C'era una volta BariLot

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Una novella per far sorridere tutti gli EmiLabbi nel giorno più atteso :)

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C’era una volta un regno dal soave nome “Barilot”,

dove re Emi I tranquillo governava un popolo

felice incapace di piangere, ma che solo riusciva a sorridere.

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Tutti felici si aggiravano tra i campi sterminati raccogliendo fiori e

canticchiando allegre canzoncine.Nessuno pativa la fame, nessun

cane, mulo o cavallo, si permetteva di defecare lì dove non concesso, nessuno si soffermava a criticare

futili buche per strada ed i bambini all’epoca non sapevano cosa

fossero le giostrine, tanto meno i vigili le garitte…che popolo felice!Il re aveva una figlia, bellissima,

ambita da tutti i principi delle contee vicine.

La giovane Ruth però era ancora nel fiore della sua età e assolutamente non pensava ai sentimenti d’amore

che reputava futili.Immersa nei piaceri della vita di corte, giocava a palla con le sue

dame di compagnia.

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A tutti i suoi pretendenti ripeteva una dolce nenia:

“Ruth 16 anni, Barilot”.

Insomma, la vita scorreva lieta, ed il sole splendeva con gioia.

Una triste notte d’estate, però, la catastrofe venne preannunciata

da forti lampi.Una losca figura iniziò a volteggiare

sulle case del villaggio.Urla si diffusero per le vie, le

mamme nascondevano i bambini, gli uomini impugnarono le forche

e all’improvviso le fiamme iniziarono a mangiare il paese.Quell’essere immondo che da

decenni lasciava tranquilli i villaggi di Barilot era tornato, per distruggere e saccheggiare e per

impossessarsi per sempre di quelle terre.

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Simeragon era tornato.

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Un urlo assordante rimbombò nei locali del castello, il re si

catapultò nella stanza della tenera Ruth.Era sparita.

Sul suo letto solo un messaggio scritto con il fuoco:

“se entro due giorni non mi avrai consegnato tutte le terre di Barilot, tua figlia diverrà mia

sposa.”Il re disperato urlò il nome del

suo leale amico, nonché mago e medico di corte, Lorussibum.

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Insieme iniziarono a camminare avanti e dietro per i corridoi del

castello in cerca di una soluzione al problema.

Il mago ricordò che l’unico modo per sconfiggere Simeragon era quello di trovare un cavaliere dall’animo puro, che con la forza della sua bontà avrebbe distrutto l’animo

malvagio del mostro.A Barilot però, cavalieri dall’animo

puro non ne esistevano, tutti si aggiravano spocchiosi con le loro

luccicanti armature a regalare complimenti alle gentili donzelle

del villaggio, senza probabilmente neanche sapere il significato della

parola “puro”.

Ecco che a quel punto, mentre la disperazione cresceva a dismisura,

una buffa figura si avvicinò.Il giullare di corte.

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Che oltre ad essere un burlone scansafatiche era ritenuto da tutti un matto, anzi ‘il matto’.

Ma proprio per la sua follia, spesso riusciva a trovare l’idea geniale.

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Si ricordò di quella persona che fu la sola ad aiutalo nei momenti

difficili.Infatti il povero giullare Gett,

prima di ricoprire tale ruolo, vagabondava nelle terre del regno, vivendo di elemosina.

Un giorno bussò alla porta di quest’uomo che fu il solo che gli diede asilo, lo aiutò a ripulirsi e lo spinse a proporsi per ricoprire quello che appunto ora è il suo

ruolo nel castello.E bene si, l’unica persona davvero

pura in tutto il villaggio era un povero contadino, di nome

Giò Zappa.

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Così arrivato nel castello, impaurito, Giò Zappa, si piegò alle volontà dal mago, bevve la

pozione, ed un’inquietante formula magica echeggiò

nell’aria:

“Procedi, procedibus, bim bum bam”

Una forte luce esplose, e la magia fu compiuta, il povero Giò

Zappa emerse dall’esplosione con una luccicante armatura ed

una scintillante spada.La sua calda voce recitò:

“sono il cavalier Sassolotto”

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Saltato sul suo destriero, subito si diresse verso la foresta nera dove il losco figuro si era diretto con la

“bella principessa”.Correva, correva, tra giganteschi

alberi e animali inquietanti, correva tra le urla del vento che contro il suo viso si abbatteva

quasi come se volesse fermarlo.Correva, fino a quando non capì che

si era perso, e a quel punto si fermò.

Scese da cavallo ed inizio a cercare la giusta via.

Quasi rassegnato, si accasciò al suolo, ma due tenere figure saltellanti gli si avvicinarono

incuriosite.Erano Rocciolo e Dunilliput, due teneri folletti custodi della foresta.

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Subito compresero il perché della disperazione di quel

bellissimo cavaliere, e con quel coraggio, che dai folletti non ci si aspetterebbe mai, decisero di aiutare Sassolotto a cercare la

sua bella e strapparla dalle grinfie del nemico.

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Insieme si condussero verso il diroccato castello.

Lì un’area cupa e densa di un odore di paura circondava

quelle mura lerce.Subito il mostro uscì dalla torre e

si scagliò verso il prode guerriero.

La principessa accompagnava la battaglia cruenta con le sue urla

disperate.Tensione.

Ansia.Volavano fiamme, colpi di spada,

sangue e sudore ovunque.Il cavaliere sferrava un colpo in pieno petto e il drago urlava di dolore, poi subito dopo era il

drago ad attaccare e il cavaliere non poteva che pensare:

“E’ finita!”

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Dura fu questa battaglia, quando ad un certo punto, la purezza del valoroso

paladino, si trasformò in una luce accecante che illuminò in un solo

istante la spada che egli impugnava.Un fascio di luce colpì dritto al cuore

l’orribile creatura, che urlante precipitò al suolo.

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Subito Sassolotto si diresse verso la torre dove la pulzella

trepidante aspettava il suo eroe.

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Appena i loro occhi si incrociarono le loro anime si

colmarono di amore, quell’amore sincero e

passionale, quell’amore che dura per tutta la vita.

Insieme felici si ricondussero verso casa accompagnati dai

due folletti che canticchiavano con entusiasmo saltellando qui

e lì.Alle porte del villaggio, subito il

banditore di corte annunciò il loro arrivo e tutti accorsero ad accogliere i due innamorati.

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Subito il re abbracciò la piccola Ruth e appena fu

possibile Sassolotto chiese la sua mano al sovrano che senza indugiare acconsentì

alle nozze che immediatamente vennero

celebrate.

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Le due fatine madrine, Effy e Ary, subito si occuparono di

preparare la cerimonia.

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Fu una bellissima cerimonia, vi partecipò tutto il villaggio, il pittore di corte faceva dipinti

stupendi per immortalare l’evento.

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tutto si era magicamente rianimato di gioia.

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Simbolo dell’amore che tra i due bellissimi giovani era

sbocciato e che per sempre sarebbe durato.

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Il piccolo Vick sarebbe stato il successore e chissà quali

avventure avrebbe affrontato insieme ai suoi

fantastici amici.

Per ora vi lasceremo con un consueto …e vissero

felici e contenti!

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Alla prossima fantastica storia con i

racconti della Zia Stefy!