Emmaus

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“…mentre discorrevano Gesù si avvicinò” PERIODICO DELLE PARROCCHIE DI MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA E MILLEPERTICHE ANNO 3 - N. 2 GIUGNO 2009 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected] Cari amici di Musile, Chiesanuova e Millepertiche, apriamo questo numero di Emmaus che ci accompagnerà per tutta l'estate parlando di un tema duro: la morte. Soprattutto della morte di persone care, amiche, di persone giovani. Le nostre tre parrocchie sono state toccate, vorrei dire “graffiate”, dalla morte di persone così giovani che non possiamo astenerci da una breve riflessione che non vuole essere solo consolatoria ma aprirci alla speranza. Sono arrivato a Musile chiedendo al Signore di essere presente nei momenti più “importanti”, esserci non dappertutto ma esserci al momento giusto. Considero luoghi più importanti quelli della solitudine, del dolore, della sofferenza e della morte. Il Signore mi ha fatto un grande dono (ma come tutti i doni che il Signore fa, spesso sono impacchettati e preparati non con fiocchi colorati ma con il filo spinato). Così ho avuto l'onore di conoscere, in queste ultimi mesi, Roberto Mariuzzo di Millepertiche, Marina Bellavere e Paolo Finotto di Chiesa- nuova, Danila Bozzo di Musile e Fabiola Montagner di Caposile. Conoscere loro e le loro famiglie, mogli e mariti, figli e nonni… è stato un grande dono, un regalo immenso che non ha bisogno di altro. In quei momenti solo la presenza e la vicinanza valgono più di mille parole. In quei momenti tocchi l'essenziale, scavi nel profondo del cuore e ti ritrovi semplicemente uomo, fragile, povero, piccolo, finito! A loro vorrei dedicare qualche riga per dire semplicemente grazie. Di fronte alla scomparsa di persone così giovani potremmo arrabbiarci con Dio, dire che non esiste nulla dopo la morte, che non vale la pena andare avanti eppure vi assicuro che negli occhi di questi amici e nelle parole dei loro familiari ho trovato una fede più grande della mia e, vorrei aggiungere, quasi un grazie per il dono di averci donato tutti loro come compagni di viaggio nel cammino della nostra vita. La figlia di Paolo, Sharon, ha scritto al papà: “Qualcuno mi ha detto che quando si va a raccogliere i fiori si scelgono i più belli. E' così anche per le persone…”. Con le lacrime agli occhi possiamo credere che ora il giardino di Dio ha cinque fiori bellissimi. Signore, affidiamo a Te questi nostri compagni di viaggio e tutti coloro che abbiamo amato e che sono morti. Tu, Signore della vita e della morte ci assicuri che la morte non è l'ultima parola ma che l'Amore rende vivi, vivi davvero. Con fatica, nel dolore, vogliamo credere a Te, vogliamo continuare a vivere e a lottare per una società più vera, più giusta, più bella… vogliamo credere che la vita, la vita vera non morirà mai. Roberto, Marina, Danila, Paolo, Fabiola sono vivi con te e per noi! Grazie per averceli donati. don Saverio VIVI ! Grazie Roberto per la tua vita e la tua morte e per la fede schietta e salda anche nel momento della prova più dura. Grazie per le preghiere dette insieme e grazie per- ché hai sorriso fino all'ultimo e quel sorriso è stampato nel volto di tua moglie Maria Silvia e dei tuoi figli Daniel e Riccardo. Grazie Marina per la tua vita e la tua morte. Grazie perché ho avuto la fortuna di ricevere un bacio dopo aver pregato con te qualche ora prima di morire. Gra- zie per la grande testimonianza di fede e di amore che vedo negli occhi di Mirco, tuo marito e Andrea, tua figlia. Grazie Danila per la tua vita e la tua morte. Ci siamo conosciuti poco ma sono stato presente al tuo ultimo respiro. La malattia ti aveva trasfigurata con una dignità incredibile. Grazie per avermi fatto condividere questo mo- mento con tuo marito Vincenzo e con i tuoi figli Michele e Alice. Grazie Paolo per la tua vita e la tua morte. Te ne sei andato via in fretta e hai lasciato la tua famiglia e la tua parrocchia nel silenzio e nelle lacrime: proprio tu che sorridevi sem- pre e che avevi un cuore grande per tutti. Dal cielo sii vicino ad Adina, e ai tuoi figli Sha- ron, Thomas e Nathan. Grazie Fabiola per la tua vita e la tua morte. Venirti a trovare all'ospedale, dove ci siamo conosciuti, è stata per me una bella sorpresa: siamo della stessa “classe”! Mi hai chiesto di pregare e mi hai raccontato di tutta la tua voglia di vivere. Grazie per le ultime parole e per il bacio che mi hai donato.

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Collaborazione Pastorale di Musile di Piave - Emmaus Giugno 2009

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“…mentre discorrevano Gesù si avvicinò”PERIODICO DELLE PARROCCHIE DI MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA E MILLEPERTICHE

ANNO 3 - N. 2 GIUGNO 2009 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected]

Cari amici di Musile, Chiesanuova e Millepertiche, apriamo questo numero di Emmaus che ci accompagnerà per tutta l'estate parlando diun tema duro: la morte. Soprattutto della morte di persone care, amiche, di persone giovani.Le nostre tre parrocchie sono state toccate, vorrei dire “graffiate”, dalla morte di persone così giovani che non possiamo astenerci da unabreve riflessione che non vuole essere solo consolatoria ma aprirci alla speranza.Sono arrivato a Musile chiedendo al Signore di essere presente nei momenti più “importanti”, esserci non dappertutto ma esserci al momentogiusto. Considero luoghi più importanti quelli della solitudine, del dolore, della sofferenza e della morte. Il Signore mi ha fatto un grande dono(ma come tutti i doni che il Signore fa, spesso sono impacchettati e preparati non con fiocchi colorati ma con il filo spinato). Così ho avuto l'onore di conoscere, in queste ultimi mesi, Roberto Mariuzzo di Millepertiche, Marina Bellavere e Paolo Finotto di Chiesa-nuova, Danila Bozzo di Musile e Fabiola Montagner di Caposile.Conoscere loro e le loro famiglie, mogli e mariti, figli e nonni… è stato un grande dono, un regalo immenso che non ha bisogno di altro. In quei momenti solo la presenza e la vicinanza valgono più di mille parole. In quei momenti tocchi l'essenziale, scavi nel profondo del cuoree ti ritrovi semplicemente uomo, fragile, povero, piccolo, finito!A loro vorrei dedicare qualche riga per dire semplicemente grazie.

Di fronte alla scomparsa di persone così giovani potremmo arrabbiarci con Dio, dire che non esiste nulla dopo la morte, che non vale la penaandare avanti eppure vi assicuro che negli occhi di questi amici e nelle parole dei loro familiari ho trovato una fede più grande della mia e,vorrei aggiungere, quasi un grazie per il dono di averci donato tutti loro come compagni di viaggio nel cammino della nostra vita.

La figlia di Paolo, Sharon, ha scritto al papà: “Qualcuno mi ha detto che quando si va a raccogliere i fiori si scelgono i più belli. E' così ancheper le persone…”. Con le lacrime agli occhi possiamo credere che ora il giardino di Dio ha cinque fiori bellissimi.

Signore, affidiamo a Te questi nostri compagni di viaggio e tutti coloro che abbiamo amato e che sono morti. Tu, Signore della vita e della morte ci assicuri che la morte non è l'ultima parola ma che l'Amore rende vivi, vivi davvero. Con fatica, nel dolore, vogliamo credere a Te, vogliamo continuare a vivere e a lottare per una società più vera, più giusta, piùbella… vogliamo credere che la vita, la vita vera non morirà mai. Roberto, Marina, Danila, Paolo, Fabiola sono vivi con te eper noi! Grazie per averceli donati.

don Saverio

VIVI !

Grazie Roberto per la tua vita e la tuamorte e per la fede schietta e salda anchenel momento della prova più dura. Grazieper le preghiere dette insieme e grazie per-ché hai sorriso fino all'ultimo e quel sorrisoè stampato nel volto di tua moglie MariaSilvia e dei tuoi figli Daniel e Riccardo.

Grazie Marina per la tua vita e la tuamorte. Grazie perché ho avuto la fortunadi ricevere un bacio dopo aver pregatocon te qualche ora prima di morire. Gra-zie per la grande testimonianza di fede edi amore che vedo negli occhi di Mirco,tuo marito e Andrea, tua figlia.

Grazie Danila per la tua vita e la tua morte. Cisiamo conosciuti poco ma sono stato presente al

tuo ultimo respiro. La malattia tiaveva trasfigurata con

una dignità incredibile.Grazie per avermi fattocondividere questo mo-mento con tuo maritoVincenzo e con i tuoifigli Michele e Alice.

Grazie Paolo per la tua vita e la tua morte.Te ne sei andato via in fretta e hai lasciato latua famiglia e la tua parrocchia nel silenzio enelle lacrime: proprio tu che sorridevi sem-pre e che avevi un cuore grande per tutti. Dalcielo sii vicino ad Adina, e ai tuoi figli Sha-ron, Thomas e Nathan.

Grazie Fabiola per la tua vita e la tua morte. Venirti atrovare all'ospedale, dove ci siamo conosciuti, è stataper me una bella sorpresa: siamo della stessa “classe”!Mi hai chiesto di pregare e mi hairaccontato di tutta la tua vogliadi vivere. Grazie per le ultimeparole e per il bacio che mihai donato.

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Gesù disse a quelli che ave-vano creduto in Lui: ..”se rima-nete ben radicati nella miaParola, siete veramente disce-poli. Così conoscerete la Verità,e la verità vi farà liberi” … (Giovanni 8, 31-33)

Di fronte alla drammatica situa-zione dell'economia internazio-nale che nel concreto si esplicaper molti con la perdita delposto di lavoro e l'angosciadi fronte al futuro incerto, lecomunità cristiane sono in-terpellate in prima persona.Da qui, la volontà di fareassieme una riflessione sulproblema che tutti viviamo,chi più e chi meno, per ca-pire dove stiamo andando.

Colgo questa occasioneper poter esprimere econdividere con voi inpiena libertà di espres-sione, pensieri ed opi-nioni (diritti innegabili di ogniuomo in una società demo-cratica quale la nostra) ri-guardo alla drammaticasituazione economica mon-diale nella quale stiamo spro-fondando giorno dopo giorno.Non è compito mio dare lezionidi economia e finanza in meritoma mi sembra doveroso riflet-tere assieme sui luoghi comunilegati alla crisi e che, giornodopo giorno, ci fanno caderenello sconforto di un …. futurosenza certezze: oggi è così edomani chissà come sarà. Pa-lese è che la crisi economicache stiamo vivendo, e che in-comberà in modo ancor piùpesante sui poveri del mondo,intacca ed erode il mondo dellavoro con perdite di posti eoccupazione; dislocazionedelle aziende e dismissione, ri-corso alla cassa integrazione(quale ammortizzatore socialema che può contare fino ad uncerto punto), aumento dellaprecarizzazione del lavoro,stasi dei consumi, blocco del-

l'economia, …. e chi più neha, più ne metta. Diverse e pre-occupanti le problematiche chenumerose famiglie si sono tro-vate ad affrontare e a cercare diarginare con i mezzi a disposi-zione e che vivono attualmente,soprattutto quelle a monored-dito. Se in una famiglia in cuil'introito principale, il fulcro sulquale poggia l'intera gestionefamiliare è il solo stipendio e/o

salario di una persona e questaperde il posto di lavoro, è facileimmaginare i gravi problemi chesi trovano ad affrontare, so-prattutto in questa situazione dicongiuntura del mercato, graziealla quale la ricerca di un nuovoposto di lavoro diventa quasiutopistica. Non sono lontanedal nostro quotidiano viverefrasi come : “.. ho perso il la-voro e non riesco a trovarne unaltro, uno qualsiasi …. sono incassa integrazione e non so suquali altri spese tagliare perpoter arrivare alla fine del mese…. non ce la faccio più a pa-gare l'affitto e/o la rata delmutuo …. non riesco a pagarele bollette che arrivano semprepiù salate … le spese scolasti-che: come fare? …. le speseper la gestione familiare (man-giare - vestiario - ecc) non sopiù dove tagliare per poter riu-scire ad andare avanti …. E chedire della grande moltitudine dipensionati, soprattutto quelliche già ricevevano una pen-sione ai limiti della decenza (e

sì, permettetemi questa fraseperché è indecente che unapersona che ha lavorato unavita si ritrovi poi, per motivi di-versi, a dover vivere con pochecentinaia di euro che devonobastare per l'affitto, per il man-giare, per il vestire, per le medi-cine e le spese mediche)…..Giorno dopo giorno ci dob-biamo scontrare con questigrandi problemi e gravi che mi-

nano la nostra dignità diuomini. Già perché, seprima di questa crisi ci sifaceva meraviglia, ma nonlo si sentiva un problemanostro perché lontanodalle nostre certezze, dicoloro che andavano a ro-vistare in mezzo all'im-mondizia (sto usando unas imi l i tud ine/paragoneforte per farvi cogliere l'es-senza del problema e lasua gravità) alla ricerca diqualcosa che potesse dare

loro un attimo di respiro al bi-sogno di vivere subordinandoe negando la loro dignità dipersone (un diritto inalienabiledi ogni essere umano), ogginon ci si può più meravigliaredi ciò. “La fila di coloro che fru-gano nell'immondizia sta au-mentando a vista d'occhio”. Equello che da sempre vienesbandierato (in diversi discorsiai diversi livelli) come un dirittoinalienabile dell'uomo, il bla-sone del suo stesso vivere, undiritto insito e intimo di ogni es-sere vivente che nasce e muorecon lui: LA DIGNITA' DI ES-SERE UOMO, persona con deidiritti e doveri, liberi di poter de-cidere in modo democratico,equo e in armonia con il restodel mondo, del proprio futuro,si riduce e si annienta in silen-zio, svanisce come per incanto.

La dignità di essere persone siannienta perché alla fine nonsiamo altro che dei birilli sullapista di un “bowling” allamercè di un gruppo ristretto

E' TEMPO DI CRISI : DI CHI LA COLPA?

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che tira le fila della nostra sorte.Da qui cercare di capire, perevitare di piangersi addosso,come siamo arrivati fino a que-sto punto, quali i punti debolida modificare e risistemare perevitare prossime cadute inbasso come questa. Senz'altroil consumismo facile, la vita fre-netica alla quale ci siamo pocoper volta abbandonati in unasorta di tepore e coccolati dalleonde delle facili e impossibilipromesse, il credito al consumofacile, hanno diffuso tra le per-sone la pericolosa illusione chesi può soddisfare qualsiasi bi-sogno a prescindere dalla ca-pacità di reddito. Il poter, omeglio l'illusione, di poter acce-dere al “lusso a basso costo”con tutti gli “specchi per le al-lodole annessi”, forme inge-gnose ed ingannose nelle qualipurtroppo in tanti sono rimastiintrappolati, non è altro che uncolossale inganno e di cui orastiamo pagando le conse-guenze. Non a caso ho ripor-tato in prefazione, un versettodi Giovanni: La Verità vi farà li-beri. Liberi di ragionare, di pren-dere le proprie responsabilidecisioni non influenzati da tuttiquegli specchi per le allodoleche giorno dopo giorno sischiantano sulla nostra corazzadi persone nella speranza discalfirla, penetrarla ed intrappo-larla.

Liberi di essere persone, uominie donne capaci, responsabili,persone che vivono e che pul-sano il cuore della società e chela animano in modo equo e cor-retto nel libero rispetto gli unidegli altri. Uomini e donne cherifuggono dalle mani magistralidi quei pochi che tentano di re-legarci a dei burattini inanimatiaccampando il diritto a muo-vere i fili della nostra vita. Uo-mini e donne coscienti delleproprie capacità e dei propri li-miti e che hanno dei diritti non-ché doveri di cui chiedererendiconto ai pochi che fino adora si sono spartiti la torta. Uo-mini e donne, testimoni veri di

se stessi, coerenti nel loro pen-sare ed agire, consci delle pro-prie debolezze, gioie e dolori.Uomini e donne veri e reali, cheVIVONO E NON SI LASCIANOVIVERE, che nelle diverse sfac-cettature della propria quotidia-nità sono protagonisti.

Purtroppo in questi anni, i di-versi specchi ingannatori, dis-seminati nel nostro quotidianoda pochi con l'intento di gestirela nostra vita per trarre il mas-simo vantaggio economico, cihanno ammaliato; le diverse of-ferte ci hanno illuso la felicità fa-cile ad ogni costo, come se lafelicità fosse una merce dacomprare e vendere, ma “nes-suno ti regala nulla per nulla inquesto mondo dove tutto vienemercificato” e ancor meno ti re-galano soldi.

Riconoscere che questo mo-mento difficile è stato generatoe alimentato da una volontà, il-lusione, di rapido arricchimentobasato su speculazioni e scom-messe finanziarie può essereun punto di partenza, comedice pure l'Arcivescovo di Mi-lano in una sua riflessione enella quale mi ritrovo. Ora allaluce di questa crisi, allo scon-forto e al dolore, al baratro del-l'incertezza in cui ha gettatomolte famiglie, in molti sono achiedere riforme nella finanza,nuove regole e relazioni com-merciali più eque e solidali a li-vello mondiale, una finanza chefaccia della trasparenza e del-l'etica la sua ragion d'essere,nuovi criteri di giustizia che per-mettano di ridistribuire in modoequo reddito e ricchezza, mo-

delli di consumo che siano re-almente sostenibili. E questonon può certo prescindere dauna idea nuova di governopartecipato che faccia dellasolidarietà il suo motore, chescelga l'equità come sua linfavitale, che assuma la responsa-bilità sociale come suo obiet-tivo principale. E in tutto questodobbiamo essere lievito e sale,fermento vivo che non si lasciaguidare MA GUIDA. D'altrocanto, se ben ricordo, politicaderiva da polis e polis vuol dire“governo della città”: e da chi ècomposta la città? In ogni casointerventi per rispondere allegravi ed impellenti necessitàprimarie delle persone se nestanno facendo, anche nel pri-vato.

La stessa Caritas si sta muo-vendo in tal senso con diverseiniziative, anche se non sonomai troppe per arginare la situa-zione, perché all'inganno chetutti possono soddisfare qual-siasi tipo di aspettativa senzafare i conti con la vera realtà,qualcuno ha lucrato. Da tuttoquesto mi sono ritrovata a pen-sare, e ho visto che è pure ilpensiero di tante altre personecompreso l'Arcivescovo di Mi-lano, non è solo questione dinuove regole da adottare perl'economia ma molto dipendepure da noi: parlo di uno stile divita dettato dalla sobrietà, dallaequità, dalla solidarietà. Unostile di vita che ci porta ad es-sere persone libere di vivere inuna società che si definisce de-mocratica e aperta, con i lorodiritti che non possono venirecon sotterfugi diversi, occlusi.Lascio a ciascuno di voi la pos-sibilità di continuare la rifles-sione facendo pervenire inredazione le vostre impressionie pensieri.([email protected])

Laura Scabbio

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E' ANCORA DI MODA SPOSARSI NEL SIGNORE ?Le coppie di fidanzati che sipreparano a ricevere il Sacra-mento del Matrimonio, da moltianni trovano nella nostra par-rocchia uno spazio privilegiatoper la loro formazione. Le at-tuali quattro coppie animatrici,coadiuvate dalla presenza ecollaborazione di Don FlavioGobbo, cercano di rinnovare lestrategie di approccio e di pro-porre metodologie, atte a ren-dere sempre più efficace ecoinvolgente il loro intervento.

Il percorso di ricerca sul sensocristiano del matrimonio, al-meno intenzionalmente, vuoledipanarsi attorno a tre nucleiprincipali:

- il valore dell'amarsi; alle co-munità cristiane viene richie-sto di riscoprire e proporre ilsenso dell'amore nella sua va-lenza e spessore umani,- il valore della fede; sposarsinel Signore è essere consape-voli che l'amore è un luogo incui Dio si rivela al mondo;- il valore dell'apertura; èl'accoglienza, l'aprirsi conti-nuamente all'inedito e all'im-prevedibile nelle persone e neifatti, che diventano percepibilia chi sa coltivare il senso dellostupore e della meraviglia.

La difficoltà di partire dalle si-tuazioni concrete, per passarepoi gradualmente a scoprire

insieme alle giovani coppie lagrandezza e bellezza del sa-cramento, è legata a numerosifattori sociali, a differenti per-corsi di fede, ad esperienze diconvivenza o matrimonio ci-vile, caratterizzanti gli iscritti alcorso, ma anche la nostra so-cietà . Infatti oggi si dice chenon esiste più il “fidanza-mento, quello che aveva unsuo rituale preciso e collau-dato in tempi passati: non ci sipresenta più nella casa dei ge-nitori ad annunciare le proprieintenzioni di essere coppia etalora non ci si scambia nem-meno l'anello di fidanzamento.Insieme alle 13 coppie chequest'anno hanno camminato

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Crescere insieme come coppiecristiane: già da due anni è natonella nostra Parrocchia ungruppo di giovani sposi, che si

riuniscono periodicamente per ildesiderio comune di approfondirela bellezza e le problematichedella vita di coppia nella prospet-tiva cristiana. L'incontro mensilesi svolge presso l'Oratorio e coin-volge una decina di coppie, che

condividono uno spazio di con-fronto e di preghiera. Avvertiamola responsabilità di formare dellefamiglie aperte agli altri e di edu-

care nel modo migliore i nostrifigli: un compito non facile, perrealizzare il quale sentiamo la ne-cessità di aiutarci a vicenda. Perquesto insieme stiamo affron-tando vari temi, che riteniamo im-portanti per la nostra vita in

famiglia. Tra questi, per esempio,abbiamo approfondito la pre-ghiera e il rapporto con Dio vis-suti all'interno della coppia; lagestione solidale e responsabiledei beni e del denaro; la fecon-dità, intesa non solo come aper-tura al dono dei figli, ma anchecome desiderio di portare buonifrutti nella società o nell'ambientedi lavoro. Ad ogni incontro cisiamo sempre meravigliati dellaricchezza di idee e di spunti cheemergono dalla semplice condi-visione delle nostre riflessioni.Stiamo scoprendo che mettere incomunione le gioie come i pro-blemi della vita è un grande donoe che questo ci sta aiutandomolto nella vita di tutti i giorni.Speriamo davvero che questaesperienza possa crescere nellacomunità, coinvolgendo semprenuove coppie pronte ad arricchireil gruppo con il loro prezioso con-tributo.

Gruppo giovani coppie

GRUPPO FAMIGLIE - GIOVANI SPOSI

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DIVENTARE DONATORI: UNA SCELTA SIGNIFICATIVA

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con noi, abbiamo cercato discoprire le tappe essenziali delprocesso di formazione dei fi-

danzati, che chiedono di di-ventare sposi nel Signore.Pur nella difficoltà di renderepartecipata l'esperienza rivoltaad un gruppo così variegato

ed eterogeneo, in dieci incon-tri abbiamo suggerito la rifles-sione su alcune tematiche,

partendo dai nuclei tematicipiù sopra esposti, corredandoliin seguito con testimonianze divita vissuta da parte di altrecoppie impegnate nel sociale

ed esperte di problematicheconiugali. Il clima che si è instaurato neidue gruppi di lavoro è risultatoproficuo, soprattutto quando lapresenza riguardava la tota-lità degli iscritti, che non è ri-sultata, purtroppo, semprepuntuale. Il bilancio può co-munque essere valutato posi-tivamente, anche in nomedelle testimonianze desuntedalle risposte contenute neiquestionari di gradimento; cisi sta già preparando per pre-disporre le proposte per ilprossimo anno, sperando nel-l'inserimento di nuove coppieanimatrici, che renderebberoindubbiamente più pregnantecon la loro testimonianza lastraordinaria bellezza del sa-cramento del Matrimonio.

Le coppie animatrici

Il dono del sangue . . . perchédiventare donatori ed entrarea far parte della grande fami-glia avisina? Perché questo èun modo per esprimere con-cretamente amore e atten-zione al bisogno degli altri, inparticolare a quelli che sof-frono ed hanno necessità diaiuto. Di fronte alla malattia sispendono tante belle parole diconforto per manifestare la no-stra vicinanza a chi si trova indifficoltà. Donando il proprio

sangue si va oltre, si compieun gesto concreto. Diventaredonatore è un'esperienza bellae significativa che consente dimantenere anche un controllocostante del proprio stato disalute tramite gli esami delsangue, eseguiti gratuita-mente ogni volta che si dona,poiché viene data la massimaattenzione alla condizione fi-sica del donatore.A Musile esiste una Comunaleavisina da sedici anni, è unasezione giovane, il cui Diret-tivo è appena stato rieletto eche conta al suo interno pa-recchi giovani. La nostra co-

munale è composta da circa320 soci, ma insieme cerche-remo di farla crescere per unsolo ed unico scopo: promuo-vere la donazione del sangue.Per questo chiediamo un'am-pia collaborazione a tutta lacittadinanza, donatori e non.La Sezione Avis non è cosaesclusiva del Direttivo: essa èun bene comune e, pertanto,tutti devono sentirsi parte at-tiva, con il fine di conseguire ri-sultati sempre migliori.Avvicinare le persone alla do-nazione periodica del sanguetramite specifiche campagneinformative, far crescere il nu-

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mero dei donatori effettivi e quello delle dona-zioni annue: questi sono gli obiettivi che ci siamoposti fin dall'inizio, nel 1993. Un sincero ringra-ziamento va a tutti i soci donatori senza i qualiquesta associazione non avrebbe motivo di esi-stere e che sono il punto di forza dell'Avis. Ungrazie agli avisini che, per ragioni di età o di sa-lute, hanno cessato l'attività di donazione e atutti i dirigenti che si sono avvicendati nel corsodegli anni. I soci effettivi, che già fanno molto, possonocontribuire alla crescita della sezione, esten-dendo l'invito ad entrare a far parte dell'Avis adaltrettanti amici e parenti. Proprio perché la loroattività di donatori costituisce di per sé una testi-monianza ed un esempio concreto, hanno lapossibilità di sostenere ulteriormente l'associa-zione accompagnando un conoscente, un fami-liare, un amico presso il Centro Trasfusionaledell'Ospedale di San Donà di Piave dove perso-nale esperto e qualificato cercherà di mettere aproprio agio altrettanti possibili e potenziali do-natori.Il Centro Trasfusionale (tel. 0421 - 227480) ri-ceve nei giorni dal lunedì al sabato dalle ore8,00 alle ore 9,30 (a digiuno dalla mezzanotte);è possibile donare anche la prima domenica delmese, previo appuntamento, dalle ore 8,00 alleore 9,30. Fatta la seconda donazione, ci si potràiscrivere all'Avis portando due foto tessera. Il ri-lascio della tessera, gratuito e non vincolante,viene fatto presso la sede della comunale inPiazzetta del Donatore n. 2 che è aperta il primosabato di ogni mese dalle ore 10,00 alle ore12,00 (tel. / fax. 0421 - 53424). Altre informazioni o comunicazioni si possonoeffettuare anche tramite e-mail al seguente indi-rizzo di posta elettronica: [email protected] al proficuo incremento di donatori e di do-nazioni, l'altro fondamentale obiettivo che ogniComunale Avis persegue è il ricambio genera-

zionale. E' per questo che l'invito ad iscriversiall'Avis è rivolto a tutti ma soprattutto ai giovaniche attraverso l'esperienza del dono del sanguehanno la possibilità di rendersi utili, di impe-gnarsi, di crescere e di maturare esprimendo lapropria disponibilità verso gli altri. In un mondodove certi valori sono sempre più rari è un bel-lissimo modo per andare in “controtendenza”.Ecco perché invitiamo i ragazzi a farsi avanti, acontattarci anche per avere solamente delle in-formazioni.La cura di numerose patologie, gli interventi chi-rurgici, i trapianti di organi comportano un au-mento continuo della domanda di sangue chediventa impellente nei mesi estivi. Ne consegueche la quantità di sangue raccolto è fondamen-tale per far fronte al fabbisogno, quindi se siamoin tanti possiamo fare di più e meglio. Abbiamo iniziato con una domanda cercando didare alcune risposte, nella speranza che le pro-blematiche esposte possano aiutarci a rifletteresu un gesto estremamente altruistico e gratifi-cante perché ciò che il donatore offre sponta-neamente e gratuitamente è un elementoprezioso per la salute e la vita di molti.

EmmausPeriodico bimestrale delle parrocchie di Musile di Piave, Chiesanuova e Millepertiche.

Direttore Responsabile: Dino Boffo - Via Amalfi, 41 - TVDirezione e Redazione: Piazza Libertà, 1 - Musile di Piave - VE

Registrazione al Tribunale di Venezia n. 884 del 21.03.1987Stampa: Tipografia COLORAMA: San Donà di Piave - VE - Tel. 0421.40225

Hanno collaborato a questo numero di Emmaus:

don Saverio, Elena De Piccoli, Alberto Piasentin, Annalisa e RobertoMeloni, Guido De Nobili, Luisa Cardinali, don Luciano Minetto,

Vittorina Mazzon, Barbara Fornasier, Laura Scabbio,Anna Scappatura, Federico Contarin, Adalberta Contarin.

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La famiglia è il bene più preziosoche ognuno di noi ha. La pre-senza di una mamma e di unpapà sono fondamentali per lacrescita armonica di ogni indivi-duo. Ci sono purtroppo però dellesituazioni per cui questo non èpossibile, allora cosa succede,come si può rispondere a questobisogno-diritto del bambino? C'èun'unica risposta: l'affido fami-liare. Che cosa è? L'affido è unarisposta temporanea al bisognodi un minore di avere qualcunoche materialmente e affettiva-mente si occupi di lui. Questo è quello che dacirca sei anni noi pro-viamo a fare.Siamo Annalisa e Ro-berto Meloni genitori diSimone, Emanuele eChiara. La nostra è unafamiglia come tante altrecon i nostri momenti difatica e di gioia. Ad uncerto punto ci siamo fer-mati a chiederci cosa po-tevamo fare per vivereconcretamente il nostroessere cristiani comesposi e come genitori nella quoti-dianità.Non è stato semplice compre-dere perché il Signore entranella vita di ogni cristiano quasiin punta di piedi, in silenzio e solose glielo permettiamo si serve dinoi per compiere i suoi disegnitrasformando le nostre debo-lezze, le nostre piccolezze indono per gli altri. Quasi per caso ci siamo ritrovatiad aprire la porta della nostracasa ad un piccolo venditore

ambulante extracomunitario: Amir.Un giorno lo abbiamo invitato apranzo, con la sua semplicità ciha regalato un momento di gioiaindimenticabile lasciando im-pressi in noi il suo sorriso sinceroe illuminandoci con la luce lim-pida del suo sguardo. Poi è arrivata Hana è la nostravita è cambiata definitivamente. Hana era una creatura piccola efragile e il Signore ci ha offerto lapossibilità di aiutarla. E' stato pro-prio il suo doloroso fiorire alla vitache ha fatto germogliare in noi

genitori la voglia di allargare adaltri bambini, meno fortunati deinostri figli, l'esperienza di amoredi una mamma e di un papà. Cisiamo trasferiti in una casa piùgrande; io (Annalisa) ho lasciatoil lavoro e abbiamo iniziato unlungo percorso formativo per di-ventare una vera e propria fami-glia allargata. Nell'aprile del 2006la nostra casa è diventata ufficial-mente una comunità familiare: “Ilgiardino di HANA” . Altri piccoli nel corso di questi

anni sono arrivati ad arricchire lanostra famiglia per periodi più omeno lunghi, alcuni di questi vi-vono ancora con noi. Il nostroprimo obiettivo è quello di rima-nere una famiglia normale cometutte le altre: il papà che lavora,la mamma che fa la spesa, checucina, la stanza per i giochi,tanti amici che vengono a tro-varci, le gite domenicali, i bam-bini che frequentano la scuola,l'oratorio.Cerchiamo di creare un am-biente il più sereno possibile,

anche con l'aiuto di“nonni” e “zii” volontariche ci sostengono conil loro affetto.La nostra casa è diven-tata insufficiente per unafamiglia di nove personema il Signore non lasciamai da soli e questa voltaha fatto incrociare il no-stro cammino con quellodi una famiglia dispostaad offrirci la possibilità ditrasferirci in una casa piùgrande senza chiedercinulla. Questo è il punto di

partenza per un altro cambia-mento. Un versetto del libro deiProverbi recita così: “affida le tueopere al Signore e i tuoi progettisi realizzano”. Il Signore ha per ognuno di noiun progetto: la nostra vita non èfine a se stessa ma si realizzapienamente se riusciamo a vi-verla come dono prima ricevutoe poi donato.

Annalisa e Roberto

Associazione di VolontariatoIl Giardino di HanaComunità Familiare

O.N.L.U.S.

Hai Affidato Nelle nostre mani Attese d'amore

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GIUGNO 200988

MUSILE DI PIAVE

Un nuovo “look” per il bar dell’ oratorio!

Domenica 17 maggio2009, in occasionedella festa pre-Grest,c’è stata anche la be-nedizione e l’inaugu-razione del rinnovatobar dell’oratorio.Il progetto di rinnova-zione era stato pen-sato da tempo, perdare una facciata sim-patica e accattivantead un luogo che do-vrebbe riunire i ragazzied i giovani della parrocchia neltempo libero.I muri interni infatti sono statidecorati con delle immaginitratte da diversi ambiti, quali icartoni animati, ad esempio, inmaniera da non lasciare un solospazio bianco.In particolare spiccano pergrandezza e per quantità di co-lori la rilassante veduta di unaspiaggia esotica al tramonto,

con tanto di palme e amaca, eun enorme drago bianco e az-zurro dai forti richiami epici.Anche il bancone del bar è statodecorato con delle piastrelle dimolti colori. Tutto questo è stato possibilegrazie all’entusiasmo coinvol-gente di don Vanio e del gruppodi giovani che lo ha aiutato,spendendo innumerevoli ore nelbar a dipingere, unendo l’utile aldilettevole! A loro va un ringra-

ziamento speciale esentito.Questo progetto, final-mente giunto al termine,nasce dal desiderio direndere più piacevole efamiliare l’ambiente del-l’oratorio, per poterlo poiripopolare, farlo diven-tare il fulcro di svariatee interessanti attivitàanche estive che coin-volgano i giovani ditutte le età, tenere

aperto il bar anche durante gliorari del catechismo.Per questo naturalmente è ne-cessario anche l’aiuto degliadulti, nella speranza che ilnuovo “look” dell’ambiente fac-cia venir voglia anche a loro diprendere parte a questa inizia-tiva! Perciò, fatevi avanti nume-rosi!

Elena De Piccoli

Ringraziamo tutti coloro che

hanno organizzato e parteci-

pato alla sagretta parroc-

chiale “Comunità in festa” e

informiamo che, quanto ri-

cavato, andrà a contribuire

al rifacimento del tetto del-

l’oratorio e all’installazione

dei pannelli fotovoltaici.

Grazie a tutti di cuore.

MMUUSSIILLEE DDII PPIIAAVVEE

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MUSILE DI PIAVE

MUSICA E POESIA PER RACCONTARE LA PASSIONE DI CRISTO

Domenica 5 aprile 2009, la chiesadi Musile ha ospitato un evento ar-tistico-religioso in occasione del-l’imminente Pasqua.

La serata è iniziata con i canti dellecorali di Chiesanuova, Milleperti-che e Musile, che hanno intonato,in maniera magistrale e molto toc-cante, canti narranti la passione ela morte del Cristo e accolti con

molto entusiasmo dal pubblico. Le varie esecuzioni sono state in-tervallate dalla lettura di alcunepoesie scritte da don Vanio Gar-bujo, tratte dal suo libro …parolesulle labbra, contenente molti braniscritti in Terra Santa e nei luoghidella passione e della morte diGesù. I brani, molto toccanti, raccontanol’esperienza dell’incontro con il Si-gnore tramite i luoghi del Suo vis-suto e di come essi traspirino lapresenza di Lui e il Suo Amore.La serata di musica e poesia si èconclusa con l’applauditissima in-terpretazione di don Giorgio Batti-stella del canto XXX del Paradisodi Dante.Il canto in questione racconta del-l’incontro del Sommo Poeta conDio, la Trinità e l’Incarnazione, conle parole più delicate e toccanti cheDante potesse regalarci. A conclusione di tutto è stata ricor-data suor Rina Contarin, originariadi Chiesanuova e testimone del

Vangelo della Carità in Guinea-Bis-sau, tramite le sue testimonianzeepistolari. L’incasso della serata èstato devoluto alle sue attività e al-l’uscita, ognuno dei partecipanti haricevuto un sacchetto contenenteuna piccola quantità di riso, che èla razione normale che ricevonocoloro che i missionari aiutano inAfrica, ma che sarebbe potuto di-ventare il pasto ideale per il digiunodel Venerdì Santo.Di nuovo, nel finale, è tornata lamusica a unire i cuori dei presentinella chiesa, con un Signore Gesùdi Croft, intonato dalle tre coraliunite.La serata, oltre che pensata per di-sporre gli animi alla settimana dellaPasqua, ha dimostrato come siapossibile che l’arte, tramite le sueforme più elevate, possa esseretrasformata in efficace testimo-nianza di Fede, capace di arrivareai cuori in profondità.

Elena De Piccoli

Il gruppo Missionario di Musile ringraziando per la buona riuscita dei vari mercatini e delle rac-colte di ferro vecchio svolti in quest’anno pastorale (da ottobre 2008 ad aprile 2009), porta aconoscenza il resoconto dei vari contributi dati a progetti in terra di missione.

Sostegno al Progetto “scuoline” e progetto “ragazze madri”

organizzato dalla missione diocesana di Manaus in Brasile € 2.000

Aiuto a famiglie in difficoltà per acquisto di cibo e vestiario per bambini a Nairobi in Kenia,

sostenuto dalla Comunità Missionaria “Charles de Foucold” di Cuneo. € 4.000

Sostegno all’Associazione “San Giuseppe” di Adis Abeba in Etiopia (Africa),

per aiuto a famiglie in difficoltà. € 3.000

Un aiuto a Fr. Davide Giua per terminare la costruzione di una scuola superiore

della comunità di Antsahasoa nella città di Antsirabe in Madagascar (Africa) € 2.000

Sostegno al Centro per malati di AIDS di Gulu in Uganda (Africa) € 3.000

Per la spedizione mensile di pacchi-vestiario a don Olindo

Furlanetto a favore dei seminaristi di Manaus in Brasile € 1.000

Grazie ancora a tutti coloro che sentono nel cuore la gioia del dono soprattutto verso il sud del mondo ea quanti credono nell’amore che va al di là di ogni cultura, razza, religione.

Per coloro che sono interessati a partecipare al gruppo missionario (abbiamo bisogno di nuove forze edi nuove idee…) potete contattare direttamente don Saverio oppure Fidelma (0421-50585).

AIUTI ALLE MISSIONI

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MUSILE DI PIAVE

PAROLA VIVA CHE È GESÙ

“A voi, candidati Lettori, conse-gnerò il ministero di proclamarela Parola di Dio convinto che sa-prete offrirla con fede e intensitàai fratelli, perché questa Parolaviva che è Gesù, in voi è diven-tata la Luce della mente e il nutri-mento del cuore.” Sono davvero intense queste pa-role del Vescovo (pronunciatedurante l’omelia della Messa)che da sole basterebbero a de-scrivere la preziosità del mini-stero che lo scorso 25 marzo horicevuto e che, quindi, mi è statoaffidato. Effettivamente la Paroladi Gesù, o meglio, che è Gesù,ha accompagnato con fedeltà econ pazienza questi anni dellamia vita in cui, avendo avvertitol’appello di Lui, ho cercato dipormi alla Sua sequela. Il Signore non è stato rumorosoo costringente nella mia storia,ma nella semplicità profonda

della sua Parola, Egli ha “invaso”tutto me stesso non mancando difarsi vicino, di volermi incontraree di rivolgermi chiari inviti a pla-smare il mio cuore a misura dellasua Carità; trovando in me sial’accoglienza disponibile sia la

chiusura od il rifiuto di fronte adappelli apparentemente scomodi. Ma Lui non si è scoraggiato,come a volte può capitare a noi,e lo scorso mese il Vescovo miha istituito Lettore affinché, an-nunciando ai fratelli la Parola,sempre più in me e nella Chiesadimori Gesù, Buon Pastore cheama le sue pecore tanto da of-frire la sua vita per loro. Continuoa ringraziare, quindi, il Padre perlo sguardo d’amore che mi ha ri-volto e per le persone che, in varimodi, hanno camminato al miofianco. E, all’inizio del tempo dimissione, mi unisco alla pre-ghiera del Vescovo per tutti noinuovi Lettori ed Accoliti, invo-cando Maria perché ci sia vicinacome modello e come Madre inquesto ultimo tratto della nostraformazione.

Alberto Piasentin

LETTORATO: ovvero?Il lettorato è il ministero che, nella chiesa cattolica, conferisce l'incarico di proclamare la parola di Dio.Un tempo all'interno degli ordini sacri minori, oggi il ministero può essere esercitato da un laico.La chiesa prevede l'istituzione al Lettorato di coloro che proclamano le letture all'assemblea liturgica. A costoro viene affidata anche la preparazione dei fedeli alla comprensione della parola di Dio.Si tratta quindi di un ministero con compiti di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di evangeliz-zazione.?Presupposto fondamentale è la conoscenza, la mediazione e la testimonianza della parola di Dio.

FESTEGGIAMO I 104 ANNI DI RITA CENDRON

“.........Che cosa è l'uomo perchè te ne ricordie il figlio dell'uomo perchè te ne curi?”

Cara Rita,le parole del salmo che parla della grandezza di Diomi hanno fatto pensare a te e ho deciso di scrivertiqueste poche righe.

Festeggiamo i tuoi 104 anni "miss sorriso!!".

Ti chiamiamo "miss sorriso" perchè i tuoi occhi e iltuo volto sono sempre illuminati da un sorriso apertoe comunicativo,ancor di più quando Gesù Eucare-stia viene a trovarti e tu lo accogli con devozione: latovaglietta bianca, i fiori e la candela accesa.

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MUSILE DI PIAVE

TERZA ETÀ IN FESTA

Domenica 26 Aprile è stata ce-lebrata con grande concorso diparrocchiani la “festadella…terza età” indetta, conintelligente iniziativa, dalla no-stra Parrocchia .Prima di aggregarmi alla collet-tività parrocchiale in chiesa, hofatto il mio abitudinario volo fe-stivo sorvolando il paese pilo-tando l’aereo. E’una manieragratificante per sentirmi più leg-gero elevandomi in cielo anchecon lo spirito.Dopo la celebrazione della S.Messa, i convenuti si sono tra-sferiti presso la capiente tenso-struttura dove hanno potutogustare un buon pranzo in climadi sana allegria. Di ciò vaespresso apprezzamento perl’ottimo servizio prestato dai so-lerti giovani e dalla batteria dicuochi.Sergio Mucelli ha espresso, conla concisione che lo distingue, iringraziamenti e l’apprezza-mento a Don Saverio da partedei convenuti. Anche il sotto-scritto, longevo di terza età, sol-lecitato dagli amici GiustoCaselotto,” chiesastico di lungocorso”, e Gianpaolo Vazzoler,simpatici commensali, è inter-venuto mettendo in risalto labontà del rapporto con la Co-munità da parte di “monsignorSaverio” (così promosso fra il

caloroso consenso degli ospiti)che ha saputo immedesimarsicon sagace intuito attraverso unrapporto di intesa e confidenzadi spiccata sincerità e dedizionecon i parroc-chiani.Un ringrazia-mento rivoltopure alle gentiliSignore che pre-stano generosa-mente la loropreziosa operaper la diligentepulizia dellachiesa, coordi-nate dal “grancapo Rino”.

Spigolando nelle pieghe dellafesta: fa piacere notare la gioiae soddisfazione palesi nel sor-riso di Don Vanio, il valido col-laboratore che, da “capeàn”,sa dare maturità alla sua giovi-nezza. Presente, con l’amabilediscrezione, il Diacono LuigiMucelli. Sorprendente il mododi incedere di Don Giorgio men-tre, con larga particolare ge-stualità, (che lo distingue anchedurante le omelìe), avanza be-nedicente, con jeratica solen-nità da alto prelato, fra le corsiedei tavoli.Del coro mancava la voce delledonne, apprezzata in altre cir-

costanze.Singolare per originalità il donodel “rosario farmaceutico” fattoagli ospiti.L’occasione è propizia per

esprimere una considerazioneche esula dalla festa.Nella nostra chiesa si evidenziaun lodevole fenomeno fin daitempi di Don Valentino e DonMario. Infatti, sono molti i gio-vani che si apprestano alla Co-munione. Partendo dallaconsiderazione che al logorio fi-sico naturale degli anziani corri-sponde un maggiore interessealla cura dell’anima, va ricono-sciuto merito al sentimento difede dei giovani in quanto piùgenuino e spontaneo e punto diforza per il futuro.

Guido De Nobili

Sono felice di conoscerti!Farti una visita rasserena e fameditare sulla nostra vita semprecosì caotica e spesso piena di in-soddisfazioni. E' bello vederti se-duta sulla tua "poltrona ": serena,pronta alla battuta, sempre bencurata, con il giornale sulle ginoc-chia, circondata dall'amore dellatua meravigliosa famiglia. Mai ho sentito che ti lamentassi

per problemi di salute, raramentericordi i dispiaceri avuti nella vitama sempre parli delle cose belle,dei viaggi fatti con Don Valentino,dei cori cantati in corriera, dellearie delle opere liriche che ac-cenni con voce sicura e conmolto divertimento. Parli delleamiche che ti aspettano in mon-tagna durante l'estate e di comela tua camera diventi un salotto.

Rita, ci auguriamo di ritrovarcitutti il prossimo anno per aggiun-gere altri elogi e per celebare an-cora, con Don Saverio, la SantaMessa nella tua casa con tutte lepersone che ti sono care.Ricordiamo di ringraziare sempreil Signore per tutto quello che ab-biamo.

Ti abbraccioLuisa

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GIUGNO 20091122

MUSILE DI PIAVE

Come avrete notato, già dallo scorso numero, il nostro giornale parrocchiale sta, pian piano,cambiano qualcosa. Con questo numero vorremmo apportare un ulteriore tassello a questopercorso di innovazione. Ragionando tra noi in redazione ci siamo domandati se qualche voltanon rischiamo di trasformare il nostro giornale in un qualche cosa per "addetti ai lavori" o, peg-gio ancora, in un semplice riassunto di quanto fatto. Dall'altro lato crediamo sarebbe bello cheil nostro giornale diventasse uno spazio interattivo dove tutti possiamo intervenire. Infatti, comeavrete già potuto vedere, da questo numero potrete utilizzare il nostro nuovo indirizzo di postaelettronica per dialogare con la redazione: [email protected] ricordate l’inizio della storia di Anna, nello scorso numero? Un amico ci ha inviato il seguitodella storia... eccolo:

CONTINUAZIONE STORIA DI ANNA

...Anna allunga il braccio prende la birra che leviene offerta. Una birra non ha mai fatto male anessuno e, se bastasse una birra per farsi ac-cettare, decide che è un prezzo basso da pa-gare. Il sapore della birra lo ritiene decisamentesgradevole ma dopo un po’ sente che le parolele escono con facilità e anzi riesce a fare qualchebattuta. Francesca rimane colpita dal comporta-mento dell’amica e si allontana dal gruppo. Unragazzo nota la scena e segue Francesca. Le siavvicina chiedendole il motivo per il quale non sidiverte con gli altri. Francesca lo guarda e vedeche è il suo Silvio, quel ragazzo che tante volteha guardato e del quale si sente profondamenteattratta. Non sa cosa rispondere … rimane im-mobile ed in silenzio. Silvio le siede accanto, siaccende una sigaretta e le domanda cosa fa neltempo libero, cercando di rompere il ghiaccio.Francesca indugia nella risposta, non sa propriocosa rispondere … ma per fortuna il nome Sil-vio, urlato a gran voce, la traggono d’impaccio.

2° puntata

Silvio si alza e fa segno agli amici di avvicinarsi.Le battute e le risate iniziano riportando un’atmo-sfera serena e tranquilla. I ragazzi, con la mas-sima naturalezza, accendono una canna econtinuano a chiacchierare di quel film che havisto anche lei. Ora la canna la tiene in mano Sil-vio e, dopo poco, passa a lei. In un primo mo-menti si blocca ma, poi, decide di prenderla pernon attirare l’attenzione degli altri e anche per cu-riosità. Nel frattempo Anna e Teresa fanno il girodel giardino incappando nel gruppo di France-sca. Anna e Francesca fanno di tutto per non farincontrare gli sguardi. Anna prende sotto braccioTeresa e si allontanano. Anna immagina cheFrancesca abbia fumato. Questo la sconvolgeperchè tante volte è stato loro ripetuto quanto sianocivo il fumo e, nonostante non sia un reato,non è legale per la legge italiana … Distratta daisuoi pensieri non si rende conto di aver accettatoun’altra birra …

(continua tu...)

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IntroduzioneBuonasera a tutti. Siamo qui stasera come collabo-ratori che hanno a cuore la vitadella parrocchia di Chiesanuova. E’ un momento importante innan-zitutto per ringraziare il Signoredella vostra presenza e dei tantiservizi che svolgete con tutto ilcuore (dai più umili ai più impe-gnativi) e ringraziare tutti voi peril servizio gratuito che fate, perl’annuncio della fede che donatee perché credete nella parrocchiacome luogo privilegiato dell’in-contro con Gesù.Il Consiglio Pastorale, riunitoqualche settimana fa, ha ritenutoopportuno questo incontro peravere almeno un’occasione al-l’anno per guardarci negli occhi,per conoscerci meglio, per dircicome va, qual è la “salute spiri-tuale” di Chiesanuova, condivi-dere i problemi e soprattutto iprogetti futuri pensando in un se-condo tempo (verso ottobre pros-simo) ad una grande AssembleaParrocchiale dove saranno invi-tati tutti gli abitanti di Chiesa-nuova.Come parroco sono ancoranuovo, ci stiamo studiando e co-noscendo. Correndo e scoraz-zando per le vie di Chiesanuova,celebrando l’Eucaristia e organiz-zando incontri posso dire chel’accoglienza è davvero grande epreziosa. Lo dico anche a nomedi don Giorgio e don Vanio.

La situazioneIl lavoro svolto dai parroci prece-denti e in questi ultimi 14 anni dadon Mario Salviato e dai suoi col-laboratori non è certo andato per-duto e si nota una profondità di

cammino di fede, di apparte-nenza, di cura nel seguire levarie attività: sto conoscendolaici maturi che hanno davvero acuore il bene della parrocchia. Scusate se non possiamo sta-sera fare un excursus puntuale ditutto quello che è stato fatto manon possiamo assolutamentenon rifarci alla storia più remotae prossima di Chiesanuova.Don Claudio e don Piero vive-vano a tempo pieno qui in cano-nica e fino agli anni ‘90 in tutta lanostra diocesi i preti erano uno opiù di uno in ogni parrocchia: nonesistevano parroci di due o treparrocchie.Don Mario è stato nominato dalVescovo parroco di Musile e am-ministratore di Chiesanuova nel1994. Erano, in diocesi, i primitentativi di collaborazioni preve-dendo il futuro prossimo in vistadi una forte diminuzione del cleroe di un coinvolgimento maggioredei laici.Oggi la situazione è ancora ulte-riormente cambiata: il nostro Ve-scovo Andrea Bruno, dopo unapaziente ricerca, ha individuatouna settantina di possibili “colla-borazioni pastorali”: preti che vi-vono insieme e che si mettono aservizio di più parrocchie.Il Vescovo ha dato delle linee eha ricordato in sintesi:1. non viene cancellata nessunaparrocchia;2. si lavora e si interagisce traparrocchie vicine dello stesso ter-ritorio, sono collaborazioni elasti-che e servono anche perrivitalizzare le parrocchie stesse.In questa nostra collaborazioneper ora siamo quattro sacerdoti(don Saverio, don Vanio, don

Giorgio e don Flavio) per cinqueparrocchie (Musile, Millepertiche,Chiesanuova, Passerella e SantaMaria di Piave). Il futuro prossimo ancora ci chie-derà ulteriore “disponibilità e fan-tasia” per collaborare insiemecon altre parrocchie vicine.La riflessione a livello diocesanoprocede con calma: non tutto an-cora è chiaro, si sta camminandopasso dopo passo e il Vescovo oi suoi collaboratori ci incontranodi tanto in tanto per verificare lanostra vita comune e la collabo-razione tra le parrocchie.Come si può ben capire e anchevedere nel concreto, ci sonotante ricchezze ma anche tantefatiche. Le parrocchie più piccole,come Chiesanuova, possonosentirsi un po’ “defraudate” dellapresenza del sacerdote che,sempre di corsa, va e viene a ce-lebrare o a seguire questo oquell’ambito della pastorale. Orache “abbiamo” tre parrocchie voilo sentite ancora di più!Mi ha fatto riflettere nella discus-sione dell’ultimo Consiglio Pasto-rale una riflessione dove sipercepiva il non sentirsi molto“parrocchia” ma semplice luogodove si svolgono tante cose maforse senza l’anima! Sono parole forti, provocatorieche però ci aiutano alla rifles-

Pubblichiamo l’intervento di don Saverio in occasione delPRIMO INCONTRO CON TUTTI I COLLABORATORI DI CHIESANUOVA del 20 MAGGIO 2009

“PER ESSERE PARROCCHIA”

CCHHIIEESSAANNUUOOVVAA

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CHIESANUOVA

sione di stasera. Siamo in tanti, ci sono tantigruppi, la partecipazione alle ce-lebrazione è ancora buona, ab-biamo una scuola materna chetutti ci invidiano, la catechesi alcompleto, i giovani, la sagra…dei locali e una chiesa davverobelli… ma forse manca qual-cosa…

Il positivoPer una parrocchia come Chie-sanuova collaborare finora conMusile ha voluto dire non chiu-dersi su se stessa, non sentirsiautosufficiente e soprattutto im-parare a lavorare insieme su am-biti comuni. Dopo la partenza di Don Piero ècominciato per Chiesanuova ilperiodo di collaborazione con laparrocchia di Musile. Don Marioe don Samuele hanno cercato difavorire ed accompagnaresenza grossi traumi questo pas-saggio.La pastorale giovanile ha cono-sciuto un rifiorire di iniziative,molti giovani si sono trovati coin-volti nelle varie iniziative pro-mosse intraprendendo anche uncammino di formazione spiri-tuale. E tutto questo in collabora-zione con Musile. La proposta estiva del Grest ve-niva fatta a Musile proprio perunire forze, creare un ambientedove si favorissero nuove amici-zie, coinvolgendo forze giovani emeno giovani (mamme). La col-laborazione in termini di forma-zione è cominciata fin dall'inizioanche per le catechiste. Un altroaspetto positivo è stata l'aperturaverso il Vicariato e la Diocesi. Atutt’oggi si collabora con l’AzioneCattolica, i giovani e giovanis-simi, coloro che a livello perso-nale hanno a cuore la “Caritas” ele missioni… In parrocchia la celebrazione del-l’Eucaristia resta un punto fermo:le messe festive e feriali sono ilcentro della vita spirituale. E' pro-prio durante le celebrazioni chesi muove la maggior parte digente e, ora con molta fatica per-ché siamo sempre di corsa, è, odovrebbe essere il momento in

cui qualcuno parla con il parroco,fa qualche richiesta, chiede di ce-lebrare qualche messa per i de-funti… Durante i primi anni condon Mario il mercoledì mattina, incanonica c'era sempre il parrocoo il cappellano per chi desideravaparlare, incontrarli, ma poi pervari motivi (impegni del parroco,poca gente che andava… ) nonè più stato fatto.

Le fatiche e i limitiCome in ogni esperienza ci sonoluci e ombre. Sappiamo che il Si-gnore con il suo Spirito soffiasempre e che la sua Parola e ilsuo Amore non ci abbandonanomai. Abbiamo però ancora dacamminare. Per ciò che ho po-tuto constatare in questi ottomesi, con grande rispetto, sentoche sono ancora parecchi i passida fare. “Darsi da fare” per Gesù non permetterci al primo posto, non perguadagnare chissà cosa! Chiserve il Signore lo fa al di là diogni ricompensa, lo fa gratuita-mente e soprattutto tenendo lon-tane le varie tentazioni: di potere,di successo, di autogratifica-zione… servire il Signore è unumile servizio che si svolge sa-pendoci amati per primi da Lui,con tutti i nostri limiti e le nostredoti per donarci a nostra volta efar crescere il suo Regno, cheresta sempre Suo.A tutt’oggi sono ancora molti igruppi presenti in parrocchia. Ivari gruppi lavorano al meglio macredo ci sia bisogno di una “si-nergia”, di lavorare insieme perla stessa causa: eccoci al puntofondamentale. A volte non ci siconosce neppure oppure non sisa “chi deve fare che cosa” esono sempre le stesse personeche poi devono sentirsi respon-sabili di tutto… Non parlo deigrandi progetti ma delle piccolecose che dovrebbero stare acuore a tutti noi, non solo al CPPo al CPAE o a qualche singolapersona…

Facciamo alcuni esempi con-cretissimi:- il coro degli adulti sta vivendo

un momento difficile perché nonci sono molti coristi e perché ilmaestro Renato forse non potràpiù continuare il suo servizio quicon noi… cosa fare?- il coretto dei giovani e ragazzi:importante per l’animazione dellamessa delle 10 ma a volte ridottoall’osso… cosa fare?- la liturgia: forse potrebbe es-sere curata di più, anche nei mo-menti forti e solenni… qualcunoche potrebbe aiutare in sacri-stia… chi e come?- la pastorale familiare: esiste quiin parrocchia? E’ il caso di riflet-tere con profondità visto i pro-blemi gravi di tante coppiegiovani e dei problemi tra genitorie figli?- la presenza dei giovani nei varigruppi: come coinvolgerne altri?- la sagra della parrocchia: comesentirla più “parrocchiale” dandoanche dei segnali forti?- la scuola materna…- la manutenzione generale dellestrutture e i turni delle pulizie…

Chiesanuova ha una bellissimastoria di fede e di impegno fattivoe dobbiamo a tutti i costi ritrovarloinsieme, come una sola grandefamiglia, lasciando da parte per-sonalismi e antipatie e forse darcipiù tempo per la preghiera e peril nostro cammino spirituale.Come sto, come stiamo nel no-stro cammino personale spiri-tuale?

Ci siamo suddivisi in sei gruppiriflettendo su quattro do-mande. Ecco una breve sintesidel lavoro fatto:

1. Come salvaguardare la nostraparrocchia nel suo essere pro-prio, anche se non c’è un sacer-dote residente? (Attenzione anon cadere in antiche nostalgie oin sogni irrealizzabili).

- rivitalizzare l’oratorio, - creare una rete di adulti

disponibili,- formare spiritualmente giovani

e adulti,- dare occasioni come quella di

stasera per il confronto tra di noi,

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GIUGNO 2009 1155

CHIESANUOVA

CCOONNOOSSCCEERREE DDIIOO

- maggiore collaborazione tra tutti i gruppi e, per quanto si può, la presenza del parroco,

- pensare ad un gruppo di laici che a turno siano presenti in canonica.

2. Come vivere la collaborazionecon le altre parrocchie senza per-dere la propria identità? Qualiambiti sono prettamente parroc-chiali e quali invece si possonovivere in comunione con le altreparrocchie vicine?

- Con le altre parrocchie: la for-mazione a vari livelli, scambio diidee, alcune linee guida ugualiper tutti (liturgia, sacramenti…) ilcorso fidanzati, la preparazione aisacramenti, l’aspetto ammini-strativo e gestionale,, i pellegri-naggi…- Tipico di Chiesanuova: i sa-cramenti siano celebrati in par-rocchia, il catechismo, vivereinsieme come parrocchia le oc-casioni date dal vicariato e dalla

diocesi, il Grest, il Grog, rivalu-tare il coro dei bambini, dare piùrisalto alla festa del patrono…

3. Cosa vi aspettate da noi preti(sempre restando nel possibile)che potrebbe aiutare di più a sen-tirci parrocchia? Quali consigli cidareste?

- Il sacerdote doni tempo dopole celebrazioni per il dialogo e gli incontri,

- Bene la benedizione delle famiglie,

- Visite più frequenti alla scuolamaterna, al catechismo, all’ACR, ai gruppi giovani,

- Tempo per la direzione spirituale,

- Il parroco sia presente ungiorno alla settimana, un sabato al mese per le confessioni per tutti, un giornoal mese alla sera per parlare(previo appuntamento),

- Visita agli anziani.

4. E quali responsabilità i laici po-trebbero avere in maniera piùstabile? In quali ambiti? Cosaprogettare con più… coraggio eimpegno?

- coinvolgere altri laici nelle responsabilità della parrocchia,

- testimoniare il nostro esserecristiani nei vari ambiti della nostra vita, con coerenza eumiltà, con coraggio e impegno concreto,

- sfruttare ogni occasione perevangelizzare,

- curare di più le relazioni,- trovare dei “responsabili fidati”,- curare l’aspetto vocazionale

a tutti i livelli,- se ci chiariamo sulle scelte di

fondo possiamo essere testimoni più veri.

Eravamo 80 persone e ci siamodati un nuovo appuntamento perfine settembre per programmareinsieme l’anno pastorale 2009-2010.

Durante quest'anno pastorale sisono tenuti a Chiesanuova dueeventi d'interesse non poco ri-marchevole per la vita spiritualedi una parrocchia. A ben vedere,si dovrebbe dire 'per la vita spiri-tuale di diverse parrocchie del vi-cariato' dato che si è registratauna significativa partecipazionenon solo da parte di persone ap-partenenti alle 'parrocchie sorelle'di Musile, Millepertiche e Chiesa-nuova, ma anche di diverse par-rocchie vicine.Gli eventi in questione sono se-gnatamente l'attività di letturadella Bibbia, più precisamentedella Genesi, e gli incontri di spi-ritualità promossi dall'Azione Cat-tolica sui volti.Il primo di scadenza bisettima-nale il secondo con incontri piùdiluiti nel tempo ma comunqueprecisamente definiti da un ca-lendario. Entrambi si tenevanonelle nuove sale parrocchiali diChiesanuova sotto la calorosa e

competente egida di don Save-rio, mentre un'eventuale prose-cuzione di queste iniziative siprevede si terrà, nei prossimianni, nelle parrocchie di Milleper-tiche e Musile.Più nello specifico si è trattato diattività mirate a guadagnare unaconoscenza a diversi livelli. Attra-verso la conoscenza sapienzialee delle sacre scritture, nel casodella lettura della Bibbia, e conun'attività riflessiva circa la cono-scenza degli altri - associata co-munque ad una maggioreconfidenza con le scritture - inoccasione degli incontri di A.C.,si è cercato di arrivare alla cono-scenza di Dio... per quanto possi-bile!La lettura della Bibbia era finaliz-zata ad una maggior conoscenzabiblica appunto... quanto appenaespresso può sembrare ripetitivo- e forse lo sarà - ma è teso adenfatizzare come questo con-cetto non sia affatto innocuo! La

Bibbia è infatti un messaggio.Cioè un testo che ci informa ri-guardo qualcosa... questo qual-cosa è la persona di Dio: Dio èinfatti una 'persona' - tale termineha infatti dei risvolti di significatoimportanti in ambito teologico.Questa persona cerca di farsi co-noscere da noi e lo fa attraversoil suo messaggio. Si tratta propriodi un'attività di conoscenza: ri-chiede infatti la disponibilità el'apertura di coloro che voglionoconoscere questa persona, attra-verso l'attenzione dedicata al suomessaggio se ne coglieranno il'carattere', le 'propensioni', lepassioni, gli affetti... Per cono-scere questa persona ci vorrannopazienza e costanza: propriocome con una persona in carneed ossa alla quale teniamo. Im-parando a conoscerla si capiràmeglio la sua attitudine nei nostriconfronti. Si potrà più facilmentecapire, o per lo meno intuire, chetipo di sentimenti nutra per noi. A

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chi è riuscito a guadagnare unmaggior grado di confidenza conquesta persona non sarà sfug-gito che ci ha dichiarato il suoamore... e questo Amore sembraavere proporzioni incommensu-rabili con le capacità intellettiveumane: possiamo capire che èinfinito ma non saremo mai con-sapevoli pienamente di quantosia forte questo suo sentimentoper noi! Questa attitudine amo-rosa ci è stata manifestata: Dio siè premurato di farci pervenire ilsuo messaggio... Ci tiene! Maproprio come un veroinnamorato si è pre-occupato di rispet-tare la nostra libertà.Violandola commet-terebbe un atto di'violenza' - la seman-tica non mente. MaLui non è violento...quale vero innamo-rato lo è? Non ci co-stringe a conoscerlo,ad aver a che far conLui... Si presenta condiscrezione, il che ri-chiede una nostra di-sposizione a conoscerlo: così,come in un rapporto d'amicizia,dimostreremo che ci teniamo seci impegniamo a conoscerlo...non è giusto che faccia tutto Lui!Un rapporto si costruisce in due!Egli ha fatto la sua parte conamorevole discrezione, chi cercadi conoscerlo ed amarlo farà lapropria! Ed ha gli strumenti perfarlo: il suo stesso messaggio, iltesto sacro che si è premurato didarci inspirando con l'opera delloSpirito Santo gli scrittori biblici.Chi si avvicinerà a questo testosi troverà nell'atteggiamento dichi ascolta. Esiste modo miglioreper conoscere una persona? Persapere chi veramente è si dovràfar attenzione a ciò che dice, acome lo dice... imparando a co-noscere il testo biblico si fa tuttoquesto! Si ascoltano le sue pa-role, si impara a conoscere ilmezzo che esprime il suo pen-siero: una cultura da noi lontananel tempo e nello spazio, quellaebraica, con un linguaggio moltoparticolare, che se compreso,

permetterà di andare oltre le fa-cili contraddizioni che l'occhiod'un lettore contemporaneotende ad archiviare sbrigativa-mente come le prove della falsitàdi qualcosa di costruito, mentread uno sguardo meno superfi-ciale rivelano grandi verità. Saràdunque necessario entrare inuna cultura, in una storia, in tradi-zioni letterarie molteplici espesso molto diverse le une dallealtre per imparare un po' la linguadella Bibbia' attraverso la qualesi esprime Dio. Una vera e pro-

pria avventura dotata di grandefascino. E come tale è stata per-cepita a giudicare dai pareri regi-strati.Il rapporto d'amore è però ancheun gioco di sguardi... vale tuttoquello detto sopra: si conosceuna persona quando si ha confi-denza con la sua interiorità,con ilsuo intimo... ma noi esseri umanisiamo abituati a conoscereanche l'esteriorità di coloro checonosciamo bene! Abbiamo biso-gno di vedere il suo volto, i suoiocchi, il suo sguardo...A conoscere Dio daquesto punto di vistamirava l'iniziativadell'A.C. Con tecniche inno-vative, coinvolgenti,spesso basate, oltreche sulle letture, sumomenti di creati-vità, con aggiunta dimusica, poesia, atti-vità dallo spiccatosenso estetico insenso rappresenta-

tivo e contemplativo. Chi se n'èreso partecipe ne è entusiasta esegnala come fossero efficaci alfine di perseguire l'intento difondo: capire attraverso i nostrivolti, i volti degli altri, i volti quoti-diani, i volti negati, fraterni, sfigu-rati e in fine trasfigurati, almenoqualche tratto del volto di Dio... Infondo non siamo fatti a sua im-magine e somiglianza? Alloraforse entrando in noi stessi, nel-l'umanità tutta con la sua natura-lezza, con le sue miserie maanche con le sue ricchezze, re-

cupereremo alcunisuoi tratti! Le nostrebrutture ci sfigurano eci allontanano da Lui,ma le nostre bellezzeci avvicinano e di-schiudono i nostriocchi alla sua bel-lezza!Tutto questo è trape-lato da questi eventi.Non avremo mai unaperfetta conoscenzadi Dio in questa vita...Non conosceremocompletamente il suo

volto e non riusciremo a com-prendere che minimamente il suoamore per noi... ma probabil-mente a Dio questo non importa:verosimilmente l'importante perLui è che l'uomo scelga di cono-scerLo, di poterLo amare e difarsi amare. In questo sensoqueste due iniziative sono statemolto utili. Utili a volerLo cono-scere adesso per poterLo cono-scere veramente e perfettamentenella prossima vita.

Federico Contarin

CHIESANUOVA

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LA SCUOLA MATERNA “S. FRANCESCO”

La scuola dell’infanzia San Francesco, impegnatada molti anni nel percorso educativo dei bambinidella nostra comunità è composta da tre insegnanti,una cuoca, una pedagogista clinica, una psicomotri-cista, un numeroso gruppo di accompagnatrici e unaccompagnatore tutti volontari e facenti parte siadella parrocchia che di quelle limitrofe, genitori che,quest’anno ancor di più, si impegnano nel conser-vare e sistemare quanto serve nella scuola, nonchévolontari, nonni, amici e 50 bambini che rallegrano lastruttura che è collocata a Chiesanuova.Immersa nel verde e, da sempre, a contatto direttocon la natura, la scuola offre un servizio mensa in-terno, spazi gioco in salone e all’esterno in giardinoed ogni tipo di dialogo e disponibilità nei confronti ditutti, poiché vuol essere parte integrante della no-stra comunità.La progettazione che ha preso il via quest’anno èstata dedicata alla natura, alla vita, intesa come mi-racolo di Dio. Ecco allora il titolo scelto dalle inse-gnanti per l’anno scolastico: LA TAVOLOZZA DELLESTAGIONI…LA VITA, una missione che vuole darespazio a quella che è la preziosa creatività di ognibambino che, con spontaneità, affronta ogni giornomolteplici esperienze, siano esse nel campo grafico-pittorico, motorio, relazionale e, non da ultimo, digioco, in un continuo confronto gli uni con gli altri.Una scuola dell’infanzia aperta ad ogni linguaggio,all’ascolto e rispetto di ogni intelligenza espressa,poiché ogni individuo merita attenzione, rispetto ediritto a farsi conoscere.Il privilegio che tutti, bambini, insegnanti e genitorihanno è quello di potersi arricchire ogni giorno di piùattraverso il contatto con un ambiente raro da tro-vare, qual è quello che circonda la scuola: a con-tatto con la natura, i suoi spazi, colori, suoni,tranquillità…per sostenere lo sviluppo di personalitàlibere e in armonia con gli altri e la natura.I tre progetti sviluppati sono i seguenti: Progetto musicale di nota in ballo:I bambini mostrano predilezione all’ascolto di mu-sica, qualsiasi sonorità venga loro proposta, poichéamano mostrare, senza che sia loro posto alcun li-

mite o regola, come “interpretano” un ballo, una can-zone che “obbliga” il loro corpo a mettersi in movi-mento.Nasce pertanto l’idea di approfondire questa loropassione attraverso delle esperienze di movimento,invenzione, scoperta, nel mondo dei suoni.

Progetto scientificoSperimentando:I bambini hanno gli occhi spalancati sul mondo eduna loro caratteristica è proprio la curiosità volta allaconoscenza, alla capacità e alla voglia di sperimen-tare, di chiedersi il perché delle cose, di formulareipotesi, di provare stupore e meraviglia, di giocare ascoprire l’ambiente. L’educazione scientifica forni-sce l’occasione per dare espressione a queste esi-genze spontanee ed arricchire le potenzialità diciascun bambino e per introdurre elementi di mag-gior consapevolezza insieme a nuovi strumenti me-todologici e conoscitivi.

Progetto linguisticoStorialandia:“Maestra ci leggi una storia?” Spesso “rapiti” da milleattività pratiche e manuali, sono sempre più rari imomenti in cui i bambini prestano vera attenzionealla voce dell’altro (sia esso adulto o bambino).La pratica dello story telling (raccontando la storia)può essere utilizzata per fronteggiare la difficoltà diascolto dei bambini di oggi, facendo crescere gra-dualmente in loro la disponibilità ed il piacere di “ab-bandonarsi” ad una fiaba, una favola o un racconto.Inoltre, attraverso i personaggi, gli eventi ed i luoghi,i bambini imparano a :1) conoscere come funziona il mondo degli uomini;2) riconoscere le emozioni e a nominarle.Questo processo consente loro di intravedere “allospecchio” la propria mente e servirsi delle paroledelle storie per esprimere i propri sentimenti e statid’animo.Contemporaneamente il loro vocabolario si arricchi-sce e dall’ascolto si può “saltare” alla produzione distorie, poesie e filastrocche.I bambini hanno partecipato ad un concorso indettodal parco laguna di Venezia per la salvaguardia del-l'ambiente classificandosi terzi e conseguendo unpremio in denaro per l'acquisto di materiale didat-tico...piccoli artisti crescono!!

Tra poco l’anno scolastico terminerà con una alle-gra festa che coinvolgerà tutti, dai bambini che si im-pegneranno in una breve rappresentazione scenica,alle insegnanti che con loro creeranno scenografie,canti e quant’altro, ai genitori stessi che, con sempretanta energia si prodigheranno nell’organizzazionedi un rinfresco e di attivià atte a raccogliere fondi percontribuire a rendere sempre migliore il luogo edu-cativo dove, con allegria, i bambini crescono.

Le insegnanti

CHIESANUOVA

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Dopo la terza media, su suggeri-mento del parroco, ho partecipatoa un campo estivo assieme ad altriragazzi che già vivevano nelle co-munità delle superiori del Semina-rio ed è stato in quell’occasioneche ho intuito come Dio potesseavere un progetto particolare perla mia vita. Dare una adesione de-finitiva all’età di 14 anni mi ponevaperò dei grossi motivi di incer-tezza: sentivo forte l’insicurezza dinon sapere dove stavo andando,se cioè mi stavo illudendo; posto aconfronto con le strade diverse deimiei coetanei mi sentivo come unamosca bianca; dovevo affrontarel’ambiente nuovo delle scuole su-periori che soprattutto all’inizio,dopo la bocciatura, non è partitacerto a gonfie vele; gli amici ap-pena conosciuti in comunità, acausa della mia timidezza, rappre-sentavano poi un fronte di impe-gno a volte non sempre facile.Ero certo solo del fatto di aver unprimo sì a quello che per me eraun appello confuso ma carico diuna prospettiva di vita che potevafare al caso mio, di cui un giornonon mi sarei pentito e che miavrebbe procurato l’essenza e lapienezza dell’esistenza .Cercare di essere convinto diquello che facevo, era proprio unadelle cose che mi hanno ripetuto igenitori quando hanno saputodella mia scelta.Ringrazio il Signore perché nonsono stato ostacolato ma hannoaccolto con entusiasmo e pa-zienza il mio desiderio, cammi-nando con me, anche se adistanza a causa del lavoro, colpensiero sempre rivolto al misteroche in fondo stava coinvolgendoloro assieme a uno dei 5 figli.Man mano che passavano gli annidelle superiori scoprivo sempre dipiù l’utilità della comunità per la for-mazione culturale, umana, ma so-prattutto di relazione sempre piùintima con il Dio che si stava rive-lando proprio a me, e che mi chie-

deva di fidarmi e di mettere a di-sposizione tutto quanto mi avevaconsegnato.Molte volte ho sentito la fatica diessere fedele a ciò che mi chie-deva, spesso mi sono doman-dato perché Dio avesse sceltome rispetto a tanti altri molto piùin gamba e più capaci di portareavanti scelte che sarebbero di-ventate radicali.Grazie ad alcune esperienze fortidi ascolto interiore, e grazie allaguida di educatori esperti, mipare di aver capito come il Si-gnore è davvero grande proprioperché segue delle vie che nonsono le mie vie. Nella misura in cui ho vissuto unatteggiamento di abbandono e di-sponibilità, Lui si è fatto sempre piùpresente attraverso due passaggi:il primo dentro all’esperienza dolo-rosa della espropriazione, cioè diqualcuno che ad un certo punto sipresenta come colui che ti chiededi cedere il trono del tuo orgoglio edell’autorealizzazione; e il secondonell’atto della contemplazione dellaserenità, della pace del cuore edella sicurezza che prova solo chisi sente profondamente amato evoluto bene. Verso la fine del liceo sentivo comesempre di più si manifestava l’esi-genza di consegnarmi a un Dioscoperto ormai come persona chemi stava teneramente seducendoperché voleva essere il mio confi-dente principale. Dovevo lasciarmifare da Lui, ma ero un ragazzocome tutti gli altri, pieno di entusia-smo per la vita, con progetti e pro-spettive in cui sarei stato contentodi realizzarmi.Non per ultimo forte era il desideriodi condividere la mia vita conquella ragazza che sapevo avreipotuto amare e a mia volta essereamato.Ero chiamato a stringere tantemani ma a non afferrarne nessuna.Diventava importante essere testi-mone dell’amore di Dio discreto e

sconvolgente e come diceva unamico:“vivere in modo tale che ilmio solo modo di viver faccia pen-sare che è impossibile che Dio nonesista”Quel Dio che si presenta sul cigliodella mia solitudine interiore e midice: senza che tu lo abbia meri-tato sei prezioso ai miei occhi; seidegno di stima e Io ti amo, non te-mere perché sarò con te, sempre.Raccogli quello che sei, va da chiti farò incontrare e parla di questoamore a chi accetta di averne bi-sogno.Giunto nella comunità teologica hosaputo scoprire come il Dio di cui avolte avevo un’idea astratta, stavadiventando tremendamente con-creto: era un “Dio storico”, incar-nato nella realtà e negli uomini, dicui avevo potuto toccarne il pas-saggio scoprendone la consi-stenza di una persona viva, unCristo non solo morto ma risorto.Due sono stati i santuari che tut-tora mi stupiscono e sono dellefonti inesauribili di tale novità e fre-schezza:* il primo è la parola diGesù come reale espressionedella sua vicinanza alla mia vita.Leggere, spiegare, discutere suitesti è bello ma quando senti l’ecodolce di Colui che stai cercando dauna vita che ti sussurra mentre,

DON LUCIANO MINETTO: 10 ANNI DI SACERDOZIO

Breve storia della mia vocazione

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MILLEPERTICHE

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come la prostituta del Vangelo, seinel fango del tradimento, alloranon si può restare indifferente etiepido, ti senti raggiunto e biso-gnoso di rispondere nella pre-ghiera di intercessione per te e pertutti coloro che sono tuoi compagnidi viaggio.* il secondo santuario è quello chequalcuno ha chiamato il “sacra-mento del silenzio”, cioè l’Eucari-stia. Essa sta diventando ilmomento più grande della mia vita.Grazie all’ordinazione farò discen-dere nelle mie mani nude e pecca-trici, Dio stesso, l’Amore, la forzaassoluta. Stare di fronte ad un ta-bernacolo fatto di un pezzo di paneche non sa di niente, nel silenzioincredulo ma sereno nell’accettarei mie limiti, significa fondere il mioministero nell’Assoluto, nell’Infinito,nella pienezza di Colui che da noinon si attende solo che siamoservi, ma amanti.Nell’Ostia consacrata si svela l’in-visibile, vediamo il nostro cuore

che, debolissimo, trova la pace.E’ la carta vincente che assieme alsilenzio diventa l’essenziale perciascun uomo anche se non lo sa,anche se pensa sia una cosa insi-gnificante, anche se la sua vita èferita o se ha fretta.Di fronte all’Eucaristia ad un certopunto da una parte non si ha piùfretta, perché si trova il lago tran-quillo senza increspature e senzaonde che ti parla, e dall’altra nonpossono rimanere senza voce tuttii cuori appesantiti o spezzati dauna moltitudine di scelte improvvi-sate senza conoscere la meta del-l’amore vero.Quest’anno festeggio ormai il 10°anno di sacerdozio e devo dire congrande umiltà che sono contentocome il giorno della prima messa!Certo c’è maggiore esperienza esoprattutto la voglia di continuarea servire il Signore che mi vorrà.In questi anni sono stato chiamatoa compiere il mio servizio sacerdo-tale presso la parrocchia di S. Vito

a Spinea per 5 anni, e presso laparrocchia di Nervesa della Batta-glia con associata Bavaria dovesono Amministratore pastorale pergli altri 5, fino a quando il Vescovonon avrà bisogno da un’altra parte.A Nervesa ho potuto fare l’inse-gnante di religione alle scuolemedie e questo è un ulteriore donoe occasione per svolgere il mio mi-nistero. Inoltre ringrazio di cuore imiei genitori e i miei fratelli contutte le loro famiglie per la vici-nanza e il sostegno che mi hannosempre offerto con generosità. Unsaluto davvero speciale resta in-fine per colui che è stato strumentoindispensabile alla mia vocazioneed è don Narciso Baldassa, il mioparroco. Desidero esprimere uncaro saluto a tutta la mia parroc-chia di Millepertiche che mi ha so-stenuto e voluto bene in ognimomento.

Grazie di cuore,Don Luciano.

A MILLEPERTICHE E’ SPUNTATO UN ALTRO FIOCCO!

PER RISCOPRIRSI COPPIA

Questa volta non e’ azzurro e neppure rosa, si tratta infatti di un fiocco multicolore!!!

Da lunedì 06 aprile ha preso ufficialmente vita il “CORO ARCOBA-LENO”, ovvero un coro formato da piccoli e meno piccoli con la passioneper il canto. Si tratta di un gruppetto di ragazzi e bambini (circa 20 ele-menti), dalle elementari fino alla 1° superiore, che si ritrova ogni settimanaper imparare canti nuovi con il fine primario di ravvivare e allietare le no-stre celebrazioni liturgiche, collaborando anche con il coro parrocchialedegli adulti.

A volte imparano anche delle canzoncine di altro genere per divertirsi efar divertire chi sta loro vicino. Come accade spesso nelle varie attivitàanche per il nostro neo-coro, la presenza dei maschietti è scarsa, quindiinvitiamo chiunque ha la passione per il canto e lo desidera , ad unirsi.

Ci si trova presso la chiesa il lunedì pomeriggio dalle ore 16,20 alle ore 17,30 e visto che i ragazzi delleelementari vengono direttamente dalla scuola si fanno 15-20 minuti di ricreazione prima di iniziare.Dimenticavo di dire la cosa più importante, il coro è seguito da Agnese.

L’Associazione “Famiglie 2000” sezione di Musile di Piave in collaborazione con l’unità pa-storale di Musile, Chiesanuova e Millepertiche ha riproposto, per il 2° anno consecutivo,il percorso per prevenire e gestire il conflitto familiare “COMUNICAMANDO”.Dodici coppie l’anno scorso e nove quest’anno guidate dalla dott.ssa Giorgia Porcaro hanno fatto esperienzache: parlare, ascoltare, capirsi e confrontarsi, ma anche toccarsi e guardarsi, può diventare un’arte per un nuovostile di vita in coppia.Complimenti a chi ha accettato la sfida di “rimettersi in gioco” con la giusta dose di impegno e la necessaria pro-fonda sincerità verso sé e verso l’altro, ed un grande grazie a chi ha accudito i bambini durante le attività.

MILLEPERTICHE

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Da qualche tempo ormai neglispazi messi a disposizione dallaparrocchia di Millepertiche, si in-contra settimanalmente il nostrogruppo. Chi siamo? Siamo ungruppo di ragazzi e di ragazze dai14 ai 18 anni, abitiamo a Mille per-tiche e ci piace partecipare alle no-stre riunioni per poter stare incompagnia, per creare dei piccoliprogetti insieme, per parlare di te-matiche che per noi sono impor-tanti. Siamo affiancati da dueeducatori della Cooperativa So-ciale ITACA per il Progetto Minoridell’Assl 10 del Veneto Orientale,che ci aiutano a mettere in praticale nostre idee di lavoro di gruppo, eci guidano anche alla costruzionedel Grest estivo( per chi di noi haanche voglia di cimentarsi nell’atti-vità di animatore).Nel gruppo possiamo parlare deinostri problemi, divertirci, staresemplicemente insieme raffor-zando le amicizie, creare piccoliprogetti per noi e per il nostro ter-ritorio, confrontarci tra coetanei e

con gli educatori.Quest’anno alcune cose sonocambiate: e’ arrivato Don GiorgioBattistella che e’sempre molto di-sponibile ad aiutarci nelle attività enelle iniziative e due animatrici piùgrandi; Antonella e Elisabetta checollaborano con i nostri educatoriMauro e Giulia.Antonella e Elisabetta abitano aMillepertiche come noi e rappre-sentano quello che potremmo farenoi tra qualche anno, cioè aiutareun gruppo di ragazzi più piccolinelle loro attività, affinchè ci siasempre più impegno tra i giovani ecreatività nel proporre nuove ideeche possono arricchire noi ragazzima anche il nostro territorio.Da un paio di mesi abbiamo intra-preso un progetto che ci ha moltocoinvolti e per il quale ci siamo at-tivati con impegno: ridipingere lanostra stanza di ritrovo pressol’oratorio.Per poter ammortizzare i costi delmateriale, abbiamo organizzatouna raccolta fondi con la vendita di

torte e piante domenica 17 Maggiodopo le sante messe.Ringraziamo pertanto di cuore lenostre mamme per l’aiuto( soprat-tutto per aver fatto tante torte), DonGiorgio per averci permesso direalizzare la raccolta fondi e peraverci “regalato” la stanza dell’ora-torio, ma anche tutta la comunitàdi Millepertiche che ha compratotutte le torte e le piante, permetten-doci di raccogliere quanto neces-sario al nostro scopo. Settimanadopo settimana abbiamo svuotatola stanza dai mobili e eliminato lavecchia carta da parati e dipinto lastanza di due colori( azzurro il sof-fitto e arancione le pareti) rimet-tendo tutto a posto.Oggi guardiamo il nostro risultato,la nostra stanza dipinta, e ci sen-tiamo una squadra in grado di met-tere in atto le proprie idee e i propriprogetti. Ognuno di noi è un ingra-naggio importante per il gruppo!

Il gruppo giovani di Millepertiche.

VOCE DEI GIOVANI

Rimanendo in tema ricordo chenei giorni 20-21-22 marzo, ab-biamo avuto in parrocchia a Mil-lepertiche la presenza di treragazzi: Oberdan, Mauro e Mat-teo che ci hanno portato la lorotestimonianza vocazionaleFrequentano il 5° anno di teolo-gia presso il seminario vescoviledi Treviso, sono stati ospitati datre famiglie della nostra parroc-chia, con noi hanno condiviso al-cuni momenti: la veglia dipreghiera di venerdì 20 marzo,sabato 21 marzo hanno incon-trato i ragazzi di 4a, 5a e 1a su-periore, cioè i ragazzi che disolito frequentano i gruppi A.D.S.in parrocchia e che si trovanotutti i sabato pomeriggio in orato-rio. Coi ragazzi di 2a e 3a mediainvece, si sono ritrovati la dome-nica dopo la santa messa delle10 e 30. Tutti gli altri hanno po-tuto ascoltare la loro esperienza

durante le sante messe del sa-bato e della domenica. Ascoltandoli ho notato che laloro esperienza di fede inizia infamiglia con piccoli gesti e chesuccessivamente, sono stati af-fiancati da “angeli custodi”, per-sone che , non certo a caso, lihanno indirizzati verso un cam-mino di fede assiduo e costante:un sacerdote, che per Mauropropone un pellegrinaggio aSantiago di Compostella, men-tre per Oberdan durante una vi-sita a scuola, spiega alcuneparole del Vangelo di Mt. 19,29;“Chiunque avrà lasciato case, ofratelli, o sorelle, o padre, omadre, o figli, o campi per il mionome, riceverà cento volte tantoe avrà in eredità la vita eterna.”Sono arrivati da strade diverse,con esperienze diverse, ma tuttie tre hanno risposto ad una“chiamata”, felici di accogliere

ogni giorno e con profonditàl’amore di Gesù.Al momento non sono arrivati allameta, ma hanno percorso tretappe importanti verso il sacerdo-zio:Nel 2006 il rito di ammissione,A marzo 2008 il ministero di let-tore dal Vescovo,E il 25 marzo 2009 il ministero diAccolito, cioè la possibilità di ser-vire il sacerdote all’altare.Matteo, Mauro e Oberdan sisono affidati alle nostre pre-ghiere, quindi colgo l’occasioneper rinnovare questa loro richie-sta, chiedendovi di riservare unangolino delle vostre preghiereanche a loro, affinché il Signoreporti a compimento attraverso laloro persona, la sua opera di sal-vezza.

Anna Scappatura

ESPERIENZA “SILOE”

MILLEPERTICHE

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CCHHIIEESSAANNUUOOVVAA

Gentile famiglia,abbiamo ripreso da alcune settimane la visita e la benedizione alle famiglie.

E' un gesto semplice con il quale vi diciamo che ci state a cuore anche se forse non ab-biamo avuto ancora il modo di conoscervi e di farci conoscere.Ci state a cuore tutti, indistintamente, che frequentiate o meno la parrocchia e qualunquesia il vostro sentire nei riguardi della fede, di Dio e della Chiesa.

Ci piacerebbe che questa visita fosse l'occasione per ascoltare con rispetto qualcosa delvostro percorso di vita...per parlarci un po' delle vostre richieste, delle vostre speranzecome delle vostre preoccupazioni o sofferenze...per avviare un rapporto più confiden-ziale e anche, se lo desiderate, per pregare insieme invocando la benedizione del Signoresulla vostra casa e famiglia.

Vi invitiamo a farci presente il vostro desiderio di ricevere la visita, recapitandoci (siamoin via San Giovanni, 3...subito dopo il campetto dietro la chiesa) il tagliando che vedetepiù sotto: è un modo semplice con il quale possiamo venirci incontroreciprocamente...non vorremmo, infatti, che viveste in modo un po' passivo questa visitao, peggio, che la sentiste un sorta di invadenza da parte nostra.

Attendiamo con fiducia un vostro cenno compilando il tagliando.(solo per chi non l’ha ancora consegnato)

Grazie per l’accoglienza!

don Saverio, don Vanio, don Giorgio, don Flavio

Sì, desideriamo ricevere la visita del sacerdote nella nostra casa!I giorni della settimana e gli orari più consoni per noi sono:

…...............................................................................................................................................................

Il nostro numero di telefono è....................................................................................................................

Il nostro indirizzo è.....................................................................................................................................

Nome e cognome del/dei capofamiglia

…...............................................................................................................................................................

CONTINUA LA VISITA ALLE FAMIGLIE 2009

I NOSTRI SACERDOTI CI VENGONO A FAR VISITA!Qui di seguito riportiamo, come nello scorso numero, la lettera scritta per noi da d. Saverio, d. Vanio, d. Giorgio e d. Fla-vio. I nostri sacerdoti ci chiedono, semplicemente, se possono venire a trovarci. Tanti anni fa si diceva che ilsacerdote, o per essere più precisi il parroco, passava a benedire le case e certamente gli aneddoti non man-cano uno fra tutti: si lasciavano le chiavi alla vicina affinché il sacerdote entrasse in casa e benedisse la casao ancora meglio i muri. Ecco il primo messaggio che i nostri sacerdoti vogliono far passare: la visita alle fa-miglie è un incontro tra persone, un parlare con le famiglie, un conoscersi, un confrontarsi e certa-mente un pregare insieme. Queste lettere, quindi, giungeranno nelle nostre case non come un’imposizione,o come qualche cosa che bisogna fare perché in quel determinato periodo i sacerdoti stanno visitando la miavia o il mio condominio, devono essere accolte come la proposta di un amico che vuole venire a trascorrereun po’ di tempo con la nostra famiglia, per conoscerci e, se vogliamo, per pregare insieme.

Tagliare e recapitare in canonica

GIUGNO 2009

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PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI

GIUGNO 2009

25-26 Settembre 2009PELLEGRINAGGIO AD ARONA SULLA TOMBA DI S. CARLO BORROMEO (patrono di Chiesanuova)(Sarà presente Don Saverio)

PROGRAMMA:Venerdì 25 settembre 2009

Partenza per il Santuario di Arona. Giunti a destinazione celebrazione della Santa Messa e, successivamente,ascesa al San Carlone per la visita alla colossale statua,alta mt 28,68, in rame (le mani e la testa sono in bronzo) di San Carlo Borromeo e alla chiesa dedicata al Santo.Proseguimento per Stresa.Nel pomeriggio partenza per Verbiana per la visita dei Giardini di Villa Taranto

Sabato 26 settembre 2009Escursione, con motoscafo riservato, sul Lago Maggiore: Eremo di Santa Caterina del Sasso ed Isola dei Pescatori.Nel pomeriggio ritorno a Stresa per breve visita della città.Rientro nei paesi d’origine in tarda serataIl programma dettagliato, gli orari e le informazioni tecniche saranno indicati nell’apposito foglio illustrativo.Per informazioni rivolgersi al Sig. MORETTO - cell. 333/6680369

12-13-14 Ottobre 2009PELLEGRINAGGIO AD AREZZO - SPOGLIE DI S. DONATO V.M.- , A TERNI - SPOGLIE DI SAN VALENTINO – E A ROMA PER SPECIALE UDIENZA SANTO PADRE BENEDETTO XVI (patroni di Musile di Piave) (Sarà presente Don Saverio)

PROGRAMMA:Lunedì 12 ottobre 2009

Partenza per Arezzo. Giunti a destinazione celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale dove sono conservate le spoglie di San Donato e, successivamente, breve visita della città.Nel pomeriggio proseguimento per Terni dove, dopo la visita panoramica della città, ci si recherà alla Basilicadove sono custodite le spoglie di San ValentinoIn serata arrivo a Roma

Martedì 13 ottobre 2009Visita alle Tre fontane: luogo del martirio di San Paolo. Santa messa del pellegrino nella Basilica di San Paolo fuori le mura alla quale seguirà visita guidata della Basilica stessa.Nel pomeriggio proseguimento visita della città di Roma

Mercoledì 14 ottobre 2009Partenza alla volta della Basilica di San Pietro e Santa Messa sulla Tomba del Santo.Udienza Santo Padre.In serata rientro nei paesi d’origine.Il programma dettagliato, gli orari e le informazioni tecniche saranno indicati nell’apposito foglio illustrativo.Per informazioni rivolgersi al Sig. MONTAGNER - cell. 347/6936013

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BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUSPERCORSI LETTERARI: Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto nasce nel1921 a Pieve di Soligo (TV)ed è tuttora considerato unodei più importanti poeti ita-liani viventi.Sin da piccolo nutre la pas-sione per la musicalità delleparole in versi e per la scrit-tura.Dal ’47 in poi si occupò, gra-zie alle sue competenze let-

terarie, della divulgazione dei messaggi della Resistenzaveneta. Dal ’50 in poi inizia la sua vera e propria carriera poe-tica, partecipando al Premio San Babila e vincendo il primopremio per un gruppo di poesie, che diventeranno poi l’operaDietro il paesaggio. Nel frattempo consoliderà anche l’attività diinsegnante.Si cimenta anche come scrittore in prosa, adattatore di testiteatrale, critico e traduttore. La sua fama negli anni Settantaha ormai raggiunto il suo apice, tanto che lo porta a collaborarecon Federico Fellini nel suo Casanova.

GIUGNO 2009

Elegia Pasquale – da Dietro il paesaggio (1951)

Pasqua ventosa che sali ai crocifissicon tutto il tuo pallore disperato,dov'è il crudo preludio del sole?E la rosa la vaga profezia?Dagli orti di marmoecco l'agnello flagellatoa brucare scarsa primaverae illumina i mali dei mortipasqua ventosa che i mali fa più acuti

E se è vero che oppresso mi composeroa questo tempo vuotoper l'esaltazione del domani,ho tanto desideratoquesta ghirlanda di vento e di salequeste pendici che lenironoil mio corpo ferita di cristallo;ho consumato purissimo pane

Discrete febbri screpolano la lucedi tutte le pendici della pasqua,svenano il vino gelido dell'odio;è mia questa inquietaGerusalemme di residue nevi,il belletto s'accumula nellestanze nelle gabbie spalancatedove grandi uccelli covaronocolori d'uova e di rosei regali,e il cielo e il mondo è l'indegno sacrariodei propri lievi silenzi.

Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombrale bocche non sono che sanguei cuori non sono che nevele mani sono immaginiinferme della serache miti vittime cela nel seno.

DON PRIMO MAZZOLARI

Il 13 dicembre 1890 nasce aSanta Maria del Boschetto,frazione rurale di Cremona,dove nel 1912 entra in se-minarioIl 24 agosto 1912 è ordinatosacerdote a Verolanuova.Il 1 settembre 1912 è nomi-nato curato a Spinadesco eil 22 maggio 1913 a SantaMaria del Boschetto. Il 31 di-cembre 1921è parroco aCicognara e in seguito allafusione delle due parrocchiediviene parroco di Bozzolo.

Nel 1925 fu denunciato dai fascisti per essersi rifiutato di cantare ilTe Deum dopo il fallito attentato a MussoliniLa notte del 1 agosto 1931lo chiamarono alla finestra della canonicae spararono tre colpi di rivoltella che fortunatamente non lo colpi-rono.

ResistenzaDopo l'8 settembre 1943, partecipò attivamente alla lotta di libera-zione, incoraggiando i giovani a partecipare, fu arrestato e rilasciato.Dovette vivere in clandestinità fino a 25 aprile 1925, per sottrarsi aifascisti, aveva infatti paura di far la stessa fine di don G. Minzoni.Dopo la guerra l’Anpi di Cremona gli riconobbe la qualifica di parti-giano.

AdessoNel ‘49 fonda il quindicinale Adesso del quale sarà direttore. I suoiscritti attireranno le sanzioni dell'autorità ecclesiastica che porterà achiudere il giornale nel ‘51. A luglio dello stesso anno venne impostoal sacerdote il divieto di predicare fuori diocesi senza autorizzazionee il divieto di pubblicare articoli senza una preventiva revisione del-l'autorità ecclesiastica.Il quindicinale poté riprendere le pubblicazioni a novembre ma donPrimo dovette lasciare l'incarico di direttore, continuò tuttavia a scri-vere alcuni articoli sotto pseudonimi. Proprio alcuni di questi scrittisul tema della pace attirarono nuove sanzioni; nel ’54 infatti fu impo-sto a don Primo il divieto assoluto di predicare fuori la propria parroc-chia e il divieto di pubblicare articoli riguardanti materie sociali.

Il pensieroDagli inizi degli anni cinquanta don Primo sviluppa un pensiero so-ciale vicino alle classi deboli (Nessuno è fuori della carità) e alle te-matiche pacifiste che attireranno le critiche e le sanzioni delle autoritàecclesiastiche fino a portarlo all'isolamento nella sua parrocchia diBozzolo.Anche don Milani aveva collaborato con Mazzolari scrivendo articoliper Adesso.

Con la pubblicazione anonima di Tu non uccidere, Mazzolari attac-cava a fondo la dottrina delle guerre giuste e l'ideologia della vittoria,il tutto in nome di un'opzione preferenziale per la nonviolenza, da so-stenere con un forte «movimento di resistenza cristiana contro laguerra» e per la giustizia, vista come l'altra faccia della pace.

È solo verso la fine degli anni cinquanta, negli ultimi mesi di vita, chedon Primo Mazzolari cominciò a ricevere le prime attestazioni distima da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche. Nel novembre del1957 l’arcivescovo Montini, futuro Papa Paolo VI , lo chiama a pre-dicare presso la propria diocesi, nel febbraio del ’59 Papa GiovanniXXIII lo riceve in udienza privata e lo saluta pubblicamente "Trombadello Spirito Santo della Bassa Padana".

... Hanno detto di lui ...- “Non era sempre possibile condividere le sue posizioni: don Primo cammi-nava avanti con un passo troppo lungo e, spesso, non gli si poteva tener die-tro; e così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. È il destino dei profeti”papa Paolo VI(1970)- “Don Primo fu un uomo leale, un cristiano vero, un prete che camminavacon Dio, sincero e ardente. Un pastore che conosce il soffrire e vede lon-tano. Il suo giornale era la bandiera dei poveri, una bandiera pulita, tuttacuore, mente e passione evangelica” papa Giovanni Paolo I (1978)

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GIUGNO 20092244

BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUSB

UN LIBROLETTERA AI CERCATORI DI DIO

Questa “Lettera ai cerca-tori di Dio” è stata prepa-rata per iniziativa dellaCommissione Episcopaleper la dottrina della fede,l’annuncio e la catechesidella Conferenza Episco-pale Italiana, come sussidioofferto a chiunque voglia ri-scoprire le radici della pro-pria fede, oltre che comepunto di partenza per dialo-ghi destinati al primo an-nuncio della fede in GesùCristo, e per comprendere

più in profondità la propria appartenenza alla chiesa. Questo piccolo sussidio è il frutto di un lavoro che ha coin-volto vescovi, teologi, pastoralisti, catechisti ed espertinella comunicazione.<Nessuno(a)>La Lettera si rivolge ai “cercatori di Dio”, a tutti coloro,

cioè, che sono alla ricerca del volto del Dio vivente. Losono i credenti, che crescono nella conoscenza della fedeproprio a partire da domande sempre nuove, e quanti - purnon credendo - avvertono la profondità degli interrogativisu Dio e sulle cose ultime, sul senso profondo della vita. La Lettera vorrebbe suscitare attenzione e interesse anchein chi non si sente in ricerca, nel pieno rispetto della co-scienza di ciascuno, con amicizia e simpatia verso tutti.Il testo parte da alcune domande che ci sembrano diffusenel vissuto di molti, per poi proporre l’annuncio cristiano erispondere alla richiesta: dove e come incontrare il Dio diGesù Cristo oggi? Ovviamente, la Lettera non intende dire tutto: essa vuolepiuttosto suggerire, proporre, attrarre a un successivo ap-profondimento,che altri sussidi, come il Catechismo dellaChiesa cattolica, possono dare.La Commissione Episcopale si augura che la Lettera possaraggiungere tanti e suscitare reazioni, risposte, nuove do-mande, che aiutino ciascuno a interrogarsi sul Dio di GesùCristo e a lasciarsi interrogare da Lui. Durante il periodo estivo, questa lettera può essere unostrumento per donare spazio all’approfondimento della no-stra fede. Buona lettura.

Voto: 10 +

LE AVVENTURE DEI NOSTRI PRETI

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