A A-ArteeArchitettura DONATELLO · 2020-01-10 · Brunelleschi per mostrare l’eleganza geometrica...
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A.S. 2019/2020 STORIA DELL’ARTE 2° G
A & A - Arte e Architettura
DONATELLO
A.S. 2019/2020 STORIA DELL’ARTE 2° G
DONATELLO
Donato di Niccolò di Betto Bardi
NASCE A Firenze, 1386 – MUORE A Firenze, 13 dicembre 1466
Probabilmente ebbe una formazione come orafo
(non è provato)
Probabilmente ebbe una formazione come orafo
(non è provato)
Dal 1402, fino al 1404, fu a Roma con
Brunelleschi, più anziano di lui di nove anni,
per studiare "l'antico".
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1404-1407 a Firenze lavora con GHIBERTI1404-1407 a Firenze lavora con GHIBERTI
Ghiberti, autoritratto, e Porta nord del Battistero di
Firenze
Donatello
lavora alla
realizzazione
dei modelli cera
per la PORTA
NORD del
Battistero di
Firenze
Donatello
lavora alla
realizzazione
dei modelli cera
per la PORTA
NORD del
Battistero di
Firenze
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La competizione con BrunelleschiLa competizione con Brunelleschi
Il Crocifisso di
Donatello (1406-1408
circa), Santa Croce (Firenze)
Legno policromo
Il Crocifisso di Brunelleschi
(1410-1415 circa), Santa
Maria Novella (Firenze)
Legno policromo
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1425 Il banchetto di
Erode
1425 Il banchetto di
Erode
Il fonte battesimale del Battistero di
Siena è un'opera scultorea di vari
artisti, realizzata tra il 1417 e il 1430.
Vi lavorarono, tra gli altri, Jacopo della
Quercia, Donatello, Lorenzo Ghiberti
Formella bronzea dorata de «Il Banchetto di Erode»
(Donatello 1432-1427). Stiacciato ad eccetto delle
figure nel proscenio. Prospettiva centrale.
Composizione dinamica. Mirabile apertura dello
spazio architettonico.
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FIRENZE
SIENA
PISA
LUCCA
ROMA
PRATO
PADOVA
MANTOVA, FERRARA,
VENEZIA, MODENA..
I luoghi dove lavora DonatelloI luoghi dove lavora Donatello
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1428-1438 Il Pulpito di Prato/11428-1438 Il Pulpito di Prato/1
Donatello e Michelozzo (per la parte
architettonica). Marmo con sfondo a
mosaico. Opera creata per l’ostensione
pubblica della Sacra Cintola della
Madonna conservata in Duomo.
I rilievi che oggi vediamo a rivestimento del pulpito
sulla facciata del Duomo sono copie. Gli originali
infatti sono custoditi presso il Museo dell’Opera del
Duomo di Prato.
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1428-1438 Il Pulpito di Prato/21428-1438 Il Pulpito di Prato/2
Il pulpito è formato da sette formelle che
rappresentano un corteo di putti danzanti
e festanti, la cui invenzione è frutto del
genio di Donatello, probabilmente ispirato
dal sarcofago di Ilaria del Carretto di
Jacopo della Quercia, per la scelta di
ricorrere a un soggetto classico per un
monumento destinato a un tempio
cristiano.
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1428-1438 Il Pulpito di Prato/21428-1438 Il Pulpito di Prato/2Il pulpito è sorretto da un
Capitello bronzeo (il cui originale
è conservato nel museo adiacente
al Duomo). Il disegno del capitello
è opera di Donatello. La fusione
fu realizzata da Michelozzo e
Maso di Bartolomeo.
L’opera però non fu completata.
Mancava infatti il secondo lato
del capitello, sul fianco
meridionale del pilastro, che non
fu realizzato.
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1406-1408 Jacopo della Quercia
Sarcofago di Ilaria del Carretto
1406-1408 Jacopo della Quercia
Sarcofago di Ilaria del Carretto
Particolare di un
sarcofago con
putti ebbri
(III sec. d.C.;
marmo; Pisa,
Camposanto
Monumentale).
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1433-1438 La cantoria per S.M. del Fiore1433-1438 La cantoria per S.M. del FioreAnche in
quest’opera lo stile
rivela l’interesse
verso i nuovi spunti
classici resi più
impellenti dal
soggiorno romano e
dallo studio
dell’antichità
classica. Sono
presenti intarsi a
marmi policromi
ravvivati da uno in
mosaico colorato
dorato.
Le figure sembrano
scolpite di getto.
Non hanno troppe
raffinatezze e sono
volutamente
lasciate «grezze».
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1428-1443 decorazione della Sagrestia Vecchia
di San Lorenzo (Firenze)
1428-1443 decorazione della Sagrestia Vecchia
di San Lorenzo (Firenze)La Sagrestia Vecchia, nella basilica di San
Lorenzo di Firenze, è uno dei capolavori
di Filippo Brunelleschi e dell'architettura del
primo Rinascimento in generale. Pensata da
Brunelleschi per mostrare l’eleganza
geometrica e lineare dello spazio che
racchiude, fu decorata da Donatello che
ideò un insieme di decorazioni in stucco
policromo di grande intensità espressiva ma
che non convinsero Brunelleschi e, anzi,
provocarono il suo giudizio negativo.
Donatello, Santo
Stefano e San Lorenzo
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Donatello. San Giovanni Evangelista a
Patmos. Stucchi policromi. Decorazione in
uno dei pennacchi della cupola della
Sacrestia Vecchia di San Lorenzo
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1430-1440 David1430-1440 David
Il David fu realizzato probabilmente per il
cortile di palazzo Medici.
La statua del David di Donatello rappresenta
la sfida biblica tra il combattente Golia e il
pastore David. Il giovane nella mano destra
stringe la spada utilizzata per decapitare il
soldato e nella sinistra tiene un sasso. In
basso si trova la testa decapitata sulla quale il
David si erge vittorioso. La posa e le
caratteristiche della statua rimandano alla
classicità.
Il giovane è completamente nudo ad
eccezione della testa (coperta con cappello e
alloro) e dei piedi rivestiti con calzari
decorati. Sul capo mozzato di Golia è ancora
calato il pesante elmo da battaglia.
Il David è progettato per una visione a tutto
tondo.
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1455-1456
Maddalena Penitente
1455-1456
Maddalena Penitente
La scultura è in legno di pioppo bianco, dipinto e
parzialmente dorato (altezza 188 cm). Fu eseguita,
probabilmente, per il Battistero di Firenze e suscitò
scalpore a causa del suo incredibile realismo.
La Maddalena è rappresentata negli anni della
vecchiaia, quando, sparita la sua bellezza venne infine
completamente avvolta dai suoi lunghissimi capelli.
Per espiare i suoi peccati aveva vissuto in condizioni
di privazioni e di preghiera.
Maddalena segna il superamento del classicismo da
parte di Donatello evidenziato primariamente nella
negazione della bellezza fisica al fine di privilegiare i
caratteri più veri e profondi di una donna che ha
sofferto per sé e per la morte del Cristo.
L’opera è ancora oggi di grande attualità ed intensità e
sembra non risentire del tempo.Salvata dall’alluvione
del 1966 a Firenze, è stata restaurata e adesso si trova
al Museo dell’opera del Duomo della città.
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«…La scultura è intagliata interamente da un
tronco di pioppo e non
è scavata. La forma finale è ottenuta tramite
l’esecuzione di numerose ciocche di
capelli modellate in stucco. La tomografia ha
permesso di stabilire che l’artista ha
usato un tronco di pioppo non
completamente stagionato, nel quale si è
verificato
un ulteriore ritiro dopo il completamento
dell’opera, che ha causato, oltre ad uno
spacco nel legno, il distacco e in alcuni casi la
caduta di alcune parti plastiche eseguite
in stucco. Inoltre si è potuto constatare che
questo ulteriore ritiro ha portato
ad un sorprendente cambiamento tecnico-
formale: l’allontanamento delle mani tra
loro che in origine erano giunte…»
Peter Stiberc, Opificio delle Pietre Dure
Firenze, 2016
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