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Eleonora Pantò Corrado Petrucco Internet per la didattica

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Eleonora PantòCorrado Petrucco

Internet per ladidattica

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Internai per la didattica

nuove tecnologie a scuola. Attraverso lo stanziamento di fondi perl'acquisto di stazioni multimediali. Nelle righe successive, alcuniprotagonisti di queste sperimentazioni raccontano la loro storia: larassegna non vuole essere esaustiva e ci perdoneranno quanti comea Ferrara1 o a Verbanìa2 e in altre città hanno sviluppato progettianaloghi.

VKidslink a BolognaLa più conosciuta esperienza in Italia di uso della telematica a scuolaè senza dubbio Kidslink; c'è una "s" in più perché siamo a Bologna,ma è una diretta filiazione della Kidlink internazionale, di cui ab-biamo già accennato e che presentiamo nel paragrafo dedicato aiprogetti internazionali. Ecco l'intervista, effettuata via posta elet-tronica, a Mauro Nanni, astronomo del CNR, che è stato uno deipromotori del progetto.

• Come è nato Kidslink?

Il progetto Kidslink è iniziato nell'ottobre del 1990, partendo daisolate esperienze di telematica nella scuola dell'obbligo; è statoformalizzato in una convenzione tra il Comune di Bologna, l ' Ist i tu-to di Radioastronomia del CNR e l'Arci Computer Club nel 1992.Nel corso degli anni il progetto si è sviluppato su più di un centi-naio di scuole, dì ogni ordine e grado, nella città di Bologna e nellaregione. Ha permesso l'attività di più di 200 tra insegnanti e ope-ratori tecnici e ha coinvolto alcune migliaia di ragazzi. Kidslink èoggi una delle esperienze più significative di concreto utilizzo dellatecnologia telematica nella scuola e funge da "infrastnittura traspa-rente" per la realizzazione di attività e progetti interscolastici confinalità didattiche.Lo scambio di posta elettronica tra ragazzi di differenti paesi, ilcoordinamento di attività tra varie scuole, la raccolta di programmi(in gran parte autoprodotti), e oggi l'allestimento di pagine webfruibi l i sulla rete Internet sono i risultati più visibili dell 'utilizzoche le scuole hanno fatto della rete telematica. Per rendere possibi-li queste at t ivi tà è stato necessario predisporre server di rete, stu-

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diare soluzioni compatibili con le risorse tecniche ed economichedelle scuole, organizzare corsi di formazione e soprattutto avere unconfronto continuo tra "informatici" e insegnanti.

• Come utilizzate la rete ?

Qualche anno fa parlare di Kidslink significava parlare soprattuttodi scambi di messaggi con ragazzi di altre parti del mondo attra-verso la posta elettronica, e l'obiettivo era quello di "favorire l'ap-prendimento delle tecniche informatiche, il contatto tra ragazzi ap-partenenti a differenti aree geografiche e culturali e lo studio dellelingue straniere".Questi obiettivi, chiari e comprensibili, hanno permesso di coin-volgere insegnanti fecalizzando l'attenzione su precìsi e definiti strumentitecnici. È stato svolto un importantissimo lavoro di formazione cheha portato anche all'allargamento del gruppo iniziale; ciò ha gene-rato nuove richieste e la proposta di esperienze che andavano benoltre gli obiettivi iniziali. Molto schematicamente possiamo dire chele attività svolte nell'ambito del progetto Kidslink sono state:• scambio di messaggi tra studenti a tema libero o nell'ambito di

progetti coordinati dagli insegnanti (collaborazione tra classi inpaesi diversi e in lingue diverse);

• ricerche e inchieste a livello nazionale e internazionale condotteattraverso lo scambio di dati e dei programmi di analisi (ad esempio,come usano il tempo libero i ragazzi in paesi diversi, misuredell'inquinamento dell'aria e delle acque in diverse città italia-ne, curiosità gastronomiche, eccetera);

• giornalini interscuole;• ipertesti (Gegeo, ipertesto di geografia realizzato in linguaggio

IBM-linkway in 6 scuole coordinando le attività e scambiando Ìfile attraverso la rete);

• giochi: testi a più mani, in collaborazione con scuole di Bolo-gna, Milano e scuole francesi; lipogrammi: gara tra classi di dif-ferenti scuole chiamate a riscrivere un brano proposto senza utilizzareuna lettera dell'alfabeto; sogni: pubblicate i vostri sogni nottur-ni o a occhi aperti;

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• Fahrenheit 451: il progetto promosso dal Comune di Bologna,Provveditorato e Libreria Stoppani, consiste nel far recensire ilibri per ragazzi dai ragazzi delle scuole elementari e medie; par-tito nel 1993 con 800 recensioni nel 1993, 2000 recensioni nel1995, 3000 nel 1996.

• Come siete entrati in Internet?

Il progetto Kidslink, è nato su una attività ben definita dì scambiodi corrispondenza tra ragazzi di differenti paesi, si è dotato distrumenti hardware e software conseguenti, ha potuto rapportarsicon insegnanti che affrontavano per la prima volta esperienze tele-matiche; grazie a questi incontri ha potuto verificare i problemieconomici, organizzativi, ambientali chela trasposizione dello strumentorete incontra all'interno della scuola. Kidslink è stato visto comeun insieme coerente che comprendeva un progetto didattico, deglistrumenti tecnici e un sistema di formazione per l'uso di quegli strumenti.Le "infrastrutture" del progetto Kidslink sono costituite da un serverdi rete (un Pentium 100 con sistema operativo Linux) collegato allarete GARR, cioè alla rete delle ricerche che è parte di Internet, e daun paio di modem (28.800 bps) a cui le scuole possono accedere.Sul server sono registrate le scuole che partecipano al progetto ed èstato realizzato un software opportuno per facili tare il collegamen-to e il trasferimento dei file e della posta in particolare. Le scuoleche partecipano al progetto si sono dotate di modem e utilizzano ipropri calcolatori (da vecchissimi PC-XT a moderni Pentium) sucui possa girare almeno un emulatore di terminale (ad esempio Telix).Tutte le applicazioni sono state sempre pensate nell'ottica di mini-mizzare i tempi di collegamento che mediamente sono contenuti aldi sotto dei 10 minuti. In questo modo è stato possibile far lavoraredecine di scuole tutti i giorni pur disponendo di risorse limitate.

• Qual è lo strumento più utilizzato all'interno del progetto?

Il progetto Kidslink si è sviluppato facendo uso soprattutto dellaposta elettronica, che pare oggi, al neofita della rete, un oggetto

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banale e scontato. La strategia utilizzata in Kidslink è stata quelladi assegnare una "casella postale" per ogni insegnante che parteci-pava al progetto e una "casella postale" collettiva per la scuola. Ilsoftware di collegamento è stato scritto prevedendo la scrittura e lalettura dei messaggi sui calcolatori della scuola "a modem spento".Poi con un unico collegamento tu t t i i messaggi vengono inviati allevarie destinazioni mentre vengono acquisiti i messaggi in arrivo.Questa filosofia, che troviamo in parte oggi in software quali Eudora,è stata pensata, oltre che per minimizzare i costi di collegamento,anche per permettere a decine di ragazzi di lavorare contempora-neamente sulle macchine di un laboratorio senza doversi metterein coda sull'unico calcolatore provvisto di modem. I singoli mes-saggi vengono raggnippati in un unico file e spediti con un unicocollegamento. La posta in arrivo, che giunge tu t t a nella medesimacasella postale, richiede l ' intervento di un "postino" che provvedaalla distribuzione.

• Ci sono s ta t i problemi ne l l ' u t i l i zza re la posta elet tronica ascuola?

Per un utilizzo ottimale della posta elettronica sarebbe opportunoche ogni utente (studente, gruppo, classe a seconda dei casi) potes-se disporre di una propria "casella postale", ma una personalizzazionecosì spinta richiede che l'assegnazione delle caselle postali non siademandata a qualcuno esterno alla scuola, ma che siano gli inse-gnanti stessi a poter decidere come organizzare le caselle postalidella scuola per quell'anno scolastico.Questo si presenta oggi come il maggior problema di utilizzo dellarete Internet da parte di una comunità numerosa di utenti come èuna scuola. Il problema non è risolto dai software in commercio,che sono comunque pensati per utenti individuali, e non è contem-plato dai "provider" che hanno strutturato la loro offerta su dueclassiche tipologie di utente: il singolo privato che si collega viamodem per un tempo limitato e l 'azienda che stabilisce una con-nessione permanente con una linea dedicata. Il privato ha un'unicacasella postale e andrà a leggere quando si collegherà, L'azienda è

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permanentemente collegata e potrà creare tu t te le caselle postaliche desidera sulle proprie macchine che sono in Internet a tutti glieffetti. Peccato che una connessione permanente costi alcune deci-ne dì milioni all'anno.Stiamo sperimentando, in più scuole medie e superiori, una solu-zione economica a questo problema, soluzione basata su un "anti-co" protocollo di rete lo "UUCP" e su uno dei software pubbliciche lo implementa: Waffle. Con questo software è possibile creare"una BBS" su un semplice calcolatore DOS, cioè un sistema su cuipossono essere aperte caselle postali personali. Il calcolatore su cuigira Waffle può essere integrato in una rete locale della scuola, quindipiù ragazzi possono simultaneamente leggere e scrivere le propriemail utilizzando anche interfacce Windows, la BBS può essere chiama-ta via modem (se si vuole dare accesso da casa) e soprattutto puòchiamare, in modo automatico, un "server Internet" per scambiarela corrispondenza. L'installazione e la configurazione del prodottonon sembra rappresentare un problema per insegnanti con una co-noscenze di base del DOS.Purtroppo questa soluzione richiede che il "server Internet" sappiarispondere al protocollo "UUCP", e ben pochi provider commer-ciali italiani conoscono e mettono a disposizione questo protocolloche era invece utilizzato diffusamente nelle università americane neiprimi anni '80.

• II web ha reso popolare la rete?

Le esperienze sul web condotte nell'ambito del progetto Kidslinkhanno riguardato soprattutto la produzione di materiale ìpertestuale.Insegnanti e ragazzi hanno trovato, nel web, un semplice strumentoper realizzare lavori da fruire localmente su calcolatori della scuolao da mettere a disposizione sul server di rete. Molte scuole, ele-mentari e medie, hanno compiuto ricerche storiche, scientifiche,geografiche, artistiche, che sono diventate pagine web e che sonooggi ospitate sul server Kidslink1; ulteriori attività sono in vìa didefinizione, attività che stanno coinvolgendo un numero sempre maggioredi insegnanti. Il progetto Kidslink ha trovato nel web una "vetrina"

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per far conoscere le proprie esperienze, vetrina che, già a poco piùdi un anno dal primo allestimento, appare datata e che necessita diun continuo aggiornamento sia nello stile sia nel contenuto. I visi-tatori del server hanno prelevato fino a ora più di 800.000 pagine eil trend di crescita mostra il raddoppio del numero di accessi ogniquattro mesi.Il web si presta a un utilizzo interattivo, solitamente prolungato epersonale, trasferisce grandi quanti tà di dati, richiede quindi lineeveloci. Se per una singola postazione di lavoro un modem da 28,8 Kè sufficiente, per attrezzare un'aula didattica con alcune stazioniindipendenti è richiesta una rete locale e una connessione ISDN(64 K) con cui effettuare ore di collegamento. In questa situazionesi può prevedere di spendere alcuni milioni all 'anno tra canone diaccesso e scatti telefonici. Uno strumento quindi alla portata di scuolesuperiori, ma chiaramente fuori dal budget ordinario di una scuolaelementare o media.Soprattutto per queste ragioni, nel progetto Kidslink, le scuole hannoutilizzato il web come uno strumento per produrre materiale e pre-sentare esperienze, raramente lo hanno utilizzato per attività di-dattiche ìn cui era richiesta "la navigazione globale". Al contrario,tante esperienze sono state prodotte o documentate, utilizzando letecniche del web, su un calcolatore locale, pensando quindi una"navigazione tra le pareti della scuola".

• L'esperienza Kidslink è replicabile?

Kidslink ha potuto contare su una serie di fortunate coincidenzeche sono state determinanti per la riuscita del progetto. Si è avvalsodelle competenze tecniche di un istituto CNR che utilizzava la reteda anni e che intendeva studiare e sviluppare "tecnologie povere"per un accesso diffuso. Ha potuto contare su un Comune che si èimpegnato nel supporto economico e organizzativo della sperimen-tazione e su una associazione culturale che ha messo a disposizioneun server e dei locali accessibili in modo informale a qualunque oradel giorno ... e della notte.

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Internet per la didattica

Elemento determinante è stato pure l'impegno, in gran parte vo-lontario, di operatori tecnologici della scuola media e di insegnantiche hanno proposto iniziative, confrontato esigenze e soluzioni tecni-che, si sono fatt i carico dei corsi di aggiornamento rivolti a colle-ghi. In tal modo le attività del progetto si sono sviluppate partendodall'interno del mondo scolastico, che ha così acquisito naturalmentele competenze anche tecniche per proporre autonomamente nuoveiniziative e per sperimentare concretamente nuove attività.Particolarmente significativa è stata l'esperienza dell'ITIS di Bolo-gna che, avvalendosi delle competenze informatiche di insegnanti eragazzi, ha aperto collaborazioni con altre scuole superiori per laproduzione di applicazioni e per la realizzazione di semplici retilocali nelle scuole medie.Il progetto "BellNet", dell'ITIS di Bologna, ha acquisito e replica-to all'interno dell 'Istituto le applicazioni del server Kidslink e siappresta a essere il server di accesso per le scuole superiori. Il Prov-veditorato agli studi di Bologna si è fatto promotore di una conven-zione con il CNR, l'università, il Comune per assicurare la connettivitàe l'assegnazione di personale docente al "BellNet" e per sperimen-tare l'utilizzo di un proprio server web*.

• Quale potrebbe essere il passo successivo per collegare le scuolealle reti telematiche?

Molti parlano oggi di "reti telematiche" incontrando un pubblicointeressato e attento, ma differenti soggetti mettono sotto lo stessonome oggetti diversi con finalità differenti, con costi che vanno daipochi milioni alle centinaia di miliardi. "Mettere in rete le scuole"può significare dare loro la possibilità dì effet tuare collegamenti aun server in commutata (cioè pagando gli scat t i di un normale tele-fono) oppure dotarle di linee dedicate. Nel primo caso la funziona-lità è ridotta ma i costi sono accessibili, nel secondo le scuole sa-rebbero "in Internet", ma a costi esorbitanti.Una "rete per la didattica" è un oggetto diverso da una rete ammi-nistrativa, in quanto se nella seconda sono prioritari gli aspetti diefficienza, affidabilità, sicurezza e riservatezza, nella prima va pò-

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Progetti ed esperienze in Italia e..

sto l'accento invece sulla facilità d'uso e sulla semplicità d'accessoall'informazione. Una rete didattica dovrebbe comunicare soprat-tutto con istituzioni culturali, università, centri di ricerca, bibliote-che in Italia e nel mondo.L'esperienza Kidslink, nata come progetto di ricerca promosso daun Istituto CNR, ha utilizzato la rete della ricerca italiana, la reteGARR al pari di decine di altre esperienze nate con il patrocinio diuniversità o enti di ricerca. Ma la rete GARR non è presente in t u t -te le province italiane e soprattutto non è un "provider pubblico" acui le singole scuole possono chiedere di collegarsi individualmen-te. Avrebbe senso invece che fosse raggiunto un accordo tra il Mi-nistero della Pubblica Istruzione e il Ministero della Ricerca perestendere e potenziare questa s trut tura e creare un'unica rete della"scuola e ricerca", che potrebbe diventare anche lo strumento perstimolare il mondo accademico e della ricerca a impegnarsi mag-giormente nella produzione di materiale didattico da mettere a di-sposizione anche su server dì rete.Col progetto Kidslink abbiamo dato modo a più del 60 per centodelle scuole medie e superiori della provincia di Bologna di com-piere esperienze concrete di telematica. La strumentazione tecnicae le competenze che hanno fatto nascere Kidslink sono oggi allaportata di molti is t i tut i tecnici, o lo saranno tra breve, anche per-ché la telematica è materia di insegnamento e molti professori do-vranno insegnare ai loro ragazzi come si gestisce un sistema Unix ecome si approntano servizi di rete. L'ITIS di Bologna, con BellNet,sta realizzando un "altro Kidslink" autonomo, gestito da personalescolastico, e che sarà un punto di accesso per altre scuole.Se il mondo della scuola darà un supporto finanziario e umano aesperienze come queste, affidando a istituti tecnici di diverse pro-vince il compito di realizzare server di accesso connessi alla rete,investendo nella formazione di personale interno alla scuola, nelgiro di pochi anni potremmo avere una prima strut tura di una "retenazionale per la didattica" a cui anche la più lontana scuola di pro-vincia potrebbe collegarsi a prezzi contenuti, e vedremmo anchestudenti di informatica formarsi s tudiando dal vìvo le evoluzioni diuna vera rete telematica. La scuola cioè investirebbe su se stessa in

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Internet per la didattica

attrezzature e personale anziché in "canoni di abbonamento a Internet".Il progetto Kidslink quindi non solo è replicabile, ma è una dellepoche strade, economicamente praticabili, per realizzare a tempibrevi una rete nazionale per la didattica. Richiede sostanzialmentedue condizioni: un accordo interministeriale per ampliare le finali-tà e le s t rut ture dell 'attuale rete della ricerca e l'intenzione di inve-stire sulla scuola, partendo da quegli istituti tecnici che possonodiventare il punto di accesso per le altre scuole del distretto geo-grafico. Speriamo che avvenga presto. "Noi di Kidslink" vi atten-diamo per inventare assieme nuovi progetti.

NegriLink, un sistema scientifico e telematicoal servizio delle scuole e delle comunità localiSe si vuole che la ricerca scientifica esca all 'esterno del suo mondoabituale, coinvolgendo direttamente la vita quotidiana della gente,le normali vie di comunicazione possono non essere sufficienti inun mondo che sperimenta costantemente grandi modifiche nelle tecnologiee nelle modalità di interazione umana. Parallelamente bisogna con-siderare che i centri di ricerca possono incidere in modo significati-vo nei processi formativi, spingendo verso una crescita culturale etecnologica che avvicini la scuola alle nuove realtà. Questi parame-tri hanno guidato la nascita di NegriLink, un sistema di collega-mento telematico tra le scuole superiori e il Consorzio Mario NegriSud.Con NegriLink, il Consorzio Mario Negri Sud ha essenzialmenteproposto un trasferimento di tecnologie dal mondo scientifico eaccademico a quello della scuola.L'obiettivo è duplice. Prima di tutto c'è il fine dichiarato: comuni-care la scienza ai giovani. Qui risiede l 'util i tà pratica e immediatadi un sistema come NegriLink. Chiunque può usare lo strumentotelematico per ottenere risposte ai suoi quesiti legati al mondo del-la ricerca. Oppure può usarlo per chiedere informazioni legate allamedicina, per saperne di più su una mala t t ia , che magari riguardada vicino la persona in questione o la sua famiglia.L'altro aspetto del progetto, il trasferimento tecnologico, non è si-curamente meno importante: una tecnologia fortemente innovativa

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