per il tipo di motore a scoppio da lui progettato e realizzato (n.14.460) anticipando di qualche mese sia Benz che Dailmer.

Enrico Bernardi (Verona 1841 – Torino 1919) coinventore dell’automobile moderna Villafranca di Verona - Museo NICOLIS dell’auto, della tecnica e della meccanica

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Primo veicolo al mondo con motore a scoppio alimentato a benzina (1884) dell’ingegnere veronese Enrico Bernardi (Disegno di Lauro Bernardi)

Applicando la sua motrice “Pia” (il nome di sua figlia) dapprima a una macchina per cucire, poi a un veicolo-giocattolo con cui il figlio Lauro si divertiva a girare per le strade di Quinzano (1884) costruì il primo veicolo al mondo semovente mediante motore a benzina, mentre un altro triciclo a motore fu messo a punto da Karl Benz solo nel 1885. Nel 1884 presentò all’esposizione internazionale di Torino il suo primo veicolo con motore a benzina. La realizzazione della prima automobile da parte di Bernardi è ricordata da una lapide posta sulla sua casa di Quinzano dove è scritto : “In questa casa Enrico Bernardi ideò e sperimentò geniali opere della scienza e della tecnica e nel 1884 realizzò il primo veicolo con motore a benzina della storia” (la lapide fu posta nel centenario dell’invenzione).

prototipo auto con motore a scoppio del 1886 di Bernardi (conservato c/o A.C.I. Verona)

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In quegli anni costruì motori a scoppio che avevano consumi minori e potenza maggiore dei corrispondenti prodotti tedeschi realizzati dagli ingegneri Otto e Langen. Nel trentennio di insegnamento all’Università di Padova (dal 1879 al 1910) elaborò i più importanti lavori scientifici e ideò i ritrovati più efficaci nel campo della meccanica della locomozione con motori a benzina. Nel 1893 montò il motore a scoppio a benzina su una ruota di propulsione per una bicicletta ordinaria, realizzando così la prima motocicletta. Dal 1895 al 1998 brevettò una serie di dispositivi sulla meccanica interna del motore, sul sistema di raffreddamento e sulla trasmissione dei movimenti alle ruote e allo sterzo. Contemporaneamente costruì le sue prime automobili a 3 e a 4 ruote, che comincia-rono ad essere prodotte industrialmente a Padova nel 1896 dalla ditta “Miari e Giusti”. La vettura Bernardi, con motore a 2,5 cavalli presentava, sia nel motore sia nei mecca-nismi di trasmissione e guida, dispositivi originali che in parte precorsero i tempi e in parte sono rimasti nelle costruzioni automobilistiche successive: è opportuno ricordare che il “ciclo Bernardi”, a differenza del “ciclo Otto”, prevedeva l’incrocio delle fasi. La macchina raggiungeva i 35 Km. all’ora e con questa velocità vinse le prime corse. Tuttavia la produzione di questa azienda fu quantitativamente limitata. A partire dal 1899 iniziava a Torino la produzione della Fiat che invece riuscì a svilupparsi su grande scala. Bernardi fece ricerche originali pure nell’aerodinamica, nella meccanica razionale, nella geodesia e astronomia e nelle riproduzioni fotografiche. Alcuni esemplari delle sue vetture, insieme ad altre sue invenzioni, sono conservate nell’ UNIVERSITÀ DI PADOVA - Facoltà Ingegneria nell’Istituto di macchine. In questo piccolo Museo sono conservati anche le pubblicazioni e gli scritti originali. Altri prototipi delle sue auto sono conservati nel “MUSEO DELL’AUTOMOBILE” di TORINO, nel “MUSEO NICOLIS dell’auto della tecnica e della meccanica” di VILLAFRANCA (VR) e nella sede dell’Automobil CIub di Verona. BERNARDI LAURO INGEGNERE MECCANICO (1879 - 1935) Figlio del pioniere dell’automobile con motore a scoppio Lauro Bernardi, nacque il 20 Giugno 1879 da Enrico Bernardi e Amalia Ruggio, 4 anni dopo la sorella Pia. Quando aveva 5 anni il padre gli costruì un veicolo a 3 ruote in legno a cui applicò la motrice Pia, creando il primo veicolo della storia con motore a scoppio a benzina. Nel 1990 il padre gli regalò due biciclette : vedendo che il padre si stancava nei lunghi percorsi in bici lo incitò a studiare come applicavi un motore, creando così la prima motocicletta. Lauro si laureò a Padova in Ingegneria meccanica e nel 1905 lavorò alla FIAT sotto la direzione dell’ing. Giovanni Enrico, allievo di Bernardi padre. Alla Fiat progettò il primo motore Diesel a 4 cilindri con compressore, di potenza 300CV, primo di successive realizzazioni. Nel 1910 dalla FIAT passò all’Itala, poi alla Diatto. Infine nel 1917 fu dirigente di una fabbrica di vagoni ferroviari di Pinerolo.

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Auto con motore a scoppio “Miari e Giusti” costruita nel 1896 da Enrico Bernardi TORINO - MUSEO NAZIONALE DELL’AUTO “Carlo Biscaretti di Ruffia”

Si sposò il 29 Ottobre 1912 a Venezia, con Annina Modenese. Dopo la morte del padre nel 1919 si trasferì nella villa di Quinzano e morì a Verona il 6 Maggio del 1935 senza lasciare eredi. Difese sempre tenacemente e con obiettività l’opera del padre Enrico. Nel giugno 1927 al primo Congresso internazionale del motore a scoppio, tenne una dettagliata relazione sulla priorità delle invenzioni paterne. Lasciò personalmente, come si evince dal suo epistolario, i prototipi delle auto e altro materiale al Museo Civico di Scienze Naturali di Verona.