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1 LA PRINCIPESSA E IL RANOCCHO MATERIALE DIDATTICO PRESENTAZIONE LA FAVOLA ORIGINALE DEI FRATELLI GRIMM IL NOSTRO SPETTACOLO LE CANZONI Testi stimoli e giochi

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LA PRINCIPESSA E IL RANOCCHO MATERIALE DIDATTICO

• PRESENTAZIONE

• LA FAVOLA ORIGINALE DEI FRATELLI GRIMM • IL NOSTRO SPETTACOLO LE CANZONI

Testi stimoli e giochi

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Ecf Teatro presenta

“La Principessa e il Ranocchio” TESTO E REGIA DI ARIANNA DE GIORGI E DANIELA REMIDDI MUSICHE DI JASON GOODMAN SCENE COSTUMI MASCHERE E PUPAZZI DI DANIELA REMIDDI CON LORENZA DAMIANI, FRANCESCO MONTINGELLI, ALESSIA SORBELLO, ANDREA TROVATO Torna la classica fiaba dei fratelli Grimm della Principessa viziata e dispettosa che non mantiene la promesse fatte. La nostra protagonista tra avventure e incontri con personaggi strani e divertenti imparerà a non disprezzare chi aiuta nel momento del bisogno e che spesso l’apparenza inganna: il brutto ranocchio non è altro che un principe tramutato da un incantesimo malvagio. Nella nostra versione piena di canzoni e balli stravaganti, la fiaba comunica anche che la forza del sentimento e il rispetto per l’altro devono guidarci in ogni momento della vita, perché la diversità deve essere considerata come dimensione della persona e non come elemento di emarginazione. Particolare attenzione è inoltre rivolta alla rappresentazione della figura del Ranocchio che ci permette di parlare del mondo animale stimolandone il rispetto e la convivenza. Attori, maschere e lussuosi costumi ci trasportano in una dimensione fantastica e fantasiosa ricca di colpi di scena e poesia.

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La FAVOLA originaria dei fratelli GRIMM… «C'era una volta una principessa che si annoiava non sapendo come passare il tempo. Prese allora una palla d'oro, con la quale soleva spesso giocare, e si addentrò nel bosco fino a dove si trovava una sorgente d'acqua pura e fresca. Là si sedette e si divertiva a gettare la palla in alto e a riprenderla. Le accadde tuttavia di lanciarla molto in alto. Ella tendeva già le braccia per afferrarla, ma la palla ricadde al suolo e rotolò in acqua. La principessa, spaventata, la guardò affondare, e la fonte era profonda, a perdita d'occhio. Quando la palla fu scomparsa del tutto, la fanciulla incominciò a piangere e gridò: -Ah! La mia palla d'oro! Darei qualsiasi cosa per poterla riavere: i miei vestiti, le mie pietre preziose, le mie perle, perfino la mia corona d'oro-. Come ebbe pronunciato queste parole, un ranocchio sporse la sua grossa testa dall'acqua e disse: -Principessa, perché mai ti affliggi così miseramente?-. -Ah,- rispose la fanciulla -tu, brutto ranocchio, come potresti aiutarmi? La mia palla d'oro è caduta nella fonte!- Il ranocchio rispose: -I tuoi vestiti, le tue pietre preziose, le tue perle, perfino la tua corona non mi interessano; ma se mi accetti come amico e compagno, se potrò sedere alla tua tavolina, mangiare dal tuo piattino d'oro, bere dal tuo bicchierino e dormire nel tuo lettino, allora ti ripescherò la palla-. La principessa pensava in cuor suo: "Che va mai blaterando questo ranocchio balordo! Un ranocchio non può essere compagno di una creatura umana e deve rimanere in acqua con i suoi simili; ma forse può riportarmi la palla". Allora gli rispose: -Riportami soltanto la mia palla d'oro e poi, per conto mio, tutto ti sarà concesso-. Come ebbe detto questo, il ranocchio immerse la testa in acqua, si tuffò e poco dopo tornò in superficie remigando; aveva la palla in bocca e la buttò sull'erba. La principessa si rallegrò di riavere fra le mani il suo giocattolo. Il ranocchio disse: -Ora aspetta, principessa, e prendimi con te-. Ma era come se avesse parlato al vento: ella non lo ascoltò affatto, corse a casa con la sua palla d'oro e non pensò più al ranocchio. Il giorno seguente, mentre sedeva a tavola con il re e i cortigiani, intenta a mangiare dal suo piatto d'oro, plitsch, platsch, qualcosa salì balzelloni la scala di marmo e quando fu in cima bussò alla porta e gridò: -Figlia di re, piccina, aprimi!-. Ella corse a vedere chi fosse fuori, ma quando aprì si vide davanti il ranocchio. Allora sbatté‚ precipitosamente la porta e tornò a sedersi a tavola, piena di paura. Il re si accorse che il cuore le batteva forte e disse: -Eh! di che cosa hai paura, c'è forse un gigante alla porta che ti vuol rapire?-. -Ah no!- rispose la ragazza -non è un gigante, bensì un brutto ranocchio che ieri nel bosco ha ripescato dall'acqua la mia palla d'oro. In cambio gli promisi che sarebbe diventato mio compagno, ma non avrei mai più pensato che potesse uscire dall'acqua. Ora è fuori e vuole venire da me!- In quel mentre si udì bussare per la seconda volta e gridare da fuori:-Figlia di re, principessa, aprimi la porta e ricorda la promessa! Rammenti? Fa' che non sia vana la

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promessa fatta vicino alla fontana!-Allora il re disse: -Quel che hai promesso, devi mantenerlo: va' e aprigli-. Ella andò e aprì; il ranocchio entrò e, sempre dietro di lei, saltellò fino alla sua sedia. Li si fermò e gridò: - Sollevami fino a te!-. La principessa non voleva, ma il re le ordinò di farlo. Quando il ranocchio fu sulla sedia accanto a lei disse: -Ora avvicinami il tuo piattino d'oro, così mangiamo insieme-. Ella obbedì di malavoglia e mentre il ranocchio mangiò di gusto, a lei rimase in gola ogni boccone. Poi egli disse: -Ho mangiato a sazietà e sono stanco; adesso portami su nella tua cameretta e metti in ordine il tuo lettino di seta: ci coricheremo per dormire-. La principessa incominciò a piangere amaramente: aveva paura del freddo ranocchio che ella non osava neppure toccare, e che ora doveva dormire nel suo bel lettino pulito. Il re allora la guardò con ira e disse: -Quel che hai promesso, devi mantenerlo. Il ranocchio è il tuo compagno-. La principessa non aveva più scuse: che volesse o no, doveva portare con s‚ il ranocchio, ma nel profondo del cuore era furiosa. Prese allora la bestia con due dita, la portò di sopra e quando fu a letto invece di prenderlo con sé lo gettò con tutte le sue forze contro la parete: -Adesso starai zitto, brutto ranocchio!- Ciò che cadde a terra, tuttavia, non era il corpo di un ranocchio morto, bensì un giovane principe, vivo e dagli occhi belli e ridenti. Di diritto e secondo il volere del padre, egli era ora il suo caro compagno e sposo. Si addormentarono insieme contenti e il giorno dopo, quando il sole li svegliò, giunse una carrozza trainata da otto cavalli bianchi, adorni di piume e con i finimenti d'oro. Dietro vi era il servo del giovane re, il fedele Enrico. Il fedele Enrico si era così afflitto quando il suo signore era stato trasformato in ranocchio, che si era fatto mettere tre cerchi di ferro intorno al cuore, perché non gli scoppiasse dall'angoscia. Ma ora la carrozza doveva portare il giovane re nel suo regno; il fedele Enrico vi fece entrare i due sposi, salì dietro, pieno di gioia per la liberazione. Quando ebbero fatto un tratto di strada, il principe udì dietro a sé uno schianto, come se qualcosa si fosse rotto, e gridò:- Enrico, si rompe la carrozza!- -No, no, Signore! Voi siete in errore! S'è rotto un cerchio del mio cuore, messo quando, mutato in rana, Vi vidi riflesso nella fontana!-Per due volte ancora si udì uno schianto durante il viaggio, e il principe pensava sempre che fosse il cocchio ad andare in pezzi; invece si trattava solamente dei cerchi che saltavano via dal cuore del fedele Enrico perché il suo padrone era di nuovo libero e felice».  

 

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Il nostro SPETTACOLO: le CANZONI

• La canzone dei ranocchi Zio Ranocchio: Cari bimbi ranocchini Adorati nipotini Or vi voglio raccontare Tutte quelle storie rare Con i maghi, mostri e fate E che son chiamate fiabe. Nipoti: Dai, racconta zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio Zio Ranocchio: Una bimba sta nel bosco Con il suo cappuccio rosso… Ed incontra un grosso lupo Forte, irsuto, verde e cupo Nipoti: Questa no, non la vogliamo Perché già la conosciamo Dai, racconta zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio Zio Ranocchio: Se stai buono, mio Ranocchio, ti racconto di Pinocchio… di quel buffo burattino che divenne un bel bambino Nipoti: Questa no, non la vogliamo Perché già la conosciamo Dai, racconta zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio

Zio Ranocchio: Cenerentola, la buona La matrigna brontolona, e le brutte sorellastre che sembravano pollastre … Nipoti: Questa no, non la vogliamo Perché già la conosciamo Dai, racconta zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio Zio Ranocchio: L’anatroccolo bruttino Era invece assai carino Era un cigno in verità Non diceva qua, qua, qua… Nipoti: Questa no, non la vogliamo Perché già la conosciamo Dai, racconta zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio Zio Ranocchio: e del nostro antenato Che bel principe era nato, ma una strega ha trasformato e un Ranocchio è diventato Nipoti: Questa sì che la vogliamo Perché non la conosciamo Dai, racconta Zio Ranocchio Occhio, occhio, occhio, occhio

VOGLIAMO RICORDARE ALTRE FIABE E FAVOLE CHE CONOSCIAMO?

VOGLIAMO CERCARE RIME? ECCONE QUI UN’ALTRA C’era un gatto con stivali Che correva nei viali… Era un gatto assai vivace Era audace e un po’ loquace.

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• La canzone della Principessa Principessa: Oggi è il giorno del mio compleanno Ho compiuto sedici anni Il re mio padre mi ha regalato Questo bel dono … una palla d’oro m’ha dato Ma quanto è bella la mia palla d’oro! È d’oro vero, è un capolavoro! Vola su in cielo, più in alto, più in sù Tra le mie mani torna qua giù E con un giro la lancio lontano

Ma la riprendo con una sola mano Ma quanto è bella la mia palla d’oro! È d’oro vero, è un capolavoro! Vola su in cielo, più in alto, più in sù Tra le mie mani torna qua giù E con un giro la lancio lontano Ma la riprendo con una sola mano Ma quanto è bella la mia palla d’oro! È d’oro vero, è un capolavoro!

CI RICORDIAMO CHE REGALI ABBIAMO RICEVUTO PER IL NOSTRO COMPLEANNO? E CHE CI PIACEREBBE TANTO RICEVERE….

• La canzone dei Fiori Fiori: cuccù, cuccù, cuccù, cuccù Proprio adesso siamo nati Siamo fiori ormai sbocciati Fiore 1: mi chiamo Martina Sono nata per prima

Sul prato sto in cima Mi piace la rima

Fiore 2: mi chiamo Donato

Per primo sono nato Sono aggraziato ed anche educato Sono già fidanzato!

Fiore 3: Mi chiamo Ernesto Sono nato più presto Son pronto, son desto Ma non sono modesto

Fiore 4: Mi chiamo Fernande

son’io la più grande! Profumo io espande Ah! Ho perso le mutande

Fiori: cuccù, cuccù, cuccù, cuccù Proprio adesso siamo nati Siamo fiori ormai sbocciati

C’ERA UNA VOLTA UNA MAMMA CHE AVEVA QUATTRO FIGLI E SICCOME VOLEVANO TUTTI ESSERE I “PRIMOGENITI” LEI, PER ACCONTENTARLI, SI INVENTO’, CON I NOMI DEI FIGLI, QUESTA FILASTROCCA SECONDO VOI QUALE DEI FIORI E’ IL PRIMOGENITO? QUANTI FIORI CONOSCIAMO CHE COMINCIANO CON LA LETTERA “A” E CON LA “B”……

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• La canzone delle Lepri e delle Tartarughe Tartarughe: chi va Lepri: lesto, certo arriva più presto Tartarughe: piano, Lepri: di sicuro non arriva lontano Tartarughe: va sano Lepri: aspetta, aspetta che diventi anziano Tartarughe: e va Lepri: andare lenti è un’assurdità Tartarughe: lontano Tartarughe: chi va Tartarughe: piano, Tartarughe: va sano Tartarughe: e va Tartarughe: lontano QUALI ANIMALI SONO “VELOCI” QUALI “LENTI”

• Le canzoni del Ranocchio 1^ Dentro il pozzo Ranocchio: son triste qui, in fondo al pozzo vivo una vita da sottosuolo sono ormai solo un Ranocchio e tutto per via di un malocchio ... cerco chi m’ ami, chi mi voglia bene cerco chi non guardi solo il mio viso cerco l’affetto che riempie il cuore cerco come tutti anche io l’amore… 2^ Dopo aver ripreso la palla d’oro… Ranocchio: Io dal pozzo la tua palla ho ripescato Sì tu me l’hai chiesto ed io ti ’ho aiutato! Non ti dimenticare della tua promessa Che m’hai fatto su pozzo, oh Principessa! Vicini alla tavola dobbiamo sedere Nello stesso bicchiere dobbiamo sì bere Dovrò mangiare nel tuo piattino Dobbiamo dormire in un solo lettino...

3^ Arrivato alla porta del palazzo Ranocchio:

Principessa dai, vieni ad aprire Il mio cuore non fare più soffrire Apri, svelta, mia Principessa Non ti ricordi della tua promessa??? voglio mangiare nel tuo piattino

voglio bere nel tuo bicchierino voglio mangiare ne tuo piattino voglio dormire nel tuo lettino

Oh Principessa, oh Principessa cara mantenere un impegno è cosa rara oh Principessa vieni, fammi entrare vicino a te io voglio sì restare oh Principessa, su vieni ad aprire con te nel tuo lettino io voglio dormire

voglio mangiare nel tuo piattino voglio bere nel tuo bicchierino voglio mangiare ne tuo piattino voglio dormire nel tuo lettino

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• La canzone dei Cuochi

prepariamo un buon pranzetto per la nostra principessa antipasto con salame per levar la prima fame io lo so che lei è ghiotta di fusilli con ricotta a lei piace la frittata con zucchine ed insalata lei va pazza pel gelato, con nocciola e cioccolato variegato alla nutella con pistacchio e stracciatella e per dolce? La crostata, ch’è la più desiderata poi la torta in gelatina per posar la candelina e la torta con la panna che per lei è una manna lei ama anche i bignè ben ripieni di caffè per finire? Frutta fresca! fichi, uva e una pesca ecco questo è un buon pranzetto per la nostra principessa

DOMANI OGNUNO DI VOI PORTA UNA “RICETTA” E POI FACCIAMO UN LIBRO CON TUTTE LE PIETANZE CHE CI PIACCIONO DI PIU’ E POI LO VENDIAMO AGLI AMICI, AI NONNI, AGLI ZII E CON IL RICAVATO COMPRIAMO ……

• Canzone della Fata E, si Principessa fanciulla mia cara, proprio tu, hai compiuto una cosa rara con le tue lacrime, con le tue carezze hai ridato al Principe le sue vere fattezze! Una maga cattiva l’aveva trasformato Per aver tutto per sé castello e casato. L’ansia di potere era stata così forte da infliggere all’erede questa crudele sorte. Finché una Principessa non avesse accettato di dargli il suo bicchiere, il suo piatto dorato di farlo dormire nel suo caldo lettino e alla fine di dargli pure un piccolo bacino! Principe Ranocchio un uomo sei tornato così era il tuo sogno e adesso s’è avverato. Un po’ superficiale eri oh bella Principessa

ma alla fine hai capito il valore di una promessa. Di questa strana storia il senso principale è che mai devi trattare male un animale! Perché il cuore che batte dentro ad petto per tutti è uguale e degno di rispetto.

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COME TUTTE LE STORIE, ANCHE QUESTA DELLA PRINCIPESSA E IL RANOCCHIO HA LA SUA MORALE…. E’ LA FATA, CHE APPARE ALLA FINE, CHE CE LA SPIEGA

• Canzone finale La canzone finale non ha testo…. Ripete in varie maniere la parola “AMORE” IN EFFETTI SE IN TUTTE LE COSE CHE FACCIAMO CI METTESSIMO “AMORE” IL MONDO SAREBBE VERAMENTE MIGLIORE

Vogliamo ora parlare di favole e fiabe? O meglio, per rimanere in tema con il nostro spettacolo, di favole e fiabe con gli

animali? Andiamo a conoscere chi furono i primi uomini a inventare fiabe

da raccontare ad altri uomini, e da lì ad altri ancora, fino a rendere i racconti una grande ricchezza per

l’umanità tutta!