Elavia: la principessa di Vaglio - sfogliami.it di Vaglio... · Particolarmente ricchi i gioielli...
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Elavia: la principessa di Vaglio
Testi a cura degli alunni della classe IC scuola sec 1° grado dell’ I.C. “Don Milani “
Potenza IV, plesso di via Bramante:
Colangelo Giuseppe--Mecca Noemi--Micca Martina- Sabia Fabiola.
Ricerche e organizzazione : prof.sse Santarsiere Vita Emilia Maria, Matera Elvira.
Lavori grafici e manufatti a sbalzo su rame eseguiti dagli alunni della classe IC con il
coordinamento delle professoresse Silvia Copertino e Santarsiere V.E.
Docente referente: prof.ssa Santarsiere Vita Emilia
Elavia: la principessa di Vaglio
Il racconto, ispirato dalla visita al Museo Adamesteanu, è suddiviso in due parti. La prima vuole essere una ricostruzione, non priva di fantasia, di due ipotetiche giornate della principessa bambina di Vaglio, l’ambientazione è quella dell’insediamento dei Peuketiantes a Serra di Vaglio e del santuario della Dea di Garaguso. La storia degli antichi abitanti della Lucania viene rievocata attraverso i reperti del museo che sono testimonianza delle loro usanze e della loro civiltà. Nella seconda parte abbiamo immaginato la riscoperta della nostra storia in un lontanissimo futuro, quando la testimonianza dei reperti rievoca alla memoria non solo le nostre radici ma anche un’antica vicenda umana che può farci ancora commuovere.
Cenni di storia
Parco archeologico di Serra di Vaglio e i Peuketiantes
Il parco è un sito archeologico situato nel comune di Vaglio di Basilicata in località '"Serra di Vaglio". Si trova a 1.100 m s.l.m., su un'elevazione che domina la via di comunicazione lungo la valle del Basento, tra la colonia greca di Metaponto e le zone dell'interno e i centri tirrenici della Campania meridionale. La prima fase dell'abitato risale all'VIII secolo a.C., con nuclei di capanne separati da zone per le sepolture. Questo abitato è stato attribuito a popolazioni indigene identificate con i Peuketiantes, ricordati dallo storico Ecateo di Mileto, caratterizzate dalla sepoltura dei morti in posizione fetale.
Alla fine del VII secolo a.C. sul lato orientale, alle pendici dell'altura, fu costruita una residenza principesca, fornita di decorazioni architettoniche in terracotta dipinta di tipo greco, dovute probabilmente agli artigiani di Metaponto.
All'élite aristocratica della città sono riferibili le tombe rinvenute nella vicina necropoli di "Braida di Vaglio" tra il 1994 e il 1995 e datate tra la fine del VI e la metà del V secolo a.C. I corredi delle sepolture (nove coperte da un tumulo di pietra) sono di grande ricchezza, come manifestazione del potere della famiglia, e testimoniano l'adozione di usi greci da parte delle classi dominanti locali: vi si trovano infatti vasi in bronzo e ceramiche da mensa di importazione etrusca o greca, legati al rito del banchetto. Anche le armi degli uomini e i gioielli delle donne sono di tipo greco. Particolarmente ricchi i gioielli di una "principessa", morta bambina, e rivestita probabilmente degli ornamenti destinati alla futura cerimonia di nozze, tra cui notevoli pendenti e perle di collana in ambra. I corredi delle tombe sono esposti nel Museo archeologico nazionale della Basilicata, a Potenza.
Il santuario di Garaguso
Garaguso piccolo centro in provincia di Matera, occupa un posto di particolare rilievo nel mondo religioso della Lucania antica, certo per la sua posizione geografica: ubicata sulle alture che separano le vicine vallate dei fiumi Basento e Salandrella-Cavone, è alla confluenza di importanti strade antiche che, partendo dalla costa ionica, penetravano nella Lucania interna.
Il rinvenimento fortuito della «Dea di Garaguso» e gli scavi dei depositi votivi Autera e Altieri hanno rivelato un importante centro di culto intensamente frequentato dalla metà del VI fino alla fine del IV sec. a.C. da genti di cultura greca che, in una zona abitata da popolazioni indigene, hanno venerato una divinità femminile in un suggestivo ambiente naturale caratterizzato da grotte
e sorgenti (Grotte delle Fontanelle).
Principessa bambina
Antica principessa, i tuoi occhi dolci
guardano il giro infinito del fuso
mentre ascolti il rumore delle coppe
colme di vino e miele
e le voci dei forti guerrieri nella sala.
Il vento racconta alle querce
gesta di eroi e aspre battaglie,
clamore di spade e nitriti di cavalli,
mentre gli incensi, grati, si elevano agli Dei.
Il sole riscalda il tuo cuore
ricolmandolo di gioie e di speranze,
la dolce litania della vita ti accompagna
e tu, tu sorridi al sole,
stringendo al petto la tua bambola preferita.
(V.E. Santarsiere)
La principessa di Vaglio
Oh, principessa
che la morte trovasti bambina,
dopo lunga, lunga malattia.
Tu, che al compiere degli anni visitasti il tempio della Dea.
Tu che aspettavi tuo padre
di ritorno dai campi di guerra,
avevi la gioia della festa negli occhi
e l’attesa nel cuore.
A te che i tuoi parenti, con l’animo triste
e gli occhi pieni di pianto l’ultimo saluto fecero,
io penso.
Penso alla tua storia affascinante, meravigliosa,
velata di tanta tristezza.
(Giuseppe Colangelo)
VI sec. a.C. - Il ritorno del Basileus
Da questa mattina è tutto un fervore di preparativi nella mia casa, i servi hanno pulito la casa,
lucidate le lucerne, lavati i Kylikes (le coppe attiche per il vino mielato), i Pithoi (vasi per il cibo)
sono stati riempiti di cibo, olive, mandorle dolci, i Khantaroi (vasi) sono ricolmi di vino dell’Enotria,
nei forni stanno cuocendo le focacce.
Grandi teli tessuti da mia madre e decorati con ricami greci sono stati stesi sulle tavole per il
banchetto. Oggi è un grande giorno perché mio padre, il BASILEUS, sta tornando dalla guerra.
Il mio nome è Elavia, sono figlia di un principe e di una sacerdotessa di HERA, proveniente da una
colonia greca, laggiù dove il cielo si rispecchia in una grande distesa di acqua che, come mi ha
detto mia madre si chiama thalassa. La sua città fu fondata tanto tanto tempo fa da guerrieri
ACHEI provenienti da una terra lontana.
Fuori è la stagione delle piogge e io non posso uscire a giocare con le altre bambine, ma mi
divertirò a grattugiare il formaggio che verrà miscelato poi con il vino e giocherò alla guerra con il
mio fratellino più piccolo.
Ancora è vivo in me il ricordo di quando mio padre è partito e mia madre gli ha offerto una coppa
di vino e del cibo.
Ma, ecco, si sentono grida e rumore di zoccoli, il BASILEUS e i suoi guerrieri stanno arrivando
NOUMELOS, questo è il nome di mio padre, è un fiero guerriero, imponente nella sua armatura di
bronzo imbottita all’interno per proteggerlo meglio dai colpi di spada, ha lo scudo e gli schinieri,
sul capo indossa un magnifico elmo sormontato da un’aquila che lo fa sembrare un gigante, anche
i cavalli hanno pettorali e bardature che gli proteggono la testa (prometopidia). Sono emozionata
quando mi abbraccia sollevandomi da terra e mi accarezza i lunghi capelli profumati. Dal suo
viaggio mi ha portato doni, giochi e piccoli vasetti pieni di essenze.
Sono felice, sono tutti tornati sani e salvi, c’è un guerriero, KURELOS, dai lunghi capelli riccioluti
che mi sorride e mi saluta, ma io so che tra un po’ lui cercherà con i suoi occhi chiari, mia sorella
HERACLIA, che è dietro di me e che diventerà tutta rossa come il sole al tramonto. Mi chiedo
chissà perché questi grandi sono davvero complicati, ma a me non importa perché prima che
cominci il banchetto devo raccontare alla mia bambola SELENIS tutto quello che è successo, poi mi
incanterò a guardare la mia abile nutrice, che fa girare il fuso per filare la lana, che servirà a
confezionare un mantello per mio padre.
Il sole è nascosto dalle nuvole e il vento urla alle montagne, ma il mio cuore è sereno e questo mi
fa sorridere sempre.
VI SEC a.C. – Un giorno di primavera
È il giorno del mio Genetliaco, la stagione delle piogge e del freddo è finita, già vedo crescere
quassù su questa rocca (Serra di Vaglio) i miei fiori preferiti, il vento ha portato via le nuvole e la
mia malattia, le febbri e i dolori, curati da un greco di SIRIS con erbe miracolose.
Stiamo andando al Santuario della DEA delle acque per ringraziarla della mia guarigione, il carro
viaggia lentamente mentre scende dalla montagna e mio fratello strilla e gioca con il suo
minuscolo carretto; questo sentiero scende a valle vicino al fiume (Basento), poi risalirà per
arrivare alle grotte della Dea. Appena arrivati vediamo una processione di persone che cantano
mentre recano alle grotte statuine votive, piccole hydriai, (vasetti per acqua o unguenti) phiale
(piccole coppe per il cibo), altri fanno molti sacrifici alla dea tra il fumo dell’incenso. Per me è una
sensazione nuova e sono incuriosita da tutto quello che vedo, mentre porto alla Dea una collana
fatta con i fiori. Oggi per me è un giorno speciale e non finirà così presto; infatti, dopo aver fatto le
nostre offerte e le preghiere, dobbiamo essere a casa prima del tramonto perché ci sarà un grande
banchetto per festeggiare il giorno della mia nascita che è avvenuta moltissime lune fa, come mi
ha spiegato la mia nutrice.
È ormai sera, nella mia dimora sono stati accesi i fuochi, sulle braci cuoce la carne, si sente odore
di spezie e il profumo della focaccia con miele e mandorle che è davvero squisita.
Tra i canti degli invitati mio padre mi chiama e mi fa aprire un grande scrigno dove ci sono i doni:
un diadema con vaghi e pendenti d’oro, decorato con figure di tori, leoni, cavalli e palmette, dei
ferma trecce e una collana a più fili con vaghi di oro e perle di ambra alcune a forma di animali e di
cyprea (conchiglia): è bellissima!!
Mia madre mi ha detto che l’ambra è una pietra così magica che a volte imprigiona insetti e foglie
e proviene da una terra lontana e fredda, questi gioielli saranno un giorno il mio ornamento di
nozze. Questo per me è un giorno lontano, sconosciuto. Per ora sono troppo indaffarata a giocare
con le altre bambine, con le nostre piccole pentoline abbiamo preparato un ricco banchetto per le
bambole, intanto ci rimpinziamo di focacce raccontandoci i nostri segreti di bimbe.
In fondo che cos’è la felicità se non un giorno come questo?
Anno 3016 dopo Cristo - La scoperta
Un leggero ronzio preannuncia che il computer centrale ha dato il comando per l’apertura delle
capsule di ibernazione. Il mio viaggio intergalattico sta per terminare, mi sento ancora intorpidito,
ma un buon caffè mi risveglierà del tutto. Sono un archeobiologo di ritorno da un sopralluogo
sull‘esopianeta XE10052 scoperto di recente, dove sono state trovate tracce di vita. Ora con
l’astronave io e la mia équipe stiamo rientrando dalla missione dopo aver raccolto campioni di
semi e piante fossili. Dalla Terra mi hanno comunicato che è stata fatta un’importante scoperta
nella mia città natale, Potenza, ed è lì che mi recherò.
Dopo millenni, della mia città antica è rimasto ben poco: alcuni ruderi di chiese e della cattedrale,
un ponte chiamato Musmeci e resti di abitazioni nel centro storico, tutto conservato sotto grandi
cupole trasparenti, tutto intorno è un esteso parco che va dalla collina di Montereale fino al
Basento, la città è stata ricostruita con criteri avveniristici e soluzioni ecologiche su di una grande
piattaforma sospesa in cielo che trae la sua energia da celle solari e mulini eolici.
Sono arrivato e l’emozione è forte, lì dove aveva inizio l’antica via Pretoria, vicino ai ruderi della
Cattedrale, sotto strati di sedimenti è stato riportato alla luce il palazzo Loffredo, sede del museo
nazionale Adamesteanu, come testimoniano gli antichi testi.
Qui la concitazione è forte, cronisti di ogni provenienza documentano lo svolgimento dei lavori.
Sono state riportate alla luce le sale superiori ed inferiori dell’edificio, le teche di vetro e molti
reperti sono in frantumi. Vengono rimossi gli ultimi calcinacci e, tra la meraviglia generale, brilla
una teca quasi intatta contenente vasi in miniatura, coppe, olle, monili di oro, un diadema.
Il respiro manca a tutti quando il soprintendete mostra una splendida collana multifilo di perle di
ambra e oro, intatta, le macchine da ripresa filmano e trasmettono al mondo ologrammi della
mitica collana della principessa di Vaglio.
Quello che da molti era ritenuta una leggenda raccontata dagli antichi testi del XXI secolo è una
realtà che documenta l’esistenza di una bambina che è vissuta più di tremila anni fa e che ora
riemerge dalle nebbie del tempo; la sua favolosa collana di ambre trasparenti apre un varco nella
storia tornando a raccontarci la bella favola di una piccola vita rapita troppo presto dal destino.
Ho gli occhi lucidi...
Fonti bibliografiche e sitografiche
Adamesteanu, Dino
La Basilicata antica, Storia e monumenti, Cava dei Tirreni Di Mauro,1974.
Garaguso guida turistica APT.
Battiloro, I- Osanna, M
Brateis datas, Pratiche rituali, votivi e strumenti del culto dei santuari della Lucania antica, Venosa,
Osanna,2011.
Bottini, Angelo (a cura di)
Basileis. I più recenti rinvenimenti a Braida di Serra Di Vaglio, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca di
Stato ,1995.
Greco, Giovanna (a cura di)
Serra di Vaglio: la casa dei Pithoi, Modena, Panini 1991.
Museo archeologico nazionale “Dinu Adamesteanu” http:/ /www.comune. potenza.it/index.php/eventi-e-manifestazioni/827-museo- archeologico-nazionale-
della-basilicata-dinu-adamesteanu
Soprindendenza archeologica della Basilicata http://www.basilicata.beniculturali.it/index.php?option=comk2&view=item&layout=item&id