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COME LE TECNOLOGIE POSSONO MEDIARE L’AMBITO FORMALE E NON FORMALE
I SOCIALSOFTWARE
Prof. Corrado Petrucco Prof.ssa Marina De Rossi
Università di Padova
Seminario Montecatini – Ottobre 2010 - Cl@ssi 2.0 – Gruppo di lavoro n.3
gru
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i lavoro
n.3
APPRENDERE È UGUALE PERCEPIRE CONNESSIONI
Attivare un filtro percettivo che seleziona l’enormità dei dettagli del mondo
Oggi con Internet facciamo questo: cerchiamo di aggregare centinaia di piccoli elementi di informazione per dare loro un significato
Le modalità di aggregare le informazioni dipendono dalla cultura di appartenenza
Questo vuol dire percepire le relazioni associando eventi contigui in relazione di causalità e in funzione di abitudini indotte dalla nostra cultura
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i lavoro
n.3
I NETWORK COME AMBIENTI DI APPRENDIMENTO
Quello che conta è il collegamento (anche se ha importanza il contenuto)
Se la scuola resta chiusa ai flussi comunicativi manca la logica progettuale che far sì che l’uso di questi strumenti (che permettono la connessione) garantisca la creazione significativa di flussi informativi dialogici
L’insegnante deve mediare questi flussi
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i lavoro
n.3
CONNETTIVISMO E AMBIENTI 2.0
Oggi la conoscenza é costruita condivisa é una complessa rete di relazioni sociali
Ambienti 2.0 per la costruzione di conoscenze
Google, Flickr, Amazon, Blogger, Pbwiki, Wikipedia, Wordpress
Ambienti per la co-editazione dei testi (discorso del bookmark condiviso)
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i lavoro
n.3
FOLKSONOMIE
La conoscenza è di tipo situato, i concetti sono costruiti in base alla personalizzazione e al contesto che la rete permette
Informazione aggregata e condivisa socialmente
Bottom up: tutti partecipano al nuovo sistema di classificazione democratica e interculturale
Folksonomia e comunità di pratica Flussi informativi gestiti da comunità di
pratica di persone che producono contenuti affini ai centri di interesse
Taggare : riconoscimento sociale della conoscenza prodotta
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i lavoro
n.3
ALCUNI PARADIGMI DEL WEB 2.0
L’informazione è sempre condivisa
Essa è inutile se non è strutturata in modo tale da essere riutilizzata da altri nei loro contesti specifici
Formal learning e informal learning Il 20% delle conoscenze si acquisiscono in
contesti formali l’80% in contesti informali
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i lavoro
n.3
COMPETENZE
I ragazzi hanno bisogno di: cercare valutare costruire contestualizzare
Un sapere
Funzionale, contestuale, condiviso
PROGETTO CL@SSI 2.0 – UNIVERSITÀ DI PADOVA
Livelli di sviluppo di competenza
supported didactic,
interactive,
enhanced interactive.
PROGETTO CL@SSI 2.0 – UNIVERSITÀ DI PADOVA
Finalità generale del progetto è quella di costruire e sperimentare attraverso le Tecnologie,ambienti educativi integrati di apprendimento nel:
formale,
non formale
informale
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i lavoro
n.3
LA SCUOLA DEVE FORNIRE
Dialogiche costruttive Competenze meta cognitive ed auto-
regolative Social literacy
In rete conta Capacità di partecipazione Capacità di aggregazione Capacità di autorevolezza
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n.3
MODELLI DI SOCIAL SOFTWARE E INTEGRAZIONE NEL CURRICOLO La scuola deve entrare nelle competenze digitali ed
educare a gestire il rapporto con gli spazi digitali in modo consapevole.
Autonomia, responsabilità, etica
Information literacy Participation literacy Etic literacy
Il docente diventa un mediatore di processi sociali e culturali , uno che cerca di facilitare la connessione tra flussi generativi di canali informativi che generano e ricevono
DEVE ENTRARE IN QUELL’AREA DI INTERSEZIONE
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n.3
LE ESPERIENZE NELLE CLASSI 2.0
Apprendimenti formali e non formali : quali i problemi emersi nelle esperienze delle classi 2.0.
I coach delle varie realtà italiane si confrontano
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n.3
L’INFORMALE NELLA DIDATTICA QUOTIDIANA
DIFFICOLTA’ NEL TROVARE QUESTA OSMOSI ESISTE SOLO COME FATTO EPISODICO MA NON
VIENE RICONOSCIUTO RESISTENZE DA PARTE DEGLI STESSI
STUDENTI CHE PER PUR FREQUENTANDO AMBIENTI NON FORMALI QUANDO “PUZZANO DI SCUOLA” PERDONO LA LORO ATTRATTIVA
RESISTENZE DEI DOCENTI CHE IN PRIMA PERSONA DOVREBBERO FREQUENTARE AMBIENTI 2.0 IN MODO APERTO E PARTECIPATO
NON RICONOSCIMENTO DA PARTE DI ALCUNI DIRIGENTI
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n.3
E I GENITORI….
NECESSITA’ DI UN PATTO FORMATIVO E DI UN LORO COINVOLGIMENTO ATTIVO
ES. CORSI PER ADULTI UTILIZZANDO SPAZI 2.0 (BLOG, SOCIALNETWORK...)
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n.3
RICONOSCIMENTO DEL RUOLODELLA SCUOLA
PROBLEMA DEL RICONOSCIMENTO SOCIALE DEL RUOLO DELLA SCUOLA
IMPORTANZA CHE LA COMUNITA’ RICONOSCA IL VALORE AGGIUNTO A TUTTI I LIVELLI
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n.3
EDUCAZIONE AI MEDIA
Ma come vanno comunicati, insegnati questi linguaggi?
Manca la scuola di formazione degli insegnanti
alla Media Education I media rimangono fuori sotto l’aspetto dei
contenuti disciplinari Che cultura hanno gli insegnanti della decodifica
dei linguaggi, del medium, come possono quindi insegnarla agli allievi?
Necessità di un tipo di formazione non solo disciplinare ma anche metodologico e sui linguaggi
I tentativi degli insegnanti sono percorsi individuali
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n.3
IMPARARE I MEDIA 2.0UN’ESPERIENZA DEI DOCENTI UMBRI
DI AUTO-FORMAZIONE AGLI AMBIENTI ED AI LINGUAGGI 2.0
Libreria su Anobii (Condivisione dei libri letti) Imparare ad usare i tag Documentare attraverso un video,
attraverso sliedeshare, Calameo Il formale può essere anche non solo penna
libro a casa Le tecnologie devono diventare normali,
trasparenti e invisibili Formare alla mente 2.0
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n.3
E SE NON FOSSIMO SULLA STRADA GIUSTA?
Esistono studi scientifici sull’effettivo vantaggio a livelli di apprendimenti dell’introduzione di un approccio non formale alla conoscenza?
LA RISPOSTA STA NELLA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE, E LA MOTIVAZIONE NON SCATTA SE NON C’E’ L’EMOZIONE
Es. storytelling, la narrazione fornisce una cornice di senso
quando narriamo introduciamo elementi emozionali e contestuali
Es. quando apprendiamo in contesti significativi ed autentici
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n.3
LA VALUTAZIONE E LA CERTIFICAZIONE
E poi come certificare gli apprendimenti acquisiti in ambienti non formali?
Immaginare una doppia valutazione Sui contenuti Sui processi Pensare a valutazioni su compiti autentici,
contesti significativi, problem solving
RICONOSCERE L’IMPEGNO EXTRASCUOLA, PERSONALIZZARE I PERCORSI
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n.3
I DIRITTI DI AUTORE
COPYRIGHT E CREATIVE COMMON
In ambienti aperti sul web necessità della FORMAZIONE ALLA CITTADINANZA DIGITALE
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n.3
COME COINVOLGERE I COLLEGHI
PROGETTAZIONE CONDIVISA CONDIVISIONE DI BUONE PRATICHE PERCORSI GUIDATI CON AFFIANCAMENTO MODALITA’ NON ANSIOGENE
I COMPITI DEL COACH
MOTIVARE SUPPORTARE SUPPORTARE LA VALUTAZIONE DEI PERCORSI AMBIENTE PER CONDIVIDERE ESPERIENZA DELLA CAMPANIA (costruzione
di una rubrica valutativa condivisa con i docenti in sperimentazione per attivare processi mentre si realizza il monitoraggio)
Relatrice - prof.ssa Chiara Stella Serrato