Elémire Zolla, l’attualità di un filosofo antimoderno

2
 Elémire  Z o l l a l’attualità di un filosofo antimoderno «Intendia mo blocca r e l’ev oluz ione  della malattia in  Aids e far  che  il p aziente poss a con  vive re con l’Hiv da port atore sa no senz a rischi per s é e  pe r altr i. È v ero, in Italia le c ondiz ioni  per l a r icer ca sono dif fici li , ma i o no n mollo» Il ricercatore che combatt e l’ Aids e la burocrazia  Arna ldo Carus o Professoredimicrobiologia all’Università di Brescia è il padre del vaccino AT-20, un farmaco sperimentale che nelle prossime settimane dovrebbe superare la fase I: Dovendo rispettare i tempi richiesti dall’Istituto Superiore della Sanità, dal 2013 inizia la fase II in sinergia con Germania e Gran Bretagna Alfonso Piscitelli arte dall’Italia la sperimentazione di un vaccino che promette di frenare l’azione dell’Hiv. Artefice di questa sperimentazione è Arnaldo Caruso, professore di microbiologia all’Università di Brescia e associato alla facoltà di Virologia del Maryland. Il ricercatore di origini calabresi è uno stretto collaboratore di Robert Gallo, che nel 1983 isolò il virus dell’Aids insieme a Montagnier. In un recente saggio su “Blood”, la prestigiosa rivista della Società Ematologica Americana, Caruso spiega come creando anticorpi per una proteina particolare dell’Hiv si possa inibire la sua azione demolitrice riguardo al sistema immunitario. La sperimentazione sta concludendo in queste settimane la fase I (quella in cui si testa l’innocuità del vaccino e la presenza di reazioni anticorporali). Nella fase II si allargher à il numero dei partecipanti e si testerà l’efficacia del vaccino al di ogni possibile effetto placebo. Ne abbiamo parlato col professor Caruso. Il vaccino si chiama AT-20: sembra un po’ il no- me di un treno … Dove è che vuole arrivare?  Vuole arriv are a bloccare l’e voluzione della malattia in AIDS e far sì che il paziente possa convivere con l’Hiv come “port atore sano” senza rischi per sé e per altri. Si chiama AT dalle iniziali del mio maestro P  Adolfo Tura no, scomparso pre maturamen te, il numero 20 sta a indicare una sequenza di 20 amminoacidi che mima la porzione funzionale della proteina p17. E a sua volta questa p17… È la proteina del virus che, a nostro avviso, danneggia il sistema immunitario delle persone infette dall’Hiv. Il vaccino vuole insegnare al sistema immunitario dei pazienti dove colpire questa proteina perché se ne possa bloccare l’attività. Diciamo l’aculeo dello scorpione. L’Hiv sarebbe uno scorpione innocuo se ne inattiviamo il veleno: la p17 appunto. La fase I della sperimentazione ha già fornito risultati davvero incoraggianti. I dati in nostro possesso lasciano presupporre che tutti i vaccinati avrebbero risposto positivamente, generando anticorpi. Notizie dei volontari? Molti di loro hanno riferito effetti positivi ma è solo da uno studio di fase II che potremo stabilire che non si tratti di un effettoplacebo. Che tipo di pazienti hanno già sperimentato il  vacc ino? Sono pazienti nei quali la replicazione del  virus è tenuta sotto controllo e ch e hanno continuato a prendere i farmaci anti- retrovirali. Lei però ritiene che in futuro il vaccino possa es- sere un’alternativa alla somministrazione di quel genere di farmaci? È la nostra scommessa. Negli anni ’80 gli infettivologi non sapevano cosa dare a pazienti che morivano nell’arco di pochi anni. Negli anni Novanta la rivoluzione della HAART: sigla che sta ad indicare l’insieme di farmaci che ha cronicizzato la malattia. Si è passati dalla condanna a morte all’erga- stolo … C’è stato un grande ampliament o delle aspettative di vita. Ed ora c’è anche la prospettiva di un vaccino terapeutico: se bloccando la proteina p17 si riesce a bloccare la replicazione del virus, ciò potrebbe significare la liberazione dall’incubo dell’Hiv per chi ha avuto la sfortuna di incontrarlo. Ma di solito i vaccini non funzionano solo su persone che non hanno ancora contratto la ma- lattia? Per vaccino io intendo una molecola che inoculata in un paziente genera risposte immunitarie protettive prima assenti. Un  vaccino prev entivo gen era anticorpi protettivi contro qualcosa che potrebbe infettarlo (ad esempio il vaccino anti- influenzale) e che non lo farà ammalare quando egli verrà in contatto con il vero agente infettante. Un vaccino terapeutico si comporta allo stesso modo: genera una immunità prima assente nell’organismo già infetto, mettendolo al riparo dall’evoluzione della malattia. Quando comincerà la fase II? Dovendo rispettare i tempi richiesti dall’Istituto Superiore della Sanità, riteniamo all’inizio del 2013. Parteciperanno alla sperimentazione istituti di ricerca di altre nazioni, come la Germania e la Gran Bretagna. Uno scienziato che non “emigra”, ma fa parti- re dall’Italia una sperimentazione che poi si estende all’estero … … lottando ogni giorno con la miopia di chi governa, che sembra non comprendere, che solo finanziando la ricerca in maniera congrua ed equilibrata si potrà dare al nostro Paese un nuovo slancio. Ma posso dirle anche un’altra cosa? Cosa? Se è vero che in Italia le condizioni per la ricerca sono difficili, è anche vero che è troppo facile la via della “emigrazione intellettuale”. Penso che i ricercatori italiani debbano imparare a diventare “manager” della loro ricerca, creando la giusta sinergia con i privati, con le fondazioni. A volte andare all’estero rappresenta la scelta più facile. Io sono rimasto in Italia. Il ricercatore di origini calabresi è uno stretto collaboratore di Robert Gallo, che nel 1983 isolò il virus dell’Aids insieme a Montagnier Strega e Tolkien A dieci anni dalla morte non perde di efficacia l’insegnamento del filosofo torinese. Lo studioso di miti e religioni che nel 1956 vinse il premio Strega con “Minuetto all’inferno”, combatteva la logica delle appartenenze tanto care agli intellettuali presenti e passati. La prima prefazione al “Signore degli Anelli” di Tolkien porta la sua firma Alberto Samonà a filosofia non è mero sapere accademico, ma possibilità esistenziale per indagare la natura, l’esistenza dell’uomo e la realtà di ogni giorno. È questa l’impronta indelebile lasciata da Elémire Zolla, pensatore e storico delle religioni scomparso dieci anni fa, il cui pensiero è un’indiscussa guida per comprenderel’universo tradizionale. L’insegnamento del filosofo torinese oggi può, infatti, rappresentare un faro per una ricerca filosofica libera dai diktat delle ideologie post- marxiste, che appaiono ancora dure a mollare la presa, specie nelle aule di certe facoltà universitar ie italiane, spesso culle per indottrinamen ti posticci. Nel 1959, con l’uscita di “L’ecliss i dell’intellettuale ”, esprisse in modo lucido il ruolo degli intellettuali, spesso asserviti ai dettami della cultura dominante e alle ideologie in  voga. Nella sua critica al mondo moderno egli non è amato dai fautori del pensiero laicista e nemmeno da certo intransigen te intellettualismo cattolico, perché da laico, affonda il coltello nell’essenza umana, ma lo fa con gli strumenti della ricerca interiore, con una profonda sete di metafisica e di spiritualità. Tra i suoi allievi, Roberto Calasso Fra gli studenti che frequentano le sue lezioni di Lingua e letteratura angloamericana L all’Università di Roma, negli anni sessanta c’è il giovane Roberto Calasso, destinato a diventare negli anni successivi uno dei più interessanti editori del panorama italiano. Fra il 1969 e il 1971 escono tre sue opere fondamentali, “Potenze dell’anima”, “I letterati e lo sciamano”, “Che cos’è la tradizione”, nelle quali approfondisce l’idea di anima nelle tradizioni religiose pagane e cristiane, rappresenta la figura dell’indiano nella letteratura americana e affronta il tema del rapporto conflittuale fra  Tradizione e progres so nella società contemporanea. Sempre nel 1969, Elémire Zolla fonda la rivista «Conoscenza religiosa», le cui pubblicazioni continuano ininterrotta mente fino al 1983: quattordici anni in cui il cenacolo costituitosi attorno a questa esperienza editoriale approfondisce tematiche legate alla qabalah, all’alchimia, alle visioni religiose, allo sciamanesimo, al sufismo, al taoismo, al buddhismo e a molti altri aspetti della conoscenza tradizionale. Nel 1970 è Zolla a firmare l’introduzione all’edizione italiana de “Il Signore degli anelli” di Tolkien: «Le fiabe, insegna Tolkien, hanno tre volti – scrive Zolla – quello mistico che guarda al soprannaturale, quello magico indirizzato alla natura e infine lo specchio di scorno e pietà che offrono all’uomo. La triade della terra, del cielo e dell’essere in cui s’incontrano, definisce la fiaba». 8 DOMENICA27 MAGGIO2012 DOMENICA27MAGGIO2012 9

description

Articolo di Alberto Samonà, pubblicato il 27 maggio sul "Secolo d'Italia"

Transcript of Elémire Zolla, l’attualità di un filosofo antimoderno

8

DOMENICA 27 MAGGIO 2012

DOMENICA 27 MAGGIO 2012

9

Elmire lattualit di un filosofoIntendiamo bloccare levoluzione della malattia in Aids e far s che il paziente possa convivere con lHiv da portatore sano senza rischi per s e per altri. vero, in Italia le condizioni per la ricerca sono difficili, ma io non molloAlberto Samona filosofia non mero sapere accademico, ma possibilit esistenziale per indagare la natura, lesistenza delluomo e la realt di ogni giorno. questa limpronta indelebile lasciata da Elmire Zolla, pensatore e storico delle religioni scomparso dieci anni fa, il cui pensiero unindiscussa guida per comprendere luniverso tradizionale. Linsegnamento del filosofo torinese oggi pu, infatti, rappresentare un faro per una ricerca filosofica libera dai diktat delle ideologie postmarxiste, che appaiono ancora dure a mollare la presa, specie nelle aule di certe facolt universitarie italiane, spesso culle per indottrinamenti posticci. Nel 1959, con luscita di Leclissi dellintellettuale, esprisse in modo lucido il ruolo degli intellettuali, spesso asserviti ai dettami della cultura dominante e alle ideologie in voga. Nella sua critica al mondo moderno egli non amato dai fautori del pensiero laicista e nemmeno da certo intransigente intellettualismo cattolico, perch da laico, affonda il coltello nellessenza umana, ma lo fa con gli strumenti della ricerca interiore, con una profonda sete di metafisica e di spiritualit.

Zolla antimoderno

IlP

ricercatoreche combatte lAids e la burocraziaAdolfo Turano, scomparso prematuramente, il numero 20 sta a indicare una sequenza di 20 amminoacidi che mima la porzione funzionale della proteina p17. E a sua volta questa p17 la proteina del virus che, a nostro avviso, danneggia il sistema immunitario delle persone infette dallHiv. Il vaccino vuole insegnare al sistema immunitario dei pazienti dove colpire questa proteina perch se ne possa bloccare lattivit. Diciamo laculeo dello scorpione. LHiv sarebbe uno scorpione innocuo se ne inattiviamo il veleno: la p17 appunto. La fase I della sperimentazione ha gi fornito risultati davvero incoraggianti. I dati in nostro possesso lasciano presupporre che tutti i vaccinati avrebbero risposto positivamente, generando anticorpi. Notizie dei volontari? Molti di loro hanno riferito effetti positivi ma solo da uno studio di fase II che potremo stabilire che non si tratti di un effetto placebo. Che tipo di pazienti hanno gi sperimentato il vaccino? Sono pazienti nei quali la replicazione del virus tenuta sotto controllo e che hanno continuato a prendere i farmaci antiretrovirali. Lei per ritiene che in futuro il vaccino possa essere unalternativa alla somministrazione di quel genere di farmaci? la nostra scommessa. Negli anni 80 gli infettivologi non sapevano cosa dare a pazienti che morivano nellarco di pochi anni. Negli anni Novanta la rivoluzione della HAART: sigla che sta ad indicare linsieme di farmaci che ha cronicizzato la malattia. Si passati dalla condanna a morte allergastolo C stato un grande ampliamento delle aspettative di vita. Ed ora c anche la prospettiva di un vaccino terapeutico: se bloccando la proteina p17 si riesce a bloccare la replicazione del virus, ci potrebbe significare la liberazione dallincubo dellHiv per chi ha avuto la sfortuna di incontrarlo. Ma di solito i vaccini non funzionano solo su persone che non hanno ancora contratto la malattia? Per vaccino io intendo una molecola che inoculata in un paziente genera risposte immunitarie protettive prima assenti. Un vaccino preventivo genera anticorpi protettivi contro qualcosa che potrebbe infettarlo (ad esempio il vaccino antiinfluenzale) e che non lo far ammalare quando egli verr in contatto con il vero agente infettante. Un vaccino terapeutico si

L

Alfonso Piscitelliarte dallItalia la sperimentazione di un vaccino che promette di frenare lazione dellHiv. Artefice di questa sperimentazione Arnaldo Caruso, professore di microbiologia allUniversit di Brescia e associato alla facolt di Virologia del Maryland. Il ricercatore di origini calabresi uno stretto collaboratore di Robert Gallo, che nel 1983 isol il virus dellAids insieme a Montagnier. In un recente saggio su Blood, la prestigiosa rivista della Societ Ematologica Americana, Caruso spiega come creando anticorpi per una proteina particolare dellHiv si possa inibire la sua azione demolitrice riguardo al sistema immunitario. La sperimentazione sta concludendo in queste settimane la fase I (quella in cui si testa linnocuit del vaccino e la presenza di reazioni anticorporali). Nella fase II si allargher il numero dei partecipanti e si tester lefficacia del vaccino al di ogni possibile effetto placebo. Ne abbiamo parlato col professor Caruso. Il vaccino si chiama AT-20: sembra un po il nome di un treno Dove che vuole arrivare? Vuole arrivare a bloccare levoluzione della malattia in AIDS e far s che il paziente possa convivere con lHiv come portatore sano senza rischi per s e per altri. Si chiama AT dalle iniziali del mio maestro

Il ricercatore di origini calabresi uno stretto collaboratore di Robert Gallo, che nel 1983 isol il virus dellAids insieme a Montagnier

comporta allo stesso modo: genera una immunit prima assente nellorganismo gi infetto, mettendolo al riparo dallevoluzione della malattia. Quando comincer la fase II? Dovendo rispettare i tempi richiesti dallIstituto Superiore della Sanit, riteniamo allinizio del 2013. Parteciperanno alla sperimentazione istituti di ricerca di altre nazioni, come la Germania e la Gran Bretagna. Uno scienziato che non emigra, ma fa partire dallItalia una sperimentazione che poi si estende allestero lottando ogni giorno con la miopia di chi governa, che sembra non comprendere, che solo finanziando la ricerca in maniera congrua ed equilibrata si potr dare al nostro Paese un nuovo slancio. Ma posso dirle anche unaltra cosa? Cosa? Se vero che in Italia le condizioni per la ricerca sono difficili, anche vero che troppo facile la via della emigrazione intellettuale. Penso che i ricercatori italiani debbano imparare a diventare manager della loro ricerca, creando la giusta sinergia con i privati, con le fondazioni. A volte andare allestero rappresenta la scelta pi facile. Io sono rimasto in Italia.

Strega e TolkienA dieci anni dalla morte non perde di efficacia linsegnamento del filosofo torinese. Lo studioso di miti e religioni che nel 1956 vinse il premio Strega con Minuetto allinferno, combatteva la logica delle appartenenze tanto care agli intellettuali presenti e passati. La prima prefazione al Signore degli Anelli di Tolkien porta la sua firma

Arnaldo CarusoProfessore di microbiologia allUniversit di Brescia il padre del vaccino AT-20, un farmaco sperimentale che nelle prossime settimane dovrebbe superare la fase I: Dovendo rispettare i tempi richiesti dallIstituto Superiore della Sanit, dal 2013 inizia la fase II in sinergia con Germania e Gran Bretagna

Tra i suoi allievi, Roberto Calasso Fra gli studenti che frequentano le sue lezioni di Lingua e letteratura angloamericana

allUniversit di Roma, negli anni sessanta c il giovane Roberto Calasso, destinato a diventare negli anni successivi uno dei pi interessanti editori del panorama italiano. Fra il 1969 e il 1971 escono tre sue opere fondamentali, Potenze dellanima, I letterati e lo sciamano, Che cos la tradizione, nelle quali approfondisce lidea di anima nelle tradizioni religiose pagane e cristiane, rappresenta la figura dellindiano nella letteratura americana e affronta il tema del rapporto conflittuale fra Tradizione e progresso nella societ contemporanea. Sempre nel 1969, Elmire Zolla fonda la rivista Conoscenza religiosa, le cui pubblicazioni continuano ininterrottamente fino al 1983: quattordici anni in cui il cenacolo costituitosi attorno a questa esperienza editoriale approfondisce tematiche legate alla qabalah, allalchimia, alle visioni religiose, allo sciamanesimo, al sufismo, al taoismo, al buddhismo e a molti altri aspetti della conoscenza tradizionale. Nel 1970 Zolla a firmare lintroduzione alledizione italiana de Il Signore degli anelli di Tolkien: Le fiabe, insegna Tolkien, hanno tre volti scrive Zolla quello mistico che guarda al soprannaturale, quello magico indirizzato alla natura e infine lo specchio di scorno e piet che offrono alluomo. La triade della terra, del cielo e dellessere in cui sincontrano, definisce la fiaba.