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ELENA SIMONETTA PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA PSICOMOTRICISTA NEUROFUNZIONALE VIMERCATE 20 NOVEMBRE 2015 LA TEORIA MULTIFATTORIALE DEI DSA Elena Simonetta 21/11/2015 1

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ELENA SIMONETTA

PSICOLOGA-PSICOTERAPEUTA

PSICOMOTRICISTA NEUROFUNZIONALE

VIMERCATE 20 NOVEMBRE 2015

LA TEORIA MULTIFATTORIALE DEI DSA

Elena Simonetta21/11/2015 1

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CORPO E DSA

La prospettiva sui DSA (Disturbi Specifici Apprendimento) qui presentata, considera il corpo e le funzioni motorie della corporeità come espressione dell’unità della persona. Tale prospettiva ritiene fondamentale coinvolgere il corpo quale elemento per interpretare, prevenire e riabilitare tale disturbo . L’analisi che segue, quindi, si colloca all’interno della concezione della unità psicosomatica e cognitivo-somatica della persona umana.

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TEORIA MULTIFATTORIALE

Si intrecciano due aspetti nella manifestazione dei DSA:

– aspetto funzionale legato a una predisposizione genetica del funzionamento del cervello per leggere e scrivere di cui l’affermazione della prevalenza motoria ha un aspetto molto importante

– aspetto cognitivo legato allo sviluppo delle funzioni psicomotorie e psicolinguistiche

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2 ASPETTI CHE SI INTRECCIANO : FUNZIONALE E COGNITIVO

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DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO

• l’aspetto funzionale determina deficit a livello delle vie di codifica/decodifica della lettura , ma non impedisce l’apprendimento

• l’aspetto cognitivo determina un deficit di apprendimento, quindi gnosico, ma non impedisce la codifica di letto-scrittura

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INSIEME DI MULTIFATTORIALITA’ NEI DSA

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I TRE CERVELLI

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I TRE CERVELLI

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I DSA funzionali si strutturano a livello di

Cervello LIMBICO con un

coinvolgimento del cervello

RETTILIANO.

I DSA cognitivi si strutturano a livello di

CORTECCIA CEREBRALE

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TEORIA MULTIFATTORIALE DSA

La teoria multifattoriale di DSA (Il Corpo che apprende 2014) prevede la presenza di due tipi di DSA :

– Un primo tipo collegato ad aspetti funzionali e quindi a problemi di codifica e decodifica dei suoni in lettere e viceversa, cioè riguardanti l’aspetto della transcodifica del codice sonoro

– Un secondo tipo di natura cognitiva, legati a difficoltà di percezione , di rappresentazione, astrazione, memorizzazione e logica , coinvolgenti le funzioni cognitive.

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RICONOSCERE E SPECIFICARE

L’inadeguato sviluppo di questo aspetto cognitivo è quasi sempre originato da esiti traumatici di traumi relativi all’attaccamento.

Le due diverse tipologie di DSA non dovrebbero venire confuse, come spesso avviene, ma debbono potersi studiare e riconoscere per ciò che propriamente le contraddistingue.

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CROMOSOMA 15

Il cromosoma 15 contiene oltre 800 geni.

Le ANOMALIE del cromosoma 15 possono portare a :

• Ipotonia (tono muscolare insolitamente diminuito) nei neonati

• Ritardo nel conseguimento delle tappe dello sviluppo psicomotorio

• Disabilità varie nello sviluppo motorio e cognitivo; i bambini spesso avranno

bisogno di supporto per l’apprendimento

• Assenza o ritardo del linguaggio

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RICONOSCERE E SPECIFICARE PER DIFFERENZIARE

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DIFFERENZIARE

• Sulla trama degli aspetti gnosici problematici ( disgnosia ) si innestano gli aspetti disfunzionali di conversione grafo/fonemica

• In assenza della disgnosia cognitiva le trame funzionali non determinano lo stesso esito

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LEGGERE E SCRIVERE …….

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SISTEMA NERVOSO VESTIBOLARE E DSA

La teoria multifattoriale attribuisce a molti differenti fattori, oltre che ad una predisposizione genetica, l’origine dei DSA:

in particolare individua in un inadeguato o carente funzionamento del Sistema Nervoso Vestibolare , (Simonetta 2004) l’elemento responsabile del disfunzionamento delle aree corticali preposte alla realizzazione della transcodifica per realizzare lettura e scrittura.

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Apparato vestibolare

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DSA FUNZIONALI

Gli aspetti funzionali carenti che si individuano nelle persone con dislessia, disortografia, disgrafia e una parte di discalcolia, riguardano infatti :

– difficoltà attenzionali,

– deficit a livello di decodifica fonetico-fonologica,

– mancata affermazione di una prevalenza tonico-motoria sottocorticale stabile e coerente,

– problematiche a livello di orientamento spaziale,

– disregolazione dell’equilibrio posturale,

– carente organizzazione della motricità visiva a livello di movimenti saccadici degli occhi e di inseguimento lento.

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FUNZIONI VESTIBOLARI IMPLICATE NELLA LETTOSCRITTURA

• fonetico/fonologica

• movimenti oculari saccadici e poursuit

• attenzione specifica

• prevalenza tonico-motoria

• equilibrio posturale riflesso

• orientamento nello spazio

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TEORIA POLIVAGALE E DSA

• Recenti studi (Porges 2014) dimostrano che la regolazione neurale dei muscoli dell’orecchio medio, da parte del nervo Vago ,(Freno Vagale) è difettosa nei ritardi di linguaggio e nei soggetti con DSA.

• L’orecchio medio detiene un meccanismo necessario per estrarre la voce umana dai rumori forti a bassa frequenza e agisce il collegamento con i nuclei vestibolari.

• Muscoli dell’orecchio medio : lo stapedio stabilizza le staffe e il tensorio è il muscolo del timpano

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SISTEMA VESTIBOLARE E SISTEMA COCLEARE

L’ipotesi sostenuta dalla Teoria Polivagale consente di precisare l’esistenza di una correlazione tra l’attività del sistema uditivo cocleare e il sistema uditivo vestibolare nella regolazione delle informazioni sonore che entrano dall’orecchio interno e vengono trasformate in vibrazioni temporali dal sistema vestibolare prima di arrivare nella corteccia temporale dove verranno riconosciute e utilizzate per la transcodifica dei suoni in segni.

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MOTRICITA’ OCULARE E SCRITTURA

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DISLESSIA COME ANISIOTROPIA VERTICALE

• La disorganizzazione dei movimenti oculari saccadici di inseguimento lento determina una alterazione nella lettura di un testo che prende il nome di ANISIOTROPIA VERTICALE (Carlo Aleci 2011)

• Tale anisiotropia verticale determina un deficit di funzionamento del sistema sensoriale visivo magnocellulare.

• Il disturbo di lettura collegato al disfunzionamento di tipo anisiotropia verticale del sistema magnocellulare ha preso il nome di dislessia.

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SISTEMA VISIVO MAGNOCELLULARE

• Le MAGNOCELLULE sono neuroni specializzati nella rilevazione del movimento dello stimolo visivo e dei cambiamenti rapidi di esso e sono importanti per il controllo del movimento degli occhi.

• I circuiti magnocellulari esistono anche in altre modalità sensoriali e quindi un deficit magnocellulare multi modale potrebbe spiegare la combinazione di deficit visivi e fonologici.

• La teoria multifattoriale , considerando il concetto di «percezione amodale» di Stern, riconosce nel soggetto con DSA un disturbo specifico nella processazione degli stimoli rapidi sia nella modalità visiva che uditiva.

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DISGNOSIA

La disgnosia è il disturbo delle capacità di conoscere o di apprendere a seguito di esiti traumatici non elaborati, collegata a ritardo psicomotorio, ritardo nelle funzioni psicolinguistiche e nella evoluzione della rappresentazione mentale, elemento che collega il linguaggio allo sviluppo psicomotorio; inoltre sono spesso carenti anche le modalità logiche e di astrazione. Difficoltà di attenzione e concentrazione, labilità mnestica, scarsa autonomia, incoerenza e frammentazione nei processi di pensiero e comorbilità con disturbi somatici e/o della sfera emotivo-relazionale, sono altri aspetti che caratterizzano le difficoltà ad apprendere dei soggetti disgnosici.

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disgnosia

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MANCANZA DI AUTONOMIA E PIGRIZIA

• La sintomatologia, emersa dalle narrative dei genitori e degli insegnanti, si esprime attraverso difficoltà nell’apprendere i contenuti delle differenti materie scolastiche in una sorta di atteggiamento ipoattivo nei confronti degli stimoli esterni, identificato spesso all’esterno come “pigrizia”.

• Inoltre emerge sempre la descrizione di difficoltà o totale mancanza di autonomia nell’affrontare i compiti o gli impegni scolastici.

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TRAUMA E DISGNOSIA

La disgnosia è esito di trauma o di trauma dell’attaccamento. Le ferite di attaccamento, come la mancata affermazione della prevalenza naturale, portano verso disturbi più funzionali come la dislessia, invece traumi più profondi riguardanti l’identità, ma soprattutto l’attaccamento portano verso la disgnosia.

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…”DEVO STUDIARLI TUTTI ?????” …..

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DISGNOSIA E INTELLIGENZA

• La disgnosia (Simonetta 2012) è proprio un esito, in ambito cognitivo, di quei traumi che vengono riconosciuti come traumi dell’attaccamento e quindi inducono un condizionamento pesante nell’evoluzione del soggetto direttamente a livello del comprendere e dell’apprendere.

• Il termine disgnosia indica una difficoltà a conoscere che può derivare da un carente sviluppo delle funzioni psicomotorie/ rappresentative e psicolinguistiche.

• In questi casi il punteggio del Quoziente intellettuale, è relativamente basso, ma nella norma, oppure si presenta una differenza significativa tra “verbale” e “performance”.

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Neurotrasmettitori nel cervello

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COLLEGAMENTO DSA E TRAUMI DI ATTACCAMENTO

• Il possibile collegamento tra i traumi dell’attaccamento e i DSA, la disgnosia in particolare, va ricercato a livello di presenza precoce nel sangue di eccessive quantità di neurotrasmettitori quali l’adrenalina, noradrenalina , cortisolo

• presenza dovuta alla secrezione peritraumatica, di queste sostanze, che quando il bambino è molto piccolo possono incidere negativamente sullo sviluppo delle altre aree del cervello deputate alle funzioni cognitive di base e superiori.

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Modalità di attaccamento

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DSA E ATTACCAMENTO

• Abbiamo evidenziato, in una ricerca nel 2011 e in una conclusasi nel 2013 , (pubblicate sul testo : IL CORPO CHE APPRENDE , ed Mimesis 2014) come l’attaccamento insicuro o disorganizzato siano gli elementi che rendono un soggetto dislessico anche disgnosico, aggravando la sintomatologia del DSA .

• La disgnosia , in realtà , è il vero disturbo di apprendimento, in quanto interferisce sulle funzioni cognitive.

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FUNZIONI COGNITIVE

Le funzioni cognitive di base sono quelle collegate all’esperienza motoria del soggetto, quali la sensazione, la percezione e la rappresentazione mentale e l’attenzione. (Fonagy 2010, Simonetta 2012) Le funzioni cognitive superiori riguardano invece le capacità di astrazione, simbolizzazione , memorizzazione e logica che necessitano del supporto linguistico.

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iLA PROSPETTIVA TRANSGENERAZIONALE

• Studi nell’ambito delle neuroscienze e della

psicologia evolutiva evidenziano la trasmissione

di questioni irrisolte da una generazione

all’altra.

• Le prime interazioni del bambino con le figure di

riferimento hanno un impatto diretto sulla

struttura e sul funzionamento del cervello.

• Un legame di attaccamento sicuro verso un

adulto significativo è fondamentale per lo

sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino.

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ATTACCAMENTO INSICURO O DISORGANIZZATO, TRAUMI E DISTURBI DI APPRENDIMENTO

I soggetti che presentano un attaccamento insicuro o disorganizzato hanno un

ritardo nello sviluppo psicomotorio e un disturbo di apprendimento.

Un attaccamento insicuro o disorganizzato determina la perdita di: identità,

sicurezza, fiducia negli altri e in sé

Il disturbo dell’attaccamento è l’origine dei disturbi di apprendimento tramite un

inadeguato o carente sviluppo delle funzioni psicomotorie e psicolinguistiche.

Il disturbo di apprendimento è l’esito di traumi che generano disturbi

dell’integrazione psiche-soma.

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PSICOMOTRICITA’ NEUROFUNZIONALE E DSA

Un tale inquadramento dei DSA permette di ipotizzare percorsi riabilitativi specifici per ogni problematica, consentendo di preparare un reale programma di prevenzione prima dell’ingresso nella scuola primaria e un percorso riabilitativo efficace , sorretto altresì da interventi psicoterapeutici precoci con lo scopo di alleviare il soggetto dagli eventuali esiti traumatici dei traumi dell’attaccamento. La possibilità di intervenire nel periodo della scuola dell’infanzia con percorsi di psicomotricità neurofunzionale , favorenti il funzionamento del sistema vestibolare e l’arricchimento percettivo possono essere un appropriato sistema di prevenzione dei DSA.

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EDUCAZIONE FUNZIONALE ETEP RED

La teoria multifattoriale, in base a quanto fin qui esposto, prevede un percorso di rieducazione particolare per i soggetti con DSA, diversificato a seconda che si tratti di tipo funzionale o tipo cognitivo.

La metodologia psicocinetica del TEP RED (Elena Simonetta) è la modalità attraverso la quale si riducono gli effetti del disfunzionamento vestibolare e si consente al soggetto di compensare o eliminare le difficoltà di codifica e decodifica fonetica e inoltre di colmare le eventuali lacune gnosiche di base.

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LE DIVERSE PROFESSIONI A FAVORE DELLA PERSONA CON DSA

• La teoria multifattoriale consente ad ogni professionista di offrire il proprio contributo nell’ottica della unicità e inscindibilità della persona umana.

• Il corpo e le funzioni psicomotorie del movimento , collegate al corpo, diventano elemento di collegamento e integrazione dello sviluppo delle potenzialità umane per realizzare gli apprendimenti.

• Lo sviluppo , l’integrazione e la stimolazione delle potenzialità psicosomatiche per realizzare gli apprendimenti diventano quindi l’oggetto del lavoro dei professionisti che si occupano di prevenzione, educazione, trattamento e detraumatizzazione delle persone con DSA

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MA …..

A SCUOLA ????

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A SCUOLA

SONO PRESENTI I SEGUENTI PROBLEMI:

– Il problema del fare fatica

– Il problema dell’autonomia

– Il problema dello sforzo per leggere e scrivere

– Le misure compensative e dispensative

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CHE COSA FARE A SCUOLA IN UN’OTTICA DI PREVENZIONE

• Verificare l’affermazione della prevalenza motoria genetica(già alla scuola dell’infanzia)

• Verificare la consapevolezza della lateralità senza la quale il confronto con il sistema numerico decimale posizionale è molto difficoltoso

• Favorire percorsi di Psicomotricità neurofunzionale sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola primaria

• Favorire l’autonomia negli apprendimenti e nel lavoro scolastico

. Divulgare e concordare con gli insegnanti la visione unitaria della persona

umana ,anche nella manifestazione dei DSA, contenuta in questa

presentazione

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