ENIT - AGENZIA NAZIONALE DEL TURISMO U F F I C I O S T A M P A · 24/02/10 Libero Quotidiano Grandi...
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ENIT - AGENZIA NAZIONALE DEL TURISMO
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RASSEGNA STAMPA
N° 37 del 24 febbraio 2010
Rassegna del 24/02/2010
GOVERNO24/02/10 Stampa "Da infrastrutture e turismo il piano per
rilanciare il Sud"... 1
15/02/10 Guida Viaggi Eppure non si muove... Giorgio Castoldi 2
ENIT - AGENZIA24/02/10 Sole 24 Ore
RomaIntervista a Stefano Zapponini - "Regia unicaper favorire le imprese che investono"
Marini Andrea 4
24/02/10 Sicilia Sì alla Bit siciliana ma senza gli errori delpassato
Tracuzzi Fabio 6
23/02/10 guidaviaggi.it Lazio: la Germania uno dei mercati diriferimento per il balneare
... 7
ENTI LOCALI24/02/10 Cronache di
NapoliGiugliano - "Abbatte l'Iva per sostenere ilturismo"
... 8
CATEGORIE15/02/10 Guida Viaggi Il web diventa preistoria L.S. 9
ANDAMENTO TURISTICO24/02/10 Sole 24 Ore Nord
OvestDalla stagione invernale risultati amari - Sullepiste della Via lattea è l'anno di polacchi erumeni
Attene Clara 11
24/02/10 Sole 24 Ore NordOvest
Gli inglesi si spostano in Vallèe Favre Fabrizio 14
24/02/10 Sole 24 Ore NordOvest
Nelle Riviere flussi in picchiata Cl.At. 15
23/02/10 Ore 12 Turismo, un mercato in crescita ... 16
15/02/10 Guida Viaggi Incoming: sono tedeschi i clienti più fedeli Giorgio Castoldi 17
FONDI UE24/02/10 Sole 24 Ore Sud Spesa lenta, il Sud rischia tagli Ierace Luigia 19
24/02/10 Sole 24 Ore Sud Fondi Ue - Potenza - La "Best practice"Basilicata
... 21
24/02/10 Gazzetta delMezzogiorno
Turismo, 4 poli pugliesi per lo sviluppo delSud
Perchiazzi Minni 22
15/02/10 Guida Viaggi Fondi Ue al Sud ... 23
TURISMO E SHOPPING23/02/10 IL SOLE24ORE L'Italia si fa scappare lo shopping dei turisti
cinesiPaola Bottelli 24
TURISMO D'AFFARI24/02/10 Avvenire Milano Turismo d'affari in calo. E' allarme ... 26
TURISMO ENOGASTRONOMICO20/02/10 Nuovo Corriere
di FirenzePer Bacco: 6 milioni di enoappassionati ... 27
TURISMO NAUTICO22/02/10 Repubblica Nautica, la carica dei porti turistici Massimo Minella 28
TURISMO BALNEARE24/02/10 Nazione Massa
CarraraConcessioni demaniali prorogate: lo Stato nonci sta
... 30
L'INTERVENTO
24/02/10 LiberoQuotidiano
Grandi opere e turismo sono gli obiettivi del2010
Villois Bruno 31
CROCIERISTICA24/02/10 Italia Oggi Costa Crociere sulla rotta del lusso Lovelock Andrea_G. 32
TRASPORTI24/02/10 Nuova Sardegna Ryanair, mazzata su Alghero - Ryanair
cancella otto voli ad AlgheroFarina Paoletta 33
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GOVERNO 1
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GOVERNO 2
GOVERNO 3
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RASSEGNA WEBData Pubblicazione:
23-FEB-2010guidaviaggi.it
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ANDAMENTO TURISTICO 11
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L'Italia si fa scappare lo shopping dei turisti cinesi In calo ovunque gli acquisti "tax free" degli stranieri, ma non a Como e a Verona di Paola Bottelli 23 febbraio 2010 Pochi, ma con la carta di credito a portata di mano, pronta alla "strisciata" in hotel cinque stelle, ristoranti, negozi di lusso. La pattuglia dei turisti americani in trasferta sul lago di Como – probabilmente sulle orme del divo George Clooney paparazzato per diverse settimane con l'accompagnatrice italiana Elisabetta Canalis nel giardino di Villa Oleandra a Laglio – ha dato i suoi frutti. Secondo la ricerca sullo shopping tax free elaborata da Global Refund sull'intero 2009, la più spettacolare crescita negli acquisti degli stranieri in Italia è targata proprio Como: +80 per cento. Un'eccellente performance, impossibile da sostenere per chiunque altro, tranne dai turisti cinesi in visita a Napoli e provincia: +68 per cento. Eppure, analizzando la radiografia annuale di Global Refund, quel che colpisce – purtroppo negativamente – è proprio l'incapacità dell'Italia di attrarre gli arrivi dei cinesi. Cosa nella quale si sono invece difesi benissimo i principali competitor: in primis la Francia, dove lo shopping dei viaggiatori provenienti dalla Repubblica popolare ha addirittura conquistato il primo posto sorpassando come quota sul totale quello dei russi, ancora in difficoltà in tutta Europa. Andiamo con ordine. In Italia lo shopping tax free è diminuito nel 2009 del 13% rispetto all'anno precedente. "Colpa" dei russi, che rappresentano oltre un quarto del totale, che hanno acquistato il 28% in meno (anche se sono "ricomparsi" per i saldi anticipati), mentre al secondo posto, con un sorprendente incremento del 19%, sono balzati i giapponesi (11% del totale). Terzi gli Usa con il 1o%, ma una diminuzione del 9%. Più 27% per i cinesi, che però sono ancora una fetta piccola, pari al 7 per cento. «Siamo arretrati – spiega Antonella Bertossi, responsabile marketing di Global Refund – nella capacità di attirare i flussi turistici dalla Repubblica popolare. Quella italiana, nonostante le bellezze naturali, architettoniche e culturali uniche al mondo, è al momento una destinazione residuale dei turisti cinesi in viaggio in Europa. Gli arrivi avvengono prevalentemente tramite tour operator tedeschi sull'hub di Francoforte e nel nostro paese i cinesi passano quando sono sul finire del viaggio, avendo già acquistato altrove». Magari prodotti made in Italy, ma non qui da noi. Nel dettaglio delle principali città italiane, nel 2009 Milano perde il 15% di vendite rispetto all'anno precedente ma la fa da padrona con uno scontrino medio di 782 euro nella moda (inclusi gli accessori) e di 3.999 nel segmento orologi-gioielli. Il capoluogo lombardo continua però a scontare la crisi degli arrivi dalla Russia (-32%), che pesano per il 30% del totale; ottimo incremento dello shopping dei cinesi, +32%, al secondo posto con una fetta dell'8% del totale, la stessa dei giapponesi, in ripresa del 4 per cento. Il 26% dello shopping sulla piazza milanese riguarda via Montenapoleone, in calo del 18%, seguita da piazza Duomo con il 13% (-12%) e da via Spiga con il 12% (-21%). Una débacle. Roma registra un calo del 5% nello shopping tax free, con uno scontrino medio di 631 euro nella moda e di 1.868 nei gioielli-orologi: qui i principali acquirenti sono i russi (25% del totale e -21%), seguiti dai giapponesi (20% e +18%) e dai cinesi (8% e +28%). «In effetti – aggiunge Bertossi – c'è un rimbalzo dei nipponici, dopo un paio d'anni d'assenza, che ritornano con un grande interesse per le griffe e con una media per scontrino molto vivace». Meno 5% lo shopping in via Condotti, in linea con la capitale nel suo complesso. Flessioni del 7% a Firenze e del 3% a Venezia. In controtendenza soltanto due città, secondarie nei flussi turistici globali: Como, appunto, cresciuta del 4% e Verona, in aumento del 2% grazie al risveglio nipponico e ai primi arrivi di cinesi. E sul fronte dei competitor? Della Francia, che grazie alla Tour Eiffel e al Louvre intercetta eserciti di cinesi, anche gli altri paesi europei si danno da fare per calamitare lo shopping dei turisti tax free provenienti dalla Repubblica popolare: +26% in Germania, dove la quota sul totale sale al 16%; addirittura +140% in Gran Bretagna, dove pure i cinesi conquistano il gradino più alto del podio con il 10% del totale. Ma è tutto il Regno Unito a evidenziare, nella rilevazione di Global Refund, ottime prestazioni. Qualche esempio? Emirati arabi +26% con una quota dell'8%, Kuwait +15% con un altro 8%, una sorprendente Nigeria +11% con una fetta del 7%, Russia +18% con il 6% del totale.
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23 febbraio 2010 Anche qui la spiegazione c'è. «Il deprezzamento della sterlina – conclude Bertossi – ha giocato un ruolo fondamentale nel boom dello shopping tax free a Londra e nelle principali città inglesi, a dispetto di una situazione economico-finanziaria che continua a essere non proprio rosea. Ma alla debolezza della moneta gli inglesi hanno accompagnato politiche distributive create ad hoc per catturare gli acquisti, come i saldi anticipati molto sostanziosi e gli accordi con catene di hotel che garantivano il pernottamento gratuito per chi faceva shopping in determinati negozi. Una sinergia perfetta».
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22 febbraio 2010
Nautica, la carica dei porti turistici Massimo Minella L’ultima "prima pietra" è finita in mare un paio di settimane fa, poco distante da Roma. Il nuovo porto turistico di Fiumicino, firmato dall’Acqua Pia Antica Marcia, si candida a diventare la più grande realtà turistica d’Europa e rappresenta la punta di un iceberg che cresce senza soste da qualche anno. Attorno alla creazione di posti barca coniugati in ogni possibile modo darsene, porticcioli, porti turistici si è infatti concentrata l’attenzione del mondo dell’economia e della finanza, pronto a disseminare il Bel Paese di approdi turistici. Soltanto il Lazio progetta di costruire 9 mila posti barca, così da portare l’offerta complessiva a 15 mila unità. Testa di ponte dell’operazione, il porto turistico di Fiumicino che il presidente dell’Acqua Marcia Francesco Caltagirone Bellavista garantisce pronto in cinque anni, con le opere a mare già completate in tre anni e mezzo. Ma già si ipotizza di costruire o implementare analoghe strutture a Latina, Anzio, Civitavecchia e in altri tratti di costa laziale, per un numero complessivo di tredici strutture e un investimento di 1,3 miliardi. Non è da meno la Liguria, che si prepara a lanciare sul mercato il nuovo porto di Imperia, i cui lavori sono già iniziati, quello di Sanremo, che amplierà la struttura esistente, e quello di Savona, solo per citare i più importanti. L’obiettivo è di colmare il gap con i concorrenti francesi che già dispongono di 233mila posti barca, contro i 147mila nostrani. Chiaro che di fronte a un’avanzata privata di questo tipo, l’attenzione degli amministratori e ancor più delle associazioni ambientaliste sia massima. L’assalto del cemento alle coste italiane, già prese d’assalto nel passato da insediamenti turistici e commerciali devastanti, non può ora vivere una nuova stagione nel nome dei porticcioli turistici. "Abbiamo già attivato un tavolo di lavoro con Legambiente che ci ha portato alla firma di un accordo molto articolato – spiega Anton Francesco Albertoni, presidente dell’Ucina, la Confindustria della nautica – Il problema è che dopo il regolamento, condiviso via via anche dalle altre associazioni ambientaliste, non abbiamo ancora visto il passo successivo, che è quello dell’emanazione dei decreti attuativi da parte del ministero". Circa la costruzione di nuovi porti turistici, poi, Albertoni chiede di poter accelerare i tempi di approvazione di opere che, immediatamente, si trasformano in un moltiplicatore delle occasioni di lavoro: quattro posti ogni posto barca, stima l’Ucina. "L’attenzione e la cautela sono massimi, ma attenti a esasperare le situazioni – spiega – Noi non cerchiamo scorciatoie, ma non possiamo non denunciare che dalla conferenza dei servizi alla concessione demaniale passano mediamente dieci anni. Questi tempi mettono a rischio l’attività imprenditoriale. Ripeto, il rispetto dell’ambiente non si discute e le amministrazioni devono giustamente vigilare sulla compatibilità di queste opere, ma poi dev’essere data all’imprenditore la possibilità di sviluppare nelle migliori condizioni possibili il suo progetto". Secondo l’Ucina, poi, la costruzione di porticcioli turistici ha un altro enorme vantaggio per la comunità, quello di realizzare un’infrastruttura, su un’area data in concessione dal demanio e quindi pubblica, che ha investimenti quasi interamente privati. Il caso di Fiumicino, da questo punto di vista, è paradigmatico, con una realtà che nasce da investimenti privati, sostenuti dal finanziamento di BancaIntesa e Unicredit, e si presenta come rispettoso dei vincoli ambientali. I comparti residenziali verranno infatti costruiti con tecnologie a basso impatto ambientale, con materiali rinnovabili e sistemi impiantistici a risparmio energetico. Le residenze del porto verranno dotate di sistemi informatizzati per gestire i processi di impiego energetico, per diminuire gli sprechi e sfruttare al massimo le risorse offerte dall’ambiente. Può bastare per siglare una sorta di tregua fra ambientalisti e costruttori? "Si tratta di usare il buon senso – continua Albertoni – Rispetto alla Francia abbiamo quasi la metà in meno di posti barca. Vogliamo anche noi soddisfare la domanda attuale, e ancor più quella futura di posti barca in un Paese che ha 8 mila chilometri di coste? Se sì, allora facciamolo nel modo giusto, rispettando l’ambiente, ma anche l’attività d’impresa. Io credo che questo sia possibile". Già alla fine del 2008, l’Ucina chiese al governo di far crescere i posti barca recuperando strutture portuali abbandonate, oltre che realizzando nuovi approdi. Ma da allora, poco si è mosso. E invece le occasioni non mancano, soprattutto al Sud. "Dire che i nuovi posti barca in costruzione satureranno la domanda è scontato, ma noi dobbiamo ragionare sul futuro, come opportunità per tutto il Paese – chiude Albertoni – Queste infrastrutture, a differenza di altre, sono costruire con soldi privati e alla fine delle concessioni
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22 febbraio 2010 entrano a fare parte del patrimonio pubblico. Sono un moltiplicatore di lavoro e rappresentano un punto di forza della nostra offerta turistica". Da questo punto di vista c’è un caso che può essere un paradigma per tutto il Paese: la nuova Marina della Fiera Internazionale di Genova. La struttura vive un solo mese l’anno, durante il Salone Nautico. L’autorità portuale di Genova metterà in gara la struttura e alla fine il vincitore potrà far vivere l’infrastruttura, già realizzata, per tutto l’anno. L’Ucina, in associazione con la stessa Fiera, si è già candidata a gestirla,
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TURISMO BALNEARE 30
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L'INTERVENTO 31
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CROCIERISTICA 32
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TRASPORTI 34
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