Elogiodella FRU LITA - Legambiente Trieste · La crisi frena i consumi e condiziona gli stili di...

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Crisi / come uscime Società Elogio della " FRU LITA '" E la parola chiave anti default, ma la sinistra fatica a rendersene conto. Pari l'economista-filosofo della decrescita COLLOQUIO CON SERGE LATOUCHE DI GIGI RIVA logica». Insomma: pur se ha messo la parola "ecologia" nel nome del suo partito, non ha mai sposato fino in fondo le conseguenze di una scelta davvero, e radicalmente, verde. Gli contrappone, attualizzandolo, un po- litico italiano del passato, Enrico Ber- linguer: «Nel 1977 lui usò il termine "austerità" e non venne capito. lo di- co la stessa cosa con un'altra parola: "frugalità"». La nostra abbondanza frugale è la maniera «per superare un modello con- sumista dissennato che è entrato in crisi, i cui carat- teri distintivi sono lo spre- co e lo sperpero». Serge Latouche, una teoria - seppur affascinante - ha bi- sogno di un progetto politi- co. Ese anche una fetta di si- nistra, in epoca di crisi eco- nomica, pensa che la rispo- sta sia la crescita, allora lei ha poche chances. «Il problema è un cambia- mento culturale profon- do. I giovani tornano al produttivismo perché cer- cano un impiego che non hanno e non riescono . . nemmeno a irnmagmare una società che crea lavo- ro senza essere dentro la logica della crescita. Nes- suno gliel'ha spiegata». ~ N onci si può naturalmente aspettare che la destra sposi qualunque teoria sulla de- crescita né, tantomeno, che possa considerarla "felice". Ma la vera novità, negativa secondo Serge Latouche, 71 anni, economista e filosofo francese, ideologo della neces- sità impellente di produrre e consuma- re meno (per vivere meglio), è che an- che molti giovani e meno giovani di si- n.i tra già "riconvertiti in verdi", stan- no tornando a vecchi dogmi che misu- rano il progresso con la capacità che hanno le fabbriche di sfornare beni. Ascolta un Nichi Vendola che si dice affascinato dalla «provocazione cultu- rale di Latouche» ma per cui, per ora, la realtà è quella di una decrescita mol- to infelice, e allarga metaforicamente le braccia: «Amo Vendola ma non ho mai creduto alla sua conversione ideo- SERGE LATOUCHE. TEORICO DELLA DECRESCITA. NELL'ALTRA PAGINA: IL SOCIOLOGO MAURO MAGATTI 4 gennaio 2012 1 toe:spreuo 1121

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Crisi / come uscime Società

Elogio della "FRU LITA'"E la parola chiave anti default, ma la sinistra fatica arendersene conto. Pari l'economista-filosofo della decrescitaCOLLOQUIO CON SERGE LATOUCHE DI GIGI RIVA

logica». Insomma: pur se ha messo laparola "ecologia" nel nome del suopartito, non ha mai sposato fino infondo le conseguenze di una sceltadavvero, e radicalmente, verde. Glicontrappone, attualizzandolo, un po-litico italiano del passato, Enrico Ber-linguer: «Nel 1977 lui usò il termine"austerità" e non venne capito. lo di-co la stessa cosa con un'altra parola:"frugalità"». La nostra abbondanza

frugale è la maniera «persuperare un modello con-sumista dissennato che èentrato in crisi, i cui carat-teri distintivi sono lo spre-co e lo sperpero».Serge Latouche, una teoria -seppur affascinante - ha bi-sogno di un progetto politi-co. Ese anche una fetta di si-nistra, in epoca di crisi eco-nomica, pensa che la rispo-sta sia la crescita, allora leiha poche chances.«Il problema è un cambia-mento culturale profon-do. I giovani tornano alproduttivismo perché cer-cano un impiego che nonhanno e non riescono

. .nemmeno a irnmagmareuna società che crea lavo-ro senza essere dentro lalogica della crescita. Nes-suno gliel'ha spiegata». ~

Nonci si può naturalmenteaspettare che la destra sposiqualunque teoria sulla de-crescita né, tantomeno, chepossa considerarla "felice".

Ma la vera novità, negativa secondoSerge Latouche, 71 anni, economista efilosofo francese, ideologo della neces-sità impellente di produrre e consuma-re meno (per vivere meglio), è che an-che molti giovani e meno giovani di si-

n.i tra già "riconvertiti in verdi", stan-no tornando a vecchi dogmi che misu-rano il progresso con la capacità chehanno le fabbriche di sfornare beni.Ascolta un Nichi Vendola che si diceaffascinato dalla «provocazione cultu-rale di Latouche» ma per cui, per ora,la realtà è quella di una decrescita mol-to infelice, e allarga metaforicamentele braccia: «Amo Vendola ma non homai creduto alla sua conversione ideo-

SERGE LATOUCHE. TEORICO DELLADECRESCITA. NELL'ALTRA PAGINA:IL SOCIOLOGO MAURO MAGATTI

4 gennaio 2012 1toe:spreuo 1121

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Chi rispannia, chi va in crocieraLa crisi frena i consumi e condiziona glistili di vita degli italiani. Come reagisconole aziende? Quali le previsioni per il 2012?"L'Espresso" ha raccolto le opinioni dialcuni manager e imprenditori di settoridiversi: grande distribuzione, lusso, viaggi.-Da quando è cominciata la crisi iconsumatori sono diventati sempre piùattentì-, spiega Giuseppe Zullanl, direttoremarketing di Conad. -Si acquistanosempre di più materie prime di base, comefarina e lievito di pasta madre, per fare ilpane e tornare ai sapori di una volta. Chivuole proteine sceglie legumi o uova alposto delle carni rosse, più costose •.Gli italiani tornano a casa, dunque, eriscoprono il piacere di stare insieme ecucinare. Anche se per Conad il 2011 si

chiude con un balzo del 4,8 per cento delfatturato (+484 milioni rispetto al 2010),all'orizzonte si avvistano le prime nuvole..1 primi mesi del 2012 saranno moltodifficili, il clima di fiducia è basso, lepromozioni si faranno più aggressive-,conclude Zuliani. I nostri connazionali,infatti, risparmiano anche sul cibo.Secondo gli ultimi dati trimesttali diBarometro Coop, la percezione di soci econsumatori sulle condizioni economichedella propria famiglia è peggiorata,toccando il minimo da marzo 2009 .• GIiitaliani sono sempre meno fedeli nellascelta dei punti vendita e delle marche,diventano più esperti e razionali,attribuiscono il giusto valore ai benicornpratì-, spiega Domenico Brislgottl,

direttore dei prodotti a marchio Coop. Incontrotendenza i prodotti della lineaFiorFiore, oltre 250 specialità selezionateda Coop tra i prodotti tipici del Belpaesedai latticini alla carne, dal cioccolatofondente di Modica al pecorino di Fossa diSogliano Dop, che registrano una crescitarecord: +23,6 per cento Rei mesi gennaio-settembre 2011 .• La nuova logica è:mangio una fetta di prosciutto in meno madi qualità migliore. Consumare meno nonè un fatto negativo, anche dal punto divista della salute •.Malgrado la crisi, comunque, i grandi brandcontinuano a macinare utili, trainatidall'export. Nel borgo medievale umbro diSolomeo, Brunello Cuclnelll ha costruito lacittà ideale in cui operai e artigiani creanopullover e gilet in cachemire coloratodestinati ai negozi di mezzo mondo. -Pernoi il 2011 si chiude con un aumento del

È Invece possibile.«Partiamo dalla considerazione oppo-sta. Da diverso tempo la crescita, alme-no quella che noi conosciamo in Occi-dente e che negli anni più floridi è stataal massimo nell'ordine del2 per cento,non crea posti di lavoro. Ci vorrebbeuna crescita del 5-6 per cento per elimi-nare la disoccupazione. Cifra evidente-mente impossibile da raggiungere».La politica, o meglio gli economisti chehanno sostituito i politici, si affannano suricette che riducano i debiti pubblici e, seci riescono, rilancino lo sviluppo.«Sì, il famoso programma del verticedel G8 di Toronto del 2009 che si èchiuso con la doppia impostura conte-nuta nelle parole "rilancio" e "auste-rità". Basta andare a chiedere ai grecicosa ne pensano di questa politica e deisuoi risultati catastrofici. In Grecia ilpopolo aveva votato massicciamenteper un partito socialista che non è riu-scito a realizzare i suoi progetti perché,

12211la..-1 4 gennaio 2012

a causa della pressione dei mercati, siè visto imporre un'austerità neo-libe-rale. Dopo il fallimento del socialismoreale assistiamo al vergognoso scivola-mento della socialdemocrazia verso ilsocial-liberismo. E non vale solo per laGrecia».Una parte degli economisti di sinistracerca in effetti di badare al sodo: rllanciodi consumi e investimenti per ridare unsegno più al prodotto Interno lordo.«Lo fanno alcuni intellettuali, come]oseph Stiglitz, che rilanciano vecchiericette keynesiane, ma è una terapiasbagliata. Almeno dagli anni Settantai costi della crescita sono superiori aisuoi benefici e stiamo esaurendo le ri-sorse naturali. Quella della crescita èsolo un'illusione, un inganno che pos-siamo perpetuare per qualche anno,non di più. Prendiamo l'Europa adesempio. Sia governi di sinistra comequelli di Papandreou o Zapatero,quando c'erano, sia di destra come

Merkel o Sarkozy, continuano a pro-porre per uscire dalla crisi le stesse ri-cette che l'hanno prodotta. Quando civorrebbe il coraggio di uscire dalla lo-gica della religione della crescita».Resta da capire con chi lei immagina direalizzare questo progetto.«Con una sinistra che sia davvero talee che superi qualche tabù come quello ~

&dell'euro. La moneta unica ci sta stran- cJ

golando perché è supervalutata e ci im- ~pedisce di fare politiche nazionali di ~protezionismo economico e sociale. Ci _iE~

impedisce, di fatto, di gestire la crisiperché non possiamo svalutare la mo- gneta». ~La sua ricetta, decrescere, o "a-cresce- ~re" come lei ha precisato, per alcuni evo- lca una lugubre stagione di privazioni e ri- ~nunce. ~«Siamo entrati lentamente nel capita- ~lismo, che è il sinonimo di crescita, e ~lentamente ne usciremo. Grazie a un vi

cambiamento lento, ma ineluttabile. ~

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18 per cento circa del fatturato su scalaglobale, di cui una parte consistente inItalia., spiega Cucinelli: -Mal'atteggiamento dei consumatori è inrapida trasformazione. Chi compra èsempre più consapevole, i giovani siinformano sul Web: vogliono sapere comeè fatto il prodotto, chi l'ha realizzato, comevengono trattati i lavoratori. Oggi, graziealla tecnologia, sappiamo tutto di tutti, nonpuoi truccare le carte •.La recessione è lontana anche per ilBrunello di Montalcino, miglior vino italianonell'ultima top 100 di Wine Spectator conil Campogiovanni 2006. Eppure fa i conticon i nuovi scenari anche Emilia Nardi,titolare delle Tenute Silvio Nardi. .Oggiassistiamo al cosiddetto "lusso misto":nell'abbigliamento si mescolano cose digrande valore, come una borsa firmata,con altre più semplici. Sulle tavole staaccadendo lo stesso: si accosta un paninocon la mortadella o un piatto di pici a unbuon bicchiere di Brunello o di Chianti»,spiega la produttrice di vini.Scenario in rapida evoluzione è quello delturismo. Fatto di soluzioni innovative:vendite lampo, acquisti collettivi,prenotazioni anticipate, mentre Web esmartphone rendono i consumatoriagguerriti e veloci nelle decisioni. Macome viaggiano gli italiani in tempi di crisi?

-seconoo una recente indagine sono primiin Europa per giomi di vacanza non goduti,che passano dai 5 C:lel2010 ai 7 diquest'anno. Sulla scia dei giapponesi, chelascìano sul piano ferie 6 giorni. AI di là deimotivi economici, gli italiani sembranosoffrire di sensi di colpa, temono il giudiziodel capo-, spiega fabrizio Giulio, managingdirector per l'Italia di Expedia, il portaleglobale leader nel settore delleprenotazioni. Eppure c'è chi fa eccezìene epuò permettersi una crociera lunga 100

LA COSTA DELIZIOSA IN NAVIGAZIONE.A FIANCO: LA SPA. A SINISTRA:GIUSEPPE ZULlANI; DOMENICOBRISIGOTIl; BRUNELLO CUCINELLI;EMILIA NARDI; FABRIZIO GIULIO-----~

giorni al prezzo di 10 mila euro .• È andatasold out-, dice Andrea Tavella direttorecommerciale e marketing Italia di CostaCrociere. Salpati da Savona il 28 dicembrea bordo di Costa Deliziosa, i 2.826 ospitifaranno ritorno nel porto ligure il 6 aprile,dopo tre mesi abbondanti di navigazioneattraverso cinque continenti e 37 scali, tracui Antille, Sud America, Los Angeles,Nuova Zelanda, Thailandia, Dubai. Ilprossimo giro del mondo è previsto pergennaio 2013. Emanuele Coen

Lavoreremo meno per produrre meno.Se si produce meno si distrugge menonatura, ma non è detto che si abbia ne-cessariamente meno. Se invece di cam-biare automobile ogni due anni e com-puter ogni anno li si cambia ogni dieciperché se ne producono di resistenti, la

. soddisfazione del bisogno di possede-re quegli oggetti è esaudita ma c'è bi-sogno di meno denaro, dunque di me-no lavoro. E si avrà più tempo liberoper relazioni e affetti».C'è da chiedersi cosa faranno i dipenden-ti di quelle aziende di computer o auto.«A loro volta avranno bisogno di me-no. È il nostro rapporto col tempo cheva completamente rivisto. Siamo cosìstressati che dormiamo, in media, me-no che in passato, guardiamo troppatelevisione, non facciamo sport, diven-tiamo obesi (altro problema sociale) enon ci occupiamo dei nostri bambini».Lei, professor Latouche, sta dipingendoun perfetto modello occidentale. Ma il

mondo è assai più vasto.«Infatti "decrescita" è uno slogan dausare per i Paesi ricchi, senza pretesa diimporlo ad altri. lo so solo, però, chel'ideologia della crescita è catastroficaper tutti, a ogni latitudine. Ma ciascu-na società deve poi gestire il funziona-mento dell'a-crescita secondo i proprivalori. I cinesi arriveranno a praticheecologiche per poter stare meglio. Per

IL Nosmo RAPPORTOCON IL TEMPO VACOMPLETAMENTE

RIVISTO. NONDORMIAMO, NON

FACCIAMO SPORT,NON CI OCCUPIAMO

DEI NOSTRI BAMBINI

gli africani la parola crescita non hagranché senso e semmai devono pensa-re di produrre di più nel settore ali-mentare. Ma stando attenti a salva-guadare il territorio».Tornando a noi: è di gran moda l'espres-sione "sviluppo sostenibile" .«Mi spiace, non ci sto. Non c'è nessu-no sviluppo che sia sostenibile oggi.Abbiamo dissipato troppe risorse. Do-vremmo fare più attenzione. Pensosempre a due Tir che si incrociano sot-to il tunnel del Monte Bianco e unoporta l'acqua minerale francese a voi,l'altro l'acqua minerale italiana a noi.Che spreco».Che altro guadagniamo dalla decrescita?«Mi viene in mente Baldassarre Casti-glione e il suo "Il cortigiano", in cuisuggeriva al Principe di dare più tem-po alla vita contemplativa e alla rifles-sione e meno all'azione. Ecco, il tempoper se stessi sarebbe davvero il regalomigliore della decrescita» .•

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